abitazioni di ossa di mammut nella pianura russa

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Questa ricostruzione di un'abitazione di ossa di mammut, i cui resti sono stati rinvenuti nel villaggio di Meziric, nella Repubblica Socialista So- vietica Ucraina, è stata eseguita sotto la direzione dell'accademico Ivan Pidoplicko: in alto si vede l'ingresso, in basso la parte posteriore; la struttura aveva alla base un diametro di circa cinque metri. L'abitazione fu costruita da una banda di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico, che disposero dei crani di mammut in semicerchio per formare il muro di base interno; la parte esterna e superiore del muro era formata invece da 95 mandibole disposte «con il mento in giù». Il tetto era probabil- mente fatto di pelli sostenute da un'intelaiatura in legno e fissate con vari tipi di ossa. Le ossa verticali di fronte all'ingresso sono ossa di arto; subito dietro è visibile un cranio decorato con disegni in ocra rossa. L'abitazione è stata la prima di quattro strutture costruite con ossa di mammut portate in luce a Mekirie; è designata come Abitazione n. I. Abitazioni di ossa di mammut nella pianura russa Costruite 15 000 anni fa da bande di cacciatori-raccoglitori, hanno una struttura complessa e di tipo permanente che fa pensare come, alla fine del Pleistocene, fosse in corso nella steppa un profondo mutamento sociale di Mikhail I. Gladkih, Ninelj L. Kornietz e Olga Soffer N el 1871 G. S. Kirjakov, un possi- dente che viveva nel villaggio di Gontsij, nell'odierna Repubbli- ca Socialista Sovietica Ucraina, fece com- piere uno scavo in un terreno di sua pro- prietà nei pressi del villaggio. Appena co- minciarono a scavare, gli operai scopriro- no alcune ossa insolitamente grandi. Esa- minate da esperti, quelle ossa risultarono appartenenti a un mammut, un animale estinto in Ucraina da 10 000 anni; Kirja- kov le donò come curiosità alla scuola media locale. Il professore di storia rimase affascina- to da quella scoperta e, dopo essersi assi- curata la collaborazione di un geologo di Kiev, cominciò a scavare. Sul posto in cui erano state riportate in luce le ossa, i due archeologi dilettanti trovarono i resti di una comunità paleolitica. A causa della rozzezza delle tecniche di scavo disponi- bili, le ossa sembravano semplicemente dei rifiuti: un mucchio di avanzi lasciati sul terreno da cacciatori del Paleolitico dopo che avevano recuperato la carne da car- casse di mammut. Solo negli anni venti vennero sviluppati metodi migliori per studiare i siti conte- nenti ossa di mammut. Fra le innovazioni vi fu quella di scavare l'intera area occu- pata da una comunità, anziché lavorare in anguste trincee, come avevano fatto i ri- cercatori precedenti. Quando le nuove tecniche furono applicate a Gontsij e in altri siti, divenne chiaro che le ossa di mammut non erano semplicemente rifiu- ti, ma al contrario costituivano gli elemen- ti strutturali usati per la costruzione di edifici di uno stile straordinario. Le co- struzioni in ossa di mammut avevano ge- neralmente una pianta rotonda od ovale. Crani, mandibole, scapole e altre ossa for- mavano le fondamenta. La struttura su- periore era probabilmente costituita da un'intelaiatura di legno ricoperta da pelli o da zolle erbose. Oggi in Ucraina si conosce una decina di siti contenenti abitazioni fatte di ossa di mammut (si veda anche l'articolo I cac- ciatori dell'età glaciale di Richard G. Klein in «Le Scienze», n. 74, ottobre 1974). Al- la fine degli anni sessanta fu trovato nei pressi della cittadina di Me2irit uno fra i siti più interessanti. Gli scavi furono di- retti da Ivan Pidoplitko dell'Accademia delle scienze dell'URSS che vi lavorò sino al 1975, anno della sua morte; da allora siamo subentrati noi. La conclusione a cui siamo giunti è che il sito