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Ottobre 2009 Anno 3 - N°023 EDITORE National Proklama S.r.l. DIRETTORE RESPONSABILE Alessandro Disperati DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE GRAFICA MARKETING PUBBLICITA’ Viale delle Terme N°97 27052 Godiasco/Salice Terme tel.0383/944916 fax.0383/934583 www.ilperiodiconews.it [email protected] Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e foto. Stampa: Centro Stampa Quotidiani S.p.A. - Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Voghera N. 178 del 23/11/2007 Per la Vostra pubblicità su questo giornale tel: 0383-944916 il Periodico news Distribuzione Gratuita Isola pedonale a Salice Terme: “Perchè no?” Tanti pareri favorevoli per questo progetto A Rivanazzano Inaugurato il nuovo bocciofilo nessuno mai ha affrontato la situazione con pugno di fer- ro. Oggi la giunta guidata dal sindaco Anna Corbi Guado sembra intenzionata a chiude- re almeno una parte del centro di Salice Terme per renderla isola pedonale. Perlomeno nel periodo estivo offrendo la possibilità ai turisti di poter camminare per la via princi- pale del paese senza l’assillo delle auto. La maggior parte Isola pedonale a Salice? L’idea piace alla maggior par- te dei commercianti e degli operatori turistici che abbia- mo interpellato in questi gior- ni a Salice Terme. Da anni le amministrazioni comunali che si sono susseguite a Godiasco hanno preso in esame la possi- bilità di chiudere alle auto una parte del cuore della località termale. Ma in sostanza, se non in sporadiche occasioni, Annata nera per i tartufi “Il caldo afoso ha bloccato la crescita” Paolo Culacciati: “Ambiente patrimonio da difendere” Paolo Culacciati, sindaco di Val di Nizza ed unico Assessore della Co- munità Montana dell’Oltrepo pavese di Varzi ad essere stato riconfermato all’interno dell’ente guidato da Bru- no Tagliani. Oggi ricopre la carica di Assessore all’ambiente e alla difesa del suolo. Quali sono gli obiettivi da raggiungere? “Prima di dire quali sono gli obiet- tivi da raggiungere è bene ricorda- re che la speranza da raggiungere è il fatto che la Comunità Montana o comunque un ente sovracomunale esista al fine di tutelare e difende- re il territorio montano. Per fortuna gli ultimi movimenti politici portano alla riconsiderazione delle Comuni- tà Montane, e quindi secondo il mio modesto pensiero le Comunità Mon- tane dovrebbero resistere ai tagli governativi. Lo statuto della Regio- ne Lombardia in due passaggi rico- nosce l’importanza delle Comunità Montane e poi va considerato che gli enti montani in Italia costano lo 0.22 per cento della spesa pubblica e che è ampiamente dimostrato che le Comunità Montane del nord non sperperano soldi pubblici”. Servizio a pag. 18 “Il 2009 per il tartufo nero è stata, in Oltrepò, un’annata drammatica, a causa dei mesi estivi eccessivamente caldi. Il tartufo ha un ciclo vitale lungo ed abbisogna di frequen- ti temporali durante il periodo estivo. Anche per ciò che concerne il bianco, le previsioni non sono delle più rosee”. Parole di Andrea Daprati, presidente dell’Associazione Ri- cercatori Tartufi dell’Oltrepò pavese che ha la propria sede a Casteggio. Con il presidente abbiamo cercato di capire quali sono le aspettative per l’anno in corso. Servizio a pag. 20 degli operatori che abbiamo interpellato si dice disponibile a testare almeno questo pro- getto. Qualcuno suggerisce un referendum popolare tra i sali- cesi che avrebbero così la pos- sibilità di esprimere la propria opinione sull’isola pedonale. La giunta Corbi in campagna elettorale aveva in sostanza dichiarato questa possibilità che piace agli operatori. Servizio a pag. 10 15.000 COPIE 15.000 COPIE Riparte la stagione del Volley Rivazzano Le ragazze del Volley di Ri- vanazzano Terme che hanno vinto i campionati lo scorso anno sono state premiate a Pavia. Intanto parte la nuova stagione agonistica: le giova- ni promesse dovranno cercare di proseguire la propria mar- cia. Ne abbiamo parlato con il patron del team termale, Franchini. Servizio a pagina 29

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Page 1: 15.000 bocciofilo il Periodico · parziale, di testi e foto. Stampa: Centro Stampa Quotidiani S.p.A. - Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Voghera N. 178 del 23/11/2007 Per la

Ottobre2009Anno 3 - N°023

EDITORENational Proklama S.r.l.DIRETTORE RESPONSABILEAlessandro DisperatiDIREZIONEREDAZIONE AMMINISTRAZIONE GRAFICA MARKETING PUBBLICITA’Viale delle Terme N°97 27052 Godiasco/Salice Terme tel.0383/944916 fax.0383/[email protected] i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e foto.Stampa: Centro Stampa Quotidiani S.p.A. - Erbusco (BS)Registrazione Tribunale di Voghera N. 178 del 23/11/2007

Per la Vostra pubblicità su questo

giornale tel: 0383-944916

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news

Distribuzione Gratuita

Isola pedonale a Salice Terme:“Perchè no?” Tanti parerifavorevoli per questo progetto

A RivanazzanoInaugurato il nuovo

bocciofilo

nessuno mai ha affrontato la situazione con pugno di fer-ro. Oggi la giunta guidata dal sindaco Anna Corbi Guado sembra intenzionata a chiude-re almeno una parte del centro di Salice Terme per renderla isola pedonale. Perlomeno nel periodo estivo offrendo la possibilità ai turisti di poter camminare per la via princi-pale del paese senza l’assillo delle auto. La maggior parte

Isola pedonale a Salice?L’idea piace alla maggior par-te dei commercianti e degli operatori turistici che abbia-mo interpellato in questi gior-ni a Salice Terme. Da anni le amministrazioni comunali che si sono susseguite a Godiasco hanno preso in esame la possi-bilità di chiudere alle auto una parte del cuore della località termale. Ma in sostanza, se non in sporadiche occasioni,

Annata nera per i tartufi“Il caldo afoso ha bloccatola crescita”

Paolo Culacciati: “Ambiente patrimonio

da difendere”Paolo Culacciati, sindaco di Val di Nizza ed unico Assessore della Co-munità Montana dell’Oltrepo pavese di Varzi ad essere stato riconfermato all’interno dell’ente guidato da Bru-no Tagliani. Oggi ricopre la carica di Assessore all’ambiente e alla difesa del suolo. Quali sono gli obiettivi da raggiungere?“Prima di dire quali sono gli obiet-tivi da raggiungere è bene ricorda-re che la speranza da raggiungere è il fatto che la Comunità Montana o comunque un ente sovracomunale esista al fine di tutelare e difende-re il territorio montano. Per fortuna gli ultimi movimenti politici portano alla riconsiderazione delle Comuni-tà Montane, e quindi secondo il mio modesto pensiero le Comunità Mon-tane dovrebbero resistere ai tagli governativi. Lo statuto della Regio-ne Lombardia in due passaggi rico-nosce l’importanza delle Comunità Montane e poi va considerato che gli enti montani in Italia costano lo 0.22 per cento della spesa pubblica e che è ampiamente dimostrato che le Comunità Montane del nord non sperperano soldi pubblici”.

Servizio a pag. 18

“Il 2009 per il tartufo nero è stata, in Oltrepò, un’annata drammatica, a causa dei mesi estivi eccessivamente caldi. Il tartufo ha un ciclo vitale lungo ed abbisogna di frequen-ti temporali durante il periodo estivo. Anche per ciò che concerne il bianco, le previsioni non sono delle più rosee”. Parole di Andrea Daprati, presidente dell’Associazione Ri-cercatori Tartufi dell’Oltrepò pavese che ha la propria sede a Casteggio. Con il presidente abbiamo cercato di capire quali sono le aspettative per l’anno in corso.

Servizio a pag. 20

degli operatori che abbiamo interpellato si dice disponibile a testare almeno questo pro-getto. Qualcuno suggerisce un referendum popolare tra i sali-cesi che avrebbero così la pos-sibilità di esprimere la propria opinione sull’isola pedonale. La giunta Corbi in campagna elettorale aveva in sostanza dichiarato questa possibilità che piace agli operatori.

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Riparte la stagionedel Volley Rivazzano

Le ragazze del Volley di Ri-vanazzano Terme che hanno vinto i campionati lo scorso anno sono state premiate a Pavia. Intanto parte la nuova stagione agonistica: le giova-ni promesse dovranno cercare di proseguire la propria mar-cia. Ne abbiamo parlato con il patron del team termale, Franchini.

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il PeriodicoDicono solo e sempre “è sbagliato, non si può, bisognava fare un’altra cosa”. Per raggiungere o mantenereil potere questa è una tattica. SbagliataSarà capitato a tutti di leggere o di veni-re a conoscenza, o di vedere, in genere in tutta Italia, e quindi anche nel nostro Oltrepo, in questi anni, mesi e giorni, proposte politiche o realizzazioni fatte da uomini o partiti politici di destra o di sinistra o di centro, ma sempre, il poli-tico avversario, di qualsiasi parte esso sia, di fronte a qualsiasi proposta, a qualsiasi progetto, a qualsiasi realizza-zione, se fatta dall’avversario politico, regolarmente, per prima cosa sentenzia “è sbagliato, non si può, bisognava fare un’altra cosa”, se invece di una pro-posta è una realizzazione o una scelta , l’affermazione è sempre “ è costata troppo, bisognava farla in modo diver-so e meglio”. Anche di fronte a realiz-zazioni o proposte più che ragionevoli e condivisibili, ben che vada il politico avversario , afferma “noi l’avevamo già detto, e se la facessimo o l’avessi-mo fatta noi l’avremmo fatta meglio” Attenzione, non dice, come farebbe una persona “normale”, “si bell’idea o bel-la realizzazione” oppure “questa volta quello che hanno fatto mi piace, noi non ci avevamo ancora pensato”. NO sempre e solo NO. Questo è il succo di quello che sempre una parte politica, sia essa la destra o la sinistra , a rota-zione comunque, dice di ogni proposta fatta dalla parte avversa. Che venga dalla maggioranza o dalla minoranza sono sempre affermazioni autoritarie, inappellabili, appoggiate da ragioni tecniche e considerazioni politiche, di fronte alle quali, il normale “uomo del-la strada” si sente disarmato. Ciascun politico CERCA di schiacciarci con la sua sapienza, col terrorismo culturale. Poi capita che, passati alcuni anni, gli stessi politici, cambiando partito, pas-sando dalla minoranza alla maggio-ranza, in occasioni analoghe o uguali, dicono che quella stessa cosa, bocciata qualche anno , mese o giorno prima, si può invece benissimo fare, che è giu-sta.Le giustificazioni che generalmente sono tra il patetico ed il ridicolo, che con giri di parole sono sempre le stesse, tipo: sono cambiate le situazioni socio-poltiche-economiche, adesso questo progetto si deve fare per il “rilancio dell’economia locale” , perché adesso bisogna fare “sistema”, insomma un in-sieme di parole che non vogliono dire nulla, ma che hanno uno scopo, pro-porre o fare oggi quello che ieri si era bocciato, solo perché proposto o fatto dall’avversario politico di turno. Anche nel nostro Oltrepo, e nelle sue vallate succede questo, quasi sempre ….. Tut-to quello fatto prima è sbagliato per “i nuovi amministratori politici” e tutto quello fatto o proposto dai “nuovi” è sbagliato per i “vecchi amministratori politici”, oppure tutto quello che propo-ne o realizza la maggioranza è sempre sbagliato per la minoranza e viceversa. E’ pur vero che spesso i politici fanno tante fregnacce e stupidaggini, ma è impossibile che l’avversario politico

Il Periodico News lo trovate a:

Edicole: Salice, Godiasco, Varzi, Rivanazzano

Distributori di carburante: Toccalini Rivanazzano; Erg Godiasco, Tamoil Bagnaria, Esso Varzi,

Voghera: Ospedale, Via Emilia, Via Cavour, Piazza Del Duomo, Music Time Viazanardi Bonfiglio 68, Bar Giada

Viale Repubblica, Palestra Malibù Via Sturla, Bar Cervinia Piazza Meardi,

Punto Snai Via Piacenza, 3art Serramenti Via Amendo-la, Palestra Futura Via Piacenza, Arredamenti Bellomi

Via Piacenza, Bar Stazione Voghera;

Retorbido: Montecarlo

Montebello: Sport

Casteggio: Vittoria, Ponte Romano, Stazione, Bar Roma

Rivanazzano: Albertini, Torre, Roma, Parco, Circolo Acli, Sport, Bar Osteria Retro Toccalini, Cabano Fiori e Vivaio Via Marconi, Pizzeria La Brace Viale Europa 92, Bima Pellet Viale Europa, La Piramide Ristorante

Aeroporto Rivanazzano;

Salice Terme: Sala, Coyaba, Barino, Mali, Farmacia, Salus, Caffe’ Bagni, Matè Pizzeria Via Diviani, La Versa

Vine Point Via Diviani, President Hotel

Godiasco: Lalla, Bocciofilo, Roma, Rosa, Da Luisa, Pizzeria San Desiderio, Arredamenti Gallo Strada Sta-tale, Arredaenti Cucine Salvarani, Malaspina Legnami

Ponte Nizza: De Domenici, Bar Sport

Bagnaria: Caffe’ Macchiato, Gerry’s, Bar Distributore, Bar Ponte Crenna

Varzi: Ospedale, L’angolo, Romana, Bar Della Fiera, Bar Portici, Bar Della Torre

Pietragavina: Bar Posta

Casanova Staffora: Bar Pierangelo

Casale Staffora: Centro Ricreativo

Brallo: Bar Normanno

Zavattarello: Bar Ginepro Gelateria, Tabaccheria, + Altri Due Bar E Edicola

Romagnese: Edicola, Bar Ristoro Pizzeria, Bar Paninoteca

Valverde: Bar Marini, Bar Croce Bianca,

Sant’albano: Bar Ristorante Miramonti, Bar Albasi,

Val Di Nizza: Bar Casaponte

Retorbido Pizzeria Tiratardi Strada Bressana – Salice; Negozio Quad

Torrazza Coste Disco Bar Ristorante Cucù, Bar Interno

Sorelle Ramonda

sbagli sempre e comunque. L’onestà intellettuale dovrebbe spingere qualche volta “l’altra parte politica” qualunque essa sia, bianca, nera o rossa, ops… scusate dimenticavo il verde, a dire qualche volta, hanno trovato una so-luzione nuova e intelligente. Perché la vita politica, non è diversa dalla vita di tutti i giorni e può succedere di scoprire che, a trovare la soluzione o formulare la proposta più intelligente è proprio l’avversario politico. Attenzione tutto questo avviene, molto spesso, quando c’è in gioco una proposta o una realiz-zazione che non li tocca direttamente: Quando c’è in gioco suo figlio o sua figlia, un suo amico, un suo protetto o quando gli conviene, statene pur certi che ogni proposta o idea va bene, state-ne pur certi. Molti politici dicono “non si può” anche per un altro motivo. Per affermare il proprio potere. Per molti di loro il potere è l’ambizione suprema. E’ la maniera perversa di paragonarsi a Dio. Poi magari sono solo politici da ….paese….. Basta osservare le elezioni di molti nostri comuni, i politici o pseu-do tali, si impegnano, perdono tempo e lo rubano al loro lavoro ed alle loro fa-miglie durante le campagne elettorali, e , se sconfitti, vogliono comunque resta-re sulla scena, se vincitori vogliono es-sere “le stelle del teatro della politica”, teatro magari da paese, ma sempre tea-tro. O teatrino! Abbiamo visto in questi anni ed in questi mesi nel nostro Oltre-po, politici lontani dal potere, alcuni di questi si sono sentiti terribilmente umiliati, espulsi dall’olimpo degli Dei. Fuori dal potere erano o sono depressi, e, passata la risacca, tornano a rincorre-re il potere con artigli più affilati e meno scrupoli. Malgrado le “forse” buone in-tenzioni la loro vita si trasforma in un tumulto di azioni e programmano con furbizia dove mettere i piedi. Tutti vo-gliono il potere , chi occupa il potere a poco a poco modifica il modo di vivere. Perché il potere fa girare la ruota della fortuna e cambia la vita delle persone, ne trasforma la posizione sociale, però mai quella culturale, purtroppo. Quan-do raggiungono il potere molte di que-ste persone si circondano di adulatori, accolgono inviti lusinghieri, regali. Hanno il potere di approvare proget-ti, approvare nuovi piani regolatori, assegnare appalti, autorizzare opere, permettere viaggi, distribuire incarichi, promuovere i fedeli, concedere licenze trasformando ogni gesto in avvenimen-ti politici. Com’è difficile per chi ha assaggiato il potere tornare ad essere la persona che era prima. E’ per tutto que-sto, per il potere , piccolo o grande che sia, che ogni proposta proveniente dal-la parte avversaria va distrutta, anche se giusta. Distruggendola si distrugge il potere di chi l’ha fatta e si spera di prenderne il posto oppure di difendere il proprio posto, e la propria grande e piccola fetta di potere. Anche dire sem-pre “NO è tutto sbagliato è tutto da ri-fare” e dirlo a tutti, sempre e comunque

per ogni cosa, è cercare di affermare un potere, magari più piccolo, ma comun-que potere. Quando un uomo privo di fantasia, privo di iniziativa, mediocre e pauroso, raggiunge una posizione di potere, o viceversa quando non è al potere e vuole raggiungerlo, come fa? Creando ostacoli, impedimenti agli altri per rallentare la loro ascesa o ac-celerare la loro caduta e costringerli a inchinarsi davanti a lui. Il mediocre amministratore politico, di fronte alla persona intelligente , più preparata , di fronte all’inventore, al creatore, prova un insopportabile sentimento di ran-core e di invidia. Allora fa di tutto per ostacolarlo, per danneggiarlo. Capita però che, col tempo, il bravo ammini-stratore politico, e qualcuno c’è, abbia tanta tenacia, tanta forza d’animo da continuare ugualmente, e riesca a vin-cere tutti gli ostacoli, messi dall’avver-sario di turno. Allora il mediocre am-ministratore politico, quando capisce che non può più opporsi, cambia stra-tegia. Si fa avanti, lo abbraccia, dice che ha studiato le sue proposte, idee o soluzioni, giorno e notte e le giudi-ca giuste ed interessanti e che è pronto ad appoggiarle. Così spera anche lui di prendere una fettina di potere, prendere i ringraziamenti e qualche elogio, pub-blico, se poi finisce anche sui giornali tanto meglio. Bisogna perciò diffidare della gente che dice sempre “è sbaglia-to, non si può, bisognava fare un’altra cosa”, “ è costata troppo, bisognava farla in modo diverso e meglio”, “noi l’avevamo già detto, e se la facessimo o l’avessimo fatta noi l’avremmo fatta meglio”. Ogni volta che incontrate uno di loro, potete essere certi che si tratta di persona generalmente incapace , che vuole solo raggiungere o mantenere il potere….o la brama di potere, o l’inte-resse personale, o l’invidia, o tutte e tre queste cose insieme. Alla fine chi dice sempre NO, è solo …….un amareggia-to dalla vita.

Antonio La Trippa

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partito recentemente ci sono state delle prese di posizione, se così le vo-gliamo definire, nei confronti dell’As-sessore Gigi Fronti e del Consigliere Maccarini, quali le motivazioni a tali provvedimenti?“Vorrei precisare quanto detto nella sua domanda, in quanto le persone in oggetto hanno preferito lasciare il pas-so ai giovani, creando quello spazio positivo e propositivo ad una politica sempre in movimento. Quella di Fronti e Maccarini sono certamente un patri-monio di esperienza che verrà sfruttato da chi prenderà il loro posto con l’au-spicio che sappiano ben gestire la cosa pubblica esattamente come chi li ha preceduti”.Prossimi alla scadenza del mandato, si cominciano a fare i primi nomi, uno su tutti Barbieri! Favorevole o no?“Pronunciarsi a tal proposito in tutta onestà mi sembra prematuro. Mancano ancora diversi mesi e la pianificazio-ne delle prossime amministrative non è certo una banalità. Ma un percor-so politico delicato dove si dovranno tracciare le linee guida per i prossimi cinque anni. Allo stesso modo esprime-re dei pareri su un possibile candidato non mi sembra corretto nel senso che

Lega Nord, parla il segretario Filippo Musti“Siamo contro tutto ciò che nuoce i cittadini Elezioni di Voghera? Trattative in corso”

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Filippo Musti segre-tario territoriale a Voghera per la Lega Lombarda, con garbo lancia l’allarme ad una situazione che potrebbe rivelarsi non solo svan-taggiosa, ma dannosa per i vogheresi.All’interno del vostro

rente verso tutti quei male intenzionati che puntualmente limitano la libertà del cittadino”.Cosa cambierà all’interno del PDL, quali sono le sue prospettive?“Per anni Forza Italia ha fatto il bel-lo ed il cattivo tempo all’interno della coalizione; adesso basta! I tempi sono maturi perché capiscano che la lega ha cambiato marcia e non è disposta ad accettare ulteriormente questo atteg-giamento”.Si evince che vogliate un rapporto quantomeno paritetico?“Sarebbe meglio chiederlo a loro se i rapporti con le altri parti politiche del-la coalizione debbano essere paritetici, visto che si sono svegliati al mattino ed hanno deciso il sindaco, senza neanche chiedere il nostro parere. Ricollegan-domi alla domanda precedente potreb-be cambiare tutto e niente. Ma questo succede anche nella vita e non solo in politica. Prospettive? Sicuramente quelle di continuare ad amministrare all’interno di una coalizione dove il relazionarsi pro positivamente sia tra i principi fondamentali anche se fino ad oggi non si sono rivelati tali”.Pensare di fare una vostra lista. Un’ipotesi o nulla di fatto?“Noi come Lega Lombarda all’inter-no del PDL faremo le nostre proposte. Tutto quello che emergerà dal confron-to politico sarà un risultato condiviso e non arbitrario. Nel tavolo della trat-tativa tutti hanno il diritto di esporre le proprie idee e proposte. Se tali pro-poste non fossero accolte, nulla ci vie-terà nel concorrere alle amministrative senza di loro”.Per chi ha un ruolo politico. Coscien-

quando verrà reso pubblico il candidato Sindaco, lo si potrà interpretare come il risultato di una concertazione tra tutte le parti politiche legate alla coalizio-ne ovvero del PDL. Normalmente non sono propenso a polemizzare nulla. La lega all’interno della coalizione ha una sua identità chiara ed è per questo che quando si faranno dei nomi saranno la risposta a quanto detto sopra”.Probabilmente a Tortona sono pros-simi nell’ufficializzazione delle ronde, a Voghera?“Quello delle ronde rimane un tema aperto. Mille interpretazioni a volte strumentalizzazioni di convenienza, ciò che importa e che dovrebbe rassicurare gli animi è che, al contrario di quanto si pensi, potrebbero essere un reale deter-

za ed interessi che relazione hanno, se vi è relazione in politica?“Tutti coloro che hanno un ruolo po-litico svolgono il compito istituzionale con coscienza e responsabilità. Ovvia-mente questo dovrebbe essere alla base dei principi di ognuno di noi. Cosa spinge taluni a comportamenti diversi da quanto detto non spetta a me giudi-care il loro operato. Penso che in poli-tica senza ideali non sarebbe possibile fare politica. La Lega Lombarda sposa assolutamente questa tesi in quanto gli ideali rappresentano le aspettative dei cittadini”.Se domani si andasse al voto, perché votare Lega?“Sicuramente noi siamo contro a tutto ciò che può nuocere i cittadini. Come ad esempio la realizzazione di una cen-trale che può bruciare anche i rifiuti. Le conclusioni sono facili da dedurre, il vero business sta nel bruciare i rifiu-ti e il sorgo. Noi ci siamo opposti con tutte le nostre forze, ma è bene sapere che diventa ancora più difficile soste-nere tali posizioni se le stesse persone appartenenti alla maggioranza non aprono bocca. Oltre al fatto che abbia-mo un’opposizione inesistente. Dopo le elezioni i Vogheresi si troveranno una centrale che può anche bruciare rifiu-ti in mezzo alla città, in quanto verrà costruita a ridosso del Supermercato Galassia. Immaginate le conseguenze. Senza contare che a breve partiranno due cave gigantesche. I buchi quando vengono fatti bisognerà pensare anche a come riempirli; immaginate se Mila-no va in emergenza rifiuti, cosa pensia-te che succeda”.

Gabriele Vinciguerra

Filippo Musti

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Protezione civile di Rivanazzano Terme: “Pronti per affrontare le emergenze”

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La Protezione Civile di Rivanazzano Terme

La Protezione Civile è una componente fondamentale della società che quotidianamente è chiamata ad af-frontare nuove sfide per la salvaguardia della popola-zione. Abbiamo intervistato a riguardo Giorgio Leidi, coordinatore della Protezione Civile del Comune di Rivanazzano Terme.Come si diventa volontari della Protezione Civi-le?“Occorre tanta passione, buona volontà e disponibi-lità ad aiutare il prossimo. Spesso si sottrae tempo al proprio lavoro e alla propria famiglia e si incontrano diverse difficoltà ma si hanno anche tante soddisfa-zioni. Per iscriversi in un gruppo comunale oppure in una associazione bisogna essere maggiorenni, non aver riportato condanne o avere procedimenti penali in corso e garantire un minimo di disponibilità du-rante l’arco dell’anno”.Da quanto tempo lei è il coordinatore del gruppo comunale dei volontari di protezione civile di Ri-vanazzano Terme?“Nel 2003 insieme a pochi amici con “il pallino” della protezione civile fondammo il gruppo comunale dei volontari. Era l’ultimo anno da consigliere con la giunta Fabbri. Dopo di che mi sono preso una pau-sa”. Per quale motivo?“Avevo idee differenti in fatto di protezione civile ri-spetto all’amministarzione Barbieri. Pensavo che i volontari dovessero fare qualcosa di diverso dal pu-lire i marciapiedi della piazza in caso di abbondante nevicata. Successivamente, per via del commissaria-mento del nostro comune il gruppo rischiava l’eli-minazione dall’albo regionale. Molti volontari se ne andarono mentre i più tenaci rimasero e li ringrazio perchè ancora oggi sono fra i volontari più attivi”.Attualmente con l’amministrazione Ferrari, cos’è cambiato?“Sono cambiate molte cose. E’ un’amministrazione più aperta, più giovane, più veloce a comprendere questo tipo di servizio . Sicuramente il doppio ruolo di consigliere con delega alla protezione civile e di coordinatore dei volontari mi facilita perché ho più possibilità di contatto con le istituzioni. Abbiamo au-mentato le attrezzature e frequentato dei corsi certi-ficati dalla regione. Siamo usciti dai nostri confini. Sembrano lontani i tempi in cui avevamo a disposi-zione pochissima attrezzatura e qualche dispositivo di protezione induividuale, utilizzando a volte i no-stri mezzi personali. Però avevamo tanta volontà ed è quello che conta e che ci ha fatto andare avanti. Attualmente siamo in diciotto”. Quando interviene il gruppo comunale di volon-tari?

