3/2016 giugno

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3/2016 GIUGNO In copertina: Portale d’ingresso alla galleria artificiale della Giustizia, Biasca-Osogna foto Marcelo Villada Ortiz 2 COMUNICATI AZIENDALI 7 INTERNI E DESIGN a cura di Gabriele Neri 11 OTIA COMUNICATI a cura di Daniele Graber 12 SIA COMUNICATI a cura di Frank Peter Jäger 16 CH NOTIZIE a cura di Stefano Milan 18 TI DIARIO DELL’ARCHITETTO a cura di Paolo Fumagalli 22 TI ACCADEMIA ARCHITETTURA a cura di Mercedes Daguerre 27 TI SCUOLA UNIVERSITARIA PROFESSIONALE a cura di Manuel Lüscher 30 TI PROGETTI a cura di Stefano Milan 38 TI LIBRI a cura di Mercedes Daguerre IL TERRITORIO DI ALPTRANSIT a cura di Laura Ceriolo e Andrea Pedrazzini, con la collaborazione di Paolo Fumagalli EDITORIALE 41 Il territorio di AlpTransit Alberto Caruso 43 Cronologia AlpTransit Remigio Ratti 46 Successi e criticità della nuova trasversale ferroviaria alpina Paolo Fumagalli, Remigio Ratti e Gian Paolo Torricelli 55 L’architettura della nuova linea ferroviaria AlpTransit San Gottardo Pascal Sigrist 64 Edificio al portale di Faido Consorzio IG GBT S 66 Portale Sud della galleria di base del San Gottardo, Bodio Consorzio CAB 68 Laghetti di raffreddamento, Pollegio Consorzio IG GBT S 70 Sistemazione del deposito della Buzza, Biasca Consorzio CAB 72 Galleria artificiale, Biasca Consorzio CAB 74 Nodo della Giustizia, Biasca-Osogna Consorzio CAB 80 Nodo di Camorino Consorzio CIPM 88 Piccola guida AlpTransit San Gottardo sud Laura Ceriolo ceramiche mosaici pietre naturali pietre artificiali Via Chiosso 12 CH-6948 Porza +41 91 936 30 00 consulenza vendita lavorazione posa Creiamo uno spazio di riflessione sulla cultura della costruzione. www.espazium.ch A. PALMERI 076 710 96 33 [email protected] A. PINTO 076 531 70 08 6596 GORDOLA Via San Gottardo 58 COSTRUZIONI EDILI SAGL

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  • 3/ 2 0 1 6 GIUGNO

    In copertina: Por tale dingresso alla galleria ar tificiale della Giustizia, Biasca-Osognafoto Marcelo Villada Or tiz

    2 COMUNICATI AZIENDALI

    7 INTERNI E DESIGN a cura di Gabriele Neri

    11 OTIA COMUNICATI a cura di Daniele Graber

    12 SIA COMUNICATI a cura di Frank Peter Jger

    16 CH NOTIZIE a cura di Stefano Milan

    18 TI DIARIO DELLARCHITETTO a cura di Paolo Fumagalli

    22 TI ACCADEMIA ARCHITETTURA a cura di Mercedes Daguerre

    27 TI SCUOLA UNIVERSITARIA PROFESSIONALE a cura di Manuel Lscher

    30 TI PROGETTI a cura di Stefano Milan

    38 TI LIBRI a cura di Mercedes Daguerre

    IL TERRITORIO DI ALPTRANSIT a cura di Laura Ceriolo e Andrea Pedrazzini, con la collaborazione di Paolo Fumagalli

    EDITORIALE 41 Il territorio di AlpTransit Alberto Caruso

    43 Cronologia AlpTransit Remigio Ratti 46 Successi e criticit della nuova trasversale ferroviaria alpina Paolo Fumagalli, Remigio Ratti e Gian Paolo Torricelli 55 Larchitettura della nuova linea ferroviaria AlpTransit San Gottardo Pascal Sigrist

    64 Edificio al portale di Faido Consorzio ig gbt s 66 Portale Sud della galleria di base del San Gottardo, Bodio Consorzio cab 68 Laghetti di raffreddamento, Pollegio Consorzio ig gbt s 70 Sistemazione del deposito della Buzza, Biasca Consorzio cab 72 Galleria artificiale, Biasca Consorzio cab 74 Nodo della Giustizia, Biasca-Osogna Consorzio cab 80 Nodo di Camorino Consorzio cipm 88 Piccola guida AlpTransit San Gottardo sud Laura Ceriolo

    ceramichemosaicipietre naturalipietre artificialiVia Chiosso 12 CH-6948 Porza +41 91 936 30 00

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  • C O M U N I C A T I A Z I E N D A L I

    La pompa di calore salamoia-acqua Nautilus di Domotec

    Lenergia sempre pi preziosa e il suo uso parsimonioso e limpiego oculato delle energie rinnovabili, con aumento del benessere e della sicu-rezza, rispondono alle attuali esigenze.Rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, le pompe di calore offro-no vantaggi straordinari: affidabilit, facilit duso e riduzione dei costi di riscaldamento, e si distinguono per un dispendio di manutenzione minimo, e di assenza di emissioni. La Pompa di calore salamoia-acqua Nautilus in grado di trasformare in calore utile lenergia sottratta dal terreno o dallacqua freatica. Per ot-tenere il 100% di calore utile suf-ficiente il 25% di corrente elettrica. Non essendo necessari investimenti per camino, serbatoio o raccordo del gas e non generandosi costi ricorrenti per la manutenzione del bruciatore e per lo spazzacamino, rispetto a un

    riscaldamento a nafta o a gas, la pompa di calore salamoia-acqua consente una riduzione dei costi desercizio fino al 60%. La pompa di calore salamoia-acqua Nautilus pu essere integrata sia nei locali di cantina e garage che nei ri-postigli o nei locali domestici. Per il riscaldamento il suo ingombro per una casa unifamiliare corrisponde circa a quello di una caldaia, per la produzione di acqua calda sufficiente lo spazio di un frigocongelatore. La pompa di calore salamoia-acqua Nautilus, wpns, disponibile in dieci differenti varianti da 5,7 a 61,5 chilo-watt. In base alle necessit pu essere abbinata a un accumulatore dacqua calda esterno. Lapparecchio si presta come soluzione flessibile per lintegra-zione di ulteriori fonti termiche: grazie al riconoscimento di calore estraneo, per la produzione di acqua calda e per il sostegno del riscaldamento vi si pu collegare p.es. un impianto solare oppure una caldaia a biomassa.

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    Kartell e Keramik Laufen: progetto integrato di bagno completo

    Nel progetto di bagno completo Kar-tell by Laufen si combinano lattenzione che Kartell riserva alla tradizione e allinnovazione con il costante sforzo di ricerca e qualit di Keramik Laufen. Lo scopo di entrambe le aziende era ripen-sare le forme, il design e le possibilit di utilizzo del bagno per trasformarlo in uno spazio abitativo al passo coi tempi. I due noti designer, Ludovica e Rober-to Palomba, hanno creato un bagno completo in cui si incontrano materiali innovativi, combinazioni sorprendenti e una sensualit onirica. Keramik Laufen propone due lava-mani asimmetrici in SaphirKeramik da 460 x 280 mm con piano per rubi-netteria a destra o sinistra, un lavabo consolle da 900 x 460 mm con ripiano sul lato destro e il lavabo extra largo da 1200 x 460 mm, sempre con ripiano a destra. I nuovi pratici portasciugamani disponibili in versione cromata o in

    nero opaco, ideali per gli hotel, e lo specchio tondo proposto nei colori trasparente cristallo, ambra e arancio tangerine ora disponibile su richiesta con illuminazione indiretta a led. Lo specchio tondo e le lampade da sof-fitto di suggestione barocca sono ora disponibili anche in rame, per un look brillante e di tendenza. Anche la linea di rubinetti di Kar-tell by Laufen si arricchisce con ele-ganti rubinetti con leva di comando, un miscelatore per lavabo, un miscelatore a colonna per lavabi da appoggio e un miscelatore per bidet. Il rubinetto a due fori, altro inedito della collezione, d un tocco di vivacit ai bagni dal profilo lineare grazie alla bocca di ero-gazione elegante e arcuata. Allattuale assortimento con disc si aggiungono ora i miscelatori a parete, che non solo abbelliscono la parete con le loro forme audaci ma offrono anche a chi le utilizza una pratica superficie di appoggio per gli accessori personali.

    Keramik Laufen agWahlenstrasse 46ch-4242 Laufent. +41 061 765 71 [email protected] www.laufen.ch

  • C O M U N I C A T I A Z I E N D A L I

    vola - le nuove rubinetterie indipendenti riuniscono libert, estetica e wellness

    Le rubinetterie e i miscelatori vola, creati per vola dallarchitetto e desi-gner danese Arne Jacobsen nel 1968, sono pezzi da maestro del design danese. vola festeggia la sua quaran-tennale presenza sul mercato con lo sviluppo di nuovi prodotti secondo il principio: festeggiamo la continuit, linnovazione e il cambiamento. Estetica, wellness e individualit sono le tendenze del moderno allestimento per bagno. Per tale architettura per bagno vola ha sviluppato le sue rubi-netterie indipendenti. vola fs2 una rubinetteria per lavabo indipendente. Deve la sua straordi-naria silhouette alla sua alta bocca di erogazione in filigrana, che si inte-gra perfettamente nella generosit dellambiente. il design rettilineo della fs2 che sottolinea la bellezza di qualsiasi lavabo indipendente.

    La rubinetteria indipendente per doc-cia fs3 con termostato possiede tutte le caratteristiche che sono da sempre peculiarit di vola: design pregnante, slanciato e scultoreo. La nuova fs3 si distingue per la sua forma moderna e geometrica, che sicuramente en-tusiasmer coloro che apprezzano il design vola. Tutte le rubinetterie indipendenti (fs1, fs2 e fs3) sono disponibili cromate, cromate opache e in acciaio legato spazzolato. La stanza da bagno pu ora diventare con le rubinetterie indipendenti vola un meraviglioso ambiente spa attivo ed esclusivo con carattere wellness.

