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Associato USPI 0,13 PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/AV 35/2012 - Reg. Trib. di Trani - n° 13 del 31 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n. 5853 del 19.03.2012 Tassa Pagata/Taxe perçeu/ - Stampa Valsele Tipografica - Anno 64 - n. 7 - novembre 2013 In cammino per la Vita

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In camminoper la Vita

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Carissimi amici e benefattori, a tutti un saluto grande che sgorga

dal profondo del cuore. Siamo nel mese di Novembre, un mese che si apre con due celebrazioni, Tutti i Santi e Com-memorazione dei fedeli defunti, cele-brazioni che ci fanno sentire in comu-nione con i nostri fratelli, che ci hanno preceduto, nel Regno della Vita Eterna, dove ci attendono, con Cristo glorioso e la Vergine Maria. San Paolo, quando parla dei credenti in Cristo, ricorre alla bellissima e signif-icativa immagine del corpo, il Cor-po Mistico di cui siamo membra e di cui Cristo è il Capo. Siamo Chiesa di Gesù, appunto suo corpo, nelle varie condizioni in cui la Chiesa si trova. Ab-biamo imparato che c’è una Chiesa mili-tante, costituita da noi che sulla terra militiamo. Infatti con lo Spirito e nello Spirito siamo quei soldati di Cristo im-pegnati nella coerenza della vita di fede e nella dura lotta della testimonianza contro le forze del male. C’è poi la Chie-sa purgante, costituita da tutti coloro che ci hanno preceduto, che sono stati ritenuti degni del Paradiso, ma che han-

no ancora qualcosa da mettere a posto. E’ come quando, invitati alle nozze, non avendo l’abbigliamento necessario, ci prepariamo, comprandolo, provandolo ecc. fino a quando degnamente vestiti possiamo essere introdotti definitiva-mente nel Regno. Questi nostri fratelli, che comunemente chiamiamo “anime sante del Purgatorio”, hanno bisogno delle nostre preghiere di suffragio:su tutte la santa messa, le nostre opere di carità, perché, nulla ormai possono mer-itare per se stesse. Allo stesso tempo es-sendo anime salve, possono fare con la loro preghiera, molto per noi. Infine c’è

la Chiesa gloriosa, trionfante, alla quale ci auguriamo di po-

tere alla fine della nos-tra vita, appartene-re. Essa è costituita

da tutti coloro che guardano Dio fac-cia a faccia e sono immersi nella con-

templazione del suo Amore, per sempre e senza mai stancar-si. Chiesa militante, chiesa purgante e

Chiesa gloriosa, così intimamente in co-

munione, è la nostra casa, la casa dei fedeli in Cristo.

Noi, qui sulla terra, non siamo soli, ma in compagnia di una moltitudine senza numero di Santi che ci avvolgono con quell’Amore con cui sono essi stessi av-volti da Dio. Buon cammino allora, in compagnia dei Santi e nel ricordo di tut-ti i vostri cari defunti. Grazie.

Padre Carlo

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Cultura della vita e della morte: l’infinita lotta

Negli ultimi mesi si è for-temente imposta questa contrapposizione tra cul-

tura della vita e cultura della morte. Da una parte, ad esem-pio, le “luci” nei discorsi e nel-le omelie di Papa Francesco, dall’altra le tenebre delle note, dei comunicati e delle notizie degli scenari di guerra che si vanno profilando nel mondo. Basti pensare alla tesissima si-tuazione che riguarda la Siria e non solo. Abbiamo ancora negli occhi, le file di cadaveri di inermi ed in-nocenti bambini avvolti in candide len-zuola.

L’uso di armi chimiche, ancora una volta nella tragica storia umana, tornano a fare vittime innocenti. Può ancora oggi, una questione politica, ideologica o di contrapposizione tra un regime e fazione di popolo ribelle, giustificare un tale mi-sfatto che si tinge del colore nero di quel-la cultura della morte che tutto giustifica, tutto rende ammissibile, anche la strage degli innocenti contemporanea.

