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3 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA Lionismo Gennaio-Febbraio 2016 Rivista del distretto Lion 108L I proge del Lionismo francese pag. 22 A proposito del riordino del MD 108 pag. 30 Speciale educazione alimentare pagg. 34-40 Microcredito nei Paesi in via di sviluppo per dare dignità e lavoro alle donne

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LionismoGennaio-Febbraio 2016 Rivista del distretto Lion 108L

I progettidel Lionismofrancese

pag. 22

A propositodel riordinodel MD 108

pag. 30

Specialeeducazionealimentare

pagg. 34-40

Microcredito nei Paesi in via di sviluppo per dare dignità e lavoro alle donne

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Omaggio a Palmira (Siria)città patrimonio dell’Umanità

Cancellato brutalmente da uomini malvagi un patrimonioculturale unico al mondo e un simbolo di convivenza.

Le tappe della distruzione:- 23 agosto 2015 tempio di Baal Shamin- 30 agosto 2015 tempio di Bel, icona di Palmira - 5 settembre 2015 tombe a torre di epoca romana- 5 ottobre 2015 Arco di Trionfo di epoca romana

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2 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Senza voler considerare gli effetti negativiche si portano dietro certi fenomeni na-turali, oggi spesso sconvolgenti, dob-

biamo riconoscere che i cambiamenti climaticisono ormai una realtà che si scarica negativa-mente su tutti noi.

Forti piogge, inverni miti, uragani, siccità, di-sastri naturali, sono solo alcuni esempi di quelloche oggi prende il nome di riscaldamento delpianeta. Sono questi quindi gli elementi che in-cidono sul cambiamento del clima, interveniresu di essi si impone: è in pericolo il nostro si-stema ambientale, sono in pericolo i nostri stessistili di vita.

Sono ormai oltre 30 anniche si è cominciato ad av-vertire tali fenomeni: dallaConvenzione quadro del-l’ONU, alla Conferenza diRio, al protocollo di Kyoto sisono succeduti innumerevoliconferenze mondiali con-cluse con accordi però non sempre rispettati.

Dobbiamo essere consapevoli che i feno-meni causati dai cambiamenti climatici non si ri-solvono in tempi medio-brevi ma essi costitui-scono comunque una minaccia dalla quale cidobbiamo cautelare. Sarà così importante unacooperazione anche tra gli Stati soprattutto diquelli più sviluppati e più industriali.

Lo sviluppo sostenibile esige soluzioni globaliperché i fenomeni sono di dimensione globale.L’UE ha definito tra le priorità ambientali per lasostenibilità, tra l’altro, proprio la lotta ai cam-biamenti climatici. Sarà altresì importante attuareuna gestione più responsabile delle risorse na-turali.

Da diversi anni in numerosi Atti della Com-missione e del Consiglio Europeo si legge che

“lo sviluppo sostenibile offre all’Unione Europeauna visione positiva sul lungo termine di unasocietà più prospera e più giusta con la pro-messa di un ambiente più pulito, più sicuro, piùsano: una società che garantisca una migliorequalità della vita per noi, per i nostri figli e per inostri nipoti”.

Secondo studi e ricerche dell’IPCC (ComitatoIntergovernativo per i Cambiamenti Climatici), ilcambiamento è di evidenza scientifica e altristudi mostrerebbero che il riscaldamento globaledel pianeta sia da attribuire all’attività umanagiungendo ad ipotizzare che la terra cambieràvolto entro il 2100.

Anche a non voler entrare nella dibattutaquestione della presunta o meno colpevolezzadelle attività umane sembra di poter affermareche sarà bene che l’uomo ponga particolare at-tenzione ai fenomeni dei cambiamenti climatici.Senza dubbio infatti il cambiamento climatico

rappresenta unadelle maggiori sfideche l’umanità dovràaffrontare nei pros-simi anni. Non dob-biamo ritenere chenon ci sia nulla dafare per cambiare le

cose agendo da singoli cittadini: siamo tutti chia-mati a dare il proprio aiuto.

Una conseguenza di tutto ciò potrebbe es-sere riscontrata anche da un’ipotesi di simula-zione di un Centro di ricerca (Ccr) della Com-missione UE che ha pubblicato uno studio sugliimpatti dei cambiamenti climatici in Europa:l’agricoltura andrà incontro ad un calo della pro-duttività del 10%, con rese più basse di un quintonell’Europa mediterranea, superfici colpite dasiccità, aumento di inondazioni, difficoltà perl’agricoltura sulle coste. Certo è che le attivitàagricole sono le più direttamente colpite dalleconseguenze dei cambiamenti climatici. La crisiriguarda la desertificazione, la perdita della bio-diversità, l’aumento delle catastrofi naturali, ladeforestazione nelle zone equatoriali e tropicali.

Tommaso SediariGovernatore 2015-16 Distretto 108L

Salviamoil pianeta TerraLotta ai cambiamenti climatici, alla povertà, allafame sono le sfide del XXI secolo. Va ripensatoun nuovo modello di sviluppo puntando

a una maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale

’Serve uno sforzo di idee e ricercheper porre un frenoal surriscaldamento globale

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 3

Se si considera che attualmente oltre 800milioni di persone nel mondo soffrono la fame,preoccupano ancor più le previsioni di uno studiodella Fao che recita: per garantire una adeguataalimentazione, sufficiente per gli 8 miliardi del2030 e per i 9 miliardi del 2050, la produzionealimentare deve aumentare del 70%.

Un grande sforzo di ideee di ricerche approfonditepotranno aiutare a limitareed evitare i danni conse-guenti a questi cambia-menti, la ricerca genetica el’adattamento varietalesono solo alcuni aspetti chein futuro potranno sopperire ai danni emergenti.

Anche la dottrina sociale della Chiesa si pre-occupa di avvertire sui pericoli di un non correttosviluppo. Già nell’enciclica Centesimus annuse poi ancora nella Caritas in veritate di Bene-detto XVI fino alla recente enciclica di PapaFrancesco Laudato si’, si auspica uno sviluppointegrale dell’uomo che trova espressione com-piuta nell’uso oculato delle risorse naturali.

A questo punto s’imponeun ripensamento di un nuovomodello di sviluppo in cui laglobalizzazione dell’econo-mia deve essere governatada una politica sensibile e ri-spettosa dei bisogni: la per-sona umana al centro di unnuovo sistema sociale edeconomico.

Non diciamo che il rispetto dell’ambiente siaun vincolo per lo sviluppo economico ma è certoche il decisore politico prima o poi dovrà sforzarsinel ricercare la loro compatibilità, considerando

le interazioni tra ambiente, territorio e agricoltura,interpretando eventualmente la politica ambien-tale come opportunità. Non è più possibile con-siderare separate le azioni esistenti tra sosteni-bilità economica, ambientale (difesa del suolo,uso ridotto di mezzi chimici, ecc.) e sociale (lamultifunzionalità, le fattorie didattiche, ecc.).

Del resto il premio No-bel Amartya Sen diceva:“Non solo crescita econo-mica ma, utilizzando benele risorse naturali, benes-sere umano e riduzionedella povertà”.

Dare la giusta atten-zione a questi temi, già oggetto di diversi filonidi ricerca, deve soprattutto essere un nostro do-vere come rispetto per le future generazioni.

Noi Lions su questo dobbiamo impegnarciper diffondere il più possibile queste tematichesoprattutto portando nelle scuole la nostra sen-sibilità e la nostra consapevolezza; noi, nellescuole già fortemente presenti, dobbiamo svi-luppare anche questa sensibilità ambientale. In-

tensifichiamo quindi le ini-ziative educative a favoredei giovani che a loro voltatrasmettono gli input appro-priati alle loro famiglie e agliadulti in generale.

Tra i grandi temi pro-spettati per il Centenariodella nostra Associazione

c’è ovviamente anche l’ambiente: sarà nostroimpegno sensibilizzare l’opinione pubblica a pro-teggere il pianeta organizzando dei workshopche abbiano come tema l’ambiente e quindi unfuturo più verde. �

’800 milioni di personenon hanno da mangiareLa Fao: la produzione alimentare deveaumentare del 70%

’I Lions devonosensibilizzaresempre di più i giovani delle scuoleai temi ambientali

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4 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Potrà sembrare un’esagerazione, ma nonlo è: ci sono pochi momenti nei quali ci sisente così tanto Lions come nelle nostre

grandi manifestazioni internazionali. La Confe-renza del Mediterraneo, il Forum Europeo, laConvention Internazionale, in modo spontaneoe inarrestabile, regalano a chi vi partecipi proprioquesta splendida sensazione di appartenenza.

Ovviamente, c’è la delegazione italiana e,come tutti noi quando siamo all’estero, immedia-tamente facciamo e ci sentiamo gruppo: esatta-mente come quando gioca la Nazionale. Ma nonè questo il punto: il punto è che in queste occa-sioni è immediato il sentirsi amici di tutti e in sin-tonia con tutti. Anche con coloro con i quali ci siriesce a capire solo a gesti o con frasi che met-tono insieme parole di idiomi diversi con un effettofinale assolutamente tutto da ridere. Ma siamotutti Lions e, dunque, tutti, immediatamente amici.

Credo che basterebbero queste considera-zioni a convincere anche i più dubbiosi a parteci-pare ad una delle nostre assise internazionali,ma - al di là delle emozioni - vi sono anche altremotivazioni che dovrebbero indurci alla parteci-pazione.

Infatti, il Lionismo, come sappiamo, non è unmonolita ma bensì un caleidoscopio di modi di-versi di impegnarsi nel We Serve. E’ così perchédiversissime sono le situazioni in cui vivono lecomunità nelle quali operiamo e le nature stessedei popoli alle diverse longitudini e latitudini.

Tipicamente, un congresso di livello interna-zionale si svolge attraverso un programma arti-colato di sessioni plenarie e di incontri più ristrettiin gruppi operativi dove, di volta in volta, si ana-lizza quella determinata tematica o si dibatte di

quel determinato service. Ed è proprio qui chevengono fuori le differenze, quelle stimolanti,quelle da cui si apprende: così, da un approccioche magari è ottimo per la Svezia ma difficile daapplicare in Italia, o viceversa, nasce la nuovaidea, lo spunto vincente da portare con noi acasa e provare subito sul campo.

Da decenni sento in giro una frase abusatache suona più o meno così: “la diversità è un’op-portunità”. Spesso è solo un bla bla politicallycorrect per cercar di dissimulare un problema in-vece grave causato da convivenze quanto maidifficili. Viceversa, nelle nostre assise internazio-nali, questa è la regola: non potremmo descriveremeglio quel tumultuoso accalcarsi di idee e dipunti di vista magari diversissimi ma dai qualiciascuno di noi coglie ciò che più gli sembra fareal caso proprio e se lo riporta a casa soddisfatto.

Ecco, dunque perché partecipare ai nostri in-contri internazionali. Ma vorrei convincervi a faredi più e provo a spiegarmi. Quando ci rechiamo,poniamo, ad un Forum Europeo, noi lo facciamocome singoli ma anche (vorrei dire soprattutto)come Lions italiani con le nostre storie di impegnoe i successi conquistati nel tempo. Con un patri-monio che è fatto di vissuto ma anche di progettie di sogni.

Per questo credo che ciascuno di noi debbadare il suo contributo per condividere tutto ciòcon i nostri amici di altri paesi durante gli incontriinternazionali.

Certo, è necessario organizzarsi per tempo,dividersi i compiti, coordinare la propria presenzacome delegazione italiana. Abbiamo iniziato afarlo per la prima volta al Forum Europeo di Aug-sburg ad ottobre; lo faremo nuovamente, conmaggior tempo a disposizione per preparaci, inoccasione della Conferenza del Mediterraneo aMalta ma è alla Convention Internazionale di Fu-kuoka che spero vorrete tutti insieme con meraccontare in modo memorabile il Lionismo ita-liano al mondo. �

PDG Liliana CarusoPresidente

del Consiglio dei Governatori

Partecipare per scoprire un caleidoscopio di modi diversi di impegnarsi nel We Serve e riportare a casa buone idee da mettere subito in pratica

Sentirsi Lionsin sintonia con il mondonei nostri incontriinternazionali

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 5

Non saprei indicare una data precisa.Credo però che la nascita della LionsClub International Foundation e più an-

cora la campagna Sight First 1 segnino il mo-mento del cambio di passo del Lionismo.

Siamo, dunque, tra la fine degli anni ’80 el’inizio dei ’90 quando la dimensione del nostroimpatto sulla società muta radicalmente. Da(grandi) benefattori diventiamo attori primari delservizio umanitario realizzando le opere che tutticonosciamo e mettendo in campo una moltitu-dine di progetti anche attraverso organizzazionistabili (vedi le onlus Lions).

Il punto fondamentale è che si tratta di “pro-getti di servizio” continuativi nel tempo, speciali-stici e la cui gestione necessita di professionisti.Lo stesso vale per i Club por-tati a vivere un Lionismo pro-iettato verso l’operatività sulcampo.

Non a caso l’articolo delnostro PDI Domenico Mes-sina che pubblichiamo in que-sto numero s’intitola: “Centenario Lions, i serviceal centro della celebrazione”. E chi può dimenti-care il passaggio epocale della relazione al Con-gresso Nazionale di Bologna dell’IPCC MicheleSerafini: “il Lionismo … è stare in mezzo allegente … Club stanchi, chiusi nelle sale dei risto-ranti rappresentano il Medio Evo del Lionismo”.Un passaggio epocale di una relazione terminatatra gli applausi scroscianti. Perché il Lionismo ècambiato. Per sempre.

Ora: che c’entra tutto ciò con il titolo dell’arti-colo. Semplice. Per gestire un’organizzazionecosì ci vogliono professionisti del service. Inun’organizzazione globale complessa e operativa

ci vuole gente preparata che sappia precisa-mente cosa fare e, soprattutto, lo faccia in squa-dra e in relazione con i tanti componenti dellagalassia Lions. Occorre aver studiato, fatto espe-rienza, essersi applicati all’esercizio per gli anninecessari.

In realtà, ormai, le “risorse” a disposizione ditutti sono innumerevoli: il GLT, i Lions Guida epoi manualistica e corsi on line, portali di Di-stretto, MD e LCI, video, social, portali delle varieorganizzazioni di servizio. E’ un mondo di cono-scenza gigantesco: ma quanti lo conoscono?

Dunque, il problema è questo: se vogliamocontinuare a crescere dobbiamo dotarci di unasquadra sempre più numerosa di soci non solodisposti a dedicare tempo al Lionismo ma, so-prattutto, capaci di impegnarsi in modo efficaceed efficiente. In altre parole: formati.

Credo sia giunto il momento di definire per-corsi formativi standardizzati che accompagninoil socio nella sua crescita verso compiti di sempremaggior responsabilità. E’ necessario chiedere

a tutti i nostri soci di frequentarecorsi di aggiornamento perché ilmondo cambia, e in fretta.

In conclusione, lasciatemelodire forte: ci vuole una scuola.Una Scuola di Lionismo. Che ab-bia il suo catalogo corsi, il suo

calendario, i suoi docenti. Che ciascun sociopossa frequentare iscrivendosi al corso – o alpercorso – che più lo interessa ed apprenderefacendo gruppo con altri soci Lions.

Un amico verso il quale nutro molta stima,quando gli ho raccontato quanto sopra, mi hadetto: “Sono d’accordo, ma se ai corsi non sipresenta nessuno?”.

Credo proprio che non succederà, perché larichiesta di cambiamento che proviene dai nostrisoci è forte e la formazione è un tema caldoanzi, direi, caldissimo. Dunque, mettiamoci al-l’opera tutti insieme: per sentirci una volta in piùorgogliosi di essere Lions. Lions preparati. �

Fabrizio SciarrettaDirettore responsabile

di Lionismo

I Lions:professionistidel service

La crescente complessità e operatività dellanostra Associazione rende ormai necessaria

una vera e propria Scuola di Lionismo

Solo soci preparatie coscienti possonogarantirci un futurodi crescita e operatività

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6 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

02/ Salviamoil pianeta Terra

di Tommaso Sediari

04/ Sentirsi Lions in sintonia con il mondonei nostri incontri internazionali

di Liliana Caruso

05/ I Lions: professionistidel service

di Fabrizio Sciarretta

08/ Bob Corlew: “Il Centenario grandeopportunità per guardare al futuro”

Intervista a cura di Fabrizio Sciarretta

11/ Centenario Lions, i service al centro della celebrazione

di Domenico Messina

12/ Difendere la Vista: impegno imprescindibile per ogni Lions

di Eugenio Ficorilli

14/ I giovani e la sfida del Centenario

di Rocco Falcone

17/ Mario Baccini: collaborare con i Lionsper sviluppare e diffondere la culturadella microfinanza sul territorio

a cura della redazione

19/ Microcredito, un modo nuovo per essere vicini alla comunità

di Valter Rebesan

20/ India, il microcreditocambia la vita

di Avander Pal Singh

22/ Lionismo francese: i grandi progetti tirano la volataIntervista al DI Pierre Chatel

a cura della redazione

24/ Il Lionismo in Sardegna compiesessant’anni

di Giuseppe Tito Sechi

26/ LCIF in Sardegna: generose donazioni e altrettanto importanti erogazioni

di Teresa Orrù

28/ Leader e Leadership di servizio

di Piero Paccosi

30/ A proposito della ristrutturazione del Multidistretto 108 ITALY

di Francesco Mozzetti

34/ Educazione alimentare:la salute dei più giovaniparte da qui

di Maria Negro

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36/ Le frodi alimentari: se le conosci, le eviti

di Agostino Macrì

38/ L’alimentazione moderna riscopre i cibi “dimenticati”

di Adolfo PuxedduGiuseppe Fatati

40/ Strampelli: un pioniere contro la fame nel mondo

di Antonio Spadoni

41/ “Leo4Children” e il grande traguardodel 108L

di Federico Maria Borgia

42/ Il Lionismo e le donnedi Agostino Inzaina

44/ Un cancelletto fa conoscere i Lions al mondo

di Roberto Tamburi

45/ Storica visita dei Lions alla Comunità Ebraicadi Roma

di Stefano Zappalà

46/ Vittorio Sgarbi a Montefalco raccontaBenozzo Gozzoli

di Giuseppe Lio

48/ Coppola e la ristrutturazione del Multidistretto: 2° round

di Mario Paolini

50/ “Un distretto = un voto”, criterio antidemocratico quello vigente nel Multidistretto

di Giampaolo Coppola

52/ Io e l’Ambiente 2di Giampiero Peddis

54/ Pratica dell’etica 3Professionisti eccellenti e lions esemplaridi Alberto Maria Tarantino

56/ Gocce di Lionismo e motivi di riflessioneraccolti in alcuni passaggi di campana

di Bruno Ferraro

57/ Giovani e volontariato:da qui parteil cambiamentodi Leda Puppa Rettighieri

60/ Laudato si’, la natura come Creato

di Giampiero Mirabassi

62/ La Chiesa è santa, non sempre è stata maestra

di Lorenzo Macone

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8 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Bob Corlew, 1° VP Internazionale, sarà ilPresidente del Centenario. Dunque, unospeciale dedicato a questo straordinario

momento per la nostra Associazione non potevache iniziare dalle sue opinioni e dal suo conta-gioso entusiasmo. Bob, il Centenario è un grande evento pertutti i Lions del mondo da qualsiasi punto divista lo si guardi, ma se lo analizziamo nellasua essenza, come ne beneficerà il LionsClubs International?

“La celebrazione del nostro Centenario du-rerà un anno intero durante il quale renderemoonore a coloro che fondarono la nostra Asso-ciazione e a quei Lions che hanno lavorato perrenderla ciò che oggi è. Il Centenario è però al-trettanto importante perché rappresenta un’op-portunità per guardare al futuro. Noi Lions delpresente stiamo costruendo le fondazioni sullequali i Lions del futuro baseranno il loro serviree ciò è altrettanto importante di quanto lo siaMelvin Jones che ci ha fondato. Dunque, noiabbiamo di fronte l’opportunità di onorare i Lionsdel passato e quella di ridedicare noi stessi aivalori che ci guidano mentre ci impegnamo amigliorare il nostro mondo e renderlo un postomigliore per tutti.

La nostra Convention Internazionale del2017 a Chicago segnerà il punto culminante dimolte delle nostre idee. Sarà qui che conclude-remo i primi cento anni ed inizieremo i nostriprossimi cento anni. Sarà una grande espe-rienza per tutti coloro che vi potranno parteci-pare e la mia speranza è che tutti coloro cheparteciperanno troveranno ispirazione per nuovipercorsi di servizio”.Come 1° Vice Presidente Internazionale staiviaggiando parecchio e incontrando moltis-

simi Lions. Ci sono attitudini e modi diversicon i quali Lions di diversi paesi e comunitàoperano nel loro avvicinamento al Cente-nario?

“Senza dubbio c’è molto entusiasmo tra iLions di tutto il mondo. In molti paesi i Lions la-vorano duro per raggiungere gli obiettivi dellanostra Sfida del Centenario. Noi vogliamo avereun impatto positivo sulle vite di 100 milioni dipersone in tutto il mondo in quattro specifichearee di service: vista, fame, giovani e ambiente.Già oggi siamo ben posizionati per raggiungerequesto obiettivo. I Lions sono anche entusiastidel Centennial Membership Challenge, che con-sente ai nuovi soci di divenire Centennial Lionsmentre ai loro padrini spettano riconoscimentiparticolari. Oggi siamo a quota 1,4 milioni, ilnostro massimo storico è stato di 1.445.590 edurante il Centenario vorremmo provare a su-perarlo.

In molte aree i Club lavorano per realizzarequelli che chiamiamo Centennial Legacy Pro-

jects. Si tratta di progetti che affrontano specifi-che esigenze della comunità in un’ottica di lungoperiodo. Ad esempio, la costruzione di edifici ola realizzazione di parchi o altre tipologie di luo-ghi di aggregazione che soddisfino un bisognoe che, per la loro importanza, diano visibilità erendano merito non solo al Club che li realizzama anche al Lions Clubs International”.Ci sono dei progetti che ti hanno particolar-mente impressionato?

“I Centennial Legacy Projects sono vera-mente un fatto importante. In alcuni paesi in via

a cura di Fabrizio Sciarretta

Bob Corlew: “Il Centenariogrande opportunitàper guardare al futuro”Parla il 1° Vice Presidente Internazionale: sarà unafantastica festa ma anche un momento di riflessioneprofonda per ridedicarci ai grandi valori del

Lionismo e impegnarci a rendere il mondo un posto migliore per tutti

“I Legacy Projectssaranno l’emblemadei primi cento annidell’Associazione”

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di sviluppo i Lions stanno realizzando ospedali:in alcuni casi con l’intenzione di gestirli diretta-mente, in altri di donarli ad enti che li gestirannocome no profit. Soprattutto nelle aree rurali, iLions stanno costruendo scuole per offrire aigiovani una concreta opportunità di istruzione.Ma anche in paesi industrializzati, i Lions si im-pegnano su progetti sanitari specifici quali Cli-niche Oftalmiche per i più poveri nelle quali ef-fettuare operazioni di cataratta e distribuireocchiali. La realizzazione di luoghi di aggrega-zione per le comunità, dove giovani ed anzianipossano incontrarsi e partecipare in attività fi-nalizzate a migliorare la qualità di vita di vitadella comunità è un’altra area d’impegno per iLions. Altri Club stanno invece puntando allarealizzazione di parchi dove i bambini possanogiocare e gli anziani passare del tempo sere-namente”.Stiamo tutti aspettando la grande Conven-tion di Chicago 2017. Certamente tu deviavere parecchie informazioni di prima mano.C’è qualche segreto che ci puoi svelare?