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    EgoKiefer - luce e design dellabitare moderno per porte e finestre

    Una finestra moderna deve soddisfare pi esigenze: lasciare filtrare la luce in casa, abbattere i consumi energetici, guadagnare energia e soddisfare i cri-teri estetici. EgoKiefer realizza, nel pro-prio reparto di ricerca e sviluppo, porte e finestre accuratamente bilanciate tra isolamento termico e guadagno ener-getico. Le finestre garantiscono uninci-denza ottimale della luce e creano, con i loro profili sottili e le grandi superfici vetrate, trasparenza e leggerezza. La EgoKiefer presenta le sue innovazioni alla fiera Edilespo di Lugano dal 16 al 19 Novembre 2016 e invita i visitatori a scoprire i nuovi prodotti di Casa EgoKiefer. Una delle attrazioni della fiera la nuova tecnologia xl con cui la EgoKiefer rivoluziona lesecuzione delle facciate con limpiego di grandi superfici vetrate senza telaio visibile che inondano gli ambienti di luce. Le nuove porte-finestre scorrevoli

    alzanti EgoKiefer in legno/alluminio xl2020 si distinguono per loro este-tica essenziale che ben si sposa con i dettami dellarchitettura moderna. Lassortimento di porte-finestre stato ampliato con una nuova porta-finestra scorrevole a sollevamento di pvc/alluminio che conferisce allo spazio una nuova dimensione e d un tocco di stile in pi allarchitettura moder-na. Con la linea di finestre xl2020, EgoKiefer propone una finestra di pvc certificata minergie-p che adempie tutte le attuali esigenze abitative. Nel 1957, la EgoKiefer ha immesso per la prima volta sul mercato una finestra sintetica. Oggi, pi di una finestra di PVC su tre in Svizzera una finestra EgoKiefer. La pi recente innovazione di pvc della EgoKiefer stata premia-ta con liF product Design award, certificata minergie-p e si distingue per la sua straordinaria prestazione di isolamento termico e lambiziosa estetica.

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  • C O M U N I C A T I A Z I E N D A L I

    Digital Public Bathroom di Sanimatic inaugura una nuova era

    Con il concetto di Digital Public Bath-room Sanimatic segna linizio di una nuova era nel settore degli impianti sanitari pubblici. Dietro que-sto nome si nascondono know-how tecnico, moderni rubinetti ad arresto automatico, un nuovo comando per gli orinatoi e lapp sanitaria unica e intuitiva SmartControl. Lapp con-sente ai gestori di impianti sanitari pubblici di configurare e comandare da smartphone o tablet i rubinetti ad arresto automatico e gli orinatoi. Il tutto in modo semplice, veloce e igienico. Un ulteriore vantaggio la

    possibilit di gestire sia i rubinetti sia gli orinatoi singolarmente oppure organizzati in gruppi di prodotti.Con Twintronic, Sanimatic offre un nuovo rubinetto ad arresto automati-co da incasso; basato sulla tecnologia a infrarossi, si distingue per il suo erogatore sottilissimo, disponibile in versione diritta o con unelegante curva. I sensori a raggi infrarossi e il regolatore di temperatura sono integrati su una piastra rotonda. Il design firmato da Andreas Dimi-triadis (platinumdesign, Stoccarda).Come i rubinetti ad arresto elettroni-co, anche gli orinatoi ad azionamento senza contatto sono molto frequenti nei luoghi pubblici. I sensori a infra-rossi integrati rilevano la presenza dellutilizzatore quando questi si tro-va davanti allorinatoio; non appena si allontana, il comando elettronico attiva il risciacquo automatico.La tecnologia integrata in Twintronic e nel comando dellorinatoio offre diverse possibilit di configurazio-ne. Le impostazioni possono essere

    modificate manualmente via sensore oppure da smartphone o tablet grazie allapp disponibile per iOS e Android. La procedura semplice: non appe-na la connessione viene abilitata si pu procedere alla configurazione o alla diagnosi dei sanitari attraverso la app.

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    Finestre EgoKiefer XL2020 design pluripremiato e guadagno energetico ottimizzato

    Pi luce e design

    Con la tecnologia XL2020, EgoKiefer rivolu-ziona lesecuzione delle facciate. Le superfici vetrate maggiorate senza telaio visibile delle porte-finestre scorrevoli alzanti inondano gli ambienti di ancora pi luce. Lestetica essen-ziale dei prodotti XL2020 si integra perfet-tamente nelle moderne soluzioni architetto-niche. La costruzione pluricamere del profilo ad alto fattore di coibentazione e gli inserti di vetro fino a 52 millimetri, per esempio nelle porte-finestre scorrevoli alzanti EgoKiefer di PVC/alluminio, assicurano i pi elevati valori di termoisolamento. Le altezze danta fino a 2800 millimetri e i telai ridotti contribuiscono allapporto energetico premesse ideali per costruzioni MINERGIE-P.

    Protezione del clima e guadagno energeticoLe porte-finestre scorrevoli alzanti XL2020 del-la EgoKiefer si distinguono per il comfort da-zionamento e le soglie senza ostacoli. Inoltre,

    grazie al ridotto valore U la loro dispersione energetica assai modesta. In virt dei profili in vista snelli e di fino al 15 per cento di super-ficie vetrata in pi lincidenza della luce nei vani nettamente superiore. Con ci EgoKiefer di-mostra che possibile combinare protezione del clima e design ai massimi livelli qualitativi.

    Leader nel settore PVCNel 1957, EgoKiefer ha immesso sul mercato per la prima volta una finestra sintetica. Oggi pi di una finestra di PVC su tre in Svizzera una finestra EgoKiefer. Un tale successo impegna. EgoKiefer XL2020 la pi recente innovazione di PVC della EgoKiefer, ha otte-nuto liF product design award, certificata MINERGIE-P e convince per la sua eccellen-te prestazione di termoisolamento e lestetica raffinata.

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    Norme pi severe per i nuovi ascensori

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    Cabine con pareti pi stabili e maggiore resistenza al fuoco, illuminazione pi intensa: le norme sugli

    ascensori EN 81-20/50:2014 accrescono la sicurezza e il comfort. Tutti gli ascensori Schindler possono essere

    progettati secondo le nuove norme gi dal 2 dicembre 2015. Dal 1 settembre 2017 potranno essere messi in

    servizio solo gli ascensori conformi a queste norme.

    TESTO RAPHAEL HEGGLIN

    Le norme EN 81-20/50:2014 introducono requisiti tecnici di sicurezza pi severi. Si tratta di adeguamenti tecnici necessari per accrescere la sicurezza degli utenti e del personale addetto alla manutenzione degli ascensori, sottolinea Rodin Lederle. Tuttavia i nuovi requisiti di sicurezza implicano maggiori costi di materiale e lavorazione e quindi generano un moderato aumento dei prezzi dei nuovi ascensori.

    La EN 81-20:2014 impone nuovi requisiti tecnici per la co-struzione e linstallazione degli ascensori e la EN 81-50:2014 amplia le prescrizioni per la progettazione, il conteggio e la verifica dei componenti degli ascensori. Nonostante i maggiori costi, Schindler consiglia di progettare fin da ora secondo que-ste norme, per garantire gi dalla pianificazione la conformit dellascensore allo stato pi avanzato della tecnologia e ai requisiti di sicurezza pi severi.

    Alle nuove norme non devono adeguarsi solo i produttori di ascensori, bens anche progettisti, architetti e committenti. Queste riguardano infatti sia il vano, sia la costruzione dellascensore. Dal 1 settembre 2017 potranno essere messi in servizio solo gli ascensori conformi alle norme EN 81-20/50:2014. Queste norme sono per dimportanza pressante gi oggi. Applicarle per tempo significa evitare eventuali problemi al momento della messa in servizio di un nuovo ascensore o di un impianto sostitutivo. La data ultima il 31 agosto 2017: se per qualche motivo i lavori di costruzione subiscono un ritardo e proseguono oltre tale data, lascensore installato secondo la vecchia norma EN 81-1/2 non potr pi essere messo in servizio.

    Pi grande un progetto di costruzione e si avvicina la data ultima, maggiore il pericolo che un ascensore installato secondo la vecchia norma non sia pi conforme alla legge. Per questo consigliamo ai committenti di progettare fin da oggi secondo le nuove norme, dichiara Rodin Lederle, Direttore Business Management Nuovi Impianti e Modernizza-zione presso Schindler Svizzera. Un adeguamento successivo non causa solo ritardi nella costruzione, ma implica anche un esborso finanziario notevolmente maggiore. Perci Schindler offre gli impianti nuovi o sostitutivi conformi alle nuove norme gi dal 2 dicembre 2015.

    Quali ascensori sono interessati dalla EN 81-20/50:2014?

    Dal 1 settembre 2017 potranno essere messi in servizio solo gli ascensori e i montacarichi conformi alle nuove norme EN 81-20/50:2014. Ci vale non solo per gli ascensori nuovi e sostitutivi, ma anche per i nuovi com- ponenti destinati alla modernizzazione di ascensori esistenti.

    La EN 81-20/50:2014 la revisione di una norma precedente e si basa sulla Direttiva ascensori europea e sullOrdinanza sugli ascensori. In base agli accordi bila-terali, la Svizzera obbligata a recepire questa norma.

