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    I    L    N    U    O    V    O     C    A    N    T    I    E    R    E    D    i   c   e   m    b   r   e    2    0    1    1    N  .    9 30 INFRASTRUTTURE  |  IL SISTEMA MOSE PER LA DIFESA DI VENEZIA DALLE ACQUE ALTE Opera di ingegneria idraulica senza precedenti al mondo I l sistema Mose (acronimo di Modulo speri- mentale elettromeccanico) è un’infrastruttu- ra composta da una serie schiere di paratoie mobili a scomparsa posizionate alle tre boc- che di porto sul fondale marino, in grado di isolare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante le acque alte. Queste opere, insieme ad altre complementari come il ripascimento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualicazione morfologico-ambientale della laguna, provv ederanno alla difesa del- la città di Venezia e della sua laguna  da eventi estremi come le alluvioni e dal degra- do morfologico. L’opera si sviluppa lungo le tre bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia, i varchi che collegano la lagu- na con il mare e attraverso i quali si svolge il usso e il riusso della marea. Il sistema Mose è realizzato dal Ministero del- le Infrastrutture e dei Trasporti  che opera a Venezia attraverso il Magistrato alle Acque; l’esecuzione dei lavori è afdata al Consorzio Venezia Nuova. La costruzione è iniziata nel 2003, al termine di un articolato iter proget- tuale durante il quale il Mose è stato confron- tato con soluzioni alternative diverse e scelto e approv ato dagli organismi tecnici di controllo e dalle istituzioni competenti. COS’È E COME FUNZIONA Il sistema Mose è costituito da paratoie mo- bili  in grado di separare temporaneamente la laguna dal mare. In condizioni normali di marea, le paratoie stazionano sul fondale delle bocche di porto all’interno della sagoma dei cassoni di fondazione, senza modicare gli scambi tra mare e laguna, restando comple- tamente invisibili e mantenendo inalterata la navigabilità. Quando la marea supera il livel- lo prestabilito,  le paratoie vengono azionate a bloccare il usso entrante. Complessivamente sono previste 4 schiere di paratoie: una a Malamocco (con 19 paratoie), una a Chioggia (con 18 paratoie) e due al Li- do (una sul canale di T reporti con 21 paratoie e una sul canale di San Nicolò con 20 para- toie). Con le paratoie in funzione, l’operati- vità del porto è sempre garantita dalla conca di navigazione per le grandi navi  prevista e in fase di costruzione presso la bocca di Ma- lamocco;  per garantire il rientro in laguna in sicurezza per i pescherecci e per i diportisti sono in corso di realizzazione dei porti rifugio alle bocche di porto di Chioggia e di Lido.

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    INfrastrutture | Il sIstema mose per la dIfesa dI VeNezIa dalle acque alte

    Opera di ingegneria idraulica senza precedenti al mondoI l sistema Mose (acronimo di Modulo speri-mentale elettromeccanico) uninfrastruttu-ra composta da una serie schiere di paratoie mobili a scomparsa posizionate alle tre boc-che di porto sul fondale marino, in grado di isolare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante le acque alte. Queste opere, insieme ad altre complementari come il ripascimento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione morfologico-ambientale della laguna, provvederanno alla difesa del-la citt di Venezia e della sua laguna da eventi estremi come le alluvioni e dal degra-do morfologico. Lopera si sviluppa lungo le tre bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia, i varchi che collegano la lagu-na con il mare e attraverso i quali si svolge il flusso e il riflusso della marea.

