alberto fusco- 15 studi per sassofono

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©2004 Quartetto Arabesque – www.quartettoarabesque.com Il repertorio del sassofono - 1 Il repertorio del sassofono Il sassofono è uno strumento molto versatile che ben si presta a qualsiasi genere musicale. Nella musica classica in particolare il sassofono è stato usato da molti dei più grandi compositori dell'800 e del '900, sia inserito nell'organico orchestrale sia come strumento solista. In queste note ripercorriamo la storia del repertorio classico per sassofono citando alcuni dei brani più conosciuti. Il XIX secolo I primi autori ad interessarsi al nuovo strumento furono i compositori francesi. Il primo in assoluto fu Hector Berlioz (1803-1869), che trascrisse il suo sestetto vocale Hymne sacre per 6 strumenti a fiato inventati o perfezionati da Adolphe Sax. Il pezzo fu eseguito il 3 febbraio 1844 e permise la prima esibizione in pubblico del sassofono, suonato in questa occasione da Sax stesso. Il debutto orchestrale del sassofono avvenne invece al Conservatorio di Parigi il 1° dicembre dello stesso anno nell'oratorio Le dernier roi de Juda di Jean Georges Kastner (1810-1867). Kastner scrisse anche il primo metodo per sassofono Méthode complète et raisonnée de saxophone (1846) e i primi pezzi per sassofono: Sextuor (1850, per due soprani, un contralto, un basso e un contrabbasso) e Variations faciles et brillantes (1851) per sassofono e pianoforte. Negli anni successivi molti compositori inserirono il sassofono nelle loro partiture. Nel brano Le Chateau de la Barbe Bleue (1851) di Armand Limnander (1814-1894) compare il sassofono contralto. Camille Saint-Saens (1835-1921) utilizzò il sassofono in Noces de Promèthèe (1867), La jeunesse d'Hercule (1877, un soprano e un contralto), e Henry VIII (1883). Charles Louis Ambroise Thomas (1811-1896) usò il sassofono in molte delle sue opere, in particolare inserì soli di contralto nell'Hamlet (1868) e parti di baritono nel Francoise de Rimini (1882). Gioacchino Rossini (1792-1868) inserì alcuni sassofoni nella partitura di una delle sue ultime composizioni: La corona d'Italia (1868). Georges Bizet (1838-1875) introdusse un solo di contralto nelle musiche di scena dell'Arlesienne (1872) e quindi nella suite n°2 tratta da essa. Jules Massenet (1842-1912) utilizzò il sassofono nell'Herodiade (1881) e nel Werther (1892). Un sassofono tenore fu inserito da Emile Paladilhe (1844-1926) nell'opera Patrie (1886). Vincent d'Indy (1851-1931) inserì un quartetto di sassofoni nel Fervaal (1895) e un sestetto in La lègende de Saint Christophe (1908). Il sassofono compare anche in Impressions d'Italie (1889, soprano e contralto) e La Vie du poète (1892) di Gustave Charpentier (1860-1956). Richard Strauss (1864-1949) inserì un quartetto di sassofoni nella Symphonia Domestica (1903). Tra i brani dedicati nell'800 esclusivamente al sassofono ricordiamo il primo brano per quartetto di sassofoni, il Premier Quatour op.53 (1858) di Jean-Baptiste Singelèe (1812-1875) e Fantasie sur Theme Originale (1862) per contralto solo di Jules Demerssemann (1833-1866). Nonostante l'attenzione di questi compositori il sassofono nell'800 faticava a diffondersi nel repertorio classico, in parte anche per la mancanza di interpreti all'altezza (per questo motivo molti direttori di orchestra lo sostituivano con altri strumenti). Infatti a cavallo tra XIX e XX secolo il sassofono si afferma in Europa soprattutto nelle bande musicali, mentre in America diventa lo strumento privilegiato del Jazz. Il XX secolo Nel '900 l'interesse per il sassofono come strumento classico tornò a crescere, e cominciò a diffondersi il suo inserimento in molte partiture orchestrali. Parti di sassofono compaiono in Parade (1917) di Erik Satie (1866-1925), Il principe di legno (1922) di Bela Bartok (1881-1945), Facade (1923) di William Turner Walton (1902-1983), Turandot (1924) di Giacomo Puccini (1858-1924), Hary Janos (1926) di Zoltan Kodaly (1882-1967), Rhapsody in Blue (1924), An American in Paris (1928) e Porgy and Bess (1935) di Gorge Gershwin (1898-1937), Johnny spielt auf (1927) di Ernst Krenek (1900-1991), Lulu (1929) e A la memoire d'un ange (1935) di lban Berg (1885-1935), Von Heute auf Morgen (1929) di Arnold Schonberg (1874-1951). Maurice Ravel (1875-1937) inserì il contralto nell'orchestrazione dei Quadri di un'esposizione (1922) di Modest Musorgskij (originaria per pianoforte) e soli di sopranino, soprano e tenore nel Bolero (1928). Darius Milhaud (1892-1974) usò il sassofono contralto nel balletto La Creation du monde (1923). Un tenore e un baritono compaiono in Ebony Concerto (1945) di Igor Fedorovic Stravinskij (1882-1971). Arthur Honneger (1892-1955) inserì contralti al posto dei corni nell'oratorio Jeanne d'Arc au bucher (1938). Un contralto e un tenore furono inseriti da Luigi Dallapiccola (1904-1975) in Volo di notte (1940). Karl Birger Blomdahl (1916-196) fece uso del contralto per l'opera Aniara (1959). Hans Werner Henze (1926) inserì un quartetto di sassofoni nelle Antifone per il Festival di Salisburgo (1960).