fu l'accampamen- to invernale di una prospera banda di cac- ciatori-raccoglitori del Paleolitico. I cac- ciatori giunsero a Me2irit circa 15 000 an- ni fa e vi costruirono almeno cinque abi- tazioni di ossa di mammut. I materiali rin- venuti suggeriscono che quella comunità doveva possedere dei meccanismi per in- canalare in progetti specifici il tempo di lavoro che non era necessario per la sus- sistenza. Può darsi che la comunità pos- sedesse anche istituzioni per la risoluzione di dispute. Lo sviluppo di tali strumenti fu una fase cruciale della preistoria umana e quindi le ricerche condotte a Metirit for- niscono informazioni preziose su un pe- riodo formativo della società umana. M e2irit, come molte altre comunità con abitazioni fatte di ossa di mam- mut e molti siti pleistocenici senza ossa di mammut, si trova in Ucraina. Alcuni siti con ossa di mammut sono stati scoperti però anche nella Repubblica della Bielo- russia (Russia Bianca) e nella Repubblica Russa. Queste tre repubbliche si trovano nella pianura centrale russa, che si estende dalle pendici dei Carpazi a ovest sino agli Urali a est e occupa la metà meridionale della parte europea dell'URSS. Questa vasta area è bagnata da tre importanti sistemi fluviali, Dnestr, Don e Dnepr, che scorrono verso sud gettandosi nel Mar Nero e nel Mare d'Azov. La maggior parte dei siti paleolitici di questa regione si trova in vicinanza di fiu- mi e i siti raggruppati attorno a ciascun fiume principale tendono a presentare una certa unità culturale. Gli insediamenti comprendenti abitazioni di ossa di mam- mut si trovano principalmente lungo il Dnepr e i suoi affluenti. I siti sul Dnepr presentano somiglianze sia nella cultura materiale sia nella situa- zione geografica originaria. Sono tutti se- polti in depositi geologici su un terrazzo fluviale o sul margine di un altopiano adiacente a una valle fluviale. I depositi in cui i resti culturali sono sepolti sono di due tipi: loess e colluvium. Il loess è una polvere fine depositata dal vento nei pe- riodi freddi e aridi dell'epoca glaciale. Il colluvium è qualsiasi materiale trasporta- to per gravità lungo il declivio di un pro- montorio in prossimità di un fiume, verso la riva del fiume stesso. I materiali collu- viali tendono a essere composti da parti- celle più grossolane di quelle che formano il loess. Il loess è un materiale che ben si presta alla conservazione dei resti di un insedia- mento umano, perché si deposita rapida- mente, non è acido ed è impermeabile a molte sostanze che distruggono i resti or- ganici. Gli insediamenti lungo il Dnepr sono spesso sepolti in uno strato di 10 o più metri e grazie a ciò si sono conservati bene. Il loess fu deposto durante la parte più fredda del Pleistocene, in quella fase nota in URSS come glaciazione del Val- dai, che durò da circa 100 000 a circa 10 000 anni fa. Durante la punta massima di freddo, circa 20 000 anni fa, la calotta glaciale scandinava ricoprì tutta la Russia settentrionale e si estese sino quasi al 550 parallelo. Le comunità umane vissute nella pianu- ra russa durante la glaciazione del Valdai potrebbero aver subito fluttuazioni clima- tiche considerevoli. Vi sono indicazioni del fatto che, durante l'ultima parte di quella glaciazione (cioè dopo il 16 000 a.C. circa), il clima ebbe oscillazioni verso il caldo o verso il freddo in cicli della du- rata di un migliaio di anni. Stadi freddi e aridi si alternarono a interstadi più caldi e più umidi. Nei primi le temperature medie di gennaio potrebbero essersi aggirate at- torno ai 35-40 gradi centigradi sotto lo zero. La temperatura media di luglio po- trebbe essere stata di circa 18 °C. Il suolo era ghiacciato in permanenza a eccezione di un sottile strato che subiva un disgelo estivo; lo strato ghiacciato (permafrost) cominciava alla profondità 82 83