“Il Sindaco, quale autorità comunale di protezione civile, al verificarsi di un’emergenza sul territorio può disporre di un gruppo di volontari oltre che del servizio comunale di protezione Civile. I volontari svolgono compiti di previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza sul proprio territorio comunale ma anche al di fuori di esso se attivati dal prefetto o dalla provincia. Non possono mai essere attivati da un singolo cittadino il quale invece si deve rivolgere al pronto intervento”.Quali sono i mezzi che avete in dotazione?“Abbiamo un autocarro “Pick up” che durante il periodo di massima pericolosità di incendi boschivi monta un modulo antincendio con un serbatoio di 450 litri che il Corpo Forestale dello Stato ci ha dato in prestito. E’ dotato di lampeggiante blu, sirena e al-toparlante. Pochi giorni fa la provincia ci ha monta-to la radio autorizzata ad usare frequenze regionali. Come ulteriore dotazione ci sono estintori, manichet-te per il rifornimento da idranti o corsi d’acqua, pale, motosega, chiave per idranti, asce, roncole e tanica per rifornimento di carburante. Abbiamo anche un Fiat Panda come unità di rifornimento per le unità di spegnimento e per i compiti ordinari dotata di radio. Nel centro operativo di Piazza Cornaggia abbiamo diverse radio e alcuni computer. Grazie ad un con-tributo regionale presto avremo nuovo materiale e nuovi dispositivi di protezione individuali”. Quali sono stati gli interventi di rilievo del gruppo in questo anno?“Innanzitutto la partecipazione al gemellaggio con la Regione Sicilia per la lotta attiva agli incendi bo-schivi in provincia di Trapani, poi gli interventi con la squadra provinciale aib a Zavattarello, Rocca Su-sella, Menconico, ma anche il nubifragio di Broni e di Pontenizza.Ricordo inoltre che una nostra volontaria

è appena rientrata dall’Abruzzo”.Il 3 ottobre presso l’ex deposito militare si è svol-ta un’esercitazione antincendio boschivo. Cosa ci può dire al proposito?“Si è trattato di un momento esercitativo interforze per migliorare ed affinare le procedure di interven-to. Hanno partecipato i Gruppi di volontariato di Rivanazzano, Voghera, Nivione di Varzi e Croce San Francesco con il coordinamento del corpo foresta-le dello stato e della protezione Civile Provinciale. I volontari non svolgendo questo come loro mestiere primario hanno bisogno ogni tanto di aggiornarsi. E’ uno dei limiti del volontariato ma l’entusiasmo che i volontari impiegano spesso contagia anche coloro che sono permanentemente addetti ai lavori.E’ stata un’occasione per rivedere tanti amici che si sono dati il cambio nella lotta agli incendi boschivi che si sono verificati in Oltrepò e Valle Staffora tra agosto e settembre e per migliorare la pianificazione per la prossima estate”.Quali sono i progetti futuri?“Innanzitutto l’iscrizione all’albo nazionale, gra-zie alla specializzazione AIB e agli interventi fatti in Sicilia e in Abruzzo. Si tratta solo di preparare le carte. Inoltre c’è stato un rifinanziamento del bando regionale precedente: per il prossimo anno potrem-mo contare ancora su un grosso contributo per l’ac-quisto di un altro mezzo operativo. Ma quello che è più importante sono i volontari, soprattutto i giovani. Vorremmo che tanti giovani facessero parte del grup-po. Anche per questo stiamo lavorando per lasciare a loro un’organizzazione che potranno migliorare e portare avanti. Un cordiale saluto a tutti i volontari e grazie per la loro disponibilità”.

Isabella Ferrari

Giorgio Leidi

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Il vice sindaco Largaiolli: “Tanti interventi per le scuole e per l’asilo che è quasi pronto”

correre a questi mezzi. Al vice sindaco di Rivanazza-no Terme, nonchè assessore alla Pubblica Istruzione, Marco Largaiolli abbiamo rivolto alcune domande.Ma cosa fa l’Amministrazione Comunale per le Scuole?“Premesso che secondo me la scuola è e deve essere una priorità quando si parla di lavori pubblici e di investimento di denaro pubblico, ritengo che Riva-nazzano Terme abbia investito e continui ad investire molto per rendere più sicuri e confortevoli gli spazi che i nostri figli frequentano a scuola, dal momento che ormai i ragazzi trascorrono a scuola per lezioni e/o attività ludiche complementari la maggior parte della loro giornata”.Quali sono gli interventi effettuati?“Lungo è l’elenco degli interventi e dei progetti di miglioria apportati agli immobili a servizio delle scuole: asili, elementari e medie”.Per quanto riguarda le scuole medie ed elemen-

“La ristrutturazione dell’Asilo Infantile Don Alberto Leidi è ormai in fase di ultimazione lavori e così po-trà ospitare circa 90 bambini sopperendo così a tutte le richieste di iscrizione che per anni sono rimaste disattese: un impegno questo per un importo di € 750.000,00 circa più € 25.000,00 per arredi”.Ma quanto spende il comune per le scuole?“Da sempre il Comune provvede alla copertura di tutte le spese relative al funzionamento dell’istitu-zione scolastica (telefono, luce, riscaldamento, etc.), facendo fronte altresì ad ulteriori spese, per un im-porto pari a circa € 20.000, necessarie per: fornitura di materiali di cancelleria a servizio degli Uffici della Direzione Didattica”.Sul tema interviene anche l’Assessore allo Sport del Comune di Rivanazzano, Marco Poggi, che sottoli-nea “Anche al di fuori delle Istituzioni scolastiche, l’Amministrazione Comunale di Rivanazzano Terme si impegni ad erogare fondi a favore di altre Asso-ciazioni e/o istituzioni che svolgono funzioni sociali importanti per i ragazzi di Rivanazzano Terme”.In che modo? “Ad esempio, con l’Oratorio San Domenico Savio, è stato finalmente raggiunto un accordo con il qua-le il Comune eroga un contributo a copertura delle spese di funzionamento, per consentire ai ragazzi che fanno parte delle squadre giovanili dell’U.S. Rivanazzanese di utilizzare il campo dell’Oratorio stesso (accordo fortemente voluto da questa Ammi-nistrazione Comunale e condiviso dall’ex Presidente dell’U.S. Rivanazzanese, Sig. Scaramozza, e dall’at-tuale Presidente, Ing. Cester)”.

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Spesso attraverso la stampa ed i mez-zi di comunicazione in genere sen-tiamo le Direzioni Didattiche lamen-tarsi giustamente per la mancanza di fondi per una regolare gestione delle segreterie e delle pulizie dei plessi scolastici che mettono a volte in dif-ficoltà economiche gli Istituti Com-prensivi dovendo ricorrere a richieste in denaro e materiali alle famiglie e/o alla bontà delle ditte che operano nel-la zona.Anche l’Istituto Comprensivo Statale di Rivanazzano Terme ha dovuto ri-

Marco Largaiolli

tari?“Per quanto riguarda il plesso scolastico che ospita i ragazzi delle elementari e medie, oltre ad essere stato ristrutturato recentemente, ha visto l’Amministrazio-ne Comunale continuamente impegnata a migliorare le vie di accesso (strade e marciapiedi, per una spesa di circa € 25.000,00) e a sostituire quasi integral-mente l’arredo interno”.E dell’asilo cosa ci può dire?

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Beniamino Barbieri: “Il sindaco dice no ad un centro commerciale? Voglio credergli”Il consigliere di opposizione Beniamino Barbieri scende nuovamente in campo per esporre la propria opinione in merito ad alcuni progetti avanzati dal-l’amministrazione comunale: è un intervento a 360 gradi, dall’apertura di un nuovo centro commercia-le alla Fiera del Libro.Cosa pensa delle dichiarazioni del sindaco Fer-rari in merito ad un centro commerciale di me-dia struttura?“In riunione pubblica indetta dal Comune, il tec-nico incaricato per il commercio spiegò che Riva-nazzano aveva bisogno di un centro commerciale di media struttura, individuando in 800 metri qua-dri la superficie ideale, e che l’autorizzaziobe è di competenza comunale. Neppure una parola sulla politica dei piccoli esercizi. Ora il sindaco dichiara che la giunta ha deciso di favorire questi ultimi. Vo-glio credergli. Ma, allora, non dovrà aprire alcun esercizio di media struttura. In caso contrario ogni promessa od interpretazione di comodo sarà scon-fessata dai fatti e non solo”.Cosa risponde alla maggioranza che dice che nessuna amministrazione ha realizzato così tan-to in così poco tempo?“Che con i soldi e le potenzialità che abbiamo la-sciato ci mancava solo il contrario”.Ma la maggioranza accusa la minoranza di fare le solite litanie per la paternità delle opere che esegue l’amministrazione. Cosa risponde?“Che da tempo la minoranza non ne parli è un dato

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fatto parlare, ha trattenuto in servizio il pensiona-bile e meritevole bibliotecario sig. Roberto Berto-ne. Si è così evitato di chiudere, per sempre, gran parte delle attività”.Perché non ha citato la prima edizione della fe-sta del libro?“Dopo quanto detto lo ritenevo un consenso acqui-sito. Rispondendo dico che, se alla prima edizione non si poteva chiedere un grande successo, la va-lidità della manifestazione merita la riconferma. E mi sono permesso di esporre alcune idee al Presi-dente Marco Largaiolli. Se vogliamo notizie veloci sediamoci pure al computer. Se, invece, vogliamo capire, approfondire, imparare a ragionare allar-gando i nostri orizzonti il libro è una petra milia-re”.

di fatto. Se la maggioranza, proprio con le sue di-chiarazioni, rimette ancora tutto in ballo dimostra che il problema è suo. Poi, però, non può pretende-re che gli altri stiano zitti. I rivanazzanesi conosco-no ormai le varie situazioni, vecchie e nuove. Per me va bene così”.È vero che le relazioni maggioranza-minoranza sono inesistenti anche se vi sono state fatte delle aperture?“Le parole che non mirano all’interesse generale non mi interessano. E l’ho dimostrato nell’ultimo consiglio quando ho votato anche a favore. Ma allora Lei si sente incluso o no in quella mi-noranza che l’amministrazione Ferrari conside-ra ricompattata in modo precario?“Appena ieri l’amministrazione Ferrari dichiarava che la gente non aveva ancora capito le vere mo-tivazioni della caduta della mia amministrazione. Ora spara nel mucchio della minoranza. E, senza motivo, aggiunge che è palese che tutte le decisioni della maggioranza sono discusse e condivise in ar-monia dalla squadra. Visto che la minoranza è un vita che non parla più neanche di questo aspetto, non ho capito chi sia in stato precario”.Condivide il nuovo spazio verde destinato ai cani?“Idea condivisibile ma non per la zona individua-ta. Non può essere accettata l’affermazione che sia stata realizzata in un’area abbandonata né consi-derala un bel biglietto da visita per il vicino centro

sportivo comunale di Rivanazzano Terme. Accertarsi di persona, anche per altro, non sarebbe male”. Come considera l’attività della bi-blioteca?“Sempre con favore. Lo dimostra-no le spese, superiori ad ogni pa-ragone, effettuate durante il mio mandato. E, più di una volta, è stato decisivo il mio intervento. Se la bi-lbioteca è tuttora aperta, con la so-lita efficienza e continuità, il merito è esclusivamente della mia ammini-strazione. Con una decisione che ha

Due donne per una grande mostraL’8 novembre tutti a RivanazzanoLa fiera di San Martino, in programma per domenica 8 novembre, accoglie l’esordio di Letizia Maccari-ni, giovane grafico pubblicitario con la passione per la fotografia. Gli scatti che la vogherese espone per la prima volta al pubblico vedono protagonista la fi-gura femminile nei suoi dettagli più caratterizzanti. La mostra, dal titolo «Femminilità: l’eleganza del-

l’essere donna», si propone come viaggio ideale tra sensualità, eleganza, intraprendenza e timidezza che diventano caleidoscopio di una Lei unica eppur così complessa. La femminilità, concetto difficile da de-finire a parole, è indagata con l’abile uso della mac-china fotografica che immortala particolari di rara bellezza. E là dove l’obiettivo non può osare, Letizia

ricrea le sue atmosfere facendo appello all’elabora-zione digitale, pur mantenendo un rapporto sincero con il soggetto che viene proiettato in un contesto evocativo inusuale. E la favola ne è il confine più estremo. Ecco dunque, che la sognatrice mette le ali e diventa farfalla o la seducente si maschera da an-gelo per danzare a piedi nudi sotto la luna piena. Ad affiancare le fotografie, non didascalie, ma semplici riflessioni affidate alla penna di Federica Calizzano. Immagini e pensieri si fondono per guidare l’osser-vatore nel mondo, elegantemente costruito, dell’es-sere donna.

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. Nuovo boccio a Rivanazzano“Obiettivo: aumentare i soci”

sione della nuova apertura accompagnata dai festeggia-menti tra brindisi e un ricco buffet.“A un mese dalla riapertura del Boccio a Rivanazzano Terme posso ritenermi piu che soddisfatto, in quanto dopo diverso tempo vedo che molte persone stanno ri-tornando a frequentare il bar e significa che in qualche modo stiamo riuscendo ad accontentarle , insomma è un grande successo!” ci spiega il presidente del circo-lo Giancarlo Piaggi che abbiamo intervistato dopo 30 giorni dall’inaugurazione”.Quando nasce il Circolo ACLI a Rivanazzano Ter-me?“Il gruppo è stato fondato 74 anni fa costruendo dappri-ma una cabina di legno, fino ad arrivare alla struttura presente oggi”.Da quanti anni lei è Presidente?“Da circa 4 anni, ma sono sempre stato presente come socio”.Su cosa si basa il rapporto tra il circolo e la gestione del bar?“Il rapporto tra noi è positivo e ci sono tutte le caratteri-stiche perché funzioni bene,il gestore si occupa appunto

vani, ma ironicamente parlando, andando avanti con l’età…A parte gli scherzi, ho voluto provare questa nuo-va esperienza”.Quali sono i programmi per il futuro?“Sicuramente le gare di bocce, abbiamo già program-mato quattro gare che si terranno la prossima estate e vorremmo organizzare anche altre attività oltre a que-sta e a serate a base di carne alla griglia.In linea di massima noi vorremmo ripristinare il “ classico bar ” che ormai si sta perdendo con l’apertura di locali piu moderni, riportando quindi i tornei di scala 40 oppure giochi tradizionali come la dama o gli scacchi. Abbiamo anche a disposizione due televisori e trasmettendo due partite contemporaneamente riusciamo ad accontentare un po’ tutti”.Secondo lei che funzione svolge questo locale?“ Ha sicuramente una funzione commerciale, ma so-prattutto una funzione sociale. E’ un punto di interazio-ne e socializzazione tra diverse generazioni ed anche un luogo di riferimento per i rivanazzanesi che lo vivono come una seconda casa. Anche per questo abbiamo vo-luto ufficializzare il suo vero nome, quindi non è piu de-nominato come Circolo ma ora è Il Boccio”.Soddisfatto della serata inaugurale?“Posso ritenermi piu che soddisfatto innanzi tutto per la numerosa presenza dei soci che aspettavano da tempo questo evento ed anche per la partecipazione di molti amici che da quel giorno fequentano costantemente il bar. Avremmo gradito anche la benedizione del parroco essendo un circolo ad ispirazione cristiana, ma purtrop-po non ha potuto presenziare ”.

Isabella Ferrari

del bar e paga una quota annuale al circolo. Tale quota verrà utilizzata per l’allestimento e la sistemazione del locale e per le manifestazioni”.Di che manifestazioni si tratta?“Organizzeremo gare di bocce e tornei di carte e abbia-mo pensato anche di creare uno spazio apposito per le donne, visto che la presenza è prevalentemente maschi-le vorremmo dare modo anche a loro di poter passare qui il loro tempo libero”.Quali sono gli obiettivi del Circolo ACLI?“Sicuramente quello di aumentare il numero di soci ”.Secondo lei perché i Rivanazzanesi sono cosi legati a questo bar?“Perché è stato fondato dai loro padri, da 70 anni a questa parte il Boccio ha visto crescere diverse gene-razioni e ora la nuova gestione sta riportando i giova-ni che da molti anni si erano staccati da questa realtà. Questa è una grande soddisfazione, perché sono loro il nostro futuro”.Con l’augurio per questo nuovo inizio Giancarlo Piaggi passa la parola a Ludovico Calimano che ha intrapre-so questa nuova avventura dopo 25 anni di esperienza in questo campo, 13 dei quali presso il bar del Centro Sportivo Comunale di Rivanazzano Terme.Come si trova nella gestione di questo nuovo locale?“Ha un’impostazione diversa rispetto ad altri, le esi-genze dei clienti sono differenti rispetto al Centro Spor-tivo, ma quello che ci proponiamo è di dare un’impron-ta diversa a differenza della gestione precedente: deve togliersi il marchio di circolo per anziani e diventarlo per tutti i Rivanazzanesi, giovani e meno giovani, visto che porteranno avanti loro il nostro lavoro. Il nostro obiettivo è dunque quello di far convivere piu genera-zioni insieme”.Quali sono i motivi che l’hanno spinta in questa nuo-va avventura?“Ho sempre gestito locali frequentati da ragazzi gio-

Nei giorni scorsi è stata inaugurata la nuova gestione del Boccio a Ri-vanazzano Terme, lo storico bar del paese che è sempre stato un punto di riferimento per i Rivanazzanesi e per gli amanti del gioco delle bocce. La partecipaziene all’evento da parte dei cittadini è stata notevole come quella di personalità importanti della politica locale e provinciale, aumentando cosi la soddisfazione del nuovo gestore Ludovico Calimano e del Presidente del circolo ACLI Giancarlo Piaggi,che hanno accolto i presenti nella cornice dello storico locale, rinnovato in occa-

Partita la stagione al Teatro a RivanazzanoTrucco: “Puntiamo ad un programma molto vasto”Il 10 ottobre ha riaperto al pubblico il Teatro Comu-nale di Rivanazzano Terme pronto a portare in scena gli spettacoli per tutta la stagione 2009/ 2010. Esso fu costruito nella seconda metà dell’800 e adibito a sala polivalente della società contadina e dopo esse-re stato utilizzato come cinematografo fu poi chiuso per diversi anni .Dopo i lavori di ristrutturazione nel 2008 l’ attuale Amministrazione Comunale ne ha af-fidato la gestione all’associazione “ Artemusica”che ha delegato come responsabile della struttura il si-gnor Giorgio Trucco, al quale abbiamo fatto qualche domanda.Ci parli di “Artemusica, con quali scopi si è costi-tuita questa associazione?

“Quest’associazione si è costituita nel 2004 ed ha al suo attivo già sveriate manifestazioni e concerti tenuti da diversi nomi della realtà musicale regionale e lo-cale, visto che uno dei suoi obiettivi primari è proprio quello di promuovere e valorizzare le realtà del nostro territorio .Il suo scopo è quello di offrire un prodotto di buona qualità e di diffondere la musica attraverso le sue varie espressioni, promuovendone la diffusione in ogni sua forma ,ad esempio con la scuola di musica dove i ragazzi imparano a suonare strumenti musica-li, nonché la scuola di canto e la scuola d’arte”.Di che cosa si occupa l’associazione?“Organizza innanzitutto concerti e spettacoli e met-te a disposizione di tutti una scuola di musica con

l’obiettivo di poter coinvolgere i cittadini in un con-testo culturale che attraverso la musica possa offri-re l’opportunità di conoscere meglio e apprezzare il proprio patrimonio artistico-culturale”.Cosa prevede la stagione 2009/10 al Teatro di Ri-vanazzano Terme?“Abbiamo organizzato una stagione varia di eventi, o meglio abbiamo creato una serie di serate per sod-disfare tutti gli spettatori, alcuni spettacoli abbinano musica e poesia e perciò sono di carattere culturale, altri invece saranno di cabaret, ci saranno poi spet-tacoli di gospel,lirica e musica classica. Insomma, si può definire un teatro per tutti i gusti!”.Soddisfatto della stagione trascorsa 2008/09?“Si, ritengo sia stata soddisfacente riguardo la par-tecipazione del pubblico e spero che quest’anno mi-gliori ulteriormente avendo allestito un calendario ricco di eventi. Abbiamo aperto la stagione sabato 10 ottobre con il primo spettacolo dal titolo “ Ensemble Il Demetrio”che ha proposto una serata all’insegna della musica italiana strumentale del sei-settecento .Si proseguirà fino all’ ultimo appuntamento che si terrà l’8 maggio, ed inoltre nel bimestre febbraio/marzo ci sarà la rassegna provinciale del teatro dia-lettale”.Può darci alcune informazioni per i lettori, per quanto riguarda le prevendite e la scaletta degli eventi?“Certamente. Per le informazioni relative agli spet-tacoli e alla nostra associazione e per la prevendita potete trovare tutto sul sito dell associazione Arte-musica”.

Isabella Ferrari

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conseguente acquisto dei prodotti eno-gastronomici locali. L’ area di sosta,inoltre, si rivolgerebbe ad un pubblico vasto anche perchè esistono pubblicazioni e siti web che pubblicizzano le aree adibite a tali fun-zioni presenti in tutto il territorio nazionale: ciò non farebbe altro che conferire visibilità a Salice e a tut-to l’ Oltrepo’. Attualmente vengono nel nostro paese camper costretti a parcheggiare disordinatamente e con poca soddisfazione nelle vie del paese, privi di servizi e pertanto in minor numero di quanti potreb-bero essere nel caso in cui ci fossero aree attrezzate e funzionali”.E per quanto riguarda il parco giochi, quali sareb-bero i benefici?“Colmare una grande carenza salicese, poichè nel paese non esistono strutture del genere, salvo quella davanti alla scuola materna, peraltro dotato mise-ra, chiusa nei giorni festivi e dotata di giochi adatti soltanto a bambini molto piccoli. Dotando l’ area in questione di panchine e tavoli da pic nic, inoltre, atti-reremmo un pubblico maggiore rispetto a quello che attualmente frequenta la località”.Questa proposta l’ ha messa nel suo blog. Ha rice-vuto commenti?“Sì. Ho avuto il piacere di ricevere un sollecitante commento dalla rivista Plein Air, leader nel settore, che si è resa disponibile , nel caso della realizzazione dell’ area sosta, non solo di segnalarla, ma di fare un servizio dedicato alla nostra località. La rivista, nella persona del suo direttore editoriale, ha sottolineato come il turismo affidato ai veicoli abitativi sia espres-sione di una nuova frontiera della vacanza, capace di azionare un corretto rapporto con i luoghi, nonché

Viabilità a Salice: continuano a cambiare i sensi unici. Ma chi ci capisce più?

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Arrivano dal consigliere comunale di opposizone in seno al comune di Godiasco, Alberto Sorrentino alcu-ne proposte inviate al primo cittadino Anna Corbi. Ma ecco spiegate le richieste direttamente dal consigliere di “Uniti per Godiasco”. In che cosa consiste precisamente la sua propo-sta?“Si tratta di dare un’opportunità di valorizzazione tu-ristica a Salice, tramite la costruzione di un’area di sosta temporanea per camper e roulotte e di un parco giochi attrezzato di altalene insieme ad una pista di pattinaggio e skateboard e dotato di panchine, tavoli da pic nic e un adeguato sistema di illuminazione”.Ha già identificato un terreno destinabile a questo scopo?“Ritengo che la migliore ipotesi sia utilizzare quel terreno incolto confinante con il parco del Castelletto delle suore, attualmente di proprietà privata; data l’ inedificabilità, per il Comune dovrebbe essere possibi-le spendere una cifra modesta per acquistarlo, o addi-rittura potrebbe diventarne proprietario attraverso un atto di liberalità da parte dell’ attuale possessore”.Quali vantaggi ritiene l’eventuale realizzazione di questa proposta potrebbe portare al paese?“Per quanto riguarda l’ area di sosta per i camper, essa consentirebbe ai vari turisti che si muovono con questo mezzo di passare qualche giorno a Salice in un’ area adeguata e, pertanto, dotata di un paio di fonta-nelle per l’ acqua e di un pozzetto per lo scarico. La presenza di questi camperisti comporterebbe l’ allun-gamento della stagione turistica, in quanto è notorio che i loro itinerari coprono pressochè tutto l’ anno e che le loro propensioni sono l’ apprezzamento e il

è prevista anche la costruzione di una pista skate-board e bmx. A quale proposito?“Credo che richiamerebbero un pubblico vasto, poi-ché queste due tipologie di piste sono assenti nel cir-condario; ritengo che possano essere realizzate in modi e misure differenti, ma se attuate correttamente potrebbero consentire lo svolgimento di manifestazio-ni ed eventi relativi a questi sport”.Intende ufficializzare questa sua proposta?“Sì, penso di ufficializzarla all’amministrazione co-munale nei prossimi giorni, credendo e sperando di trovarmi finalmente di fronte un interlocutore interes-sato al rilancio di Salice. Per adesso, comunque, è sul mio blog www.unitipergodiasco.blogspot.com”.

Costanza Parlagreco

“Un’area di sosta per i camper ed un nuovoparco giochi”: ecco le proposte di Sorrentino

Alberto Sorrentino

in grado di tra-sformare un iti-nerario casuale in una presenza motivata e pro-grammata. Inol-tre, a suo parere, da me per altro condiviso, questi turisti hanno sì la loro abitazio-ne, ma si colle-gano con tutta l’altra offerta che la località che li accoglie propone”.Nella sua idea,

La viabilità di Salice Terme sembra destare grandi preoccupazioni alla precende ed al-l’attuale amministrazione comunale. Due vie in particolare sembrano da mesi in balia dei residenti che una volta chiedono una cosa e dopo che è stata attuata chiedono il ritorno al precendente senso di marcia. Una via su tutte: via Piumati. Per anni questa strada è rimasta percorribile da viale delle Terme verso viale Mangiagalli. All’improvviso, è stato modifica-to il senso di marcia su richiesta dei residenti, obbligando gli automobilisti ad uscire da Sa-

lice per poter tornare in centro. Quindi è sta-to invertito nuovamente e proprio nei giorni scorsi, nuovo cambio di direzione mandando in tilt gli automobilisti. Speriamo che ora sia stata trovata la soluzione definitiva. Ma pro-teste arrivano per questi cento metri di senso unico di Viale Mangiagalli: anche questo sen-so di marcia obbliga i residenti a monte del Don Gnocchi a fare chilometri per raggiunge-re le scuole. Chissà che magari anche i resi-denti che avevano richiesto questo cambio non pensino di fare marcia indietro. (a.d.)

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Isola pedonale a Salice: gli operatorituristici si dicono favorevoli se...