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©2004 Quartetto Arabesque – www.quartettoarabesque.com Il repertorio del sassofono - 1

Il repertorio del sassofono

Il sassofono è uno strumento molto versatile che ben si presta a qualsiasi genere musicale. Nella musica classica in particolare il sassofono è stato usato da molti dei più grandi compositori dell'800 e del '900, sia inserito nell'organico orchestrale sia come strumento solista. In queste note ripercorriamo la storia del repertorio classico per sassofono citando alcuni dei brani più conosciuti.

Il XIX secolo

I primi autori ad interessarsi al nuovo strumento furono i compositori francesi. Il primo in assoluto fu Hector Berlioz (1803-1869), che trascrisse il suo sestetto vocale Hymne sacre per 6 strumenti a fiato inventati o perfezionati da Adolphe Sax. Il pezzo fu eseguito il 3 febbraio 1844 e permise la prima esibizione in pubblico del sassofono, suonato in questa occasione da Sax stesso. Il debutto orchestrale del sassofono avvenne invece al Conservatorio di Parigi il 1° dicembre dello stesso anno nell'oratorio Le dernier roi de Juda di Jean Georges Kastner (1810-1867). Kastner scrisse anche il primo metodo per sassofono Méthode complète et raisonnée de saxophone (1846) e i primi pezzi per sassofono: Sextuor (1850, per due soprani, un contralto, un basso e un contrabbasso) e Variations faciles et brillantes (1851) per sassofono e pianoforte.

Negli anni successivi molti compositori inserirono il sassofono nelle loro partiture. Nel brano Le Chateau de la Barbe Bleue (1851) di Armand Limnander (1814-1894) compare il sassofono contralto. Camille Saint-Saens (1835-1921) utilizzò il sassofono in Noces de Promèthèe (1867), La jeunesse d'Hercule (1877, un soprano e un contralto), e Henry VIII (1883). Charles Louis Ambroise Thomas (1811-1896) usò il sassofono in molte delle sue opere, in particolare inserì soli di contralto nell'Hamlet (1868) e parti di baritono nel Francoise de Rimini (1882). Gioacchino Rossini (1792-1868) inserì alcuni sassofoni nella partitura di una delle sue ultime composizioni: La corona d'Italia (1868). Georges Bizet (1838-1875) introdusse un solo di contralto nelle musiche di scena dell'Arlesienne (1872) e quindi nella suite n°2 tratta da essa. Jules Massenet (1842-1912) utilizzò il sassofono nell'Herodiade (1881) e nel Werther (1892). Un sassofono tenore fu inserito da Emile Paladilhe (1844-1926) nell'opera Patrie (1886). Vincent d'Indy (1851-1931) inserì un quartetto di sassofoni nel Fervaal (1895) e un sestetto in La lègende de Saint Christophe (1908). Il sassofono compare anche in Impressions d'Italie (1889, soprano e contralto) e La Vie du poète (1892) di Gustave Charpentier (1860-1956). Richard Strauss (1864-1949) inserì un quartetto di sassofoni nella Symphonia Domestica (1903).

