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N°3 SETTEMBRE - NOVEMBRE 2014 PANATHLON INTERNATIONAL N° 3 OTTOBRE-DICEMBRE 2015

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N°3 SETTEMBRE - NOVEMBRE 2014

PANATHLONI N T E R N A T I O N A LN° 3 OTTOBRE-DICEMBRE 2015

w w w.panathlon.net

Le novità del sito web: » ATTIVAZIONE SHOP ON LINE

» DOCUMENTAZIONE E-LEARNING

» FILE DI PRESENTAZIONE DEL PANATHLON INTERNATIONAL

» RIVISTA TRADOTTA IN SPAGNOLO E TEDESCO disponibile nella versione on line

Anno LI - Numero 3 Settembre - Dicembre 2015Stampato nel Novembre 2015Direttore responsabile: Giacomo SantiniEditore: Panathlon InternationalDirettore Editoriale: Giacomo Santini, Presidente P.I.Coordinamento: Emanuela ChiappeTraduzioni: Alice Agostacchio, Dagmar KaiserDirezione e Redazione: Via Aurelia Ponente 1, Villa Queirolo16035 Rapallo (ITALIA) - Tel. 0185 65295 - Fax 0185 230513

Internet: www.panathlon.nete-mail: [email protected] Tribunale di Genova n°410/58 del 12/3/1969Trimestrale - Sped. abbonamento postale 45% - Art. 2, comma 20/B Legge 662/96 - Poste Italiane S.p.A.Filiale GenovaIscritto all'Unione Stampa Periodica ItalianaArt Director: Deborah PusiolStampa: ME.CA Via Ponte di Vexina, 16036 RECCO (GE)

Sarà triste Anversa, senza Vic che ci viene incontro con il suo sorriso. L’Assemblea Generale che si svolgerà in maggio, da lui fortemente voluta, assieme ad altri amici delle Fiandre, risentirà del lutto che ha improvvisamente colpito tutta la famiglia del Panathlon. Anche queste note iniziali che sarebbero state, comunque, dedicate all’evento clou che ci attende per l’anno venturo, cambiano di tono e si fanno meste.

L’Assemblea Generale Elettiva, quella Straordinaria per gli immancabili adeguamenti statutari e il congresso scientifico, costituiscono un ritorno in una città che ha fortemente marcato alcuni passaggi storici della vita del Panathlon. Prima la proclamazione della carta etica per i ragazzi nello sport nel 2004; poi l’assemblea che ha visto il varo dei distretti, nel 2007; la riunione costitutiva della Commissione Scientifico Culturale di cui Vic De Donder era stato nominato presidente, nel 2012; nel 2014 si è celebrato il decennale della carta etica; quest’anno si sono tenuti i giochi universitari del PCU e, finalmente, il varo del gruppo di lavoro per preparare gli appuntamenti dell’anno prossimo.

La prima volta senza Vic sarà un’altra cosa, con tutto rispetto per coloro che saranno chiamati a raccogliere la sua eredità e a riempire i vuoti da lui lasciati sul piano istituzionale ed organizzativo.

Al ricordo di Vic sono dedicati articoli e fotografie all’interno del giornale. Solo una sintesi del cordoglio generale che ha investito la sua famiglia ed il Panathlon International da tutto il mondo.

I lavori dell’assemblea saranno ospitati in una sede dell’Università di Anversa e di questo riconoscimento prestigioso ringraziamo tutti coloro che si sono adoperati per ottenerlo. L’appuntamento è di particolare importanza perché prevede il rinnovo delle cariche istituzionali con tutti gli adempimenti collaterali. Per la prima volta saranno applicate le nuove regole sul limite dei mandati che porteranno ad un rinnovo pressoché totale di tutti gli organi istituzionali.

Il ricambio sarà sicuramente stimolante, anche se richiederà un periodo di inevitabile collaudo per i nuovi eletti, con pericolo di rallentamento nei ritmi di attività fin qui sostenuti.

Importante è che non venga meno la spinta che in questi ultimi anni ha accresciuto e di molto il carattere internazionale del Panathlon, grazie a nuovi rapporti con istituzioni di respiro mondiale che possono favorire la sua espansione.

Una valida mano per individuare subito indirizzi e scelte verrà dalla presentazione della sintesi finale degli “stati generali” che si concluderanno proprio ad Anversa con la presentazione del documento propositivo, dopo quasi due anni di dibattiti e contributi da centinaia di panathleti.

Il nuovo Consiglio Internazionale e tutti gli organismi che ad esso fanno riferimento potranno specchiarsi nelle proposte e nei desiderata espressi dai soci, nei questionari e nell’assemblea di Rapallo, come traccia sulla quale innestare i programmi futuri.

Ne riparleremo nel primo numero della nostra rivista del 2016, prima dell’appuntamento fiammingo.

Utilizziamo bene questi sei mesi che ci separano da Anversa per arrivare preparati ad una assise dalla quale dipende il futuro del nostro movimento.

Giacomo SantiniPresidente Internazionale

ANVERSA SENZA VIC 4• Addio Vic, Grazie Vic

di Giacomo Santini

9• Una Task-Force a Bruxelles 10• A Baku Summit sul Fair Play di Maurizio Monego

12• Storie Immagini e Valori Sportivi al

1° Festival Ficts a Bruxelles

14• Il C.I.O. che vorremmo

16• CSIT: Bauer e Molea sempre ai vertici

di Giacomo Santini

17• Diffondiamo i doveri del genitore

nello Sport

18• 20° Congresso Internazionale

Assemblea Straordinaria

47a Assemblea Generale Elettiva

Anversa 19/22 Maggio 2016

20• Lo stato di Salute del calcio

Italiano Ed Europeo

di Dario Righetti

22• Para(O)Limpiadi? Chiamiamole Olimpiadi

di Massimo Rosa

24• Quando diventi l’uomo da battere

di Vittorio Podestà

26• Attenti all’ ”Iperuso”

28• Attività Associativa

30• Pocker In Sicilia

33• La tragedia dell'heysel

Tra memoria e monito

34• Strage dell’heysel

30 anni non bastano per dimenticare i

morti e le parole dette ...

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Lutto per tutto il Panathlon

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ADDIO VIC, GRAZIE VICSi è spento dopo breve malattia Vic De Donder, Presidente della Commissione

Scientifico Culturale ed ex Presidente del Distretto Belgio

Sabato 10 ottobre, alle 19.02 è arrivata la notizia da Paul De Broe: Vic de Donder è morto.

Un fulmine a ciel sereno, anche se si sapeva che vi era-no molte nuvole sul suo futuro da quando gli avevano riscontrato la sua malattia.Però sembrava che, dopo i primi giorni di preoccupazio-ne, le terapie messe in pratica stessero producendo effetti positivi.L’avevo visto appena 10 giorni prima a Bruxelles assieme al Segretario Generale Leo Bozzo, a Philippe Housiaux, a Thierry Zintz ed altri amici interessati al progetto di aprire un’antenna per fare dialogare il Panathlon con le istituzio-ni europee.

Nell’assumere la presidenza della riunione aveva detto con fare solenne: ”oggi presiedo io ma non so se in futuro ci sarò. Allora sarà Thierry Zintz a condurre le riunioni. “ Sembrava uno scherzo, o una battuta ad effetto e invece aveva un fondo di drammatico realismo. La riunione era andata benissimo e proprio Vic aveva insi-stito per fissare la data della prossima.Ci mancherà la sua voce decisa che ci esorta ad essere concreti, a giungere a decisioni condivise. Nella prima riunione aveva insistito per coinvolgere direttamente la sede del club Wallonie Bruxelles, a conferma di quanto tenesse a mantenere un rapporto equilibrato tra le due anime del Panathlon, quella fiamminga e quella francese.Era la spina dorsale del Panathlon International in Belgio e lo aveva dimostrato concretamente in occasione del varo della Carta etica per lo sport giovanile, nel 2004 ed anche

delle celebrazioni del suo primo decennale di ap-provazione, nel 2014. Aveva mobilitato un sac-co di gente tra la cerimo-nia ufficiale in municipio ed il convegno sull’eti-ca nello sport. Segno evidente della grande stima di cui godeva tra le categorie sociali più varie.Aveva risposto alla sfida culturale della commissione più de-licata del Panathlon con il suo piglio bat-tagliero. Prima nella scelta dei membri e poi nel varo dei programmi. Era riuscito a trasferire in tutta la commissione la sua creatività, la sua fantasia ed anche il suo modo estemporaneo di vivere le esperienze culturali attraverso il rapporto con gli altri.

Da qualche mese era alle prese con la preparazione del Congresso Internazionale che si terrà ad Anversa nel mese di maggio 2016 e che sicuramente porterà il suo nome come riferimento ideale.

(*) Presidente Internazionale

Lutto per tutto il Panathlon

"Un uomo polivalente e straordinario "di Yves Vanden Auweele e Paul De BroeMembro della Commissione Scientifico Culturale del Panathlon International - Vice-presidente del Panathlon-Leuven/Belgium

Vic De Donder era Dottore in Filosofia ed ha iniziato la sua carriera come giornalista presso il "De Standaard", un gior-nale di alta qualità nelle Fiandre /Belgio.

Ha viaggiato come giornalista nel mondo e affrontato una vasta gamma di argomenti che vanno dalla moda a come eliminare l'analfabetismo nei paesi del terzo mondo. Ha avuto anche l'opportunità di occuparsi del Tour de France nel momento in cui Eddy Merckx e Bernard Thévenet dominavano le gare del ciclismo professionale.

Nel 1975 è passato alla politica succedendo a Paul De Broe (che è attualmente "Consigliere Internazionale" del Panath-lon) come consulente per le questioni sportive presso il ministero fiammingo della Cultura e dello Sport. In questa fun-zione ed in particolare in occasione di un Congresso sull'aggressione nello sport, è venuto a contatto con il Panathlon International. Attratto da questa organizzazione per i suoi alti obiettivi morali ha dato l’avvio al Panathlon nelle Fiandre /Belgio.Nel corso di un Congresso del Panathlon ad Avignone/Francia la presentazione del Prof. Jacques Personne sugli abusi sui minori lo interessò a tal punto che decise di indirizzare le sue iniziative all’interno del Panathlon per la salvaguar-dia dei bambini nello sport. Il documento “bambini maltrattati nello sport" redatto da Vic, dal compianto Marc Maes e

(*) di Giacomo Santini

www.panathlon.net

3 - 2015

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Contributi in memoria di Vic De Donder

da Yves Vanden Auweele è stato il punto di partenza degli sforzi più ambiziosi di Vic per sviluppare la "Dichiarazione del Panathlon sull’Etica nello sport giovanile” con esperti di vari paesi. L'enorme successo ed approvazione di questa dichiarazione da parte di così tante organizzazioni nazionali ed internazionali è senza dubbio merito suo. Noi lo chia-miamo meritatamente il "padre della Dichiarazione del Panathlon".Vic non era solo attivo in Belgio come presidente del Panathlon Fiandre e Belgio ma anche a livello internazionale come Consigliere (2000-2004) e Vice-Presidente del Panathlon International (2004-2008). Dal 2012 è stato Presidente della Commissione Scientifico Culturale del Panathlon International. Ha ampliato questa Commissione con membri dei pa-esi anglosassoni ed ha indirizzato la sua impostazione verso azioni e posizioni più pratiche. Si stava preparando con la Commissione per il prossimo Congresso del Panathlon che si svolgerà ad Anversa/Belgio nel maggio 2016.Negli ultimi mesi prima di morire si è impegnato più che mai sia per trovare un modo per aggiornare la Dichiarazione del Panathlon, in collaborazione con altre organizzazioni aventi gli stessi obiettivi etici, che per creare una cellula di Panathlon presso le istituzioni dell'UE a Bruxelles per diffondere maggiormente l’etica nello sport.

Oltre al suo grande impegno all’interno del Panathlon, è stato uno stimato autore di romanzi. La maggior parte dei suoi best-seller riguarda la storia delle scuole secondarie cattoliche delle Fiandre e "The Smile in Art" un libro intrigante che unisce in modo unico arte, filosofia e storia.E’ stato anche una guida turistica molto esperta e stimata. "Viaggiare con Vic" è diventata un'espressione che significa "la guida perfetta " considerando l'attenzione ed il rispetto per tutti i partecipanti e conoscendo la cultura e la storia dei paesi e delle città da visitare in modo capillare.Per concludere, Vic era soprattutto un amico eccezionalmente leale e affidabile che non ci ha mai deluso. Ci manche-rà......un "uomo straordinario, polivalente, fantastico".

Maurizio MonegoPast Manager del P.I.

Apprendo con profondo dolore la notizia della scomparsa di Vic De Donder. A Vic mi legava la comune esperienza di Vice Presidenti del Panathlon International nel quadriennio 2004-2008. Il ricordo di tanti incontri, panathletici, ma anche per-sonali mi riempie di tristezza pensando alla sua vivacità di idee e al profondo attaccamento che per lunghissimi anni ha avuto per il Panathlon International. Nella nostra associazione ha ricoperto quasi tutti i ruoli istituzionali ed era perciò un profondo conoscitore del Panathlon e un entusiasta delle sue idealità. Sempre alla ricerca della concretezza dell’azione. Un ricordo particolare è rivolto all’impegno e all’entusiasmo che mise nel proporre e realizzare la Dichiarazione del Pa-nathlon sull’etica nello sport giovanile, che insieme presentammo a Gand nell’ambito del Congresso EASM.Ripensare a Vic, come sto facendo con Renata Soliani, che in quel Consiglio Internazionale condivise con noi responsa-bilità e onori, fa emergere alcuni tratti del suo modo di essere.

La sua formazione filosofica e la capacità di scrittore e saggista hanno spaziato dalla narrativa al giornalismo, alle guide di archeologia e storia che preparava per guidare gruppi scelti di appassionati a conoscere culture e tradizioni di popoli e territori tanto diversi tra loro, dalla Castiglia all’Indonesia, dal Sud dell’Inghilterra alla Cina. Ha scritto di sirene, di storia delle sue amate Fiandre, di storie e racconti medievali. Uno dei suoi ultimi lavori è L’arte del sorriso. Lo ricordo perché in un incontro a Venezia lo aiutai a recuperare presso la Procuratoria di San Marco una imma-gine che, chissà come, conosceva: un volto della Madonna che sorride, parte di un mosaico che si trova all’interno della Basilica in alto, difficilmente visibile dal basso, nel transetto sinistro. Fu una richiesta insolita e mi lasciò stupito della sua capacità di scovare e mettere in relazione aspetti che ai più sfuggono.