    Il sistema Mose realizzato dal Ministero del-le Infrastrutture e dei Trasporti che opera a Venezia attraverso il Magistrato alle Acque; lesecuzione dei lavori affidata al Consorzio Venezia Nuova. La costruzione iniziata nel 2003, al termine di un articolato iter proget-tuale durante il quale il Mose stato confron-tato con soluzioni alternative diverse e scelto e approvato dagli organismi tecnici di controllo e dalle istituzioni competenti.

    cos e come fuNzIoNaIl sistema Mose costituito da paratoie mo-bili in grado di separare temporaneamente la laguna dal mare. In condizioni normali di marea, le paratoie stazionano sul fondale delle bocche di porto allinterno della sagoma dei cassoni di fondazione, senza modificare gli

    scambi tra mare e laguna, restando comple-tamente invisibili e mantenendo inalterata la navigabilit. Quando la marea supera il livel-lo prestabilito, le paratoie vengono azionate a bloccare il flusso entrante. Complessivamente sono previste 4 schiere di paratoie: una a Malamocco (con 19 paratoie), una a Chioggia (con 18 paratoie) e due al Li-do (una sul canale di Treporti con 21 paratoie e una sul canale di San Nicol con 20 para-toie). Con le paratoie in funzione, loperati-vit del porto sempre garantita dalla conca di navigazione per le grandi navi prevista e in fase di costruzione presso la bocca di Ma-lamocco; per garantire il rientro in laguna in sicurezza per i pescherecci e per i diportisti sono in corso di realizzazione dei porti rifugio alle bocche di porto di Chioggia e di Lido.

  • Bocca di porto di Lido

    Venezia

    Chioggia

    Bocca di porto di Malamocco

    Bocca di porto di Chioggia

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    di corrado colombo

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    una serie di schiere di paratoie mobili a scomparsa posizionate sul fondale marino per isolare la laguna di Venezia dal mare adriatico durante le acque alte. Non solo: queste opere, con altre complementari come il ripascimento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione morfologico-ambientale, provvederanno alla difesa di Venezia e della sua laguna da eventi estremi come le alluvioni e dal degrado morfologico. lintervento unico, dallideazione della soluzione, degli impianti di funzionamento, alla concezione del sistema di gestione, con opere complesse e collocate in un ambiente fragile e difficile sotto il profilo geotecnico, con tolleranze inusuali per lingegneria civile.

    un insieme senza precedenti per funzioni e per utilizzo, ideato, sperimentato per una vita utile non inferiore ai 100 anni. lopera, che si sviluppa lungo le tre bocche di porto del lido, di malamocco e di chioggia, ha richiesto di affrontare insieme questioni ambientali, sociali e ingegneristiche, molte delle quali del tutto innovative. I cassoni in calcestruzzo, approfonditi in questo speciale de Il Nuovo Cantiere, sono uno degli esiti di questa elaborazione sperimentale. realizzati con un materiale ad alte prestazioni messo a punto per questo progetto e in grado di resistere allazione aggressiva dellambiente marino, hanno comportato speciali dinamiche di lavorazione e una logistica di cantiere del tutto sui generis.

    Il cantIere

    luogo: Venezia, Italia

    progetto: 1986 2015

    committente: Ministero delle Infrastrutture Magistrato delle acque di Venezia Consorzio Venezia Nuova

    Imprese affidatarie: Societ italiana Condotte dAcqua spa (cantiere di Chioggia); impresa di Costruzioni Ing. E. Mantovani spa (cantiere di Lido Treporti e Malamocco); Grandi Lavori Fincosit spa (cantiere di Lido Treporti e Malamocco)

    progetto: Technital spa

    calcestruzzo: Italcementi Group

    casseforme: Doka spa

    Gruppi cerniera paratoie mobili: Fip Industriale spa

    Il commIttenteIl magistrato alle acque di Venezia un istituto periferico del Ministero delle Infra-strutture e dei Trasporti e tra le sue competenze vi lattuazione delle attivit per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna secondo la legislazione speciale per Venezia. La realizzazione delle opere stata affidata a un soggetto unitario in grado di operare, secondo una visione sistemica dellecosistema lagunare, con unazione complessiva che integra la protezione dalle acque alte con il ripristino del patrimonio naturale lagunare. Tale soggetto il consorzio Venezia Nuova, composto da imprese italiane a livello nazionale e locale, sulla cui azione il Magistrato svolge il ruolo dellalta sorveglianza.