Da stabilire, ed è quello che si chiedono in molti se la chiusura del centro dovrebbe avvenire per 12 mesi all’anno oppure solamente nella stagione esti-va, per intenderci da maggio ad ottobre cioè quando a Salice vi è la maggior concentrazione di villeg-gianti.M sentiamo cosa ne pensano gli operatori.Andrea Massone, Gestore della Sala dei Gelati: “Non sono perfettamente d’accordo sulla realizza-zione dell’isola pedonale perché già in passato era stata proposta la medesima iniziativa e non aveva ottenuto grande successo. L’isola pedonale si addi-ce ai weekend estivi quando la gente può lasciare la macchina anche lontano, camminare e raggiungere il centro a piedi potendo mangiare un gelato in tut-ta tranquillità. Il problema vero è che lungo la via principale del paese no vi sono numerose vetrine e negozi sui quali soffermarsi. Quindi l’idea dell’iso-la pedonale a valutata attentamente”.Andrea Zambelli, dell’omonima pasticceria: “Il problema di Salice è che ci sono pochi parcheggi vicini al centro, pertanto l’isola pedonale rischie-rebbe di tener lontano non tanto i turisti quanto le persone che vi si recano per fare acquisti. Pensare la chiusura del centro è possibile, ma bisogna pri-ma di tutto individuare nuove aree di sosta per le auto e le navette che possano portano i turisti dai parcheggi al cuore della località termale”.Pier Augusto Camatti, edicolante: “Sono perfet-tamente d’accordo sulla realizzazione dell’isola

l’isola pedonale? “Direi a partire dall’ex Acli sino alla pizza dove è posizionata la fontana. Io la vedrei bene però solamente nella stagione estiva”.Bardo Raina, Responsabile dell’Hotel Milano: “Dico sì all’isola pedonale a Salice anche se la mia risposta potrebbe suonare strana visto che ho un albergo nel pieno centro della località. Credo che l’isola pedonale sia una cosa estremamente positi-va per Salice e ritengo che la chiusura del traffico alle auto in Salice non dovrebbe avvenire solo nel centro ma in tutta la località per contraddistinguer-ci dagli altri. Ci sono paesi in Europa che hanno adottato questo sistema di isola pedonale ed i risul-tati sono estremamente positivi. Se dovessimo fare credo che avremmo due riscontri positivi: il primo è che saremmo il primo paese totalmente chiuso in Lombardia alle auto e ci farebbe una gran pubbli-cità e poi perchè bisogna andare verso un turismo diverso che non è quello del rumore ma della tran-quillità”.Massimo Benedini, gestore della tabaccheria: “Fare l’isola pedonale a Salice? Sono favorevole purchè si studino a tavolino i modi e i tempi per la realizzazione dell’isola. Serve un tavolo rotondo con le forze dell’ordine e anche i commercianti e la giunta per valutare attentamente questa ipotesi che potrebbe accontentare tutti o quasi gli operatori tu-ristici. A mio avviso l’isola pedonale favorisce il tu-rismo e aiuta a vivere meglio nel centro di Salice”.

Alessandro Disperati

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pedonale, purchè sia continua e non occasionale. E’ vero che nei mercoledì che la via principale è rimasta chiusa per concedere spazio ai mercatini si è venduto poco, ma è altrettanto vero che durante la chiusura della strada si sono riversate in Salice migliaia di persone. Quindi se la chiuura del cuo-re della località porta un afflòusso così elevato di turisti ben venga l’isola pedonale, anche se a mio avviso è necessario indire un referdum tra la popo-lazione che avrà così la possibilità di far sentire il proprio pensiero civico.Roberto Lazzati, gestore de Il Barino: “Dico si all’isola pedonale! Perchè? Per il semplice motivo che quando la strada è stata chiusa al traffico ab-biamo visto per Salice riversarsi tantissima gente. Il problema però è che durante la chiusura al traffico se non si organizza qualche evento o manifestazione si rischia di realizzare l’obbiettivo solo parzialmen-te. Tutto l’anno o solo durante la stagione turistica? Senz’altro d’estate è necessaria l’isola pedonale, durante l’anno la si può fare ma ripeto solo se si abbina all’isola qualche manifestazione”.Piero Guaschi, commerciante: “ Sono favorevo-le all’isola pedonale. Credo che la chiusura del traffico di una parte di Salice porterebbe maggior turismo nella nostra località. Non essendoci l’as-sillo delle automobili ci sarebbe più tranquillità in centro e la gente potrebbe girare senza problemi. Sicuramente l’isola andrebbe a valorizzare il cen-tro”. In che zona sarebbe necessaria a suo avviso

Pier Augusto Camatti Bardo Raina Roberto Lazzati Andrea Massone Andrea Zambelli Massimo Benedini

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Fabio Riva: “Trasformeremo il Charitas in centro polifunzionale”

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Abbiamo incontrato in questi giorni il vice sindaco del Comune di Godiasco, Fabio Riva.Vice Sindaco Riva, che situazione avete trovato in Comune al momento del vostro insediamento?“Abbiamo trovato alcune opere pubbliche incompiu-te, che cercheremo però di ultimare nel più breve tem-po possibile, fra queste il completamento dei lavori di ampliamento del cimitero del capoluogo, la posa in opera dei cassonetti a scomparsa e la riqualificazio-ne della piazza di Salice”.Vinte le elezioni adesso la gente si aspetta da que-sta giunta, completamente nuova, tanti progetti ed iniziative: cosa rispondete?“Posso risponderLe che i primi mesi, com’è ovvio che sia, sono serviti a fare una ricognizione dello stato di fatto. Stiamo ora cominciando a sviluppare le idee espresse in campagna elettorale, e credo che, entro breve tempo si potranno vedere i primi risultati”.Viabilità a Salice Terme: avete in testa progetti particolari?“La viabilità di Salice Terme sarà oggetto di valu-tazione non appena saremo in grado di redigere il Piano Urbano del Traffico, anche se attualmente non esistono problemi che ci preoccupano in modo par-ticolare. Abbiamo appena invertito il senso unico di via Piumati, con grande soddisfazione di tutti i Sali-cesi che erano obbligati a fare il giro del paese per recarsi in centro”.E’ a favore o contro l’isola pedonale a Salice Ter-me?“Si parla da molto tempo dell’isola pedonale in Sali-ce Terme e personalmente non posso che essere favo-revole alla sua realizzazione. Dopo aver fatto tutte le valutazioni del caso, potrà essere proposto un perio-do di prova per arrivare ad una soluzione definitiva ed ottimale, non solo per i turisti ma anche e soprat-tutto per la cittadinanza”.Nell’immediato quali sono i progetti che porterete avanti?“Allo stato attuale le finanze non ci consentono gros-si investimenti. Abbiamo comunque la necessità di portare a termine i lavori già iniziati, come dicevo precedentemente, e poi, fra i primi progetti ci saran-no certamente le piazze di Godiasco e la copertura della tribuna del campo sportivo di Salice Terme”.C’è qualche progetto che le sta particolarmente a cuore e che vorrebbe venisse realizzato nel più breve tempo possibile?“Il progetto che più mi sta a cuore è vedere sfruttato il Centro E. Diviani nel suo complesso. E’ una strut-tura estremamente importante per il nostro Comune e per i nostri cittadini e personalmente ritengo debba essere gestita a favore della scuola, sia essa quella

portante all’ingresso del paese, che se ben riqualificata potrà aiutare a rilanciare l’economia locale”.Le Terme di Salice dovranno fare la parte del leone per il rilancio della località: cosa auspica a tal proposito? Avete avuto incontri con i vertici delle Terme per pro-porre qualcosa insieme?“Le Terme di Salice dovranno tor-nare ad avere il ruolo che spetta al-l’Azienda leader del territorio. Dal giorno della loro privatizzazione è la prima volta che si sente realmente parlare, da parte dell’azionista pri-vato, di un Piano industriale di ri-lancio serio ed attendibile. Abbiamo incontrato i vertici di Terme di Salice S.P.A. ed ottenuto la garanzia che en-

dell’obbligo che più semplicemente di tipo formativo-professionale. Il Diviani dovrà poi ospitare la biblio-teca civica e le Sedi delle nostre Associazioni”.Ad oggi nel comprensorio Godiasco-Salice manca un centro polifunzionale: il Centro Diviani potreb-be essere idoneo per riunioni o congressi?“L’attuale ed eventuale futura destinazione del Di-viani non preclude un suo utilizzo a favore di conve-gni o riunioni. Il giardino centrale, opportunamente coperto e risistemato, potrebbe offrire la soluzione ottimale per un centro polifunzionale in grado di ospitare convegni, riunioni, feste e rappresentazioni teatrali. A tal proposito posso confermare che ci stia-mo lavorando”.Viabilità a Godiasco: si pensava di deviare il traf-fico pesante fuori dal centro cittadino. Cosa ci può dire al proposito?“Un’opera tanto importante potrebbe essere rea-lizzata solamente da un Ente sovracomunale. Poter deviare il traffico pesante fuori dal centro cittadino, con una sorta di tangenziale, sarebbe estremamente utile, obbligando però il traffico leggero a continuare il percorso abituale di attraversamento del paese, che già soffre di carenza di turismo”.Le piazze di Godiasco sono fatiscenti e brutte da vedere: partirà presto un progetto di rilancio?“Come dicevo, una delle prime opere che cercheremo di finanziare sarà proprio la sistemazione di piazza della Fiera a Godiasco, anche in considerazione del-la volontà di alcuni Operatori economici di ristruttu-rare i propri esercizi commerciali. E’ una piazza im-

tro la fine dell’anno potremo vedere i primi progetti dei tanto auspicati investimenti, che daranno lustro non soltanto all’azienda ma all’intero territorio. Sarà comunque premura dell’Amministrazione Comunale informare la cittadinanza, magari attraverso un Con-siglio Comunale opportunamente convocato”.L’altra struttura importante del Comune è la Casa di Riposo Varni Agnetti, da poco tempo è scaduto il Consiglio di Amministrazione, avete provveduto a nominare i nuovi membri?“Il Comune di Godiasco ha nominato, quali membri in seno al nuovo Consiglio di Amministrazione del-la Fondazione Varni Agnetti, l’Avv. Elena Bellomo, il Geom. Vincenzo Pria e la Dott.sa Ilaria Fontana, quest’ultima eletta Presidente il giorno 15 ottobre all’atto d’insediamento del Consiglio. Colgo l’oc-casione per ringraziare il Parroco di Godiasco, Don Rino Mariani e i Consiglieri nominati dai Sindaci di Fortunago, Rocca Susella e Montesegale che hanno da subito condiviso la scelta di affidare alla Dott.sa Ilaria Fontana la carica di Presidente”.Com’è il rapporto tra il Comune di Godiasco e quello di Rivanazzano?“Il rapporto tra le due Amministrazioni Comuna-li è certamente ottimo, improntato sulla stima e la reciproca correttezza, anche grazie alla persona-le amicizia che da molto tempo mi lega al Sindaco di Rivanazzano Terme, Romano Ferrari. La Giunta di Rivanazzano è da sempre vicina alle esigenze di Salice Terme, e grazie all’impegno profuso dal Sin-daco in persona vedremo presto realizzata la tanto attesa rotatoria all’ingresso di Salice, sull’ex statale del Penice, il cui territorio ricade in Comune di Ri-vanazzano Terme. Le due Amministrazioni hanno poi unitamente provveduto ad asfaltare il tratto iniziale di via E. Fermi, in località Salice Terme, e stanno la-vorando su altri importanti progetti a confine dei due Comuni”.

Alessandro Disperati

Fabio Riva

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La minoranza scende in campo e propone“Il Charitas? Vendiamolo alle Terme”

della Regione Lombardia.I consiglieri di opposizione sottolineano: “Nel pro-gramma del gruppo consiliare di maggioranza e del-la lista “progetto Comune” si prevedeva di unire i due ordini di scuola, Infanzia e Primaria, per farne un unico Polo Scolastico. L’ipotesi di riunire le due scuole ci trova favorevoli, ma riteniamo che si pos-sano percorrere altre strade, anche perché la riuni-

“Vista la sua ubicazione, adiacente al Nuovo Hotel Terme, tenendo presente che vi sono diciassette ca-mere completamente arredate, la prima considera-zione da farsi è quella di verificare se esiste un inte-resse da parte della dell’Azienda Terme di Salice spa ad acquisire la struttura “Diviani”, nell’ambito del programma di investimenti più volte annunciati sulla stampa dall’Amministratore delegato della Società. Il complesso Diviani attualmente pare più funzionale ad una destinazione alberghiera e termale”.Ed al sindaco di Godiasco cosa chiedete espressa-mente? “Se ritiene opportuno promuovere un pubblico di-battito, in sede consiliare, alla presenza degli Ammi-nistratori delle Terme di Salice spa, e dei cittadini interessati al fine di raccogliere sulla nostra proposta tutte le opportune indicazioni e suggerimenti e quindi di porre all’ordine del giorno del prossimo consiglio la nostra interpellanza”

Alessandro Disperati

GODI

ASCO

Interpellanza relativa al Centro Eu-genio Diviani di Salice Terme da parte dei consiglieri di opposizione del Comune di Godiasco con a capo Graziella Zelaschi. Proprio in queste ore l’opposizone ha inviato al sindaco Anna Corbi Guado un’interrogazione per conoscere il futuro di quella strut-tura, l’ex colonia elioterapica, lascito del Dr. Eugenio Diviani, che l’aveva realizzata a favore dei bambini disa-giati, passata in proprietà al Comune di Godiasco a seguito di disposizioni

Graziella Zelaschi

superiore; sarebbe pertanto opportuno ripensare an-che ad un diverso utilizzo della struttura, così come oggi è configurata, previa le necessarie autorizzazio-ni della R.L.”In sostanza?

L’11 novembrec’è la fiera diSan MartinoMercoledì 11 novembre dalle ore 8,00 alle ore 18,00 l’amministrazione comunale di Godiasco organizza in collaborazione con le associazioni godiaschesi, la tradizionale fiera di San Martino. Durante la giornata saranno presenti bancarelle, animali della fattoria, trattori d’epoca ed il merca-tino contadino “Vien dalla Campagna”. Nell’ora di pranzo le associazioni godiaschesi, presenti nella piazza Antonio Cagnoni, promuoveranno degustazioni varie. Una importante iniziativa che farà rivivere la tradizionale fiera di San Martino che un tempo segnava la fine dell’anno agricolo.

Giovani Oltre è la nuova Associazione pensata e voluta da un gruppo di cittadini godiaschesi e salicesi, in preva-lenza giovani che amano la propria terra e desiderano dare un contributo di idee e di impegno per favorirne lo sviluppo sociale ed economico. Le comunità, grandi e piccole, hanno tutte bisogno di ricevere stimoli e linfa sia dai singoli cittadini, sia da gruppi di persone associate che condividono finalità, idee, proposte. Giovani Oltre è nata proprio per valo-rizzare il senso di appartenenza a un territorio che può guardare lontano e vincere le sfide del futuro. E’ una As-sociazione di giovani capaci di mettere in campo pas-sione, volontà e fiducia nella possibilità di percorrere strade di impegno sociale, ma anche di svago, di diver-timento e di esperienze culturali con curiosità e apertura verso il “mondo”. Ma è anche un’Associazione in cui il rapporto fra le generazioni è importante e le esperien-ze sono messe in comune con il gusto e il piacere di vivere relazioni ricche di significato. “La possibilità di un vero “incontro” fra diverse generazioni è il valore aggiunto di Giovani Oltre” ci ha detto Graziella Ze-

Nasce il Gruppo Oltre: sono i giovani impegnati in politicaZelaschi: “Valore aggiunto per il territorio”

laschi, promotrice e madrina dell’Associazione.”Sono davvero molto contenta di questa nuova realtà e di veder concretizzata un’ idea che avevo in mente da tempo. Ma adesso l’idea cammina sulle gambe di giovani motivati, ricchi di ideali e capaci concretezza, che sanno guardare oltre gli orizzonti dei campanili”. Il presidente è Fabio Malaspina, segretario Fabrizio Ro-landi. Fanno parte del direttivo Fabio Torlaschi, Luca Mei-sina, Rino Rizzotti,Barbara Pedemonte, Selene Mantoan, Piero Andrea Aresu, Luca Berogno; revisori dei conti, ol-tre a Zelaschi, Daniele Volpe e Francesca Valdetara.

ficazione nella suddetta struttura, comporterebbe comunque costi notevo-lissimi per le necessarie trasformazioni”.Che alternative sugge-rite?“Il patrimonio lasciato in eredità dal Dr. Di-viani e successivamente passato in proprietà al Comune di Godiasco era cospicuo, ma ora, grazie agli interventi di ristrut-turazione, ha acquisito un valore di gran lunga

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L’apertura del Museo dell’Artiglieria di Voghera è un’occasione per fare conoscere ai giovani, e non solo, un mondo eroico ed una testimonianza storica che deve ritornare attuale. Angelo Vermili, Presidente dal Novembre del 1994, ci racconta con una certa no-stalgia stralci della Seconda Guerra Mondiale, fino ad arrivare ai giorni nostri. Lei fa parte dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, mi vuole indicare in cosa consiste esserne soci?«Innanzitutto, ne fanno parte tutti gli appartenenti all’Arma dell’Artiglieria in servizio ed in pensione. Vengono promossi raduni periodici ed attività ricrea-tive e culturali, a beneficio di noi soci e delle nostre famiglie. La nostra è un’Associazione no profit ed è una sezione distaccata di quella di Pavia. Siamo al-l’incirca 25 soci». Da quanti anni esiste questo Museo?«Dal 1994».Cosa contiene al suo interno?«Racchiude un importante pezzo di storia. Al suo interno sono racchiuse fotografie, medaglie appar-tenenti alle due guerre, vari copri capi ed armi. Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda le divi-se esposte. Nel corridoio principale, infatti, troviamo la divisa del Generale Aldo Perinati (Paracadutisti), quella del Generale Bruno Grazioli (Artiglieria Leg-gera), del Vice Questore Mauro Zampiero, dell’Ex Comandante dei Vigili del Fuoco Perotti Cav. Luigi. Non mancano nemmeno l’uniforme simbolo del Vi-gile del Fuoco di Voghera, della Polizia Urbana, del Dott. Tizzoni (11 Artiglieria Leggera Cremona), di Cecconello (Alpini), dell’Ammiraglio Giuseppe Ca-ridi (Comandante Mediterraneo Nato), di Loris Zu-nino (Luogotenente Artiglieri), di Dino Allerino e di Giuseppe Rizzon (Comandante Porto Veneto)».Questi oggetti a che periodo storico risalgono?«Ci sono, per esempio, un fucile del ‘700, baionet-te appartenenti al ‘500, al ‘700 e all ‘800. Una di queste risale alla Battaglia di Montebello del 1859, altri oggetti sono importanti testimonianze delle due passate guerre».A chi è venuta l’idea di raccogliere questi cimeli?«Questa idea è venuta a me e al Luogotenente Zuni-no, invece è stata volontà di mia moglie fondare que-sto Museo, perché ci fosse un luogo che raccogliesse insieme testimonianze e ricordi delle maggiori armi dell’Esercito Italiano».A chi appartiene prevalentemente tutto quello che vediamo esposto?«Per la maggior parte a me e al Maresciallo Zunino. Quello che non è stato introdotto da noi, è stato ac-quistato nei mercatini locali o ci è stato gentilmente donato».Quando può essere visitato?«Può essere visitato ogni giorno, previo appuntamen-to».Secondo lei, questo Museo è largamente conosciu-

Il museo dell’artiglieria di Voghera:“Per non dimenticare un passato glorioso”

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to?«Non credo, mi piacerebbe che ottenesse maggiore visibilità. Il nostro desiderio sarebbe quello di po-tenziare e di riunire le poche sedi rimaste in Italia. Tra 10 anni temiamo in un tramonto definitivo della nostra realtà».I giovani che si avvicinano alla vostra realtà, come reagiscono alla vista del Museo?«Guardano con stupore e meraviglia. Alle volte fanno qualche domanda, ma in ogni caso credo che in po-chi conoscano gli avvenimenti del passato».Quali incontri si ricorda con maggiore fierezza?«Sicuramente l’incontro con Ciampi, Scalfaro, Tavia-ni, On. Scajola ed il Console russo Kolombet».Ora parliamo della sua carriera militare.«Inizialmente entrai nell’Arma della Cavalleria, poi scelsi di entrare a far parte dell’Artiglieria Pesante a Pordenone».Fine anni ’50, anni 2000. Che differenza ritrova tra il servizio militare di allora e quello attuale?«Ai miei tempi, essere militari significava essere ami-ci e condividere soldi, sigarette e trovate per evitare al compagno spiacevoli punizioni. Nei giovani d’oggi non credo esista più alcun divertimento e passione in questo servizio. Non sussistono più gli ideali e gli stimoli di una volta. Sarebbe meglio ritornare alla leva obbligatoria, perché fortifica e rinvigorisce fisi-camente e mentalmente il ragazzo».Inevitabile è il discorso legato alla guerra passata e presente. Che ricordi ha di quel periodo?«Quando è scoppiato l’ultimo conflitto mondiale ero un bambino. Mi ricordo dell’enorme paura che si provava al solo passaggio dei carri armati in pae-se. Positivo, invece, è il pensiero dei partigiani Mi-noli detto Leonardo (Colonnello di Voghera), Cesare Pozzi detto Fusco (Comandante di Santa Maria della Versa) e Franco Quarleri (sottoposto di Minoli, fuci-lato nei pressi del sottopassaggio di Voghera, presso il quale giace una lapide in suo onore). Oggi è cam-biata l’attrezzatura militare ed il modo di distruggere i territori invasi. In un minuto viene raso al suolo un centro abitato».Nella mentalità comune esiste ancora la volontà di commemorare i morti in guerra?«Per noi di una certa età, che veniamo da guerre vissute in prima persona, si. Nei pensieri dei giovani non credo ci sia posto per questo tipo di ricordo».Da chi è composto il vostro Direttivo?«Presidente Angelo Vermili, Vice Presidente Mare-sciallo Loris Zunino, Giuseppe Tizzoni Sergente Arti-glieria Leggera, Vermili Aldo Alpini, Segretario Ales-sandro Sabio, Agostino Marinaro, Fratina Michele,

Camillo Olindo, Roberto Patrese, Cesare Barbieri, Domenico Dedomenici, Rocco Nicolacci. Filippo Bina, Maggiore Luciano Bonino, Tasso Dott. Augu-sto, Marco Terani, Finotti Maurizio, Enrico Massa, Giorgio Massa e Giuseppe Gelsomino».L’Arma dell’Artiglieria, attualmente che impor-tanza ricopre all’interno dell’Esercito?«Ancora oggi funge da Protezione Militare. Un tem-po gli artiglieri viaggiavano a cavallo, oggi ci sono i carri armati».C’è qualcuno che sente di ringraziare, in modo particolare?«La Sig. ra Bruna Ferrari in Grazioli e la Sig. ra Pe-rinati, che si interessano da sempre alla nostra realtà militare, al Vice Questore della Polizia di Stato Mau-ro Zampiero e all’Ispettore Superiore della Polizia di Stato Fabrizio Scabini, che hanno cordialmente ac-cettato il mio odierno invito».

Valentina Sgorbini

Alcuni dei cimeli racchiusi all’interno del museo di artiglieria di Voghera

Angelo Vermili

Foto di gruppo per i

responsabili e ‘amici’ del

museo

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Il peperone di Voghera chiude l’anno in crescita: “Stagione da record”Il 2009 è stato un anno importante per il peperone di Voghera che ha ottenu-to la DECO (Denominazione Comu-nale) cioè il marchio di prodotto di qualità locale. Un riconoscimento che testimonia e gratifica il lavoro svolto da quattro anni da un gruppo di pro-duttori, trasformatori, commercianti e sostenitori che hanno recuperato l’antica e famosa varietà dell’ortaggio vogherese che nel secolo scorso ave-va avuto notorietà in tutto il territorio nazionale per le sue eccezionali quali-

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tà organolettiche che si traducono in una inimitabile digeribilità e capacità di mantenere la fragranza, se conservato sott’aceto, anche per diversi mesi.L’operazione è stata possibile grazie al supporto scientifico di tre enti qualificati quali l’ITA Gallini di Voghera, l’Istituto di Ptologia vegetale dell’Universi-tà di Milano e il CRA (centro di Ricerca Agraria) di Montanaso Lombardo (LO) attraverso l’interesse di-retto dei professori Mario Zefelippo, Sergio Quadroni e Giuseppe Nervo.La cordata dei fautori del ritorno del peperone di Vo-ghera si è trasformata nel marzo del 2008 nell’Asso-ciazione di Tutela e Valorizzazione del prodotto, de-nominata in forma abbreviata “PepeVo”. Presidente è il prof. Pier Luigi Megassini che ha inoltre curato la commercializzazione del prodotto, recuperato alla sua storica qualità, sottoscrivendo un accordo con l’Iper Montebello a cui è stata affidata l’esclusiva della ven-dita. Buoni i risultati di vendita nel 2008 e ottimi nel 2009 quando il quantitativo ha superato i cento quin-

tali di prodotto fresco che hanno interessato non solo il centro di grande distribuzione di Montebello ma anche gli iper di Serravalle Scrivia, Tortona e Cremona dove il peperone di Voghera ha sollecitato una apprezzabile domanda a dimostrazione del fatto che la sua fama in passato era arrivata anche in quella zona e oggi la me-moria esercita ancora un richiamo molto forte.Accompagnano la vendita del prodotto fresco anche alcune iniziative di trasformazione e conservazione del peperone che si traducono nella preparazione di alcune linee di conserve, marmellate, sughi e natural-mente sott’aceto volute e seguite da alcuni soci della Pepavo e che permettono all’ortaggio di garantire la sua presenza sulla tavola dei consumatori anche dopo la raccolta naturale.Si tratta di un’operazione globale che intende ripristi-nare le antiche tradizioni contadine che sfruttavano la degustazione dell’eccezionale ortaggio in tutte le sue applicazioni culinarie e di fatto per tutta la durata del-l’anno. Peperonata e risotto, involtini e ripieni sono i piatti più noti che ancora oggi possono essere apprez-zati grazie al ritorno di questa singolare varietà loca-le che è tornata ad essere una preziosa vocazione del territorio.Il peperone di Voghera riprende il suo viaggio nella strada della qualità, del mangiar sano e bene e lo fa grazie alla caparbietà e oculatezza con cui l’Associa-zione segue ogni tappa del suo percorso di riqualifica-zione accompagnandolo con il contributo degli esperti che ottimizzano ogni segmento operativo. Un procedi-mento controllato e progressivamente proteso al rag-giungimento di traguardi sempre migliori nel rispetto della trasparenza e soprattutto dell’informazione.

“Non trascuriamo mai – commenta il Presidente Megassini – di fornire ai consumatori tutte le notizie necessarie sul prodotto, sulle sue qualità organoletti-che, sulla sua commetsibilità, sulle sue applicazione e sulle possibilità sia di trasformazione che di conser-vazione.- E’ per questo che normalmente con il pro-dotto vengono offerte all’acquirente dépliant, ricette e materiale illustrativo che lo scopo di aiutare la gente a scegliere gli alimenti con una minima competenza e non solo, quindi, di farsi guidare dalla “vista”, cioè di comprare prodotti esteticamente belli e attraenti”.Il peperone di Voghera ha una struttura forse meno appagante di altre varietà note sui mercati, ma le sue connotazioni in termini di digeribilità, genuinità e conservazioni non temono concorrenza.