Tra i brani dedicati nell'800 esclusivamente al sassofono ricordiamo il primo brano per quartetto di sassofoni, il Premier Quatour op.53 (1858) di Jean-Baptiste Singelèe (1812-1875) e Fantasie sur Theme Originale (1862) per contralto solo di Jules Demerssemann (1833-1866).

Nonostante l'attenzione di questi compositori il sassofono nell'800 faticava a diffondersi nel repertorio classico, in parte anche per la mancanza di interpreti all'altezza (per questo motivo molti direttori di orchestra lo sostituivano con altri strumenti). Infatti a cavallo tra XIX e XX secolo il sassofono si afferma in Europa soprattutto nelle bande musicali, mentre in America diventa lo strumento privilegiato del Jazz.

Il XX secolo

Nel '900 l'interesse per il sassofono come strumento classico tornò a crescere, e cominciò a diffondersi il suo inserimento in molte partiture orchestrali. Parti di sassofono compaiono in Parade (1917) di Erik Satie (1866-1925), Il principe di legno (1922) di Bela Bartok (1881-1945), Facade (1923) di William Turner Walton (1902-1983), Turandot (1924) di Giacomo Puccini (1858-1924), Hary Janos (1926) di Zoltan Kodaly (1882-1967), Rhapsody in Blue (1924), An American in Paris (1928) e Porgy and Bess (1935) di Gorge Gershwin (1898-1937), Johnny spielt auf (1927) di Ernst Krenek (1900-1991), Lulu (1929) e A la memoire d'un ange (1935) di lban Berg (1885-1935), Von Heute auf Morgen (1929) di Arnold Schonberg (1874-1951). Maurice Ravel (1875-1937) inserì il contralto nell'orchestrazione dei Quadri di un'esposizione (1922) di Modest Musorgskij (originaria per pianoforte) e soli di sopranino, soprano e tenore nel Bolero (1928). Darius Milhaud (1892-1974) usò il sassofono contralto nel balletto La Creation du monde (1923). Un tenore e un baritono compaiono in Ebony Concerto (1945) di Igor Fedorovic Stravinskij (1882-1971). Arthur Honneger (1892-1955) inserì contralti al posto dei corni nell'oratorio Jeanne d'Arc au bucher (1938). Un contralto e un tenore furono inseriti da Luigi Dallapiccola (1904-1975) in Volo di notte (1940). Karl Birger Blomdahl (1916-196) fece uso del contralto per l'opera Aniara (1959). Hans Werner Henze (1926) inserì un quartetto di sassofoni nelle Antifone per il Festival di Salisburgo (1960).

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Anche il repertorio dedicato espressamente al sassofono cominciò ad ampliarsi nel '900, grazie anche ad alcuni sassofonisti, tra i quali Elisabeth Hall e Cecil Leeson negli Stati Uniti e Marcel Mule (al quale si deve anche la reintroduzione del sassofono nel Conservatorio di Parigi nel 1942) e Sigurd Rascher in Europa, che commissionarono a vari compositori nuovi pezzi e ai quali molti di essi dedicarono le loro opere per sassofono.

