"all'aria aperta" - bartòk

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Blog di Renato Rizzello. Diario di riflessioni su musica classica, arte, luoghi, cultura... L'orecchio curioso L'orecchio curioso sabato 15 settembre 2012 All'aria aperta di Bartòk INTRODUZIONE "Szabadban" ("All'Aria Aperta") è un gruppo di 5 pezzi per pianoforte composti da Béla Bartòk nel 1926: - Síppal, dobbal, … (Con tamburi e pifferi) - Barcarolla - Musettes - Musiche della Notte - La caccia Tradotto come "Out of Doors" in inglese, "Im Freien" in tedesco, "En Plein Air" in francese, è tra le rare composizioni di Bartòk di musica a programma. Dopo la prima guerra mondiale, Bartòk non poteva più continuare le sue ricerche fuori dall'Ungheria. Perciò sviluppò il suo stile personale, caratterizzato dalla sublimazione della musica popolare in musica colta. Nel 1926 componeva anche la sua Sonata per pianoforte, il Primo concerto per pianoforte e i 9 piccoli pezzi. Quest'anno particolarmente prolifico seguiva un periodo di minore attività compositiva. Lo stimolo principale a ricominciare a comporre gli venne andando al concerto del 15 marzo 1926 a Budapest in cui Stravinsky al pianoforte partecipava all'esecuzione del suo Concerto per pianoforte e strumenti a fiato (e anche "Le rossignol" e "Petrushka"). Questo brano così come le composizioni di Bartòk di quell'anno sono caratterizzati dal trattamento del pianoforte come un strumento a percussione. Nel 1927 Bartòk scrisse: "Mi sembra che la natura intrinseca (del suono del pianoforte) diventi davvero espressiva solo nell'attuale tendenza a usare il pianoforte come uno strumento a percussione." (risposta al Musikblätter des Anbruch) Un'altra influenza sullo stile delle sua composizioni di quell'anno veniva dai suoi studi e revisioni delle musiche barocche francesi e italiane per tastiera. Compose "Szabadban" per la sua nuova moglie, la pianista Ditta Pásztory-Bartók, che aveva sposato nel 1923, poco dopo il divorzio dalla sua prima moglie, e che gli aveva dato un secondo figlio nel 1924. Malgrado i 5 pezzi siano spesso intesi come una suite, Bartòk di solito non li suonava tutti insieme. Suonò il primo, il quarto e il quinto per la prima volta alla radio ungherese l'8 dicembre 1926, e il quarto pezzo separatamente in varie occasioni. Si riferì all'opera in una lettera al suo editore come "5 pezzi per pianoforte piuttosto difficili", cioè non una suite. E' stata proposta una forma ad arco, nella successione dei centri tonali mi-sol-la-sol-mi, ma sono stati suggeriti anche differenti centri tonali, cioè re-sol-re-sol-fa. Nissman mostra come i motivi dei singoli brani e le conclusioni conducano logicamente al brano succesico della serie. Inizialmente "Szabadban" fu pubblicata in due parti: la prima conteneva i primi tre pezzi, la seconda gli ultimi due. Il processo compositivo rivela ancora di più sui 5 pezzi. Le prime bozze fanno intendere i primi due pezzi come pubblicati per ultimi. Il terzo pezzo fu aggiunto più tardi, ed era basato su materiale inutilizzato della Sonata per pianoforte. In particolare i due pezzi finali, Follow by Email Email address... Submit Seleziona lingua Translate Cerca Cerca nel blog Amazon: tutte le categorie Categoria: musica Categoria: Kindle Pubblicità

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Analisi "All'aria Aperta" - Bartòk

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Page 1: "All'aria aperta" - Bartòk

Blog di Renato Rizzello. Diario di riflessioni su musica classica,arte, luoghi, cultura...

L'orecchio curiosoL'orecchio curioso

s a b a t o 1 5 s e t t e m b r e 2 0 1 2

All'aria aperta di BartòkINTRODUZIONE

"Szabadban" ("All'Aria Aperta") è un gruppo di 5 pezziper pianoforte composti da Béla Bartòk nel 1926:- Síppal, dobbal, … (Con tamburi e pifferi)- Barcarolla- Musettes- Musiche della Notte- La caccia

Tradotto come "Out of Doors" in inglese, "Im Freien" intedesco, "En Plein Air" in francese, è tra le rarecomposizioni di Bartòk di musica a programma.

