a practical introduction to islamist extremism · 2020. 10. 7. · puritano i salafiti puritani...
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RAN FACTBOOK
UN’INTRODUZIONE PRATICA IT
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 3
IndIce
Introduzione 4
Definizione 5
L’ideologia salafita 6
Le principali narrazioni salafite jihadiste 10
I simboli e il lessico dei gruppi estremisti islamisti violenti 14
I gruppi che propugnano l’estremismo islamista violento 17
I luoghi di reclutamento 19
Il ruolo delle donne 22
Tendenze e sfide 24
PRODOTTO DEL CENTRO DI ECCELLENZA DELLA RAN
AUTORE: MAGNUS RANSTORP
REVISORE: MARIJE MEINES, QUINTA SMIT PROGETTATO DA INTRASOFT
RAN FACTBOOK4
1. IntroduzioneQuesto factbook fornisce una panoramica degli elementi fondamentali dell’estremismo islamista
violento per consentire di riconoscere i simboli, il lessico, le tattiche di reclutamento e le
narrazioni utilizzate in vari contesti, fra cui in rete, nelle nostre scuole, comunità locali o carceri.
Esistono molteplici manifestazioni di estremismo islamista violento in tutta l’U.E; per via delle
variazioni nazionali e locali, è impossibile fornire uno studio approfondito e onnicomprensivo
del fenomeno. Questo factbook si concentra specificamente sul salafismo jihadista.
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 5
Questo factbook fornisce una panoramica degli elementi fondamentali dell’estremismo islamista violento per consentire di riconoscere i simboli, il lessico, le tattiche di reclutamento e le narrazioni utilizzate in vari contesti, fra cui in rete, nelle nostre scuole, comunità locali o carceri.
2. Definizione
L’”estremismo islamista violento” è un concetto che raccoglie sotto di sé le diverse forme di
gruppi estremisti che promuovono la violenza, all’interno dell’islam sunnita e sciita. Vi sono grandi
variazioni ed espressioni tra i diversi stati dell’UE. Gruppi come al-Qaeda e ISIS (1) aderiscono alla
scuola di pensiero ideologico salafita jihadista (2), che fa parte dell’espressione sunnita, mentre
ci sono anche espressione violente sciite. Gli estremisti islamisti violenti sono uniti nel rifiuto del
governo democratico e dell’espressione dei diritti umani individuali. (3)
Questa relazione si concentra principalmente sulle dimensioni del salafismo jihadista, dato che
la maggior parte dei terroristi e combattenti terroristi stranieri (FTF) che sono partiti per l’Iraq e
la Siria provengono da questo filone ideologico. È importante tuttavia riconoscere che non tutti i
salafiti sono jihadisti.
(1) Nel testo viene impiegato il termine ISIS, ma anche ISIL e Daesh.
(2) Wagemakers, J. (2016). Salafism. In Oxford Research Encyclopedia of Religion; Wagemakers, J. (2009). A purist Jihadi-Salafi: the ideology of Abu Muhammad al-Maqdisi. British Journal of Middle Eastern Studies, 36(2), 281-297; Meijer, R. (2009). Global Salafism. Londra: Hurst and Company; Wiktorowicz, Q. (2006). Anatomy of the Salafi movement. Studies in Conflict & Terrorism, 29(3), 207-239.
(3) Westenberger, K., & Stehlík, J. (2018). Islamic extremism in Germany. Hans Seidel Foundation - Ufficio nella Repubblica ceca ed European Values Think-Tank.
UN’INTRODUZIONE PRATICA AL
RAN FACTBOOK6
(4) Un’utile introduzione è ‘Ideology and strategy of Jihadism’ (Coordinatore nazionale per l’antiterrorismo, dicembre 2009). ‘Salafism in the Netherlands: Diversity and dynamics’ (AIVD & NCTV, settembre 2015).
(5) Deol, J., & Kazmi, Z. (2013). Contextualizing jihadi thought. Londra: Hurst Publishers. Mozaffari, M., & Khosrokhavar, F. (2011). Jihadist ideology. The anthropological perspective. Aarhus: Università di Aarhus. Abbas, T. (Ed.) (2007). Islamic political radicalism. Edimburgo: Edinburgh University Press. Ranstorp, M., Ahlin, F., Hyllengren, P., & Normark, M. (2018). Between Salafism and Salafi-jihadism. Influence and challenges for Swedish society. Stoccolma: Swedish Defence University.
(6) Kelvington, M. R. (2019). Global Salafi-jihadism ideology: The “soft power” of the enemy. Herzliya, Israele: International Institute for Counter-Terrorism (ICT).
3. L’ideologia salafita
Salafismo e salafismo jihadista
Sia il salafismo sia il salafismo jihadista sono interpretazioni letterali che seguono
al-salaf al-salih (le prime tre generazioni di musulmani). Si concentra sul tawheed (monoteismo e
autorità assoluta di Dio), il principio di santità con una chiara distinzione binaria tra “noi” e “loro”,
che respinge i non musulmani (in molti casi tutti e tutto ciò che non è salafita). Questa ideologia
rifiuta inoltre la democrazia secolare come tirannia a pieno titolo, mentre applica un chiaro
inquadramento morale che governa le relazioni tra musulmani e non musulmani. In quanto tale,
incarna l’ideale di creare un’unità di punta salafita. Un gruppo di precursori che diffonde, protegge
e difende la retta via del Profeta e in cui da’wah svolge un ruolo importante nella conversione dei
non musulmani a musulmani. Una prima linea come difesa contro le norme e i valori secolari
occidentali. (4) Il salafismo jihadista segue la stessa ideologia dei salafiti, ma considera la violenza
uno strumento necessario per cambiare l’attuale ordine mondiale.
Concetti ideologici chiave (5)
Il salafismo è un’interpretazione di minoranza all’interno dell’Islam sunnita, che ritiene di
praticare il vero Islam come veniva praticato dalle prime tre generazioni che seguirono il profeta
Maometto. I salafiti non riconoscono le quattro scuole giuridiche all’interno dell’Islam sunnita:
Hanafi, Maliki, Shafi’i e Hanbali. I salafiti rivendicano autenticità ed esclusività, riferendosi al fatto
di essere citati in un hadith come al-ta’ifa al-mansura (il gruppo vittorioso) e al-firqa al-najiya (la
setta salvata - dal fuoco dell’Inferno). (6)
In quanto tali, i salafiti sono dogmatici e interpretano alla lettera il Corano e le sunnah
(insegnamenti, azioni e comportamenti del profeta Maometto, che essi considerano il musulmano
perfetto), che considerano sufficienti a guidare la vita di tutti i musulmani. Pertanto, i salafiti
respingono qualsiasi interpretazione successiva del Corano (bid’ah) e le opinioni e pratiche
musulmane moderne.