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Page 1: Abitazioni di ossa di mammut nella pianura russa

Questa ricostruzione di un'abitazione di ossa di mammut, i cui resti sonostati rinvenuti nel villaggio di Meziric, nella Repubblica Socialista So-vietica Ucraina, è stata eseguita sotto la direzione dell'accademico IvanPidoplicko: in alto si vede l'ingresso, in basso la parte posteriore; lastruttura aveva alla base un diametro di circa cinque metri. L'abitazionefu costruita da una banda di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico, chedisposero dei crani di mammut in semicerchio per formare il muro di

base interno; la parte esterna e superiore del muro era formata inveceda 95 mandibole disposte «con il mento in giù». Il tetto era probabil-mente fatto di pelli sostenute da un'intelaiatura in legno e fissate convari tipi di ossa. Le ossa verticali di fronte all'ingresso sono ossa di arto;subito dietro è visibile un cranio decorato con disegni in ocra rossa.L'abitazione è stata la prima di quattro strutture costruite con ossa dimammut portate in luce a Mekirie; è designata come Abitazione n. I.

Abitazioni di ossa di mammutnella pianura russa

Costruite 15 000 anni fa da bande di cacciatori-raccoglitori, hanno unastruttura complessa e di tipo permanente che fa pensare come, alla fine delPleistocene, fosse in corso nella steppa un profondo mutamento sociale

di Mikhail I. Gladkih, Ninelj L. Kornietz e Olga Soffer

N

el 1871 G. S. Kirjakov, un possi-dente che viveva nel villaggio diGontsij, nell'odierna Repubbli-

ca Socialista Sovietica Ucraina, fece com-piere uno scavo in un terreno di sua pro-prietà nei pressi del villaggio. Appena co-minciarono a scavare, gli operai scopriro-no alcune ossa insolitamente grandi. Esa-minate da esperti, quelle ossa risultaronoappartenenti a un mammut, un animaleestinto in Ucraina da 10 000 anni; Kirja-kov le donò come curiosità alla scuolamedia locale.

Il professore di storia rimase affascina-to da quella scoperta e, dopo essersi assi-curata la collaborazione di un geologo diKiev, cominciò a scavare. Sul posto in cuierano state riportate in luce le ossa, i duearcheologi dilettanti trovarono i resti diuna comunità paleolitica. A causa dellarozzezza delle tecniche di scavo disponi-bili, le ossa sembravano semplicementedei rifiuti: un mucchio di avanzi lasciati sulterreno da cacciatori del Paleolitico dopoche avevano recuperato la carne da car-casse di mammut.

Solo negli anni venti vennero sviluppatimetodi migliori per studiare i siti conte-nenti ossa di mammut. Fra le innovazionivi fu quella di scavare l'intera area occu-pata da una comunità, anziché lavorare inanguste trincee, come avevano fatto i ri-cercatori precedenti. Quando le nuovetecniche furono applicate a Gontsij e inaltri siti, divenne chiaro che le ossa dimammut non erano semplicemente rifiu-ti, ma al contrario costituivano gli elemen-ti strutturali usati per la costruzione diedifici di uno stile straordinario. Le co-struzioni in ossa di mammut avevano ge-neralmente una pianta rotonda od ovale.Crani, mandibole, scapole e altre ossa for-mavano le fondamenta. La struttura su-periore era probabilmente costituita daun'intelaiatura di legno ricoperta da pellio da zolle erbose.

Oggi in Ucraina si conosce una decinadi siti contenenti abitazioni fatte di ossadi mammut (si veda anche l'articolo I cac-ciatori dell'età glaciale di Richard G. Kleinin «Le Scienze», n. 74, ottobre 1974). Al-

la fine degli anni sessanta fu trovato neipressi della cittadina di Me2irit uno fra isiti più interessanti. Gli scavi furono di-retti da Ivan Pidoplitko dell'Accademiadelle scienze dell'URSS che vi lavorò sinoal 1975, anno della sua morte; da allorasiamo subentrati noi. La conclusione a cuisiamo giunti è che il sito fu l'accampamen-to invernale di una prospera banda di cac-ciatori-raccoglitori del Paleolitico. I cac-ciatori giunsero a Me2irit circa 15 000 an-ni fa e vi costruirono almeno cinque abi-tazioni di ossa di mammut. I materiali rin-venuti suggeriscono che quella comunitàdoveva possedere dei meccanismi per in-canalare in progetti specifici il tempo dilavoro che non era necessario per la sus-sistenza. Può darsi che la comunità pos-sedesse anche istituzioni per la risoluzionedi dispute. Lo sviluppo di tali strumenti fuuna fase cruciale della preistoria umana equindi le ricerche condotte a Metirit for-niscono informazioni preziose su un pe-riodo formativo della società umana.

Me2irit, come molte altre comunitàcon abitazioni fatte di ossa di mam-

mut e molti siti pleistocenici senza ossa dimammut, si trova in Ucraina. Alcuni siticon ossa di mammut sono stati scopertiperò anche nella Repubblica della Bielo-russia (Russia Bianca) e nella RepubblicaRussa. Queste tre repubbliche si trovanonella pianura centrale russa, che si estendedalle pendici dei Carpazi a ovest sino agliUrali a est e occupa la metà meridionaledella parte europea dell'URSS. Questavasta area è bagnata da tre importantisistemi fluviali, Dnestr, Don e Dnepr, chescorrono verso sud gettandosi nel MarNero e nel Mare d'Azov.

La maggior parte dei siti paleolitici diquesta regione si trova in vicinanza di fiu-mi e i siti raggruppati attorno a ciascunfiume principale tendono a presentareuna certa unità culturale. Gli insediamenticomprendenti abitazioni di ossa di mam-mut si trovano principalmente lungo ilDnepr e i suoi affluenti.

I siti sul Dnepr presentano somiglianzesia nella cultura materiale sia nella situa-

zione geografica originaria. Sono tutti se-polti in depositi geologici su un terrazzofluviale o sul margine di un altopianoadiacente a una valle fluviale. I depositiin cui i resti culturali sono sepolti sono didue tipi: loess e colluvium. Il loess è unapolvere fine depositata dal vento nei pe-riodi freddi e aridi dell'epoca glaciale. Ilcolluvium è qualsiasi materiale trasporta-to per gravità lungo il declivio di un pro-montorio in prossimità di un fiume, versola riva del fiume stesso. I materiali collu-viali tendono a essere composti da parti-celle più grossolane di quelle che formanoil loess.

