alcune informazioni sulla montagna...
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Alcune informazioni sulla montagna Bellunese
Non sempre si sa ciò che serve
Diego Cason Sociologo. Studi e ricerche sociali, economiche e territoriali.
Prima questione preliminare
La dimensione verticale ed obliqua della montagna cambia la prospettiva dalla quale si valuta il mondo che ci circonda. Spesso la realtà percepita assume maggiore rilevanza di quella vissuta. I bellunesi hanno una immagine di sé sterotipata e basata su clichè superati e scomparsi. Questo fatto è una tragedia per una comunità poiché è segnale inequivocabile di declino, di rinuncia, di rattrappimento su sé stessi, di incapacità ad interpretarsi e comprendersi, di rinuncia a progettare il proprio futuro.
Seconda questione preliminare
Il nostro è un problema complesso e controverso che ha le seguenti caratteristiche:
Non ha mai soluzioni semplici;Ha sempre diverse soluzioni possibili;Ogni soluzione crea altri problemi;Ogni soluzione è temporanea, limitata, parziale;Ogni soluzione è oggetto di critiche;Ogni soluzione può essere rimessa in discussione;Non si può mai essere certi che la soluzione adottata sia la migliore perché gli effetti delle decisioni sono imprevedibili.
Terza questione preliminare
L’immagine della montagna, quel che pensiamo essa sia, è un prodotto urbano. E’ stata vista come luogo selvaggio, pericoloso ed inutile, come luogo romantico, come merce, come monumento… Il montanaro ha tratto abilmente vantaggio da queste idee altrui ma oggi non sappiamo più cosa sia la montagna che abitiamo e, quel che è peggio, non sappiamo nemmeno più cosa siamo diventati. Questo ci fa perdere di vista che viviamo in un mondo obliquo ed instabile, nel quale le regole e le visioni urbane non non funzionano bene. Dovremmo fare uno sforzo intelligente per liberarci da stereotipi e pregiudizi che spesso ci frenano e ci impediscono di raggiungere risultati migliori e persino di vedere e apprezzare le tante buone cose che sappiamo fare.
Quarta questione preliminare.
La politica non sa più fare il suo mestiere che è quello di rappresentare interessi diffusi, generali, delle comunità e comporli in una attività amministrativa capace di soddisfarli tutti senza accontentarne alcuno. S’è ridotta ad essere strumento di interessi particolari al servizio di ambizioni personali. Non è più in grado di coniugare gli interessi diffusi in una proposta di sviluppo locale condiviso. La politica segue le pulsioni locali invece che comprenderle e interpretarle come sarebbe suo dovere fare.
Quinta questione preliminare
La provincia di Belluno è un’invenzione amministrativa. Le comunità che la compongono non si sono mai sentite parte di una società vasta. Il riferimento è la propria vallata, quando va bene. Più spesso il proprio campanile. Questo localismo esasperato dipende dalle debolezze dell’identità montanara e dalla immagine negativa introiettata. E’ un caso classico di comunità lacerate e rivoltate dai processi evolutivi della (post) modernità urbana. Per questo le spinte centrifughe (presentate come ricerca di autonomia) sono elementi della fuga da noi stessi. Sono il sintomo di una patologia sociale degenerativa. L’autonomia dovrebbe essere un processo di consolidamento delle comunità non causa della loro dissoluzione.
Com’è potuto accadere tutto questo? Com’è che non ce ne siamo accorti in tempo? Perché non abbiamo saputo reagire? Come abbiamo potuto accettare la distruzione della nostra identità e passare la domenica a fare un tristissimo shopping nei centri commerciali immersi nelle nebbie padane?
Numero Comuni per quota altimetrica
14004%
13003% 1200
4%
110012%
90014%
80012%700
6%
6006%
5004%
40010%
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2007%
Popolazione residente per quota altimetrica.
11005%
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8008%
7003%
6005%
5003%
4008%
30041%
20014%
13001%
14001%
12005%
In quali settori sonno avvenuti i più importanti cambiamenti?