I salafiti hanno una visione rigorosa di un Dio indivisibile (tawheed) e totale sottomissione alla
norma e ai regolamenti di Dio, mediante il ritorno a un passato puro. Per i salafiti hakimiyya
(sovranità) significa che Dio è l’unico legislatore e che tutti sono obbligati a seguire alla lettera
la sharia. Qualsivoglia forma di cambiamento, deviazione o rinnovamento viene considerata
peccaminosa e una negazione della verità che richiede di combattere shirk (il politeismo) e kuffar
(i non credenti). Per i salafiti, ciò significa autorità assoluta di Dio e sottomissione a esso.
I salafiti respingono la democrazia parlamentare in quanto sostengono che un tale sistema dà la
precedenza alle leggi umane, create dall’uomo rispetto al dominio di Dio. La democrazia è spesso
equiparata allo shirk.
I salafiti fanno una distinzione binaria tra credenti e non credenti, tra i musulmani giustamente
guidati dal salafismo e tutte le altre interpretazioni. Ad esempio, il principio di santità è
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 7
fondamentale da sostenere, in quanto classifica tutti i comportamenti come haram (proibito) e
halal (permesso). Seguire questo inquadramento morale alla lettera mostra lealtà in quanto esso
regola tutti i comportamenti e i rapporti sociali e lo scostarsi da esso richiede misure correttive.
La prassi di monitorare il rigoroso rispetto delle regole religiose e morali è chiamata hisbah
(equilibrio). (7)
Il salafismo non è una tradizione interpretativa omogenea, ma ha diversi orientamenti che sono
emersi nel corso della storia. Quintan Wiktorowicz e altri ricercatori di solito parlano di diverse
categorie di salafismo: salafismo puritano, salafismo attivista e salafismo militante.
Puritano
I salafiti puritani (al-Salafiyya al-’ilmiyya) evitano “l’attivismo politico e la violenza nel perseguire
la costituzione di uno Stato islamista. Spesso la loro posizione è strettamente allineata con l’élite
religiosa saudita e questa sottolinea che esiste il dovere di obbedire al sovrano politico dello
stato saudita”. (8) Invece, i salafiti puritani si concentrano sulla purificazione della religione dal
rinnovamento o dalla reinterpretazione mediante l’istruzione (tarbiya), la purificazione (tazkiyya)
e da’wah tra gli altri musulmani e promuovono la segregazione dai non musulmani. (9) Qui, i
salafiti si battono non solo per la separazione tra musulmani e non musulmani, ma anche per una
rigorosa separazione fra uomini e donne in sfere diverse. Questo sottoinsieme di salafiti viene
talvolta definito salafiti madkhali.
Attivista
Il salafismo attivista (i cui membri sono noti anche come “politicos”) non solo prende le
distanze dalla democrazia, che questi salafiti considerano inconciliabile con la fede e la dottrina
musulmane, ma cerca attivamente di separare i musulmani da processi democratici, come votare
alle elezioni o partecipare a partiti politici. Questi salafiti attivisti partecipano attivamente alle
questioni sociali locali, segnalano comportamenti non islamici e, a volte, cercano di esercitare
il controllo sociale in determinate zone. I salafiti attivisti si concentrano spesso sulle condizioni
globali e locali e assumono una dura posizione nei confronti dei governanti, che essi cercano di
sovvertire. Hanno un quadro e una retorica forti del nemico, incentrati sui regimi occidentali (il
nemico lontano), mentre gli stati arabi o senza dio rappresentano il nemico vicino, che ostacola
la creazione di uno Stato islamico. Fanno pressioni e organizzano campagne per raggiungere il
cambiamento secondo i precetti islamisti. Questo sottoinsieme di salafiti è noto Haraki (attivisti).
Militante / salafita jihadista
Il salafismo militante o salafismo jihadista (al-Salafiyya al-jihadiyya) considera la violenza uno
strumento necessario per cambiare l’attuale ordine mondiale in cui la pax americana con gli Stati
Uniti e altri stati alleati è vista come la punta di diamante in una guerra a tutto campo contro
l’Islam e i musulmani. Rifiuta il liberalismo, la democrazia e lo stato nazionale, che devono essere
combattuti. C’è anche il dovere individuale di ogni musulmano di impegnarsi in una lotta armata
contro i nemici vicini (regimi senza dio) e i nemici lontani (stati occidentali). Il salafismo militante
ritiene che si debba dichiarare il jihad armato (qital) per difendere i musulmani, estendere dar al-
Islam (la terra dell’Islam) e che ogni musulmano abbia il dovere individuale di combattere i regimi
miscredenti. (10) Questi salafiti jihadisti considerano l’Europa come dar al-harb (terra della guerra).
(11) Per i salafiti jihadisti, il martirio attraverso il jihad rappresenta la lotta e il sacrificio supremi che
promette ricompense speciali in paradiso (Jannah).
Per i salafiti il sistema della fede (aqidah) rimane lo stesso in tutti e tre i diversi orientamenti
all’interno del salafismo. Ciò che differenzia queste diverse scuole all’interno del salafismo è il
manhaj: le azioni o i metodi che legittimano se si rimane puritani, attivisti o salafiti jihadisti.
Esiste una gamma tra le diverse forme di salafismo, il che significa che si può passare da una
forma all’altra.
(7) Meijer, R. (2009). Global Salafism: Islam’s new religious movement. Londra: Hurst Publishers, pag. 11.
(8) Lagervall, R., & Stenberg, L. (2016). Muslimska församlingar och föreningar i Malmö och Lund – en ögonblicksbild. Lund, Svezia: Centrum för Mellanösternstudier.
(9) Svenska Dagbladet. (2015). Islamologer: Jihadisterna är i minoritet bland Salafisterna. Svenska Dagbladet, 8 settembre.
(10) Alshech, E. (2014). The doctrinal crisis within the Salafi-jihadi ranks and the emergence of neo-takfirism. Islamic Law and Society, 21(2014), 419–452.
(11) Lagervall, R., & Stenberg, L. (2016). Muslimska församlingar och föreningar i Malmö och Lund – en ögonblicksbild. Lund, Svezia: Centrum för Mellanösternstudier, pag. 15.