Dopo la prima guerra mondiale, Bartòk non poteva più continuare le sue ricerche fuoridall'Ungheria. Perciò sviluppò il suo stile personale, caratterizzato dalla sublimazione dellamusica popolare in musica colta.

Nel 1926 componeva anche la sua Sonata per pianoforte, il Primo concerto per pianoforte e i9 piccoli pezzi. Quest'anno particolarmente prolifico seguiva un periodo di minore attivitàcompositiva. Lo stimolo principale a ricominciare a comporre gli venne andando al concertodel 15 marzo 1926 a Budapest in cui Stravinsky al pianoforte partecipava all'esecuzione delsuo Concerto per pianoforte e strumenti a fiato (e anche "Le rossignol" e "Petrushka").Questo brano così come le composizioni di Bartòk di quell'anno sono caratterizzati daltrattamento del pianoforte come un strumento a percussione. Nel 1927 Bartòk scrisse:

"Mi sembra che la natura intrinseca (del suono del pianoforte) diventi davvero espressiva solonell'attuale tendenza a usare il pianoforte come uno strumento a percussione."(risposta al Musikblätter des Anbruch)

Un'altra influenza sullo stile delle sua composizioni di quell'anno veniva dai suoi studi erevisioni delle musiche barocche francesi e italiane per tastiera.

Compose "Szabadban" per la sua nuova moglie, la pianista Ditta Pásztory-Bartók, che avevasposato nel 1923, poco dopo il divorzio dalla sua prima moglie, e che gli aveva dato unsecondo figlio nel 1924.

Malgrado i 5 pezzi siano spesso intesi come una suite, Bartòk di solito non li suonava tuttiinsieme. Suonò il primo, il quarto e il quinto per la prima volta alla radio ungherese l'8dicembre 1926, e il quarto pezzo separatamente in varie occasioni. Si riferì all'opera in unalettera al suo editore come "5 pezzi per pianoforte piuttosto difficili", cioè non una suite. E'stata proposta una forma ad arco, nella successione dei centri tonali mi-sol-la-sol-mi, masono stati suggeriti anche differenti centri tonali, cioè re-sol-re-sol-fa. Nissman mostra comei motivi dei singoli brani e le conclusioni conducano logicamente al brano succesico dellaserie. Inizialmente "Szabadban" fu pubblicata in due parti: la prima conteneva i primi trepezzi, la seconda gli ultimi due.

Il processo compositivo rivela ancora di più sui 5 pezzi. Le prime bozze fanno intendere iprimi due pezzi come pubblicati per ultimi. Il terzo pezzo fu aggiunto più tardi, ed erabasato su materiale inutilizzato della Sonata per pianoforte. In particolare i due pezzi finali,

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il quarto e il quinto, costituiscono un brano continuo, numerato come "3" nelle bozze. Bartòkapplicò questa giustapposizione del titolo "Musiche della notte" nel tempo lento con unasezione di presto in un singolo brano/movimento anche nella seconda metà del suo SecondoConcerto per pianoforte.

Con tamburi e pifferi

Questo è l'unico pezzo della serie, che può essere ricondotto ad una canzone popolarespecifica, "Golya, Golya, gilice" (vedi immagine). Bartók chiamò il suo pezzo in ungherese"Síppal, dobbal, …", tradotto letteralmente "con un fischio, con un tamburo, …", e per gliUngheresi essa è ancora oggi un'evidente citazione di quella canzone popolare. Il motivoprincipale del brano di Bartók si trova alle battute 9 e 10. Questo motivo è tratto dallebattute 5 e 6 della canzone popolare. L'unico cambiamento fatto da parte di Bartók è statoper la sincope.Il testo della canzone in traduzione letterale è:

"Stork, stork, [parola senza senso], cosa ti ha reso la tua gamba sanguinante?Un bambino turco l'ha tagliata, un bambino ungherese l'ha guarita.Con un fischio, con un tamburo, e con un violino ad ancia."

Károly Viski cita proprio questa canzone in riferimento all'origine sciamanica di alcuni testidella tradizione popolare ungherese.

La citazione dalla canzone popolare che Bartók utilizzò, contiene solo il tricordo sul secondogrado del centro tonale del brano: mi, fa♯, e sol. Nel pezzo di Bartók, questo motivo fasembrare il centro tonale il Mi. Tuttavia, proprio come nella canzone popolare, il pezzotorna al primo grado Re, che appare più tardi nel pezzo, tra la fine della sezione B legata(misura 64) e la ripetizione della sezione A.

