aldo moro - scrivere.info filenon sapevano, loro sprezzanti che il sangue purifica il dolore redime...
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Quaderni di Scrivere 7
Aldo MoroQuaderni di Scrivere 7© 2008 Scrivere.info
Tutti i diritti di riproduzione, con qualsiasi mezzo, sono riservati.Prima edizione PoeBook Maggio 2008
Pubblicato in UE da Lulu Enterprises, Inc.www.scrivere.info - www.poebook.it
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Aldo Moro
Speranzaappesa al filomutò,in brutal certezza
il baule d’una vetturafuscrigno di mortedi un uomo accasciatodalla sua sorte
Amaro
amaro ingoionel ricordaruna mano, repellenteche offesela dignità di un uomo, equelladi tanta gente.
Dolore di una generazione
Sangue sparsosul cemento,famiglie distrutteda una folle omicida,
sogni infrantiriposti in quel bagagliaioche chiuse la tua vita.
Dolore,stupefattiper il chiincreduliper il come.
Non sapevano, lorosprezzanticheil sanguepurificail doloreredime
non sapevano, lorofieriquanto desideriod’amore nacqueda quel sangue...
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Tu pregavi
Sapevoche quando il mattino s’affacciava sul colleappena innevato da sbuffi di nebbia
calda e collosa
tu solo
entravi dinanzi al Signore
Il ginocchio piegatosul banco di noce
la gola insabbiata da grani d’incenso
pregavi in silenzio.
Non vedevo altroche la nuca inchinata
dinanzi al lucore
di un lumino tremante
che forse piangeva sapendo
che presto sarebbe mancata
la tua mano congiuntaal tuo cuore
nell’offrirti all’amore.
Non grande statista
vedevano gli angeli
mentre il sole toccava
le tue spalle incurvate
ma cristiano impaurito
che forte di Grazia
abbracciava la Croce.
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Silenziose grida
Inarco lembi di storiaper varcare quei solchiconfinifra orrore e ricordo
più in altooltre i dardi di soleguardo la pietra vibraresmuovere zolle d’asfalto
riflessi, nel sanguesui cristalli di un’autoi restidi piccole ali bianche
Come una stella a sera
Impazzava Marzo sulla capitalee la mattina rischiarava tutta Roma:via Mario Fani, in particolare.
Le auto viaggiavano velociper raggiungere al più presto quella Cameradove una storia nuova sarebbe cominciata.
E il destino non smentì le previsioni,pochi istanti e la scorta fu un ricordo triste;tu sequestrato dal commando terrorista,accecato da un falso abbaglio di giustizia.
Iniziarono i mesi della reclusione;le tue lettere a tua moglie o al Santo Padreriecheggiano nella valle di lacrimein cui naviga il ricordo tuodi uomo sensibile, di grande umiltà.
Da pochi giorni si era imposto Maggioquando il filo della speranza fu spezzato:in via Caetani il corpo tuo fu restituitoal clamore e al disappunto del mondo politicofinalmente e coscientemente unito.
Tre decenni son spirati da quel giornoma il popolo tuo ancor ti piange,Presidente, sulle corone e le ghirlandeposate lì dove riposi, sulle lapidi a ricordooltraggiate in questi annidalle unghie di vernice dell’estremismo.
Tutti gli anni che verrannocome acqua fresca cancelleranno le macchiedall’uomo poste sul passato;ma il sacrificio tuo, Aldo Moro,brilla di perpetuo chiarorenel firmamento dell’indimenticabile,come una stella a sera.
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55 giorni d’inferno
16 Marzo 1978mattino prestoin questa Romache s’appressavaalla primaveras’udironoSpari... morti,vittime innocentidi tua scortaQuattro minutid’infernoper prelevartirinchiudertinella prigionedel popoloGiorni e giornituttil’animo sospesotra speranzedelusioni,rabbiafermezzatrattative segretecomunicatidi brigatistitue lettere...Ti ritrovaronocorpo inermein utero freddod’automartire di fedecon l’idealedi portare avantiun’ unione storicaun compromesso...Eri allora solocon le ali tarpate
aquila liberanon volavi piùnel percorso idealedi una forterinnovatademocrazia...
Ora nei ricordi vivi
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Fiori e bugie
Gli orologi battono la stessa oraun dramma collettivocongela il sangue.
Parola chiave: morte.Troppo scomodoper i suoi progressi...
Bugie sepoltenelle corde del cuoreombre di amicicon giacche e cravatte.
