a me stessa, per il mio impegno e per la mia ... · onostante le tecniche dell‟audio descrizione...
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A me stessa,
per il mio impegno e per la mia determinazione in questo percorso,
e ai miei genitori che hanno sempre creduto in me fin dal principio.
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“ TECNICHE AUDIOVISIVE E AUDIODESCRITTIVE PER
PERSONE CON DISABILITÀ SENSORIALI”
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SOMMARIO
SOMMARIO ......................................................................................................................... 4
SEZIONE IN ITALIANO .......................................................................................................... 7
INTRODUZIONE .................................................................................................................... 7
1. COS'È LA TRADUZIONE AUDIOVISIVA..........................................................................10
1.a TECNICHE E METODOLOGIE DI TRASPOSIZIONE LINGUISTICA………………………………15
1.b IL RUOLO DEL TRADUTTORE AUDIOVISIVO ............................................................ 19
2. LA SOTTOTITOLAZIONE.................................................................................................. 23
2.a IL MERCATO DEI PRODOTTI AUDIOVISIVI IN ITALIA ................................................. 23
2.b LE STRATEGIE DELLA SOTTOTITOLAZIONE .............................................................. 23
2.c I TRATTI DISTINTIVI DELLA SOTTOTITOLAZIONE ........................................................ 28
2.d DALLA TEORIA DELLA TRADUZIONE DEI SOTTOTITOLI ALLA PRATICA ...................... 35
3. IL CONCETTO DI ACCESSIBILITÀ NELLA TRADUZIONE AUDIOVISIVA............................. 42
3.a LA SORDITÀ: CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE............................................................ 46
3.b LA SOTTOTITOLAZIONE INTRALINGUISTICA PER SORDI ........................................... 50
4. CHE COS’È LA CECITÁ .................................................................................................... 59
4.a CAUSE PRINCIPALI DELLA CECITÁ ED I DIVERSI TIPI………………………………………………….63
4.b I BAMBINI NON VEDENTI NELLA SCUOLA: LE STRATEGIE DIDATTICHE ..................... 86
4.c CHE COS'È L'AUDIO DESCRIZIONE …………………………………………………………………………….86
4.d I DIVERSI PROGRAMMI AUDIOVISIVI E AUDIODESCRITTIVI…………………………………… 90
CONCLUSIONI .................................................................................................................... 97
E NGLISH SECTION ............................................................................................................. 99
INTRODUCTION ................................................................................................................. 99
5. THE AUDIOVISUAL TRANSLATION ............................................................................... 102
5.a TRANSFER AND LINGUISTIC TRANSPOSITION TECHNIQUES ................................... 105
5.b THE IMPORTANCE OF AN AUDIOVISUAL TRANSLATOR .......................................... 108
6. INTRODUCTION TO SUBTITLING .................................................................................. 109
6.a THE TRANSITION FROM CAPTIONS TO SUBTITLES ................................................. 109
6.b SUBTITLING AND TRANSLATION STRATEGIES ........................................................ 111
6.c SUBTITITLING: DIFFERENT FEATURES ………………………………………………………………….. 113
6.d SUBTITLING: IMPORTANT ASPECTS ….………………………………………………………………… 115
7. ACCESSIBILITY IN AUDIOVISUAL TRANSLATION ......................................................... 117
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7.a HISTORY OF THE DEAF COMMUNITY EDUCATIONErrore. Il segnalibro non è
definito.118
7.b INTERLINGUISTIC SUBTITLING FOR THE DEAF …………………………………………………….121
8. ANALISYS OF HOPW BLIND PEOPLE LIVE IN ITALY……………….…………………………………124
8.a WHAT IS BLINDNESS?........................................................................................125
8.b WHAT IS THE AUDIO DESCRIPTION …………………….………………………………………………127
CONCLUSIONS ................................................................................................................. 129
SECCIÓN EN ESPAÑOL ...................................................................................................... 130
INTRODUCCIÓN ............................................................................................................... 130
9. LA TRADUCCIÓN AUDIOVISUAL ................................................................................... 131
9.a LAS DIFEENTES TÉCNICAS Y LAS METODOLOGĺAS DE TRASPOSITION LINGIUISTICAErrore. Il
segnalibro non è definito.
9.b EL PAPÉL DEL TRADUCTOR AUDIOVISUAL ............................................................ 143
10. EL MERCADO DE LOS PRODUCTOS AUDIOVISUALES EN ITALIAErrore. Il segnalibro non è
definito.
10.a LAS CARACTERISTICAS DE LA SUBTITULACIÓN INTERLINGUISTICA ........................ 139
11. EL CONCEPTO DE ACCESIBILIDAD EN LA TRADUCCIÓN AUDIOVISUAL......................141
11.a LA SORDADERA: CARACTERISTICAS Y TIPOLOGĺAS .………………………………………………142
11.b LA SUBTITULACIÓN INTRALINGUISTICA PARA SORDOS………..………………………………143
12. LA CEGUERA: LAS TIPOLOGĺAS Y LA EDUCACIÓN DE LOS NIÑOS SORDOS……....………145
12.a QUÉ ES LA AUDIODESCRIPCIÓN……………………………………………......…………………………147
CONCLUSIONES ...................................................................................................................150
Ringraziamenti ............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Bibliografia e sitografia .................................................................................................... 153
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SEZIONE IN ITALIANO
INTRODUZIONE
La scelta dell‟argomento deriva da un‟esperienza passata a Londra
circa un anno fa, grazie alla City University of London e da una curiosità
personale per il tema della traduzione audiovisiva.
Il seguente lavoro dunque, tratterà le tematiche della traduzione
audiovisiva , con maggiore attenzione sulla sottotitolazione intralinguistica
per non udenti e sull‟audio descrizione per non vedenti.
Ho pensato di schematizzare il lavoro in quattro parti: la prima parte è
una presentazione della traduzione audiovisiva; con le relative tecniche di
trasposizione, il ruolo del traduttore audiovisivo e le varie soluzioni e
forme di traduzione. La seconda parte si concentrerà sul tema della
sottotitolazione, in cui verranno esaminate le caratteristiche principali, lo
scopo dell‟utilizzo dei sottotitoli e l‟ausilio per disabili. Nella terza parte si
analizzerà il mondo della sordità con una focalizzazione alla tecnica di
sottotitolazione intralinguistica per non udenti. La quarta ed ultima parte
attraverserà la tematica della cecità con riferimenti specifici ad alcuni tipi,
ai diversi programmi che vengono utilizzati per audio descrivere e per
sottotitolare ed infine un preciso riferimento alla tecnica più importante che
è l‟audio descrizione.
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Nonostante le tecniche dell‟audio descrizione e della sottotitolazione
per non udenti e non vedenti siano, purtroppo, ancora poco utilizzate oggi,
ho deciso di concentrare il mio lavoro su questo tema perché negli ultimi
tempi sta diventando comunque argomento di discussione sempre più
popolare e si sta affermando in molti Paesi europei.
Il fenomeno della globalizzazione ha avuto un impatto piuttosto forte
e diretto su tutti noi, soprattutto per ciò che riguarda la dimensione
linguistica e culturale. Il rapido sviluppo delle tecnologie dell‟informazione
e della comunicazione ha modificato profondamente alcuni aspetti della
nostra vita quotidiana e, grazie alla diffusione dei mezzi di comunicazione
di massa e al rapido sviluppo tecnologico avvenuto negli ultimi decenni,
abbiamo assistito ad una massiccia produzione e distribuzione mondiale di
prodotti audiovisivi di ogni genere. Infatti non è un‟esagerazione affermare
che al giorno d‟oggi siamo costantemente circondati da dispositivi e
strumenti tecnologici di ogni forma e dimensione, i quali ci permettono di
lavorare, apprendere e tenerci sempre informati. Negli ultimi anni abbiamo
assistito ad una vera e propria rivoluzione audiovisiva, con la creazione di
canali televisivi satellitari, internet, la telefonia mobile, prodotti
cinematografici, dunque si ha accesso ad una grande varietà di materiali
audiovisivi provenienti da ogni parte del mondo; parallelamente, la
comunicazione ha assunto un ruolo sempre più importante della nostra
società, tanto da diventare un vero e proprio prodotto sul mercato
internazionale.
Per queste ragioni il ruolo delle lingue e, in particolare, le attività legate al
trasferimento linguistico hanno acquisito un‟importanza crescente negli
ultimi anni perché divenute essenziali per diffondere informazioni e
veicolare conoscenze a livello internazionale.
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La competenza linguistica svolge quindi un ruolo di primaria importanza,
in quanto indispensabile per usufruire dei prodotti audiovisivi di ogni
nazionalità e per comprendere il significato dei testi che questi nuovi
prodotti incorporano. È sorta così una nuova esigenza, ovvero quella di
abbattere qualsiasi tipo di barriera (linguistica, culturale, ma anche
sensoriale) che impedisca una piena accessibilità e fruibilità dei prodotti
distribuiti per mezzo delle tecnologie audiovisive e multimediali ad un
pubblico sempre più vasto ed eterogeneo in termini di età, sesso, livello di
istruzione, capacità ricettive, lingua e cultura. In conseguenza di tale
fenomeno, ha assunto un‟importanza cruciale la dimensione culturale,
linguistica e traduttologica. Non è difficile immaginare, quindi, quanto sia
ampia la varietà di metodologie traduttive ed ambiti applicativi che
possono essere ascritti al settore della traduzione audiovisiva. Lo scopo dei
capitoli che seguono, dunque, è quello di offrire un quadro teorico che
permetta di comprendere e analizzare nel dettaglio le caratteristiche e le
peculiarità che contraddistinguono la traduzione audiovisiva, elencare le
principali tecniche traduttive in uso oggi e differenziare questo tipo di
traduzione da altre forme di trasferimento linguistico che per tradizione
sono al centro degli studi sulla traduzione.
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1. CHE COS’È LA TRADUZIONE AUDIOVISIVA
Con traduzione audiovisiva si designano tradizionalmente “tutte le
modalità di trasferimento linguistico che si propongono di tradurre i
dialoghi originali di prodotti audiovisivi, cioè di prodotti che comunicano
simultaneamente attraverso il canale acustico e quello visivo, al fine di
renderli accessibili a un pubblico più ampio”.1 Oggetto della traduzione
audiovisiva sono testi che non contengono solo l‟elemento verbale, ma che
includono componenti semiotiche differenti. Bartrina Francesca afferma
che “la traduzione audiovisiva ingloba diversi sistemi semiotici, di cui i
principali sono quello verbale e visivo,”2 ai quali Gambier aggiunge quello
sonoro, grafico, cinetico e gestuale. 3Ogni modalità semiotica è portatrice
di un significato fondamentale ai fini della comprensione del testo nella sua
totalità, perciò non deve essere trascurata dal traduttore. In altre parole, il
destinatario di un testo audiovisivo può cogliere appieno il messaggio e
recepirne ogni sfumatura solamente se può usufruire di tutti i segnali
simultaneamente. La maggiore difficoltà della traduzione audiovisiva
risiede quindi nel fatto che essa deve restituire parallelamente al senso degli
elementi verbali quello degli elementi non verbali. La musica e gli effetti
sonori possono cambiare da una versione all‟altra, oppure il tecnico del
suono può alterare la natura dei suoni introducendo dei cambiamenti nella
banda sonora internazionale. Tutti questi ed altri fattori rappresentano vere
1 E.perego, La Traduzione Audiovisiva. 2 F. Bartrina, The Position of Audiovisual Translation Studies.
3 Yves Gambier, The Position of Audiovisual Studies.
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e proprie difficoltà per il traduttore audiovisivo, il quale deve tenerne conto
nella trasposizione nella lingua d‟arrivo.
Attualmente viviamo in un mondo multimodale, vale a dire che oltre
allo scritto e al parlato, esistono altre fonti in grado di trasmettere un
determinato significato come ad esempio i gesti, la postura, lo sguardo, i
rumori, la musica i simboli. In un testo multimodale, il significato è
trasmesso attraverso la forza integrata di diverse modalità semiotiche.
Oggi, la tecnologia a nostra disposizione e la possibilità di comunicare
istantaneamente a livello globale hanno creato orizzonti senza precedenti
per l‟espansione multimodale. Le modalità semiotiche diverse dalla lingua
(gesti, sguardo, postura, suoni …) trasmettono il significato in molti modi
diversi. La gestualità dell‟uomo utilizza tutte le parti del corpo, dai cenni di
assenso fatti con la testa, all‟indicare con le dita, alla scrollata di spalle.
Alcuni di questi gesti sono universali, altri sono tipici di determinate
culture, altri ancora cambiano di significato da una cultura all‟altra, mentre
alcuni hanno usi diversi, ma tutti hanno un significato. Nel contesto
multimediale, comunque, la lingua costituisce il fattore più importante. Il
dialogo di un film tradotto, se tradotto in modo adeguato, interagirà con le
stesse modalità semiotiche per ricreare lo stesso effetto nel pubblico di
arrivo come aveva fatto l‟originale con il pubblico di partenza. Quello che
può incrinare questa situazione ideale è la presenza di vincoli di tempo che
non permettono una traduzione completa, o quella degli squilibri sintattici
tra lingue (l‟inglese, per esempio, è generalmente più breve dell‟italiano),
oppure la mancanza di un tempo sufficiente per consentirne la lettura da
parte del pubblico. In questi casi il traduttore audiovisivo può cercare aiuto
tra le altre risorse semiotiche in gioco e può quindi operare delle scelte che
riguardano la versione tradotta del prodotto. Tra le varie scelte non è da
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escludere il non tradurre. Infatti, se un gesto ha un significato
inequivocabile, il traduttore potrebbe anche scegliere di non tradurre,
oppure può scegliere anche di abbreviare la traduzione, cioè di tradurre
solo gli elementi più importanti. In una situazione marcata dal punto di
vista culturale, invece, la decisione potrebbe essere di espandere il testo di
partenza, aggiungendo informazioni, per facilitarne la comprensione.
Dopo questa breve introduzione, con il termine “traduzione
audiovisiva”, dunque, si fa riferimento a tutte le modalità di trasferimento
linguistico che si propongono di tradurre i dialoghi originali di prodotti
audiovisivi, al fine di renderli accessibili ad un pubblico più ampio.
Mantenere un alto livello di aderenza con specifici aspetti dell‟originale è
un‟operazione sempre complessa, che fa del traduttore (audiovisivo e non)
una figura di grande responsabilità. Oggetto della traduzione audiovisiva
sono testi che non contengono solo l‟elemento verbale, ma che includono
sistemi semiotici differenti, di cui i principali sono quello verbale e visivo,
ma anche quello sonoro, grafico, cinetico e gestuale. Ogni modalità
semiotica è portatrice di un significato fondamentale ai fini della
comprensione del testo nella sua totalità, perciò non deve essere trascurata
dal traduttore. In altre parole, il destinatario di un testo audiovisivo può
cogliere appieno il messaggio e percepirne ogni sfumatura solo se può
usufruire di tutti i segnali simultaneamente. La maggiore difficoltà della
traduzione audiovisiva risiede quindi nel fatto che essa deve restituire
parallelamente al senso degli elementi verbali quello degli elementi non
verbali.
Ogni tecnica traduttiva è costituita da due processi focali:
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Processo: attività tramite l‟esecuzione della quale si ottiene il
testo di arrivo (TA) a partire da un testo sorgente (TS),
comprendente i percorsi operativi e psico-cognitivi del traduttore.
Prodotto (=TA): risultato conseguito mediante il processo
traduttivo, dato in fruizione all‟utenza finale.
Inoltre, per ogni tecnica traduttiva devono essere definiti il mezzo
(orale, scritto o entrambi), il canale (acustico, visivo, audio-visivo,
simbolico-tattile), la modalità del processo (in tempo reale, in differita,
consecutiva, simultanea, a vista), la lingua (linguaggio di TS e TA) e la
localizzazione del prodotto (cartacea, nastro, web, software).
In sintesi, possiamo distinguere due tipi di traduzione: la traduzione
interlinguistica (il testo sorgente TS e il testo di arrivo TA sono in due
lingue differenti), la traduzione intralinguistica (TS e TA condividono la
medesima lingua). Mentre tra le tipologie dei processi traduttivi
distinguiamo l‟interpretazione, che può essere simultanea, consecutiva o “a
trattativa”, la traduzione propria, che può essere letteraria o tecnico-
scientifica e la traduzione audiovisiva, di cui fanno parte il doppiaggio e la
sottotitolazione. La traduzione audiovisiva, che è di nostro interesse nel
presente lavoro, possiede un TS a due canali, quello audio e quello visivo
(verbale e non) e l‟obiettivo è quello di rendere disponibili a un‟utenza più
ampia prodotti audiovisivi che altrimenti risulterebbero non fruibili per
motivi sensoriali o linguistici. Si può riferire quindi a prodotti eterogenei
come il materiale televisivo o cinematografico, prodotti derivanti
dall‟Opera e dal teatro, materiale prodotto in seminari e conferenze ecc. La
componente audio verbale nella traduzione audiovisiva comprende i
dialoghi, i monologhi, eventuali brani musicali cantati dagli attori e
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qualsiasi altra componente verbale o dialogica significativa per il prodotto
finale; mentre la componente audio non verbale è costituita da effetti
speciali, rumori di fondo, musiche di sottofondo, altri effetti sonori non
voluti o non significativi per il prodotto finale. Per quanto riguarda la
componente video verbale, essa annovera qualsiasi dato scritto visibile
durante la fruizione del prodotto come didascalie, sottotitoli, sottopancia,
scritte interne derivanti da inquadratura, mentre la componente video non
verbale è costituita da elementi di fotografia, prossemica (l‟ambiente di
svolgimento della comunicazione) e cinesica (gestualità e linguaggio del
corpo degli attori).
Negli anni ‟80 e ‟90 in Europa si assiste ad una riconsiderazione delle
minoranze linguistiche e ai media è riconosciuto il ruolo di strumenti utili
per agevolare la comunicazione e per promuovere e rinforzare l‟identità
linguistico-culturale. Si hanno quindi i primi studi di “traduzione filmica”
(film translation) e “traduzione per lo schermo” (screen translation), ancora
oggi molto utilizzate. Mentre il “trasferimento linguistico” (language
transfer) subentra in un secondo momento, e mette in evidenza la
componente verbale del prodotto audiovisivo. Da qui nasce l‟esigenza di
introdurre la designazione più precisa ed esauriente di “traduzione
audiovisiva”, oggi utilizzata per fare riferimento alla dimensione semiotica
di tutte le opere cinematografiche e televisive i cui dialoghi subiscono una
traduzione. Nel testo audiovisivo la sfera sonora e quella visiva si
combinano creando un complesso testo multicolore la cui traduzione può
essere problematica. Fin dalla nascita del cinema sonoro si è manifestato il
bisogno di tradurre i film importati e, di conseguenza, si sono sviluppati
numerosi metodi di traduzione audiovisiva e strategie di trasferimento
linguistico molto differenti tra loro.
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1.a TECNICHE E METODOLOGIE DI TRASPOSIZIONE
LINGUISTICA
In virtù della molteplicità delle strategie di traduzione audiovisiva, esistono
numerose classificazioni. Gambier1
individua tredici tipi di trasferimento
linguistico, ma otto sono i più importanti:
Sottotitolazione interlinguistica
Doppiaggio
Interpretazione consecutiva
Interpretazione simultanea
Voice-over
Commento libero
Traduzione simultanea
I challenging (traduzione degli script, la sottotitolazione
simultanea o in tempo reale, la sopratitolazione, la descrizione
audiovisiva e la sottotitolazione intralinguistica per sordi).
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La tecnica della sottotitolazione può essere sia interlinguistica che
intralinguistica, cioè esistono sia dei sottotitoli usati per tradurre i dialoghi
parlati in un‟altra lingua che sottotitoli nella stessa lingua dei dialoghi,
rivolti principalmente a non udenti e audiolesi. Esistono vari tipi di
sottotitolazione, come ad esempio la sottotitolazione simultanea, che è
una procedura che si esegue in tempo reale, nel momento stesso della
trasmissione di un programma. Si tratta di una sorta di “interpretariato
scritto”, in cui un interprete-traduttore riferisce un messaggio tradotto e
ridotto rispetto al testo originale, mentre un tecnico è incaricato di scrivere
velocemente ciò che lo spettatore riceverà sotto forma di sottotitolo.
Il doppiaggio è una modalità di traduzione interlinguistica, cioè che
“trasforma” un testo audiovisivo straniero in uno parlato nella nostra
lingua. È la tecnica di traduzione audiovisiva più nota e diffusa in Italia che
consiste nel sostituire per post-sincronizzazione la colonna sonora originale
di un film con una nuova colonna sonora provvista di dialoghi tradotti nella
lingua dei fruitori. Questo sistema richiede grande precisione nella
sincronizzazione, cioè nell‟adattare i nuovi dialoghi in modo che il testo
udito nella lingua della traduzione e i movimenti labiali degli attori
coincidano il più possibile per dare l‟impressione al nuovo spettatore che
gli attori stiano parlando nella sua lingua. Ovviamente la difficoltà del
dialoghista non è solo questa, ma a livello linguistico deve affrontare e
risolvere altre situazioni difficili: tradurre giochi di parole, adattare la
traduzione all‟immagine, tradurre termini culturalmente connotati,
trasporre, usando formule opportune, il turpiloquio o forme allocutive,
mantenere, se presente, l‟umorismo del testo originale.
L'interpretazione consecutiva consiste nella traduzione del discorso
dell'oratore dopo che questo, o una parte di questo, è terminato. A
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differenza dell'interpretazione simultanea quindi, prevede che l'interprete
segua e comprenda pienamente il discorso e sia poi in grado di trasporlo
all'uditorio. Di solito, dato che è possibile tradurre un discorso ad intervalli
piuttosto lunghi (dieci minuti o anche mezz‟ora), è consuetudine prendere
degli appunti utilizzando degli espedienti per sintetizzare con una due o tre
parole un'intera frase. Questo tipo di traduzione raddoppia la durata del
discorso dell'oratore e richiede inoltre un elevato livello di attenzione del
pubblico, che deve concentrarsi per non perdere il filo del discorso durante
le pause. L‟interpretazione consecutiva solitamente viene utilizzata durante
le interviste, le riunioni e i processi e comunque durante tutti gli eventi nei
quali è presente un pubblico che parla una lingua diversa da quella
dell'oratore.
L’interpretazione simultanea avviene in contemporanea con il
discorso dell‟oratore. Tra il discorso dell‟oratore e l‟interpretazione fornita
si verifica quasi sempre uno scarto di tempo, detto "décalage”, che varia a
seconda delle lingue coinvolte nella traduzione. In tale modalità traduttiva,
l‟interprete lavora all‟interno di una cabina insonorizzata dotata di una
console in cui l‟interprete ascolta l‟oratore attraverso delle cuffie e fornisce
l‟interpretazione agli ascoltatori che non conoscono la lingua dell‟oratore
tramite un microfono. È importante aggiungere che, dalla sua postazione,
l‟interprete deve essere in grado di vedere l‟oratore. Questo tipo di
traduzione è tipica dei convegni, delle assemblee, dei meeting, e di tutti gli
eventi a cui partecipa un pubblico internazionale.
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Il voice-over è una tecnica di traduzione audiovisiva piuttosto simile
al doppiaggio, in quanto il testo tradotto viene esposto oralmente e
sovrapposto alla colonna sonora originale che resta udibile, sebbene ad un
volume molto basso. I dialoghi sono letti o recitati da professionisti. Il
voice-over condivide alcune caratteristiche sia con il doppiaggio che con la
sottotitolazione: infatti è presentato oralmente come il doppiaggio, però la
sua traduzione prevede una rielaborazione sintetica dei contenuti che la
avvicina alla sottotitolazione. Questo tipo di traduzione, non ponendo il
vincolo della sincronizzazione del parlato con il labiale, presenta dei costi
piuttosto bassi e tempi di produzione brevi. Per queste ragioni il voice-over
è spesso utilizzato da emittenti televisive (ad esempio MTV) che intendono
mantenere bassi i costi di produzione.
Nella narrazione il testo di partenza è un testo che accompagna le
immagini sul video che racconta e spiega ciò che si vede. La sua riduzione
spesso prevede sia riduzioni che esplicitazioni del testo di partenza: questa
flessibilità è data dal fatto che non c‟è la necessità di sincronizzare l‟audio
con il labiale, anche se il ritmo deve essere rispettato in quanto il testo
originale e il testo di arrivo sono trasmessi sincronicamente. Di solito lo
stile della narrazione è piuttosto formale e privo di espressioni colloquiali.
Il commento libero è una rielaborazione del testo originale che
appare in forma scritta ed è usato per rendere fruibili documentari o
cortometraggi. Questo tipo di traduzione ammette un certo grado di
flessibilità, ed è particolarmente utile per tradurre elementi culturalmente
distanti dalla cultura di arrivo. Infatti, essendo meno vincolata rispetto ad
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altri metodi di traduzione audiovisiva, si possono aggiungere delle
spiegazioni o eliminare delle informazioni non fondamentali per la
comprensione del testo. Per la realizzazione del commento libero
generalmente si usano strutture sintattiche piuttosto semplici, per cui si
prediligono frasi coordinate rispetto alle subordinate, e proposizioni brevi.
La descrizione audiovisiva, o audio descrizione, è un tipo di
traduzione è del tutto singolare in quanto è indirizzata ad un pubblico
specifico: i non vedenti e gli ipovedenti. La descrizione viene fornita da
una voce fuori campo che descrive ciò che si vede sullo schermo, e dà
informazioni relative a dei fattori rilevanti percepibili solo visivamente.
Grazie alla descrizione audiovisiva lo spettatore è in grado di integrare le
informazioni veicolate sia dal canale sonoro che dal canale visivo. Tuttavia,
bisogna considerare che i fruitori di questo tipo di traduzione possono
essere affetti da cecità di diverso grado. Ne sono un esempio i non vedenti
dalla nascita e coloro che hanno perso la vista in seguito: i primi non hanno
alcun tipo di memoria visiva, al contrario dei secondi che possono ricordare
alcune immagini. Il tipo di descrizione differirà quindi a seconda del
destinatario: la quantità di informazioni e dettagli forniti è pensata e
adattata per i riceventi in modo da non risultare né ridondante né
insufficiente.
1.b IL RUOLO DEL TRADUTTORE AUDIOVISIVO
Gli appassionati di cinema e televisione lo sapranno bene. C‟è una
figura che si occupa della sottotitolazione. Deve essere per prima cosa un
ottimo traduttore, ma questo non basta. Per quanto riguarda per esempio la
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traduzione dei dialoghi, il traduttore deve essere in grado di riassumere in
modo succinto le frasi degli attori con un linguaggio semplice e immediato.
