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LO STRILLONE DELLA BOVIO 5 A cura di Elisa Prencipe e Annalisa Ruotolo con la collaborazione di Lucia Campanella e Roberto Brunetti

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LO STRILLONE DELLA BOVIO 5

A cura di Elisa Prencipe e Annalisa Ruotolo

con la collaborazione di Lucia Campanella e Roberto Brunetti

Page 2: A cura di Elisa Prencipe e Annalisa Ruotolo · 2020. 12. 21. · LO STRILLONE DELLA BOVIO 5 A cura di Elisa Prencipe e Annalisa Ruotolo con la collaborazione di Lucia Campanella e

L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

Il 24 settembre è iniziata la scuola, non una classe qualunque, ma

la prima media! Eravamo tutti felici di tornare tra i banchi, ci

mancava il suono della campanella e le chiacchierate con gli amici.

Quella mattina eravamo tutti emozionati.

Davanti al cancello della Bovio il collaboratore chiamava le

classi che dovevano entrare. Finalmente arrivò il nostro turno. Tutti

in fila, con il braccio sulla spalla del compagno, per tenere la distanza

di sicurezza, siamo stati guidati nel cortile della scuola. Li il Preside

ci ha accolti e ci ha spiegato come comportarci nella nuova scuola e

quali regole osservare per proteggerci dal Covid.

Al termine, siamo stati accompagnati nell’aula a noi assegnata e, dopo aver preso posto,

abbiamo cominciato a presentarci. La professoressa di Italiano ci ha detto che nella nostra scuola

ogni anno comincia con la lettura di un libro ( questo si chiama progetto Accoglienza) e quest’anno

le insegnanti avevano scelto “Anna dai capelli rossi”. Durante la prima settimana abbiamo svolto

attività relative ad “Anna” in ciascuna materia. Al termine, con la professoressa di Arte abbiamo

perfino realizzato dei segnalibri. E’ stato bellissimo!

Michelle D’Innocenzio 1 L

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FIBONACCI DAY!

Alice Mignogna 1°M

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Il 23 novembre, si festeggia il Fibonacci Day! Il giorno dedicato al grande matematico Leonardo Fibonacci! Si festeggia il 23 Novembre perché in anglosassone la data 11/23 si compone proprio dei primi 4 numeri della famosissima successione di Fibonacci: 1, 1, 2, 3,

Fibonacci Day

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Leonardo Fibonacci fu un importantissimo matematico italiano che nacque a Pisa nel 1175. Veniva chiamato anche Leonardo da Pisa, ma siccome suo padre si chiamava Bonacci, il suo soprannome fu “Fibonacci”, che significa appunto “figlio di Bonacci”. Il padre faceva il mercante e girava per il mondo commerciando le sue merci con gli altri popoli. Essendo un mercante, doveva essere molto bravo con i calcoli per poter vendere e comprare a un buon prezzo e per avere un guadagno. A quel tempo in Europa si usavano ancora i numeri romani, belli, molto conosciuti...ma piuttosto scomodi per fare i calcoli! Per fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni bisognava memorizzare complesse strategie e usare strumenti di aiuto.

La storia di Leonardo Fibonacci

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Insomma, chi usava i numeri romani non era di certo veloce a fare le operazioni! Un giorno il padre di Leonardo era ad un mercato arabo. Dato che usava i numeri romani, aveva un po’ di difficoltà a fare i calcoli alla svelta e si accorse di essere stato imbrogliato diverse volte dai mercanti arabi che usavano un sistema per calcolare diverso e molto più svelto! Alla fine della giornata, decise di chiedere a qualcuno del posto quale sistema per contare e calcolare usassero gli arabi. Gli spiegarono che gli arabi avevano imparato dal popolo degli indiani un sistema di cifre del tutto nuove che avevano valori particolari a seconda della posizione che occupavano all’interno del numero.

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Le cifre Indo Arabe e il Liber Abaci

Bonacci decise di insegnare a suo figlio Leonardo questo sistema per renderlo più abile a fare i calcoli. Leonardo diventò grande e si appassionò sempre di più alla matematica, tanto che scrisse un libro per spiegare a tutta l’Europa che il sistema usato dagli indiani e dagli arabi era davvero vantaggioso, facile e veloce.

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Il libro di Fibonacci si intitolava “Liber Abaci”, cioè “Il libro dell’abaco” spiegava come venivano usate le cifre indo-arabe e come si potevano svolgere le operazioni e i problemi con le nuove cifre.Con queste cifre e lo zero era semplicissimo fare i calcoli! Bastava mettere i numeri in colonna oppure scomporli e in un attimo si potevano fare tutte le operazioni del mondo! Anche noi abbiamo imparato a farle così!

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LA SUCCESSIONE DI BONACCI

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LA SPIRALE DI FIBONACCI

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LA SPIRALE NELLA NATURA

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Possiamo realizzare la spirale di Fibonacci con delle perline

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Insomma, grazie a Leonardo Fibonacci, alle sue scoperte e ai numeri della sua successione abbiamo scoperto che la matematica è dappertutto: nella natura, nell’arte, nella musica, nel commercio, nella storia, nel corpo umano, nell’universo...

MATEMATICA DAPPERTUTTO!

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Uno sguardo sul mondo

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POLONIA: VIETATO L’ABORTO, VARSAVIA MIGLIAIA IN STRADA A MANIFESTARELa protesta nel 39esimo anniversario della legge marziale del Paese. La marcia verso la casa di Jaroslaw Kaczynski, il capo del partito al governo. Gli Attivisti protestano contro la sentenza che rende possibile abortire solamente in caso di stupro, incesto o se la vita della madre è in pericolo.

Da metà ottobre la Polonia vive in una situazione inedita e impressionante, perché i cittadini manifestano in massa contro il divieto quasi totale dell’aborto. Queste manifestazioni meritano accurataattenzione, poiché riguardano altre problematiche.

Dal 1993 questo paese, a maggioranza cattolica, ha autorizzato l’aborto solo in tre casi: quando la salute della donna è in pericolo, quando si verifica uno stupro e quando il feto presenta malformazioni. Queste restrizioni limitano il numero di aborti legali durante l’anno.