“La Convention di Chicago sarà un’opportu-nità magnifica per tutti I Lions per stare insiemee festeggiare il Centenario. Celebreremo i nostricento anni e renderemo onore a tutti quei Lionsche hanno reso la nostra Associazione ciò cheè oggi: Melvin Jones, il nostro fondatore, W. P.Woods, il nostro primo presidente, e tanti altrivanno ricordati. Purtroppo, sono molti i grandiLions di cui non ci ricordiamo più e questa saràl’occasione giusta per rendergli merito. Onore-remo la memoria dei Past Presidenti Interna-zionali, ma anche quella dei Past Presidenti diClub e dei Past Governatori e di tutti quei sociche hanno lavorato duro per portarci dovesiamo ma, non avendo ricoperto incarichi im-portanti, non hanno ricevuto gli onori che meri-tavano. Stiamo lavorando per abbellire il cimi-tero dov’è sepolto Melvin Jones così che i Lionsche lo vorranno potranno far visita alla sua

tomba. Anche ad Oak Brook ci stiamo organiz-zando per poter adeguatamente accogliere tuttiquei Lions che vorranno venire a visitare la no-stra Sede Internazionale.

Durante la Convention guarderemo però an-che al nostro futuro perché noi Lions di oggisiamo anche quelli che stanno dando forma aiprossimi cento anni di LCI e ai nostri Club. E’importante che tutti i Lions del mondo sianocoinvolti in queste attività, anche coloro chematerialmente non verranno a Chicago. Perquesto motivo, quest’estate a Fukuoka conse-gneremo ad ogni Governatore Distrettuale unbanner del Centenario. Il Governatore dovràportarlo nel suo Distretto e farlo firmare da tuttii soci Lions. Poi, a Chicago, organizzeremo unasfilata di questi banner dove i Lions di ciascunDistretto del mondo sfileranno con il loro bannerin rappresentanza di ciascun Lion del proprioDistretto. Al McCormick Place, il luogo dove siterrà la Convention a Chicago, appenderemoanche un Centennial banner di dimensioni for-midabili. Ci sarà anche un memorabile spetta-colo internazionale, che sono certo vorrete tuttivedere, e un momento speciale nel quale i Lionsdi ciascuna Area Costituzionale potranno avereil loro momento di gloria! Molti dei programmidella Convention sono ancora da ultimare: aquesto proposito, vorrei incoraggiare tutti i sociche abbiano grandi idee da sviluppare per laConvention a mandarmi una mail in propositoperché proprio spontaneamente da tanti Lionsabbiamo avuto ottime idee per la Convention.Sarà un momento fantastico!”. �

Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 9

“Ogni Lion del mondosarà presente a Chicagograzie alla sua firma sul banner del Centenario”

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Dal 1917 ad oggi i Lions con i loro Servicehanno migliorato la vita di milioni e milionidi

persone, in tantissime comunità, quindi è na-turale, per tutti noi, pensare che il miglior modoper celebrare degnamente, nel 2017, il Cente-nario della fondazione del Lions Club Internatio-nal, sia proprio quello di esaltare l’essenza e laprassi del nostro essere Lion: il Service, ap-punto.

L’obiettivo che riteniamo di poter raggiungereè quello di assistere e migliorare, nel mondo, daoggi al 2017, la vita di almeno 100 milioni di per-sone.

Si è ritenuto prioritario, tra le diverse emer-genze planetarie, di orientare i nostri Serviceverso quattro ambiti: Giovani, Fame, Ambiente,Vista. E’ facile immaginare che in questi quattrosettori potremo realizzare diverse centinaia diiniziative di servizio rivolte al Prossimo ed allenostre comunità, oltre alla possibilità che po-tremo avere di realizzare piccole e grandi opereche soddisfino bisogni delle nostre comunità eche durino nel tempo, in modo che l’azione deiLions e di LCI sia a lungo visibile e apprezzatada tutti.

Siamo fermamente convinti che la forza del-l’impatto umanitario di LCI sia strettamente con-nessa all’azione dei suoi Club, all’impegno deisuoi soci, e quindi non si potrà raggiungerealcun importante e significativo traguardo senzail pieno supporto operativo e il totale capillarecoinvolgimento di tutti i nostri Club.

I Governatori Distrettuali con i propri Team,

insieme ai Coordinatori Distrettuali del Centena-rio, sono pronti a supportare i Club in questaloro azione.

E’ importante che tutti i soci siano informatie consapevoli delle responsabilità e del ruoloche devono svolgere.

E’ altresì indispensabile che le iniziative delCentenario svolte da ciascun Club siano pun-tualmente registrate sul portale Multidistrettualein modo che l’Associazione abbia contezza diquanti Lions si sono impegnati e di quante per-sone hanno tratto giovamento e beneficio dainostri service.

Gli attuali report purtroppo evidenziano chec’è una ridotta e incompleta registrazione delleiniziative attuate da parte dei Club del nostroMultidistretto.

Certamente il Centenario sarà anche l’occa-sione, attraverso iniziative celebrative in ambitoDistrettuale, Multidistettuale ed Internazionale,per rafforzare l’orgoglio di appartenenza alla piùgrande ed estesa Associazione di Servizio e,anche attraverso la visibilità che otterremo daun punto di vista mediatico, sarà possibile incre-mentare la nostra compagine associativa, per-ché ci vogliono ancora tanti cuori e tante bracciadi Lions per soddisfare i tanti bisogni delle no-stre comunità.

Invitiamo quindi altri uomini e altre donne dibuona volontà ad unirsi a noi nel servizio, per-ché “dove c’è un bisogno, lì c’e un Lion”.

Buon service e buon Centenario a tutti. �

PID Domenico MessinaCoordinatore Multidistrettuale

per il Centenario

Centenario Lions,i service al centrodella celebrazione Ogni socio deve impegnarsi e contribuire nella realizzazione di azioni umanitarie nelle quattro aree

individuate come prioritarie: Giovani, Fame, Ambiente, Vista

Per raggiungere gli obiettivi dei 100 anniserve il coinvolgimento di tutti i Club

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12 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Tra i temi indicati dalla sede centrale percelebrare il nostro Centenario vi è quellodella “Vista”: un argomento che ci impe-

gna tutti, poiché ogni nostra azione è collegataagli occhi.

Nella filosofia la vista assume un ruolo es-senziale, come afferma lo stesso Aristotele, nel-l’incipit della “Metafisica”, quando sostiene chela vista è il senso più importante che permettedi conoscere meglio il mondo.

Parlando degli occhi attri-buiamo loro tante facoltà: haigli occhi stanchi, non ti vedobene, il cielo oggi è bellissimo.Gli occhi ci pongono in con-tatto con la realtà sempre inmodo diverso, come risultadallo studio pubblicato dall’Università di Friburgosulla rivista Biological Psychiatry: “Gli occhi deidepressi non percepiscono i contrasti tra i colorie vedono la realtà davvero più scura di quellache è”.

Quando riflettiamo sulla vista ne indivi-duiamo vari tipi a seconda del livello di appro-fondimento: vista fisica, vista a livello emotivo(visione di colori), vista a livello mentale (visionedi simboli e di forme geometriche), vista a livellointuitivo (visione divina).

L’importanza di questo senso è testimoniatadalla Giornata mondiale della vista - volutadall’Organizzazione Mondiale della Sanità - chesi celebra ogni anno il secondo giovedì delmese di ottobre; in tale occasione vengono ef-fettuati controlli oculistici gratuiti, al fine di sen-sibilizzare la popolazione sull’importanza dellaprevenzione dei disturbi oculari.

Sempre collegata alla vista possiamo citarela Giornata Nazionale del Braille, istituita il 3agosto 2007 con la legge n. 126 e celebrata il21 febbraio di ogni anno.

Il significato della luce e della vista che per-cepisce la luce è reso tangibile durante la so-lenne celebrazione della veglia pasquale delSabato Santo; nella Basilica di San Pietro il ritopresieduto dal Pontefice inizia con la benedi-zione del fuoco nell’atrio antistante la basilica ela preparazione del cero pasquale.

Poi il Pontefice percorre la navata centraledella basilica in processione, a luci spente, gui-dato dal solo cero pasquale e al termine, all’ac-censione delle luci, il canto dell’Exsultet dà il viaalla liturgia.

Noi Lions decidemmo diconsiderare la conservazionedella vista tra i nostri obiettivifondamentali, dopo una con-ferenza di Helen Keller al con-gresso internazionale Lionstenutosi a Cedar Point, Ohio,il 30 giugno 1925.

In quell’occasione, Helen terminò cosi il suobellissimo discorso: “L’opportunità che vi offro,Lions, è questa: promuovere e finanziare il la-voro dell’American Foundation for the Blind. Miaiuterete ad affrettare il giorno in cui non esi-sterà più la cecità prevenibile, non vi sarannopiù bambini sordi e ignoranti e nessun uomo odonna non vedente rimarrà senza assistenza?Mi appello a voi Lions, voi che vedete e sentite,voi che siete forti, coraggiosi e cortesi: vorretediventare cavalieri dei non vedenti in questa cro-ciata contro le tenebre?”.

Quel giorno Helen Keller sfidò i Lions a di-ventare “Knights of Blind”, Cavalieri della Cecità,una sfida che è diventata un impegno categoricoper la realizzazione dei progetti Lions in tutto ilmondo. Da allora, il lavoro dei Lions nel settoredella conservazione della vista viene svolto adogni livello.

Eugenio FicorilliPrimo vice Governatore

I risultati raggiunti dalla nostra Associazione sono dimostrati da “numeri” straordinari, ma il Centenario è l’occasione per fare ancora meglio rinnovando i successi di SightFirst 1 e 2

Ogni nostra azione è collegata agli occhi,per questo motivoil service dei Lions è cruciale per l’umanità

Difendere la Vista: impegno imprescindibileper ogni Lions

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 13

Dal 1990 ad oggi, l’impegno dei Lions a fa-vore della vista si è esteso attraverso i pro-grammi internazionali SightFirst, il cui obiettivoè eliminare la cecità. La Campagna SightFirst II,iniziata nel 2005, aveva l’obiettivo di raccoglierealmeno 150 milioni di dollari per continuare edespandere i risultati straordinari di SightFirst;tale obiettivo è stato am-piamente superato inquanto fu raggiuntalaquota 200 milioni di dol-lari. Inoltre, sono statipraticati oltre 7,3 milioniinterventi di cataratta esono state realizzatestrutture dedicate alla vista: ospedali, cliniche ereparti oculistici e centri oftalmici.

La nostra Fondazione LCIF è leader nellaprevenzione della cecità e nella riabilitazione vi-siva. I nostri programmi vanno dallo sviluppo emiglioramento di sistemi per la cura della vistaalla realizzazione di interventi chirurgici e cure,alla distribuzione di medicinali alle persone chemaggiormente rischiano di contrarre malattiedella vista; è pertanto essenziale sostenere consempre maggior vigore la Fondazione.

In Italia i Lions, nella battaglia a favore deinon vedenti, possono contare sui seguenticentri:

• addestramento dei cani guida; • banca degli occhi e trapianti di cornea; • registrazione degli audiolibri; • raccolta e riciclaggio degli occhiali usati. Anche il nostro Distretto è impegnato in

prima linea su molti fronti, sponsorizzando: – i programmi di prevenzione e controllo quali

quelli della SO.SAN., icui medici si recano pe-riodicamente all’esteroper la cura di malattie of-talmiche; – il servizio cani guida diLimbiate, nato nel 1959per iniziativa di un uomo

straordinario, Maurizio Galimberti, ed attual-mente diretto dal lion Giovanni Fossati;

– la raccolta di occhiali da vista usati per distri-buirli soprattutto il Africa. Infine, in occasione del Lions Day, vengono

messe a disposizione della cittadinanza strut-ture mobili con attrezzature sanitarie per il con-trollo della vista.

Nell’approssimarsi dell’anno del Centenario glisforzi di tutti i club del nostro Distretto debbonodecuplicarsi per raggiungere l’obiettivo di esseretra i distretti che hanno raggiunto gli standardpiù qualificanti, ma soprattutto per dire “Noi cisiamo nella lotta alla cecità”. �

Il nostro impegno è totale:interventi di catarattacani guida, banche degli occhi, audiolibri, occhiali usatidimostrano la nostra dedizione

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14 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Il 7 giugno 2017 la nostra Associazione com-pirà 100 anni. Si tratta di un evento epocalee per tale motivo la 100a convention si terrà

a Chicago, ove è nata, in onore del nostro fon-datore Melwin Jones.

Per tale importante solennità il Board ha pre-visto un articolato programma di attività, che siconcluderà nel mese di dicembre 2017, deno-minato “La sfida del Centenario” con lo scopodi assistere 100 milioni di persone in quattroaree ben definite: ambiente, fame nel mondo,vista, giovani.

Questi settori sono sempre stati tenuti in altaconsiderazione dai Lions, ma oggi, consideratoquel che succede nel nostromondo, assumono un signifi-cato particolare, soprattutto perquanto riguarda i giovani.

I giovani sono il nostro patri-monio, il nostro futuro, la no-stra speranza e quindi ab-biamo il dovere morale emateriale di aiutarli a crescere per permettereloro, un domani, non solo di essere pronti asostituirci, ma di essere anche in grado di noncommettere quegli errori che quotidianamentericonosciamo e per i quali, a volte, paghiamotributi pesantissimi.

Tutte le attività dirette ai giovani sono rap-presentate da service che spaziano in varicampi, tanti dei quali trattati già da tempo daiClub.

Questi service sono portati avanti con l’ausiliodi comitati appositamente costituiti per esseredi stimolo ai Club e con il coinvolgimento e lacollaborazione di istituzioni pubbliche, privati,autorità scolastiche, figure professionali benpreparate per affrontare, nello specifico, argo-menti di notevole rilevanza e interesse sociale.

Negli stessi comitati occupano un posto di ri-

lievo i professionisti che fanno parte dei nostriClub e che - con entusiasmo, disponibilità espirito di servizio - si impegnano per la loro mi-gliore operatività.

Più è grande l’impatto sociale raggiunto e piùè grande la visibilità per la nostra Associazioneche vive e si nutre di questi momenti che cifanno stare in pace con noi stessi, non soloper avervi contribuito fattivamente, ma perchéconsci di aver attuato in pieno quanto detta ilnostro motto We Serve.

Fra i service di maggior impatto ve ne sonoalcuni più importanti e più ricorrenti, ma tuttihanno un posto rilevante nelle nostre attivitàsvolte all’interno della comunità in cui ci collo-chiamo:

Il “Poster per la Pace” viene svolto daglialunni delle scuole medie e consiste nel ripor-tare, sotto forma di disegno, le loro idee sulconcetto di pace. È un service di grande inte-

resse perché rivolto a ragazzi tragli 11 e i 13 anni e per molti di lororappresenta anche la prima veracompetizione, altamente formativasia per il carattere che per il ri-spetto delle regole.

Il “Progetto Martina” è rivolto afar conoscere e a prevenire alcune

malattie tumorali giovanili, alcune delle qualistrettamente connesse allo stile di vita condottoe legato anche al regime alimentare seguito.In una società ove le regole del buon viveresono parzialmente ignorate o disattese, questoservice è particolarmente sentito

“L’educazione stradale” è un service digrande interesse perché fornisce ai futuri utentidella strada utili indicazioni e suggerimenti sucome impostare la condotta di guida per cer-care di non essere protagonisti in negativo.Essa mira a ridurre non solo il numero impres-sionante di incidenti ma anche e soprattutto ilnumero di coloro che ne pagano le conse-guenze con costi altissimi per la nostra società

“Help Lavoro Giovani” è connesso anche aldisagio che rappresenta sicuramente una dellecause principali del malessere giovanile

I giovani e la sfida del Centenario

Rocco FalconeSecondo vice Governatore

I ragazzi sono il nostro futuro, quindi abbiamo il dovere morale e materiale di aiutarli a crescere

Dobbiamo far sì che gli adolescenti non commettano i nostri stessi errori

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 15

“Lion Quest” è rivolto non solo ai giovani maanche ai docenti e ai familiari e offre materialeeducativo di elevate proprietà didattiche. Il suoobiettivo è quello di aiutarli a riappropriarsi deivalori della legalità e della convivenza civile

Gli “Scambi Giovanili” e il “Campo Amicizia”consentono ai giovani, con programmati viaggi

all’estero, di conoscere altre culture e di rela-zionarsi fra di loro.

Non serve dilungarsi oltre, perché anche soloi service citati sono sufficienti a coinvolgere igiovani contribuendo alla loro crescita culturalee civica, nonché a far loro acquisire quei solidivalori sui quali fondare il loro futuro. �

ESSERE LIONS…

Difficile andar lesto per la stradac’è la vecchietta sulle strisce sola

devi aiutarla dovunque vadasol sorrisi aspetta senza parola

Vai mesto co’ pensieri tuoifino al vicino campo di migranti

ascolta urla strazianti finché puoiper cercar di consolarne i pianti

Ignora fede e diversa parlatatutti uguali di fronte al bisognodi goder della patria agognatae di libertà che non resti sogno

Dona il buon pane tuo agli altriogni giorno con sincero cuore

fuggi dal potere e dagli scaltrida vil non star lontano dal dolore

Continua a servire senza sostala patria tua e la gente tutta

sull’orma del leon anche se costaper una società ben costrutta

TiPus

Un messaggio semplice, ma dal fascino suggestivo

Lo scorso autunno, durante la celebrazione della Charter Night di un club della Sardegna, sono statoavvicinato da un socio di un altro club, vecchio amico con una ragguardevole anzianità associativa,

invitato anche lui come me.Dopo i cordiali saluti e gli scambi di opinioni su argomenti lionistici, mi ha consegnato una busta con-tenente una sua poesia, pregandomi di leggerla e di adoperarmi affinché fosse pubblicata con un miocommento personale, sulla nostra rivista.Mi sono sentito onorato della stima e della considerazione che il vecchio amico nutriva nei miei con-fronti e con questo spirito mi accingo al compito.Si tratta di un componimento molto armonioso, con un fascino e un lirismo suggestivi; mentre lo leg-gevo, mi rivedevo in esso perché intuivo il messaggio che indicava con tanta grazia e semplicità.Era la riscoperta di concetti basilari della nostra etica e degli scopi, tra i quali “essere solidali con ilprossimo mediante l’aiuto ai deboli, il soccorso ai bisognosi, la simpatia ai sofferenti”; e nello scorrerele rime apprezzavo la sua sensibilità d’animo nel descrivere, con parole semplici ma dense di signifi-cato, il concetto di cosa significa essere un Lions: essere disposti ad aiutare chi ha bisogno di te, con-solare chi si trova in situazioni di disagio e sofferenza, aiutare chi si trova in situazioni di bisogno,ricordare i doveri verso la Patria e perseguire quella comprensione tra i popoli di razza, cultura e re-ligione diverse, che mai come in questo momento storico è di drammatica attualità.Come per incanto, comprendevo appieno il vero senso della nostra missione, quel “We Serve” che cirende orgogliosi di appartenere ad una grande associazione e di essere veri Lions. (ROC. FALC.)

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 17

Il microcredito è uno dei cardini intorno aiquali si articola l’impegno dei Lions italianiper offrire opportunità di lavoro ai giovani.

Per questo abbiamo voluto fare il punto su que-sto strumento finanziario con Mario Baccini,Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcre-dito, e analizzare quanto sia stato fatto fin quinel nostro paese, con quali benefici e quali pro-spettive riservi il futuro.

Presidente Baccini, iniziamo dalla storia:quando e com’è nata in Italia l’idea di svilup-pare il microcredito o, se vuole, la microfi-nanza?

“L’Ente Nazionale per il Microcredito, natonel 2005 su un appello del segretario di statodelle Nazioni Unite, Kofi Annan, si è trasformatoda comitato spontaneo per la promozione dellamicrofinanza, come strumento per il raggiungi-mento dei millennium goals, ad Ente dotato dinatura giuridica, risorsa fondamentale per laNazione. Il microcredito sottende un’idea dieguaglianza che trae la sua forza dalla lottaall’esclusione finanziaria per abbattere la po-vertà, la sua concretizzazione è una intuizionedi cui lo Stato, attraverso il Parlamento e il Go-verno, si è dotato per dare una risposta alle per-sone escluse dal credito che, in questi ultimianni, sono diventati molto numerosi nel nostroPaese. L’Ente Nazionale per il Microcredito as-solve alla delicata funzione di sostenere i sog-getti che vogliono accedere ai programmi di

microcredito o al fondo nazionale di garanziafornendo innanzitutto una corretta informazionema soprattutto svolgendo quel delicato compitodi fornire i servizi ausiliari, dall’accompagna-mento alla formazione, che permettono di ab-battere il default dell’azienda e creare impresevincenti. È proprio questa la differenza tra il cre-dito tradizionale e il microcredito. Come è spe-cificato nell’articolo 111 del Testo UnicoBancario che ne segna i confini e garantisceche la natura dello strumento possa concretiz-zarsi solo nel momento in cui vengono erogati isevizi ausiliari per prestiti di 10mila euro per ilmicrocredito di natura sociale e 25mila perquelli legati alle attività d’impresa”.

E la scelta del legislatore di affidarne laregia ad un organismo pubblico piuttostoche lasciare che si sviluppasse in base alledinamiche del mercato, quale strategia sot-tende?

“L’idea di sostenere un’economia sociale edi mercato che rimettesse al centro la personae le sue esigenze. Dopo il capitalismo rapacesi è giunti alla conclusione che solo la ‘manopubblica’ possa colmare quell’ultimo miglio chedivide il bisogno dalla sua soddisfazione ecreare un Ente che potesse indirizzare la viaitaliana della microfinanza e del microcredito

Mario Baccini: collaborare con i Lionsper sviluppare e diffondere la culturadella microfinanza sul territorio

Il presidente dell’ENM: “Il microcredito è uno strumento per combatterela povertà e ridurre le disuguaglianze. In Italia ha già fatto registrare oltre ventimila beneficiari e più di 200 milioni di euro erogati”

a cura della redazione

La microfinanza favorisce l’autoimpresa e abbatte i costi assistenziali

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sviluppando un modello utile, vincente e opera-tivo che davvero possa sostenere l’economia el’individuo nella realizzazione di un’impresasenza un default. L’importanza del sostegnodell’Ente è proprio quella di aver creato un mo-dello che imprescindibilmente si attivi sui serviziaggiuntivi”.

A distanza di qualche anno, i numeri checosa dicono? Confermano la bontà dellescelte fatte?

“l trend è assolutamente positivo. L’indice dirischio nel microcredito è piuttosto basso. È undato interessante a fronte delle sofferenze ac-cumulate dalle banche di credito tradizionali dal2008 ad oggi, cioè durante gli anni della crisi.C’è un rapporto fiduciario basato sulle finalitàetiche proprie dello strumento che oggi lo ren-dono lo strumento più idoneo a sostenere la ri-presa economica e, allo stesso tempo, unwelfare sano, che favorisca l’autoimpresa, il cir-cuito contributivo e abbatta i costi assistenziali”.E in termini di impatto generale sull’occupa-zione, che risultati sono stati ottenuti?