    le Impresesociet Italiana per condotte dacqua spa, fondata ne 1880, con lo scopo di for-nire acqua per usi civici, agricoli e industriali, oggi in grado di realizzare grandi progetti chiavi in mano e si propone per operazioni di project financing per grandi opere nel mondo. La societ opera in diversi settori nei quali ha realizzato dighe, impianti idroelettrici, strade e autostrade, ferrovie e metropolitane, porti e opere marittime, opere idrauliche e progetti dirrigazione, aeroporti, opere in sotter-raneo, opere civili per centrali termiche e nucleari, interventi di edilizia residenziale, direzionale, sportiva, industriale, e ospedaliera, opere di salvaguardia ambientale e monumentale che, per qualit e impegno tecnico, hanno spesso raccolto unani-mi consensi a livello internazionale. Nel settore marittimo sono molteplici le opere di rilievo realizzate in tutto il mondo: complessi portuali civili e industriali, bacini di carenaggio e darsene, moli e dighe foranee, sistemazioni costiere di protezione. la Grandi lavori fincosit spa una delle maggiori societ italiane nel settore delle opere pubbliche, specializzata nella realizzazione di infrastrutture civili e marittimi. Nata nel 1989 dalla fusione della Fincosit spa (fondata nel 1905) con la Grandi La-vori spa (fondata nel 1965), oggi costituita da un settore marittimo (specializzato nellesecuzione di moli e dighe, bacini di carenaggio, banchine, pontili, terminali Lng, petroliferi e chimici, prese dacqua, lavori costieri e riempimenti) e da un set-tore civile infrastrutturale. lImpresa di costruzioni Ing. e. mantovani, fondata nel 1949, per lungo tempo ha operato prevalentemente nel settore delle ristrutturazioni stradali e, negli ultimi anni, opera nel dragaggio e dellingegneria idraulica finalizzata alla regimazione delle acque, alla conservazione ambientale e alla manutenzione delle aree umide. I suoi settori dintervento riguardano la costruzione e la manutenzione delle infra-strutture stradali, ferroviarie, portuali e delle vie navigabili; il recupero delle terre emerse mediante colmate e rinforzi arginali; la protezione delle coste e delle spiagge dallerosione; il mantenimento dellefficienza idraulica dei fiumi e delle loro foci; il risanamento di ambienti umidi con rimozione, trattamento e conferimento a disca-rica dei sedimenti contaminati; la conservazione della morfologia e dellequilibrio idrodinamico delle lagune; lespurgo dei bacini artificiali dinvaso con trattamento del materiale di risulta; la messa in opera di condotte marine, la costruzione dattra-versamenti di corsi dacqua, i dragaggi di precisione per il varo di tunnel praticabili; la realizzazione e la manutenzione delle valli da pesca; la grande edilizia in genere.

    la progettazIonetechnital, fondata nel 1964, spazia in settori che vanno dalle infrastrutture di trasporto, le opere portuali e aeroportuali, il recupero ambientale, la difesa del territorio e delle coste, la decontaminazione delle acque e dei suoli, le opere idrauliche, ai terminali petroliferi e ledilizia. Technital fornisce una vasta gamma di servizi: studi di fattibilit, piani finanziari, progetti preliminari, definitivi, esecutivi, studi specialistici di supporto alla progettazione, studi di impatto ambientale, direzioni lavori, consulenze nei diversi settori di competenza, project management, project financing.