Siamo in attesa della pubblicazione del libro di Jves Vanden Auweele, Elaine Cook e Jim Parry Ethics and Governance in Sport - The future of sport imagined edito da Routledge Research in Sport, Culture and Society. Come Presidente della Commssione Scientifico-culturale ne ha promosso l’acquisto, dato che si inquadra perfettamente nel lavoro che la Com-missione da qualche anno profonde e che sotto la sua gestione sta incrementando grazie all’allargamento della stessa. Lascia un grande vuoto, Vic, soprattutto in chi crede che la cultura debba essere un tratto distintivo del Panathlon Interna-tional. Nel suo agire ha sempre privilegiato l’internazionalità del Panathlon anteponendola ai meriti e ai pregi del suo club.Il congresso che la prossima primavera si celebrerà ad Anversa porterà certamente il segno del suo impegno e concordo con Philippe Housiaux che sia a lui dedicato.

Addio Vic e grazie per quanto hai fatto per il Panathlon. Il tuo esempio andrà valorizzato nella memoria del nostro sodalizio.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L6

Ennio Chiavolini

Consigliere Internazionale - Presidente IEC

ho appreso con forte emozione della scomparsa del Presidente del Distretto Belgio, Vic Dedonder.Io ritengo di avere perso un amico che avevo impara-to poco per volta a conoscere e di cui ho avuto modo di apprezzare la profonda cultura, la schiettezza delle idee, la correttezza morale, la fermezza di carattere e l’attaccamento all’Associazione.Vic è stato, insomma, un punto di riferimento della cul-tura e dell’etica per il mondo panathletico difficile da colmare.Mi sento particolarmente vicino alla Sua Famiglia ed ai Panathleti del Distretto Belgio che ritengo possano essere orgogliosi di avere avuto tra le loro file una sif-fatta personalità.Caro Paul, Ti prego di farTi interprete presso la Famiglia De Donder ed i Panathleti belgi della mia più profonda partecipazione e del mio sentito cordoglio.

Contributi in memoria di Vic De Donder

Philippe HousiauxPresidente del Panathlon Club Wallonie-Bruxelles

Era il 2002 quando Vic De Donder mi educò ai valori che difendeva il movimento del Panathlon nel mondo; mi pre-sentò non tanto l'importanza del ruolo sociale bensì del Panathlon al fianco di un mondo alla ricerca di un senso, in particolare, quello dello sport, scuola di tutte le prati-che. Dal 3 Novembre 2003 non mi sono mai dispiaciuto di aver accettato la sfida che mi ha consegnato e anche se abbiamo avuto delle opinioni talvolta divergenti, ab-biamo sempre trovato il sano compromesso panathletico e belga.

La sua "dipartita" è uno shock per tutti noi e certamente per il gruppo che aveva riunito 10 giorni fa a Bruxelles per sviluppare un nuovo importante progetto per il Panath-lon International e i suoi amici belgi a livello europeo. E’ stata anche la scomparsa di una grande intelligenza, una penna formidabile (per chi ha letto alcuni dei suoi libri), uno studioso che girava il mondo e una guida per i gruppi che volevano vivere le civiltà poco conosciute o le terre visitate frettolosamente; ha messo ordine e ne

Gand , 4/5 ottobre 2014 Decennale Dichiarazione sull'etica

ha fatto il suo dovere di informare e correggere le incon-gruenze.Nel corso di un incontro aveva parlato, con la forza e la semplicità che lo caratterizzavano, della malattia che lo logorava ma che sembrava aver vinto. Con la classe che lo contraddistingueva si era scusato riguardo alle possibili assenze alla prossime riunioni ma aveva cercato anche di farci partecipi del prossimo Congresso di Anversa 2016. E sulla scia di questo qualche giorno prima mi aveva co-municato alcune osservazioni che avrebbero apportato dei miglioramenti.

Il 18 settembre lasciava il Panathlon Belgio in eredità a Thierry Zintz, come se dovesse mettere tutto in ordine e dare continuità al suo impegno.

Dobbiamo quindi prendere congedo da lui – sotto co-strizione - ma la sua traccia nella vita e nella memoria del Panathlon rimarrà per sempre. Chiedo anche che il Congresso di Anversa 2016 sia dedicato a lui e porti il suo nome.

E’ un segno di amicizia che gli dobbiamo al di là di tutto.

www.panathlon.net 7

3 - 2015

Prof. Em. Celia Brackenridge OBE, Co-Presidente, Safe Sport International

A nome del Consiglio di Sicurezza dello Sport Internazio-nale desidero esprimere le nostre profonde condoglian-ze al Panathlon International per la triste perdita del loro leader ispiratore Vic de Donder sottolineando la nostra ammirazione per il lavoro che ha sviluppato sull'etica nel-lo sport giovanile, per il quale è stato un ambasciatore attivo e dedicato.

Pierre Zappelli Presidente Distretto Svizzera

Nel suo contributo dal titolo « In memoria di Vic de Donder un uomo straordinario e polivalente», Yves Vanden Auwe-ele ha ampiamente descritto la carriera di quest’uomo di cultura quale era Vic, come anche il suo impegno costante in favore del nostro Movimento: il Panathlon e gli ideali che diffonde.Vorrei aggiungere qualche parola riguardo a Vic, partendo dalla conclusione di Yves Vanden Auweele, che condivido: «Vic un amico eccezionalmente leale e fidato».Per il suo entusiasmo, la sua piena adesione agli ideali morali che il Panathlon porta avanti, Vic era uno dei più ferventi ambasciatori.La ferma convinzione in questi ideali ci ha uniti per più di 10 anni durante i quali abbiamo condiviso dei fruttuosi mo-menti di lavoro e di riflessione. Il dolore di perdere un amico è maggiormente forte in quanto recentemente Vic mi ha reso partecipe del lavoro di una commissione incaricata di promuovere l’espansione del Panathlon e di rinforzare il suo ruolo all’interno delle istituzioni europee che si occupano di sport.Questo compito al quale si è dedicato con grande passione ha reso sempre più solida la nostra amicizia. La prima riunione di questa Commissione si è svolta lo scorso agosto a Tongerlo nelle Fiandre, la città di Vic, in un ambiente ricco di entusiasmo costruttivo. Appena prima dell’incontro, Vic mi ha fatto visitare l’Abazia di Tongerlo. Le sue osservazioni ricche del calore e dell’interesse culturale che lo animavano sono ancora fresche nella mia memoria.Sono certo che tutti i panathleti entusiasti di promuovere il nostro movimento si impegneranno con forza per realizzare l’opera inizia-ta da Vic de Donder.

Señor Presidente del PANATHLON INTERNACIONALSeñor Presidente del Club Bruselas

Hemos sido impactados por la noticia del deceso del compañero y amigo Sr.Victor De Donder que se desempeñara exitosamente al frente de la Comisión de Cultura del Panathlon Internacional.

Su trayectoria y profesionalismo ha engrandecido y destacado al Panathlon , su obra y legado será una llama que estará iluminando el camino de todos.

Desde aqui muy lejos de su querida BRUSELAS , enviamos un apretado abrazo a sus familiares y amigos y a la dirección del Panathlon Internacional , y la seguridad de que nuestro sentimiento de dolor está presente con ustedes en estos difíciles momentos.

Comisión Organizadora del XI CONGRESO PANAMERICANO 2015 SECRETARÍA GENERAL

Federico GhioPresidente Distretto Italia

Una vita vissuta con determinazione e intensamente .Un grande amore e impegno per il Panathlon .

Imprevedibile anche nel trapasso .

Ciao Vic

3 - 2015

Su richiesta dei familiari e degli amici del Panathlon Distretto Belgio pubblichiamo l’intervento tenuto dal Presidente del Panathlon International Giacomo Santini durante la cerimonia funebre in memoria di Vic De Donder

nella Chiesa di Dendermonde il 20 ottobre

Il ricordo del Presidente

Come presidente Internazionale del Panathlon sono qui a salutare e piangere Vic a nome di tutti i soci della nostra organizzazione, distribuiti in 300 club in 25 nazioni diverse. Sono circa 10.000 persone e tutti erano estimatori e amici di Vic.Sono qui con me il Past President Enrico Prandi, il consigliere Internazionale Paul De Broe, il Presidente del Distretto Belgio Thierry Zintz e rappresentanti di tutti i club belgi.

Abbiamo perso un testimone storico del nostro movimento, un fratello, un padre, un maestro, un esempio.

Nei suoi 40 anni di impegno nel Panathlon ha ricoperto tutti i ruoli a livello internazionale, compreso quello al quale teneva di più: presidente della commissione cultura-le e scientifica dove ha potuto esprimere le sue doti più preziose di fantasia e creatività, sorrette da una grande cultura e da un sincero amore per il mondo e la gente.

Del Panathlon è stato anche interprete dei valori fon-damentali con il suo modello di vita, ispirato alla cor-rettezza, alla lealtà, all’etica, all’amicizia verso tutti.

Ha saputo trasferire la sua filosofia anche nella carta dell’etica giovanile nello sport approvata a Gand nel 2004. Lo scorso anno, durante la celebrazione del pri-mo decennale era felice proprio come se stessimo festeggiando una sua creatura.

Ha saputo allargare gli orizzonti del Panathlon chia-mando a fare parte della commissione culturale stu-diosi di Paesi lontani come il Brasile, il Canada, il Regno Unito, oltre a Italia, Belgio, Svizzera.

Vic era uomo di mondo, si trovava bene in una compagnia cosmopolita e sapeva ispirarla e guidarla con la sua vivacità e la sua capacità organizzativa.Solo due settimane fa ci siamo incontrati a Bruxelles per concordare l’organizzazione di un ufficio capace di dialogare con le istituzioni europee. Una sua idea, l’ultima.

Noi sapremo andare avanti per onorare la sua memoria.

Così come dedicheremo alla sua memoria il congresso internazionale che si svolgerà ad Antwerpen l’anno prossimo, nel mese di maggio. Lo aveva voluto con tutte le sue forze come estremo atto d’amore verso il Panathlon.

Tutti noi gli dobbiamo molto. Tutti abbiamo imparato qualche cosa da lui. I molti doni che ha fatto al Panathlon e a tutti i suoi soci sono un patrimonio che rimarrà a lungo nella nostra vita e nella nostra storia.

Le parole non bastano per esprimere la nostra gratitudine ed il nostro dolore.

Siamo vicini alla sua famiglia, con tutto l’affetto della sua seconda grande famiglia: quella del Panathlon International per dire che Vic rimarrà nei nostri cuori da oggi e per sempre.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L8

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3 - 2015Attività internazionali

UNA TASK-FORCE A BRUXELLESPER ENTRARE DI PIÙ IN EUROPA

Si sta lavorando per creare a Bruxelles un’antenna del Panathlon International attraverso la quale potere entrare con maggiore incisività nei programmi comu-nitari riservati allo sport e all’educazione dei giovani.

Il progetto era nell’aria fin dai primi passi della pre-sidenza nel 2012, sotto la spinta del presidente Gia-como Santini il quale, come ex Deputato Europeo, conosceva le opportunità presentate dai programmi comunitari, ma anche le difficili condizioni per ac-cedervi.

Il passo avanti concreto è merito dei dirigenti del Distretto del Belgio. Ora si è messa la prima pie-tra per trasformare in una task force operativa un progetto ancora teorico, grazie all’iniziativa di Vic De Donder, presidente della commissio-ne culturale e scientifica ed ex Presidente del Distretto Belgio, del suo successore, il prof. Thierry Zintz, grande esperto di rapporti in-ternazionali e comunitari e grazie a Philippe Housiaux, delegato internazionale per il fair play e Presidente del Club Wallonie Bruxel-les.

I tre dirigenti belgi hanno organizzato una riunione a Bruxelles alla quale hanno pre-so parte il Presidente del Panathlon Inter-national Giacomo Santini e il segretario generale Leo Bozzo. Hanno partecipato anche altri membri del Panathlon Belgio come Phi-lippe Vlaemminck, Annais De Braeckelaer e Bart Van Vooren.

Gli obiettivi principali sono due. Fare conoscere me-glio il Panathlon in ambito internazionale, renderlo partner delle grandi istituzioni europee ed aiutare tutti i club e distretti a partecipare con maggiori spe-ranze di successo ai bandi di concorso per i progetti europei.

Il primo obiettivo si concretizza con l’inserimento del Panathlon nel novero degli organismi di consulenza della Commissione Europea e del Parlamento Euro-peo per le iniziative legislative ed i programmi nei quali figurino attività sportive.

Non solo, ma un’antenna a Bruxelles è funzionale ad

aprire rapporti di cooperazione con molti altri orga-nismi come il Movimento Europeo del Fair Play, il Comitato Pierre De Coubertin, il movimento Sport et Citoyenneté, ed alri.

Il secondo impegno può realizzarsi in un sostegno concreto per tutti i soci del Panathlon che intendano tentare la strada di partecipare ad un bando europeo. Negli uffici di Bruxelles si potrà creare una

squadra di esperti capaci di tessere rapporti con il per-sonale e gli uffici comunitari ed essere prezioso punto di riferimento per tutto il Panathlon International.

In un prossimo incontro si stabiliranno ulteriori mo-dalità operative ed anche la possibile domiciliazione dell’iniziativa presso la sede del club Wallonie Bruxel-les.

I.Vd.B.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L10

Sono molte le impressioni e le idee che riporto dalla capitale azera. Riguardano il ruolo del Panathlon nel-la cultura sportiva internazionale ma attengono più in generale all’impegno di persone e organizzazioni per diffondere i valori positivi dello sport, contrastandone le derive e coinvolgendo il mondo sportivo nella ricerca di strumenti per la diffusione degli aspetti di umanità dello sport, dai valori della persona, al rispetto per l’am-biente, al benessere.