Il loess è un materiale che ben si prestaalla conservazione dei resti di un insedia-mento umano, perché si deposita rapida-mente, non è acido ed è impermeabile amolte sostanze che distruggono i resti or-ganici. Gli insediamenti lungo il Dneprsono spesso sepolti in uno strato di 10 opiù metri e grazie a ciò si sono conservatibene. Il loess fu deposto durante la partepiù fredda del Pleistocene, in quella fasenota in URSS come glaciazione del Val-dai, che durò da circa 100 000 a circa10 000 anni fa. Durante la punta massimadi freddo, circa 20 000 anni fa, la calottaglaciale scandinava ricoprì tutta la Russiasettentrionale e si estese sino quasi al 550parallelo.

Le comunità umane vissute nella pianu-ra russa durante la glaciazione del Valdaipotrebbero aver subito fluttuazioni clima-tiche considerevoli. Vi sono indicazionidel fatto che, durante l'ultima parte diquella glaciazione (cioè dopo il 16 000a.C. circa), il clima ebbe oscillazioni versoil caldo o verso il freddo in cicli della du-rata di un migliaio di anni. Stadi freddi earidi si alternarono a interstadi più caldi epiù umidi. Nei primi le temperature mediedi gennaio potrebbero essersi aggirate at-torno ai 35-40 gradi centigradi sotto lozero. La temperatura media di luglio po-trebbe essere stata di circa 18 °C.

Il suolo era ghiacciato in permanenza aeccezione di un sottile strato che subivaun disgelo estivo; lo strato ghiacciato(permafrost) cominciava alla profondità

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La pianta del sito di Melirie (in basso a sinistra) mostra la posizionedelle quattro abitazioni di ossa di mammut già ritrovate. Alcuni indizisuggeriscono l'esistenza di una quinta abitazione che rimane da ripor-tare in luce. Nello spazio fra una costruzione e l'altra vi erano aree di

lavoro dove si producevano utensili, focolari su cui si bruciavano ossacome combustibile e buche in cui si conservavano ossa e carne. Leimmagini in alto e quella in basso a destra illustrano gli scavi delleAbitazioni n. 1,2 e 4, che hanno le piante architettoniche più elaborate.

1 siti della pianura centrale russa in cui sono state portate in luce abitazioni costruite con ossa dimammut Fiancheggiano il fiume Dnepr e i suoi affluenti (area in colore). Fra i 15 siti circa sitrovano Meiirie, Mezin, la Dobranitevka e Gontsij. Circa 15 000 anni fa la regione era una steppaperiglaciale in cui vagavano mandrie di grandi erbivori, fra cui mammut e rinoceronti. I costruttoridelle abitazioni di ossa di mammut, che davano la caccia agli erbivori di grossa taglia, facevanoparte di una rete commerciale che potrebbe essersi estesa a sud sino al iklar Nero.

Il mammut (11ammuthus primigenius) adulto aveva le dimensioni di un elefante ed era ricopertoda un ispido pelo di colore bruno rossastro. Costituiva per le bande di cacciatori del Paleoliticouna fonte alimentare e forniva, inoltre, indumenti e riparo. Per quest'ultimo scopo venivanoutilizzate anche le ossa. La specie si estinse nella pianura centrale russa circa 10 000 anni fa.

di circa un metro e mezzo e si estendevaverso il basso. Sia il permafrost sia lo stra-to che subiva il disgelo estivo avevanogrande importanza per gli abitanti di quel-le zone, che potevano conservarvi scortedi cibo.

La pianura era ricoperta dalla vegeta-zione della steppa periglaciale, formataprincipalmente da cespugli e da gramina-cee. Gli alberi erano radi e limitati soprat-tutto alle valli fluviali. Il loess, una polverea grana fine, si depositò negli stadi di fred-do più intenso.

Durante gli interstadi più caldi, l'areadiventava una steppa erbosa. La vegeta-zione arborea era più abbondante e alleconifere si mescolavano alcune fra le spe-cie caducifoglie più resistenti, come laquercia. Durante gli stadi freddi non siaveva praticamente deposizione di suolo.mentre un leggero deposito si aveva negliinterstadi più caldi. Nel corso di questiinterstadi l'erosione incideva, inoltre. ter-razzi e altopiani in prossimità del fiume ecreava un sistema di profonde ravine. Aqueste si alternavano promontori che of-frivano ai cacciatori vari vantaggi: eranoinfatti luoghi propizi da cui osservare glispostamenti della selvaggina, fornivanoprotezione dai predatori e si trovavanonelle vicinanze dell'acqua. Su di essi lebande del Paleolitico costruivano i propriaccampamenti.