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In Italia, le Società Operaie di Mutuo Soccorso na-scono specialmente nel Centro Nord, a partire dalla prima metà dell’800. Modello di riferimento sono le Friendly Societies inglesi e il Secours Mutuel fran-cese, operanti già nel ‘700. Nel 1862 le Soms attive sul territorio nazionale sono ben 443. Obiettivo prin-cipale è quello di attuare il mutuo soccorso a favore dei soci nonché il miglioramento economico, morale e culturale. Ora, lasciamo la parola al manovale sotterraneo, come si definisce lo stesso Vittorio Pini, Presidente dal Giu-gno del 2006 della Soms di Voghera e analizziamo insieme le linee guida di questa storica struttura.Che cos’è la Soms?«La Società Operaia di Mutuo Soccorso è una strut-tura storica della società Vogherese. Nacque nel 1851 con lo scopo di dare aiuto a chi tra i soci aveva mag-giormente bisogno, attraverso un fondo costituito dai contributi mensili versati dagli iscritti. Oggi è un or-ganismo che sviluppa ancora importanti attività cul-turali e sociali, nonostante la carenza di un sostegno legislativo. Infatti, la vita delle Società di Mutuo Soc-corso è regolata dalla sola legge istitutiva che risale al 1886. Solo ora, per effetto del cosiddetto Decreto taglialeggi, verrà varato un provvedimento che do-vrebbe ridefinire ruolo e prerogative». Quando è nata la Soms di Voghera?«Come dicevo, nel 1851. In un periodo di grande trasformazione e sviluppo urbano: vengono infatti costruiti in quegli anni il nuovo Ospedale, il Teatro Sociale, la Caserma di Cavalleria e il nuovo Palazzo Comunale». Qual’è lo spirito, o meglio, quali sono gli ideali sui quali poggia l’Associazione?«Su un principio molto semplice e più che nobile: dare aiuto a chi ne ha bisogno, attraverso un capitale costituito dai versamenti di tutti. Non a caso, sin dal 1886, la Soms di Voghera è stata riconosciuta Ente Morale con Regio Decreto. Gli associati, peraltro, dovevano astenersi dal gioco d’azzardo e dalla fre-quentazione delle osterie. Oggi la Soms si basa sulla cultura e sulla solidarietà. Grazie alle conquiste del movimento dei lavoratori, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, si è realizzato quello che oggi si chiama Welfare. Realizzando un sistema pensioni-stico e previdenziale pubblico e per tutti, il ruolo delle Soms si è molto ridimensionato. Compito degli attuali amministratori è quello di realizzare una nuova soli-darietà per il terzo millennio, individuando i nuovi bisogni della società per dare a questi una risposta solidaristica». Chi e come ci si può associare?«Chiunque può aderire, purché abbia compiuto i 18 anni d’età. Non esistono limiti di fede, di razza o di residenza. Annualmente il costo della quota d’iscri-zione è di soli 12 Euro. Tale quota dovrà però esse-re adeguata, perché troppo bassa se commisurata ai servizi e alle agevolazioni che il socio può avere. Stia-mo tuttavia ridefinendo anche questi punti. Per esem-pio, avviando il sostegno allo studio (attraverso borse di studio). Per legge, dobbiamo erogare pensioni, la cui entità è però anacronistica e superata (o meglio andrebbe ripensata). Abbiamo poi convenzioni che danno speciali agevolazioni ai Soci Soms presso la Banca Popolare di Sondrio e con il Centro Dentisti-co S. Giorgio, che ci pratica uno sconto del 20%. Il benefit più appariscente, istituito quest’anno, è però l’ingresso scontato al Cinema Arlecchino per i film e gli spettacoli teatrali». Quanti associati siete?«Siamo in 428».Ci spieghi quali attività ed organi contiene al suo interno la Soms.

«La Soms è proprietaria e gestore del Cinema-Teatro, costruito nel lontano 1914 e che prese il nome di Ar-lecchino nel 1965. Fu il primo e oggi rimane l’unico locale cinematografico. Siamo orgogliosi di proporre una programmazione sia filmica che teatrale di note-vole livello. Disponiamo, inoltre, di 48 Case Operaie presenti nel cuore della città. Queste ultime sono un importante esempio dell’edilizia popolare degli ini-zi del ‘900 e vengono assegnate in affitto ai soci, a condizioni agevolate, rispetto ai canoni richiesti dal mercato immobiliare. Gli alloggi vengono assegnati in base ad un regolamento (oggi in fase di revisio-ne) nel quale vengono utilizzati particolari indicatori quali il reddito, il carico famigliare e le condizioni economiche. Infine, il Circolo Culturale lo Stanzone, nato per volontà di giovani vogheresi del secondo dopoguerra. Nel 1954 il circolo venne integrato alla Soms. Da sempre, quest’ultimo promuove mostre, di-battiti, musica jazz, rassegne fotografiche. Ricordo che il Circolo e il Cinema – Teatro, possono essere utilizzati da Associazioni, gruppi di cittadini, scuole ed enti che ne facciano preventiva richiesta».Il Teatro Arlecchino è l’unico cinema rimasto a Vo-ghera. Rispetto alla vicina Multisala di Montebel-lo, cosa può offrire?«L’Arlecchino, come ha ricordato lei, è l’unico Teatro rimasto in città. Dal canto nostro stiamo cercando di avvicinare il più possibile i bambini, i giovani e gli anziani, proponendo prezzi molto competitivi. Offria-mo buona qualità a basso prezzo. Non dimentichia-moci, che nel 2006 in tutta Italia, 80.000 sale cinema-tografiche hanno visto la chiusura». Come sono i rapporti con l’amministrazione co-munale?«Col Comune abbiamo un rapporto assolutamente positivo. In questi ultimi tre anni (e speriamo anche per l’anno venturo) abbiamo realizzato rassegne per l’amministrazione comunale, come cartoni animati per i bambini ogni domenica (ingresso libero per i piccoli e per gli accompagnatori 2 Euro), così come l’ingresso a prezzi di assoluta promozione per gli over 60 alla domenica e per gli under 30 al venerdì». Quali sono stati i vostri più grandi riconoscimenti e che iniziative state promuovendo?«Per ciò che concerne la sfera dei riconoscimenti, da anni collaboriamo con l’amministrazione provincia-le che utilizza il cinema ed il teatro per trasmettere alle scuole film e spettacoli. Vantiamo come nostri soci onorari il Conte Lucchino Dal Verme ed il Prof. Giuseppe Calandra. Nel 2008, abbiamo vinto un im-portante premio promosso dall’Agis Nazionale, in-

ne, all’immagine, all’innovazione e alla gestione del sito internet, Carlo Schiavi Tesoriere, Marcella Bar-bieri, Carlo Bernini, Antonietta Bottini, Angelo Gerli, Fabrizio Nesi ed Angiolina Sensale». Cosa vorrebbe fare per il futuro dell’Associazio-ne?«Vorrei ammodernare la Soms, riqualificarla cultu-ralmente e risanarla dal punto di vista strutturale. In cantiere c’è il progetto di far divenire il Teatro Arlec-chino un centro polivalente ed una piccola multisala. Per quanto riguarda le Case Operaie, mi piacerebbe che divenissero l’epicentro di una nuova politica del-la casa e un nuovo modo di considerare la concezione della socialità. Non manca la volontà di avvicinare maggiormente i giovani e tutti coloro che vogliono proporre nuovi modi di fare cultura. Prossimamente attiveremo un Laboratorio Teatrale e continueranno gli appuntamenti con la musica Jazz». Che cosa rappresenta per lei questa struttura e cosa invece rappresenta, in generale, per la città di Voghera?«Per me la Soms è il mio nido culturale, il posto dove da bambino venivo a vedere i primi cortometraggi, insieme a mio padre. Il luogo dove presi il mio primo libro in prestito e in cui partecipai a molte attività cul-turali, alle quali devo la mia formazione personale. Per i Vogheresi, invece, ha rappresentato la maggiore istituzione dal punto di vista sociale ed economico, tanto che i Presidenti della Soms diventavano Sindaci della città e viceversa. Oggi può invece essere consi-derata una testimonianza fondamentale ed un punto di riferimento, per coloro che vogliono sviluppare in città, una cultura che non sia quella banale delle reti televisive». Valentina Sgorbini

Soms di Voghera, parla il presidente Pini“Intendiamo riqualificare la struttura”

Vittorio Pini

titolato Schermi di Qualità. Stiamo sostenendo un’iniziativa promossa dalle associazioni Insieme e Dimba-lente, per raccogliere i fondi necessa-ri alla costruzione di due scuole nel Senegal».Qual è la vostra composizione?«L’attuale Consiglio di Amministra-zione, eletto dall’Assemblea dei Soci il 21 Giugno 2008 con un mandato triennale, è così composto: Vittorio Pini Presidente, Irene Sorrentino Vice Presidente, addetta alla comunicazio-

Ecco quali sono gli appuntamenti, che il Teatro Arlecchino di Voghera ha allestito per la stagione teatrale 2009/2010. Martedì 17 Novembre, si apre il sipario con Mai più Soli (con Angela Finoc-chiaro e Daniele Trambusti), lunedì 14 Dicembre è la volta di Miserabili. Io e Margaret Thacter (con Marco Pollini e i Mercanti Di Liquore). Il nuovo anno incomincia con Riccardo III, per poi lasciare spazio il 2 Febbraio a Il Misantropo. Il 15 di Febbraio verrà rappresentato Canto per Vanzetti, il 2 Marzo Le Nuvole ed il 23 Marzo Aspettando Godot. Passando al mese di Aprile, precisamente il 6, verrà allestito L’Aggancio (con Fausto Russo Alesi e Mariangela Granelli) ed il 13 Mistero Buffo (con Paolo Rossi). Il 4 Maggio chiude l’intera stagione teatrale Il Dio Bambino (con Eugenio Allegri). Tutti gli spettacoli si ter-ranno presso il Cineteatro Arlecchino e inizieran-no alle ore 21:00.

Il programma dell’Arlecchino

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Cascina Rossago: dove si cura l’autismo“Obiettivo riabilitazione dei giovani”L’autismo è una sindrome di natura neurologica che porta l’essere uma-no ad avere disabilità complesse e si manifesta nella prima infanzia du-rante la quale il bambino autistico è seguito, ma con l’andare del tempo e l’arrivo dell’età adulta quest’ultimo e la propria famiglia molto spesso vengono abbandonati.Il nostro terri-torio presenta una struttura che ospita persone adulte affette da autismo e utilizza diversi metodi mirando al mi-glioramento delle capacità di adatta-mento di queste persone e anche delle

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loro condizioni di vita: stiamo parlando di Cascina Rossago,nata nel 2002 e situata a San Ponzo nel co-mune di Ponte Nizza con tutte le caratteristiche di una comunità agricola,all’interno della quale i pazienti svolgono diverse attività a contatto con la natura e di integrazione con la comunità circostante. Per saperne di più abbiamo intervistato la Dott.sa Stefania Ucelli, direttrice del centro.Dottoressa, può illustrarci com’è strutturata Ca-scina Rossago e quanti pazienti ospita?“Si tratta di una comunità agricola e dal punto di vi-sta amministrativo è una residenza sanitario assisten-ziale per disabili (R. S. D.) accreditata dalla regione lombardia che ospita 24 persone adulte affette da au-tismo, tra cui cinque donne. I nostri pazienti presenta-no disabilità molto gravi, alcuni non utilizzano la pa-rola molti altri invece soffrono anche di epilessia”.Può spiegarci quali sono le caratteristiche specifi-che dell’autismo?“E’ una malattia che colpisce la comprensione socia-le della persona, la capacità di comprendere le regole della società e di parteciparvi. Anche quei pazienti dotati di parola utilizzano un linguaggio non interat-tivo, parlando ad esempio in terza persona, ma sono individui che posseggono quelli che sono stati definiti degli “isolotti di capacità”, cioè delle aree sviluppate in maniera straordinariamente superiore rispetto al resto. Sono poche le persone che le posseggono e che

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e a volte per qualche attività particolare è presente un maestro ad opera come ad esempio per quanto ri-guarda la ceramica, ma in generale gli operatori si reciclano nelle varie attività perché il nostro meto-do si basa sul rapporto sociale e nel svolgere tutte le discipline e attività insieme. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto perché vediamo che gli ospiti mi-gliorano sempre piu e col tempo acquistano l’idea di un ruolo sociale”.Che eventi organizzate per far conoscere la strut-tura e la malattia al di fuori?“Spesso ci invitano a partecipare a convegni sull’au-tismo e riceviamo inoltre molti gruppi rappresentativi di progetti simili o di educatori in visita presso la ca-scina e tutto ciò è più che salutare per i nostri ragazzi che si aprono alla realtà esterna”.Progetti ed iniziative per il futuro?“Un progetto in collaborazione col GAL ( Gruppo di Azione Locale) di Varzi è quello di migliorarci sempre più per raggiungere a tutti gli effetti le caratteristiche di una fattoria, cioè di aumentare le attività agricole e di allevamento con una apertura sempre maggiore sul territorio. Un altro progetto è quello di ingrandire la struttura visto che la domanda è alta”.

Isabella Ferrari

Due vedute di Cascina Rossago

possono raggiungere livelli di genialità simili a quel-lo di “Rainman”, film in cui il personaggio autistico venne interpretato da Dustin Hoffman, e posso dire che tutti i nostri ospiti posseggono queste isole di ca-pacità rispetto al loro sviluppo.Noi puntiamo proprio su queste per creare un percorso di riabilitazione, un progetto di vita in base ai loro gusti alle loro capacità e motivazioni, perché questi riescano a svolgere un lavoro alla loro portata”.Non esiste una cura specifica?“Non esiste assolutamente una cura farmacologica, anche se i farmaci vengono utilizzati come anti epi-lettici o stabilizzatori dell’umore, ma non hanno una funzione curativa”.Il personale da chi è composto?“Nella nostra struttura operano un infermiere, diver-si educatori ed OSS, operatori socio sanitari che la-vorano in gruppo”.Che compiti svolgono?“I compiti del personale sono flessibili in quanto in questa struttura la riabilitazione consiste nel svolgere attività quotidiane come ad esempio curare il frutteto, l’orto o in stalla, oppure utilizzare il laboratorio di ceramica . Tutto ciò viene seguito e svolto dal per-sonale di tipo assistenziale che ho nominato prima

Il Coro della Comunità montana dell’Oltrepò Pavesea Bottrighe per un entusiasmante gemellaggioDomenica 11 ottobre, a Bottrighe (Ro), il “Coro Comunità Montana Oltrepò Pavese” (COMOLPA) e il Gruppo Corale Folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia” , hanno siglato l’incontro di ritorno del gemellaggio tra i due gruppi, stipulato a Varzi nell’ottobre del 2007. La delegazione dell’Ol-trepò era rappresentata dalla dott.ssa Marina Casari-ni, Sindaco di Montalto Pavese e Assessore alla Cul-tura della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, dal sig. Marco Nicora, delegato dal Sindaco di Varzi e dal sig. Claudio Fascioli, delegato dal Sindaco di Bagnaria. Ad accogliere la delegazione oltrepada-na, composta da 54 persone, c’erano il Sindaco di Adria, Massimo Barbujani, i Consiglieri Giuseppe Cotalini e Luciano Fantimati, ed il Presidente di Bancadria, Giovanni Vianello; ad essi, per lo spetta-colo del pomeriggio si sono uniti la Presidente della Provincia di Rovigo, Tiziana Virgili, il Consigliere Asac Giorgio Ferrari e l’Assessore alla cultura del Comune di Cavarzere, Enzo Salmaso. Nella sala polivalente “Loris Cominato”, alla firma del docu-mento da parte di Roberto Marangoni, Presidente

del Gruppo Ospitante e da Eraldo Pedemonte, Vice presidente e Direttore del COMOLPA, sono segui-ti gli interventi dei rappresentanti Istituzionali e il tradizionale scambio di doni; il COMOLPA ha poi

accompagnato la S. messa con i propri canti e tutta la delegazione è stata ospitata ad un ricco pranzo so-ciale presso il “Rifugio Bontemponi”. Nel pomerig-gio, dopo una breve visita guidata al Delta del Po e alla Città di Adria, i due Gruppi si sono esibiti in un concerto a sala gremita. Il gemellaggio, come recita il documento siglato, è basato sui principi di amici-zia e fratellanza ed è volto alla reciproca conoscenza degli usi e costumi locali e del patrimonio culturale e turistico nel campo della musica e delle tradizioni del Delta del Po Veneto e dell’Oltrepò Pavese. Sia il COMOLPA che tutti gli accompagnatori sono rima-sti entusiasti per la splendida accoglienza ricevuta, nonché per la simpatia e la cordialità che hanno ca-ratterizzato tutta la giornata. E’ stata una circostan-za vissuta in alta sintonia, a riprova della vicinanza socio-culturale dei due territori e, tra i rappresentanti dell’Oltrepò, si è subito fatta luce l’idea di lavorare per ospitare già nel prossimo anno il Gruppo Corale Folkloristico “Bontemponi e Simpatica Compagnia” nel territorio oltrepadano, per una nuova, indimenti-cabile giornata.

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Giuseppe Daglia, assessore con delega alla vigilanza e viabilità del Comune di Ponte Nizza, ma soprattutto quale giu-rista ed operatore del diritto, abbiamo rivolto qualche domanda al fine di ave-re maggiori chiarimenti sulla direttiva con cui il Ministro Roberto Maroni ha disciplinato l’uso degli strumenti di misurazione della velocità, c.d. auto-veloxAssessore: quali sono gli obbiettivi della direttiva?“La direttiva firmata dal Ministro Ma-roni, con il relativo allegato contenen-te il protocollo operativo, persegue essenzialmente due obbiettivi: il pri-mo obbiettivo consiste nel disciplinare l’utilizzo degli strumenti di rilevazione della velocità, al fine, di evitare gli abusi e le truffe che si sono verificate nel recente passato, con un occhio di riguardo ad una maggiore tutela del-la privacy; il secondo obbiettivo, di carattere preventivo, consiste nel rag-giungimento dell’ambizioso traguardo fissato dalla Commissione Europea di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime per incidenti stradali”.Quindi niente più autovelox selvag-gi?“La direttiva sul punto è abbastanza netta e chiara: il controllo della velo-

cità è un servizio che può essere svolto esclusivamente dagli organi di polizia e non può essere delegato alle imprese che noleggiano gli apparecchi. Que-st’ultimi possono essere ancora dati in locazione, ma dovranno essere utiliz-zati esclusivamente dagli operatori di polizia, anche nelle operazioni succes-sive all’accertamento. Ma soprattutto, si pone una fine al quel comportamen-to con cui molte amministrazioni locali tendevano a fare cassa con un uso in-discriminato degli autovelox, perdendo di vista l’obbiettivo primario di pre-venzione degli incidenti. Al riguardo, la direttiva stabilisce che non deve sus-sistere nessun collegamento tra il cor-rispettivo da dare al vincitore dell’ap-palto per la fornitura degli autovelox e le sanzioni eventualmente riscosse”.Massima trasparenza anche nell’at-tività preventiva?“Anche su questo punto la direttiva mette fine ad alcune consuetudini ope-rative del passato, che hanno dato vita a delle vere e proprie “imboscate” nei confronti degli automobilisti. Al fine di garantire la massima trasparenza, infatti, la direttiva prevede che la pre-senza della postazione di controllo, sia fissa che mobile, deve essere presegna-lata ad adeguata distanza con appositi

dispositivi luminosi o semplici segnali stradali. Inoltre, nel caso di postazio-ne mobile, la presenza del controllo va resa ben visibile attraverso l’utilizzo di un veicolo di servizio posteggiato a lato della strada. E’ ancora consentito l’utilizzo dell’auto civetta, purché sul tettuccio della stessa venga posto un lampeggiante o si tenga nei pressi un cartello indicante la forza di polizia”. Come abbiamo detto all’inizio, il Ministro, nel perseguire i propri ob-biettivi intende garantire anche la massima tutela della privacy. Ci può esporre al riguardo, qual è il conte-nuto della direttiva?“Innanzitutto solo il personale della polizia può prendere visione di foto e filmati relativi agli automobilisti san-zionati. Inoltre, il suddetto materiale non può più essere inviato per posta al soggetto sanzionato insieme al verba-le ma, solo il proprietario del veicolo può prenderne visione. Ancora,, se le persone all’interno del veicolo sono ri-conoscibili vanno rese irriconoscibili, anche allo stesso proprietario del vei-colo. Infine, niente più riprese frontali degli autoveicoli, ad eccezione dei casi in cui la ripresa venga effettuata diret-tamente e personalmente dagli organi di polizia”.

Per il raggiungimento di tali obbietti-vi il Ministero si avvarrà della colla-borazione di autorità ed enti locali?“Si. In particolare ai Prefetti viene af-fidato il compito di monitorare il feno-meno della velocità e di programmare l’ attività di controllo, andando ad indi-viduare i punti critici della rete viaria in cui si registrano il maggior numero di incidenti. Nello svolgimento di tale incarico i Prefetti si avvarranno del-l’ausilio delle Commissioni Provinciali Permanenti, in cui sono rappresentati tutti i soggetti pubblici interessati alla materia. Infine, alla Polizia Stradale compete l’attività di coordinamento operativo dei servizi e il monitoraggio dei controlli eseguiti da tutte le forze di polizia e dalle polizie locali”.

Autovelox: ecco come funzionano le nuove regoleL’assessore Giuseppe Daglia spiega la direttiva di Maroni

Retorbido, parla il capogruppo di opposizione: “Puntiamo sul dibattito. Largo ai giovani”L’occasione di incontro con Giovanna Trambaiolli, capo-gruppo di minoranza del Co-mune di Retorbido, riguarda principalmente il rapporto con la parte vincente, nonché degli elementi imprescindibili che caratterizzano il suo lavo-ro di opposizione. Perché sarebbe stato meglio votare Trambaiolli?«Perché sarebbe cambiato il modo di fare politica. Avrem-mo sicuramente incontrato delle difficoltà, legate alla nostra inesperienza, ma sono sicura che le avremmo supe-rate con coesione e serenità. Tengo a sottolineare che le persone che hanno creduto in noi ci hanno votati come lista, e sono altrettanto certa che una parte di Retorbido voleva ed era pronta alla novità che rappresentavamo».Esiste un dialogo con la mag-gioranza?«Noi puntiamo sul dibattito pubblico politico, siamo con-vinti che le idee di più per-sone possano costituire una ricchezza per il paese. Stiamo cercando di portare i vincitori fuori dal loro guscio, ma ogni volta che cerchiamo il confron-

to diretto, troviamo il muro. Le interpellanze sono state bocciate, la nostra iniziativa di creare, per chi si trova in cassa integrazione, una cas-sa straordinaria, attraverso una convenzione con la Banca locale ed Inps non è stata ac-colta. Stiamo aspettando una risposta sulla mozione per la Costituzione Temporanea del-la Commissione Urbanistica per il Piano Governativo del Territorio, per ora non anco-ra presentato pubblicamente. Quello che chiediamo è in-formazione, partecipazione e rispetto».Cosa chiedete all’ammini-strazione comunale?«Chiediamo delle commissio-ni, dei confronti diretti e tra-sparenti».In che modo vi state muo-vendo, in qualità di opposi-zione?«Comunicando con la gente attraverso dei manifesti (la precedente amministrazione non ci ha dato delle bache-che). In qualità di cittadini stiamo cercando di istituire un’Associazione di cultura ed un giornalino, per valorizza-re il nostro territorio. Nelle

nostre intenzioni ci sarebbe la volontà di creare un nostro sito internet. Tutte queste at-tività sono auto - finanziate e hanno dei grossi costi di ge-stione. Vedremo cosa riuscire-mo a realizzare».Come giudicate il lavoro, che fino ad ora, la maggioranza ha portato avanti?«Provvedimenti veri e propri non sono stati ancora emessi. Non abbiamo assistito nean-che a grosse scelte».Se aveste vinto, quali temati-che avreste affrontato?«La sistemazione della rete fo-gnaria nella zona di Via Gori-ni/Via Respighi, con la divisio-ne delle acque bianche e acque nere (ed una programmazione di intervento nei cinque anni di mandato per la divisione delle acque almeno di una parte del territorio). Verifica della capacità di erogazione dell’acqua potabile, ricogni-zione dell’intero patrimonio comunale. Pianificazione con ASM per il potenziamento e miglioramento della raccolta differenza del rifiuto. Ema-nare politiche giovanili, af-frontare in maniera differente dalla maggioranza il discorso

GiovannaTrambaiolli

«Direi ottimo. Tra di noi c’è solidarietà e partecipazione, coinvolgiamo anche coloro che non sono stati eletti».Cosa si augura per il futu-ro?«Mi auguro che venga data la possibilità ai giovani di in-teressarsi al bene pubblico e spero che la popolazione ab-bia il coraggio di cambiare e di premiare persone che non hanno collegamenti con pas-sate amministrazioni comu-nali».

Valentina Sgorbini

riguardante il Centro Poliva-lente. Avremmo voluto costruire un Laboratorio Sanitario e fare dell’ex Asilo Nido un polo infan-tile. Nel nostro programma non abbiamo dimenticato nemmeno le Frazioni di Retorbido, che hanno bisogno di tante migliorie ed interventi urgenti».Da chi è composta la minoran-za?«Oltre alla sottoscritta, ci sono Emilio Cerri, Barosselli Miche-le ed Agostelli Marcello. La mia lista era composta da gente gio-vane e mai candidatasi prima d’ora».Com’è il rapporto tra di voi?