Dal canto suo Papa Francesco, grande e novello comunicatore dei valori cristia-ni della vita e della pace, ha promosso la memorabile giornata di digiuno, ha in-viato continui messaggi: luci, vessilli, spie lampeggianti, emblemi di una cultura della vita che porta con se i contorni della tolleranza, della preghiera, dell’ascolto, della pazienza, del sacrificio. Vita contro morte.

Strage contro speranza. Silenzio con-tro rumori di spari. Anche l’Italia vive, di riflesso, questa contrapposizione. Abbia-mo l’immagine forte della morte della speranza di tanti giovani: la speranza di costruire un avvenire, un’identità, at-traverso un lavoro, l’affermazione delle proprie idee, il tentativo di far fruttare i Talenti di evangelica memoria.

L’impossibilità di formare una famiglia nega la cultura della vita per eccellenza. Chi non lavora non può pensare di avere figli, casa, progetti. Anche in questa situa-zione una luce appare: è la speranza del Terzo settore, del volontariato tanto effi-cace da riuscire, in certi frangenti a tra-sformarsi in lavoro vero. Speranza, pre-ghiera, nuova collaborazione tra anziani e giovani (la vita trasmessa anche nelle idee), entusiasmo, Fede: gli ingredienti della cultura della Vita, anche in Italia, possono essere ancora fonte di salvezza.

Giovanni Ronco

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A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra

solennità? Perché ad essi gli onori di questa terra? I Santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. E’ chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro.

Per parte mia devo confessare che, quando penso ai Santi, mi sento ardere da grandi desideri.

Il primo desiderio, che la memoria dei Santi suscita e stimola maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati.

Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I Santi desiderano di averci con loro e noi e ce ne mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne prenderemo cura? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole apatia. Risorgiamo con Cri-sto, ricerchiamo le cose di lassù, quelle gustiamo. Sentiamo il desiderio di colo-ro che ci desiderano, affrettiamoci verso coloro che ci aspettano, anticipiamo con i voti dell’anima la condizione di coloro che ci attendono. Non soltanto dobbiamo desiderare la compagnia dei Santi, ma anche di possederne la felicità. Mentre dunque bramiamo di stare insieme a loro, stimoliamo nel nostro cuore l’aspirazio-ne più intensa a condividerne la gloria.. Vi è un secondo desiderio che viene su-scitato in noi dalla commemorazione dei

A ffrettiamoci verso i Santi,che ci aspettano

santi, ed è quello che Cristo, nostra Vita, si mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra apparizio-ne nella gloria. Frattanto il nostro Capo si presenta a noi non come è ora in cielo, ma nella forma che ha voluto assumere per noi qui in terra. Lo vediamo quindi non coronato di gloria, ma circondato dalle spine dei nostri peccati. Si vergogni per-ciò ogni membro di far sfoggio di ricer-catezza sotto un capo coronato di spine. Ma nell’Ultimo Giorno, Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le membra glorificate. Allora trasformerà il nostro corpo umiliato, rendendolo si-mile alla gloria del Capo, che è Lui stesso. Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così in-comparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei Santi. Solleci-tiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere.

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Cristo trasfigurerà il nostro misero Corpo

«Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi» (Rm 14, 9). «Dio non é Dio dei morti, bensì dei vivi» (Mt 22, 32). Perciò i morti sui quali domina Colui che é risorto, non sono più morti, ma viventi.

i padri della Chiesa... e la mortel’universo; lo ha promesso quando ha detto: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 32).

(Sant’Atanasio, vescovo di Antiochia)

Cristo risorto speranza di tutti i Credenti

La speranza di tutti i credenti, Cri-sto, chiama i trapassati «dormienti»,

non «morti»; dice infatti Gesù: «Il nostro amico Lazzaro s’è ad-dormentato”. Ci animi dunque, in Cristo Risorto, la speranza della risurrezione, perché coloro che ora perdiamo, li rivedremo; basta che crediamo fermamente in Lui, obbedendo ai suoi pre-cetti. Ma, mentre da una parte facciamo queste affermazio-ni, dall’altra, portati da non so quale sentimento, ci sfoghiamo in lacrime e siamo provati nel-

la nostra fede. È questo purtroppo il prezzo che dobbiamo pagare alla mi-seria della nostra condizione umana. Ma nulla ci smuova. Sappiamo infatti che senza Cristo tutto quello che esiste e tutta la nostra vita non é che vanità. O morte, tu che separi i congiunti e, dura e crudele quale sei, dividi coloro che sono uniti dall’amicizia, sappi che é già infranto il tuo dominio, da colui che risorgendo ha vinto la morte.