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  • 7

    Idea rischiosa quella di chiamare un architetto a ri-pensare il Cabanon di Le Corbusier, quel piccolo rifu-gio fatto di legno e modulor che il Maestro costru a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzurra, nel 1952. Ancor pi se si pensa di allestire questa copia allin-terno di un museo, eliminando del tutto la dimensio-ne paesaggistica che d buona parte del significato alloriginale. Eppure, la petite chambre de villgiature di-segnata da Umberto Riva alla Triennale di Milano allinterno della mostra Stanze. Altre filosofie dellabitare, curata da Beppe Finessi, fino al 12 settembre appa-re un esperimento stimolante, un piccolo divertisse-ment capace di rendere omaggio alleremo di Corbu ma anche di distaccarsene con garbo. Riva, classe 1928, uno dei maestri pi raffinati dellarchitettura italiana degli ultimi decenni, ha saputo raccogliere la sfida sfruttando la sua vasta esperienza nel disegno dellambiente domestico. Dalla fine degli anni Cin-quanta, quando esord con una serie di case per va-canze a Stintino, in Sardegna (coincidenza: a guarda-re la cartina del Mediterraneo siamo proprio di fronte a Roquebrune), larchitetto milanese ha infatti esplorato a fondo il tema dellabitare attraverso uno studio della spazialit e del dettaglio basato su una cultura artigianale del progetto e su di uninquietudi-ne compositiva evidente nellostinata ricerca geometri-ca che muove i suoi progetti, dalla gestazione al parto fino allo svezzamento in cantiere.Ma come fatto il Cabanon di Umberto Riva? Le di-mensioni sono quelle delloriginale, circa 16 mq, e la pianta rettangolare, ma c subito una visibile diffe-renza che interessa aspetto formale, organizzazione interna e dunque il modus vivendi di questa piccola chambre, pensata per la riva di un fiume o in mezzo al bosco. Non condividendo la scelta di avere il wc a po-chi centimetri dal letto, dietro a una tenda, Riva ha deciso di creare un volume connesso ma indipenden-te rispetto allambiente principale, con funzione di toilette adeguatamente disimpegnata e di ingres-so. Questa appendice, dalla forma organica e visibil-mente inclinata rispetto allasse principale, segna quindi un distacco (e una critica) rispetto allorigina-le, ma a pensarci bene rappresenta anche un omag-gio allopera del Maestro: essa ricorda infatti uno di quegli objets raction potique che Le Corbusier amava giustapporre allo spirito cartesiano e alla matematica del Modulor. Se si guardano le piante del convento di La Tourette e il Segretariato di Chandigarh si ritrove-r un assemblaggio simile: la forma organica, simile a unorecchia, che si stacca dal corpo principale per contenere funzioni particolari.

    Entrati nella pancia della chambre le differenze si fan-no pi evidenti e allo stesso tempo sottili, svelando alcune delle cifre caratteristiche dellopera di Riva, progettista abituato a interrogare le sue piante senza sapere esattamente quale sar il punto di arrivo, ma con la fiducia che esso potr essere pi interessante dello status quo. In una recente lezione tenuta al Poli-tecnico di Milano, Riva ha usato, un po ironicamen-te, la metafora del flipper: una pallina che sonda lo spazio sfruttando grazie alla mano del giocatore, ma anche al caso le sponde disponibili. Nella sua semplicit tale immagine molto efficace, soprattut-to considerando la predilizione di Riva per le triango-lazioni, gli spigoli, gli angoli non retti. Accade cos

    Gabriele Neriin collaborazione con vsi.asai

    I N T E R N I E D E S I G N

    Il Cabanon di Umberto RivaReinventato alla Triennale il rifugio di Corbu

    1.-2. Vista dellinterno della chambre dallingresso e controcampo. Foto Andrea Martiradonna

    3. Pianta della chambre. Fonte Studio Umberto Riva 4. Veduta della chambre allinterno della mostra Stanze. Altre

    filosofie dellabitare (a cura di Beppe Finessi) alla Triennale di Milano, fino al 12 settembre. Foto Andrea Martiradonna 5-6. Dettagli delle nicchie create con lapertura delle pareti laterali.

    Foto Andrea Martiradonna

    1.

    2.

  • 8

    che la regolarit di fondo, stabilita dalla pianta ret-tangolare, viene contraddetta da poche ed efficaci operazioni geometriche di intaglio: una porzione del-le pareti lunghe si apre verso lesterno, quasi fosse una branchia, producendo una dilatazione dello spazio interno e un inaspettato scambio visivo con le-sterno. La prima, in fondo alla stanza, trasforma lan-golo dedicato al letto in una piccola alcova, mentre la seconda fa da quinta e da piano dappoggio. Entrambe offrono allabitante sdraiato o seduto una coppia di finestre inclinate che moltiplicano le prospettive. Le pareti diritte, poste agli altri estremi dellambiente, ospitano un tavolo e un angolo cucina che Le Corbusier non aveva: lui e la moglie mangiavano sempre nel pic-colo ristorante Ltoile de Mer, collegato tramite una

    porta. Gli arredi sono fissi, in legno di betulla che dialoga con il cedro della struttura e disegnati su misura. Il letto riprende quello del Cabanon (che era in castagno) per la presenza di un poggiatesta e di grandi cassetti per lenzuola e coperte; il tavolo, inve-ce, parte di una strategia spaziale: fa sistema con la nicchia creata nella parete inclinata e accentua la frammentazione dello spazio. Sui ripiani si trovano le lampade disegnate da Riva allinizio degli anni Ses-santa, la E63 e la Lem. Allesterno domina il ritmo delle scandole di cedro, inclinate e disposte in oriz-zontale e verticale, che saranno ancora pi belle tra qualche anno con il passare del tempo. Speriamo che qualcuno pensi al suo futuro dopo la mostra

    I N T E R N I E D E S I G N

    4.3.

    5.-6.

  • 5 buone ragioni per un allacciamento domestico di Swisscom.

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    Deontologia, la scienza del dovere. Nessuno pu ne-garlo: come cittadini abbiamo tutti dei diritti, ma an-che dei doveri, verso la societ civile, per farla cresce-re, migliorarla in termini di equit, per garantire opportunit a tutti, per sostenere i pi deboli. Il dove-re insomma guida il cittadino consapevole e, se rece-pito da buona parte della cittadinanza, una societ migliore il risultato ineluttabile. In passato una forte spinta evolutiva della societ si manifestata verso la fine del Medio Evo con la nascita delle corporazioni, entit tese a raggruppare professioni non solo per tu-telarne gli interessi, ma anche per uniformare metodi produttivi, per istruire le nuove leve e garantire conti-nuit. La societ parliamo di quella occidentale si cos evoluta verso nuovi orizzonti, con la creazione di opportunit per sempre pi individui che si affran-cavano dalla servit. I sistemi di governo e di istruzio-ne sono quindi progrediti verso il riconoscimento del singolo quale componente essenziale della societ. Le professioni si sono organizzate sempre pi e quelle che esplicavano gli effetti pi incisivi sul vivere colletti-vo si sono dotate di un codice etico per salvaguardare gli interessi, in senso lato, della societ nella quale operavano. La deontologia professionale in quanto tale nasce nella prima met del XIX secolo e a questa si appellavano soprattutto medici e avvocati, professio-ni cosiddette liberali, seguiti pi tardi da ingegneri e architetti, i cui prodotti sono sempre stati essenzia-li nellaccrescere la qualit di vita della societ.Poi arrivata la globalizzazione che, associata al neoli-berismo in un mercato sempre pi invadente, ha por-tato deregolamentazione, abolizione delle strutture collettive, mescolanza tra societ e culture di ogni spe-cie e livello, soppressione delle frontiere, delocalizza-zione. Allindividuo questa apertura stata propi-nata dai nuovi regnanti, spalleggiati dai media, come grande opportunit dalla quale il singolo avrebbe tratto ampi benefici, con la caduta dei prezzi, la possi-bilit di trovare lavoro ovunque, soprattutto altrove, se veniva a mancare in casa propria. Alle nostre latitudi-ni i governi si sono impegnati con tale solerzia da ren-dere il processo irreversibile, anche dopo che ci si resi conto degli effetti negativi che tale processo ha comportato. Effetti che hanno dimostrato come le op-portunit siano state spesso colte dai forti e dai furbi. La disoccupazione progredita, e chi lha subita non ha certo beneficiato granch della caduta dei prezzi. Di fatto, ci che un tempo lindividuo sentiva come senso del dovere, oggi si tramutato in egoismo, un atteggiamento che pervade lintera societ. Oggi i co-dici deontologici ormai sopravvivono a stento nelle professioni liberali in cui hanno avuto origine, ma

    sono sempre pi difficili da rispettare di fronte alla tendenza verso lindividualismo. Innegabilmente, fra le professioni liberali, quelle di ingegnere e architetto hanno maggiormente sofferto rispetto a quelle di me-dico e di avvocato. Il perch semplice da spiegare: queste ultime professioni sono regolamentate e non vanno soggette alla concorrenza, come per lingegne-re e larchitetto. In Ticino esiste una regolamentazio-ne di queste professioni, ma essendo lunico cantone a possederla, gli effetti che ne derivano nel calmierare la concorrenza sono nulli. Viste dunque le condizioni quadro in cui operano queste professioni, un mira-colo che in Ticino si possa ancora parlare di etica pro-fessionale ed esista un codice deontologico per le pro-fessioni di ingegnere e architetto.A questo punto occorrerebbe rifarsi al significato del-la deontologia e agli effetti che dovrebbe generare sul-la crescita della societ: il dovere un concetto che non pu essere fatto proprio o imposto per legge solo a una categoria di persone e in un ambito nazionale ristretto. Il dovere una nozione assoluta, che coinvol-ge tutti gli attori della societ. Per essere pi specifici, limitando il discorso alle nostre categorie professiona-li, non solo chi offre e svolge prestazioni dovrebbe at-tenersi a un codice etico, rispettando il cliente, il prossimo, la societ e lambiente, ma anche chi le ri-chiede dovrebbe fare altrettanto, rispettando la digni-t del professionista e accordandogli la giusta merce-de per le prestazioni che ottiene. Oggi si assiste invece a un degrado tale nella richiesta di prestazioni da par-te delle committenze da poter dire senza timore di essere smentiti che nessun committente si mai posto il problema di sapere se il proprio agire nei confronti dei professionisti del nostro ramo sia eticamente cor-retto. Accettare offerte sottocosto, se gi un atto de-ontologicamente censurabile per colui che le inoltra, altrettanto lo per chi le avalla. Cos facendo una committenza contribuisce al degrado della societ, alla caduta di dignit delle professioni, al calo del ri-cambio con le nuove leve, per non parlare poi della qualit delle prestazioni. Tanto di cappello dunque a coloro che, in questa giungla economica che con tan-ta convinzione stata coltivata da politici, funzionari e media, riesce ancora ad applicare unilateralmente un codice deontologico. Chi lo fa, oggi rischia di per-derci, perch la selva di leggi che permettono compor-tamenti scorretti ormai fuori controllo e favorisce chi non si cura della deontologia, contribuendo a quella che qualcuno ha gi chiamato proletarizzazio-ne delle nostre professioni. La conclusione una sola: se vogliamo salvaguardare le professioni di ingegnere e architetto, rivalutiamo quel piccolo miracolo che il codice deontologico di cui si dotata lotia, uno stru-mento che fa onore a chi lo rispetta, ma che avr tanto pi valore ed esplicher tanti pi effetti se sar appli-cato anche dalle committenze.