Il pezzo è in forma ternaria con una coda. L'apertura, la chiusura, e le sezioni della Coda sibasano sull'imitazione dei tamburi e degli strumenti a fiato più bassi. Nella sezione centralesi richiede un trattamento meno percussivo e più legato del pianoforte, nel registro medio esuperiore, imitando strumenti a fiato più acuti. Bartók fece uno schizzo di un'orchestrazioneper questo pezzo nel 1931, utilizzando per la sezione di apertura timpani e gran cassa('tamburi') e (doppio)-fagotti e tromboni (strumenti a fiato).

Barcarolla

In questo brano la mano sinistra suona accordi arpeggiati legati, imitando le onde. Il ritmo el'armonia mutano costantemente, spesso in ogni misura. Per essere una barcarola ha unmelodia molto essenziale. Per quanto riguarda la qualità strumentali e gli effetti sonori, ilpianoforte viene usato in un modo piuttosto tradizionale.

Musette

Il titolo si riferisce alla musette, un tipo di piccola cornamusa. Bartók fu ispirato daCouperin, che ha scritto pezzi per tastiera che imitano questo strumento. Il pezzo consisteprincipalmente di imitare gli effetti sonori di una coppia di musette non perfettamenteaccordate. C'è una melodia molto breve. "Con tamburi e timpani" e "Tambourine" dai "Novepiccoli pezzi" di Bartók allo stesso modo sono costruiti basandosi sull'imitazione del suono distrumenti popolari.Una nota importante è "Due o Tre Volte ad libitum" (intendendo la possibilità di suonare dueo tre volte), che dà all'esecutore un grado di libertà raro in partiture di musica classica, esottolineando la natura improvvisativa e spontanea della musica popolare per cornamusa. Ilpedale tonale del pianoforte a coda è necessario per una giusta interpretazione delle ultimequattro misure.

Musica della Notte

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Page 3: "All'aria aperta" - Bartòk

Questo pezzo è stato subito accolto favorevolmente in Ungheria, a differenza di molte dellealtre composizioni di Bartok. Stevens rivolge già l'attenzione alla qualità e importanza diquesto lavoro nella sua prima biografia. E' "il locus classicus di un contributo bartokianounico al linguaggio del modernismo musicale".

La forma è descritta in vario modo nella letteratura sul brano, ad esempio come un rondòsciolto, ABACABA o come forma ternaria, con la parte intermedia quale sezione 'di sviluppo'.Si distinguono tre tipi di materiale:

Sezione AImitazione dei suoni notturni di un'estate ungherese, con il centro tonale nel Sol o in tonalitàambigue. Un accordo-cluster arpeggiato molto dissonante (Mi♯, Fa♯, Sol, Sol♯, La) siripete in tutta la sezione sul battere. Nella parte più acuta ci sono le imitazioni di sei suoninaturali (uccelli, cicale, e il particolare rana ungherese "unka") disposti in modo casuale.Questo materiale si trova nelle battute 1-17, 34-37, 48 e 67-71. Ci sono piccole citazioninelle battute 25-26 e nella battuta 60, mentre l'accordo arpeggiato è spesso inserito nellesezioni B e C.

Sezione BCorale in Sol. Questo materiale si trova nelle battute 17-34 e 58-66.

Sezione CImitazione di un flauto contadino rigorosamente in modo dorico in Do♯. Bartók ha spessocomposto sezioni contrastanti con un centro tonale che è a distanza di tritono (Do♯-Sol)rispetto alla sezione precedente. Questo materiale si trova nelle battute 37-58, 61-67 e 70-71.

Una sovrapposizione di rilievo avviene nelle battute 61-66, dove i materiali del corale (B) edel flauto contadino (C) suonano insieme. Questo è tutt'altro che un duetto tradizionale,perché i personaggi, i tempi ed i centri tonali delle due parti sono molto variabili, comespesso avviene nella musica della notte di Bartók.

Gli interventi casuali di suoni della natura nella sezione A rende la memorizzazioneestremamente difficile. Ma la memorizzazione pareva essere non necessaria, cometestimonia l'aneddoto di Mária Comensoli, una studentessa di pianoforte di Bartók. Rimasestupita quando suonò per la prima volta "Musiche della Notte" a memoria (come richiestoalle lezioni di Bartók) e Bartók osservò

"Stai suonando esattamente lo stesso numero di ornamenti che imitano i rumori della notte,esattamente nello stesso modo in cui li ho scritti? Non deve essere preso troppo sul serio, sipossono mettere dove si vuole e suonarne tanti quanti se ne desidera."

