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rapporto sullo stato dell’ambiente e della sostenibilità della provincia di firenze 2

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rapporto sullo statodell’ambientee della sostenibilitàdella provinciadi firenze2

Il volume è a cura della Direzione Ambiente e Gestioni RifiutiDella Provincia di Firenze

La ricerca ed elaborazione dati e stesura del testo del rapporto sono a cura dell’Istituto di RicercheAmbiente Italia – MilanoHanno collaborato:Elio AlteseLaura AndreazzoliDuccio BianchiOrsola Bolognani

Si ringraziano le direzioni della Provincia di Firenze:– Agricoltura, caccia, pesca e risorse

naturali– Urbanistica e pianificazione territoriale– Difesa del suolo e protezione civile– Mobilità– Direzione Istruzione, sociale, sport,

turismo e cooperazione internazionale– Sviluppo economico e programmazione

Si ringrazia inoltre:Il gruppo di lavoro “indicatori di sostenibilità”del Forum di Agenda 21L’Agenzia Fiorentina per l’EnergiaARPATARSIA ADF Aeroporto di Firenze

Coordinamentoredazionale ed editing:Emilio GalantiLorella LentucciPaola MutiSilvia Lepri

Immagine coordinata:

art directionMarco Capaccioli

Stampato su carta riciclata Certificata Ecolabel

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Provincia di FirenzeAssessoratoall’Ambiente

rapporto sullo statodell’ambientee della sostenibilitàdella provinciadi firenze2

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Presentazione 9L’approccio metodologico 12

L’approccio metodologico 14Struttura e articolazione del rapporto 14Classificazione e criteri di selezione degli indicatori:Il modello dpsir e gli impegni di Aalborg 15Il coinvolgimento degli attori sociali nella selezione degli indicatori 16Classificazione degli indicatori 17Sintesi e analisi integrata 20

LA DIMENSIONE ECONOMICA: CREARE UNA ECONOMIA SOLIDALE 221. Aspetti economici 24

1.1 Economia 24Economia: ricchezza generata (Ac8) 26Economia: caratterizzazione del sistema economico (Ac8) 27Economia: unità locali e numero di addetti (Ac8) 28Economia: costo della vita (Ac8) 30Economia: consumi (Ac4 E Ac8) 31Economia: occupazione e disoccupazione (Ac8) 32Economia: imprese sociali (Ac8) 34Economia: commercio equo e solidale (Ac4) 35

1.2 Industria 36Industria: infortuni sul lavoro e malattie professionali (Ac8) 38Industria: tasso di sviluppo delle imprese (Ac8) 39Industria: effetti ambientali dell’industria (Ac8) 40Industria: industrie a rischio di incidente rilevante (Ac8) 41Industria: sistemi di gestione ambientale (Ac8) 42Industria: innovazione (Ac8) 43Industria: impianti soggetti alle norme ippc (Ac8) 44

1.3 Agricoltura 46Agricoltura: consumi idrici in agricoltura (Ac3) 48Agricoltura: utilizzazione degli inuput chimici di sintesi (Ac3) 49Agricoltura: bilancio input/output azoto (Ac3) 50Agricoltura: carico organico potenziale zootecnico (Ac3) 52Agricoltura: tipo di utilizzazione del suolo agricolo (Ac3) 54Agricoltura: agricoltura biologica (Ac8) 56Agricoltura: qualità delle produzioni alimentari (Ac8) 59

1.4 Turismo 59Turismo: presenza e pressione turistica (Ac8) 60Turismo: agriturismo (Ac8) 62Turismo: offerta ricettiva (Ac8) 63

LA DIMENSIONE SOCIALE E ISTITUZIONALE: COSTRUIRE COMUNITÀ SOSTENIBILI ED EQUE 662. Aspetti Istituzionali 68

2.1 Governance 68Governance: agenda 21 (Ac1) 69Governance: volontariato (Ac1) 71Governance: partecipazione elettorale (Ac1) 72Governance: processi partecipativi (Ac1) 73

INDICE

IND

ICE

3. Aspetti Sociali 743.1 Società 74

Società: mortalità (Ac7) 76Società: assistenza domiciliare (Ac7) 78Società: sanità (Ac7) 79Società: parità di genere (Ac9) 80Società: immigrazione (Ac9) 81Società: imprenditori stranieri (Ac9) 82Società: livello di istruzione (Ac9) 83Società: accessibilità ai servizi – asili nido (Ac9) 84Società: accessibilità ai servizi - biblioteche (Ac9) 85Società: criminalità e criminalità minorile (Ac9) 86Società: tossicodipendenza (Ac9) 87

3.2 Insediamenti 88Insediamenti: popolazione (Ac5) 89Insediamenti: densità di popolazione (Ac5) 90Insediamenti: consumo di territorio per abitante (Ac5) 92Insediamenti: produzione edilizia (Ac5) 94Insediamenti: patrimonio edilizio (Ac5) 96

LA DIMENSIONE AMBIENTALE: CONSERVARE E MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLE RISORSE NATURALI 984. Fattori Antropici 100

4.1 Energia 100Energia: consumi energetici (Ac10) 101Energia: intensità energetica (Ac10) 103

4.2 Trasporti 104Trasporti: motorizzazione privata (Ac6) 106Trasporti: qualità ambientale del parco auto (Ac6) 107Trasporti: incidentalità stradale (Ac6) 108Trasporti: traffico aereo (Ac6) 109Trasporti: consumi per la mobilità (Ac6) 110Trasporti: spostamenti dei residenti (Ac6) 111Trasporti: domanda e offerta di trasporto pubblico (Ac6) 112

4.3 Rifiuti 113Rifiuti: rifiuti urbani (Ac4) 114Rifiuti: raccolta differenziata (Ac4) 116Rifiuti: rifiuti speciali (Ac4) 118Rifiuti: capacità di smaltimento rifiuti (Ac4) 120

4.4 Rumore e inquinamento elettromagnetico 122Rumore: inquinamento acustico (Ac7) 123Rumore: classificazione acustica (Ac7) 125Inquinamento elettromagnetico:Esposizione ai campi elettromagnetici (Ac7) 126Inquinamento elettromagnetico:Densita’ territoriale delle linee elettriche (Ac7) 128Inquinamento elettromagnetico:Impianti di radiocomunicazione (Ac7) 129

IND

ICE

6

5. Componenti ambientali 1305.1 Clima 130

Clima: climatologia (Ac3) 131Clima: emissioni gas serra per sorgente (Ac10) 132Clima: contributo all’effetto serra (Ac10) 134

5.2 Aria 135Aria: biomonitoraggio (Ac3) 137Aria: concentrazioni di ozono troposferico (Ac3) 138Aria: classificazione della diffusività atmosferica (Ac3) 139Aria: concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici (Ac7) 140Aria: superamento dei limiti di qualità (Ac7) 143Aria: aree a rischio di qualità dell’aria (Ac7) 144Aria: emissione inquinanti atmosferici per sorgente (Ac10) 146Aria: rete di monitoraggio della qualita’ dell’aria (Ac7) 148

5.3 Acqua 150Acqua: consumi idrici (Ac3) 151Acqua: capacità di depurazione (Ac3) 152Acqua: qualità delle acque superficiali (Ac3) 154Acqua: qualità delle acque sotterranee (Ac3) 158Acqua: indice di funzionalità fluviale (Ac3) 160

5.4 Suolo 162Suolo: struttura dell’uso del suolo (Ac5) 163Suolo: esposizione a fenomeni alluvionali (Ac5) 164Suolo: esposizione a rischio di frana (Ac5) 166Suolo: interventi per la riduzione del rischio idraulico e da frana (Ac5) 168Suolo: attività estrattiva (Ac5) 169Suolo: bonifica dei suoli (Ac5) 171

5.5 Biodiversità 172Biodiversità: aree protette di interesse naturalistico (Ac3) 174Biodiversità: superficie forestale e altre aree boscate (Ac3) 177Biodiversità: struttura della superficie forestale (Ac3) 179Biodiversità: incendi boschivi (Ac3) 180Biodiversità: aree faunistiche e pressione venatoria (Ac3) 181Biodiversità: specie animali e vegetali presenti in liste d’attenzione (Ac3) 182Biodiversità: habitat naturali e seminaturali minacciati (Ac3) 184Biodiversità: tutela degli animali d’affezione (Ac3) 189

5.6 Paesaggio 191Paesaggio: aree sottoposte a vincolo paesaggistico (Ac3) 192Paesaggio: aree disturbate per la qualità visiva del paesaggio (Ac5) 194Paesaggio: diversità del paesaggio agro-forestale (Ac3) 196Paesaggio: diversità delle aree agricole (Ac3) 198Paesaggio: geotopi e biotopi (Ac3) 199Paesaggio: beni culturali e archeologici (Ac3) 200Paesaggio: infrastrutture ecologiche del paesaggio (Ac3) 201Paesaggio: alberi monumentali (Ac3) 202

9

PRESENTAZIONE

Il presente rapporto è il quarto edito dallaProvincia di Firenze ed il secondo che esaminanon soltanto lo stato dell’ambiente, ma anche

quello della sostenibilità. Siamo pertanto nellacondizione di fare un primo bilancio delcambiamento avvenuto dal 2000 ad oggi, di quantoresta ancora da fare, o meglio di come le politicheavviate siano state o meno efficaci.Nel 2000, anno di presentazione del primo“Rapporto sullo stato dell’ Ambiente della Provinciadi Firenze”, l’approccio seguito era ancora in granparte rivolto alla tutela e alla protezionedell’ambiente. Oggi, in tutti noi, è maturatal’avvertita consapevolezza che l’ambienterappresenta, in particolare nella nostra Provincia, unmodo per aprire nuove prospettive di sviluppo.Non soltanto perché consideriamo il tema della“governance” e quindi della integrazione dellepolitiche, un elemento fondamentale per lo sviluppo,ma anche e soprattutto perché il valore delle risorsee delle qualità ambientali di questo territorio,rappresenta sempre di più un motore e una fonte disviluppo e di reddito per i suoi abitanti.Questo “Rapporto” ha quindi l’obiettivo di descriverelo stato delle risorse ambientali del territorioprovinciale, ma anche degli ambiti territoriali subprovinciali omogenei, ovvero dei sette “SistemiEconomici Locali”, mediante 101 indicatori scelticon un metodo partecipato nell’ambito del percorsodi Agenda 21 Locale.Un altro aspetto da sottolineare è rappresentato dalfatto che gli tutti gli indicatori sono stati classificatiin riferimento ai 10 “Aalborg Commitments”, ovverogli impegni assunti dalla quarta Conferenza Europeadelle città sostenibili (giugno 2004), con l’obiettivodi rilanciare, in chiave europea e partendo dalbasso, dalle comunità e dai cittadini, il processo diAgenda 21 Locale intrapreso fin dalla Conferenza diRio de Janeiro del 1992 .

Ne risulta uno strumento capace di descrivere einterpretare sia lo stato e la qualità dei fattoriambientali, sociali ed economici, quanto dei fattoriumani che influenzano e modificano l’ambiente.Il quadro che ne scaturisce delinea l’immagine di unterritorio ricco di opportunità, che conferma leeccellenze già descritte nei precedenti rapporti, macon alcuni aspetti critici non ancora completamentesuperati: la qualità dell’aria, la produzione egestione dei rifiuti urbani e speciali, la mobilità ed iltraffico, uno scarso sviluppo delle fonti rinnovabilinel settore energetico, un ancora carente sistema didepurazione delle acque.L’impegno della Provincia, insieme alle altreistituzioni, alle organizzazioni del mondoassociativo, del sapere e delle imprese, è volto adaggiornare il “Piano di azione locale”, inteso comeprogramma di interventi prioritari e come strumentodi carattere strategico e trasversale rispetto allepolitiche di gestione del territorio già in atto.Vorremmo davvero non trascurare nessuno,iniziando proprio dai più deboli: per questo abbiamointrodotto nel “Rapporto” un ulteriore indicatore, il101°, dedicato alle politiche di tutela degli animalid’affezione. Il nuovo PAL conterrà, fra le altreproposte, un programma di azioni per favorire unaconvivenza migliore dell’ uomo con le altre specieanimali, valorizzando il volontariato che opera inquesta direzione.

Luigi Nigi Assessore alle Politiche dell’Ambiente

e del Territorio

L’approccio metodologico

14 15

INTRODUZIONE

L’APPROCCIO METODOLOGICOL’obiettivo del Rapporto di Sostenibilità è fornire un artico-lato sistema di indicatori in grado di analizzare le quattrodimensioni della sostenibilità:– Sostenibilità ambientale, come capacità di mantenere

nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali;mantenimento della integrità dell’ecosistema per evita-re che l’insieme degli elementi da cui dipende la vita siaalterato; preservazione della diversità biologica;

– Sostenibilità economica, come capacità di generare, inmodo duraturo, reddito e lavoro per il sostentamentodella popolazione; eco-efficienza dell’economia intesa,in particolare, come uso razionale ed efficiente delle ri-sorse, con la riduzione dell’impiego di quelle non rinno-vabili;

– Sostenibilità sociale, come capacità di garantire condi-zioni di benessere umano e accesso alle opportunità (si-curezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, se-renità, socialità), distribuite in modo equo tra strati so-ciali, età e generi, ed in particolare tra le comunità at-tuali e quelle future;

– Sostenibilità istituzionale, alimentata da crescita e di-namismo democratici, come capacità di assicurare con-dizioni di stabilità, partecipazione, informazione, forma-zione, giustizia.