    * dott. ing., Anastasi & Partners, Locarno presidente reg

    Giuliano Anastasi*

    C O M U N I C A T I O T I A

    Deontologia:quo vadis?

    Impresa generale di costruzioni SA

    SUCCESSO DELLIMPRESA

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    Con Umsicht Regards Sguardi 2017, alla sua 4a edi-zione, la Societ svizzera degli ingegneri e degli architetti (sia) rende onore ai progetti che contribuiscono in modo eccellente allorganizzazione lungimirante dello spazio di vita svizzero.

    Con ledizione 2017, la Societ svizzera degli ingegneri e degli architetti (sia) conferir per la quarta volta il riconoscimento Sguardi. Gli ingegneri, gli architetti e gli esperti di tutte le discipline, rappresentate dalla sia nellambito della progettazione, potranno inoltrare le proprie candidature fino al 5 luglio 2016. Qual la particolarit di questo evento del tutto unico nel suo genere? Diversamente da tanti altri premi, il riconosci-mento Sguardi si distingue per la sua spiccata interdisci-plinarit. La giuria premia un numero massimo di otto progetti, selezionati allinterno di un ampio ventaglio di opere, prodotti o strumenti particolarmente mirabili ed esemplari, inerenti i settori specialistici che compe-tono ai professionisti svizzeri attivi nellambito della co-struzione, della tecnica e dellambiente. Un elemento fondamentale che accomuna i progetti la capacit di contribuire in modo eccellente e innovativo allo svi-luppo lungimirante dello spazio di vita svizzero, grazie a un approccio oculato e onnicomprensivo e a uno spiccato senso di responsabilit verso la societ e la cul-tura della costruzione. Nella cornice di una solenne cerimonia, con unesposi-zione itinerante che far tappa in diverse localit della Svizzera e dei paesi limitrofi e con uno speciale dossier tematico, la sia presenter i progetti premiati alle sfere specialistiche e al vasto pubblico. Con Sguardi, la sia punta i riflettori sugli approcci par-ticolarmente lungimiranti e non convenzionali, ponen-do sotto le luci della ribalta i progettisti e i loro commit-tenti. Lidea di fondo di promuovere una discussione sul tema della sostenibilit in senso globale. Ispirando-si a questo principio, con gli anni, Umsicht Regards Sguardi si trasformato in un evento molto atteso e di portata nazionale. La sia pone un accento particolare anche sulla giuria. I 13 membri giurati, tutte personalit di grande calibro, compongono un comitato di selezione internazionale, tra cui si annoverano importanti esponenti delle pi sva-riate discipline. La premiazione si terr in marzo 2017.

    Maggiori informazioni sul riconoscimento e sulla procedura per linoltro dei progetti sono pubblicate su: www.sia.ch/sguardi

    * redattore responsabile Pagine sia

    Frank Peter Jger*[email protected]

    Aperte le candidaturea Sguardi

    Il rilevamento statistico e salariale sia per il 2016 co-minciato e continuer fino al 4 luglio. Partecipando al sondaggio, gli studi di progettazione avranno la possibilit di definire quattro importanti indicatori di redditivit (produttivit, spese generali, cifra daf-fari da onorari fatturati per ogni impiego a tempo pieno, quota relativa ai costi del lavoro). Conclusa la valutazione, ciascuno studio potr analizzare, parten-do da una base fondata, i risultati raggiunti e con-frontarli con quelli della concorrenza. Anche questanno i membri delle associazioni part-ner (fas, fsap, fsai, fsu, igs, sia, svu-asep, sitc, usic) sono incoraggiati a partecipare numerosi. Il rileva-mento si terr da maggio a luglio 2016 e per limmis-sione dei dati sar come sempre disponibile la piatta-forma online www.benchmarking.sia.ch. Con la partecipazione al sondaggio, gli studi avranno a disposizione i dati fondamentali per calcolare lindi-ce medio dei costi per il proprio studio di progettazio-ne, una base aziendale specifica per allestire le offer-te. Gli studi di progettazione che conoscono questo dato fondamentale possono ottimizzare e professio-nalizzare in modo sostanziale la gestione finanziaria. Vista la costante pressione dei costi e la tendenza a calcolare gli onorari in base alle ore di lavoro, rispetti-vamente a conteggiare le prestazioni supplementari con una tariffa su base temporale, ogni impresa attiva nel settore della progettazione dovrebbe essere in gra-do di determinare i propri tassi di onorario specifici.

    Per ulteriori informazioni: https://benchmarking.sia.chwww.sia.ch/form * arch. dipl. mas, eth, sia, Servizi per ditte e perfezionamento professionale (sia Form)

    Henrietta Krger*[email protected]

    Calcolare gli onorari? Niente di pi semplice

    C O M U N I C A T I S I A

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    Colloquio con Ariane Widmer Pham, urbanista di Losanna e membro del Comitato sia.

    sia: Signora Widmer Pham, potrebbe spiegarci in poche paro-le quale obiettivo e quale scopo si pone il progetto Svizzera 2050?Ariane Widmer Pham: il progetto verte su quella che sar la Svizzera del domani e sulle sfide che dovr af-frontare. Svizzera 2050 un progetto di ricerca di ampio respiro. Ci fornice unimmagine avveniristica del nostro Paese, di una Svizzera del 2050, nel cuore dellEuropa e con una popolazione di dieci milioni di abitanti.

    Quale sar il risultato finale del progetto?Vogliamo illustrare una strategia territoriale globale e concreta per la Svizzera del 2050. Il progetto per-metter di raccogliere dati, ma anche di riunire gli obiettivi strategici di pianificazione territoriale, urba-nistica, paesaggio, trasporti, pianificazione infra-strutturale, energia, protezione della natura, facendo confluire altres i fattori sensibili legati al campo della sociologia. Parliamo dunque anche dellidentit di una Svizzera in crescita. Nel contempo si tratta per di definire la procedura e trovare la via giusta, con un dialogo continuo tra ricerca e prassi, un inter-scambio sistematico e il consolidamento dei risultati.

    Il progetto partito dal concetto di patrimonio costruito svizzero, inteso come leredit del Paese in termini di sostan-za edilizia, con i suoi edifici, le vie ferroviarie, i ponti ecc.Lei si riferisce alliniziativa promossa dai due inge-gneri Peter Matt e Fritz Hunkeler, che nel 2010 hanno lanciato il progetto Sviluppo del patrimonio costrui-to svizzero cofinanziato, tra laltro, anche dagli uffi-ci federali. Nellottica di tutelare e sviluppare il patri-monio costruito svizzero, Matt e Hunkeler avevano stabilito una tabella di marcia.

    In che misura Svizzera 2050 si riallaccia a questiniziativa?Quello svolto un lavoro preliminare importante e una base da cui partire. Tuttavia abbiamo volutamen-te deciso di ampliare il tema e non considerare sol-tanto il patrimonio costruito, bens di riflettere sullo spazio vitale, in tutta la sua interezza. Questa prospet-tiva allargata in linea con gli obiettivi sia. Ritengo fondamentale pensare e agire in modo pi unito e interdisciplinare.

    I dati necessari per farlo non sono forse gi disponibili?S, ci sono gi. Adesso per il lavoro titanico degli

    esperti sar quello di raccogliere i dati provenienti da fonti molto diverse e di farli confluire in una banca dati, per modellarli e valutarli in base a vari scenari: dati catastali, flussi di traffico, informazioni gis, dati demografici ecc. Insomma, proprio per la sua mol-teplicit che questo nuovo strumento informatico cos promettente.

    Per quale motivo si sono prese proprio Aarau/Olten e la re-gione metropolitana di Basilea come primi casi di studio?Perch sono un buon esempio della struttura territo-riale svizzera. Larea di Aarau/Olten illustra bene il passaggio tra densi agglomerati e zone rurali, una ca-ratteristica tipica dellAltopiano svizzero. Basilea inve-ce incarna bene lesempio di grande citt dinamica in prossimit della frontiera. A questi primi casi di studio, o meglio carotaggi, come abbiamo deciso di chiamarli, si aggiungeranno altre aree e alla fine sa-ranno rappresentate tutte le tipologie territoriali del nostro Paese.

    Il progetto non si mette in concorrenza con gli interventi e gli strumenti di pianificazione promossi da Confederazione e Cantoni? Svizzera 2050 un progetto di ricerca transdiscipli-nare, non uno strumento di pianificazione del terri-torio. Confederazione e Cantoni non svolgono un la-voro di ricerca. Svizzera 2050 offre invece a tutti i partner coinvolti, tra cui anche i membri sia, la possi-bilit di testare gli strumenti di pianificazione del ter-ritorio esistenti e discutere, valutare e partecipare at-tivamente allo sviluppo di nuovi tool.

    Oltre a una rilevanza sotto il profilo della pianificazione e a livello sociale, il progetto riveste unimportanza culturale...S, cos. Lo Studio Basel, condotto da Herzog & de Meuron, in passato ha gi lavorato intensamente con immagini associative, che si avvicinano in modo do-cumentativo e nel contempo assai creativo al territo-rio svizzero. Svizzera 2050 non sar soltanto un progetto di pianificazione del territorio. Dobbiamo chiederci: in che Paese vogliamo vivere nel 2050? Per poter condurre la nostra esistenza in un Paese in cui sia anche piacevole vivere abbiamo bisogno di una vi-sione che ci permetta di capire come armonizzare in modo ottimale le risorse del presente con le possibili-t del domani.

    Frank Peter [email protected]

    C O M U N I C A T I S I A

    Pronti per il futuro Qual lobiettivo del progetto di ricerca sia Svizzera 2050?

    1. Ariane Widmer Pham, arch. e urbanista dipl. epf/sia fsu fas, presidente Comitato direttivo

    , Losanna. Foto Philip Boeni

    1.