L’assessore Giuseppe Daglia

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Culacciati: “Ostacoleremo gli abusi di chi non produce energia pulita” Questa è la prima spe-ranza che deve rea-lizzarsi. Mentre per quanto riguarda il compito assegnatomi dal Presidente Tagliani ritengo l’ambiente un argomento molto im-portante. Noi viviamo in un ambiente sano ed incontaminato, vicinis-simo alle città più im-portanti della Padania

e quindi per questo facilmente raggiun-gibile, però proprio perchè è raggiun-gibile in poco tempo va salvaguardato sia da una cementificazione eccessiva che dal proliferare di centrali che pro-ducono energia non sempre ‘pulita’”.E quindi cosa cercherete di fare?“Cercheremo di limitare gli abusi e fa-remo in modo che il nostro territorio resti il più pulito possibile. E questa è una cosa importante. Poi c’è un al-tro capitolo di cui mi occupo che è la difesa del suolo che è altrettanto un argomento importante. Nell’Oltrepò Pavese abbiamo più di duemila frane censite, è una problematica molto evi-dente per tutta la montagna. Abbiamo anche un problema molto importante per quanto riguarda il reticolo idrico minore e si tratta di tutti i piccoli corsi d’acqua che tratteggiano il territorio montano che è di competenza dell’ente montano”. Cosa si può fare e cosa intendete fare come Comunità Montana come prevenzione anche in considerazione che a capo dell’assessorato ci sono le competenze che riguardano il servi-zio antincendio e le guardie ecolo-giche? Quest’anno tra settembre e ottobre ci sono stati diversi incendi che hanno riguardato Rocca Susella, Zavattarello, il Monte Penice.“Le guardie ecologiche sono volontari che mettono il loro tempo libero al ser-vizio della montagna con il compito di salvaguardare il patrimonio ambienta-le nel territorio della Comunità Mon-tana e proprio le guardie ecologiche hanno collaborato e stanno collabo-rando con il servizio antincendio della Comunità Montana. Non va dimentica-to che le guardie ecologiche sono guar-die volontarie che hanno partecipato a corsi di formazione. In tutto sono ven-titre persone che lavorano e che rin-grazio per l’opera e per la dedizione che stanno mettendo nello svolgere la propria mansione, possiamo dire che con i volontari del servizio antincendio sono il nostro fiore all’occhiello. La domanda riguarda la problematica de-gli incendi per lo più di carattere dolo-so che sono stati numerosi quest’anno, ma non come l’anno scorso. Nel 2008 ci sono stati un centinaio di incendi e lo spegnimento di quasi tutti questi in-cendi è appunto dovuto all’intervento anche del servizio volontario squadra

antincendio della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese”.Un buon segnale dunque per cercare di arginare il fenomeno incendi...“Qui abbiamo tante persone che si occupano in modo volontario di que-sta esigenza. Sono quindici persone che lavorano e che ho visto proprio all’opera durante l’incendio di Rocca Susella , quello di Zavattarello in zona Rossone, e anche in quello del Monte Penice. Devo dire che l’intervento da parte del servizio della squadra antin-cendio della Comunità Montana è sta-to esemplare, c’è gente che ha lavorato per una giornata di fila. In Comunità Montana abbiamo la fortuna di ave-re un funzionario Regionale (Bruno Chiapparoli- vice Sindaco di Cecima ) che si occupa da tempo del servizio antincendio per conto della Regione Lombardia che seguirà in prima per-sona e cercherà di risolvere le proble-matiche attinenti alla preziosa opera di volontariato del servizio antincendio”.Quali sono i movimenti franosi più importanti in Comunità Montana?“Prima di tutto bisogna dire che come Comunità Montana stiamo facendo un opera di censimento delle frane che ancora attendono di essere risanate: è fuori di dubbio che occorre intervenire nelle zone più disastrate. Nel frattem-po tutte le Amministrazioni Comunali stanno per approvare il piano di go-verno del territorio e questo è uno stru-mento che anche la Comunità Mon-tana dovrà guardare con attenzione. È chiaro che gli interventi non dovranno più essere a pioggia ma mirati, perché, quando si tratta di interventi a pioggia si fa tanto volume senza ottenere risul-tati nel tempo, mentre quando si fanno interventi mirati magari si porta a casa un risultato effettivo e duraturo per il territorio”.La collaborazione con altre Comuni-tà Montane vicine, cosa può portare nell’ambito ambientale?“Intanto la collaborazione ad esem-pio con la Comunità Montana della Val Curone oppure con la Comunità Montana piacentina quella appunto di Bobbio può portare a migliorare la

qualità della vita dei residenti in mon-tagna perché non dimentichiamoci che le Comunità Montane sia in Regione Lombardia ma anche in altre regioni stanno lavorando per migliorare la qualità della vita dei residenti e dei vil-leggianti, poi quello che vorremmo fare ed è un progetto partito a suo tempo nella passata tornata amministrativa del Gal: è quello di creare un progetto per le terre alte e questo progetto ha la finalità tra le altre di creare un sistema turistico culturale con ricadute econo-miche ecocompatibili e quello di riedu-care i turisti al rispetto all’ambiente e alle tradizioni locali”. Ma cosa serve ad un territorio come quello montano?Quello che serve ad un territorio sono anche le idee progettuali e dirò di più, avremo in questa nuova tornata am-ministrativa in Comunità Montana, interesse e molta capacità progettuale al riguardo della sentieristica perché ci viene chiesta da molti utenti che percorrono il nostro territorio e noi ci daremo parecchio da fare per ottenere risultati positivi”. Il nuovo ente riformato a diciannove comuni avrà un compito importan-te, quello di rilanciare la montagna. Cosa si può fare rispetto a quello che è stato fatto in passato?“Intanto oggi con il ridimensionamen-to ci troviamo di fronte ad un territorio molto più omogeneo, mentre in passato non si trattava di un territorio omoge-neo, è quindi anche più facile il compito degli amministratori attuali. E siccome si tratta di un territorio omogeneo, la Comunità Montana deve servire anche come regia di tutto quanto si muove sul territorio e la regia spesso non la si fa solo sui giornali ma occorre crederci davvero. Un amministratore avveduto deve credere che lavorando insieme i risultati saranno sicuramente superio-ri che non invece vivere un momento di gloria che può durare qualche istante ma che alla fine non porterà a nessun risultato… L’obiettivo della Comunità Montana è di far lavorare insieme gli amministratori locali per ottimizzare tutte le risorse presenti sul territorio, è questo è il vero obiettivo!”L’ente montano a livello di popola-zione è sempre in contina diminuzio-ne, cosa fare per mantenere chi abita in montagna in questi luoghi?“Non è che noi possiamo fare qualco-sa di particolare. Il mio Comune, Val di Nizza, ad esempio sono da almeno quindici anni che viaggia attorno ai settecento residenti, ma non è che ab-biamo usato strategie particolari per mantenere gli abitanti quassù. Per me è molto più importante preparare e la-vorare sulla preparazione della cultura dei nostri figli perché loro stessi se lo vorranno e se saranno capaci potran-no creare imprese che possano durare e creare benessere da noi. Altrimenti

l’economia non la si fa portando mi-lioni e milioni di euro in un territorio che poi non sa spenderli e gestirli, io non mi riferisco alla nostra Comunità Montana ma mi riferisco in particola-re al meridione dell’Italia dove abbia-mo mandato per nove volte i soldi del Piano Marshall e il risultato quale è stato? Che adesso dobbiamo mandar-gliene altre nove volte e poi probabil-mente tra vent’anni dovranno man-darne altre nove volte…Solo la gente che veramente vuole mettersi in gioco lo può fare creando il valore aggiunto del territorio. Il resto sono tutte delle dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano”.Prima si parlava dei sentieri, non servirebbe una mappa o una cartina per segnalare tutti i sentieri presenti nel territorio montano per offrire ai turisti un qualcosa da poter utilizza-re al cento per cento?“Il progetto è molto più ambizioso di quello che mi chiede e cioè l’intento è quello di portare avanti un discorso di valorizzazione dei sentieri più impor-tanti e mi riferisco alla Via del Sale e alle vie che portano dalla pianura al mare. Ma quello che noi vogliamo fare, oltre che ad una catalogazione, oltre alla segnalazione con mappe, è eviden-ziare questi sentieri, cioè segnalarli seguendo il modello del Cai e offrire all’utente mappe e cartine non solo dal punto di vista cartaceo ma altresì via web in modo tale che tutti possa-no usufruire della nostra rete sentieri-stica. Vedrete che in questo campo ci sarà un grossissimo impegno da parte dell’Ente Montano e di tutti quelli che vogliono intervenire in questo senso”.Insomma come dire che turismo e ambiente possono convivere e pos-sono essere un qualcosa in più per il rilancio turistico dell’alta Valle Staf-fora?“Io direi turismo-ambiente e agricol-tura perché non dobbiamo dimenticare i famosi prodotti tipici che possono e devono essere il valore aggiunto della zona montana. Quindi turismo, am-biente, agricoltura: dobbiamo lavorare tutti insieme, con i Comuni e le Ammi-nistrazioni Comunali della montagna per raggiungere l’obiettivo di valoriz-zare una volta per tutte un territorio che dai più è sconosciuto e solo chi vive su questa fetta di Appennino può conoscerne e apprezzarne le peculia-rità”.

Alessandro Disperati

Paolo Culacciati

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Domenico Buscone dell’Atc 5: “Dico no alla caccia al cinghiale tutto l’anno”

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IDa quasi un mese è stata riaperta la caccia in Oltre-po e le doppiette si sono fatte subito sentire anche in Valle Staffora. Con Domenico Buscone, presiden-te dell’Atc 5 Varzi abbiamo cercato di capire quali sono le aspettative e le problematiche che riguardano l’ambito caccia di Varzi.Da pochi giorni è stata riaperta la caccia. Quali sono le aspettative per questo 2009/10?“Le aspettative sono molto buone ed interessanti sot-to ogni punto di vista. Diciamo che si è partiti qualche settomana fa con l’apertura generale di domenica 20 settembre per la caccia essenziale alla lepre alla cosiddetta penna. Le prospettive erano molto buone perché l’annata è stata positiva sia per la riprodu-zione che per i lanci che abbiamo effettuato. Dai dati che abbiamo raccolto in questi giorni e dai risultati che abbiamo avuto parlando con i soci, diciamo che effettivamente c’è stato questo riscontro e la gente è molto soddisfatta perché sono stati abbattuti diversi capi sia di lepri che di fagiani. L’interesse generale è però rivolto in particolare alla caccia al cinghia-le e ai cervidi che è avvenuta qualche giorno fa. In questeo settore c’è molta aspettativa perché ormai tutti sanno che la caccia al cinghiale sta prendendo sempre più piede, c’è molto più interesse e vi è anche un interesse più collettivo perché viene effettuata in braccate, in squadre e quindi c’è molto fermento in-torno a questo argomento. Non ultimo questa estate è stato parecchio dibattuto il discorso contenimento danni, caccia di specializzazione, caccia selettiva e quindi tutti erano qui in attesa dell’apertura per cer-care di contenere un po’ questa specie che special-mente quest’anno si è molto evoluta”.Si parla di cinghiali ma anche di cervidi?“Sì. Un altro aspetto nuovo di quest’anno è la caccia ai cervi ed agli ungulati mentre come dicevo prima per la caccia al cinghiale la possibilità di caccia vie-ne esclusiva, in braccata quindi in squadra, con la caccia ai cervidi e caprioli avverrà sicuramente dal prossimo anno sulla base dei dati dei censimenti che abbiamo appena effettuato: ma non sappiamo anco-ra nello specifico quanti saranno i capi autorizzati per l’abbattimento ma si prevede che si possa benis-simo cominciare dalla prossima stagione venatoria e quindi dalla primavera prossima a pensare di fare

della selezione di caprioli. Il territorio verrà diviso in distretti e quindi ad aree omogenee particolari dove all’interno delle quali verranno realizzati dei piani di abbattimento sulla base di regolamenti e di speci-fiche che andremo a definire in sede di commissione provinciale. In quell’occasione faremo si che alcune persone con i requisiti idonei potranno fare questi tipi di abbattimenti”.Quanti sono i cacciatori iscritti alla ATC5?“I cacciatori iscritti alla ATC5 sono duemilaedue-cento circa. Sul territorio esistono circa duecento ca-panne di appostamento. Più o meno la distribuzione è di questo tipo: seicento soci residenti nell’ambito dei ventinove comuni, circa millecento lombardi e i rimanenti extraregionali che vengono da province limitrofe come per esempio da Genova”.Si ha un’idea di quanti possano essere i cinghiali e caprioli presenti in questa parte di Appennino?“Sicuramente i dati che abbiamo elaborato in que-sto periodo, dall’inizio dell’anno ad oggi hanno dato questi numeri: per i cinghiali si potranno abbattere fino a milleduecento capi, questo sulla base di uno studio che è stato fatto dall’ATC congiuntamente con il nostro studio di consulenza appositamente in-caricato per fare questo studio e invece per quanto riguarda i cervi e quant’altro i dati sono ancora in evoluzione e quindi andremo a definirli a fine anno, inizio anno prossimo”.Considerando i problemi legati ai cinghiali mani-festati in particolare dagli agricoltori, si parlava di un possibile prolungamento della caccia al cin-ghiale addirittura non dico durante tutto il perio-do dell’anno ma quasi. Lei è favorevole o contra-rio?“Io sono contrario a far si che si possa cacciare sen-za regole questo animale. Il cinghiale viene cacciato, in base alla legge, dal 1 ottobre al 31 dicembre ed è ovvio che quest’anno in particolare è stato molto dibattuto l’aspetto legato ai danni e sia da parte del-l’ATC che dell’amministrazione provinciale abbiamo fatto molto per cercare di contenere meglio questo aspetto”.Ma quanti sono attualmente i cinghiali nel terri-torio?“Un’idea precisa non si può avere perché noi, pur

avendo fatto uno studio su tutto il territorio, quindi ivi compreso zone protette e anche aziende private, non è semplice con un territorio montuoso come il nostro ATC. Però sicuramente supereremo i mille ab-battimenti e questo le sedici squadre che opereranno (bisogna vedere anche le aziende faunistiche che tipo di prelievi fanno perché io non conosco i piani delle aziende per stimare quanti ce ne siano) comunque penso che fra aziende faunistiche ed istituti privati e ATC4 e 5 si arriva ad abbattere circa duemila anima-li e quindi la loro presenza potrebbe essere intorno ai tre-quattromila”.Mentre di caprioli quanti ce ne potrebbero essere sul territorio?“I caprioli sul territorio sono in espansione per vari motivi, il primo è sicuramente l’habitat ideale che questi animali trovano nel nostro ATC e sono in espansione perché anche da tempo si sta cercando di favorire questo tipo di discorso andando anche a li-mitare quelli che sono i possibili abbattimenti abusi-vi che possono capitare. Il dato è confortante perché al di là dello studio che stiamo facendo è possibile, facendo un giro la mattina presto o alla sera tardi, sulle nostre colline osservarli tranquilli pascolare nelle aree limitrofe al bosco”.

Alessandro Disperati

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Oltrepò, terra di tartufi: “Ma il 2009 è stata un’annata drammatica per la raccolta”L’Oltrepò regno dei tartufi. Un ha-bitat talmente favorevole e vario, da far crescere tutte le tipologie esistenti in natura. Questa fortunata compresenza è da ricondurre al bo-tanico Carlo Vittadini, docente del-l’Università di Pavia, che nel 1831 fondò la scienza che studia i tartufi: l’itnologia. Mosso da pura passio-ne, il botanico scoprì e catalogò ben 44 diverse qualità di tartufi, conflui-te nel capolavoro, intitolato Mono-

graphia Tuberacearum. Con il Presidente dell’Artop, Andrea Daprati, cerchiamo di rintracciare aneddoti e curiosità sul diamante della cucina oltrepadana: il tartufo. Da quanti anni è Presidente?«Dal 1983, anno di nascita dell’Associazione».Che cos’è l’Artop?«L’Artop è l’Associazione Ricercatori Tartufi del-l’Oltrepò Pavese, con sede a Casteggio».Oltre a lei, chi c’è nel Consiglio di Direzione?«Il Vice Presidente Romano Rossi, di Varzi, orga-nizzatore delle gare tra cani ricercatori ed altri 10 Consiglieri, che rappresentano le zone della pianu-ra e della collina oltrepadana».Quanti tesserati vantate?«Circa 400. Tutti gli iscritti provengono dalla pro-vincia pavese, ad eccezione di alcuni tartufai che risiedono fuori provincia».Mi spieghi com’è scaturita in lei questa passione.«Credo sia un fatto genetico, serbo bellissimi ricordi di gite nei boschi con mio nonno ed inoltre i miei avi conobbero quasi sicuramente Vittadini nei mercati locali».Il tartufaio, che iter deve seguire, per divenire a pieno titolo un tesserato?«Innanzitutto deve superare un esame, che consta di un quiz a risposta multipla e di un’integrazione orale. La preparazione alla prova verte sullo studio delle piante, delle diverse specie di tartufi presenti e dei dispositivi di legge vigenti. Una volta entrato in possesso del tesserino, il tartufaio deve ogni anno rinnovarlo. Importante è sottolineare la validità na-zionale di tale riconoscimento».Che specie di tartufi possiamo trovare in Oltre-pò?«La nostra è un’oasi felice, in quanto esistono tutti i

Il 2009 può considerarsi una buona annata?«Per il nero, il 2009 è stata un’annata drammati-ca, a causa dei mesi estivi eccessivamente caldi. Il tartufo ha un ciclo vitale lungo ed abbisogna di frequenti temporali durante il periodo estivo. An-che per ciò che concerne il bianco, le previsioni non sono delle più rosee».Quanto costa mediamente un tartufo?«Il prezzo è fluttuante. Il tartufo bianco è presente soltanto in Italia ed in una piccola parte dell’Istria. Può aggirarsi attorno ai 200 Euro all’Etto, contro il nero che si attesta intorno ai 700/800 Euro. Ma ripeto che il costo è relativo, ed in larga misura di-pende dalla richiesta».Come si può riconoscere un buon tartufo?«Bisogna badare agli acquisti precoci, perchè i tar-tufi sono ancora invasi dalle larve. E’ consigliabile attendere il periodo migliore della loro produzione, concentrarsi sulla loro profumazione ed accertarsi che al tatto siano consistenti e non cedevoli. Un ul-timo consiglio è quello di affidarsi al tartufaio e alla sua conoscenza del prodotto».Esistono regole per la sua conservazione?«Il posto migliore in cui conservarlo è nella pan-cia, in quanto il tartufo è un alimento facilmente deteriorabile. Il modo migliore per preservarlo è quello di avvolgerlo nella carta porosa, in un luogo umido come il vano del frigorifero. Da ricordare è che questo fungo ha bisogno di respirare e non deve quindi essere chiuso ermeticamente. Ogni due gior-ni è bene cambiare la carta in cui lo si avvolge».L’Artop, in questi anni di esistenza, ha mai otte-nuto riconoscimenti?«L’anno scorso abbiamo organizzato un convegno itnologico, insieme all’Amministrazione Provincia-le, presso l’Agriturismo la Torrazzetta. Tale incon-tro, durato tre giorni, è stato dedicato al già citato Carlo Vittadini e può considerarsi l’evento itnologi-co più importante, mai avvenuto in Italia».L’Artop organizza mercati o mostre del Tartu-fo?«Dal 1984 organizziamo a Casteggio, la quarta domenica di Ottobre, una festa dedicata al tartu-fo. Un’altra ricorrenza è legata alla Fiera di San Martino di Rivanazzano, in cui si può assistere alla gara dei cani da ricerca. La fiera del nero avviene a Menconico, agli inizi di Settembre, e a fine Agosto potete trovarci a Romagnese».

Valentina Sgorbini

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nove tipi di tartufi presenti in natura. Una compre-senza straordinariamente rara».Qual è il periodo ideale di ricerca e nascita dei tartufi?«Ogni specie ha il suo periodo naturale di crescita. Il calendario regionale concorda una data di inizio ed una di fine. Schematizzando, dal 1 di Luglio sino al 30 d’Aprile si possono ricercare le nove specie di tartufi».Quanto è importante il cane per il tartufaio e qual è la migliore razza?«Il cane è il vero tartufaio. Esiste un rapporto im-portante tra cane e uomo. Quest’ultimo deve essere in grado di guidarlo e portarlo in quelle zone dove nascono maggiormente i tartufi. Per quanto riguar-da la razza, solitamente si ricercano i meticci da caccia, che racchiudano le qualità dell’intelligenza, del fiuto e della buona resistenza fisica. Bisogna do-nare la giusta attenzione anche al discorso legato al colore della pelliccia (se chiara è più facilmente riscontrabile nelle ore notturne) e della taglia (se medio – bassa permette al cane di districarsi facil-mente nelle zone più impervie)».Quali zone dell’Oltrepò sono le più idonee alla nascita dei tartufi?«Tutte, dalla pianura sino alle zone medio - basse collinari. La specie nera, per esempio, è riscontra-bile da Varzi in su».

Andrea Daprati

Il nuovo libro della collana ‘Cubotto’In edicola la Valle ArdivestraIn occasione della 27° Sagra della Castagna di Chiusani è stata presentata l’ultima opera di Alessandro Disperati, il libro dal titolo ‘La Valle Ardivestra’. Il libro rientra nella collana dei ‘cubotti’ che sta riscuotendo tanto successo ripercorrendo la storia dei comuni della Valle Staffora. Di prossima uscita sa-ranno i libri ‘Godiasco’ e ‘Riva-nazzano Terme’. Le opere sono disponibili presso le migliori librerie ed edicole della Valle Staffora e di Voghera. (nella foto a fianco, l’autore con il sin-daco di Rocca Susella, Barzon)

Grande successo per la Sagradelle castagne a ChiusaniSuccesso per la tradizionale Sagra della castagna, giunta alla 27esima edizione andata in scena nei giorni scorsi alla frazione Chiusani di Roc-ca Susella. All’evento hanno preso parte il presidente dalla Conunità

montana Bruno Tagliani, l’asses-sore provinciale Renata Crotti, il sindaco di Rocca Susella, Pierluigi Barzon e tanti altri amministratori. La manifestazione è stata organiz-zata dagli ‘Amici di Chiusani’.

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Dall’Oltrepò a Cracovia: il pittore Frascaroli incanta con le sue opere sul Papa polaccoDall’Oltrepo a Cracovia, la casa di Papa Giovanni Paolo II. E le opre del pittore oltrepadano Gisueppe Frascaroli, molte delle quali raffiguranti proprio il Papa, sono state apprezzate ed elogiate. E’ stato infat-ti un grande successo la mostra del pittore Giuseppe Frascaroli tenutasi in Polonia, a Cracovia, dal 10 al 18 ottobre 2009, presso l’antico convento dei Padri Francescani Minori, sede della Curia Provinciale. L’artista ha presentato una scelta di opere pittoriche aventi come tema principale la figura del grande papa Giovanni Paolo II. All’inaugurazione, insieme ad un folto pubblico, erano presenti personalità del mondo artistico, culturale e religioso di Cracovia, tra cui il Ministro Provinciale dei Francescani, Padre Nikodem Gdyk. L’attrice e regista Izabela Dobrotowicz-Orkisz, fondatrice e direttore del Teatro Agiografico di Cra-covia, ha introdotto la mostra con letture di scritti di Karol Wojtyla. Nel periodo della mostra Frascaroli è stato ricevuto nel Palazzo Arcivescovile da S. Em. Cardinale Stalinslaw Dziwisz, cui ha consegnato una sua tela raffigurante il Santo Padre, molto apprezzata dall’Arcivescovo Metropolita. «Sono molto soddi-sfatto per l’unanimità dei consensi ricevuti. E’ stata un’esperienza unica e carica di emozioni - ha affer-mato Frascaroli - presentare i miei dipinti in que-sta meravigliosa città dove il Santo Padre svolse per tanti anni la propria attività pastorale come Arcive-scovo. Commovente soprattutto il cordiale incontro con il Cardinale Dziwisz che per tanti anni è stato il segretario particolare del Papa». «La mostra di Cracovia – continua Frascaroli - è stata curata dal-la dottoressa Gabriella Buzzi e si è inserita proprio nel periodo che ricorda l’Anniversario della elezione papale di Wojtyla, assumendo quindi un alto valore simbolico». La mostra di Cracovia fa parte di un per-corso culturale iniziato a Venezia nel 2006 con una personale di Frascaroli tenutasi al Palazzo delle Pri-gioni di Palazzo Ducale, ospite del Circolo Artistico Veneziano. Dopo Venezia la figura di Giovanni Paolo II è stata presentata nel 2008 con alcune personali nel Santuario di Santa Maria delle Grazie di Voghera, ospite del Frati Francescani, nell’antica storica Catte-drale gotica di Santa Maria del Carmine di Pavia e al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Mon-tesegale, nell’Oltrepò Pavese. Lo scorso mese di set-tembre Papa Wojtyla è stato presentato in una grande

Mostra-Evento a Milano, presso il Convento dei Frati Francescani Minori. L’inaugurazione della mostra milanese, alla quale ha partecipato un folto pubblico dell’imprenditoria e della cultura, è stata presentata da S.Ecc. Mons. Erminio De Scalzi, Vescovo Ausilia-re Arcidiocesi di Milano, Abate di Sant’Ambrogio e da Padre Roberto Ferrari, Ministro Provinciale Frati Francescani Minori di Lombardia, che hanno illustra-to l’opera pittorica di Frascaroli non solo con un dotto taglio prettamente artistico-culturale, ma anche sotto il profilo teologico. «Le Mostre-Evento di Milano e di Cracovia - afferma Frascaroli - vogliono essere pre-ludio di altre importanti mostre europee negli anni a venire, che avranno sempre come principale obiettivo il ricordo e la venerazione di questo Santo Papa tra i più amati nella storia». (a.d.)

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Di professione Neurologo all’Ospedale di Voghera, Giuseppe Frascaroli vive ed ope-ra a Bastida de’ Dossi, un piccolo comune dell’Oltrepò Pavese. Da sempre studioso di Arte e amante di Pittura, negli ultimi anni si è affermato come artista neoclas-sico, specie per le sue nature morte e per i suoi dipinti religiosi, che hanno ormai assunto un rilievo internazionale. Per le sue Opere pittoriche Frascaroli ha ricevuto infatti molti riconoscimenti e apprezza-menti sia da autorità civili che religiose e diverse recensioni su riviste d’arte specia-lizzate. Frascaroli è “Medaglia d’Oro Arte più Arte” per il Neoclassicismo, riservata ai grandi Maestri dell’Arte, Cavaliere dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana” per benemerenze nel campo del-le arti. Premiato inoltre dal Circolo Arti-stico di Venezia, dall’Assessore alla Cul-tura della Provincia di Pavia, e da molte Amministrazioni Comunali. Le sue opere sono state elogiate da diversi critici d’ar-te, pittori, giornalisti, collezionisti d’arte e associazioni culturali. Frascaroli è inseri-to, tra una selezione qualitativa di pittori di tutte le correnti artistiche, nell’Annua-rio Comed, la Guida Internazionale delle Belle Arti. Frascaroli ha collaborato con il M° Bruno Trabucchi, creatore della pit-tura ecologica, in alcune importanti Opere pittoriche, tra cui quella donata in Vaticano nel 2003 a Sua Santità Giovanni Paolo II.

