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Dottr:rato di ricerca in Scienze

Politiche (XXIX ciclo)

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Il primo anno di dottorato è stato dedicato a tre principali attività di studio e di ricerca:

a) Approfondimento teorico;

b) Approfondimento di tecniche di analisi sociologica sia qualitative sia quantitative;

c) Attività di ricerca bibliografica,

Nell'attività di approfondimento teorico rientrano i primi due punti del sommario, l'attività

didattica, la partecip azione a convegni e seminari e la collaborazione alla didattica;

nel|'attività di approfondimento delle tecniche di analisi rientra llterzo punto del sommario,

l'attività di ricerca empirica; infine, l'attività di ricàrca bibliografica. Chiude e conclude 1a

relazione,la presentazione del quadro relativo allo svolgimento della tesi, così come emerge

sulla base delle attività fin qui svolte.

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Per quanto riguarda l'attività didattica, il ciclo di lezioni interdisciplinari previsto per i

dottorandi del XXIX e XVII ciclo, intitolato "Le trasformazioni sociali e il futuro delle

istituzioni", cui ho partecipato, ha rappresentato un importante momento di riflessione teorica

e concettuale. L'interesse per il tema del mutamento sociale è intrinseco all'analisi

sociologica, mia principale materia di riferimento e, nel corso delle lezioni, ho individuato un

filo rosso nell'attenzione posta su come le varie sfere del tessuto sociale (così come la loro

concettualizzazione e definizione), in costante tnteruelazione tra loro, siano modellate e

trasformate da scelte umane e pratiche sociali, determinando al tempo stesso l'ambiente

istituzionale in cui gli attori, individuali e collettivi, agiscono.

Di seguito, si elencano le lezioni seguite ad oggi:

o Lezione introduttiva, Prof. Fabrizio Sciacca (31 gennaio 2014);

o I paradossi della democrazia, Prof. Fabrizio Sciacca (10 febbraio 2014);

o I paradossi della democrazia, Prof. Fabrizio Sciacca (24 febbraio 2014);

o Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e

profiti di qisi, Prof. Salvatore Aleo e Prof. Giuseppe Vecchio (7 marzo 2014);

. Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e

profili di crisi,Prof. Salvatore Aleo (8 marzo 2014);

o Le istituzioni tra la Scitla tlell'istituito e la Cariddi dell'istituente nella società della

discontinuifà, Prof. Orazto Licciardello (1 1 marzo 2014);

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. Consenso e competenza politica. Cosa la psicologia ha da insegnare alla filosofia

politica, Prof. Luigi Caranti (13 marzo 2014);

o Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e

profili di uisi, Prof. Giuseppe Vecchi o (14 marzo 2014);

o Rapporto tra le trasformazioni sociali e le istituzioni di istruzione e formazione dal

1923 adoggi, Prof.ssa Paolina Mulè (22 marzo 2Ol4);

o Istituzioni internazionali e gestione delle emergenze umanitarie; il contributo

dell'(Jnione Europea, Prof.ssa Daniela Irrera {7 aptlle201\;

o La politica estera europea: le istituzioni europee dinanzi alle nuove sfide

internazionali, Prof.ssa Stefania Panebianco (29 aprtle 2014);

. Professionalizzazione della comunicazione politica, newsmanagement e

metacoverage, Prof.ssa Rossana Sampugnaro (30 aprile 2014);

o La costituzione noumenica del contratto; ,szl § 19 dei "Principi metafisici della

dottrina del diritto" di Kant, Prof. Giampaolo Azzom (6 giugno 2014);

o Le Società rurali del mediterraneo e la vulnerabilità socio-economica degli immigrati,

Prof. Carlo Colloca (11 giugno 2014);

o Primavere arabe. Trasformazioni sociali e istituzionali in Nord Africa, Prof.ssa

Daniela Melfa (12 giugno 2014);

o Primavere arabe. Trasformazioni sociali e istituzionali in Nord Africa, Prof. Federico

Cresti (17 giugno 2014);

c Pubblico, privato, bene comune; verso nuove forme di regolazione dell'economia,

Prof.ssa Rita Palidda (18 giugno 2014);

o Professionalizzazione della comunicazione politica, newsmanagment e metacoverage,

Prof.ssa Rossana Sampugnaro (26 giugno 2014);

. Pubblico, privato, bene comune; verso nuove forme di regolazione dell'economia,

Prof.ssa Rita Palidda (2 luglio 201,4);

o On the interplay between institutional ffirts and social psychological processes in

shaping the behavior of combatants; Evidence from four conJlict-ridden regions,Prof.

