a cura di salvuccio stracquadanio fileun brutto ostacolo idealogico alla costruzione della casa ......

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Redazione:Sac. Vincenzo La Porta, Mariangiola Li Vigni, La Rosa Daniele, Antonio Modica, Donatella Falcone, Giada Distefano, La Rosa Ilenia, Vincenza Iacono, Firullo Martina, Federico Trovato, Francesca e Salvuccio Stracquadanio,. E-mail: [email protected] Blog: http://cisiamo09.spaces.live.com Sede: Via Giovanni Grasso n°10 Telefono: 0932-624303 Ha collaborato: Prof. Luciano Nicastro Il colmo per Babbo Natale: essere stato colto in flagrante con le mani nel sacco Dottore, la mia gallina a Pasqua non ha fatto le uova di cioccolato. "E' naturale!". "E allora perché a Natale ha fatto il panettone?". A quale velocità va il cammello dei Re Magi? A tutta mirra! Giovedì 31 Dicembre 2009: Ore 16.30: ora di Adorazione Eucaristica Ore 17.30: S. Messa e Te Deum di Ringraziamento Venerdì 1 Gennaio 2010: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 17.30: SS. Messe A cura di Salvuccio Stracquadanio In Questo Numero! Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Ragusa Periodico Mensile n°6 25/12/2009 Stampato in proprio Nuova laicità, “de iure condendo” 2-3 Il Natale del Signore 4 Tv: influenza positiva o negativa? 5 La ricerca della felicità 6 Barzellette e avvisi 8 ...CiSiamo!!!

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Redazione:Sac. Vincenzo La Porta, Mariangiola Li Vigni, La Rosa Daniele,

Antonio Modica, Donatella Falcone, Giada Distefano, La Rosa Ilenia,

Vincenza Iacono, Firullo Martina, Federico Trovato, Francesca e Salvuccio

Stracquadanio,.

E-mail: [email protected] Blog: http://cisiamo09.spaces.live.com

Sede: Via Giovanni Grasso n°10 Telefono: 0932-624303

Ha collaborato: Prof. Luciano Nicastro

Il colmo per Babbo Natale: essere stato colto in flagrante con le mani nel sacco

Dottore, la mia gallina a Pasqua non ha fatto le uova

di cioccolato. "E' naturale!".

"E allora perché a Natale ha fatto il panettone?".

A quale velocità va il cammello dei Re Magi?

A tutta mirra!

Giovedì 31 Dicembre 2009:

Ore 16.30: ora di Adorazione Eucaristica

Ore 17.30: S. Messa e Te Deum di Ringraziamento

Venerdì 1 Gennaio 2010:

8.30 - 10.30 - 12.00 - 17.30: SS. Messe

A cura di

Salvuccio Stracquadanio

In Questo Numero!

Parrocchia

S. Pier Giuliano Eymard

Ragusa

Periodico Mensile n°6

25/12/2009

Stampato in proprio

Nuova laicità, “de iure

condendo”

2-3

Il Natale del Signore 4

Tv: influenza positiva o

negativa?

5

La ricerca della felicità 6

Barzellette e avvisi 8

...CiSiamo!!!