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    La Galleria di base del Gottardo entrer in servizio questanno. Una ferrovia di pianura collega ora il Ti-cino allAltopiano svizzero, attraverso le Alpi, e nel 2019 la rete sar completata dalla Galleria di base del Ceneri. Un vero e proprio capolavoro dellarte inge-gneristica made in Switzerland che dar vita a nuovi collegamenti su scala europea. Per il raddoppio del Gottardo il dado tratto, mentre si discute ancora sul progetto Cargo sous Terrain. Le grandi aziende fornitrici di energia elettrica intanto sono pronte. Il crescente patrimonio costruito svizzero, con gli edi-fici, le strade, le reti ferroviarie, le centrali elettriche e le opere infrastrutturali, costituisce un pilastro fondamentale del benessere del Paese. Lattuale valore di sostituzione ammonta a circa 2500 miliardi di fran-chi, gli investimenti annuali a oltre 60 miliardi. In futu-ro bisogner preservare tali infrastrutture e continua-re a ottimizzarne la qualit in modo strategico. La riflessione globale sul territorio svizzero nel 2050 contempla in particolare la qualit di vita di fronte alla forte pressione generata dallo sviluppo. In questo contesto altri temi cruciali sono lo sfruttamento soste-nibile, la strutturazione del paesaggio naturale e del-

    lo spazio costruito, la protezione ambientale, leffetti-vo approvvigionamento energetico e la mobilit.

    Limpegno della sia

    La Societ svizzera degli ingegneri e degli architetti sia consapevole del ruolo chiave che chiamata a svolgere nella trasformazione lungimirante del patri-monio costruito e dello spazio vitale svizzero. La sia coglie la sfida e si impegna a sviluppare gli esistenti strumenti di pianificazione territoriale, adattandoli alle esigenze nutrite dalla societ del domani. Co-gliendo liniziativa, la sia ha formulato domande chiave, ha messo a disposizione i mezzi iniziali, riuni-to i propri partner e lanciato, nellestate del 2015, la fase pilota di uno dei progetti pi ambiziosi della sua storia recente: Svizzera 2050. Per affrontare questa sfida complessa, accanto allUfficio amministrativo e al team di progetto, stata coinvolta in modo mirato la sia al gran completo, con il Comitato, le sezioni, i gruppi professionali, le associazioni di specialisti e le associazioni professionali. Lappello a diventare part-ner attivi di Svizzera 2050 rivolto anche agli uffici federali, cantonali e comunali, come pure alle orga-nizzazioni del settore energetico, della progettazione e della costruzione.

    Perch Svizzera 2050?

    Lobiettivo di Svizzera 2050 di offrire una visione dinsieme fondata e concreta di quello che sar il no-

    Ariane Widmer Pham Hans Georg Bchtold*

    C O M U N I C A T I S I A

    Progetto avveniristicoEcco perch la sia coglie la sfidaSvizzera 2050

    1. Stazione in quota, funivia del Sntis, Schwgalp ar, opera di Esther e Rudolf Guyer (1968-1974). Foto Sebastian Heeb / Heimatschutz Svizzera

    1.

  • 15

    stro Paese a met del 1 secolo del 3 millennio, sof-fermandosi sui seguenti temi:

    tutelare la qualit dello spazio vitale, nonostante la forte crescita demografica;

    definire una strategia territoriale globale per la Svizzera nel cuore dellEuropa, attraverso modelli e scenari, basati su unampia raccolta di dati relativi al patrimonio costruito e allo spazio vitale. Al cen-tro delle riflessioni vi sono lo sviluppo e la pressione esercitata sul territorio e lambiente, la mobilit, il parco immobiliare, gli impianti di produzione energetica, lo sviluppo degli insediamenti e linfra-struttura del nostro Paese. Bisogna dimostrare come sia possibile dare forma a una nuova qualit dello spazio vitale e come creare nuove identit, nel quadro delle trasformazioni in atto;

    considerare lo sviluppo territoriale svizzero come materia di ricerca e insegnamento, sviluppare con-cetti concreti, favorendo uno scambio tra prassi e formazione. I risultati raccolti dovrebbero altres servire da modello per altri paesi del mondo.

    Il progetto vuole inoltre apportare vantaggi concreti e un plusvalore professionale ai 16000 membri sia, fornendo una base per levoluzione delle norme, per una previsione, per la formazione continua e per i servizi offerti della sia. Il progetto mira altres a defi-nire criteri e argomenti da mettere in pratica nella quotidianit. Svizzera 2050 vuole inoltre, in linea con la tradizione sia, consolidare linterdisciplinarit e la collaborazione tra architetti e ingegneri. Svizzera 2050 un progetto ambizioso. Richiede la stretta collaborazione e il coordinamento di tutti i li-velli istituzionali. Il suo successo dipender da quanto le parti coinvolte, compresi gli esponenti dellecono-mia e i privati, si mostreranno effettivamente disposti a portare avanti la discussione e a investire nel futuro della Svizzera.

    Un dinamico raggruppamento delle competenze

    Lidea poggia sulla volont di sviluppare, partendo da casi e moduli tematici, una visione unitaria e fondata per la strategia territoriale della Svizzera del futuro. Svizzera 2050 un cluster dinamico, in cui le com-petenze pi diverse sono raggruppate e condivise in modo flessibile e mirato. Il progetto promuove il dia-logo tra i protagonisti della progettazione e della co-struzione del territorio svizzero, riunendoli, tenendo tuttavia conto della loro diversit e complementarie-t. Nel corso della procedura i risultati scaturiti dalla ricerca andranno via via consolidati e resi pubblici a intervalli regolari. Nella fase iniziale lavoreranno due gruppi di ricerca incaricati di sondare alcune realt specifiche, mediante studi a campione, i cosiddetti carotaggi. Da settembre 2015, due istituti del Poli-

    tecnico Federale di Zurigo, lo Urban Think Tank (u-tt) e il Laboratory for Energy Conversion (lec) lavorano allo sviluppo di una piattaforma con cui rac-cogliere e valutare le informazioni necessarie per defi-nire lo sviluppo territoriale. Parallelamente, leth Studio Basel sta affrontando la problematica della dispersione insediativa, sulla base del carotaggio ef-fettuato nellarea metropolitana di Basilea. Sorge tut-tavia una domanda chiave: come possibile contra-stare la frammentazione della pianificazione di fronte a una crescita della popolazione svizzera del 25% (da 8 a 10 mio, secondo le stime)? Il gruppo pro-fessionale Ambiente (bgu) della sia ha ricevuto in ottobre 2015 lincarico di elaborare il modulo temati-co Paesaggio. La collaborazione avviata con il bgu funge da esperienza pilota per coinvolgere progressi-vamente altri gruppi professionali sia. Il numero 16/2016 di tec21 contiene un dettagliato rapporto in merito.

    Un progetto di importanza nazionale

    Durante la fase iniziale e progettuale, la sia a diri-gere i lavori, rappresentata dal Comitato e dallUffi-cio amministrativo. Nellestate 2015 si costituita una struttura organizzativa snella ed efficiente che verr progressivamente ampliata per garantire lintercon-nessione ottimale tra i gruppi di ricerca e permettere lintegrazione di altri partner. Svizzera 2050 un progetto di importanza nazio-nale, sostenibile solo con un impegno collettivo. I partner potranno far confluire le proprie compe-tenze in un progetto avveniristico, collaborare atti-vamente alla sua realizzazione e accedere agli ultimi risultati scaturiti dalla ricerca.

    * Ariane Widmer Pham, architetto e urbanista, membro del Comitato sia. Hans Georg Bchtold, ing. forestale dipl., urbanista

    eth/sp, direttore sia

    C O M U N I C A T I S I A

    Paesaggio

    Mobilit

    Energia

    Ambiente e clima

    Infrastruttura

    Urbanizzazione, edifici e impianti

    Sociologia, politica ed economia

    SVIZZERA 2050

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    2.

    2. Progetto Svizzera 2050 Panoramica sui temi e sugli studi previsti. Fonte sia

  • Archi, tec21 e tracs sono alla ricerca dei migliori proget-ti realizzati dagli studi di ingegneria svizzeri prestazioni tecniche di alto livello e veri e propri cavalli di battaglia con-cernenti i molteplici ambiti legati al settore della costruzione. Contattateci!

    Il libro Opere di ingegneria svizzera sar pubblicato nellautunno del 2016, su incarico delle associazioni di progettisti sia e usic. Ledizione trilingue, in italia-no, tedesco e francese, riunir una selezione di ope-re, realizzate dagli studi dingegneria svizzeri negli anni 2015-2016, in Svizzera e allestero. Saranno pre-se in considerazione tutte le discipline legate al setto-re della costruzione e i progetti pi diversi: opere di ampio respiro, progetti di piccole dimensioni, presta-zioni puntuali e di massimo livello, interventi con im-patto su larga scala, interventi tecnici e strutturali, esempi insoliti o apparentemente comuni, incarichi altamente specialistici e progetti interdisciplinari.Sarebbe presuntuoso pensare di illustrare in modo esaustivo tutto ci che nasce dalla creativit degli stu-di di ingegneria del nostro Paese. Con questa pubbli-cazione speriamo tuttavia di offrire uninteressante panoramica dellampio ventaglio di mansioni che gli ingegneri svizzeri sono chiamati a svolgere. I criteri determinanti per la selezione delle opere sono leleva-to grado qualitativo e la rilevanza rivestita dai proget-ti nel contesto specialistico, politico, sociale ed econo-mico. La scelta operata da un comitato indipendente e interdisciplinare, diretto dalle redazioni specialisti-che delle riviste Archi, tec21 e tracs.

    Orgoglio e riconoscimento

    Il lavoro svolto dagli ingegneri civili svizzeri immen-so, anche se in seno allopinione pubblica sono spesso poche le parole spese al riguardo. In generale il rico-

    noscimento nutrito per le professioni ingegneristiche non commisurato alle conquiste cruciali che la no-stra collettivit deve loro. Il libro vuole contribuire a rafforzare la consapevolezza nei confronti della com-petenza e dei meriti attribuiti agli ingegneri civili del nostro Paese, in primo luogo da parte degli addetti ai lavori, ma anche degli studenti che si cimentano con questa disciplina, da parte dellampio pubblico, dei partner professionali e dei detentori del potere deci-sionale. La pubblicazione si rivolge agli ingegneri, ai membri delle associazioni di progettisti sia e usic, ai committenti, agli studenti, ai professionisti del setto-re, ai politici nellambito delleducazione, alle autori-t competenti e agli esponenti con potere decisionale di tutta la Svizzera.