“Dal 2011 al 2013 assommano ad oltre 223milioni di euro le risorse complessivamente an-ticipate ai 22.600 utenti. E’ stata stimata dal-l’ENM una media di 2,43 occupati per ognierogazione, quindi un effetto leva che si è tra-dotto nel triennio 2011-2013 nella generazionedi 20.220 nuovi posti di lavoro per 155,6 milionidi euro erogati per il microcredito produttivo.Cifre straordinarie”. Guardando al futuro, quali misure legisla-tive e quali strategie ritiene necessario ven-gano implementate per garantire la crescitae l’efficacia di questo strumento?

“Occorre sconfiggere la burocrazia. Ma inquesto caso, visto che ci rivolgiamo a personeche hanno bisogni diversi da quelli ordinari, illegislatore, così come noi stiamo sollecitando,deve creare un canale preferenziale per con-sentire all’imprenditore di poter avviare agevol-mente l’attività. Occorre inoltre promuovere lebest practices per fare comprendere come sipuò fare microcredito. È un’operazione che è acosto zero per il Paese. Nel senso che noi ri-solviamo il problema in termini di benefici perla persona e di costo del welfare per lo Stato,considerando che il potenziale beneficiario sa-

rebbe al massimo predisposto a fare un lavoronero senza l’accesso al credito ufficiale, magaria delinquere, o a dover essere iscritto ai servizisociali del Paese, ma sarebbe in ogni caso uncosto sociale per l’erario”.Un’ultima domanda, tra l’Ente Nazionale peril Microcredito e i Lions italiani è stata si-glata in passato e recentemente rinnovatauna convenzione. Che supporto si aspettadalla nostra Associazione?

“I Lions sono una grande organizzazione disupporto logistico e mediatico che condivide inlarga misura le finalità di sostegno alla per-sona e all’autoimpresa, pertanto ritengo che cisiano ottime occasioni di collaborazione percontribuire a sviluppare e diffondere la culturadella microfinanza. Le associazioni che auto-nomamente stanno valutando l’importanza diquesto strumento sono di fondamentale impor-tanza per il sostegno diretto alle attività e pos-sono essere antenne di un’idea economicaattuativa”. �

Nel triennio 2011-2013 il microcredito ha generato20.220 posti di lavoro

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Il Microcredito Lions è un progetto a supportodel lavoro e delle microimprese sul quale ilDistretto 108Ta1 opera da tempo e che, già

da alcuni anni, su proposta dell’allora DG ElenaAppiani, ha portato alla sottoscrizione di unMemorandum d’intesa, recentemente rinno-vato, con l’Ente Nazionale del Microcredito chegarantisce una presenza istituzionale e pub-blicamente riconosciuta per la gestione delleattività di microcredito in Italia e in Europa.

I dati della crisi sono chiari e preoccupanti.I Lions italiani s’interrogano sull’emergenzadelle nuove povertà per mettere a punto la lororisposta e le azioni di ser-vizio umanitario specifiche.

Nel microcredito e,nelle possibilità che questostrumento finanziario offrenei confronti delle fascepiù deboli della nostra so-cietà, si può individuare unsistema di welfare evoluto dove tutte le forzesociali attive condividono le responsabilità delsostegno allo sviluppo socio economico delproprio paese. È appunto tra quelle forze so-ciali attive che i Lions possono avere un ruoloimportante in un progetto di microcredito.

I soci Lions sono persone che hanno, ohanno avuto, una storia professionale di rilievoe tra questi, numerosi provengono dal mondodell’imprenditoria, del management, delle ban-che o appartengono a professioni come quelledei commercialisti o degli avvocati. Tutti sog-getti che, agli occhi di un tecnico di microfi-nanza, appaiono come un magnifico serbatoiodi esperienza da profondere a coloro che siaffacciano al mondo dell’impresa o dell’autoim-piego non avendo avuto alle loro spalle nes-suna esperienza in merito.

Il microcredito si compone essenzialmentedi due elementi: quello finanziario, costituitoda un credito concesso in assenza di garanzie

reali che se rivolto ad un’impresa può arrivaread un massimo di 35.000 euro e, un elementoimmateriale, costituito da una serie di servizicomplementari al credito, che vanno dal sup-porto alla definizione dell’idea imprenditoriale,alla redazione del business plan da presentareall’istituto finanziatore. Un vero e proprio tuto-raggio che si protrae anche successivamenteall’erogazione del credito fornendo al benefi-ciario un supporto costante. Questo rapportotra il tutor e il beneficiario è il vero cuore delmicrocredito, una relazione basata sulla con-divisione degli obiettivi in un clima di fiduciareciproca, tale da costituire la migliore garanziapossibile per il successo dell’impresa e la re-stituzione del credito concesso. È qui che sitraccia il confine tra il credito ordinario ed ilmicrocredito, conferendo a quest’ultimo unaspetto umanizzato dove la persona è postaal centro del processo finanziario, ed è questo

lo spazio dove i Lions pos-sono esprimere al megliole loro finalità istituzionali:“prendersi cura degli altri,servirli, ottenere risultati.”

Se ogni Distretto si do-tasse di un team di esperti,si avrebbero una pluralità

di centri di assistenza al microcredito in gradodi fornire risposte ad un mercato che potrà di-sporre di sorprendenti risorse finanziarie madi scarsi servizi complementari di qualità e ra-ramente a titolo gratuito.

Per fare microcredito, fino a qualche tempofa, era necessario costituire un fondo di ga-ranzia. Da domani, grazie all’attuazione dell’art.39 comma 7 bis del DL 201/2011, una quotadelle disponibilità finanziarie del Fondo Cen-trale di Garanzia verrà riservata ad interventia favore del microcredito. Questo consentiràa banche, confidi e operatori di microfinanzadi erogare microcredito in forza della garanziadello Stato disponendo di un plafond annuo dicirca 30 milioni, in grado di sviluppare una ca-pacità di microcredito pari a 540 milioni, unvolume di tutto rispetto che potrà generare30.000 nuovi finanziamenti ogni anno. Ma nonè tutto, anche i soggetti beneficiari potrannoattivare la procedura diretta di accesso al

Valter RebesanGovernatore del Distretto 108Ta1

Microcredito, un modo nuovoper essere vicini alla comunità

Mettiamo a disposizione le nostre competenze per far crescerele iniziative imprenditoriali avviate grazie alla finanza etica

Il rapporto tra tutor e beneficiario è il cuore del microcredito e anchel’area d’intervento Lions

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Fondo in prima persona o magari assistiti daipropri tutor Lions.

La difficoltà a finanziare investimenti e, an-cor di più, eventuali nuove iniziative imprendi-toriali, è stata fortemente acuita dalla crisi edalla conseguente riduzione nell’erogazione dicredito bancario. I Lions italiani hanno svilup-pato una propria progettualità per fronteggiarequesta emergenza.

Il microcredito, dunque, è una forma nontradizionale di erogazione di finanziamenti afavore di progetti imprenditoriali presentati daimprese di piccole dimensioni, prevalente-mente a conduzione familiare, socialmente de-boli, con un’idea imprenditoriale meritevole disostegno finanziario, ma purtroppo prive dellegaranzie di regola richieste dal sistema ban-cario.

Da un’attenta analisi dei bisogni è nato unprogetto che ha visto la creazione di un gruppodi coordinamento formato da Lions esperti diimpresa e di banca, per dare esecuzione al

protocollo d’intesa siglato con l’Ente Nazionaledel Microcredito. Sono stati necessari anni distudio e progettazione per realizzare un servicetutto Lions, dove i soci sono protagonisti nonsolo per la raccolta fondi, ma anche per la ca-pacità professionale che possono spendere afavore del progetto. Attraverso l’attivazione di

sinergie e nell’ambito di un nuovo modo di es-sere al servizio della comunità, è stato possibilerealizzare un progetto utilizzando strumenti difinanza etica, che oggi è stato reso disponibilea tutti i Lions Club, che hanno nel microcreditouna possibilità di fornire una risposta concretaalle difficoltà di accesso al credito. �

Ogni Distretto dovràdotarsi di un team di esperti per supportare i destinatari degli interventi

Sono ormai tre anni che è attivo nelle areerurali prossime alla città di Calcutta il pro-gramma di microfinanza dei Lions che

vede come nostro partner in questa iniziativaASA International. I Lions sono a loro volta rap-presentati dalla Eastern India Lions LeadershipAcademy (EILLA) la quale ha come suo obiettivoquello di offrire una piattaforma aperta per lacondivisione di idee e la formazione ai Lions delmondo attraverso il proprio portale www.leader-sacademy.org. Quando venne lanciato il pro-gramma di microfinanza, i consiglieri dell’Acca-demia finanziarono il medesimo attraversocontribuzioni personali per un ammontare com-plessivo di 100.000 USD.

ASA venne a sua volta individuata come par-tner poiché questo programma richiede un im-portante impegno di forza lavoro, attività e infra -strutture di back office, una rete territoriale e

anche esperienza operativa. ASA è una realtàche opera nel campo dell’impresa sociale ini-zialmente attraverso finanziamenti olandesi maoggi anche grazie alla partecipazione nel capi-tale di altre istituzioni finanziarie. La sua espo-sizione complessiva nel mercato indiano am-monta a circa 8 milioni di USD e può vantarecertificazioni da parte di enti internazionali in re-lazione al possesso del necessario expertisenell’attività di accompagnamento di altre istitu-zioni nella fase di avvio dei programmi di micro-finanza di queste ultime.

PID Avander Pal Singh

India, il microcredito cambia la vitaIn tre anni, anche grazie alla LCIF, sono stati erogati 3.709 prestiti per un importo totale di 650.000 dollari. Il reddito generato dalle microimpreseconsente di sollevare le famiglie al di sopra della soglia di povertà

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Dal punto di vista operativo, il programma dimicrofinanza Lions, concede prestiti esclusiva-mente alle donne per importi che variano dai 150ai 300 USD. Tali somme devono essere rimbor-sate in 52 rate settimanali e prevedono un tassod’interesse, approvato dal Governo dell’India, fi-nalizzato alla copertura dei costi operativi delprogramma stesso.

Vengono formati gruppi di 15-20 donne, chia-mati gruppi di mutuo soccorso, anche se i prestitisono concessi individualmente. Ogni riceventeproviene da famiglie afflitte da gravi problemieconomici e che si trovano o al di sotto della so-glia di povertà o molto prossimi ad essa. Setti-manalmente, l’addetto alrimborso dei prestiti si incon-tra con il gruppo di mutuosoccorso presso il loro villag-gio per i rimborsi settimanali.

Quando è stato evidente ilsuccesso del programma, al-cuni Club e Distretti si sonofatti avanti per offrire fondi.LCIF, a sua volta, ha concesso un finanziamentopilota per un importo complessivo di 100milaUSD dei quali ne abbiamo fin qui ricevuti 25mila.

Al 30 novembre 2015, i fondi resi disponibilidai Lions ammontavano a 210.000 USD, conessi abbiamo concesso 3.709 prestiti per un im-porto totale di 650.000 USD. Ciò è reso possibiledal fatto che i fondi vengono fatti ruotare su baseannua: ogni settimana, i fondi che vengono rim-borsati sono reimpiegati per concedere nuoviprestiti ed ogni prestito viene rimborsato nel girodi un anno.

I dati statistici raccolti mostrano che con unprestito tra i 150 ed i 300 USD, queste donneriescono a generare un reddito mensile che vadagli 80 ai 150 dollari al netto del rimborso delprestito e, dunque, sono in grado di sollevare leloro famiglie al di sopra della soglia di povertà.Dopo un periodo cheva dai 12 ai 18 mesi, sipossono permettersi dimandare i figli a scuola,dotare le loro case dienergia elettrica, farfronte a spese medichedi base. Si tratta di uncambiamento epocalenelle loro vite: anchese, a prima vista, puòsembrare un piccolocambiamento, in realtàsegna l’inizio di un ca-pitolo di dignità e scoponelle loro vite.

Le donne beneficiarie dei prestiti si impe-gnano nella produzione di manufatti artigianali,nel ricamo, nella gestione di tea shop o piccoleattività come officine per riparare le biciclette. Inquesti casi, nelle aree rurali, un piccolo capitaleiniziale è sufficiente per avviare l’attività e dive-nire economicamente autosufficienti. In alcunicasi, dopo 7-10 mesi, alcune di loro divengonodatrici di lavoro assumendo persone che le aiu-tino nell’attività.

Tutto il processo di concessione e gestionedel prestito è gestito dal personale di ASA, attra-verso quattro filiali sul territorio, la quale ha peròanche il compito di supportare i Lions nel creare

una loro struttura. Mensil-mente, ciascuna delle filiali,rende disponibile un reportcompleto: è veramente unasoddisfazione rilevare comefino ad oggi non vi sia stataalcuna mancata restituzionedi un prestito. I Lions si re-cano a loro volta nei villaggi

per incontrare le donne beneficiarie dei prestiti.Le quattro filiali fondate dai Lions espongono illogo di LCIF e tutta la documentazione riporta illogo Lions.

La microfinanza è oggi considerata lo stru-mento più efficace per combattere la povertà. Ilfatto di concedere i prestiti alle donne garantiscedel fatto che questi non vengano sprecati inspese inutili e che le famiglie possano trarre be-neficio dall’accresciuto reddito di uno dei suoicomponenti.

Nelle aree nelle quali è operativo il pro-gramma per il microcredito, i Lions sono peròimpegnati anche in altri progetti di servizio qualiscreening sanitari o realizzazione di infrastrutturedi base. Questo fa sì che tanto gli amministratorilocali quanto le persone comuni siano ben con-sci dell’entità del supporto che i Lions offrono

ed abbiano un’imma-gine fortemen te posi -tiva del la nostra Asso-ciazione.

Il programma Lionsper il microcredito inIndia è destinato adampliarsi: entro la finedi questo anno socialeprevediamo di investirenel programma ulteriori120.000 dollari deiquali 75.000 prover-ranno da LCIF ed altri45.000 da attività difund raising locali. �

Il programma si rivolgealle donne che creanopiccole aziendeed accrescono il reddito familiare

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Continua il nostro viaggio nell’Europa deiLions. Dopo aver incontrato i Lions te-deschi ci spostiamo in Francia dove

Pierre Chatel, Direttore Internazionale e sociodel Lions Club Montpellier Languedoc, ci hafatto da guida nel Multidistretto 103.

Partiamo da qualche informazioni di base.Quali sono i “numeri” del Lions Club Inter-national in Francia?

“Attualmente, secondo le ultime statistichefornite dal nostro Segretario Generale Christo-phe Copin, il Multidistretto 103 Francia conta15 Distretti, 1.208 Club e 26.889 soci. Ogni annoentrano a far parte della nostra Associazionecirca 2.500 nuovi soci ma purtroppo questo nu-mero, anche se significativo, è inferiore a quellodei soci persi. L’età media è di 64 anni mentreper i nuovi soci l’età media è di 53. Le donne,sebbene in costante aumento, rappresentano il21.3% della base associativa con differenze si-gnificative tra un Distretto e l’altro. In Franciaoperano poi 370 Leo divisi in 36 Club: la ten-denza è piuttosto positiva con numeri in leggeracrescita”. Il Lionismo francese è famoso per la sua ca-pacità di creare importanti progetti di servicea livello nazionale. Qual è la tua “storia disuccesso” preferita ?

“Sotto la presidenza Roland Chaillot, con ilpieno supporto del Consiglio dei Governatori, iLions francesi si sono impegnati nel progetto‘Un Milione di Tulipani contro il Cancro’. I Clubsi sono uniti per piantare, raccogliere e venderetulipani per mettere insieme fondi per la lotta aitumori e, così, ogni anno, un milione di euro

viene donato per la ricerca o per il recupero e lareintegrazione dei malati di tumore.

L’Università Estiva Lions di economia, equella della musica; i campi e gli scambi giova-nili; la collaborazione con l’Institut de l’Engage-ment che si propone di promuovere corsi e diautare ogni anno dei ragazzi a realizzare i loroprogetti; le campagne di prevenzione contro ildiabete; il concorso di eloquenza; il service delleVacanze all’Aria Aperta perché i ragazzi vivanoi loro sogni ; Lions Alzheimer ed il Centro per ilGlaucoma sono altrettanti esempi di service rea-lizzati a livello nazionale dai Lions francesi”.Quale ruolo ha la Fondation des Lions deFrance nel sostenere e sviluppare la capacitàoperativa dei Club francesi?

“Dal 1989, impegnando una parte delle lororisorse finanziarie, i club francesi hanno creatola Fondazione dei Lions di Francia che rappre-senta senza alcun dubbio un notevole strumentodi supporto all’azione dei Club. Sotto l’attualepresidenza di Jean-Michel Sol, la fondazione,che è stata riconosciuta come ente di pubblicautilità, offre sostegno finanziario ai club consen-tendo loro di ampliare la loro capacità operativa.La lotta contro l’analfabetismo è un chiaro esem-pio di questo meccanismo: ogni anno più di300.000 euro si aggiungono alle somme che iClub francesi destinano ai loro service in favoredei più poveri. La Fondazione dei Lions di Fran-cia ha una caratteristica importante: i suoi costidi funzionamento non gravano in alcun modosulle donazioni che la fondazione stessa riceve.Gestita direttamente dai Lions, opera in simbiosicon i Club. La sua funzione è complementarecon il ‘braccio armato’ del Lionismo: la LCIF”.Siete all’opera su iniziative specifiche per ilCentenario?

“Il Centenario dovrebbe essere e sarà ungrande momento. Con il coordinamento del PID22 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Lionismo francese:i grandi progetti tirano la volataIntervista al DI Pierre Chatel

Dalla vendita di un milione di tulipani, un milione di euro raccolti ogni anno per la lotta ai tumori. Assistenza sanitaria in 56 nazioni grazie a “Médico France”. E cresce la collaborazione con i Lions italiania cura della redazione

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 23

Jean Oustrin per quanto riguarda la Francia edel PID Robert Rettby per la IV Area Costituzio-nale, l’organizzazione del Centenario sta gua-dagnando momentum. La città di Nantes è statascelta per le celebrazioni a livello nazionale e inogni Distretto i Governatori e i Club si mobilitanoper fare di questo anniversario non solamentela consacrazione di un secolo di impegno uma-nitario ma il principio di un nuovo secolo di ser-vice. I progetti si affollano numerosi e la decisionedel Board Internazionale di nominare coordinatorispecifici a livello di Area Costituzionale, Multidi-stretti e Distretti è stata quanto mai azzeccata”.Il Lionismo francese è particolarmente im-pegnato sul versante dei progetti internazio-nali. Médico France è un grande caso di suc-cesso. Come vi state muovendo al di fuoridei confini francesi?

“Médico Lions Clubs de France è senz’altrouna grande storia di successo e, a buon conto,lo possiamo definire uno dei ‘bracci umanitari’del Multidistretto 103 Francia. Opera, infatti, incinque continenti e cinquantasei paesi e lì dif-fonde anche gli scopi e i valori del Lionismo. Lasua équipe è magnificamente diretta da GerardBatel e strutturata in quattro dipartimenti : l’ocu-listica, i materiali sanitari, le missioni e i progetti.La sua strategia si articola intorno a quattroobiettivi: aiutare, curare, equipaggiare, formare.

Sono stati fin qui distribuiti cinque milioni di paiad’occhiali, sono state svolte 146 missioni cu-rando 180mila persone e sviluppato trentagrandi progetti. Voglio anche citare l’importantecontributo del service Lions Amitie Village e diXavier de Franssu: ponte tra l’Africa e l’Europacome anche lo è SOC International (ScienceOutil Culture: fondata nel 1990 per rispondereai bisogni delle popolazioni minacciate dallafame, n.d.r.)”.I Distretti frontalieri francesi e italiani hannouna storia di collaborazione consolidata.Come possiamo svilupparla ulteriormente?

“Tra i distretti italiani e francesi posti lungo iIconfine dei due paesi vi è un’antica storia di col-laborazione: il Distretto 103 Corse Côte d’Azurè gemellato con i tre distretti 108 IA1, IA2, IA3 ei Club coltivano eccellenti relazioni anche attra-verso gemellaggi.

Dobbiamo adesso costruire service perma-nenti, ad esempio puntando su una partnershipincentrata sull’Università Estiva Lions di So-phia-Antipolis. Con il mio grande amico GabrieleSabatosanti lavoreremo con impegno sul rap-porto tra i Lions francesi ed italiani. E’ una prio-rità per noi ma anche per l’Europa. A tal propo-sito organizzeremo una riunione ad hocnell’ambito della prossima Conferenza del Me-diterraneo a Malta”. �

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24 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Era una rinnovata pòlis, Sassari, quella cheera uscita dai postumi della secondaguerra mondiale, dall’autarchia, dal razio-

namento, dai lutti e dalla paura della guerra, edaveva eletto ad agorà la centralissima e bellaPiazza d’Italia. Alle spalle del 1956 stavano laguerra in Corea e le manifestazioni studenteschedi protesta contro la temuta annessione di Triestealla Jugoslavia. Nel dicembre del 1955 l’Italiaera stata ammessa all’ONU. L’anno nuovoavrebbe registrato nel mondo eventi d’estremaimportanza, i cui effetti si sarebbero ben avvertitianche in Italia: a febbraio la svolta di Kruscev alXX Congresso del PCUS; in ottobre l’insurre-

zione dell’Ungheria soffocata dalla dura reazionedell’esercito russo; a novembre la guerra lampoanglo-francese per Suez contro l’Egitto. Accadi-menti che provocarono anche a Sassari sussultie dibattiti accesi, schieramenti di partiti, conteseelettorali molto partecipate, in un crescente climadi democrazia. Era il 1956, quello che vedevaalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il giuri-sta e docente universitario sassarese AntonioSegni, e il battesimo in politica del ventisettenne

Francesco Cossiga e di un gruppo di innovatoridella DC da subito chiamati “giovani turchi”. Uo-mini politici che in una certa parte ebbero a con-dividere nel Club di Sassari gli ideali del Lioni-smo.

La gioventù dell’epoca era come un campodi grano che la nuova stagione rende rigogliosoe promettente. I quasi quattrocento anni dell’Uni-versità si rinverdivano di nuove schiere di stu-denti di mezza Sardegna, ormai adusi a incon-trarsi negli organismi rappresentativi ed adibattere le loro idee sui periodici studenteschi.

In specie il Liceo classico “Domenico Alberto

Il Lionismoin Sardegnacompiesessant’anniIl 28 marzo 1956 un gruppo di esponentidella borghesia di Sassari, conquistatidagli ideali di Melvin Jones che iniziavanoa diffondersi anche in Italia, decisedi costituire il primo Club Lions dell’isola, il 53° nel nostro Paese

Giuseppe Tito Sechi Redattore di Lionismo

Dall’incontro tra Oscar Hausmanned Enzo Rovasionacque il Lions Club Sassari Host

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Azuni” – intitolato all’illustre giurista sassareseredattore nei primi dell’Ottocento della sezionemarittima del “Code de commerce” napoleonico– continuava a fornire buona linfa alla classe di-rigente del domani, anche ai massimi vertici dellapolitica, della cultura e delle istituzioni. In quellascuola, oggi più che centenaria, avevano stu-diato, tra gli altri, Antonio Segni e FrancescoCossiga, futuri Presidenti della Repubblica; i dueleader di sinistra Palmiro Togliatti ed Enrico Ber-linguer; uomini della cultura sarda del calibro diAntonio Pigliaru, Sebastiano Satta, GiuseppeBiasi, Attilio Deffenu.