Come è stato annunciato nei nostri sistemi di comuni-cazione, a Baku si teneva una due giorni di congresso, per la prima volta congiunto, del Movimento Europeo per il Fair Play (EFPM) e del Comité International pour le Fair Play (CIFP). Già questa era una notizia. Due enti che si occupano di far conoscere il Fair Play e di promuoverne l’educazione, univano gli sforzi nel per-

seguimento dell’obiettivo comune. Dopo anni di attività in cui le due organizzazioni agivano ciascuna per proprio conto, con pochi contatti reciproci se non quelli di com-ponenti implicati nei due Consigli direttivi, i Presidenti Jeno Kamuti (CIFP) e Christian Hinterberger (EFPM) han-no agito di comune accordo.

Il Congresso aveva per tema “Fair Play in Competitive Sport – Making it Real or just an Ideal ?” ed era suddivi-so nelle seguenti sessioni di lavoro:

• The Cooperation and Responsibility of Governmental and Non-Governmental Sports Organizations in Preser-ving the Olympic Values of Sports and Fair Play ( La Co-operazione e la Responsabilità delle Organizzazioni Go-vernative e Non-Governative dello Sport nel preservare i Valori Olimpici dello Sport e del Fair Play)

A BAKU SUMMIT SUL FAIR PLAYPer la prima volta si sono sedute allo stesso tavolo tutte le organizzazioni mondiali che si occupano di fairplay, compreso il Panathlon, rappresentato da due suoi qualificati esponenti: Maurizio Mone-

go, past president della commissione culturale e scientifica e membro d’onore del Comitato Internazionale per il fair play e Philippe Housiaux, delegato

dal Consiglio Internazionale in questo settore fondamentale della nostra missione. Abbiamo la fortuna di avere i contributi della loro esperienza e delle conclusioni della straordinaria

assise in Azerbajgian, nella quale hanno portato la testimonianca del nostro impegno

(*) di Maurizio Monego

Rapporti internazionali

www.panathlon.net 11

• Best Practice in the Fight against Corrup-tion, Cheating and Match Fixing and Pro-tecting Clean Athletes (Le Buone Pratiche nella lotta contro la Corruzione, la Truffa e le Partite Truccate e a Protezione degli Atleti Puliti)

• Strategies and Policy Development in Good Governance in Sports (Strategie e sviluppo della Politica nel Buon Governo dello Sport)

• The Role of Formal and Informal Education for Preserving the Values and Ethics of Sports (Il Ruolo dell’Educazione Formale e Informale nel-la Protezione dei Valori e dell’Etica nello Sport).

Quest’ultima era la sessione gestita dal CIFP e in quest’ambito il Panathlon (P.I.) è stato invitato a portare la sua esperienza e la sua testimonianza.

Il mio intervento si è focalizzato nel presentare le azioni esemplari dei club nel campo educati-vo: le conferenze sui valori dello sport e del fair play attuati nelle scuole, il coinvolgimento degli studenti nei vari concorsi promossi dai nostri club, con par-ticolare riguardo al Concorso Grafico organizzato da P.I. e dalla Fondazione Domenico Chiesa, azioni come “1 Ora x i Disabili”, manifestazioni di gioco-sport, la giornata del Fair Play, le pubbliche sot-toscrizioni della Dichiarazione sull’etica nello sport giovanile, la lotta al doping e la carta dei doveri dei genitori. Non ho fatto mancare il riferimen-to ad esemplari collaborazioni con i media, che alcuni club sanno intrattenere per dare visibilità ad azioni inci-sive nelle loro comunità.

Quella che il Panathlon propone non è una educazio-ne formale. Non è suo compito. L’opera di educazione che tanti nostri club svolgono è di tipo non formale e informale, attraverso l’esempio dei suoi associati, la dif-fusione della conoscenza delle buone pratiche, l’infor-mazione. La sottoscrizione della Dichiarazione è uno strumento di sensibilizzazione di dirigenti sportivi, genitori e isti-tuzioni. Quando sia ben preparata, la sottoscrizione in-duce ad una discussione, a un confronto, ad una rifles-sione sul senso dello sport e sulla responsabilità degli educatori. Assolve, dunque, ad una preziosa funzione proattiva.

In alcuni casi il Panathlon o suoi esponenti partecipano in veste di docenti a corsi di formazione o aggiorna-mento di dirigenti sportivi. Oppure partecipano a cicli di incontri promossi da società sportive o federazioni o municipalità per dibattere materie come l’etica, il fair play, la necessità del contrasto al doping e all’uso di sostanze e pratiche nocive, il rispetto della legalità e il rifiuto del bullismo o di ogni forma di prevaricazione, la corretta alimentazione, in sintesi: il valore educativo

3 - 2015

dello sport sotto il profilo formativo e di ricerca della salute e del benessere. Il Panathlon è tutto questo. Il livello internazionale ispi-ra i temi, fornisce la tela e la fissa nella cornice dei rap-porti culturali con tante altre istituzioni.

I club sono coloro che tracciano i segni e colorano le forme in cui avviene l’implementazione sul territorio. In questo sta la forza del Panathlon. E quando ci invitano, come è stato a Baku, a mostrare e indicare una via concreta di intervento, di per sé si trat-ta di un riconoscimento di come la nostra associazione contribuisce con un tassello importante alla composi-zione del mosaico di una solida cultura sportiva.

(*)Past Manager P.I.Consigliere CIFP

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L12

Storie immagini e valori sportivial 1° Festival FICTS a Bruxelles

Distretto Belgio

Grande successo ha riscosso a Bruxelles la prima edi-zione del Festival Europeo FICTS del Film Sportivo, or-ganizzato dal club Wallonie Bruxelles, in collaborazio-ne con la FICTS International.

La rassegna ha proposto oltre 44 ore di proiezioni, ma soprattutto tante emozioni e valori sportivi diffusi at-traverso 52 produzioni cinematografiche. La giuria è stata particolarmente colpita dai film "The optimists", "Nuotare oltre i confini" e "Montagne del Belgio". Que-sti tre film sono stati premiati nelle rispettive catego-rie, vale a dire; "Sport al femminile", "Sport per tutti" e "Il rapporto tra lo sport e l'immagine". Trovate qui di seguito i risultati completi del primo Festival Europeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles unitamente alle motivazioni della giuria:

Vincitore nella categoria "Sport al femminile": The Optimists2013 - Svezia / Norvegia - 92'Diretto da: Gunhild Wethagen Magnor

La giuria del Festival Europeo FICTS del Film Sportivo a Bruxelles è unanime: "I film in concorso in questa ca-tegoria trasmettevano tutti una bella immagine della donna, ma anche i modi in cui esse acquisiscono una certa libertà, possono realizzare i loro sogni attraverso lo sport oppure, semplicemente divertirsi. “The Opti-mists illustra perfettamente questo modo di vedere le cose”. "The Optimists" è soprattutto la storia di un gruppo di amiche che è caratterizzato da una partico-larità, tutte hanno tra i 66 ei 98 anni. Appassionate di pallavolo, esse non hanno giocato una sola partita ne-gli ultimi 30 anni di allenamento... fino a quando una sfida le attende: andare in Svezia per affrontare i loro colleghi maschi. Dalla preparazione fino al giorno della partita, The Optimists vi propone di seguire il percor-so di queste donne meritevoli. La giuria del Festival Eu-ropeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles ha nominato anche come secondo posto alla pari il documentario “Salam Rugby” (2010 - Iran / Nuova Zelanda - 61'), met-tendo in evidenza l'inizio del rugby femminile in Iran, “Encordades” (2012 - Spagna - 52 '), che mette in luce la comune passione per l'alpinismo di 5 scalatrici cata-lane provenienti da 5 generazioni differenti.

Vincitore nella categoria "Sport per tutti": Nuotate oltre i confini2013 - Francia – 52’Diretto da: Robert Iséni, Marianne Cramer & Charlène Graver

Per la giuria del Festival Europeo FICTS del Film Spor-tivo di Bruxelles: “la deliberazione in questa categoria ha cercato prima di tutto di onorare lo sport praticato

da tutti, quello che lega un’intera comunità, ma anche le persone che sono state vittime di incidenti nella vita e che ci mostrano che tutto è e resta possibile, grazie anche allo sport. "

Il vincitore, "Nuotare oltre i confini" è la storia di una persona in grado di allargare i propri confini umani e materiali e permette di guardare oltre lo sguardo abi-tuale delle persone normodotate nei confronti degli invalidi. Questa storia è quella di Philippe Croizon, 4 arti amputati, e di Arnaud Chassery, persona non di-sabile. Insieme cercheranno di conquistare a nuoto 5 continenti in 100 giorni.

Il secondo premio di questa categoria "Sport per tutti" è stato assegnato a "Hockey in my blood" di Sandhya Kumar (2014 - India - 52'). "Hockey in my blood" ci por-ta fino a Kodava, nel sud dell'India, per un festival di hockey la cui particolarità è quella di durare più di un mese e di riunire più di 200 famiglie che aspirano a vin-cere il titolo.

Al terzo posto troviamo "Le pouvoir des rêves", di François-Xavier De Ruydts (2015 - Belgio - 54'). Questo breve film è dedicato ad Arthur, 21 anni, ha perso l'uso delle gambe, ma non i suoi sogni. Uno di loro si avvera quando egli decide di attraversare senza aiuto la Cate-na montuosa di Brooks in Alaska.

Vincitore nella categoria "Il rapporto tra lo sport e l'immagine": Le Montagne del Belgio2014 - Belgio – 1’Diretto da: Arnaud Uyttenhove

In questa categoria, la giuria del Festival Europeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles ha votato avendo in mente il seguente messaggio: quali sono i film che trasmettono più emozioni con una semplice immagi-ne? Dando leggermente la precedenza all'aspetto tec-nologico dell’immagine costruita o all'evoluzione della tecnologia attraverso lo sport. Questi criteri si incon-trano perfettamente in "Montagne del Belgio".

"Le montagne del Belgio" è un cortometraggio pro-mozionale del Comitato Olimpico e Interfederale Bel-ga realizzato nell'ambito delle Olimpiadi di Sochi. Uno spot che segna gli spiriti con la grazia di un surrealismo attraverso una sorta di marchio di fabbrica nel nostro piatto paese.

Al secondo posto in questa categoria si trova "24 heu-res du Mans" (2014 - Francia - 110'), diretto dall’Auto-mobile Club de l'Ouest (ACO) e ingrandendo la bella edizione 2014 della famosa gara di resistenza durante la quale la prestazione, lo spettacolo e l'intensità sono

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stati più che mai presenti."Afterglow" di Nick Waggoner & Mike Brown (2014 - USA - 12 ') hanno completato il podio. Un cortometraggio girato di notte sulle vette dell'Alaska, ha una profondità di immagi-ne senza precedenti e lodato, cinematograficamente parlan-do, come uno dei film più pro-fondi mai realizzati nel campo dello sci.

Il riscontro sulla prima edi-zione che ha ottenuto un particolare successo

"Usare il potere dell'imma-gine per celebrare lo sport in ciò che offre di più bello alla società, vale a dire la trasmis-sione di messaggi di qualità e la condivisione di emozioni". Tale era il credo del Panathlon Wallonie-Bruxelles quan-do si è lanciato nell’organizzazione del primo Festival Eu-ropeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles. Nel corso delle 44 ore di proiezioni, attraverso i vari wor-kshop e laboratori organizzati nelle strutture di Wolubi-lis, durante le numerose attività organizzate per i bambi-ni o attraverso la valorizzazione di numerose illustrazioni e di opere artistiche dedicate al Fair Play, questo obietti-vo iniziale è stato pienamente raggiunto.

Fin d’ora considerato come un passo importante nel ci-

clo globale dei festival dei film de la FICTS (Fédération In-ternationale de Cinéma et Télévision Sportif ), il Festival Europeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles è destinato, nei prossimi anni ad aprirsi ancora di più alle bellezze delle immagini e dei gesti dello sport, a promuovere quest’ultimo in tutte le sue dimensioni e ad apprendere al meglio i volti nuovi che mostrerà in futuro. Un pro-getto tanto bello quanto vasto, che inizia oggi, senza dimenticare di ringraziare coloro senza i quali l'organiz-zazione di questa prima edizione del Festival Europeo FICTS del Film Sportivo di Bruxelles non sarebbe stato possibile.

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Riunione Consiglio Internazionale

Firma sottoscrizione della Dichiarazione del Panathlon sull’etica nello sport giovanile

Venerdì 6 novembre a Coira, nota località del Cantone dei Gri-gioni, si è svolta con grande successo la riunione del Consiglio Internazionale del Panathlon International, alla quale hanno partecipato oltre ai Consiglieri Internazionali, il Presidente del Colle-gio dei Revisori dei Conti Romano de Angelis con i due componenti effettivi, il Presidente del Collegio Arbitrale e di Garanzia Statutaria Diego Graziosi, e il componente della Commissione Scientifico Cul-turale Yves Vanden Auweele. In collegamento tramite sistema di vi-deo conferenza Sebastião Alberto Corrêa de Carvalho da San Paolo (Brasile).

La giornata si è conclusa presso la Sala Consigliare del Municipio di Coira con la cerimonia della sottoscrizione della Dichiarazione del Panathlon sull’etica nello sport giovanile da parte del Sindaco Urs Marti, che si aggiunge così tra gli importanti ambasciatori nella promozio-ne dei valori positivi dello sport giovanile.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Panathlon e Olimpismo

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L’approdo di Thomas Bach alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale, dopo il lungo regno (12 anni) di Jacques Rogge, ha portato molti cambiamenti e non ha mancato di sollevare qualche polemica.

Per esempio la decisione di applicare rigide barriere anagrafiche nel reclutamento dei dirigenti ha finito per escludere molte figure di spicco nella storia del CIO ed anche di privare organismi sportivi fin qui presenti a Lo-sanna della loro rappresentanza.Le nuove regole escludono dai ruoli di membri di com-missione e da altri incarichi i candidati che abbiano su-perato i 70 anni di età. E’ un lodevole impegno per il rin-giovanimento dei ranghi ma, nesso stesso tempo, una perdita di esperienze preziose.

Anche il Presidente del Panathlon ha dovuto cedere il passo per raggiunti limiti di età ad un nuovo rappre-sentante nella commissione cultura. Si tratta del belga Thierry Zintz, neo eletto Presidente del Distretto Belgio e figura di grande rilevanza nel mondo dello sport, a livello internazionale, per meriti personali. Infatti Zintz già era membro della commissione, prima ancora di as-sumere l’incarico nel Panathlon. Il nostro movimento ha proposto una rosa di candidati ed il Presidente Bach ha scelto Thierry Zintz.