Emanuele Castano (3 luglio 201\;

. Cultural artifacts and social functioning; how literary fiction sharpens our

interpersonal skills, Prof. Emanuele Castano (4luglio 2014);

o Che cos'è I'equità?, Prof. Fabrizio Sciacca (15 settembte2014);

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The role of language in social transformation, Prof. Douglas Ponton (17 settembre

20t4);

Campi scolastici e Scuola all'aperto in Sicilia tra storia e nuova progettualità

educativa, Prof.ssa Maria Tomarchio (19 settembre 2014);

Network analysis e scienze sociali, Prof.ssa Simona Gozzo (22 settembre2014);

Forme associatiye e promozictne del cambiamento isliluzionale, Prof.ssaLiana Daher

(23 settembreZOt4);

Evaluative language and its role in arg4mentation, Prof. Douglas Ponton (24

settembre 2014);

Network analysis e scienze sociali, Prof.ssa Simona Gozzo (29 settembre2014);

Partecipazione politica e crisi delle istituzioni: dai movimenti territoriali alle

mobilitazioni nell'istruzione superiore, Prof. GianniPiazza (30 settembre 2014).

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Il 22 gennaio 2014 ho preso parte al primo incontro del ciclo di seminari "Ph.D. Days"

dedicato ai dottorandi su"Valutare la ricerco; introduzione a metodologie ed esperienze".

Il 28 febbraio 2014, presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche di Catania, ho

partecipato alla lezione- dibattito "L'anonimato in rete; valori, rischi, soluzioni" tenuta dal

Prof. Vince nzo Zeno -Zencovich.

Il29 maggio ho partecipato alla proiezione - e successivo dibattito - del documentario "Mare

Chiuso" tenutasi nell'Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche di Catania.

11 19 giugno ho partecipato alla Conferenza tenutasi presso il Castello Ursino di Catania in

occasione della celebrazione della Giornata del Rifugiato.

I1 27 gingno, presso tl Palazzo Platamone (Catania), ho partecipato al Convegno organtzzalo

da Concord Italia §etwork delle ONG in Europa per lo sviluppo e l'emergenza), Cope

(Cooperazione Paesi Emergenti) e Focsiv (Volontari nel mondo), sul tema "Oltre Lampedusa:

per una nuova politica euro-mediteruanea su migrazioni e sviluppo".

Da maggio a luglio 2014, ho collaborato alla didattica del corso dt Consultazione banche dati

e analisi sociologica tenuto dal Professore Carlo Colloca per gli studenti del1e Lauree

magistrali in Sociologia e in Programmazione e Gestione delle Politiche Sociali del

Dipartimento. I1 contenuto del corso ha riguardato sia aspetti e problemi'della ricerca empirica

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di carattere metodologico e di formulazione delle domande rispetto alle ipotesi del ricercatore;

sia gli aspetti tecnici di uso der software di analisi dei dati.

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Nel corso di quest'anno ho avuto anche modo di aggiungere nuove esperienze e competenze

metodologiche attraverso la partecipazione a due attività di ricerca del Dipartimento di

Scienze Politiche e Sociali. Queste mi hanno permesso di fare pratica delle tecniche

dell'intervistafocalizzata di gruppo e delf intervista strutturata tramite questionario: entrambe

tecniche di rilevazione che utilizzerò per la parte empirica del mio lavoro di ricerca.

La prima attività, riguardante il tema delle tutele e della vulnerabilità dei minorenni coinvolti

nei procedimenti penali, in uno studio comparativo a livello europeo, mi ha vista coinvolta

nelle due fasi della ricerca empirica e nella fase di stesura del report finale. Ho collaborato

con la Professoressa Deborah De Felice alla conduzione di vari focus group con gli attori

coinvolti in questa fase di indagine (pubblici ministeri, pohzia grudrziaria avvocati minorili,

assistenti sociali e minori detenuti) e all'analisi statistica delle caratteristiche dei verbali di

interrogatorio a minorenni sospettati di reato, selezionati secondo specifici criteri di

rappresentatività.

Tale esperienzami ha dato l'opporlunità di approfondire metodologia e prassi della ricerca

sociale, sia di tipo qualitativo sia di tipo quantitativo. Nel primo caso, rispetto all'analisi del

contenuto, attraverso un complesso lavoro di interpretazione e categorizzazione dei concetti

emersi durante i focus group; nel secondo caso, rispetto all'analisi dei dati attraverso

7'utrlizzo di software ayanzatt di analisi.