Oggi i promontori si ergono fino a 30metri al di sopra della pianura alluvionaleche dominano dall'alto; ai tempi dell'oc-cupazione erano più bassi e si elevavanotra uno e 15 metri al di sopra della pianu-ra. Le ricerche paleogeografiche compiu-te da Maksim Vekliè dell'Istituto di geo-logia di Kiev, da Andrej Velièko dell'Isti-tuto di geografia di Mosca e da LeonidVoznjaèuk dell'Istituto di geologia diMinsk dimostrano che i resti degli insedia-menti dei cacciatori-raccoglitori si trova-no principalmente in strati di loess, depo-sitati dopo il 16 000 a.C. circa.

Datazioni con il carbonio radioattivoeffettuate su ossa crude e bruciac-

chiate rinvenute nei siti hanno conferma-to che gli insediamenti erano occupativerso la fine del Paleolitico. Per esempio,le date di campioni provenienti dell'inse-diamento di Me2irie vanno dal 16 000 al12 000 a.C., concentrandosi però netta-mente fra il 13 000 e il 12 000 a.C.

Scavi sistematici compiuti negli ultimitrent'anni hanno rivelato il modello di di-stribuzione spaziale in uso negli insedia-menti della fine del Paleolitico. I siti sonopiuttosto estesi e alcuni coprono sino a10 000 metri quadrati. Lo strato culturalein cui si trovano i manufatti umani è sottilee il suo spessore varia da cinque a 20centimetri. Ogni insediamento compren-de da tre a sei abitazioni, costruite conossa di mammut e il cui diametro è com-preso fra quattro e sette metri. méntre lasuperficie interna varia da otto a 24 metriquadrati.

Non c'è uno schema unico di allinea-mento degli edifici di ossa di mammut. Inalcuni siti, compreso quello in prossimitàdella cittadina di Mezin, le abitazioni sono

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50 CENTIMETRI

Gli oggetti d'arte trovati a Melirie suggeriscono che quella comunità fosse relativamente ricca econ un livello culturale piuttosto elevato. L'oggetto a sinistra è una figurina femminile stilizzata.L'oggetto al centro è probabilmente una figura umana. Entrambi sono in grandezza naturale. Ilcranio di mammut a destra, decorato con disegni in ocra rossa, è stato trovato nell'Abitazionen. 1 e appare nell'illustrazione di pagina 83 dietro la fila di ossa di fronte all'ingresso.

FIUME

Questa incisione su avorio di mammut, rinvenuta a Metiriè, potrebbe essere la mappa topograficapiù antica che si conosca. Uno di noi (Kornietz) la interpreta come mappa della comunitàpaleolitica di quella località; vi sarebbero raffigurati alberi, abitazioni in ossa di mammut e unfiume. Il fiume potrebbe essere il Ros' o la Rosa% a, i due fiumi che si uniscono nel sito dell'attualevillaggio di Mehrit. (Metirit, in ucraino, significa «fra due fiumi».) I paleogeografi non hannoperò potuto determinare quale fosse il fiume più vicino all'insediamento nel Paleolitico.

disposte in fila. In altri, compreso quellodella Dobranièevka, sono ordinate grossomodo in cerchio. In altri ancora hannouna collocazione a rettangolo.

All'interno di molte abitazioni fatte conossa di mammut si trovano i resti di foco-lari su cui gli occupanti bruciavano ossacome combustibile. Vi sono, inoltre, areedi lavoro in cui venivano modellati uten-sili e altri manufatti d'osso o di pietra. Nelterreno fra un'abitazione e l'altra si tro-vano buche che venivano usate per accu-mularvi scorte di cibo, focolari esterni earee di lavoro. Come i focolari interni,anche quelli esterni contengono ossa dimammut bruciate.

Il sito di Me2irit, dove abbiamo condot-to la nostra ricerca principale, comprendealmeno cinque abitazioni fatte con ossa dimammut. Fra il 1966 e il 1977 ne scavam-mo quattro; la quinta è ancor oggi da sca-vare. Come negli altri siti, ogni abitazioneaveva un muro di fondazione costruitocon grandi ossa di mammut. Le ossa nonerano inserite a caso nella struttura; laloro geometria, in effetti, veniva sfruttatacome un elemento della progettazione.

I crani erano situati a intervalli regolarilungo un arco di cerchio o un cerchio com-pleto e formavano la fondazione del murodi base interno. C'erano vari metodi perincludere i crani nel muro. A Meirit ealla Dobranitevka erano sistemati con ilrostro (la parte del cranio in cui si inseri-scono le zanne) rivolto verso il basso. AMezin, invece, essi erano disposti con laregione occipitale (ossia la parte posterio-re del cranio) in basso. In entrambi i sitila parte frontale del cranio era semprerivolta verso l'interno dell'abitazione.muro interno era completato talvolta conpelvi e scapole.