Il sistema di indicatori ha cercato di rappresentare l’anda-mento di queste quattro dimensioni, sia con una funzionedescrittiva e di informazione statistica, sia con una funzio-ne di orientamento e monitoraggio, attento all’analisi del-le specificità (e delle diversità) dell’area analizzata.La tipologia di indicatori utilizzata è costituita da:– indicatori descrittivi, costituiti da indicatori elementari

che misurano “cosa sta succedendo” in relazione allevarie componenti ambientali: sono i tipici indicatori di ba-se per la caratterizzazione della situazione ambientale;

– indicatori prestazionali, che misurano la distanza dellasituazione attuale rispetto a valori di riferimento (obiet-tivi), che possono essere fondati su obiettivi politici na-zionali o locali, obiettivi internazionali, approssimazionidi livelli di sostenibilità;

– indicatori di efficienza, costituiti generalmente da indi-catori derivati che misurano l’efficienza di uso delle ri-sorse (o di generazione di inquinamento) per unità diprodotto, di processo, di reddito.

L’intento è stato quello di individuare, scegliendo tra gli in-dicatori consolidati nei sistemi di reporting ambientale e disostenibilità, un set di misure sintetiche che permettano diverificare la tendenza evolutiva e il livello di criticità deiprincipali fenomeni che determinano e caratterizzano lasostenibilità del territorio provinciale.

STRUTTURA E ARTICOLAZIONE DEL RAPPORTOIl Rapporto, strutturato riprendendo l’impostazione già de-finita nei precedenti Rapporto sullo stato dell’ambiente del

2003 e Rapporto sulla sostenibilità del 2005, è sviluppatoutilizzando modelli e modalità di rappresentazione graficaconsolidate dalle migliori esperienze internazionali ed euro-pee in materia di indicatori ambientali e di sostenibilità locale(OCSE, Agenzia Europea per l’Ambiente, Eurostat,Organizzazione Mondiale per la Sanità, DGXVI, DGXI, ed altri).Sotto il profilo metodologico, il rapporto si articola in un in-sieme organizzato e commentato di indicatori, periodica-mente aggiornabili.Nell’articolazione del sistema di indicatori si sono indivi-duate 17 aree tematiche, raggruppate in base alle dimen-sioni della sostenibilità (la dimensione economica, la di-mensione sociale-istituzionale, la dimensione ambientale):

La dimensione economica: creare una economica solidaleI. Aspetti economici

1. Economia2. Industria3. Agricoltura4. Turismo

La dimensione sociale e istituzionale: creare comunità so-stenibili ed equeII. Aspetti istituzionali

5. GovernanceIII. Aspetti sociali

6. Società7. Insediamenti

La dimensione ambientale: conservare e migliorare la qua-lità delle risorse naturaliIV. Fattori antropici

8. Energia9. Trasporti

10. Rifiuti11. Rumore e inquinamento elettromagnetico

V. Componenti ambientali12. Clima13. Aria14. Acqua15. Suolo16. Biodiversità17. Paesaggio

Ogni area tematica è organizzata secondo un modelloomogeneo, che prevede:• tavola di sintesi degli indicatori, in cui si offre una rap-

presentazione di insieme dei risultati degli indicatorisotto il profilo della:– tendenza nel tempo (rispetto al passato la situazione

è migliorata o peggiorata?); – criticità (al momento attuale sono rispettati gli stan-

dard o obiettivi vincolanti, o comunque di riferimen-to a livello locale, nazionale o internazionale? La si-tuazione è migliore o peggiore di quella registrata inaltre realtà territoriali?);

– risposte/azioni: (quali azioni positivi sono state mes-se in atto? Quali azioni vanno rafforzate o attivate?);

• set di indicatori, descritti attraverso schede analitiche re-lative ad ogni singolo fenomeno, così strutturate: titolo del-l’indicatore, tabella e/o grafico (o cartografia), descrizionesintetica delle evidenze riscontrate; descrizione della me-todologia di calcolo dell’indicatore, l’analisi degli indicato-ri è articolata, laddove possibile, con riferimento ad ambi-ti territoriali sub-provinciali significativi per i fenomeni os-servati. In particolare, si è scelto di adottare come riferi-menti territoriali sub-provinciali i Sistemi Economici Locali.

La ripartizione per tematiche semplifica l’organizzazionedel set di indicatori, ma sacrifica purtroppo la complessitàdelle relazioni. Alcuni indicatori sono infatti funzionali a ca-ratterizzare e comprendere più aspetti della sostenibilità.Per facilitare l’interpretazione delle relazioni e dei rapporticausali tra i fenomeni analizzati, il sistema di indicatori èstato anche classificato in base a due modelli concettualiconsolidati, il modello DPSIR e gli Aalborg Commitments,descritti nel successivo paragrafo. L’articolazione degli in-dicatori in base a questi due modelli è riportata in un capi-tolo introduttivo di classificazione degli indicatori.Al fine di favorire una lettura complessiva del quadro emer-so attraverso lo sviluppo dei singoli indicatori, il rapportocontiene inoltre un capitolo introduttivo di sintesi e analisiintegrata dei risultati, supportato da un set ristretto di indi-catori prestazionali e di comparazione (benchmarking) checonsente di inquadrare gli andamenti sia su un arco tem-porale che rispetto ad obiettivi o risultati conseguiti altrove.

CLASSIFICAZIONE E CRITERI DI SELEZIONE DEGLI INDICATORI: IL MODELLO DPSIR E GLI IMPEGNI DI AALBORGSeguendo una consolidata prassi internazionale, il sistemadi indicatori è stato classificato secondo il modello DPSIR,

sviluppato dall’Agenzia europea per l’ambiente, che con-sidera le relazioni e i rapporti causali tra:a) Determinanti (D): le attività antropiche che hanno con-

seguenze ambientali (produzione industriale, agricoltu-ra, energia …);

b) Pressioni (P): i rilasci nell’ambiente e l’uso delle risorse;c) Stato (S): quantità e qualità delle risorse in termini fisi-

ci, biologici e chimici;d) Impatti (I): effetti dei cambiamenti intervenuti sulla dispo-

nibilità, qualità, salute delle risorse ambientali e umane;e) Risposta (R): politiche e interventi, di soggetti pubblici e

privati, per migliorare l’ambiente o ridurre gli impatti.

Per inquadrare il rapporto nell’ambito dei più recenti riferimentieuropei per le politiche di sostenibilità, il sistema di indicatori èstato inoltre classificato con riferimento ai 10 AalborgCommitments, definiti nella quarta Conferenza Europea delleCittà Sostenibili (giugno 2004), ovvero una serie di impegni sudieci temi chiave progettati per dare maggiore incisività alleazioni di sostenibilità locale e per fornire nuovi impulsi ai pro-cessi di Agenda 21 Locale. Gli Aalborg Commitments sono unastruttura complessa, ogni impegno è un tema chiave della so-stenibilità locale, che integra gli obiettivi ambientali con gliobiettivi di benessere economico, coesione sociale, pari op-portunità e partecipazione istituzionale.In particolare gli impegni riguardano:

Sistema Economico Locale Comuni

Area Fiorentina Bagno a Ripoli – Calenzano – CampiBisenzio – Fiesole – Firenze – Lastra aSigna – Scandicci – Sesto Fiorentino –Signa

Chianti Greve in Chianti – Impruneta – SanCasciano Val di Pesa – Tavarnelle

Mugello Barberino di Mugello – Borgo san Lorenzo– Firenzuola – Marradi – Palazzuolo sulSenio – San Piero a Sieve – Scarperia –Vaglia – Vicchio

Valdarno Figline Valdarno – Incisa Val d’Arno –Reggello - Rignano

Val di Sieve Dicomano – Londa – Pelago –Pontassieve – Rufina – San Godenzo

Valdelsa Barberino Val d’Elsa - Castelfiorentino –Certaldo – Gambassi Terme – Montaione

Empolese Capraia e Limite – Cerreto Guidi – Empoli– Fucecchio – Montelupo Fiorentino –Montespertoli – Vinci

AC1. Governance Ci impegniamo a rafforzare i nostri pro-cessi decisionali tramite una migliore de-mocrazia partecipatoria.

AC2. Gestione locale per la sostenibilità

Ci impegniamo a mettere in atto cicli digestione efficenti, dalla loro formulazionealla loro implementazione e valutazione.

AC3. Risorse naturali comuni

Ci impegniamo ad assumerci la piena re-sponsabilità per la protezione, la conser-vazione e la disponibilità per tutti delle ri-sorse naturali comuni.

AC4. Consumo responsabile e stili di vita

Ci impegniamo ad adottare e a incentiva-re un uso prudente ed efficente delle ri-sorse, incoraggiando un consumo e unaproduzione sostenibili.

AC5. Pianificazione e progettazione urbana

Ci impegniamo a svolgere un ruolo strate-gico nella pianificazione e progettazioneurbane, affrontando problematiche am-bientali, sociali, economiche, sanitarie eculturali per il beneficio di tutti.

AC6. Migliore mobilità, meno traffico

Riconosciamo l’interdipendenza di traspor-ti, salute e ambiente e ci impegnamo apromuovere scelte di mobilità sostenibili.

AC7. Azione locale per la salute

Ci impegnamo a proteggere e a promuoverela salute e il benessere dei nostri cittadini.

AC8. Economia locale sostenibile

Ci impegnamo a creare e ad assicurare unavivace economia locale, che promuova l’oc-cupazione senza danneggiare l’ambiente.

AC9. Equità e giustizia sociale

Ci impegnamo a costruire comunità solida-li e aperte a tutti.

AC10. Da locale a globale

Ci impegnamo a farci carico delle nostre re-sponsabilità per conseguire pace, giustizia,equità sviluppo sostenibile e protezione delclima per tutto il pianeta.

1716

La sottoscrizione da parte di una Amministrazione localedegli Impegni di Aalborg comporta l’adempimento di alcu-ni passaggi operativi, il primo dei quali consiste nella re-dazione di un rapporto preliminare (“Baseline review” o“Analisi Iniziale”), entro 12 mesi dalla sottoscrizione.Questo rapporto preliminare deve fornire la descrizione siadello stato della sostenibilità, sviluppata attraverso indica-tori riferiti ai 10 temi chiave, sia dello stato delle politichee delle azioni già realizzate e in corso, sempre relative ai10 temi. La scelta di classificare il sistema di indicatori delnuovo rapporto secondo gli Aalborg Commitments rispon-de dunque alla necessità della Provincia di Firenze di poterdisporre del rapporto preliminare (“Analisi Iniziale”), cherappresenta appunto la fase iniziale del processo di ade-sione agli Aalborg Commitments.La Provincia di Firenze ha aderito agli Aalborg Commitmentscon delibera C.P. n. 181 del 27 ottobre 2008.

IL COINVOLGIMENTO DEGLI ATTORI SOCIALI NELLA SELEZIONE DEGLI INDICATORIIl Rapporto di Sostenibilità della Provincia di Firenze è unostrumento nato nell’ambito del percorso di Agenda 21 pro-vinciale, avviato dal 2003, come strumento di supporto co-noscitivo per gli attori sociali del territorio provinciale co-involti nel Forum, il luogo di partecipazione del percorso.Secondo i principi che animano l’Agenda 21, la partecipa-zione degli attori sociali è elemento centrale e qualifican-te dell’intero processo, anche per quanto concerne la se-

lezione e la validazione del sistema di indicatori. Gli indi-catori, soprattutto quando passano da una mera funzionedescrittiva dello stato di fatto e delle tendenze in atto aduna funzione di orientamento e selezione delle scelte, ac-quistano un ruolo e una rilevanza tale da richiedere un at-tivo coinvolgimento degli attori sociali e istituzionali nellaloro definizione.A tal fine, la Provincia ha promosso il coinvolgimento degliattori sociali nella definizione dell’impostazione e dei con-tenuti del nuovo Rapporto, costituendo, nell’ambito delForum di Agenda 21, uno specifico gruppo di lavoro sul te-ma degli indicatori di sostenibilità. Al gruppo di lavoro han-no partecipato 13 soggetti esterni in rappresentanza di 3comuni, 2 comunità montane, Arpat, associazioni ambien-taliste e di categoria. A questi vanno aggiunti 19 soggettiinterni all’Amministrazione Provinciale afferenti alle dire-zioni: Ambiente e gestione rifiuti; Agricoltura, caccia, pe-sca e risorse naturali; Urbanistica e pianificazione territo-riale; Difesa del suolo e protezione civile; Mobilità;Direzione Istruzione, sociale, sport, turismo e cooperazioneinternazionale; Sviluppo economico e programmazione.Il gruppo di lavoro, attraverso la circolazione di materiali dilavoro e la realizzazione di due specifici incontri di con-fronto, ha contribuito a definire l’impostazione metodolo-gica del Rapporto e il relativo sistema di indicatori, oltre adaver fornito preziosi contributi per l’individuazione e l’ac-quisizione dei dati necessari a popolare gli indicatori e perl’interpretazione dei fenomeni in atto.