Il posizionamento poi deve seguire il ritmo dei dialoghi tenendo conto dei
tagli e dei cambi di scena. Ma come si inizia questa professione? Ci sono
corsi e studi da fare?
In una simpatica intervista a Roberta d‟Addazio, traduttrice
audiovisiva e sottotitolatrice, viene spiegato in maniera del tutto esplicita e
semplice il ruolo del traduttore di audiovisivi.
I: Qual è stato il suo percorso di studi? Com‟è diventata sottotitolatrice?
R: Possiedo una laurea magistrale in Traduzione ottenuta presso la
LUSPIO in Roma. Dopo essermi laureata ho cominciato a studiare
autonomamente alcuni programmi per il sottotitolazione. Ho fatto
esperienza documentandomi, esplorando quei programmi, facendo
sottotitoli per alcuni siti con la stessa mia passione, ho letto e studiato le
esperienze dei professionisti del settore, ho iniziato uno stage in questo
mestiere presso un‟agenzia di sottotitoli in Roma e pian piano ho preso la
mano iniziando a farne il mio lavoro. Esistono corsi o master per diventare
traduttore e adattatore per il doppiaggio e il sottotitolazione. Io stessa, sto
continuando ad immagazzinare informazioni per continuare a fare
esperienza seguendo il master citato presso l‟università in cui mi sono
laureata.
I: C‟è possibilità di carriera?
R: Essere un traduttore audiovisivo a tutto tondo che ha la possibilità di
stare in sala doppiaggio e parlare con gli attori-doppiatori capendo se si è
fatto un buon lavoro di adattamento del testo. Imparare ogni giorno sul
campo, credo sia la vera esperienza che porta a una crescita personale oltre
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che professionale. Magari un giorno si potrà anche avere la possibilità di
essere assistente di doppiaggio o direttore di doppiaggio e credo sia un
ottimo livello a cui tendere se ci si vuole distaccare un po‟ dal lavoro di
traduttore-adattatore, anche se personalmente ritengo che la carriera si
misura con l‟esperienza.
I: Quali sono le difficoltà che si incontrano?
R: Le difficoltà che si possono riscontrare sono di varia natura: partendo
dal programma di traduzione e/o di sottotitoli che non vuol funzionare
all‟ultimo secondo, al cliente che non ti può pagare e ultime ma non ultime,
le difficoltà di traduzione e trasposizione linguistica che richiedono il
lavoro più lungo, in cui bisogna prima fare un ottimo lavoro di traduzione,
poi di adattamento, cioè adattare la traduzione al linguaggio utilizzato dai
protagonisti del video mettendolo ovviamente in lingua italiana. Tutto
questo richiede senza dubbio un‟ottima conoscenza non solo della lingua
straniera ma anche e soprattutto della lingua italiana che ogni volta deve
venir reinventata e inserita in base ai caratteri a disposizione sul testo, per
quanto riguarda i sottotitoli, facendoli quindi apparire sul video nel
momento in cui i personaggi parlano, oppure cogliendo le sfumature del
parlato e dei diversi registri della lingua italiana ricreando i dialoghi come
nel caso del traduttore-adattatore.
Il traduttore audiovisivo ha un ruolo molto importante durante il
processo di sottotitolazione. Innanzi tutto, all‟arrivo di un prodotto
audiovisivo, il traduttore ha il compito di trascrivere tutti i dialoghi,
ascoltando la colonna sonora originale. Inoltre, si occuperà di tradurre,
nella lingua in cui dovranno apparire i sottotitoli, il testo originale,
adattandolo alla lingua di arrivo. Una volta effettuato il lavoro di
22
traduzione, ci sarà bisogno di un‟accurata revisione, che può essere
effettuata sia dal traduttore stesso, sia da un altro traduttore, per un diverso
punto di vista. Un buon traduttore dovrà prendere nota ogni volta che si
presentano punti critici nel testo di partenza, come parole o espressioni
ambigue, frasi idiomatiche e colloquiali, uso e omissione di deittici
(questo/questi, quello/quelli), esclamazioni che non sono direttamente
traducibili da una lingua all‟altra, che potrebbero causare problemi
linguistici o di traduzione nelle fasi successive del lavoro. Dopo queste
operazioni può procede alla traduzione vera e propria.
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2. LA SOTTOTITOLAZIONE
2.a IL MERCATO DEI PRODOTTI AUDIOVISIVI IN ITALIA
Sotto la spinta della globalizzazione, in Italia viene importato
dall‟estero un numero sempre crescente di programmi televisivi .
Sebbene a questa internazionalizzazione sfrenata si contrappongano
istanze locali, l‟entità del fenomeno non permette di ignorare che, in
molti Paesi, i programmi tradotti costituiscono la maggior parte dei
prodotti presenti sul mercato. Mentre in precedenza per scambio di
prodotti audiovisivi a livello internazionale si intendeva soltanto il
trasferimento di film e serie TV all‟interno del mercato
europeo‐americano, con l‟avvento della globalizzazione nuovi
programmi provenienti dai Paesi Emergenti (Cina, India, Brasile
etc.) hanno iniziato a fare capolino all‟interno di un mercato
storicamente dominato da un approccio monolingue, che ha sempre
visto l‟inglese come possibile lingua franca.
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La transizione a un sistema multilingue (nel quale lo spettatore può
scegliere la lingua in cui desidera ascoltare il canale audio o leggere
i sottotitoli) sembra ancora lontana, ma l‟avvento del digitale e la
sempre maggiore diffusione di canali tematici a pagamento stanno
apportando qualche cambiamento.
Naturalmente, se il mercato internazionale dei prodotti
audiovisivi crescerà e prospererà come auspicabile, perché ogni prodotto
possa raggiungere il maggior numero possibile di spettatori è
necessario che, con l‟ausilio dei metodi di traduzione audiovisiva,
le barriere linguistiche vengano oltrepassate.
Lo sviluppo dell‟industria cinematografica in Europa coincise,
negli anni Trenta, con la nascita dei nazionalismi e l‟Italia non fu
un‟eccezione. Durante il periodo fascista, infatti, grazie a un decreto
del Ministero dell‟Interno (22 ottobre 1930), fu vietata la proiezione
di film contenenti dialoghi o parti di dialoghi in lingua straniera,
poiché l‟intero copione doveva essere recitato in italiano. Questo
espediente offriva altresì la possibilità di rimaneggiare i copioni
originali in modo che rispettassero e promuovessero gli ideali politici
in auge al tempo.
Oggigiorno, con l‟interesse crescente che gli stati europei
iniziano a nutrire per le culture altrui, in Europa la situazione sembra
giungere a una timida svolta a favore della sottotitolazione. Oltre ad
essere un metodo veloce ed economico per la traduzione audiovisiva,
questo metodo di traduzione audiovisiva promuove indirettamente
l‟abitudine all‟uso di lingue diverse dalla propria e incoraggia un
certo interesse nei confronti delle culture straniere.
25
2.b LE STRATEGIE DELLA SOTTOTITOLAZIONE
Nel tentativo di definire la sottotitolazione, gli studiosi mettono in
evidenza i tratti più caratteristici e cioè quelli relativi alla riduzione testuale
e alla semplificazione. Il sottotitolo non viene considerato come un
“riassunto dell‟originale”, bensì una sua “riduzione selettiva”, volta ad
adattare la lingua alle circostanze e a permetterle di rappresentare ciò che il
parlante intendeva comunicare. Ovviamente di rado è possibile tradurre ciò
che si dice nell‟originale. Quindi il traduttore di sottotitoli deve saper
trasferire le intenzioni comunicative veicolate dal codice della lingua di
partenza al codice della lingua di arrivo, dal codice orale al codice scritto, il
quale deve essere in sincronia con tutte le realtà paralinguistiche presenti
nel film, come le distanze e i movimenti degli attori. Inoltre il traduttore di
sottotitoli deve anche saper far corrispondere il testo sovraimpresso del
sottotitolo al testo parlato, calibrando la inevitabili riduzioni per non
ostacolare il flusso della comprensione da parte degli spettatori.
La componente traduttiva della sottotitolazione include quindi alcuni
concetti fondamentali riguardo la teoria della traduzione quali
l‟equivalenza, l‟adeguatezza, la fedeltà e la traducibilità, nozioni molto
importanti a cui un traduttore deve tener conto.
L’equivalenza fa riferimento alla descrizione della natura e il tipo di
relazioni che si instaurano tra testo originale e testo tradotto. L‟obiettivo,
quindi, è quello di presentare una stessa situazione dell‟originale usando
parole diverse per tradurre frasi idiomatiche fisse, proverbi ecc.
Anche l’adeguatezza fa riferimento alla relazione tra testo e lingua di
partenza e testo e lingua di destinazione, ma è più debole, meno rigida. La
produzione di una traduzione adeguata riflette la risposta del traduttore a
26
una situazione comunicativa che non può essere trasferita in modo
completo e assoluto, ma che esige una sorta di compromesso e sacrificio,
inteso come perdita necessaria per poter veicolare gli aspetti principali ed
essenziali del testo fonte. Più precisamente, quindi, con il concetto di
adeguatezza ci si riferisce ad una traduzione che guarda il testo di arrivo ed
è pienamente consapevole delle esigenze di quest‟ultimo.
Il termine fedeltà invece viene usato per dire quanto una traduzione
possa considerarsi una rappresentazione ragionevole e leale all‟originale, e
questo presuppone che il traduttore comprenda appieno il significato e il
messaggio del proto-testo.
Il fattore traducibilità è molto importante per sapere fino a che punto
è possibile tradurre da una lingua all‟altra. Dove non è possibile tradurre
per motivi lessicali o culturali, possono essere adottate strategie traduttive
particolari come l‟esplicitazione, aggiunte di glosse, commenti esplicativi,
parafrasi o riformulazione di termini originali per chiarificare un
significato.
Quando parliamo, invece, di problemi di trasferimento linguistico,
facciamo riferimento alle difficoltà di traduzione che risiedono
nell‟asimmetria linguistica, che implica numerosi procedimenti linguistici
per adattare il testo tradotto agli standard del pubblico per cui si traduce.
Gli elementi linguistici trattati sono giochi di parole, e, in particolar modo,
quelle parole o espressioni che non hanno un corrispettivo nella lingua
verso cui si sta traducendo. Come ci si comporta in questi casi?
Alcune strategie presentate da alcuni studiosi possono aiutare a
risolvere questo tipo di problematica. Le più comuni sono:
27
1. Espansione (Expansion): aggiunta di spiegazioni
2. Parafrasi (Paraphrase): cambiamento di qualche
elemento della frase, necessario nel passaggio della lingua di
partenza alla lingua obiettivo
3. Trasposizione (Transfer): traduzione letterale
4. Imitazione (Imitation): riproduzione di alcuni tratti
della lingua di partenza
5. Trascrizione (Transcription): tentativo di riprodurre
suoni che sono insoliti per entrambe le lingue, come le voci di
animali
6. Slittamento (Dislocation): uso di mezzi linguistici
diversi per mantenere lo stesso effetto
7. Restrizione (Condensation): riassunto del testo
originale senza perdite di significato
8. Riduzione (Decimation): eliminazione di una parte del
testo originale contenente significati non essenziali
9. Cancellazione (Deletion): eliminazione totale di una
parte del testo con perdita di significati
10. Rinuncia (Resignation): soluzione che non soddisfa le
esigenze linguistiche o semantiche del testo di partenza
Roman Jakobson, nel suo saggio del 1959 Aspetti linguistici della
traduzione4, ha dato una svolta alla teoria della traduzione. Egli intende la
4 R. Jakobson, Aspetti linguistici della traduzione, 1959, Milano, Edizione Strumenti Bompiani, 2002.
28
traduzione come un problema di interpretazione e non di semplice
trasposizione di un segno in un altro e individua tre tipi di interpretazione,
dai quali nascono tre tipi di traduzione: la traduzione endolinguistica
(intralinguistica), che consiste nell‟interpretare dei segni linguistici per
mezzo di altri segni della stessa lingua, la traduzione interlinguistica o
traduzione propriamente detta, quando opera su testi appartenenti a due
sistemi linguistici differenti, e la traduzione intersemiotica, che si serve di
segni non linguistici per interpretare segni linguistici.
In conclusione, sia per quanto riguarda la riduzione del prototesto, sia
per quanto riguarda l‟adattamento degli elementi culturali, la
selezione delle strategie deve essere flessibile e rispettare il contesto
(linguistico e culturale) sia nel suo insieme che a livello puntuale.
2.c I TRATTI DISTINTIVI DELLA SOTTOTITOLAZIONE
Gottlieb 5 individua cinque parametri, necessariamente compresenti,
che distinguono la sottotitolazione da tutte le altre forme di traduzione:
afferma che “la sottotitolazione può essere definita come una traduzione a)
scritta (written), b) aggiuntiva (additive), c) immediata (immediate), d)
sincronica (synchronous) ed e) polimediale (polymedial)”. In virtù alla
sua natura scritta, questa tecnica si contrappone ad altri tipi di traduzione
per lo schermo che sono generalmente in forma orale, quali ad esempio il
doppiaggio. Viene considerata aggiuntiva in quanto il testo tradotto e
sovraimpresso sulla pellicola non si sostituisce ai dialoghi originali, ma si
5 Henrik Gottlieb, op. cit., p. 162-163
29
aggiunge a questi, veicolando lo stesso messaggio della fonte originale
attraverso un canale semiotico diverso.
I sottotitoli, ovvero i dialoghi in forma scritta, vengono presentati
all‟autore in modo immediato, subitaneo e seguendo il ritmo del dialogo
orale; poiché la traduzione è intesa per essere recepita (consumed) in tempo
reale6, essa rimane fuori dal controllo del fruitore ed è quindi transitoria
sullo schermo. Pertanto, il tratto dell‟immediatezza non consente la rilettura
di parti di testo sfuggite allo spettatore. Poiché i sottotitoli compaiono e
scompaiono con la rapidità dei dialoghi in concomitanza con le immagini
filmiche, questa forma di traduzione viene detta sincronica; come afferma
Perego7, in questo la sottotitolazione “differisce dall‟interpretazione
simultanea, che di solito succede temporalmente all‟originale anziché
essere presentata contemporaneamente a questo”. Infine, viene definita
multimediale perché costituisce uno dei tanto canali di trasmissione del
messaggio. I parametri proposti dallo studioso danese possono anche essere
espansi. In un lavoro successivo, Gottlieb aggiunse un ulteriore termine di
valutazione relativo alla sottotitolazione: poiché strettamente connessa
all‟originale in termini di tempo e di spazio, la definisce una forma di
traduzione con temporale8 (contemporal), termine che, tuttavia, sembra
riprendere e comprendere le precedenti etichette “sincronica” e
“immediata”. In seguito, affermò anche che si tratta di una forma di
6 Basil Hatim, Ian Mason, Politeness in Screen Translating, cit. in Lawrence Venuti, Mona Baker (a cura di), The Translation Studies Reader, Routledge, London-New York, 2000, p. 444. 7 Elisa Perego, op. cit., p. 47. 8 Henrik Gottlieb, Subtitling, in Mona Baker (a cura di), Routledge Encyclopedia of Translation Studies,
Routledge, London-New York, 1998, p. 246.
30
comunicazione preparata9(prepared), ovvero non improvvisata ma
realizzata e messa a punto prima del suo utilizzo.
Abbiamo già detto che la sottotitolazione è una tipologia di traduzione
audiovisiva che ha delle proprie tecniche, regole e criteri; viene definita
“traduzione subordinata”, poiché ha delle restrizioni di tempo e spazio che
influenzano in modo diretto il risultato finale, si parla dunque di “riduzione
parziale”.
La riduzione parziale altro non è che la condensazione del proto testo
per mezzo di riformulazioni semanticamente equivalenti ma
graficamente più compatte. Questo procedimento non comporta
alcuna perdita informativa assoluta, perché l‟informazione è
condensata soltanto a livello grafico, ma non semantico. Si tratta
di un procedimento critico, durante il quale la sensibilità del traduttore
deve attivarsi per raggiungere un grado ottimale di
densità informativa: se il meta testo è sintetizzato oltremisura, lo
spettatore dovrà compiere uno sforzo eccessivo per inferire i contenuti
dell‟enunciato. La traduzione dipende quindi da questi parametri, e
consiste non solo nel tradurre il contenuto testuale, ma si basa anche
sull‟immagine e sull‟audio, contando su un tempo e uno spazio determinati.
Oltre alla riduzione parziale, è possibile operare delle riduzioni
totali, omettendo porzioni di testo o addirittura interi turni superflui
alla comprensione. Gli elementi su cui più frequentemente si
ripercuotono le riduzioni totali sono le ripetizioni di materiale verbale
9 Henrik Gottlieb, “Texts, Translation and Subtitling. In Theory and in Denmark”, in Id., Screen Translation: Six Studies in Subtitling, Dubbing and Voice-over, Center for Translation Studies- Department of English. University of Copenhagen, Copenhagen, 2000, p. 15
31
già espresso informazioni anagrafiche, informazioni deducibili dal
contesto visuale e sonoro, gli elementi culturali oggetto di
intraducibilità, il materiale verbale non fondamentale al procedere del
discorso (complementi circostanziali, interiezioni, etc.), gli elementi
tipici del registro orale (appellativi, significati fatidici, etc.), ma
anche intere frasi.
Non è però appropriato fare un utilizzo
smodato di questo strumento. Si tratta, infatti, di uno strumento che presup
pone un‟ottima conoscenza dei meccanismi narrativi e la cui applicazione
dipende in gran parte dalla sensibilità del traduttore stesso. A causa
di riduzioni totali indiscriminate, spesso vanno perduti elementi di
pragmatica interpersonale fondamentali per la caratterizzazione
psicologica del personaggio. A dimostrazione di ciò, si consideri la
funzione che hanno le ripetizioni all‟orale: possono esprimere timore
e incertezza se involontarie o enfatizzare la volontà del locutore se
volontarie. Eliminarle senza compiere una scernita opinata
equivale a neutralizzare l‟atteggiamento del parlante oppure, nei casi più
gravi, conduce persino a un‟alterazione dei meccanismi del racconto.21
La traduzione vera e propria dei sottotitoli non solo impone al traduttore
di risolvere tutti i problemi linguistici e culturo-specifici propri della
traduzione letteraria, ma lo carica di un ulteriore fardello: svolgere il
suo compito rispettando la transitorietà specifica di questo metodo di
trasferimento linguistico. Il traduttore non solo è costretto a svolgere
il suo lavoro senza l‟ausilio di glosse o note, ma deve costruire
l‟illusione che il meta-testo sia una versione integrale e compiuta dei
dialoghi del proto-testo.
L‟ultimo aspetto da prendere in esame per quanto concerne la redazione
32
vera e propria dei sottotitoli è la conversione orale‐scritto. I sottotitoli non
sono la semplice trascrizione di quanto detto, ma devono riflettere, in forma
ridotta, la comunicazione orale. In un prodotto audiovisivo, già la
lista dialoghi originale non è che un tentativo di emulare il parlato
naturale. Infatti, il parlato filmico solitamente non riproduce le
varianti gergali e dialettali della lingua o l‟idioletto naturale di un
parlante e costituisce di per sé una forma artificiosa di parlato. Nella
conversione della lingua orale in forma scritta, la convenzionalità e
la finzione della lingua si moltiplicano: i sottotitoli non sono in grado di
riprodurre tutti gli effetti funzionali della comunicazione orale ( tratti
soprasegmentali ); allo stesso tempo la trascrizione di elementi tipici
del parlato (esitazioni, enunciati sospesi, segnali di pragmatica
interpersonale) conferisce una parvenza di innaturalità allo scritto.
Nondimeno è essenziale che i sottotitoli riproducano il registro orale per
essere associati facilmente alle immagini senza incappare in
distorsioni del significato originale. Il compito del traduttore è non lasciare
che lo spettatore percepisca questa artificialità e non permettere quindi
che il credito di cui gode il registro scritto lo seduca.
Il risultato è una lingua livellata, dal registro standard, e che, in virtù di
queste caratteristiche, è definita “lingua zero”.
Lo spazio che si dispone per la traduzione in sottotitoli si limita a due
linee, di solito collocati nella parte inferiore dello schermo; ogni linea non
può contenere più di 35 caratteri, il che significa che il numero di caratteri
che può contenere un sottotitolo intero è di 70 caratteri. In termini di
tempo, un sottotitolo ha una durata minima di un secondo e una durata
massima di sei secondi nello schermo.
33
Per quanto riguarda infatti la struttura del sottotitolo, bisogna adottare
linee di testo più corte dell‟intera larghezza dell‟area visuale,
suddividendole laddove necessario in stringhe multi-linea (linea superiore
solitamente più corta); soprattutto nelle traduzioni bisogna adottare laddove
consentito una sintassi lineare per consentire una lettura veloce e intuitiva;
bisogna utilizzare colori, sfondi, dimensioni dei font adeguati al contesto e
non invasivi da un punto di vista grafico e cromatico.
Infine è importante rispettare la punteggiatura e utilizzarla come
vettore di elementi para-linguistici (stati d‟animo, toni, emozioni
manifestate dal parlante).
È possibile creare dei sottotitoli anche senza l‟ausilio di alcuna
agenzia, grazie ai software disponibili su internet. In questo caso, la singola
persona che decide di affrontare questo lavoro diventerà traduttore,
sottotitolatore e tecnico. È possibile suddividere, quindi, il processo di
sottotitolatura in diverse fasi:
1. Arrivo del prodotto da sottotitolare;
2. Il tecnico controlla che il prodotto non sia danneggiato;
3. Il traduttore annota i punti critici del testo originale e poi
inizia la traduzione vera e propria;
4. Il sottotitolatore revisiona e divide il testo tradotto;
5. Si esegue lo spotting (viene deciso il preciso istante in
cui compariranno i sottotitoli e quando dovranno sparire;
6. Si esegue una prova cartacea della sottotitolatura e si fa
un‟altra revisione per eventuali errori;
34
7. Viene eseguita l‟incisione dei sottotitoli sulla pellicola.
Prima di essere presentata al pubblico, la pellicola verrà poi visionata
da un cliente e da un tecnico. Possiamo, pertanto, riassumere così il
processo di sottotitolazione:
Modello: localizzazione dei tempi di entrata e uscita dei
sottotitoli, sincronizzati con l‟audio, calcolando i tempi minimo e
massimo di durata e rispettando i cambi id inquadratura e di scena.
Traduzione (adattamento): traduzione dell‟originale,
adattandola e aggiustandola ai caratteri permessi secondo la durata
del sottotitolo.
Simulazione: rappresentazione dei sottotitoli tradotti con
l‟immagine audio per verificare che si rispettino tutti i criteri e che si
possano leggere in modo naturale.
Correzione: correggere eventuali errori e riallineare il testo.
Per quanto riguarda invece la parte di adattamento, esistono una serie
di criteri basici che si eseguono nella sottotitolazione. Il testo che contiene i
sottotitoli deve essere un testo naturale, con la stessa punteggiatura, regole
ortografiche e convenzioni della lingua naturale. Non si deve convertire in
un telegramma per cercare di adattarlo al numero dei caratteri, ma si deve
arrivare ad un adattamento che risulti naturale e corretto.
35
2.d DALLA TEORIA DELLA TRADUZIONE DEI SOTTOTITOLI
ALLA PRATICA
Quando ci si accosta per la prima volta al tema della teoria della traduzione
dei sottotitoli, è doveroso consultare testi che forniscano indicazioni utili
dal punto di vista teorico. Gran parte della bibliografia sull‟argomento
sembra insistere su un punto preciso: la traduzione è una scelta tra “mondi
possibili”, come afferma Eco1, e il reame del possibile è quello che conduce
alla provvisorietà della lingua e della cultura; tutto ciò che è provvisorio è
soggetto a molteplici mutamenti: il tempo, lo spazio, il pubblico a cui il
testo è indirizzato, la funzione del testo nella lingua di arrivo, la prospettiva
che il traduttore sceglie di adottare, ecc … Pertanto, se si cercano dei punti
fermi nella teoria della traduzione audiovisiva, si è costretti a rinunciare.
Nessuna disciplina più della traduzione nella sua totalità, comporta
l‟adozione di punti di vista preferenziali, e questi non soggiacciono ad
alcuna regola prestabilita. Ogni testo, ogni parola, meritano un trattamento
particolare, e il buon traduttore lo sa bene. È dunque impossibile stabilire
una teoria definitiva, perché è la materia stessa a coinvolgere svariate
conoscenze ed elementi socio-culturali e socio-linguistici che purtroppo,
non aiuta a delimitare il campo.
Vero è che il traduttore non si limita soltanto a volgere le parole di una
lingua in quelle di un‟altra, in modo che comunichino lo stesso significato;
il traduttore ha a che fare con sistemi estremamente complessi, che sono
quelli della linguistica, della semiotica, dell‟antropologia, della sociologia,
della storia letteraria, ecc … Il traduttore di sottotitoli è anche un
36
“pensatore”, un riscrittore attivo che con il suo lavoro è in grado di
influenzare profondamente la cultura di arrivo.
La traduzione stessa, essendo un ponte, determina il modo in cui un
sottotitolo tradotto verrà tramandato dal sistema che la accoglie, formerà
l‟opinione dei lettori riguardo quel prodotto e quell‟autore, riguardo
un‟epoca o una corrente letteraria. Si potrebbero riportare le numerose
discussioni dei teorici che nella storia hanno cercato di affrancare la
traduzione dalla posizione subalterna in cui è relegata da secoli. E ancora
oggi sembra necessario insistere sul ruolo chiave di chi traduce e
sottotitola, perché il preconcetto secondo cui la traduzione sia un‟attività
meccanica e puramente linguistica è ancora molto diffuso.
Ciò non toglie che, spesso, le teorie della traduzione dei sottotitoli possono
trasformarsi in vere e proprie impasse. Stefano Manferlotti1 sostiene,
giustamente, che “alla teoria va riconosciuta una dignità assoluta, purché la
si veda come riflessione sul linguaggio in quanto tale. […] Ogni altra
pretesa nasce dal sofisma o dall‟illusione”. Allora, slegata dalla pratica, la
teoria della traduzione dei sottotitoli rischia di limitarsi a una speculazione
astratta. Come è possibile creare presupposti teorici per una disciplina che è
tutta pratica? Perché nella traduzione dei sottotitoli si tratta di scegliere,
ma le scelte comportano sempre qualche perdita? Come è possibile
decidere a priori se sia meglio rispettare le rime di un testo poetico, per
esempio, o dedicarsi alla ricerca del ritmo? Una teoria della traduzione di
sottotitolazione deve esistere, ma per sua stessa natura deve mantenersi
aperta, flessibile, mai rigida. Il testo fisicamente inteso è uno spazio in cui
avviene una dinamica irripetibile, e questa dà luogo a soluzioni irripetibili;
37
è nel testo stesso che si possono riscontrare problemi sempre diversi e
trovare altrettante alternative.
