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27 ottobre 2003 AGENDA: notizie e scadenze A Primo appuntamento: 10 novembre Incontro/dibattito sui temi d’attualità Esponenti della politica e della cultura a confronto con i giovani dirigenti. L a nostra Associazione, nell’ambi- to della collaborazione con il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino. Su iniziativa de La Stampa, RAI, SAI- Fondazione, Regione Piemonte, segna- la che s’inaugurerà un nuovo program- ma d’incontro/dibattito rivolto ai giova- ni dirigenti su temi d’attualità, con la presenza di interlocutori qualificati, essendo eminenti personaggi del mondo socio-politico italiano. Il ciclo inizierà il 10 novembre, gior- no in cui sarà di scena il Vice Presi- dente del Consiglio G. Fini. Seguiranno quindi i seguenti incon- tri: 10/xi – il V. Presidente del Consiglio – G. Fini 17/xi – il Direttore di Repubblica – E. Mauro 24/xi – il Governatore della Regione Piemonte – E. Ghigo 01/xii – il Sindaco di Torino – S. Chiam- parino 09/xii – il Direttore di Rete 4 – E. Fede Sono stati riservati all’APDAI-Torino (e sono disponibili presso la Segrete- ria) 50 ingressi ritirabili entro 3 giorni antecedente ciascuno degli incontri sopra elencati. Si pregano i soci che prenotano, anche telefonicamente, i biglietti d’in- gresso disponibili, di ritirare personal- mente i biglietti, per evitare che altri colleghi, che segnalassero successiva- mente il loro interesse, restino senza. Pier Carlo Cargnel CONVENZIONI Sconti sulle riviste Mondadori sino al 65% Anche quest’anno l’editrice Monda- dori propone agli iscritti CIDA del Pie- monte l’abbonamento a tutte le pub- blicazioni edite del Gruppo – in totale 34 testate, che praticamente coprono i più diversi settori dell’informazione. Nei dépliants allegati al periodico si trovano gli stampati variamente articolati, che permettono di inviare in abbonamento il periodico scelto, per tutto il 2004, ad altre persone, dalle quali vogliamo essere ricordati per tutto l’anno per amicizia, defe- renza o gratitudine. In linea con le formule pubblicita- rie in uso, la sottoscrizione dell’ab- bonamento con gli sconti ecceziona- li sino al 65%, comporta la scelta di uno dei numerosi regali messi a dis- posizione, arricchendo in questo mo- do una proposta che già negli scorsi anni ha dimostrato di essere gradita dai nostri lettori. ADMAN s.r.l. Advisor & Managers S iamo una Società operante nel Management e nella Consulen- za d’impresa. Ci proponiamo di integrare i nostri Team di Progetto con diri- genti che abbiano maturato una pluriennale esperienza dirigenziale presso primarie aziende, in qualità di general manager o direttore di funzione (Amministrazione, Finanza, Marketing, Commerciale, Produ- zione, Servizi). Il candidato ideale possiede doti di leadership e spirito di imprendi- torialità ed è disponibile a lavorare con rapporto di lavoro “a progetto” e condividere una gestione per obiettivi, principalmente compensata in base ai risultati raggiunti. È indispensabile che i candidati abbiano maturato una approfondi- ta conoscenza nei Settori industriali di provenienza ed essere in grado di contribuire allo sviluppo del business. I candidati prescelti avranno la possibilità di diventare partner di Adman e svolgere il ruolo di Business Manager. Per ulteriori informazioni telefonare al 011.8399532. Spedire un dettagliato C.V. via E-mail: [email protected] all’atten- zione di Luisa Aquilino. LAVORO Ricerca lavoro COMUNICATO N. 1085 PROJECT MANAGER-ingegnere mecca- nico cinquantenne con esperienza plu- riennale in società di ingegneria, general contracting e global service. Gestione commesse di ingegnerizzazione, costru- zione, ristrutturazione di fabbricati indu- striali, civili ed edifici commerciali. Attività di manutenzione edile ed impianti. Rap- porti con clienti e fornitori, definizione e governo di appalti e cantieri. Responsabi- lità dei risultati tecnici, economici e con- trattuali di commessa. Esamina proposte di collaborazione. Tel. 348.7836424. COMUNICATO N. 1086 FIGLIO DI DIRIGENTE d’azienda, 28 anni, laureato in Economia e Commercio, cono- scenza lingue e pacchetti applicativi, disposto a lavorare all’estero, desideroso intraprendere carriera nelle aree Marketing e/o Finanza, esamina proposte di lavoro. Tel. 349.4651414 oppure 011/4153040. 218DIP27-46 3-11-2003 12:47 Pagina 27 (Nero/Process Black pellicola)

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Page 1: AGENDA: notizie e scadenze AAll’Alenia Spazio ci riferiamo, quindi, quando si parla d’industria spaziale nel Piemonte e più precisamente del sito di Torino di tale Società. Tra

27ottobre 2003

AGENDA: notizie e scadenze

A Primo appuntamento: 10 novembre

Incontro/dibattito sui temi d’attualitàEsponenti della politica e della cultura a confronto con i giovani dirigenti.

La nostra Associazione, nell’ambi-to della collaborazione con ilCentro Congressi dell’Unione

Industriale di Torino.Su iniziativa de La Stampa, RAI, SAI-

Fondazione, Regione Piemonte, segna-la che s’inaugurerà un nuovo program-ma d’incontro/dibattito rivolto ai giova-ni dirigenti su temi d’attualità, con lapresenza di interlocutori qualificati,essendo eminenti personaggi delmondo socio-politico italiano.

Il ciclo inizierà il 10 novembre, gior-no in cui sarà di scena il Vice Presi-dente del Consiglio G. Fini.

Seguiranno quindi i seguenti incon-tri:

10/xi – il V. Presidente del Consiglio –G. Fini

17/xi – il Direttore di Repubblica – E.Mauro24/xi – il Governatore della RegionePiemonte – E. Ghigo01/xii – il Sindaco di Torino – S. Chiam-parino09/xii – il Direttore di Rete 4 – E. Fede

Sono stati riservati all’APDAI-Torino(e sono disponibili presso la Segrete-ria) 50 ingressi ritirabili entro 3 giorniantecedente ciascuno degli incontrisopra elencati.

Si pregano i soci che prenotano,anche telefonicamente, i biglietti d’in-gresso disponibili, di ritirare personal-mente i biglietti, per evitare che altricolleghi, che segnalassero successiva-mente il loro interesse, restino senza.

Pier Carlo Cargnel

CONVENZIONISconti sulle rivisteMondadori sino al 65%

Anche quest’anno l’editrice Monda-dori propone agli iscritti CIDA del Pie-monte l’abbonamento a tutte le pub-blicazioni edite del Gruppo – in totale34 testate, che praticamente copronoi più diversi settori dell’informazione.

Nei dépliants allegati al periodicosi trovano gli stampati variamentearticolati, che permettono di inviarein abbonamento il periodico scelto,per tutto il 2004, ad altre persone,dalle quali vogliamo essere ricordatiper tutto l’anno per amicizia, defe-renza o gratitudine.

In linea con le formule pubblicita-rie in uso, la sottoscrizione dell’ab-bonamento con gli sconti ecceziona-li sino al 65%, comporta la scelta diuno dei numerosi regali messi a dis-posizione, arricchendo in questo mo-do una proposta che già negli scorsianni ha dimostrato di essere graditadai nostri lettori. ❑

ADMAN s.r.l.Advisor & Managers

Siamo una Società operante nel Management e nella Consulen-za d’impresa.Ci proponiamo di integrare i nostri Team di Progetto con diri-

genti che abbiano maturato una pluriennale esperienza dirigenzialepresso primarie aziende, in qualità di general manager o direttore difunzione (Amministrazione, Finanza, Marketing, Commerciale, Produ-zione, Servizi).

Il candidato ideale possiede doti di leadership e spirito di imprendi-torialità ed è disponibile a lavorare con rapporto di lavoro “a progetto”e condividere una gestione per obiettivi, principalmente compensatain base ai risultati raggiunti.

È indispensabile che i candidati abbiano maturato una approfondi-ta conoscenza nei Settori industriali di provenienza ed essere in gradodi contribuire allo sviluppo del business.

I candidati prescelti avranno la possibilità di diventare partner diAdman e svolgere il ruolo di Business Manager.

Per ulteriori informazioni telefonare al 011.8399532.

Spedire un dettagliato C.V. via E-mail: [email protected] all’atten-zione di Luisa Aquilino. ❑

LAVORORicerca lavoro

COMUNICATO N. 1085PROJECT MANAGER-ingegnere mecca-nico cinquantenne con esperienza plu-riennale in società di ingegneria, generalcontracting e global service. Gestionecommesse di ingegnerizzazione, costru-zione, ristrutturazione di fabbricati indu-striali, civili ed edifici commerciali. Attivitàdi manutenzione edile ed impianti. Rap-porti con clienti e fornitori, definizione egoverno di appalti e cantieri. Responsabi-lità dei risultati tecnici, economici e con-trattuali di commessa. Esamina propostedi collaborazione. Tel. 348.7836424.

COMUNICATO N. 1086FIGLIO DI DIRIGENTE d’azienda, 28 anni,laureato in Economia e Commercio, cono-scenza lingue e pacchetti applicativi,disposto a lavorare all’estero, desiderosointraprendere carriera nelle aree Marketinge/o Finanza, esamina proposte di lavoro.Tel. 349.4651414 oppure 011/4153040.

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28 ottobre 2003

Tra le realtà industriali, presenti nelterritorio piemontese, sicuramentel’industria spaziale copre una posi-

zione di prestigio per la capacità di rea-lizzare prodotti ad avanzata tecnologia,risultato di un “know-how” acquisito indecenni di attività e ricerche.

Che questa realtà si sia sviluppata inPiemonte – e più precisamente a Torino– non è una casualità; ma vi sono ragio-ni di storia industriale che fanno com-prendere come specifiche capacità na-scono in certi luoghi piuttosto che in altrie che il loro consolidamento necessiti ditempi lunghi, diversi anni, se non lustri.