Il PIS, il partito ultraconservatore al potere, ha provato per anni a cancellare le uniche possibilità riconosciute dalla legge e, dopo aver tentato invano di far approvare una legge nel 2016, ha cambiato metodo scatenando la collera di parte della popolazione. I manifestanti, per lo più donne e giovani, qualche giorno fa il 13 dicembre si sono riuniti in una zona centrale della città di Varsavia e

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hanno incominciato a marciare verso la casa di Jaroslaw Kaczynski, chiedendo l’abolizione della leggesull’aborto e le dimissioni del governo. In più occasioni la polizia ha tentato di bloccare la marcia per impedire ai manifestanti di dirigersi verso la casa di Kaczynski, mentre l’edificio veniva circondato da agenti in tenuta antisommossa. La protesta è stata ritenuta non autorizzata a causa delle restrizioni anti-pandemia:-“Abbiamo un’epidemia di PIS”- hanno risposto i manifestanti. Molti di loro stringevano bandiere dell’Unione Europea e simboli arcobaleno.

Maria Grazia Murgo

Federica Contini

III B

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“Bullo…nullo”

Purtroppo oggi in tutte le scuole del mondo si verificano tantissimi episodi di bullismo: una violenza, sia fisica che psicologica, nei confronti di chi magari è più debole e non si sa difendere.

Come la storia di Michele Ruffino, un ragazzo che a soli 17 anni si è suicidato a causa del bullismo gettandosi da un ponte in un piccolo paese in provincia di Torino.

I problemi iniziano quado era piccolo, infatti a soli due anni i genitori si accorgono che Michele ha difficoltà a camminare. I medici gli diagnosticano una ipotonia agli arti superiori e inferiori a causa di un vaccino scaduto. Grazie alla sua forza di volontà e sorridendo sempre Michele riesce ad alzarsi e a fare i primi passi. Inizia poia camminare, anche se con un po' di difficoltà.

I suoi coetanei anziché apprezzare i suoi sforzi, lo prendono continuamente in giro per la sua camminata, dicendogli che è “deforme” e “omossessuale”. Non riuscendo a comunicare con gli altri ragazzi decide, così, di aprire un suo canale Youtube.

https://www.youtube.com/watch?v=wkuh8giMmng (primo video di Michele)

Si appassiona molto alla pasticceria, tanto da voler fare questo come mestiere e si iscrive all’alberghiero. Ma purtroppo questo è causa di nuove offese.

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Il 23 Febbraio torna a casa dopo scuola e pranza con i suoi per l’ultima volta. Verso le tre esce per fare un giro. Dopo diverse ore la mamma lo chiama perché preoccupata e lui la rassicura dicendole che era al castello, poco distante da casa. Dopo poco, invece, alla mamma arriva una telefonata dai carabinieri che le dicono direcarsi immediatamente in caserma. Il carabiniere le dice, con le lacrime agli occhi, che Michele non c’è più e che una signora lo ha visto buttarsi da un ponte.

Da quel momento i genitori e la sorella maggiore devono affrontare un dolore terribile, ma decidono comunque di far conoscere la storia di Michele incontrando giovani studenti nelle scuole o partecipando a trasmissioni televisive per parlare del bullismo e delle sue conseguenze.

Prima di suicidarsi Michele ha scritto una lettera di addio al suo miglior amico:

Quello stesso giorno tanti ragazzi leggono la lettera, ma nessuno pensa di avvisare isuoi genitori, i professori o parlare tranquillamente con Michele.

Forse, se lo avessero fatto, Michele sarebbe stato ancora vivo.

La famiglia ha fondato un’associazione “Mikyboys” per sensibilizzare i giovani nellalotta contro il bullismo.

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Chiara Stella Spagnuolo II B

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ADDIO AD UNA LEGGENDA DELLO SPORT

Lo scorso 26 gennaio gli appassionati di basket lo ricorderanno come il giorno della morte di una leggendadell’NBA, uno se non il miglior giocatore al mondo, Kobe Bryant. Kobe cominciò la sua carriera nel lontano1996, a 18 anni con la squadra dei Los Angeles Lakers con cui avrebbe giocato le successive 1346 partiterealizzando oltre 33600 punti, 33.643 per l'esattezza. Con la nazionale americana partecipò all’AmericasChampionship nel 2007, ai giochi olimpici di Pechino nel 2008 e di Londra nel 2012, vincendo la medagliad'oro in tutte e tre le manifestazioni. Si ritirò dal campo nel 2016, all'età di 38 anni lasciando un grandericordo nelle menti dei tanti appassionati di basket, diventando un esempio sportivo e un modello per i piùgiovani.

Los Angeles lo incoronò non solo basketball player. Kobe non poteva fare a meno di vincere e nel 2018, alla90a cerimonia degli Academy Awards, vinse l'Oscar del miglior cortometraggio animato, per la versionesullo schermo della lettera con cui aveva dato l'addio alla pallacanestro "Dear Basketball" insiemeall'animatore della Disney Glen Keane.

“ Caro basket.....Ho giocato nonostante il sudore e il dolore

non per vincere una sfida

ma perché TU mi avevi chiamato.

Ho fatto tutto per TE

perché è quello che fai

quando qualcuno ti fa sentire vivo

come tu mi hai fatto sentire.

Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker

e per questo ti amerò per sempre.”

Mattia Lo Prete II B

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Ricordando….Gianni Rodari

Mi sono innamorata di Gianni Rodari quando ho letto “C’era due volte il

barone Lamberto” storia divertente e visionaria (come solo lui sapeva essere)

ambientato sul Lago d’Orta (che poi ho scoperto essere il luogo in cui è nato).

Quest’anno ricorre il centenario dello scrittore, insegnante e giornalista. Tra i titoli

più famosi ricordiamo Favole al telefono, Gelsomino nel paese dei bugiardi,

Grammatica della fantasia, Il libro degli errori, La freccia Azzurra per i quali ha vinto

numerosi premi letterari tra cui il prestigioso premio Andersen.