CLASSIFICAZIONE DEGLI INDICATORI

Legenda:D = indicatore di determinanti

P = indicatore di pressione

S = indicatore di stato

I = indicatore di impatto

R = indicatore di risposta

AC1 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 1 – Governance

AC2 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 2 – Gestione locale per la sostenibilità

AC3 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 3 – Risorse naturali comuni

AC4 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 4 – Consumo responsabile e stili di vita

AC5 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 5 – Pianificazione e progettazione urbana

AC6 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 6 – Migliore mobilità, meno traffico

AC7 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 7 – Azione locale per la salute

AC8 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 8 – Economia locale sostenibile

AC9 = indicatore dell’impegno di Aalborg n. 9 – Equità e giustizia sociale

AC10= indicatore dell’impegno di Aalborg n. 10 – Da locale a globale

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2120

Le analisi sviluppate in questo Rapporto ci restituiscono unquadro complesso della condizione di sostenibilità dellaprovincia di Firenze.La qualità delle risorse ambientali e la loro integrazione conun ricco patrimonio storico e artistico continuano a costi-tuire l’essenza dell’immagine della provincia di Firenze.Non è una immagine stereotipata. Anche se non è possibi-le tradurre in indicatori alcuni valori estetici, la provincia diFirenze è dotata di una elevata presenza di aree boscate edi alto pregio naturale, di paesaggi agrari diversificati, diun tessuto di aree agricole con una presenza rilevante diinfrastrutture ecologiche, di una articolazione di centri ur-bani e borghi e aree minori che hanno mantenuto una lo-ro identità e vivacità.Il valore di queste risorse e di queste qualità ambientali nonsolo contribuisce al “marchio” per l’insieme dei prodotti edel lavoro locale, ma è anche – e in maniera crescente –una fonte diretta di reddito e un motore di attività econo-miche.Si pensi, intanto, alla crescita forte del turismo (+22% dipresenze negli ultimi tre anni) trainata in buona parte dal-le aree rurali (su una crescita di 1,9 milioni di presenze, learee esterne a Firenze ne hanno intercettate 0,9 milioni) esoddisfatta in primo luogo dall’offerta ricettiva basata suagriturismi, appartamenti e altre modalità più soft, fonda-te sul recupero dell’esistente piuttosto che sulla realizza-zione di nuovi complessi.Si pensi ancora alla crescita del settore dell’agricoltura bio-logica che, seppure in fase di stabilizzazione negli ultimitre anni, è giunta oggi a coprire il 13,6% della superficiagricola utile, un valore più che doppio rispetto alla medianazionale.In questi settori – anche molto esposti alla domanda ester-na (e alla sensibilità ambientale estera) – si è avviata unaconversione in senso ambientale, che sta producendo unvantaggio sia economico che ecologico. Crea nuove areedi mercato espansive e, al tempo stesso, contribuisce almiglioramento della qualità ambientale, al mantenimentodel paesaggio, al ripristino territoriale.

Questi settori in crescita si inseriscono in un contesto ca-ratterizzato da un buon andamento congiunturale dell’e-conomia provinciale, frutto di dinamiche macroeconomi-che che attraversano le principali componenti settoriali. Intal senso vale la pena ricordare come l’economia della pro-vincia di Firenze appare nel complesso strutturalmente inlinea con la regione anche se è andata nell’ultimo decen-nio progressivamente terziarizzandosi.Oggi il settore terziario conta ben il 70% delle unità di la-voro impiegate ed il 74% del valore aggiunto prodotto. Altempo stesso l’economia provinciale è caratterizzata daimportanti presenze e specializzazioni manifatturiere, neisettori delle macchine ed apparecchi meccanici ed elettri-ci, nel settore chimico e nel settore della pelletteria. La pro-

vincia di Firenze appare avviata da alcuni anni su un sen-tiero di sviluppo che in qualche misura si distacca positi-vamente dal resto della regione.Allo stesso tempo, nel 2005, la provincia di Firenze conti-nua a presentare un reddito pro capite elevato, che la col-loca al sesto posto tra le province italiane per reddito procapite.La provincia resta anche caratterizzata da un tasso di oc-cupazione elevato (50% al 2006, a fronte di una media to-scana del 48% e nazionale del 45%) e da un tasso di dis-occupazione contenuto (4,4% al 2006), seppure in au-mento nell’ultimo triennio e con squilibri di genere: l’occu-pazione femminile, pur in crescita (dal 35% del 1997 al43% del 2006), è sempre inferiore allo stabile 58-59% deltasso di occupazione maschile.Sotto il profilo sociale la provincia di Firenze mantiene labuona dotazione di servizi già rilevata nel precedenteRapporto. L’assistenza sanitaria continua a presentare va-lori allineati o superiori alla media regionale, sia per postiletto, medici generici e pediatri. La disponibilità di struttu-re per asili nido è in continuo aumento e attualmente, conil 67% di richieste soddisfatte, risulta anch’essa allineatacon la media regionale.Buono anche il livello di istruzione, in continuo aumento esuperiore al valore medio toscano. Più problematica inve-ce la situazione per quanto riguarda la criminalità – sia inassoluto che minorile – che presenta valori superiori allamedia regionale.In continuo e significativo aumento il fenomeno dell’immi-grazione: in provincia di Firenze l’incidenza dei cittadinistranieri con permesso di soggiorno, nel 2006, è pari a72,3 ogni 1.000 abitanti, ben superiore al 50,6 toscano e al40,8 italiano.

Sotto il profilo della performance ambientale, la provincia diFirenze condivide senza eccellenze le tendenze dominan-ti dell’Italia e non sfrutta a pieno le proprie potenzialità.Il sistema industriale, pur non rappresentando la principa-le fonte di impatto, mostra un non elevato dinamismo am-bientale e solo di recente si sono manifestati segni di ri-sveglio con il varo di alcuni progetti per la certificazioneambientale e l’infrastrutturazione ambientale di aree indu-striali, che hanno contribuito all’incremento significativodelle aziende certificate (dai 56 siti certificati del 2004 si èpassati a 178 siti nel 2007).Più in generale, quasi tutti i fattori di pressione tradiziona-li sono sotto il segno della crescita, anche se, rispetto aitrend osservati nei precedenti rapporti, si iniziano ad os-servare fenomeni di stabilizzazione.La struttura della mobilità non è evoluta verso i trasporticollettivi, le rotaie o verso un più diffuso impiego delle bi-ciclette e il tasso di motorizzazione è in continua crescita,tuttavia migliora in modo significativo la qualità ambienta-le del parco auto e si riducono i consumi per la mobilità.

Il sistema energetico, pur presentando una stabilizzazionedei consumi, con una parziale sostituzione tra benzina egasolio per i combustibili, è rimasto incentrato sui combu-stibili fossili e non ha ancora conosciuto un apprezzabilesviluppo delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse) sianella produzione elettrica che termica.Il miglioramento tecnologico (soprattutto del parco mac-chine) e della qualità dei combustibili ha però limitato glieffetti negativi della crescita dei consumi energetici e inparticolare della mobilità. Per la gran parte degli inquinan-ti atmosferici si registra una riduzione delle concentrazio-ni, pur permanendo una situazione di criticità soprattuttoper il pm10 e per l’ozono.Nonostante il significativo incremento della capacità de-purativa, la qualità delle acque superficiali sul territorioprovinciale si mantiene sostanzialmente stabile e l’Arno edalcuni suoi affluenti continuano a presentare situazioni diforte inquinamento a valle della città di Firenze.Una notevole crescita si registra nella produzione dei rifiu-ti urbani (+31,7% dal 1997, +7,4% anche nell’ultimo trien-nio, 2004-2006), nonostante i livelli pro capite già tra i piùalti d’Italia. L’estensione e il successo della raccolta diffe-renziata, che nel 2006 ha superato il 36,3% (secondo lostandard di calcolo regionale), non è però sufficiente a ri-durre la quantità totale di rifiuti residui, che si mantiene so-stanzialmente stabile. Anche la produzione di rifiuti spe-ciali risulta sostenuta.Questi fattori di impatto si manifestano nelle forme più

acute nelle aree urbane. Ma è la stessa urbanizzazione acostituire un fattore di impatto significativo e da controlla-re. Tuttavia negli ultimi anni (periodo 2000-2004) sembraessersi stabilizzata la progressiva crescita dell’artificializ-zazione del territorio, registrata nei periodi precedenti, pura fronte di una ripresa della crescita demografica (+8% dal2001 al 2006). Nonostante questi segnali confortanti, ilconsumo di suolo pro capite non è indifferente (e varia dai110 mq/ab in comuni a forte densità agli oltre 600 mq/abin comuni con insediamenti estensivi e declino demografi-co). La dispersione di centri abitati e infrastrutture di tra-sporto determina una frammentazione delle aree naturali eagricole e un “disturbo” che investe un’area molto ampiadella provincia (circa il 43% della superficie provinciale,variando tra il 74% dell’area fiorentina e il 29% nelMugello).Una porzione significativa del territorio è sottoposto a in-stabilità geomorfologia e rischio di frana (83% del territo-rio, ma solo il 5% a pericolosità elevata e molto elevata).Circa il 4% del territorio provinciale è ancora esposto a ri-schio idraulico elevato o molto elevato. In tal senso il risa-namento e la messa in sicurezza del bacino dell’Arno, co-sì come la prevenzione di eventi calamitosi, costituisconouna delle grandi priorità ambientali. Nonostante la scarsi-tà delle risorse disponibili, rispetto ad un fabbisogno sti-mato di 1,9 miliardi di euro, i Consorzi di bonifica, l’Autoritàdi bacino del fiume Arno e gli Enti locali hanno avviato unpiano di risanamento di ampio respiro.

SINTESI E ANALISI INTEGRATA

La dimensione economica: creare una economia solidale

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1 ASPETTI ECONOMICI

1.1 ECONOMIA

Tavola di valutazione sintetica economia

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ECONOMIA: CARATTERIZZAZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO (AC8)Imprese per settore economico e densità imprenditoriale

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ECONOMIA: RICCHEZZA GENERATA (AC8)Valore aggiunto pro capite

Descrizione

Nel 2005 la provincia di Firenze si colloca al sesto postotra le province italiane per reddito pro capite (dopoBolzano, Milano, Bologna, Modena e Parma), perdendo unaposizione rispetto al 2003, con un valore di 31.118 euro,contro una media toscana pari a 25.997 euro.Dal 2001 l’economia nazionale, toscana e fiorentina stan-no attraversando un periodo poco brillante, con un valoreaggiunto pro capite che registra un trend negativo. Tuttaviala provincia di Firenze fino al 2004 mostra un andamentonettamente migliore rispetto alla situazione regionale e na-zionale, mentre nel periodo 2004-2005 si riscontra una ri-duzione importante del valore aggiunto, che diminuisce del2,7% rispetto al biennio precedente, a fronte di una situa-zione stabile a livello regionale (-0,1%) e di un migliora-mento a livello nazionale (+1,2%).Analizzando il valore aggiunto a livello settoriale si confer-ma la situazione del Rapporto 2005, con la prevalenza delsettore terziario, che costituisce il 73,5% del valore ag-giunto complessivo, e la marginalità del settore agricoloche rappresenta solo lo 0,8%, contro il 2,1% toscano e il2,3% nazionale.

Metodologia

Lo sviluppo economico è studiato attraverso l’analisi delvalore aggiunto pro capite. Con il termine valore aggiuntosi definisce il dato che consente di valutare la crescita delsistema economico in termini di nuovi beni e servizi mes-si a disposizione della comunità per impieghi finali; il valo-re aggiunto pro capite rappresenta la quota del valore ag-giunto che in media spetta a ciascun residente. I dati sonoforniti dalla Camera di Commercio di Firenze.

Descrizione

Sebbene nel 2007 si sia registrata una lieve diminuzione nelnumero delle imprese registrate (-1,2% rispetto all’anno pre-cedente), complessivamente i dati in provincia di Firenze con-fermano le tendenze rilevate negli anni precedenti e descrit-te nel Rapporto 2005: le imprese registrate sono aumentatedal 2003 del 2,3%. Nel periodo 2003 – 2007, i settori che re-gistrano i maggiori incrementi di imprese sono quelli dellecostruzioni (+22,4%), energetici (+12,5%) e alberghieri(+9,2%), mentre il comparto manifatturiero registra una con-trazione del 6,2% (passando dalle 19.880 imprese del 2003alle 18.642 del 2007) e quello estrattivo addirittura del13,2%. Considerando la densità imprenditoriale (imprese at-

tive ogni 100 abitanti) si osserva che nel 2006 il dato provin-ciale, pari a 9,3 imprese ogni 100 abitanti è inferiore al datotoscano, uguale a 9,8 imprese.

Metodologia

L’analisi settoriale delle imprese e la densità imprendito-riale permettono di cogliere la struttura economica del ter-ritorio e gli sviluppi nel tempo. Sono prese in considera-zione le imprese registrate suddivise per settore economi-co dal 1997 al 2007. La densità imprenditoriale è pari alnumero di imprese attive ogni 100 abitanti. I dati sono for-niti dalla Camera di Commercio di Firenze.