Che per tradurre sia importante un ampio sistema di conoscenze è
indubbio, ma è anche vero che una teoria della traduzione non può essere
sistematizzata e valida in tutti i casi.
Passando all‟aspetto pratico della traduzione di sottotitoli vi sono dei
criteri di carattere linguistico in base ai quali si possono distinguere due
tipi di sottotitoli: quelli interlinguistici e quelli intralinguistici che sono
riassunti in una tabella ben suddivisa da Elisa Perego1:
38
Sottotitoli
intralinguistici
Sottotitoli nella stessa
lingua del film
originale
Sottotitoli
interlinguistici
Sottotitoli in una
lingua diversa da
quella del film
originale
Destinatari Sordi e sordastri-
Apprendenti di L2
Normoudenti-
Apprendenti di L2
Caratteristiche
distintive
-Trasposizione scritta e
semplificata del dialogo
originali.
-Rappresentazione
simultanea del dialogo
originale e della sua
trascrizione integrale.
-Sottotitolazione
standard.
-Dialoghi in L2.
-Traduzione scritta e
ridotta in L1.
-“Sottotitolazione
rovesciata”.
-Dialoghi in L1.
Funzione Mezzo principale o
ausiliario per l‟accesso
alle informazioni
televisive e/o
cinematografiche.
Utile supporto didattico
in diverse situazioni di
apprendimento
linguistico.
Riprodurre e adattare il
dialogo nella lingua dei
fruitori per permettere
loro la comprensione del
film straniero.
Vantaggioso per la
memorizzazione a lungo
termine del lessico;
anche per principianti.
39
Se tutte le traduzioni corrono il pericolo di invecchiare, la traduzione
dei riferimenti agli usi e costumi, alla storia e al bagaglio culturale di un
popolo, è quella che più di tutte, da sempre, rischia di non essere mai al
passo con i tempi. La questione è più complessa nell‟ambito della
traduzione audiovisiva in cui il messaggio verbale segue la sua strada – di
solito quella del doppiaggio o della sottotitolazione – mentre le immagini, e
perfino i suoni, continuano a gridare la loro appartenenza alla cultura di
origine. Questo libro intende offrire un‟introduzione alla traduzione
audiovisiva, settore ancora giovane dei “translation studies”, che, grazie
alla diffusione dei prodotti audiovisivi nel mondo moderno attraverso i più
diversi canali di fruizione, ha ricevuto un importante impulso a partire dagli
anni Novanta del secolo scorso. Rispetto alla maggior parte dei testi su
questo argomento oggi in circolazione, questo libro si concentra in
particolare sulla traduzione per il doppiaggio, la forma di traduzione
audiovisiva privilegiata in Italia, con un particolare accento sulla
trasposizione degli elementi culturali. Sono proposti all‟analisi numerosi
brani tratti da film e serie televisive (sitcom, sceneggiati, serie
drammatiche, film TV), in lingua inglese e con il rispettivo adattamento
ufficiale in italiano, seguiti da annotazioni che mettono a fuoco gli elementi
più significativi dal punto di vista delle strategie traduttive.
Poiché la decifrazione di un film con sottotitoli comporta un‟attività di
lettura sia di immagini in movimento, sia di un testo scritto, esiste una
tecnica, chiamata la tecnica del tracciamento oculare (eye tracking in
inglese), che consente di capire, e quindi perfezionare e potenziare, i criteri
di presentazione e la fruibilità di un film. Ciò è particolarmente importante
perché può essere applicata anche a quei film con sottotitoli indirizzati a
persone con disabilità sensoriali (visive e uditive) che esigono una
40
particolare cura nella definizione di criteri (linguistici, strutturali,
contenutistici) per la realizzazione di traduzioni o trasposizioni audiovisive
mirate ed efficaci.
Grazie a questo si è potuto capire, ad esempio, che la lettura non
avviene mediante uno spostamento continuo degli occhi da sinistra verso
destra sul testo da leggere, come si pensava succedesse, ma attraverso un
loro rapidissimo spostamento per sbalzi (saccadi) seguiti da fermate
(fissazioni).
È importante, quindi, conoscere le similitudini e le differenze di uso
del sottotitolo per regolarsi nella sua realizzazione, adattandola alle
esigenze del reale destinatario. Il sottotitolo intralinguistico, infatti, nasce
come strumento che offre una possibilità di accesso al prodotto audiovisivo
a utenti sordi e sordastri.
Tra i fenomeni più interessanti emersi dagli studi sulla fruizione di un
film con sottotitoli ci sono la “regola dei sei secondi”. Come già affermato,
i sottotitoli sono condizionati da rigide regole riguardanti la loro lunghezza
e la loro permanenza sullo schermo, che deve consentire la lettura e la
comprensione completa, ma non la rilettura. Quindi, la “regola dei sei
secondi” stabilisce il tempo, di sei secondi, di permanenza del sottotitolo
per una lettura chiara e completa, evitando inutili processi di rilettura che
disturberebbero l‟elaborazione e la comprensione del sottotitolo.
È interessante notare anche quali sono le reazioni degli spettatori di fronte
agli aspetti strutturali del sottotitolo, in particolar modo riguardo alla
segmentazione del sottotitolo, per rendere il sottotitolo più leggibile e
fruibile. Anche se i gruppi sintattici funzionali all‟interno delle frasi non
andrebbero mai scompattati, in realtà sembra che il sottotitolo sia
41
decodificato in modo efficace a prescindere dal modo in cui è proposto allo
spettatore. Dunque, qualunque sia lo spezzamento del sottotitolo,
l‟attenzione dello spettatore e la comprensione del film non vengono
ostacolati.
42
3. IL CONCETTO DI ACCESSIBILITÀ NELLA
TRADUZIONE AUDIOVISIVA
Quando si parla di accessibilità, ci si riferisce in particolare alla
possibilità di rendere accessibile un prodotto audiovisivo a tutta quella
parte di persone che hanno una disabilità sensoriale. Si tratta di una
questione culturale che impedisce la comunicazione e di conseguenza
l‟integrazione dei disabili nella società. Tuttavia, negli ultimi tempi si
stanno sviluppando nuovi sistemi per la sottotitolazione dei programmi
Questa questione nasce dalla sensibilità verso utenti con disabilità
sensoriali che non permetterebbero loro di usufruire di una enorme fetta di
prodotti informativi artistico-culturali. È proprio dall‟esigenza di eliminare
le barriere linguistiche e sensoriali nell‟accesso al materiale audiovisivo
che si fanno strada, nel campo della traduzione audiovisiva, i concetti di
usabilità e di accessibilità. Nel dettaglio, possiamo definire l‟accessibilità
come “la possibilità, anche con persone di ridotta o impedita capacità
motoria o sensoriale di avere accesso ad un prodotto e alle sue
caratteristiche ”.
L‟accessibilità ai media attraverso i servizi di sottotitolazione svolge
un importante ruolo nell‟inclusione di questi individui ed è sempre più
considerata un diritto fondamentale da coloro che disciplinano il settore dei
media nel mondo.
Le tecnologie a disposizione permettono alle persone con ridotte
capacità uditive di fruire di contenuti audiovisivi. I servizi di accessibilità
sono principalmente: sottotitoli per non udenti (CC) e sottotitoli per non
udenti e con capacità uditive ridotte (HoH/SDH).
43
I sottotitoli per non udenti rappresentano la versione scritta del dialogo
e sono visualizzati nella parte inferiore dello schermo. Contengono
informazioni aggiuntive, quali l‟identità del parlante e la descrizione di
suoni rilevanti, per aiutare lo spettatore non udente o con difficoltà uditive
a seguire il dialogo. Gli utenti di questo tipo di sottotitoli sono soggetti con
una ridotta capacità uditiva o soggetti sordi dalla nascita. La lingua dei
segni adopera gesti manuali, espressioni facciali e linguaggio corporeo per
comunicare un messaggio. La lingua dei segni è una lingua vera e propria e
di solito è la prima lingua che s‟impara. Per questi spettatori i sottotitoli
non comunicano lo stesso livello di informazioni.
La lingua dei segni si usa in tutto il mondo per l‟accessibilità ai
contenuti audiovisivi, anche perché lo spettatore potrebbe non essere in
grado di comprendere la lingua scritta usata nei sottotitoli; ecco perché essa
rappresenta un importante servizio che soddisfa il bisogno di accessibilità.
Un sottotitolo, può essere perfettamente accessibile ma scarsamente
usabile o, viceversa, perfettamente usabile ma totalmente inaccessibile.
I sottotitoli sono tra i mezzi di comunicazione più importanti che
aiutano i sordi a “sentire con gli occhi” e che interrompono il silenzio che li
circonda. Lo sviluppo intellettivo e culturale dei sordi, come degli udenti,
passa attraverso la comunicazione. I sottotitoli costituiscono per i sordi
un‟ottima opportunità per stimolare il loro sviluppo culturale e lessicale, un
sussidio dell‟apprendimento dell‟italiano.
Per questo motivo la fedeltà linguistica è importante nelle
sottotitolazioni: fedeltà quantitativa e qualitativa, quando i vincoli tecnico-
linguistici di tempo e spazio lo permettono. Inoltre, ancora oggi ci sono
44
ancora molti preconcetti e pregiudizi sull‟argomento sordi e sordità e pochi
sanno che i sordi, “guardando”, possono capire molte cose che agli udenti
sfuggono. Alcuni professionisti che si occupano della sottotitolazione per
non udenti hanno approfondito i loro studi e hanno cercato di capire cosa
pensano le persone sorde dei sottotitoli e quali siano le loro esigenze.
Ecco un breve esempio di una lettera scritta da tre ragazzi sordi alla
RAI:
La Rai festeggia, Francesco, Ilaria e Stefano stanno scrivendo una
lettera aperta contro la Rai. Quest‟anno ricorrono i trent‟anni di sottotitoli
della tv pubblica. Dal sito di Rai News: “era il 5 maggio 1986 quando La
finestra sul cortile di Alfred Hitchcock veniva trasmesso dalla Rai con i
sottotitoli per non udenti”. Per poi continuare con tono naturalmente auto
celebrativo: “A meno di due anni dalla nascita di Televideo, la Rai è la
prima tv italiana ad avviare questo servizio sulla pagina 777” e poi via con
la conta delle ore e della tipologia dei programmi sottotitolati.
Il tono, o meglio, l‟umore di Ilaria, Francesco e Stefano, invece, è
quello di chi ha voglia di fare tutto fuorché festeggiare. Sordi oralisti i
primi due, sordo al cento per cento Stefano, si sentono “tagliati fuori” da
una tv che “dice di offrire un servizio che in realtà non offre, o comunque a
una qualità decisamente inferiore rispetto a quella vantata”. Per questo
motivo Ilaria e Francesco, prima di inviare l‟ennesima lettera di protesta,
hanno deciso di realizzare un video che hanno poi pubblicato sulle
rispettive pagine Facebook con il quale chiedono “integrazione a 360 gradi
a livello televisivo”. La loro clip è stata visualizzata da quasi diecimila
persone, condivisa da centinaia di utenti e si aggiunge alle precedenti
45
richieste di attenzione, loro e di altri ragazzi sordi, pervenute all‟azienda
ma a cui non ha fatto seguito alcun riscontro. “Le iniziative individuali non
vengono accolte. Sono addirittura andato fisicamente alla sede della Rai –
racconta Francesco – e la loro risposta è stata: le faremo sapere”.
Per far capire la portata del problema, che non si limita alla Rai, ma
alla tv in generale, provano a semplificare: “Parliamo in percentuale. In Rai
i sottotitoli funzionano per il 30% di quello che dovrebbero, su Mediaset
siamo intorno al 15%”. La situazione migliora leggermente con la “pay tv”,
ma “il servizio non è perfetto nemmeno su Sky, diciamo che funziona per
un 60%”. Questo può essere utile per fare un quadro della situazione nel
nostro Paese, ma capire, anche solo minimamente, quello che provano
persone come Ilaria, Francesco e Stefano quando accendono la tv è tutta
un‟altra storia.
Si può tentare, banalmente, di mettersi nei loro panni e seguire, da
udenti, un programma attraverso i sottotitoli. Per quanto riguarda la Rai,
ogni giorno, alla pagina 771 del Televideo c‟è la lista aggiornata dei
programmi sottotitolati: varie edizioni di Tg, qualche telefilm, talk show,
quasi tutti i programmi di prima serata e alla pagina 778 ci sono i sottotitoli
in inglese. “Questo in teoria - spiega Francesco – la realtà è che i sottotitoli
sono di qualità scadente e quelli in inglese non ci sono quasi mai”.
Dunque, l‟obiettivo di chi svolge questo lavoro è quello di rimanere
il più possibile fedeli al parlato. La riduzione del testo e la durata del
sottotitolo sono necessarie per rientrare nei tempi e negli spazi consentiti e
per eliminare informazioni che spesso non sono così importanti e non
impediscono la comprensione del prodotto audiovisivo.
46
Esistono due tipi di servizi di accesso alla televisione per i sordi:
l‟interpretazione in lingua dei segni e la sottotitolazione. L‟interpretazione
in lingua dei segni avviene tramite un interprete LIS che compare su una
parte dello schermo, diviso in due, o in una finestra in basso che occupa
una piccola parte dell‟immagine.
Si tratta purtroppo di un servizio ancora poco diffuso in Italia,
malgrado le richieste. Per la precisione, solo alcune edizioni ridotte del
telegiornale vi fanno ricorso.
I sottotitoli per non udenti non sono impressi in modo permanente
nell‟immagine e non sono, quindi, visibili a tutti i telespettatori, ma sono
attivabili o disattivabili a scelta mediante un tasto del telecomando, essendo
fondamentalmente destinati ad un pubblico specifico.
La sottotitolazione intralinguistica rappresenta oggigiorno un supporto
essenziale per un numero inestimabile di sordi. Si rivela altresì importante
per altre categorie di persone, come ad esempio gli anziani, molto spesso
vittime di una riduzione dell‟udito, gli immigrati che non padroneggiano la
lingua del paese di arrivo o i bambini che imparano a leggere.
3.a LA SORDITÀ: CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE
La sordità è definita come la disfunzione dell'apparato uditivo, che
può essere causata da: malattia, esposizione eccessiva ai rumori, assunzione
di determinati farmaci e antibiotici, lesioni all'orecchio. La patologia
interessa i generi umano ed animale; può presentarsi già alla nascita oppure
durante la vita, a seguito di un trauma.
47
Le persone nate sorde o diventate tali nei primi anni di vita riscontrano
difficoltà nell'apprendere la lingua parlata che non acquisiscono in maniera
naturale ma che deve essergli insegnata attivamente. Per favorire il
successo di interventi riabilitativi sulla sordità congenita si ricorre, sempre
più, allo screening uditivo neonatale: in tal modo è possibile velocizzare
operazioni di diagnosi, protesi, impianto cocleare, preliminari ai percorsi
riabilitativi ed apprendimento linguistico.
Le due metodologie di cura della sordità natale sono:
- Oralismo puro: quando la persona viene educata all'apprendimento
della lingua tramite la logopedia, dopo che gli sono state applicate
protesi e/o impianti cocleari.
- Metodo bilingue: quando alla persona vengono insegnate sia la
lingua locale sia la lingua dei segni. Ricerche dimostrano che
l'apprendimento della seconda facilita l'assimilazione della prima.
Viene detta anche «handicap della comunicazione» e «handicap invisibile»,
in quanto non immediatamente percepibile dall'ambiente esterno.
Il termine "sordità" identifica una perdita di funzionalità importante,
che comporta, molto spesso, problemi nello sviluppo del linguaggio.
L‟OMS, infatti, definisce il bambino ipoacusico come colui “la cui acuità
uditiva non è sufficiente a permettergli di imparare la sua lingua, di
partecipare alle normali attività della sua età, di seguire con profitto
l‟insegnamento scolastico generale”. Generalmente, la sordità è la
conseguenza di patologie genetiche (50%) o di problemi prenatali
(embriopatia o fetopatia). In una percentuale più bassa può essere la
conseguenza di prematuranza o sofferenza perinatale (20%), oppure
48
acquisita durante l‟infanzia per cause infettive (meningiti), tossiche
(streptomicina), traumatiche.
Ecco un elenco delle maggiori affezioni che comportano una
disfunzione uditiva:
- • Il neurinoma del nervo acustico è un tumore benigno che si
sviluppa sul nervo acustico nell‟orecchio interno e che può colpire a
qualsiasi età;
- • La neuropatia uditiva è un disordine uditivo nel quale i suoni
entrano normalmente, mentre risulta compromessa la trasmissione
del segnale dall‟orecchio interno al cervello;
- • La sindrome di Meniere è determinata da un cambiamento di
volume del liquido presente nell‟orecchio interno e si caratterizza per
vertigini, acufeni, ovattamento auricolare e perdita uditiva fluttuante;
- • L‟otosclerosi consiste in una anormale crescita di un ossicino
dell‟orecchio interno che impedisce la corretta trasmissione del
suono, causando perdita uditiva. Molto spesso è genetica ed insorge
tra i 30 e i 40 anni di età;
- • La sindrome di Usher presenta più di un sintomo, tanto da colpire
sia l‟udito sia la vista. Essa è di tipo genetico e si manifesta sin dalla
nascita;
- • La sindrome di Waardenburg è una malattia ereditaria
caratterizzata da vari livelli di sordità, cambiamenti nella pelle e
nella pigmentazione dei capelli;
- • Il disordine nella processazione uditiva nel bambino (DPU) è una
condizione in cui non si riconoscono le sottili differenze tra i suoni
nelle parole, anche se questi risultano chiari e forti.
49
Un altro termine spesso usato per indicare le persone sorde è sordomuto,
ma non può essere considerato un sinonimo dei primi. Questa
denominazione, infatti, risulta imprecisa e può generare degli equivoci in
chi non possiede competenze specifiche. Essa suggerisce un impedimento
oltre che dell‟udito anche della parola, ma in realtà il soggetto sordo, con
un‟adeguata terapia riabilitativa, può imparare a programmare l‟emissione
della propria voce e quindi a parlare.
Dal punto di vista clinico si distinguono diversi gradi di sordità
diversamente correlati alla possibilità di percepire i suoni linguistici e di
sfruttare i residui acustici attraverso l‟uso delle protesi. Si distinguono
quattro gradi di sordità in base al grado di perdita uditiva espresso in
decibel;
Sordità lieve: perdita uditiva compresa fra 20 e 40 db;
Sordità media: perdita uditiva compresa fra 40 e 70 db;
Sordità grave: perdita uditiva compresa fra 70 e 90 db;
Sordità profonda: perdita uditiva superiore a 90 db.
La comparsa di una sordità profonda fin dalla nascita priva il bambino
di una fonte di informazione che, normalmente, gli permette di scoprire il
mondo in un‟interazione circolare e di acquisire l‟uso del linguaggio. Va da
sé che le difficoltà saranno tanto più importanti quanto più il deficit sarà
massiccio, congenito o molto precoce. Di fatto, il bambino completamente
sordo che fisiologicamente utilizza il balbettio intorno ai 2-3 mesi, cessa
quasi del tutto di emettere i suoni già a partire dal 5-6 mese. Nel caso
dell‟ipoacusia lieve e del sordastro, invece, l‟acquisizione del linguaggio è
ancora possibile ma mentre nel primo caso l‟articolazione e la voce
50
resteranno difettose, nel secondo caso il linguaggio potrà seguire un
normale sviluppo.
Un rischio molto frequente è la mancanza di una diagnosi precoce nei
confronti di un bambino affetto da piccoli deficit uditivi. In queste
situazioni ci sarebbero buone possibilità, attraverso una valida educazione
logopedica e una buona protesizzazione, di apprendere correttamente l‟uso
del linguaggio. Nella maggior parte dei casi, invece, i bambini con lievi
difficoltà uditive non vengono riconosciuti immediatamente. Così, tacciati
di pigrizia o di distrazione, i piccoli fanciulli non sono inseriti per tempo in
adeguati programmi rieducativi, fondamentali per il raggiungimento di una
normale integrazione sociale e scolastica.
Vorrei concludere citando la ricerca linguistica di Fabbro che dice:
“L‟acquisizione di una lingua viene effettuata con modalità naturali, in un
ambiente informale, con il coinvolgimento soprattutto della memoria
implicita. L‟apprendimento di una lingua, invece, si realizza con modalità
formali, cioè per regole, spesso in un ambiente istituzionale”.10
3.b LA SOTTOTITOLAZIONE INTRALINGUISTICA PER SORDI
La sottotitolazione intralinguistica per sordi è una modalità di
traduzione utilizzata in contesti diversi. Nonostante ciò, è possibile
individuare degli elementi comuni per quanto riguarda i livelli di
prestazione professionale richiesti e i criteri di valutazione della qualità.
I principali sono i seguenti:
10
Fabbro F., Il cervello bilingue. Neurolinguistica e poliglossia, Astrolabio, Roma 1996, (Cap. 11).
51
accuratezza della traduzione e dell‟ortografia
equilibrio tra esigenza di fedeltà e di sintesi
corretto uso delle convenzioni grafiche
leggibilità
Per quanto riguarda l’accuratezza della traduzione e l‟efficacia della
sintesi, le principali aziende prevedono una procedura di revisione dei
sottotitoli preparati dal singolo traduttore. Occorre specificare che il
revisore deve visionare il video mentre controlla e corregge i sottotitoli,
perché essi vanno analizzati nel contesto audiovisivo per poterne valutare
la qualità. L‟azienda deve comunicare al traduttore l‟esito della revisione,
perché possa imparare dalle correzioni. Questa fase è fondamentale, perché
dei banali errori di battitura, una volta proiettati sul grande schermo o
trasmessi in televisione, possono portare a reclami e lettere di protesta degli
spettatori (soprattutto nei festival, frequentati da critici, addetti ai lavori e
appassionati).
Relativamente agli aspetti grafici e alla leggibilità, ogni azienda
sottotitolatrice ha le proprie convenzioni sull‟uso della punteggiatura,
fondamentale per segnalare il ritmo del testo, renderlo più chiaro e
facilitarne la lettura. In particolare, la punteggiatura si può usare per
rappresentare graficamente alcune caratteristiche del dialogo come enfasi,
intonazione ironica, esitazione etc. Ad esempio si possono usare le
virgolette per indicare un uso idiosincratico o scorretto di una parola, un
neologismo, un gioco di parole, una citazione, e così via. Il corsivo può
indicare voci in sottofondo (spesso provenienti da un qualche apparecchio
come radio, telefono o televisione), oppure un monologo interiore, un
sogno, un flashback, e molto altro. Il trattino può essere usato nei dialoghi
per distinguere in un unico sottotitolo le battute pronunciate da due
52
personaggi diversi, mentre i puntini possono indicare esitazione, oppure
l‟interruzione del discorso ad opera di un altro personaggio.
Insomma, oltre al suo significato tradizionale ogni segno di
interpunzione assume una funzione specifica e il sottotitolatore è tenuto a
conoscere e saper usare in modo corretto queste convenzioni.
Nei sottotitoli per non udenti esistono convenzioni specifiche, come ad
esempio l‟uso dei colori per identificare i personaggi, l‟espressione scritta
di suoni (musiche, canzoni, rumori...) che veicolano un messaggio
importante ai fini della trama, e una certa semplificazione di lessico e
sintassi per agevolare la lettura . Per tutte le tipologie di sottotitoli, inoltre,
la lettura è notevolmente facilitata da una ragionevole distribuzione del
testo : una stessa frase non può prolungarsi per più di due o tre sottotitoli,
per non sovraccaricare troppo la memoria dello spettatore; nel caso di una
frase particolarmente lunga, è opportuno suddividerla in una serie di frasi
corte e in ogni caso ciascun sottotitolo deve avere un senso compiuto.
Inoltre, all‟interno di ogni sottotitolo, nei limiti del possibile, bisogna
scegliere delle interruzioni di riga logiche, cioè andare a capo senza
separare gli elementi costitutivi di uno stesso sintagma, come ad esempio
gli articoli dai sostantivi a cui si riferiscono, le preposizioni dai sostantivi
con i quali formano i complementi, e così via. Infine, per quanto riguarda la
leggibilità è importante anche lo sfondo su cui compaiono i sottotitoli, che
solitamente sono in lettere bianche su fondo scuro (la parte bassa
dell‟immagine è meno illuminata), oppure, nel caso dei sottotitoli
elettronici ai festival, in lettere scure su uno schermo bianco.
53
Come si è cercato di evidenziare in questo breve contributo, le
competenze e conoscenze necessarie al sottotitolatore sono piuttosto
variegate.
Si possono riassumere nel seguente specchietto:
Competenze linguistiche:
- ottima comprensione orale della lingua di partenza, in tutte le sue
sfumature, compresi i registri colloquiali e gergali, i linguaggi
settoriali e i riferimenti culturali;
- ottime competenze di scrittura nella lingua d‟arrivo, e in particolare
complete padronanza della grammatica e dell‟ortografia;
- ottima capacità di sintesi, per poter “ridurre” il testo dei sottotitoli
senza perdere contenuti.
Competenze traduttive (non nel caso dei sottotitoli intralinguistici,
evidentemente)
Competenze di documentazione: uso della Rete, dizionari e glossari
(sia cartacei che elettronici) per risolvere gli innumerevoli e
imprevedibili problemi traduttivi
Competenze informatiche: programmi di videoscrittura, di
sottotitolazione, di editing video, eccetera.
Competenze professionali: rapidità e capacità di gestire progetti di
traduzione con scadenze generalmente brevi, sia lavorando
autonomamente che in team.
Il tipo di sordità, il metodo riabilitativo, così come il livello di
formazione delle persone sorde, sono tutti elementi che possono avere
un‟influenza nell‟elaborazione come nella fruizione dei sottotitoli. La
54
lettura labiale è molto diffusa in Italia nella comunicazione tra sordi e
udenti, per via della struttura fonetica della lingua italiana, in cui la parola
scritta e la parola pronunciata trovano corrispondenza. Il suo uso è comune
anche tra i sordi che si esprimono in lingua dei segni. La lettura labiale
permetterebbe infatti di evitare le ambiguità tra segni simili e favorirebbe la
comprensione tra segnanti provenienti da aree geografiche diverse.11
Uno
studio di Jensema sulle caratteristiche del movimento oculare durante la
visione di film sottotitolati ha dimostrato che gli individui che comunicano
principalmente mediante la lettura labiale hanno tendenza a focalizzare lo
sguardo sulle labbra dei personaggi piuttosto che sui sottotitoli.