RAN FACTBOOK8
Salafismo
Salafismo militante/jihadista
Salafismopuritano
Salafismoattivista
Evita l'attivismo politico e respinge la violenza
Non ci si può ribellare contro un leader/capo di stato
musulmano
Azioni consentite: Tarbiyya: istruzione
Tazkiyya: purificazioneDa’wah: proselitismo
È vietato il coinvolgimentonei processi democratici e
si oppone a leader/capi di stato, che cerca di sovvertire anche se
sono musulmani
Si impegna attivamente nelle questioni sociali locali e segnala
comportamenti non islamici
Forte retorica sul nemicolontano (regimi occidentali)
e sul nemico vicino(nazioni arabe e senza dio)
Attivismo Violenza
Elementi essenziali dell'ideologia:
3 elementi essenziali aggiuntivi:
1Jihad (o�ensivo):
il combattimento armato come dovere religioso
di ogni musulmano
2Al Wala‘ wa-l-bara‘:
stabilisce linee di lealtàe di disconoscimento
3Takfir:
denuncia o scomunicadei non-salafiti.
La violenzaè giustificata.
TawheedMonoteismo e
autorità assolutadi Dio
HakimiyyaDio è il solo legislatoree la sharia deve essere
seguita alla lettera
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 9
Secondo Shiraz Maher, nell’ideologia jihadista salafita esistono cinque elementi essenziali:
tawheed, hakimiyya, al-wala’ wa-l-bara’, jihad e takfir. Queste cinque caratteristiche descrivono
come la «dottrina di al-wala» wa-l-bara’ stabilisce linee di lealtà e disconoscimento; takfir delinea
l’Islam contro ogni altra cosa e lo protegge dalla corruzione insidiosa dall’interno; tawhid e
hakimiyya spiegano come deve essere l’autorità legittima e chi deve servire, e il jihad stabilisce
il metodo per questa particolare rivoluzione» (12). Questi ingredienti ideologici «riguardano
principalmente due cose: protezione e promozione. La protezione della fede viene da jihad,
al-wala’ wa-l-bara’, e takfir; mentre la promozione è collegata a tawhid e hakimiyya». (13)
Perché i concetti ideologici chiave sono così accattivanti?
Un’interpretazione letterale della religione fornisce ai seguaci un senso di autenticità, un senso
di appartenenza e un’identità forte; allo stesso tempo trascende i confini del quotidiano con un
duplice messaggio di salvezza e redenzione. I salafiti si considerano coloro che emulano i pii
predecessori, fatto che li distingue dagli altri. Quindi, i salafiti si descrivono spesso come “esuli”
(ghuraba) (14) in senso positivo, come segno di esclusività.
In sostanza, i concetti di tawheed e hakimiyya sottolineano che tutti i musulmani devono
sottomettersi all’autorità divina di Dio, senza eccezioni, in quanto è l’unica entità che può prescrivere
leggi e regolamenti. C’è il dovere di respingere l’autorità legislativa secolare e la democrazia.
La dottrina di al-wala’ wa-l-bara’ fornisce linee di lealtà e disconoscimento in quanto coloro
che non sono salafiti sono considerati non religiosi, infedeli e dovrebbero essere denunciati o
scomunicati (takfir), fatto che giustifica la violenza contro altri musulmani non salafiti. Questa
visione del mondo e la classificazione dei nemici si estende a entità che sono considerate non
islamiche e devono essere combattute per preservare l’Islam: kuffar (infedeli); tawaghit (sovrani
apostati); rawafidh (termine dispregiativo per gli sciiti); nusayris (termine dispregiativo per gli
alawiti); munafiqin (ipocriti - un termine dispregiativo per i musulmani non salafiti); murtaddin
(apostati); mushrikin (politeisti) e salibiyyin (crociati: in riferimento ai paesi occidentali).
Secondo al-wala’ wa-l-bara’ (lealtà e ostilità), i musulmani devono mostrare lealtà verso i
compagni di fede e allontanarsi dai “miscredenti”. La distinzione binaria tra credenti e miscredenti
fornisce coesione di gruppo e solidarietà tra i musulmani salafiti; fornisce inoltre un rigido
inquadramento per il comportamento, quando vivono in un contesto non musulmano come le
società occidentali. I salafiti credono che, se non possono vivere come credenti a pieno titolo nei
loro paesi d’origine, dovrebbero effettuare l’hijrah (egira, migrazione) - come si dice che lo stesso
profeta abbia fatto quando fuggì dalla Mecca a Medina nel 622 - in terre sotto il controllo islamico.
La creazione di categorie di nemici viene utilizzata in relazione al jihad (offensivo), che è
considerato un dovere per l’avanguardia salafita jihadista della comunità musulmana fino al
giorno del Giudizio. Tra i salafiti jihadisti viene onorato il jihad come combattimento armato
(qital), in quanto è un incarico divino e il dovere religioso di ogni musulmano. Diventare martire
(shahid) non è solo un dovere eroico di abnegazione, ma fa anche parte della realizzazione
spirituale come chiave per il paradiso.
C’è anche un elemento escatologico in quanto, per i salafiti jihadisti, il jihad armato continuo è
obbligatorio fino al giorno del Giudizio, quando avrà luogo lo scontro finale tra le forze della fede
e della miscredenza, tra il bene e il male. I salafiti jihadisti cercano di affrettare l’avvento di questa
inevitabile apocalisse. In quanto tali, si vedono come la punta di diamante illuminata ed elitaria
della più ampia comunità musulmana.
(12) Maher, S. (2016). Salafi-jihadism. Oxford: Oxford University Press, pagg. 15–16.
(13) Ibid.
(14) La parola deriva da un hadith: «L’Islam è iniziato come esule e tornerà a essere esule, così benedetti siano gli esuli.»Salafismo
Salafismo militante/jihadista
Salafismopuritano
Salafismoattivista
Evita l'attivismo politico e respinge la violenza
Non ci si può ribellare contro un leader/capo di stato
musulmano
Azioni consentite: Tarbiyya: istruzione
Tazkiyya: purificazioneDa’wah: proselitismo
È vietato il coinvolgimentonei processi democratici e
si oppone a leader/capi di stato, che cerca di sovvertire anche se
sono musulmani
Si impegna attivamente nelle questioni sociali locali e segnala
comportamenti non islamici
Forte retorica sul nemicolontano (regimi occidentali)
e sul nemico vicino(nazioni arabe e senza dio)
Attivismo Violenza
Elementi essenziali dell'ideologia:
3 elementi essenziali aggiuntivi:
1Jihad (o�ensivo):
il combattimento armato come dovere religioso
di ogni musulmano
2Al Wala‘ wa-l-bara‘:
stabilisce linee di lealtàe di disconoscimento
3Takfir:
denuncia o scomunicadei non-salafiti.
La violenzaè giustificata.