Nell’augurare a tutti buon lavoro, è utile ricordare, all’alba di questa nuova stagione, che il Panathlon è sempre stato presente ed attivo nei lavori delle commissioni del CIO ed anche nel grande dibattito internazionale, con proposte ed idee sul futuro del movimento.E’ forse utile riassumerle come un pro-memoria collettivo.

L’educazione oLimpica

Il Panathlon è concentrato da tempo sulla necessità di mantenere attuali i giochi olimpici, pur nel mutare degli eventi e della società alla quale si rivolgono. A questo tema fanno esplicito riferimento anche le nostre carte fondamentali che richiamano gli ideali olimpici come base dell’azione del Panathlon nel settore dell’educa-zione dei giovani attraverso la pratica degli sport.

Ne abbiamo dibattuto con grande dovizia di contenuti anche a Rapallo nel congresso mondiale del 2014 che proponeva il titolo significativo: “La luce della fiamma olimpica risplende ancora?”. Vale a dire i valori olimpi-ci riescono ancora a calamitare la passione dei giovani e ad esercitare un ruolo di riferimento ideologico dello sport formativo?Un’ulteriore occasione per dibattere questo tema è ve-nuto dal convegno connesso alla celebrazione dei primi

dieci anni della carta sull’etica giovanile nello sport a Gand. Questo documento è già stato recepito da centinaia di organizzazioni sportive e pubbliche amministrazioni decise ad uniformare le loro politiche formative alle li-nee etiche e morali contenute nella carta.

iL patrimonio umano

Particolare attenzione abbiamo sempre dedicato al va-lore umano e quindi al ruolo degli atleti nel contesto de-gli eventi olimpici. Abbiamo già sottolineato come gli atleti costituiscano il vero patrimonio del movimento olimpico. Le loro imprese e il loro esempio possono costituire la base

fondamentale per la costruzione di una categorie di per-sone che in maniera durevole possono indicare forme di partecipazione ideali alle pratiche sportive.

E’ importante dare maggiore continuità al ruolo degli

I valori espressi dalle Olimpiadi e ai quali fa riferimento il Panathlon International vanno tenuti vivi anche negli anni in cui non si disputano i Giochi

IL C.I.O. CHE VORREMMO

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atleti anche in fase di promozione ed organizzazione dei giochi olimpici affinchè essi corrispondano alle loro esi-genze e rispondano alle condizioni richieste dagli sportivi. Gli atleti vanno mantenuti attivi e coinvolti anche dopo la cessazione della loro attività agonistica, innanzitutto come dirigenti delle Loro federazioni e poi come esponenti di spic-co dei Comitati Olimpici nazionali ed Internazionale. L’espe-rienza maturata sul campo è preziosa per fare scelte oculate a livello dirigenziale.

prima, durante e dopo

Le Olimpiadi non vivono solo negli anni in cui cadono i giochi, ma di tutti gli anni di preparazione e di seguito all’evento. Quindi c’è l’esigenza di creare una sorta di mo-bilitazione permanente attorno all’evento olimpico per mantenere viva la tensione.Così, i valori olimpici non possono certamente essere ri-cordati soltanto nelle annate olimpiche o in determinati momenti delle annate preparatorie alle Olimpiadi. Gli ideali olimpici si mantengono vivi ed attivi attraverso oc-casioni di dibattito e di confronto permanenti. Ma anche con la presenza attiva degli atleti e dei dirigenti delle istituzioni olimpiche sui campi dello sport a tutti i livelli. L’olimpismo va portato nelle scuole con manifestazioni divulgative e pro-mozionali animate proprio dagli atleti olimpici che possono

raccontare la loro esperienza come modello di vita e di sacri-fici necessari per raggiungere risultati di eccellenza.

La storia delle Olimpiadi potrebbe entrare nelle scuole come materia di supporto alle ore di insegnamento riser-

vate all’educazione fisica e alle altre forme di educazione attraverso l’attività sportiva.

diversità' come vaLore

L’olimpismo è anche grande scuola di maturazione di va-lori e sentimenti civici. Vivere un’esperienza olimpica si-gnifica maturare sotto il profilo umano e politico per tutta la vita. Si impara, per esempio, che la diversità è un valore e non un ostacolo nel dialogo tra persone di nazioni, raz-ze e religioni diverse. Essere diversi significa essere titolari di esperienze personali da portare a confronto con quelle degli altri, con lo scopo di giungere a sintesi reciprocamente accolte. Gli esempi non mancano in molti organismi extrasportivi, come il Parla-mento Europeo ed il Consiglio d’Europa. Anche se i parla-mentari di diversi Paesi sono in continuo aumento, il metodo del confronto basato sul dialogo democratico, quindi aperto a tutti, consente di raggiungere sempre l’obiettivo finale di creare attività condivise e partecipate.

La diversità è la ricchezza dello sport come palestra natu-rale del confronto tra tutti i popoli, fin dall’età giovanile. Nessuno deve spaventarsi di chi è diverso. Anzi, tutti do-vrebbero avvertire la necessità del confronto proprio con chi è portatore di valori differenti e lontani da confrontare con i propri. Si scopre puntualmente che si esce tutti più ricchi di valori e di esperienze.

i principi etici come riferimento

Il CIO , quindi, non può essere estraneo alla valorizzazione di questi aspetti dell’esperienza sportiva che offre ai gio-vani di tutto il mondo, facendosi portavoce del movimen-to olimpico. Anzi, proprio il CIO esercita un ruolo fondamen-tale per la sopravvivenza degli ideali olimpici e per garantire l’organizzazione concreta dei Giochi Olimpici. Importante è che esso eserciti il suo ruolo ponendo come fine essenziale il riferimento ai valori etici e morali dell’olimpismo, ma anche delle pari opportunità per tutti i popoli e le nazioni che desi-derano fare parte dell’organizzazione.

Fondamentale è che non sia mai autoreferenziale assu-mendo il volto e la funzione di un ente eccessivamente burocratizzato. Questo rischio viene scongiurato con l’ar-ticolazione del lavori sulle diverse commissioni che porta-no avanti temi diversi e che fanno poi sintesi nell’assem-blea.Importante è anche l’avvicendamento nei ruoli apicali di di-rigenti di Paesi sempre diversi. Il CIO deve essere di tutti co-loro che credono nello sport e nel ruolo di coordinamento di questo organismo sovranazionale di fondamentale impor-tanza.

L’avvento di Thomas Bach, un tedesco, ex campione olim-pico di scherma, avvocato nella vita potrebbe costituire una svolta perché nel suo discorso di presentazione ha detto

“… voglio lavorare con tutti voi, facendo delle nostre differenze un valore aggiunto dei nostri ideali.”

Il Panathlon International è pronto a fare la sua parte.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Rapporti internazionali

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L’austriaco Harald Bauer , a conclusione dell’assemblea svoltasi a Cancun, in Messico, è stato rieletto Presidente dell’organizzazione sportiva mondiale C.S.I.T. che unisce ai valori sportivi quelli della socialità e del lavoro. E’ il terzo mandato per Bauer che è ottimo amico del Panathlon International.

Tra le due organizzazioni è stato firmato un protocollo di collaborazione a Lignano Sabbiadoro, lo scorso mese di giugno, nel corso dei giochi sportivi che hanno richiamato 5.000 atleti di 38 Paesi. Lo CSIT, infatti, ha più di cento anni di storia, è diffuso in tutto il mondo e conta ben 213 milioni di soci.

L’associazione corrispondente in Italia è l’A.I.C.S. (Associazione Italiana Cultura e Sport) presie-duta dall’on. Bruno Molea, panathleta del club di Forlì.

Nel nuovo direttivo internazionale a Molea è stato assegnato il ruolo di responsabile orga-nizzativo dei giochi sportivi che si svolgono ogni due anni nei vari Paesi membri. E’ un rico-noscimento della straordinaria perfezione or-ganizzativa riscontrata a Lignano nell’edizione italiana di giochi quest’anno.

A Bruno le più vive felicitazioni per la sua ricon-ferma e un grazie per avere fatto da ponte al Panathlon nell’intraprendere un rapporto di collaborazione che sta contribuendo alla dif-fusione del nostro movimento anche in Paesi in cui non siamo presenti con nostri club.

di Giacomo Santini

CSIT: BAUER E MOLEA SEMPRE AI VERTICI

Il Panathlon è partner di questa organizzazione mondiale con 213 milioni di soci!

Diffondiamo i doveri del genitore nello sport

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Carta dei doveri del genitore nello sport1. la scelta della disciplina sportiva preferita spetta ai miei figli in totale autonomia e senza condizionamenti da parte mia.

2. mio dovere è verificare che l’attività sportiva sia funzionale alla loro educazione e alla loro crescita psico-fisica, armoniz-zando il tempo dello sport con gli impegni scolastici e con una serena vita familiare.

3. eviterò ai miei figli, fino all’età di 14 anni, pesanti attività agonistiche, salvo discipline formative, privilegiando lo sport ludico e ricreativo.

4. li seguirò con discrezione, con il loro consenso, se servirà ad aiutarli ad avere con lo sport un rapporto equilibrato.

5. non chiederò agli allenatori dei miei figli nulla che non sia utile alla loro crescita e commisurato ai loro meriti e poten-zialità.6. dirò ai miei figli che per essere bravi sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni.

7. ricorderò loro che anche le sconfitte aiutano a crescere perchè servono per diventare più saggi.

8. indicherò loro i valori del Panathlon come fondamento etico per affrontare una corretta esperienza sportiva .

9. al loro ritorno a casa non chiederò se abbiano vinto o perso ma se si sentano migliori. nè chiederò quanti gol abbiano segnato o subito o quanti record abbiano battuto, ma se si siano divertiti.

10. vorrò specchiarmi nei loro occhi ogni giorno e ritrovare il mio sorriso giovane

Era il 21 maggio 2014 quando nasceva, a cura del Panath-lon International, la “Carta dei doveri del genitore nello Sport”.Il Panathlon International ha festeggiato il primo anno da quando la Carta è stata accreditata e consegnata a tutti i Club mondiali.Un documento scaturito da una riflessione del Presiden-te Internazionale Giacomo Santini, maturata in occasione delle molteplici riunioni conviviali dei vari Panathlon Club, dove si affrontavano numerose tematiche, compresi di-battiti sulle responsabilità dei genitori nello sport.Un anno, quindi, durante il quale questa carta è stata af-fiancata alle altre fondamentali del Panathlon, che sono quella del Fair Play, la Carta del Panathleta e la Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport.

“Da sempre si sa che i primi passi di qualsiasi atleta vengo-no fatti sotto la diretta osservazione e responsabilità del padre e della madre che si improvvisano allenatori, tecnici, medici, ispiratori di strategie e, soprattutto, assumono le vesti di incompetenti valutatori di talenti – dichiara il Presi-dente Santini – Le loro decisioni sono spesso determinanti per i destini sportivi dei loro figli, fin da piccoli. Altrettanto spesso, possono diventare arbitri del loro successo o del loro rapporto sbagliato con l'esperienza sportiva”.Santini conclude così la sua riflessione: “Peggio di tutto è il genitore/tifoso che sogna destini da campione per il proprio erede. Poi viene il genitore/timoroso che guarda allo sport come una potenziale distrazione del profitto

scolastico. Infine c'è il genitore/indifferente che considera lo sport un'attività non essenziale per lo sviluppo psico-fisico dei giovani. In ogni caso: genitori sbagliati per figli sfortunati”.

La Segreteria Generale, per rendere più incisiva la diffu-sione della Carta, ha ideato un “Protocollo di attuazione” affinché la stessa venga recepita e veicolata a tutti coloro che hanno responsabilità nel processo formativo dell’edu-cazione sportiva dei nostri giovani.Per chi fosse interessato a sottoscrivere la “Carta dei doveri del genitore” può contattare la Segreteria Generale del Pa-nathlon International all’indirizzo e-mail [email protected] nelle altre carte del Panathlon, i principi sono sem-plici e fondamentali. Quasi un pro-memoria più che un de-calogo di obblighi ed impegni con il crisma della “tavola della legge”. Una base da fare diventare oggetto di discus-sione anche e soprattutto fuori dal Panathlon, come pre-testo per affrontare un fattore determinate nel rapporto fra i diversi attori che intervengono per la crescita di un giovane nel mondo dello sport: l'allenatore, i dirigenti, i compagni di squadra, i modelli ai quali ispirarsi.

I nostri documenti

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CONVEGNO CLUB ANVERSA - 20° CONGRESSO INTERNAZIONALEASSEMBLEA STRAORDINARIA – 47a ASSEMBLEA GENERALE ELETTIVA

Anversa 19/22 maggio 2016 - Campus Middelheim Antwerp UniversityProgramma di massima

nel sito www.panathlon.net potrete scaricare le schede dettagliate per la partecipazione)

Giovedì 19 maggio 2016

Arrivo partecipanti - Sistemazione presso l’Hotel Ramada Plaza **** http://ramadaplaza-antwerp.com

dalle ore 14.30 Inizio accrediti dei partecipanti presso il Campus Middelheim dell’Università di Anversa

ore 15.00 APERTURA DEL CONVEGNO organizzato dal CLUB DI ANVERSA presso l’Auditorium del Campus Universitario

ore 18.00 Termine dei lavoriore 20.00 Welcome Dinner presso il Ristorante Hugo dell’Hotel Ramada Plaza

Sabato 21 maggio 2016

ore 8.00 Ripresa verifica poteri presso il Campus Middelheim dell’Università di Anversa ore 8.30 Trasferimento dall’Hotel Ramada Plaza al Campus Middelheim dell’Università di Anversa

ore 9.00 APERTURA DELL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA presso l’Auditorium del Campus Universitario

ore 11.15 Coffee break nella Hall dell’Auditoriumore 13.15 Buffet self service presso il Ristorante del Campus Universitario (unico nella zona)ore 14.30 Ripresa lavori

ore 16.00 Coffee break nella Hall dell’Auditorium

ore 17.00 Al termine dell’ASSEMBLEA STRAORDINARIA - Consegna dei “Premi Comunicazione” presso l’Auditorium del Campus Universitario ore 19.45 Trasferimento dall’Hotel Ramada Plaza al Gran Café Horta http://www.grandcafehorta.be/ore 20.00 Cena di Gala con musica all’interno dell“Art Nouveau Sala” (Costruito con le capriate in ferro della ex Casa del Popolo" di Bruxelles, il Gran Café HORTA, situato nel cuore alla moda di Anversa, è un luogo eccellente ogni tipo di evento.