Nella fattispecie la nascita e il successivoconsolidamento dell’industria spaziale tori-nese furono consentiti principalmente dallapresenza dell’industria automobilistica edaeronautica in Piemonte, oltreché dalla pre-senza d’istituzioni di formazione e ricerca,quali Università e Politecnico.

Fu così che, in Torino, all’inizio deglianni 70, le prime attività spaziali furonocondotte dall’allora Ufficio Studi Specialidella Fiat Aviazione, che si sviluppò neglianni 70 ed 80 nella “Divisione Spazio”dell’allora Società Aeritalia, alla qualefurono fatte confluire le attività della FiatAviazione e della Società campana Aerfer.

Negli anni 90, poi, l’azionista di riferi-mento, la Finmeccanica, costituiva la So-cietà aerospaziale Alenia, dalla qualesuccessivamente scorporava le attivitàspaziali, rappresentate dall’ex-SeleniaSpazio di Roma e dalla Divisione Spaziodi Torino, per farle confluire nella nuovaSocietà, l’Alenia Spazio. All’Alenia Spa-zio, alla quale furono conferite altre So-cietà – tra le quali bisogna doverosamentemenzionare la Laben di Milano – fu quin-di assegnata da parte dell’azionista lamissione di presidiare in Italia le attività

industriali finalizzate allo sviluppo e rea-lizzazione di prodotti spaziali.

All’Alenia Spazio ci riferiamo, quindi,quando si parla d’industria spaziale nelPiemonte e più precisamente del sito diTorino di tale Società.

Tra alterne vicende, il periodo di piccodelle attività spaziali in Torino si collocanegli anni 90, quando si colgono i fruttidelle attività eseguite nel decennio prece-dente e il sito di Torino diventa il riferi-mento per lo sviluppo dei Moduli Pressu-rizzati della Stazione Spaziale Internazio-nale e di satelliti scientifici. In Piemonte siconsolida un’industria spaziale la cui

importanza non deriva dalla quantità degliaddetti, che ha dimensione media, se con-frontata con altre realtà industriali presen-ti nel “polo” torinese, ma dall’avanzatatecnologia e dal “know-how” espresso,necessari alla realizzazione di sistemicomplessi, quali i Moduli Pressurizzati, iModuli di Rientro e i Satelliti scientifici.

Il consolidamento delle capacità indu-striali è confermato dal riconoscimentodel ruolo di Primo Contraente e di PrimoResponsabile Tecnico da parte delle prin-cipali Agenzie Spaziali Internazionali,quali l’americana NASA e l’europea ESAe, ovviamente, da parte dell’Agenzia Na-

�� attualitàattualità

Satellite Integral.Consegnato all’ESA nelluglio 2002, lanciatonell’ottobre 2002. È inmissione operativa, chefinirà nel 2007 (Vistapittorica).

Modulo “Nodo 2” dellaStazione SpazialeInternazionaleconsegnato alla NASAnel giugno 2003.

Ing. Vincenzo Giorgio

Torino emarginata: le istituzioni locali cosa fanno?

L’industria spaziale in PiemontePerché la crisi e quali le soluzioni

Queste le cause principali del ridimensionamento del settore: la crisi economica mondiale; la minor disponibilità delle risorse; la tragedia dell’11 settembre; la tragedia della navetta spaziale Columbia.

È indispensabile l’intervento degli Enti locali che pongano la questione politica al Governo, se si vuole garantire la sopravvivenza del polo aerospaziale del Piemonte.

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29ottobre 2003

zionale, l’ASI. Se poi si considera la fun-zione di traino per la crescita tecnologi-ca di varie piccole e medie aziende del-l’indotto nella provincia torinese e in Pie-monte, in generale, e una bilancia com-merciale attiva per il settore, è evidentel’importanza di tale capacità industriale,al di là del mero aspetto quantitativo degliaddetti.

Superata l’ondata d’ottimismo d’iniziosecolo, il Mercato Istituzionale, cui il sitodi Torino è fortemente dipendente, subìun notevole ridimensionamento a ragio-ne di diverse cause, occorse nel triennio2001-2003, che a titolo esemplificativosi riconducono a:

• la generale crisi economica mon-diale, innescata dalla discesa delle Borsea seguito dell’implosione della bolla spe-culativa, all’inizio del secolo;

• la minor disponibilità di risorse daparte delle Nazioni Europee, impegnatenel far quadrare i propri bilanci, per ri-spettare il patto di stabilità;

• la tragedia dell’11 Settembre 2001e degli eventi ad essa collegati, che hannospostato le priorità di bilancio verso lespese della Difesa;

• la tragedia della Navetta Spaziale“Columbia”, che ha bloccato lo sviluppodella Stazione Spaziale Internazionale.

Per il business spaziale, si è quindi en-trati in un ciclo economico negativo –che si prevede duri fino al 2004/2005 –con una ripresa attesa da parte degliAttori Istituzionali Internazionali (NASAed ESA), dal 2005/2006 in poi, su variprogetti attinenti al dopo Shuttle, allaStazione Spaziale, ai Sistemi di Trasferi-menti Orbitali ed a nuovi progetti diSatelliti Scientifici.

La durata della crisi del Mercato Istitu-zionale e la risultante contrazione degliorganici pone, in ogni modo, la questio-ne di fondo, se esisterà un’industria spa-ziale locale, capace di cogliere la ripre-sa. Certamente le decisioni prese ed ese-guite, sino ad oggi, nonché gli orienta-menti emersi inducono a temere che ilsito torinese possa scendere sotto massacritica, con il possibile esito finale dellasua chiusura.

L’esito finale di tale ridimensionamen-to dipenderà comunque dai comporta-menti e dalle decisioni dei seguenti Atto-ri Istituzionali Nazionali:

• il Governo con i suoi Organi Istitu-zionali, in carico della politica naziona-le spaziale, e quindi principalmente l’A-genzia Spaziale Italiana. Essa è attore fon-damentale in un settore dove ricerca etecnologia avanzata si coniugano e dove

la competizione internazionale, an-corché in un Mercato Istituzionale, ri-chiede un costante sostegno nazionale.In tali anni difficili, l’Agenzia Spaziale Ita-liana, dibattuta tra crisi interna ed inatti-vità, ha però sostenuto degli indirizzioperativi che stanno conducendo la real-tà torinese e piemontese verso un irre-versibile processo di ridimensionamento.In particolare, è da menzionare, tra altri,il potenziale disegno di voler affidare alC.I.R.A. (Centro Italiano di Ricerca Aero-spaziale - Campania) anche ruoli di coor-dinamento tecnico-industriale nelle areedi business futuri, a titolo esemplificativoil dopo Shuttle, di competenza del sitotorinese dell’Alenia Spazio;

• Finmeccanica, apparentemente di-sinteressata delle prospettive del sito diTorino, sembra focalizzata alle attività nelcampo delle Telecomunicazioni ed Os-servazioni della Terra (Produzione di sa-telliti) ed alla Gestione dei Servizi risul-tanti. Tutte attività sinora posizionateprincipalmente nell’area romana.

È quindi evidente che il problema, po-sto a livello politico, riguarda la possibi-lità di mantenere le capacità spaziali pie-montesi.

Essendo un problema politico di unarealtà locale, ci si rivolge comprensibil-mente agli Enti Locali, in primis allaRegione, perché pongano la questionepolitica al Governo, con i suoi Organi Isti-tuzionali, ed all’Azionista la possibilità difermare il depauperamento del sito, pre-disponendo orientamenti compatibili almantenimento delle tecnologie, del“know-how” e della continuazione deiprogrammi in corso di sviluppo.

Un interessamento da parte delle Isti-tuzioni locali, nonché un loro coinvolgi-mento fattivo, è anche atteso, data l’at-

tualità della politica del decentramentostatale che comporta, sempre più, unaforte competizione tra regioni. Nella fat-tispecie, non disconoscendo la realtà delCentro Operativo ALTEC, si fa notare l’at-tivismo di altre Regioni, quali: la Regio-ne Lazio, per la così detta “Triburtina Val-ley”, nel campo delle telecomunicazio-ni, osservazione della terra e relativi ser-vizi, la Regione Campania con il C.I.R.A.e la creazione del “polo dei materialicompositi”. La conseguenza riguarda imaggiori progetti su cui si concentra oggil’impegno economico italiano (VEGA, ilRazzo Vettore Nazionale; USV, Dimo-stratori per lo sviluppo del futuro Spazio-plano orbitante; COSMO-SKYMED, peril monitoraggio e l’osservazione del ter-ritorio ed il ben noto GALILEO, il GPSeuropeo), mentre le realtà spaziali pie-montesi sono coinvolte solo marginal-mente.

Perché infine interessarsi alle sorti diuna media realtà industriale e del suo in-dotto ad alto contenuto tecnologico? Laproblematica che, in effetti, si pone è lasopravvivenza del polo aerospaziale nelPiemonte, per mancanza di finanzia-menti utilizzabili per partecipare ai pro-getti correnti. È per questo che gli Entilocali, le Istituzioni preposte alla forma-zione e alla ricerca, nonché i politici,devono porre il problema al Centro. Lecompetenze devono essere sostenute inquesta fase di ciclo economico negativo,per cogliere le occasioni della ripresa deigrandi progetti nazionali ed internazio-nali.

Ci si augura di non dovere, da qui atre/quattro anni, prendere atto dellascomparsa dell’Industria Spaziale in Pie-monte e riscrivere a ritroso la storia concui quest’articolo è cominciato. ❑

�� attualitàattualitàModulo Logistico MultiUso. Il modulofotografato nella stivadella Navetta Spazialedurante una missione.