Descrizione

Nel 2005 in provincia di Firenze sono presenti 101.461unità locali (il 28% del totale toscano), che occupano pocomeno di 360.000 addetti (il 30% del totale regionale). Lamaggior parte delle imprese lavora nel settore dei servizi edel commercio (vedi indicatore “Caratterizzazione del si-stema economico”) e generalmente si tratta di piccole at-tività, infatti, il 52% degli addetti è impiegato in unità lo-cali con meno di 9 addetti (che costituiscono il 94% delleunità locali totali provinciali). Le unità locali con oltre 50addetti rappresentano, invece, meno dell’1% del totale del-le aziende locali, ma occupano ben il 23% degli addetticomplessivi. Confrontando il dato del 2005 con l’anno pre-cedente, si osserva che il numero delle unità locali è cre-sciuto di circa l’1%, mentre il numero degli addetti, con unincremento di oltre 8.000 unità, è aumentato di oltre il 2%.

Metodologia

Con unità locale si intende l’impianto operativo o ammini-strativo-gestionale, in genere ubicato in luogo diverso daquello della sede, nel quale l’impresa esercita stabilmenteuna o più attività economiche, dotato di autonomia e di tut-ti gli strumenti necessari allo svolgimento di una finalitàproduttiva, o di una fase intermedia, quali ad esempio: la-boratori, officine, stabilimenti, magazzini, depositi, uffici,negozi, filiali, agenzie ecc. I dati sul numero delle unità lo-cali e degli addetti che vi lavorano sono stati forniti dallaCamera di Commercio di Firenze e da Istat (sulla base delRegistro Statistico delle Unità Locali).

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ECONOMIA: UNITÀ LOCALI E NUMERO DI ADDETTI (AC8)Numero di imprese locali e di addetti divisi per settore

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Descrizione

Si conferma la situazione descritta nel Rapporto 2005, an-che nel biennio 2003 – 2004, i consumi finali pro capite inprovincia di Firenze sono superiori sia a quelli toscani, siaa quelli nazionali, attestandosi nel 2002 a 17.218 euro procapite. Tuttavia, come già segnalato nel Rapporto 2005, siosserva che dal 2002, la crescita dei consumi è in forterallentamento, sia nel 2003 che nel 2004, i consumi inProvincia aumentano solo del 2% rispetto all’anno prece-dente. Per quanto riguarda la ripartizione dei consumi, siosserva una situazione pressoché stabile dal 2002 al 2004e in particolare in questo ultimo anno gli alimentari costi-tuiscono il 15% dei consumi, i generi non alimentari l’85%.

Metodologia

I dati relativi ai consumi finali, alimentari e non alimentari,rappresentano un indicatore largamente utilizzato per mi-surare il tenore di vita e il benessere economico. E’ statacalcolata l’entità della spesa per i consumi pro capite,usando i dati al 31 dicembre degli anni considerati, fornitida ISTAT, mentre i dati relativi ai consumi finali sono statiforniti dalla Camera di Commercio di Firenze.

ECONOMIA: CONSUMI (AC4 e AC8)Consumi finali interni

Descrizione

Si conferma la situazione descritta nel Rapporto 2005: ilcosto della vita nella provincia di Firenze continua a dimi-nuire, raggiungendo nel 2005 il valore minimo registratodal 1996 ad oggi (con una crescita dei prezzi al consumopari a 1,4%). Confrontando i prezzi al consumo provincialie nazionali si osserva che il dato provinciale è sempre in-feriore al valore medio italiano.

Metodologia

La variazione dei prezzi al consumo è un indicatore con-solidato per misurare il costo della vita. In particolare l’in-dice misura la variazione nel tempo dei prezzi al dettaglio,dei beni e dei servizi correntemente acquistati dalle fami-glie con persona di riferimento in condizione di lavoratoredipendente non agricolo (operai ed impiegati).I dati sono stati forniti dalla Camera di Commercio diFirenze.

30 31

ECONOMIA: COSTO DELLA VITA (AC8)Prezzi al consumo territoriali paniere FOI (Famiglie Operai e Impiegati)

Descrizione

Si conferma il trend già evidenziato nel precedenteRapporto: a partire dal 2003, il tasso di occupazione dellaprovincia di Firenze si colloca sopra la media sia toscanasia italiana, evidenziando un considerevole aumento occu-pazionale, con un tasso che raggiunge il 50% nel 2006,superando un periodo di stagnazione (dal 1997 al 2002),durante il quale è rimasto stabile intorno a percentuali del45%. L’occupazione femminile mostra un trend simile aquella maschile, tuttavia rimane inferiore di circa 15 – 20punti percentuali.Il tasso di disoccupazione si mantiene sempre a livelli in-feriori rispetto ai valori toscani e nazionali, registrando unacontinua diminuzione, arrestata però da un aumento rela-tivo nel 2004, passando dal valore minimo del 3,9% rag-giunto nel 2003 al 5% del 2004.Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione femminile,dopo una tendenza alla diminuzione registrata dal 1997 al2003, si evidenzia una situazione di stabilità.Infine, il tasso di disoccupazione giovanile, mostra dal 2003un comportamento variabile, passando da un 11,9% del2003 al 18,5% del 2004, mentre nel 2006 si raggiunge ilvalore migliore dal 1997, con un tasso di disoccupazioneche si ferma al 9%.

Metodologia

I tassi di occupazione e disoccupazione sono indicatoriconsolidati per misurare la ricaduta sul territorio del siste-ma produttivo.Il tasso di occupazione è calcolato come il rapporto tra oc-cupati e popolazione di età maggiore o uguale a 15 anni,mentre il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto trale persone in cerca di lavoro e la forza lavoro. Oltre ai tas-si totali, sono stati considerati anche i tassi femminili e gio-vanili (età compresa tra 15 e 24 anni).

ECONOMIA: OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE (AC8)Tassi di occupazione e disoccupazione (totali, femminili e giovanili)

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Descrizione

I prodotti del commercio equo e solidale, certificati su scalainternazionale, riconoscono un prezzo più remunerativo e sta-bile ai produttori dei paesi in via di sviluppo. Questo indicato-re, non ha carattere esaustivo, poiché non sono disponibili suscala provinciale dati completi. Tuttavia può essere utile, percapire il trend di questo mercato, l’analisi della vendita deiprodotti Transfair, uno dei principali marchi equi e solidali, invendita nella catena commerciale Coop, la principale in pro-vincia di Firenze. I dati mostrano una forte ascesa di questonuovo mercato, il cui fatturato, pari nel 2007 a 652.724 eu-ro, è più che triplicato dal 2002, sebbene nell’ultimo anno siastata registrata una contrazione del 17% rispetto al 2006,

quando si è avuto il ricavo massimo pari a oltre 780.000 eu-ro. Analizzando nel dettaglio i diversi settori, si osserva che,rispetto al biennio 2002 – 2003, diminuisce il contributo del-la frutta fresca al fatturato totale, passando dal 38% del 2003al 14% del 2007, mentre cresce l’apporto del cioccolato chediventa il primo settore nel fatturato totale, contribuendo peril 25% al ricavo complessivo del 2007.

Metodologia

L’indicatore analizza le vendite dei prodotti equi e solidalinei minimarket e supermercati Coop della provincia diFirenze. I dati sono stati forniti da Coop Toscana.

ECONOMIA: COMMERCIO EQUO E SOLIDALE (AC4)Vendite Coop di prodotti equi e solidali

Descrizione

Come già evidenziato nel precedente Rapporto, continuala crescita ininterrotta delle cooperative sociali nella pro-vincia di Firenze, con un incremento dal 2004 al 2008 del19%, fino a raggiungere, nel febbraio 2008, l’iscrizioneall’Albo di 142 cooperative. In particolare, il 54% di questegestiscono servizi socio sanitari e educativi, il 39% si oc-cupa invece di attività agricole, artigianali, industriali, com-merciali e di servizi finalizzati all’inserimento lavorativo dipersone svantaggiate, infine il 9% è costituito da consorzidi cooperative, formati per almeno il 70% da cooperativegià iscritte all’Albo.

Metodologia

L’indicatore registra il numero di imprese no profit iscritteall’Albo Regionale delle cooperative sociali – SezioneProvincia di Firenze. In particolare, appartengono a tale al-bo le cooperative che s’inquadrano nei parametri della leg-ge 381/91 e della L.R.T. 87/97 che richiedono esplicita-mente l’assenza di fini di lucro e finalità solidaristiche nel-l’interesse della comunità.L’indicatore è stato rivisto in base all’elenco aggiornato afebbraio 2008.

ECONOMIA: IMPRESE SOCIALI (AC8)Cooperative sociali iscritte alla Sezione Provincia di Firenze dell’Albo Regionaledelle Cooperative sociali

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3736

1.2 INDUSTRIA

Tavola di valutazione sintetica economia

Descrizione

Nel precedente Rapporto era evidenziata una condizionedell’economia fiorentina non particolarmente brillante, ne-gli ultimi tre anni la situazione resta sostanzialmente sta-bile: sebbene il tasso di natalità delle imprese sia in leg-gero aumento (7% nel 2006 contro il 6,5% del 2003), siosserva anche un aumento del tasso di mortalità (5,8% nel2006 contro il 5,4% del 2003) con un massimo relativoraggiunto nel 2005 (6,9%). Nonostante ciò, le nuove im-prese sono sempre in numero maggiore (7.566 nel 2006)rispetto a quelle che chiudono (6.333 nel 2006) ed il tassodi sviluppo resta positivo e pari all’ 1,1%.Analizzando i diversi settori delle imprese, si conferma, co-me già evidenziato nel Rapporto 2005, che il settore dellecostruzioni è quello a maggior natalità: nel 2006 costitui-sce il 20% delle nuove imprese; per quanto riguarda inve-ce la mortalità, i settori più interessati sono quelli del com-mercio al dettaglio e delle costruzioni, con rispettivamen-te il 16% ed il 15% delle imprese che cessano la propriaattività sul totale delle imprese che chiudono.

Metodologia

I tassi di natalità sono costituiti dal rapporto percentualefra imprese iscritte ai registri camerali nel corso dell’annoe le imprese totali registrate all’anagrafe delle Camere diCommercio. I tassi di mortalità invece rappresentano il rap-porto percentuale fra imprese cessate dai registri nel cor-so dell’anno e le imprese totali registrate all’anagrafe del-le Camere di Commercio. Il tasso di sviluppo è la differen-za fra tasso di natalità e tasso di mortalità ed esprime, inmodo approssimativo, la variazione del tessuto produttivo.I dati derivano dall’archivio statistiche della Camera diCommercio di Firenze.

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INDUSTRIA: TASSO DI SVILUPPO DELLE IMPRESE (AC8)Tassi di natalità, mortalità e sviluppo delle imprese

Descrizione

Si conferma quanto detto nel precedente Rapporto: dal2001 si osserva una situazione complessivamente stabileper quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, sebbene nel2004 si sia registrato un aumento del 3% rispetto all’annoprecedente. Tuttavia, nel triennio 2003 – 2005, la frequen-za relativa di infortunio nella provincia di Firenze mantienesempre valori inferiori alla frequenza toscana e italiana. Perquanto riguarda gli infortuni mortali, dopo una fase di cre-scita fino al 2003, mostrano una tendenza alla diminuzio-ne, stabilizzandosi negli ultimi anni su valori costanti.Le malattie professionali invece, dopo un generale incre-

mento fino 2005, tendenza già segnalata nel precedenteRapporto, nel 2006 subiscono una netta diminuzione, paria -10% rispetto al 2003.

Metodologia

I dati sugli infortuni e le malattie professionali rappresen-tano gli eventi denunciati dalle aziende all’INAIL e non glieventi indennizzati. La frequenza relativa consiste nel rap-portare il numero degli infortuni rispetto agli addetti. Lafonte usata è l’archivio INAIL.

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INDUSTRIA: INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI (AC8)Eventi denunciati dalle aziende

Descrizione

Rispetto al Rapporto 2003, il numero delle industrie a ri-schio di incidente rilevante nella provincia di Firenze è inlieve aumento, sebbene resti limitato a poche aziende. Inparticolare ad ottobre 2007, sono 11 gli stabilimenti inte-ressati (nel 2003 erano 10), principalmente depositi di oliminerali o gas liquefatti e stabilimenti chimici, sei dei qua-li soggetti ad obbligo di notifica (come nel 2003) e cinquecon l’obbligo di compilare un rapporto di sicurezza (nel2003 erano invece 4). Gli stabilimenti soggetti al D. Lgs334/1999 della provincia di Firenze rappresentano il 19%degli impianti totali interessati in Toscana, nel 2003 rap-presentavano il 17%.

Metodologia

L’indicatore si basa sulla definizione di stabilimento a ri-schio rilevante fornita dal D.Lgs 334/99 (che innova laLegge Seveso del 1998). Gli stabilimenti a rischio di inci-dente rilevante sono individuati in base alla quantità e allapericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati pro-dotti, utilizzati, manipolati o depositati, compresi quelli chepossono generarsi in caso di incidente. Le sostanze consi-derate sono circa trenta, per ciascuna delle quali sono in-dividuati due valori soglia. In base al superamento di talivalori, il decreto individua gli obblighi spettanti al gestore:una notifica (art. 6) oppure un rapporto di sicurezza (art. 8)attestante l’avvenuta valutazione dei rischi.L’elenco degli stabilimenti soggetti a tali norme viene rivi-sto semestralmente, quello usato in questo Rapporto è ag-giornato ad ottobre 2007.