Dinanzi alla morte diciamo con Giobbe: «Il Signore ha dato, il Signo-re ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!»

(San Braulione, vescovo di Saragozza)

Così risuscitati e liberati dalla cor-ruzione, non vedranno più la morte, ma parteciperanno alla risurrezione di Cristo, come Cristo fu partecipe della loro morte.

Egli discese sulla terra, incatenata da antiche catene, per infrangere le por-te di bronzo e spezzare le sbarre di fer-ro della morte e per trarre a sé, dalla corruzione, la nostra vita, donandoci la libertà al posto della schiavitù.

“Cristo, trasfigurerà il nostro mise-ro corpo per conformarlo al suo cor-po glorioso» (Fil 3, 21). Egli avendo portato al Padre le primizie della no-stra natura, gli condurrà pure tutto

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Per quanto mi riguarda, io non fe-steggio Halloween. Perché? Perché è una festa che non mi appartiene,

che non appartiene alla mia cultura. Per-ché, è una festa consumistica importata da una cultura così diversa dalla nostra, con il solo fine di vendere qualunque cosa si possa ricondurre ad Halloween e possa essere vendibile: dolci, gadget, fe-ste, maschere, lapidi di plastica, natural-mente a prezzi da capogiro. Perché, è la deformazione di due festività cattoliche, Ognissanti e la Commemorazione dei defunti. In un giorno si celebra chi vede Dio, e nell’altro i nostri cari che, per chi crede, possiamo aiutare con le nostre pre-ghiere.

Ricordo ancora mia nonna che, sebbene non fosse molto praticante, il 1° e il 2 novem-bre mi portava a Messa invitan-domi a pregare i santi e a pregare per quei defunti per cui nessuno pregava e poi, andavamo al cimitero a mettere un fiore sulle tombe che ne erano prive; lo ricordo con un’infinita tenerezza…

(Ma gli americani che hanno fatto? Hanno pervertito la pietà verso i santi che esistono, per girare di notte vestiti da streghe, maghi e folletti che non esisto-no, per impaurire i poveri passanti.

Ecco perché non festeggio Hallowe-en. Perché dovrei festeggiare, ripeto, una nuova “tradizione” inventata a scapito

HALLOWEEN...NO GRAZIE!di una vera tradizione propria della mia cultura?)

Noi Cristiani, noi tutti, perché imma-gino che tutti voi che leggete siate bat-tezzati, ci siamo fatti rubare: il Natale di Nostro Signore che esiste, a scapito di un Babbo Natale grasso vestito di rosso dalla Coca Cola, che non esiste; l’Epifa-nia del Signore (Epifania significa mani-festazione) quando i Re Magi lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio, per una Befana che non esiste; la celebrazione dei Santi che esistono, per una festa pie-na di simboli di morte, e di streghe che

non esistono. E rin-graziamo del furto ubbidendo come sciocchi all’impe-rativo: consuma, compra! E festeg-gia solo quello che può spingerti a comprare, sem-pre e solo a scapi-to delle più belle

feste della cristia-nità... festeggiando e spendendo per cose che non esistono!

Concludo con una provocazione: visto che stiamo diventando tutti americani, ma solo nelle cose di cui si può fare un affa-re, perché a Novembre non festeggiamo l’americanissimo Thanksgiving, il Giorno del Ringraziamento? Il giorno in cui si rin-grazia Dio per aver sfamato milioni di co-loni americani, mandando dei tacchini in un anno di carestia? Ma lì si celebrerebbe Dio e la sua Provvidenza… Ma questa fe-sta si diffonderebbe come Halloween…?

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RicoRdando i defunti

COS'ÈÈ un libro in cui si iscrivono

i nomi dei defunti, segnalati da parenti e amici.