Sulla bara attorniata di fioricantano il requiemrichiamando alla memoriala caduta di un eroe
nel falso poteredella nostra Italia.
Il giorno della memoria
Manto neroecuore afflittorinnovail giorno della memoria.
Sdegno vivosovrasta i cuoridi chi ha perso,in quei giornile persone care.
Per ideali politici,esempio terroristicoestremo,ancora tutt’oggiuccidequell’uomo di Statoela sua scorta!
Sdegnostringe il mio cuorecontro viltà umana nascosta,idealmente spargo petali di roseverso il cielo nel giorno della memoria.
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Professoressa
“Finalmente...il proletariatoha sconfittola vostra lurida società...Aldo Moroè stato giustiziatoin nome del comunismo e della libertà”.
Queste le paroledi una donnache una materiaavrebbe dovuto insegnare,
quel nove maggioavevo quindici anni,di innocenza,di fidanzatinedi motorini senza cascounici pensieridi un’età senza odio.
Gli occhi iniettati di sangue,rossi, scarlatticome quello versato,per convincermi,inerme.
Non ce l’hai fatta prof
questa lurida societàfatta di chi ancora credein qualcosa,
in un Dio,in un idea,in valori comuni,ha sconfitto te,
la tua sporca idea,e cancellato, vendicatoper semprel’orrore dei vostri crimini.
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Ragione di stato
Prigioniero tra di noidopo orrida mattanzati trovasti una mattinacon la testa tra le mani
in Via Fani.
Trame oscurementi follipensieri desolantiistanze delirantila tua vita altalenante
e il “processo” che va avanti.
In quell’antro buiopiù nero d’un pertugiocome foglie d’autunnomarcirono quei giorni
e benché fosse Primaveranessun fiore profumava.
Fu soltanto il crisantemoche si schiuse l’indomani
in Via Gaetani.
Colpa d’amore
L’albero antico da lo frutto privoil muto suo dolor grida alla vitanon ode più neanco d’esser vivoha profonda radice la ferita.
Di troppo amor disperasi la piantae nulla pote a riparar la colpanon move foglia tanto che s’è affrantaa pensar secca prole senza polpa.
Nudo quel ramo della messe figliaal cielo cupo d’un sereno persovolge lo sguardo dell’aspersa cigliasupplica cenno dell’Eterno Verso.
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Uno statista, Aldo Moro
Resta nel tempo la figura indomitaalto statista donar italicopianse l’Italia del suo trapassopassato con violenza ad altra vita.
Per sempre fu spezzataimmagine di uomo rettoin sacrificio poi perdutooggi a ricordar il suo vissuto.
Tragedia immane di crudeli assassinialto il senso dell’onorefiero d’essere dimostrò con fervoresino alla fine ai suoi aguzzini.
Oggi lapide ricorda triste eventoin dedica scritta per non dimenticaretrent’anni dopo in quel di via Fanidi quel martirio, omicidio efferatorimane un battere eternodi commosse mani.
Una mattina di trent’anni fa...
E’ una tiepida giornatad’un maggio fiorentinopasseggiando in vie affollateascolto a caso la notizia“Han trovato Aldo Morocome già della sua scortasparso è il sangue fiero.”Son fanciulla e di tal uomoil valore non conoscoin tivù ascolto assortadi compromesso che s’avea da farema non tutti eran d’accordocosì l’hanno preferito morto.Con lui declina la democrazia verache di civiltà è signoralasciando il popolo orfanodella scelta intelligentedi statista lungimirante.In trent’anni n’è passata d’acqua sotto i pontiancor si richiama il ricordod’un accorto professorela cui memoria alla gioventù va lasciataper non esser solo un Paese di facciata.
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La stessa violenza
Giornata neraper la memoriache non ritorna puracon parole di gloria.Uomini di poteree chi in silenzio muorevittime per il panepunti di sospensionenel libro della storia.Compromessi fataliideali immolatinegli errori gridatidai giornali.
Restava il sanguee una vita vendutaa macchiare l’asfaltola condanna annunciatala pietà calpestatasuicidio di una lottae la sconfittaesplosala verità negata,elusae un bagagliaio apertochiuso sulla coscienza.
Giornata maledettaanche per chi contava cento passie soccombeva nel buio all’assenzacon l’anima pulita...per la stessa violenzamai punita.