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    l INNalzameNto del lIVello del mareRecenti studi evidenziano come nellimmedia-to futuro il fenomeno delle acque alte possa aumentare per il previsto innalzamento del li-vello medio del mare a seguito dei cambiamen-ti climatici. Rispetto a questa tematica, il Mose (insieme al rinforzo del cordone litoraneo) stato progettato, secondo un criterio precau-zionale, per fronteggiare un eustatismo fino a 60 cm nei prossimi cento anni. Grazie alla flessibilit di gestione, il Mose pu far fronte alle acque alte in modi diversi, in base alle caratteristiche e allentit dellevento di ma-rea. Le strategie di difesa possono prevedere sia la chiusura contemporanea di tutte e tre le bocche di porto, in caso di evento eccezio-nale, sia, in alternativa e a seconda dei venti, della pressione e dellentit di marea prevista, anche la chiusura differenziata delle bocche di porto o, ancora, chiusure solo parziali di ciascuna bocca, essendo le paratoie indipen-denti luna dallaltra.Il Mose rappresenta lultimo e pi importante tassello del piano di interventi realizzato dal Magistrato alle Acque di Venezia attraverso il Consorzio Venezia Nuova per la salvaguar-dia del territorio lagunare. La sua costruzione stata preceduta da un programma di lavori che non ha eguali al mondo per lampiezza del territorio interessato, per la natura del-le tematiche affrontate, per lestensione e le caratteristiche delle opere eseguite. Alcuni esempi sono gli interventi, gi ultimati, per la difesa dalle mareggiate che hanno comportato il rinforzo di 46 km di spiagge, i lavori per la tutela ambientale dellecosistema, con la messa in sicurezza di discariche e canali in-dustriali di Porto Marghera (45 km) e con il ripristino di habitat caratteristici quali bare-ne e bassi fondali (oltre 1500 ettari).

    Il proGettoLa soluzione, proposta e elaborata da Tech-nital, risulta concettualmente molto sempli-ce: cassoni che riempiti daria e di acqua potessero interrompere lafflusso di acqua dal mare aperto verso la laguna di Venezia. Complessivamente sono state progettate 78 pa-ratoie, 156 connettori e sistemi impiantistici caratterizzati da ridondanza necessaria affinch il sistema possa sempre funzionare. La sfida maggiore affrontata era che tutto, ogni com-ponente, ogni tecnologia, era da inventare in quanto non ancora presente sul mercato. Lintervento doveva avere la caratteristica di esser invisibile quando non funzionasse, non doveva prevedere lutilizzo di pile interme-die e soprattutto funzionare attraverso un si-stema che in tempo reale avvisasse tutti gli enti e i soggetti coinvolti allinterno del ba-

    cino lagunare. Le paratoie sono state proget-tate con la possibilit assecondare il moto ondoso e a tale scopo sono state studiate le varie risonanze che si verranno a generare con il moto delle stesse trasmesso sulle strut-ture dei cassoni con il rischio di mandare in crisi statiche impreviste. La progettazione ha previsto anche la fase di manutenzione: una volta completato il sistema, tutte le parato-ie saranno soggette a regolare manutenzione nellarea dellArsenale nord che verr debi-tamente predisposta per accogliere una catena di montaggio in grado di lavare le paratoie, effettuare le riparazioni, sabbiarle, verniciarle e successivamente stoccarle in attesa di esser nuovamente posizionate in mare.Il sistema di gestione delle paratoie stato studiato attraverso la previsione delle ma-ree, quelle metereologiche, le previsioni lo-

    cali dellandamento delle esigenze del porto, della pesca, aggiungendo anche una detta-gliata tabella di parametri ambientali, il tutto monitorato ventiquattrore al giorno. Il sistema di movimentazione riceve le previ-sioni di maree e le condizioni meterologiche (in particolare vento e pioggia) e dalla combi-nazione di queste informazioni viene stabilito in modo automatico la chiusura. Complessivamente sono state 150 le persone che hanno messo in campo le proprie compe-tenze, nellarco di 25 anni, acquisendo cono-scenze e competenze uniche al mondo, spa-ziando da discipline che vanno dallidrogeo-logia, idrodinamica, impatto paesistico, pro-gettazione ingegneristica, sino ad arrivare alla traduzione ingegneristica di tutte le normative susseguitesi nellarco di tempo della progetta-

    zione. Progettare un impianto, in quanto il Mose non rientra fra le opere civili, ha com-portato il trasferimento delle tolleranze tipiche dellindustria a quelle delledilizia, ripensan-do tutte le logiche di cantierizzazione. Il know how acquisito nel progettare, sta di-ventando lo stesso che le imprese stanno ac-quisendo nella realizzazione del sistema Mose. Le imprese sono state indirizzate a implemen-tare il proprio sistema di lavoro, svolgendo un vero e proprio salto di qualit.