Il muro di fondazione si estendeva ver-so l'alto e verso l'esterno con ossa dispostesecondo un interessante schema anatomi-co-architettonico. A MehriC la tipologiaè diversa per ogni abitazione riportata inluce. Nell'Abitazione n. 1, che è circolare,la parte superiore del muro era formata -a quanto pare - interamente da mandibo-le. Le 95 mandibole sono disposte al disopra dei crani a lisca di pesce, con il men-to rivolto verso il basso.

Nell'Abitazione n. 2 la parte superioredel muro è fatta pricipalmente da ossalunghe, come femori e tibie, allineate ver-ticalmente. L'Abitazione n. 3 comprendeuna combinazione di varie ossa; la suastruttura è priva della chiarezza delle altretre abitazioni, il che suggerisce che forsenon era stata ancora completata quandoil sito fu abbandonato.

L'Abitazione n. 4, il cui scavo è ancorain corso, possiede la struttura più interes-sante fra tutte. Come le altre abitazioni diossa di mammut, ha un muro di base gros-so modo circolare. A differenza dei muridi fondazione delle altre unità abitative,però, questo muro non è fatto di un solotipo di ossa: il materiale da costruzionespecifico varia da un segmento all'altro.La sezione del muro rivolta verso sud-o-vest è composta da mandibole disposte alisca di pesce come nel muro dell'Abita-zione n. 1. Un altro segmento è formato

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L'Abitazione n. 4 a Meiirit imita le tecniche di costruzione delle altre abitazioni di ossa dimammut, introducendo però alcune variazioni. Nelle altre abitazioni, nella costruzione del murodi base era stato usato un solo tipo di ossa. Nella n. 4, invece, ogni segmento del muro di baseè costruito con ossa diverse. Il segmento a destra in basso è formato da mandibole. Segue, asinistra, un pezzo di colonna vertebrale. Ossa lunghe, crani e scapole sono stati utilizzati per altrisegmenti di muro (non visibili). Il segmento con mandibole rappresenta una variazione rispettoalla struttura dell'Abitazione n. 1: qui le mandibole erano disposte tutte con il mento in basso,mentre nella n. 4 a ogni due colonne con il mento in basso segue una colonna con il mento in alto.

invece da ossa lunghe, come nell'Abita-zione n. 2.

La varietà estetica dell'Abitazione n. 4di Me2irié non è limitata alla riproduzionedella tipologia delle altre abitazioni. Ledisposizioni presentate dalle altre struttu-re vengono qui variate leggermente. Men-tre nell'Abitazione n. 1 tutte le mandibolesono sistemate con il mento verso il basso,nella n. 4 la disposizione ripetitiva vienemodificata radicalmente. Lo schema di fi-le e colonne formate con mandibole pre-senta qui un'alternanza di due colonnecon il mento verso il basso e di una singolacolonna con il mento verso l'alto.

Anche la progettazione presenta ele-

menti di ripetizione e di simmetria.In un segmento del muro un cranio è fian-cheggiato da sequenze identiche fatte dadue scapole e da una pelvi, che formanoimmagini speculari simmetriche. Il muroè completato da pezzi di colonna verte-brale che presentano anch'essi nell'insie-me un andamento ritmico.

Lo schema di disposizione dei resti del-le ossa di mammut trovati a Me2irie chia-risce abbastanza bene quale doveva esse-re l'aspetto del muro di base dell'abitazio-

ne. Più difficile è conseguire una qualsiasicertezza circa la struttura del tetto. Laparte superiore delle abitazioni dovevaessere sostenuta da pali. Purtroppo sonostate trovate poche buche per pali, cosic-ché non si può essere certi su come fosserodisposti quei sostegni.

Tutto quello che è stato trovato è ungruppo di ossa forate che potrebbero es-sere servite come sostegni per elementiverticali. Fondandosi su tali ossa e su altreinformazioni. Pidoplitko, lo scopritore diMekirie e un'autorità in fatto di abitazionifatte di ossa di mammut, concluse chequelle abitazioni dovevano avere un tettoa cupola, e che la cupola doveva esserecoperta da pelli di mammut, fissate conaltre ossa e con zanne.

Benché tutte le abitazioni presentinosignificativi caratteri strutturali comuni,esse variano molto per complessità di pro-getto e per quantità di ossa usate. L'Abitazione n. 1 a Me2irié comprende circa 21tonnellate di ossa, la n. 2 circa 19 tonnel-late e la n. 4 circa 15 tonnellate. Al con-trario, varie strutture fra quelle presentialla Dobranitevka e a Mezin comprendo-no soltanto una tonnellata circa di ossaciascuna.