TawheedMonoteismo e
autorità assolutadi Dio
HakimiyyaDio è il solo legislatoree la sharia deve essere
seguita alla lettera
RAN FACTBOOK10
4. Le principali narrazioni salafite jihadiste Le narrazioni dei gruppi salafiti jihadisti seguono schemi d’azione collettivi, basati su
meta-narrazioni. Questi quadri (meta-narrazioni) attingono a storie ed eventi religiosi familiari
nel corso della storia, che sono noti a tutti i musulmani, che vengono utilizzati in tre dimensioni
correlate: inquadramento diagnostico, prognostico e motivazionale. (15) I quadri diagnostici
evidenziano le minacce mentre i quadri prognostici offrono prescrizioni per affrontare tali minacce,
insieme a quadri motivazionali progettati per mobilitare il supporto attivo all’azione su più fronti.
La forza della narrazione ruota attorno a questi tre elementi distintivi, che si rafforzano a vicenda,
spiegando la sua diffusa attrattiva.
Il quadro diagnostico
I quadri diagnostici sono progettati per evidenziare le minacce esistenti per l’Islam e i musulmani.
Questo quadro può essere denominato come il quadro della “vittima” o dell’”oppressione” in quanto
ruota attorno al tema centrale secondo cui l’Occidente è in guerra con l’Islam e i musulmani. Questa
narrazione è incentrata su un senso reale e percepito di ingiustizia e di umiliazione dei musulmani
da parte dell’Occidente.
Narrazione su vittime/umiliazione/ingiustizia/oppressione
Questa narrazione fa forte appello alle emozioni in quanto è una narrazione sull’umiliazione in
colori forti. La sua essenza è che l’Occidente è in guerra con l’Islam: «ogni giorno ci subissano prove
dalle zone di conflitto, del progetto di aggressione dell’Occidente: Siria, Palestina, Iraq, Afghanistan,
Cecenia, Somalia». (16) A rafforzare ciò ci sono le guerre metaforiche: controversie sul velo, vignette
del Profeta, discriminazione, islamofobia e innumerevoli altre controversie. Tutti questi conflitti e
controversie, grandi e piccoli, agiscono come ruscelli che alimentano un solo fiume.
Questa narrazione fa appello a un forte senso di ingiustizia collettiva perpetrata nei confronti
dei musulmani, che è principalmente strutturata sulla politica estera occidentale e sui progetti di
aggressione per dividere, indebolire e soggiogare i musulmani. I salafiti jihadisti fanno riferimento
alla creazione dello stato d’Israele, l’accordo Sykes-Picot, il colonialismo e l’intervento militare
occidentale in Medio Oriente e altrove. Allo stesso tempo, i salafiti jihadisti proiettano una
narrazione morale sull’ipocrisia occidentale. Essa mostra le contraddizioni intrinseche all’interno
delle democrazie liberali, in quanto il loro valore fondamentale della libertà è considerato uno dei
principali motori del decadimento morale della società. Questa narrazione sull’ipocrisia ritiene
anche che l’Occidente sostiene la democrazia liberale a casa propria mentre l’Occidente “crociato”
dichiara guerra all’estero e commette atrocità in tutto il mondo contro i musulmani; in questa
(15) David Snow e Scott Byrd (2007) Ideology, Framing Processes, and Islamic Terrorist Movements. Mobilization: An International Quarterly: giugno 2007, Vol. 12, N.2, pagg. 119-136; Snow, David A. “Framing processes, ideology, and discursive fields.” The Blackwell companion to social movements 1 (2004): 380-412; Benford, R.D., & Snow, D. A. (2000). Framing processes and social movements: An overview and assessment.Annual review of sociology, 26(1), 611-639.
(16) Jeffrey Cozzens e Magnus Ranstorp, ”Does al-Qaeda still pose the more significant threat? YES: the enduring al-Qaeda threat: a network perspective” (Routledge, Seconda edizione 2018).
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 11
visione del mondo l’Occidente rappresenta aggressione, oppressione e occupazione. Questa
narrazione vittimista è anche rafforzata da una visione complottista secondo cui l’Occidente e i non
salafiti cercano di soggiogare tutti i musulmani.
I complotti ebraici in particolare sono diventati una caratteristica comune delle narrazioni salafite
jihadiste che spacciano l’antisemitismo come idea centrale.
Tutti questi conflitti e controversie sono espressi simultaneamente a livello individuale e collettivo.
A livello individuale, la narrazione vittimista prevede che, in quanto musulmani, non saranno mai
accettati e non saranno in grado di praticare la propria fede. A livello collettivo, viene creato un
blocco omogeneo di musulmani, quindi la soppressione di una pratica religiosa viene definita
come soppressione di tutti i musulmani. Questa narrazione è rafforzata dalla rappresentazione
mediatica negativa dei musulmani dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001. Quasi quotidianamente,
i musulmani in Occidente devono relazionarsi con atrocità commesse che viene loro chiesto di
denunciare pubblicamente.
Il quadro prognostico
I quadri prognostici offrono prescrizioni per affrontare le minacce esistenti per l’Islam e i
musulmani. Le immagini emotivamente forti forniscono un trauma morale che porta ad agire
direttamente. È rafforzato da inni religiosi (anasheed) che forniscono autenticità religiosa e storica.
In questa narrazione, la violenza redentrice offre di trasformare l’umiliazione in inevitabile vittoria,
la sofferenza in abnegazione e la vergogna in onore. Questo sentimento di vittimismo, impotenza,
torto e umiliazione si trasforma in un senso di appartenenza e legittimazione.
La narrazione «Il jihad è un dovere individuale»
In questa narrazione, il jihad armato non è volontario ma è considerato un dovere individuale (fard
ayn) d’obbligo per tutti i musulmani, piuttosto che un dovere collettivo eseguito da rappresentanti
legittimi della comunità musulmana (fard kifaya). Dipende inoltre se è offensivo (jihad al-talab) o
difensivo (jihad al-daf’) dato che anche le donne devono partecipare al jihad difensivo.
Questa narrazione legittima la lotta violenta a difesa dell’Islam dall’Occidente crociato. Richiede
inoltre che i musulmani si impegnino nel jihad per mantenere la propria fede e per permettere
la sopravvivenza della comunità dei credenti (ummah). Chi non è in grado di partecipare alla
lotta armata è incoraggiato a contribuire con altri mezzi, come il finanziamento o il sostegno alla
propaganda.
Come tale, esiste una relazione tra jihad e hijrah (migrazione) verso le terre musulmane per
contribuire alla creazione di uno Stato islamico. L’attenzione per l’hijrah rafforza la dicotomia dar
al-Islam - dar al-kufr (la terra della miscredenza), in quanto ai musulmani che vogliono vivere
secondo le regole islamiche viene negata questa possibilità e perdono la propria dignità. Per questo,
esiste il dovere religioso di eseguire l’hijrah e di abbandonare dar al-kufr, poiché rimanendovi si
finirà a essere apostati. L’esecuzione dell’hijrah fornisce anche una disposizione, secondo cui i
credenti devono imitare la vita del Profeta.