    Inoltro dei progetti

    Inviateci una breve documentazione del vostro progetto entro la fine di giugno 2016, scrivendo a [email protected], e indicate nelloggetto: Ingenieur-Jahrbuch/annuario di ingegneria. * architetto, direttrice di tec21

    N O T I Z I E C H

    AAA progetti cercasi

    1. Straordinaria opera ingegneristica: Passante di Zurigo, costruito nel cuore della citt, senza interrompere il traffico

    ferroviario. Foto Judit Solt

    Judit Solt*

    1.

    Lassicurazione per imprenditori della Suva tutela i lavoratori indipen-denti dalle conseguenze economiche di eventuali infortuni sul lavoro,malattie professionali o infortuni nel tempo libero. Tra laltro, la coper-tura assicurativa pu essere estesa anche ai familiari che lavoranonellazienda senza percepire uno stipendio soggetto ai contributi AVS.Per maggiori informazioni visitate il sito www.suva.ch/afi.nellazienda senza percepire uno stipendio soggetto ai contributi AVS. Per maggiori informazioni visitate il sito www.suva.ch/afi.

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    Leredit dellangolo retto

    Leredit del Movimento Moderno nel Dopoguerra in prevalenza quella della geometria, dellangolo ret-to. Determina i decenni della ricostruzione europea e tutta larchitettura fino agli anni Ottanta, poi pro-gressivamente meno dogmatica rispetto a quella pre-cedente. Si socchiudono allora spiragli dentro cui si infilano ricerche progettuali in cui altri temi si affac-ciano: da Stirling e Gowan con la Facolt di Ingegne-ria a Leicester (1963) e la Facolt di Storia a Cambrid-ge (1963), una frammentazione degli edifici in volumi di forme diverse incastrati tra loro, entit au-tonome con funzioni e spazi diversi. ... elementi identificabili, cio le colonne degli ascensori e scale e il grande tetto a forma di tenda che indica la sala di lettura della biblioteca, scrivono gli architetti. E poi Louis Kahn con i laboratori Richards dellUniversit di Pennsylvania (1961), dove laggregazione di volumi assume un ruolo pi rigoroso, pi concettuale, in cui forma e dimensione di ciascuna torre verticale ha un ruolo preciso nel dare significato al progetto torri con spazi serventi e altre con spazi serviti non-ch nel definire la gerarchia dellintero complesso. In seguito Stirling da un lato e Kahn dallaltro segui-ranno percorsi diversi, ma entrambi avranno unin-fluenza decisiva nellevoluzione dellarchitettura de-gli anni Ottanta e successivi.Degli anni Sessanta non bisogna per dimenticare chi cavalca lutopia e si sgancia dalle vicende del passato, come quei gruppi e movimenti che inventano mondi e architetture dellimmaginario utopico, e penso a Ar-chigram e Yona Friedman, fino alle cupole e gli invo-lucri questi realizzati di Buckminster Fuller.

    Claude Parent e Zaha Hadid

    Lutopia: ci che mi spinge ad accennare tutto questo la recente scomparsa di due protagonisti, luno sco-nosciuto ai pi, laltra invece conosciuta quasi fosse una star del cinema. Il primo il francese Claude Pa-rent, morto il 27 febbraio 2016 allet di 93 anni, la seconda liraniana Zaha Hadid, morta il 31 marzo 2016. Completamente diversi tra loro, hanno proget-tato e realizzato opere che in nulla si assomigliano. Eppure... eppure avevano in comune delle complicit

    si pu usare questo termine? e delle affinit le cui radici affondavano nellidentico humus culturale e perch no? sensitivo. Primo, erano dei visionari, pi prossimi allutopia che alla realt, pur se da buoni ar-chitetti la rincorrevano. Secondo, insofferenti (quin-di) alle certezze acquisite, sempre tesi a destabiliz-zare, essere critici, mai cedevoli ai compromessi. Radicali insomma. Terzo, odiavano due componenti che da secoli caratterizzano larchitettura: lorizzon-tale e la verticale. Che dir tutto.

    Larchitettura dellobliquo

    Per Claude Parent il mondo naturale non n oriz-zontale n verticale. Non lo sono le valli, n le colline e le montagne e le grotte, e persino il deserto solca-to da dune. E nellunica superficie perfettamente orizzontale, il mare, non possibile vivere. stato in-vece luomo ad aver inventato lartificio del verticale e dellorizzontale il muro e il pavimento per poi aver bisogno di piani inclinati piccoli per sedersi e

    Paolo Fumagalli

    D I A R I O D E L L A R C H I T E T T O T I

    Via dallangolo retto Da Claude Parent a Zaha Hadid

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    poggiare la schiena, e grandi con rampe e scale per passare da un piano allaltro. Quindi, soprattutto dopo il suo incontro con Paul Virilio nel 1963, ci che aveva dapprima sperimentato in ipotesi (Maison Drusch, 1963) diverr vera e propria teoria, o utopia se si vuole: immaginare unarchitettura che esclude la verticale e lorizzontale, fatta solo di piani inclinati. Edifici e progetti (soprattutto) fondati sullutilizzo di piani posti con inclinazioni differenti: linclinazione necessaria per salire o scendere da un livello allaltro, o quella adatta per sedersi e chiacchierare, o ancora quella per riposarsi, o per spostarsi da un luogo allal-tro dellabitazione. Ecco allora che tutta labitazione diviene uno scenario, uno spazio continuo, fluido, ininterrotto, senza scale e soffitti e pavimenti e porte. questo il vivre loblique di Claude Parent. Scrive nel libro Entrelacs de loblique, Edition Moniteur, Paris, 1981: La vie loblique est ds le dbut de sa trajec-toire, par ses intentions philosophiques de base, une morale, une aventure spirituelle.

    D I A R I O D E L L A R C H I T E T T O T I

    E in coerenza con queste idee, in piena politica urba-nistica dei Grand Ensembles degli anni Ottanta che la Francia stava realizzando nelle periferie delle gran-di citt, rifiuta un incarico per 500 alloggi a Trappes e si lancia con veemenza polemica contro la dissemi-nazione di torri e blocchi dentro unurbanistica stan-dardizzata, cos come standardizzata la vita dei suoi abitanti, dove ci si muove su strade rettilinee, si gioca, ci si riunisce, si mangia e ci si ama in posti precostitu-iti. No, per Parent, nella vie loblique non solo linterno dellabitazione, ma la citt intera deve inte-ragire, tutto deve confluire e interconnettersi: Tou-tes les activits seront intgres dans un tissu urbain trs dense, continu, dont les noeuds constitueront les principaux points de rassemblement et de contact. Intgres cela veut dire imbriques, troitement asso-cies. Insomma, gi allora, Parent comprese che lurbanistica doveva diventare obliqua, vale a dire in-terconnessa, fluida. Oggi diremmo: densificare.Nella dedica a un libro che mi regal nel 1984 tra laltro scrisse ... mais en plus, un amour forcen (et rare) du mouvement.

    Larchitettura inclinata

    Rem Koolhaas omaggi Claude Parent invitandolo a partecipare allultima Biennale di Venezia del 2014, e

    1. Claude Parent, abitare su piani inclinati (dal libro: Vivre loblique-Laventure humaine, Paris 1970) 2.-3. Claude Parent, Centro commerciale a Sens, 1970 (dal libro: Michel Ragon, Claude Parent, Dunod, Paris 1982) 4. Zaha Hadid, Museo MAXXI a Roma, 2010. Foto P. Fumagalli

    4.

  • la sua istallazione fu proprio una serie indovinate di piani inclinati. Nella rivista LArchitecture dAujou-rdhui, n. 411 del marzo 2016, in ricordo di Parent Koolhaas scrive che fu ... enemy of the orizontal pla-ne sharing the essence of his life long campaign with a vivid energy that made you want to urgently enlist in his war on flatness. E nello stesso numero Jean Nouvel scrive: ... la forme est souvent la consquence des ralits programmatiques et contructives, il faut alors lamadourer, la domestiquer, la valoriser. Je vous ai vu battre avec elle. Chaque fois que je me retrouve affronter le volume, la masse, le monolithe, je pense vous.... N, in questo numero della rivista manca-to un omaggio da parte di Zaha Hadid: ... was one of architectures most radical and audacious visionaries, audacious enough to question the horizontal plane as architectures natural plane of inscription and to propose the tilted plane as engine of invention and surprisingly fertile basis of an alterantive architectu-ral scenario.Cos scrive Zaha Hadid, pochi mesi prima di morire. Jean Nouvel ha lavorato nello studio di Parent, Zaha Hadid ha collaborato con lo studio di Koolhaas, e questultimo ha omaggiato Parent invitandolo alla Biennale: tra loro corrono e si intrecciano fili di compli-cit culturale e affinit per un certo verso caratteria-li. Anche se poi i loro progetti sono ben diversi tra loro. Anche larchitettura di Zaha Hadid fatta di piani in-clinati come lo era quella di Parent, ma con unorigi-ne ben diversa. Conseguenza piuttosto di un modo progettuale in cui tutta la massa delledificio a con-correre al processo inventivo, tutto plasmato in un magma fluido, immerso in una continuit senza inter-ruzione cui partecipano gli spazi e le pareti e i pavi-menti e rampe e scale, fino alle forme esterne. Che si dilatano a dismisura nel paesaggio urbano, architettu-re che poco hanno a che fare con il contesto urbano in cui si trovano, che anzi a questo contesto vogliono dare nuovo significato, toglierlo dallimbarazzante banalit in cui (spesso) si trova. Ma il merito maggiore di Zaha Hadid, a mio parere, di essere riuscita a ri-solvere la realizzabilit dei suoi eccessi formali, a trova-re la tecnica necessaria: una sperimentazione che dal gesto fatto a matita porta alla tastiera del computer e costituisce un indiscutibile progresso nella tecnologia del costruire. A conferma del resto degli insegnamen-ti della storia: che non vi evoluzione dellarchitettura senza progresso tecnologico. Dal come trasportare le pietre e modellarle di scalpello nellantichit remota allinvenzione dellarco e poi della cupola, dalluso del ferro e del cemento armato fino allelaborazione col computer e dei sistemi informatici.