L'investimento di manodopera nelleabitazioni di Me2irié deve essere stato diconseguenza molto maggiore che in altrisiti. Stimiamo che dieci uomini debbanoaver lavorato per 5,6 giorni per costruirel'Abitazione n. 1 a Mekiriè, 5,2 giorni percostruire la n. 2 e 4,3 giorni per costruirela n. 4. Le abitazioni più piccole della Do-braniCevka e di Mezin richiesero proba-bilmente solo poco più di mezza giornataciascuna. Queste stime inoltre non tengo-no conto della maggiore complessità del-l'architettura a Mekirie, che senza dubbioaumentò ancor più la disparità nel tempodi lavoro necessario.

La complessità del progetto, evidentenelle costruzioni di Me2irit, così come lagrande quantità di manodopera richiestaper erigere le abitazioni suggeriscono che,nell'insediamento, stesse accadendo qual-cosa di fuori del comune. Può darsi che lacostruzione di edifici a Meirié fosse unapratica ritualizzata di cui ancora non sap-piamo nulla.

Oltre a Me2irié, solo un altro sito pre-senta particolari simili: si chiama Judino-vo ed è attualmente in corso di scavo. Sefra i siti scavati in passato qualcuno com-prendeva strutture complesse, queste nonvennero riconosciute, forse a causa dellarozzezza delle tecniche di scavo utilizzate.

Per una comunità preistorica, l'aver uti-lizzato manodopera in eccesso - come vie-ne suggerito dalle abitazioni di Mekirié -ha implicazioni significative, sulle qualitorneremo più avanti. Prima occorre peròprendere in considerazione le conoscenzegià disponibili sull'economia di questicacciatori paleolitici e descrivere i manu-fatti diversi dalle abitazioni che sono statirinvenuti nel sito.

I costruttori delle abitazioni fatte conossa di mammut non erano dei nomadi.Gli insediamenti come quello di Me2iriefurono occupati per un periodo di moltianni. Nella regione vi sono anche alcunisiti risalenti allo stesso periodo, con abi-tazioni costruite senza fare ricorso a ossadi mammut. È probabile che le bande dicacciatori si trasferissero da un tipo di in-sediamento all'altro al mutare delle sta-gioni. I siti con strutture formate da ossadi mammut venivano utilizzati probabil-mente durante la stagione fredda, che du-rava nove mesi. Gli altri siti dovevano ser-vire come accampamenti temporanei du-rante la stagione calda e come officine perla produzione di utensili in pietra.

uando i cacciatori paleolitici si sposta-vano fra la residenza invernale e

quella estiva, le loro attività economichesi incentravano principalmente sulla cac-cia di grandi mammiferi. L'habitat dellasteppa periglaciale, che non ha alcunequivalente contemporaneo, forniva ciboa grandi mandrie di erbivori gregari. Oltreai mammut lanosi, vi erano rinoceronti,renne, cavalli, bisonti, buoi muschiati eanimali di taglia più piccola, come lepri.

I mammiferi di grande mole fornivanoai cacciatori locali il grosso del loro fabbi-sogno calorico, integrato da pesci e uccel-li. Nei siti paleolitici sono state trovateossa di salmoni, pesci persici, lucci, anatre,

oche, cigni e pernici artiche. Si dava lacaccia anche al lupo e alla volpe artica, mail modo in cui le carcasse venivano trattateindica che questi animali erano cacciatinon per la carne ma per le pelli.

Benché gli abitanti paleolitici dellasteppa fossero chiaramente dei cacciatori,non è escluso che nella loro economia ab-bia svolto un ruolo significativo anche laraccolta. In alcuni siti sono state rinvenuteossa appartenute a un grande numero dimammut: 93 esemplari a Gontsij, 116 aMezin e 149 a Mekiriè. Lo stato di con-servazione delle ossa varia notevolmentee le differenze sono tali da suggerire chealcune ossa siano state ricuperate dalloscheletro di animali morti da molto tem-po. Se molte ossa, anziché appartenere adanimali uccisi dai cacciatori, furono ricu-perate così, i mammut potrebbero esserestati una fonte di cibo meno significativadi quanto potrebbe suggerire il numerodelle ossa rinvenute.

La carne ottenuta con la caccia, e forseanche ossa raccolte da animali trovati giàmorti, venivano riposte in buche nei pressidelle abitazioni. Le buche avevano unaprofondità di un metro e mezzo, il che erasufficiente a raggiungere lo strato del per-mafrost e ad assicurare una conservazioneprolungata della carne.