Fu dunque in questo clima di speranza in unmondo migliore e di voglia di fare che Sassariincrociò nel 1956 i grandi ideali promossi da Mel-vin John, recati espressamente a Sassari daOscar Hausmann, delegato del Lions Club In-ternational, nell’incontro con l’avvocato Enzo Ro-vasio e un manipolo di eletti. Nasceva così, il 28marzo, coi suoi quindici soci, nella città resa fa-mosa dalle gesta della “Brigata Sassari”, il primoLions Club della Sardegna: fausta premessa diuna rigogliosa crescita per germinazione che sipropagò presto in molte città, ad iniziare da Tem-pio e Cagliari, cui seguirono Ozieri, Lanusei,Porto Torres, e tutti gli altri centri nei quali oggioperano i 32 Club dell’Isola della Civiltà dei Nu-raghi.

Impossibile sarebbe elencare uomini e fasti,idee e imprese che hanno contraddistinto l’attivitàdel Lions Club Sassari Host a favore della città,dell’isola e del Distretto. Credo sia sufficiente quiricordare a testimonianza la generosa opera ditre dei suoi protagonisti, in tempi diversi dal Di-stretto chiamati alla carica di Governatore: Ema-nuele Pilo, Enzo Rovasio, Giuseppe Palmas. Edi quest’ultimo, caro amico scomparso anzi-tempo, ricordare il pensiero espresso nel corsodel suo governatorato su “Lionismo” del maggio1998, in merito alla nostra Associazione interna-zionale che egli definiva la “Città dei Lions… unluogo del cuore e della mente che si realizzamano mano che si esplica la concreta azionedei Lions e si attuano gli scopi del Lionismo”.

Egli scriveva di questa straordinaria pòlis “…nella piazza più importante, abbiamo rafforzatoe irrobustito l’Agorà. Qui abbiamo collocato lanostra azione di promozione civile, sociale, cul-turale, perché la comunità sempre più sia parte-cipe della crescita della città, perché gli idealiche ci animano e ci tengono uniti facciano sem-pre più radicare nel nostro cuore il convincimento

che le nostre energie non sono spese invano,che lo spirito del Lionismo è parte integrante delnostro essere uomini”.

In questo luogo ideale dell’operare in amiciziaper il bene comune si sono avvicendati tutti iLions del Club Sassari Host che oggi festeggia isuoi sessant’anni. A quanti non sono più tra noirivolgiamo grati un commosso pensiero. Agliamici che hanno raccolto il testimone auguriamoun buon lavoro, unito al cordiale augurio di mie-tere altri successi, fianco a fianco con quanti abi-tano la pòlis dei Lions. �

Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 25

Lo spirito del Lionismoè parte integrante del nostro essere uomini

Alcuni scorci di Sassari

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Fra le prime cose che abbiamo imparato alnostro ingresso fra i Lions è che la LCIF èla “Fondazione” tout court, quella che, gra-

zie alle donazioni dei Club, porta aiuto, speranzae conforto in tutto il mondo. Con questa certezzasiamo cresciuti nel Lionismo e abbiamo fattodella LCIF un culto che ha spinto ogni club adassicurarle annualmente il proprio contributo.

Oggi, tuttavia, la grave crisi economica haridimensionato le finanze dei club e li ha spintiad interessarsi soprattutto dei poveri della portaaccanto, destinando spesso alla LCIF le pocheeconomie che rimangono a fine annata.

Io vorrei però raccontare di uomini, donne eLions che in Sardegna tanto si sono spesi in fa-vore della nostra Fondazione.

Voglio ricordare il Governatore Iolao Farciche, a detta di tanti Lions a lui particolarmentevicini, fece della LCIF un baluardo del Lionismo,chiese ed ottenne dai club che facessero gene-rose donazioni e promosse il programma MelvinJones Fellow.

Come tutti sappiamo, l’onorificenza MJFviene conferita a persone di grande valore, innome delle quali sia stata fatta alla LCIF unadonazione di 1.000 dollari. Ebbene, il club diQuartu Sant’Elena, conferì in quell’anno ben 22onorificenze.

Più tardi il Sight First 1 coinvolse tutti i clubdella Sardegna in una gara virtuosa a chi donavadi più; non so chi sia stato il club campione, maè certo che tutti i club sardi ricevettero dallaFondazione la “patch” da apporre nel loro la-baro.

Alla fine della Campagna Sight First, a cor-roborare gli animi arrivò il Governatore Antonello

Tondo che, nel Distretto tutto e soprattutto nellasua terra, promosse il programma con tutta laforza del suo carattere; contemporaneamentevalorizzava e promuoveva presso i club le as-segnazioni dei “Melvin Jones”.

Mi viene in mente una persona speciale chededicò alla LCIF tempo, fatica e passione: eraBianca Maria Pellegrini. Negli anni ’90 BiancaMaria era officer per la LCIF e con la sua tenaciafece sì che ogni anno tutti i club assicurasserogenerose donazioni alla Fondazione. Amava de-finire con grande convinzione la LCIF il “Service”per eccellenza, attraverso il quale tutti i club po-tevano realizzare concretamente i loro serviziumanitari.

Furono queste grandi spinte ideali che inci-tarono i club a fare donazioni alla LCIF e ad as-segnare tanti MJF. Mi piace citare Cagliari Ca-stello, ben 27 MJF, e poi Cagliari Host, NuoroHost, Sassari Host, La Maddalena, Alghero e, aseguire, buona parte dei Club, per un totale dioltre 200 onorificenze.

Erano anni d’oro, cui seguirono anni menomunifici e poi gli anni generosi del Sight First 2durante i quali ogni club sentì il dovere morale didonare il proprio contributo. Infine un eccellenteesempio da un club ultimo nato in Sardegna:Cagliari Saint Remy, che nel corso dello scorsoanno ha destinato alla LCIF oltre 6.000 dollari.

La Sardegna ha dato tanto ma ha anche ri-cevuto dalla fondazione alcuni importanti sussidi,grazie a quei club che, dopo aver individuato ibisogni reali di un territorio, hanno elaborato deivalidi progetti di intervento umanitario.

A fronte delle diverse centinaia di Melvin Jones Fellow assegnatidai Club sardi, la Fondazione ha elargito finanziamenti per un totale di 145.000 dollari. E altri contributi potrebbero arrivare a breve

LCIF in Sardegna: generose donazioni

e altrettanto importanti erogazioni

Tutti i Club dell’isolahanno ricevutodalla Fondazionela patch Sight First 1per le loro donazioni

Teresa OrrùRedattore di Lionismo

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Ha iniziato il Lions Club di Cagliari Castelloche, nei primi anni Novanta, presentò alla LCIFun progetto di intervento per la costruzione aCagliari di una casa di accoglienza per malationcologici, quella che il Governatore GiuseppePalmas volle che si chiamasse “Casa Lions” eche è oggi fiore all’occhiello del Lionismo sardoe distrettuale. Ricevettero un contributo di75.000 dollari.

Nel settembre 2006 la Fondazione deliberòun consistente sussidio per un bellissimo pro-getto presentato da Sassari Host: si trattava dicostruire una casa destinata all’accoglienza digiovani a rischio. Tuttavia per tutta una serie disopravvenute difficoltà non si poté dar seguitoal progetto.

E poi fu la volta di Cagliari Host e QuartuSant’Elena che nel 2012, chiesero ed ottenneroun sussidio di 60.000 dollari, destinati all’Alitemo(Associazione Lions per il Terzo Mondo), per lacostruzione ad Hamaianor, nel Kerala, di unospedale per malati di Aids. Grazie anche a que-sti fondi, l’ospedale fu presto terminato e oggi ènel pieno della sua attività: ha 26 posti letto,moderne attrezzature diagnostiche e presta curee assistenza a centinaia di ammalati.

Il 18 novembre del 2013 fu una data funestaper la Sardegna: il ciclone Cleopatra portò mortee distruzione in tante località, soprattutto dellaGallura. Mentre i club si mobilitavano per farpervenire il loro aiuto generoso, immediata-mente il Distretto, con l’ausilio dei responsabilidella LCIF Claudia Balduzzi, Sergio Gigli e ilnostro Rocco Falcone, fece immediata richiestadi un sussidio per il pronto intervento; tre giornidopo la Fondazione aveva già messo a disposi-zione del 108L la somma di 10.000 dollari, subito

per l’acquisto di generi di primissima necessitàda distribuire ai cittadini più colpiti.

Storie piccole, storie grandi, Lions pieni dibuona volontà, ed ora, a coronamento di questepiccole, grandi storie c’è un altro progetto al va-glio della LCIF: si chiama “Olbia Sicura” e pre-vede la realizzazione di tabelloni elettronici diallerta meteo. Si ha una ragionevole speranzache il progetto venga accolto. �

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Giulio Solinas inaugura l’ospedale di Hamaianor

Casa Lions: Tommaso Sediariinsieme a Silvana Lanfredi(LC Cagliari Villanova) edEnrico Valdes (LC CagliariCastello)

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Isettori nei quali è più difficile esercitare la lea-dership sono quelli dove vengono realizzateattività di volontariato e di impegno sociale.

Infatti, sebbene anche in questi ambiti le moti-vazioni personali siano il motore delle iniziativeposte in essere, con queste non vengono rin-corsi vantaggi personali, piuttosto l’intento èquello di operare per fini altruistici e di solida-rietà, al fine di apportare unmiglioramento in una qual-che situazione carente nellacomunità. Peraltro, la so-cietà odierna ha sempre piùbisogno di persone che ab-biano la possibilità, la vo-lontà, se volete l’ambizionedi impegnarsi in tal sensoperché, specie negli ultimi tempi, le situazionidove intervenire sono sempre più evidenti, conun trend di breve periodo che non appare in mi-glioramento.

L’entità del successo dell’idea dipende poida vari fattori, tra i quali rivestono importanzaprimaria la condivisione ottenuta tra i soci e ledoti di coinvolgimento del leader. Infatti, la primaattività di una guida o di un leader che intendarealizzare un progetto, è sicuramente quella dirappresentare l’idea all’attenzione degli altricomponenti del gruppo, nei modi giusti, al finedi convincerli della necessità o della forte op-portunità della sua realizzazione. Poi, nei periodidi cambiamenti sociali analoghi a quello chestiamo vivendo, le capacità di queste personeassumono un ruolo di ancora maggior rilievoquando sono attente a cogliere le istanze di in-

tervento provenienti dalle nuove esigenze so-ciali.

Però, mentre in passato si riteneva che i lea-der dovessero avere più che altro doti innate enaturali, i moderni studi hanno dimostrato chele capacità personali di leadership dipendono inminima parte dalle doti naturali, mentre contanomolto di più la preparazione e lo studio finalizzatiallo specifico scopo. Inoltre, l’esigenza primariadi un qualsiasi insieme di persone è quella digarantire la propria sopravvivenza e, possibil-mente, la propria crescita attraverso le attivitàrealizzate sotto la guida di coloro che al suo in-terno si impegnano nel ruolo di leader. Ne con-

segue che la leadership èuna necessaria conse-guenza che scaturisce dallestesse esigenze di mante-nimento e di sviluppo delgruppo. Inoltre, non si puòpensare che oggigiornotutte le funzioni connessealla leadership possano es-

sere svolte adeguatamente da una sola per-sona. I ruoli sono sicuramente molteplici e per-tanto è auspicabile ed opportuno che piùindividui, in relazione alle proprie competenze eprofessionalità, abbiano la guida e la responsa-bilità delle varie fasi di realizzazione di un pro-getto, ovvero dei vari settori connessi all’ordi-naria operatività del gruppo stesso che, nelnostro caso, si identifica in quella del club.

D’altra parte le motivazioni personali per vo-ler ampliare le proprie capacità di leadershippossono essere varie: alcuni vogliono sentirsiprotagonisti dei cambiamenti, altri desideranodare una spinta, un nuovo impulso al club diappartenenza, altri vogliono contribuire a miglio-rare le situazioni di necessità e di bisogno dellacomunità, altri ancora ritengono comunque po-sitiva un’esperienza di leadership per acquisire

Leadere Leadershipdi servizio

Praticamente tutti, attraverso l’impegnopersonale e in determinate circostanze, possono essere leader,

purché raggiungano preparazione e formazione adeguate

’Saper condividere e coinvolgeresono le qualità fondamentaliper una “guida”

Piero PaccosiCoordinatore Distrettuale GLT

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nuove competenze e così via. Di conseguenzasi può dire che praticamente tutti, attraversol’impegno personale e in determinate circo-stanze, possono essere dei leader, purché rag-giungano una preparazione e una formazioneadeguate. E il riferimento è proprio per tutti iLions, giovani e meno gio-vani, con un’anzianità diservizio più o meno impor-tante, insomma a tutti co-loro che nel rispetto dellecompetenze e delle perso-nalità dei singoli, inten-dano ricoprire il ruolo diguida ora e nel futuro. In-fatti, anche per i così detti “vecchi Lions” po-trebbero mutare nel tempo quelle situazioni sog-gettive ed oggettive che avevano determinatoun loro limitato impegno e quindi, da una certaepoca in poi, divenire più disponibili ad assu-mere nuovi ruoli e nuove responsabilità.

Però, nella nostra Associazione c’è ancheun’ulteriore ed importante esigenza: i buoni lea-der debbono essere anche buoni servitori, al finedi poter esercitare un’efficace e proficua leader-ship di servizio. Questa si identifica in un’attivitàche deve ricercare la massima condivisione pos-sibile, ma deve anche avere come obiettivo im-portante e primario quello di stimolare e valoriz-zare le capacità di tutti i soci, favorendo la lorocrescita personale e, di conseguenza, facendoemergere le loro potenzialità di leadership. Per-tanto è un leader che possiede le doti tradizionali,ostenta sicurezza e contagioso entusiasmo, maè anche molto attivo e partecipativo nella parteesecutiva e dimostra una grande disponibilitàverso i soci aiutandoli ed agevolandoli nello svol-gimento delle attività loro assegnate. Ne conse-gue che la leadership di servizio è certamente e

necessariamente incentrata sulle realizzazionidelle attività, ma anche su un maggior impegnoe sul sacrificio della persona che la esercita.

Kent Keith, studioso americano della leader-ship di servizio, ha sintetizzato il concetto nellaseguente definizione: “I leader servitori concen-

trano la propria atten-zione sull’identificazionee sulla soddisfazione deibisogni degli altri, piutto-sto che sulla ricerca dipotere, ricchezza e famaper se stessi”.

Per l’esercizio di unabuona leadership di ser-

vizio è importante: – sapere bene cosa si intende fare per la propria

crescita, che cosa si vuole realizzare e cosasi considera realmente importante;

– essere empatici, dimostrando premura ed in-teresse verso gli altri;

– dare l’esempio attraverso azioni evidenti: unleader servitore non chiede mai agli altri piùdi quanto sia disposto a fare personalmente;

– essere sempre pronti ad agire e servire per ilbene del gruppo, anche nella certezza di nonricevere alcun riconoscimento;

– avere degli obiettivi precisi, cercando di tra-sferirli agli altri nella maniera più chiara possi-bile, coinvolgente e realistica, in modo tale dacreare e facilitare una visione di gruppo;apprezzare e gratificare la squadra per i ri-

sultati raggiunti, perché la gratificazione è l’unicoriconoscimento che può offrire la nostra Asso-ciazione a coloro che si impegnano per i nostriscopi.

Più un nostro leader sarà propositivo, attivoed altruista più gli sarà confacente esercitareuna leadership di servizio. �

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’La leadership di serviziosi fonda sulle attivitàrealizzate ma anche sul sacrificio di chi la esercita

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30 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Da qualche mese si è tornati a scriverein merito all’adeguatezza o ristruttu-razione del Multidistretto 108Italy;

senza entrare nello specifico mi piace peròricordare quanto riportato argutamente dalPDG Paolini nel suo ultimo articolo: ogni tor-nata del dibattito è finita puntualmente conun accantonamento. Questo perché primadi quell’argomento forse sarebbe più oppor-tuno focalizzarsi su quantodebba precedere il dibattito.Mi riferisco alla riflessionesullo stato dei singoli distrettiitaliani che attualmente nonsono affatto omogenei tra loroné per numero di soci né pernumero di Club, né per terri-torio coperto, ingenerando, per un servizioalle collettività dovrebbe essere il più possi-bile uniforme sul territorio nazionale, fortielementi di disequilibrio con scadimentodella immagine stessa del lionismo. Dueesempi: il distretto 108L e l’Ib4. Il 108L è undistretto che comprende 134 Club e circa(ad oggi) 3.936 soci; opera su un territorioestremamente vasto di circa 49.797 kmq;comprende il Lazio, l’Umbria e la Sardegnacon una popolazione complessiva di quasi8.500.000 di abitanti fra l’altro con club di-stribuiti in maniera non proporzionale allapopolazione.

Il distretto Ib4 comprende 47 Club e 1.236

soci ed opera sulla sola città di Milano. Dueesempi che rispecchiano però la realtà deidistretti del centro-sud dell’Italia fatta digrandi distretti e quella del nord Italia fattada distretti medio-piccoli. Tutto ciò comportaper gli officer distrettuali, Governatore com-preso, dei distretti cosiddetti grandi , lavoroe costi supplementari anche per gli sposta-menti con grave disagio e compromissionedel lavoro stesso (il tempo destinato ai viaggipotrebbe essere meglio impiegato per attivitàdi servizio o cura dei Club).

Questo disagio, come i dati esposti piùavanti dimostrano ampiamente, determinaripercussioni anche sulla forza associativa

causando confusione e de-moralizzazioni che sono ipresupposti per aprire il viaalle dimissioni. Inoltre e nonè di secondaria importanzail fatto che ai fini della ge-stione del multidistretto, isingoli distretti contino un

solo voto in seno al Consiglio dei Governa-tori, organo supremo del Multidistretto, siache siano piccoli o grandi, mentre le contri-buzioni finanziarie al MD e alla Sede Cen-trale vengono fatte in relazione al numerodei soci.

Una disparità funzionale che molto benealcuni distretti nel nord Italia nel lontano 1997(almeno così mi pare di ricordare) captarono,provvedendo ad una suddivisione quasi par-cellizzata dei distretti di allora ottenendo unastruttura con 11 distretti e cioè con 11 votinel Consiglio dei Governatori, cosa che hacondizionato, come di fatto è stato, tutte oquasi tutte le elezioni del Presidente del Con-

Francesco MozzettiCoordinatore Distrettuale GMT

I grandi distretticomportano maggior lavoro e costi più elevati

A proposito della ristrutturazionedel Multidistretto108 ITALY

Le dimensioni sono un elemento rilevante per assicurare il buon funzionamento di un distrettoe per la retention: duemila soci è il numero ideale

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siglio dei Governatori, incarico generalmentead appannaggio di soci appartenenti ai di-stretti del nord Italia.

Quando si divide una torta per un princi-pio di equità e per rendere tutti soddisfatti,si devono fare fette il più possibile omogeneetra loro! Volendo rimarcare ancora la diffe-renza tra grandi e piccoli distretti basta ana-lizzare il trend negli ultimi 10anni dei singoli distretti italiani.Il grafico riporta questo anda-mento negli anni. Per meglioavere un’idea della differenzatra i distretti proviamo a trac-ciare una ipotetica linea oriz-zontale da Genova a Ravennache tagli l’Italia in due ottenendo un’Italia delNord con 11 Distretti ed una del Centro Sudcon 6.

La consistenza numerica (calcolata al giu-gno 2015) dei due blocchi così formati è di21.765 soci per il Nord e di 20.321 per ilCentro Sud; numero di soci medio per club31 al Nord e 32 al Centro Sud.

Analizzando il trend degli ultimi dieci annidei due gruppi scopriamo che il Nord è pas-sato dai 24.900 del 2005 agli attuali 21.765con un decremento del 13% mentre il CentroSud dai 36.896 del 2005 agli attuali 20.321con perdita del 45%. In pratica, mentre ilNord ha tenuto con poche perdite, il CentroSud si è quasi dimezzato.

Nel grafico si riporta l’andamento negli

anni dei singoli distretti: il blu e verde sono icolori del Centro Sud (le perdite più signifi-cative sono dei distretti che nel 2004-2005erano i più grandi: YA e YB).

Rapportando questo dato alle dimensionimedie dei Distretti che al Nord si attesta sui2.000 soci, mentre al Sud supera i 3.400, sievince che i Distretti più piccoli perdono di

meno di quelli grandi; ergole dimensioni contenute fa-voriscono il mantenimentodei soci.

Tutto questo era già notoa seguito di un’indagine di unpaio di anni fa del PDG Clau-dio Pasini che, nelle rifles-

sioni finali, ipotizzava la grande estensioneterritoriale dei distretti quale limite dell’attivitàlionistica dei Governatori.

In conclusione si può con ragionevolezzaaffermare che la dimensione di un Distrettoideale sembrerebbe essere quella di 2.000soci ed essendo stato verificato che un clubsi mantiene in buono stato se il numero deisoci è superiore a 26 (Sede Centrale), si de-sume che il numero massimo dei Club perdistretto dovrebbe attestarsi sui 70-75.

Tutto questo per dire che forse prima dipensare ad una divisione del MultidistrettoItaly sia più opportuno e più salutare pensaread un riequilibrio dei singoli distretti italiani,problema questo forse più impellente per igrandi distretti del Centro Sud. �

Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 31

Il distretto idealedovrebbe comprendere70-75 club

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Lo scorso anno i Lions - con il Tema Nazio-nale “Nutrire il Pianeta; Energia per la Vita”- fecero proprio il Tema dell’Expo di Milano

2015 scelto “per la preoccupazione nei riguardidella qualità del cibo, ma anche per rifletteresull’Educazione Alimentare e sulla Fame nelMondo”.

Obiettivi primari di Expo 2015 sono stati:– Rafforzare la qualità e la quantità del cibo– Assicurare un’alimentazione sana a tutti gli

esseri umani – Prevenire le grandi malattie sociali della nostra

epoca – Migliorare le caratteristiche nutritive dei pro-

dotti, la loro conservazione e distribuzione– Educare ad una corretta alimentazione per fa-

vorire nuovi stili di vita in particolare per i bam-bini, gli adolescenti, gli anziani

– Preservare la biodiversità – Valorizzare la conoscenza delle tradizioni ali-

mentari.Questi obiettivi si ritrovano in quel concetto

di “salute globale” oggi sempre più considerato;la persona è vista non solo nella sua totalità diindividuo, ma interagisce con l’ambiente circo-stante creando così il presupposto per una Edu-cazione alla Salute.

Gli Stati, le Associazioni sanitarie e culturali,noi Lions - in sintonia con quanto stabilito dal-l’OMS e dalla FAO - dovremmo tutti farci carico

di “individuare e cercare, tramite opportune al-leanze, di modificare quei fattori che influiscononegativamente sulla salute, promuovendo alcontempo quelli favorevoli” che possano con-sentire di condurre una vita produttiva non solo

Maria Negro Responsabile Comitato

Distrettuale Alimentazione

Educazione alimentare: la salutedei più giovani parte da qui

Sulla scia di Expo i Lions devono arricchire il loro impegnonelle scuole con uno specifico orientamento formativo focalizzatosu una corretta alimentazione e sull’attività fisica

L’educazione a un equilibratostile di vita può giovarsi della collaborazione diAssociazioni come quella dei Lions

Specialealimentazione

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 35

a livello individuale, ma anche sociale ed eco-nomico.