Grande successo per la presentazione del libro di Don Massimo LanfranchiIl parroco di Mezzanino Don Massimo Lanfranchi, già curato a Rivanazzano dal 1977 al 1989, ha pre-sentato domenica 18 alle ore 15 nella chiesa parroc-chiale di Mezzanino, il libro di cui è autore: “ Storia di Mezzanino dal 15° al 19° secolo attraverso le vi-cende dei proprietari terrieri”. L’evento ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico e di molte autorità. Dopo la cerimonia religiosa officiata dal Vescovo di Tortona, Monsignor Martino Canessa c’è stato il saluto del Sindaco di Mezzanino.Hanno poi relazionato sul libro la Dr.ssa Salvioni dell’Archivio di Stato di Pavia ed il Prof. Polimeni della facoltà di storia dell’Università di Pavia.Sono stati interventi che hanno messo in luce l’im-pegno ed il lavoro, messi in campo da Don massi-mo e che stanno alla base dell’opera. Quasi 15 anni di studio, di decifrazione e di traduzione degli atti depositati all’Archivio di Stato per ricostruire la storia di un paese. Sicuramente l’autore ha raggiun-

to l’obiettivo di dare alla luce un’opera completa e assolutamente rigorosa nel rispetto della realtà dei fatti descritti.Don Massimo ha poi chiuso gli interventi della giornata, ricordando il suo percorso religioso, dal periodo del seminario fino agli anni della sua mis-sione a Rivanazzano, anni che ha ricordato con par-ticolare trasporto.Alla cerimonia erano presenti diversi amministra-tori di Rivanazzano Terme, che gli hanno donato una targa ricordo, tra questi il Sindaco, l’assesso-re Chiapponi ed i consiglieri Monastero, Chiodi e Piaggi, accompagnati da un folto gruppo di con-cittadini. Proprio Giancarlo Piaggi era Sindaco a Rivanazzano nel periodo in cui Don Massimo, al-lora conosciuto come Don Mino, è stato curato nel paese. Il Sindaco Romano Ferrari ringrazia per le belle parole dette dal parroco e riferite a Rivanazzano

Terme: “Don Mino ci ha detto che Rivanazzano è stato il suo primo amore, quello che non potrà mai scordare. Anche la nostra gente non lo scorde-rà mai. L’ha dimostrato con la folta partecipazio-ne alla cerimonia di domenica. Io stesso, che non l’avevo conosciuto allora se non superficialmente, ho sempre sentito parlare con nostalgia e bene di questo curato, che era per i giovani un costan-te e coinvolgente punto di riferimento. Giovani, molti dei quali, come Lui stesso mi ha ricordato simpaticamente domenica, sono con me in ammi-nistrazione. Anch’io dopo averlo conosciuto più approfonditamente domenica scorsa, comprendo e condivido appieno le ragioni che spingono i miei concittadini a ricordarlo con tanto affetto. Ci ha promesso che una sua futura fatica letteraria sarà il libro Rivanazzano-fotografie dal 1977 al 1989. Libro che verrà a presentare qui da noi. Nell’occa-sione lo accoglieremo festosamente”.

La scheda: FrascaroliGiuseppe Frascaroli

e le sue opere

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Il magazzino dei ricordi: un grande museo a Zavattarello

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Visitare il Museo Magazzino dei Ri-cordi di Zavattarello, significa riper-correre il duro lavoro che scandiva le giornate del mondo contadino, significa leggere con curiosità e stu-pore, un libro di storia che consta di diversi capitoli. Toccare con mano il mondo dei nostri avi, immaginare una realtà remota del nostro paese e rendersi conto che così lontana in fondo non era. Tanti ambienti quoti-diani in cui il tempo sembra essersi fermato, mestieri di una volta che

rivivino tra queste quattro mura, attrezzi che fotogra-fano un angolo di umanità. Lasciamo che la passione e l’amore per la cultura manuale prendano il soprav-vento su Virgilio Bruni e Fausta Armella, le vere ani-me di questa sorprendente realtà.Da quanto esiste questo Museo?«Una piccola parte di questo museo, a carattere espositivo, ha visto la luce all’interno di due sale nel Castello di Zavattarello dal 1987 al 1991. Dal 2002 abbiamo incominciato l’avventura nell’attuale ubicazione Cascina Mirani. Nel 2004 è nata l’Asso-ciazione Culturale Magazzino dei Ricordi, iscritta all’albo dell’associazionismo pavese. Non abbiamo mai fatto una festa di inaugurazione. Diciamo che è stata un’apertura in sordina, anche se benevolmente accolta dagli abitanti di Zavattarello».E’ stato lei il fondatore?«Si insieme a mia moglie Fausta Armella e a nostro figlio Nicola Bruni».Mi vuole spiegare in cosa consiste questo Museo, o meglio, cosa ospita?«Ci sono diversi ambienti che raccontano la vita quo-tidiana ed i lavori manuali di un tempo. Il primo ri-guarda la cucina contadina col camino, la farinaia, il lavello e tanti altri attrezzi. Un altro ambiente consta di tre mestieri quali il calzolaio, il sarto ed il barbie-re (gli ultimi due impersonati dallo stesso individuo). Poi è la volta della stanza del fabbro, del maniscalco, dell’idraulico e del lattoniere. Un quarto spazio rac-chiude il lavoro del falegname, un quinto rappresenta i mestieri del bottaio, del carradore, del cestaio e del fabbricatore di sedie. Non manca nemmeno la scuola, l’angolo de muratore e dell’imbianchino, l’ambiente della musica e del medico veterinario. A parte può essere visitato il reparto dedicato all’agricoltura. Il corridoio è costituito da pannelli murali, da pietre raccolte nelle frazioni vicine e da un’embrionale rac-colta delle malattie delle piante».Come le è venuta questa idea?«Il motivo che mi ha spinto a realizzare tutto ciò si identifica con la voglia di recuperare la storia passa-ta e di ricostruire la mia vita. Nella mia gioventù ho conosciuto ogni mestiere manuale. Quello che non ho fatto io l’ho visto fare dagli artigiani itineranti, che di frazione in frazione mostravano le proprie arti».Quando può essere visitato?«Fino a Settembre è aperto ogni giorno. In ogni caso, previa telefonata, siamo ben contenti di aprirlo in ogni occasione, a piccoli e medi gruppi».Che tipo di cure servono per mantenere integri gli attrezzi presenti?«Una volta all’anno, con l’aiuto di mio figlio, devo provvedere a particolari trattamenti delle parti fer-rose e legnose».Da dove deriva questo nome Magazzino dei Ricor-di?«Deriva dal nome di un emporio di mobili antichi che avevo aperto negli anni ‘90».Il materiale esposto, a quale secolo appartiene?

«Ogni anno cerco di aggiungere sempre nuove cose. In generale esistono attrezzi che vanno dal ‘700 al ‘900».A chi appartenevano queste collezioni?«Ogni cosa presente all’interno del Magazzino è frut-to di un’intensa attività di raccolta personale, che af-fonda le radici nella mia infanzia e nei giorni in cui mi dilettavo a cercare ferro ed ossa da vendere, per racimolare qualche soldo».Mi vuole spiegare in cosa consistono i laboratori didattici?«Questi laboratori, ai quali possono parteciparvi i bambini ed i ragazzi dai 3 ai 15 anni (pagando una quota di 10 euro), permettono la scoperta dei lavori manuali e della tradizione popolare. In estate siamo aiutati da dei volontari (una maestra d’asilo e una pluri - laureata in Arte)senza i quali sarebbe impos-sibile gestire, come quest’anno, i 78 bambini presen-ti. Sono divisi in percorsi e sono riassumibili in per-corso grano e pasta, percorso granoturco e polenta, laboratorio costruzione vecchi attrezzi, laboratorio manutenzione vecchi attrezzi, laboratorio creativo o percorso volto al recupero del giocattolo, laborato-rio alla riscoperta di sé, dimostrazione in campo e presentazione di proverbi e leggende legati al mondo agricolo».Quali sono i vostri appuntamenti, in riferimento a manifestazioni e feste paesane?«Il 20 Settembre siamo stati a Fortunago e alla fe-sta chiamata Fortunalia. In questa occasione dovrò insegnare ai ragazzi come si costruisce una casetta. Poi sarà la volta, il 27 Settembre, dell’incontro con le Scuole Alberghiere dell’Alfieri di Voghera, dove i ragazzi si cimenteranno nella preparazione di piat-ti locali. Questo progetto, chiamato Farci rivivere gli antichi sapori, avverrà presso La Stella Alpina. La prima domenica di Ottobre potrete trovarci alla Festa dei Nonni. Alla fine dei laboratori estivi, ogni anno esponiamo gli oggetti creati dai bambini. Inol-tre per il Presepe vivente di Zavattarello forniamo gli attrezzi per inscenare gli antichi lavori manuali. Da non dimenticare la mostra degli Spaventapasseri. L’anno scorso abbiamo contribuito alla maratona di Telethon, realizzando dei fiori di carta presso la Bnl di Voghera».Secondo lei, che differenza riscontra tra il lavoro manuale riprodotto dagli antichi attrezzi del Mu-seo e il lavoro dei pochi agricoltori che sono rima-sti in zona?«Il lavoro di allora era faticoso ma dava più soddisfa-zioni, perché era frutto di un processo curato nei mi-nimi dettagli, che proveniva dalla forza delle proprie braccia. Ora coi trattori e con la conseguente mecca-nizzazione, si risparmia energia fisica ma è purtroppo scomparsa la mentalità di una volta. Prima nei campi

si sentiva cantare, ora si sente soltanto il rumore delle macchine agricole».Purtroppo stiamo assistendo alla scomparsa dei tradizionali lavori manuali. Secondo lei questo po-trà rappresentare una grande perdita per le future generazioni?«Rappresenterà un grave problema. Nessuno saprà più fare niente e non riuscirà più ad arrangiarsi. Le persone saranno sempre in difficoltà e non riusciran-no a sfruttare gli strumenti a disposizione».Un messaggio che la sua Associazione vuole dare ai giovani, ignari del faticoso passato che ha accom-pagnato la vita dei propri avi.«Di ascoltare i consigli degli anziani, di ricordar-si delle proprie radici. I ragazzi devono ricordare i lavori svolti dai propri nonni. Questo rappresenterà sempre un punto fermo e un’identità da portare, ovun-que andranno».A quale ambiente di vita quotidiana esposta, è maggiormente affezionato?«All’angolo della scuola perché dopo molto tempo ho ritrovato il banco dietro al quale seguivo le lezioni. Come attrezzi, i trampoli, perché mi permettevano di oltrepassare il torrente per andare a messa e a scuo-la».Ha in mente di aggiungere qualche nuovo attrez-zo?«Mi piacerebbe creare una piccola sezione dedica-ta alla biblioteca, nella quale potere ospitare vecchi giornali e i libri che sono ammassati nella scuola di Zavattarello e che rischiano di rovinarsi. Nel 2008, grazie al prezioso contributo della Regione Lombar-dia, abbiamo aderito al progetto Nuovo Allestimento Museale che prevedeva la realizzazione di due vetri-nette dedicate all’angolo della biblioteca e a quattro pannelli murali. Per il momento siamo riusciti a rea-lizzare soltanto una vetrinetta».Che tipo di progetti avete realizzato in questi anni?«Nel 2005 /2006 e nel 2007/2008 abbiamo pubblicato due quaderni intitolati Fantasia e Realtà (finanzia-ti dal Gal) che hanno l’obiettivo di fare conoscere e divulgare la nostra realtà. Nel 2007/2008 è stata la volta di Esempi di vita come cammino di progresso (promosso dalla Banca). L’anno scorso è uscito, at-traverso un contributo del Bando Associazionismo 2008 i Proverbi di Nonno Gaspare, scritti in italiano. Il terzo è pronto ed è soltanto in attesa di qualcuno che sia disposto a finanziarlo».Mi racconti un episodio, o meglio un incontro che l’ha reso fiero del suo Magazzino.«Qualche tempo fa abbiamo ricevuto la visita di una delegazione di giapponesi, che tramite internet, hanno scoperto la nostra realtà. Hanno filmato ogni angolo del nostro Museo e attraverso un’interprete, voleva-no conoscere nei minimi dettagli i lavori manuali che raccontavo. Tutto questo verrà trasmesso in una loro rete locale. Questo è sicuramente una fonte di orgo-glio per noi, in quanto, nonostante la diversa cultura, la manualità e le antiche tradizioni contadine non ci hanno resi più così distanti».

Valentina Sgorbini

Virgilio Bruni e Fausta Armella

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Ho incontrato nella sua cascina di Chiusani, “il paese delle castagne”, una piccola frazione del comune di Rocca Susella, un reduce della cam-pagna di Russia. Si chiama Pietro Canobbio, agricoltore in pensione, di ottantasette anni. Negli anni più belli della sua vita, fu protagonista dei tra-gici eventi del fronte russo ed è uno dei pochi che è tornato vivo, dopo una lunga e disperata ritirata, al fred-do e al gelo. Mi ha narrato con dovi-zia di particolari, la sua incredibile “odissea” nell’inferno bianco della steppa russa. Queste vicende sono particolarmente dolorose e commo-venti, se sono revocate dalla voce dei sopravvissuti, infatti, con un filo di emozione mi racconta: “La mia gio-ventù terminò, quando coscritto della classe del 1922, ricevetti, purtroppo, la cartolina- precetto e mi presentai il 28 gennaio del 1942, presso la caser-ma in Acqui Terme e cosi fui arruo-lato nel II° Reggimento d’artiglieria della Divisione Cosseria, inquadrata nel II° Corpo d’Armata, facente parte dell’ARMIR, con il grado di soldato semplice. Nella medesima divisione furono arruolati, diversi giovani della zona: Gabetta Ermanno e Sturla Rino di Torrazza Coste, Ravazzoli Fiorenti-no di Borgo Priolo,i quali riuscirono a ritornare vivi dalla campagna di Rus-sia. Dopo un periodo d’addestramen-to, il 20 giugno del 1942, partii da Acqui Terme per il fronte russo su un treno militare, le “tradotte” con tutte le armi ed il relativo vettovagliamento. Il viaggio che durò circa venti giorni e fu molto stressante. Con il treno attra-versai: il passo del Brennero,Vienna e vidi la prima volta il Danubio, poi la Germania, vidi a Varsavia, i primi segnali della guerra, sui binari era-no presenti diversi vagoni sventrati, relitti di autocarri e camion militari. Alla metà di luglio arrivai in treno fino a Gorlowka, poi in marcia giun-si a Stalino, importante centro indu-striale sul fiume Donez e subito dopo proseguii fino a Woroschilovgrad, ( centro ospedaliero dell’Armir e sede dei magazzini militari) . In queste due città furono ben visibili le distruzioni. I russi si ritirarono, però fecero il vuo-to dietro di sé, praticando una tattica, che ebbe dato i suoi frutti nella lotta contro Napoleone. Durante la marcia di avvicinamento al fronte,mi colpi e mi commosse, la visione di tante povere croci di legno dei bersaglieri della “ Celere”, che morirono nella” battaglia di Natale” del 1941.Verso la metà del mese d’agosto arrivai sul fiume Don e noi della “ Cosseria” ci affidammo il settore di circa 37 chi-lometri, compreso fra Nova Kalitwa e l’ansa di Verkui- Manon del fiume, di un notevole valore strategico, perché

Pietro Canobbio e la tragica campagna di Russia

permise il controllo visivo di parecchi chilometri della riva sinistra del Don. Scavammo con badili e vanghe le trin-cee e rifugi sotterranei, profondi 5 o 6 metri, dove si scendeva attraverso una scaletta e con in tronchi di be-tulla spaccati a metà per il lungo, co-struimmo le pareti e la paglia di segale pressata nelle intercapedini, fungeva da isolante, il riscaldamento era assi-curato da una piccola stufa ed i letti furono disposti a castello. Il nostro armamento fu inadeguato, per contra-stare, l’esercito sovietico, avemmo in dotazioni: cannoni da 105/32 mm, con una gittata di pochi chilometri, mortai di 81mm, pezzi di anticarro da 75/38 e i fucili modello del 1891, a sei colpi al minuto, lo stesso in dotazione du-rante la I guerra mondiale!!! La no-stra razione giornaliera fu misera e povera, costituita soprattutto dal pane secco, “gallette”, brodaglia, patate e qualche scatoletta di carne. Addirittu-ra mangiammo cicchi di grano e di segale arrostiti. Le condizioni igieni-che furono scarse, per la presenza dei fastidiosi pidocchi. Con l’avvicinarsi del Natale le giornate furono sempre più corte e fredde; i turni di guardia furono di circa 15 minuti, per evitare il congelamento. Pensai che l’armata rossa non ci avrebbe attaccato, data la situazione climatica, purtroppo non fu cosi. Dal 12 dicembre del 1942 i russi ci attaccarono con i “ katuscia”, un lanciarazzi di grande mobilità, che scatenò un abisso di fuoco, con i potenti carri armati T.34 di diverse tonnellate ed i fanti con il micidiale “ Pepescià”, un’ arma automatica di 100 colpi al minuto. Noi resistemmo con gravi perdite, però il 18 dicem-bre, i sovietici sfondarono a Novo Kalitwa ed iniziò la ritirata, che poi diventò una rotta. Non esistono paro-le adeguate per descrivere la ritirata, che fui protagonista in quelle tragiche giornate. Il pastrano grigio verde, fu inadatto alle rigide temperature e rappresentò un facile bersaglio per i mortai sovietici, e poi gli scarponi di cuoio autarchico chiodati, attraver-so i fori dei chiodi penetrava l’acqua e la parte interna divenne un suolo di ghiaccio e favorì il congelamento dei piedi. La nostra colonna di sbandati avanzò lungo la steppa come un enor-me serpentone, che sembrò che non finisse mai. Gran parte dei soldati, il tragitto lo fece a piedi o sulle slitte trainate dai muli ed in pochi sui scarsi mezzi militari. Questi automezzi non furono dotati dell’antigelo ed il freddo bloccò i motori e gran parte di questi, non poterono essere utilizzati e furo-no abbandonati insieme a quasi tutta l’artiglieria.. Innumerevoli furono i militari sfiniti, per il congelamento e per la cancrena ai piedi, tanti si la-

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mandati a combattere e a morire, senza nemmeno sapere il perché?. Durante la marcia maledicemmo la guerra e im-precammo contro l’allora capo del go-verno, gridammo, “ abbasso il duce”, per questa inutile carneficina.. Prima a piedi e poi aggrappato ad un camion Fiat 126, strapieno di militari, arrivai la sera del 19 dicembre a Kantamizovka, ( Centro nevralgico del sistema difen-sivo italiano), in una giornata fredda e grigia. Per paura di essere attaccati dalle truppe sovietiche, la mattina dopo, continuammo la ritirata e dopo diversi chilometri, attraversammo il ponte sul Donez e arrivammo a Woroshilograd. In questa località, erano presenti alcu-ni ospedali militari da campo e diversi magazzini militari, cosi che ci rifocil-lammo. Quando mi ripresi, il 22 dicem-bre scrissi una lettera ai miei genitori,( la quale in parte fu censurata),in cui li rassicurai, perché le mie condizioni di salute, furono discrete e gli chiesi, di far celebrare una santa Messa, nella chieset-ta della Madonna del Monte,( situata su una collina sopra Retorbido), per farmi ritornare a casa sano e salvo. Sempre a Woroshilograd, il 25 dicembre, il cap-pellano militare celebrò la santa Messa di Natale e fu un momento di serenità e pace. La giornata del 26 dicembre fu freddissima, forse tra le più tremende, la temperatura scese oltre 40 gradi sotto lo zero, con un vento fortissimo. Forse per il gran freddo, un mulo mori e lo cucinammo subito e finalmente mangiai qualcosa di nutriente.Però per le rigide temperature, feci una brutta indigestioni e addirittura svenni e fui ricoverato per alcuni giorni all’ospe-dale militare. Agli inizi di gennaio, mi recapitarono una cartolina militare, di un mio coscritto di Rocca Susella, Ber-telegni Mario, soldato della divisione al-pina “ Cunneense”, il quale mi informò che nella sua parte del fronte sul Don, non si combatteva. Purtroppo gli alpi-ni furono attaccati successivamente e i militari di questa divisione, andarono incontro ad una tragica sorte e lui non fece più ritorno dal fronte russo. L’eser-cito sovietico avanzò sempre di più e all’Epifania partimmo per evitare di es-sere accerchiati. Ci fu distribuito poche gallette ( pane secco) e qualche scatola

di carne. Partii con altri miei commili-toni su un automezzo militare, insieme al nostro capitano. Durante il percorso ci fermammo a dormire in alcune isbe e devo ringraziare una famiglia di con-tadini russi, che mi diedero da mangiare polenta e patate e li rimasi per qualche giorno al caldo.Mi colpi la grande umanità di questa popolazione, che non si rifiutò mai di aiutarci, anche se fummo nemici. Tan-ti militari devono la loro salvezza alla ospitalità di questa povera gente. Per loro noi fummo: “ Italianki Karascio ( italiani buoni), ma anche “ Italianski Cikai” ( italiani scappano), mentre odia-vano i tedeschi, perché si comportaro-no in modo feroce e brutale. Dopo una lunga “ marcia ” nell’inferno bianco della steppa russa, dopo aver percorso centinaia di chilometri, attraversando villaggi e paesi, arrivammo agli inizi di febbraio del 1943 a Dniepropetrovsk in Ucraina. Finalmente fummo fuori della portata dell’attacco dell’ armata rossa e fummo in salvo. Questa città fu sede del “Comando tappa”, incontrammo gli altri resti della divisione Cosseria, e mangiammo qualcosa di decente e ci riposammo per alcuni giorni. La nostra volontà di ritornare vivi, fu la molla che ci spinse a comportamenti eroici. Da questa città, partimmo in treno e dopo un lungo viaggio, agli inizi di marzo, ar-rivammo a Gomel, in Bielorussia, (Cen-tro nevralgico dell’ Armir e importante scalo ferroviario per l’Italia). Qui mi proposero per una decorazione al “ valor militare”.Verso la fine di aprile, un treno militare mi riportò finalmente in Italia e quando arrivai al Brennero, assistetti a scene di intensa commozione, molti di noi piansero. Alla metà di maggio arrivai alla stazione di Voghera. Ottenni una licenza per motivi familiari, perché mio padre non godeva di buona salu-te. Alla stazioni affittai una bicicletta e dopo poche ore giunsi a Chiusani. Fu il giorno più bello della mia vita, quando riabbracciai i miei cari, ed in particolare mio padre. Ancora oggi, mi rattrista il ricordo di quei terribili momenti, della tragica fine di quei giovani soldati, par-titi e mai più tornati. Tornammo in po-chi, troppo pochi……”.

Giancarlo Bertelegni

sciarono cadere e poi non riuscirono più a rialzarsi e subito dopo morirono. Vidi diversi bivacchi pietrificati, con i soldati congelati, che sembravano che dormis-sero accanto ad un fuoco spento, ma furono cada-veri. Con profondo dolore dovemmo, abbandonare i nostri compagni caduti, sotto un mucchio di neve. Fu uno spettacolo pieto-so, vedere tanti giovani

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Fabrizio Capecchi presenta il nuovo libro“Appennino delle quattro province”

come le ultime due, di tutta quella zona dell’Appen-nino compreso fra l’Oltrepo Pavese e l’Appennino Piacentino, le valli dell’alessandrino e del novese e tutta la provincia di Genova. E’ proprio per questo motivo che ho chiamato il libro “Appennino delle quattro province” utilizzando un termine ormai di uso comune”.È un libro ricco di immagini. Quanto tempo ha ri-chiesto per la sua esecuzione?“Ho potuto utilizzare un pò di foto che avevo fatto ne-gli anni precedenti quando ho realizzato i primi libri della collana e poi ho completato il lavoro negli ulti-mi due anni dopo l’uscita del volume “I nostri monti” e ho cercato di realizzare nuove immagini per coprire tutta la zona, cercando di creare un testo di carattere geografico, una sorta di atlante, ricco di cartine e fo-tografie in cui ho voluto apporre di fianco a ciascun monte il nome corrispondente in modo tale da avere una visione completa dell’Appennino come se fosse possibile vederlo dal vivo”.Lei non è originario della nostra provincia ma viene da fuori. Da dove nasce questa passione per l’Appennino?“È una passione che nasce da lontano perché, come ho scritto in una pagina di ricordi nel libro ‘Un’isola tra i monti’, è una passione nata quando ero bam-bino in quanto mio padre mi portava sempre con lui a pescare lungo i fiumi dell’Appennino. Già alla fine degli anni sessanta mi recavo con lui in Val di Vara, allora abitavo a Reggio Emilia; facevamo Val di Vara, Passo Cento Croci e lì si pescava, cono-scevamo una famiglia del posto ed eravamo sempre ospiti presso di loro e di conseguenza ho iniziato ad apprezzare questo territorio. Poi dopo, negli anni ot-tanta, questa passione è rinata, perché per un certo periodo, non avendo più frequentato queste zone, è rinata la medesima passione di quando ero bambino e si è rinvigorita grazie anche al mio interesse per la geografia. Infatti sono un appassionato di atlanti, di cartine, di panorami, di vedute: negli anni ottanta, vedendo questo Appennino da Pavia, e dopo aver fre-quentato per tanti anni le Alpi, vedevo questi monti che non conoscevo più vicini. Così ho deciso di salire nell’estate dell’ottantasette su queste montagne e ho scoperto che ci sono dei panorami straordinari. Da lì è iniziata tutta la mia avventura da ‘Un isola tra i monti’ e a seguire tutti gli altri libri”. Sono passati quasi vent’anni dal tuo primo libro ‘Un isola tra i monti’. Cosa la spinge ancora a ri-scoprire ancora questo territorio?“La passione da cui è partito il mio lavoro è rimasta, quindi non si è spenta in vent’anni di vita in Appen-nino, anche perché oltre ad una passione per la geo-grafia di questi luoghi, man mano che conoscevo il territorio si sono affiancate delle passioni per aspetti più particolari, per la geologia, per gli aspetti legati

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alla presenza dell’uomo in Appennino, quindi la pit-tura rurale, tutti i disegni dell’uomo che ha lasciato sui monti, per la storia di questi luoghi, per la Via del Sale ad esempio, per tutti questi aspetti di ca-rattere storico-geografico che mi hanno veramente interessato e ed entusiasmato e quindi li ho appro-fonditi. Quindi sono passato da un argomento all’al-tro sempre rimanendo nella stessa zona e credo sia stato bello non cambiare posto, ossia continuare per vent’anni a lavorare su una certa area che ho potu-to approfondire e ancora adesso mi piace, ci vado spesso e sono contento di frequentare questa zona”.Il suo primo libro ‘Un’isola tra i monti’ è stato un successo forse che neanche lei si sarebbe mai aspettato, cosa è cambiato dal quel suo primo li-bro a quest’ultimo?“Be, quello è stato il mio primo libro e devo ammet-tere che era la prima volta che prendevo in mano la macchina fotografica, non avevo mai fotografa-to in vita mia nulla, non ho mai scritto niente e ho fatto questa cosa proprio così di getto senza avere nessuna esperienza di questo tipo alle spalle. Quin-di è un libro che è nato rispecchiando quello che avevo dentro in quel momento, questa meraviglia per la socperta di questi luoghi che non conoscevo e così come lì ho visti li ho trasmessi sul libro. Poi attraverso i libri seguenti e fino ad arrivare a questo, sono diventato molto più esperto ho cercato di dare il meglio e, come dire, i libri non sono nati più così per caso ma studiandoli prima. Ho cambiato anche sistema di lavoro e ho fatto un lavoro più mirato così come l’andare a fare le fotografie soprattutto in questi ultimi anni è diventata proprio una cosa che

faccio appositamente. Prima invece andavo e le foto venivano da se, al caso, a volte ne facevo tre o quattro a volte nessuna era buona, invece adesso vado con le giornate buone, vado a fare quella determinata foto perché la luce arriva in un certo modo, è cambiato un po’ il modo di lavorare in questo senso. I risultati ci sono nel senso che rispetto ai primi libri credo che le foto siano dal punto di vista qualitativo migliorate. Il primo libro è un derivato dalla pratica di freschezza, immediatezza che forse gli ultimi non hanno, però è un normale percorso di una persona che procede nel-l’apprendere ed imparare sempre qualcosa”.Dopo ‘L’Appennino delle quattro provice’ quale sarà la nuova fatica di Fabrizio Capecchi?“Adesso non lo posso dire perché il libro è appena uscito e lo sto portando in libreria proprio in questi giorni. E poi, dopo la pubblicazione di ogni libro, ho sempre detto che non ne avrei fatti più perché arri-vo alla fine dela pubblicazione del volume che sono stanco ed esaurito. Questo perchè per fare un libro ci metto l’anima per cui alla fine non voglio pensare a rimmetrmi al tavolino a studiarne uno nuovo. La voglia poi viene da se ma ci vuole del tempo, ci vuole almeno un anno o sei mesi prima che mi ritori la vo-glia di pensare a qualche cosa di nuovo. Il bello è che ogni volta questa voglia di fare un qualcosa di nuovo viene da sola e non sono io che mi impongo di fare”.Avrebbe mai pensato dopo ‘Un isola tra i monti’ di continuare fino a quest’ultima sua fatica?“In effetti dopo un paio di mesi che era uscito ‘Un isola tra i monti’ mi ero reso conto di quello che avevo fatto, o meglio mi stavo rendendo conto del libro che avevo fatto e lì ho deciso di intraprendere questa nuo-va collana. E’ prima dell’uscita di quel libro che non avrei mai pensato di andare avanti perché io l’avevo fatto così come un libro fine a se stesso che chiudeva un’epoca della mia vita. All’uscita di ‘Un isola tra i mnoti’ facevo tutt’altro lavoro, a Milano, lavora-vo in televisione quindi ormai mi sentivo indirizzato su quella strada, invece proprio questo libro e tutto quello che ne è conseguito, inaspettato ed imprevisto ha causato in me un cambiamento radicale. E ne sono felice”.Quando da Pavia sale sull’Appennino cosa pro-va?“Ultimamente quando vado in Appennino vado sem-pre nelle giornate molto belle, molto limpide in cui so che posso fare delle belle fotografie, quindi c’è un pò l’attesa e la speranza di arrivare in tempo, al momen-to giusto o magari per fare una foto che ormai avevo già programmato e quindi penso che in quella gior-nata venga bene. Le prime volte ero talmente inna-morato di questi luoghi che ne ero estasiato, adesso andandoci in modo più mirato penso ai risultati che posso ottenere”.