Evidentemente, quando la banda sonora originale è in italiano la
sottotitolazione non dovrebbe, allontanarsi troppo da ciò che viene detto,
per non deviare l‟attenzione del pubblico anziché aiutarlo a completare
l‟informazione. L‟importanza della fedeltà dei sottotitoli ai dialoghi
riguarda non soltanto i sordi profondi, con una buona capacità di lettura
labiale, ma ancor più le persone che soffrono di una perdita uditiva leggera
o media e che conservano residui uditivi. I sottotitoli permetterebbero,
infatti di combinare le informazioni, sonore e scritte, facilitando così la loro
comprensione.12
È comunque vero che i sordi non raggiungono in generale
alti livelli di scolarizzazione e di competenza.
Dallo studio di Jensema si ricava che la visione di programmi
sottotitolati è essenzialmente un processo di lettura, poiché i soggetti
11 Jensema C.J., El Sharkawy S., Danturthi R.S., Burch R., Hsu D., “Eye movement patterns
of captioned television viewers”, in American annals of the deaf, Oxford university press, vol.
145, n. 3, 2000, pp.-275-28
12
Volterra V. (a cura di), La lingua dei segni italiana, La comunicazione visivo-gestuale dei sordi, Il Mulino, Bologna, 1987, p. 14.
55
passano la più parte del tempo a leggere i sottotitoli e meno tempo ad
osservare le immagini. 13
La lettura e la comprensione di un testo richiedono
però al lettore competenze linguistiche a livello lessicale e morfosintattico
nonché conoscenze enciclopediche che gli permettano di fare inferenze.
Maragna sottolinea che i sordi sono confrontati dal loro handicap a
difficoltà che derivano dai tre aspetti e che possono essere più o meno
importanti secondo la personalità, il tipo e il grado di sordità, il percorso
riabilitativo e di formazione, l‟ambiente e l‟entourage.14
Secondo Maragna,
dal punto di vista del lessico, i sordi dispongono in generale di un
vocabolario ridotto, presentando una certa rigidità lessicale, che si
manifesta, in particolare, nella produzione e nella comprensione di
espressioni linguistiche come modi di dire, metafore e allegorie. Quanto
alla morfologia e alla sintassi, non padroneggiano elementi come i pronomi
clitici, gli articoli e le preposizioni e incontrano difficoltà con le
concordanze e con le strutture più complesse, quali le frasi passive e
relative e il discorso indiretto. Alla luce di questi dati, una riflessione sui
modi di favorire la comprensione dei sottotitoli si rivela indispensabile.
Camillo Tommasi di Vignano, Vice Direttore del servizio Televideo e
Responsabile del servizio di sottotitolazione dell‟emittente pubblica, spiega
che i sottotitoli dei programmi Rai riflettono i risultati degli studi condotti
per diversi anni in collaborazione con il CNR e l‟ENS per analizzare la
fruizione dei sottotitoli e i bisogni specifici della categoria.15
Il grado di
complessità dei sottotitoli della RAI cambia secondo il tipo di trasmissione,
in considerazione del presunto livello di scolarizzazione e di competenza
linguistica in italiano dell‟utenza. Le trasmissioni destinate ai bambini
13
Segretariato sociale RAI (a cura di), Scripta Volant - la Rai per i sordi, Rai Eri, Roma, 2002, p. 197. 14 Maragna S., Difficoltà scolastiche, Istituto per sordi di Roma, [In rete] . 15
Tommasi di Vignano C., Intervista personale (13/04/2005). 15 Caselli M.C., Maragna S., Pagliari
Rampelli L., Volterra V., op. cit. 16 Ibidem.
56
presentano il più alto grado di semplificazione e di sintesi, seguite dai
telefilm pomeridiani e dalle soap-opera. Anche queste trasmissioni sono
abbastanza semplificate perché si presume siano seguite da un pubblico di
un livello medio-basso di scolarizzazione o da persone anziane, con
problemi uditivi. I film e ancor più i documentari sono invece i generi di
trasmissioni dai sottotitoli meno facilitati. La sottotitolazione dei
telegiornali è invece, quanto ad essa, integrale, mantenendo un linguaggio
del tutto giornalistico. Secondo Camillo Tommasi di Vignano, i sordi non
accettano, infatti, di avere un accesso ineguale all‟informazione. Secondo
gli studiosi del CNR, sottotitoli troppo complessi e rapidi possono
compromettere la comprensione delle persone dalle competenze
linguistiche basse, scoraggiandole dal fare un sforzo di lettura che pure
avrebbe come risultato di migliorare queste competenze. Sarebbe bene
altresì non modificare troppo il vocabolario utilizzato e lasciare talora modi
di dire e parole difficili, che possono contribuire ad arricchire il patrimonio
lessicale delle persone sorde e le loro conoscenze relative al mondo che li
circonda.
La funzione educativa della sottotitolazione non è, infatti, da
sottovalutare. L‟impiego dei sottotitoli a scuola, come strumento didattico,
e anche al di fuori dell‟ambiente scolastico, può favorire l‟acquisizione di
competenze linguistiche in italiano, contribuendo, inoltre, ad allargare il
bagaglio di conoscenze enciclopediche delle persone sorde. Maragna parla
della sottotitolazione come di “una sorta di educazione permanente alla
lingua vocale, perché questo esercizio linguistico può e deve avvenire
anche a casa in momenti di relax, magari guardando un cartone animato o
una telenovela.”16
Il primo vantaggio della sottotitolazione è di permettere
16 Maragna S., La sordità, Educazione, scuola lavoro e integrazione sociale, Ulrico Hoepli Editore.
57
l‟accesso alle informazioni attraverso la vista, che è un canale integro per i
sordi. I sottotitoli rappresentano una possibilità di arricchire il vocabolario
e di rinforzare le strutture morfologiche e sintattiche. Non soltanto il
contesto della frase, ma anche le immagini contribuiscono ad aiutare la
persona sorda a capire, per intuizione, il significato di parole ed espressioni
sconosciute e a tenere a mente le costruzioni più complesse.17
Gli studi
condotti da Koskinen, Wilson e Jensema dimostrano le potenzialità della
sottotitolazione come strumento didattico per l‟apprendimento della lettura
ai sordi, riscontrando significativi miglioramenti soprattutto nella
comprensione e nell‟acquisizione del vocabolario visualizzato, oltre ad una
più forte motivazione da parte degli studenti alla lettura sotto forma di
sottotitoli.18
Risultati altrettanto positivi scaturiscono da uno studio condotto
da Jelinek Lewis e Jackson su un campione di studenti sordi al fine di
testare la loro comprensione del contenuto di trasmissioni sottotitolate:
Although deaf students‟ reading comprehension scores are lower on
average than those of their hearing peers, their script comprehension for
captioned videos is greater than comprehension of the script in different
text formats, indicating they process additional information from the visual
stimuli provided in the video component.
17 Ibidem.
18 Koskinen P.S., Wilson R.M., Jensema C.J., “Using closed-captioned television in the teaching of
reading to deaf students”, American annals of the deaf, Oxford university press, 1986, vol. 131, n. 1, pp.
43-46.
58
The finding of improved script comprehension for captioned videos
suggests that acquiring “television literacy” through captioned videos may
promote reading skills for students who are deaf.19
19 Jelinek Lewis M.S., Jackson D.W., “Television literacy: comprehension of program content using
closed captions for the deaf”, Journal of deaf studies and deaf education, Oxford university press, vol. 6,
n. 1, 2001,
59
4. CHE COS’È LA CECITÁ?
Con il termine cecità s‟intende, in senso lato, l‟assenza della capacità
visiva, distinguendo una cecità assoluta, quando manca la percezione della
luce da entrambi gli occhi, da una relativa, quando sia assente o ridotta una
delle componenti della sensazione visiva. Oggi un paziente cieco non è più
ritenuto un individuo indifeso o totalmente dipendente da altri. Nuovi
metodi di educazione e ricreazione hanno reso possibile a oltre la metà dei
bambini ciechi di frequentare le scuole normali. Naturalmente, i
provvedimenti concernenti l‟educazione dei ciechi sono diversi a seconda
dei Paesi. In Gran Bretagna, dove l‟educazione dei non vedenti è divenuta
obbligatoria dall‟inizio del XX sec., si è giunti a un programma nazionale
abbastanza ben coordinato. Anche i Paesi scandinavi hanno stabilito da
lungo tempo provvedimenti dettagliati e coordinati per l‟educazione dei
bambini ciechi. Negli Stati Uniti vi sono differenze fra i diversi Stati,
alcuni dei quali hanno costituito i servizi più sviluppati del mondo. In
alcuni Paesi europei, come per es. Francia, Italia e Germania, benché
l‟educazione dei bambini con minorazione visiva abbia avuto inizio più
tardivamente per quanto concerne la coordinazione su scala nazionale,
molto buon lavoro è stato svolto per lungo tempo in istituti regionali e
cittadini sotto il patrocinio di organizzazioni religiose, caritative o
governative. Alle difficoltà principali dell‟istruzione dei non vedenti, ossia
la lettura e la scrittura, venne data una brillante soluzione da Louis Braille,
anch‟egli non vedente, che nel 1829 inventò una scrittura in cui all‟alfabeto
comune sono sostituiti dei punti (sei al massimo) disposti su due colonne
verticali e che, essendo in rilievo, vengono percepiti per mezzo dei
polpastrelli. Lo stesso sistema è applicato alla musica. Fra i primi strumenti
60
adottati per facilitare i non vedenti nella scrittura vi è la tavoletta scanalata,
una lastra di metallo o di legno con piccoli fori quadrati: la carta viene
appoggiata sulla tavoletta e la matita, seguendo le scanalature, segna la
carta formando caratteri leggibili sia con la vista sia con il tatto.
Attualmente, per la corrispondenza con i vedenti si usano la macchina per
scrivere e le tavolette che guidano chi scrive nella formazione di caratteri
Braille. Inoltre, vi è una macchina per scrivere, la Hall Braille, che incide
tale tipo di caratteri sulla carta. Questo metodo è divenuto universale, tanto
che con esso sono stati stampati tutti i volumi pubblicati per non vedenti.
Questa editoria in Italia fa capo alla Stamperia nazionale Braille (attiva a
Firenze dal 1924), che pubblica anche due periodici, oggi mensili: il
«Corriere dei ciechi» e «Gennariello» (per ragazzi). Certamente insorgono
difficoltà nell‟uso del senso del tatto, e vi è la complicazione aggiuntiva
che nel Braille non solo dev‟essere imparato l‟alfabeto, ma si deve
apprendere anche un considerevole numero di altri segni e abbreviazioni.
Tra gli aiuti fisici per i non vedenti, per quanto riguarda la deambulazione
vi sono cani guida appositamente addestrati, e occhi elettronici che
consentono di percepire gli ostacoli. Molti non vedenti si muovono anche
con l‟ausilio di appositi bastoni bianchi, primo strumento che consente ai
ciechi e agli ipovedenti gravi di muoversi all‟aperto; il bastone bianco è
riconosciuto in tutto il mondo. Il codice della strada prevede che gli
automobilisti debbano sempre fermarsi in presenza di un cieco che
attraversi la strada munito di bastone bianco, anche qualora non si trovi
sulle strisce pedonali. Esistono diversi modelli di bastone bianco: rigidi,
telescopici e pieghevoli. La lunghezza del bastone deve essere
proporzionata alla statura e al passo del non vedente (A. Webster, J. Roe,
61
Children with visual impairments. Social interaction, language and
learning, 1998; P. Westcott, Living with blindness, 2000).
La novità assoluta nella ricerca di nuove tecnologie è rappresentata
dall‟occhio artificiale o bionico (Yanai, Weiland, Mahadevappa et al.
2007), che fino a qualche anno fa era un‟utopia. Chiamato Argus II e
prodotto dall‟azienda californiana Second sight, rappresenta il primo
esempio di interfaccia funzionale tra un apparato elettronico e il cervello.
Si tratta di una retina artificiale che svolge la funzione dei fotorecettori nel
cervello, il cui compito è quello di catturare e processare la luce. I primi
risultati sui pazienti sono stati molto incoraggianti, e, anche se allo stato
attuale la protesi riesce a far recuperare un grado di vista rudimentale, in
futuro potrebbe portare a risultati ben più sofisticati. Il dispositivo (v.
figura) è composto essenzialmente da un microchip e da una videocamera
installata su speciali occhiali, e funziona azionando i nervi ottici al fine di
indurre il cervello a ritenere che l‟occhio, seppure irreparabilmente
danneggiato, in realtà funzioni regolarmente. Le immagini filmate dalla
telecamera vengono prima codificate da un minicomputer, anch‟esso
montato sugli occhiali, quindi inviate wireless a un microchip inserito
all‟interno del bulbo oculare. Il microprocessore ha il compito di stimolare
le terminazioni nervose dell‟occhio, attraverso le quali, infine, il cervello
ricostruisce approssimativamente l‟immagine originariamente catturata
dalla lente della telecamera. Sebbene le figure „ricreate‟ non siano del tutto
esatte, sono comunque sufficientemente chiare per consentire il
riconoscimento di volti e oggetti.
Per quanto riguarda la cecità parziale, gli ausili visivi possono contribuire a
migliorare il residuo visivo di una persona ipovedente. Ogni singolo caso
va valutato attraverso un‟accurata diagnosi, in modo da stabilire quale sia
62
la soluzione più indicata. Successivamente, l‟adattamento e la riabilitazione
serviranno al paziente per imparare a utilizzare l‟ausilio stesso e adeguarsi
al nuovo sistema di visione. I sostegni visivi infatti, possono creare
un‟immagine ingrandita, e in molti casi possono ristabilire un certo grado
di normalità della visione, e migliorare di riflesso la qualità della vita. I
principali tipi di ausili per ipovedenti sono: ausili visivi ingrandenti, sistemi
elettronici, ausili posturali da tavolo, ausili per l‟autonomia personale per
ipovedenti e non vedenti.
Infine, nonostante il diverso coinvolgimento sensitivo, ci sembra corretto
ricordare che nel mondo dei ciechi rientra anche una sottopopolazione di
persone affette da cecità del gusto (taste blindness). Queste persone sono
incapaci di riconoscere come amari composti chimici come la
feniltiocarbamide e altri derivati carbamidici. Questa patologia è di natura
ereditaria (si tratta di un carattere recessivo), ricorre meno frequentemente
tra gli indiani d‟America e gli africani e si riscontra, invece, in circa un
terzo degli europei e nel 40% della popolazione dei Caraibi. Secondo
l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) (2007) sulla Terra vivono
314 milioni di persone con handicap visivo grave (45 milioni di ciechi, 269
di ipovedenti). La prima causa è la cataratta (39,1%), seguita dai vizi
refrattivi non corretti (18,2%), glaucoma (10,1%), degenerazione maculare
senile (7,1%), opacità della cornea (4,2%), distacco di retina (3,9%), cecità
infantile (3,2%), tracoma (2,9%), oncocerchiasi (0,7%) e altre cause
(10,6%). In Italia l'INPS stima che ci siano 130.000 ciechi,[1] mentre
secondo altre fonti sarebbero almeno 380.000. In ogni caso, gli ipovedenti
sarebbero almeno cinque volte tanto.
63
4.a CAUSE PRINCIPALI DELLA CECITÁ ED I DIVERSI TIPI
La prima causa di cecità nel mondo è la cataratta. Si tratta di una malattia
che rende opaco il cristallino, la lente naturale elastica contenuta nei nostri
occhi che, deformandosi grazie al muscolo ciliare, consente la messa a
fuoco delle immagini sulla retina. Un'altra importante causa di cecità è il
glaucoma, così come anche la degenerazione maculare legata all'età
(AMD). Quest'ultima malattia è attualmente la prima causa di cecità nei
paesi economicamente sviluppati (41% dei non vedenti), a cui segue il
glaucoma (16%). Nei paesi poveri invece, la cataratta rappresenta il
problema principale perché, pur essendo operabile, non si dispone di mezzi
economici sufficienti per curarla né di un numero sufficiente di specialisti.
Negli stessi Stati poveri i vizi refrattivi non corretti sono la seconda causa
di cecità (19%), perché gli occhiali generalmente non sono disponibili né,
tanto meno, ci sono medici oculisti che li possano prescrivere.
Un'altra causa di cecità non trascurabile è la trombosi venosa della retina.
Questa patologia è un ictus che causa lo strozzamento della vena centrale
della retina causandone il soffocamento per mancanza di flusso sanguigno.
La retina pertanto muore e siccome le cellule che la compongono non si
riproducono (come le cellule cerebrali) il danno alla retina è permanente. A
oggi non esistono trapianti retinici. Per impedire che possa capitare la
stessa cosa anche all'altro occhio, è necessaria la prescrizione di alcuni
farmaci da prendere a vita.
Anche il diabete è una causa di cecità. Va detto che il caso della trombosi
venosa non è per forza legato al diabete poiché la trombosi colpisce
l'occhio casualmente (come può colpire qualsiasi altra parte del corpo) e
64
solitamente affligge un occhio solo. Il diabete invece colpisce entrambi gli
occhi. Quindi va sempre fatta distinzione tra una trombosi e le cause del
diabete come l'occlusione delle vene per il colesterolo.
A livello più generale le cause di cecità possono essere divise in
malattie e traumi. Nel primo gruppo rientrano, il più delle volte, patologie
di cornea, cristallino, retina (come le malattie che colpiscono la macula) e
nervo ottico. Nel secondo gruppo invece, rientrano traumi provocati da un
corpo estraneo contundente oppure causati da un forte impatto, sostanze
caustiche, raggi del sole non filtrati o riflessi, ecc. Per evitare di andare
incontro alla cecità fototraumatica non bisogna mai fissare direttamente il
sole. Se si decide di farlo, bisogna usare dei filtri speciali per i raggi
ultravioletti, ancora più potenti di quelli abitualmente impiegati negli
occhiali scuri.
L‟occhio può essere considerato come uno strumento deputato a
focalizzare sulla retina le immagini, con la minima distorsione possibile. La
luce è focalizzata dalla cornea e dal cristallino, e attraversa l‟umor vitreo,
che occupa la cavità dell‟occhio, prima di venire assorbita dai
fotorecettori, neuroni retinici specializzati che trasformano la luce in
segnali elettrici. Questi segnali sono convogliati, attraverso il nervo ottico,
verso centri cerebrali superiori, dove vengono ulteriormente elaborati.
Con il termine cecità s‟intende, in senso lato, l‟assenza della capacità
visiva, distinguendo una cecità assoluta, quando manca la percezione della
luce da entrambi gli occhi, da una relativa, quando sia assente o ridotta una
delle componenti della sensazione visiva. Nell‟ambito della cecità relativa
possono essere compromessi: il senso luminoso (la percezione della luce),
il senso cromatico (i colori), il campo visivo (gli oggetti nello spazio),
65
l‟acutezza visiva (la visione centrale), il senso stereoscopico (la
profondità), la visione cerebrale (la rappresentazione psichica). I soggetti
affetti da mancanza o riduzione di una di queste facoltà sono definiti
ipovedenti. La cecità può ancora essere suddivisa in mono- o bilaterale, e in
temporanea o definitiva. Inoltre, si definisce come cecità sociale
l‟inadeguatezza del soggetto a svolgere alcune particolari attività
lavorative; essa dipende dalle diverse legislazioni (in Italia corrisponde a
un valore dell‟acuità visiva inferiore a 1/20, ossia la possibilità di contare le
dita a meno di un metro), ed è legata non solo al residuo visivo del soggetto
ma anche alle sue capacità intellettive, che possono condizionarne
notevolmente le possibilità di applicazione.
Chi non ha conoscenza delle minorazioni del senso della vista e ha scarso o
nessun contatto con ciechi, tende a pensare alla cecità come a una
condizione omogenea in cui si trovano tutti coloro che sono privi del senso
della vista. Esistono invece variazioni dell‟acuità visiva fra le persone che
sono classificate come legalmente cieche (la definizione di cecità legale è
basata sulla misurazione dell‟acuità visiva per mezzo del cartellone di
Snellen, detto anche ottotipo a distanza). Persone con visione difettiva, ma
superiore alla linea di demarcazione della cecità legale, sono designate
come affette da cecità parziale. È da notare che la misurazione della
visione da vicino non è così ampiamente applicata, benché spesso,
specialmente nei bambini, si accerti la capacità di leggere la stampa di
corpo molto piccolo per decidere se il soggetto debba usare, per le sue
letture, la stampa di corpo grande o il metodo Braille (v. oltre): pertanto si
può stabilire una distinzione tra cecità legale e cecità parziale per mezzo di
un test di visione vicina. Tuttavia oggi l‟oculista, in collaborazione con uno
psicologo, un assistente sociale e un insegnante, è in grado di raccomandare
66
la migliore assegnazione educativa di un bambino in base alla totalità delle
sue necessità e non prendendo una decisione arbitraria basata su una
misurazione istituzionale, a limite fisso, dell‟acuità visiva statica
(Blindness and psychological development in young children, ed. V. Lewis,
G.M. Collis, 1997).
È difficile ottenere dati statisticamente appropriati sull‟incidenza della
cecità nella popolazione mondiale. Anche dov‟è presente un‟attenta
registrazione delle persone affette da cecità, la definizione legale varia da
un Paese all‟altro; in larga parte del mondo, inoltre, non si ha nessuna
forma di registrazione, e si può stimare l‟incidenza della cecità soltanto da
studi fatti su piccoli campioni. Secondo l‟Organizzazione mondiale della
sanità, OMS (Resnikoff, Pascolini, Mariotti, Pokharel 2008, fonte da cui
sono tratti quasi tutti i dati statistici del presente saggio, relativi al 2004),
ogni cinque secondi una persona nel mondo diventa cieca, e la stessa sorte
tocca a un bambino ogni minuto. Si stima un‟incidenza della cecità pari a
circa 200 casi ogni 100.000 abitanti nelle nazioni con standard di assistenza
medica elevati, e una incidenza dieci volte maggiore in quelle con una
mediocre assistenza medica.
Oltre all‟incidenza, anche le cause che determinano la cecità sono
notevolmente diverse tra loro, e dipendono dalle condizioni igienico-
sanitarie della popolazione. Per es., nelle regioni calde, dove spesso la
maggior parte della popolazione è raggruppata in piccoli villaggi con
rudimentali servizi igienici, le infezioni come il tracoma sono la prima
causa di patologie oculari. In queste aree anche la cataratta, che è
facilmente risolvibile con un intervento chirurgico, è in cima alla lista delle
cause di cecità. Migliorando gli standard di assistenza medica, e con il
conseguente aumento dell‟aspettativa di vita, i quadri clinici della cecità si
67
modificano, legandosi soprattutto a patologie degenerative o geneticamente
determinate. Quindi, i miglioramenti della terapia medica e chirurgica della
cecità vanno a vantaggio di una parte molto piccola della popolazione
mondiale. Finché le condizioni nutrizionali e igieniche di larga parte del
mondo non miglioreranno, la prevenzione della cecità rimarrà
irrealizzabile.
Alcune delle patologie responsabili della cecità, quali il tracoma e
l‟oncocercosi, sono quindi presenti quasi esclusivamente nelle aree
depresse del mondo, dove esistono le condizioni igienico-sanitarie e
climatiche per lo sviluppo di queste forme. Nelle nazioni industrializzate
stanno emergendo altri potenziali rischi di sviluppo della cecità nella
popolazione. In queste nazioni l‟aumento dell‟incidenza del diabete ha
aggiunto la retinopatia diabetica alle patologie considerate come principale
causa di cecità, ovvero il glaucoma e la degenerazione maculare senile
(DMS). Il glaucoma è una patologia conosciuta da secoli, che però rimane
nelle agende delle agenzie sanitarie a causa delle difficoltà di diagnosi
precoce e della necessità di una terapia cronica. La DMS è la terza causa di
cecità nel mondo (8,7%), ma la prima nei Paesi industrializzati.
Un‟altra importante causa di cecità è rappresentata dalla mancata
correzione dei difetti (o vizi) di rifrazione (miopia e ipermetropia). L‟OMS
stima che a tale mancata correzione vadano attribuiti 8 milioni di casi di
cecità e 145 milioni di casi di ipovisione. Questo impressionante dato
riflette l‟esistenza di un vero problema sociosanitario dal momento che i
vizi di rifrazione sono facilmente diagnosticabili e curabili.
68
I diversi tipi di cecità:
Qui di seguito saranno esaminati in dettaglio i principali tra i diversi tipi di
cecità.
- Cataratta
Si definisce come un‟opacità del cristallino che impedisce il passaggio
della luce. In genere è legata all‟invecchiamento, ma può insorgere anche
alla nascita (cataratta congenita) oppure dopo un trauma oculare
(postraumatica), un‟infiammazione o altre patologie oculari (secondaria).
Benché possa essere rimossa chirurgicamente, a causa dell‟inadeguatezza
delle strutture sanitarie di numerose nazioni, rimane la principale causa di
cecità nel mondo (48% dei casi). Poiché l‟aspettativa di vita a livello
mondiale si sta allungando, l‟incidenza della cataratta è in aumento; essa
rappresenta una causa di diminuzione della vista anche nei Paesi dove sono
disponibili servizi chirurgici efficienti, a seguito delle lunghe attese
necessarie per l‟intervento, dei costi, della mancanza di informazione e
delle difficoltà di trasporto dei malati.
Non ci sono dati sulla possibilità di prevenzione della cataratta. Possono
prevenirne o meglio ritardarne lo sviluppo la riduzione del fumo,
dell‟esposizione ai raggi ultravioletti e del consumo d‟alcol. Il diabete,
l‟obesità e l‟ipertensione sistemica sono stati individuati quali fattori di
rischio addizionali. Attualmente, l‟unica terapia della cataratta veramente
efficace è quella chirurgica, in cui il cristallino viene rimosso e sostituito
con una lente artificiale intraoculare.
69
- Tracoma
È una delle più vecchie malattie infettive conosciute dall‟uomo. È causato
dalla Chlamydia trachomatis, un microrganismo che viene a contatto con
l‟uomo attraverso le secrezioni oculari delle persone affette (e quindi
tramite asciugamani, fazzoletti, dita ecc.) e attraverso alcuni insetti. Dopo
anni di infezioni ripetute, la porzione interna delle palpebre può andare
incontro a fenomeni cicatriziali così gravi da provocarne il ripiegamento su
sé stessa, determinando così, attraverso le ciglia girate verso l‟interno, la
comparsa di cicatrici sulla cornea, la porzione anteriore trasparente
dell‟occhio. Se non trattate, queste cicatrici diventano irreversibili e
portano alla cecità.