Il fantasioso maestro trasformava la realtà. Bastava un errore ortografico per

trasformare una sciarpa in una scarpa oppure un papà in un papa. Nel suo mondo

fantastico tutto era possibile, anche che un vecchio ringiovanisse oppure che un

bambino camminasse per le strade di un paese dove il pane è inchiostro, dove il

verde è rosso, dove i cani miagolano e i gatti abbaiano. A lui sono dedicate

numerose scuole elementari, parchi cittadini non solo nella sua Omegna, vie, piazze

e strade di quasi ogni città italiana e poi tanti concorsi letterari

Gianni Rodari amava i bambini, amava insegnare, convinto che il suo lavoro

non consistesse semplicemente nel trasmettere delle nozioni agli alunni, ma che

avesse il potere di educarli ad essere persone migliori.

.

Cecilia Marangelli 3^B

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“LA TRATTA DEGLI SCHIAVI: OGGICOME ALLORA”

La Tratta atlantica degli schiavi africani era il commerciodi schiavi di origine africana attraverso l'Oceano Atlantico frail XVI e il XIX secolo. Gli schiavi erano venduti dagli Stati africani aimercanti dell'Europa occidentale e deportati nel Continenteamericano, dove erano impiegati soprattutto nelle piantagioni diprodotti destinati al mercato europeo. La pratica di deportareschiavi africani verso le Americhe fu un elemento fondamentaledella nascita e dello sviluppodelle colonie europee del Sud e Centro-America prima e del Nord-America dopo. Dalla fine del Novecento ad oggi il fenomeno dellaschiavitù è diminuito notevolmente anche grazie ai numerositrattati stipulati contro questo fenomeno. Eppure oggi, l’odio versole persone “di colore” da parte della popolazione bianca non ècessato. Ci sono ancora varie forme di razzismo che rendonosempre più complicata l’idea di una vita pacifica nel nostro mondo.La tratta degli schiavi allora, il razzismo ai giorni nostri, sonofenomeni inaccettabili che bisogna sradicare, imparando a rispettarechi non riteniamo “simile a noi”. Nei paesi in via di sviluppo, dovele multinazionali dominano nell’ambito commerciale, sono presentiforme di sfruttamento che rendono sempre più complicata la vitadei più giovani, costretti quindi ad abbandonare i loro Paesi. Se lenostre società vogliono definirsi ancora evolute, devono dare provadel proprio senso di accoglienza e della propria cultura cristiana.

Gianmarco Rascio & Dario Casamassima

III B

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Il passo lento della storia

Nel medioevo la donna non aveva alcuna influenza politica e, purpartecipando alla vita del marito, ella non aveva responsabilità dirette, senon quelle riguardanti le economie domestiche. La donna era consideratadebole fisicamente ma anche moralmente, trascorreva un'esistenza in totaledipendenza dalla famiglia d'origine e poi dalla famiglia del congiunto.Perno centrale della sua esistenza era la funzione riproduttiva, potevamettere al mondo anche 10-15 figli, pochi dei quali destinati asopravvivere. Inutile sottolineare che molte morivano durante lagravidanza, il parto o il puerperio. Nemmeno nelle classi sociali piùelevate la vita delle donne era particolarmente agevole, molte nobildonneerano destinate ad essere merce di scambio per alleanze politiche e dipotere.

Tra il cinquecento e seicento, a differenza delle donne rinascimentali, chevenivano bruciate sul rogo e a cui veniva negata l'istruzione, la condizionefemminile migliorò ed esse poterono accedere alla cultura, ma l'obiettivoloro imposto era essere madre e moglie. Nel settecento le donneacquisirono una libertà ancor maggiore grazie alla quale ebbero accessoalla vita sociale, nacquero così i primi salotti, un’usanza parigina, nei qualici si incontrava, si ascoltava la musica e si assisteva a spettacoli di danza.

Le donne, quindi, considerato il nuovo ruolo sociale dovevano imparare acomparire adeguatamente in pubblico, conoscere ed imparare la musica ela danza, ma spesso diventava oggetto di satira per i letterati. L'accessoalle prime Accademie era limitato a donne di particolari attitudini, la cuivalutazione rimaneva comunque appannaggio del mondo maschile.

Solo il ruolo delle donne durante la Rivoluzione francese fu l’immagineche anticipò i grandi cambiamenti del secolo successivo.

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È il ‘900 l'epoca della grande rivoluzione femminile, cambiano lecondizioni, i comportamenti e l'immagine che le donne hanno di sé,comincia un percorso di profonda e radicale trasformazione che lambisceogni ambito della vita, dall'accesso delle donne a tutti i diritti formali alcontrollo delle nascite. Questo percorso si arresta tra le due guerre per poiriprendere dopo la seconda Guerra mondiale, raggiungendo l'apice neglianni settanta del Novecento. L'eredità del Novecento costellata da leggi in favore della donna e dadonne di grande valore politico, umanistico e scientifico, viene consegnataal mondo moderno e soprattutto ai contesti culturali emancipati, comeelemento di equità e pari opportunità rispetto al mondo maschile, purrimanendo ancora non del tutto omogenea in molti Stati.Ancora oggi, nelle moderne società, la donna è costretta ad affrontarebattaglie per la conquista della propria libertà e contro la violenza di cuispesso è vittima. Pur avendo raggiunto traguardi importanti, la donna sitrova ancora costretta a dover combattere la malattia della non sensibilitànella vita quotidiana, la cui conseguenza, sempre più spesso, si esacerbanel femminicidio.

Maria Benedetta Lacerenza III B

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Il Natale nel mondo e … le sue tradizioni

Ecco … è arrivato dicembre! Già si sente nell’aria l’odore del Natale, le luci, i suoni.

Il periodo natalizio è uno dei nostri preferiti in assoluto dell’anno.

In Italia, il Natale è una delle feste più importanti ed amate soprattutto per i bambini. Si decora l’albero, si allestisce il presepe, si visitano i mercatini di Natale e poi si fa festa con tutta la famiglia.