La seconda attività ha riguardato la collaborazione alf indagine di livello nazionale promossa

dalla Fondazione ISMU che, annualmente, produce un Rapporto sulf integrazione della

popolazione immigrata in Italia. Contemporaneamente, f indagine è stata svolta in cinque città

italiane, oltre a Catania, Paiermo, Bari, Napoli e Milano. In una prima fase, in occasione di

varie riunioni con il gruppo di ricerca del Dipartimento, ho curato la redazione di una sezione

del questionario, in cui sono state inserite alcune domande significative per gli interessi

specifici della mia ricerca. Nella seconda fase, di tipo operativo, ho svolto sia attività di

rilevazione sul campo sia attività di coordinamento del gruppo dei rilevatori. Al momento

stiamo procedendo alf inserimento in matrice dei dati raccolti, i quali sararìno

successivamente analizzati secondo le dimensioni e le tecniche più sotto specificate.

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Oltre alla raccolta di informazioni utili per il mio lavoro di ricerca sulla situazione degli

stranieri sul territorio locale, per la specificità delf impostazione metodologica di questo

lavoro di ricerca, ho potuto anche fare esperienza diretta dei contesti della città di Catania che

fungono da arene di sociahzzazione, di servizio e anche organizzative per i migranti residenti

(luoghi di culto, sindacati, associazioni),

Ho infine lavorato, in un'attività di ricerca esterna, come osservatrice e intervistatrice per

l'Invalsi (lstituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di

formazione) in Emilia Romagna, occasione utile pér confrontarmi con contesti scolastici in

cui forte è la presenza di studenti stranieri di "prima" e "seconda generazione". Tale ricerca

ha come obiettivo quello di monitorare e valutare le pratiche didattiche, le modalità di

gestione della classe, la capacità di sostegno e supporlo verso gli studenti che vivono

situazioni di disagio e, in generale, la qualità delle relazioni entro il contesto di classe.

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La ricerca bibliografica è stata arlicolata attraverso una ricerca sistematica delle riviste

italiane e straniere, di area sociologica e di area politico-sociale, con riferimento ad un

intervallo di tempo che va dal 2000 ad oggi, dalle quali ho tratto degli articoli utili allo

sviluppo della mia tesi; e attraverso l'individuazione di ulteriori report di ricerca e monografie

tramite i principali motori di ricerca e database bibliografici, al fine di avere un quadro quanto

piu ampio dell'attuale dibattito sul tema.

In particolare, cercando anche di spaziare tra piu prospettive disciplinari, le tematiche su cui è

stata posta maggiore attenzione sono quelle relative al problema della cittadinanza, alle

politiche migratorie locali, agli studi sulla partecipazione e sull'associazionismo etnico, agli

studi sulle reti e sul capitale sociale dei migranti e alla figura dello straniero nella letteratura

sociologica.

Si riporta di seguito il materiale bibliografico consultato o che si intende consultare durante

1'anno.

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"b. §{.a?"q: &*lLlz t**z

Introduzione: Vivere città plurali. L'inclusione sociale e la partecipazione politica deicittadini s trunieri immigrati.

Obiettivo della tesi è quello di approfondire, attraverso la problem atizzazione qitica del

dibattito scientifico e l'indagine empirica, le modalità di inclusione degli stranieri immigrati

nel circuito dei diritti di cittadinanza net contesti di approdo, con riferimento all,Itaya e aparlicolari casi di studio a livello locale attualmente in fase di strutturazione.

La tesi sarà strutturata in due parti. La prima, di carattere teorico, si propone di anayzzare gliapprocci e la letteratura socio-politica, italiana e straniera, sul tema in questione, di definire ilquadro concettuale di riferimento e di delineare gli aspetti e le dimensioni propedeutiche per

costruire il piano di ricerca empirica. Quest'ultimo sarà organizzato favorendo una

metodologia mista di procedure quantitative e qualitative nella raccolta dei dati e nella loro

analisi.

Parte prima: Modelli, politiche e pratiche tli integrazione.

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Scopo della prima parte della tesi è quello di costruire le basi teoriche e di mettere a punto un

insieme di concetti, modelli e rappresentaziom che ci permetteranno di costruire i punti focali

e le tracce delle interviste che verranno condotte nei prossimi anni.