Il tracoma colpisce circa 84 milioni di persone nel mondo, e di queste circa
8 milioni presentano una grave compromissione visiva. Esso è responsabile
di oltre il 3% della cecità totale nel mondo, ma questa percentuale potrebbe
cambiare radicalmente se venissero modificate le condizioni igienico-
sanitarie di certe regioni e venissero applicati i programmi di controllo per
questa malattia già predisposti dall‟OMS. Tuttavia il tracoma continua a
essere iperendemico in numerose aree rurali e aree povere di Africa, Asia
meridionale e sud-orientale, America Latina. La sequela del tracoma attivo
compare nei giovani e negli adulti di mezza età, e nelle aree endemiche è
molto comune nei bambini in età scolare, con variazioni tra il 60 e il 90%.
Colpisce soprattutto i membri più vulnerabili di queste comunità, ossia le
donne e i bambini: le donne adulte sono a rischio più alto degli uomini
70
perché generalmente sono a maggior contatto con i bambini, che sono la
fonte principale dell‟infezione.
I rischi ambientali sono rappresentati dall‟acqua non pulita, dalle mosche,
dalla scarsa igiene e dalle condizioni delle abitazioni. È necessaria
un‟esposizione prolungata e continuativa alla malattia per arrivare alle
gravi complicazioni osservate in età più avanzata. Un singolo episodio di
infezione da Chlamydia non è considerato un rischio per le condizioni
visive future.
- Cecità dell’infanzia
Con questo termine s‟intende un gruppo di patologie che intervengono
nell‟infanzia oppure nella prima adolescenza e che, se non trattate, portano
alla cecità. Le cause variano da regione a regione, e sono largamente
determinate dalle condizioni socioeconomiche e dalla disponibilità dei
servizi sanitari primari e dei servizi oftalmologici di base. Nei Paesi a
elevato sviluppo le lesioni del nervo ottico e delle vie visive superiori sono
predominanti come cause di cecità; al contrario, nei Paesi a basso sviluppo
le cause più frequenti sono le lesioni corneali da deficit di vitamina A,
l‟ophthalmia neonatorum, la cataratta da rosolia e le infezioni contratte
dalla madre, che possono trasmettersi al feto al momento del passaggio
attraverso il canale del parto, e provocare poi cecità nel bambino. La
retinopatia dei prematuri è un‟altra fonte importante di deficit visivo nei
71
Paesi a medio sviluppo. Altre cause significative in tutte le nazioni sono le
anomalie congenite quali la cataratta, il glaucoma e le retinopatie
distrofiche ereditarie.
La presenza della cecità nell‟infanzia varia a seconda delle condizioni
socioeconomiche e della percentuale di mortalità infantile. Infatti, secondo
uno studio del 1999 (C.E. Gilbert, L. Anderton, L. Dandona, A. Foster,
Prevalence of visual impairment in children. A review of available data,
«Ophthalmic epidemiology», 1999, 6, 1, pp. 73-82), nelle regioni
sottosviluppate, con una mortalità infantile maggiore del 5%, tale presenza
può essere maggiore di 1,5 per 1000 bambini, mentre nei Paesi avanzati,
con mortalità infantile inferiore al 5%, è di circa 0,3. Usando questa
correlazione, il numero di bambini ciechi nel mondo può essere stimato in
circa 1,4 milioni, tre quarti dei quali vivono nelle regioni più povere
dell‟Africa e dell‟Asia.
La prevenzione e la terapia sono chiaramente specifiche per le diverse
malattie. In caso di deficienza di vitamina A, la sua somministrazione, a un
costo di soli 5 centesimi di dollaro a dose, riduce la cecità di oltre il 34%
nelle zone dove questa mancanza è un‟emergenza sanitaria.
Poiché la mancanza di vitamina A si manifesta spesso durante la diffusione
del morbillo, un accurato programma di vaccinazione nazionale contro
questa patologia ha ridotto la presenza di complicanze oculari tra i bambini.
Nelle regioni a medio sviluppo, dove, come detto, la retinopatia del
prematuro è tra le cause più importanti di cecità infantile, la sua incidenza
può venire ridotta attraverso la disponibilità di centri terapeutici adatti e
l‟attuazione di screening. Il trattamento precoce della cataratta e del
72
glaucoma, insieme all‟impiego di ausili specifici per ipovisione nei
bambini con residui visivi, può dare risultati molto positivi.
- Opacità corneali
Con questo termine s‟intende un‟ampia varietà di infezioni e infiammazioni
dell‟occhio che possono evolvere in una cicatrice corneale, con
compromissione della funzione visiva. Responsabili di opacità corneali
sono anche alcune malattie degenerative della cornea, come la cheratopatia
bollosa, o scompenso corneale, i leucomi (opacità da ustioni, traumi,
ulcere, infezioni, pemfigo), le distrofie ereditarie, di cui la più comune è
quella di Fuchs, il cheratocono. Le opacità corneali, nel complesso,
rappresentano globalmente la quarta causa di cecità nel mondo (5,1%). Il
tracoma all‟ultimo stadio, con cicatrice corneale e neovascolarizzazione, è
responsabile di circa 4,9 milioni di casi di cecità; seguono i traumi oculari e
le ulcere corneali, in genere sottostimati, ma in realtà causa di 1,5-2 milioni
di nuovi casi di cecità monolaterale ogni anno. Nell‟infanzia, tra le cause di
opacità corneale rientrano la xeroftalmia, le congiuntiviti del neonato,
l‟herpes e le cheratocongiuntiviti. Il cheratocono, invece, ha un‟incidenza
di 1 caso su 1000 abitanti.
I programmi di prevenzione pubblica sono il miglior mezzo per contrastare
queste cause di cecità, mentre l‟unico trattamento rimane la chirurgia, che
attualmente non propone più soltanto il trapianto di cornea da cadavere
(molto difficile da realizzare nei Paesi in via di sviluppo per la mancanza di
donatori), ma anche il trapianto di membrana amniotica, di cellule
staminali, di endotelio.
73
- Distacco della retina
La retina è lo strato di tessuto sensibile alla luce situato all‟interno
dell‟occhio che attraverso il nervo ottico invia i messaggi visivi al cervello;
se si distacca, si solleva dalla sua normale posizione. Se non prontamente
trattato, tale distacco può determinare una perdita permanente della vista.
Nella maggior parte dei casi esso ha origine dalla presenza sulla retina di
piccole rotture o lacerazioni, che hanno un‟incidenza, nella popolazione
generale, del 3,3% all‟anno, e che possono evolvere fino a determinare il
distacco. L‟incidenza del distacco di retina dovuto a rotture retiniche nel
paziente che non ha subito traumi oculari è di circa 1/10.000 persone
all‟anno; questa percentuale aumenta leggermente se includiamo i distacchi
postraumatici. Meno frequenti sono i distacchi di retina causati da trazione
ed essudazione.
Le rotture della retina vengono operate con il laser. Questo trattamento non
richiede ricovero ospedaliero e viene eseguito in ambulatorio: si effettuano
piccole coagulazioni attorno alla rottura di retina per saldarla con i piani
sottostanti. Il trattamento chirurgico del distacco della retina richiede
invece un ricovero in ospedale. Le varie tecniche comprendono
l‟indentazione sclerale, la retinopessia pneumatica, la fotocoagulazione
laser, la crioterapia e la vitrectomia. Nella maggioranza dei casi il primo
intervento risolve il problema; tuttavia alcuni pazienti possono necessitare
di più di una procedura di riparazione.
74
4.b I BAMBINI NON VEDENTI NELLA SCUOLA: GLI
INSEGNANTI E LE STRATEGIE DIDATTICHE
Per poter svolgere al meglio il loro ruolo, gli insegnanti devono
conoscere il tipo e il grado di disabilità del bambino ai fini di un
approccio ottimale e di una adeguata programmazione educativa.
Per quanto riguarda la cecità, i criteri sono delineati dalla legge 138
del 2001, che individua i ciechi e gli ipovedenti in base alla acuità
visiva (visus) e all‟ampiezza del campo visivo (la porzione di spazio
che l‟occhio è in grado di vedere davanti a sé). La legge definisce i
concetti di:
Cieco assoluto: colui che non vede nulla o al massimo è in
grado di percepire una fonte luminosa o il movimento di
una mano posta davanti all‟occhio;
Cieco parziale: soggetto con un visus inferiore ad 1/10;
Ipovedente grave: colui che ha un visus compreso tra 1/20
e 1/10 oppure una riduzione del campo visivo tra il 50% e
il 60%;
Ipovedente medio-grave: colui che ha un visus compreso
tra 1/10 e 2/10 oppure una riduzione del campo visivo tra il
30% e il 50%;
Ipovedente lieve: colui che ha un visus compreso tra 2/10 e
3/10 oppure una riduzione del campo visivo tra il 10% e il
30%.
75
Questa classificazione risulta molto importante nell‟ambito
scolastico, sia nelle prime fasi organizzative dell‟accoglienza, sia nella
scelta e nell‟utilizzo di metodi e ausili necessari per la didattica
(Baldeschi, 2004).
Dati informativi irrinunciabili sono infatti la certificazione
medica (oculistica), e la diagnosi funzionale redatta dall‟équipe
multidisciplinare dell‟ A.S.L.
Tra i documenti che dovrebbero accompagnare il processo di
integrazione, il “profilo dinamico funzionale” (PDF) è certamente
quello che più degli altri rappresenta la quotidianità della vita
scolastica nella sua spontanea espressione didattica e psicosociale.
La sua redazione deve comprendere, oltre alla descrizione e
all‟osservazione del comportamento dell‟alunno, l‟insieme delle
dinamiche interattive tra l‟alunno disabile e l‟intero ambito scolastico.
Infatti il profilo dinamico funzionale ha come scopo prioritario la
focalizzazione delle situazioni di handicap che vengono generate
dall‟inadeguatezza dell‟ambiente alla presenza del disabile.
Anche in questo ambito, purtroppo, si nota spesso un certo grado
di impreparazione degli insegnanti che spesso imperniano la loro
osservazione su un bisogno di classificazione, su un giudizio di
merito.
Nel caso dell‟alunno disabile visivo, l‟osservazione e la
descrizione dovrebbero convergere su alcuni punti fondamentali quali:
La curiosità dell‟alunno e le sue strategie di osservazione.
Le modalità di comunicazione dell‟esperienza vissuta.
La condotta del chiedere e dell‟offrire.
76
Il desiderio di conoscere l‟alunno da parte del contesto
scolastico.
L‟immagine dell‟alunno nel contesto scolastico.
le offerte e le richieste da parte del contesto scolastico.
Mediante un profilo dinamico funzionale adeguato, si può
presentare il soggetto disabile come alunno degno di essere
conosciuto, di conoscere e di conoscersi e si può anche rappresentare
la scuola, per migliorarla e renderla più responsiva ai bisogni
educativi speciali.
Altro documento importante è il “piano educativo
individualizzato”(PEI), che, a differenza del PDF, possiede una
fisionomia interistituzionale e rappresenta il tentativo di offrire una
risposta valida ai bisogni educativi speciali del bambino disabile.
Spesso il PEI viene concepito confusamente, quasi come progetto
di intervento da parte dell‟insegnante specializzato, mentre le varie
istituzioni che si occupano del disabile devono agire in concerto,
distinguendo e articolando ogni contributo.
L‟educazione del soggetto disabile riguarda l‟insegnamento
scolastico, la riabilitazione e l‟esperienza socio-culturale, presi in
considerazione insieme.
Questi campi però non devono essere confusi tra di loro, cosa che
invece sembra sia accaduto di frequente. Per questo è necessario un
adeguato strumento progettuale, quale dovrebbe essere attualmente, il
piano educativo individualizzato.
Esso si compone di tre parti fondamentali, che qui si prenderanno
in considerazione relativamente agli alunni ciechi:
77
1- La scelta delle esperienze significative.
Un alunno disabile visivo ha soprattutto bisogno di percepire
l‟ambiente scolastico adeguato alle sue specifiche esigenze e capace di
modificarsi a favore della sua personale specificità.
Egli deve essere aiutato a conoscersi, a valutare la propria
condizione e a confidarvi. Attribuendo maggiore dignità e validità ai
suoi mezzi di osservazione, egli potrà integrarsi nel gruppo classe
senza dover mimetizzare la sua diversità e divenire protagonista del
suo apprendimento. L‟alunno cieco ha bisogno di sperimentare e di
costruire la propria autonomia e di esperienze reali, di vissuti concreti
che possano costituire la base per l‟insieme delle elaborazioni
simboliche della vita scolastica.
2- Il problema dei contesti.
L‟integrazione non può esaurirsi alla sola esperienza scolastica. Il
PEI indica spesso la necessità di esercitazioni, di ricerche guidate, di
esperienze di riabilitazione, di attività socioculturali, che esigono
contesti di attuazione distinti dall‟ambito scolastico, anche se la cosa
migliore sarebbe integrare il progetto educativo personalizzato il più
possibile nell‟ambito della programmazione educativa e didattica del
gruppo classe. Il PEI, comunque dovrà indicare anche il luogo e le
figure coinvolte di ogni progetto di attività che esplicita.
Tutto ciò presuppone un rapporto collaborativo tra scuola,
famiglia e servizio sociosanitario.
3- L’individuazione degli ausili scolastici e dei sussidi didattici
Nell‟intervento educativo questi rivestono un ruolo fondamentale,
appositamente studiati e realizzati per facilitare l‟apprendimento
78
concreto e non puramente verbalistico, delle diverse discipline, per
agevolare le rappresentazioni mentali, per rinforzare la concretezza delle
esperienze e ridurre la distanza conoscitiva tra il bambino e il mondo
circostante, soprattutto nelle situazioni difficili da esperire direttamente.
Ogni sussidio deve essere scelto con competenza e usato con corrette
modalità, tenendo conto delle capacità espresse dal bambino.
Il primo sussidio tiflodidattico è senza dubbio il libro Braille, il
sistema di scrittura che utilizza puntini in rilievo, inventato
nell‟Ottocento da Louis Braille.
La produzione italiana dei sussidi tiflodidattici da parte di grandi
istituzioni, quali la Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi,
la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza,
l‟Istituto dei Ciechi di Milano e la Stamperia Braille della Regione
Toscana, può definirsi soddisfacente, anche se non completa.
In un contesto di scarsa distribuzione e difficile reperimento degli
ausili, nascono in Italia i Centri di Consulenza Tiflodidattica, proprio
per garantire risposte competenti e tempestive volte a facilitare il
processo di integrazione scolastica del bambino non vedente:
attualmente sono sedici e operano in una competenza territoriale
anche interregionale.
L‟attività prioritaria del Centro è il servizio di consulenza
tiflodidattica che offre un contributo alle famiglie, alle scuole e alle
strutture educative del settore, nella predisposizione del percorso
formativo dell‟alunno con minorazione visiva, indicando le strategie,
la metodologia e i sussidi specifici più adeguati per l‟organizzazione
dell‟attività educativa.
79
Presso il Centro è presente una buona parte dei sussidi
tiflodidattici prodotti in Italia destinati a diversi ordini di scuola, per le
varie finalità e discipline. Due esempi significativi sono “Aladin”,
l‟apparecchio per ascoltare i libri audio digitali, e il fornetto “Zyfuse”,
per la riproduzione delle immagini in rilievo.
I sussidi presenti nel Centro hanno la finalità di potenziare le capacità
di esplorazione tattile, le abilità operative e di autonomia, la
competenza linguistica e comunicativa.
Molti di questi sussidi, per la tipologia di materiale utilizzato,
non esclusivamente tattile, ma anche visivo o visivo-tattile, sono adatti
anche per gli alunni vedenti, utili per una effettiva integrazione del
bambino cieco nel gruppo classe.
Si pensi, ad esempio, ai libri tattili per gli alunni della scuola
materna, finalizzati a sviluppare e stimolare il processo simbolico e la
capacità di rappresentazione mentale, oppure ai sussidi per
l‟apprendimento dei primi concetti spaziali, o ancora ai sussidi per
l‟apprendimento delle operazioni di avviamento logico-matematico,
quali la classificazione, la selezione e la seriazione: questo è tutto
materiale che risponde sì ai bisogni specifici dell‟alunno con deficit
visivo, ma allo stesso tempo è fruibile da tutti i bambini, rispondendo
così al criterio della condivisione perseguito dalla ricerca dei nuovi
sussidi (Piccardi, 2004).
La presenza in classe di un alunno con minorazione visiva
dovrebbe diventare una fonte di stimolo per organizzare un‟azione
educativa più attenta alle possibilità d‟uso di tutti i sensi, finendo in
questo modo per favorire tutta la classe.
L‟efficacia del materiale didattico sia tiflologico, sia comune,
non sta tanto nella sua molteplicità, quanto, piuttosto, nello stimolo
80
che esso può offrire all‟attività immaginativa del bambino non
vedente, nonché nella corretta utilizzazione.
Nella fase di presentazione e di uso iniziale del sussidio scelto, è
necessaria la presenza dell‟insegnante che deve predisporre,
innanzitutto, un ambiente misurato e ordinato per favorire l‟interesse e
la concentrazione e quindi valutare le abilità operative dell‟alunno.
Anche la modalità d‟intervento dell‟insegnante deve essere
individuata in base alle capacità cognitive, esplorative e motivazionali
espresse dal bambino, per cui, se necessario, potrà intervenire con un
aiuto fisico oppure con opportune indicazioni verbali, rispettando in
entrambi i casi, le modalità e i tempi di approccio conoscitivo propri
del bambino minorato della vista, senza mai usare il metodo delle
anticipazioni, ma incoraggiandolo verso la conquista di una completa
autonomia. Il Centro costituisce quindi una grande risorsa per gli
insegnanti e può essere un punto di riferimento importante anche per i
genitori.
Si può dunque affermare che il supporto fornito dal sussidio
didattico si inserisce nel processo di integrazione e normalizzazione in
quanto sollecita la scuola a confrontarsi con lo svantaggio e a lavorare
per superarlo. È un modo, certo non l‟unico, per combattere gli
stereotipi, i pregiudizi che caratterizzano il modo di fare scuola anche
quando i principi, i valori etici degli adulti sono contrari alla
discriminazione .
L‟integrazione implica una didattica che permetta il
conseguimento di alcuni obiettivi tra i quali il potenziamento delle
funzioni sensoriali percettive residue, lo sviluppo della funzione
immaginativo-motoria e l‟acquisizione di una solida competenza
comunicativa e relazionale.
81
Tutto questo permette un solido apprendimento e la formazione
di una vasta intelligenza capace di far sì che il soggetto si orienti con
disinvoltura nelle diverse situazioni che lo vedranno protagonista.
Affinché l‟intervento di sostegno didattico risulti davvero
efficace, è necessario sviluppare metodi e strategie diverse nei
confronti delle singole discipline. Anche per questo motivo, è di
estrema importanza far acquisire all‟alunno non vedente l‟uso degli
strumenti e degli ausilii tiflodidattici, i quali ampliano le possibilità di
autonomia.
Per quanto riguarda l‟italiano e la storia, ad esempio, la lettura
dei libri di testo o dei brani letterari, può essere svolta agevolmente
tramite il Braille o attraverso la registrazione su audiocassetta, più
semplice, economica e immediata. Nello studio della storia risulta
molto importante far recepire al bambino non vedente il concetto di
successione temporale e dei rapporti esistenti fra gli avvenimenti
storici, aspetto che comunque riguarda anche tutti gli altri alunni.
Nei libri di testo in nero vengono spesso riportati schemi
raffiguranti la linea del tempo con indicazioni relative al collocamento
temporale delle epoche e degli eventi. Perché ciò sia fruibile dal
bambino non vedente si può costruire uno schema tattile simile
utilizzando fettucce, tavolette forate, chiodini e riferimenti in Braille,
come si usa anche per le cartine storico-geografiche in rilievo.
In generale gli elaborati scritti vengono svolti in Braille e poi
trascritti in nero dall‟insegnante di sostegno se il docente curricolare
non è in grado di decifrare l‟alfabeto in rilievo. Per ridurre la
complessità di questo procedimento si può utilizzare un computer o un
dispositivo che scarichi il contenuto dello scritto su una normale
stampante in nero.
82
Per quanto riguarda l‟apprendimento della matematica, uno degli
strumenti più utilizzati e quello dei “cubaritmi”. Questo sistema,
costituito da una serie di cubetti mobili a sei facce che possono essere
disposti all‟interno di una tavoletta contenente delle caselle, permette
di eseguire semplici calcoli e piccole espressioni.
La lavagna è un fondamentale strumento didattico, soprattutto
nell‟insegnamento della matematica, il docente dovrà però utilizzare
qualche accorgimento per evitare che il bambino cieco perda parti
importanti delle lezioni. Egli dovrà procedere non troppo velocemente
e illustrando ogni passaggio logico, pronunciare a voce alta ciò che
viene scritto, evitando indicazioni generiche di tipo visivo come “Qui
vedete”, ecc. Inoltre sarà opportuno sincerarsi di tanto in tanto che il
bambino non vedente sia riuscito a seguire l‟insegnante.
I grafici cartesiani possono essere costruiti attraverso la tecnica delle
fotocopie tattili su carta contenente microcapsula ad espansione
termica oppure tramite l‟inserimento di chiodini su un piano e
collegando gli stessi con fili o elastici. Il ricorso ai Centri di
Consulenza Tiflodidattica si ripropone come indispensabile. Qui si
possono trovare anche calcolatrici sonore e tavolette dei logaritmi in
Braille.
Relativamente alla geometria si possono utilizzare tavole in
rilievo raffiguranti i poligoni e le figure dei solidi, la cui esplorazione
deve essere guidata dall‟insegnante di sostegno e richiede sicuramente
più tempo per la comprensione rispetto a chi può usare la vista e
cogliere le immagini nel loro insieme.
Per quanto riguarda la geografia esistono molti ausili specifici
quali carte geografiche tattili, mappamondi e tavole astronomiche, il
cui livello di definizione è necessariamente ridotto rispetto alle
83
raffigurazioni in nero. Sono stati inventati alcuni modelli di bussola
tattile che possono aiutare nell‟identificazione dei punti cardinali, ma
anche nell‟orientamento alla mobilità autonoma, poiché può aiutare
nell‟elaborazione di mappe mentali relative agli spazi.
Anche in questo caso i libri possono essere registrati o trascritti in
Braille.
Un po‟ più complicato appare l‟insegnamento delle scienze
naturali, della fisica, della chimica. I vecchi istituti per ciechi spesso
disponevano di alcune semplici attrezzature di laboratorio, che
consentivano la sperimentazione di alcuni fenomeni fisici basilari
(piani inclinati, leve, pendoli sonori, ecc.).
Nelle scuole comuni, la partecipazione dei non vedenti alle
attività di laboratorio è molto problematica. Un modo che il docente
ha per colmare queste limitazioni può essere quello di descrivere
accuratamente ogni singola operazione e dei risultati che ne
scaturiscono. Non si deve trascurare di far percepire eventuali
fenomeni uditivi, termici, olfattivi quando ciò è possibile.
Per alcuni ambiti delle scienze naturali, invece, i sussidi sono
molti e utili, modelli smontabili a grandezza naturale del corpo
umano, degli organi, dello scheletro; percorsi tattili naturalistici
allestiti in alcuni parchi e riserve, che consentono di toccare vari tipi
di piante, alberi, fiori, frutti e corredati da pannelli esplicativi in
rilievo e audiocassette. Si possono utilizzare anche minerali, fossili,
che possono essere esplorati e toccati, o ancora registrazioni di versi
degli animali o altri suoni e rumori naturali.
La maggior parte di questi ausili non è realizzata specificamente
per i non vedenti, questo significa che molti materiali possono essere
reperiti anche tra le dotazioni didattiche delle scuole comuni.
84
Per ciò che riguarda il disegno e l‟educazione all‟immagine,
solitamente si riscontra uno scarso interesse da parte del bambino con
cecità, soprattutto se congenita, verso la rappresentazione grafica del
reale. È importante che si compia uno sforzo, non tanto finalizzato a
incentivare la fruizione di immagini da parte dei non vedenti, quanto
mirato a fornire concetti e nozioni astratti dai quali non potranno
prescindere nella vita di relazione sociale nella comunità dei vedenti.
La percezione tattile non conosce la nozione di prospettiva,
poiché i vari oggetti possono essere toccati al massimo alla distanza
della lunghezza del braccio e le loro dimensioni appaiono uguali
qualunque sia la posizione nello spazio. Si possono in questo caso
utilizzare esempi di tipo uditivo, come l‟attenuarsi di un rombo di un
aereo man mano che si allontana. L‟ausilio principale per la fruizione
e realizzazione di immagini da parte del bambino cieco è il cosiddetto
“piano di gomma”, costituito da una tavoletta ricoperta da uno strato
gommato, sulla quale si applicano fogli di plastica trasparente.
Facendo scorrere sulla pellicola un punteruolo si incidono delle linee
che compariranno poi in rilievo sulla superficie del foglio, potendo
così “sostituire” la lavagna.
Per quanto riguarda l‟arte, si deve poter usufruire di modelli in
gesso di opere famose, plastici in scala, fotocopie tattili e tavole in
rilievo, ma resta comunque ostico il campo della pittura e il concetto
di colore.
Lo sviluppo della manualità è un obiettivo fondamentale nella
vita di un cieco, ma questo aspetto viene troppo spesso trascurato,
soprattutto in Italia. Anche in questo ambito si devono utilizzare
riferimenti tattili e uditivi ed evitare, almeno nei primi approcci ai
85
lavori manuali, l‟utilizzo di attrezzi troppo pericolosi. È consigliabile
ricorrere ad attività esterne alla scuola, nella maggior parte dei casi.
L‟ambito più naturale in cui un non vedente riesce ad esprimersi è
senza dubbio la musica. Se il bambino presenta una certa
predisposizione e volontà, questo apprendimento va incoraggiato.
Esiste una tecnica particolare che consente la trascrizione in
Braille di partiture e recentemente si stanno mettendo a punto software
che effettuino automaticamente la trascrizione. Educare alla sensibilità
musicale non è compito facile e richiede la collaborazione di tutti gli
insegnanti curricolari insieme a quello di sostegno.
Infine, un altro ambito che spesso non è abbastanza curato è
l’educazione fisica, al contrario di ciò che avveniva nelle scuole
speciali. Sicuramente alcune attività non sono facilmente adattabili
alle esigenze del bambino non vedente, come il calcio o la pallavolo.
Ma, in altre come ad esempio il salto in lungo e in alto potrebbero
essere svolte anche dal disabile visivo, lasciandogli prima acquistare
familiarità con l‟asta ed esperire la distanza, contando i passi, dal
punto di partenza a quello del salto.
Tutti questi accorgimenti rientrano nelle strategie che dovrebbero
entrare a far parte della didattica affinché si possa parlare di una
effettiva ed efficace integrazione scolastica dei non vedenti.
86
4.c COS’È L’AUDIO DESCRIZIONE?