    I cassoNI dI alloGGIameNtoAssieme alle paratoie, sono lelemento principale del sistema Mose. I cassoni di alloggiamento o di soglia, assieme a quelli di spalla (da due a quattro a seconda della grandezza della boc-ca) sono strutture multicellulari in calcestruz-zo che, una volta completati, verranno adagiati allinterno di una trincea scavata sotto il fondale marino. I cassoni sono tutti realizzati secondo una tipologia geometrica che varia a seconda della profondit del canale di bocca: si va dai pi piccoli di Lido (60m x 36 m x h 8,7m) fino ai pi grandi di Malamocco (60m x 48m x h 11,55m).I cassoni di alloggiamento, allineati tra di loro, costituiranno lo sbarramento della bocca vero e proprio, mentre quelli di spalla permetteranno linterfaccia tra i cassoni di soglia e laggancio con la terraferma, con al proprio interno le di-scese per limpiantistica e le maestranze. Allinterno di ogni cassone possibile trovare sostanzialmente due elementi fissi: celle sta-gne e la doppia dorsale di corridoi posti lun-go lasse longitudinale. Le celle interne hanno dimensioni variabili da 4x5 in pianta con altez-ze prossime ai 3-4-5 metri a seconda della loro ubicazione. Le celle destinate a esser allagate o riempite attraverso calcestruzzo sono state rese stagne e per necessit, durante le fasi di ripresa dei getti, sono stati inseriti gli elementi water stop. Le armature contenute allinterno delle pareti bagnate sono state realizzate con acciaio inossidabile. Lallagamento delle celle, o il loro riempimen-to con calcestruzzo, servir quando i cassoni verranno varati in mare per poter controbi-lanciare le spinte del moto ondoso e andare a migliorare il baricentro del cassone stesso, fortemente spostato lungo il lato dellattacco delle paratoie, evitando dunque qualsiasi tipo di ribaltamento. I corridoi centrali di distri-buzione sono stati studiati doppi e paralleli, perch ogni tipologia di impianto, meccanico, elettrico e idraulico stato realizzato in maniera ridondante in modo da poter sempre funzionare anche in caso di guasto.La chiusura delle celle cieche realizzata attraverso lutilizzo di lastre predalles che, vista la dimensione e la natura dellopera, non

    la gestIoneGrazie alla flessibilit di gestione, il Mose pu far fronte alle acque alte in modi diversi, in base alle caratteristiche e allentit dellevento di marea. Le strategie di difesa possono prevedere sia la chiusura contemporanea di tutte e tre le bocche di porto, in caso di evento eccezionale, sia, in alternativa e a seconda dei venti, della pressione e dellentit di marea prevista, anche la chiusura differenziata delle bocche di porto o, ancora, chiusure solo parziali di ciascuna bocca, essendo le paratoie indipendenti luna dallaltra.

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    Paratoia

    Cerniera

    Sede della paratoia

    Gallerie impianti

    Elementi per consolidamento fondale

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    lagunalaguna

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    immissione ariaespulsione acqua

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    Il fuNzIoNameNto | I cassoNI

    IN coNdIzIoNI NormalI dI marea, le paratoie stazionano nel fondale delle bocche di porto allinterno dei cassoni di fondazione, senza modificare gli scambi tra mare e laguna, restando completamente invisibili e mantenendo inalterata la navigabilit. quando la marea supera il livello prestabilito, le paratoie vengono azionate a bloccare il flusso entrante ed evitando lallagamento del territoio.

    I cassoNI dI alloGGIameNto o dI soGlIa, assieme a quelli di spalla (da due a quattro a seconda della grandezza della bocca) sono strutture multicellulari in calcestruzzo che, una volta completate, verranno adagiati allinterno di una trincea scavata sotto il fondale marino.

    I cassoNI dI alloGGIameNto, allineati tra di loro nel fondale, costituiranno la sede delle paratoie mobili, mentre quelli di spalla permetteranno la connessione tra i cassoni di soglia e la terraferma, con al proprio interno le discese per limpiantistica e le maestranze.