Nella lavorazione della carne e nellacostruzione delle abitazioni con ossa dimammut svolsero un ruolo cruciale gliutensili in pietra. Fra i tipi rinvenuti aMekirié e in altri siti del Paleolitico supe-riore, nella pianura russa, si annoveranoraschiatoi per la lavorazione delle pelli,bulini per foggiare materiali duri comecorna di renna o avorio, pialle per fabbri-care punte di lancia in osso e punte inpietra per iniziare il taglio della carne.

Una delle ragioni per cui gli utensili inpietra ebbero una posizione così impor-tante nella cultura del Paleolitico superio-re è costituita dal fatto che venivano usatiper preparare manufatti con altri materia-li. Fra questi c'erano osso e avorio, cheerano la materia prima per oggetti di uti-lità come martelli, zappe, punteruoli, le-sine, brunitoi e aghi (con cruna!).

Alcuni membri della comunità produ-cevano con l'osso e con l'avorio ancheoggetti non utilitari. Fra gli oggetti d'arterinvenuti a Mekirié e a Mezin vi sono mol-te ossa di mammut ricoperte da disegni inocra rossa. Si allestivano anche oggettidecorativi da portare sulla persona e perornare le abitazioni. Da Mezin e da Me-2irié provengono collane di conchigliemarine e di perline d'ambra e d'osso; i-noltre denti perforati di lupo e di volpeartica che venivano usati come pendenti.L'arte della comunità si spinse però oltrela decorazione, fino alla rappresentazio-ne: fra gli oggetti rinvenuti a Mezin e aMekirié vi sono, infatti, anche figurine sti-lizzate.

Edegno di nota il fatto che il materialeusato nella produzione di alcuni fra

gli oggetti d'arte riportati in luce prove-nisse da località molto lontane dagli inse-diamenti in cui sono stati rinvenuti. Leconchiglie fossili di Mezin sono state tro-

vate in depositi marini lontani da 600 a800 chilometri dal sito. L'ambra usata perla produzione delle perline per collanetrovate a Me2irié proviene da depositi vi-cini a Kiev, a circa 150 chilometri di di-stanza. La presenza di materiali prove-nienti da località molto lontane suggerisceche fra i gruppi di cacciatori-raccoglitoridovesse esistere una rete di scambi moltovasta che si estendeva da Me2irié a sudfino al Mar Nero e a distanze considere-voli verso occidente.

I reperti di cui abbiamo parlato ci of-frono l'immagine di gruppi che si sposta-vano con cadenza stagionale da un accam-pamento stabile all'altro, che davano lacaccia a mammiferi di grossa taglia perricavarne cibo e indumenti, e che racco-glievano ossa come materia prima per laproduzione di utensili e la costruzione diripari. La dimensione della superficie abi-tabile suggerisce che a Mekirié quella co-munità doveva comprendere almeno 50membri.

Che tipo di sistema sociale avevano queste 50 persone? Benché non sia

facile ricostruire l'insieme di credenze ola struttura sociale di una popolazione chenon esiste più, si può arrischiare qualcheipotesi a partire dai resti della cultura ma-teriale. Il fatto che i gruppi occupasseroaccampamenti permanenti implica chepossedessero un meccanismo per la com-posizione delle dispute. Nei gruppi vera-mente nomadi i conflitti si possono risol-vere con la scissione: è infatti sufficienteche i contendenti scelgano di separarsi an-dandosene ciascuno per proprio conto. Inuna comunità che abbia fatto grandi in-vestimenti nell'immagazzinamento di ci-bo e nella costruzione di abitazioni devo-no esserci invece istituzioni in grado dimantenere la pace.

Non è noto quali fossero queste istitu-zioni, ma può darsi che fossero connesseall'emergere di distinzioni nella condizio-ne sociale. In alcuni siti, la distribuzionediseguale delle buche in cui si conserva-vano le scorte di cibo fa pensare che alcu-ne famiglie fossero in grado di assicurarsiuna quota maggiore delle eccedenze. Unagerarchia emergente potrebbe avere assi-curato i mezzi per coordinare e dirigerela manodopera necessaria per costruire leabitazioni di ossa di mammut.

In generale, c'è accordo fra gli studiosisulla tesi che la divisione della societàumana in gruppi di condizione sociale di-seguale non abbia mai avuto luogo primadel Paleolitico superiore, epoca in cui fu-rono costruite le abitazioni di ossa dimammut. Perciò gli scavi a Me2irié e neglialtri siti della pianura russa potrebberofornirci informazioni preziose su una fasecruciale della storia sociale: il periodo incui comparvero diseguaglianze nelle con-dizioni sociali. Questa conclusione rimaneperaltro ipotetica e occorreranno moltericerche per confermarla.

Le ricerche compiute finora a Me2iriée negli altri siti ci hanno però già fornitomolte informazioni sui costruttori delleabitazioni di ossa di mammut, prosperi a-bitanti di un ambiente relativamente ricco.

ummbeicfl

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