A proposito della sentenza della Corte Europea di Strasburgo sull’esposizione del Crocifisso, abbiamo invitato ad intervenire il Prof. Luciano Nicastro, che ringraziamo per il suo articolo attento e puntuale sull’argomento. Il prof. Nicastro mette in evidenzia come la sentenza della Corte Europea sia illegittima, in quanto in contrasto con le finalità statutarie dello stesso organismo e inadeguata con la società europea che ormai di fatto è multi religiosa e multiculturale. Inoltre, afferma il prof. Nicastro, si richiede una laicità positiva e diversa a livello nazionale ed europeo, si richiede il diritto di libertà religiosa per una responsabile convivenza democratica. La Corte Europea ha lo scopo di promuovere e tutelare i diritti di ogni uomo e la democrazia. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, sostiene che la sentenza della Corte Europea di Strasburgo è un brutto ostacolo idealogico alla costruzione della Casa Comune europea. La recente sentenza della Corte Europea di Strasburgo è indubbiamente autorevole e, pur pre-sentandosi come legale, è strutturalmente incoerente e contraddittoria. Alla fin fine si rivela ille-gittima in quanto in contrasto con le finalità statutarie dello stesso organismo, un‟istituzione del Consiglio d‟Europa. Poi sul piano storico-culturale essa è anacronistica e inadeguata con la so-cietà europea, che ormai è di fatto multireligiosa e multiculturale come lo sono gli Stati membri. La Corte di Strasburgo, che non è la Corte di Giustizia dell‟Unione Europea, ha dichiarato che lo Stato italiano deve attenersi, nel caso contestato dell‟esposizione del crocifisso in una scuola italiana, al principio della „neutralità confessionale nel quadro dell‟educazione pubblica‟. Il pro-blema è troppo importante per limitarci ad enunciazioni generiche e ad ulteriori ricostruzioni di mera cronaca. Bisogna invece approfondire e argomentare sul piano del metodo e del merito la tormentata questione della laicità “positiva” nelle odierne società multiculturali, perché è arrivato il momento di addivenire ad una normativa più coerente e mirata sul tema nuovo di come allar-gare il diritto di libertà di religione limitato alla sfera privata dei diritti civili dell‟individuo e non esteso ancora più correttamente e anche più giustamente come diritto sociale primario, dei grup-pi, dei popoli e delle culture, alla “naturale” dimensione pubblica di ogni religione per affermare, nella reciproca tolleranza, una responsabile convivenza democratica. Ci vuole un percorso cultu-rale ma anche giuridico nuovo per una laicità diversa, “de iure condendo”, a livello nazionale ed europeo. L‟Europa di oggi non è l‟Europa delle guerre di religione del Seicento e del Settecento e di fatto, ma non ancora di diritto, rifiuta a livello socio-culturale sia la “laicità come neutralità”, perché è fomite di potenziali conflitti etnici, religiosi e culturali, sia la prevaricazione religiosa e il privilegio politico di qualsiasi confessione religiosa e/o filosofica sullo Stato democratico e le sue agenzie di socializzazione educativa, politica e culturale. La categoria giuridica della laicità come neutralità è stata sempre invocata come garanzia di libertà e di equità per tutti, anche se porta alla rimozione dei simboli religiosi e culturali nella vita pubblica e nelle istituzioni come scuole, tribunali etc… in nome della aconfessionalità dello Stato. La valenza trascendente e pedagogica dei simboli, di tutti i simboli e specie di quelli che richiamano le antiche radici culturali e religiose del Paese, viene negata. La sentenza della Corte di Strasburgo sembra apparentemente oggettiva e di valenza garantista quando invece è palesemente, di fatto e di diritto, discriminatoria, perché limita l‟esercizio pubblico della libertà di religione da parte dei cristiani nella scuola italiana ed europea e potrebbe costituire un pericoloso precedente e portare a vietare la libertà religiosa pubblica agli altri gruppi religiosi o culturali, come è avvenuto in Francia. La Corte Europea dei diritti dell‟uomo con sede a Strasburgo è una istituzione del Consiglio di Europa fondata il 5 maggio 1949 col trattato di Londra. Lo scopo dichiarato nell‟atto fondativo è quello di promuo-vere e tutelare i diritti dell‟uomo (di ogni uomo!) e la democrazia parlamentare,

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NUOVA LAICITÀ, “DE IURE CONDENDO”

A cura del Prof. Luciano Nicastro

...continua da pag 5 “TV: INFLUENZA NEGATIVA O POSITIVA?” Questo è anche il motivo per cui succedono molte catastrofi. Dovremmo considerare la tele-visione come una macchina manovrata da persone, che hanno potere su di te finché la guar-di, facendoti diventare un teledipendente. Quindi è qualcosa che non dobbiamo considerare un‟amica da cui prendere sempre spunto, ma è qualcosa con cui bisogna tenersi a dovuta distanza per alcune influenze cattive che trasmette. Si dice fidarsi è bene, non fidarsi è me-glio ma soprattutto della tv. Tanto tutte queste parole saranno buttate via, al vento e nessu-

no, io la prima ne terrà conto. È questo lo scopo della nostra grande “amica” televisione.