FINALITÀSuffragare i defunti iscritti, per la

durata annuale dell'iscrizione, con cele-brazione di due Ss. Messe settimanali, il martedì e il venerdì, e giornaliere nel mese di Novembre. È assicurata la preghiera quotidiana per gli stessi defunti da parte dei religiosi e dei ragazzi dell'Istituto.

MODALITÀ D'ISCRIZIONEPer l'iscrizione o rinnovo è sufficiente

inviare una libera offerta, secondo le pro-prie possibilità, e comunicare i nominativi dei defunti che si intendono suffragare.

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Nomi dei defuNti da iscrivere Nel «libro del suffragio»

Mittente

SIG. ................................................................................................................................

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CAP. ...............................CIttà......................................................................................

Tagliare e spedire in busta chiusa al nostro indirizzo

Non appena ci giungerà la richiesta, invieremo una pagellina con i nomi segnalati a conferma dell'avvenuta iscri-zione, che avrà la durata di un anno. Avendo cura di rinnovare annualmente l'iscrizione, oltre a non spegnere mai il ricordo per i propri defunti, si compie un gesto di carità nei confronti della nostra Opera. L'attenzione ai propri defunti è un grande gesto d'amore per essi, il segno di un legame che si sigilla con la forza della preghiera e la misericordia di nostro Signore.

IL LIbRO DEI DEFuNTI

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Il suo indirizzo è custodito nell’archivio elettronico di questo Istituto, e nel rispetto di quanto stabilito dalla legge D.Lgs 196/2003 sulla tutela dei dati personali, la informiamo che gli indirizzi dei benefattori sono esclusivamente utilizzati per l’invio di questa rivista e che non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi e che in qualsiasi momento potrà esercitare il dirito di modifica o cancellazione chiamando i numeri telefonici o utilizzando l’indirizzo di posta elettronica sotto riportati. Grazie di cuore.

Amico lettore, per aiutarci nella nostra opera con donazioni, offerte, ecc., consigliamo di utilizzare le forme di bonifico postale o bancario, secondo le coordinate qui sotto specificate. Per lasciti a nostro sostegno si prega di utilizzare la seguente dicitura: “Lascio (o dono) all’Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti di Trani, Via Sant’Annibale Maria Di Francia, 133 per le proprie opere caritative”. Per maggiori informazioni rivolgersi al Direttore telefonando ai numeri sottoelencati oppure usando l’indirizzo e-mail: [email protected]

Scrivere sempre ben chiaro e completo il vostro indirizzo, non dimenticando il codice di avviamento postale della vo-stra città.

***

Segnalare se si ricevono più co-pie della stessa rivista.

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Chi desidera può inviarci in-dirizzi di amici e parenti a cui inviare gratuitamente la nostra rivista.

***

Chi desidera può inviarci il proprio indirizzo di posta elet-tronica per una più celere corri-spondenza.

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI O Dio che attraverso i Santi,

mostri la tua tenerezza verso l’umanità “stanca e sfinita come pecore senza pastore”,

ti preghiamo, di inviare nella Chiesa numerosie santi operai, che come loro annuncino il Vangelo,

e di concederci le grazie di cui abbiamo bisogno, per l’intercessione dei Santi Antonio da Padova

e Annibale Maria Di Francia, accomunati da un profondo amore verso di Te

e il prossimo, specie povero e piccolo. Amen

Preghiera Per i defuntiO glorioso S. antonio di Padova,

ti preghiamo di voler intercedere pressoil Cuore di Gesù, perché voglia consolare

le anime sofferenti del Purgatorio.Tu, caro Santo di Padova,

che tante grazie spandi sulla terra e tanto carosei al Cuore di Dio, prega il Signore

per la liberazione delle anime sante delPurgatorio, specialmente per quella più cara.

ISTITUTO ANTONIANO MASChILE - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 TRANI (BT) - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505

e.mail: [email protected] - www.rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. 995704Banco Posta - codice IBAN: IT35 N076 0104 0000 0000 0995 704 - codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXBanca Prossima - codice IBAN: IT54 V033 5901 6001 0000 0012 249 - codice BIC/SWIFT: BCITITMX