Ma negli altri paesi?

In Gran Bretagna la sera della vigilia i bambini appendono delle calze per Babbo Natale. A Natale, invece, scartano i regali,pranzano in famiglia e alle 17:00 viene servito il tè accompagnato dalla torta di Natale.

In Spagna, i regali si scambiano il 6 gennaio quando arrivano i Re Magi. In quel giorno sfilano carri bellissimi con sopra i Re Magi che distribuiscono caramelle.

In Austria il Natale è proprio magico. Le mamme preparano l’albero durante l’assenza dei bambini, i quali al ritorno a casa penseranno che è opera del “Bambin Gesù”. Prima di aprire i regali davanti all’albero i bambini recitano poesie e cantano.

Nei Paesi Scandinavi il Natale si apre con la “Dichiarazione Natalizia di Pace” :una tradizione medievale rispettata ancora oggi. I finlandesi la seguono in TV e solo da quel momento inizia il Natale. In Finlandia il 24 è tradizione fare la sauna con tutta la famiglia, pranzare con i parenti e aspettare che Babbo Natale bussi alla porta. In America la stagione natalizia inizia dal Black Friday, ovvero il giorno dopo la festa del Ringraziamento. In alcuni stati americani come la California il Natale è festeggiato in spiaggia. Gli americani organizzano “gare” per proclamare i quartieri o le case con i migliori addobbi dell’anno.

Ovunque nel mondo Natale è un periodo di gioia, di riflessione e di ringraziamento, dedicato a chi si ama davvero. Che sia un periodo di serenità e speranza per il mondo intero.

Schioppa Giulia

classe 1^E

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BLOG BUCK!!

Tre anni fa da un’idea meravigliosa di Giuseppe Bartorilla,bibliotecario per ragazzi, incontrato in occasione di uno dei tantieventi del Buck Festival, nacque il blog del Buck. Come perfettiblogger cominciai insieme ad altri miei compagni a scriverearticoli sulle interviste fatte agli autori durante l’edizione 2017del Festival della letteratura per ragazzi. In quell’occasione cispostammo da una scuola all’altra per fare incontri su Skype conautori sparsi in tutta Italia che ci insegnarono a sviluppare untesto con immagini e link. Da allora continuiamo a dedicarci aquesto sito che sta avendo ottimi risultati e ne siamo veramenteorgogliosi. È un’emozione unica vedere le nostre recensionistraripare di “mi piace” e visualizzazioni. È un ottimo sito per

liberare la mente e passare il tempo…venite a fare un salto se viva!

Clicca BlogBuck2020

Gianmarco Rascio III B

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Un anno con la DAD

Zoom, meet, registro elettronico … sono tutti strumenti con cui abbiamo imparato a convivere negli ultimi mesi a causa di una grave pandemia. Con la chiusura delle scuole, i ragazzi si sono ritrovati da un giorno all’altro senza poter più rivedere né i propri insegnanti né i compagni. Proprio quando sembrava che fosse tutto perso, la tecnologia è entrata a far parte della vita di tutti. Anche i più piccini hanno dovuto imparare con l’aiuto dei propri genitori. I ragazzi hanno frequentato la scuola a distanza: è stata una nuova e forte esperienza che li ha uniti e aiutati a non sentirsi soli. Hanno imparato cosa significa la DAD. Si sono guardati attraverso un monitor e hanno visto i loro volti in piccoli quadrati. Non c’è connessione, prof non si sente, spegnete i microfoni, accendete la webcam, prova a uscire e rientrare, usiamo la chat...erano queste le frasi più comuni che hanno accompagnato gli studenti durante le lezioni. La tecnologia ha fatto passi avanti entrando nelle case di tutti, e noi insieme a lei. Il cambiamento ci spaventa, ma spesso ci aiuta. A questo punto la domanda che mi pongo è: “Quando si potrà tornare alla “normalità”, continueremo ad usare tutta questa tecnologia?” Nel frattempo, che ne dite se ci incontriamo a distanza con i parenti per Natale? Sabrina Iorio classe 1^E

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Il giornalino di ChiaraIl giornalino migliore che ci sia

Intervista agli studenti

Chiara T.

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Ho rivolto un’intervista a tre mie amiche per conoscere, attraverso la loro voce,l’esperienza che gli studenti vivono in questo periodo di DaD o meglio di Didattica adistanza.

“Cosa pensate della didattica mista?”

“La didattica mista è necessaria in questo periodo a causa del COVID ma è moltostressante perché può originare problemi nelle relazioni con i professori”. Angelica F.2^ B “Bovio”.

“E’ controproducente, in quanto si hanno continui problemi “tecnici”. Alice N. 2^I“Bovio” e Carola D. 2^B “Pio XII”

“Preferite seguire le lezioni in presenza o in DaD?”

Angelica: ”Preferiamo essere in presenza, anche perché si passa del tempo con gliamici ed il confronto e l’apprendimento è più immediato, avendo un contatto direttocon gli insegnanti.”

“Il Natale è alle porte, pensate che la scuola dovrebbe dare compiti per le vacanze,tenendo conto della situazione in cui ci troviamo?”

“Siamo favorevoli all’assegnazione di compiti, però dovrebbero essere “pochi”.Angelica e Alice. “I compiti andrebbero assegnati in base al rendimento” sostieneCarola “quindi gli alunni con più difficoltà ne dovrebbero fare di più, mentre chi hadato il meglio di sé dovrebbe potersi godere le vacanze.”

Io credo che la didattica a distanza o quella mista sia diventata, per noi studenti, unarealtà spesso molto stressante e disumanizzante. Sicuramente ci sentiamo impegnati econfortati nel non perdere lezioni, ma spesso siamo anche scoraggiati, in quantosembra che questa situazione non finisca mai. Quando potremo tornare alla“normalità” scolastica sono sicura che riusciremo a dare il meglio di noi!

Buona giornata a tutti!

Chiara Tomaiuolo II B

Chiara Tomaiuolo ANTOLOGIA 2^B

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Federico II e la città di Foggia

Forse non tutti sanno che Foggia è stata la città pugliese nella quale l’imperatore

Federico II di Svevia rimase più a lungo, apprezzandola e amandola fino all’ultimo

momento.