Narrazione «Questa è una guerra giusta»
Molto potente è la narrazione sulla difesa delle comunità musulmane sotto assedio, che offre allo
stesso tempo giustizia tramite la protezione e la vendetta. In questa narrazione i fedeli sono esortati
a liberarsi dalla servitù della schiavitù e dalla loro condizione di subordinazione alle nazioni kafir.
La narrazione ruota attorno alla furia e alla forza e a un nemico umiliato. Offre loro l’occasione di
presentarsi come invincibili e saldi, di fronte ai regimi occidentali corrotti e ipocriti e alle loro pedine.
RAN FACTBOOK12
È presente una narrazione sulla rettitudine religiosa e sulla pietà, per dimostrare che operano per
volontà di Dio per una causa sacra.
Narrazione «Abbiamo bisogno di te e chiunque può contribuire»
In questa narrazione, le persone normali devono sentirsi in grado di contribuire e svolgere un ruolo
importante in qualcosa di significativo. Chi non si impegna direttamente nella violenza, può essere
coinvolto in modo progressivo e assumere gradualmente ruoli e responsabilità maggiori. Questa
narrazione sottolinea anche che la sconfitta di un salafita jihadista non è dovuta alla forza del
nemico ma piuttosto alla debolezza delle persone che abbracciano la fede e la richiesta di sostegno.
Per alcuni gruppi, il tema narrativo per cui chiunque può contribuire è un appello diretto e specifico
ai musulmani a impegnarsi in operazioni violente da lupo solitario. Questi appelli a simpatizzanti e
sostenitori trasformano la mascolinità subordinata in mascolinità “guerriera” che conferisce operato
e grande potere alla propria direttrice. L’abnegazione è un valore importante per i fedeli, che sono
raffigurati come eroi e unità di punta; il martire diventa una figura che facilita il cambiamento
rivoluzionario.
Il quadro motivazionale
I quadri motivazionali sono progettati per mobilitare il supporto attivo all’azione.
Narrazione sulla duplice salvezza
Questa narrazione è l’essenza dell’ideologia salafita jihadista che promette l’appartenenza alla vera
comunità di credenti che sono la setta illuminata, salvata (dal fuoco dell’Inferno) e infine vittoriosa
nel giorno del Giudizio. La vittoria è garantita per coloro che sono saldi nel proprio credo e nelle
proprie azioni; questo messaggio crea una promessa di utopia che supera tutte le frontiere e la
convinzione che saranno purificati da tutti i loro peccati. Promette inoltre l’accesso al paradiso
prima di tutti gli altri credenti e l’esaltazione del proprio martirio.
La narrazione sul Califfato
Questa narrazione prevede che l’istituzione del Califfato sia la realizzazione di una società perfetta,
secondo i principi islamici. Questa idea romantica del Califfato è profondamente radicata nella storia
islamica. In questa narrazione, jahiliyya (17) (stato di ignoranza pre-islamica), che è caratterizzato
dall’ignoranza della volontà di Dio e dell’ingiustizia, è spesso contrapposto all’applicazione della
legge sacra islamica, la sharia. Vivere secondo le rigide regole della sharia è una garanzia per
l’ingresso in paradiso nella vita nell’aldilà.
La perdita del Califfato (nel caso dell’ISIS) non significa che esso abbia fallito, è solo una battuta
d’arresto temporanea e una conferma che Dio mette alla prova la comunità dei veri credenti.
L’applicazione della sharia come modello di amministrazione è più importante del Califfato fisico
stesso.
Narrazione «Siamo l’avanguardia dell’Islam e i soli difensori contro l’oppressione»
In questa narrazione, il salafita jihadista fornisce la legittimazione che incoraggia i singoli ad
assumere il controllo del proprio destino; offre un senso di appartenenza alla comunità dei credenti.
Ogni azione è giustificata dall’approvazione di Dio, per via della rigida interpretazione del Corano.
Narrazione Al-wala’ wa-l-bara’ (lealtà e ostilità) (18)
Questa narrazione rafforza la natura binaria della lotta tra lealtà religiosa a Dio, avversione e odio
verso i nemici dell’Islam. Questa lealtà giustappone inoltre la lealtà e il sacrificio di coloro che sono
impegnati nella causa. In questa misura, i salafiti jihadisti sostengono che il Patto di sicurezza è
infranto, il che legittima l’attacco ai kuffar (infedeli).
(17) Khatab, S. (2002). Hakimiyyah and jahiliyyah in the thought of Sayyid Qutb. Middle Eastern Studies, 38(3), 145-170.
(18) Wagemakers, J. (2008). Framing the “Threat to Islam: Al-Wala’wa al-Bara’ in Salafi Discourse. Arab Studies Quarterly, 1-22
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 13
Siamo l’avanguardiadelI’Islam e i soli difensori control’oppressione
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5. I simboli e il lessico dei gruppi estremisti islamisti violentiI gruppi violenti utilizzano simboli e vocaboli diversi. (19) Spesso, questi simboli sono usati da
ideologi radicali, organizzazioni terroristiche e propagandisti per proiettare la propria presenza.
Possono essere individuati nella letteratura o sui siti dei social media. (20) Ciò fornisce un punto di
ingresso per gli operatori di prima linea per valutare il coinvolgimento nell’estremismo islamista.
Esiste una vasta letteratura jihadista in cui troviamo diverse versioni di simboli e loghi. (21)
Il lessico
Il lessico religioso usato dai salafiti jihadisti è comune a quello di tutti i musulmani e in alcuni
casi molto specifico a questo orientamento. I termini rappresentano un indizio importante per
comprendere una certa enfasi nelle conversazioni; è importante essere a conoscenza di questo
lessico quando si tratta con soggetti radicalizzati.
al-wala’ wa-l-bara’
aqidah
bid’a
dar al-harb
dar al-Islam
dawla
da’wah
fard ayn
fard kifaya
ghuraba
halal
haram
hijrah
jahiliyya
jannah
jihad
kafir
kuffar
kufr
manhaj
munafiqin
murtaddin
mushrikin
qital
rawafidh
istishhaad
shuhada
shahid
tawaghit
taghut
tarbiya
tawheed
tazkiyya
lealtà e ostilità
sistema di credenze
innovazione
Terra della guerra
Terra dell’Islam
stato (spesso con riferimento all’ISIS e al Califfato)
proselitismo
obbligo individuale per i musulmani
obbligo collettivo per i musulmani
esuli
consentito
vietato
migrazione
stato di ignoranza pre-islamica
paradiso
sforzo o lotta In questo contesto, lotta militante e non spirituale
miscredente
miscredenti
miscredenza
azioni/metodi
ipocriti: termine spregiativo per i musulmani non salafiti
apostati
politeisti
jihad armato (non è necessario che Qital abbia una connotazione religiosa)
termine spregiativo per gli sciiti
martirio
martiri
martire
tiranni o sovrani apostati
tiranno
istruzione
unicità di Dio
purificazione
(19) Lohlker, R. (2013). Jihadism: Online discourses and representations. Vienna: Vienna University Press. Per un’eccellente panoramica dei significati dei vari simboli, vedere: ‘The Islamic Imagery Project’ (West Point Combating Terrorism Center, marzo 2006).
