8. come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA - FACOLTÀ DI ARCHITETTURA *A.A. 2010/2011 CdL ARCHITETTURA UE LSF_ PROGETTAZIONE URBANA SOSTENIBILE - “Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli” - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE - Prof.ssa Arch. C. NAVA Alessia Rita Palermiti 8. Come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi? TOD’S OMOTESANDO BUILDING Progettista: TOYO ITO Destinazione d’uso: edificio commerciale Luogo: Tokio, Japan Anno: 2002-2004 L'edificio si articola su sette piani, di cui i più bassi sono utilizzati come negozi, mentre quelli centrali e superiori ospitano gli uffici amministrativi e commerciali; gli ultimi due sono dedicati a conferenze, spazi per eventi e roof garden. La conformazione dell’edificio premette alla luce di entrare nei piani alti irraggiando gli ambienti, mettendo in risalto gli articoli esposti; nei piani bassi, invece, dei vetri opachi garantiscono massima privacy assicurando comunque una perfetta illuminazione. L'edificio ha uno sviluppo a L, lo caratterizza e lo distingue la struttura esterna in cemento armato che, oltre a fare da "involucro", definisce esteticamente l'edificio e il suo disegno riproduce e reinterpreta l’immagine degli alberi zelkova. Toyo Ito ha coniugato vuoto e pieno, trasparenza e solidità, leggerezza e materia, creando un'architettura "disegnata”. Colpisce la perfetta definizione delle forme che, pur nella loro complessità e irregolarità, definiscono una facciata che è contemporaneamente vetrina e landmark urbano. Bibliografia: Tokio/Structural network: Tod's in Omotesando, Tokyo", Arquitectura viva 100, 2005, pp. 84-91 National Stadium for the 2008 Olympic Games Progettista: Herzog & de Meuron Destinazione d’uso: stadio olimpico Luogo: Beijing, China Anno: 2003-2008 Analogamente all’intreccio dei ramoscelli di un nido, il progetto dello studio Herzog & de Meuron,I suoi elementi strutturali si intrecciano in una maglia in cui sono integrate facciate, scale e coperture. Gli spazi all’interno della maglia di calcestruzzo sono riempiti con materiale leggero: “cuscini gonfiabili”che fanno apparire la struttura come un enorme salvagente. La struttura è ricoperta da due strati di membrane traslucide; quella più esterna colma i vuoti per rendere la copertura resistente agli agenti atmosferici, mentre quella più interna funge da isolante acustico. Parte integrante della struttura è il tetto apribile che forma, insieme alle membrane traslucide, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno. Alternate secondo una disposizione casuale, le fasce in calcestruzzo che partono dal suolo curvandosi al di sopra dell’occhio della copertura si intrecciano con altre fasce che avvolgono la struttura lungo il perimetro. Bibliografia: Francesco Repishti, “Olympic Stadium Beijing”, in Lotus 135, (Ago 2008), pp. 42-49 “…a volte le strutture non necessariamente appaiono come l’inverarsi di un archetipo arcaico, ma, paradossalmente, si pongono come espressione di modernità” Francesco Repishti

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saggio con tema "Come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi"

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Page 1: 8. Come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA - FACOLTÀ DI ARCHITETTURA *A.A. 2010/2011 CdL ARCHITETTURA UE LSF_ PROGETTAZIONE URBANA SOSTENIBILE - “Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli” - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE - Prof.ssa Arch. C. NAVA

Alessia Rita Palermiti

8. Come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi?

TOD’S OMOTESANDO BUILDING Progettista: TOYO ITO Destinazione d’uso: edificio commerciale Luogo: Tokio, Japan Anno: 2002-2004 L'edificio si articola su sette piani, di cui i più bassi sono utilizzati come negozi, mentre quelli centrali e superiori ospitano gli uffici amministrativi e commerciali; gli ultimi due sono dedicati a conferenze, spazi per eventi e roof garden. La conformazione dell’edificio premette alla luce di entrare nei piani alti irraggiando gli ambienti, mettendo in risalto gli articoli esposti; nei piani bassi, invece, dei vetri opachi garantiscono massima privacy assicurando comunque una perfetta illuminazione. L'edificio ha uno sviluppo a L, lo caratterizza e lo distingue la struttura esterna in cemento armato che, oltre a fare da "involucro", definisce esteticamente l'edificio e il suo disegno riproduce e reinterpreta l’immagine degli alberi zelkova. Toyo Ito ha coniugato vuoto e pieno, trasparenza e solidità, leggerezza e materia, creando un'architettura "disegnata”. Colpisce la perfetta definizione delle forme che, pur nella loro complessità e irregolarità, definiscono una facciata che è contemporaneamente vetrina e landmark urbano.

Bibliografia: “Tokio/Structural network: Tod's in Omotesando, Tokyo", Arquitectura viva 100, 2005, pp. 84-91

National Stadium for the 2008 Olympic Games Progettista: Herzog & de Meuron Destinazione d’uso: stadio olimpico Luogo: Beijing, China Anno: 2003-2008 Analogamente all’intreccio dei ramoscelli di un nido, il progetto dello studio Herzog & de Meuron,I suoi elementi strutturali si intrecciano in una maglia in cui sono integrate facciate, scale e coperture. Gli spazi all’interno della maglia di calcestruzzo sono riempiti con materiale leggero: “cuscini gonfiabili”che fanno apparire la struttura come un enorme salvagente. La struttura è ricoperta da due strati di membrane traslucide; quella più esterna colma i vuoti per rendere la copertura resistente agli agenti atmosferici, mentre quella più interna funge da isolante acustico. Parte integrante della struttura è il tetto apribile che forma, insieme alle membrane traslucide, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all’esterno. Alternate secondo una disposizione casuale, le fasce in calcestruzzo che partono dal suolo curvandosi al di sopra dell’occhio della copertura si intrecciano con altre fasce che avvolgono la struttura lungo il perimetro. Bibliografia: Francesco Repishti, “Olympic Stadium Beijing”, in Lotus 135, (Ago 2008), pp. 42-49

“…a  volte  le  strutture  non  necessariamente  appaiono  come  l’inverarsi  di  un  archetipo  arcaico,  ma,  paradossalmente,  si  pongono  come  espressione  di  modernità” Francesco  Repishti