…continua da pag. 3 NUOVA LAICITÀ, “DE IURE CONDENDO” Come ho avuto modo di sostenere in altro momento a proposito dell‟analogo caso disputato del crocifisso di Ofena, in provincia de L‟Aquila, con la tendenza alla iconoclastia e alla chiusu-ra delle religioni nel ghetto e/o nella sfera intima della coscienza, è in discussione la vera laicità dello Stato democratico e la tutela per tutti della libertà di religione. Nessuna fede può accettare il ruolo della secolarizzazione radicale, cioè l‟eliminazione del contributo, tanto necessario e prezioso, della religione cristiana, islamica e buddista o di ogni altra religione e filosofia esisten-ziale alla edificazione dello spirito nazionale sul piano dell‟etica pubblica, di base, di cammino e di prospettiva. Una tale laicità “de jure condendo”, ancorché non è ancora esplicitamente e pienamente presente negli attuali articoli del diritto positivo, è veramente necessaria perché sono mutati i tempi e siamo alle soglie di una nuova e più alta integrazione civile e democratica, all‟alba di una nuova civiltà. Altrimenti anche sul piano educativo nella scuola e nella società diventerà normale e frequente lo scontro delle identità forti e forse anche il dominio egemoni-co del libero pensiero agnostico che svaluta o ignora il fatto religioso, i simboli, la storia del costume popolare e vanifica una prospettiva valoriale e trascendente della fede nell‟educazione, nell‟arte, nella cultura e nella qualità della politica e della stessa democrazia nei suoi fondamenti spirituali, morali e sociali. Come ha sostenuto il teologo Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, la sentenza di Strasburgo è un brutto ostacolo ideologico alla costruzione della Casa Comune Europea e si è chiesto: “Chi può sentirsi offeso dal Crocifisso? Non certo il cri-stiano che vi riconosce lo straordinario messaggio d‟amore al quale si affida, pur con tutte le fatiche e le ambiguità della sua fede in cammino. Non il non credente pensoso, che sa come quel simbolo abbia un valore universale e spalanchi le braccia su tutti, per tutti, perché nessuno si senta escluso dal diritto alla vita e al rispetto della sua dignità. Non il credente di un‟altra religione, che si sente piuttosto minacciato da questo ostracismo dei simboli della fede, che come oggi colpisce i cristiani, potrà domani colpire persone di un altro credo”. La rimozione che si vorrebbe imporre del Crocifisso dalle aule ferisce non solo i cristiani ma tutti i cittadini democratici del nostro Paese nelle radici più profonde della convivenza civile, perché attenta al rispetto e alla stima degli Organismi europei che nella libertà religiosa, intesa positivamente come diritto ad esprimere la propria fede con l‟universo simbolico che le appartiene pongono un pilastro fondamentale dell‟Unione Europea. Questa sentenza di Strasburgo, pur non essen-do giuridicamente “cogente” in senso proprio, suscita non solo indignazione e perplessità ma domande “assordanti” sui tentativi reiterati e integristi di attacco alla presenza dei simboli cri-stiani in Italia e in Europa. Non basta interpretare le norme esistenti in senso dinamico e mo-derno, ormai dobbiamo dare ai Giudici una legge ad hoc, nell‟ottica innovativa di sistema, su-perando nella lettera l‟anacronistica laicità come neutralità per affermare la laicità come autono-mia e indipendenza dello Stato, garantita dal riconoscimento pubblico della pluralità delle reli-gioni che sono tutelate nell‟esercizio del diritto di libertà religiosa nelle istituzioni, nelle articola-zioni democratiche del Paese e nelle Organizzazioni internazionali delle quali l‟Italia fa parte, come la Unione Europea.