Si vuole mettere a fuoco il problema, rispetto ai processi di cambiamento contemporanei,

attraverso l'esame di tre concetti strettamente connessi tra loro: cittadinanza, rntegrazione e

paftecipazione. Nella multidimensionalità e varietà di accezioni che nel tempo sono state date

al concetto di integrazione e a quello di cittadinanza, nel piu recente dibattito scientifico ma

anche in quello politico-istituzionale, emerge f imfofianza dell'aspetto della parlecipazione

dei cittadini immigrati al processo democratico e dell'inclusione delle loro istanze nell'agenda

mediatica e politica: la cittadinanza, da un lato, intesa meramente come status giuridico, è

rimessa in discussione proprio in consegùenza dei processi migratori e viene ad essere

reinterpretata come pratica partecipativa (Grifone Baglioni, 2009); f integrazione sociale,

dall'altro lato, non può essere definita a prescindere dalla sua dimensione relazionale e situata,

quindi, di nuovo, come pratica partecipativa (Ambrosini, Buccarelli, 2009).

Lo studio dei processi concreti di integrazione richiede allora necessariamente di focahzzare

l'attenzione sulla scala locale e sulle interazioni e relazioni tra i soggetti che abitano un

territorio (Colombo, 2006; Colloca, 2008; Gargiulo, 2011). La città è il luogo di

sperimentazione di pratiche comuni e di conviverlza ma anche tereno di discriminazione e

marginalità (Bauman, 2004; Zanfrrm,2004; Sennett, 2011): anahzzare f integrazione sociale

attraverso la prospettiva del capitale sociale è parlicolarmente utile per cogliere tali

dinamiche. Data 1'applicabilità del concetto di capitale sociale a piu livelli di analisi, in questo

capitolo si discuterà delle pratiche di inclusione politica a livello urbano (livello macro), del

ruolo dell'associazionismo etnico e autoctono nei processi di integrazione sociale degli

immigrati (livello meso) e del capitale sociale che deriva dalle relazioni informali dei singoli

soggetti o da essi attivato (livello micro).

Un primo livello di analisi mette a fuoco il ruolo delle amministrazioni locali nel determinare

gli effettivi percorsi di integrazione, sia attraverso tl welfare locale (Consoli, 2009) sia

attraverso f istituzione di organismi di rappresentanza degli stranieri (Zincone, Ardovino,

2004; Asgi-Fieri, 2005). A questo livello, il capitale sociale diventa frutto della capacità delle

istituzioni di promuovere relazioni e azioni positive tra autoctoni e stranieri (Bertani, Di

Nicola, 2012), promuovendo processi di integrazione basati su un reciproco avvicinamento,

verso un modello di "integrazione paftecipe" (Pirni, 2012).

1.6

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Rispetto al secondo livello, si fa riferimento all'ambito di studi sulle forme di aggregazione

formali e informali dei migranti. Queste sono produttrici di capitale sociale sia interno, in

quanto attivano forme di aiuto verso i propri affiliati e permettono continuità rispetto alle

pratiche culturali dei Paesi di provenienza; sia esterno, in quanto permettono la connessione

con sfere di appartenenza piit ampie e di interagire in posizione di maggiore forza con le

istituzioni. Riguardo al primo aspetto, alcuni autori hanno parlato dr ethnic social capital

(Esser, 2010) corne di una dimensione atta a fornire un controllo sociale verso l'aderenza a

determinati valori del gruppo; riguardo al secondo.aspetto, altri autori hanno sottolineato la

capacità delle reti, sviluppate tra le organizzaziont di migranti e tra queste e le organizzazionr

autoctone, di facilitare la partecipazione sociale e politica dei membri (Pilati,2010b),

attivandosi per la promozione di cambiamenti isitituzionali-legislativi.

Un terzo livello di analisi, infine, focalizza l'attenzione sui reticoli sociali individuali come

strutture capaci di creare capitale sociale per i singoli soggetti, cogliendo f invito di alcuni

autori a tornare ad ancorare il concetto di capitale sociale alla sua originaria concezione

reticolare (Trigilia, 2001). Pensiamo, infatti, che sia utile integrare 1o studio dei processi di

integrazione di tipo "vefticale", in cui i soggetti rispondono a iniziative istituzionali e

organrzzative, con 1o studio dei processi di integrazione di tipo "orizzontale" o "processi di

integrazione dal basso" (Ambrosini, 2009) che avvengono in modo implicito e a partire dalla

sfera quotidiana tramite i legami di conoscenza diretta.

Parte seconda.