I numerosi e precisi segni dinamici e agogici testimoniano come Bartók avesse in menteeffetti di suono e di esecuzione molto particolari. Tre note in calce alla partitura spieganol'esatta esecuzione degli arpeggi e degli abbellimenti. La quarta nota in calce indica alpianista di suonare l'accordo di cluster Mi-Fa-Fa♯-Sol-Sol♯La-Si♭-Do♭ con il palmo dellamano.

La Caccia

Questo pezzo è composto da cinque episodi melodici. Essi sono preceduti e separati (tranneche per il quarto e quinto episodio) da sezioni 'ritornello' di accordi-cluster ribattuti in unritmo stridente (duine in una misura di 6/8).

Il pezzo è legato alla pantomima "Il mandarino meraviglioso", in sintonia con la scenadell'inseguimento e armonicamente con i due importanti elementi che sono presentatidirettamente all'inizio della pantomima:1. Un accordo di tre note composto dalla nota del basso con sopra un tritono e una settimamaggiore (esempio: Fa-Si-Mi).2. Una scala che copre un'ottava aumentata

La mano sinistra suona un ostinato arpeggiato, una quintina sull'accordo composto da Fa,Sol♯, Si, Do♯, Mi, di cui il Mi è sul battere (6/8 misura). Questa figura è costituitadall'accordo della 'pantomima' Fa-Si-Mi, al quale si aggiunge la quarta Sol#-Do#. Questoostinato cambia ad ogni nuovo episodio:1. Nel secondo episodio il Do# è spostato verso il basso di una ottava, rendendo l'interafigura distribuita su una decima minore (Do♯, Fa, Sol♯, Si, Mi).2. Nel terzo episodio, il Si viene spostato di un'ottava verso il basso Si, Fa, Sol♯, Do♯, Mi,richiedendo, secondo la diteggiatura originale di Bartók (1, 5, 4, 2, 1), un cambio diposizione della mano per l'esecuzione di questa figura.3. Nel quarto episodio, la figura viene estesa a Si, Re, Sol, La♯, Fa, Sol♯, Do♯, Mi (in duequartine sui due battere). Questa figurazione può essere interpretata in vari modi. In primoluogo, come due accordi-"pantomima", (Fa, Si, Mi e Si, Fa, La♯, oppure Fa, Si, Mi e Re,

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Categorie: musica

Sol♯, Do♯) a cui si aggiungono quattro o due note (Re, Sol, Sol♯, Do♯ e Sol, La♯rispettivamente). Gli accordi sono in modo chiaramente simmetrico distribuiti sopra lafigura. In secondo luogo, due accordi-"pantomima" (Fa, Si, Mi e Sol♯, Re, Sol) con due noteaggiunte (La♯, Do♯). In terzo luogo, la figura è costituito da due figure di quattro note,ognuna a distanza di tritono rispetto alla corrispondente dell'altra quartina (la prima con laprima, la seconda con la seconda, ecc.). Infine, il motivo ripetuto consiste di due accordi disettima diminuita, sul Si (con Re, Fa, Sol♯) e sul Sol (con La♯, Do♯, Mi), simmetricamentedivisi nella figurazione.4. All'interno del quarto episodio, la figura è limitato a La♯, Si, Re, Sol per alcune misure.Questo sembra principalmente una necessità per ragioni pianistiche, ma la figurazionerisultante è molto simile a quella tra il quarto e il quinto episodio.5. Tra il quarto e quinto episodi, per una sola misura la figura cambia in Si, Re, Fa, Sol, La♯.Questa figura è la prima metà di una cadenza che si risolve nella ripresa del primo tema.6. Nel quinto episodio, la figurazione è la stessa del primo episodio, ma si è allungata a diecinote su più di due ottave in due battute, Fa, Sol♯, Si, Do♯, Mi, Fa, Sol♯, Si, Do♯, Mi.La melodia si muove sulla scala di ottava aumentata.

Questo pezzo è tecnicamente difficile: "Dal punto di vista della tecnica e della resistenza,soprattutto per la mano sinistra, questo potrebbe facilmente essere il [pezzo] piùimpegnativo in tutta la produzione di Bartók" (Yeomans).

Fonte: en.wikipedia.org

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