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30 ottobre 2003

Sempre con maggiore frequenza si hanotizia di gravi crisi in unità produt-tive ubicate nel territorio Biellese. Gli

annunci di ristrutturazioni, con conse-guente messa in mobilità di consistentifasce di personale o addirittura di serrate,sono ormai giornalieri. La situazione del-l’industria biellese, soprattutto se riferitaalla piccola azienda, è molto difficile.Sono anni che si evidenziano nel territo-rio segnali preoccupanti e nulla, o poco,è stato fatto in modo organico, né dal pub-blico, né dal privato, per arginare una crisistrutturale cronica. E così, come risultadalle statistiche, se l’Italia è fortemente inritardo sotto il profilo dell’innovazione neiconfronti dell’Europa, il Biellese è ancorpiù in ritardo rispetto al resto dell’Italia.

Si è creduto per moltissimi anni di pote-re beneficiare vita natural durante delladebolezza della defunta “lira” per pro-crastinare ogni azione mirata alla ricercadella redditività. Si è pensato che le delo-calizzazioni, senza risolvere nodi strut-turali della casa madre, potessero dareossigeno al sistema; ma queste hanno ge-nerato ulteriori danni, essendo state inte-se come metodo per abbattere i costi,dimenticando che ormai le continue crisihanno radici lontane e necessitano di benaltre decisioni per essere superate.

È vero che le aziende sono soffocate dauna fitta rete di disposizioni e che la con-correnza dei paesi poveri non è vincibi-le (il costo orario è meno della decimaparte di quello italiano, un indotto menocostoso e imposte sul reddito nulle o qua-si); ma per il primo problema è difficileche a breve vi possa essere un allenta-mento di questi vincoli e, per il secondo,nulla si potrà fare, salvo che gli Stati Unitie l’Europa non inizino azioni idonee acostringere i singoli Paesi ad adeguarsialle normative internazionali di tutela

della qualità e sicurezza del lavoro. Lasoluzione quindi non può che essere tro-vata nelle strategie aziendali.

La perdita di competitività delle nostreaziende è evidente. Il mondo ha continua-to a correre, mentre il Biellese pare essersifermato. Il tessuto produttivo biellese, infat-ti, continua ad essere imperniato sulla pic-cola e media azienda; ma questa non è ingrado di creare quei meccanismi di inno-vazione che consentono di stare al passo

con l’economia mondiale, semplicementeperché i costi relativi alla ricerca e allo svi-luppo sono molto alti ed è impensabile chela piccola azienda possa farvi fronte, anchetenuto conto che i risultati sono ampiamentedifferenti. Conseguentemente, in mancan-za di innovazione, le aziende sono costret-te ad una più o meno lunga agonia, in rela-zione alla caparbietà dell’imprenditore.

Occorrerebbe concentrarsi o consorziar-si, per raggiungere quelledimensioni ottimali che giustifi-cano i cospicui investimenti. Maquesto è del tutto improbabile,per la scarsa propensione degliimprenditori locali a collabora-re tra loro: mettere insieme dueimprenditori biellesi è più diffi-cile che far combaciare duecalamite con le facce della stes-sa polarità. Ne è testimonianzache mai nessuna cordata finan-ziaria di nostri imprenditoriabbia impedito che capitalestraniero si appropriasse di pre-

stigiosi marchi di fabbrica, creati con duraplurisecolare fatica. Nel giro di pochi anni,il nostro territorio ha subito la soppressionedi migliaia di posti di lavoro, diretti o di indot-ti, che sono andati in fumo, buttando alleortiche preziose professionalità.

Non bisogna poi dimenticare che ilmodello industriale biellese è tipicamenterappresentato da quello familiare: raresono le aziende con conduzione non fa-miliare. L’azienda-famiglia non sempre ècapace di creare nel proprio seno genera-zioni con altrettante doti di quelle prece-denti e, ove vi è un’evidente carenza di pro-fessionalità, occorrerebbe ricorrere urgen-temente a management esterno. Salve po-che eccezioni, però, i manager nel territo-rio sono tenuti ai margini della gestione,sprecando la loro pur lodevole professio-nalità. Ove, poi, questi sono coinvolti nel-l’aspetto decisionale, essi restano per lun-ghissimo tempo nella stessa azienda, conil rischio di una chiusura verso le novità.L’inserimento e il ricambio di managercomporterebbero un continuo confrontocon l’imprenditore, creando così un’im-portante leva per la crescita dell’azienda.

Altra grande debolezza delle aziendebiellesi è la finanza. Spesso la debolezzadi questa è compensata con la flessibilità,ma questo non è sufficiente. L’imprendi-torialità è spesso mortificata da una strut-tura finanziaria troppo debole, che nonconsente salti di qualità.

La famiglia, come detto, resta l’azioni-sta principale. Aprire ad altro capitale dirischio sarebbe la vera rivoluzione nelsistema azienda biellese; ma la scarsapropensione a ricorrere a capitale di ri-schio frena il flusso di capitali freschi. Lerisorse continuano a rimanere non ade-guate, mettendo a dura prova il sistemainnovativo, che resta al palo, frenandocosì tutta la nostra economia. ❑

* Nuovo corrispondente del Sindacatodirigenti industriali di Biella.

�� attualitàattualità

Il modello familiare e la globalizzazione

Il biellese in crisi semprepiù strutturaleNumerose aziende tessili in crisi non reggono la concorrenza dei paesipoveri, dove la manodopera costa la decima parte di quella italiana.

Giuseppe Nobile*

La perdita di competitività potrebbeessere arginata da consorzi o dallaunione di aziende sorelle.Ma mettere insieme dueimprenditori biellesi è più difficileche far combaciare due calamitecon facce della stessa polarità.

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33ottobre 2003

Le tecnologie influenzano ormai ilmodo in cui pensiamo, soprattuttoper quel che riguarda le ultime gene-

razioni, che a prima vista sembrano moltopiù “sveglie” di quelle precedenti, in quan-to più capaci d’essere reattive e di potergestire in simultanea stimoli provenientidal mondo esterno, come la TV, Interneted i dispositivi di gioco e musicali.

Un articolo di Vittoria Ardino sul Sole24 Ore approfondisce l’argomento, ana-lizzando i meccanismi mentali cambiatiproprio nei giovani, che spingono grosseaziende come Microsoft e Nokia a capi-re velocemente molto a fondo l’utilizzodegli strumenti di domani e le nuovemode legate all’introduzione di “tools”tecnologici sempre più sofisticati pressole nuove generazioni.

C’è ormai un fossato senza ponte leva-toio tra la sensibilità all’innovazione tec-nologica dei 40/50 enni e l’uso, anzi direiil consumo enorme, della stessa tecnolo-gia da parte dei giovani d’oggi.

È stato confermato da studi antropolo-gici sul cervello, che la civiltà dell’imma-gine, collegata alla potenza delle nuovetecnologie, abbasserà sempre di più illivello analitico e razionale della mente,quindi quello della riflessione, amplifi-cando invece i coinvolgimenti emozio-nali, legati spesso a “flash” rapidi e conti-nui ed a visioni “shock” ed ad effetto.

Questo ci deve far pensare, visto che lanostra generazione ha ancora grosse riser-ve di razionalità, a come approcciare nelprossimo futuro le varie forme di comuni-cazione, senza farsi escludere dai giochi;ormai le infrastrutture tecnologiche, pur setrainate dall’uso giovanile, permeano tuttala società e obbligano chiunque a modifi-care il suo modo di interloquire, scam-biarci notizie ed informazioni.

D’altra parte, come ricorda Vittorio An-fossi (ex presidente di Assores) in un articolodel Corriere Lavoro, i 50enni non possiamoeliminarli, come s’ipotizzava in un vecchiofilm di Ugo Tognazzi, perché costano trop-po e sono obsoleti; Anfossi tratta il temadegli over 50, considerati dalle aziendefuori combattimento, poco grintosi esoprattutto refrattari alle nuove tecnologie.

La perdita di posti di lavoro in questafascia d’età, un classico per i dirigenti, èmolto rischiosa, perché in una ricolloca-zione, la competenza per il 50 enne nonbasta più e la digestione dei nuovi strumentidi elaborazione e comunicazione delleinformazioni è considerata molto bassa.

Chi non riuscirà a percepire l’impor-tanza di E-Mail, SMS, Internet ecc. saràmesso da parte e valutato non in grado difornire, al ritmo giusto, contributi sostan-ziali in questa società.

Molte imprese hanno già cominciato asostituire il “know-how” e la memoriastorica delle persone con le tecniche diK.M. e C.M., progetti di gestione dellaconoscenza aziendale che permettono dinon perdere informazioni storiche alcambiare delle risorse interne e consen-tono un rapido accesso a informazionicomplesse, che spesso sono parte delpatrimonio di più specialisti.

Bisogna adeguarsi a tutte queste evo-luzioni e insistere in azienda sugli aggior-namenti delle risorse meno giovani, sullenuove tecnologie, ma soprattutto attuarein Federmanager, anche a livello territo-riale, un veloce ed incisivo cambiamen-to culturale nella gestione della comuni-cazione.

Strutturiamo meglio i nostri sistemi in-formativi, dotiamoci di siti e portali effi-cienti, acceleriamo l’utilizzo delle E-Mail, lanciamo discussioni e forum suInternet.

Una proposta da implementare in que-sto senso a livello regionale o interprovin-ciale, potrebbe essere quella di riunirci piùspesso e comunicare più velocemente emeno burocraticamente, senza muovercifisicamente, dotando ogni sede territorialecon impianti di teleconferenza. ❑

Ha ragione Moscarelli quando dice “letecnologie influenzano ormai il modo incui pensiamo”, e “l’innovazione tecno-logica abbasserà sempre di più il livelloanalitico e razionale della mente”.

Ha ragione anche quando afferma chechi non si adegua ai nuovi strumenti delcomunicare, sarà messo da parte e giu-dicato non in grado di fornire contributisostanziali in questa società.

Possibile che non ci siano rimedi?A questo punto ci viene in mente una

storiella – non sappiamo se vera o inven-tata – che risale ai tempi di Marconi (erail 1901).

Quando Marconi riuscì a trasmettere ilprimo messaggio via radio da qui al di làdell’Atlantico, gli scettici misero in circo-lazione la battuta attribuita ad un saggioluminare dell’epoca che all’entusiasmodei molti contrappose gelidamente: “Checosa aveva di tanto urgente da dire?”.