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INDUSTRIA: INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (AC8)Aziende sottoposte agli obblighi ex art. 6 e art. 8 D. Lgs. 334/99 (Seveso bis)

Descrizione

Il settore industriale contribuisce in modo variabile ai cari-chi ambientali, ma generalmente non costituisce la princi-pale fonte di impatto né sotto il profilo dei consumi né sot-to quello delle emissioni (ad eccezione delle emissioni diossidi di zolfo, che tuttavia allo stato attuale non costitui-scono più una criticità dal punto di vista dell’inquinamen-to atmosferico).

Metodologia

L’indicatore rappresenta rispettivamente: la quota di con-sumi elettrici dell’industria sul totale dei consumi elettrici(vedi indicatore “Energia: consumi energetici”); la quota diconsumi idrici per uso industriale sul totale industriale ecivile (vedi indicatore “Acqua: consumi idrici”); la quota diemissioni NOx, PM10, SOx da attività industriali (compresala produzione termica industriale) sul totale delle emissio-ni (vedi indicatore “Aria: emissioni di inquinanti atmosferi-ci per sorgente”); la quota di emissioni di gas serra sul to-tale delle emissioni di gas serra (vedi indicatore “Clima:emissioni gas serra per sorgente”); la quota di rifiuti spe-ciali da attività industriali su totale dei rifiuti speciali (vediindicatore “Rifiuti: rifiuti speciali”).

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INDUSTRIA: EFFETTI AMBIENTALI DELL’INDUSTRIA (AC8)Contributo del settore industriale ad alcuni effetti ambientali

Descrizione

Il numero di domande di brevetti è un buon indicatore permisurare la capacità di innovazione nel mondo delle im-prese. Nel 2006 sono state presentate in provincia diFirenze 343 domande, il valore più alto dal 1996.Rapportando le domande alla popolazione residente, siconferma la tendenza già evidenziata nel precedenteRapporto: la provincia di Firenze risulta particolarmente in-novativa, con un numero di domande per abitante sempresuperiore al valore sia toscano sia italiano. In particolarenel 2006 sono state depositate 35 domande ogni 100.000residenti (contro le 18 sia toscane sia nazionali), che rap-presentano il 52% delle richieste totali fatte in Toscana edil 3% di quelle depositate in Italia.

Metodologia

L’indicatore rileva il numero di domande di brevetti pre-sentate all’Ufficio Nazionale dei Brevetti in rapporto alla po-polazione residente. La fonte è la Camera di Commercio diFirenze.

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INDUSTRIA: INNOVAZIONE (AC8)Domande depositate per brevetti

Descrizione

Negli ultimi anni è proseguita la diffusione delle certifica-zioni ambientali tra le aziende fiorentine: se nel 2004 ri-sultavano 56 siti certificati, alla fine del 2007 l’elenco com-prende ben 178 aziende, che rappresentano il 20% delleaziende certificate a livello regionale. In particolare 13aziende hanno certificazione Emas (su 756 a livello nazio-nale e 117 a livello regionale) e 165 ISO 14001 (a fronte di12.265 su scala nazionale e 805 a scala regionale); inoltre,tra queste, 29 hanno la certificazione per più filiali dellamedesima azienda. Analizzando il rapporto con le aziendetotali presenti sul territorio, si rileva, per il 2006, che le im-prese certificate rappresentano lo 0,13% delle aziende to-tali provinciali, dato leggermente inferiore a quello regio-nale, pari allo 0,17% . Per quanto riguarda invece i settorinei quali la certificazione ambientale è più diffusa, si trat-ta prevalentemente di aziende che operano nel campo deiservizi pubblici (16%), del trasporto merci (8%) e della la-vorazione del cuoio (8%).

Metodologia

I dati fanno riferimento ai siti con sistemi di gestione am-bientale certificati secondo la norma ISO 14001 o il rego-lamento Emas dell’Unione Europea. Tali procedure hannomolti aspetti in comune, sono applicabili sia alle impreseindustriali, sia alle organizzazioni (incluse le PubblicheAmministrazioni) e rappresentano uno strumento di mi-glioramento e controllo delle prestazioni ambientali. I datisono stati rivisti, anche per gli anni già trattati nei prece-denti Rapporti, in base alla banca dati Sincert per i siti ISO14001 aggiornata al 31 gennaio 2008, e alla lista delComitato Ecolabel – Ecoaudit per i siti Emas, aggiornata al14 febbraio 2008.

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INDUSTRIA: SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE (AC8)Aziende ed enti certificati ISO 14001 e Emas

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Descrizione

Gli impianti soggetti alle norme IPPC nella provincia diFirenze, a giugno 2008, sono 58 (nel 2003 erano 17), con-centrati prevalentemente nell’Area Fiorentina (38%) enell’Empolese (26%). Per quanto riguarda la tipologia di at-tività, poco meno della metà degli impianti è impiegata nel-la gestione dei rifiuti (45%) e circa un quinto nella produ-zione e trasformazione dei metalli (17%).L’anagrafe è composta da impianti esistenti, solo due sonostati inseriti ex novo nel corso del 2007 e 2008. Per quan-to riguarda l’ Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ben51 impianti (l’85%) ne sono dotati, mentre 7 (12%) stannoseguendo l’iter di approvazione.

Metodologia

Il D. Lgs n. 59/2005 di recepimento delle direttiva IPCC(Integrated Prevention and Pollution Control) è finalizzato alraggiungimento di un elevato livello di protezione ambien-tale e di efficienza ambientale delle imprese, mediante laprevenzione e la riduzione integrale dell’inquinamento conl’applicazione delle migliori tecniche disponibili. La norma-tiva si applica ad alcune tipologie di attività industriali e diservizi. I gestori degli impianti devono effettuare una anali-si e revisione dei consumi e delle emissioni per minimizza-re gli impatti, al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo dellaAutorizzazione Integrata Ambientale. L’applicazione dellanorma dovrebbe favorire l’introduzione di tecnologie piùpulite nei processi produttivi riducendo gli impatti delle at-tività industriali.I dati si basano sugli elenchi forniti dalla provincia diFirenze, aggiornato al 4 giugno 2008 e dal CircondarioEmpolese – Valdelsa, aggiornato al 13 giugno 2008.

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INDUSTRIA: IMPIANTI SOGGETTI ALLE NORME IPPC (AC8)Impianti soggetti all’applicazione del D.Lgs 59/2005

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1.3 AGRICOLTURA

Tavola di valutazione sintetica agricoltura

Descrizione

Il consumo dei prodotti fitosanitari in provincia di Firenze, dopoun progressivo incremento, culminato con le vendite massimedel 2002, è diminuito e si è stabilizzato sul consumo medio di1.350 t annue. Anche a livello regionale si osserva un com-portamento simile, sebbene la diminuzione delle vendite siastata più decisa, con un decremento dal 1999 al 2006 di addi-rittura il 21% (contro il -1,25% provinciale). Per quanto riguar-da il carico per ettaro dei prodotti fitosanitari, si conferma il da-to riportato nel precedente Rapporto, il valore provinciale è su-periore a quello toscano del 20%.Nel caso dei fertilizzanti azotati, si osserva il medesimocomportamento descritto precedentemente, con una pro-

gressiva diminuzione delle vendite dal 2000 al 2006 di cir-ca il 13%. Il carico di azoto per ettaro, calcolato per il 2000evidenzia che il dato provinciale (pari a 68,31 kg/ha di SAU)è inferiore a quello regionale (pari a 98,80 kg/ha).

Metodologia

I dati di vendita dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti(con il dettaglio dei fertilizzanti azotati) sono forniti daISTAT, il carico per ettaro è stimato come la quantità di pro-dotti fitosanitari (o fertilizzanti azotati) per ettaro diSuperficie Agricola Utilizzata, definita dal censimentodell’Agricoltura del 2000.

49

AGRICOLTURA: UTILIZZAZIONE DEGLI INPUT CHIMICI DI SINTESI (AC3)Quantità di prodotti fitosanitari venduti

Descrizione

In base ai dati disponibili, attualmente ancora in corso diverifica, nel 2008 il settore Demanio Idrico della Provinciaha concesso oltre 32.000 mc/anno di acqua per uso irri-guo in agricoltura. Se si confronta questo dato con la stimadei consumi irrigui, elaborata nel precedente Rapporto2003, si osserva che i volumi di acqua concessa superanola stima dei fabbisogni al 2000 del 60%. Tuttavia è da sot-tolineare che i due dati non sono direttamente confronta-bili: il consumo idrico riportato nel Rapporto 2003 era sti-mato, utilizzando opportuni coefficienti, a partire dalle su-perfici irrigate del Censimento per l’Agricoltura, mentre ildato 2007-2008 è effettivamente l’acqua concessa dalDemanio Idrico per usi irrigui.

Metodologia

Per il 2007 e 2008 i consumi irrigui in agricoltura sono for-niti dal settore Demanio Idrico della Provincia in base allaquantità d’acqua concessa per questo fine. Tali dati sonotuttavia ancora oggetto di verifiche: il quantitativo conces-so per uso irriguo appare infatti troppo limitato.La stima dei consumi irrigui è stata fatta sulla base dei da-ti forniti da ISTAT sulle superfici irrigate per ogni colturaper gli anni 1990 e 2000. Tali valori sono stati moltiplicatiper un consumo medio (variabile per ogni tipo di coltura) ri-levato da uno studio ARSIA su alcune aree irrigue inToscana (Arsia, 2000 – Giannini A., Bagnoli V.).

48

AGRICOLTURA: CONSUMI IDRICI IN AGRICOLTURA (AC3)Acqua concessa per usi irrigui

5150

AGRICOLTURA: BILANCIO INPUT/OUTPUT AZOTO (AC3)Equilibrio dell’azoto nel suolo (numero surplus)

Descrizione

L’indicatore è il medesimo del Rapporto 2003 perché nonsono disponibili dati aggiornati.Il bilancio di azoto (condotto secondo la metodologiaEurostat per il bilancio input/output) mostra un deficit perla provincia di Firenze pari a -12 Kg/ha, inferiore al valoreregionale (-34 Kg/ha), mentre il rapporto output/input è pa-ri a 1,1 (1,2 a livello regionale).In conclusione si può affermare che la rimozione e l’assor-bimento di azoto da parte delle colture erbacee ed arbo-ree e dalla produzione foraggiera è superiore agli apportiderivanti da fertilizzanti, deiezioni animali e deposizioni at-mosferiche.

Metodologia

La determinazione del surplus di azoto, derivante dalla dif-ferenza tra gli input e gli output di azoto stesso, segue lametodologia proposta da Eurostat in Theme 8 – 16/2000Enviromental and Energy. La metodologia per la determi-nazione del bilancio di azoto a livello del suolo prevede ladeterminazione di input e output di azoto.

Input di Azoto:• Azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide: il

valore dell’azoto delle deposizioni atmosferiche secchee umide è stimato per i nostri ambienti, pari a 10 – 15Kg/ha (D.M. 19.04.99 – approvazione del Codice diBuona Pratica Agricola);

• Azoto derivante dalle deiezioni animali: si moltiplica ilquantitativo di azoto per capo (Kg azoto/animali * anno)per il numero di capi allevati. (i coefficienti Kg N/anima-li * anno) sono quelli proposti per il 1997 nella propostametodologica Eurostat in Theme 8 – 16/2000Enviromental and Energy);

• Azoto derivante dalla fissazione biologica: valore propo-sto per l’Italia da Eurostat, 2000 – Nitrogen bilance inAgricoltura;

• Azoto derivante dai fertilizzanti: dati di vendita AnnuarioStatistico 1994.

Output di Azoto:• Azoto derivante dalle produzioni foraggiere: è il conte-

nuto di azoto rimosso dal terreno con le produzioni,espresso in Kg/ha. Si determina moltiplicando la produ-zione foraggiera (dati Istat 2000) per la relativa aspor-tazione di azoto;

• Azoto derivante dalle coltivazioni: è il contenuto di azo-to rimosso dal terreno con le produzioni, espresso inKg/ha. Si determina moltiplicando la produzione deri-vante dalle coltivazioni erbacee ed arboree (dati Istat2000) per la relativa asportazione di azoto.

53

Descrizione

L’indicatore non è stato aggiornato rispetto al Rapporto2003 in quanto non sono disponibili dati successivi al cen-simento agricoltura del 2000.Per la provincia di Firenze si rileva una riduzione dell’enti-tà degli allevamenti che comporta anche una riduzione delcarico organico di origine zootecnica, per tutte le tipologiedi animali. Tuttavia, si riscontra, soprattutto per bovini esuini, una concentrazione territoriale degli allevamenti checomporta anche un aumento in tali aree delle deiezioni edei carichi organici. Infatti la specializzazione delle produ-zioni ha favorito una crescita dimensionale delle imprese eil numero di capi per azienda è più che raddoppiato per ibovini e aumentato del 40% per i suini. A livello territoria-le l’aumento del numero di capi per azienda riguarda ilChianti insieme con il Valdarno per i bovini, l’ Empolese peri suini, il Mugello per i caprini.

Metodologia

La determinazione del carico organico di origine zootecni-ca è stata fatta tramite il metodo proposto dall’IRSA, chefornisce la stima, espressa in abitanti equivalenti (AE), deicarichi organici (biodegradabili) totali presenti in una cer-ta area derivanti da attività di origine zootecnica. Il caricoorganico è stato poi messo in relazione con il numero dianimali allevati in azienda. I dati utilizzati provengono dal-le rilevazioni censuarie ISTAT 1982 – 2000.