La Legge 317 del 2001 assegna al Ministerodella Salute “le funzioni spettanti allo Stato inmateria di tutela della salute umana anche neiluoghi di lavoro, di sanità veterinaria, di sicurezzadegli Alimenti”.

Fattori essenziali in grado di rilevare e valu-tare lo stato di benessere del singolo e dellacollettività sono:– Alimentazione: deve essere sana ed equili-

brata e contenere tutte le sostanze nutritiveindispensabili all’organismo per svolgere lesue funzioni;

– Attività fisica: deve essere svolta in modo re-golare e non eccessivo per poter influire posi-tivamente sia nella prevenzione di patologiemetaboliche e osteoarticolari sia nella perce-zione di benessere psicologico.

Già nel 2011 il Ministero dell’Istruzione, del-l’Università e della Ricerca ha stilato delle LineeGuida sottolineando l’importanza di intervenireper migliorare il quadro di salute delle giovanigenerazioni: “Le Scuole di ogni ordine e gradodevono considerare prioritario l’impegno di agiresul piano dell’Educazione Alimentare in colla-borazione con altre Istituzioni e fornire orienta-menti per l’organizzazione delle attività educa-tive e didattiche con uno sguardo alle indicazionidell’Unione Europea. Crescono in Italia nella po-polazione giovanile i problemi legati a cattiveabitudini alimentari e alla pratica di stili di vitapoco sani”.

Bulimia e anoressia sono disturbi del com-portamento alimentare in età adolescenzialecausati da disagi psicologici che producono unrapporto patologico col cibo: occorre insegnaree sottolineare il ruolo di un’alimentazione sanae corretta sulla “qualità della vita” intesa anchecome occasione di socializzazione, puntandoall’armonia della persona e del rapporto con ilproprio corpo e con gli altri.

Esiste, inoltre, una stretta interrelazione fraalimenti e pratica sportiva: a prescindere dalletematiche sul doping, si pensi ad atleti olimpio-nici affetti da Diabete mellito tipo 1. E’ infatti es-senziale per il mantenimento di un buono statodi salute il contrastare la sedentarietà con ade-guata attività fisica, motoria e sportiva da attuaregià nella Scuola primaria con una “dimensioneformativa e creativa del gioco libero in ambientesalubre”.

Obiettivo di noi Lions è anche quello di sol-lecitare educatori, famiglie e Istituzioni impe-gnandole nella ricerca di metodi didattici inno-vativi per un’Educazione alimentare di ampiaapplicazione.

La Scuola è il luogo di elezione per svolgereazione preventiva di Educazione Alimentare ri-

volta alle giovani generazioni af-frontando anche le tematiche del-l’igiene e sicurezza, tracciabilità difiliera, tipicità e sostenibilità am-bientale. Le Istituzioni scolastichedevono promuovere l’inserimentonell’offerta formativa di percorsieducativi sulla nutrizione, la sicu-rezza alimentare e il corretto uti-lizzo delle risorse del Pianeta.

E’ ampiamente riconosciuto ilruolo fondamentale delle famiglieche devono essere incoraggiate auna partecipazione collaborativasui temi dell’Educazione alimen-tare per evitare atteggiamenti con-traddittori e negativi: sappiamoquanto sia determinante l’influenzache essa esercita sul comporta-mento alimentare dei bambini.

Negli incontri che i Lions effet-tuano nelle scuole per sostenereCorsi di Educazione alimentare èauspicabile la presenza di genitori

Dobbiamo coinvolgereeducatori e famigliecon approcci innovativiintegrando cibi sani e sport

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e di nonni che, consapevoli delle proprie espe-rienze e difficoltà generazionali, possono diven-tare gli attori protagonisti del percorso educa-tivo.

L’OMS sottolinea come sia necessario “sta-bilire relazioni e sinergie tra il mondo scolasticoe i soggetti operanti sul territorio: enti locali,aziende produttrici, associazioni di categoria,mondo della distribuzione, circuiti della comuni-cazione”. Modelli di consumo scorretti, la pub-blicità, i marketing, le mode rischiano di non farpiù considerare il cibo come valore: non sap-piamo più cosa mangiamo, ma neppure perchébuttiamo via tanto cibo ancora buono.

Sprechi alimentari, fame e obesità - espres-

sione di malnutrizione per difetto o per eccesso- hanno un impatto negativo anche sulla spesasanitaria, sul lavoro, sulla catena agroalimen-tare. Come sostiene Andrea Segrè, “Alimentarsibene, sia dal punto di vista quantitativo che qua-litativo, è la classica distinzione anglosassonetra food security e food safety: è un diritto e undovere per rispettare la nostra salute e quelladel Mondo”.

Feuerbach affermava: “Noi siamo ciò chemangiamo”.

E’ vero, però, che noi mangiamo in base aciò che siamo, cioè in base alla nostra cultura ealle nostre conoscenze e promuovere cultura econoscenza è tra le mission dei Lions. �

36 | gennaio-febbraio 2016 Lionismo

Il malcostume delle “frodi” alimentari consentead alcuni produttori e/o rivenditori di trarreprofitti illeciti tramite azioni che hanno come

obiettivo principale quello di rendere “vendibili”prodotti con caratteristiche merceologiche e/osanitarie non idonee al consumo, oppure di “mi-gliorare” la qualità degli alimenti con operazioniche sono spesso di “facciata” come nel casodella modifica delle etichette, attribuendo ai pro-dotti denominazioni che traggono in inganno icittadini.

La “frode alimentare”, come accennato, rac-chiude in sé diverse condotte finalizzate ad unguadagno illecito abbattendo i costi di produ-zione e peggiorando la qualità merceologica ealle volte anche igienico sanitaria del prodottoalimentare venduto, quasi sempre senza alcunriguardo per gli interessi economici e per la sa-lute del consumatore.

In linea generale frodi alimentari possono es-sere di carattere commerciale e/o di caratteresanitario:– le frodi commerciali producono danni eco-

nomici soprattutto perché gli alimenti ven-gono venduti ad un prezzo superiore a quelloreale;

– le frodi sanitarie, invece, possono avere con-seguenze sulla salute poiché possono conte-nere prodotti di degradazione, sostanze chi-miche esogene o contaminanti microbicipotenzialmente dannosi.

Tracciare un confine netto tra i due tipi difrodi, commerciali e sanitarie, è assai difficile emolto spesso i due fenomeni sono coesistenti.Entrando più in dettaglio, le frodi vengono di-stinte nelle seguenti categorie:– le sofisticazioni consistono nel modificare un

alimento scadente per renderlo simile ad unprodotto di ottima qualità. Per ottenere questirisultati si ricorre spesso all’aggiunta di so-stanze chimiche non consentite che masche-rano colori o sapori degli alimenti. Come, adesempio, l’aggiunta di additivi (anidride solfo-rosa, nitriti) alla carne macinata o al pesceper mantenere il colore originale. In questicasi possono verificarsi situazioni di grave pe-ricolo sanitario perché anche se l’aspetto deglialimenti è ottimo, possono essere mascheratidei fenomeni degenerativi con la formazionedi prodotti della putrefazione (istamina, putre-scina, cadaverina, ecc.), potenzialmente moltodannosi. Meno dannosa è l’aggiunta di colo-ranti naturali (xantofille, carotenoidi) alla pastaper mascherare l’assenza di uova, oppure l’ag-giunta di perossido di benzoile alla mozzarellaper renderla più bianca;

– le adulterazioni modificano anche in modo si-gnificativo la composizione originale di un ali-mento, con la conseguenza che tanto il suo

Agostino MacrìLions Club Roma Ara Pacis

Le frodi alimentari: se le conosci, le eviti

E’ un fenomeno complesso e dalle molte sfaccettaturema con attenzione e buon senso è possibile prevenirlo

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valore nutrizionale quanto le sue caratteristi-che igienico-sanitarie possono subire delle va-riazioni, con grave pericolo, in alcuni casi, perla salute umana. Con l’affinamento delle co-noscenze in materia di tecnologia alimentare,è oggi possibile adulterare un alimento anchesottraendo dei nutrienti e sostituendoli con altridi minore costo, come, ad esempio, produrreformaggi utilizzando sottoprodotti, aggiungereil metanolo al vino per aumentarne il grado al-colico. Adulterazioni classiche sono l’aggiuntadi acqua al latte o al vino o l’aggiunta di olio disemi all’olio di oliva per venderlo sul mercatocome olio di oliva puro al 100%;

– le contraffazioni consistono essenzialmentenel conferire al prodotto alimentare una deno-minazione diversa da quella reale, solitamentedi un prodotto più pregiato, ovvero di formareun alimento apparentemente genuino con so-stanze diverse da quelle di cui è normalmentecomposto. Ad esempio, mettere in vendita unolio di semi con la denominazione di olio dioliva, oppure “marchiare” un formaggio co-mune con il simbolo di un prodotto a denomi-nazione di origine controllata o anche vendereper formaggio di pecora un formaggio fatto conlatte bovino. Esistono anche delle forme sub-dole di contraffazione come nel caso di “be-

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Ecco come non incorrere nelle frodi Alcuni semplici accorgimenti possono fare la differenza

Per gli acquisti rivolgersi ai canali di vendita normali (negozi, mercati rionali, su-permercati). Evitare venditori improvvisati.Prima dell’acquisto fare attenzione alle condizioni di freschezza dei prodotti. Laverdura può essere “ravvivata” spruzzando acqua e, appena arrivati a casa, siscopre che è appassita. Bisogna quindi diffidare della verdura bagnata.Per la carne e i prodotti derivati esiste la possibilità di mantenere “artificialmente”un’ottima colorazione che potrebbe mascherare processi degenerativi. Fare quindiattenzione agli odori. Un prodotto maleodorante non deve essere acquistato.Il pesce fresco deve avere le carni sode, gli occhi e le branchie di colore vivo. Lacolorazione del tonno rosso e dei crostacei può essere ottenuto artificialmente.Per evitare problemi anche in questo caso è importante l’odore che non deve es-sere sgradevole.Fare attenzione alla data di scadenza che deve essere riportata sui prodotti tra-sformati (salumi, formaggi, prodotti da forno, conserve, bevande, ecc.). Ricordareche la dizione “da consumare entro...” indica la scadenza “tassativa”. La dizione“da consumare preferibilmente entro…” significa che il consumo anche alcunigiorni dopo la scadenza non crea pericoli.Dalla lettura delle etichette si può conoscere la natura degli alimenti e il loro va-lore nutrizionale. Gli ingredienti sono riportati in ordine decrescente in funzionedella quantità presente. Nelle confezioni alle volte si esalta la presenza di un in-grediente pregiato; dalla lettura dell’etichetta si può scoprire che si trova nelleultime posizioni e quindi in realtà la quantità è molto modesta.Nelle etichette debbono essere riportati gli alimenti che nei soggetti sensibilipossono provocare allergie o intolleranze. Fare molta attenzione. Ad esempio nelcioccolato fondente se c’è del latte deve essere dichiarato.Gli alimenti per i vegetariani e i vegani vengono spesso venduti in confezioni osotto dizioni che li fanno sembrare come alimenti di origine animale. Si deve ri-cordare che il latte è soltanto quello ottenuto dalla mungitura dei mammiferi.Quelli che troviamo sotto forma di “bevande” (soia, riso, mandorle, ecc.) sonodelle “sospensioni” dei diversi vegetali in acqua. La dizione “senza lattosio” èpleonastica. Considerazioni analoghe possono essere fatte per il “tofu”, il “seitan”,gli “hamburger”, gli “straccetti” vegetali, ecc., che non hanno nulla a che vederecon gli analoghi alimenti di origine animale.

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vande” a base di soia, di riso, di mandorle ecc.,la cui dizione non sempre viene ben capita daiconsumatori che le ritengono molti simili allatte, mentre hanno valore nutrizionale diverso;

– le alterazioni consistono nello spacciare comeregolari prodotti che hanno comunque subitodelle modificazioni nei componenti o nutrienti,a causa, ad esempio, di un’errata conserva-zione: l’esempio tipico di alterazione è quellodi modificare la data di scadenza posta sul-l’etichetta, oppure di “bonificare” dei prodottiammuffiti o deteriorati e quindi metterli in ven-dita come freschi;

– infine, le falsificazioni, con le quali un prodottoviene addirittura sostituito con un altro, comenel classico esempio della margarina al postodel burro. Possono anche verificarsi casi di

vini comuni venduti come fossero di alto pregiononché l’infinita gamma di prodotti commer-cializzati in tutto il mondo con il marchio “Madein Italy”, ma prodotti in altri Paesi.

Negli interventi di sensibilizzazione alla cor-retta nutrizione che i Club Lions attuano a favoredei giovani nelle scuole o in qualsiasi altra sedeè certamente utile porre l’attenzione su come di-fendersi da prodotti che, come abbiamo visto,possono addirittura dimostrarsi dannosi per lasalute. Il decalogo che riportiamo in questo arti-colo ha proprio questa finalità: mettere in guardiail consumatore e fornirgli alcune armi perchépossa difendersi, innanzitutto attraverso un ac-quisto consapevole. Il decalogo che segue puòsenz’altro essere inserito tra i materiali di unapresentazione o distribuito agli astanti. �

L’alimentazione moderna riscopre i cibi “dimenticati”

La coltivazione di legumi e cereali del passato permette di far tornare produttivi i terreni marginali e di portare sulle nostre tavole alimenti sani e validi sotto il profilo nutrizionale

Nell’ultimo decennio si è assistito alla ri-scoperta, da parte di istituzioni governa-tive, di associazioni di agricoltori e di

consumatori del nostro Paese, di cibi, confezio-nati con prodotti dell’attività agricola tradizionale,andati nel tempo progressivamente perduti, conl’avanzare della globalizzazione, anche incampo alimentare. Tale riscoperta ha inoltrecomportato una rivalutazione delle millenarieproduzioni territoriali, unitamente alla salvaguar-dia del multiforme e splendido ambiente italico,il cosiddetto genius loci, e al mantenimento dellaindispensabile biodiversità. Un importante con-tributo all’affermazione di questi indirizzi è statodi recente portato da Expo 2015. Lionismo, inquesto Speciale Alimentazione, si rivolge parti-

colarmente ai giovani nella sua funzione edu-catrice, conformemente al motto del nostro Go-vernatore Distrettuale Tommaso Sediari: “Ut se-mentem feceris ita metes”.

Prenderemo pertanto in esame sintetica-mente le attuali coltivazione di “antichi” prodotti,fondamentali nell’alimentazione, quali quelli ine-renti i cereali e i legumi.

Tra i cereali (da Ceres, dea romana dellemessi e dei campi), un posto di rilievo riveste ilfarro, il più antico tipo di frumento coltivato, uti-lizzato come cibo dall’uomo fin dal neolitico edassai diffuso nell’alimentazione dell’anticaRoma. La sua farina (parola che derivata da

farro) veniva impiegata per preparare pane, fo-cacce (libum) e polente (puls); era il cibo di baseanche per i legionari romani e in una anticaforma di matrimonio, nota come confarreatio, glisposi mangiavano una focaccina di farro. Si di-stinguono tre varietà di farro: – farro piccolo o farro monococco (Triticum mo-nococcum),

Giuseppe Fatati Officer DistrettualeComitato Diabete

Adolfo PuxedduRedattore di Lionismo

Cereali e legumi dal saporeantico vengono seminati in diverse localitàdel distretto 108L

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– farro medio o farro dicocco o farro per anto-nomasia (Triticum dicoccum), per la sua mag-giore attuale coltivazione,

– farro grande o farro spelta o semplicementespelta (Triticum spelta).

Il farro si adatta alle zone marginali, dove iterreni non sono idonei allacoltivazione intensiva dellemoderne varietà di frumento,soprattutto per le sue modesteesigenze di fertilità del terreno,della resistenza al freddo eper un ciclo di sviluppo tar-divo; nel nostro distretto le piùimportanti aree di coltivazionisono quelle umbro-laziali, quali l’alta Valnerinae i terreni del corso superiore del fiume Corno,l’altipiano di Leonessa e i territori di confine trala provincia di Rieti e l’Abruzzo. Per le sue ca-ratteristiche organolettiche e nutrizionali, qualiil maggior contenuto proteico rispetto ad altrifrumenti (l’aminoacido essenziale metionina),di fibre e di vitamine del gruppo B, e il suo mo-desto contenuto calorico (100 grammi appor-tano circa 340 kcal) il farro viene oggi utilizzatoin grani interi, opportunamente prelavorati, perla preparazione di zuppe, minestroni, piattifreddi ad insalata, unitamente a legumi e ver-dure, mentre con la sua farina, ottenuta da unamacinazione a pietra, si ottiene un ottimo pane.

I legumi, semi commestibili delle piante ap-partenenti alla famiglia delle papilionacee (inItalia più usati fagioli, piselli, ceci, fave), sonostati definiti “carne dei poveri” per il loro conte-nuto proteico, in ferro, e soprattutto in fibre,che li rendono “alimenti sazianti”; l’elevato con-

tenuto glucidico gli conferisceinoltre un buon potere energe-tico. Oltre alle ben note lentic-chie - il legume più antico, con-sumato dall’uomo da oltre7000 anni - coltivate in ma-niera intensiva nel nostro di-stretto sugli altopiani di Castel-luccio di Norcia, ad altitudini

fino ai 1.400 m/slm, ricche di flavonoidi adazione antiossidante, più recentemente vi èstata la riscoperta di “legumi dimenticati”, qualila cicerchia e la roveja. La prima chiamata daiRomani Cicercula, nota da più di 8.000 anni,pur considerata un legume povero, ha per-messo nel passato ai contadini, in periodi dicarestia, di sfamarsi in assenza di cibi più nu-trienti. Nasce da una pianta erbacea simile aquella dei ceci, il Lathyrus sativus, assai resi-stente anche in aree tendenti alla siccità; vieneattualmente coltivata in Umbria e nel Lazio.Particolarmente ricca di proteine, contiene peròin quantità variabile una neurotossina (ODAP)termolabile, che richiede tassativamente, per

Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 39

Farro, lenticchie,cicerchia e roveja apportano alla dieta caratteristiche nutrizionali specifiche

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annullarne la sua tossicità, un lungo ammolloprima della cottura ad alta temperatura (pentolaa pressione per una prolungata cottura). Vieneutilizzata per la preparazione di zuppe e mine-stroni, in abbinamento con cereali integrali edaltri ingredienti, come aglio, salvia mentuccia,prezzemolo e passata di pomodoro (Zuppa um-bra a base di cicerchie).

Nei secoli scorsi la roveja veniva coltivatasulla dorsale umbro-marchigiana, essendo re-sistente alle basse temperature; attualmente la

Roveja di Civita di Cascia è un piccolo legumesimile al pisello, dal seme colorato che va dalverde scuro al marrone. Ha un alto contenuto inproteine, carboidrati, fosforo, potassio, con po-chissimi grassi, dal sapore che ricorda quellodelle fave. Macinata a pietra, come farina è uti-lizzata per la preparazione di una particolarepolenta, la “farecchiata” o “pesata”, condita conun battuto di acciughe, aglio ed olio extraver-gine, il giorno successivo anche affettata ed ab-brustolita in padella. �

Nel 2016 ricorre il 150° della nascitadell’agronomo e genetista Nazza-

reno Strampelli, le cui ricerche, svoltepresso la Stazione Sperimen-tale di Granicoltura di Rieti,lo condussero alla realizza-zione di decine di varietà difrumento, che denominò Se-menti Elette. Queste permi-sero significativi incrementidelle rese medie per ettaro,con benefici sulla disponibi-lità alimentare per le popo-lazioni. Una rivoluzione che oggi,

partendo dagli studi diStrampelli, è stata ripresada una nuova generazionedi agronomi ed imprendi-

tori che, con sperimentazioni sulcampo, ha individuato un’innovativastrada nella produzione consentendodi ottenere un forte incremento delfrumento raccolto. I Lions Club della V Circoscrizione –

dopo aver affrontato l’argomento il16 gennaio scorso in un convegno aRieti – hanno deciso di impegnarsi

sia per restituire alla cittàla Stazione di Genetica intermini museali e turi-stici, ma soprattutto perdare supporto alle speri -men ta zioni citate creandouna cabina di regia che la-vori con professionalità etenacia per il raggiungi-mento di questo obiettivoche potrebbe avere un im-patto importantissimosulla produzione agricolanei paesi in via di sviluppoe, dunque, nella lotta allafame.

Antonio SpadoniLions Club Rieti Varrone

Strampelli, un pioniere contro la fame nel mondoRaddoppiò la produzione dei cereali: chi ci riuscirà di nuovo?

NAZZARENO STRAMPELLI

LA ROVEJA DI CIVITA DI CASCIA

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 41

Nei giorni 28 e 29 novembre e 5 e 6 di-cembre, centinaia di Leo di Lazio, Um-bria e Sardegna, si sono “riversati” con

gioia ed entusiasmo nelle principali piazzedelle città dei loro 30 Club. Unico grande obiet-tivo: raccogliere fondi per il Tema OperativoNazionale “Leo4Children” vendendo gli ormaiceleberrimi pandorini, così da poter donare kitcontenenti materiale ludico-didattico dal valoredi 2.000 euro ai reparti di pediatria o neonato-logia delle strutture sanitarie aderenti. Lo scopoè rallegrare le condizioni di degenza dei piccolipazienti e alleviare le fatiche delle loro famigliedurante il difficile periodo del ricovero. La ven-dita nelle piazze ha avuto un altro utile risultato:la sensibilizzazione dell’opinione pubblicaverso un tema spesso trascurato.

I traguardi raggiunti negli ultimi due anni -Leo4Children è un progetto di durata triennalenato nel 2013 - sono ragguardevoli: già adottobre si stimavano 190.467 euro di fondiraccolti a vantaggio di 45 ospedali in tutta Ita-lia, con la collaborazione di più di 100 strut-ture aderenti al progetto, come evidenziatodal Coordinatore Nazionale Chiara Gallinari.

A tali cifre va ad aggiungersi l’importantecontributo dei Leo del Distretto 108 L, i qualihanno raccolto oltre un migliaio di euro in duesettimane e venduto altrettanti pandorini. Ba-sti pensare che ogni club ha fatturato nonmeno di 200 euro e che nella sola area diRoma Capitale sono stati raccolti più di 1.000euro.

Il tutto grazie al solerte operato di tantigiovani volontari, che hanno “riscaldato” colloro entusiasmo due fredde domeniche in-vernali e in particolare all’efficienza dei refe-renti distrettuali Matteo Marcotulli e ValentinaComotto. Grande apprezzamento è statoespresso dal PD Fabiola Dell’Olmo. �

Enorme soddisfazione per i Leo del Distretto e il board distrettualein merito ai risultati della vendita dei pandorini per il T.O.N.

“Leo4Children”e il grandetraguardo del 108L

Federico Maria Borgia Addetto stampa

del Distretto Leo 108L

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L’immissione delle donne nel Lions ClubInternational, come è noto, venne deli-berata alla Convention di Taipei del 1987.

Non senza contrasti! Da allora, nonostante leiniziali resistenze più o meno tenaci di larghistrati della componente maschile, la presenzadelle donne si è fatta largo nei Club. Gradual-mente. La svolta c’è stata nel 2003 quando laSede Centrale ha adottato specifiche iniziativededicate all’affiliazione femminile: workshop eseminari di studio a livello internazionale, conl’obiettivo di promuovere una significativa azionedi sensibilizzazione.