Venerdì 20 maggio 2016

ore 8.30 Trasferimento dall’Hotel Ramada Plaza al Campus Middelheim dell’Università di Anversa

ore 9.00 APERTURA DEL 20° CONGRESSO INTERNAZIONALE presso l’Auditorium del Campus Universitario

ore 11.15 Coffee break nella Hall dell’Auditorium ore 13.00 Termine lavoriore 13.15 Buffet self service presso il Ristorante del Campus Universitario (unico nella zona) ore 14.30 Ripresa lavoriore 16.00 Coffee break nella Hall dell’Auditorium

dalle ore 17.00 alle ore 18.30 Verifica poteri - Campus Middelheim Antwerp University

ore 18.00 Lettura della Risoluzione finaleore 18.30 Chiusura del 20° Congresso Internazionaleore 20.00 Cena tipica – Antica Birreria De Koninck (http://www.dekoninck.be/)(Anversa è porto, è diamanti, è Rubens, è moda, è cioccolato. E naturalmente Anversa è birra!De Koninck,è il birrificio più celebre e fresco fresco di ristrutturazione e novità. Una delle particolarità è sicuramente il fatto che nel lontano 1833 sia stato fondato da una donna, Elisabeth Cop De Koninck. In origine il birrificio si chiamava “De Hand”, in onore del simbolo della città di Anversa, e cioè la mano.)

Domenica 22 maggio 2016

ore 8.00 Ripresa verifica poteri presso il Campus Middelheim dell’Università di Anversaore 8.30 Trasferimento dall’Hotel Ramada Plaza al Campus Middelheim dell’Università di Anversa

ore 9.00 APERTURA DELLA 47a ASSEMBLEA ORDINARIA ELETTIVA presso l’Auditorium del Campus Universitario

ore 11.15Coffee break nella Hall dell’Auditoriumore 12.30Elezione del Presidente Internazionale e dei nuovi Organi Internazionali per il quadriennio 2016-2019a seguire1a riunione del nuovo Consiglio Internazionale presso l’Hotel Ramada Plaza

Pacchetto ANVERSA 2 notti (20/22 maggio) Quota di partecipazione in camera doppia Euro 230,00 a personaQuota di partecipazione in camera doppia uso singola Euro 350,00 a personaLa quota include:2 notti di soggiorno presso l’Hotel Ramada Plaza****, con prima colazione inclusa.Trasporti dall’Hotel Ramada all’Università sede dei Congressi-Assemblee.Coffee breaks durante i 3 giorni di lavoro.Pranzo (self-service) del 20 Maggio presso il Campus dell’Universi-tà sede dei Congressi-Assemblee.Pranzo (self-service) del 21 Maggio presso il Campus dell’Universi-tà sede dei Congressi-Assemblee.Quota di iscrizione e kit congressuale comprendente:

- atti congressuali (Convegno Club Anversa e Congresso Internazionale) - materiale assembleare - servizi tecnici e di interpretariato - gadgetTassa di soggiorno e IVA sui servizi.

SCHEDA DI ISCRIZIONE da inviare entro il 28/02/2016

Inviare la scheda compilata e firmata via fax al +39 0185230513 oppure via email [email protected]

Cognome e Nome del Socio:_____________________________________________________________________________

Telefono:______________________________ Email:________________________________________________

Panathlon Club:______________________________________ Carica:________________________________

Accompagnato da: Cognome e Nome: ________________________________________________________

Giorno di arrivo: _______ Maggio 2016 Giorno di partenza:_______ Maggio 2016

Per il soggiorno e la partecipazione agli eventi, abbiamo previsto le seguenti opzioni.

Pacchetto ANVERSA 3 notti (19/22 maggio)Quota di partecipazione in camera doppia Euro 355,00 a personaQuota di partecipazione in camera doppia uso singola Euro 475,00 a personaLa quota include:3 notti di soggiorno presso l’Hotel Ramada Plaza****, con prima colazione inclusa.Trasporti dall’Hotel Ramada all’Università sede dei Congressi-As-semblee.Coffee breaks durante i 4 giorni di lavoro.Pranzo (self-service) del 20 Maggio presso il Campus dell’Università sede dei Congressi-Assemblee.Pranzo (self-service) del 21 Maggio presso il Campus dell’Università sede dei Congressi-Assemblee.Quota di iscrizione e kit congressuale comprendente: - atti congressuali (Convegno Club Anversa e Congresso Internazionale) - materiale assembleare - servizi tecnici e di interpretariato - gadgetTassa di soggiorno e IVA sui servizi.

ISCRIZIONE SOLO CONGRESSO/ASSEMBLEASe desidera partecipare solo ai Congressi e Assemblee, senza soggiornare; Le indichiamo il costo relativo alle diverse giornate. Le chie-

diamo di indicarci la richiesta: 3 giorni 20-21-22 Maggio 2016 Euro 100,00 a persona Solo 20 Maggio 2016 Euro 50,00 a persona Solo 21 Maggio 2016 Euro 50,00 a persona Solo 22 Maggio 2016 Euro 25,00 a persona (Pranzo escluso)Le quotazioni includono: Coffee breaks previsti durante i lavori. Pranzo presso il Campus dell’Università sede dei Congressi-Assemblee; Domenica 22 il pranzo è escluso. Quota di iscrizione e kit congressuale comprendente: - atti congressuali (Convegno Club Anversa e Congresso Internazionale)- materiale assembleare - servizi tecnici e di interpretariato - gadgetIVA sui servizi.

PRENOTAZIONI CATERING A CENAPer completare l’offerta abbiamo previsto le seguenti opzioni per le cene; Le chiediamo di indicarci a quali parteciperà:

19 Maggio Cena di benvenuto presso l’Hotel Ramada Plaza Euro 40,00 a persona 20 Maggio Cena Tipica in città Euro 40,00 a persona 21 Maggio Cena di Gala presso ORTA Cafè Euro 110,00 a persona

Precisiamo che, per gli ospiti dell’Hotel Ramada Plaza, il servizio transfer per le cene del 20 e 21 Maggio è gratuito.

Nel sito www.panathlon.net potrete scaricare il riepilogo dei servizi che si intendono acquistare

Pacchetto ANVERSA 1 notte (21/22 maggio)Quota di partecipazione in camera doppia Euro 160,00 a personaQuota di partecipazione in camera doppia uso singola Euro 200,00 a personaLa quota include:1 notte di soggiorno presso l’Hotel Ramada Plaza****, con prima colazione inclusa.Trasporti dall’Hotel Ramada all’Università sede dei Congressi-Assemblee.Coffee breaks durante i 2 giorni di lavoro.Pranzo (self-service) del 21 Maggio presso il Campus dell’Università sede dei Congressi-Assemblee.Quota di iscrizione e kit congressuale comprendente:- atti congressuali (Convegno Club Anversa e Congresso Internazionale) - materiale assembleare - servizi tecnici e di interpretariato - gadgetTassa di soggiorno e IVA sui servizi.

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Inchiesta

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LO STATO DI SALUTE DEL CALCIO ITALIANO ED EUROPEO

(*) di Dario Righetti

Nonostante il perdurare della crisi economica, nella sta-gione 2013/14 i ricavi del calcio in Europa hanno supe-rato i 20 miliardi, crescendo a un tasso medio annuo del 5% negli ultimi dieci anni.

Secondo la XXIV edizione della ricerca Deloitte ” Annual Review of Football Finance 2015”, la Premier League si conferma Regina d’Europa ed estende ulteriormente il suo primato con ricavi totali di 3,9 miliardi di Euro, rap-presentando il 18% del valore totale del calcio europeo nell’ultima stagione.

L’ aumento dei ricavi totali dei Club di Serie A di 22 milioni di Euro (+1%) per un totale di 1,7 miliardi nel 2013/14, deriva principalmente da elevate performan-ce finanziarie dei Club italiani più illustri, che sono for-temente beneficiate dalla partecipazione in competi-zioni europee.

Analizzando le principali fonti di ricavo dei primi cin-que campionati europei, emerge come il calcio italia-no rimanga dipendente dalle entrate per diritti televi-sivi, che valgono il 59% dei ricavi totali.

Dall’analisi dei dati emerge anche come la capacità di diversificare i ricavi, insieme alle performance spor-tive sul campo, risulti sempre più fondamentale nel calcio moderno.

Gli stadi di proprietà si confermano, quindi, uno dei fattori fondamentali su cui è necessario intervenire per assicurare la sostenibilità del calcio, in particolare in quello italiano dove si rilevano enormi spazi di mi-glioramento.

Analizzando i tassi di affluenza agli stadi, emerge che il campionato tedesco è quello più seguito a livello euro-

peo, con una media di oltre 42 mila spettatori per gara, grazie ai prezzi competitivi dei propri biglietti.

Per incrementare il numero degli spettatori negli sta-di italiani sarebbe necessario investire nella sicurezza, migliorare l’”appealing” delle strutture e consentire un ritorno delle famiglie, generando così maggiori ricavi in termini di vendite di biglietti e indotto (ristorazione, merchandising, etc.).

Oltre all’enorme importanza che ha la diversificazione dei ricavi, non bisogna tuttavia sottovalutare altri aspet-

ti economico-finanziari quali la necessità di ri-durre gli ingaggi e i costi di calcio mercato al fine di migliorare la redditività dei club.

A seguito della maggiore attenzione al “fair play finanziario” e al controllo dei costi, per la prima volta dalla stagione 2006/07 le cinque Leghe hanno riportato tutte un rapporto sti-pendi/ricavi (indicatore fondamentale di ana-lisi finanziaria dei bilanci dei club di calcio) pari o inferiore al 70%. A eccezione della Spa-gna, le altre Leghe principali hanno visto tut-te migliorare il loro rapporto stipendi/ricavi.

Ci auguriamo che, anche da un punto di vista etico in un momento di crisi finanziaria come quello attuale, i Club italiani intendano perseguire una gestione più sobria, ristabilendo un sostenibile equilibrio tra costi/ricavi.

L’avvento del Regolamento UEFA sul Financial Fair Play e di alcune misure adottate dalle Leghe Europee hanno portato a un cambiamento nella mentalità di diverse squadre che si è tradotto in miglioramenti dei risultati operativi per la maggior parte delle Big 5.

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3 - 2015Inchiesta

Analizziamo ora l’andamento del calcio europeo a livel-lo di Club. Nella scorsa stagione il fattu- rato com-plessivo dei principali 20 Club europei ha raggiunto i 6,2 miliardi di dollari: un au-mento di ben 800 milioni (+14%) rispetto all'anno precedente.

Sono quattro le squadre italiane in clas-sifica, ma di queste solamente la Juven-tus (decima) rientra nella prestigiosa top10 Europea.

Per competere economicamente a li-vello internazionale risulta quindi sem-pre più importante la partecipazione alle competizioni europee

COSA FARE PER IL CALCIO GIOVANILE?

La capacità di diversificare i ricavi risulta essere la sfida più importante per le Società di calcio al giorno d’oggi.

I miglioramenti ottenuti in Inghilterra e Germania sono un indicatore del desiderio dei Club di massimizzare le pro-prie fonti di guadagno, per non citare anche le esperienze americane in altri sport dove vengono applicate strategie di mercato trasformando di fatto le squadre sportive in aziende con importanti ricavi.

Qualcosa di positivo inizia a intravedersi anche in Italia, dove si inizia a puntare sullo stadio di proprietà (Juventus su tutti) , a ridurre gli ingaggi e a puntare maggiormente sui giovani italiani.Tutto ciò permette di avere maggiori disponibilità economiche da investire per far crescere i Club e avere un miglior equilibrio tra stipendi e ricavi.

Conseguentemente vi sarebbero maggiori risorse a disposizione per i settori giovanili, altro elemento fondamenta-le per la crescita futura dei Club e della loro sostenibilità. I vivai delle Società, in un’ottica di futura crescita e miglio-ramento, sono i centri di ricerca e sviluppo dei Club.

Investire nella crescita dei settori giovanili, al fine di potenziare le competenze tecniche e psico-pedagogiche, vuol dire investire sul proprio futuro e lavorare per il conseguimento di obiettivi inerenti ai valori sportivi fondamentali. La sfida dei prossimi anni per i club è quella di creare campioni in campo e nella vita. Questo ovviamente richiede un cambiamento culturale non indifferente, sia a livello di club che a livello di Società e amministrazioni pubbliche.

Le tematiche fondamentali sopra descritte, unitamente alla crescente attenzione al Fair Play Finanziario, rivestono sempre più importanza nel contesto attuale, ma non devono far perdere di vista gli aspetti etici fondamentali sui quali si fonda tutto lo sport e il calcio in particolare.

* Senior Partner di Deloitte Consigliere Panathlon Lecco

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Dibattito aperto

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PARA(O)LIMPIADI ? CHIAMIAMOLE OLIMPIADI

Se oggi i disabili hanno la possibilità di praticare lo sport e sognare le Olimpiadi lo devono ad un signore tedesco naturalizzato inglese: Sir Ludwig Guttman. Il Sir in questione nel 1948 era direttore del National In-juries Centre di Stoke Mandeville (UK), il quale pensò bene di favorire la fase terapeutico – riabilitativa dei reduci della 2^ Guerra Mondiale, con lesioni alla co-lonna vertebrale, puntando al miglio-ramento delle condizioni psicologiche coinvolgendoli nel tiro con l’arco. I risultati furono incoraggianti, tanto da organizzare le prime gare.

Quattro anni dopo, sempre a Stoke Mandeville, ebbe luogo la prima com-petizione internazionale, ospiti degli olandesi. Da lì, si può affermare, ebbe inizio la storia della Paraolimpiadi, divenute successi-vamente Para(O)limpiadi, non si per quale motivo fu soppressa la “O”.