La seconda parle della tesi presenterà i risultati della ricerca empirica sul tema

dell'integrazione, nelle sue varie componenti, e delle forme di attivismo civico e politico dei

cittadini stranieri immigrati. I1 disegno della ricerca che si sta delineando ha l'ambizione di

ttrlizzare metodi quantitativi e qualitativi di indagine, combinando i risultati della survey

svolta nel2014 dall'ISMU e quelli relativi a ulteriori interviste con rappresentati istituzionali

e delle associazioni che si occupano di immigrazione e delle comunità straniere presenti a

Catania. Presentiamo piu in dettaglio gli aspetti metodologici relativi alla prima parte

delf indagine. già in fase di svolgimento; mentre la seconda parte sarà sviluppata piu

approfonditamente nel corso del prossimo anno.

Applicare il concetto di capitale sociale serve a inquadrare il problema dell'integrazione nella

sua multidimensionalità. di forme di inclusione/esclusione a diversi livelli e sfere sociali.

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L' analisi q uantitativu

L'indagine quantitativa riguarderà i dati raccolti in cinque città italiane: Milano, Napoli, Bari,

Palermo e Catania, con un focus particolareggiato su quest'ultima, per le ragioni più sotto

esposte. Unità di analisi sono i cittadini stranieri immigrati, owero quei soggetti che non

possiedono la cittadinanzaitaliana e vivono in Italia.

I1 questionarto atihzzato tenta di misurare e monitorare il livello di integrazione degli

immigrati nei diversi ambiti della società ospite. Gli ambiti dr rntegrazione considerati, a

livello individuale, possono essere ricondotti a quattro dimensioni principali: economica,

culturale, sociale e politica, ciascuna delle quali viene misurata tramite un ampio numero di

indicatori.

Come anticipato sopra, il questionano utllizzato per le rilevazioni è stato riadattato al fine di

avere informazioni aggiuntive e coerenti con gli interessi specifici della ricerca. Sono state

inserite, in particolare, alcune batterie di domande che permettono la "misurazione" delle

risorse che derivano dalle relazioni sociali intrattenute dai singoli soggetti. Queste permettono

di valutare quanto e se il comportamento più o meno partecipativo del soggetto alla vita

sociale, culturale e politica del luogo in cui abita sia influenzato dalle caratteristiche del

reticolo sociale in cui è inserito e dalle caratteristiche dei legami che formano tali reti.

La prospettiva teorica privilegiata è quella del capitale sociale, inteso come insieme delle

risorse cognitive e motivazionaii cui un soggetto ha potenzialmente accesso tramite i propri

canali di conoscenza personale (Bourdieu, 1980; Coleman, 1990). Tale prospettiva permette

interessanti applicazioni empiriche a livello individuale combinandosi con gli strumenti di

rilevazione e di elaborazione dei dati della social network analysis. In accordo con la

definizione presentata nel Progetto di Ricerca dell'iSMU, i percorsi di integrazione, nella

loro dimensione sociale, sono anche il prodotto dell'insieme delle relazioni sociali dei

soggetti, le quali presuppongono I'esistenzadi interazioni e scambi quotidiani che possono o

meno facilitarli. La costruzione dei legami sociali, o la loro ri-costruzione nel caso degli

stranieri immigrati che vivono in nuovi e non familiari contesti sociali, è un elemento

fondamentale che pone le condizioni per I'integrazione sociale (Bertani,2010), permettendo

lorme variabili di rielaborazione della propria identità sociaie e di ridefinizione delle

appartenenze.

1"8

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Le reti sociali sono viste come strutture di opporlunità e vincoli per i percorsi di inserimento

individuale (Wellman, 1988) ma sono anche il prodotto della capacità dei singoli di produrre

legami ed di avvalersene come risorse (informative, d'aiuto, simbolico-identitarie). in questa

prospettiva, il concetto di identità culturale e di appartenenza etnica non appaiono adatti ad

inquadrare la pluralità delle appartenenze e dei legami entro un contesto di ibridazione e di

ancoraggio culturale "debole" (Bauman, 2011). Piuttosto è utile rilevare che i soggetti non

interagiscono solo con altri soggetti ma anche con vari "ordini culturali" creati dalle

interazioni dei soggetti stessi. {

L'inserimento delle domande relative alle "relazioni effettive" dei singoli soggetti ci permette

di acquisire informazioni sia sulla struttura della rete del singolo sia sulla capacità della rete

relazionale di produrre risorse per il singolo. In particolare, una prima batteria di domande

informa sull'aiuto potenziale che deriva dai legami sociali del singolo o sulla capacità del

singolo di mobilitare altri soggetti a suo favore; una seconda batteria indaga sulle

caratteristiche strutturali del reticolo personale e sulle proprietà dei singoli legami.