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    potevano trovare accoglimento presso la nor-male produzione da stabilimento ma vengo-no di volta in volta realizzate allinterno del cantiere e certificate in loco. Con lievi differenze allinterno di ogni cantiere, ogni cassone viene approntato con un tempi che variano dai 9 ai 12 mesi, con un minimo di 15 sino a un massimo di 23 fasi di getto. La percentuale di armatura, sia normale che inox, presente allinterno di ogni singolo cas-sone molto elevata, con punte di circa 500 kg a metro cubo in alcune sezioni dello stesso. Per poter gettare il calcestruzzo allinterno di tale fittitudine si reso necessario lutilizzo di calcestruzzi Scc dal mix design apposita-mente studiato. Il progetto ha previsto, per i getti dei setti in cor-rispondenza di locali tecnici e gallerie (presenza di ossigeno), armatura di acciaio inox 316 L.

    le cerNIere Ogni paratoia verr vincolata al cassone di alloggiamento mediante due gruppi cernie-ra connettore. La produzione dei gruppi cerniera connettore iniziata nel 2005 da parte di Fip Industriale spa con la progettazione dei moduli in colla-borazione con Technital. Dopo questa fase stata realizzata una prima serie di prototipi su cui sono stati sviluppati test che hanno svolto un ruolo fondamentale per il funzionamento e la manutenzione de-gli elementi che una volta installati sottacqua dovranno esser garantiti per 100 anni con una manutenzione quinquennale. In totale prevista la produzione di 156 grup-pi, due per le 78 paratoie di progetto, a cui si aggiungono 16 elementi maschio di riserva, il tutto sotto la supervisione del Magistrato alle Acque di Venezia e del Mit di Boston.Gli elementi sono realizzati da una struttura di acciaio costituita da tre componenti prin-cipali uniti tra loro: il gruppo connettore (costituito da una parte mobile -elemento maschio- e da una parte fissa -elemento fem-mina-), la cerniera e il gruppo di aggancio. Lelemento maschio, vincolato alla paratoia, stato realizzato con una geometria tronco co-nica con la parte pi larga al centro e la parte pi stretta in basso. La parte superiore del maschio la vera e pro-pria cerniera costruita mediante una forcella dotata di una boccola sferica entro cui viene inserito il perno che vincola il maschio alla paratoia. Il perno permette la rotazione della paratoia, oscillando liberamente sotto lazio-ne del moto ondoso. Il maschio ha unaltezza di quasi 3 m e un peso pari a 10 tonnellate. Lelemento femmina, vincolato al cassone di alloggiamento della paratoia, realizzato me-

    diante struttura scatolare; al centro della fem-mina realizzata unapertura di forma tronco conica studiata per linserimento dellelemento maschio. Complessivamente lelemento fem-mina sviluppa unaltezza di quasi 1,15 m e un peso di circa 23 tonnellate.La solidarizzazione dellelemento femmina alla fondazione assicurata dalla presenza di 10 barre di ancoraggio post-tese precaricate con una forza di 3800 kN ciascuna e dispo-ste con passo variabile lungo il perimetro del-la femmina. Esse contrastano superiormente sulla piattabanda di estradosso della femmi-na, mentre inferiormente trovano riscontro sul soffitto del locale connettore. Tali barre sono alloggiate in appositi tubi di-sposti sia nella carpenteria metallica che nel-la sottostante struttura in cemento armato,

    allinterno dei quali sar possibile iniettare del grasso protettivo. Tutte le operazioni di tesatura e controllo pe-riodico del tiro potranno essere svolte agen-do dallinterno del locale posto al di sotto del connettore. Pertanto, la testata inferiore rima-ne sempre accessibile, mentre quella superiore verr protetta dallazione dellacqua di mare tramite un cappello protettivo. Tutte le testa-te delle barre sono state incassate nel corpo dellelemento scatolare; in tal modo si evita-no sporgenze dalla piattabanda superiore, in particolare nella zona posta a ridosso della parete verticale del cassone dove altrimenti ostacolerebbero il movimento rotatorio della paratoia. Loperazione di inghisaggio delle-lemento femmina e di tesatura delle 10 barre avverr prima dellaffondamento del cassone. Nel corso della vita delle opere mobili, qualo-ra per motivi eccezionali si ravvisi la necessit