• Demografia • Struttura produttiva• Agricoltura• Turismo• Relazioni sociali• Percezione di sè
Distribuzione comuni per quota senza Bl e Feltre
Sedico 9.225
Ponte 8.221
Cortina 6.218
S. Giustina 6.497
Mel 6.251
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000Com uni
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Distribuzione comuni per quota comuni con - 5000 ab
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Densità abitanti per Km2
Auronzo di Cadore
CastellavazzoChies d'Alpago
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BellunoCesio
Zoppè Selva
LivinallongoColle Danta
Cortina Comelico
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Sappada
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S.Tomaso
Fonzaso
Feltre S. Giustina
Limana
Lentiai Quero
TaibonValle
Borca
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TambreVoltago
S. Stefano
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S. Pietro Zoldo Alto
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S. Nicolò
Sedico
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La Valle Lozzo Pieve di C.
Pieve d'AlpagoLamon
0
200
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Ettari per residente
Agordo
S.Vito
Sovramonte
Livinallongo
Domegge
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PonteS.Gregorio
Pedavena
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Longarone Ospitale
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Perarolo
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Sospirolo
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Pieve C.Lorenzago
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0
200
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800
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1400
0 10 20 30 40 50 60 70
Media dei residenti per quota
1.375
1.932
1.213
2.076 2.054
6.640
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
1200-1500 1000 -1199 800-999 600-799 400-599 0-399
La struttura demografica cambia solo grazie ai saldi migratori
La fecondità crolla, la natalità giunge al minimo, le comunità non crescono più, il ricambio e le relazioni intergenerazionali diventano molto difficili le comunità mancano di forze per progettare il futuro.
-1.500
-1.000
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0
500
1.000
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2.000
2.500
1991
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2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Migratorio
Naturale
Totale
BellunoPadova
TrevisoRovigo
VeneziaVicenza
Verona
Montana
Totale
213.612
909.775
869.534
246.255
844.606
852.242
896.316
213.612
131.995287.313
103.4690
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
01 Residenti totali e in montagna 2007
Il peso della popolazione montana in regione è inavvertito.
Con una popolazione limitata non c’è la possibilità di una rappresentanza efficace degli interessi montani.
In democrazia ciò che conta è anche il peso elettorale.
36,3%
21,8%
15,0%
4,2%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
% superficiemontana A
% superficiemontana B
% residenti inmontagna A
% residenti inmontagna B
Peso della montagna su superficie e popolazione veneta. 2005 Con un peso elettorale del 5-15% appare difficile incidere con la forza sulle scelte regionali
La densità di popolazione per provincia.(2007)
57,7
419,4
346,6
136,8
339,1309,8
282,0
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Belluno Padova Treviso Rovigo Venezia Vicenza Verona
I residenti devono sopportare il peso della manutenzione e della tutela di un territorio vasto ed instabile.
31,6
59,5
32,4
87,0
218,4
31,9 26,6
94,9
24,7
190,3
224,7
76,5
130,1
56,0
281,6
360,8
309,1
348,1
46,0
0
50
100
150
200
250
300
350
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Densità abitativa in montagna. (2007)
Il peso degli oneri ambientali è tanto più sensibile quanto più si sale di quota.
03 Variazioni popolazione residente per Comunità montana
-40%
-30%
-20%
-10%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
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Veneto
Variazione 2001-2007Variazione 51-2007
-21.200
+18.666
+14.543 +44.218
Lo spopolamento è stato un esodo tuttora in corso
Valutando tutte le Cm è evidente la diversa dinamica demografica in montagna.
Crescita dei flussi immigratori crollo di quelli emigratori
3.566
5.427
5.8846.197
6.844
4.679
4.3934.145
2.909
2.442
2.382
5.260
4.8194.531
3.975
2.813
2.485
2.2082.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
5.500
6.000
6.500
7.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Maschi
Fem m ine
La provincia non è più luogo di emigrazione. E’ divenuta centro di attrazione di immigrati che sono indispensabili per sostituire gli attivi che abbandonano il lavoro. I residenti hanno un tasso di sostituzione degli attivi che è pari a 1/3, per ogni persona che esce dal lavoro ne entra una.