(20) Digital Jihad – propaganda from the Islamic State (Swedish Defence Research Agency 2018)
(21) SITE fornisce una panoramica: https://ent.siteintelgroup.com/jihadist-groups-2.html
I gruppi sui mass media: https://ent.siteintelgroup.com/mediagroups.html
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 15
La bandiera nera usata dalle organizzazioni islamiste come al-Qaeda dalla fine degli anni ‘90 è costituita da una shahada (testimonianza di fede) bianca su fondo nero.
Bandiera di Hay’at Tahrir al-Sham.
Un leone evoca qualità di coraggio, forza e onore nella cultura islamista. Il leone è con Hamza, lo zio del Profeta (Asad Allah, il leone di Dio).
Settimanale ISIS “al-Naba”.
La bandiera dell’ISIS con un sigillo del profeta Maometto.
Logo di Hay’at Tahrir al-Sham.
Al-Sahab Media di Al-Qaeda.
Agenzia di stampa dell’ISIS “Amaq”.
Simboli
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UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 17
6. I gruppi che propugnano l’estremismo islamista violentoL’estremismo islamista violento ha varie rappresentazioni, come movimenti jihadisti militanti (ISIS,
al-Qaeda, ecc.) che sono classificati come organizzazioni terroristiche, gruppi militanti islamisti di
ingresso (Hizb-ut-Tahrir, Sharia4 Belgio, ecc.), gruppi di street da’wah (Die Wahre Religion) e altri
gruppi come i gruppi di difesa dei musulmani, organizzazioni umanitarie che non si impegnano nella
violenza in prima persona ma sostengono l’estremismo islamista violento.
I movimenti jihadisti militanti
I soggetti che si uniscono ai movimenti jihadisti militanti sono radicalizzati, indottrinati e
socializzati in queste organizzazioni che richiedono rigida disciplina, lealtà e fedeltà. Queste
organizzazioni conducono controlli di sicurezza sulle reclute e operano clandestinamente in
Europa e più apertamente nelle zone di conflitto all’estero. Alcune organizzazioni arruolano
qualsiasi recluta, mentre altre sono più selettive e caute. Spesso ci sono facilitatori e finanziatori
che garantiscono per il carattere delle reclute. In alcune città ci sono intere strutture (ecosistemi
salafiti jihadisti) dotate di direttivi chiave, predicatori, facilitatori, finanziatori e reclutatori. Intorno
a queste strutture di comando ci sono sostenitori radicalizzati e reclutati in determinate moschee,
moschee ufficiose, circoli di studio, conferenze, società sportive, scuole, ecc.
I gruppi militanti islamisti di ingresso
Questi gruppi cosiddetti di ingresso (gateway) hanno posizioni estremiste per quanto riguarda
la democrazia ma generalmente sono non violenti. Spesso, questi gruppi sono transnazionali.
Alcuni esperti sostengono che essi assorbono la militanza di potenziali jihadisti che trovano
uno sbocco alle proprie rimostranze e frustrazioni. Altri sostengono che sono un passaggio a
un coinvolgimento più militante in altri gruppi e che i sostenitori passano attraverso queste
organizzazioni. Questi gruppi organizzano ad esempio manifestazioni pubbliche con lo
slogan “istituire la sharia”; la solidarietà di gruppo è rafforzata dalla reazione alle loro posizioni
provocatorie.
I gruppi di street da’wah
Le tecniche di street da’wah (proselitismo) sono usate per distribuire copie
del Corano e altro materiale religioso. A volte vengono impiegate anche dai
salafiti per convertire e individuare soggetti adatti che possono essere
ulteriormente inseriti nella rete. Questa è una tecnica comune per sostenere il coinvolgimento e
il contatto personale; la persuasione è sottile, graduale e implacabile. Una volta che i reclutatori
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sentono di poter fare progressi, non si fermano mai. Inoltre organizzano spesso partite di calcio
e altri eventi sociali per rafforzare il senso di appartenenza e la loro ideologia.
I falsi gruppi di difesa dei musulmani
Come contro-reazione all’11 settembre e alla guerra al terrorismo sono stati creati dei gruppi
di difesa dei musulmani. Questi gruppi hanno adottato un approccio tipo diritti umani per
contrastare le vere violazioni dei diritti umani come arresti illegali, detenzione e internamento
(come Guantanamo, ecc.). Con il pretesto della difesa dei diritti umani, questi gruppi cercano
anche di minare la prevenzione, la sorveglianza della comunità e gli sforzi antiterrorismo. Questi
gruppi influenzano le comunità locali e coltivano una narrazione sulla “resistenza” agli sforzi
antiterrorismo.
Le false organizzazioni umanitarie
Le legittime attività umanitarie svolgono un ruolo importante nella vita del musulmano, in
quanto soddisfano le esigenze di beneficenza dei fratelli e sorelle musulmani in tutto il mondo. I
musulmani sono di natura sensibili all’invito a donare per le persone bisognose, poiché la zakat
è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Questo è sfruttato dai salafiti jihadisti che mascherano le loro
attività di raccolta di fondi. È estremamente difficile distinguere questo tipo di attività illegale di
raccolta di fondi, soprattutto perché è spesso distribuita oltre i confini e al di fuori dell’UE.
Nesso fra crimine e terrore
Le bande criminali possono formare un percorso in direzione delle attività salafite jihadiste. La
ricerca ha dimostrato che nei circoli jihadisti prevale il coinvolgimento nella criminalità. Per alcuni
diventa un’assoluzione per un passato deplorevole, per altri diventa protezione e un modo per
sfuggire ai problemi. I salafiti jihadisti reclutano dalle reti di bande criminali nei quartieri locali;
allo stesso modo, reclutano all’interno delle carceri per raccogliere sostenitori e membri.