Era un Tuo Uomo
Nella capanna in montagnami suonò una voce di pianto,“morto l’uomo che era Uomo”Si fece lamento il ventoe le vette bianche si imbrunirono.Non volevo alzarmi,si piegarono le ginocchia,la mente piangevail cuore tremavaun manto di tristezzacoprì la natura che mi ospitava.Ancora, l’uomo non era Uomo.Scendevo con cadenti passi,ricordavo una donnache chiamò il figlio appena nato:Aldo e Diceva:“Camminerà sulle sue ormeed io sarò una donna felice.”Confuso, iniziai cento volteuna preghiera che non conclusi:Così dissi a Dio: “Era un Tuo Uomo.”
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Via del Corso della Storia.
Si abbassanodue dita sulla piazza.Si tendono i guinzagliaddosso ai pali.Altro bitumesulle buche
di Corso della Storia.
Uno strilloneintona l’inno nazionale.Un camion spazzolalucida la strada.Fari abbaglianola via come nuova.
Al lampione solo un’ombradove strangolato è un cane.
L’uomo che vedeva lontano
Suonaron le sirene nelle fabbrichetutti fuori a scioperaresi fermò l’Italia incredula e smarritaè inaudito,lo stato hanno rapito
l’uomo dalla chiazza biancae dalla voce stancalo sguardo velato di tristezza
lungimirante precursore del dialogoerede di antichi valoriuomo vero tra gli uominiforte della sua mitezza
forse i misteri rimarranno sempre talichi sono i veri lupi?coloro che ti hanno voluto veder morto
nemmeno la voce più alta ti ha salvatosacrificato si dice, alla ragion di stato.
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Storia sui libri
Sssst... zitto!No!Basta!
Attentato...
.. era il sedici marzoquello del settantottoun nuovo governouna fiducia da dareuna strada, via fanicon Moro e la squadraRicci, LeonardiJozzino, Rivera e Zizzile Brigate Rosse contronon era calcettoera cancellettotecnica del RAFe in un paf, paf, paf..i cinque a terraMoro sequestrato come in guerra.
Cinquantacinque giorninove maggionon coi fiori di primaveraalle tredici e trenta telefonata veraPiazza del GesùEra lì la DCvia Botteghe Oscureera lì il PCIin mezzo tua dormire senza volerlonella renault quattro rossaraggomitolatonon nel sedilema con la testa sulla ruotaa ricordare la scorta.
Bara.... tra la follauomo mite e buonoPapa Paolo VI dissee per l’uomo che il momento non lo visse?solo storia sui libri...
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....“eliminare la colomba bianca”
aleggia intorno un sentimento oscuros’insinua attraverso corridoi segreti
panico paura in logge tetreuomini incappucciati tremanola pecora nera è scappata dall’ovile
-sorrideva il soleilluminando gli occhia due anime diverse,mani che si stringonosi può volare insieme-
esseri senza lucesbavano poteri occulti,la massa è solo mercenessuno dovrà saltare il muro
planano basse trame eversive,il lupo sardo non si può toccare,ma serve un monito deciso
di notte si complottasotto un cielo orfano di stelle,-perentorio arriva l’ordine-eliminare la colomba bianca...
Hanno ucciso l’uomo, ma il suo pensiero è rimasto
Prigionierodi potere occultoche solo cenerisa generare,di trame vittimae di bieche animed’illusorio idealeintrise, solo di mortie violenzepromotor cieco.Luce nei secolie di libertàricordo indelebilemorto...
unica sentenzaodio insensato
un corpo ha lasciatoed in suo ricordo...
crisantemi di piombo.
L’Italia ha perso un figlio...noi la speranza?
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Scacco matto
E’ stata giocata la sfidasulla scacchiera della vita.Pedoni di piombosibilano nell’ariaAlfieri insanguinatia terra inermiCavalli imbizzarritidi anarchico potereTorre inespugnabileil covo del sequestrofamoso il Re esce dal giocochiuso nel vano posteriore della carrozzatrasformata di nuovo in zucca.Sola la Regina.Fitta la ragnatelaavvolge il mistero.Sulla scacchiera ormai vuotasoffia soltantoil vento crudele degli ideali.
Morte di un’illusione
Una cappa, in quei giorni, ricordo,gravava nell’aria, di piombo e sangue,greve evaporazione da via Faniin un mattino fresco e soleggiatodai corpi immoti, uccisi nell’agguatodagli spari di un’illusione mortain quella stessa ora, insieme a loro:di fare un mondo senza l’ingiustiziain forza d’odio e di violenza cieca.Il cadavere, poi, fu ritrovatoin una Renault rossa in via Caetani.
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