Già, il punto è che cosa abbiamo da dire?Moscarelli l’accenna all’inizio: stiamo per-dendo l’uso del ragionamento, l’impegnodello studio, la riflessione e forse anche lameditazione, senza preoccuparci di tra-smettere alle nuove generazioni che i gran-di traguardi della tecnologia vanno assun-ti con moderazione, se non si voglionosubire gli “effetti collaterali”.

La novità della scuola morattiana (laministra “Moratta”, la chiama il corsivi-sta de La Stampa, Gramellini) sono la veri-fica di questo nuovo modo di non pen-sare – inglese e computer, sin dalla scuo-la materna – è questo il suo programma.

Perché allora lamentarsi per la mortedel congiuntivo, la fine della corrispon-denza personale sostituita dagli “sms”, gli“e-mail”, l’uso del dialetto locale al postodella lingua italiana?

Ci associamo all’invito che chiude l’ar-ticolo, sulla necessità di operare un inci-sivo cambiamento culturale della comu-nicazione, il che – ci sembra di capire –non significa solo utilizzare al meglio glistrumenti nuovi, ma proporre il riesamedella posizione sindacale in essere e con-correre con proposte e suggerimenti –dettati e maturati nell’ambito dell’azien-da o dell’area di lavoro – alla definizio-ne di soluzioni adeguate.

E, per ultimo, utilizziamo di più lanostra lingua italiana, che non richiede diessere cambiata con parole prive di musi-calità e gonfie di termini astrusi e impro-nunciabili... A. R.

�� attualitàattualità

Stefano Moscarelli

I rischi di una overdose di tecnologia

Strumenti per il futuro

Stefano Moscarelli, neo presidente dell’UnioneRegionale CIDA.

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34 ottobre 2003

Facoltà di PsicologiaRappresenta sempre una notevole

attrattiva, a livello motivazionale, anchese i percorsi formativo-professionali sonomolto articolati e impongono tempi eapplicazioni di grande impegno. Inoltre,gli sbocchi lavorativi comportano gene-ralmente tariffe e tirocini di notevoleentità.

Per quest’anno accademico sono pre-visti tre corsi triennali, con un numeroprogrammato di 130 studenti ognuno: a)Scienze psicologiche per l’individuo, iservizi, la comunità; b) Scienze psicolo-giche dell’educazione; c) Scienze e Tec-niche neuropsicologiche.

Sorprende un po’ che il quarto corso,quello che era ritenuto il più favorito pergli sbocchi occupazionali, cioè Psicolo-gia per l‘organizzazione e il lavoro, siadivenuto quest’anno un corso soltanto di“Teledidattica”, con un numero pro-grammato di 50 ingressi.

Comunque, è bene rimarcare che perquesto tipo di studi, il percorso piena-mente formativo si ha con la laurea spe-cialistica di 5 anni e relativo “esame distato” (per aprire uno studio in proprio,occorre attualmente un ulteriore periododi pratica di quattro anni).

Ci si può fermare, naturalmente, anchedopo tre anni e c’è anche la possibilità diiscrizione ad un Albo di livello inferiore,ma si può essere riconosciuti solo come“collaboratori” o “aiutanti” psicologi, indeterminate strutture. Molta riflessione,allora, e attenta analisi delle motivazio-ni, prima di intraprendere questa nonfacile e impegnativa – anche se attraente– Facoltà.

Facoltà di EconomiaPer quanto non molto presente a livel-

lo motivazionale (non ha logicamente lesuggestioni e le attrattive di altre Facoltà,soprattutto perché, al momento decisio-

nale, prevalgono spesso due considera-zioni: a) la serietà e il prestigio che godea livello nazionale – e anche interna-zionale – la nostra Facoltà (forse supe-rata soltanto dalle milanesi, in partico-lare dalla Bocconi); b) più in generale,il fatto che – detto in parole povere – alivello occupazionale, di un ammini-strativo (o amministratore), di un conta-bile, di un tecnico gestionale, ecc., c’èoccorrenza in ogni settore, dall’industriaal commercio, dagli enti finanziari aquelli dei servizi e anche nell‘ambitoturistico, culturale, sportivo e dello spet-tacolo.

L’offerta formativa è nutrita e variega-ta; i corsi di laurea sono dieci, suddivi-si tra le sedi di Torino, Asti, Biella e Pine-rolo.

Ai fondamentali e tradizionali corsi diEconomia e di Economia aziendale, siaffiancano corsi di spiccata attualità,quali: Banche, Borsa, Assicurazione;Commercio estero; Consulente econo-mico-giuridico d’impresa; Economia egestione di servizi Turistici (un settore –quello turistico – che, prima quasi assen-te, si è ormai diffuso sotto diverse otti-che, in relazione a uno degli aspetti dimaggior sviluppo della società contem-poranea.

Un particolare cenno meritano duecorsi dalle spiccate componenti innova-tive: quello di Economia e gestione dellepiccole e medie imprese, con sede a Biel-la, in cui vengono compendiate le com-petenze fondamentali (logico-organiz-zative, marketing, gestione finanziaria egestione delle risorse umane), idonee aformare dirigenti di quel nucleo portan-te dell’economia italiana, quali sono ap-punto le piccole e medie aziende. E quel-lo di Economia, Territorio e ambiente,che – unico in Italia – prepara specialisti– sempre più richiesti dagli enti pubbli-ci e dalle imprese – nella problematicalocalizzativa, nella certificazione di ido-neità ambientale, e nella gestione dellereti logistiche, oltre che nello sviluppo

degli aspetti di formulazione degli inve-stimenti.

Non vi sono “numeri programmati” perquesta Facoltà, ma solo una prova di ido-neità per la lingua inglese.

Un particolare corso di studi econo-mici è quello offerto dalla SAA (“Scuoladi Amministrazione Aziendale”), che, ol-tre organizzare e gestire una serie di“Master” post-laurea, di livello interna-zionale, per la formazione di manager neidiversi settori dell’economia d’impresa,offre un interessante Diploma in Ammi-nistrazione aziendale, della durata di 27mesi, che offre una validità professiona-le rapida e diretta per entrare nell’ambi-to lavorativo, è anche una base propulsi-va – attraverso i crediti formativi – per unasuccessiva laurea in “Economia”, “Scien-ze Politiche”, “Scienze della comunica-zione”.

Da notare che la SAA è tra le pocheScuole Universitarie, che offre anchecorsi serali per lavoratori, della durata di30 mesi.

Facoltà di Scienze PoliticheÈ una Facoltà che, superata ormai una

certa fama di “rifugio” per gli studenti nonmotivati, o meglio, incerti delle propriemotivazioni, si è strutturata in otto corsimolto interessanti, alcuni dei quali di par-ticolare attualità.

A parte il corso basilare e tradiziona-le, di Scienze Politiche strettamente defi-nito, notiamo il corso in Consulenza delLavoro e Gestione delle risorse umane,importante perché in certo modo faintendere come questo particolare setto-re, che si occupa, sotto diverse ottiche,della componente “uomo” in ambitolavorativo, venga opportunamente inte-ressato anche da elementi, se non pro-prio umanistici in senso stretto, di perti-nenza delle cosiddette “scienze umane”;settore che sino a non molti anni fa siintendeva di esclusiva competenzaamministrativa.

�� attualitàattualità

Programmi innovativi decisi dalle Facoltà Universitarie

Anno accademico 2003/2004L’autore dell’articolo prosegue nell’esame – già avviato nel numero scorso di questo periodico – dei principali corsi e delle più interessanti innovazioni che presentano le varie Facoltà universitarie, per l’anno accademico 2003/2004.

Giancarlo Borri

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35ottobre 2003

Un corso di grande interesse è quel-lo del Servizio Sociale (con sedi a Tori-no, Biella e Cuneo), che prepara perl’importante – e richiesta – professionedegli “Assistenti sociali”, i quali trova-no un crescente utilizzo in ambito pub-blico e anche privato (come è noto, unodegli aspetti che più caratterizzano lasocietà contemporanea è proprio ilgrande sviluppo dei vari servizi socia-li, per gli individui, le famiglie, lacomunità). Lo studio è piuttosto impe-gnat ivo; ma le prospet t ive oc-cupazionali sono buone. Da notare chequesti due corsi (“Consulente del lavo-ro e Gestione delle risorse umane” e“Servizio Sociale”) comportano l’iscri-zione a un apposito albo e, quindi, ilsuperamento di un “esame di stato”,che certifichi la conseguita professio-nalità.

Oltre Scienze statistiche, corso di altaprofessionalità con pochi iscritti (ancheperché comporta ovviamente motiva-zioni e attitudini di carattere specifico,a base matematica), che hanno peraltroottime possibilità di impiego, sono daevidenziare due corsi dall’ampio respi-ro e dalla spiccata attualità. Il primo è

Studi Internazionali (che ha sostituito ilcorso di “Scienze diplomatiche”, dicarattere più specifico e dagli sbocchilavorativi più limitati), con una prepara-zione giuridico-economica, ma anchepolitico-sociale e linguistica, di altolivello.

Il secondo caso, di genere spiccata-mente “mirato”, che suscita molti con-sensi, è Sviluppo e Cooperazione, diret-to a preparare esperti per i problemi – chedovranno sempre più coinvolgerci – delcosiddetto Terzo mondo e dei Paesi sot-tosviluppati.

Le materie sono molto impegnative ela frequenza è obbligatoria.

Qualche perplessità desta, invece, ilcorso Scienze dell’Amministrazione edell’Organizzazione, non per il tipo distruttura adottato, ma perché ricalca alcu-ni indirizzi didattico-formativi della“Facoltà di Economia”, che ha certa-mente, in questo caso, un maggior impat-to nell’ambito lavorativo.

Per i corsi di “Scienze Politiche” non cisono numeri programmati di ingresso, masolo prove di TARM (“Test di accerta-mento requisiti minimi”), che verrannoeffettuate dopo l’iscrizione.