Di fatto, la componente femminile nel LCI èpassata dal 13,7% del 2003 all’attuale 25%. NelMultidistretto 108 ITALY le donne sono attual-mente 9.285, pari al 22%. Nel distretto 108Lsono passate dal 23,2% del 2012 al 25,2% del2015, in numero di 985 a fronte di 2.931 uomini.Come si evince dalla tabella, il nostro distrettosi colloca al primo posto come numero assolutoe, in percentuale, al quarto dopo i distretti Ab,Ib3 e Ib4. Stiamo assistendo dunque ad unacrescita abbastanza veloce e soddisfacente etuttavia ancora suscettibile di miglioramento.

Se consideriamo infatti che le donne rappre-sentano oltre il 50% della popolazione è auspi-cabile tentare di avvicinarsi quanto più possibilea questa percentuale di affiliazione anche neiclub lions. Vorrei, in proposito, soffermarmi bre-vemente su alcuni aspetti: – perché, a distanza di quasi cento anni dalla

nascita del LCI e a quasi trenta dalla Conven-tion di Taipei il numero di donne lions è ancoraesiguo?

– con quali modalità potremmo suscitare innuove presenze femminili il desiderio di par-tecipazione diretta?

– quali orizzonti il lionismo disegnerebbe conuna crescita numerica e qualitativa di donnelion?

La nostra Associazione ha un respiro inter-nazionale e si fonda su una visione della vita fra-terna e solidale tra le persone e i popoli; èilluminata da un’etica di servizio fedele all’impe-gno civico volontario, gratuito, disinteressato.Questi valori hanno giustificato nel tempo e nelmondo l’orgoglio di appartenenza, ed esaltato lacostante attualità del lionismo. Il We Serve,come guida e riferimento morale del nostroagire, ha di fatto tracciato un percorso di pen-siero e di azione sempre in linea con i tempi, lesfide, i costumi, i problemi complessi del mo-mento. Una storicizzazione del lionismo puòdunque aiutarci a comprendere perché, anchein un’Associazione di altissimo livello qual è la

nostra, ci siano ancora lentezze di apertura al-l’ingresso delle donne. Approfondendo oggi iltema dell’esigenza di una maggiore presenzafemminile, non possiamo dimenticare né sotto-valutare le numerose battaglie culturali, politichee sociali che le donne hanno dovuto combattereper rivendicare l’identità, e la dignità dei propridiritti e ruoli anche al di fuori della famiglia. Macome raggiungerle? Ecco il secondo interroga-tivo che il Comitato SOS Rosa dovrà affrontareper accompagnare i Club, suggerendo alcuneindicazioni.

Personalmente, credo siano necessarie mo-dalità alternative di coinvolgimento. Il primo e di-retto contagio scaturisce naturalmentedall’autenticità di vita e di relazioni di ogni socioLion nella propria Comunità. La disponibilità, lacoerenza, la passione, la creatività con cui“ama” il proprio territorio, lo rendono visibile e

PDG Agostino Inzaina Coordinatore Comitato distrettuale SOS Rosa

Il Lionismo e le donneUna presenza e un ruoloda protagoniste nell’orizzontedell’Associazione più grande del mondo

Nel nostro distrettoil 25% dei soci è “rosa”:dobbiamo puntare al raddoppio

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credibile e il radicamento nel territorio avrebbepoi come ricaduta l’opportunità di conosceremeglio ambienti, settori professionali, figure diriferimento e nuove reti di alleanze e di servizi.A questo punto sarebbe facile individuare stra-tegie ed azioni, che la fantasia potrà suggerireed attuare. Vorrei però ancora ribadire che piùimportante del cosa fare è il come proporre ilcoinvolgimento. Informare sugli scopi e la mis-sione del lionismo è la chiave che immette, chiancora non la conosce, in una casa calda e ac-cogliente, in cui le donne potranno sentirsi a pro-

prio agio. La più forte e convincente motivazioneall’adesione dovrebbe essere la certezza che èirrinunciabile, la ricchezza di intelligenze, di sen-sibilità, di punti di vista, di mentalità che le donnepossono offrire, in quanto tali. Il miglior collantedi ogni progetto è, infatti, la condivisione di idee,di sentimenti di vera amicizia. Ricerca, acco-glienza, dialettica serena e costruttiva sono dav-vero la sintesi armoniosa di relazioniinterpersonali e di progetti efficaci e duraturi.Nessuno è indispensabile, ma di certo siamo

tutti necessari, soprattutto se membri volontarie responsabili della grande famiglia Lions, unitada sempre e per sempre da aneliti di fraternità.La speranza nasce dall’amore con cui sapremotestimoniare la nostra identità nella mission enella vision del We Serve. Certi che la magia delcuore umano sia capace di trasformare ogni re-altà, facendola più bella dei sogni più belli. �

La presenza delle donnenel Multidistretto al 30 novembre 2015

Distretto totale soci donne %Ia1 2.372 562 23,69Ia2 1.912 485 25,37Ia3 2.012 385 19,84Ib1 2.426 455 18,76Ib2 1.715 337 19,65Ib3 1.947 560 28,76Ib4 1.236 336 27,18Ta1 1.932 386 19,98Ta2 1.655 367 22,18Ta3 1.613 352 21,82Tb 2.836 575 20,88A 3.376 676 19,91Ab 2.410 719 29,83L 3.916 985 25,15La 3.295 597 18,12Ya 3.448 800 23,20Yb 3.644 708 19,43

TOTALE 41.745 9285 22,24

Sono necessarieiniziative e modalitàad hoc per coinvolgere l’universo femminile

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Su Wikipedia, il cancelletto # (in spagnoloalmohadilla, tedesco Doppelkreuz, in-glese hash, nell’uso americano anche

pound, in francese croisillon) è un simbolo dipunteggiatura, costituito da segmenti paralleliincrociati, che viene utilizzato prevalentementein informatica. Nonostante l’analogia dellaforma, non deve essere confuso con il simbolomusicale # (diesis). Il carattere ha origini antichee deriva da un’abbreviatura latina (N maiuscolasbarrata) per indicare la parola “numerus” o“numero” e come tale si ritrova nei manoscrittidei secoli passati. Negli Stati Uniti, in cui que-st’uso è ancora vivo, è anchedetto number sign ed èspesso utilizzato al posto delcarattere N°. Indica una po-sizione numerica: #1 signi-fica number one (link).

Se al simbolo # aggiun-giamo una parola, otteniamoquello che adesso viene in-dicato con un neologismo largamente utilizzatoe di moda sui social network. L’ormai famosohashtag nasce nel 2007 su Twitter per creareuna sorta di indice degli argomenti più impor-tanti e successivamente si diffonde sugli altrisocial.

Pensate di entrare in un’immensa libreriaper acquistare un libro. Se volete comprare unlibro di poesie vi indirizzate verso il settore dellaletteratura, se volete acquistare un saggioscientifico andate verso il settore delle scienze.

Immaginate invece che i libri siano messi sugliscaffali alla rinfusa, il manuale di cucina vicinoalle liriche di Catullo, le Verrine di Cicerone ac-canto ai libri di fantascienza di Asimov. Torne-reste in una libreria così disorganizzata?

Gli hashtag servono proprio a questo: met-tere un pò d’ordine in un mondo, quello dei so-cial, che per numero di utenti, informazioni eiterazioni sta diventando sempre più simile aduna giungla inestricabile. Avere a disposizionemiliardi di informazioni non organizzate equivalea non averle.

Gli hashtag sono dei filtri grazie ai quali pos-siamo creare, trovare e seguire solo gli argo-menti e i temi che ci interessano, sono delleetichette (tag) che servono per catalogare con-tenuti di natura diversa quali testi e immagini.

E’ possibile utilizzarli anche per seguireeventi mentre si stanno svolgendo e chiunquevoglia avere notizie in tempo reale sui social

può inserire l’opportuna chiave diricerca.

Come vengono utilizzati gli ha-shtag nella comunicazione socialdel nostro Distretto? Abbiamocreato due tipi di hashtag: gli istitu-zionali (#Lions, #Lions108L, #We-Serve, #LionsClub, #Gov108L…) acui si aggiunge quello per ogni sin-

golo Club (#LCRomaSanPaolo per esempio) etutti quelli che a seconda del contesto possonoaiutarci a diffondere il nostro messaggio al mag-gior numero di persone. Recentemente la SedeCentrale ha creato l’hashtag #Lions100 per gliarticoli che descrivono le attività dei Club fina-lizzate ai Service del Centenario (Giovani, Vista,Fame e Ambiente). Inserendolo negli articoliche vengono pubblicati su Facebook, Twitter eInstagram è possibile far conoscere al mondocome celebriamo il nostro Centenario. �

Roberto Tamburi Officer Distrettuale Social Network

Un cancelletto fa conoscere i Lions al mondo

Quante volte navigando in internet ci siamo imbattuti nel simbolo “#” e ci siamo chiesti quale significato celasse e a cosa servisse?

Con l’hashtag i post sonosubito individuati da chi ha interesseall’argomento

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Storica visita dei Lions al quartiere Ebraicodi Roma lo scorso 20 dicembre: ungruppo di ben 72 di soci di vari Club del

Lazio guidati dall’IPDG Giampaolo Coppola edalla PDG Ida Panusa ha incontrato la Comu-nità Ebraica di Roma: la più importante delmondo, anche se non è la più numerosa. Natanel terzo secolo avanti Cristo e antesignanadelle catacombe romane in un periodo che ve-deva solo il popolo ebraico inumare i morti men-tre i romani li bruciavano, è oggi il riferimentofondamentale per tutti gli Ebrei del mondo. Nonsolo. Nella sua plurisecolare storia qualche set-timana fa, a seguito del rinnovo delle cariche diGoverno al loro interno, per la prima volta in as-soluto è stata eletta alla presidenza una donna,la dottoressa Ruth Dureghello.

La visita - nata per iniziativa del Club LionsSabaudia San Felice Circeo Host - è stata or-ganizzata all’interno del quartiere da due asses-sori della Comunità, chehanno ricevuto e guidatotutto il giorno i Lions nelMuseo Ebraico, nella Si-nagoga e nel quartiere, ol-tre che in un ristorantesito nel Portico d’Ottavia,dove sono state consu-mate alcune portate tipi-che della cucina ebraica.

La guida turistica, perl’occasione, eccezional-

mente è stata un ebreo primario Oncologopresso un importante Ospedale romano, il dottorGiacomo Moscati. Una guida dalla cultura po-liedrica, che ha illustrato tutti i contenuti del Mu-seo, pieni di storia plurisecolare ed espressionedella realtà che in giro per il mondo, e a Romain particolare, hanno vissuto gli Ebrei.

L’incontro, voluto dalla presidente della Co-munità Ruth Dureghello, ha avuto una rilevanzaparticolare sia perché lei stessa è venuta gentil-mente a trovarci per questo storico evento delrapporto Ebrei-Lions sia perché tra i visitatorierano presenti, come detto, due past Governa-tori del Distretto. Il primo Governatore donnaIda Panusa e l’IPDG Gianpaolo Coppola, i qualia nome del Club organizzatore e del Distrettohanno consegnato una targa di ringraziamentoalla Comunità. Inoltre la presenza tra i Lions delPresidente del Club di Pomezia, Abdallah Kha-led, di religione Musulmana, ha dato modo diunificare in un afflato importante le tre fonda-mentali Religioni Monoteiste.

Significativa e in certo senso emozionantela visita alle Sinagoghe, quella storica e quellapiù recente, dove peraltro stavano provando lemusiche per un matrimonio.

Infine un reciprocoimpegno ed una pro-messa: effettuare in pri-mavera un’altra visitacomprendente anche unomaggio alle Fosse Ar-deatine, dove circa unquarto delle vittime fu-rono Ebree ed i cui nomisono incisi sull’ingressoprincipale della grandeSinagoga. �

Una significativa testimonianza divicinanza umana e culturale che ha visto la presenza dell’IPDGGiampaolo Coppola, della PDG Ida Panusa e della Presidente della Comunità Ebraica della capitale Ruth Dureghello

Storica visitadei Lionsalla ComunitàEbraica di Roma

Stefano Zappalà Lions Club

Sabaudia San Felice Circeo

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Arte, cultura, sviluppo turistico ed econo-mico del territorio, solidarietà possono in-tegrarsi e creare sinergia tra loro. Spesso,

questo circolo virtuoso è generato dai nostriClub Lions che hanno da tempo intuito cometutelare e valorizzare il patri-monio artistico italiano sia unatipologia di service capace diinnescare meccanismi moltopiù ampi.

L’incontro dello scorso 5 no-vembre con il professor VittorioSgarbi a Montefalco - ovunquenota per la produzione del famoso vino Sagran-tino - presso la trecentesca chiesa di San Fran-cesco, oggi inserita in un più ampio complessomuseale, dimostra proprio questo.

La conferenza di Sgarbi (apprezzabile anchesotto il profilo umano, poiché lo storico dell’arte,nonostante la perdita della madre avvenuta il

giorno precedente e i cui funerali sarebbero staticelebrati la mattina dopo a Ferrara, non avevavoluto derogare dagli impegni già presi) ha ulte-riormente arricchito un evento di elevato impattoturistico e mediatico verificatosi durante l’estate2015: il ritorno a Montefalco, dopo 167 anni, delcapolavoro dipinto da Benozzo Gozzoli nel 1450per l’altare della locale Chiesa di San Fortunato,la Pala della Madonna della Cintola, donata nel1848 in segno di riconoscenza a Papa Pio IXdagli abitanti del comune umbro cui dal Ponte-

fice era stato conferito il titolo dicittà.

Da luglio ad oggi sono statemigliaia le persone che hannoraggiunto Montefalco e affollatoSan Francesco per ammirare laMadonna della Cintola. Del re-sto, nessuna collocazione po-

teva essere più suggestiva per quest’opera datoche proprio l’abside di questa chiesa conserva“Le Storie di San Francesco”, unanimementeconsiderato uno dei capolavori del Gozzoli.

Il dipinto raffigura la Vergine Maria Assuntain cielo, nell’atto di donare a San Tommaso lapropria cintola, come prova della sua assun-

Giuseppe Lio Officer Distrettuale

Vittorio Sgarbi aMontefalco raccontaBenozzo Gozzoli

Lo storico dell’arte parla della Madonna della Cintola e del suo ultimo libro. I Lions realizzano un service che partendo dalla cultura punta allo sviluppo economico

Dopo 167 anniil capolavoro dipintonel 1450 tornanella città umbra

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zione; la cintura, che simbolicamente collegacielo e terra, è emblema del ruolo della Ma-donna, mediatrice tra Dio e l’uomo.

Sinora collocata a Roma nella Pinacotecavaticana, la pala è stata riportataallo splendore originale dal la-voro di restauro compiuto neimesi scorsi dagli specialisti deiMusei vaticani. Un restauro fi-nanziato attraverso una sinergiad’intenti grazie al mecenatismodi un pool pubblico-privato chevedeva coinvolti il Comune diMontefalco, il Sistema Museo, il Consorzio tutelavini Montefalco, l’azienda Fabiana Filippi e ilLions Club Foligno, il cui Past Presidente, MarcoFantauzzi, durante l’annata di presidenza, avevaintuito le potenzialità di service che sarebberosorte dalla partecipazione al finanziamento: ri-lancio culturale per il comprensorio ma anchevisibilità e prestigio per il Club.

Vittorio Sgarbi, nell’incontro-dibattito condottocon stile dalla professoressa Ambra Cenci, hasviluppato le valutazioni critiche ispirategli dallaPala del Gozzoli su due linee-guida: una di ca-rattere storico-artistico, l’altra attinente la cultura

cristiana. Nel contesto della prima, sono stateevidenziate le qualità espressive del Gozzoli,sia quelle ereditate dal maestro Beato Angelico,sia quelle sue peculiari: l’utilizzo del “fondo do-rato”, “un trapasso tra il fondo dorato medievalecon la modernità, da una parte nostalgia delmedioevo, dall’altra l’ingresso nel Rinasci-mento”. Nella seconda, Sgarbi ha illustrato la“profonda cultura cristiana” del “Paese in cui vi-viamo, nel quale è raccolta la più grande con-centrazione di opere d’arte in gran parte ispiratealla cristianità”. Quindi, un monito alla società:“Toglier Cristo, significa toglier arte, cultura, iden-tità”. Un biasimo, rimarcato ai nostri connazionaliche rinnegano simboli del cristianesimo anchein edifici pubblici, in nome di un servilismo ideo-logico ad altre mentalità. Quasi un presagio -aggiungo io - delle conseguenze del furore estre-

mistico che da lì ad una setti-mana avrebbe tragicamente te-stimoniato la vicenda di Parigi,dove giovani frustrati, manipolatida altri, avrebbero seminato lamorte, invocando in maniera bla-sfema la divinità. Il professorSgarbi ha poi illustrato l’ultima

sua pubblicazione, il libro “Dal cielo alla terra;da Michelangelo a Caravaggio”, un excursusd’arte che va dalla raffigurazione della realtàcon un modello ideale, sino alla raffigurazionedi essa, come definitiva conquista del vero, rea-lizzata da Caravaggio.

Il ricavato della vendita ai presenti dei libri inoggetto, detratte le spese, è stato utilizzato dalLions Club di Foligno per finanziare un Servicededicato all’Associazione Il Sole che opera afavore di ciechi e ipovedenti, a cui il Presidenteper l’anno 2015-2016, Paolo Pani, ha conse-gnato la somma raccolta durante la serata degliauguri della stessa Associazione. �

La collaborazionepubblico-privatoè la via maestraper la tuteladell’arte italiana

B. Gozzoli, La Madonna della Cintola

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Caro Giampaolo, eccoci al seguito del mioarticolo sulla Ristrutturazione del Multidi-stretto apparso nel precedente numero

della nostra Rivista Lionismo che traguarderà icosti eccessivamente alti e altri svantaggiche detta Ristrutturazione comporterebbe. Uncordiale saluto. Mario

E’ nella riduzione delle spese che non sonoassolutamente d’accordo con Fresia e, di con-seguenza, con te: certamente si ridurrebbero lespese di viaggio per i delegati ai vari Congressi,ma queste, contrariamente a quanto affermatodal PID, rappresenterebbero solo una piccolaparte sul totale delle speseche graverebbero sui sin-goli soci che dovrebberopur sempre far fronte allespese più consistenti di al-berghi e ristoranti.

Andiamo con ordine etraguardiamo tutte le voci dispesa del nostro MD chedevono sostenere i soci; at-tualmente la quota MD per socio per l’anno2015-2016 è di Euro 46,10 e comprende unamoltitudine di voci (59) dei vari capitoli di spesafra le quali, Campo Italia giovani, Convention,Vari Comitati, Contributi Leo, Rappresentanza,ecc., ecc. Per chi desidera conoscere il totaledelle voci comprese nei vari capitoli di spesa lorimando alla lettura della “Relazione illustrativadel rendimento dell’esercizio finanziario2013/2014” apparso nel numero 4 dell’Aprile2015 della Rivista Lion e approvato nel recenteCongresso Nazionale di Bologna del 22-24 mag-gio 2015.

Il nostro PID afferma, e da te anche in questoappoggiato, che ottimizzando i costi, evitando di

copiare la struttura attuale del MD e migliorandola sua organizzazione si ridurrebbero le spese.E’ proprio sull’aspetto spese che sono in disac-cordo, come prima accennavo; infatti, se si dàuno sguardo alle varie voci di spesa dell’attualestruttura del MD si può facilmente notare comealmeno il 95% di dette voci si ritroverebberoanche nella struttura dei vari MD qualora si at-tuasse la suddivisione auspicata dall’amico Fre-sia. Onestamente mi è difficile vedere cosa sipossa cambiare o ridurre dell’attuale strutturadel MD che possa portare dei benefici econo-mici ai vari MD. D’altronde mi risulta difficile im-maginare come ogni singolo MD possa privarsidi una sua Segreteria, di una sua Rivista, deisuoi Comitati, come non debba partecipare alleConvention e ai Forum, non abbia riunioni delConsiglio dei Governatori o che il Congresso diogni singolo MD comprenda anche i Congressi

dei Distretti di cui è for-mato, non abbia le suePubbliche Relazioni o chenon aiuti economicamentei propri Leo ecc., ecc.Posso pensare che nontutti i nuovi MD organizze-ranno i vari Campi Italia pergiovani ma, ammesso chequalche MD li organizzi, i

relativi soci avranno un aggravio di spesa an-cora superiore dovendo dividere le spese in unnumero inferiore di soci.

E ancora: in caso di suddivisione ci sareb-bero anche da conteggiare le spese di un’ipote-tica Struttura Superiore, di cui parlavo sopra,con il compito di coordinamento fra i vari MD,gestita dalla Conferenza del Consiglio dei Go-vernatori, di cui il PID non fa cenno, ma di cui asuo tempo si è a lungo parlato. A parità di impe-gni e di esigenze dei vari MD con l’attuale MD,tutte le relative voci di spesa si ripercuotereb-bero su un numero di gran lunga inferiore di socicon un conseguente aumento di spesa per ognisingolo socio.

PDG Mario Paolini

’Nel casodi 4 Multidistretticrescerebberosia la spesa totalesia la quota cheil socio versa al MD

Coppola e la ristrutturazione del

Multidistretto: 2° roundSenza prevedibili risparmi e un probabile minor peso dell’Italia nel mondo lionistico, resta da chiedersi a chi possa convenire la suddivisione del 108 ITALY

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In caso di suddivisione del MD, per avereun’idea molto vicina alla realtà delle spese chegraverebbero su ogni singolo socio, tenendoconto dei dati attuali (giugno 2015) riportati dalPID Fresia in calce al suo articolo di cui parliamo,e sempre a parità di impegni e di esigenze deivari MD con l’attuale MD,avremo quanto segue:– nel MD del Nord Ovest

(7 Distretti), totale soci13.878, vale a dire circa1/3 di quelli attuali delMD (42.755), le spesedi ogni singolo socio diquesto MD aumente-rebbero di circa 3 volterispetto alla quota attuale prevista per il 2015-2016 (Euro 46,10); quindi, per lo stesso annolionistico ogni socio dovrebbe versare unaquota di circa € 138.30 (46.10x3= 138.30);

– nel MD del Nord Est (4 Distretti), totale soci8.161, cioè meno di 1/5 di quelli attuali del MD,la spesa per ogni singolo socio aumentereb-bero di oltre 5 volte arrivando ad una cifra dioltre 230 €;

– nel MD del Centro (3 Distretti), totale soci10.781, vale a dire quasi 4 volte in meno diquelli attuali, la spesa per ogni singolo sociosarebbe superiore a 184 €;

– nel MD del Sud (3 Distretti), totale soci 9.935,vale a dire circa 4 volte in meno di quelli attuali,

la spesa per singolo socioarriverebbe a più di 184 €.

Non dimentichiamoche questa è la quota daversare per ogni singoloMD cui vanno aggiunte lequote per il Distretto e perla Sede Centrale!