Alessandro Disperati

Un nuovo bellissimo libro. Un volu-me di immagini che ad ogni pagina incanta, ti prende e ti regala emozio-ni. E’ il nuovo lavoro di Fabrizio Ca-pecchi arrivato nelle librerie e nelle edicole proprio in questi giorni. Si intitola: “Appennino delle quattro province”. Con l’autore abbiamo sfogliato questo nuovo capolavoro. Fabrizio Capecchi. Proprio in questi giorni esce il suo nuovo libro dal titolo “Appennino del-le quattro province”, di che cosa tratta?“È l’ultima opera della collana ‘Appennino meraviglioso’ e tratta,

Fabrizio Capecchi

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RAI Pantegana: “X-factor? Perchè no.. Un sogno? Fare un cd”

Un gruppo tutto oltrepadano che si esi-bisce sui palchi di pub e feste di paese. Propongono musica dura, heavy metaln per interderci. I Pantegana stanno riscuo-tendo sempre maggiore successo. Li ab-biamo incontrati nei giorni scorsi. Da dove nasce l’idea di chiamarvi “Pantegana”?Risponde Diego Freddi: “Ma, questo nome non si può definire esattamente il frutto di un idea, ma più di un gioco /ricerca. Mi spiego meglio; all’inizio, abbiamo cominciato come si fa di solito in questi casi…a Sparare un po di nomi a caso, per la maggior parte idiozie, ma poi la cosa ha preso piede e nel diver-timento abbiamo trovato questo com-promesso “Pantegana” che riprende in parte il nome della band che tributiamo, ovvero i Pantera (celebre metal band anni 90 amerciana) e dall’altra strappa un sorriso a chi lo sente pronunciare, ri-manendo comunque sullo stile..Diciamo così, “faunesco”. Il pubblico sembra ri-cordarlo e per questo lo giudichiamo un nome vincente”.Da chi è composto questo gruppo?Risponde Nicola Cerqueti: “La band è composta da quattro elementi, esatta-mente come quella originale; per la pre-cisione, io sono il cantante e mi chiamo Nicola Cerqueti, Alla chitarra c’è il qui presente Diego Freddi, alla batteria il giovane ma energico Tommaso Fiori di Voghera ed al basso Luca Giardini, un personaggio unico…”.Che tipo di musica suonate?Risponde Nicola Cerqueti: “Il nostro genere è piuttosto duro, rientra nella categoria dell’heavy metal, ma non è esageratamente spinto. Si fa ascoltare…Rimane molto energico ma gradevole, chiaramente per un orecchio preparato. Però ho visto fra il pubblico presente nel-le nostre esibizioni dal vivo anche per-sone di una certa età, rimanere fino alla fine del concerto ed in alcuni casi anche farci qualche complimento…A dimostra-zione del fatto che il genere è alla portata di tutti”. Non vi piacerebbe realizzare musica crata da voi?Risponde Diego Freddi: “Certamente si!! Infatti è già nei nostri progetti. Per adesso abbiamo deciso di portare avanti la strada della “cover band” per trovare il giusto feeling fra di noi e sul palco…Senza dimenticare che è molto più facile trovare serate dal vivo facendo brani che la gente conosce già. Ma stiamo già pen-

sando di comporre qualcosa di nostro…Compatibilmente con il tempo a nostra di-sposizione, vedremo cosa si può fare”.Quali sono i pezzi che vi appassionano maggiormente?Risponde Nicola Cerqueti: “Bhè, senza dubbio i pezzi più “cattivi” come li chia-miamo noi, ovvero quelli più energici. Ma non per una esclusiva preferenza di gusti, ma più per il divertimento in se…Più ener-gico è il pezzo, più energia trasmettiamo noi nell’eseguirlo. Di solito, quando li suoniamo ci guardiamo in faccia e ridia-mo come pazzi…Comunque, se vuoi un nome di una canzone, che a te non dirà niente, ma che per noi è rappresentativo direi senza dubbio “Suicide note pt.2”. Davvero casinara!!!”.Perché avete deciso di dedicare il tempo libero a suonare?Risponde Nicola Cerqueti: “Oggettiva-mente, insieme allo sport, non credo che ci sia un modo più divertente e coinvol-gente di passare il tempo libero con altre persone come suonare. La musica è una miscela di emozioni divampanti che ti tra-scinano in un momento di aggregazione completo. A prescindere dal genere e dal tipo di musica che si decide di eseguire. Consiglio vivamente a tutti i neo musicisti di insistere, perché ne vale la pena”.Da quanto tempo suonate?Risponde Diego Freddi: “Per quanto ri-guarda i Pantegana, suoniamo insieme da circa un anno, forse qualcosa in più…Ma abbiamo cominciato da poco ad esibirci dal vivo. Questo perché è stato necessario un lungo periodo di sala prove per mettere in piedi una scaletta che ci permettesse di suonare serenamente di fronte al pubbli-co. Purtroppo e per fortuna, i Pantera ri-chiedono pratica e meticolosità se si vuole ottenere un risultato soddisfacente”.Dove suonate?Risponde Nicola Cerqueti: “Per provare ci riuniamo in una saletta a pagamento nel centro di Pontecurone, dal magnifico Ernesto, e dal vivo, suoniamo prevalen-temente in Pub o disco pub. Non disde-gnamo neanche feste della birra o altre manifestazione che si sposano con la mu-sica che proponiamo. Ma per le feste della birra se ne riparla l’anno prossimo. Ora ci concentriamo più sulla stagione inver-nale…Maggiormente incentrata sui locali da sera diciamo”.Quali progetti avete?Risponde Nicola Cerqueti: “Suonare e divertirci, niente di più…Non escludiamo nulla, ma rimaniamo con i piedi per terra

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diventare popolare e fare la vita da rock star…?!Non credo sia una cosa possibi-le, e francamente non credo neanche che ci interessi poi così tanto. Per adesso, la mia speranza è quella di potermi diverti-re come stò facendo ora per ancora molto tempo. Poi, si vedrà…Ma ripeto, niente di astronomico”.Il vostro gruppo preferito?Risponde Diego Freddi: “Mah…Che dire…Sicuramente i Pantera, in questo momento significano molto per noi, come Band intendo, ma i nostri ascolti sono piuttosto diversificati. Non credo ci sia un gruppo preferito, ma più un momento pre-ferito per un determinato tipo di musica. Quando stiamo insieme, l’heavy metal ha indubbiamente una marcia in più. La mat-tina però, quando faccio colazione, prefe-risco altro..”.Potete darci qualche anteprima sulle prossime esibizioni?Risponde Nicola Cerqueti: “Al momen-to non abbiamo niente di definito, ma dovremmo fissare due o tre date fra no-vembre e dicembre, in alcuni locali della zona e poi, per l’anno nuovo, siamo de-cisamente a caccia. Abbiamo registrato una demo totalmente auto prodotta, della quale andiamo particolarmente fieri, che stiamo sfruttando per farci sentire un po in giro…Siamo fiduciosi. Comunque, se voleste saperne di più, abbiamo un My space, all’indirizzo, www.myspace.com/bandpantegana che viene aggiornata con-tinuamente. Lì potete trovare tutte le no-stre prossime esibizioni e se volete, potete anche ascoltare la nostra demo”.Questa passione è solo un onere o vi permette di racimolare qualcosa?

non possa accadere anche con i Pantega-na. Per adesso però, solo rimborso spese e qualche birra…”.Guardando il Festival di Sanremo, cosa provate?Risponde Diego Freddi: “Bella doman-da…Confesso di essere particolarmente deluso sotto questo aspetto. Non sono uno di quelli che boicotta il festival per par-tito preso, anzi, lo seguo ogni anno, ma la speranza di vedere la musica italiana prendere una piega più contemporanea e allineata al resto del mondo svanisce istantaneamente con l’inizio del festival. E’ uno dei pochi avvenimenti che trasmet-tiamo in mondo visione e mi domando cosa può pensare un inglese, ammesso che lo segua, quando alla fine del festival vede incoronare come vincitore Marco Carta…Quando loro hanno avuto i Queen”. Andreste ad X factor?Risponde Nicola Cerqueti: “Perché no. E’ una vetrina ad ampio raggio, come ce ne sono poche. Ma non credo che sa-remmo degli ospiti molto graditi. Andrei lì a suonare la musica che più mi piace per ricordare che lo stile che eseguiamo con i Pantegana, non solo esiste, ma ha anche svariati sostenitori come noi…Di certo sarebbe fuoriluogo, ma il proble-ma non credo sia nostro ma più di coloro che escludono a priori generi e influenze musicali differenti, come se di musica che funziona ce ne fosse soltanto una e le altre fossero solo una inutile forma di ribellione al normale, non so se mi spiego…I criteri di selezione dei talent show come X-factor sono ristretti e mirati secondo filtri che io non condivido. Però non ti biasimo che sarei prorpio curioso di vedere la reazione di Francesco Facchinetti e il suo staff alla fine di una nostra performance...”.

Alessandro Disperati

Risponde Nicola Cerque-ti: “In questo momento ci spostiamo a prezzo “0” e ci accontentiamo del rim-borso spese. Purtroppo, con il genere che faccia-mo, non possiamo permet-terci di esagerare con le richieste. Abbiamo biso-gno di guadagnare credi-bilità prima di ricavarne qualche spicciolo. Parlo di spiccioli, perché non sarebbero comunque cifre da capogiro, ma in passa-to, con altre band con cui ho cantato, mi sono tolto qualche soddisfazione an-che sotto questo punto di vista…Non vedo perché

e facciamo quello che ci piace di più: stare insieme suonando”.Il vostro so-gno nel cas-setto?R i s p o n d e Diego Fred-di: “Pubbli-care un di-sco, vendere milioni di copie in tut-to il mondo,

Diego Freddi Nicola Cerqueti Tommaso Fiori Luca Giardini

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Occasioni di festa: un’associazione per far rivivere antiche tradizioni in Valle Staffora

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Sempre a fronte della stagione estiva appena trascorsa continuiamo il nostro cammino per scoprire e cono-scere le associazioni che operano a Rivanazzano Ter-me. Abbiamo incontrato la Presidente dell’associa-zione culturale “Occasioni di Festa” Piera Selvatico, che da anni organizza eventi per la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali.Da quanti anni “Occasioni di Festa”organizza eventi a Rivanazzano Terme?“Da circa 7 anni”.Da quale idea e con quali scopi è nata questa asso-ciazione?“E’ nata in un periodo in cui il paese si era un po’ spento, perciò noi che siamo di Rivanazzano da ge-nerazioni abbiamo deciso di unirci e addentrarci in questa avventura e per prima cosa abbiamo cercato di ricreare un legame tra gli abitanti e l’ occasione è sta-ta la prima “Fiera d’Aprile”organizzata nel 2002”.Che carattere hanno gli eventi che organizzate?“Sono eventi primariamente di carattere culturale, perché secondo noi con la cultura si può creare un tessuto nuovo per il paese ed inoltre puntiamo molto sui giovani e sui bambini. Vogliamo creare una nuova filosofia di vita, un nuovo modo per stare insieme e per

vivere in un paese che è situato in un ambiente poco inquinato e ricco di risorse e bellezze”.Qual’è la manifestazione di cui andate piu fiere?“A dir la verità è difficile scegliere tra tutte, direi che sono sullo stesso livello,anche quelle piu semplici le abbiamo sempre fatte con passione, con il cuore e con la speranza di lasciare un ricordo a Rivanazzano e di potenziarne la storia e la cultura, la nostra è nata come un’associazione culturale e ci sembra giusto creare degli eventi che lascino il segno. Direi che la festa che ha riscosso maggior successo finora è stata la Fiera d’Aprile, però con il passare degli anni ve-diamo che anche le altre manifestazioni che sono sor-te un po’ in sordina adesso stanno prendendo piede”.Collaborate anche con altre associazioni?“Fortunatamente abbiamo sempre avuto la collabo-razione dell’Amministrazione comunale, abbiamo un’intesa perfetta nel collaborare con la Pro Loco e vorrei aggiungere che siamo aperte a qualsiasi altra associazione che voglia collaborare con noi, per ren-dere Rivanazzano un piccolo gioiello. E’ un paese si-tuato in una posizione strategica e potrebbe aspirare a diventare l’immagine di questa zona”.Può illustrarci le prossime manifestazioni in pro-gramma?“Per la chiusura della stagione estiva abbiamo or-ganizzato “ la Festa di fine estate sull’Aia”, che si è aperta con una biciclettata per riscoprire le cascine storiche di Rivanazzano. Si proseguirà poi con la “fe-sta di San Martino” a novembre, che mira a valoriz-zare i prodotti tipici della zona, in particolare la frutta antica in quanto è uno dei pochi posti che contiene ne ancora. Di norma prima della manifestazione è sem-pre stato fatto un convegno mentre quest’anno faremo degli incontri per far conoscere questi prodotti”.Per la valorizzazione del nostro territorio, cosa in-dividua come punti di forza?“Senz’altro la natura che è un bene primario che ab-

biamo in abbondanza, i prodotti locali, le terme che secondo me sono un elemento da potenziare, ed infine si dovrebbe trovare una nuova filosofia per il nostro paese come ad esempio un rimedio per il rumore ed il traffico, che in un centro termale vanno a minacciare la tranquillità dei clienti e dei turisti”.E parlando non solo di Rivanazzano ma della Valle Staffora in generale?“Anche in questo caso metterei in primo piano la na-tura e aggiungerei la storia, noi abbiamo una storia che abbiamo dimenticato, abbiamo il Torrente, secon-do me non c’è stato ancora nessuno che si sia messo in discussione per la nostra valle, ci sono molti ele-menti interessanti che devono essere sfruttati”.E se volesse dare dei suggerimenti? “Un percorso ciclabile perché abbiamo delle cam-pagne molto belle e incontaminate, quindi questa po-trebbe essere una soluzione”.Quali ruoli riveste all’interno di altre associazio-ni?“Sono la rappresentante dell’Associazione Commer-cianti e tengo dei corsi per l’Università della Terza Età e svolgo anche delle consulenze per quanto ri-guarda la cucina”.Come riesce a conciliare il lavoro nelle associazioni con il suo lavoro vero e proprio, direi molto impe-gnativo?“L’associazione “Occasioni di Festa” funziona bene perchè nessuna di noi ha un ruolo ben definito, si la-vora alla pari, siamo unite e con la voglia di metterci sempre in discussione. Per quanto riguarda il mio la-voro ci sono le mie figlie, mentre per il resto ho una grande passione per la lettura che mi porta ad avere questa conoscenza della cucina storica e in questo modo racconto la mia esperienza ed il percorso che hanno fatto alcuni prodotti per arrivare a noi”.

Isabella Ferrari

L’8 novembre tutti a Rivanazzano Terme per la festa di San Martino: si festeggia con tanti avvenimentiL’8 novembre festa di San Martino sarà davvero un giorno particolare per Rivanazzano Terme. In occa-sione di questa grande festa infatti ci sarà l’annullo postale per incorniciare il passaggio del nome della località da Rivanazzano a Rivanazzano Terme. Ci sa-ranno bancarelle e la presentazione di due libri sulla storia di Rivanazzano. Ma vediamo nel programma di domenica 8 novembre. Ore 9,30: P.za Papa Giovanni XXIII Inaugurazione ed apertura della manifestazione alla presenza delle autorità civili e religiose. P.za Papa Giovanni XXIII e via Cavo Lagozzo - V° mostra mercato del tartufo e del fungo - VIII° mostra mercato della frutta antica ritrovata e dei prodotti del territorio - Esposizione di rare varietà di funghi a cura del Gruppo Micologico Vogherese. Ore 9,45: P.za Papa Giovanni XXIII - tensostruttura- “Due esperienze a confronto”. Alessandro Zanocco e Luciano Rovino raccontano la loro esperienza di raccolta e salvaguardia del patrimonio frutticolo del-la collina e della pianura - Tecniche di potatura.Ore 10,00: Piazzetta della Posta - Punto informazioni - Speciale Annullo Postale Filatelico per commemo-rare lo storico cambiamento del nome del Comune da “Rivanazzano” a “Rivanazzano Terme”. Fino alle ore 16.00 P.zza Cornaggia - Portici del Palazzo Mu-nicipale - Rivanazzano Terme attraverso gli occhi ed il pennello del pittore Luciano Barbieri - “Femmini-

lità: elegenza dell’essere donna”. Fotografie di Leti-zia Maccarini. Commenti di Federica Calizzano Via Indipendenza - Sala manifestazioni della Biblioteca Civica Paolo Migliora - “Mi vesto d’autunno”. La-vori degli alunni della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Rivanazzano TermeVia Cavo Lagozzo - Cortile Lugano - Appuntamento “gustoso” all’insegna della tradizione a cura dell’as-sociazione “Giovane Riva”.Ore 10,30: Chiesa di S. Germano - S.S. Messa di San Martino P.za Papa Giovanni XXIII - “Per fare il pane ci vuole un chicco...” Dal chicco di grano alla forma di pane. Laboratorio per grandi e piccini a cura di Josephine Buongiorno, cuoca naturale e macrobio-tica, terapista naturale di Berzano di Tortiona, e di Virginio Bruni, dell’associazione “Magazzino dei Ricordi” di Zavattarello.Ore 12,00: P.za Papa Giovanni XXIII - Premiazione dei tartufi: il nero più grosso, il bianco più bello, la quantità maggiore.Ore 12,30: P.za Papa Giovanni XXIII - tensostruttu-ra - Il pranzo del contadino: polenta con merluzzo e gorgonzola, patate cotte sotto la cenere, torta di zuc-ca .... A cura dell’associazione “Occasioni di Festa”.Ore 14.30: Giardini Brugnatelli - Esibizione di cani da tartufo.Ore 15,30: P.za Papa Giovanni XXIII - tensostruttura - La merenda del contadino: pane e salame, formag-

gio, un bicchiere di vino ...Ore 16,00: P.za Papa Giovanni XXIII - tensostrut-tura - “Il Testimone del tempo”. Un riconoscimento per chi ancora oggi coltiva con passione i frutti della terra e mantiene vive le tradizioni del mondo conta-dino. - Premiazione del concorso fotografico “Frutti anti-chi cercansi”. Un premio per lo scatto che ha signi-ficativamente immortalato le piante e i frutti antichi ancora presenti in angoli nascosti ed affascinanti del nostro Oltrepò e della Valle Staffora.Ore 17,30: P.za Papa Giovanni XXIII - Alla luce del-le lanterne seguendo S. Martino: raduno di bambini che “col lantarnen i van a drera a San Martèn” per rivivere ogni anno la leggenda del Santo che donò il suo mantello al povero infreddolito.In programma inoltre:Giovedì 5 novembre - ore 21.00 Sala manifestazioni della Biblioteca Civica Paolo Migliora “L’arte og-getto: la natura morta e l’arte povera” L’espressione artistica dell’oggetto nel corso dei secoli, da Cara-vaggio alla contestazione. Dissertazione d’arte con il collezionista Franco Riccardi. Venerdì 6 novembre - ore 21.00 Sala manifestazio-ni della Biblioteca Civica Paolo Migliora “I libri di ferro” Le insegne dei negozi nella pittura dell’Avan-guardia Russa. A cura dell’esperto Cesare Lisandria.

Alessandro Disperati

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Pur avendo gli stessi punti in classifica, deve cedere il titolo di Campione Italiano

La United Business vince il Rally di Como con Luca Rossetti

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Tipico clima da “day after” quello che si respira nelle ore che seguono il gran-de evento che ha polarizzato a Como i migliori piloti rally italiani, le loro Case costruttrici di riferimento, team ufficiali e scuderie da ogni angolo della Peniso-la. Il “28° Rally di Como valido quale ultima e decisiva prova del massimo Campionato Italiano Rally 2009, va in archivio tra la soddisfazione generale di organizzatori, patrocinatori, sponsor, enti locali e personale tecnico-logistico. A legittimare una straordinaria riuscita del rally di Como 2009 è stata la lotta al vertice, la battaglia per vincere l’As-soluta e per aggiudicarsi il Titolo Con-duttori del Campionato Italiano Rally: il trionfo a Como di Luca Rossetti pilota ufficiale Abarth e gestito dalla United Business Sport & Events e la conquista del Tricolore da parte di Paolo Andreuc-ci pilota Peugeot, solo dopo l’analisi della discriminante, si aggiudica infatti il titolo perché il garfagnino ha un 2° posto in più dell’alfiere Abarth, hanno reso l’edizione 2009 straordinaria e in-dimenticabile per tensione agonistica e per i valori tecnici espressi. Trionfa quindi come dicevamo in Piazza Ca-vour a Como il pordenonese della Uni-ted Business Luca Rossetti con Matteo Chiarcossi sull’Abarth Grande Punto nr. 2. Una gara straordinaria con la posta in palio molto prestigiosa, che vale tutta la stagione. Fantastico lo scenario finale nel “salotto” di Como che ha avuto il si-gnificato indimenticabile dell’apoteosi, con gli equipaggi premiati dalle autorità quali il Prefetto di Como, Sante Frater-lizzi, e il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Avvocato Enrico Gelpi, oltre ai vertici della Provincia di Como. Il Rally di Como è stato un duello ti-rato per la vittoria assoluta, tra Renato

Travaglia con Lorenzo Granai (secondo assoluto su Peugeot a soli 3”2 dal vin-citore Rossetti, con il terzo classificato – Luca Cantamessa e Pier Capolongo anche loro gestiti dalla United Business, su Peugeot 207 Super 2000 staccati di 54”. Per Andreucci conquista un quinto posto – viziato anche da una foratura nel finale – che è stato sufficiente al driver garfagnino per vestire la maglia tricolo-re. Dopo aver concluso al primo posto la giornata d’apertura, Travaglia è stato raggiunto e superato in classifica da un Luca Rossetti determinato e convinto di riuscire a ribaltare ogni pronostico, o quanto meno a vincere per pareggiare i conti con Andreucci, mettendo in di-scussione ogni calcolo per il titolo Ita-liano. Ad Andreucci sarebbe stato suffi-ciente un piazzamento nei primi cinque, ma ha alimentato l’incertezza del finale forando e perdendo la terza piazza che occupava con la Peugeot aggiudicando-si il titolo italiano piloti grazie alla di-scriminante (migliori piazzamenti nelle gare CIR a parità di punteggio finale con Rossetti, 66 punti entrambi, entram-

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bi hanno vinto quattro gare, Andreucci ha un secondo posto in più. Onestamente più di così Rossetti quest’anno non avrebbe potuto fare, partito come sfavorito per la corsa al titolo, per poco ma veramente poco non l’agguanta, voto 10 per deter-minazione. Quarto un altro equipaggio della United Business Sport & Events di Salice Terme, Longhi e Imerito su Sko-da Fabia Super 2000 a 1’00”4, limitati da una toccata nel 1° Giorno ed un dritto nel secondo. Quinto si piazza quindi An-dreucci e con questo piazzamento si por-ta a casa il titolo tricolore. Il patron della United Business , il salicese Pier Liberali al termine della gara durante la conferen-za stampa dichiarava “E’ stato un onore l’anno scorso vincere con ampio margine il titolo con Luca Rossetti con la Peugeot 207, quest’anno tutti ci davano spacciati prima di iniziare il campionato, abbiamo dimostrato che passare a Fiat Abarth non è stato un errore, siamo arrivati a pari pun-ti con Andreucci e solo la discriminante non ci permette di portarci a casa il titolo. Ma sono comunque molto contento, sia-mo venuti a Como con tre equipaggi da

classifica assoluta, è si sono classificati , primo , terzo e quarto, penso che più di così non si potesse fare. Abbiamo dato una prova di forza neanche pensabile a nessun altro nostro concorrente. Mi pia-ce sottolineare che un altro nostro Equi-paggio , quello composto dai giovani Bossalini e Mangiarotti , con la piccola Ford Fiesta, hanno proprio qui a Como disputato la finale nazionale, anche loro sono andati forte e pur non classifican-dosi benissimo, per problemi meccanici , andranno ad effettuare lo stage in In-ghilterra presso Ford” . Luca Rossetti ha dedicato, davanti alle telecamere Rai la vittoria a Pier Liberali per il costante contributo fornito durante la stagione, mentre sentiva queste parole Libera-li sorrideva ma negli occhi aveva un velo di tristezza per non aver fatto il bis con il tricolore, c’è da giurarci l’anno prossimo quelli della United Business moltiplicheranno gli sforzi per essere nuovamente Campioni Italiani.