La nostra città, situata al centro di una vasta pianura, circondata da monti e colline,

rappresentò per l’imperatore il luogo ideale dove stabilirsi; pare che fosse solito

trascorrere qui ed in Capitanata gran parte dei mesi più freddi dell’anno: all’epoca,

questa zona era completamente ricoperta di boschi ricchi di selvaggina, come

cinghiali, cervi, caprioli, in cui l’imperatore era solito andare a caccia.

Nella nostra città Federico arrivò pochi mesi dopo l’incoronazione, nel febbraio del

1221 e se ne innamorò immediatamente; due anni dopo diede ordine di costruire il

suo magnifico palazzo, che divenne la sua residenza, in cui si stabilì, sia pure con

frequenti assenze, fino al 1250, anno della sua morte.

Secondo molte testimonianze, sembra che la domus federiciana si estendesse su

un’ampia superficie, probabilmente nei pressi dell’attuale Via Arpi, che avesse

giardini, fontane e sculture di vario genere e che gli interni fossero costituiti da ampi

saloni rivestiti di marmi preziosi e che fossero annessi al palazzo anche magazzini,

depositi, scuderie e stalle.

Di questa bellissima e antica residenza, oggi, ne abbiamo pochissime tracce; tutto ciò

che è rimasto del sontuoso palazzo imperiale, andato distrutto completamente nel

1731 a causa di un violento terremoto, è un portale di ingresso, formato da un arco a

tutto sesto, decorato con una scultura a foglie di acanto, recante due capitelli a forma

di aquila, attualmente inserito in un muro di Palazzo Arpi, che ora ospita il Museo

Civico.

L’arco ha un’altezza di 7 metri e 38 centimetri ed una larghezza pari a 3,20 metri.

Accanto al portale c’è una epigrafe sviluppata su cinque righe che riporta il periodo

di costruzione del palazzo, “giugno 1223”, gli anni di regno di Federico II ed il nome

dell’architetto, il protomagister Bartolomeo da Foggia.

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Lo “Stupor Mundi” elesse Foggia “gloriosa regale sede imperiale”, come si legge

nella epigrafe; del resto, fu proprio grazie a lui che il capoluogo daunio, da piccolo

centro misconosciuto, acquistò splendore ed importanza in tutto l’impero.

Il legame di Federico con la nostra città rimase forte anche dopo la sua scomparsa.

Infatti, quando morì, presso la domus di Castel Fiorentino, situata a pochi chilometri

da Torremaggiore, i suoi funerali si svolsero nella sede imperiale di Foggia e per sua

espressa volontà il suo cuore venne deposto in un’urna collocata nel Duomo.

Giulia Monaco II B

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Paese che vai, Natale che trovi......Il Natale in Romania

di Simona Puscasu – 1D

Il Natale in Romania inizia il primo

dicembre, il giorno in cui comincia anevicare. Prima di Babbo Natale, arriva atrovare i bambini San Nicola, in rumeno“Mosu Nicolaie”. La sera precedente, noi

fanciulli laviamo le scarpette cheutilizziamo nella vita quotidiana e le

lasciamo alla porta d’ingresso; il mattinosuccessivo ci svegliamo e troviamo tanti

cioccolatini e giocattoli, e per quelli“cattivi” un bastone di legno.

Durante le feste natalizie si iniziano apreparare i dolci e i piatti tipici

rumeni: le “sarmale” (involtino dicarne macinata con verza),

“negreasa” (dolce al cioccolato),“ciorba de burta” (zuppa con la trippa

di mucca) e molti altri. Di solito ilNatale si festeggia facendo delle belletavolate con i parenti, ma quest’anno,purtroppo, non ci potremo riunire a

causa del Covid 19. Il giorno di Natale, i bambini

rumeni si riuniscono, bussano alleporte delle famiglie e intonano dei

canti tradizionali; inoltre sifesteggia mangiando panettoni

rumeni, “cozonaci”, che sono unagran bontà, e tanti altri dolci.

Io ho trascorso due volte il Natale inRomania e queste due esperienza mi

sono rimaste nel cuore, ancheperché ho passato la festa più

magica dell’anno con i miei nonni.

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Davvero sarà Natale per tutti?

Quest’anno sarà molto diverso! Segnato dalla

pandemia, dalle restrizioni, dal distanziamento

fisico, dall’impossibilità di tenere “dal vivi” incontri e momenti di solidarietà. Ma soprattutto sarà

diverso perché questa pandemia ci sta portando via giorno dopo giorno, con cifre impressionanti,

le nostre radici: gli anziani! La MEMORIA del nostro Paese.

Quasi un anno fa, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata questa terribile pandemia, mietitrice di

vite che, con l’avvento dell’estate, sembrava ormai esser tramontata. Non credo sia

un’esagerazione dire che questo virus sia stato (e purtroppo continua ad esserlo) una delle peggiori

catastrofi che ci abbia mai colpito, basti pensare che i numeri ad oggi registrati raggiungono le

69,3 milioni di morti o, vista in modo più poetico, 69,3 milioni di persone che ci hanno abbandonato

lottando contro un nemico più potente di loro che ha preso il sopravvento. Tra questi valorosi

combattenti troviamo gli anziani i più a rischio in questa perpetua lotta. Nel nostro Paese sono i

più colpiti dal covid, in particolare gli anziani nelle RSA. Loro sono il nostro passato, sono le radici

da cui è cresciuto l’albero che noi consideriamo nostra patria. Loro sono il nostro patrimonio

vivente di esperienze vissute, di saggezza trasmissibile e di valori; sono i nostri maestri di vita per

questo affermo che tutti meritano di essere curati e salvati, giovani e anziani poiché LA VITA È PER

TUTTI UN DIRITTO ASSOLUTO.

Andrea Torraco

classe 3^C

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Scrittura creativa

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C’è un intruso nel Bel Paese!

C’è un intruso nel Bel Paese!

starò a casa per un mese?!