In relazione all’ultimopunto sottolineato dal no-

stro PID Fresia circa i vantaggi che derivereb-bero per l’Italia in caso di presenza di più MD,vale a dire “maggiore importanza in campo in-ternazionale dovuta all’accresciuto numero dirappresentanti”, anche qui ho i miei forti dubbiche questi ipotetici vantaggi si realizzerebbero;infatti, è mia convinzione che tanti piccoli MDcon un ridotto numero di soci per ciascuno ridur-rebbero l’importanza e quindi l’influenza di cia-

scuno di essi in campo internazionale; insostanza non avremmo quel peso cheha ora il nostro MD unito e con un nu-mero considerevole di soci. Concordo

con il PID quando dice che il Giappone e laCorea, grandi in estensione territoriale più omeno come l’Italia, sono suddivisi in MD e go-dono di grande considerazione in campo inter-nazionale; bisogna però aggiungere che taleimportanza deriva dal fatto che tali paesi sonodei grandissimi contribuenti LCIF! In aggiuntal’Italia non è un paese di grande estensione ter-ritoriale come l’America, il Brasile o il Canadadove è indispensabile una suddivisione in variMD. D’altronde, le grandi nazioni europee occi-dentali come la Francia, la Germania, la Spagna

non hanno suddivisioni Multidistrettuali: cisarà pure una ragione!”

Caro Giampaolo, come hocercato di dirti e come d’al-

tronde ti è già noto, io restocontrario alla Ristruttura-zione del MD Italia auspicatadal PID Fresia e da te caldeg-giata, e permettimi di dire unabugia quando affermo di non

capire perché l’argomento Ri-strutturazione seguiti ad essere

riportato a galla quasi continua-mente! Cui prodest?

Ti saluto con l’affetto di sempre,Mario. �

’MD più piccoliavrebbero ciascunominor influenza in campointernazionale

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Carissimi soci ed amici, ho notato con pia-cere che alcuni di voi, sia per iscritttoche a voce, hanno voluto commentare

la mia proposta di suddividere il nostro Multidi-stretto in più multidistretti più piccoli e funzio-nali.

Nel primo numero della nostra rivista Lioni-smo di quest’anno, ho ampiamente spiegato lemotivazioni che mi hanno spinto a formularequesta proposta, per cercare anche di solleci-tare i soci a parlare sull’argomento esprimendole loro considerazioni ed idee.

Partecipando negli ul-timi anni intensamentealla vita del distretto e delmultidistretto, ho soffertonel constatare l’esistenzadi regole e comportamentiche penalizzano i distretticon molti soci, come il no-stro.

Penso che tutti sappiamo che le decisionidel Consiglio dei Governatori vengono prese amaggioranza dei componenti, con il criterio cheogni distretto ha diritto ad 1 voto qualunque siail numero di soci che lo compone (vedasi Re-golamento internazionale dell’Associazione invigore - art. VIII, sez. 4).

A mio avviso tale Regolamento internazio-nale è necessariamente generico dovendo es-sere valido ovunque i Lions sono presenti eprescinde da specifiche esigenze dei singoli di-stretti o multidistretti. Ma il criterio, vigente nelMD Italy, a mio avviso è antidemocratico, perchénon tiene conto della consistenza numerica deidistretti e non consente la giusta rappresentati-vità ai loro Governatori e la conseguente pro-

porzionale presenza dei soci nelle varie strutturemultidistrettuali.

Oggi il criterio in vigore premia quasi semprei distretti del nord Italia, che, essendo più nu-merosi ma con meno soci rispetto agli altri,hanno comunque diritto ad un voto come i di-stretti con più soci, che sono prevalentementenel centro sud.

È accettabile secondo voi che un distrettoche conta 4.000 soci abbia lo stesso peso de-cisionale di un altro che ne conta ad esempiosolo 1.000?

E ancora: è giusto che i distretti con più socicome il nostro versino le quote più alte (perchépagate per socio) e poi le decisioni in Consigliosiano prese per distretto, visto che ogni distrettoha 1 voto?

Questa situazione si trascina cosi da troppianni e non ha mai trovato al-cuna soluzione, continuandoa penalizzare i distretti chehanno più soci.

La durata annuale degliincarichi ha aggravato il pro-blema, perché il tempo tec-nico per portare avanti lepossibili innovazioni viene

necessariamente a mancare. E cosi si procedeper inerzia e ci si lamenta tra di noi, senza farenulla.

Allora, a mio avviso, è arrivato il momentodi provare a fare qualcosa.

Nell’Unione Europea, come in tutte le piùimportanti organizzazioni internazionali, esisteed è accettato come più alta forma di democra-zia “il voto ponderato”, che tiene cioè contodella consistenza numerica degli abitanti deivari stati membri.

Allora perché non introdurre nel regolamentodel Multidistretto Italy il voto ponderato?

Ciò potrebbe risolvere, anche se parzial-mente, il problema della carenza di strategiadel Lionismo italiano, perché di fatto avrebbero

Giampaolo CoppolaImmediato Past Governatore

Distretto 108L

’Ogni distretto deve pesare in basea quanti socirappresenta

“Un distretto = un voto”,criterio antidemocratico

quello vigente nel MultidistrettoLa suddivisione è l’estrema ratio qualora non si condivida un nuovo meccanismo decisionale che riesca a garantire

la giusta rappresentanza ai distretti più grandi

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maggior peso decisionale i distretti con più soci,che potrebbero fare da guida a tutti i Lions ita-liani.

Una soluzione alternativa, ma poco pratica-bile, potrebbe essere quelladi suddividere il nostrogrande distretto in tre di-stretti, coincidenti con leRegioni attuali, e quindicosi contare di più avendopiù voti.

Ma perché separare ilLazio dall’Umbria e dallaSardegna, ammesso che i regolamenti vigentilo consentano, dopo che si sono instaurati datempo rapporti di amicizia e di collaborazioneche fatalmente scomparirebbero nel tempo?Questa indicazione per me è inaccettabile an-che se può trovare sponda favorevole inqualche socio che aspira all’autonomiae all’isolamento.

Se la proposta di adottare nel MDil voto ponderato non andasse a buonfine, altra possibile soluzione, ma soloper una questione di equità finanziaria,sarebbe quella di far pagare le quotemultidistrettuali per distretto e nonper socio. Ma il problema decisio-nale ed operativo non sarebbe co-munque risolto.

Quindi l’estrema ratio diventainesorabilmente la suddivisionedel Multidistretto Italy in multidi-stretti più piccoli.

Quanto alle considerazioni fattedal PDG Mario Paolini in merito allasuddivisione del MD Italy, vorreisolo fare notare che i costi mag-giori paventati, eventuali e tutti dadimostrare, sono assolutamentetrascurabili di fronte alla sceltastrategica e fondamentale di con-tare quanto meritiamo nel pano-rama del Lionismo italiano. E co-munque credo che non potrà esserequalche euro in più o in meno a in-fluenzare il nostro destino.

Inoltre è possibile, con una orga-nizzazione più moderna e con stru-menti tecnologicamente più avan-zati, ottenere addirittura deirisparmi nella determina-zione delle quote deinuovi possibili MD.

Ciò potrebbe esserevalido già da adessoper il nostro attuale

Multidistretto, se solo si avesse voglia di affron-tare il problema.

Su questo tema sono pronto a confrontarmicon chiunque voglia in altra sede.

Concludo nella spe-ranza che ci possa esseresull’argomento una con-vergenza di tutti noi socidel Distretto 108L su unaposizione comune solo edesclusivamente per il benedel nostro grande distretto.

Approfitto per augurarea tutti i soci, alle loro famiglie e

agli amici lettori uno splen-dido 2016 ricco di grandisoddisfazioni e di tantasalute. �

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’Il “voto ponderato”è la soluzione pergarantire un corretto equilibrio nel MD

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Quali le problematiche ambientali, di sicu-rezza e salute in una industria per la pro-duzione di alluminio primario? Sarebbe

lungo e tortuoso spiegarne i presupposti: la-sciamo i dettagli ai cultori dei processi industriali:mi limiterò ad enunciarne in parole semplici lepeculiarità.

Nello schema produttivo a blocchi abbiamovisto come servano 4 Kg di Bauxite per produrre2Kg di Allumina e come servano 2 Kg di alluminaper produrre 1 Kg di alluminio metallo.

La molecola dell’allumina (Al2O3) è formatada un forte legame tra 2 atomi di Alluminio e 3atomi di Ossigeno. Dunque è necessario sepa-rare l’alluminio dall’ossigeno per ottenere il soloalluminio. Come? Mediante un processo di elet-trolisi (o rottura di quel legame con utilizzo dielettricità). Questo avviene in un contenitore ocella dove l’allumina viene versata in un mezzofluido composto da minerali di criolite e compostifluorurati portati a 950°C di temperatura con im-piego di grande quantità di energia elettrica: l’al-luminio migra e si deposita sul fondo della cella

(catodo) e l’ossigeno si evolve verso l’altro polo(anodo). Ogni cella (8 x 3 x 0.5 m, vedi fotoprima e dopo copertura) produce mediamente 1ton /giorno di alluminio.

E’ proprio durante il processo di elettrolisi chescatta il primo problema ambientale: Il fluoro.Questo elemento si libera nell’atmosfera e si uni-sce con le molecole d’acqua normalmente pre-senti a formare Acido Fluoridrico.

Lo schema seguente, con celle scoperte, mo-stra il flusso dei fumi e gas all’interno di una saladi elettrolisi.

Circa 6000 m3/h di acqua di mare investivanoi fumi prima della loro uscita all’esterno con unabbattimento del 96% degli inquinanti. Ma è pro-prio su quel 4% residuo che si concentrò l’atten-zione.

In effetti, dato il notevole flusso d’aria versol’atmosfera (operato da 164 abbattitori) dalle duelinee di elettrolisi (circa 30 ricambi ora dell’ariaambiente) alcune centinaia di tonnellate anno dipolveri e gas si disperdevano nell’ambiente. Ilfluoro ha notevoli effetti su diversi vegetali ma inparticolare sulle foglie della vite e sui denti e leossa degli animali erbivori ove progressivamenteprende il posto del Calcio. Gli effetti non tarda-rono a manifestarsi all’inizio degli anni ’80. In-tense campagne di rilevamento su un raggio di10 Km portarono l’Azienda a pagare proporzio-nali danni a viticoltori ed allevatori.

PDG Giampiero Peddis

Io e l’Ambiente 2I leader devono essere liberi dacondizionamenti, disponibili, mai scettici,nella convinzione che nel rispetto

reciproco e in armonica condivisione i risultati arrivano

Prima e dopola copertura

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Dovevamo considerare vie alternative per lasalvaguardia dell’ambiente esterno ed interno.In particolare una continuava ad attirare la nostraattenzione: l’allumina (proprio la materia primautilizzata in produzione). Questa fine polverebianca ha tra le altre caratteristiche quella dicomportarsi come il carbone attivo cioè captaed ingloba altre sostanze. Intense sperimenta-zioni mi videro impegnato in fabbrica e in altrerealtà produttive per studiare il comportamentodella “nostra” allumina verso le “nostre” sostanzeinquinanti.

L’allumina funzionava come previsto! Le cellevennero coperte e da quella sorta di cappa lepolveri e i gas aspirati e convogliati verso tre soliimpianti di abbattimento: l’allumina pura veniva“sparata” controcorrente all’interno del condottofumi (vedi schema e foto) prima dell’ingresso aifiltri. In questo ambiente fortemente concentratodi polveri e di gas l’allumina si trovava a suo ag-gio captando ed inglobando fluoruri ed altre so-stanze. Il tutto, recuperato mediante semplici filtriper polveri, poteva essere reimpiegato in produ-zione con evidente vantaggio economico.

Finalmente i campionamenti e le analisi regi-stravano il 99,7 % di rendimento: le emissioniinquinanti non facevano più paura!

La stessa sorte toccò alle temutissime polveri

“nere” provenienti dalla fabbrica elettrodi (con-tenenti, tra le altre sostanze, Idrocarburi PolicicliciAromatici alcuni dei quali cancerogeni) ove, nel-l’impianto di miscelazione dei vari composti, lamedesima tecnica utilizzava la frazione più finedel coke di petrolio con un abbattimento degliinquinanti del 99,9 %. Anche in questo caso iltutto reimpiegato in produzione.

Dunque un riciclaggio integrale e … i camininon fumavano più!

Il metodo unito al formidabile lavoro di gruppoaveva mostrato tutta la sua efficienza, l’obiettivoera stato centrato. Lasciai l’azienda in una fa-vorevolissima posizione ambientale e benchmarkmondiale ALCOA per il controllo dell’ambientesia esterno che interno.

E noi Lions? Attraversiamo un difficile mo-mento “ambientale” sul quale dobbiamo metteremano con intelligenza. Dobbiamo porre atten-zione alle defezioni e abbandoni di tanti Amici:studiarne i motivi non significa aver raggiunto loscopo. Fatte le dovute considerazioni è neces-saria organizzazione, disponibilità al dialogo co-struttivo, molta umiltà ed azione disinteressata.Ricordate il caso “Apollo 13” (…Huston abbiamoun problema…) niente chiacchiere ma lambic-carsi il cervello, esprimere idee finalizzate a pro-poste fattibili: azione efficace per invertire la rotta.

E’ mia convinzione che i nostriAmici abbiano necessità di essereconsiderati, essere convinti di va-lere e sentirsi importanti nel Clubpiù di quanto essi pensino: mi sentoimportante, sono considerato tale,dunque valgo!

Il management aziendale colsei suggerimenti e fece ciò che do-veva essere fatto: così i leader diClub e del Distretto devono essereuomini e donne liberi da condizio-namenti, disponibili, mai scettici(tranquilli, le soluzioni sono dietrol’angolo) nella convinzione che, nelrispetto reciproco ed in armonicacondivisione, i risultati arrivano.

A sostegno di queste mie con-siderazioni lionistiche, nel prossimonumero riferirò di quanto operato,con eccellenti risultati, nel campodella prevenzione infortuni e igienedegli ambienti di lavoro. Ne legge-rete delle belle cari amici e careamiche Lions! �

Nota. Le foto sono tratte dal depliantALUMIX “L’Alluminio, La Sardegna,L’Ambiente”.

Finalmente i campionamenti e le analisi registravano il 99,7 % di rendimento: le emissioni inquinanti non facevano più paura!

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DA OSVALDO DE TULLIO (Storia e realtà del lioni-smo in Italia - 1994)

Perseguire il successo…“Il successo nella vita non può essere esa-

sperato… un limite viene posto in questa propo-sizione: questo limite è nei concetti di giustizia(giuste retribuzioni egiusti profitti) e nelladignità e nell’onoreche non possono maiessere compromessida una esagerata tu-tela delle proprie ra-gioni che devonoessere sempre leal-mente e corretta-mente perseguite”.

DA BRUzIO PIRRONGELLI (Seminario Presidenti esegretari - giugno 1994)

Ricordare che nello svolgere…“La parte più difficile della proposizione è: es-

sere sinceri con se stessi. Talvolta nascondiamoa noi stessi e, senza volerne tener conto, gli in-

successi, le in-sicurezze e idubbi del pro-prio operato.Qui si manife-sta la debo-lezza umana.Dobbiamo fareuno sforzo pernoi e per glialtri per cercaredi conoscere lenostre vere ca-

pacità e sapere ciò che vogliamo”.

DA OSVALDO DE TULLIO (Storia e realtà del lioni-smo in Italia - 1994)

…nello svolgere la propria attività, non sideve danneggiare quella degli altri…

“A nessuno può essere consentito, nell’eser-cizio delle proprie facoltà, da quelle di impresaeconomica all’esercizio delle più banali attivitàquotidiane di ledere le altrui sfere umane e giu-ridiche. Il concetto espresso nella proposizioneè quello che sta a base e fondamento dellanorma giuridica che esprime un limite alla libertàdel singolo”.

DA ALDO VILLANI (We Serve - XXXVII CongressoDistrettuale, Gaeta - 1996)

…essere leali con tutti, sinceri con sestessi…

“Noi Lions rappresentiamo una categoria dicittadini a cui non è dato d’infrangere certe re-gole... Le nostre scelte, le nostre decisioni, do-vranno essere prese più delle volte anchecontro il nostro interesse. In questa società incui i valori, gli ideali… vanno sempre più sce-mando, si corre il rischio che queste parole pos-sano essere interpretate come idealismi fuoridel tempo. Questo rischio i Lions devono cor-rerlo”.

Pratica dell’etica 3Professionistieccellenti e lions esemplari

Un lion deve saper anteporre il bene comune all’interesse personale,deve ricercare il successo – poiché poi sarà proprio quel successoche egli metterà al servizio degli altri – ma lo deve fare nel pieno rispetto di tutti gli individui con i quali entra in relazione

BRUZIOPIRRONGELLI

OSVALDODE TULLIO

ALDOVILLANI

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Vi sono due proposizioni della nostraetica che meritano accenni particolariper diffondere la loro pratica.

“Perseguire il successo, domandare legiuste retribuzioni e conseguire i giustiprofitti senza pregiudicare la dignità el’onore con atti sleali e con azioni menoche corrette”

Fino a che punto è lecito perseguire ilsuccesso?

I confini dell’agire per affermarsi nella vitasono stabiliti dai concetti di giustizia, di di-gnità e di onore, che non devono esserecompromessi da una eccessiva tutela delleproprie ragioni.

La proposizione etica potrebbe apparirecalvinista perché spinge alla ricerca del suc-cesso attraverso il profitto, ma l’aggettivo“giusto” definisce l’adeguatezza delle retribu-zioni e dei profitti alle prestazioni rese.

Tuttavia il concetto di giusto è fragile e di-pendente dall’interpretazione personale, percui dobbiamo accettare il principio che la no-stra libertà finisce dove inizia quella degli altrie solo allora si può imboccare la strada dellagiustizia.

Il significato di “dignità” ed “onore”, in-vece, dà al lavoro il dovuto risalto che perònon deve valicare i confini della lealtà, che èfranchezza e sincerità impregnata di onestà;a volte purtroppo emerge il sospetto che ta-luni cerchino nel lionismo un successo nonottenuto nella vita professionale e, se così

fosse, saremmo di fronte a soci senza qua-lità e dunque senza peso specifico per la no-stra associazione.

Di fronte a queste persone occorre com-portarsi con la maggiore modestia e mode-razione, dando loro poca importanza rispettoa quella che pretendono e minimizzando laloro presunzione.

“Ricordare che, nello svolgere la pro-pria attività, non si deve danneggiarequella degli altri; essere leali con tutti,sinceri con se stessi”

La parte della proposizione più difficile daattuare è “essere sinceri con se stessi”. Tal-volta nascondiamo a noi stessi gli insuc-cessi, le insicurezze e i dubbi del nostrooperato, mentre sarebbe più semplice capireesattamente ciò che vogliamo e valutare sele nostre risorse e le nostre capacità ci con-sentono di raggiungere il risultato voluto; esarebbe anche più semplice ammettere ipropri insuccessi, che capitano a tutti, piut-tosto che nasconderli a chi cercherà di sco-prirli.

Il successo deve essere originato dal la-voro quotidiano, non da tattiche che procu-rano ingiusti vantaggi in spregio delle normegiuridiche e morali.

“Sincerità” significa perseguire la ricercadi ciò che è giusto, senza inquinamenti disorta: siamo sempre sinceri? Quante voltefacciamo credere di essere capaci di fare epoi non riusciamo a svolgere i compiti asse-gnatici? Quanti chiedono e ricevono incarichiche poi non svolgono?

Richiamiamoci alla coscienza di ciascunodi noi perché tornare alla coscienza è il se-greto dell’uomo: è lì che incontra se stessoe forse più di se stesso.

E a se stessi non è facile mentire. �

PDG Alberto Maria Tarantino

Comportamenti vincenti Comportamenti perdenti

Preferisco perdere stando nel giusto piuttostoche vincere comportandomi ingiustamente

Non posso comportarmi giustamente in un mondo di persone ingiuste

Voglio essere stimato per la mia lealtà Se mi comporto lealmente gli altri potrebbero approfittare della mia lealtà

Posso cedere il mio interesse solo se quello altrui è superiore al mio

Devo salvaguardare il mio interesse perché così fanno tutti

Mi vergognerei davanti a tutti se ottenessi un profitto in modo illecito

Il profitto è un successo personale e non intendo rinunciarvi a nessun costo

Conosco i miei limiti e rischierei la mia credibilità se li prevaricassi

La mia coscienza mi dice che devo sfruttare tutte le occasioni

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Le serate di fine anno lionistico, dedicatealla cerimonia del passaggio di campana(alias di consegne) tra vecchio e nuovo

Presidente, tra vecchio e nuovo Consiglio Diret-tivo, sembrano tutte uguali: in genere ben orga-nizzate, con apertura agli altri Club e/o a personenon Lions, si snodano tra i dati dell’anno che siconclude (spesso un po’ enfatizzati) raccontatida un complimentato Presidente uscente, la pre-miazione generosa dei suoi collaboratori e gliaccenni emozionati del Presidente entrante.

Ho detto che tali seratesembrano tutte uguali, ma inrealtà, se vengono osservatecon occhio attento, risultanotutte diverse, con spunti peruna ulteriore riflessione delcronista invitato per reali opresunti meriti lionistici. Provoa scrutare tra le pieghe di al-cune serate a cui sono stato invitato nello scorsoanno lionistico.

Cominciamo dal Roma Tyrrhenum, gloriosoClub romano (1961), che ha abbinato il 18 giugnoCharter e passaggio della campana. Un socio diantica appartenenza, celebrando la Charter, hatestualmente concluso: “Un mio grande sogno èdividere la città di Roma in 4 club con almeno100 soci ciascuno; pensate che rivoluzione averedelle conviviali con almeno 150 partecipanti; que-sta sarebbe vera innovazione e non la costitu-zione di nuovi club con 6 soci!”. Accorpare i clubin vista di grandi iniziative e di maggiore visibilità?Perché non pensarci, non solo a Roma ma an-che in altre parti del territorio nazionale interes-sate dallo stesso problema, con pragmatismo esenza soverchi piagnistei spesso dettati da ra-gioni prettamente individualistiche? Ci pensino iGovernatori, ricordandosi che esiste una proce-

dura internazionale e può essere acquisito, senecessario, il parere della Commissione MD Af-fari Interni.

Proseguo con il Roma Amicitia, il cui Presi-dente, animato da una forte spinta ai service,dopo aver ricordato che la Regione Lazio ha in-globato nella dotazione delle autoambulanze ilpagamento dell’abbonamento per l’utilizzo anchein futuro delle apparecchiature donate dal clubper la teletrasmissione a distanza dell’elettrocar-diogramma, ha invogliato il club a proseguirenelle raccolte fondi esclamando: “E’ prassi che ilPresidente uscente, in occasione di questa se-rata, consegni agli intervenuti un piccolo ricordodella stessa; io non l’ho fatto perché la cifra de-stinata ad acquistare tale ricordo verrà da meversata sul conto service del club; quindi anche

voi stasera avete contribuito aqualcuno dei nostri futuri ser-vice”. Un modo intelligente pereliminare i troppi orpelli checaratterizzano questo tipo diserata e che, probabilmente,rischiano di offrire un’imma-gine distorta dei Club chesono nati per svolgere attivitàdi servizio nell’ambito di un’As-

sociazione che, in quanto a servizio, è conside-rata la più grande ed affidabile del mondo?