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LA RICERCA DELLA FELICITA’ A cura di Vincenza Iacono

Giada Distefano

Federico Trovato

Il film “La ricerca della felicità” è diretto da Gabriele Muccino. Il

film è ambientato negli anni ’80 e parla della situazione disagia-

ta di una famiglia afro-americana. Il protagonista, Chris,

(interpretato da Will Smith) vende degli scanner ossei, che rap-

presentano un grande peso per la sua vita

e anche una grande responsabilità poiché il

loro valore è molto alto. Questi scanner

danno a lui molto peso perché i medici lo

considerano un lusso inutile e perché non

riuscendo a venderli non solo non riesce a

gestire le situazione economiche familiari,

ma deve girare per la città con questo

strumento molto pesante. Chris ha una

moglie, che non riuscendo a continuare una

vita in questa situazione in condizioni pre-

carie, lo abbandona con a carico un figlio da crescere. Chris non

riuscendo a vivere con ciò che guadagnava, decise di trovare un

altro lavoro, intraprende un corso di stagista alla Dean Witter.

Chris si ritrova senza una casa e trova rifugio in un centro acco-

glienza. Dopo aver superato l’esame e aver ottenuto il lavoro di

broker, Chris riesce a guadagnare il necessario per portare avanti

una vita dignitosa. In questo film, noi abbiamo trovato molti sim-

boli che ci fanno riflettere sulla condizione di molte famiglie spar-

se in tutto il mondo, poiché questo film è ispirato ad una storia

vera. Tutti noi in questo periodo di Natale dovremmo riflettere al

di la dell’aria invasa dal consumismo che ci circonda e pensare a

tutte quelle persone che non possono godere di un tenore di vita

sufficiente a vivere. Consigliamo a tutti la visione di questo film, e

approfittiamo di questo articolo per augurarvi buone feste.

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e non di imporre l‟agnosticismo, il libero pensiero e l‟ateismo camuffati come neutralismo nell‟Europa e nella Scuola Pubblica dei diversi Paesi europei. Sul piano giuridico di merito, la tutela della libertà di religione, per i cristiani come per gli altri, non può essere cancellata né rimossa per-ché uno Stato è laico quando non è né laicista né ateista e né “etico” né fondamentalista ma quan-do è uno spazio libero e democratico di pubblico confronto e di aperta espressione pubblica del diritto singolo e/o associato, di manifestare la propria fede e la propria religione in modo tollerante e responsabile e democratico senza scatenare conflitti e autorizzare prevaricazioni di fatto e di dirit-to. Lo Stato italiano è laico nella lettera e nello spirito della sua Costituzione Repubblicana, ma non è uno Stato Etico di qualunque colore, nemmeno di tipo “illuministico”. Sul piano storico-culturale, l‟ammissione delle radici cristiane dell‟Italia e dell‟Europa, ancorché contestate, non è una prevari-cazione ideologica ma una verità di fatto e non prelude ad una negazione di diritto di professare la fede altrui nella dimensione pubblic. In un sistema politico di democrazia della libertà associativa, il pluralismo culturale e religioso va tutelato sempre e rigorosamente con la laicità che non nega i diritti degli altri ma che ne afferma e ne consente il pieno esercizio da parte di tutti, comprese le minoranze, alle quali non affida però un diritto di veto. Il ricorso argomentativo frequente alla sto-ria del fanatismo politico-religioso e all‟indottrinamento etico e spirituale delle dittature di vario colore sin dal culto della Dea Ragione è fuori luogo e non è saggio riproporlo in un regime di de-mocrazia partecipata e federale come quella dell‟Italia democratica e antifascista e dell‟Unione Eu-ropea che si accinge a diventare popolare e federale. Ci vuole una laicità nuova, di metodo e di ga-ranzia per tutti, che si esprima nella categoria giuridica dell‟ammissione e della inclusione come tutela del diritto individuale e sociale alla libertà di religione, alla esposizione dei simboli e alla mani-festazione pubblica, pacifica e non violenta del culto. Un simbolo religioso sul piano spirituale e morale non è mai diseducativo, mentre un simbolo politico può essere ambivalente. Il diritto positi-vo deve essere propositivo, di rispetto e di inclusione e non di toglimento e rimozione dei simboli della propria fede e di quelli della propria cultura etnica e nazionale. Conservare il concetto di laicità come neutralità significa continuare ad alimentare lo scontro tra Stato e religione, tra credenti e laicisti nel contesto attuale della società multiculturale anche nelle stesse autonomie locali, regionali e municipali, e mortificare il contributo delle religioni all‟etica pubblica e allo spirito associativo di una democrazia della partecipazione popolare. Innovare il concetto di laicità come tutela e promo-zione istituzionale dello spazio pubblico di libertà positiva delle religioni, significa passare dai privi-legi storici di qualcuno alle intese bilaterali di tutti senza livellamenti ma concreti riconoscimenti della propria specifica e peculiare funzione nella vita del Paese. In questo senso, vale il principio di compensazione “unicuique suum” dopo l‟affermazione di quello universale della libertà di religione a livello pubblico per tutti. Non è in discussione la possibilità di tutelarsi con protocolli, intese con-cordatarie e statuti speciali con le altre confessioni religiose e culturali, tra l‟altro previsti in Italia con il Concordato Craxi-Casaroli del 1984. Se l‟esposizione del crocifisso in particolare è previsto da un regio decreto del 1924, non abrogato sino ad oggi, non autorizza né moralmente né giuridica-mente a vietare l‟esposizione di altri simboli. E‟ vero che la Scuola non è un supermarket né un Bazar e nemmeno un campo neutro di lotta senza fine, ma un luogo sacro di ricerca, dialogo e cul-tura per promuovere la tolleranza e la socializzazione delle nuove generazioni. La Scuola Italiana ha una sua nobile tradizione educativa, liberale e personalista, aperta alla integrazione sociale e comu-nitaria delle classi, dei ceti e dei gruppi etnici e promuove nella società liquida e complessa dei no-stri tempi, il valore forte dell‟uguaglianza, della libertà e della solidarietà fraterna, valori e virtù tipi-che della tradizione cristiana e caratteristici della nostra Carta Costituzionale. Una scuola che educa all‟amore del sapere e della cultura come capitale umano non può non includere il patrimonio di spiritualità, di libertà, di uguaglianza, di solidarietà e di Pace.