In Italia l‟audio descrizione è una tecnica relativamente recente che
consente di rendere accessibili alle persone cieche o ipovedenti prodotti
audiovisivi quali film, fiction, documentari, show televisivi, ma anche
eventi sportivi, spettacoli teatrali e manifestazioni religiose. Consiste nella
creazione di una traccia audio aggiuntiva che esplicita tutti gli elementi
visivi a cui la persona ipovedente o non vedente non può avere accesso,
quali costumi, setting, colori, espressioni facciali, caratteristiche fisiche ed
azioni. Solitamente l‟audio descrizione viene inserita all‟interno delle pause
non pertinenti tra le battute dialogiche del prodotto di riferimento, ma non
devono mai sovrapporsi agli effetti sonori e musicali.
Questa tecnica di trasferimento linguistico è un lavoro specialistico
che presuppone una fase di stesura dello script da parte di uno o più audio
descrittori professionisti, una fase di registrazione in studio con uno o più
speaker e una di finalizzazione ed eventuale remixaggio della traccia audio
sul prodotto originale.
Nel caso di eventi live (quali spettacoli teatrali, manifestazioni ed
eventi dal vivo) l‟audio descrizione, preparata in anticipo, può essere letta
dallo speaker direttamente durante lo svolgimento dell‟evento.
87
La RAI, ad esempio, fornisce l‟audio descrizione per alcuni
programmi. Per attivarla, bisogna accedere alle impostazioni audio del
televisore e attivare le descrizioni audio per non vedenti. Dal sito RAI è
inoltre possibile accedere all‟elenco dei programmi audio descritti e
ascoltarli in streaming.
Inoltre, durante un evento in diretta, come un‟opera teatrale, anche
l‟audio descrizione avviene in diretta. O meglio, viene preparata in
precedenza dal descrittore, che possiamo considerare come una nuova
figura di traduttore specializzato. È importante che il descrittore collabori
con persone cieche o ipovedenti, in modo da avere piena consapevolezza
delle esigenze del pubblico a cui si rivolge. L‟audio descrizione sarà poi
letta dalla figura del narratore. La resa deve essere neutra, ma non
monotona o piatta. Attori e doppiatori sono quindi ottimi candidati per
lavorare come narratori. In alcuni paesi (come Gran Bretagna e Stati Uniti)
queste due figure coincidono, in altri (come Spagna e Germania) si tratta di
due persone distinte.
Attualmente in Italia questa tecnica non gode di un‟ampia diffusione.
È però fondamentale far conoscere questo servizio e le potenzialità che ha
perché è uno strumento importantissimo per permettere alle persone con
disabilità visiva di accedere agli stessi contenuti delle persone vedenti.
Un film, uno spettacolo teatrale o una mostra sono occasioni per
imparare, svagarsi, passare una giornata o una serata diversa e stare in
compagnia. L‟audio descrizione, quindi, non si limita a rendere accessibili
nozioni o contenuti, ma permette la condivisione di eventi culturali e
sociali. La cultura è diritto di tutti, e come tale deve essere accessibile.
88
Nelle sale cinematografiche per esempio, avviene attraverso l‟utilizzo
di cuffie senza fili con ricevitore audio a raggi infrarossi che vengono
collegate ad un lettore digitale sincronizzato con la pellicola. Un problema
che ricorre spesso in questa tecnica di trasposizione è il grado in cui si
debbano descrivere le componenti visive del prodotto. È importante,
infatti, non esagerare con le descrizioni, altrimenti il film o il programma
televisivo risulterebbe troppo pesante e noioso, ma non bisogna neanche
eliminare dettagli importanti che possano compromettere la sua piena
comprensione da parte del pubblico. Si deve considerare che il messaggio
trasposto verrà udito sia da persone cieche dalla nascita, sia da ipovedenti o
da chi ha perso la vista in età più avanzata, dunque non ha bisogno di
lunghe descrizioni per immaginare il contesto del dialogo. L‟audio
descrizione è efficace quando riesce a catturare l‟atmosfera resa dalla
fotografia dell‟opera filmica, restituendola a parole, senza fornire
informazioni eccessive, che potrebbero sviare lo spettatore uditivo.
È bene usare aggettivi o avverbi pittoreschi quando è opportuno; per
esempio invece di usare il termine camminare, che può risultare molto
generico in alcune situazioni, si possono inserire parole più specifiche
come passeggiare o barcollare, a seconda della scena. Anche i
cambiamenti d‟intonazione, del ritmo e dell‟enfasi sono utili, e per quanto
riguarda la concisione, il tempo è un fattore cruciale. Tra le competenze
che un audio descrittore deve possedere sono state identificate la capacità
di realizzare traduzioni intersemiotiche (traduzione di immagini in parole),
l‟eccellente padronanza della lingua, la capacità di sintetizzare le
informazioni al fine di adattare il testo ad uno spazio limitato e di
mantenere il significato originale, la capacità di adattare lo stile linguistico
al target dell‟audience e del prodotto, grazie all‟utilizzo di diversi registri
89
linguistici, l‟abilità di selezionare criticamente le informazioni più rilevanti
ed, infine, l‟ottima espressione orale e una dizione eccellente.
Da un punto di vista grammaticale, il tempo verbale preferito
dall‟audio descrizione è il presente e l‟aspetto progressivo.
Possiamo quindi sintetizzare il processo di audio descrizione di un
film attraverso le seguenti tappe:
1. Prima visione del film da audio descrivere, da parte di
un team di audio descrittori
2. Analisi del film, scena per scena e discussione di quali
momenti richiedano l‟ausilio di un audio descrizione
3. Realizzazione di una bozza dell‟audio descrizione
4. Visione del film e rielaborazione dell‟audio descrizione
5. Realizzazione dell‟audio descrizione definitiva
6. Registrazione dell‟audio descrizione da parte di un
attore professionista
7. Montaggio audio
8. Verifica dell‟audio descrizione da parte di un
professionista non vedente appartenente ad un altro team
9. Realizzazione dei media necessari alla distribuzione
(dvd, mp3, CSS).
90
4.d PROGRAMMI AUDIODESCRITTIVI E AUDIOVISIVI
- Swift
Swift è un sistema di preparazione di sottotitoli facile da usare, con
una vasta gamma di funzionalità. Vediamo quali sono le funzionalità di
base di Swift e come si utilizza il programma. I tasti necessari per l‟utilizzo
del programma sono i seguenti:
Swift ci consente di creare un Time Code necessario per il giusto
collocamento del sottotitolo all‟interno del prodotto audiovisivo che si sta
adattando. Il pulsante Time In ci permette di dare l‟inizio al Time 72 Code
che andremo a creare, mentre il pulsante Time Out ci permette di farlo
terminare. Il pulsante al centro ci permette di mettere in azione e di
stoppare il filmato; i due lateri, di mandare di un frame avanti e indietro la
scena; e quelli sottostanti di mandarla avanti e indietro di più frame.
91
Vediamo adesso quali sono i principali elementi dell‟applicazione rapida di
swift.
Nella parte in alto possiamo osservare la scena del filmato che
stiamo analizzando in modo più dettagliato, in quanto viene scomposta 73
in singoli frame. In questo modo vedere il cambio di scena e decidere il
tempo in cui far apparire o scomparire il sottotitolo risulta più facile. Lo
spazio bianco laterale indicato con la parola status list, ci mostra la lista di
tutti i sottotitoli che abbiamo creato, mettendo in evidenza, con il colore
rosso, quelli che presentano degli errori. La parte grigia, di fianco alla lista
dei sottotitoli, presenta lo spazio dedicato alla creazione dei sottotitoli, è
proprio qui che si scrive il sottotitolo, e il numero in alto a sinistra riporta il
numero del sottotitolo. Sopra la fascia grigia troviamo a sinistra il Time
Code di inizio del sottotitolo, ovvero a che punto preciso del filmato
apparirà il sottotitolo, al centro la durata del sottotitolo e a destra il Time
Code in cui il sottotitolo scomparirà. La parte chiamata Diagnostic
window, ci mostra qual è l‟errore o gli errori che abbiamo commesso nella
creazione del sottotitolo; ad esempio ci segnerà errore se il sottotitolo è
troppo lungo rispetto al tempo che abbiamo precedentemente definito, se il
sottotitolo presenta più di due righe, o se il Time Out del sottotitolo
precedente coincide o supera il Time In del sottotitolo seguente. Il Time
Code window ci mostra il tempo del filmato che scorre mentre il Video
window ci mostra il filmato stesso. Swift è un programma completo e
molto utile per la creazione di sottotitoli, esso è ottimo anche per la
creazione e l‟inserimento di testi destinati alle audiodescrizioni.
92
- Subtitle Workshop:
Subtitle Workshop è uno dei migliori programmi per sottotitoli
disponibili per Windows attraverso il quale è possibile creare sottotitoli per
contenuti in lingua straniera visualizzando un‟anteprima in tempo reale del
video da sottotitolare. Consente inoltre di sincronizzare i sottotitoli che non
sono perfettamente sincronizzati con i video, aggiungere ritardi alla
visualizzazione dei sottotitoli e molto altro ancora. I sottotitoli creati con
questo software possono essere esportati in tutti i principali formati di file,
come srt e sub. Sono supportate le formattazioni con grassetto, corsivo e
sottolineature. Subtitle Workshop è un programma gratuito che permette di
creare sottotitoli per video in maniera facile e veloce, avendo a
disposizione strumenti per la formattazione e la regolazione dei sottotitoli.
ha un‟interfaccia pratica e funzionale che offre la possibilità di creare,
modificare e sincronizzare sottotitoli su diversi tipi di video, ed esportarli
in oltre cinquanta formati. Questo programma viene utilizzato per creare e
convertire da un formato ad un altro, e sincronizzare sottotitoli.
93
- Virtual Dub Mod
VirtualDub Mod è una versione modificata (e potenziata) del popolare
programma di video editing gratuito VirtualDub in grado di creare e
modificare video con tracce audio e sottotitoli multipli. Grazie ad esso, è
possibile aprire qualsiasi filmato in formato AVI, MPG o MKV, caricare in
esso file di sottotitoli esterni (es. quelli in formato srt) e salvare il risultato
finale in modalità direct stream, cioè senza necessitare di lunghe
riconversioni e mantenendo intatta la qualità del video originale. È solo in
lingua inglese ma è facilissimo da utilizzare.
- VisualSubSync
94
VisualSubSync è un programma molto avanzato che permette di
sincronizzare i sottotitoli che non sono sincronizzati perfettamente con il
video tramite un‟interfaccia utente molto curata e intuitiva. Tra le sue
caratteristiche principali ci sono la possibilità di saltare da una scena
all‟altra dei video dove ci sono i sottotitoli e la visualizzazione di grafici
relativi all‟audio dei filmati che permettono di sincronizzare in maniera
perfetta i tempi di comparsa dei sottotitoli.
- Subtitle Edit
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Subtitle Edit è un programma per sottotitoli gratuito ed open source
che permette di creare, modificare, sincronizzare e convertire sottotitoli in
maniera facile e veloce. Supporta tutti i principali formati di sottotitoli
(SubRib, MicroDVD, Advanced Sub Station Alpha, Sub Station Alpha,
ecc.), permette di visualizzare un‟anteprima dei video da sottotitolare
tramite VLC e di tradurre i sottotitoli in maniera automatica tramite Google
Translate. È anche in grado di comparare due file di sottotitoli fra di loro e
di aprire i sottotitoli contenuti nei file video in formato MKV.
96
97
CONCLUSIONI
L‟idea di partenza di questo lavoro è stata quella di trattare un
argomento molto vicino alla mia esperienza passata, ma ancora troppo poco
comune per l‟estrema importanza che ha. Attraversare un tema come la
disabilità sensoriale non è stato facile e soprattutto apre un mondo
abbastanza sconosciuto e spesso emarginato dalla vita comune. Il tema
della traduzione audiovisiva mette in evidenza una buona parte di tutto il
lavoro che si fa per creare un‟uguaglianza fra persone normali e con questo
tipo di problemi come la sordità e la cecità, ma nonostante questo sia un
buonissimo presupposto, ancora oggi, in Italia non si può parlare di una
buona riuscita.
L‟interesse di approfondire le diverse sfaccettature di entrambi i
disturbi sensoriali con particolari riferimenti alla sottotitolazione per non
udenti e all‟audio descrizione per non vedenti, è dato dalla curiosità di
capire come si sentono queste persone e cosa provano. Mettersi dall‟altra
parte ed immedesimarsi, da fare pur non avendo questo tipo di problema,
dovrebbe essere il primo di una lunga serie di passi e permette una migliore
realizzazione di un lavoro molto complesso come quello della traduzione
audiovisiva.
Dal momento che l‟oggetto di questo lavoro sono state due tecniche
fondamentali, è stato anche necessario definire il ruolo del traduttore come
re-scrittore, re-inventore e ri-costruttore di senso, ossia come colui che
conferisce nuova vita all‟originale.
Si è parlato anche di come il linguaggio usato in entrambe le tecniche
risenta in maniera estremamente importante del contesto pragmatico in cui
98
viene prodotto e, di conseguenza, qualsiasi processo comunicativo viene
influenzato dalla dimensione socioculturale da cui trae origine. La
traduzione deve, dunque, sfruttare al meglio tutti gli strumenti di decodifica
del messaggio forniti dalla pragmatica per ricomporre quest‟ultimo nella
maniera più efficace possibile nella lingua d‟arrivo.
Chi opera una traduzione audiovisiva non compie una semplice
traduzione linguistica, ma una vera e propria traduzione culturale che
richiede una precisa formazione, in quanto effettuare una corretta
operazione della sottotitolazione significa padroneggiare il contesto
metalinguistico dei generi comunicativi della società oggetto di studio e
trasferirli senza impoverirli o fraintenderli.
Da tutta questa serie di analisi si comprende come il traduttore
audiovisivo, per ottenere una traduzione soddisfacente, debba superare
numerosi ostacoli. Ecco perché è tenuto ad impiegare tutta la propria
creatività, così da trasmettere correttamente e senza fraintendimenti il
messaggio di partenza: le traduzioni devono offrire soluzioni creative e
fedeli rispetto ai dialoghi originali e lasciare inalterati i riferimenti culturali,
al fine di rendere lo spettatore partecipe della realtà “altra” rappresentata.
99
ENGLISH SECTION
INTRODUCTION
The choice of this topic has come from a beautiful experience passed
in London thanks to the City University and from special interest in the
theme of audiovisual translation.
The present work is going to analyze the audiovisual translation issues
in general and subtitling in particular, with a focus on intralingual subtitling
for the deaf, and on audio description for the blind, a technique of subtitling
that consists in a narration taking place during the presentation, describing
what is happening on the screen or stage during the natural pauses in the
audio, and sometimes during dialogue if seemed necessary.
For simplification this thesis is structured in three parts: the first part
is an overview and a presentation of audiovisual translation in which the
most important techniques of transposition, strategies and kinds of
audiovisual translation are analyzed.
The central part is going to focus on the subtitling topic. It will
explore the main features of subtitling, the purpose and the use of subtitles,
as a tool when learning a foreign language or help for the disabled.
The last chapters concern subtitles for the deaf and the audio
description technique for the blind. These subjects will form the basis of
this thesis because translation and audiovisual translation have become
more and more popular of recent not only in European countries but all
100
over the world. Globalization has had a deep and immediate impact on us
and above all on linguistic and cultural aspects. The rapid development of
information technology and communication has changed many aspects of
our daily lives and thanks to the diffusion of mass media and to the rapid
technological development of the last decades, we have witnessed a large
production and distribution of audiovisual products of any type at a global
level. So it is not exaggerated to affirm that nowadays we are constantly
surrounded by devices and technological tools of all shapes and sizes that
allow us to work, learn and keep us informed. Recently, we have seen a
real audiovisual revolution, with the creation of satellite television
channels, internet, mobiles and film products. Therefore we have access to
a large variety of audiovisual materials that come from all over the world.
In parallel with this, communication has obtained an increasingly important
role in our society, so important that it has become a real product on the
international market.
For these reasons the role of languages and, in particular those
activities related to linguistic transfer have obtained an increasing
importance ever the last years because they are essential for the diffusion of
information and to spread knowledge and contacts at an international level.
Linguistic competence plays a fundamental role, as it is indispensable to
enjoy from audiovisual products by all nationalities and to understand the
meaning of the texts that these new products incorporate. A new need has
risen, that is the need to break down every kind of barrier (linguistic,
cultural or sensory barrier) that prevents full accessibility and usability of
the products distributed by audiovisual and multimedia technologies to an
increasingly large and heterogeneous audience in terms of age, sex, level of
education, language, culture and accommodation capacities.
101
The following chapters are aimed to give a theoretical framework that
consent detailed understanding and analysis of the features and peculiarities
of audiovisual translation, to list the main translation techniques used today
and to distinguish this kind of translation from other forms of linguistic
transposition which traditionally are the focus of translation studies.
The third chapter of this thesis focuses on the theme of deafness, with
a short introduction of sign language, a real language still little used in Italy
but fundamental and necessary to break down the sensory barriers that
unfortunately are still present in our country.
102
5. THE AUDIOVISUAL TRANSLATION
Before giving a definition and explanation of what audiovisual
translation is, we must specify that it is a living and elastic world, in
constant evolution and definition. When we talk about translation of an
audiovisual product we refer not only to a specific methodology, but to
various and different forms of translation that not necessarily imply the
transition from one language to another, but work from and to the same
language or from a code to another. In these latter cases we refer to
subtitling for the deaf, that implies the careful work of rewriting and the
adapting the original dialogue within the same linguistic code, and to audio
description for the blind, a work that makes the verbal visual an activity
that doesn‟t work within the same code. However we will talk about this
topic later.
At present we live, and we have always lived, in a multi-modal world.
This multi-modal interaction refers to how to communicate the meaning
through the combination of different semiotic channels. In addition to
written and spoken language, there are other sources that can convey
meaning like gestures, posture, look, noise, sound and symbols. In a multi-
modal text, the meaning is transmitted through the integrated force of these
different semiotic channels. Today, technology at our disposal and the
possibility to communicate instantly and globally have created
unprecedented horizons for the expansion of a multi-modal world. The
semiotic methods alternative to language (gesture, look, posture and
sounds) transmit meaning in various different ways. We gesticulate using
every part of our body, from nodding to indicating with fingers, to
shrugging our shoulders. Many of these gestures are universal signs, others
103
are typical of certain cultures, others change their meanings from one
culture to another, while other gestures have different uses, but all have a
meaning. In the multi-modal context, however, language is the main factor.
The dialogue of a translated film, if adequately translated, will interact with
the same semiotic code to recreate the same effect in the target audience as
did the original with the starting audience. The bond of time that doesn‟t
permit a complete translation, or the imbalance between languages (for
example, English is generally shorter than Italian), or the lack of time for
people to read by the public are the factors that can damage the ideal
situation described. Among the various choices, even non-translation can
be a solution. In fact, if a gesture has an unequivocal meaning, the
translator can choose not to translate it, or he can translate only the most
important elements.
In this short introduction, we have seen that the term “audiovisual
translation” refers to all linguistic transfer models that aim to translate the
original dialogues of audiovisual products in order to make them accessible
to a wider audience. The coherence between the original and the target
dialogue is not so simple, so the figure of the translator is very important
and with a lot of responsibilities. The subject of audiovisual translation are
not only verbal texts, but also texts which include different semiotic
elements like verbal and visual ones, but also gestures, sound, graphics and
motion. Each semiotic modality has a fundamental meaning for the
comprehension of the text, so it cannot be neglected by the translator. In
other words, the audience of an audiovisual text can catch the message and
perceive every shade only if it can benefit from all the signals
simultaneously. The main difficulty of audiovisual translation is to give
sense to verbal words from non-verbal elements.
104
Each translation techniques requires two main processes:
Process: the activity through which target text is
obtained from the original text; it includes also the operating
and psycho-cognitive paths of the translator.
Product (target text): the result achieved by the
translation process, given to the audience.
In short, we can distinguish two types of translation: interlingual
translation, in which the source and the target text are in different
languages, and intralingual translation where the texts are in the same
language.
The types of translation processes, indeed, include: interpretation that
can be simultaneous, consecutive or in “negoziations”, translation that can
be literal or technical-scientific, and audiovisual translation that comprises
subtitling and dubbing. The audiovisual translation will be the focus of our
interest in this work. It consists of a source text that includes verbal and
non-verbal channels whose goal is to make audiovisual products available
to a greater chunk of users that otherwise would not be used by those who
suffer from sensory and language disabilities. The audio-verbal component
in audiovisual translation includes dialogues, monologues, any music sung
by the actors and any other significant verbal or dialogic component for the
final product; while the audio but non-verbal component includes special
effects, background music and other sound effects that are not significant
for the final product. The verbal video component includes any written data
visible during the use of the product like captions, subtitles or other internal
writing resulting from one shot, while video but non-verbal component
includes photos and kinesics like gestures and body language of the actors.
105
The first studies on film translation and screen translation began in
the 80s and 90s in Europe. Language transfer came after. Later came the
need to introduce a more accurate and exhaustive designation of
“audiovisual translation”. With the birth of sound films the need to
translate imported movies spread, so a lot of audiovisual translation
methods and linguistic transfer strategies have developed.
5.a TRANSFER AND LINGUISTIC TRANSPOSITION
TECHNIQUES
According to how the source dialogues are translated and to how their
adaptation and translation are presented to the public, we distinguish many
forms of audiovisual translation, and there are 13 kinds of linguistic
transfer, but the most important are 8:
Interlingual subtitling
Dubbing
Consecutive interpretation
Simultaneous interpretation
Challenging (script translation, surtitling, audio
description and intralingual subtitling for the deaf)
Voice-over
Comment
106
Simultaneous translation
The technique of subtitling is a process that allows a condensed
translation to be carried out, resulting from a great work of textual
reduction, thanks to a written text situated at the bottom of the screen.
We can define subtitling as a “transparent mode translation”
because the viewer has access to the original version and the translated
version which is subtitled simultaneously. There are various forms of
subtitling and one of these is simultaneous subtitling, a kind of written
interpretation that is carried out in real time, in which an interpreter-
translator refers a translated and reduced message to technician who writes
quickly what viewers will get in the form of subtitles. Re-speaking is an
example of simultaneous subtitling technique that uses a speech recognition
software; an oral text is simultaneously translated into a written text. This
technique is utilized above all for on air programmes and requires great
commitment.
Surtitling is another subtitling technique used to translate a spoken
text and opera lyrics, but it is marginal in films. Adopted in the 80s, this
technique makes a written translation of the original text of the play,
projected on a screen near, at the bottom or on top of the scene.
Dubbing is the most common technique in Italy. In this case, the
original text is eliminated and translation replaces the source text. This
technique requires great accuracy and precision in synchronization, that is
to say in adopting new dialogues perfectly so that the text heard in the
language of the translation and the lip movements of the actors coincide as
much as possible giving to the new viewer the impression that the actors
are speaking in their own language. The difficulty is not only this, but it is
107
also linguistic: translation of puns, adaptation of translation with the
images, translation of bad language and keeping comical the source text.
Voice-over technique is used to broadcast news, documentaries and
interviews provided with a simultaneous translation of the original
dialogue. This technique consists in adding a new soundtrack to the movie
translated, without changing the original audio track. The source text
undergoes only one variation, that is to say its volume is turned down to
highlight the audio version translated. This technique doesn‟t require lip
synchronization, therefore facilitates and speeds up translation.
Narration is another technique in which in the source text, already
translated before, the most unnecessary parts of the source text are reduced
or eliminated in the translation. Then the text is read by only one person,
whose voice is synchronized with the original text.
Comment is often used in documentaries or short films. Its main
characteristic is the freedom of interpretation of the original text and poor
closeness to the source text. The target text is often a totally new version
compared to the original text and it is possible to add or eliminate
information when it is considered appropriate. Comment is particularly
effective to make programs which are culturally distant because the
contents can be expanded or reduced, it depends on the needs of the public,
and the language is simple and characterized above all by coordinated and
short sentences.
The audio description, or visual description, refers to an additional
narration track intended primarily for blind and visually impaired
consumers of visual media. It is a verbal commentary that complements the
108
underlying soundtrack of a television program, movie, DVD or live
performance. It is designed to assist people with vision impairment and
those with print, learning and physical disabilities. During gaps in dialogue,
a narrator describes visual elements such as scenes, settings, actions and
costumes. The main difficulty of this technique is the heterogeneity of the
target public because each user has a specific difficulty depending on the
type of blindness.
Film translation is a complex area of research because of the different
methodologies used in various fields. Moreover, the scripts of audiovisual
texts in the source and target languages are not always available, so
sometimes a transcription is needed, that requires a long time.
5.c THE ROLE OF AUDIOVISUAL TRANSLATOR
Today the figure of the translator is the focus of many studies by the
scientific community. This attention concerns above all translator in the
cinema, thanks to wider circulation of audiovisual products, the
consequent growing need for any form of translation suitable to the world
of cinema and the development of new information technologies like
internet and CDs and DVDs.
The audiovisual translator has a very important role during the
subtitling process. He has to write down dialogues and translate the original
text adapting it to the target language. After translation, revision of the
work is necessary and it can be done by the translator himself or by another
translator so ensuring a different point of view. In this process a good
translator takes into account the critical parts in the source text, like words
109
or some difficult expressions, colloquialism or exclamations that are not
directly translatable from one language to another. After these operations
he can proceed with translation.
6. INTRODUCTION TO SUBTITLING
6.a THE TRANSITION FROM CAPTIONS TO SUBTITLES
After the advent of the silent film in 1895, inter-titles were used for
the first time in Europe. They were usually white on black and represented
“complementary captions”.
These short written texts were explanatory-descriptive comments or
short dialogues on the screen useful to convey information for the
comprehension of the scene or to report short dialogues of the characters in
the movies. This technique can be considered as the forefather of today‟s
subtitles, with all due differences. In fact while inter-titles occupied one
frame between two frames, subtitles are directly projected on the image in
the movie.
Since 1927 captions began to be overlapped and no longer interposed
to images, so inter-titles slowly disappeared, allowing viewers to hear the
original version of dialogues and to understand it, if necessary, also
through subtitles. With the advent of sound film the cinematographic
110
scenario totally changed and from that moment the use of subtitling became
more and more frequent. The subtitling process has undergone many
gradual transformations; it has improved and become specialized thanks to
the modernization of techniques and media. Not only has the scenario of
cinema changed, but also the reception of the public: it has been
demonstrated that the reading speed of the spectators depends also on the
medium that transmit the subtitles. For example, the time necessary to read
subtitles at cinema is 30% shorter than the time required to read subtitles
on the small screen. As a consequence, subtitles must be created according
to the specific media, because there is not a standard suitable for all
contexts.