Facoltà di GiurisprudenzaÈ la Facoltà che può vantare le più anti-

che e genuine tradizioni accademiche,profondamente inserite nella nostra civil-tà occidentale. Ancora oggi è quella conil maggior numero di iscrizioni; ma leconsiderazioni su questa Facoltà sono nu-merose e comportano una certa atten-zione.

Intanto è da precisare che dei tre corsi,in cui si concretizza l’offerta formativa,Scienze giuridiche è quello che è beneintraprendere, se si vuole accedere allecosiddette “professioni legali” (vale adire avvocato, giudice, notaio), che rac-colgono più o meno i due terzi degli stu-denti a livello motivazionale e più spe-cificamente nelle loro “intenzioni” lavo-rative.

Per queste professioni, tuttavia, non èsufficiente la laurea triennale, occorronoanche gli ulteriori due anni della “spe-cialistica” in Giurisprudenza, a numeroprogrammato, che consente di passare adun ulteriore corso di specializzazione perla professione di “avvocato” (la cosiddet-ta “Scuola forense”, di cui si sta ancorastudiando durata e contenuto) e ai Corsispecifici per le carriere di “Giudice” e“Notaio”.

Per tutti e tre i percorsi occorre poi su-perare l’apposito “esame di stato”, perl’inserimento nell’Albo professionale.

Si tratta quindi di trafile formative chepossono dare esiti gratificanti, ma sonomolto lunghe e complesse, e quindi oc-corre valutare bene l’autenticità dellemotivazioni e delle proprie capacità dideterminazione e di perseveranza. Ancheperché – e forse questo aspetto non vienein genere adeguatamente valutato – lediscipline di questa Facoltà sono assaiimpegnative e lo prova anche l’alto nu-mero di abbandoni e di rinunce.

Per chi invece tenda a una prepara-zione di tipo giuridico, ma al di fuoridelle suddette “professioni legali”, quin-di con sbocchi lavorativi più rapidi, cisono due lauree triennali specifiche,vale a dire Diritto ed economia per leimprese (già denominata “Servizi giuri-dici”) e Diritto per le Pubbliche ammi-nistrazioni e le Organizzazioni interna-zionali, il cui contenuto formativo e pro-fessionale è chiaramente indicato dallostesso nome.

È opportuno precisare che questi duecorsi potranno avere il diretto sbocco allerispettive lauree specialistiche, ma ancheai due anni di “Giurisprudenza” – per leprofessioni legali – con il superamento diqualche “debito formativo”. ❑

�� attualitàattualità

Facoltà di PsicologiaCorsi di laurea triennali

– Scienze e tecniche neuropsicologi-che (a numero programmato).

– Scienze e tecniche psicologichedello sviluppo e dell’educazione (anumero programmato).

– Scienze e tecniche psicologicheper l’individuo, i servizi e la comu-nità (a numero programmato).

– Scienze e tecniche psicologiche orga-nizzazione e lavoro (attivazione solo te-ledidattica – a numero programmato).

Facoltà di Scienze PoliticheCorsi di laurea triennali

– Consulenza del lavoro e gestionedelle risorse umane.

– Scienze dell’Amministrazione edell’Organizzazione.

– Scienze politiche.– Sociologia e ricerca sociale.– Scienze statistiche.– Servizio Sociale.– Studi internazionali.– Sviluppo e cooperazione.

Facoltà di EconomiaCorsi di laurea triennali

– Banca, borsa e assicurazione.– Commercio estero.– Consulente economico giuridico

d’impresa.– Economia.– Economia aziendale.– Economia e gestione dei servizi

turistici.– Economia e gestione delle impre-

se.– Economia e gestione delle piccole

e medie imprese.– Economia, territorio e ambiente.– Gestione delle Amministrazioni

Pubbliche.

Facoltà di GiurisprudenzaLauree triennali

– Scienze giuridiche.– Diritto ed economia per l’impresa.– Diritto delle Pubbliche ammini-

strazioni e delle Organizzazioniinternazionali.

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36 ottobre 2003

Mentre preparavamo i programmiper l’Assemblea dell’APDAI Tori-no dello scorso giugno – nel corso

della quale si è proceduto alla premiazionedei soci benemeriti – sono venuto a cono-scenza che uno dei soci da premiare era inprecarie condizioni di salute e mi ero ripro-messo di fargli visita. Poi sono soppraggiuntele vacanze estive ed i giornali ci segnalava-no quotidianamente il clima tropicale delnostro Paese, divoratore dei vecchi e deglianziani, demoliti dal torrido calore.

Al ritorno dalle mie vacanze, il collega nonc’era più e la moglie ci ha voluto ringrazia-re per il piccolo pensiero dell’Associazione– inviatole per posta – che le ha donato

momento di felicità e di serenità. A me è rima-sto il dispiacere di non aver adempiuto adun dovere morale che mi ero ripromesso eche sicuramente mi avrebbe appagato spiri-tualmente. La popolazione invecchia ed è lìche battono le recrudescenze climatiche,soprattutto fra le fasce sociali più deboli.

È opinione diffusa che non sia possibileattribuire in toto alle competenze statali latutela dei vecchi, giacché non risultano suf-ficienti né le risorse, né gli uomini. Nonbasta imputare la moría alla sola perversitàdelle stagioni: intorno a questi decessi, siregistra una paurosa assenza. Muoiono soli,perché la famiglia li ha ripudiati per indif-ferenza o tenace rancore, oppure perché ilvicino non li ha mai gratificati di una buonaparola, di un gesto di carità, li ha cancella-ti dalla propria memoria: sono le punte

estreme di una evidente crisi di valori.Si attenua il sentimento della famiglia,

che pure rappresenta il primo, cellulare rap-porto umano, il naturale germe ispiratore diogni solidarietà con “l’altro”. Mentre il tes-suto sociale, di palazzo o quartiere nellegrandi città appare lacerato, compromessodalla difesa egoistica e magari inquieta diinteressi e sentimenti circoscritti.

Mi sovviene alla mente un racconto cheho letto in gioventù, dove un vecchio india-no, che non può affrontare i rigori dellamigrazione invernale, viene abbandonatodalla tribù accanto ad un fuoco, perchégoda un ultimo calore vitale. Da noi lamigrazione è verso le grandi vacanze e ivecchi importuni vengono spesso lasciatimorire, quando va bene, accanto ad un fri-gorifero “pieno, un televisore, un gatto. Nonper necessità, ma per durezza di cuore”.

Mi chiedo, come delegato di una cate-goria, se possiamo raggiungere nell’am-bito della nostra Associazione colleghi dibuona volontà, che affrontino questo pro-blema, magari, in una fase iniziale versogli stessi colleghi.

Fatevi vivi, aggreghiamoci, parliamonee poi… facciamo qualcosa. So che moltidi noi fanno volontariato, il più vario: cer-chiamo di canalizzarlo nell’ambito asso-ciativo, anche perché, per dignità, moltidei nostri anziani si trovano in condizioninon buone e, silenziosi, non chiedono.

Aspetto fiducioso il vostro segnale. ❑

Montale diceva che “La più veraragione è di chi tace”, ma per-sonalmente non credo di pote-

re condividere tale affermazione.Mi riferisco all’articolo “Alla ricerca

delle responsabilità” di P. Fornaciari,comparso nel n° 216 di Dirigente d’a-zienda, nel settore Attualità.

Nella forma vorrei dire che un tale arti-colo andava riportato nel settore Opinio-ni, come con somma prudenza vienefatto quando qualcuno scrive di Fiat, Oli-vetti, Federmanager.

Nella sostanza, vorrei dire a Paolo For-naciari che i suoi ripetuti articoli, controla decisione referendaria di fare a menodel nucleare in Italia, sono poco interes-

santi e costruttivi, perché rivolti quasi uni-camente a criticare decisioni e uominipolitici del passato.

Il tempo inoltre, anziché portare equili-brio e serenità, accresce livore e faziosità.

Ma come si fa a dire che il disastro diChernobyl fu gestito e gonfiato ad arte?…che i “black out” estivi e l’attuale livel-lo delle bollette sono da addebitare alblocco delle centrali elettriche (possibil-mente nucleari)? …che “occorre soprat-tutto porre ai vertici degli Enti energeticipersone capaci e competenti, meglio in-gegneri, che non ideologi del vento e delsole, luminari o sfasciacarrozze”?

Perché, caro Fornaciari, non metti adisposizione di noi tutta la tua competen-za, approfondendo, ad esempio, le criticitàe i costi dello smantellamento delle cen-trali nucleari e il trattamento dei residui

radioattivi in Italia, come fatto obbiettivo,concreto, rilevante? Nella sostanza, inol-tre, aggiungo qualche accenno concreto.

L’ENEL, anziché pensare anche al ri-sparmio, pensa al fatturato! Basta ricordarela campagna assurda per invitare gli italiania sottoscrivere contratti, superando i 3 kW.

Il livello del fotovoltaico in Germaniasupera di gran lunga quello italiano, noto-riamente in condizioni potenzialmentepiù favorevoli.

Occorre quindi una politica energeticache tenga conto di tutte le complesse pro-blematiche relative, dai costi alla qualitàdella vita, in un contesto ecosostenibile.

Questo non è solo un problema tecni-co, ma anche e soprattutto politico! …contutto il rispetto per gli ingegneri. ❑

P.S. Pubblichiamo i rilievi critici del colle-ga Strazzarino, nonostante esistano opinionicontroverse sul “nucleare”, perché riteniamoche ciascuno abbia diritto di esprimere il suoparere (purché nella critica si rispetti la libertàdi parere di ciascuno).

An.Co.

�� opinioniopinioni

Pier Carlo Cargnel

Il presidente dell’APDAI lancia un appello per aiutare i colleghianziani in difficoltà

Gli anziani e la nostra indifferenzaLa torrida estate di quest’anno, che ha causato la morte di molti vecchiabbandonati, pone l’intera comunità di fronte a un grave problema che esigel’intervento politico e degli Enti preposti all’assistenza a difesa dell’anziano.