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 19
7. I luoghi del reclutamento (22)L’ideologia salafita jihadista e le sue narrazioni intrecciate contribuiscono alla sua popolarità tra
i giovani. Secondo alcuni essa fornisce una nuova identità per le persone alienate che scoprono
(o riscoprono) la propria religiosità, e fornisce loro un senso di dignità e appartenenza. È anche
accattivante per molti in quanto la visione del mondo dei credenti è binaria e assoluta e divide
tutto in bene e male. Per alcuni rappresenta un’ideologia di protesta contro l’ordine stabilito. Per
altri offre un’utopia e una promessa di ricompense celesti nell’aldilà.
Qualunque sia la ragione alla base dell’adesione ai gruppi salafiti jihadisti, il reclutamento rimane
essenziale. L’ecosistema salafita jihadista sfrutta vari campi nello sforzo di reclutamento per la
causa. Spesso si tratta di una combinazione di un contatto iniziale mediante attività in rete, che
viene poi continuato offline in occasione di eventi sociali, incontri religiosi o manifestazioni.
In rete (23)
Siti web, piattaforme di gioco e canali dei social media sono piattaforme utili per la propaganda
e per creare contatti; qui i reclutatori possono identificare attivamente potenziali reclute tra
coloro che pubblicano o mostrano sostegno per la propaganda. I social media e le tracce digitali
forniscono un importante approfondimento sul grado di sostegno dell’estremismo e sul livello di
connettività all’interno dei social network. Spesso, coloro che sostengono un gruppo estremista
islamista forniscono importanti indizi che possono essere valutati, dalla scelta del proprio avatar
(che fornisce partecipazione immediata e segnala sostegno simbolico all’estremismo islamista)
a notizie condivise e altro materiale di propaganda estremista. I nomi di battaglia kunya (24) sui
social media iniziano spesso con “Abu” (padre) e “Umm” (madre).
Sovente i reclutatori contattano i soggetti online e li indirizzano a piattaforme private e
crittografate di social media, che si possono trovare mediante ricerca dei social media, usando
una determinata terminologia salafita jihadista. I canali crittografati dei social media (ad es.
Telegram) vengono utilizzati per comunicare più liberamente con i sostenitori e le potenziali
reclute. I gruppi e i soggetti salafiti jihadisti usano più pubblicazioni, piattaforme e mezzi. I
salafiti jihadisti spesso organizzano, pubblicizzano e usano cause umanitarie come un modo
per generare finanziamenti ed entrare in contatto con i sostenitori. Un’altra tattica è quella di
organizzare il sostegno al rilascio di prigionieri musulmani, con campagne di invio di lettere ed
eventi sociali di contorno; in queste campagne sono spesso impegnate anche le donne.
(22) Wiktorowicz, Q. (2005). Radical Islam rising: Muslim extremism in the West. Lanham, MD: Rowman & Littlefield.
(23) Winter, C. (2015). The virtual ‘caliphate’: Understanding Islamic State’s propaganda strategy. Londra: Quilliam Foundation.
(24) https://referenceworks.brillonline.com/entries/encyclopaedia-of-islam-2/kunya-SIM_4526?s.num=0&s.f.s2_parent=s.f.book.encyclopaedia-of-islam-2&s.q=kunya
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Le moschee e i circoli di studio clandestini
Le moschee di solito non sono luoghi di reclutamento, ma gli estremisti possono radunarsi
informalmente nelle moschee per identificare potenziali reclute e sostenitori. A queste potenziali
reclute viene chiesto di incontrarsi altrove e quindi sono adescate in contesti più informali
come caffè, circoli di studio in appartamenti (“moschee” clandestine) e organizzazioni della
società civile. Ci sono adescatori che operano in specifici ambienti delle moschee, ma di solito
un contrassegno rosso ben visibile implica controversie sui finanziamenti stranieri (noti per
sponsorizzare il salafismo) o predicatori radicali controversi. Identificare le persone è importante;
vengono adescate dai radicalizzatori e poi lasciate per essere indottrinate e radicalizzate in
piccoli circoli di studio.
I gruppi vivaio radicali (25)
Esistono “gruppi vivaio” (feeder groups) radicali che operano apertamente ma sono di natura
non violenta e forniscono un punto di ingresso per le nuove reclute. Spesso protestano in
modo provocatorio contro la politica estera o l’ordine prevalente, sostenendo una rigorosa
implementazione della legge islamica, fatto che a sua volta rafforza la solidarietà all’interno del
gruppo. Alcuni di questi gruppi sono di natura transnazionale, organizzati attorno a predicatori
carismatici che viaggiano per fornire consulenza sulla strategia e le tattiche di questi gruppi.
Il reclutamento avviene quando il livello di reazione pubblica e di scontro da parte dei
contro-dimostratori può essere brutale. A volte questi gruppi vivaio operano attraverso attività
di street da’wah progettate per identificare giovani vulnerabili che possono essere ulteriormente
radicalizzati e reclutati.
Altri gruppi vivaio operano sotto la maschera dei diritti umani in relazione all’antiterrorismo
o alle strategie di prevenzione. Questi gruppi organizzano eventi e si oppongono a voce alle
attività di vigilanza e prevenzione nelle comunità, utilizzando l’accusa di spionaggio organizzato
dallo Stato a scapito delle comunità di minoranza. Spesso vengono organizzati eventi sociali e
di beneficenza per sensibilizzare la gente sul caso dei prigionieri musulmani o su casi specifici
correlati all’antiterrorismo.
Le carceri
Il reclutamento nelle carceri può dipendere prevalentemente da come sono organizzate le
carceri o da chi vi è rinchiuso. Alcune penitenziari sono vere e proprie incubatrici dell’estremismo
poiché i radicalizzatori vi adescano i criminali. Essere condannati a pene detentive può
modificare le tendenze socio-spirituali di una persona ed essa può risultare così vulnerabile da
parte degli adescatori radicali. A volte, il processo di rilascio dal carcere è un periodo critico,
perché la recidività e gli individui radicali possono sfruttare questo periodo per le proprie finalità
di reclutamento.
Le scuole e l’istruzione superiore
In alcuni casi le scuole con un orientamento religioso possono essere esposte alla
radicalizzazione e al reclutamento. Spesso, in questi casi vi sono questioni controverse in tena
di segregazione o intolleranza di genere nei confronti dell’educazione sessuale o dei gruppi
di minoranza. In alcune casi ci sono stati gruppi di attivisti che hanno perseguito la difesa
dell’estremismo in contesti di istruzione superiore.
(25) Kenney, M. (2018). The Islamic State in Britain. Cambridge: Cambridge University Press.