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
1901
1904
1907
1910
1913
1916
1919
1922
1925
1928
1931
1934
1937
1940
1943
1946
1949
1952
1955
1958
1961
1964
1967
1970
1973
1976
1979
1982
1985
1988
I residenti calano lentamente solo grazie all’immigrazione.
Non ci fosse stata una immigrazione dall’Europa ed extra comunitaria, a partire dal 1993, i residenti in provincia sarebbero oggi circa 194 mila. Se non ci fosse stata prima una immigrazione interna dal sud la provincia avrebbe oggi meno di 160 mila residenti. Di questo passo entro il 2020 avremo un ulteriore calo degli attivi di circa 10-12 mila unità su 95 mila attivi totali.
12,4713,17
16,0917,27
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2001
2008
Il peso sociale dei giovani e degli anziani si è rovesciato.
In montagna questo ribaltamento accade prima (1982) che in pianura ed ha effetti più rilevanti, producendo problemi sia per gli anziani sia per i giovani e mette in crisi la coesione delle comunità, la struttura dei servizi sociali, l’equilibrio delle famiglie e molto altro ancora.
46.742
39.998
28.414
36.095
39.275
43.998
27.04126.85426.82626.75825.383
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47.882
47.34346.186
30.415
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30.000
35.000
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45.000
50.000
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0-14
più di 65
Le nascite.
Nati da cittadine straniere
2003 2004 2005 2006 2007
157 190 196 97 108
8,7% 11,0% 11,1% 5,7% 6,1%
817
762
872
785
852837
894
787
896
841
886
829
881
778
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MaschiFemmineLineare (Maschi)Lineare (Femmine)
Negli anni 60 i nati ogni anno erano circa 4.000, negli ultimi cinque anni sono nati in media circa 1.700 bambini ogni anno. L’andamento delle nascite dal 1994 ad oggi non ci permette di pensare che nel prossimo futuro (10-20 anni) le cose cambino.
3,40
3,0
3,5
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5,519
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1971 1981 1991 2001 2004
Religiosi Civili Totale
Tax nuzialità 1993-05 Tax nuzialità per provincia veneta 2005
Numero di matrimoni 1971-2004
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49
1975199620021991
Tax di fecondità x classi d’età
Indici invecchiamento Cm del Veneto
In montagna gli indici di invecchiamento sono più elevati che in pianura. In certi comuni ci sono quattro anziani con più di 65 anni per ogni ragazzo con meno di 15 anni. Quale futuro possono avere comunità nelle quali si hanno ritmi di decrescita da estinzione della specie? Quale capacità di controllare il presente e il futuro se la popolazione guarda al passato. Quale forza contrattuale si può sperare di mettere in campo per ottenere un potere di autodeterminazione più elevato?
179,8173,4
181,6
161,1 164,6 164,9166,9
181,7
156,8
113,9
160,6
138,1
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110,6120,3
113,5
138,1139,7
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Dipendenza
Vecchiaia
Le famiglie e la loro instabilità.
30,15
25,61
21,65
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15
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25
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1971 1981 1991 2001
BellunoVenetoItalia
59.95965.036
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77.88581.238
86.91592.198
0
10.000
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30.000
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50.000
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90.000
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1951 1961 1971 1981 1991 2001 2005
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1951 1961 1971 1981 1991 2001 2005
% famiglie unipersonaliVariazione famiglie 1961-05
Media componenti 1961-05
143102
78
121125
142
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0
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250
300
350
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
Separazioni Divorzi
Separazioni divorzi 1994-05
Natalità e fecondità in montagna. (2001)
La natalità e la fecondità sono nettamente inferiori in montagna e sono legate strettamente alla quota.