Rinaldo Strazzarino

Energia: opinioni divergenti

Nucleare sotto accusa

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ottobre 2003

In considerazione dell’apprezzamentoespresso dagli assistiti negli scorsianni, il FASI anche quest’anno rinno-

va la campagna della Prevenzione Odon-toiatrica.

Nel mese di ottobre i centri odontoia-trici convenzionati nella forma direttacon il FASI assicurano ai propri iscritti unavisita di controllo gratuita.

Gli iscritti al FASI possono inoltre con-sultare l’elenco delle 120 strutture odon-toiatriche nel sito “www.fasi.it.”, oppurechiamare il numero verde 500.537.111.

In Piemonte potranno essere effettua-te le visite presso le seguenti struttureconvenzionate dal FASI:

PIEMONTE

TORINO

• Struttura Odontoiatrica: CENTROODONTOSTOMATOLOGICO SANGIORGIO (ADULTI)Corso Stati Uniti, 61/A - Tel. 011/547114-011/548605

• Struttura Odontoiatrica: CENTROODONTOSTOMATOLOGICO SANGIORGIO (INFANTILE)Corso Duca degli Abruzzi, 34 - Tel.011/500689 - 011/548605• Struttura Odontoiatrica: Dott. ORIAANDREAVia Santhià, 26 -Tel. 011/2481124

S. MAURO TORINESE (TO)

• Struttura Odontoiatrica: Dott.BELLISSIMO MARCOStrada San Mauro, 124/G - Tel.011/2979040 - 011/2979041

• Struttura Odontoiatrica: Dott.DOLZA MAUROVia Settimo, 83 - Tel. 011/8985456

CASALE MONFERRATO (AL)

• Struttura Odontoiatrica: STUDIOASSOCIATO DI ODONTOIATRIADott. LANTERI, Dott. ANGELINO,Dott. PATRUCCOVia Mameli, 63 - Tel. 0142/55578

BIELLA

• Struttura Odontoiatrica: STUDIODENTISTICO Dott. FOSSATI - Dott.PARISIVia Gramsci, 25 - Tel. 015/29076

VALLEMOSSO (BI)

• Struttura Odontoiatrica: Dott.RANABOLDO LORENZOPiazza Dante Alighieri, 8 - Tel. 015/703290

CUNEO

• Struttura Odontoiatrica: STUDIOASSOCIATO DI ODONTOIATRIADott. LANTERI, Dott. D’ALESSIO,Dott. LERDA, Dott.ssa PESCARMONACorso Nizza, 16 - Tel. 0171/67049

CEVA (CN)

• Struttura Odontoiatrica: Dott.ROASCIO ENRICOVia Roma, 12 - Tel. 0174/701486

FOSSANO (CN)

• Struttura Odontoiatrica: ISTITUTODENTALE PROTESIVia Monterosa, 14 - Tel. 0172/693322 -0172/695128

NOVARA

• Struttura Odontoiatrica: STUDIODENTISTICO ASSOCIATO DottoriVIANAVia Magistrini, 4 - Tel. 0321/457045

CASTELLETTO SOPRA TICINO (NO)

• Struttura Odontoiatrica:ODONTOBIVia XXV Aprile, 38 - Tel. 0331/962405

Dalle strutture odontoiatriche sopraelencate si è ottenuta la possibilità di frui-re gratuitamente delle visite di controlloper i Colleghi ed i loro Familiari, anchese non iscritti al FASI.

Si segnala altresì che, dopo la visitaodontoiatrica, ad ogni paziente verrà rila-sciata una relazione odontoiatrica con ilrelativo piano di cura e preventivo dispesa.

I colleghi ed i loro familiari nonhanno comunque l’obbligo di effet-tuare le cure preventivate presso lastessa struttura. In ogni caso, se doves-sero richiederle, verranno loro appli-cate le tariffe preferenziali concorda-te con il FASI (o con altri fondi sani-tari di categoria).

Tali tariffe sono di tipo libero profes-sionale e non inferiori a quelle previstedall’ordine dei medici. ❑

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SanitàSanità

Il FASI “guarda” avantiIn ottobre 120 strutture odontoiatriche assicurano visite di controllo gratuite

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ottobre 2003

L’articolo del collega ed amico LuigiSolazzo, pubblicato nel Dirigented’Azienda di Marzo 2003, ha

mosso in me il desiderio di aggiungereall’escursus “storico” così pittoresco, checi ha offerto alcune novità sull’universodenti. “Bocca, non solo denti!”… ecco-me! Ma la nostra attenzione, oltre che amucose, lingua, guance, linfonodi, paro-tide, ghiandole salivari, ecc., può spin-gersi fino a tutto l’organismo, e propriopartendo dalla bocca.

Quello che ci ricorda il dottor Solazzosull’importanza della prevenzione e delladiagnosi precoce in campo oncologico èfondamentale. Ma spesso non è così notocome la visita odontoiatrica possa offrireaddirittura osservazioni preziose per unaprevenzione a tutto campo, nell’equili-brio dell’intero organismo.

Tutti noi, bambini, abbiamo trascorsofasi diverse di maturazione, aiutati damolte strutture biologiche. La bocca,come organo di senso, sta alla base dellamaturazione emotivo-cognitiva dei primianni di vita: basti pensare alla suzione,appena nati, cioè alla facoltà di appren-dere, “assaggiando”, il mondo intorno anoi. L’organo della bocca ed i denti, cia-scuno dei quali è di fatto un organo a sé,fanno parte integrante di strettissime con-nessioni nervose, neurovegetative edemotive profonde. Così, l’ansia e l’ango-scia del dentista, oltreché originare dareali pessime esperienze sul campo, o dalricordo atavico del “cavadenti”, è spessoanche una situazione di ansia-angoscia,che ci portiamo dentro da quando erava-mo lontani e poi bambini. Una sensazio-ne impressa nella nostra struttura nervo-so-emotiva, legata molto strettamente adun organo come la bocca e la cui rap-presentazione nelle nostre circonvolu-zioni cerebrali è altamente suggestiva.

Ecco che, all’occorrenza, l’emozionedi paura, che può raggiungere la profon-dità dell’angoscia, riemerge nei confron-ti di una figura dalla quale non c’è scam-po: il dentista!

È fondamentale quindi, in questi casi,che il professionista colga la difficoltà per

riproporla al paziente in termini di pro-gramma semplice di allenamento, di su-peramento e di rinforzo positivo.

In questo modo, un luogo di disagio,come la poltrona del dentista, può diven-tare una palestra ricca di stimoli per unnuovo adattamento, che ci allontana dal-le antiche sofferenze.

Ma, lasciando da parte l’aspetto psico-logico, possiamo dedicarci ad altre inte-ressanti connessioni fra denti ed organi.

Senza entrare in un dettaglio troppo spe-cialistico, ci possiamo immediatamenterendere conto di come i nostri denti nonstiano nel nostro organismo come mondoa sé di elementi duri ed isolati da tutto ilresto. Già la nostra medicina tradizionaleci avverte saggiamente che un’infezionedentale si ripercuote sull’immunità e sullasalute dei reni, cuore, articolazioni; ma lamedicina omeopatica approfondisce lesue osservazioni e ci insegna che esistonoequilibri energetici che condividono tuttauna serie di organi, denti compresi. E poi-ché l’organismo è un tutt’uno fra mente-emozioni-organi, ecco che un’ulterioreosservazione ci suggerisce un gruppo diemozioni che, nella crescita emotivo-affettiva dell’individuo, si connette allesingole unità dentali (odontoni), in rela-zione alla loro data di maturazione ed eru-zione. Queste osservazioni, indubbia-mente affascinanti, ci servono, in sede dia-gnostica, per comprendere meglio l’indi-viduo che ci domanda professionalmente

aiuto e per essergli di supporto in modoterapeutico completo.

Per concludere, lo strumento principa-le, del nostro intervento medico resta co-munque la prevenzione a tutto campo,dall’infanzia all’età avanzata, con visitedi controllo cadenzate ogni 6-8 mesi,massimo un anno.

Un’attenzione particolare va considera-ta per chi già soffre di qualche patologia, siaper alcune malattie in sé (diabete, iperten-sione, dismetabolismi, ecc.), sia per alcuneterapie che incidono grandemente sullasalute dei tessuti orali e dentali (antiepilet-tici, terapie ormonali, antibiotico terapia echemioterapie). Quindi, la parola d’ordine:“È da rifare un controllo dal dentista!”.

Anche nelle situazioni più fisiologiche èindispensabile sapere che i denti ed il lorotessuto di sostegno (paradonto) sono messialla prova e sono più esposti che in altrimomenti della vita. Per esempio, per quan-to riguarda l’universo femminile, conside-riamo: gravidanza, allattamento, contrac-cezione orale, menopausa. In gravidanza,per esempio, il primo cambiamento cherileviamo in bocca è lo stato della gengiva.Per fatti ormonali la gengiva si gonfia, diven-ta più vascolarizzata, più delicata e tendea sanguinare facilmente. Le maggiori alte-razioni della gengiva avvengono nel primotrimestre; segue una fase stazionaria nelsecondo ed un ulteriore aumento dell’in-dice di infiammazione nell’ultimo trime-stre. C’è anche un significativo aumentodella mobilità dei denti in gravidanza. Se lostato di salute orale è buono prima e duran-te il periodo gravidico, a termine della gra-vidanza torna tutto come prima; diversa-mente si può avere un peggioramento dellasituazione dentale, sia a livello pa-rodontale, che a livello delle lesioni cariose.

È possibile assistere tuttavia ad un peg-gioramento della salute dentale, perquanto riguarda la carie, sia durante lagravidanza, che durante l’allattamento.Sicuramente incidono su questa situa-zione le abitudini igieniche orali quoti-diane, magari in questo periodo un pocotrascurate, ed il tipo e la frequenza deipasti. Questi fattori chiamano in causa,per l’aumento della cario-recettività in gravidanza,

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SanitàSanità

�segue a pag. 43

Denti Dimensione Donna

Bocca, denti e questa volta…Susanna Costanzo

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ottobre 2003

più la capacità del controllo di placca,che un’aumentata richiesta di calcio, noncoperta totalmente dalla dieta.