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    Dal 2009 ho lopportunit di far confluire nella di-dattica dellAccademia di architettura dellUniversit della Svizzera italiana, attraverso un corso destinato agli studenti del primo e del secondo anno di Master, gli esiti delle ricerche sullarchitettura in Ticino nella seconda met del Novecento che svolgo allArchivio del Moderno e che da questanno fruiscono del soste-gno del Fondo Nazionale Svizzero grazie al progetto di ricerca triennale Larchitettura nel Cantone Ticino, 1945-1980. Dopo aver indagato i Paradigmi dellorganicismo (2009-2011) e Larchitettura delle scuole (2011-2013), negli ulti-mi tre anni ho attribuito al corso il titolo Architettura in Ticino 1945-2000: un itinerario storico-critico tra resi-stenza e disincanto.Il termine itinerario allude a un percorso che si di-pana, toccando tappe prestabilite, da un punto di partenza a un punto di arrivo, che in questo caso coincidono con la fine del secondo conflitto mondia-le e linizio del nuovo millennio. Tra questi due estre-mi si distende una narrazione articolata secondo temi trasversali, quali leredit dei maestri del Moder-no (Le Corbusier e Wright soprattutto), la nozione di funzionalismo nelle diverse accezioni assunte nel dopoguerra, lemergere di una concezione territoria-le dellarchitettura, il costruire moderno e i suoi valo-ri espressivi. Questi temi sono indagati muovendo dalle concrete declinazioni date loro dagli architetti ticinesi: vale a dire partendo dalle opere e applican-do di volta in volta gli strumenti critici adeguati a comprendere i loro modi di esistenza, le forme dellintenzione1 dei loro autori, la loro intertestuali-t: un programma di lavoro che rivela il debito intel-lettuale che ho contratto con Bruno Reichlin2 e che orienta sia limpostazione delle lezioni ex cathedra, sia la definizione delle modalit di esame. Questultimo, in particolare, si configura come la discussione di una ricerca monografica dedicata a unopera realiz-zata o meno scelta dallo studente entro un elenco di casi di studio forniti dal docente: ricerca fondata, quando possibile, sulla documentazione darchivio e presentata attraverso tavole A1 che coniugano testo, diagrammi e riproduzioni fotografiche (mentre nel corso Paradigmi dellorganicismo avevo optato per mo-delli in legno di faggio, alla scala 1:50, corredati da una scheda analitica).3

    Il corso, infatti, non si propone soltanto di tracciare un itinerario storico nellarchitettura del Cantone Ti-cino del secondo Novecento, ma di affinare, attraver-so gli strumenti critici proposti, le facolt analitiche degli studenti, favorire la definizione di criteri di giu-

    dizio razionali e, in ultima analisi, dare ragione del nostro stesso modo di progettare, sottraendolo al cer-chio magico della cosiddetta creativit per ricon-durlo nellambito non solo del dicibile, ma di una pratica su cui necessario e urgente rivolgere uno sguardo lucido e demistificante. Per dirla altrimenti, il corso vorrebbe contribuire a immunizzare gli stu-denti da quella che Martin Steinmann ha definito la tentazione di SantAntonio delloriginalit a ogni costo, facendo loro comprendere che larchitettura fondata su un sapere cumulativo, vale a dire un sape-re che si arricchisce progressivamente e trae la sua linfa dalle esperienze che ci hanno preceduto e che possono essere superate soltanto dopo averle compre-se a fondo, senza la quale condizione tale superamen-to perde gran parte del suo significato. Litinerario proposto dal corso, tuttavia, non si dipana soltanto tra due estremi cronologici, ma accompa-gnato da due termini (resistenza e disincanto) al-lusivi a due attitudini o stati danimo qui associati non in funzione oppositiva, ma di mutua integrazione. Resistenza parola ricorrente nelle dichiarazioni di buona parte degli architetti cui stata applicata le-tichetta (a mio avviso arbitraria) di Scuola ticinese, e alle cui opere Kenneth Frampton aveva guardato, fra altre, per esemplificare quei sei punti per unar-chitettura di resistenza posti a fondamento della sua nozione di Regionalismo critico.4 Ma poich questo medesimo termine, in quegli stessi anni, affiora con sorprendente frequenza e con sfumature diverse an-

    Nicola Navone*

    A C C A D E M I A D I A R C H I T E T T U R A T I

    Architettura in Ticino1945-2000: un itinerario storico-critico tra resistenza e disincanto

    1. T. Arnaboldi, S. Carella, M. Comaschi, A . Mazzucotelli, M. Polenghi, B. Reglieri, E. Wst, modello in scala 1:50 del progetto di Peppo Brivio per Casa Koerfer, Moscia (Ascona),

    1962-1964. Universit della Svizzera italiana, Accademia di architettura di Mendrisio, a.a. 2009-2010, Master 1+2

    1.

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    che nei discorsi dei principali protagonisti dellarchi-tettura svizzero-tedesca,5 va chiarito che cosa sinten-de con resistenza, e soprattutto a che cosa. Considerata la situazione nel Cantone Ticino, e lero-sione speculativa del territorio in atto da tempo, po-tremmo dire che la resistenza anzitutto orientata contro questo fenomeno, cui viene contrapposto un progetto alternativo di costruzione dello spazio (e in particolare dello spazio pubblico) che ne rifiuta la bieca mercificazione,6 facendosi invece portatore di unidea di urbanit venata distanze civili, e si tradu-ce nel rigetto di unarchitettura ripiegata su se stessa nellesaltazione del mero dato formale, refrattaria a una relazione critica con il luogo e con la storia, pro-na ai meccanismi della speculazione fondiaria e alle leggi della massima rendita economica a cui appone la cauzione della propria artisticit.Quanto al disincanto, che contempera e allo stesso tempo rafforza il desiderio di resistenza, si tratta, come sostiene Claudio Magris, di una forma ironica, malinconica e agguerrita della speranza; ne modera il pathos profetico e generosamente ottimista, che fa-cilmente sottovaluta le paurose possibilit di regres-

    A A M T I

    2.

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    2.-3. R. Martins Monteiro, analisi di Casa Streif f a Minusio (Dolf Schnebli, con Isidor Ryser e Bernhard Meier, 1968).

    Universit della Svizzera italiana, Accademia di architettura di Mendrisio, a.a. 2015-2016,Master 1+2

  • Note 1. M. Baxandall, Patterns of Intention, Yale 1985 (trad. it: Forme dellintenzione, Torino 2000). 2. B. Reichlin, Introduzione. Cominciare dal centro, dal punto cio in cui siamo colti dal fatto dellarte, in Id., Dalla soluzione elegante

    alledificio aperto. Scritti attorno ad alcune opere di Le Corbusier, a cura di A. Viati Navone, Mendrisio 2013, pp. 23-53. 3. Gli interessi sviluppati dagli studenti durante il corso possono quindi

    trovare ulteriore occasione di approfondimento attraverso i cosiddetti elaborati teorici previsti dalla didattica dellAccademia di architet- tura, vale a dire ricerche monografiche che conducono allelaborazio-ne di un testo di carattere saggistico, anche in questo caso fondato, prevalentemente, su una minuziosa ricognizione delle fonti.

    4. K. Frampton, Towards a Critical Regionalism: Six Points for an Architecture of Resistance, in H. Foster (a cura di), The Anti-Aesthetic. Essays on Postmodern Culture, Seattle 1983, pp. 16-30,

    cit. a p. 17 (trad. it.: Anti-tabula rasa: verso un regionalismo critico, Casabella, marzo 1984, n. 500, pp. 22-25).

    5. I. Davidovici, Notions of Resistance, in Ead., Forms of Practice. Germass-Swiss Architecture 1980-2000, Zrich 2012, pp. 227-232.

    6. S. Settis, Mimare la megalopoli, Arte + Architettura in Svizzera, a. LXVI, 2015, n. 3, pp. 4-11. 7. C. Magris, Utopia e disincanto. Storie speranze illusioni del moderno,

    Milano 1999, p. 14.

    A A M T I

    sione, di discontinuit, di tragica barbarie latenti nel-la Storia:7 sicch la consapevolezza della stortura del mondo, e la coscienza che il nostro apporto non po-tr essere che minimo, fallibile e forse destinato allinsuccesso, non ci impediscono di continuare a operare per porvi rimedio; come spero vogliano fare i giovani che scelgono di abbracciare la professione dellarchitetto.

    * architetto, vicedirettore dellArchivio del Moderno di Mendrisio, docente allaam

    3.

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    Da questo numero inizia una nuova rubrica curata dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (supsi), che porter ai lettori di Archi un interessante contri-buto di informazioni sullattivit culturale e scientifica di una delle istituzioni pi prestigiose del Ticino. AC

    I filoni di indagine del corso di laurea in Architettura dinterni della Scuola universitaria professionale del-la Svizzera italiana (supsi) comprendono temi pro-gettuali volti a identificare strategie dintervento alla scala di pertinenza dellarchitettura dinterni, capaci di stimolare uno sviluppo qualitativo dellambiente costruito a scala territoriale.

    I mutamenti a cui sono soggetti le citt, i villaggi, il territorio, non sono sempre chiaramente identificabi-li in una singola opera come nel caso di AlpTransit. Grandi cambiamenti avvengono attraverso fenomeni capillari e diffusi, che possono riguardare luso di luoghi ed edifici, mutamenti tipologici o il sistema di relazioni che li collegano e li costituiscono.Se evidente che il nuovo traforo ferroviario determi-na un sostanziale cambiamento del territorio, del suo uso e della sua percezione a scale diverse da quella locale a quella continentale , meno eclatante come a scala regionale la sua messa in funzione comporti una serie di importanti conseguenze. Prima fra tutte la dismissione quantomeno parziale della linea sto-rica del San Gottardo fra Erstfeld e Biasca.Per quanto riguarda il versante meridionale neces-sario capire come ci condizioner il territorio della Valle Leventina, confrontata ancora una volta con gli effetti delle grandi infrastrutture: linea ferroviaria, centrali idroelettriche, industria metallurgica e auto-strada. La realt locale sempre stata sopraffatta dallinvasivit e dallo scarto di scala che queste opere comportano sulla dimensione regionale, sia in occa-sione della loro realizzazione, che della loro eventua-le dismissione.Nel caso della linea ferroviaria BiascaAirolo si pre-senta loccasione di fare di necessit virt e immagi-nare un suo recupero, che consideri e valorizzi il suo potenziale se integrata alle attivit e allo sviluppo del-la regione.