34,8
41,238,6 38,9
36,2
43,9 44,0
36,5 36,5
51,3
41,8
46,1
50,548,7
46,743,5
49,746,3
37,7
0
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20
30
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60
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Natalità
Fecondità
Evoluzione degli attivi
05.000
10.00015.00020.00025.00030.00035.00040.00045.00050.000
1951 1971 1991 2000
AttiviagricolturaAttiviindustria
Attiviterziario
70.414
68.886
68.000
69.000
70.000
71.000
72.000
73.000
1982 1991 2001 2002 2003 2004 2005
MaschiFemmine
5.300
1.970
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
5.500
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
2.200
Valore aggiunto SxEsportazioni Dx
Riduzione degli attivi 1982-05
Crescita reddito e occupazione
34,5
81,1
11
90,888,2
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55 anni e oltre
ItaliaVenetoBelluno
Tasso di attività 2006
79,0
88,4
85,3
29,9
10,4
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55 anni e oltre
ItaliaVenetoBelluno
Tasso di occupazione 2006
719
537
2.604
4.960
1.041
1.506
8.034
960
3.145
221
154
312
345
343
0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000
Agricoltura
Altre industrie
Alimentari
Tessile
Legno
Carta e chimica
Metalmeccanico
Occhialeria
Costruzioni
Commercio
Alberghi ristoranti
Trasporti
Servizi
PA
IndeterminatoDeterminato
17.082
15.360
8.000
9.000
10.000
11.000
12.000
13.000
14.000
15.000
16.000
17.000
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
FemmineMaschi
Assunzioni 1991-2006
Tipi di contratti 2006
D-E Manifatture; 2.500
F C Costruzioni; 2.681
G Commercio; 3.744
H Alberghi e ristoranti; 1.745
I Trasporti; 515
J Intermediazione; 319
K Noleggio; 1.298
M N Istruzione sanità; 92
O Altri servizi; 687
A-B Agricoltura; 2.195NC Imprese non classif icate; 16
Imprese artigiane e non per tipo. 2006
Imprese per ramo d’attività. 2006
131
1.339
4.327
1.475
2.479
5.629
16336
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
Capitale Persone Individuale Altre
ArtigianeNon artigiane
Addetti nelle imprese per ramo d’attività. 2006
15,96%
11,31%
10,49%
9,66%
7,35%
6,65%
5,01%
4,18%
4,02%
2,51%
2,35%
2,30%
2,25%
2,23%
1,77%
1,59%
1,31%
1,25%
1,24%
1,18%
1,01%
1,00%
0,86%
0,71%
0,67%
0,64%
0,27%
0,18%
0,06%
0,01%
0,00%
0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18%
Occhialerie Costruzioni
Alberghi ristorantiDettaglio
ProfessioniVeicoli e ingrosso
MeccanicheTrasporti
Prodotti metalloLegno
Altri serviziSanità
IntermediazioneNon metalli
Comunica precisioneTessili abbigliamento
AlimentariUfficio ed Elettroniche
Altre manifattureMetalli
Noleggio informaticaImmobiliari
CartaPlastiche
EnergiaChimicheIstruzione
EstrazioneRicerca
Mezzi TrasportoRaffinerie
Percentuale occupati su popolazione residente. 2001
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%Ca
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TotaleFemmineMaschi
Media provincia = 43,2%
Differenza addetti occupati su popolazione residente. 2001
-6.000
-5.000
-4.000
-3.000
-2.000
-1.000
0
1.000
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Media provincia = - 429
Peso imprese e UL artigiane su totale imprese e UL. 2006
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
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pitale
Peso delle imprese artigiane su totale imprese 2006Peso delle Unità locali artigiane su totale U.L.
Media provincia = 36,8 e 33,6
I cambiamenti in agricoltura dal 51 al 2001* dati 61
Attivi – 97% Sau –60%
Bovini –65% Boschi +12%
Ovini –70% Caprini –73%
Suini +18% PLV –55%
Imprese – 92%* Seminativi – 75%
Variazioni decennali imprese e sau. 90-2000
-38
-19,1-14,7 -14,5 -13,5 -12,2 -11,6
-15
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0Belluno Rovigo Verona Vicenza Treviso Padova Venezia Veneto
-19,3
-9,1-6,6 -6,2 -4,7
-3
0,1
-7,5
-25
-20
-15
-10
-5
0
5Belluno Vicenza Venezia Rovigo Treviso Padova Verona Veneto
Imprese
SAU
Evoluzione imprese agricole
200220240260280300320340360380
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996
2.1502.2002.2502.3002.3502.4002.4502.5002.5502.6002.650
1997 1998 1999 2000 2001
Evoluzione allevamenti
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007
Bovini Ovini Caprini Equini Suini
Evoluzione abitazioni
010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000
1951 1971 1991 2000Abitazioni occupate Abitazioni non occupateSeconde case turistiche Fam iglie
Percentuale di abitazioni non occupate. 2001
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
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Esercizi turistici.