Nicola Gasperoni

Pier Liberali e Luca Rossetti

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Oltre ai piloti tanti personaggi dello spettacolo con la società di Salice Terme

United Business con nove equipaggi al “Monza Rally Show”

Siamo a Novembre e come tradizione vuole da un po’ di anni a questa parte, arriva l’atteso appuntamento con il Monza Rally Show.L’evento monzese che per collocazione a calendario arriva proprio dopo la fine della stagione sportiva, permette di organizzare una festa nella festa e dedi-care l’attenzione ai partner commerciali che hanno permesso con il loro contributo di partecipare ai vari campionati. Una festa dedicata soprattutto a loro! Per questo motivo la United Business Sport e Events sta lavorando alacremente per fare bella mostra di se e dei suoi piloti al Monza Rally Show.Ancora nulla si può svelare, ma dalle prime indiscre-zioni Pier Liberali ed il suo staff stanno organizzando, oltre ad una sala Vip, situata proprio sula linea di ar-rivo e partenza, anche un’area hospitality, di ben 400 metri quadrati dove i clienti, i partner, i piloti e gli ospiti invitati non troveranno un ristorante come gli anni passati ma una innovativa struttura improntata sulla disco-music e l’american bar, di più al momento non trapela.Tra gli iscritti al “Monza”, il due volte campione del mondo di rally Marcus Gronholm, Valentino Rossi, “Dindo” Capello, Marco Simoncelli, Jorghe Lorenzo. Le ultime edizioni hanno visto il duello tra “Dindo” Capello (3 vittorie), e Valentino Rossi (2). In gara numerosi specialisti italiani. Tra questi, Rossetti, An-dreucci, Re, Longhi, Cantamessa. Dallavilla, Navarra, Virag, Fontana, Cavallini, Perico e tanti altri.All’Autodromo di Monza si stanno ultimando i pre-parativi per ospitare al meglio il “Monza Rally Show” in programma da venerdì 27 a domenica 29 novembre che, anche quest’anno, proporrà la spettacolare sfida tra piloti di rally e quelli che gareggiano in pista nelle corse di auto e di moto.Il due volte campione del mondo di rally Marcus Gronholm, sarà in gara con una Subaru Impreza Wrc ed avrà tra i principali rivali i protagonisti delle più recenti edizioni della manifestazione: Luca Cantames-sa con la Subaru WRC macchina con la quale l’anno scorso, un altro pilota della società di Salice Terme, Piero Longhi, aveva vinto il Master Show, quest’anno Longhi sarà al via con una Skoda Fabia WRC, avver-sari da battere, per i due piloti della United Business, oltre a Gronholm, saranno “Dindo” Capello e Valen-tino Rossi.Luca Cantamessa lo scorso anno a bordo della Ford Focus ufficiale dovette arrendersi proprio nel finale, in una sfida fratricida, contro Pierino Longhi che vinse poi la finale su Valentino Rossi. Il tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans “Dindo” Capello si è imposto in quattro edizioni del Monza Rally Show (2000 su Subaru Impreza, 2004 e 2005 su Skoda Fabia, 2008 su Ford Focus), mentre il nove volte iridato di motoci-clismo ha conquistato due successi nelle edizioni del 2006 e del 2007, sempre alla guida di una Ford Focus Wrc e sempre con Carlo Cassina come navigatore.

Quest’anno, Capello sarà alla guida della vettura cam-pione del mondo rally, la Citroen C4 Wrc, mentre Va-lentino Rossi sarà ancora con una Ford Focus Wrc.La United Business Sport & Events sarà anche que-st’anno la società con il maggior numero di piloti pre-senti a Monza, presentiamoli dunque in ordine sparso: Luca Cantamessa (Subaru WRC); Andrea Dallavilla con al suo fianco “Oriano Ferrari” alias Marco Dalla Noce ( Peugeot 207 Super 2000); Piero Longhi con al suo fianco il fido “Capitan Ventosa” alias Luca Cassol ( Skoda Fabia WRC); il pavese Michele Tagliani navi-gato dalla salicese Benedetta Pericotti (Grande Punto Abarth Super 2000); il figlio del “senatur”, Riccardo Bossi con al suo fianco il DJ di Radio 105 e conduttore dello “ZOO” Marco Mazzoli (Grande Punto Abarth Super 2000); il giovane piacentino Elia Bossalini, na-vigato dall’oltrepadano Daniele Mangiarotti (Grande Punto Abarth Super 2000) ; il business-man svizze-ro Mario Cordoni con al fianco Gil Calleri (Subaru Impreza Sti ), e nei prossimi giorni potrebbe essere ufficializzata anche la partecipazione di Luca Rossetti navigato dalla campionessa di tennis Flavia Pennetta.Nell’elenco degli iscritti al Monza Rally Show, vi sono, tra gli altri, Marco Simoncelli (Ford Focus Wrc), Alessandro Caffi (Citroen Xsara Wrc), Paolo Andreucci (Peugeot 207 S2000), Felice Re (Citroen C4 Wrc), Andrea Navarra e Fabio Babini (Subaru Impreza Wrc), Tobia Cavallini (Peugeot 307 Wrc), Alessandro Perico con Moreno Morello (Peugeot 206

Wrc), Mauro Trentin (Ford Focus Wrc), Mirco Virag (Citroen Xsara Wrc), Corrado Fontana (Peugeot 307 Wrc), Luigi Fontana e Fabrizio Fontana, entrambi su Peugeot 206 Wrc.United Business esattamente come gli ultimi anni an-drà a Monza per vincere, convincere, ma anche per fare spettacolo e per ringraziare tutti i propri partner pubblicitari. E proprio come l’anno scorso il “United Disco Happy Hour Bar” sarà in collaborazione con Pirelli e Beta Utensili, due multinazionali prestigiose che da alcuni anni sono in partnership con la società di Salice Terme. L’anno scorso il marchio United Busi-ness grazie a Piero Longhi era andato in onda per ben tre minuti anche su Canale 5 in “Striscia la notizia” quest’anno certamente sarà ripetuto lo scoop televi-sivo con la televisione del Gruppo Fininvest, inoltre sono previste diverse interviste promo-pubblicitarie sul network nazionale “Radio 105” , infatti è stato raggiunto un accordo di collaborazione tra la prima emittente radiofonica privata italiana ed il manage-ment della società salicese. L’accordo prevede che il figlio del leader della Lega Nord, il pilota Riccardo Bossi, partecipi alla trasmissione Zoo, nelle settima-ne che precedono la gara monzese e nelle settimane successive. Le trasmissioni oltre che radiofoniche sa-ranno trasmesse anche sui canali Sky MTV e Comedy Central. Nicola Gasperoni

MicheleTagliani

Valentino Rossi, 9 volte campione del mondo, lo scorso anno a Monza con Piero Longhi

Valentino Rossi e Piero Longhi

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Il Rivanazzano Terme Volley Club dopo una stagione grandiosa va a caccia di nuovi allori

Dopo la pausa estiva e una stagione trascorsa a collezionare vittorie e soddisfazioni , la Pallavolo Rivanazzanese sta per ricominciare alla grande un nuovo campionato puntando a raggiungere i miglio-ri risultati. La società denominata Rivanazzano Ter-me Volley Club e nata nel 1979 ha come obiettivo principale quello di promuovere lo sport della Pal-lavolo tra i giovani, garantendo una preparazione fisica e tecnica di base e offrendo loro la possibilità di impegnarsi in un’attività agonistica di rilievo. Il Presidente della società Giancarlo Franchini parla con noi delle vittorie ottenute e degli obiettivi per la stagione che sta per iniziare.Chi compone la società Rivanazzano Terme Vol-ley Club?“Oltre al sottoscritto che ricopre il ruolo di pre-sidente è composta da due vicepresidenti, Rober-to Sala e Patrizia Rizzotti, dai consiglieri Ezio Caroni, Giorgio Lizzoli,Vincenzo Pria, Nicoletta Bosi,Armando Borin, Roberto Barbieri, Giovanni Ferrari, Enzo Cosi e Daniela Pasotti, dal diretto-re sportivo Stefano Alberici, dalle segretarie Ilaria Barbieri e Alessandra Beccaria e dal responsabile del settore giovanile Dario Cameletti”.La storia della società inizia nel 1979, e dopo il trasferimento a Voghera del settore maschi-le come si è evoluto il settore femminile negli anni?“E’ nato questo accordo con il Centro Adolescere che si occupa del settore maschile mentre noi di quello femminile e ci siamo evoluti arrivando tra le categorie maggiori: abbiamo una serie C , una 2° divisione, una 3° divisione, le Under 13, 14, 16 e 18 e il Mini Volley .Riguardo a quest’ultimo volevo aggiungere che quest’anno c’è stato un incremen-to di iscrizioni e abbiamo circa 50 bambine che rappresentano il mini volley, è un traguardo sod-disfacente”.Quali sono i punti di forza di questa società?“Quasi tutte le giocatrici sono cresciute nel nostro settore giovanile e secondo me il loro punto di for-za è il gruppo compatto che si è creato crescendo insieme negli anni. La prima squadra è formata da pallavoliste la cui ètà media è di 18 anni, per cui siamo un po’ invidiati a livello regionale per essere una delle squadre più giovani nella serie C”.Il 9 ottobre scorso siete stati premiati dal Comi-tato Provinciale FIPAV, mentre l’11 ottobre dal Comitato Regionale FIPAV, ci può spiegare la sua soddisfazione?“La scorsa stagione è stata ricca di successi, ab-

biamo vinto per quanto riguarda la serie D, la 1° Divisione Femminile con una squadra che abbiamo in comproprietà con il Team Volley Voghera, la 1° Divisione Maschile, l’Under 18 e abbiamo ottenuto il 3° posto con l’Under 16 perciò abbiamo avuto grandi soddisfazioni. Quest’anno sarà piu difficile avendo vinto il campionato di serie D, ma siamo molto fiduciosi“.Quali sono gli obiettivi preposti per la questa stagione sportiva?“Uno è già stato in parte realizzato ed è quello di aumentare il numero di giovani nel mini volley che negli ultimi anni era leggermente calato e sicura-mente quello di mantenere la serie C con la prima squadra”.Dove si svolge la vostra attività?“Presso la palestra comunale di Rivanazzano Terme adeguatamente attrezzata ,ci sentiamo ri-conoscenti nei confronti dell’Amministrazione e cerchiamo di dimostrarglielo portando a casa le nostre vittorie”.Partecipate anche ad eventi e manifestazioni esterne?“Partecipiamo a diversi tornei di Mini Volley e a diverse gare Internazionali, anche di Beach Volley nel periodo estivo. Inoltre quest’anno abbiamo fat-

Le squadre femminilipremiate a Paviaper la stagione 2008/09

Grazie all’ impegno e alla tenacia delle giocatrici e di tutta la società, lo scorso 9 Ottobre la Riva-nazzano Terme Volley Club è stata protagonista presso l’Aula Magna dell’Università di Pavia alla premiazione da parte del Comitato provin-ciale della Fipav per le società piu attive durante la scorsa stagione.Il presidente della Fipav pro-vonciale Domenico Casella insieme alla vice-presidente Nicoletta Quacci e tutti i consiglieri, ha accolto gli ospiti congratulandosi con tutte le società presenti,mostrando la propria soddisfa-zione per il loro aumento nel tempo e augurando un buon inizio di campionato accompagnato da correttezza e tranquillità nel gestire le attività.La pallavolo Rivanazzanese si è aggiudicata la premiazione per le numerose vittorie consegui-te nella scorsa stagione: La vittoria della serie D femminile promossa in serie C, la vittoria della 1°Divisione Femminile, la vittoria della 1° Divi-sione Maschile, la vittoria dell’ Under 18 Femmi-nile provinciale ed infine ha raggiunto il 3° posto l’Under 16 Femminile provinciale.Una seconda premiazione è avvenuta Domenica 11 Ottobre presso il Palalido di Milano da par-te del Comitato regionale della Fipav grazie alla vittoria ottenuta nel campionato Regionale di se-rie D femminile.

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to parte dell’organico dell’evento “Miss Rivanaz-zano Terme” che ha ottenuto un grande successo e che speriamo di ripetere anche l’anno prossimo”.Come funziona la collaborazione con le altre so-cietà di Pallavolo?“Essendo tutte ragazze molto giovani poche hanno la possibilità e i mezzi per spostarsi da un paese all’altro perciò ognuno sta nel suo spazio, secondo me è ora di cambiare e di allargare un pò gli oriz-zonti”.Un consiglio alle giovani pallavoliste.“Io direi di seguire come esempio le ragazze della prima squadra che hanno solo qualche anno più rispetto a loro e che essendo cosi giovani hanno già raggiunto un traguardo notevole”.

Isabella Ferrari

Giancarlo Franchini

Le squadre del Volley Rivanazzano Termepremiate a Pavia

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Scacchi: cresce la passione per questo gioco“Intendiamo far crescere l’Asd di Voghera”

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Com’è nata in lei questa passione?«E’ nata nel periodo del militare, dove incontrai un gruppo di commilitoni molto abili al gioco degli scac-chi. Dopo essere tornato a casa mi aggregai ad un gruppo locale. E da lì non smisi più».Che cos’è l’Asd?«L’Asd è un’ Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchistica. Siamo iscritti alla FSI ed affiliati al Coni. Questa realtà è nata nel 1992 a Rivanazzano e dal 2005, ci siamo stabiliti a Voghera, in Via Garibal-di. Da qualche tempo abbiamo aggiunto altri giochi da tavola strategici come il Risiko, ma in questo cam-po non possiamo considerarci abili e competenti come in quello degli scacchi. Diciamo che in quest’ultimo caso, siamo in fase di sperimentazione».Quanti tesserati siete?«Siamo in 25. La media anagrafica si attesta tra i 30 ed i 45 anni».Che qualità devono sussistere perché un buon gio-catore possa essere considerato tale?«Sicuramente devono sussistere attenzione, capacità combinativa e capacità strategiche».Il gioco degli scacchi è sicuramente uno tra i più complicati. In che modo bisogna documentarsi per poter affrontare questa disciplina?«Dipende dal livello che si vuole raggiungere. Ci sono dvd, lezioni in internet, buoni testi cartacei sui quali potersi preparare. Come in ogni ambito, importanti sono l’esercizio e l’impegno. A questo proposito, vor-rei sfatare il mito dell’estrema difficoltà con la quale si tende a giudicare il gioco degli scacchi. Non biso-gna avvicinarsi con timore e scetticismo, imparare a giocare agli scacchi è possibile».Qual è lo scopo di questo gioco?«Trovare il modo migliore di contrastare, e se possibi-le, vincere l’avversario».Cosa ne pensa dell’ultima moda degli scacchi on line?«Per i giocatori in erba non è sicuramente il modo mi-gliore di imparare. A mio avviso, può essere utilizzato soltanto per curiosità e da chi non è più alle prime armi. Scontrarsi contro un computer non crea quella passione che invece si instaura con un avversario in carne ed ossa».Quanto può durare una partita e quando può con-siderarsi terminata?«La durata varia e dipende da diversi fattori. Può dipendere dagli accordi che inizialmente si prendono con l’avversario. Nei tornei lampo, il tempo è di 5 mm a testa, in quelli semi – lampo la durata è di 15 mm ciascuno. La partita finisce quando si dà scacco mat-to, quando uno dei due giocatori abbandona, oppure quando si prospetta un caso di parità».I giovani ed i bambini si interessano agli scacchi?«Inizialmente i bambini si interessano a questo gioco. A Milano e a Bergamo esistono dei circoli in cui i più giovani si cimentano in quest’arte. Una nota positi-va è data dal fatto che in generale, non esiste più il monopolio della Russia e dei Paesi dell’Est in que-

sto campo. Anche l’Occidente si sta affermando. La Francia, per esempio, presenta molti giovani scacchi-sti, seguita ad un livello discreto, dall’Inghilterra. Per quanto riguarda il nostro Paese, negli ultimi due anni sta crescendo molto in questo senso. Questa attività è sicuramente educativa, in quanto aiuta il bambino ad aumentare l’attenzione, il senso di responsabilità e la concentrazione. Come ogni sport, anche negli scacchi è giusto non strafare, in quanto ciò potrebbe portare ad una deleteria dipendenza al gioco».Esistono delle particolari strategie e tattiche per sconfiggere l’avversario?«Senza dubbio esistono delle linee più forti di altre. Un’efficace mossa è quella dello scacco del barbiere, ossia lo scacco matto in tre mosse».La partita disputata che ricorda con maggiore or-goglio?«Sicuramente quella simultanea con il grande mae-stro Naumkin». Un avversario che più di altri si sta distinguendo nel nostro territorio?«E’ molto difficile fare dei nomi, parlando della zona Alessandria – Pavia, direi Paolo Quirico».Durante gli anni, che attività avete svolto?«Abbiamo disputato i campionati italiani a squadre (quest’anno siamo retrocessi in promozione) e nel 2005 abbiamo partecipato al Torneo Internazionale, che si era tenuto proprio a Voghera. Attiviamo corsi sociali, lezioni per gli associati, serate di studio, le-zioni individuali fino al secondo livello, andiamo nelle scuole medie del posto per rendere noto il gioco de-gli scacchi, siamo presenti ad alcune manifestazioni come al torneo semi - lampo di Lungavilla». Che rapporto sussiste con l’avversario?«Solitamente si tende a creare un rapporto civile e cortese. Una regola generale consiste nel non distur-bare lo sfidante, durante la partita».Per lei chi è stato il più grande giocatore di scacchi della storia?«Ci sono stati, per ogni epoca, giocatori validi che hanno apportato modifiche ed invenzioni determinan-ti. Fischer ha sicuramente avuto la genialità di rom-pere il muro del monopolio sovietico».

Valentina Sgorbini

Gli scacchi (dal provenzale escac, che deriva a sua volta dal persiano Shah = re) sono un gioco da tavolo di stra-tegia che vede opposti due avversari. Gioco di pura abilità, è uno dei più profondi e complessi in assoluto. Gli scacchi si giocano su una tavola qua-drata, detta scacchiera, divisa in 64 case organizzate in 8 righe, dette tra-verse, ed 8 colonne. Per avere un’idea più chiara di come si muovono i 16 pezzi bianchi e neri, chiediamo aiuto a Bruno Sparpaglione, Presidente dal 2005 dell’Asd di Voghera.

Il Gruppo CiclisticoRivanazzanese puntasempre più in alto

In occasione della “ Cento Km”, la manifestazione ciclistica su strada che si è svolta a Rivanazzano Terme il 4 ottobre scorso durante tutta la giornata attraversondo Rivanazzano e Voghera, abbiamo fatto qualche domanda al Presidente del Gruppo Ciclistico Rivanazzanese Sergio Monastero.Ci spiega qualcosa in più sulla “ Cento Km”.“E’ una gara che per circa sette anni abbiamo or-ganizzato a Voghera , ora invece si è stabilita a Rivanazzano Terme e questa è la seconda edizione con la presenza di 285 corridori .Io ne vado molto fiero, credo sia una manifestazione coi fiocchi”.Quando nasce il gruppo Ciclistico Rivanazza-nese?“E’ nato nel 1986 quindi abbiamo alle spalle 23 anni di attività e quest’anno siamo arrivati alla 22esima edizione del Trofeo Comune di Rivanaz-zano”.Da quanti anni ricopre il ruolo di presidente?“Da circa tre anni”.Oltre a questa, organizzate altre gare?“Si tratta di manifestazioni ciclistiche agonistiche su strada e quest’anno abbiamo organizzato 10 gare, tre delle quali a Rivanazzano ( la Crono-scalata, la Cento Km e il Trofeo Comune di Ri-vanazzano Terme), le altre invece distribuite sul territorio circostante”. (i.f.)

Bruno Sparpaglione

Calcio - Il Godiasco-Salicesi presenta alla giunta

E’ stata presentata nei giorni scorsi al Golf di Sali-ce la squadra giovanile del Godiasco-Salice Terme. L’appuntamento aveva come obiettivo quello di presentare il nuovo team giovanile all’amministra-zione comunale di Godiasco. Per l’occasione erano presenti il sindaco Anna Corbi Guado, il vice Fabio Riva, l’assessore allo sport Gaetano Sartini e tanti altri esponenti politici e non di Godiasco e Salice Terme. (a.d.)

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TILA PAGINA DEI LETTORIQuesta pagina è a disposizione dei lettori per lettere, suggerimenti o per intervenire sulle questioni dibattute dal nostro giornale. Scrivete a: “Il Periodico News” Via delle Terme, 97, 27052 Salice Terme. E’ anche possibile inviare una mail scrivendo a: [email protected]

Dalla parte dei giovaniSotto la maschera qualcosa di piùRiceviamo e pubblichiamoquesto intervento sui giovani scritto da una ragazzasalicese.

Spesso si sente parlare dei giovani d’ oggi come di una generazione indominabile ed incomprensibile: le famiglie si allarmano, la scuo-la non sa più che cosa fare, solo il mercato se ne interessa,dove spesso a consumarsi sono le loro stesse vite, sempre più incapaci di proiet-tarsi in un futuro che offra loro una qualche promessa sicura.E proprio qui, sul mercato, l’ unico bene che mai nessuno abbia acquistato è l’ amore,dato e ricevuto, da un figlio e verso un figlio, quel sentimento che fa di un essere una persona, ren-dendola capace di stimare se stesso e di vedere il buono riflesso negli occhi degli altri. E come non chie-dersi, pertanto, quale responsabilità riguardo le condizioni psico- emo-tive dei ragazzi abbia la famiglia?! Oggi l’educazione emotiva dei più giovani è più che mai lasciata al caso e molti studi e statistiche sono concordi nell’ affermare che l’ attua-

le generazione manifesti un maggior numero di problemi emotivi rispetto a quelle precedenti; i ragazzi di oggi si sentono più soli, più impulsivi e più nervosi, privi di quegli strumenti emozionali indispensabili per avvia-re i loro processi di autoconsapevolezza,autocontrollo, empatia, senza i quali saranno capaci sì di parlare, persino di gridare, ma non di ascol-tare, di risolvere i propri conflitti, di cooperare. Quel che succede in casa resta lì, compresso e incomunicato, e quel che succede fuori sarà protet-to dalle maschere quotidianamente indossate per non lasciar trasparire nulla.Giovani parcheggiati in una società che non li stimola con alcun richia-mo, che nn attribuisce loro la rile-vanza che meritano e che non poggia le proprie radici sulle loro capacità e sui loro spunti ideologici.Musica a tutto volume sparata nel-le orecchie, qualche cocktails in più per anestetizzare un dolore latente o forse per provare una qualche emo-zione, tanti silenzi e conseguente difficoltà nell’ esprimere le proprie idee: questo è il ritratto che i luo-

ghi comuni attribuiscono al giovane d’ oggi, tralasciando l’ interiorità e la profondità di anime celate dietro una visiera abbassata,un rigido scudo di lacca o lenti di occhiali goffamente troppo grandi.Ma per contro, che cosa dire di una società che non impiega al massimo quella che è la sua pù grande risorsa, la sua linfa, capace di ideare, progetta-re, generare non appena intraveda all’ orizzonte una speranza capace di atti-vare la grande forza che sente dentro?! E che cosa dire della scuola?! Essa ha a che fare con quella fase precaria dell’ esistenza che è l’ adolescenza, dove l’ identità appena abbozzata si trova di fronte al dilemma tra il non sapere chi si è e la paura di non riuscire ad essere ciò che si desidera; “ la scuola non deve dimenticare di avere a che fare con individui immaturi, ai quali non è lecito negare il diritto di indu-giare” diceva Freud, scoraggiando l’ istituzione scolastica dalla tendenza ad assumersi prerogative di gestione ‘lineare e perfettamente sequenziale’ della vita adolescenziale. Alla base del progetto di crescita dovrebbero esserci autostima, autoaccettazione, speranza

L’angoLo deLLa fotografia

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Uno spazio interamente dedicato a voi. In questa mezza pagina chiunque può inviar-ci la propria fotografia, paesaggi, vacanze, persone, animali, ricorrenze. Ogni mese ver-ranno scelte le immagini più belle e saranno pubblicate sul giornale. Inviate le vostre foto all’indirizzo: Il Periodico, Via delle Terme, 97, 27052 Salice Terme. Oppure per mail a: [email protected]

Un cagnolino davvero speciale: Fragola

I gemellini Ivan e Alessandro

Un fungaiolo doc: Luciano

considerazione di sè, al limite dell’ auto-commiserazione.E da qui le incomprensioni con i docenti, le frustrazioni, che allargano ed appro-fondiscono quella dimensione del vuoto che, mai così spesso come ai giorni no-stri, porta a gesti di inaudita gravità. I professori destano meraviglia di fronte a silenzi, atteggiamenti ostili e violenti, ma non si stupiscono che raramente della loro disattenzione forse perchè, nonostante il gran frequentare letture umanistiche in cui sono descritte le pieghe dell’ anima, molti di loro ancora non sanno distingue-re nel sorriso di un giovane, lo spunto di gioia o il riso amaro del rancore. Ciò che manca sono persone che abbiano a cuore la cura dei giovani.Tutti abbiamo avuto almeno un professore che è stato decisivo nelle nostre scelte future, ma questa pos-sibilità tende a passare spesso in secondo piano, nonostante sia risaputo che i pro-cessi di identificazione con gli adulti sia-no le prime condizioni per la costruzione di un io maturo.Sicuramente l’ indulgenza e l’ atteggia-mento rassegnato degli insegnanti di oggi hanno portato ad accentuarsi la tendenza al non rispetto delle regole, talvolta esasperata fino ad una violenta maleducazione; la maggiore rigidità di un tempo, per contro, meno propensa al domandarsi chi fosse il giovane,formava tuttavia persone rispettose nei confronti degli adulti e pronti a vivere in un mondo civile. Ma d’ altronde in un’ era di indivi-dualismo imperante qual’è quella in cui viviamo, la vita dei ragazzi , in assenza di precise regole,vagando sperduta in una terra deserta di valori, non può che essere condizionata dal culto del denaro, portato in primo piano ed esaltato all’ ennesima potenza in contrapposizione agli ideali etici e di moralità.Quello che si può auspicare è che l’ in-gresso nella cosiddetta era post- moderna, seppur caratterizzata da un elevato livel-lo di tecnologizzazione e conformismo elettronico, possa permettere ad ognuno di esprimere le proprie capacità all’ in-segna della differenziazione per compe-tenze e della valorizzazione del giovane come seme da coltivare in un fertile ter-reno natio, piuttosto che permettere che il vento della paura per un futuro incerto lo trascini in terre straniere.

Costanza Parlagreco

al confine con l’ utopia..che finiscono tuttavia per essere scambiate per presunzione, eccessivo desiderio di emersione o, al contrario, bassa

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