È importante quindi, dopo una primavisita dal dentista all’inizio della gravidan-za che focalizzi gli eventuali problemi oralipresenti, che la futura mamma riceva istru-zioni adeguate per quanto riguarda:

• la necessità di una igiene orale quo-tidiana adeguata e di igiene orale profes-sionale durante il periodo gravidico e del-l’allattamento;

• l’innocuità per la madre e per il bimbodi numerosi interventi odontoiatrici;

• la scelta del periodo più opportunoper effettuare i diversi interventi odonto-stomatologici necessari, con le precau-zioni che il periodo gravidanza/allatta-mento impone;

• l’istruzione adeguata per la mamma ri-guardo ai futuri denti del proprio bambino;

• la necessità di ulteriori controlli odon-tostomatologici nel periodo gravidico;

• le abitudini alimentari (qualità e fre-quenza dei pasti), anche in relazione allaeventuale presenza di iperemesi gravidica.

Una situazione che richiama in certo qualmodo il periodo gravidico è la contracce-zione orale. Le donne in età feconda, che uti-lizzano una contraccezione basata sull’as-

sunzione di ormoni, sono soggette, nei primitre mesi, ad una lieve forma di gengivite, conandamento simile a quello che si realizzadurante la gravidanza, ma meno esteso. Siassiste poi ad un periodo di circa un anno distazionarietà. Dopo l’anno abbiamo un’al-tra ripresa di infiammazione in forma piùestesa. È importante controllare la situazio-ne orale precedente l’assunzione di estro-

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SanitàSanità

progestinici, così da mantenere la boccasana per quanto riguarda igiene e carie, inmodo tale che, terminata l’assunzione ormo-nale, tutto rientri nella normalità.

In menopausa, altra occasione fisiologi-ca, l’intento è sicuramente quello di attua-re prevenzione, diagnosi precoce, terapiaadeguata e tempestiva. Le donne in meno-pausa costituiscono una fascia di personeche può già soffrire di patologia orale,anche avanzata, come gengivite, paradon-topatia, malaocclusione da cause varie(serramento, digrignamento notturno,interventi protesici assenti o inadeguati). Èquindi importante suggerire un controlloodontoiatrico, specialmente se viene pre-scritta una terapia ormonale, per intercet-tare possibili malattie ingravescenti.

Ecco come, solo considerando l’univer-so femminile fisiologico, si può aprire unoscenario preciso e mirato di prevenzione alivello odontoiatrico, e non solo, che ci per-mette di controllare, prevenire e riabilitarela malattia paradontale (un tempo chiama-ta piorrea), carie e disfunzioni articolari. Lanostra attenzione è comunque rivolta a tuttala popolazione, per raccomandare unarelazione di fiducia con questo benedettodentista che, per un sacco di ottimi motivi,non vuole più fare il “cavadenti”! ❑

La dott.ssa Susanna Costanzo, nata aTorino nel 1949, si è laureata in questastessa città nel 1974. Specializzatasi inostetricia e ginecologia, ha lavorato insede Universitaria per più di dieci annicon diverse collaborazioni estere (Parigi,Lubiana, Ginevra), occupandosi dioncologia, contraccezione,psicosomatica. Ha imparato edapprofondito tecniche come l’ipnosi, iltraning autogeno, la psicoterapia. Dal1986 lavora come medico-odontoiatra aTorino. La sua preparazioneprofessionale è iniziata presso la IIClinica Odontostomatologicadell’Università di Torino, per indirizzarsipoi verso numerosi corsi privati nellediverse discipline. Nel 2002 haconseguito la specializzazione italo-tedesca in Omeopatia, Omotossicologiae Discipline Integrate a Milano.

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44 ottobre 2003

Da qualche tempo, e improvvisamen-te, la musica è apparsa sui tram e suibus, a Torino. Nelle città con metro-

politana (quella vera, sottoterra, di cui le Olim-piadi invernali 2006 dovrebbero consegnarciuna linea dopo secoli di scavi) il fenomeno deibuskers, dei suonatori di strada, in particolareattestati alle stazioni sottorranee, è ormai abi-tuale: a Londra anche il violoncellista JulianLloyd-Webber, il fratello “operaio” del miliar-dario Andrew, suona ogni tanto nella fermata“classica” per eccellenza della tube, SouthKensington; a Parigi abbiamo letto di un diret-tore d’orchestra dell’East Coast americana,che si è portato in concerto un violinista del-l’Est europeo, che si guadagnava con dignitàe perfezione d’arte il suo pane quotidiano“dans le métro”… In Italia ci sono Milano eRoma. AZeligc’era quel ragazzo spassoso chefaceva l’Elvis Presley in sedicesimo tamarro(“Ehi raga tutto rego?”) che nelle sue cover aun certo punto si metteva a sbraitare a tuttovolume… perché passava la linea 1!

A Roma un gruppo di musicista rom, cheda tempo suonavano sul train de vie urbanodella capitale, sono stati scoperti e professio-nalizzati da Paolo Rocca e Erasmo Treglia delgruppo Aquaragia Drom, e hanno fatto ilprimo disco come Taraf da Metropulitana,Next Stop Colosseum. Gypsy Music from Ita-lian Underground (Finisterre 2002); PetrikaNamol con il contrabbasso transilvano (a trecorde, con il ponticello tagliato per usarlocome percussione), Marian Serban con ilcimbalom appeso al collo, versione gitana daasporto del gigante ungherese, Adrian Bil-

teanu al violino, Albert Mihai alla fisarmoni-ca. Sono dell’Oltenia romena, rom-eni, ovve-ro “zingari” che stanno emigrando massic-ciamente in Italia con molti romeni non-rom.Ora i Taraf hanno la loro dignità di profes-sionisti, possono suonare se volete ai matri-moni, alle feste, dopo che i mitici lautari Tarafd’Haiduks suonano nei principali festivaleuropei da inizio anni Novanta, seppellendoogni tanto qualche vecchietto di famigliamorto eroinicamente sugli spalti musicali.

Per suonare in giro ci vorrebbe una licenzacomunale, e Londra, Parigi, Rotterdam, datempo distribuiscono 3-400 licenze all’anno,a volte a un Manu Chao agli esordi. AMilano,dove i musicisti rom lamentavano ripetute inti-midazioni e maltrattamenti da parte di vigiliurbani e polizia (strumenti rotti a pedate, incas-si sequestrati senza verbale) è nata una asso-ciazione Arci, l’Unza (www.unza.it), dove gliitaliani Paolo Valabrega e Elia Rollier dellaBanda degli Ottoni a Scoppio hanno adottatoParnica, Director, Leonard, Florin, Laurentiu,Leodor, Gheorghe, Bebe e Pusa, che hannofatto adesso il loro primo disco da Unza!: Toni-co balcanico. 100% Musica Rom.

ATorino sentiamo ragazzini e ragazzine tri-sti (altro che gli insopportabili “zingari felici”di Claudio Lolli e Alex Britti!) che suonanomalamente O sole mio (nooo!!!) su scassatiorganetti; qualche volta si incrocia un ragazzopiuttosto bravo con cimbalom al collo. Un gior-no, trascinato dal figlio adolescente nel Paesedei Balocchi (lo Fnac di via Roma), ho sentitoecheggiare sotto i portici una musica di grandequalità, bella, remota. Erano un sassofonistasolista, e un chitarrista. I due romeni, rom rome-ni, di sicura cultura jazzistica, parlavano a mala-pena un po’ di italiano, no inglese, no france-se. Quando mi presento e scoprono che nonsono un poliziotto, ma uno che vuole scriverequalcosa su di loro, si illuminano: “Televi-sion?”; no; allora si spegne l’entusiasmo. Misono complimentato con quei due eccellentimusicisti ancora senza gloria, e sono andato vianel muto gorgo rumoristico urbano. Poi mi sonoaccorto che… non li avevo compensati conl’imbarazzante elemosina, in questo casobiglietto informale che dovremmo pagare seascoltiamo buona musica per strada. Allorasono tornato. Non c’erano più. Finché nonsaranno i Taraf da Metropulitana o gli Unza!saranno nomadi senza tour e senza nome. ❑

Per gentile concessione di Sistema musica,periodico dell’Unione Musicale, Torino.

�� varievarie

Daniele Martino

A Torino, improvvisamente la musica è apparsa per le strade

Torino.rom

Perché è nata l’A.I.M.La Miastenia Gravis è poco conosciutanel nostro Paese: di fatto solo pochiCentri Neurologici se ne occupano. Èuna malattia autoimmune che colpisce ilsistema neuromuscolare. I sintomi piùfrequenti sono in successione: cadutadelle palpebre, visione doppia, vocenasale,difficoltà nella masticazione,nelladeglutizione,nella deambulazione e nellarespirazione. Questi sintomi possonoessere presenti singolarmente o varia-mente associati. Se non è riconosciutapuò essere mortale, se combattuta intempo si può curare bene.I programmiL’A.I.M. è attiva nel reperire fondi perstimolare e sostenere programmi diricerca che si propongono in particola-re di:– conoscere i meccanismi che provo-

cano la malattia, la scatenano o laaggravano

– migliorare l’efficacia delle terapie esi-stenti e identificare nuovi mezzi tera-

peutici– trovare nuovi far-

maci per l’immu-noterapia specificache sarà l’elemen-to risolutore dellamalattia

Come aiutarci inquesta battaglia?1. Divenendo soci

ordinari e/o soste-nitori

2. C o n t r i b u e n d ocon sostegno econtributo perso-nale alla vita del-l’associazione

Associazione Italiana per la lotta contro

la Miastenia

Via Celoria, 11 - 20133 MilanoTel. 02 2360280

Fax 02 70633874c.c. postale n. 28143204

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45ottobre 2003

Scortata dalla solita trafelata urgenzadella body-guard parlamentare, nascea passo di carica la riforma del siste-

ma radiotelevisivo, firmata dal ministroGasparri.