52

AGRICOLTURA: CARICO ORGANICO POTENZIALE ZOOTECNICO (AC3)Carico organico di origine zootecnica

55

Descrizione

L’indicatore non è stato aggiornato rispetto al Rapporto2003 poiché non sono disponibili dati successivi alCensimento sull’Agricoltura Istat del 2000.Nel 2000 la superficie agricola totale copre il 67% del ter-ritorio provinciale, evidenziando una riduzione del 14% ne-gli ultimi 10 anni e addirittura del 20% negli ultimi 20 an-ni. Una riduzione, sebbene più lieve, ha interessato anchela Superficie Agricola Utilizzata, in particolare le superficiforaggiere si sono ridotte del 19,1% nell’ultimo decennio.A livello territoriale, sia per la SAT sia per la SAU, la mag-gior riduzione interessa l’Area Fiorentina e il Mugello, men-tre per il terreno boscato la massima diminuzione interes-sa il Mugello e il Valdarno.

Metodologia

La caratterizzazione del suolo agricolo ha l’obiettivo di va-lutare l’evoluzione delle pratiche agricole nel corso deglianni. A tal fine ci siamo serviti dell’analisi Istat derivantedalle rilevazioni censuarie 1982 – 2000.

54

AGRICOLTURA: TIPO DI UTILIZZAZIONE DEL SUOLO AGRICOLO (AC3)Variazione della superficie agricola

5756

AGRICOLTURA: AGRICOLTURA BIOLOGICA (AC8)Evoluzione della superficie agricola biologica

Descrizione

A giugno 2007 la provincia di Firenze conta 609 aziendeagricole iscritte all’albo regionale delle aziende biologiche(in diminuzione del 7% rispetto al 2003), localizzate pre-valentemente nel Mugello (24% del totale) e nell’AreaFiorentina (21%). Analizzando la tendenza nel tempo, si ri-scontra rispetto al 2003 una generale diminuzione del nu-mero di aziende agricole, soprattutto nel Valdarno (-18%),mentre gli unici aumenti si registrano nell’Area Fiorentina(+10%) e nell’Empolese (+13%). A livello provinciale la su-perficie a biologico ed in conversione è pari, nel 2006, a16.950 ha, circa il 13,6% della Superficie AgricolaUtilizzata rilevata nel Censimento 2000, l’1,4% della su-perficie biologica italiana e il 17% della superficie biologi-ca toscana (pari nel 2006 a 102.408 ha). Analizzando latendenza nel tempo si osserva che, sebbene dal 1999 lasuperficie biologica e in conversione sia incrementata del40%, rispetto al 2003 (considerato nel Rapporto 2005) siriscontra una riduzione dell’8% (in particolare la superficiein conversione diminuisce del 75%, l’area a biologico in-vece aumenta del 14%). A livello territoriale si confermache l’area a maggior superficie agricola biologica e in con-versione è il Mugello (46% e 35% delle superfici biologicae in conversione totali), mentre la seconda posizione è oc-cupata dalla Valdisieve, dove la superficie biologica è piùche triplicata rispetto al 2003 e rappresenta il 24% dellasuperficie biologica provinciale.

Metodologia

La valutazione dell’applicazione delle tecniche di produ-zione biologica è fatta tramite l’archivio ARSIA sugli ope-ratori biologici. I dati esaminati riguardano il numero delleaziende biologiche aggiornate al giugno 2007 e l’estensio-ne della superficie biologica e in conversione dichiarata daqueste per gli anni 2003 – 2007 (giugno). La SuperficieAgricola Utilizzata è quella del Censimento Generaledell’Agricoltura Istat 2000.

59

Descrizione

Nel 2007, su 106 campioni analizzati, non sono stati rile-vati campioni irregolari, quelli regolari con residui rappre-sentano il 28% (il valore massimo dal 2004) e i regolari il72% (il valore minimo dal 2004). Analizzando la tendenzanel tempo si rileva che tra tutti i campioni analizzati (da unminimo di 79 nel 2004 ad un massimo di 129 nel 2005)quelli regolari, sebbene non siano mai scesi sotto il 72%,sono diminuiti negli ultimi quattro anni del 19%, quelli re-golari ma con residui sono invece in aumento del 21%,mentre i campioni irregolari restano pressoché costanti neltempo.Confrontando questi dati con la realtà toscana, si rileva chea livello regionale la situazione è più stabile nel tempo eleggermente migliore: i campioni regolari rappresentanocirca il 79% dei campioni analizzati, quelli regolari con re-sidui il 20%, quelli irregolari l’1%.

Metodologia

I Limiti Massimi ammessi di Residui (LMR) delle sostanzeattive dei prodotti fitosanitari sono definiti dal Decreto delMinistero della Salute 27 agosto 2004. Secondo tale de-creto, quando un prodotto appartenente all’allegato I entrain commercio come alimento non deve contenere alcun re-siduo di antiparassitario (campione regolare) in quantitàsuperiore ai LMR definiti negli allegati II o III o a 0.01 mg/kg(per le sostanze che non hanno limiti definiti negli allegatidel decreto). In questo caso si ha un campione regolare macon residui fitofarmaci (in concentrazione inferiore al limi-te consentito). Se invece un campione ha residui in quan-tità superiore ai LMR consentiti è irregolare.I dati elaborati sono stati forniti da ARPAT.

58

AGRICOLTURA: QUALITÀ DELLE PRODUZIONI ALIMENTARI (AC8)Residui di fitofarmaci negli alimenti 1.4 TURISMO

Tavola di valutazione sintetica turismo

6160

TURISMO: PRESENZA E PRESSIONE TURISTICA (AC8)Presenze turistiche e densità rispetto ai residenti e alla superficie territoriale

Descrizione

Nell’ultimo triennio le presenze turistiche nella provincia diFirenze hanno registrato un incremento del 22% rispettoal 2003, raggiungendo nel 2006 oltre 11 milioni di pre-senze, che costituiscono oltre un quarto (il 27%) dei turistigiunti in Toscana nel 2006. Il trend si conferma per tutti gliambiti territoriali, ad eccezione del Valdarno e del Mugello,che evidenziano una leggera flessione nel 2004. La città diFirenze ha il maggior numero di turisti (nel 2006 sono il62% del totale provinciale), e registra un aumento dellepresenze turistiche di circa il 17% rispetto al 2003. Negliultimi anni si osserva, inoltre, una distribuzione delle pre-senze turistiche su tutto il territorio provinciale; in partico-lare, gli ambiti territoriali in forte ascesa nel campo turisti-co sono il Chianti e la Valdelsa, che mostrano nel 2006 ri-spettivamente un incremento del 59% e 42% di presenzerispetto al 2003. Come nel 2003, anche nel 2006 si con-fermano i dati inerenti la densità turistica, in particolare lapresenza di turisti incide, come media annua, per circa il3,3% della popolazione residente, con un massimo del5,3% nella città di Firenze e del 4,6% nella zona delValdarno. In termini di densità territoriale, invece, si osser-va un incremento rispetto al 2003: a Firenze la densità èpari a 190 ab/kmq (nel 2003 erano 162 ab/kmq), con unamedia provinciale di circa 9 ab/kmq (nel 2003 erano 7ab/kmq, incremento del 22%). La densità turistica costi-tuisce, potenzialmente, un rilevante fattore di pressioneambientale.

Metodologia

Le elaborazioni sono basate sui dati forniti dall’ufficioTurismo della provincia di Firenze e estratti dallo studio“Movimento Turistico nella provincia di Firenze 1996 –2000”, La densità turistica è calcolata dividendo le pre-senze giornaliere medie (presenze totali/365 giorni) per gliabitanti residenti, la densità territoriale è calcolata divi-dendo le presenze giornaliere medie per i kmq di superfi-cie ISTAT.

Descrizione

La capacità ricettiva della provincia di Firenze, nel 2007,conta 2.207 strutture ricettive (il 26% sono alberghi), concomplessivi 78.118 posti letto ed è concentrata prevalen-temente nella città di Firenze, dove si collocano ben il 49%dei posti letto disponibili in provincia. Rispetto al Rapporto2003, si osserva un netto incremento degli esercizi extral-berghieri che rappresentano il 74% degli esercizi totali (nel2000 erano il 40%), con una crescita dal 2000 ad oggi,dell’85%, contro il 10% delle strutture alberghiere.Pertanto, come già affermato nel Rapporto del 2003, si os-serva una continua crescita delle strutture turistiche, in-crementate dal 1996 ad oggi del 104% per quanto riguar-da gli esercizi, e del 58% per quanto concerne la disponi-bilità di posto letto.

Metodologia

Le elaborazioni si basano sui dati dell’Ufficio Turismo del-la provincia di Firenze e sulla pubblicazione “Movimentoturistico nella provincia di Firenze 1996 – 2000”.

63

TURISMO: OFFERTA RICETTIVA (AC8)Esercizi e posti letto per area

Descrizione

Nel 2006 le presenze in agriturismo sono incrementate dicirca il 43% rispetto al 2003, confermando il decollo delfenomeno agrituristico già evidenziato nel Rapporto 2005.In particolare in 10 anni le presenze sono cresciute del260%, dalle circa 180.000 del 1996, alle 445.000 del2003, fino alle circa 640.000 del 2006.Nel 2006 gli agriturismi in provincia di Firenze sono 563 erappresentano il 15% delle strutture agrituristiche tosca-ne e il 3% di quelle italiane; offrono possibilità di alloggio(99%), ristorazione (21%) e degustazione (42%).Le attività agrituristiche, anche se in molti casi ormai pre-valenti rispetto alle attività agricole, hanno rappresentatouna forma di diversificazione e integrazione del reddito inaree rurali e uno strumento di valorizzazione e conserva-zione del patrimonio architettonico e del paesaggio.

Metodologia

Le elaborazioni sono basate sulle statistiche dell’ufficiostatistiche della provincia di Firenze, sullo studio“Movimento Turistico nella provincia di Firenze 1996 –2000”, sui dati dell’Ufficio Turismo e sulle statistiche dellaRegione Toscana.

62

TURISMO: AGRITURISMO (AC8)Presenze in strutture agrituristiche per area

6564

La dimensione sociale e istituzionale:

costruire comunità sostenibili ed eque

Descrizione

In provincia di Firenze gli enti che aderiscono alla Rete del-le Agende 21 Locali della Toscana sono la stessa Provincia,16 Comuni e 2 Comunità Montane (Alto Mugello e MontagnaFiorentina). Considerando i bandi di cofinanziamento di pro-cessi di Agenda 21 locale, risulta che in Toscana 15 enti han-no partecipato ai bandi ministeriali (2000 e 2002) e a quelliproposti dalla Regione Toscana (2002 e 2004), e 6 hanno ot-tenuto il cofinanziamento per i progetti proposti (per uncomplessivo di 11 progetti). In tabella si riporta il dettagliodegli enti che hanno partecipato.

Metodologia

I dati riguardanti le agende 21 locali presenti sul territorioprovinciale sono stati ricavati dall’elenco fornito dalla retedelle Agende 21 Locali della Toscana. Le informazioni suiprogetti sono state tratte dagli elenchi dei progetti appro-vati o esclusi nel Bando Ministeriale di cofinanziamento diprocessi di Agenda 21 del 2000 e 2002 e nel Bando dellaRegione Toscana di cofinanziamento di processi di Agenda21 del 2002 e 2004.

69

GOVERNANCE: AGENDA 21 (AC1)Numero dei processi in corso e conclusi

68

2 ASPETTI ISTITUZIONALI

2.1 GOVERNANCE

Tavola di valutazione sintetica governance

7170

Descrizione

Le associazioni di volontariato presenti sul territorio dellaprovincia di Firenze sono 572 e rappresentano il 24% del-le associazioni presenti in Toscana. La maggior parte lavo-ra in ambito sanitario e sociale: queste due categorie in-sieme rappresentano il 79% delle associazioni provinciali.L’incidenza dell’associazionismo sulla popolazione nellaprovincia fiorentina per il 2006 è pari a 6 associazioni ogni10.000 abitanti, leggermente inferiore al valore toscano,uguale a 7 associazioni ogni 10.000 abitanti.

Metodologia

Le elaborazioni sono state effettuate in base ai dati pre-senti nell’archivio della Regione Toscana sulle associazio-ni di volontariato, aggiornato al 31 gennaio 2008.L’incidenza sulla popolazione è calcolata come il numerodi associazioni di volontariato ogni 10.000 abitanti.

GOVERNANCE: VOLONTARIATO (AC1)Numero delle associazioni di volontariato iscritte all’Albo Regionale

Descrizione

Nel biennio 2005-2006 la provincia di Firenze è stata inte-ressata da 17 processi partecipativi (il 47% di quelli attivatiin tutta la Regione) volti soprattutto a coinvolgere la citta-dinanza riguardo trasformazioni urbanistiche in progettosul territorio. La maggior parte si sono svolti nella città diFirenze (per l’esattezza 11), 7 si sono conclusi, 8 sono an-cora in corso, 2 sono appena cominciati. La cittadinanza èstata coinvolta soprattutto nella fase di definizione dei bi-sogni e/o delle priorità.