Se fossi in zona arancione a casa resterei;

se fossi in zona rossa nella gialla scapperei.

Se fossi arma letale, l’intruso abbatterei!

Se fossi io l’intruso, dal mondo fuggirei;

se fossi un dio potente da Caronte lo manderei

e nell’Acheronte lo annegherei.

Se fossi io Ippocrate, col veleno lo annienterei

in pasto ai lupi lo affiderei

e i resti in mare e monti spargerei.

Se fossi il nuovo anno, SALUTE porterei!

Il un nuovo anno è alle porte,

ragazzi a morte a morte è la sua condanna!!

Sara Correale, Giuseppe Croce, Gennaro Canistro

Alessandra Guastamacchia, Maria Giardinelli, Michele Ricco

classe 2^C

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Scrittura creativa

Emozioni, stati d’animo e pensieri

Martedì, 15 dicembre 2020

Ore 20:30

Caro diario,

mancano pochi giorni a Natale e quest’anno sento che sarà un Natale “diverso”; lo avverto nell’aria, che non sa di festa. Cristianamente parlando, per me il Natale rappresenta la nascita di Gesù, nostro salvatore. Ho preparato l’albero addobbandolo insieme alla mia famiglia, ascoltando i canti di Natale, per rendere ancora più speciale la nostra casa, che ormai da quasi un anno è diventata il mio, anzi il nostro mondo, accogliendo tutto: il lavoro dei miei genitori, lo studio, la scuola, il cinema e la palestra. Un concentrato tra mura domestiche, per colpa di un “nemico invisibile” terribilmente mortale. Quando tutto è iniziato, non capivo bene cosa stesse succedendo; era solo qualche giorno di vacanza in più dalla scuola; poi i giorni sono diventati mesi e i mesi tra un po’ formeranno un anno; un anno di sgomento e di terrore come quelli provati nel guardare in tv camion militari che trasportavano bare e città deserte a causa del lockdown. Oggi mi guardo attorno e scorgo solo occhi impauriti e stanchi di uomini, donne e vecchi da cui è difficile captare un sorriso a causa di quella soffocante, ma indispensabile barriera: la mascherina. Il Natale è alle porte, e lo sarà anche senza serate in compagnia, mercatini, lunghe passeggiate, strade affollate e sfinite corse per l’acquisto dei regali. Per me questo sarà un Natale “speciale” perché un segno speciale è dentro di me. Questa esperienza mi ha insegnato a mettere un ordine alla scala dei valori, quelli che contano e che sono davvero importanti. Per questo caro diario da oggi ti prometto di essere più attenta verso tutti, di non dare nulla per scontato, di regalare sorrisi anche quando non ne avrò voglia. Quale regalo per il Natale 2020? Tornare alla “normalità”! Questo è il regalo che desidero. “A volte penso che ogni situazione, buona o cattiva, possa arricchire l’uomo di nuove prospettive. E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare – se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione – allora non siamo una generazione vitale”. (Etty Hillesum, scrittrice ebrea olandese, vittima

dell’Olocausto)

Caro diario, vivo questo periodo di festa, nutrita di amore e di speranza, nella agognata attesa della quiete dopo la tempesta!

Chiara Anzillotti

3ª sez. C

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Un Natale diverso

Ogni anno bambini e adulti aspettano il Natale con grande felicità. Quest’anno però non sarà pienodi gioia come sempre, perché ogni famiglia dovrà festeggiare senza il calore e la compagnia deipropri parenti. Nessun bambino potrà scartare i regali con gli amici o i cugini; sarà diverso aspettarela mezzanotte senza la stessa atmosfera di ogni anno. Sarà un Natale diverso anche per quellepersone che sono in quarantena e che quindi, per non contagiare la propria famiglia, trascorrerannole feste in isolamento o, addirittura, in ospedale.Solo adesso mi rendo davvero conto di cosa voglia dire “stare insieme”; vivere lontana dai mieiaffetti mi ha fatto comprendere che non si può vivere senza i propri cari.Però sono certa di una cosa: nessun virus rovinerà il Natale, perché noi siamo forti e ce la faremoanche questa volta; perché Gesù nasce e nascerà per tutti, portando pace e serenità, soprattutto a chiha perso una persona cara o non ha più un lavoro.Questo Natale lo passeremo così, lontani ma vicini col cuore; affronteremo la lontananza affinché sipossa tornare di nuovo ad abbracciarsi e a riscoprire il vero senso dello stare insieme.

Raffaella Lucia Monaco 1L

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S’i’ fosse foco

S’i’ fosse foco, brucerei di colori nel cielo,s’i’ fosse vento, li soffierei nel tempo;s’i’ fosse acqua. li rifletterei nel mare;s’i’ fosse Dio, li regalerei a chi non li può avere;

s’i’ fosse papa, unirei i popoli nella pace;s’i’ fosse imperator, comanderei ovunque l’amore;

s’i’ fosse morte, rifiorirei di mille colori;s’i’ fosse vita, sarei un arco a sette colori;

s’i’ fosse Giada com’i’ sono e fui, dipingerei la vita nel migliore dei modi.

Giada Di Petti 1 L

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Un Natale originale

Quest’anno a Natale, c'è un virus orientale, che come gli altri fa star male. Dovunque c’è confusione, per i preparativi del cenone. Questa volta il Natale, non sarà uguale: non ci potremo aggregare. Il virus fa paura, crea nella gente chiusura. Tutti in confusione: al primo sintomo c’è il tampone. Occorre fare attenzione, ma anche eliminare la tensione. Con un vaccino dietro l’angolo ci aiuterà un angelo: quindi apriamo il nostro cuore, eliminiamo il terrore.  Matilde D’Apollo classe 1^ A