1927 marks the starting point of a change and a century of evolution:
from brief subtitles made up of short dialogues to the subtitles of today
which, together with dubbing, are the main means to internationalize
cinema and television. In Italy it is almost impossible to find a foreign
movie in its original version, due to political reasons, while Denmark and
Norway were the first countries to adopt subtitling technique. Also in
France, today, most foreign movies are available in cinemas in the original
version with subtitles.
Lucien Marleau20
, a Canadian producer of films and documentaries
said in his essay about subtitling in 1982 “Les sous-titres… un mal
necessaire” (subtitles… a necessary evil). As you can see from the title, the
author was able to sum up the essence of the subtitle, highlighting from one
hand its need to exist, to the other hand its “harmful” nature for those who
use it, that is to say the spectator.
20
Lucien Marleau, “Les sous-tritres…un mal nécessaire”, journal de traducteurs, 1982.
111
This brief parenthesis has allowed a reason to be given to the
subtitling because it is the best way to watch a movie in a foreign language.
6.b SUBTITLING AND TRANSLATION STRATEGIES
In translation, subtitling has been considered as one of the many forms
of translation of audiovisual products. Subtitling is an activity that requires
a specific methodology and terminology. Among the various types of
subtitling there are the following: subtitles for movie material to make it
different from the original language, the movie material to make it in the
original language , and the audiovisual material of animation in a different
language from the original. The main features of subtitling are textual
reduction, adaptation and simplification because it is not a “summary of the
original text”, but a “selective reduction of the text” aimed to adapt the
language to the circumstances and to permit it to represent what the speaker
wanted to communicate. It is clear that it is not always possible to translate
everything, but subtitling is a kind of translation that requires a complex
text reworking. For this reason the translator must be able to transfer the
communicative intentions conveyed by the source language to the target
language, from oral to written code, which has to coincide with the all
paralinguistic situations of the movie, like the distance and the movements
of the actors. In addition to this, subtitle translators must be able to match
the subtitled text with the spoken dialogue so not to prevent spectator‟s
comprehension. The translation component of subtitling includes some
112
basic concepts concerning the theory of translation like equivalence,
appropriateness, fidelity and translatability, the most important notions that
a translator has to take into account.
When we talk about issues of linguistic transfer, however, we refer to
the translation difficulties of linguistic imbalance. The linguistic elements
used are puns, in particular way those words that don‟t have an equivalent
expression in the language to which we are translating. On the contrary,
the expressions which have an equivalent phrase in various languages are
idioms, phrases or sayings. In addition to linguistic issues, other difficulties
that arise in an audiovisual text are of cultural nature, because translation
means both the transfer of linguistic and cultural elements and each
country has different cultures and traditions. So what can we do? We have
to adopt some strategies. One of these is the model which tames and
alienates the text; taming consists in replacing a cultural element with
another familiar element in the target culture. Alienation means the
opposite, that is the cultural element remains exactly as it appears in the
original text. Other possible strategies are omissions, equivalence,
adaptation, replacement of the cultural term with a deictic, generalization,
explanation, through a paraphrase, of the term, transfer (literal translation),
imitation, transcription, dislocation, condensation, decimation, deletion,
resignation.
In his essay “linguistic aspects of translation” (1959), Roman
Jakobson defines translation as an interpretation and not a transposition
problem, and he identifies three kinds of interpretation and translation:
intralingual translation (interpretation of linguistic signs through other
signs of the same language), interlingual translation (texts of two different
113
linguistic systems) and intersemiotic translation which means the
translation of linguistic signs with other non-linguistic signs.
6.c SUBTITLING: DIFFERENT FEATURES
As previously mentioned, subtitling is a kind of audiovisual
translation which has its own techniques, rules and standards. It has been
defined a “subordinated translation” because it has some time and space
restrictions that directly affect the final result. So translation depends on
these parameters, and it consists not only in the translation of textual
contents and dialogues, but it is also based also on images and audio, with a
specific time and space. Since it totally respects the integrity of the
original dialogue, subtitle translation is defined as a transparent and
synchronic translation. A movie with subtitles cannot include the original
message but, there must be a selective and economic reduction of
information because the viewer can‟t read long texts in a very short time;
only the most important information must be selected. Although it is
impossible to report in writing all the nuances of spoken language,
subtitling is a useful procedure for the deaf, immigrants and foreign
language learners. The available space for subtitled translation is only two
lines, usually positioned at the bottom of the screen; each line can not have
more than 35 characters, so the number that a subtitle can contain is 70
characters. As regards to time, a subtitle has a minimum duration of 1
second and a maximum duration of 6 seconds on the screen. The subtitles
should be text lines shorter than the entire visual area, they must have a
114
simple and linear syntax to allow a fast and intuitive read and should
respect punctuation. Subtitling also includes a technical part called
spotting, that is the act of defining in and out times for subtitles on the
screen, so as to allow synchronization with the audio.
It is very important that visual (written text and images) and auditory
channels (oral text and soundtrack) are perfectly integrated to rebuild the
original text as clear as possible. The reduction of the information of the
original text, the transformation from oral (dialogue) to written code
(subtitle) and translation represent the main phases of the subtitling
process.
Today the subtitling process is possible not only through specific
agencies with the participation and collaboration of various figures, but
also without an agency, thanks to the software available on the internet. In
this case the person who decides to do this job will be a translator, a
subtitler and a technician.
The subtitling process can be divided into different phases:
1. Spotting: the act of defining in and out times for
subtitles on the screen, synchronized with the audio.
2. Translation (adaptation): source text translation,
adaptation to the subtitles rules of duration and characters.
3. Simulation: representation of translated subtitles with
the images to verify that all the criteria are followed.
4. Revision: correction of any errors and text alignment.
115
6.d SUBTITLING: IMPORTANT ASPECTS
The movie or the program with subtitles have a communicative
function with manifold purposes. Initially the aim was to make multilingual
film productions accessible to an international audience and so promote the
overcoming of language and cultural barriers. Then a new communicative
function of subtitling emerged, concerning a smaller group of users, but
with a higher socio-cultural purpose. We are talking about subtitling for the
deaf, which we will discuss later. This multipurpose function is linked to
the various kinds of existing subtitles aimed at satisfying the needs of a
great number of users. According to linguistic criteria we distinguish two
types of subtitles: intralingual and interlingual subtitles. Intralingual
subtitles are addressed to the deaf and learners of a foreign language,
because subtitles and the original movie are in the same language, but the
original dialogue is simplified. Since the original dialogue and its
transcription are represented simultaneously, this is a useful educational
support in language learning. Interlingual subtitles are addressed to
learners of a foreign language and to people with auditory disabilities,
because the dialogues are in different language form to the original movie
and the translation is reduced. It adapts and reproduces the dialogue in the
users language to allow them to understand a foreign movie.
Seeing the interpreting of a film with subtitles involves both watching
images and reading a written text, there is a technique called eye tracking,
the process of measuring either the point of gaze (where one is looking) or
the motion of an eye relative to the head. Thanks to this technique it was
possible to state that the reading does not occur by continuous eyes
116
movements from left to right, but through rapid eye shifts in oscillation
followed by a stop.
The “rule of six seconds”, the theories concerning the automatic
reading of subtitles and the impact of specific lexical choices or translation
strategies on subtitles are the most interesting phenomena which emerged
from the studies on the fruition of a film with subtitles.
As already mentioned, subtitles are tied to strict rules concerning their
length and permanence on the screen which must permit the entire reading
and comprehension, but not a second reading. It is clear that the reading
time of a subtitle tends to decrease if it contains words that are frequently
used, but it has also been demonstrated that the subtitle is decoded
effectively regardless of the manner in which it is proposed to the viewer.
So, no matter how the subtitle is divided, the attention and the
comprehension of the viewer are the same.
117
7. ACCESSIBILITY IN AUDIOVISUAL TRANSLATION
In the age of globalization, in a world where everything revolves
around words, images and television messages, there are not so many
initiatives to break down communication barriers and to make information
accessible to people with sensory disabilities. It is a cultural issue that
impedes communication and integration of the disabled in society as a
result. In the last few years, however, new subtitling systems have been
developed. The concepts of usability and accessibility come from the need
to eliminate linguistic and sensory barriers in access to audiovisual product.
Accessibility is the “level of usability of something that can be used
regardless of physique or cognitive obstacles”. We define usability as the
quality that makes a product satisfactory and effective. A subtitle can be
perfectly accessible but poorly usable and vice versa, perfectly usable but
completely inaccessible. Subtitles, moreover, are among the most important
means of communication that help the deaf “to hear with the eyes”,
breaking that silence that surrounds them. Intellectual and cultural
development for the deaf, like for hearing people, happens through
communication, and subtitles are an excellent opportunity for everybody to
enhance one‟s own cultural and lexical development, an aid to learn Italian
language, because language is a culture; for this reason linguistic fidelity is
very important in subtitling. Even today there are people who think that the
deaf are also dumb, and don‟t understand the differences among the deaf.
Only few people know that the deaf, looking, can understand many things
that the hearing persons don‟t perceive.
There are two types of access to television for the deaf: sign language
interpretation and subtitling. Sign language interpreting makes
118
communication possible between people who are deaf or hard of hearing
and people who can hear. Interpreting is a complex process that requires a
high degree of linguistic, cognitive and technical skills. Sign languages
show the same language characteristics as do spoken languages. Hundreds
of sign languages are in use around the world and are at the core of deaf
cultures. This technique is not very common in Italy, maybe because sign
language is not accessible to all people with disabilities, but essentially to
those born deaf.
Between interlingual and intralingual subtitles, only the latter
represents a linguistic transfer operation in the same language, aimed at
providing a written representation of all information present in the movie
(verbal, non-verbal, paraverbal elements). Subtitles for the deaf are not
permanently visible on the screen and are not visible to all viewers, but
they can be activated or deactivated through a remote control button. So,
intralingual subtitling represents a basic support for a huge number of deaf
people.
7a. HISTORY OF THE DEAF COMMUNITY EDUCATION
In ancient times it was not possible to know if there was a deaf
community, even if in some passages of the Old Testament there was
evidence according to which deaf people were accepted in society as God‟s
creatures, worthy of respect, and not of pity. However, prejudice against
the deaf was high, and they were considered retarded and stupid; we are
talking about Greek, Roman and Jewish civilizations. Also two great
influential Greek authors carried out opposing observations. Plato had a
119
positive opinion; he states that “sign language was suitable to express
thoughts and feelings”, while Aristotle, who together with Plato did the
first studies on language formation, affirms negatively that <<those who
are deaf are dumb in all cases, that is they can emit sounds but they can‟t
speak>>. Seeing that the words “deaf” and “dumb” meant also “stupid”,
this confusion of terms caused the wrong but logical interpretation that was
attributed to Aristotle in centuries to come, that is to say that who is born
deaf should be considered <<foolish and without reasoning>> and, as a
result, they could not be educated.
Then it is clear how poor the knowledge of deaf-mutism phenomenon
was in Greek times. In the Old Testament, scriptures consider the deaf-
mute as incomplete, a weak person, in need of the grace of God; their
deafness is an obstacle for communication and receiving word, considered
the only instrument to transmit education and discipline. The same situation
occurred for the Romans: according to Roman law, the deaf were unable to
decide, they couldn‟t testify, or even be witness.
Despite this, there are reports with intelligent deaf-mutes in Latin
literature. The first historical document that mentioned the existence of
signs as a means for the education of the deaf was that of Ammianus
Marcellinus. We can‟t say that a sign language already existed, but it is
more ancient than many other languages. The Justinian I code stated that
“deaf-mutes can benefit from their civil rights only if they can read and
write”. In the Middle Ages (476-1492, V-XV century) the persecution
towards the deaf returns and those rights granted by Emperor Justinian
were abolished. During feudalism they were completely marginalized, as
deafness didn‟t permit them to fight in wars, the principal interest of the
lords of that times. Making a summary of this first period, we can affirm
120
that prejudice and ignorance are the key words; there is a negative opinion
of the deaf, considered as stupid, foolish and in all cases deaf-mute,
incapable to speak and to be educated. There is ignorance about the
difference between deaf and deaf-mute, and the relation and distinction
between deaf-mute and mental retardation.
Only in the period from the XVI to the mid XVII century the real
education of deaf-mute people started. The new atmosphere of new
experiments and knowledge drove many writers to consider the possibility
of educating the deaf-mute and to focus them on this topic. Bartolo della
Marca of Ancon was among the first writers who stated “it is possible to
educate the deaf-mute”; he met such an intelligent deaf person who could
understand other people by reading their lip movements (it is the first time
that lip-reading is documented). With Gerolamo Cardano (1501-1576) we
come to the conclusion that the word is not essential for the individual
education, so a deaf-mute person can be educated through writing and
reading. But what about the methods for educating the deaf and dumb in
the period from the Greeks to the Middle Ages? First of all, this was a
private and individual art: only the most influential people could afford the
high cost of this type of education. In this period it was the privilege of a
few fortunate people, while most of the deaf-mute remain in ignorance. The
method used by teachers was oral and the starting point was that eyesight
could replace hearing. The student would learn, first of all, the distinction
between breathing and vegetative function (an involuntary phenomenon)
and phonic breathing (for the sound emissions). Then he would learn the
different articulatory positions of every single sounds. The following step
consisted in learning syllables before, then phonetic groups and finally
121
words. The sense of sight is the means through which a deaf-mute person
could and can learn all this.
In the XX century three main factors began to become popular: the
orientation towards the oral method, the sense of the deaf-mutes right to get
an education and society‟s responsibility to make this possible promoting
this kind of education. Initially, there was the mistaken opinion according
to which a good quantity of patience was the only way to educate a deaf-
mute person. There were a lot of proposals to educate deaf-mute people in
normal classes with hearing people. The tendency to use the oral method
involved all Europe and also the USA. In 1873, with the First National
Congress of Italian Educator of the Deaf-mute in Siena, the need for a
meeting to discuss methods and experiences of the various different
institutes of the country came up in Italy. The general proposal was to give
oral teaching a more important and significant role in deaf-mute education.
Although not many people supported the mime or gesture method, the
communication with signs was not prohibited, even if there was the
conviction that word is superior to gestures because it permits not only
social integration but also the development of thought and intellect. After
the Congress in Milan in 1880, a lot of schools adjusted their educational
methods and standards, abandoning signs and adopting the oral method.
122
7.b INTRALINGUISTIC SUBTITLING FOR THE DEAF
Subtitling for the deaf and the standard subtitling have common
features. Both are included in dialogues because they translate oral forms in
written one. Moreover both are synchronic and transparent because they are
transmitted to the public simultaneously with the original dialogues. Both
subtitling are immediate because they are read immediately and transient
because the public cannot control them. Since some month, live subtitling
of some edition of tv news started giving more choices of information to
deaf people. It‟s really hard to make specific subtitles for deaf people
because this would mean that who is working with subtitles has to have a
real knowledge of the deaf necessities. The final result is a more elaborated
track respect to the interlinguistic subtitling because it has to transmit
different information to a heterogeneous public. For this reason the deaf
subtitle is more visible, rich of particularities to make understand what is
happening in the film.
Emoticons or smileys or small graphic images can help to identify the
characters in a film even if they are shown from behind.
Technically the problems with subtitles for deaf are the
synchronization and the time for reading that are a fundamental factors. In
fact deaf reading time is slower than a reading time of a normal person.
This is because the deaf has a reduced knowledge of the words so he needs
more time to read. So there‟s needs to find a good balance in lexical
choices for adults and children. It‟s very important to don‟t reproduce
dialect or jargon words instead of dialect or jargon because the latter can
dishearten the deaf. So it is advisable to use a simple syntax without any
particular reference to abstract concepts.
123
The labial reading is very spread in Italy in the field of communication
between the deaf and the hearing because of the phonetic structure of the
Italian language, where written words correspond to the pronunciations.
According to some studies we could see that the vision of the subtitling
programs is essentially a reading process, that‟s because the deaf spend
most of the time reading subtitles instead of watching the images.
Programs for children are more simplified, while TV news maintains the
journalistic language. Subtitles represents the possibility for the deaf to
enrich their vocabulary through their sight, that is always active.
As far as subtitle‟s length they are always at the centre of the screen, but
only at the beginning they are positioned to the top of the screen to not hide
the original titles. In case of interviews, interviewers and interviewed are
put in quotation marks.
124
8. ANALISYS OF HOW BLIND PEOPLE LIVE IN ITALY
It‟s unbelievable that nowadays, living in a technological world, a
blind can‟t go to the cinema and can‟t benefit completely of the
movie. The access to a cultural product represents a moment of
sharing and growth in the life of everyone that‟s why it‟s important
that also blind people are given the same right. So it‟s important that
DVD or cinematographic or television products are accessible by
everyone. In our country the usability of a cinematographic product
is still extremely limited. The accessibility in fact is fundamental to
take part in our society; for this reason it‟s important to specify the
difference “handicap” and so “obstacle” and between “ deficit” and
so “minority”.
In the case of a blind person his deficit is the blindness, instead the
handicap are the obstacles that this person can find and often are due
to the lack of help. According to Istat in Italy there are 362.000 blind
and more or less 1 million and half of partially sighted. Although in
the last years some important organizations such as “Italian Union of
the blind and the partially sighted” worked hard, a lot of social
practices are hardly accessible. The western system is mainly based
on media which use the images like the main way to communication
(television and cinema). For this reason the impossibility of
accessibility and usability represents a serious element of
discrimination. Fortunately a good part of blind adolescents and
blind adults are regulars users of the filmed products that are
provided with modern sounds technologies for sight impairment.
What the blind needs is only a voice that describes perfectly what is
happening on the screen in the scenes without dialogues.
125
8.a WHAT IS BLINDNESS
Blindness means absence of visible capacity with a difference
between the absolute blindness, when there is not light in both eyes,
and relative blindness when the light is reduced.
Today a blind patient is not considered anymore totally dependent
from others. New education and recreation methods have made
possible to more than half blind children to attend normal schools.
Naturally educational measures for the blind are different in each
country. In Great Britain the blind education has become compulsory
and they have reached a very well coordinated national program has
been set.
Also in Scandinavian countries it has been established detailed and
coordinated measures have been established for the education of blind
children. In USA there are the most developed services of the world.
Also in some European countries like France, Italy and Germany a
very good job has been done for a long time in regional institutes and
in religious organizations.
In 1829 Louis Braille invented a kind of writing for blind people in
which some points are replaced to the common alphabet. This points
are situated in two vertical columns and they are in relief, so they are
perceived by the fingertips. The most famous instrument is the writing
machine the “Hall Braille”, that engraves all the kind of character on
the paper. This method has become universal, in fact it was used to
print all the volumes about and for blind people.
126
Between physical helps for the blind there are guide dogs specially
trained and electronic eyes that permits to perceive the obstacles. A lot
of blind use the white walking stick, the first instrument that permits
to the blind to move in safety on the streets, recognized all over the
world. There are different kind of walking stick: rigid, telescopic and
foldable. The length of the stick depends on the height of the blind and
on the speed of his steps.
The most important innovations come from the research in new
technologies: the artificial or bionic eye. It‟s called Argus II and it‟s
produced by the Californian company “Second Sight”. It represents
the first example of functional interface between an electronic device
and the brain and its function is to catch and to process the light. This
device it‟s composed by a microchip and by a video camera that is
situated in special glasses and it works activating the optic nerves to
induce the brain to think that the eye even if it‟s damaged, when
actually it works regularly. Even if the “recreated” images are not so
accurate, however they are clear enough to recognize object and faces.
Regarding the partial sight, visual aids can contribute to improve the
visible part of a partial blind. Each single case has to be considered
through an accurate diagnosis, to establish which is the most suitable
solution. The main visual devices for partial blind are: enlargement
visual aids, electronic systems, postural aids on the table and aids for
personal independence. This aids can create an enlarge image and
improve the quality of their life.
127
8.b WHAT IS AUDIO DESCRIPTION?
In Italy audio description is a new discipline. It‟s an audiovisual
translation typology mainly addressed to the blind and the partially
sighted. It‟s based on the elaboration of the passage between the TS
and the TA to make usable all the information about the video.
A blind public can listen to dialogues, music and all the other sounds
effects, but all the images, writings, titles or the stage directions have
to be audio described. This technique is a description verbal system
that uses the sound pauses to give to the public all the information that
can be perceived only with the sight. In this way the public can have
an idea about the context where the action is developing. Often the
audio description regards actions, expressions on the face, and others
important particularities. In cinematographic rooms the blind can use
earphones to listen to the audio description.
The transposition technique and the way to describe all the visual
components is extremely important because a good audio descriptor
shouldn‟t exaggerate with the description so the tv program or the
movie doesn‟t become too boring. But it‟s available not to eliminate
important details that could prevent the full comprehension.
The interpretation of the film has to be clear without any complicated
sentences, or complicated words and it‟s very important to don‟t
change the significant dialogues or sounds. That‟s why time is a
fundamental factor.
A good descriptor should have different abilities like: an excellent
knowledge of the idioms, the ability to translate images in words, the
ability to summarize the information maintaining the original
128
meaning, the ability to use different linguistic registers, the ability to
select only the pertinent information and the ability to have a perfect
oral expression and pronunciation.
To reach this aim, the audio description is often done by an
expert team. This team is composed by two professionals: one
translator who can see and a blind audio descriptor who constantly
compares his work with the other one.
The audio description focuses on different aspects such as the setting
of the scenes, the characters who are speaking , what the characters do
or wear, expressions of the face or gestures and texts and colors on the
screen.
To summarize the audio description process of a movie
includes:
- First vision of the film that has to be described;
- Analysis of the film scene by scene and discussion about which of
them has to be audio described;
- Vision of the film and elaboration of the audio description;
- Realization of the definitive audio description;
- Definitive check of the audio description by a professional, blind
audio descriptor belonging to another team;
- Realization of the media that are necessary for the distribution
(dvd,mp3,CCS).
129
CONCLUSIONS
By the analysis and the studies carried out in the field of audiovisual
translation, subtitling for hearing people and the deaf and the audio
description technique for the blind, it has been possible to understand the
complexity of the progress made by these techniques which are becoming
crucial. When we watch a movie just come out at the cinema, we look at its
translation without thinking about the complexity of the work behind the
simple translation. And translation is just one of many steps. The same
happens for subtitles for hearing and deaf people and for the audio
description, which turn the visual into the sound, through specified and
articulated steps.
The desire to include in my thesis the subtitling for the deaf, the
deafness issue, the introduction to the Italian Sign Language and also the
audio description technique is given by a great personal interest to
understand in detail how people with sensorial disabilities live and what
kind of relation they have with the society, how they live the moments of
relax and entertainment and how to link these moments with those of
other people. These techniques represent a mean of social and cultural
inclusion for those who have sensorial disabilities, even if we shouldn‟t
talk about “inclusion” today, because it refers to someone or something
which has been “excluded”.
Seeing that in Italy these kinds of audiovisual translation practices are
not very utilized, the objective is to open an evolving communication
window to represent and sensitize the public opinion and institutions about
sensorial disability, victim of a prejudice, due to poor and inaccurate
information.
130
SECCIÓN EN ESPAÑOL
INTRODUCCIÓN
La escojida del argumento deriva de una esperiencia pasada en
Londres en la “City University of London” desde hace un año y de un
personal interés sobre el tema de la traducción audiovisual.
He decidido de dividir el trabajo en cuatro partes: en la primera, se
introduce la traducción audiovisual, las técnicas de transposición, las
diferentes estrategias y formas de traducción audiovisuales. La segunda
parte, se analisan los subtítulos interlingüisticos y los subtítulos
intralingüísticos para sordos, las caracteristicas principales, el objectivo de
la utilisación y el ayuda para las persona con disabilidad. En la tercera
parte, se trata el tema de la sordadera y de todos los typos, las causas de
este disturbo y de la subtítulación intralinguistica para sordos.
La cuarta y última parte se enfoca en el tema de la ceguera, los
diferentes typos y en la tecnica de traducción audiovisiva para los ciegos
que es la audiodescripción.
También si las técnicas de la subtitulación y de l‟audiodescripción para los
ciegos y los sordos estan poco practicadas en Italia, he decidido de tratar
este tema por qué en este ultimos años está diveniendo una argumentación
muy importante y se esta afírmando en muchos Payses Europeos.
131
9. LA TRADUCCIÓN AUDIOVISUAL
Con traducción audiovisual se indícan “ todas las maneras de trasposición
linguistica que traducen cada tipo de dialogo originál de productos
audiovisual, es decir todos los productos que comúnican simultaneamente
por medio del canal acustico y el visivo, con el objectivo de volverlos
acesibles á un publíco más grande”.
Bartrina Francesca afírma que “la traducción audiovisual comprende
diferentes sistemas semióticos y los principales son el verbal y el visual”,
pero Gambier añadie “el sonoro, el gráfico, el cinético y el gestual”. Cada
tipo de sistemas semióticos tiene una significación fundamental para la
comprención del texto entonces no puede ser descuidada por el traductor.
La mayor dificultad de la traducción audiovisual es la restitución paralela
del mismo sentido tanto de los elementos verbales como de los non
verbales. La música y los efectos sonoros pueden cambiar de una versión a
l‟otra, o el técnico del sonido puede decidir de alterarlos introduciendo
variaciones sonoras internacionales.
En el contexto multimodale, el idioma costituye el factor más
importante. El dialogo de un film, si esta traducido en manera adeguada,
interagirá con las mismas modalidad semióticas para ricrear el mismo
efecto en el público dirigido. Lo único que puede comprometer esta
situación ideal es el tiempo, uno de los factores fundamentales, que
desafortunadamente no permite una traducción completa y perfecta.
Una solucción puede ser la abreviatura de las palabras, por ejemplo
el inglés tiene una structura sintactica más corta respeto a l‟italiano,
132
entonces el tractor puede decidir o de eliminar algun elemento superfluo, o
de abreviar algunas palabras.
Cada técnica traductiva esta formada por dos procesos focales:
Proceso: actividad por medio de la esecución de la cual se obtiene
el texto final (TF) á partir de un texto original (TO),
Producto (TF): es decir el resultado final por medio del proceso
traductivo, y desfrutado por el público.
Por cada técnica traductiva tienen que ser definidos el medio(oral,
escrito, o los dos), el canál (acustico, visual, audio-visual, o
simbolico-tactile), la modalidad del proceso(en simultanea, en
consecutiva o en vista) , el idioma ( lenguaje de TF y de TO) y la
localización del producto (papél, web o software).
En sintesis se puede distinguir dos tipos de traducción: la traducción
interlinguistica, es decir que el TF y el TO esán entre dos idiomas
diferentes, y la traducción intralinguistica, es decir que el TF y el To
están entre el mismo idioma y generalmente se utilisa por las personas
con disabilidad sensorial.
La traducción audiovisual, que es de nuestro interés en este labor,
tiene un TO a dos canales, el audio y el visual con el objectivo de
volver disponible el producto a un público más grande, incluyendo
especialmente las personas con disabilidad sensorial o linguisticas.