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Media provincia = 2,2
19381951 19551961 1965 1971 1975 1981 1985 1991 1995 2000
Alberghieri
ComplementariTotale -
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
01 Evoluzione esercizi turistici
Alberghi per 1000 residenti.
Camere appartamenti
per le vacanze; 346; 1%
Altre strutture; 9.790; 23%
Alloggi agroturistici; 41;
0%
Campeggi e villaggi turistici;
26; 0,1%
Alberghi; 464; 1%
Case x vacanza; 31.000; 75%
Letti alberghieri per 1000 residenti.
0
200
400
600
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1.000
1.200
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1938
1951
1955
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1971
1975
1981
1985
1991
1995
2000
Alberghieri
ExtraalberghieriTotali-
10.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000
100.000
02 Evoluzione letti turistici.
Letti case vacanza ;
93.000; 52%
Letti alberghi ; 19.770; 11%
Campeggi e villaggi turistici; 12.060; 6,7%
Alloggi agroturistici;
405; 0%
Altre strutture; 51.803; 29%
Camere appartamenti
per le vacanze; 1.758; 1%
Arrivi turistici.
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Arrivi italiani alberghi Arrivi stranieri alberghi Arrivi italiani extra alberghi Arrivi stranieri extra alberghi
Italiani
Stranieri
1938
1951
1955
1961
1965
1971
1975
1981
1985
1991
1995
2000
ExtraalberghieriAlberghieri
Totali-
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
03 Evoluzione arrivi turistici. Extra alberghieri ; 2.952.825;
27%
Case x vacanza; 5.890.000;
54,1%
Alberghi; 2.034.454; 19%
Presenze turistiche.
50.000
550.000
1.050.000
1.550.000
2.050.000
2.550.000
3.050.000
3.550.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Presenze italiani alberghi
Presenze stranieri alberghi Presenze italiani extra alberghi
Presenze stranieri extra alberghi
Italiani
Stranieri
1938
1951
1955
1961
1965
1971
1975
1981
1985
1991
1995
2000
AlberghiereExtraalberghiere
Totali-
1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
5.000.000
6.000.000
7.000.000
8.000.000
04 Evoluzione presenze turistiche.Extra alberghieri
; 2.952.825; 27%
Case x vacanza; 5.890.000;
54,1%
Alberghi; 2.034.454; 19%
Variazione PIL, valore aggiunto, reddito pro-capite. 2000-2007
22.140
23.122 23.121
24.12624.441
25.016
26.990
30.903
22.255
23.229
25.07025.564
26.691 26.824
29.267
30.928
20.000
22.000
24.000
26.000
28.000
30.000
32.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Valore aggiunto procapiteReddito procapitePil procapite
Reddito imponibile per classi e per comune
9.308.823
112.112.610
223.692.838
125.300.157
972.013.077
961.438.100
0
100.000.000
200.000.000
300.000.000
400.000.000
500.000.000
600.000.000
700.000.000
800.000.000
900.000.000
1.000.000.000
fino
a 5.
000
da 5
.000
a 1
0.00
0
da 1
0.00
0 a
15.0
00
da 2
0.00
0 a
50.0
00
da 5
0.00
0 a
60.0
00
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0.00
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€ 15.000
€ 16.000
€ 17.000
€ 18.000
€ 19.000
€ 20.000
€ 21.000
€ 22.000
€ 23.000
€ 24.000
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Reddito imponibile medio provinciale = 19,346
Settori economici fonti del PIL 2007
Agricoltura1%
Indus tria 32%
Costruzioni7%
Intermediazione21%
Altri servizi17%
Com mercio, turismo, trasporti
22%
I fattori di senso di una comunità
BPotere
AAppartenenza
DConnessione emotiva
CIntegrazione
soddisfazione dei bisogni
A L’appartenenza
L’appartenenza si basa su confini; sulla sicurezza che si ricava dall’essere “dentro” tali confini ovvero inclusi in una realtà nella quale si è accettati, riconosciuti e si ha un ruolo, un posto definito; sulla identificazione che consiste che gli individui si riconoscono in un insieme di persone per le quali è disposto a fare un sacrificio personale nell’interesse altrui; sull’investimento affettivo ovvero la quantità di interessi personali sacrificati al bene comune (da questa radice nasce il concetto di patria); su un sistema simbolico che permette di dare valore condiviso alle cose perchè, in fin dei conti, una società è un nucleo di valori condivisi.