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20 giorni alla fine del 2020 Il Coronavirus ha caratterizzato l'anno 2020, ed ha condizionato le vite di tutti i cittadini della Terra. L'anno 2020 sarà ricordato per sempre nella storia come il grande killer. Cosa ne pensano i ragazzi delle scuole medie Italiane? : Tante le considerazioni, alunni di ogni scuola media italiana si sono incontrati sui social per discutere su ciò che sta accadendo nel Mondo. La cosa che più fa riflettere dalle considerazioni dei ragazzi, non è tanto cosa non si è potuto fare in questo periodo, ma cosa ci ha tolto questo enorme mostro chiamato Coronavirus, una su tutti l'affetto e la vicinanza dei nostri nonni. Il desiderio di tutti i ragazzi è lo stesso, che entro la fine dell'anno, possa essere disponibile il vaccino. L'unica speranza che potrà restituire al mondo intero, una vita normale. Questo potrebbe salvare un anno disastroso come il 2020. Antonio Nucci Classe 1^E

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LA MIA QUARANTENA

Quest’anno è stato molto particolare a causa di un bruttissimo virus che sta infettando tutto il

mondo, il “Covid 19”. I governatori di ogni nazione hanno deciso, per tutelare la nostra salute, di

isolarci dal resto del mondo. Così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati da soli nelle nostre case.

Inizialmente sembrava divertente stare tutto il giorno con il pigiama e le pantofole senza dover

correre dietro le lancette dell’orologio per andare a svolgere tutte le attività scolastiche ed

extrascolastiche. Fino a quando sono iniziate le video-lezioni che mi hanno rubato tutte le belle

mattinate che trascorrevo in classe insieme ai miei compagni, in lunghissime ore davanti a un

monitor freddo e distaccato. Fortunatamente io ho avuto attorno a me la mia famiglia. A mio padre

nei tre mesi del lockdown è nata la passione di impastare ottime pizze che ci hanno permesso di

trascorrere allegri pomeriggi tutti insieme e serate divertenti e appetitose. Così, anche se non

potevamo uscire nemmeno per andare a trovare i miei cari nonni, le giornate passavano veloci

senza aver modo di pensare tanto la nostalgia dei nonni. Poi finalmente è arrivata l’estate e

sembrava essere svanito tutto nel nulla. Sono stata al mare recuperando tutto il tempo perso con i

nonni, e in spiaggia sembrava tutto normale come negli anni passati. Arrivato settembre la scuola

sembrava fosse iniziata bene fino a quando all’improvviso di nuovo le restrizioni e mi sono ritrovata

nuovamente a casa davanti a un computer. Ogni giorno la televisione parla di nuovi contagi e

morti, sono veramente stanca e confusa per tutto ciò che sta succedendo e spero che tutto questo

possa svanire all’improvviso così come è cominciato.

Sara Di Corcia

classe 3^F

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SCUOLA MEDIA G. BOVIO E IL COVID

Da marzo 2020 questo è l’argomento più seguito da tutti.

Il preside della nostra scuola insieme ai suoi collaboratori ha cercato di mettere in sicurezza i suoi studenti.

Dal primo giorno siamo stati divisi in turni mattutini e pomeridiani, sono stati distinte tre entrate da tre cancelli, con percorsi diversi, ogni studente ha ricevuto la mascherina chirurgica, come protezione.

I servizi igienici possono essere usati dopo aver firmato in classe su una specie di registro, così si può sapere con esattezza chi si trova in bagno in quel momento ovviamente con la precauzione di usare ognuno la penna propria per firmare.

Queste disposizioni per noi ragazzi sono pesanti da rispettare, ma mi permettono di sentirmi sicura e allo stesso tempo posso stare in classe con i miei compagni.

Laura Maria Montanino

Classe 1^E

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Il valore della libertà

Quando a gennaio abbiamo saputo l'arrivo del covid-19 alcuni pensavano che fosse unasciocchezza , altri invece avevano già tanta paura . Ma chi di noi avrebbe potutoimmaginare tutto questo? Sembrava un racconto di fantascienza …

Ci siamo ritrovati costretti a rimanere a casa , a non andare a scuola o al lavoro, a nonvedere i nostri amici , costretti a fare sport da casa , a studiare attraverso un computer ,a chiamare i nonni anziché pranzare con loro. Infatti la mia mamma essendo molto in ansia per i miei nonni , evita di farli uscire e nonpermette a nessuno di baciarli o abbracciarli . Tutto questo per non favorire il diffondersidi un virus altamente contagioso, il coronavirus , una malattia respiratoria simileall'influenza ma molto più grave perché finora solo in Italia , già ha ucciso 30 milapersone. Tutti noi sappiamo quindi quanto sia importante rimanere a casa e rispettare lemisure di sicurezza stabilite dal sistema sanitario nazionale, indossando mascherine eguanti nel caso dovessimo uscire . Infatti la mia famiglia che ha una azienda che sichiama Alidaunia e ogni giorno vedono elicotteri che trasportano malati di covid-19intubati, sono molto scrupolosi con noi figli infatti non ci mandano a scuola e stiamo inDad. Mia mamma spesso piange nel raccontarci tutto ciò che vede ogni giorno .e noi tuttisiamo molto tristi . È una sensazione strana quella di non avere certezze , di non saperecosa succederà tra un mese o l'anno prossimo . Mi sono anche accorta di quanto mi manchi stare con i miei compagni di classe , con imiei amici di quanto mi piacesse stare con una persona in carne e ossa che spiega etrasmette emozioni alle persone che ha intorno. Ho capito che ci sono persone essenziali per la nostra vita e il nostro paese che fannosempre il loro lavoro in silenzio e che dovrebbero guadagnare ed essere considerati moltodi più. Ma soprattutto ho capito che la libertà è fondamentale e non posso rinunciarvi.

Parisi Vittoriaclasse1^E

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Arte

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NOTTE STELLATA

( Vincent van Gogh)

Nella notte buia le stelle ci raccontano la luce che avvolge il cielo e fa

rinascere la speranza di una nuova vita.

RITA GRELLA 3^C

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Il Natale della 1^DNoi alunni della 1^D abbiamo realizzato diversi lavori creativi e svolto varie attività perprepararci alla più emozionante e fantasiosa festa dell’anno: il Natale.

Con la Professoressa Urbano di Matematica e Scienze, abbiamo allestito il presepe inclasse, visionato dal Preside, il quale ha apprezzato molto il nostro lavoro.