Con l’appuntamento romano del 1960 fanno la loro comparsa i primi atleti disabili, dando così inizio a 55 anni di storia olimpica. Nasce nel frattempo L’Interna-tional Para(O)limpic Committee a cui fanno riferimen-to quest’oggi cinque federazioni internazionali e 160 nazionali. Il movimento cresce nei numeri e, sempre più, vi è necessità di nuove regole che supportino l’attività in-

ternazionale. Così nel 2001 CIO e International Para(O)limpic Com-mittee sanciscono l’accordo per stabilire definitivamente la perio-dicità, immediatamente successiva per questioni organizzative, e sedi dell’appuntamento quadriennale olimpico.

Se a Roma nel 1960 vi parteciparo-no 400 disabili, più tardi nel 2000 a Sydney furono 3.843 ed a Londra, nel 2012, dettero prova delle loro capa-cità 4.200 atleti in rappresentanza di 166 Paesi. Evento, quest’ultimo, che lo ha visto protagonista in 500 ore di mondovisione, oltre alle centinaia di migliaia di spettatori presenti agli ap-puntamenti in programma.

Questa è la significativa testimonianza della crescita di chi ha trovato nello sport una grande ragione di vita, e come la partecipazione all’evento olimpico sia in con-tinua ascesa.

Ma veniamo al perché di questo articolo.

Da sempre ho sostenuto che Olimpiadi e Para(o)lim-

piadi dovrebbero essere accomunate sotto un’unica denominazione: OLIMPIADI. Di questo argomento, quando ero governatore dell’A-rea1, avevo parlato a suo tempo con Luca Pancalli (presidente del Comitato Italiano Paralimpico), che si disse d’accordo con me. In seguito, dopo il successo londinese di entrambi gli eventi, il presidente del Coni Gianni Petrucci ha affermato: “E’ una via percorribi-le”. Finalmente, vien da dire. Ma si sa spesso le parole sono figlie del vento.Questa estate ho avuto modo di accennarne anche al

(*) di Massimo Rosa

Olimpiadi ... un bene universale

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3 - 2015

nostro Presidente Giacomo Santini, dimostratosi inte-ressato all’argomento e pronto ad attivarsi nel nome del nostro Movimento.

Parole importanti, che devono essere un punto di par-tenza, sottolineo quel “devono essere”. Il pericolo però è che passato l’entusiasmo del mo-mento tutto ripiombi nel dimenticatoio. Allora cosa fare ?

Ci sarebbe la necessità primaria di dare vita ad un mo-vimento vero e proprio che si faccia carico di “marcare ad uomo” - per usare un termine calcistico - tutte le istituzioni sportive delle nazioni aderenti al CIO affin-ché riconoscano che le Olimpiadi sono un bene uni-versale, e non per persone di serie A ed altre di serie B, con o senza handicap.

Non vuole essere un discorso utopistico e populista, ma più semplicemente quello di chiedere la stessa di-gnità per chi ama lo sport ed i suoi valori, in nome del quale si compiono enormi sacrifici.

Sarebbe finalmente l’occasione per vedere il Panath-lon portatore a livello mondiale di un’iniziativa che po-trebbe passare alla storia. Via, allora, quell’ipocrita Paralimpico, per giunta senza la “o”, e chiamiamole con il loro nome: OLIMPIADI. Chissà che da Londra non sia partita una nuova Era per uno sport più giusto, con pari dignità per tutti gli atleti e che il Panathlon ne sia il suo profeta. E che allora OLIMPIADI siano.

(*)Past Governatore Area1

Direttore Panathlon Planetwww.panathlonarea1.it

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L24

mi anni dopo la mia Vittoria ai Campionati del Mondo di Bordeaux del 2007, quando, anche con mia sorpresa, riuscii a battere tutti i favoriti e i veterani dell’handbike, io che fino a quel momento, nonostante fossi uno dei migliori rappresentanti italiani della specialità, a livello internazionale mi ero piazzato al massimo sul gradino più basso del podio.Dal giorno in cui vinci qualcosa di importante sei con-siderato “il” favorito e “la musica” cambia: maggiore la pressione, maggiori le attese da parte degli altri e, so-prattutto da te stesso, fine del fattore sorpresa, che fino a quel momento aveva significa spesso maggiore liber-tà di azione nelle competizioni da parte degli avversari più quotati di te.

Non ero ancora in grado, allora, di gestire tutto ciò, e pur ottenendo un grande risultato l’anno successivo (meda-glia d’argento ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008, perdendo l’oro per soli 6 secondi), fino al 2012 non sono stato più in grado di ripetere quella grande vittoria alla gara più importante per un ciclista quale è il titolo iri-dato: secondo nel 2009 a Bogogno (Italia) e, dopo una battuta di arresto nel 2010 (a Baie Comeau - Canada),

Se si chiedesse a diversi atleti che hanno raggiunto ri-sultati di livello mondiale quale sia la più grande preoc-cupazione e difficoltà che hanno temuto a quel punto nel prosieguo della loro carriera, penso che la maggior parte di loro risponderebbe che è stata la gestione della maggiore pressione dovuta alle aspettative e alla ulte-riore difficoltà nel cercare di ottenere nuovamente quei risultati.

La pressione successiva alla conquista di un titolo mon-diale la si può subire in modo negativo, pensando al fatto che tutti gli altri avversari si siano preparati anco-ra meglio per fare il possibile per batterti e quindi sarà altamente probabile che ci riescano perché si è soli contro tutti, oppure pensare al fatto positivo che, se hai vinto una volta e non è successo per caso (non succe-de mai nello sport di alto livello), lo potrai rifare ancora perché gli altri potrebbero arrivare ancora una volta un passo indietro al tuo, come preparazione fisica, menta-le, del mezzo chi si utilizza, gestione della gara e degli imprevisti, ecc.

Quel sentimento negativo mi ha “perseguitato” per i pri-

Quando diventi l’uomo da battereCome l’esperienza trasforma un atleta in campione e un campione in un bersaglio

Storia di una stagione sportivamente perfetta nell’anno in cui meno te lo aspetti.

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Testimonianza di un campione speciale

(*) di Vittorio Podestà

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3 - 2015

ancora secondo nel 2011 (Roskilde – Danimarca), se pur con l’attenuante di essere arrivato dopo la riabilitazione per un incidente in allenamento avvenuto meno di due mesi prima.

Nel 2012 ho conquistato la partecipazione alla mia secon-da Paralimpiade, a Londra, e là, forse, è scattato qualcosa. Qualche mese prima, avevo trovato un grande feeling con un nuovo allenatore, Francesco Chiappero, che mi aveva aiutato a conquistare l’argento al Mondiale di Roskilde grazie alla sua sensibilità nel capire come allenarsi dopo un incidente così a ridosso di una gara importante e mi aveva fatto capire che lavorando al massimo e nel modo giusto per un obiettivo, potevo arrivare agli appuntamen-ti prefissati con la tranquillità per esprimermi al meglio e rendere la vita dura a qualunque avversario.

Da quell’Olimpiade di Londra portai a casa ben tre me-daglie prestigiose, seppur nessuna d’oro: due bronzi nella gara a cronometro e in quella in linea, un argento nella gara a squadre “Team Relay” insieme ai miei compagni di squadra Francesca Fenocchio e Alex Zanardi.Le vittorie alla mia portata non arrivarono per errori miei, dovuti ancora ad una leggera mancanza di lucidità nei momenti topici e, nel caso della gara in linea, all’aver pau-ra di rischiare “il tutto per tutto” per vincere mettendo in conto possibilità però di perdere anche la medaglia di bronzo (decisione non facile per molti atleti che hanno la chance di giocarsi una medaglia olimpica).A quel punto, però, e l’ho capito qualche tempo più tar-di, il passo più grande ormai lo avevo fatto, e l’esperienza accumulata fino a quel momento mi aveva fatto raggiun-gere una maggiore consapevolezza nei miei mezzi. Il triennio successivo all’evento di Londra è stato un cre-scendo di titoli iridati conquistati: 1 oro e 1 bronzo indi-viduale ai Mondiali del 2013 di Baie Comeau (CAN) nel 2013, 1 oro e 1 argento a quelli successivi di Greenville (USA) e la Coppa del Mondo 2014.

Quest’anno è addirittura arrivato l’en plein con i due ti-toli iridati conquistati a Nottwil in Svizzera e quello nel Team Relay già conquistato nei due anni precedenti con Luca Mazzone e Alex Zanardi. Una stagione straordina-ria che ha concretizzato risultati incredibili e insperati, su un percorso estremamente difficile scelto a casa del mio principale avversario, Heinz Frei, un mito dello sport paralimpico, vincitore di 27 medaglie ai Giochi in diver-si sport ed edizioni estive e invernali, campione svizzero molto conosciuto nel suo paese, quasi al pari dei migliori atleti normodotati, mia autentica bestia nera per avermi battuto nelle cronometro delle Paralimpiadi di Pechino e Londra e ancora una volta, con la sua grade esperienza, nella cronometro di Greenville del 2014.Nonostante su quel percorso stavolta fosse lui il favorito, la mia preparazione studiata dal mio allenatore France-sco Chiappero, mirata perfettamente ai giorni del Cam-

pionato del Mondo, e la minor pressione per non essere il principale favorito, mi ha permesso di ottenere il massimo risultato possibile: 3 maglie iridate nelle 3 gare alle quali ho partecipato.

Per arrivare alle prossime paralimpiadi che mi aspettano nel 2016 a Rio de Janeiro, ho quasi un anno per cercare di alzare ulteriormente il livello delle mie prestazioni affin-ché possa essere sufficiente una volta di più per battere i miei avversari e conquistare almeno uno degli ori che ancora mancano al mio carniere.

Sono convinto che il percorso di preparazione che mi aspetta prima di arrivare al 14, 16 e 17 settembre 2016, giorni in cui disputerò rispettivamente la cronometro in-dividuale, la gara in linea e il Team Relay a squadre, sarà altrettanto esaltante come quello che mi ha portato agli ultimi successi e spero che anche l’esperienza acquisita in 12 anni di carriera possa essere ancora uno dei fattori de-terminanti per la vittoria del tanto agognato oro olimpico che completerebbe la mia carriera sortiva.

(*) Handbike World Champion

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Convegno scientifico in Italia

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Grande interesse ha riscosso a Lucca il 1° Convegno Nazionale Polidisciplinare in Medicina dello sport sul tema: “Overuse e Sport” che ha analizzato nel detta-glio le problematiche dovute al sovraccarico funzio-nale negli atleti.

Con il termine di “Sindromi da over-use” si intende un gruppo di patologie alla cui base vi è un comune fat-tore patogenetico costituito da microtraumatismi a carico di un distretto anatomico sottoposto a sovrac-carico funzionale iterativo.In rapporto alla crescente richiesta di prestazioni a più elevata perfomance da parte dell’atleta, lo sport è l’ambito in cui la sindrome da iperuso è più frequente. Infatti, approssimativamente circa la metà delle le-sioni che si verificano negli sportivi sono da attribuire all’iperuso; il distretto più interessato è quello musco-lo-tendineo.

Il lavoro effettuato da un atleta ha un effetto allenante quando è ben sostenuto dalle capacità fisiche dell’at-leta e porta ad un miglioramento delle prestazioni attraverso il fenomeno della “supercompensazione”.

Quando invece il ca-rico di lavoro effettuato non è proporzionale alle potenzialità dell’atleta diven-terà un sovrac-carico ed indurrà effetti decisamen-te negativi rappre-sentati in generale dalla riduzione della risposta indi-viduale ed in par-ticolare dall’insor-genza di patologia a carico dell’ap-parato muscolo-scheletrico. Biso-gna ricordare che gli atleti non sono pazienti comuni, sia per l’ecceziona-lità delle prestazioni che

esprimono tutte le volte che praticano il proprio sport sia perché quando sono vittime di traumi ne possono risentire, non solo fisicamente, come tutti noi, ma an-che umanamente e professionalmente.

Appare quindi evidente che gestire l’attività sportiva e gli allenamenti di un atleta, anche amatoriale, pre-veda delle particolari conoscenze e come un minimo errore possa determinare l’insorgenza di tali patolo-gie.

Molteplici sono le figure professionali che ruotano intorno all’atleta e vi è la necessità di una intensa collaborazione ed integrazione fra tutti questi diversi operatori sanitari, un costante lavoro di formazione ed aggiornamento professionale finalizzato alla ridu-zione dei tempi di recupero, a mettere in atto tutte quelle tecniche di prevenzione che permetteranno di spostare sempre più in alto l’asticella dei limiti fisici dello sportivo. Quando si parla di piede e caviglia ad esempio, pre-

ATTENTI ALL’ ”IPERUSO”

Gravi conseguenze per chi carica troppo il proprio fisico senza adeguata preparazione

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venire vuol dire innanzitutto scegliere una calzatura adeguata alle proprie esigenze ma anche studiare l’appoggio del piede sia da fermo che in movimen-to. Per consigliare efficacemente uno specifico tipo di scarpa (da pronatore o da supinatore per esempio) è necessario aver studiato e compreso l’intero ciclo del passo e valutare i rischi di sovraccarico che possono sopraggiungere nel compiere un determinato gesto tecnico. Persino un’analisi computerizzata del passo può risultare inutile se non associata ad un’attenta va-lutazione clinica.Effettuare una scelta corretta vuol dire ridurre i rischi di sovraccarico e soprat-tutto le patologie da “over use” dell’at-leta: tendiniti, borsiti, ma anche frattu-re da stress e microfratture.

L’obiettivo del Convegno è stato quello di approfondire le più recenti metodi-che di diagnosi e di cura e analizzare l’eziopatogenesi delle lesioni da over-use con lo scopo sia di prevenirle che di garantire un sicuro ritorno all’attività sportiva specifica.

Le due giornate, su è stato articolato l’evento scienti-fico, sono state indirizzate alle diverse figure profes-sionali con cui il medico dello sport si trova a dover-si confrontare giornalmente. Il convegno è stato un momento di aggiornamento professionale oltre che per gli specialisti in medicina dello sport anche per laureati in scienze motorie, fisioterapia, podologia, tecnici ortopedici, preparatori atletici.

Il Convegno ha rappresentato un’occasione di reale approfondimento e di proficuo confronto su una se-rie di patologie molto diffuse e di non sempre facile gestione. Specialisti di diversa estrazione hanno fatto il punto sulla fisiopatologia dei tendini e della carti-lagine articolare, la diagnosi clinica e strumentale, le opzioni terapeutiche mediche, chirurgiche, fisiotera-piche e, soprattutto, sul rapporto, spesso complesso e non scontato, tra questo tipo di patologie ed il so-vraccarico funzionale nello sport.