Lo strumento utilizzato per la misurazione delle risorse prodotte dalle relazioni sociali

individuali è il cosiddetto resource generator (Van Der Gaag, Snijder, 2004). Tale tecnica,

posto un elenco di prestazioni di aiuto o di capacita/conoscenze, prevede che si chieda al

soggetto se conosce qualcuno che sia in grado o che sia disposto a fare quelle determinate

azioni. Tramite questo strumento è possibile ricavare sia un'approssimazione de!l'ampiezza

del reticolo sia del tipo di legami (distinguendo tra legami familiari, amicali e di mera

conoscenza), La richiesta fatta alf intervistato di fornire il numero delle persone per ciascuna

categoria di legami, permette di valutare anche l'esistenza e l'impodanza dei legami deboli, i

quali sono altrimenti difficilmente indicati dagli intervistati.

Per ottenere le informazioni sulla struttura del reticolo individuale e sugli attributi dei soggetti

che lo costituiscono è, invece, stato utrbzzato 1o strumento delname generator (Lin,2005). In

questo caso, i reticoli personali (gli ego-network) sono ricostruiti sulla base delle dichiarazioni

degli intervistati circa le proprietà del1a rete, degli alters e dei loro rispettivi legami. Abbiamo

chiesto agli intervistati di fornirci alcune informazioni sulle persone con cui abitualmente

discutono e se esistono relazioni tra queste persone. A partire da queste informazioni è

possibile sintetizzare alcune caratteristiche del reticolo personale in una serie di misure, tra le

quali la dimensione, la densità, 1'efficienza, 1'eterogeneità (Borgatti, 1998).

L9

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Per selezionare i soggetti da intervistare, sono state utilizzale due tecniche che megliopossono rispondere alle esigenze dr rappresentatività del collettivo, costituito da soggetti

stranieri immigrati, ovvero soggetti che vivono in Italia (a vario titolo) ma non possiedono la

cittadinanza itahana: il campionamento per quote (Fabbris, 1994) e il campionamento per

centri (Baio, Blangiardo ,2011) .

La prima tecnica consiste nel definire un numero di soggetti da intervistare che rispecchi la

struttura della popolazione di riferimento sulla base di alcune variabili: nel nostro caso, la

nazionalità e il genere. Tale strategia permette di n6n sovra-rappresentare alcune categorie a

discapito di altre, in quanto prevede la costruzione del campione sulla base di quote

proporzionali a quelle che compongono 1'universo della popol azione di riferimento (ottenuti idati comunali sulla la composizione demografica per nazionalità e genere degli stranieri

iscritti all'Anagrafe di Catania).

[Crafico l] Distribuzione printe I5 nazionalilà per genere (conteggio)

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WMaschi

WFemmine

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Il campionamento per centri è una tecnica di campionamento specificatamente proposta al

fine di effettuare indagini sulla popol azione immigrata, in quanto si tratta di una popolazione

di cui non è disponibile o è parzialmente sconosciuta la lista completa. L'utilità di tale tecnica

consiste nella possibilità di intercettare, limitatamente ad ambiti localmente circoscritti, anche

i soggetti "invisibili" alle statistiche ufficiali. Essa prevede che le rilevazioni vengano svolte

in un numero di luoghi del teritorio, notoriamente frequentati dalla popolazione di

riferimento, all'interno dei quali le unità statistiche vengono scelte casualmente. Tuttavia, si e

ritenuto piu utile selezionare, nell'ambito dei centri campionati, le r-rriità statistiche per le

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ragioni sopra descritte. Una volta costruito il database, i casi vengono ponderati sulla base

della probabilità di essere inclusi o meno nel campione in funzione della numerosità dei centri

frequentati dal singolo caso e, potremmo dire, dalla capacità di attrazione di ciascun centro.

I luoghi per la somministrazione dei questionari (centri che offrono servizi e assistenza,

luoghi di ricreazione, associazioni,luoghi di culto, ...) sono principalmente concentrati nelle

circoscrizioni comunali dove maggiore è la percentuale degli stranieri iscritti nel registro

anagrafico (prima, seconda e terza circoscrizione).

[Fig.1] Percentuale di residenti stranieri per circoscrizione

-"_-_"_*1"\,

)-*----

Catanta, il 30 settembre 2014

Elisa Lombardo

B.ja*--L*-I't'

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