Metodologia

L’elenco dei progetti che hanno comportato la realizzazio-ne di processi partecipativi in provincia di Firenze nel bien-nio 2005 – 2006 è stato tratto dalla sezione“Partecipazione” presente sul sito Regione Toscana.

GOVERNANCE: PROCESSI PARTECIPATIVI (AC1)Numero dei processi partecipativi in corso e conclusi

Descrizione

Come già riscontrato nel precedente Rapporto, negli ulti-mi trenta anni nella provincia fiorentina si osserva una ri-duzione della partecipazione elettorale, sebbene il valoresia sempre superiore alla media italiana. In particolare, lapercentuale di votanti nelle elezioni politiche è diminuita,dal 1976 al 2006 di circa l’8,5%, che diventa 11% se siosserva la partecipazione alle elezioni europee. Tuttavia sianelle elezioni politiche del 2006, sia nelle europee del 2004si riscontra una inversione di tendenza, con un incremen-to di elettori, rispetto alla tornata elettorale precedente(2001 per le politiche e 1999 per le europee) del 0,7% perle politiche e di oltre il 5% per le europee. Per quanto ri-guarda invece le elezioni amministrative, si osserva unanetta riduzione nella partecipazione, in particolare, nelle ul-time elezioni provinciali svolte nel 2004 i votanti sono di-minuiti del 12% rispetto alle precedenti elezioni provincia-li del 1999.

Metodologia

I dati derivano dall’Annuario Statistico della RegioneToscana e dalle banche dati del Ministero degli Interni.La partecipazione elettorale è un indicatore ampiamenteutilizzato per misurare la partecipazione dei cittadini allavita politica e civica.

73

GOVERNANCE: PARTECIPAZIONE ELETTORALE (AC1)Percentuale di votanti alle elezioni politiche, europee ed amministrative

72

7574

3 ASPETTI SOCIALI

3.1 SOCIETÀ

Tavola di valutazione sintetica società

7776

SOCIETÀ: MORTALITÀ (AC7)Cause della mortalità e tasso di mortalità standardizzato

Descrizione

In generale si confermano i trend descritti nel precedenteRapporto. Tra le cause di morte rimangono largamente pre-valenti i tumori e le malattie del sistema circolatorio.Sussistono notevoli differenze tra la popolazione femminilee maschile: la prima è soggetta soprattutto alle malattie cir-colatorie, che comunque negli ultimi anni mostrano una con-siderevole riduzione (-14% dal 2002), mentre per la popola-zione maschile incidono maggiormente i tumori, che dal2004 hanno praticamente provocato lo stesso numero dimorti delle malattie del sistema circolatorio. Da notare perentrambi i sessi il netto incremento dal 2003 delle malattiedell’apparato respiratorio (+16% per le donne e +14% pergli uomini). Complessivamente, comunque, le morti inProvincia sono elevate, in particolare, nel 2006 si sono veri-

ficati il 28% dei decessi totali avvenuti in Regione.Come già evidenziato nel precedente Rapporto, il tasso dimortalità standardizzato mostra una contrazione nel corsodegli anni soprattutto per le malattie dell’apparato circola-torio. I valori sono minori per le donne e non si evidenzia-no differenze tra la ASL di Firenze e di Empoli.

Metodologia

Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti inuna comunità durante un periodo di tempo e la quantitàdella popolazione media dello stesso periodo. Il Tasso diMortalità Standardizzato consente di riproporzionare i datisulla mortalità secondo la struttura per età di una popola-zione di riferimento. Le elaborazioni si basano sui dati trat-ti dall’Annuario Statistico della Regione Toscana e da Istat.

Descrizione

Complessivamente nel 2001 sono presenti in provincia diFirenze oltre 3.500 posti letto ospedalieri (il 22% dei postiletto regionali), ripartiti quasi a metà tra le ASL di Firenze(dove sono presenti 6 ospedali) e Empoli (dove si trovano 5ospedali), e le Aziende Ospedaliere Careggi e Meyer. La de-genza media (giornate di degenza/numero dei dimessi) èinferiore al valore regionale per entrambe le ASL, mentrenel caso delle aziende ospedaliere, la situazione è più va-riabile: se il Careggi ha una degenza media pari a 8,05giorni, più elevata rispetto al valore toscano (7,92), per ilMeyer è nettamente inferiore (4,84).Per quanto riguarda l’offerta di day hospital, il 26% dei po-sti disponibili a livello regionale sono concentrati in pro-vincia di Firenze e nel 2001 hanno permesso l’accesso diquasi 160.000 malati.Infine, analizzando l’offerta di medici nel biennio 2000 -2001, si rileva che il numero di assistiti per medico gene-rico è in linea con il valore toscano per entrambi gli anni,mentre il numero dei pediatri è superiore nella ASL 11Empoli, e inferiore per la ASL Firenze.

Metodologia

I dati elaborati sono tratti dall’Annuario Statistico dellaRegione Toscana. L’indicatore degenza media è dato dalrapporto tra le giornate di degenze e il numero dei di-messi.

79

SOCIETÀ: SANITÀ (AC7)Numero di ospedali, di posti letto, di medici rispetto alla popolazione

Descrizione

L’indicatore non può essere aggiornato rispetto al Rapporto2005 poiché non sono disponibili dati successivi al 2001.Si conferma pertanto che nel triennio 1999 – 2001, il nu-mero degli assistiti a domicilio in Provincia è in continuoaumento (+39% dal 1999 al 2001) e rappresentano il 31%degli assistiti a domicilio complessivi in Toscana.

Metodologia

L’assistenza domiciliare rappresenta un indicatore interes-sante per monitorare la capacità del sistema sanitario disoddisfare le nuove richieste dei pazienti. I dati elaboratiprovengono dall’Annuario Statistico della Regione Toscana.

78

SOCIETÀ: ASSISTENZA DOMICILIARE (AC7)Numero di malati assistiti a domicilio

Descrizione

La provincia di Firenze, come già evidenziato nel Rapporto2005, è una realtà a forte presenza di stranieri. Il numerototale dei permessi di soggiorno rilasciati in provincia hasubito una riduzione nel 2004 e nel 2005, mentre nel 2006si registra un netto incremento (+35% rispetto al 2005) perun numero complessivo di oltre 70.000 permessi di sog-giorno, rilasciati soprattutto per motivi lavorativi (61%), fa-migliari (28%) e di studio (6%), mentre i permessi per asi-lo politico sono circa l’1%. Per quanto riguarda l’incidenzadei cittadini stranieri con permesso di soggiorno, nel 2006è pari a 72,3 ogni 1.000 abitanti, ben superiore al 50,6 to-scano e al 40,8 italiano. Va infine segnalato che nel 2004la Provincia ha istituito un Consiglio elettivo degli stranieriper poter meglio rappresentare le loro istanze e favorire ildialogo e l’integrazione tra le diverse culture.

Metodologia

Le elaborazioni derivano da dati forniti da Censis e ISTAT.L’indicatore, di tipo descrittivo, registra il numero di stra-nieri con permessi di soggiorno ogni 1.000 abitanti.

81

SOCIETÀ: IMMIGRAZIONE (AC9)Cittadini stranieri con permesso di soggiorno

Descrizione

Il numero delle donne elette nel Consiglio provinciale, nelcorso della legislatura in corso è tornato a 8, il valore mas-simo registrato dal 1964. La rappresentanza femminile èpari al 22,2% dei consiglieri, ben superiore rispetto a quel-la registrata in Senato (13,51%) e alla Camera (17,14%)nel corso dell’ultima legislatura, mentre è inferiore rispet-to a quella della Regione Toscana, dove le donne costitui-scono il 26,15% dei consiglieri regionali.Va inoltre rilevato che la provincia di Firenze ha nominatouna Consigliera di parità e ha istituito una commissione perla parità per favorire politiche di tutela e di parità delle don-ne.Si segnala infine che la rappresentanza femminile nellaGiunta provinciale è del 50%.

Metodologia

La presenza delle donne elette negli organismi politici è unindicatore largamente utilizzato per misurare la parità di ge-nere. I dati elaborati sono forniti dalla provincia di Firenze,Regione Toscana, Ministero per le Pari Opportunità.

80

SOCIETÀ: PARITÀ DI GENERE (AC9)Percentuale di donne elette in organismi politici

Descrizione

L’indicatore è il medesimo del Rapporto 2005 in quantonon sono disponibili dati successivi al Censimento Istatdella popolazione del 2001.Si rileva che il livello di istruzione è in costante aumento, senel 1971 i diplomati e laureati rappresentavano solo il 9%della popolazione residente in provincia, nel 2001 diven-tano il 35%. In particolare i laureati passano dal 2% del1971 al 9% del 2001 mentre i diplomati quasi quadrupli-cano passando dal 7% al 27%.Il livello d’istruzione nella provincia di Firenze risulta co-munque superiore sia alla media regionale (24,2% di di-plomati e 7,2% di laureati rispetto alla popolazione totalenel 2001), sia alla media nazionale (28,3% di laureati e6,8% di laureati nel 2001).

Metodologia

Il dato disponibile è quello relativo al numero dei diploma-ti e laureati in provincia rilevati nei Censimenti Istat 1971,1981, 1991, 2001, di cui viene calcolata la percentuale ri-spetto alla popolazione totale.

83

SOCIETÀ: LIVELLO DI ISTRUZIONE (AC9)Distribuzione della popolazione per livelli di istruzione

Descrizione

Il lavoro autonomo tra gli stranieri è in continua crescita:tra il 2003 e il 2006 si registra un incremento del 31% del-le imprese gestite da extracomunitari, (che con 12.286 im-prese, costituiscono l’11% delle imprese registrate in pro-vincia, pari a 109.811) e i settori di maggior attività sono ilcommercio (24%), l’edilizia (23%) e le attività manifattu-riere (20%). Da notare, in particolare, la riduzione di questoultimo settore di attività, che nel 2003 rappresentava benil 31% delle imprese gestite da stranieri non comunitari.Per quanto riguarda la nazionalità degli imprenditori stra-nieri, le imprese nel settore dell’edilizia sono gestite pre-valentemente da albanesi (40% del totale), mentre gli im-prenditori cinesi prevalgono sia nel campo del commerciosia nella manifattura, dove rispettivamente gestiscono il21% e il 76% delle imprese totali che operano in questisettori.

Metodologia

I dati sono stati forniti dalla Camera di Commercio diFirenze. L’indicatore descrive l’entità delle imprese gestiteda extracomunitari rispetto al totale delle imprese presen-ti sul territorio.

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SOCIETÀ: IMPRENDITORI STRANIERI (AC9)Numero delle imprese straniere

Descrizione

Il numero dei volumi prestati nelle biblioteche della pro-vincia di Firenze continua a crescere, segnando nel 2003un +9% rispetto all’anno precedente, per un totale di cir-ca 527.000 volumi. Nel 2003, il numero di volumi prestatiogni 1.000 abitanti è il doppio rispetto al valore regionale:550 prestiti contro i 284 regionali.Il numero degli utenti attivi presenta un andamento più in-costante, tuttavia dal 2001 si evidenzia un trend crescen-te, sebbene anche nel 2003 i circa 95.000 utenti delle bi-blioteche provinciali non abbiano permesso di uguagliare ilvalore massimo di utenti registrato nel 1999, pari a oltre103.000 utenti.Da notare che il sistema bibliotecario della provincia diFirenze è organizzato in tre ambiti: REANET, Sistema do-cumentario dell’Area Fiorentina (SDIAF) e Sistema biblio-tecario territoriale del Mugello, Alto Mugello e Val di Sieve.

Metodologia

I due indicatori descrittivi rappresentano i principali para-metri per misurare la fruizione del servizio biblioteche. Conutenti attivi si intendono gli utenti che hanno fatto almenoun prestito all’anno.I dati elaborati provengono dall’annuario Statistico dellaRegione Toscana – Servizio biblioteche.

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SOCIETÀ: ACCESSIBILITÀ AI SERVIZI - BIBLIOTECHE (AC9)Prestiti e utenti delle biblioteche

Descrizione

Dopo una diminuzione, registrata dal 1999 al 2001, il nu-mero degli iscritti all’asilo nido rispetto al totale dei richie-denti è in aumento e in particolare nel 2004 l’incremento èstato di circa il 18% rispetto all’anno precedente.Per quanto riguarda il numero degli iscritti rispetto alla po-polazione, possiamo comparare solo i dati successivi al1999, poiché fino a quell’anno la popolazione di riferimen-to è tra 0 e 3 anni, mentre successivamente è tra 0 e 2 an-ni. In provincia di Firenze si osserva un notevole aumentodei bambini iscritti all’asilo nido: se nel 2001 rappresenta-vano il 12,9% della popolazione tra 0 e 2 anni (contro unvalore regionale pari a 10,4%), per un totale assoluto di3.154 bambini in 90 asili nido, nel 2004 diventano il 22,5%(superiore al dato toscano pari al 18,7%) per un numerocomplessivo di 5.558 bambini iscritti in 135 asili.Il numero degli asili nido è quasi raddoppiato dal 1996: nel2004 la provincia di Firenze conta 135 asili nido, il 13% deiquali sono di tipo privato.Va segnalato infine che è stato realizzato, all’interno dellasede della Provincia di Firenze, un asilo nido aziendale.