Il futuro della nostra società ne sarà certa-mente influenzato: i giornali tireranno la cin-ghia e qualcuno di essi anche le cuoia, la pub-blicità in TV dilagherà, le emittenti sof-focheranno ogni residuo loro impegno cultu-rale. Per battere la concorrenza nella ricerca dicontratti pubblicitari, sempre di più allestirannopalinsesti di mero intrattenimento, destinati acullare lo spettatore tra uno spot e l’altro.

Come se non fosse già impressionantel’angolo di discesa della qualità dei pro-grammi negli ultimi tempi. Sembrano ten-dere tutti, salvo un pugno di encomiabili eraccomandabili eccezioni, ad allinearsi sullarappresentazione di un paese appagato espensierato. Con qualche pallida dramma-tizzazione ispirata dalle cronache.

Veleggia, in mezzo al peggio, la “fiction”.Esaurito il “filone bambini”, sono di moda ivecchietti come figure centrali delle vicen-de. Ne risulta qualche lacrima in meno equalche sorriso in più. Gli anziani sonoanche i protagonisti di spettacoli come “levelone” e di talk show spontanei come“super senior”. Due programmi vivaci, an-che interessanti e di certo condotti con one-stà. Si fa a meno delle parolacce; meno os-sessivo e spavaldo è il tema sessuale. Rive-lano tuttavia i sondaggi che gli anziani queiprogrammi non li guardano. Non è una sor-presa: la vecchiaia ha il tabù dello specchio.

In un perfido contrappasso è partita nelfrattempo la campagna di svecchiamentodelle annunciatrici TV. Le vetrate stavano inverità da un pezzo incanutendo dietro lequinte, intente da anni a fare la calza, nellaperenne e sconsolata attesa di andare in ondacon qualcosa da annunciare. Le “nuove”sono in fase di lancio e, a giudicare dagli ini-zi, sembra possano contribuire meglio a gui-dare i ciuchini nel paese dei balocchi.

Parlano sedute su un divano e si alzanoall’ultimo per venire incontro allo spettato-re e toccargli la punta del naso. Come a voler-gli spegnere il cervello in vista del pro-gramma annunciato.

Mentre le sette diligenze delle grandi Retigeneraliste solcano al galoppo la prateria,sulprofilo delle alture circostanti e per tutto l’o-rizzonte, come nei film di John Ford, si sta-glia una fila ininterrotta di indiani Murdo-chesi pronti all’attacco.

Le molte centinaia di canali tematici dellaSKYvia satellite sono già a disposizione: dallalontana orbita scendono nella parabola, sifanno filtrare dal decoder e tariffare dallasmart card. Con un po’ di pazienza, svez-zando in qualche tempo la propria manualità,un docile telecomando porta in casa canali ecanali di cinema, di viaggi, avventure, tele-cronache sportive, natura e geografia, scienzee scoperte, teatro e cabaret, sitcom, telefilmseriali, musica classica, telegiornale in italia-no, telegiornali e news da mezzo mondo,canali e canali di cartoni animati, storia, libri,cucina, partite di calcio, corse di cavalli escommesse, repliche scelte di programmi Rai

e Mediaset E molto ancora, compreso un bou-quet di offerte aggiuntive in “pay perview”.

Tutto disponibile contemporaneamente, inuna valanga di opzioni per quanti si siano sedu-ti davanti ad un televisore. Attenzione, però,alle divergenze casalinghe nella scelta del cana-le: due televisori su canali diversi costerannodue abbonamenti. E non sono cifre irrisorie.

Canone Rai, investimenti pubblicitari inMediaset e in Rai, tariffe Sky. Sono questi ivettori del sistema televisivo e, al dunque,anche le variabili di sbocco di un po’del no-stro futuro. ❑

�� varievarie

A passo di carica la riforma del sistema televisivo

Piccoli schermi cresconoMarcello Carucci

Caro cioccolatoHo scritto “caro” perché mi piace,gli sono, mi è amico e dà anche pace.Infatti c’è chi lo considera il migliorantidepressivo perché migliora l’umore.Per Giacomo Casanova e il marcheseDe Sade era un afrodisiaco.Al cinema, l’attore Tom Hanks-Forrest Gumpfilosoficamente dice: “La vita è comeuna scatola di cioccolatini,non sai mai quello che ti capita”.In “Chocolat” la cioccolataiaJuliette Binoche strategicamenteconquista un intero paese.Bevande a base di cacao, materia primadel cioccolato, erano già molto popolarinel 400 a.C. tra le popolazioni delcentro America e l’albero del cacaoera venerato come un idolo.Theobroma, nome della pianta del cacao,significa cibo degli dei, e come tale

era considerato dai Maya.Per ottenere una bevanda altamenteafrodisiaca, gli Atzechi integravano, nel1400, il cacao con peperoncino e vaniglia.A cominciare dal 1750 la rivoluzioneindustriale ha reso il cioccolato unprodotto disponibile su vasta scala in Europa.Il cioccolato più puro è il risultatodella tostatura della fava di cacao.senza altro burro oltre a quello della favae senza aggiunta di latte o semi oleosi.come permette una direttiva dell’Unione

[Europea.

Caro cioccolato: mi sei doppiamente caro.Perché mi piaci sia al latte che fondente,sempre in questo caso di non essere troppo

[amaro.

Giovanni Reverso

Confessiamo di guardare con simpatia alla anomala produzione letteraria del collega GiovanniReverso che – come tanti d’altra parte – lasciata l’attività “industriale” si è votato alle patrie lettere.E non ci sono indegni rappresentanti fra le nostre fila.Valga per tutti Armando Alciato, che ha ottenuto fior di riconoscimenti di critica e di successi anchefuori dall’ambito locale.Ma Reverso è un caso a sé. Si prenda questa poesia che sfugge dagli ambiti classici della produzionepoetica corrente. C’è sempre la ricerca didascalica nel suo sforzo espositivo, in prosa come in versi, iquali si raccomandano più che per la cercata musicalità della costruzione letteraria, quanto per icuriosi sconfinamenti nella confidenza autobiografica, l’ammiccamento complice con il lettore. A. R.

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46 ottobre 2003

Il Club ricorda annualmente, con lacelebrazione della S. Messa, i soci e fami-liari che ci hanno lasciato.

La cerimonia, seguita da tanti presen-ti, ha avuto luogo il 29 settembre u.s.,alle ore 18,30, presso il SantuarioSant’Antonio da Padova, con la consue-ta offerta del Club per la “Mensa delpovero”.

Ringraziamo l’amica Renata Bussoli-no per la lettura dedicata. ❑

Sono stati effettuati sia gli abbona-menti al Teatro Regio, che quelli del-l’Auditorium RAI (al Lingotto), per lastagione 2003/2004.

Istruzioni e informazioni presso la Se-greteria del Club CIDA Piemonte, CorsoRe Umberto 138, 10128 Torino - tel/fax011.318.64.42 - e-mail: [email protected] - cellulare del Club338.794.03.12, da usare esclusivamenteper gite/viaggi. Orario d’ufficio: martedì,mercoledì, giovedì ore 9-12.

Quota di iscrizione per l’anno 2004:euro 40,00 per socio con un familiare,Coordinate bancarie, da utilizzare soloper pagamento di quote associative:Ambroveneto, agenzia 474 - c/c 5155/83- ABI 3069 - CAB 01146.

Versamenti in pagamento di soddisfa-zioni: Ambroveneto, agenzia 474 - c/c5156/61 - ABI 3069 - CAB 01146.

Dei versamenti effettuati, si prega di darenotizia, via fax, alle Segreteria del Club. ❑

Programma in corso30/10/03 - “Mostra artistica del Club” 3° edi-zione. Al Circolo Eridano, Corso Moncalieri88, Torino. Gli artisti soci, dilettanti e non,senior e junior, mostrano in un percorso espo-sitivo, curato dal socio Alberto Cappelletti, leloro opere creative in tutti i campi.15/11/03 - Preceduta da visita guidata in unCastello del Monferrato, la tradizionalissima“Bagna Cauda” a Robella d’Asti.28/11/03 - Concerto del Complesso musica-le “I Manomanuche” al teatro Murialdo.Riservato al Club.13/12/03 - “Cena degli Auguri” al Turin Pala-ce Hotel. Annuale incontro di gala con l’at-tenzione ad opere di solidarietà e sorprese peri partecipanti. ❑

Bella ed intensa la giornata dedi-cata alla visita di Torino, in occa-sione dell’incontro con i colleghi

foranei, sabato 27/9 u.s.Visite guidate a:• “Lo Scrigno” della Pinacoteca

Agnelli (gestita da Palazzo GrassiS.p.A.): una struttura architettonica pro-gettata da Renzo Piano sul tetto del Lin-gotto, che presenta una collezione per-manente di opera d’arte, dai vedutistiveneti alla metà del novecento;

• “Fondazione Accorsi”.• “Museo Nazionale del Cinema”. È

il terzo turno che il Club organizza persoddisfare le ripetute richieste dei soci,per visitare questa stupenda realtà tori-nese.

– Un percorso del pre cinema che in-canta sulla archeologia stessa, attraverso

“Le ombre” - “l’ottica” - “la lanternamagica” - “il movimento” - “la fotogra-fia” - “la nascita del cinema”;

– Nel settore della “macchina del ci-nema” ci si introduce nei più reconditisogni e ricordi della maggior parte di noi:“il pubblico e le sale” - “i manifesti” - “glistudi” - “i registri” - “le star” - “la sce-neggiatura” - “i costumi” - “gli attori edi cast” - “la macchina da presa” - “il sono-ro” - “il montaggio” - “i trucchi e gli effet-ti speciali”.

– Infine la meraviglia dell’“Aula deltempio”, dove – in poltrona – si posso-no ammirare sequenze scelte da circaduecento film di tutte le epoche; con-temporaneamente l’ascensore panora-mico percorre le sue corse nell’architet-tura della Mole, con effetto “superspe-ciale”! ❑

club CIDA PiemonteA Torino, in visita

Santa messa annuale

Informazioni

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