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 21
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8. Il ruolo delle donneIl ruolo delle donne in contesti salafiti jihadisti è diventato più evidente nel corso del tempo. In
passato, gli stereotipi di genere hanno mostrato le donne come astanti passive e vittime, piuttosto
che soggetti con un ruolo attivo di sostegno. Spesso, questa errata caratterizzazione deriva dal
fatto che le donne sono raramente le autrici della violenza. Le donne hanno e possono ottenere
lo stato di martire grazie a questi attacchi; ma le donne hanno spesso un ruolo maggiormente di
sostegno che rende possibile e facilita lo jihad.
I leader estremisti hanno sottolineato l’importanza del ruolo delle donne come madri e mogli;
ci sono casi in cui le donne hanno svolto un ruolo di rilievo nella propagazione e diffusione
dell’ideologia. Le donne hanno contattato altre donne per sostenere la causa salafita jihadista,
fornendo sostegno morale e esercitando pressione fra pari a rimanere all’interno del credo
estremista. Le donne hanno anche svolto un ruolo operativo attivo con la raccolta di fondi e il
contrabbando di armi, denaro e messaggi.
Le donne inoltre hanno svolto un ruolo cruciale nella radicalizzazione e nel reclutamento di
altre donne. Questa attività si è spesso svolta in rete, mediante i social media ed eventi sociali;
questa attività di mobilitazione è stata spesso meno visibile. Le donne sono anche considerate
determinanti per via del loro ruolo nel crescere i bambini secondo l’ideologia. Le donne
mantengono spesso circoli sociali affiatati e viaggiano insieme. Alcuni esperti hanno suggerito
che diventare estremiste può essere considerata un’emancipazione, poiché le donne sono
maggiormente in grado di liberarsi della struttura del clan familiare e del comportamento legato
all’onore.
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 23
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.
9. Tendenze e sfide
Gli operatori nelle scuole, nelle carceri, nelle comunità locali ecc. che si occupano di estremismo
islamista violento possono affrontare molteplici sfide quando si rapportano a gruppi o individui
salafiti jihadisti.
Accesso alle comunità
Avvicinarsi a organizzazioni o soggetti estremisti è difficile in quanto gli estranei e i non
musulmani sono accolti con sospetto e, a volte, ostilità. È spesso necessario stabilire buone
relazioni con la comunità locale, basate sulla fiducia e sulla buona volontà, piuttosto che
sui problemi di sicurezza. L’estremismo islamista violento è integrato in comunità che
coinvolgono predicatori di nota, facilitatori, finanziatori e guardiani e in cui viene esercitata una
considerevole pressione tra pari per non consentire l’accesso a estranei. Sui social media, le
comunità utilizzano canali chiusi e crittografati, rendendo più difficile monitorare o raggiungere
determinati soggetti.
Sfida alla visione binaria del mondo e alle teorie complottiste degli estremisti
islamisti violenti
I gruppi salafiti jihadisti adottano una visione del mondo molto binaria, che divide il mondo in
bene e male, ciò che è consentito e ciò che è proibito. Questa visione ha inoltre forti elementi
di odio nei confronti di altri gruppi all’interno della società, compresi punti di vista anti-sciiti e
antisemiti, ed elementi di odio verso la democrazia e la società secolari occidentali, in particolare
la politica estera occidentale e gli interventi nel mondo musulmano. Spesso, queste comunità
o soggetti mostreranno ostilità nei confronti del gruppo esterno, che è rafforzata dal opinioni
complottiste. Questa ostilità complica l’interazione degli operatori di prima linea. Ad esempio,
spesso viene usata la falsa narrazione secondo cui le autorità sottrarranno i bambini alle proprie
famiglie o che il governo sta spiando la comunità musulmana tramite gli operatori di prima linea.
Affinché gli operatori possano superare queste barriere sono necessarie pazienza e perseveranza.
Interconnessione della complessità dell’ideologia salafita
La comprensione dell’ideologia richiede una comprensione contestuale dell’Islam e delle diverse
scuole di interpretazione, delle linee di faglia del conflitto tra interpretazioni diverse, tensioni
e conflitti comuni, nonché delle dimensioni culturali e linguistiche. Divenire esperti in questi
problemi richiede un notevole sforzo professionale e personale. È anche importante conoscere
come gli sviluppi a livello regionale nel mondo arabo e musulmano influenzano le dinamiche
locali anche nella società occidentale.
UN’INTRODUZIONE PRATICA ALL’ESTREMISMO DI MATRICE ISLAMISTA 25
Organizzazioni legali e illegali
Affrontare l’estremismo islamista è un atto di equilibramento, per via del sottile confine tra
organizzazioni legali e illegali. Benché le organizzazioni legali possono non incitare all’azione
violenta, i loro messaggi mirano a provocare polarizzazione e sfiducia nella società. Gestire
questa complessità è difficile poiché alcuni esperti sostengono che queste organizzazioni legali
assorbono effettivamente elementi estremisti, mentre altri le vedono come organizzazioni di
ingresso (gateway) all’estremismo.
Variazione nello scenario dopo l’emergenza e il conseguente declino dell’ISIS
Nonostante il ripiego dell’ISIS e del cosiddetto Califfato, i giovani continuano ad essere attratti
dal salafismo jihadista. Il sostegno si sta spostando sui social media e sta diventando più
decentrato, con più centri di gravità nelle varie regioni geografiche. Alcuni hanno sostenuto con
forza che la ritirata è solo provvisoria. Il continuo appello all’azione contro il nemico ha ispirato
attacchi terroristici di lupi solitari, e il possibile ritorno in patria di combattenti terroristi
stranieri affiliati all’ISIS e ad altri gruppi jihadisti in Iraq e Siria può influire negativamente sui
contesti estremisti locali.
A breve saranno rimessi in libertà i primi prigionieri condannati per crimini legati al terrorismo,
il che potrebbe influire negativamente sull’ulteriore radicalizzazione in diversi stati dell’UE.
Tuttavia, poiché molti dei gruppi vivaio islamisti sono scomparsi, dato che i loro membri
sono partiti per le zone di conflitto jihadista, ora ne stanno prendendo il posto piccole nuove
organizzazioni, che sono anche più difficili da individuare. In alcuni paesi dell’UE sono state
istituite scuole e aziende che offrono la possibilità di influenzare ideologicamente i ragazzi e i
giovani vulnerabili. Allo stesso tempo, la presenza sui social media si sta spostando dai social
media aperti a siti web più chiusi e crittografati, il che rende più difficile tracciarne le attività.
Per via dei social media e degli sviluppi tecnologici, molti gruppi islamisti stanno diventando più
transnazionali e interconnessi.
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