...continua a pag . 7

NATALE DEL SIGNORE A cura di Don Vincenzo La Porta

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N atale è l’esaltazione della grazia, giorno di sentimenti profondi, di emozioni, di grandi pensieri, giorno di preghiera, di con-templazione e di adorazione. “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”,

basta richiamare tante pagine, concrete del Vangelo, che raccontano il pianto, le carezze, la tenerezza e la gioia di Gesù, la sua indignazione e la sua tristezza. Comprendiamo il senso del Nata-le, cioè di una presenza del divino nella storia concreta di un uomo, di una presenza del mistero di Dio tra noi; di un Dio che prende su di sé le nostre debolezze quoti-diane, che condivide la nostra esistenza, spesso affaticata e stanca, che entra nel mistero del-la nostra sofferenza e della nostra morte. A noi è chiesto semplicemente di riconoscerlo, di aprire le braccia alla sua venuta;allora ogni Natale è un Natale nuovo, è una nuova offerta di amicizia e di condivisione che Dio rivolge a ogni persona umana. Gli auguri che ci scambiamo sgorgheranno davvero dalla esperienza che la nascita del Figlio di Dio in noi, in ciascuno di noi, è fonte di pace, di serenità, di apertura di cuore, di cambiamento di vita. Preghiamo affinchè la luce del Verbo Incarnato illumini, rischiari tante situazioni confuse, tanti luoghi di dolore, penso ai malati, agli anziani, alle persone sole, a quanti sono nella sofferenza e nella disperazione. Affidiamo le nostre preghiere e i nostri desideri all’intercessione di Maria Madre di Gesù. Ella, che nel silenzio adorante contempla il volto del Verbo che in Lei ha preso carne e , in Lui, contempla il volto di tutti gli uomini e le donne della Terra, specialmente dei più sofferenti nel corpo e nello spirito. Con questi sentimenti ci diciamo: Buon Natale!