Confini
Investimento personale
Culture e simboli
Identificazione
Sicurezza emotiva
Senso di appartenenza
B Il Potere
Il potere consiste nella percezione individuale e collettiva di poter influire sul corso degli eventi. Esso si manifesta come potere dell’individuo sulla comunità (status), come potere della comunità sull’individuo (norme e consuetudini) e potere della comunità nei confronti dell’ambiente circostante (potere contrattuale e politico). Questo ultimo aspetto è, per la provincia di Belluno, assai importante poiché il potere politico e contrattuale è, con tutta evidenza, inferiore di quello dei propri vicini e questo alla lunga ha provocato una riduzione della coesione e integrazione dei bellunesi che percepiscono di valere meno di altri, pur comprendendo che tale differenza di valore non ha giustificazioni pratiche.
Altri
Altri
Altri
Altri
Altri
Altri
C Integrazione e soddisfazione dei bisogni
Status
Successo
Competenza
Nutrimento autostima
Protagonismo
La soddisfazione dei bisogni. L’appartenenza ad un gruppo dà maggiori garanzie di soddisfare i propri bisogni economici e non. La soddisfazione dei bisogni rinforza i legami mediante la gratificazione. Con l’acquisizione di status, con i successi di gruppo (diretti o indiretti) e con la percezione della competenza ad ottenere successi. Il consolidamento dell’autostima personale e di gruppo induce ad un incremento del protagonismo e alla costruzione di valori condivisi volti a rafforzare la collaborazione e l’integrazione dei soggetti che scoprono di avere progetti e obiettivi simili.
D La connessione emotiva.
Alcuni aspetti di questa connessione che hanno elevata rilevanza sociale:più sono le interazione maggiori sono le possibilità di contatto con gli altri;più sono positive le interazioni più il successo consolida l’appartenenza;se i compiti comunitari non sono eseguiti il gruppo s’indebolisce;i premi e le punizioni devono avere carattere certo (più le seconde dei primi);I contatti significativi tra le persone portano ad una connessione emotiva, quelli meramente funzionali (ovvero sprovvisti dei caratteri emotivi e affettivi), non producono alcuna connessione. Le relazioni significative hanno bisogno di manutenzione e di sostegno nelle comunità, perché quelle funzionali (prevalentemente economiche) si sono moltiplicate a tal punto da divenire impersonali ed aliene.
Una comunità forte offre ai suoi membri:momenti importanti e simbolici da condividere,modi positivi per interagire,strumenti per portare a termine i propri compiti,opportunità di impegno personale nelle comunità,occasioni di riconoscimento personale e collettivoopportunità di costruire legami spirituali.[1]
Senso di comunità e tolleranza.
Tolleranza alta Tolleranza bassa
Senso di comunità alto
Senso di comunità basso
Accettazione differenze
Liberi e soliindifferenza e anomia
Forte controllo socialerifiuto diversità
Solitudine e disgregazione
Le comunità bellunesi, in modi diversi, sono collocate nei due quadranti negativi. Urbano a sinistra e montano a destra. Il modello urbano ha portato benessere, demolendo i pilastri della coesione comunitaria. Il modello alpino s’è rinchiuso in sé stesso, dibattuto tra turismo pulsante e invadente, conformismo modellato sul passato, con risorse umane insufficienti per uscire dalla trappola della post modernità. In questa situazione di mutamento fluido è molto difficile produrre progetti condivisi di identificazione comunitaria solida. Gli uomini non si sono, però, evoluti e organizzati per affrontare problemi semplici e questa è una sfida complessa che vale al pena accettare. Anche a costo di perderla.