    Caratteristica essenziale della linea ferroviaria leventi-nese la sua articolazione lineare lungo il fondovalle. In essa si coglie il ruolo che la ferrovia ha giocato nello sviluppo e nella rappresentazione della valle stessa, unita lungo questa linea di binari e ritmata dalle sette stazioni che ne scandiscono le tappe e le potenziali ramificazioni a partire dai villaggi in cui sorgono.

    Un altro aspetto fondamentale il valore patrimonia-le di questa infrastruttura e in particolare degli edifi-ci ad essa collegati. La loro rilevanza storica e archi-tettonica pu costituire una risorsa sociale, economica e culturale? nel cercare di rispondere a questi interrogativi che nel 2013 stato affrontato il tema del riuso della linea ferroviaria della Leventina, sottoposto a 15 laureandi come lavoro di tesi.In particolare stato ipotizzato di progettare una struttura dislocata di accoglienza, insediata negli edi-fici delle stazioni, collegate fra loro tramite un treno locale, e dove possano essere integrate attivit cultu-rali, di svago ed economiche, indirizzate ai turisti e alla popolazione locale. Le sette stazioni sono infatti state riprogettate come un ostello diffuso, distribuito lungo la linea ferroviaria. Per ogni stazione stata in-dividuata una funzione specifica che valorizzi le ri-sorse del villaggio in cui sorge (sport e prodotti case-ari ad Airolo; gastronomia a Lavorgo; architettura e cultura a Giornico; logistica e start up a Bodio, ).

    I progetti propongono modalit di intervento in gra-do di conciliare in modo sostenibile il passaggio dallalta velocit del nuovo tunnel ferroviario, a un sistema di mobilit lenta volto a favorire il rapporto di prossimit fra le persone, il territorio e le sue risorse.

    La struttura originaria delle stazioni della Gotthard-bahn risponde a un disegno unitario, a un sistema ar-chitettonico modulare pensato gi allora per adattarsi alle diverse esigenze che ogni fabbricato avrebbe do-vuto soddisfare, sia per dimensioni che in termini di

    Pietro Vitali*

    S C U O L A U N I V E R S I T A R I A P R O F E S S I O N A L E T I

    Le stazioni in LeventinaIl progetto degli interni come matrice di sviluppo territoriale

    1. Schema funzionale delle stazioni leventinesi. Fonte tesi di laurea supsi in Architettura dinterni, 2013

    Tremorgio

    Sasso della Boggia

    Ritom

    Lago di Car

    Malvaglia

    AIROLO

    AMBR

    RODI - FIESSO

    FAIDO

    LAVORGO

    GIORNICO

    BODIO

    Lugano

    Zurigo

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    sport, hockey

    musica dal vivo, workshop

    sport, arte, teatro

    gastronomia

    museo, percorsi culturali

    centro conferenze

    1.

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    importanza. Il sistema prevedeva infatti tre classi di edifici viaggiatori, ognuna caratterizzata da un pre-ciso sistema costruttivo, una struttura modulare e un apparato decorativo unitario. Negli edifici di terza classe il piano terreno alloggiava latrio, la sala da-spetto e un ufficio. A quelli di seconda classe si ag-giungevano un wc, una sala dattesa supplementare e delle verande. Le stazioni di prima classe contavano inoltre un ufficio postale. Tutti gli edifici viaggiatori al primo piano ospitavano labitazione del capostazione.Era inoltre previsto un edificio merci con rampa da affiancare alle stazioni a seconda delle necessit, indi-pendentemente dalla classe delledificio viaggiatori.

    Lo stato di questi edifici relativamente buono e favo-risce un loro eventuale recupero. Di particolare valore sicuramente lunitariet del carattere architettonico proprio dei sette fabbricati. La conformazione gene-rale delle stazioni per frutto di alcune modifiche e diverse aggiunte. stato quindi valutato in che misura le stazioni originarie possono, da sole, rispondere a un nuovo programma funzionale e, viceversa, qual il valore architettonico degli edifici aggiunti che ne giu-stificherebbe il mantenimento e il riuso nellottica di una valorizzazione dellintera struttura.Programma dettagliato e grado di intervento sono il risultato di una valutazione che pondera queste possi-bili declinazioni.I progetti elaborati dagli studenti si concentrano sulla trasformazione dei singoli edifici.La qualit delle soluzioni proposte deriva tuttavia dalla traduzione di una visione generale del tema in spazi architettonici che rispondono in modo perti-

    S U P S I T I

    AAA

    B

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    C

    C

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    2. Progetto di Claudia Carpinelli, relatore Lukas Meyer Stazione di Bodio pianta e sezione. Fonte tesi di laurea supsi in Architettura dinterni, 2013 3. Progetto di Ranka Novak, relatore Gabriele Geronzi Stazione di Rodi Fiesso sezioni trasversali. Fonte tesi di laurea supsi in Architettura dinterni, 2013

    3.

    nente e sensibile alle esigenze del progetto. Un approccio che, dal punto di vista disciplinare, non si limita al recupero del singolo oggetto architettoni-co, ma ha lambizione e la forza di contaminare larea urbana in cui ledificio sorge, proponendosi in tal modo come matrice di sviluppo territoriale.Dal punto di vista didattico questa strategia risponde allesigenza di formare professionisti con chiare com-petenze specifiche allambito dellarchitettura din-terni, consapevoli del ruolo e dellimportanza che ha larchitetto dinterni nella societ in cui opera; co-sciente di essere linterprete e il progettista di molti mutamenti diffusi e capillari che cambiano il nostro territorio e le nostre citt.

    * arch. dipl. eth, responsabile del corso di laurea in Architettura dinterni della supsi

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    Il nuovo centro logistico-operativo nonch sede della Federazione Orto-Frutticola Ticinese sorge alle porte di quella che il Piano Regolatore vigente individua come zona artigianale e commerciale di Cadenazzo.Il lotto designato allintervento delimitato sul lato est da un canale, che costituisce il confine geografico con la zona agricola mentre tuttintorno si snoda lo splendido recinto delle montagne che racchiudono il Piano di Magadino.Disseminati sul territorio a misurarne lestensione, a svelarne le vocazioni trasformando la genericit di un sito nella specificit di un luogo, a stabilirne le gerar-chie reciproche, emergono quei manufatti architetto-nici come castelli, conventi che, capaci di superare la contingenza dellepoca e la necessit funzionale che li hanno costruiti, diventano anchessi parte inte-grante del paesaggio. proprio in questi elementi, nelladesione e sfida allo stesso tempo con il contesto in cui si colloca, che il progetto architettonico trova non solo la sua origine, ma anche la sua forza.Il nuovo edificio, posto su di un basamento in beton (piano di carico, posto a 1,20 metri sopra la quota del piazzale di movimentazione dei mezzi di trasporto),

    impostato su una tipologia distributiva a corte che permette di articolare intorno allo spazio centrale a tutta altezza, costituito dal blocco delle celle frigorife-ro (cuore dellattivit), i vari settori corrispondenti alle diverse fasi (ricezione, lavorazione, imballaggio) a cui il prodotto ortofrutticolo, proveniente dal cam-po di raccolta, sottoposto prima di riprendere il viaggio verso la grande distribuzione. La regolarit e compattezza della forma rotta dallin-troduzione sul fronte sud, e in misura pi debole su quello nord, di un blocco aggettante in corrispon-denza del primo piano dove sono dislocati gli uffici amministrativi e i servizi destinati al personale. Que-sta parte oltre a connotare il fronte principale delle-dificio contribuisce a proteggere la sottostante zona di scarico merce.La scelta della struttura costruttiva in legno insieme alla grande attenzione alla riduzione delle dispersioni energetiche (attraverso lo studio approfondito dei det-tagli costruttivi), allottimizzazione dellefficienza degli impianti (che si fondano sul principio del recupero e riutilizzo del calore residuo, oltre allassunzione degli standards Minergie) e la realizzazione del tetto foto-voltaico, sono alcuni degli elementi della grande sfida che si posta la committenza e lequipe dei tecnici. Le scelte della foft, ancora impopolari alle nostre la-titudini, eleggono la nuova sede a manifesto della propria politica di sostegno e promozione di quellin-commensurabile fonte di ricchezza che ereditiamo dal passato: la nostra terra.

    Il nuovo centro logistico-operativo FOFT a Cadenazzo

    Felicia Lamanuzzifoto Pino Musi

    P R O G E T T I T I

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    P R O G E T T I T I

    Situazione

    N

    locale

    sprin

    kler

    (?)

    (?)

    (?)

    A

    pluvia

    le ester

    no x pen

    silina

    nord-

    oves

    tca

    nale di g

    ronda

    +9.15

    0 10 20 50

    fof t CADENAZZO

    Committenza Federazione Orto-Frutticola Ticinese, fof t; Cadenazzo | Architettura progetto preliminare: comunit di lavoro cglg (F. Censi, G. Guscetti, F. Lamanuzzi, M. Galli); S.Pietro, progetto esecutivo: Felicia Lamanuzzi; S.Pietro | Ingegneria civile Michele Galli; S. Antonino | Impiantistica Studio di progettazione Sandro Gilardi; Giubiasco, Biaggini E. sa; Cadenazzo, Elettricit De Lorenzi; Locarno | Foto-grafia Pino Musi; Milano | Date concorso 2007, progetto 2007, realizzazione 2009

  • 32

    P R O G E T T I T I

    59,4cm 120cm 87,5cm112,1cm

    A

    A

    B

    Bd2

    FACCIATA NORD

    FACCIATA EST

    FACCIATA OVESTSEZIONE asse 5/6 - H/H'

    SEZIONE sul corridoio di sicurezzascala 1 : 100

    SEZIONE sul corridoio di sicurezzascala 1 : 100

    SEZIONE sull'asse 7-7SEZIONE G-G'SEZIONE sull'asse 3-3

    FACCIATA NORD

    FACCIATA EST

    FACCIATA OVESTSEZIONE asse 5/6 - H/H'

    SEZIONE sul corridoio di sicurezzascala 1 : 100

    SEZIONE sul corridoio di sicurezzascala 1 : 100

    SEZIONE sull'asse 7-7SEZIONE G-G'SEZIONE sull'asse 3-3

    Pianta primo piano

    Pianta piano terra

    Sezione A-A

    Sezione B-B0 102 5

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    6

    18

    8

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    2120

    1915

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    175

    1615

    9

    78

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    9

    7

    7

    54

    32

    1

    6

    187

    54