Continuo con il mio Roma Pantheon, nato nel1988 come club misto all’indomani della storicasvolta di Taipei, che da alcuni anni celebra laCharter (ed il passaggio di campana) in localitàdiverse dalla propria sede e dal proprio bacinoterritoriale: Charter per così dire itineranti, prece-dute da visite artistiche ed architettoniche (loscorso anno a Nepi), notevolmente partecipateda soci di altri club. L’aspetto tuttavia più singolaredi una formula che, al momento, non mi risultaavere proseliti, è costituito dal fatto che la cele-brazione è affidata ad un conduttore, coadiuvatoda alcuni soci scelti per l’occasione, i quali ven-gono chiamati al microfono per sottolineare dalproprio punto di vista alcuni aspetti ritenuti dalconduttore meritevoli di illustrazione. �

…continua

PDG-GWA Bruno Ferraro

Gocce di Lionismoe motivi di riflessione raccoltiin alcuni passaggi di campana

Anche una cerimonia apparentemente sempre uguale può rivelarsi ricca di idee per innovare il nostro modus operandi

’Eliminiamo gli inutili orpelli a favore delle attivitàdi service

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Oggi essere giovani significa vivere,spesso, in una condizione di incertezzae di marginalità sociale negativa che ri-

schia di annullare le capacità di una generazioneintera, «perché se tutti parlano male di te e dellatua generazione, non ti viene voglia di metterein atto qualcosa di diverso». La condizione peg-giore per i giovani italiani è quella di rimanereinattivi e inoperosi, senza vere opportunità, permettere alla prova le proprie abilità, il propriosaper essere e saper fare; incoraggiare questoatteggiamento per mancanzadi attenzione pubblica, ca-renza di adeguati strumenti eoccasioni rischia di produrredemotivazione oltre che im-poverire le competenze, il ca-pitale umano e sociale.

La mia esperienza diretta,invece, mi mostra il forte de-siderio dei giovani di reagire a questo stato dicose. Infatti, ogni anno, dal mese di ottobre almese di giugno, in coincidenza con l’anno sco-lastico, il Lions Club Tivoli d’Este si impegnamensilmente a contattare le scuole superiori delComune di Tivoli per coinvolgere gli studentimaggiorenni in un progetto di raccolta del san-gue che finora ha avuto ottimi risultati. Il progettoè frutto di una collaborazione fra il club e i diri-genti scolastici di alcuni istituti superiori che,

grazie all’impegno dei propri docenti, riesconoa portare ogni mese presso l’Ospedale di Tivolicirca 30/40 ragazzi. Le sacche di sangue rac-colte sono circa 300, con una percentuale bassadi giovani impossibilitati alla donazione, pari acirca il 6% sul totale. Com’è evidente, i dati sonopositivi ed incoraggianti per due motivi: innanzi-tutto, i ragazzi sono attenti alla propria salute einoltre, in una società caratterizzata da profondoindividualismo, la scuola ha il merito di fareopera di sensibilizzazione verso i giovani.

In questi ultimi anni, nei giovani stessi è au-mentata la consapevolezza che il successo pro-fessionale non dipende solo dal titolo di studio,ma anche da competenze che si acquisisconofuori dalle mura scolastiche mettendosi diretta-mente alla prova con la realtà lavorativa e so-

ciale. “L’impressione è chein Italia ci sia un’ampia do-manda di partecipazionesociale dei giovani chenon ha finora trovato ade-guati strumenti di valoriz-zazione”. (2013-2014 -Rapporto giovani dell’Isti-tuto G. Toniolo: “La condi-

zione giovanile in Italia”).Il 5 dicembre è stata celebrata la Giornata

Internazionale del Volontariato, da dove èemerso che i giovani italiani si impegnano di piùrispetto al passato: per le persone di età inferioreai 35 anni il tasso di partecipazione alle attivitàdi volontariato si colloca infatti fra il 10 e il 12%,che rimane comunque inferiore a quello degliadulti. La stima complessiva dei giovani di etàcompresa fra i 14 e i 29 anni che fanno volonta-

Giovani e volontariato:da qui parte l’impegno

per il cambiamentoSostenere la crescita delle nuove generazioni è parte integrante dellanostra missione: dobbiamo lavorare per risolvere le loro problematiche

Leda Puppa Rettighieri Delegato Governatore

Convention 2019

’Tra i ragazzi è forte la voglia di dovere socialeSta a noi creare le opportunità

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riato è di 1.050.000 persone. (10/12/2015 - Gio-vani e volontariato)”.

Piuttosto si dovrebbe riflettere sul fatto cheil tasso di volontariato dei giovani italiani è infe-riore a quello dei loro coetanei che vivono nelNord Europa o negli Stati Uniti e, a questo pro-posito, giova ricordare che ben poco viene fattonelle scuole per promuovere tale attività fra glistudenti. Negli Stati Uniti, ad esempio, il contri-buto ad azioni comunitarie è riconosciuto nelcurriculum scolastico e consente ai giovani diacquisire crediti formativi; più in generale, nei

paesi anglosassoni e dell’Europa del Nord il vo-lontariato è valorizzato e sostenuto dalle istitu-zioni e la sua pratica viene premiata soprattuttofra le nuove generazioni. (I numeri dell’impegnoin Italia, a cura di Lorenzo Maraviglia, Ufficio diStatistica della Provincia di Lucca).

I giovani sono un tema su cui dobbiamo fo-calizzare la nostra attenzione “non facciamoabbastanza – dice il Presidente Yamada – perattrarli. Dobbiamo invece impegnarci con azionidi promozione specifiche per mostrare loro legrandi opportunità che il Lions offre per serviretutti coloro che al mondo si trovano nel bisogno.”Dobbiamo riflettere maggiormente sul fatto chesostenere il percorso di crescita delle giovanigenerazioni non può essere solo effetto secon-

dario dell’impegno nell’azione volontaria,ma parte integrante della nostra mis-

sione, per cui va impostato un rapportonuovo sulle reali problematiche della

gioventù. I giovani portano entu-siasmo, coraggio d’impresa con

proposte innovative, hanno ilsenso del futuro.

Probabilmente non sa-ranno i Lions da soli a

trovare le soluzioni aiproblemi giovanili, madal dialogo continuo,rispettoso con essi,

potrà scaturire qualcheconcreta soluzione.

Una cosa possonofare subito i Lions: offrire

ai giovani opportunità chenon risultino solo speranze,

ma indicazioni pratiche. Quelloche ne può derivare è la perce-zione per i giovani di aver dato va-lore aggiunto alla propria crescitaed alla propria vita arricchendoladi nuove esperienze, acquisendonuove competenze, capacità re-

lazionali, magari spendibili sulmercato del lavoro. Insommatanto per i giovani, quanto peri Lions fare del bene, facen-dosi bene! �

Inserire il volontariatonel curriculum scolasticosarebbe uno stimolomolto importante per tutti i giovani

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Non credo di offendere alcuno se ritengoche il nostro atteggiamento più diffusonei confronti della natura sia essenzial-

mente pragmatico. Ci comportiamo tuttora comese la considerassimo una risorsa apparente-mente inesauribile, questa natura dalla qualetraiamo sostentamento, modificandola a nostropiacimento per rendere la vita più facile e grade-vole. E senza mettere in moto inopportuni sensidi colpa, sia nei confronti del futuro da conse-gnare alle prossime generazioni, sia nell’imme-diato, per i danni che certi comportamenti pos-sono causare all’ambiente,fuori e per quanto possacoinvolgere l’ambiente stret-tamente familiare, o tutt’al piùpaesano o di quartiere.

Al massimo la nostra co-scienza collettiva si esprimealzando la voce per intimarealle nostre autorità più pros-sime, di contrastare localmente gli inquinamenti,i dissesti idrogeologici e quant’altro possa mi-nacciare da vicino il nostro benessere.

Oh sì! Certamente tutti siamo sommaria-mente informati, non senza qualche fastidio, suitemi del riscaldamento globale, della necessitàdi preservare l’acqua potabile, della desertifica-zione, del problema di trovare fonti energetichealternative prima che si esauriscano quelle nonrinnovabili. Tutto questo lo sappiamo, ce nehanno fatto una testa così - ci organizziamo an-che bei meeting -, ma per la maggior parte dinoi, finché esce acqua dai rubinetti, il distributoresotto casa ci aspetta per il pieno, fuori della fine-stra vediamo alberi in fiore e prati verdi, sonopreoccupazioni troppo lontane nel tempo e nello

spazio perché valga la pena di perderci ancheun’ora di sonno.

Certo, questo sbilenco e insolito autunno ciha immerso in una salamoia di nebbie puzzolenti!E beh? Qualche provvedimento scocciante, matemporaneo, di limitazione del traffico in attesadi una piovosa e ventosa perturbazione e, voilà,spazzato via ogni problema. Se ne riparlerà laprossima volta. Siamo pratici!

A darci una sonora sveglia è però intervenutoun insolito grido. Un’enciclica papale, che nes-suno può ignorare sia credente o no, che iniziacitando il cantico delle creature di San Francesco“Laudato si”: “Laudato si’ , mi’ Signore, per soranostra madre terra, la quale ne sustenta et go-verna, et produce diversi fructi con coloriti fioriet herba”. Anche chi non l’ha letta sa che il do-cumento affronta direttamente il problema nella

sua carne viva, “il grido dellaterra” maltrattata e saccheg-giata, che è anche “il grido deipoveri” perché la loro vita nonvada perduta e con essa lavita di tutti.

Nel documento il Papa sirivolge certamente ai fedelicattolici, riprendendo le parole

di San Giovanni Paolo II là dove ammonisce “icristiani avvertono che i loro compiti all’internodel Creato sono parte della loro fede”, ma si pro-pone specialmente di entrare in dialogo con tutti,non solo con i proverbiali “uomini di buona vo-lontà”, che già sarebbe una limitazione, chie-dendo proprio a tutti di interrogarsi sul sensodell’esistenza su questa terra e sui valori allabase della vita sociale, ammonendo che la ri-sposta, per essere risolutamente efficace, nonpuò che essere unitaria da parte di tutti i potentatidel mondo.

Anche una sommaria trattazione della strut-tura e dei temi trattati nelle oltre 180 pagine del-l’enciclica sarebbe incompatibile con gli spazidestinabili all’argomento nella rivista. Ciò che mi

Laudato si’,la naturacome CreatoIl monito di Papa Francescoaffinché la vita di tuttinon vada perduta

’Il grido della terramaltrattatae saccheggiataci interpella

Giampiero MirabassiRedattore di Lionismo

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preme è tentare una risposta alle voci criticheche si sono levate da più parti, circa i riferimenti“scientifici” sulle condizioni attuali del Creato im-putabili all’egoismo e all’avidità dell’uomo, non-ché sull’ingiustizia e disparità nell’accesso e di-stribuzione delle risorse, con riflessi devastantisul degrado ambientale a carico dei paesi piùpoveri, riassumibili nell’eguaglianza degrado am-bientale=povertà.

Si rileva, non senza intento polemico, chenelle note al testo non siaccenna mai a pubblica-zioni o studi accademici,ma solo a Conferenze epi-scopali delle più varie partidel mondo, che nell’ambitodella comunità scientificainternazionale non hannoalcuna autorevolezza. Nonmanca poi chi segnala che non si può comunquetornare indietro e che anche se si potesse tornareai livelli di produzione e inquinamento del 1960,poniamo, il panorama non cambierebbe, stanteil raddoppio della popolazione mondiale interve-nuta da allora ad oggi, tema “sorvolato” dall’en-ciclica, e che il maggiore tasso di inquinamentolo producono paesi come la Cina , protagonista,come altri paesi ex poveri, di un tumultuoso svi-luppo economico.

Tutte le critiche paiono però dimenticare unfatto: l’enciclica non può essere letta come undocumento di economia, di sociologia, di stati-stica, o di quel che vogliamo, perché è e restanella sua essenza un documento pastorale. E’inutile cercarci dati numerici precisi per tentareun approccio teorico/deduttivo alle materie trat-tate, oppure un’indicazione precisa di come ri-solvere i problemi. L’enciclica cita fatti determinaticon il supporto della documentazione fornita dallediverse conferenze episcopali, avvalendosi cioè

di chi è a diretto contatto con i problemi concretiche osserva nelle loro dinamiche e in ordine aiquali riceve lamentele da parte delle popolazioni.Popolazioni le cui risorse vengono spesso de-predate, lasciandole sole ad affrontare i problemiambientali che ne derivano (tema questo che èstato ampiamente dibattuto anche in ambito lio-nistico). Donde la legittimità della summa divisiotra paesi ricchi e paesi poveri, su cui ricadono inmodo più grave e pesante gli effetti della crisi

ecologica. E in questosenso particolare l’enci-clica è “scientifica”. Ciòche stupisce è inoltre l’in-sistenza dei media sui pro-fili di allarme ambientale esociale su cui l’enciclicabasa le sue tesi, mentrevengono trascurati total-

mente i contenuti e gli aspetti teologici, che evi-denziano la sostanziale unità e inseparabilità traCreatore e Creazione e la responsabilità del-l’uomo, dinanzi a Dio, in quanto creatura e altempo stesso custode della creazione dalla cuiaccorta fruizione nessuno può essere escluso.

Come se il Papa tirasse in ballo Dio, in omag-gio alla sua doverosa funzione di Pastore, comepretesto per parlare d’altro, il che non è!

Comunque la si pensi è difficile sfuggire alfascino morale ed intellettuale che promana dalla“Laudato Si’”, un’enciclica che, pur scritta inprosa, ha la struttura di un poema e non a casosi apre e si chiude con due testi poetici, a partiredall’invocazione di San Francesco, per finire conuna stupenda preghiera al Dio Creatore “...inse-gnaci a contemplarTi nella bellezza dell’universo,dove tutto ci parla di Te... mostraci il nostro postoin questo mondo, come strumenti del Tuo affettoper tutti gli esseri di questa terra, perché nem-meno uno di essi è dimenticato da Te”. �

’I grandi temidella crisi ecologicaoccupano molti meetinganche dei club Lions

UNA STAZIONE DELLA VIA CRUCIS ALLESTITA AL MONTE SANT'ANTONIO SU INIZIATIVA DEL LIONS CLUB "MACOMER"

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Il Boccaccio racconta la storia d’un ebreoche un suo amico cristiano voleva convertire.L’ebreo stava per accettare il Cristianesimo,

quando, prima di impegnarsi a fondo, espressela volontà di andare a Roma per conoscere davicino la condotta del papa e dei cardinali. Ilcristiano rimase spaventato e pensò che tutti isuoi sforzi sarebbero stati vani, qualora l’ebreoavesse veduto la vita dell’alto clero romano.L’ebreo però volle andare lo stesso e vide ognicosa.

Ritornato, mentre l’amico cristiano si atten-deva chissà quali impressioni, ebbe questainattesa risposta: “Se la fede cristiana non èstata distrutta dalle miserie che ho veduto aRoma tra il clero, e anzi si èsempre più rinforzata, dev’es-sere proprio di origine divina”.

E l’ebreo si convertì. “La Chiesa è santa, non

sempre è stata ed è maestra”,frase pronunciata da GiovanniXXIII alla mia presenza alloraintrodotto nel mondo ecclesiastico, anche a li-vello alto e discreto. Nei secoli passati, la fedeveniva giudicata nelle sue eterne verità, nellasua dottrina e nei suoi comandamenti. Ai nostritempi, invece, troppo assorbiti dall’aspettoumano delle cose, il Cristianesimo resta com-promesso dai cattivi cristiani. Le loro freddeazioni, le loro esagerazioni impressionano piùche il Cristianesimo stesso. Modernamente, lagrande maggioranza giudica la fede cristiananon in se stessa, ma da coloro che si diconocristiani e che sono invece troppo sovente cri-stiani esteriori, di facciata.

Il Cristianesimo è religione d’amore; nonanimosità, odio, poca tolleranza. Il Cristiane-simo è religione di libertà; non di violenze com-messe attraverso la storia.

La storia della Chiesa, naturalmente anchedel Cristianesimo, è un progredire divino eumano insieme, e in questa evoluzione di vitavi sono stati elementi negativi, sintomo di cor-ruzione.

La libertà dell’uomo presuppone la possibi-lità di determinati errori nella storia. Il Cristia-nesimo, la Chiesa non sono Dio né il Cristo,per quanto Dio e Cristo agiscono nel Cristia-nesimo, nella Chiesa. Il Cristianesimo è la storiaumana rispecchiante tutte le contraddizionidella vita delle creature, che è passata in mezzoa tutte le tentazioni del mondo nascoste dietroil sacro.

Il Cristianesimo nella storia fu non soltantouna rivelazione di Dio, ma anche una creazionedell’uomo, una creazione che fu talvolta buona,talvolta cattiva.

Spesso si suole anche aggiungere che irappresentanti delle altre religioni, buddisti,maomettani, israeliti, sono migliori che non icristiani e osservano meglio i precetti della loro

religione. Senza alcun dubbio

la soppressione dellaschiavitù e del selvag-gio, il riconoscimentodella dignità di ogniuomo, della libertàdelle coscienze e della

vita spirituale si collegano ai segreti influssi sot-terranei del cristianesimo sulle anime. Ma i cri-stiani non hanno applicato direttamente la giu-stizia nella vita sociale, essi hanno troppospesso compiuta l’ingiustizia e hanno scam-biato i valori spirituali supremi con gli interessidelle classi dominanti.

Hanno reso borghese perfino il cristiane-simo. Oggi assistiamo al processo implacabilesu questo cristianesimo, imborghesito, sul suoadattamento agli interessi umani.

I Cristiani devono porre la loro fiducia nelVangelo e nella dottrina sociale della Chiesa,che va certamente rielaborata e perfezionata,ma che tuttavia offre già principi e indicazioniestremamente validi per la creazione d’una so-cietà veramente giusta ed umana.

Lorenzo MaconeLions Club Formia

La Chiesa è santa,non sempre è stata maestra

Anche nell’aria serena dell’arca di Noè è presente l’eterno scontro tra il bene e il male

’Il Cristianesimoè religione d’amoree di libertà, non di violenza

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Lionismo gennaio-febbraio 2016 | 63

Non sempre hanno saputo tradurre coeren-temente nella realtà storica i principi di giustiziae di carità. Sono stati poco avveduti e poco co-raggiosi, oppure si sono lasciati asservire adaltre ideologie che non avevano nulla di cri-stiano, come il liberismo economico; spessosono stati incoerenti con le dottrine che pro-fessavano, servendosi del Vangelo per i propriinteressi, piuttosto cheservire il Vangelo ser-vendo la causa dellagiustizia.

Ma queste defi-cienze e incoerenzedei cristiani non pos-sono giustificare la sfi-ducia nell’insegna-mento sociale della Chiesa o il suo ripudio;tantomeno possono giustificare l’accusa allaChiesa di essere dalla parte dei ricchi e dei po-tenti, trascurando i poveri e gli oppressi, anzi...

Questa è un’accusa profondamente fuoriluogo, perchè ignora tutta la storia della Chiesapassata e presente, basta ricordare la “Gau-dium et spes”, la “Mater et Magistra”, la “Pacemin terris”, la “Populorum progressio”, il docu-mento sinodale “La giustizia nel mondo”, ma

anche quello che la Chiesa oggi compie a fa-vore della giustizia e della libertà in ogni partedel mondo, andando spesso incontro a perse-cuzioni e ad atti ostili.

Tuttavia, oggi, i cristiani non possono nonaccettare la sfida che lancia loro il mondo mo-derno e disumano, poiché sulla loro capacitàdi dar vita a un ordine sociale più umano e più

giusto si gioca la credibilitàdell’annunzio evangelico.

Suggestiva la metafora diSant’Agostino: “L’arca di Noèaveva in sé il corvo e la co-lomba. Se l’arca prefigura laChiesa, è inevitabile che - neldiluvio del male del mondo - laChiesa contenga ambedue

questi generi; i corvi che cercano il proprio in-teresse e le colombe che cercano la gloria diCristo”.

Giovanni Paolo II più volte ha proposto allaChiesa un esame di coscienza e una domandadi perdono a Dio: “La Chiesa è certamentesanta, come professiamo nel ‘Credo’; essaperò è anche peccatrice, non come corpo diCristo, bensì come comunità fatta di uominipeccatori”. �

’I cristiani devono lavorareper un ordine sociale più umano e giusto

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Registrazione al tribunale di Perugia n° 20/2013 del 23 settembre 2013.Iscrizione al R.O.C. n° 10853 del 29/11/2004.La rivista viene inviata in abbonamento (€ 2,50) a tutti i soci Lionsdel Distretto 108L (Lazio, Sardegna e Umbria)

LIONISMO – Bimestrale a cura dell’Associazione Internazionale Lions Club Distretto 108Lgennaio-febbraio 2016, numero 3, anno XLII

La rivista cura l’informazione sulle attività dei Lions al fine di diffondere l’idea lionisticanei campi del sociale, dell’economia, della scienza e in ogni campo di interesse delleComunità in cui agiscono. In particolare un’informazione che metta in luce valoriimprescindibili, per creare nel socio una maggiore consapevolezza dell’essere Lion.

Direttore editoriale: Tommaso Sediari - Governatore 2015-2016Direttore responsabile: Fabrizio SciarrettaCondirettore: Mauro BellachiomaDirettore amministrativo: Salvatore Condorelli

In redazione: Norberto Cacciaglia, Domenico Calì, Maria Patrizia Campanella,Gordana Kaitovic, Deanna Mannaioli, Giampiero Mirabassi, Teresa Orrù, SissiPalmieri, Pierluigi Petrucci, Franca Piroso, Adolfo Puxeddu, Tiziana Sechi, GiuseppeTito Sechi, Danilo Tropea.

Hanno inoltre collaborato a questo numero: Federico Maria Borgia, Liliana Caruso,Giampaolo Coppola, Giuseppe Fatati, Bruno Ferraro, Eugenio Ficorilli, Agostino Inzaina,Giuseppe Lio, lorenzo Macone, Agostino Macrì, Domenico Messina, FrancescoMozzetti, Maria Negro, Piero Paccosi, Mario Paolini, Giampiero Peddis, Leda PuppaRettighieri, Valter Rebesan, Tommaso Sediari, Avander Pal Singh, Antonio Spadoni,Roberto Tamburi, Alberto Maria Tarantino, Stefano Zappalà

Art director: PDG Vincenzo G. G. MennellaStampa: Tipolitografia Petruzzi Corrado & C – 06012 Città di Castello (PG)

La rivista Lionismo è l’organo di stampa del Lions Clubs International Distretto 108L.Redazione: Corso Italia 83 - RomaGli articoli pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori e non necessariamentequello della redazione.Si ringraziano i soci che inviano articoli e che saranno pubblicati, se rispondenti allalinea editoriale, in ordine alla data di arrivo. A tal fine, si richiede ai soci di voler con-cordare le caratteristiche dell’articolo con la redazione al fine di facilitare l’attività didefinizione del menabò. Si raccomanda inoltre di inviare testi originali e mai pubblicatia stampa o sul web anche se dello stesso autore. Inviare i testi in formato Word a [email protected], articoli e foto ricevuti non vengono restituiti anche se nonpubblicati. La direzione si riserva il diritto di eseguire sui testi pervenuti interventi for-mali, anche di riduzione, per migliorarne la leggibilità nonché decidere in quale rubricaposizionare l’articolo. Il testo deve essere conciso, non deve contenere sottolineature,grassetti e parole in maiuscolo. La lunghezza degli scritti non dovrà superare le 5.500battute (spazi inclusi), ogni testo dovrà avere un titolo e un abstract di quindici righe almassimo ed essere accompagnato da foto in JPEG con risoluzione non inferiore a300 dpi e grandezza non inferiore a 10 cm.

Tutti gli articoli devono pervenire in redazione entro e non oltreil giorno 5 del mese antecedente l’uscita della rivista.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 20 gennaio 2016

15 aprile 2016

15 giugno 2016

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LIONS, BAMBINI AL CENTRO

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