L'idea di mettere a confronto nello stesso convegno diverse figure professionali che insieme collaborano nel recupero dell'atleta che presenta questo tipo di patologie da overuse è stata molto apprezzata dai partecipanti ed è stata fatta specifica richiesta agli or-ganizzatori di continuare con questo tipo di iniziative in modo che tutte le professionalità che intervengo-no nel recupero di un atleta (fisioterapisti, ortopedi-ci, medici dello sport, podologici, laureati in scienze motorie) possano avere la possibilità di aggiornarsi insieme scambiandosi opinioni e ed esperienze per-sonali.

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170 specialisti da tutto il mondo riuniti a San Micheletto per parlare di “iper-uso” nello sportivo

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Serata Olimpica a TrevisoRiuniti alcuni dei campioni che hanno fatto la storia del fondo italiano

Un’iniziativa che ha rinverdito le gesta degli atleti olimpionici dello sci di fondo italiano, tra cui la staffetta 4×10 km maschile, oro ai XVII Giochi Olimpici invernali di Lillehammer 1994. Un particolare piacere per il sottoscritto rivedere nelle immagini gli ex telecronisti Rai Carlo Gobbo, voce dello sci al-pino dal 1997 al 2008, oltre che degli altri sport invernali, e soprattutto Giacomo Santini, indimenticabile narratore di ciclismo e sci di fondo dal 1981 al 1994, poi eurodeputato di Forza Italia dal 1994 al 2006 e senatore dal 2006 al 2013 del Pdl.

Serata di Gala dedicata allo Sci di Fondo lunedì 28 settembre alla Tenuta di Astoria Vini a Crevada di Refrontolo, di Giorgio Polegato. Ospiti del Panathlon Treviso del Presidente Andrea Vidotti: Gabriella Paruzzi, Cristian “Zorro” Zorzi, Silvio Fauner, assente giustificato Federico Pellegrino impegnato in Val Senales negli allenamenti in vista della stagione 2015/16.

Ha moderato il giornalista Carlo Gobbo, ex telecronista Rai ed Eurosport, e attuale Presidente del Panathlon du Val d’Aoste, che ha raccontato lo sci di fondo dagli inizi del ‘900 ad oggi.

Il Presidente Internazionale del Panathlon Giacomo Santini ha consegnato la spilletta a Mauro Granzotto, che entra come nuovo socio nel Panathlon Treviso per la specialità Sci di Fondo.

Il club di Graz ha celebrato i suoi primi 30 anni di attività. La scadenza è importante perchè questo gruppo di panathle-ti costituisce un autentico avamposto in terra austriaca e merita un plauso per dinamismo, mole e qualità delle sue attività. A Graz ha sede anche il Distretto che comprende i club di Austria e Germania (Monaco e Baden-Baden) ga-rantendo l'espansone degli ideali panathletici nei territori di lingua tedesca, non facili per l'espansione del Panath-lon. La cerimonia per celebrare 30 anni di club a Graz si è svolta con particolare solennità, alla presenza anche di autorità locali in rappresentanza dell'amministrazione mu-nicipale e regionale e del mondo dello sport.Ha fatto gli onori di casa il presidente, Robert Seeger, fa-moso telecronista sportivo austriaco che il Panathlon ha la fortuna di annoverare tra i suoi soci più attivi. A ricordare le tappe del club hanno contribuito anche il presidente del distretto Heinz Recla e la past president del club Gerti Gaisbacher, con abbondanti documentazioni fotografiche. Molte le iniziative ricordate nei settori dell'educazione dei giovani allo sport etico ed anche nel campo della solidarie-tà sociale.

L'organizzazione della serata è stata curata nei dettagli dalla tesoriera Hedda Strasser-Paierl con Uwe Stark e dalla segreteria curata da Brigitte Allesch e Michael Gaisbacher.

30 ANNI DEL CLUB DI GRAZAVAMPOSTO STRATEGICO

Hanno completato lo staff del trentennale i due vicepresi-denti Gerhard Peinhaupt e Hermann Filipic.

Ospite d'onore è stato il presidente internazionale Giaco-mo Santini il quale ha svolto un intervento di compiaci-mento per i traguardi raggiunti, evidenziando la grande importanza che il Panathlon International attribuisce alla sua espansione nei territori di lingua tedesca nei quali for-te è la passione per lo sport, inteso con spirito di servizio, proprio come vuole l'ideale panathletico. Un particolare ringraziamento è stato rivolto dal presidente ad Heinz Re-cla che da anni guida questo difficile distretto con eccel-lenti risultati.

Distretto Austria/Germania

Presenti alla serata il Presidente della Fisi Provinciale Roberto Visentin e il Delegato Fisi per il Fondo Alessio Berlese.

Dopo aver proiettato un video inviato da Fede-rico Pellegrino dal ghiacciaio della Val Senales, i tre campioni olimpici hanno ricordato i loro grandissimi trionfi, raccontando le prime vitto-rie a Lahti e i trionfi olimpici, frutto di sacrifici ma soprattutto di tanta passione per questo sport.

Umiltà, volontà, passione nei loro racconti, 13 medaglie olimpiche e 15 mondiali il prestigioso bottino dei campioni presenti.Al termine della serata gemellaggio tra il club Pa-nathlon di Treviso e quello della Val d’Aosta, con il rituale scambio dei gagliardetti.

S. Occhiuto

Da sinistra: Giorgio Polegato, i campioni olimpici Cristian Zorzi e Silvio Fauner, il Presidente Internazionale Giacomo Santini, il Presidente del club Claudio Vidotti, il telecronista Carlo Gobbo e la campionessa olimpica Gabriella Paruzzi

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PANATHLON CLUB BENEVENTO EMERGENZA ALLUVIONE

Vita associativa

Alla luce dei recenti eventi che hanno colpito Benevento, IL PANATHLON CLUB della città ha deciso di promuovere una raccolta fondi in favore delle società sportive colpite dalla calamità.L'alluvione è di per se un evento terribile, ma mentre per molti si limita a qualche disagio nei trasporti, per i più sfortunati significa perdere tutto.Nell’ambito sportivo, per alcune società, ha significato perdere il lavoro svolto per tanti anni al servizio dei più giovani e della comunità, un lavoro fatto spesso in maniera del tutto gratuita e insegnando valori.IL PANATHLON BENEVENTO sente il bisogno di fare la propria parte e ha deciso di mettersi a disposizione della propria città con persone, relazioni, legami, contatti, ampli-ficazione mediatica e il proprio impegno finanziario diretto, sperando che anche altri per il suo tramite facciano lo stesso.A coloro che vorranno dare il proprio contributo, sarà possibile effettuare una donazione tramite bo-nifico bancario sul seguente conto corrente apposi-tamente aperto:

La destinazione dei fondi sarà comunicata tramite diffusione sul sito associativo con il massimo livello di dettaglio e la massima trasparenza.Vi chiediamo di dare a questa comunicazione la maggior divulgazione possibile inoltrando la stessa o canalizzando i vostri contatti al sito http://www.panathlon.net/club_pagina.asp?lingua=italiano&id_club=82 all'interno dei quali sa-ranno disponibili tutte le informazioni riguardanti la raccolta.Verranno resi noti i nomi dei donatori previa autorizzazione scritta degli stessi.Per la presente iniziativa il responsabile designato è Manzo Michele, Presidente Panathlon Club Benevento (TEL:335-7415260 Email: [email protected]), oppure De Masi Stefano, responsabile comunicazione (TEL: 380-6825350 Email: [email protected]). (*)Presidente Panathlon Club Benevento

(*)di Michele Manzo

A favore: PANATHLON CLUB BENEVENTOC/C IBAN: IT55E0313615001000050102649BIC: LAPIIT31Causale: "EMERGENZA ALLUVIONE BENEVENTO 2015"

Fantastico pocker di anniversari in Sicilia!

Quattro club hanno festeggiato a raffica i primi 50 anni di attività: Enna, Caltanisetta, Agrigento e Trapani.

E’ il frutto della grande ondata di popolarità riscossa dal movimento panathletico sull’isola nei primi anni ses-santa, grazie a dirigenti illuminati e ad una passione che sembrava contagiosa e che tuttora caratterizza l’attività panathletica in tutti i club siciliani.Merito di questi risultati va ai governatori, in particola-re agli ultimi, con il compianto Pino Corso che ha retto questo incarico per molti anni con grande entusiasmo ed Eugenio Guglielmino che ne ha raccolto l’eredità con competenza e disponibilità.Non per caso ogni celebrazione è stata aperta con un ricordo affettuoso di Pino Corso e della sua figura di diri-gente sportivo a tutto tondo: dal Panathlon, al CONI, alle associazioni di base.Il “pocker” si è aperto con la grande festa per i 50 anni

del club di Enna, celebrata all’hotel Riviera di Pergusa, centro di tutti gli appuntamenti del Panathlon della zona.Ha fatto gli onori di casa il Presidente in carica Paolo Cannarozzo il quale ha ricordato gli eventi più significa-tivi che hanno caratterizzato questo mezzo secolo di Pa-nathlon a Enna. Particolarmente acclamata la presenza di uno dei soci fondatori, Alfredo Randazzo.

A Caltanissetta la serata conviviale è stata anticipata da una iniziativa di grande successo alla quale hanno par-tecipato circa duecento studenti degli ultimi due anni delle scuole medie superiori della città, grazie ad una iniziativa del Presidente Marcello Tornatore e del past-president Nello Ambra. Ai giovani è stato illustrato da Giuseppe Iacono il progetto di integrazione degli im-migrati attraverso le iniziative sportive. Hanno portato toccanti testimonianze due giovani immigrati uno dei Burghina Faso e l’altro del Senegal.

3 - 2015Distretto Italia

POCKER IN SICILIA

Hanno celebrato il loro 50° anniversario i club di Enna, Caltanisetta, Agrigento e Trapani

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3 - 2015

Una performance di grande efficacia è stata effettuata dal campione di rugby Orazio Arancio che ha entusia-smato la platea con la sua spontaneità e vivacità.Alla conviviale della sera ha partecipato anche Salvatore Tornatore, fondatore del club e padre dell’attuale Presi-dente e il Presidente del distretto Svizzera Pierre Zappel-li.Nela serata successiva è stato celebrato il cinquantena-rio del Club di Agrigento, alla presenza del sindaco della città e di altre autorità. Il giovane Presidente Luigi Tropia ha disegnato l’immagine di un gruppo molto affiatato e proiettato verso la società in cui vive con proposte concrete. Tra i suoi principali collaboratori, il pastpresi-dent Gerlando Amato che ha svolto il delicato compito di conduttore della cerimonia alla quale ha partecipato anche il pastpresident internazionale Enrico Prandi e il presidente del Distretto Svizzera Pierre Zappelli. Molto simpatica la partecipazione di una delegazione del club di Brescia, gemellato con Agrigento, guidata da Franco Vollono.Ha costituito motivo di grande ammirazione la presenza di tre soci fondatori: Lollo Lopresti, Giuseppe Micciché e Vittorio Pantalena.

Il quarto cinquantenario è stato celebrato a Trapani in un suggestivo locale ai piedi dell’antica Erice. Mario Brunamonti, nella sua veste di Presidente, ha ricorda-to i principali traguardi raggiunti ed ha indicato alcuni

impegni urgenti del Panathlon a beneficio delle società sportive trapanesi, Sono stati premiati i panathleti e le signore che si sono particolarmente distinti nella predi-sposizione di una mostra commemorativa e della docu-mentazione celebrativa.

Tra i presenti anche il consigliere internazionale Mario Datri che da anni costituisce il perno delle attività di promozione a favore dei giovani nel Consiglio Interna-zionale.

A tutte e quattro le manifestazioni ha partecipato il Pre-sidente Internazionale Giacomo Santini il quale, por-tando il saluto della grande famiglia del Panathlon, ha sottolineato il grande valore aggiunto della internazio-nalità e della coesione tra i territori ed i diversi club.

Ha anche ricordato il contributo dato dal Panathlon ai territori in cui ha propri club, grazie alle iniziative sporti-ve che anima o alle quali partecipa. Il Presidente ha an-che ricordato le scadenze istituzionali che ci attendono, come l’assemblea di Anversa, come occasioni per rivita-lizzare il nostro comune impegno.

Distretto Belgio

THIERRY ZINTZ PRESIDENTE

L’assemblea dei club del Belgio ha chiamato il prof. Thierry Zintz ad assumere la carica di Presidente del Distretto Belgio, in sostituzione del compianto Vic De Donder.Tutto in Panathlon ringrazia Vic De Donder per il suo lungo impegno e per la passione con la quale ha guidato il distretto, attraverso passaggi epocali quali, per esempio l’approvazione della carta dell’etica nello sport giovanile a Gand e le celebrazioni del suo primo decennale.Thierry Zintz è figura di grande rilievo nello sport mondiale per la sua attività professionale come professore nella facoltà di scienze motorie dell’Università Cattolica di Louvain e come ricercatore su diversi aspetti della pratica sportiva, compreso il management.

Per la sua formazione ed esperienza riveste oggi il ruolo di membro del gruppo di alto livello che assiste il commissario europeo allo sport Tibor Navraksics nelle scelte dei programmi sportivi europei. In passato aveva assolto allo stesso compito al servizio del Governo belga.

Per le sue benemerenze è stato chiamato a fare parte della Commissione Cultura del Comitato Olimpico Internazionale dove rappresenta anche il Panathlon International. Tra i primi adempimenti che dovrà affrontare figura l’organizzazione dell’Assemblea ordinaria elettiva che si svol-gerà ad Anversa nel prossimo mese di maggio.

Il Club di Varese lancia il Decalogo per i diritti degli sportiviL'iniziativa sarà divulgata nelle scuole

Il Panathlon Club Varese, in collaborazione con il Coni e il Comune di Varese, ha redatto due decaloghi contenenti i fondamentali diritti dei ragazzi che praticano sport e codificano il comportamento dei genitori. I decaloghi fanno parte di un manifesto sottoscritto oggi in Comune dalle Società sportive che hanno aderito all’iniziativa, con il presidente del Panathlon Club Varese Lorenzo Benzi, l’assessore allo Sport Maria Ida Piazza, rappresentanti delle società sportive.