Con la Professoressa Pelullo di Arte e Immagine, invece, abbiamo realizzato delle formenatalizie utilizzando la tecnica dello sbalzo su un foglio di rame.

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Sempre insieme alla Professoressa Urbano e alla Professoressa Siciliano di Ingleseabbiamo cantato, per il progetto Erasmus, Jingle Bells e Din Don Dan, cioè la versioneitaliana di Jingle Bells. I nostri canti sono stati inviati in Romania e in Spagna, e dallaRomania abbiamo ricevuto un video in cui alcuni studenti cantano Jingle Bells in linguarumena.

Con la Professoressa di Italiano Narsete abbiamo letto una leggenda sull’origine dellepettole, piatto tipico natalizio della Puglia, che ci ha molto incuriosito e interessato. Laleggenda racconta di una signora, che il giorno di Santa Cecilia si alza presto perpreparare l’impasto per il pane. Ad un certo punto sente gli zampognari che per i vicoliemettono un melodioso suono di ciaramelle. Dopo aver seguito gli zampognari, la donna faritorno a casa e vede che l’impasto è superlievitato. Nel frattempo i suoi figli si sonosvegliati e sono affamati. Così la donna ha un’idea: mette a scaldare l’olio e comincia afriggere alcuni pezzi della pasta. I figli mangiano con gusto quelle prelibatezze echiedono alla madre che cosa siano. La madre, pensando che quelle palline somiglino allefocacce, che in dialetto si dice “pitta”, risponde: “pettel’”, ossia pettole, piccole focacce.

Ma non è finita qui, perché sempre insieme alla Professoressa Narsete abbiamoconosciuto il calligramma. Questa parola deriva dal titolo di una raccolta di poesie diGuillame Apollinaire risalente al 1918. Abbiamo letto il calligramma di Mario Faustinelli“L’albero di Natale”, e noi alunni abbiamo creato delle poesie di Natale che poi abbiamoriscritto utilizzando la tecnica del calligramma.

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Anche con la Professoressa di Francese Pallamolla abbiamo preparato un canto natalizio,cioè “Vive le Vent d’Hiver”.

Infine il nostro Davide, insieme alle Professoresse Pepe e Meola, ha realizzato su uncartoncino il suo meraviglioso Presepe.

Gli alunni della 1D

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CHE BELLO, STO PER PARTIRE PER LE SCUOLE MEDIE!

Il progetto CONTINUITÀ nasce nella nostra scuola con lo scopo disostenere e accompagnare gli alunni nel delicato passaggio dalla ScuolaPrimaria alla Scuola Secondaria di I grado.

Si tratta di costruire, in linea con il Piano dell’Offerta Formativa dellanostra Scuola, un ambiente sereno e socializzante che metta gli alunninelle condizioni ideali per iniziare la futura esperienza scolastica.

Per agevolare questo passaggio, reso quest'anno complicato dallapandemia che viviamo, le referenti della CONTINUITÀ, prof.sse Leccesee Rendiniello, hanno messo in atto e realizzato attività laboratoriali inmodalità sincrona con le classi V delle Scuole Primarie del territorio. Talilaboratori si sono potuti attuare grazie alla collaborazione dei docenti diLettere, Matematica e Musica. In questo modo i bambini hannosperimentato, attraverso un breve percorso ludico-didattico, nuoveiniziative di insegnamento-apprendimento.

La scuola G.Bovio realizza tantissime attività che la contraddistinguono datempo, di cui si può venire a conoscenza visitando il nostro sito oprendendo parte ai nostri OPEN DAY in modalità sincrona che si terrannoil 19 dicembre 2020 e il 16 gennaio 2021.

Queste giornate vogliono essere un momento di incontro con gli alunni e leloro famiglie per far conoscere la nostra scuola, chiarire dubbi, mostrare lanostra Offerta Formativa, aiutare nella compilazione della domandad'iscrizione.

Vi aspettiamo numerosi per intraprendere insieme un viaggio fatto dinuove esperienze scolastiche ed educative!

Maria Luigia Leccese, Lucrezia Rendiniello

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Open day streamingDue gli appuntamenti nel mese di dicembre alla scuola G. Bovio!

Sabato 19 dicembre, in applicazione allanormativa prevista in materia diprevenzione e contenimento Covid-19, lanostra scuola ha aperto virtualmente leporte a genitori e alunni per offrire lapossibilità di scegliere il futuro indirizzodi studio in vista del prossimo annoscolastico. Ore 16:30, la prof.ssa Scaltrito Teresa,

collaboratrice del DS, dà il benvenuto ai partecipanti e dopo breveintroduzione, invita la prof.ssa Lucia Campanella a condividere lo schermocon un video in cui il Dirigente Scolastico, prof.re Pasquale Palmisano,illustra ampiamente le attività e i vari laboratori che contraddistinguono dasempre la scuola Bovio. “La scuola”, ha continuato il Dirigente, “lavora perl’integrazione ed il benessere di tutti i ragazzi dell’Istituto”, di quil’importanza di avere ottimi insegnanti perché “la scuola la fanno gli alunni,se alla base vi sono professori preparati che trasmettono ai ragazzi, insiemealle conoscenze, i valori e la passione per lo studio”. Segue la presentazionedi un altro video, dalla voce narrante di una nostra alunna che, rivolgendosiai futuri iscritti, mostra nello specifico i vari progetti, quali: progetto lettura,Olimpiadi della lingua italiana, Giochi matematici, Erasmus ecc. L’incontrosi conclude con l’augurio del Dirigente che il nuovo anno scolastico cominciin presenza, tale da consentire un ritorno alla normalità e far sì che a tuttiritorni il sorriso, la gioia di guardarsi negli occhi, di stringersi la mano e noninteragire solo attraverso uno schermo.

 

Elisa Prencipe,  Annalisa Ruotolo

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La redazione ringrazia il

Dirigente scolastico e i

docenti che hanno

collaborato alla

realizzazione di questo

numero,

infondendo negli studenti

l’amore per la scrittura.