133
Se hace referencia á productos heterogéneos como materiales
televisivos o cinematográficos, productos derivantes de l‟Opera y del
teatro, material producido en seminarios, conferencias etc ...
El elemento audio verbal en la traducción audiovisual comprende
los dialogos, los monologos, eventuales fragmentos musical, y
cualquier otra componente verbal o dialógica significativa por el
producto final; en cambio el elmento audio non verbal esta costituido
por efectos especiales, ruído de trasfondo, melodías de trasfondo y
otros efectos sonoros de minor importancia por el producto final.
Hoy en día vivímos en un mundo multimodal, es decir que
más del escrito y el oral existen otras fuentes que pueden trasmeter
una determinada significación por ejemplo la señal, la postura, la
mirada, los ruídos, la musica y los simbolos.
Las modalidad semióticas diferentes del lenguaje trasmiten las
significación en muchas manera diferentes. La gestualidad del
hombre utilisa todas las partes del cuerpo por ejemplo la seña con la
cabeza, el indicar con los dedos o el enogimiento de hombros.
Algunos de estos gestos son universales, otros son típicos de
determinadas culturas, otros cambian de significación de una cultura
á otra, mientras algunos tienen un uso diferente pero tienen la misma
significación. En el contexto multimodal el linguaje determina el
factor más importante.
134
9.a LAS DIFERENTES TÉCNICAS Y LAS METODOLOGỈAS
DE TRASPOSICIÓN LINGUISTICA
En favor de la multiplicidad de las estrategías de traducción
audiovisual, existen muchas clasificaciones. Gambier individúa
treize típos de trasposición linguistica, pero ocho son los más
importantes:
Subtitulación interlinguistica
Doblaje
Interpretación consecutiva
Interpretación simultánea
Voice-over
Comentario libre
Traducción simultánea
Challenging (traducción de la escritura, la subtitulación
simultánea o en vivo, la sobretitolación, la descripción
audiovisual y la subtitulación intralinguistica para los sordos).
La técnica de la subtitulación, como ya dicho, puede ser tanto
interlinguistica como intralinguistica, pero existe una otra tipología de
subtitulación llamada subtitulación simultánea que es un procedimiento
que se hace en vivo como si fuera una “interpretación simultánea escrita”.
La técnica del doblaje es una modalidad de traducción interlinguistica,
osea que trasforma un texto audiovisual extranjero en uno hablado en su
propio idioma. Es la técnica de traducción audiovisual más difundida en
Italia que consiste en la sostitución de la banda sonora original de una
pelicula con una nueva traducisa en el idioma final.
135
L’interpretación consecutiva consiste en la traducción del discurso de
l‟orator después que todo o una parte es terminado. Á diferencia de la
simultanea entonces, prevee que el interprete sigue y comprende el discurso
y sea capaz de transponerlo al auditorio.
L’interpretación simultanea se produce contemporaneamente con el
discurso del orator. Entre el discurso y la interpretación hay siempre un
descarto de tiempo que se llama “decalage” y puede cambiar según el
idioma que se tiene que traducir.
El voice-over es una técnica de traducción audiovisual muy simil al
doblaje, pero se superpone á la banda sonora original que se puede oir en el
trasfondo. Los dialogos son leídos por actores profesionales como en el
doblaje, pero sú traducción es una rielaboración sintetica de los contenidos
originales.
En la narración el texto original es un texto que se transmite con las
imagenes del video que cuenta y explíca lo quese vee. Sú reducción en
solito prevee tanto reducciones como explicitaciones del texto original y no
hay necesidad de sincornizar el audio con el labial, pero el ritmo tiene que
ser respectado.
El comentario libre es una rielaboración del texto original que sale en
forma escrita y es utilisado para usufructar de los documentarios o los
cortometraje. Esta técnica se utilisa sobre todo para traducir elemenots
culturales lejos de la cultura del idioma final. Para la realización del
comentario generalmente se usan estructuras sintacticas muy simples,
entonces se prefieren frases coordinadas respecto á las subordinadas.
136
La descripción audiovisual o también llamada audiodescripción es un tipo
de traducción dirigida á un público especifico: los ciegos y los ciego
parcial. Se trata de una voz afuera del contexto que describe lo que se vee
en la pantalla y da informaciones relativas á algunos factores importantes
que se pueden percebir solo visualmente. Tenemos que considerar que las
personas que benefícan de esta técnica son las personas ciegas de diferente
graduación de ceguera. Entonces el tipo de descripción será diferente por
las persona que es ciega desde el nacimiento y la que ha devenido ciegas y
puede vivir de memoria.
9.b EL PAPÉL DEL TRADUCTOR DE SUBTĺTULOS
Los apasionados de televisión y de cinema lo sabrán muy bien, hay una
figura que se ocupa de la subtitulación. Tiene que ser en primer lugar un
óptimo traductor, pero esto no falta. Por lo que concerne por ejemplo la
traducción de los dialogos, el traductor debe ser capaz de resumer muy bien
las frases de los actores con un lenguaje simple y veloz.
Pero como se empieza á hacer este trabajo? Como se llega á ser un
subtitulator?
En una simpatica entrevista a Roberta d‟Addazio, traductora audiovisual y
subtitulatora, se explica en manera muy explicita y simple el papel del
traductor audiovisual.
E: Cual fué su carrera en la escuela? Como llegaste a ser una traductora de
subtitulos?
R: Tengo una graduación magistral en Traducción, luego empezé a estudiar
autonomamente algunos programas informaticos para subtitular. Luego
137
hizé un curso acelerado de subtitulación en una agencia en Roma y con el
pasar del tiempo empezé á trabajar en este sector.
E: Cuales son las dificultades que se encuentran?
R: Las dificultades que se pueden encotrar son de diferentes tipos: por
ejemplo el programa de subtitulos que no quiere funcionar al ùltimo
segundo, o al cliente que no te puede pagar, o las dificultades de traducción
y trasposición linguistica que necesitan del mayor tiempo porqué por
primer se debe hacer un óptimo labor de traducción y luege se debe hacer
el adaptación de los subtitulos y del lenguaje que usan los protagonistas y
traducirlo en el idioma final.
El traductor audiovisual tiene un papél muy importante durante el
proceso de subtitulación. Antes de todo tiene que transcribir todos los
diálogos escuchando la banda sonora original, luego tiene que traducir
literalmente todo el diálogo, luego empezar a subtitular y por ultimo hacer
el adaptación. Cuando termina de hacer estos pasajes el traductor tendría
que revisionar todo el trabajo con el ayuda de un otro traductor para tomar
en cosideración un otro punto de vista. Después de estas operaciones puede
proceder á la verdadera traducción.
138
10. EL MERCADO DE LOS PRODUCTOS AUDIOVISUALES EN
ITALIA
En Italia está importado por el extranjero un numero siempre crecente
de programas televisivos. También si á esta internacionalización se
contraponen istancias locales, no se puede ignorar que en muchos
Payses los programas traducídos constituyen la mayoría de los
productos presentes en el mercado. Con la llegada de la globalisación
nuevos programas que vienen de los Payses en desarrollo ( China, India
y Brasil) han empezado á formar parte de un mercado historicamente
dominado por un metodo monolingue y que siempre ha considerado el
inglés como idioma oficial. La transición á un sistema multilingue
(donde el espectador puede escojer de escuchar la película en el idioma
desiderado o leer los subtítulos) parece todavía leja, pero con la llegada
al sistema digital y la diffusión de los canales temáticos de pago, la
situación esta cambiando.
El desarrollo de la industria cinematografica en Europa en los años
Treinta ha coincidido con el nacimiento de los nacionalismos y l‟Italia
no fué una eccepción. Durante el periodo fascista, gracias á un decreto
del Ministerio de los Asuntos Interiores, se vietó la proiección de las
películas que contenían diálogos en un idioma extranjero.
Hoy en día la situación de los productos audiovisual esta cambiando
por qué los Estados Europeos empiezan a tener un interés creciente para
las culturas de los demás, y empiezan á dirigirse en favor de la
subtitulación interlinguistica por qué es un metodo veloz y económico
para la traducción audiovisual y favorece indirectamente el costumbre al
139
uso de los diferentes idiomas y fomenta un interés mayor en las otras
culturas extranjeras.
10.a LAS CARACTERISTICAS DE LA SUBTITULACIÓN
INTERLINGUISTICA
Los investigadores ponen en evidencia las caracteristicas relativas á la
reducción del texto y a la simplificación. El subtítulo no es considerado
un “resume de l‟original”, sino una “reducción selectiva” con el
objectivo de adaptar el idioma á las circunstancias de lo que el hablante
quería comunicar. La componente traductivade la subtitulación incluye
algunos conceptos fundamentales en riferimiento á la teoría de la
traducción como:
- La equivalencia, que se refiere á la descripción del texto, de sú
natura y de los tipos de relaciones que se forman entre texto original
y texto traducido; con el objectivo de presentar una misma situación
de l‟original usando palabras diferentes para traducir frases
idiomáticas, proverbios etc ...
- L’adecuación, que se refiere á la relación entre texto y lenguaje
original y entre el texto y el lenguaje de destinación, pero es meno
rigida. La producción de una traducción adecuada representa la
respuesta del traductor en una situación comunicativa que no puede
ser traducida en manera completa y esacta, pero que exige un
compromiso y una sacrificación.
- La fidelidad, palabra que se usa para indicar cuanto una traducción
puede ser considerada leal al texto original y eso queiere decir que el
traductor entiende perfectamente la significación del proto-texto.
140
- El factor reproducibilidad que es muy importante para saber hasta
que punto se puede traducir desde un idioma á l‟otro. Donde no es
posible traducir para motivos lexicales o culturales, se pueden
adoptar estrategías traductivas particulares como la explicitación,
comentarios explicativos, parafrasis o riformulación de palabras
originales para aclarar un significado.
11. ACCESIBILIDAD EN LA TRADUCCIÓN AUDIOVISUAL
Cuando se habla de accesibilidad, se refiere á la posibilidad de poner
accesible un producto audiovisual á toda esa parte de personas con
disabilidad sensorial. Se trata de una cuestión cultural que impíde la
comunicación y la integración de los disabiles en la sociedad. De
hecho, en los ultimos años nuevos sistemas de subtitulación de los
programas se estan desarrollando.
Esta cuestión nace de la sensibilidad por los utentes con disabilidad
sensoriales que no pueden dusfrutar de una buena parte de productos
informativos artistico-culturales. En el detaile podemos definir la
acesibilidad como “la posibilidad de poder acceder á un producto y á
sús caracteristicas, también con personas de reducida capacidad
motoria o sensorial”. La accesibilidad á los medias por medio de los
servicios de subtitulación tiene un papél muy importante en la
inclusión de estos individuos y es siempre considerada un derecho
fundamental por los que dirigen el sector de los medias en el mundo.
El lenguaje de las señas se usa en todo el mundo para la accesibilidad
á los contenidos audiovisual por qué el espectador podría no
141
comprender el lenguaje escrito usado en los subtítulos, por eso
representa un importante servicio por la necesidad de accesibilidad.
Algunos profesionales que se ocúpan de la subtitulación para sordos
han profundizado sús investigaciones y han tentado de comprender lo
que piensan las personas sordas. En seguida, un pequeño ejemplo de
una carta escrita por trés chicos sordo á la RAI:
“este año la RAI cumple treinta años de los subtítulos de la TV
pública. Á menos de dos años del nacimiento de Televideo, la RAI es
la primera á dar este servicio á la página 777” . El humor de Ilaria,
Francesco y Stefano no es lo de celebrar, en cambio se sienten
“afuera” de un TV que dice de ofrecer un servicio que en realidad no
ofrece. Decidieron publicar un video en Facebook después de enviar
muchisimas cartas á la RAI sin respuestas. En este video los trés
chicos hablan de percentiales para permeter de entender mejor el
problema: “en la RAI los subtítulos funcionan por el 30% de lo que
debrían funcionar, en Mediaset funcionan por el 15%. La situación
mejora un poquito con la TV de pago como SKY que funciona por
un 60%”.
Esto es necesario para entender la situación en Italia y como se
sienten unos chicos sordos como Francesco, Ilaria y Stefano.
142
11.a LA SORDADERA: CARACTERISTICAS Y TIPOLOGÍAS
La sordadera es definida como la disfunción del aparato auditivo, que
puede ser causada por: enfermedad, exposición eccesiva á los ruídos,
ingesta de farmacos o antibióticos, lesiones a la oreja.
Las personas que nacen o devienen sordas en los primeros años de vida
tienen dificultad en el aprender el linguaje hablado porqué no la adquieren
en manera natural, por eso se tiene que enseñarla activamente.
Generalmente la sordadera es la consecuencia de enfermedades geneticas
(50%) o de problemas prenatales (embriopatía o fetopatía 20%). Á
continuación una lista de enfermedades que causan una disfunción auditiva:
el neuronima del nervio acustico, la neuropatía auditiva, la síndrome de
Meniere, el otosclerosis, la síndrome de Usher, la síndrome de
Waardenburg y el desorden del procedimiento auditivo en el niño (DPA).
Un otro término que se utilisa en solito para indicar una persona
sorda es sordomudo, pero no se puede considerar un synónimo de
sordadera. Esta denominación no es precisa y puede generar equivocos. La
sordomudez implica un impedimento de la palabra y de la audición; pero
en realidad la persona sorda puede aprender á hablar a través de apropiadas
terapias rehabilitativas
Desde el punto de vista clinico se distinguien diferentes graduaciones
de sordadera según la graduación de perdída auditiva expresada en decibel.
Sordadera lieve: pérdida de audición comprendida entre
20 y 40 dB.
Sordadera moderada: pérdida de audición de entre 41 y
60 dB.
143
Sordadera grave: pérdida de audición situada entre 61 y
80 dB.
Sordadera profunda o sordera: pérdida de audición
superior a 81 dB.
11.b LA SUBTITULACIÓN INTRALINGUISTICA PARA SORDOS
La subtitulación intralinguistica para sordos es una modalidad de
traducción utilisada en contextos diferentes. Sin embargo es posible
individuar algúnos elementos comunes por lo que concerne los niveles de
prestaciones profesionales solicitados y los criterios de valutación de la
calidad. Los principales son:
- La precisión de la traducción y la eficacia de la síntesis, las
principales empresas preveen un procedimiento de revisión de los
subtítulos preparados por un traductor individual. Esta fase es muy
importante por qué simples errores de tipeo, cuando son proyectados
en la gran pantalla o cuando son transmetídos en la televisión,
pueden causar cartas de reclamación por parte de los espectadores.
- Los elementos gráficos y la facilidad de leer son fundamentales
porqué cada empresa de subtitulación tiene su propia convenciones
sobre el uso de la puntuación, importante para el ritmo del texto,
para ponerlo más claro y para facilitar la lectura. En particular la
puntuación se puede utilisar para represantar gráficamente algunas
caracteristicas del diálogo como el enfasis, la intonación irónica,
esitación etc ... por ejemplo se pueden usar las comillas para indicar
144
un juego de palabras, un neologismo, una citación o un uso impropio
de una palabra.
En la subtitulación para sordos existen convenciones especificas, por
ejemplo el uso de los colores para identificar los personages, la
expresión escrita de los sonidos (musicas, canciones, ruídos) que
permiten la comprensión de un mensaje importante para la trama.
Para todas las tipologías de subtítulos, le lectura es facilidada por una
sensata distribución del texto: una misma frase no puede ser prolungada
por más de dos o trés subtítulos, para no cargar ulteriormente la
memoria del espectador. Si una frase es demasiaso larga, sería oportuno
dividirla en más frases cortas con un sentido lógico.
La importancia de la fidelidad de los subtítulos á los diálogos no
concierne solamente las personas totalmente sordas, sino las personas
que sufren de una lieve perdida auditiva media y que guardan residuos
auditivos. Los subtítulos permeterían la combinación de las
informaciones sonorar y escritas, facilitando de esta manera, sús
completa comprensión.
En general hoy en día la subtitulación intralinguistica represanta un
soporte esencial por un buen numero de sordos. Pero lo es también para
otras categorías de personas como los ancianos, que á menudo son
victimas de una reducción del oído, para los immigratos que no conocen
muy bien el idioma del Pays donde llegan y para los niños que quieren
aprender á leer.
145
12.LA CEGUERA: LAS TIPOLOGÍAS Y LA EDUCACIÓN DE LOS
NIÑOS CIEGOS
Con la palabra ceguera se indíca la falta de capacidad visual distinguiendo
una ceguera absoluta, cuando no hay la percepción de la luz en ambos los
ojos, y una ceguera relativa, cuando la percepción visual está reducida.
Nuevos métodos de educación visual han permetido á más de la mitad de
los niños ciegos de frecuentar las normales escuelas.
Naturalmente las medidas para la educación de los niños cambian en
cada País. En Gran Bretaña la educación de los ciegos es obligatoria y se ha
obtenido un programa nacional bastante bien coordinado. En los Países
Escandinavos se ha establecido desde hace tiempo particulares medidas
para la educación de los niños ciegos. En los Estados Unidos en cambio,
hay los servicios mas desarrollados de todo el mundo. En este sentido en
los Países europeos como Italia, Francia y Alemaña tiene una buona
coordinación sobre el programa de la educación á nivel regional y
nacional.
Una novedad absoluta en las investigación de nuevas tecnologías es
el ojo artificial o biónico llamado Argus II y producido por la empresa
californiana “Secon Sight”. Este dispositivo representa el primer ejemplo
de aparado de interfaz funcional entre el aparado electronico y el cerebro y
su función es la de capturar y procesar la luz. El dispositivo esta
compuesto por un microchip y una video camara instalada sobre algunos
gafas especiales y funciona accionando los nervios opticos con el objectivo
de permitir al ojo, también si es dañado, de funcionar regularmente.
También si las imagenes no son totalmente esactas, son bastante suficiente
para permitir a los ciegos de reconocer las personas y los objectos.
146
Á continuación se examinarán algunos de los diferentes tipos de
ceguera:
- Ciegos: son esas personas que tienen sólo una percepción de la luz,
o los que carecen totalmente de visión.
- Ciegos parciales: son esas personas que mantienen unas
posibilidades visuales mayores, como capacidad de percepción de la
luz y algunos matices de color.
- Personas con baja visión: son las personas que mantienen un
residuo visual que les permite de ver objetos á pocos centímetros.
Aunque tienen que aprender los procedimientos “táctiles” para
aumentar sus conocimientos.
- Limitados visuales: son las personas que precisan una iluminación o
una presentación de objetos y materiales más adecuadas, utilizando
lentes, aumentando la iluminación.
Cuando se habla de la educación de un niño ciego se debrían considerar
algunos aspectos: el problema de los contextos escolares y la
individuación de las ayudas escolares y de los materiales didácticos.
El problema de los contextos escolares es un factor muy importante por
el alumno ciego por qué necesita de percebir el ambiente escolar
adeguato á su especificas esigencias. Él tiene que ser ayudado á
conocerse, á evaluar su propia condición y á confiarse. Tiene que poder
integrarse en el grupo escolar de sú aula sin acentuar sú diversidad que
desafortunadamente es problematica por sú aprendimiento.
Las ayudas escolares y los materiales didácticos son otros aspectos
fundamental para la formación del alumno por eso son expresamente
estudiados y realizados para facilitar el aprendimiento concreto de las
147
diferentes diciplinas. El primer ayuda es sin duda el libro Braille, con el
cual se estudian la Historia y el Italiano. Para explicar al niño el
concepto de sucesió temporal, se utiliza una videocasete que es más
economica y más veloz. La pizarra y los “cubaritmos” que son pequeños
cubitos mobiles que tienen seis fachadas y que pueden ser situados al
interior de una tableta contenente unas casillas, son muy utiles para
aprender la Matematica.
El desarrollo manual es un objectivo crucial en la vida de un niño ciego,
pero este aspecto es a menudo trascurado sobretodo en Italia. Por eso es
aconsejable hacer actividades externas a la escuela por la mayor parte de
los casos. Todos estos recursos son incluydos en las estrategías que
tendrían que formar parte de la didactica para que se pueda hablar de
una efectiva integración escolar de los niños ciegos.
12.a ¿QUÉ ES LA AUDIODESCRIPCIÓN?
En Italia el audiodescripción (AD) es una técnica relativamente
reciente que consiente de volver accesibles a las personas ciegas o ciegas
parcial los productos audiovisual como películas, fiction, documentarios,
programas televisivos pero tambien eventos deportivos, espectaculos
teatrales o manifestaciones religiosas. Consiste en la creación de una traza
audio que explicita todos los elementos visivos que la persona ciega no
puede ver, como vestuarios, lugares, colores, expresiones de cara,
caracteristicas físicas y acciones. Solitamente el AD es insertada entre las
pausas de las frases de los diálogos del producto, pero nunca tienen que
sobreponerse á los efectos sonoros y musicales.
148
Esta técnica de trasposición linguistica es un trabajo espesialistico que
prevee una visión de las escenas por uno o más audio descriptores
profesionales, una fase de registración en un estudio con uno o más
oradores y una fase de finalisación.
En caso de eventos en vivo como espectaculos teatrales o
manifestaciones, la audiodescripción se prepara antes y puede ser leída por
el orador durante el desarrollo del evento. Es importante que el descriptor
colabore con personas ciegas o ciegas parcial así que puede darse cuente de
las exigencias del público á que se refiere. La descripción tiene que ser
neutra, pero no monotona o aburrida entonces las personas más adecuadas
para hacer una audio descripción son los actores profesionales o
dobladores.
Actualmente en Italia esta técnica no se utilisa mucho pero es
fundamental que se conozca por qué es un estrumento muy importante para
la condivisión de eventos culturales y sociales. La cultura es un derecho de
todos el mundo y como tal tiene que ser acesible.
En las salas cinematográficas la AD se hace por medio del uso de los
audífonos sin hilos con un receptor audio á rayos infrarrojojos que se
conectan á un lector digital sincronizado con la película.
Un problema que hay cuando se hace este tipo de técnica es la manera
con la que se describen los elementos visuales del producto. De hecho, es
importante no exagerar con las descripciones por qué el programa puede
resultar demasiado aburrido y cargado, pero no se tendría tampoco eliminar
elementos importantes que pueden comprometer la completa comprensión
por parte del público.
149
Lo mejor sería una audiodescripción eficaz cuando logra á capturar
el espíritu de las imágenes de la película, restituyendola en palabras
simples sin dar informaciones demasiado especificas y que podrían
equivocar el espectador auditivo.
También los cambios de intonación son útiles y por lo que concierne
las palabras genericas, se prefiere una más especificas, por ejemplo el
verbo “caminar” puede resultar un poco generico, por lo tanto sería mejor
usar el verbo “pasear” que es más especifico.
Se puede entonces sintetizar el proceso de audio descripción de una
película siguiendo las siguientes etapas:
Primera visión de la película, ya que no todas las obras son
adecuadas para la AD por parte de un equipo de audio
descriptores.
Analisis del producto escena por escena y discussiónes de los
momentos que necesitas de la audiodescripción.
Visión de la película e la rielaboración de la audiodescripción.
Realización de la AD definitiva.
Registración de la AD por un actor profesional.
Montaje del audio.
Revisión de la obra por parte de un profesional ciego y que
forma parte de un otro equipo de audio descriprores.
150
CONCLUSIONES
La idea original de este labor fué la de tratar un tema muy cercano á
mí experiencia pasada en Londres, pero todavía muy poco común por la
extrema importancia que tiene. Profundizar un tema como la disabilidad no
ha sido fácil y sobretodo abre un mundo bastante desconocído y á menudo
emarginado de la vida común. El argumento de la traducción audiovisual
pone en evidencia una buena parte de todo el trabajo que se hace para crear
igualdad entre personas normodotadas y personas con este tipo de
impedimentos como la sordadera y la ceguera.
El interés de profundizar las diferentes facetas de ambos las
disabilidades sensoriales con particular referencia á la subtitulación para los
sordos y á la audiodescripción para los ciegos nace da una curiosidad de
comprender como se sienten estas personas. Ponerse en l‟otro lado y
identificarse con estos individuos tendría que ser el primer paso para
permitir una mejor realización de un trabajo muy complejo como lo de la
traducción audiovisual.
Dado que el objecto de este labor han sido dos técnicas
fundamentales, ha sido necesario también definir el papél del traductor
como un re-escritor, re-inventor y re-constructor del sentido o sea como él
que confiere nueva vida al original. Por eso el traductor tiene que emplear
toda sú propia creatividad así que puede transmitir corectamente el mensaje
original: las traducciones tienen que ofrecer solucciones creativas con el
objectivo de poner el espectador partícipe de la “otra” realidad
representada.
151
Ringraziamenti
Vorrei ringraziare innanzi tutto i miei genitori che sono il mio punto
fermo e che con grande sacrificio mi hanno supportato moralmente ed
economicamente per tutti e tre gli anni accademici.
Ringrazio l‟Università che mi ha dato l‟opportunità di vivere
un‟esperienza indimenticabile a Londra per due anni consecutivi in
un‟Università di grande prestigio come la “City University of London”,
dove ho trovato l‟ispirazione per scrivere e trattare questo argomento
affascinante, ma purtroppo ancora poco conosciuto.
Vorrei ringraziare anche i miei amici in particolar modo Martina, la
mia più fidata consigliera e il mio punto di riferimento per avermi sempre
sostenuta nell‟affrontare molte difficoltà, consigliandomi nelle scelte più
difficili e trasmettendomi la sua positività per me fondamentale.
Grazie anche alle mie colleghe con le quali ho trascorso momenti
indimenticabili fra studio, risate, serate e tante avventure, specialmente
Laura, che con la sua determinazione mi ha aiutata nell‟affrontare anche gli
esami più difficili e mi ha permesso di allargare i miei orizzonti
condividendo delle esperienze indimenticabili.
Ringrazio i miei professori che si sono mostrati sempre disponibili; in
maniera particolare la mia relatrice, la professoressa Adriana Bisirri, e i
miei correlatori, la professoressa Claudia Piemonte, il professor Carlos
Medina e il professor Alfredo Rocca, che avendo avuto sempre un
atteggiamento disponibile, hanno saputo trasmettermi interesse verso le
loro materie grazie al metodo d‟insegnamento adottato.
152
Un pensiero particolare va ai miei nonni che ho perso, i quali mi hanno
incoraggiato sin dall‟inizio dei miei studi, ma che non hanno potuto vederli
compiuti.
Un ultimo ringraziamento, ma non meno importante va a Roberta, il mio
esempio vivente di costanza, di tenacia e di voglia di fare, perché grazie
anche al suo aiuto e alla sua massima disponibilità oggi raggiungo il mio
primo obbiettivo fiera di me stessa.
Grazie a tutti.
153
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