Compito delle società sarà quello di diffondere i decaloghi tra gli atleti ma soprattutto tra i genitori degli stessi. Ogni società dovrà inoltre segnalare il nome di un genitore particolarmente meritevole per il comportamento riscon-trato, in linea con il decalogo “Doveri dei genitori“. Il genitore sarà oggetto di un riconoscimento da parte del Panath-lon durante una cerimonia che si svolgerà il prossimo 5 marzo 2016 a Palazzo Estense. Il manifesto sottoscritto sarà esposto per una settimana ( dal 5 al 13 marzo 2016) in centro a Varese a cura dell’assessorato allo Sport del Comune.

Il manifesto sarà divulgato anche nelle scuole cittadine.

Distretto Italia

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Distretto Italia 3 - 2015

LA TRAGEDIA DELL'HEYSELTRA MEMORIA E MONITO

Più di trecento persone hanno assistito ad Arezzo alla manifestazione promossa dal club del Panathlon per ricordare le 39 vittime dello stadio di Heysel a Bruxelles, il 29 maggio 1985.Durante la finale di Coppa dei Campioni scoppiarono dei disordini a causa dell'azione violenta dei tifosi del Liverpool e nelle mischie che ne seguirono molte persone rimasero schiacciate nella calca. Per 39 di esse, 32 italiane, fu la fine.

Nel trentesimo anniversario della tragedia, il Panathlon e l'associazione familiari delle vittime hanno promosso una grande manifestazione alla quale hanno partecipato le autorità territoriali, capeggiate dal rappresentante del sinda-co, l'assessore Lucia Tanti e numerosi relatori. Tra questi il presidente del CONI Giovanni Malagò, il deputato europeo Antonio Tajani, il Presidente internazionale Giacomo Santini e del distretto Italia Federico Ghio.

Il ricordo struggente di quella giornata é stato tracciato da Andrea Lorentini, figlio di una delle vittime, a nome di tutti gli altri familiari. L'iniziativa non voleva essere un momento rivendicativo ma soprattutto un ammaestramento per i giovani. In sala ve n'erano numerosi, in rappresentanza di alcuni istituti superiori.

L'on. Tajani ha ricordato le responsabilità del governo belga in quella circostanza ed anche successivamente quando si tentò di togliere dal piazzale dello stadio la stele e la targa che ricordano quella sciagura. Proprio Tajani intervenne come commissario europeo e bloccò la demolizione.Il presidente Santini ha sottolineato lo spirito costruttivo di quella manifestazione è il valore di monito da trasmette-re soprattutto ai giovani ai quali si rivolge la maggior parte delle iniziative del Panathlon.

Tra i contributi in tal senso particolarmente apprezzato quello del sociologo Giovanni Scalera il quale ha disegnato un quadro significativo dei comportamenti dei tifosi nello sport e nel calcio in particolare.

Molto suggestiva la conduzione della manifestazione da parte del noto telecronista Bruno Pizzul che in quel giorno drammatico raccontò ciò che stava accadendo come inviato della RAI.

A corredo delle relazioni sono state proiettate le carte fondamentali del Panathlon come sintesi di quei valori che quel giorno a Bruxelles furono calpestati, assieme alle vite dei tifosi.La manifestazione é stata brillantemente promossa e organizzata dal presidente del club Piero Ferruzzi, con la collaborazione di Alberto Melis e Assuero Pieraccini. Grande soddisfazione per questo successo é stata manifestata nel corso della conviviale che ha concluso la giornata.

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PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

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Andrea Agnelli: “A dispetto di quella che fu comunque una partita vera, abbiamo sempre fatto fatica a sentire quel trofeo come una coppa nostra.”Sergio Brio: “Giampiero Boniperti non voleva giocare. Si riunì d'urgenza il comitato dell'UEFA che intimò a Boniperti di giocare minacciandolo di assegnare lo 0-3 a tavolino e di considerarlo da quel momento in poi re-sponsabile di tutti gli episodi che potevano scatenarsi in caso di sospensione dell'incontro. La società fu per-tanto messa di fronte all’obbligo di scendere in campo. Ribadisco, all'oscuro di quanto stava succedendo”.

Stefano Tacconi: “In questi anni se ne sono sentite tan-te, troppe sulla notte dell'Heysel. C'è chi ci ha voluto speculare. Hanno scritto e detto che Platini non doveva esultare dopo il rigore. Ma guardate bene l'espressione sul volto di Michel: non è gioia, quello è uno sfogo di rabbia. Altre volte hanno criticato quei miei quattro o cinque compagni che hanno festeggiato a fine gara. Pazzesco. Semmai sarebbe meglio parlare dei calciatori del Liverpool, che a fine partita sono andati sotto la cur-va dei loro tifosi per applaudire. Spero non sapessero cosa fosse effettivamente accaduto, anche se la cosa mi sembra strana. Noi sapevamo tutto ed eravamo a pochi metri da loro. Forse è il comportamento degli inglesi, gente che se ne frega di tutto. Morte compresa. A pro-posito chi dice che abbiamo esultato per la vittoria, si ri-cordi che la Coppa dei Campioni non ce l'hanno conse-gnata in campo, ma dentro una cassa di legno, proprio come fosse una bara.”

Massimiliano Allegri: “La pagina dell'Heysel è una delle pagine più buie del calcio e purtroppo della Juve, che ha visto morire 39 suoi tifosi quella folle sera a Bruxelles. Da allora qualcosa è stato fatto, qualcuno ha pagato, ma in Italia succedono ancora episodi di violenza inau-dita per una partita e spesso ci scappa ancora il morto. L'Heysel deve insegnare tanto, che quelle vittime non sono morte inutilmente, ma per dare un esempio a tutti che una cosa del genere non deve accadere più.”

Stefano Tacconi: “Noi della Juventus sapevamo che all'Heysel c'erano stati dei morti laggiù nel settore Z. A dircelo erano stati i tanti, tantissimi tifosi che erano giunti nello spogliatoio per farsi medicare subito dopo l'aggressione degli hooligans inglesi. Una scena che non dimenticherò mai e che, come ha detto il mio com-pagno Platini, ha cambiato il nostro modo di vedere il calcio. C'era gente insanguinata ovunque, sul volto, lun-go il corpo. Molti avevano perso le scarpe, altre i giub-botti. Fummo noi giocatori a dar loro i vestiti, i k-way e le scarpe per proteggerli dal freddo. Non so se i brividi di quei tifosi dipendessero dalla paura o dalla tempe-ratura. I loro sguardi disperati non li ho più cancellati. Mi ricordo il nostro medico La Neve, che correva da un tifoso all'altro per le prime cure. Molti di loro piangeva-no, altri urlavano e singhiozzavano. Noi giocatori deci-demmo che quella gara non si doveva giocare. Andam-

Strage dell’Heysel30 anni non bastano per dimenticare i morti e le parole dette ...

mo perciò sotto la doccia ed eravamo ormai tutti vestiti quando un ufficiale delle forze armate entrò nello spo-gliatoio chiedendoci di giocare per motivi di sicurezza. Nessuno aveva voglia di scendere in campo. Trapattoni non ci disse nulla, non ci spiegò nessuno schema come solitamente accadeva. Basta: dovevamo giocare per evi-tare un'ulteriore disgrazia, ma del fatto tecnico non ci interessava nulla. “

Francesco Caremani: “Ricordo ancora quella sera e i giorni seguenti. Un ricordo violento, perché quello che accadde cambiò per sempre il mio essere ragazzo, tifo-so, e ha cambiato anche il giornalista che sono diventa-to. L'Heysel è una cicatrice che fa male ancora oggi e che non se ne vuole andare, forse proprio perché in troppi hanno cercato di cancellarla.”

Marco Tardelli: “All'Heysel era impossibile rifiutarsi di giocare. Quando è stato deciso di scendere in campo non ci potevamo tirare indietro. Delle dimensioni del-la tragedia sono stato avvertito il giorno dopo quando, partendo con la nazionale per andare in Messico, sull'a-ereo ho potuto leggere i giornali.È vero che c'erano dei giocatori che avevano già fatto la doccia, come Platini e qualcun altro. Nessuno aveva vo-glia di giocarla, quella partita: era abbastanza normale, però bisognava scendere in campo. Non si poteva non giocare quando qualcuno ha detto che la partita era valida, era anche irrispettoso verso i nostri tifosi. Noi ci siamo sempre pentiti. Non ho mai sentito la coppa dei campioni di Bruxelles come una vittoria, è stata la scon-fitta per tutto il mondo del calcio e per tutto il mondo sportivo e non solo sportivo.Non dovevamo andare a festeggiare la vittoria sotto la curva, l'abbiamo fatto e sinceramente in questo mo-mento chiedo scusa. l tifosi ci hanno chiamato e siamo andati. In quel momento sembrava giusto festeggiare ma, anche se noi allora non conoscevamo la portata della tragedia, in questo momento mi sento in dovere di chiedere scusa.”

La Fondazione è costituita in memoria di Domenico Chiesa, su iniziativa degli eredi Antonio, Italo e Maria.Domenico Chiesa, che nel 1951, oltre ad esserne promotore, aveva redatto la bozza di statuto del primo Panathlon club, e che nel 1960 è stato tra i fondatori del Panathlon International, aveva espresso in vita il desiderio, pur tecnica-mente non vincolante per gli eredi, di destinare una parte del suo patrimonio all'assegnazione periodica di premi ad opere artistiche ispirate allo sport, oltre che ad iniziative e pubblicazioni culturali finalizzate ai medesimi obiettivi del Panathlon.Nella costituzione della Fondazione, accanto al cospicuo contributo degli eredi Chiesa, va ricordata la generosa parte-cipazione dell'intero movimento panathletico attraverso moltissimi club e l'intervento personale di molti panathleti, riuscendo ad offrire alla Fondazione le condizioni necessarie per esordire nel mondo dell'arte visiva in modo presti-gioso ed eclatante: l'istituzione di un premio realizzato in collaborazione con uno degli organismi più rilevanti a livello mondiale, La Biennale di Venezia.

Lo spirito e gli ideali

Il Consiglio Centrale del Panathlon International, in data 24 settembre 2004,considerata la necessità d’incrementare il capitale della Fondazione ed onorarela memoria di uno dei soci fondatori del Panathlon ed ispiratore della stessa,nonché suo primo finanziatore, ha deliberato d’istituire il “Domenico ChiesaAward” da assegnare, su proposta dei singoli club e sulla base di appositoregolamento, ad uno o più panathleti o personalità non socie che hanno vissutolo spirito panathletico. In particolare, a coloro che si sono impegnati nell’affermazionedell’ideale sportivo e che abbiano apportato un contributo eccezionalmente significativo:

Domenico Chiesa Award

Alla comprensione e promozione dei valori del Panathlon e della Fondazioneattraverso strumenti culturali ispirati allo sport

Al concetto di amicizia fra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva,grazie anche alla assiduità e alla qualità della loro partecipazione alle attività

del Panathlon, per i soci, e per i non soci concetto di amicizia fra tutte le componentisportive, riconoscendo negli ideali panathletici un valore primario

nella formazione educativa dei giovani

Alla disponibilità al servizio, grazie all’attività prestata a favore del Clubed alla generosità verso il Club o il mondo dello sport

Italo Chiesa - Venezia 20/10/2004Martino Pizzetti - Parma 15/12/2004

Paolo Chiaruttini - Venezia 16/12/2004Bruno Battistella - Vittorio Veneto 27/05/2005

P.Luigi Ferdinandi - Latina 12/12/2005Gelasio Mariotti - Valdarno Inferiore 19/02/2006

Sergio Prando - Venezia 12/06/2006Yves Vanden Auweele - Brussel 30/11/2006

Massimo Zichi - Latina 11/12/2006Viscardo Brunelli - Como 13/12/2006

Giampaolo Dallara - Parma 15/12/2006Fabio Presca - Padova 03/03/2007

Giulio Giuliani - Brescia 19/06/2007Luciano Canavese - Crema 26/06/2007Avio Vailati Venturi - Crema 26/06/2007Sergio Fabrizi - La Malpensa 19/09/2007Cesare Vago - La Malpensa 19/09/2007

Amedeo Marelli - La Malpensa 19/09/2007Fernando Petrone - Latina 10/12/2007

Vittorio Adorni - Parma 16/01/2008

Dora De Biase - Foggia 18/04/2008Albino Rossi - Pavia 12/06/2008

Giuseppe Zambon - Venezia 18/12/2008Maurizio Clerici - Latina 15/12/2008Silvio Valdameri - Crema 17/12/2008

Enrico Ravasi - Varese 21/04/2009Attilio Bravi - Bra 25/05/2009

Antonio Spallino - Como 30/05/2009Gaio Camporesi - Forlì 21/11/2009

Mons. Carlo Mazza - Parma 15/12/2009Mario Macalli - Crema 22/12/2009Livio Berruti - Vercelli 19/11/2010

Gianni Marchiol - Udine Nord Tiepolo 11/12/2010Mario Mangiarotti - Bergamo 16/12/2010

Mario Sogno - Biella 24/09/2011Mariuccia Vezzani Lombardini -

Reggio Emilia 19/11/2011Bernardino Morsani - Rieti 25/11/2011Roberto Ghiretti - Parma 15/12/2011

Fondazione Lanza - Udine Nord Tiepolo 17/12/2011Giuseppe Molteni - Varese 17/04/2012

Enrico Prandi - Modena 11/12/2012Sergio Allegrini - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012

Don Davide Larice - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Piccolo Gruppo Evolution Polisp.Orgnano A.D.

- Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Maurizio Monego - Venezia il 31/10/2013

Henrique Nicolini - Sao Paulo il 31/10/2013 Together Onlus - Nello Rega

- Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013Enzo Cainero - Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013

Giuseppenicola Tota - Modena il 11/06/2014Geo Balmelli - Como il 12/06/2014

Renata Soliani - Como il 12/06/2014Baldassare Agnelli - Bergamo il 30/10/2014

Sergio Campana - Bassano del Grappa 09/12/2014Fabiano Gerevini - Crema 13/11/2015

Dionigi Dionigio - Area 5 10/06/12/2015