Metodologia

Gli asili nido sono considerati uno dei servizi sociali più im-portanti.Le elaborazioni si basano sui dati tratti dall’AnnuarioStatistico della Regione Toscana.

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SOCIETÀ: ACCESSIBILITÀ AI SERVIZI – ASILI NIDO (AC9)Posti in asilo nido

Descrizione

Il numero di nuovi utenti SERT (servizi di recupero tossico-dipendenti) nella provincia di Firenze, dopo aver registratonel 2005 un aumento del 7% rispetto al 2001, ha subitoun netto decremento nel 2006, con una diminuzione del21% rispetto all’anno precedente. Il numero complessivodegli utenti, pari nel 2006 a 3.409 persone, è invece in pro-gressiva diminuzione dal 1999, con una perdita di utentidell’11%.Per quanto riguarda le caratteristiche degli utenti SERT, siconferma quanto evidenziato nel Rapporto 2005 inerente idati del 2001: l’82% degli utenti è di sesso maschile, il51% ha tra i 25 e 34 anni, il 2% ha meno di 19 anni e il14% più di 39.

Metodologia

Il numero di nuovi utenti SERT, pur rappresentando solouna parte dei tossicodipendenti, fornisce una visione si-gnificativa del fenomeno della tossicodipendenza. I dati so-no stati forniti dall’Annuario Statistico della RegioneToscana e dalla sezione sociale della provincia di Firenze.

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SOCIETÀ: TOSSICODIPENDENZA (AC9)Utenti e nuovi utenti SERT (servizio recupero tossicodipendenti)

Descrizione

A partire dal 2000, dopo aver registrato una netta diminu-zione sia in Toscana sia nella provincia di Firenze, il tassodi criminalità mostra comportamenti diversi nei due ambi-ti. Se in Toscana il tasso si è assestato intorno al valore di50 delitti ogni 1.000 abitanti, nella provincia di Firenze mo-stra un andamento meno regolare con valori massimi di65 delitti ogni 1.000 abitanti registrati nel 2002, e minimidi 54 delitti ogni 1.000 abitanti nel 2003 e 2005. Da nota-re, come già evidenziato nel Rapporto 2005, che il tassoprovinciale è sempre superiore al valore toscano.Per quanto riguarda i minorenni denunciati si osserva unadinamica simile, con una netta riduzione dei minorenni de-

nunciati sia a livello provinciale sia regionale; in particola-re, in provincia di Firenze si passa dai 28 minorenni de-nunciati ogni 1.000 del 1996 ai 9 del 2005, sebbene ancheil tasso di criminalità minorile provinciale sia sempre su-periore al medesimo dato a livello regionale.

Metodologia

I tassi di criminalità sono indicatori consolidati per verifi-care la diffusione del crimine, anche quello minorile. Leelaborazioni si basano su dati derivanti dall’ AnnuarioStatistico della Regione Toscana.

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SOCIETÀ: CRIMINALITÀ E CRIMINALITA’ MINORILE (AC9)Tasso di criminalità e minorenni denunciati

Descrizione

Come evidenziato nel Rapporto 2005, la popolazione pro-vinciale ha manifestato negli ultimi decenni un forte in-vecchiamento. Tuttavia, a partire dal 2001, l’indice di vec-chiaia mostra un rallentamento: se nel 2001 gli anzianiogni 100 giovanissimi erano 195 (leggermente superioreal valore regionale pari a 192 anziani), nel 2006 diventano190 (in linea col valore toscano pari a 191 anziani), conuna riduzione del 3%. L’indice di dipendenza (che rappor-ta la popolazione non attiva a quella attiva) mostra ancora,come evidenziato nel precedente Rapporto, un andamen-to pressoché costante, con un aumento rispetto al 2001dell’8%. La popolazione non attiva nel 2006 è compostaprevalentemente da anziani (65%), tuttavia la popolazionegiovanissima dal 2001 al 2006 segna un incremento

dell’11%, contro l’8% degli over 65. La popolazione totale,dopo la diminuzione fino al 2001 del 19%, ha ripreso a cre-scere, aumentando tra il 2001 e il 2006 dell’8%, fino a rag-giungere i 970.414 abitanti residenti.

Metodologia

L’indice di vecchiaia viene rappresentato come il rapportotra le due classi estreme della popolazione, ovvero quella dietà pari e maggiore ai 65 anni e quella di età pari o infe-riore ai 14 anni. L’indice di dipendenza viene rappresenta-to come il rapporto tra la popolazione considerata non at-tiva (di età pari o inferiore ai 14 anni o maggiore di 65 an-ni) e quella considerata attiva (compresa nella classe tra i15 e 64 anni). Le elaborazioni si basano sui dati Istat.

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INSEDIAMENTI: POPOLAZIONE (AC5)Indice di vecchiaia e indice di dipendenza

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3.1 INSEDIAMENTI

Tavola di valutazione sintetica insediamenti

Descrizione

Analizzando la variazione della densità di popolazione neidiversi ambiti provinciali, si osserva un cambiamento ri-spetto alla situazione descritta nel Rapporto 2003 per il pe-riodo 1951 – 2001, dove era stata segnalata la contrazio-ne della popolazione soprattutto nella città di Firenze ( -6%) e nel Mugello (-21,3%) a favore dell’Area Fiorentina(+99%). Infatti, nel periodo 2001 – 2006, si registra un ge-nerale aumento della popolazione (5%) con valori massimidel 7% raggiunti nel Mugello e nell’Empolese. Per quantoriguarda la densità di popolazione calcolata per il 2006usando la superficie Istat del 2001, si conferma la situa-zione del Rapporto 2003, con Firenze e Campi Bisenzio cherestano le città a maggior densità abitativa, con rispettiva-mente 3.573 ab/kmq e 1.390 ab/kmq, l’intervallo 500 –1.000 ab/kmq interessa cinque comuni (Scandicci, sestoFiorentino, Empoli, Signa e la nuova entrata rispetto al2003 Montelupo Fiorentino) mentre tutti gli altri comunihanno densità minori. In alcuni comuni si registrano den-sità inferiori ai 20 ab/kmq, mentre l’area meno popolata èil Mugello con 55 ab/kmq.

Metodologia

L’indicatore, rapportando la popolazione alle dimensioni delterritorio comunale, consente di evidenziare l’entità dellaconcentrazione e quindi della pressione esercitata dai re-sidenti sulle risorse ambientali nonché le relative variazio-ni nel tempo. Tale pressione deve intendersi come richiestadi beni o spazi connessi alle esigenze umane che, con l’au-mentare della densità di popolazione, determina un eleva-to sovraccarico interno ed anche un coinvolgimento delterritorio esterno. Per il calcolo delle densità, effettuato alivello comunale e per le diverse aree della Provincia, sonostati utilizzati i dati di popolazione derivati dai censimentiISTAT negli ultimi 50 anni, e i dati Istat relativi al bilancioanagrafico per gli anni 2002 – 2006. La superficie utiliz-zata è la superficie ISTAT del 2001.

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INSEDIAMENTI: DENSITÀ DI POPOLAZIONE (AC5)Densità per comune e andamento nel tempo

Descrizione

Il consumo di territorio pro capite misura la superficie diterritorio urbanizzata per ciascun abitante a livello comu-nale (esclusi i residenti in case sparse). Si conferma la si-tuazione osservata nel precedente Rapporto, i valori di usodel suolo pro capite più elevati sono raggiunti a Firenzuola(828 mq/ab), Scarperia (642 mq/ab) e San Piero a Sieve(616 mq/ab), mentre i valori più bassi si registranonell’Area Fiorentina, caratterizzata da una maggiore den-sità di popolazione, con Firenze e Scandicci che registranoentrambe 141 mq/ab. Rispetto al precedente Rapporto lasuperficie artificializzata si mantiene pressoché costantema è necessario tenere presente che le variazioni rilevate,seppur lievi, potrebbero essere determinate da diversemodalità di elaborazione della cartografia di base rispettoal Rapporto 2005.

Metodologia

L’indicatore è stato ottenuto a partire dai dati ISTAT di po-polazione 2001 e la classificazione del territorio provincia-le secondo la metodologia Corine Land Cover, fornita dal-l’ufficio SIT della provincia ed aggiornata al 2004. Perquanto riguarda la popolazione sono stati considerati inparticolare gli abitanti residenti in centri e nuclei, trala-sciando le case sparse, mentre per la superficie urbaniz-zata si è fatto riferimento alla classe Corine “Territori mo-dellati artificialmente”. Da notare che le variazioni riscon-trate per i diversi comuni possono derivare dalla diversamodalità di elaborazione del dato geografico di partenza.

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INSEDIAMENTI: CONSUMO DI TERRITORIO PER ABITANTE (AC5)Superficie artificializzata per residente in centri e nuclei abitati

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Descrizione

Anche nel periodo 2000 – 2005 la provincia di Firenze re-gistra, in valore assoluto, il massimo valore di produzioneedilizia (15.351.571 mc) in Toscana, tuttavia la produzionepro capite è sempre tra le più basse, occupando con 15,87mc/ab la penultima posizione in Toscana dopo la provinciadi Massa - Carrara. Per quanto riguarda l’andamento tem-porale, dopo un boom soprattutto nella produzione di edi-lizia non residenziale osservato nel 2002, negli ultimi annisi sta registrando una, seppur lieve, diminuzione della pro-duzione edilizia. Per quanto riguarda la tipologia di edifici,se fino al 2002 si ha la netta prevalenza dei fabbricati nonresidenziali, negli ultimi anni si assiste ad una situazionedi pareggio: nel 2005 il 51% dei nuovi fabbricati è ad usopubblico, produttivo e terziario, il 49% è invece a destina-zione residenziale.

Metodologia

L’indicatore relativo alla produzione edilizia è restituito co-me volume dei fabbricati costruiti annualmente, per nuovaedificazione o per ampliamento dell’esistente, distinto traquelli residenziali e non residenziali. Tale indicatore, cherappresenta la pressione sull’ambiente connessa all’incre-mento della massa degli edifici (da associare alla sottra-zione di spazio ed al consumo delle risorse utilizzate perla costruzione), consente di evidenziare le dinamiche ed ilpeso dei fabbricati residenziali e non residenziali sul tota-le della produzione edilizia. La valutazione è condotta as-sumendo quale riferimento l’obiettivo generale di conte-nere la crescita dell’edificato e di rispondere al fabbisognoedilizio attraverso processi di recupero strutturale e fun-zionale del patrimonio esistente.Per il calcolo si è fatto riferimento alle statistiche ISTAT sul-l’attività edilizia fino al 1999. Dal 2000 i dati derivano dal-le statistiche sui permessi di costruire pubblicati annual-mente da ISTAT e basati sulla rilevazione mensile dei per-messi di costruire e delle dichiarazioni di inizio attività (DIA)relativi appunto ai nuovi fabbricati e agli ampliamenti diquelli esistenti.

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INSEDIAMENTI: PRODUZIONE EDILIZIA (AC5)Volume dei fabbricati costruiti annualmente per tipologia

Descrizione

L’indicatore è stato aggiornato con i dati definitivi del cen-simento 2001.Si conferma quanto evidenziato nel Rapporto 2003: negliultimi 50 anni il numero delle abitazioni censite è aumen-tato sensibilmente (dal 1951 al 2001 il numero è cresciu-to del 122%), anche se il tasso di crescita è, nel corso de-gli anni, diminuito fino a raggiungere il minimo nell’ultimodecennio (5%). Un comportamento analogo si riscontra an-che per il numero di vani per abitante, che nel 2001 è pa-ri a 2. Di particolare interesse è il rapporto tra le abitazio-ni occupate e non occupate, che sembra evidenziare, perla prima volta dal 1951, una inversione di tendenza, conun aumento delle abitazioni occupate nel 2001 (89,9%) ri-spetto al 1991 (88,7%) dell’1,2%.A livello comunale le città con maggior grado di occupa-zione sono Lastra a Signa (97%), Calenzano (96,1%), SestoFiorentino (95,8%) e Scandicci (95,4%), mentre i valori mi-nimi si hanno nel Mugello, in particolare a San Godenzo(47,9%), Palazzuolo sul Senio (49,5%), Firenzuola (50,5%)e Marradi (62,6%). Tale situazione appare come direttaconseguenza del progressivo spopolamento registrato inquesti territori montani fino al 2001 (vedi “densità di po-polazione”).

Metodologia

L’indicatore relativo all’offerta delle abitazioni è rappre-sentato come numero di abitazioni esistenti, rapporto traabitazioni occupate e non occupate e rapporto tra numerodi stanze e residenti. Tale indicatore consente di eviden-ziare le variazioni della disponibilità teorica del patrimonioresidenziale. L’analisi è svolta assumendo quale riferimen-to l’obiettivo generale di dare risposte alla domanda di al-loggi e di migliorare la dotazione dello spazio abitabile procapite, attraverso azioni dirette di recupero e nuova realiz-zazione o indirette di contrasto della tendenza al non riuti-lizzo o al cambio di destinazione d’uso del patrimonio re-sidenziale. Per il calcolo si è fatto riferimento ai dati pro-venienti dai censimenti di popolazione degli ultimi 50 anni.

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INSEDIAMENTI: PATRIMONIO EDILIZIO (AC5)Abitazioni censite per ambito territoriale e stato di utilizzo