Tra i brani per sassofono e orchestra ricordiamo: Divertisment espanol (1901)1 di Charles Loeffler (1861-1935), Rapsodia (1903)1 di Claude Debussy (1862-1918), Impression d'Automne (1903) e Legende (1903) di Andrè Caplet (1878-1925), Choral Variè op.55 (1904)1 di Vincent d'Indy (1851-1931), Lègende op.66 (1918)1 di Florent Schmitt (1870-1958), Symphony No.1 (1928) di Aaron Copland (1900-1990), Concerto in mi bem. (1933) di Aleksandr Konstantinovic Glazunov (1865-1936), Concertino da camera (1936)2 di Jacques Ibert (1890-1962), Ballade (1938) di Frank Martin (1890-1974), Scaramouche (1939) di Darius Milhaud (1892-1974), Concerto (1944) di Paul Bonneau (1918-1995), Fantasia op.630 per sassofono soprano e orchestra (1948)3 di Heitor Villa Lobos (1887-1959), Concertino per sassofono e piccola orchestra (1951) di Gunter Raphael (1903-1960), Concerto (1951) di Henk Badings (1907-1987), Concerto (1958)2 di Erland von Koch (1910), Tableaux de Provence (1959) di Paule Maurice (1910-1967) e Concertante (1978) di Marius Constant (1925).

Tra i brani composti per quartetto di sassofoni: Quatuor op.102 (1948)3 di Florent Schmitt (1870-1958), Quartetto in si bem. (1932)3 di Aleksandr Glazunov (1865-1936), Petit Quatuor pour Saxophones (1935) di Jean Françaix (1912-1997), Introduction et variations sur une ronde populaire(1936)3 di Gabriel Henri Costant Piernè (1863-1937), Grave et presto (1938) di Jean Rivier (1896-1987), Canonic Suite (1939) di Elliott Cook Carter (1908), Andante et Scherzetto (1942) di Pierre Lantier (1910-1998), Quartet (1946) di Henry Dixon Cowell (1897-1965), Quatour (1955) di Pierre Max Dubois (1930-1995), Vue sur les jardins interdits (1976) di Henri Pousseur (1929), Xas (1987) di Iannis Xenakis (1922-2001), Suite Hellénique (1988) di Pedro Iturralde (1929).

Tra i brani di musica da camera citiamo: Quintetto op.24 (1927) per contralto e quartetto d'archi di Adolf Busch (1891-1952), Trio op.47 per pianoforte, viola e sassofono tenore (1928) di Paul Hindemith (1895-1963), Quartetto op.22 (1930) per clarinetto, violino, sassofono tenore e pianoforte di Anton von Webern (1883-1945), Rhapsodie op 22 per tromba, sassofono contralto, violoncello e pianoforte (1933) di Marcel Delannoy (1898-1962), Sexteto mistico op.123 (1917) e Choros n.7 (1924) di Heitor Villa Lobos (1887-1959), Polifonica-Monodia-Ritmica (1951) di Luigi Nono (1924-1990).

Per sassofono contralto e pianoforte ricordiamo: Sonata (1943) di Paul Hindemith (1895-1963), Hot sonate op.70 (1930) di Ervin Schulhoff (1894-1942), Aria (1938) di Eugene Bozza (1905-1991), Sonata op.19 (1939)4 di Paul Creston (1906-1985), Prelude, cadence et finale (1956) di Alfred Desenclos (1912), Cinq danses exotiques (1961)3 di Jean Françaix (1912-1997), Sonata (1970) di Edisson Vasilevic Denisov (1929-1996), Sonata op.29 (1970) di Robert Muczynki (1929).

Tra i brani per sassofono solo citiamo: Atonal Sonata op.153b (1929) per contralto solo di Sigfrid Karg-Elert (1877-1933), Konzertstuck (1933) per due sassofoni contralti di Paul Hindemith (1895-1963), Sequenza IXb (1980) per contralto solo di Luciano Berio (1925), Episode Quatrieme (1983) per tenore solo di Betsy Jolas (1926).

1 Scritto per Elisabeth Hall 2 Scritto per Sigurd Rascher 3 Scritto per Marcel Mule 4 Scritto per Cecil Leesson

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