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TV: INFLUENZA NEGATIVA O POSITIVA? A cura di Martina Firullo

Chi non ha una televisione ormai nel XXI secolo? Questo strumento fa parte ormai del nostro vivere quotidiano ed è considerato indispensabile. Per esempio quando si rompe per caso, vi annoiate e sentite come se vi mancasse il modo per passare il tempo? Vi sentite strani, quasi estraniati dagli altri perché non potete commentare il programma che amate vedere? Sì. Dicia-mo la verità. Amiamo la TV. Vi sembra normale? Non credete che ciò possa influire alle rela-zioni con gli altri, che come dice la pubblicità della Fiat Panda: «Questo spot può solo ricordar-ti che puoi fare tutto quello che vuoi: dare un bacio a tua moglie, al cane al gatto … non ce li hai? Continua a guardare la Tv e vedrai come ti migliora la vita». Ed è la verità!!! Ci sono perso-ne, che passano la maggior parte della loro giornata, a guardare la tv. Non penso si divertiran-no, ma diventeranno sempre più monotoni: la televisione abitua la mente a non pensare, a non riflettere, ma lo fa lei per te e ci abitua così alla passività mentale. Succede spesso guardando film, realityshow, talentshow, ma non tanto nei quiz. Gli anziani per esempio passano la mag-gior parte della giornata davanti alla televisione senza far niente, perché non possono fare altro. È per esempio mia abitudine guardarla un po‟ il pomeriggio e la sera. Mi da i nervi guardare la tv per troppo tempo perché arrivata finita la giornata, mi sento insoddisfatta per non aver fatto niente di coinvolgente e addirittura stanca. Questo succederà anche a voi, ma c‟è sempre qual-cosa di meglio da fare, rispetto ad osservare quella macchina che lavora al posto del tuo cervel-lo: ascoltare la musica, chattare, uscire con gli amici, fare sport, divertirsiiiii…. La televisione non è solo quello che ho cercato di esporvi io, ma è anche divertimento e soprattutto informa-zione. Guardare film o programmi divertenti che ci fanno ridere, piace a tutti perché possono risollevarti l‟umore dopo una lunga giornata, o sono in grado di farti dimenticare i problemi, ecc. ma tutto questo, fatto sempre in modo graduale, senza eccedere, perché c‟è sempre un mondo fuori che ci aspetta che è in grado di farti provare le stesse cose e anche meglio. Ma la televisione non è nata solo per l‟intrattenimento, ma anche per informarci su tutto quello che succede nel nostro pianeta, notizie politiche, di guerra, di pace, di scienza, di moda ecc. cioè per tenerci aggiornati su tutto quello che vogliamo, basta fare un clic sul pulsante del nostro telecomando e viaaaa tutto a nostra disposizione. Quindi in poche parole ci arricchisce di cose nuove, di termini nuovi, come succede nei telegiornali, nei documentari, fatti alcuni apposita-mente per i ragazzi. Ma chi li guarda?? Io quasi mai, perché ad esempio preferisco guardare se c‟è, un reality. Questo perché alla mia età, si pensa che guardare questi programmi, sia da sec-chioni che non pensano altro che a studiare e ad istruirsi. Ma spesso accade che quando la tv ci informa di tante cose, quest‟ultime si sovrappongono una su l‟altra, tanto che si finisce per dimenticare tutto e quindi non serve a niente. Fin‟ora vi ho parlato delle varie funzioni della televisione e di alcune sue conseguenze; ma vi siete mai chiesti se tutti quei programmi, che noi vediamo, arrivano per influenzarci e farci pensare come loro? Si purtroppo. Perché dietro la televisione, ci sono persone come noi, che fanno di tutto per metterci in testa e trasmetterci quello che vogliono loro, con una facilità sorprendente. Quindi la tv è anche uno strumento violento, come un‟arma che ci sottopone senza via di scampo, a una lavata di cervello per met-terci dentro nuove cose, di cui noi non ne siamo neanche convinti. Questo succede per esem-pio nella età adolescenziale, in cui noi ragazzi siamo molto vulnerabili e influenzabili. Se cer-chiamo un‟idea per cercare di superare un problema, capita che prendiamo spunto dal film che abbiamo visto o copiamo quello che fanno le persone del mondo dello spettacolo che stimano e ammirano. E non sempre questo è giusto, perché il copione che ha un attore, è solo l‟imitazione di una vita e quindi inventata dal regista, che è libero di fare ciò che vuole. ...continua a pag 7