    di sostituire lintera femmina, tale operazione potr essere eseguita liberando gli ancoraggi inferiori delle barre demolendo, almeno par-zialmente, lo strato di intasamento con grout e quindi sollevando la femmina.Per facilitare le operazioni di sollevamento so-no state previste 4 staffe, sporgenti lateralmen-te dal cassone, sul cui foro centrale possibile imperniare la mensola di contrasto per una portata massima di 750 kN.Lultimo componente il gruppo di aggancio che il dispositivo che realizza laccoppiamen-to tra la parte fissa (femmina) e la parte mobile (maschio) del connettore mediante una forza di pretensione controllata. Il valore della forza di precarico stato assunto pari a 3000 kN. Tale valore stato identificato tenendo presen-te i valori massimi di tiro scaricati dalla parato-ia per le condizioni meteomarine pi gravose, linfluenza che tale parametro ha sugli sposta-menti e le rotazioni dellelemento maschio (e quindi gli sforzi di contatto maschio-femmina) e limpegno del sistema di tensionamento e blocco meccanico.Il gruppo di aggancio stato progettato per consentire le operazione di aggancio e di sgan-cio e, quindi, di rimozione di ciascuna parato-ia, senza lintervento di sommozzatori.Il dispositivo costituito essenzialmente dai seguenti componenti: stelo di aggancio; val-vola di segregazione; struttura di guida e con-trasto; meccanismo oleodinamico per la mo-vimentazione assiale dello stelo; meccanismo oleodinamico per lapplicazione della forza di pretensione e blocco meccanico; dispositivo di rotazione dello stelo; traversa di riscontro del cilindro di pretensione.La struttura in acciaio di guida e contrasto fissata alla piastra di contrasto. Il gruppo comprende anche limportante valvola di se-gregazione disposta al di sotto della piastra di contrasto e a essa fissata, necessaria per chiu-dere il passaggio allacqua quando il maschio non presente, o perch si nella fase di pri-ma installazione delle paratoie oppure perch la paratoia stata rimossa per consentire gli interventi di manutenzione. Loperazione di sgancio richiede fondamen-talmente: lo sblocco del dado di contrasto; il sollevamento di 20 mm e poi la rotazione dello stelo di 90; abbassamento dello stelo (testa al di sotto della valvola di chiusura); blocco del-lo stelo; chiusura della valvola a ghigliottina. La corsa dello stelo di 730 mm, di cui 20 mm sono di extracorsa. Per consentire lazionamento del gruppo an-che nel caso di allagamento accidentale del locale connettore, tutti i comandi elettrici e oleodinamici saranno derivati verso la galleria principale tramite un pannello di interfaccia

    glI InterventILe schiere di paratoie mobili a scomparsa posizionate sul fondale marino, insieme ad altre complementari come il ripascimento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione morfologico-ambientale, provvederanno alla difesa della citt di Venezia e della sua laguna da eventi estremi come le alluvioni e dal degrado morfologico. Lopera ha richiesto di affrontare insieme questioni ambientali, sociali e ingegneristiche, molte delle quali del tutto innovative.

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    Parte mobile (elemento maschio e cerniera)

    Parte fissa (elemento femmina e ancoraggi)

    Gruppo di aggancio-connettore

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    le cerNIere | peNsate per durare 100 aNNI

    preVIsta la produzione di 156 gruppi cerniera, due per ciascuna delle 78 paratoie di progetto, a cui si aggiungono 16 elementi maschio di riserva. Gli elementi sono realizzati da una struttura di acciaio costituita da tre componenti principali uniti tra loro: il gruppo connettore (costituito da una parte mobile -elemento maschio- e da una parte fissa -elemento femmina-), la cerniera e il gruppo di aggancio. una volta installati sottacqua dovranno esser garantiti per almeno 100 anni con una manutenzione quinquennale.

    lelemeNto femmINa. Vincolato al cassone di alloggiamento della paratoia, realizzato mediante struttura scatolare: con unaltezza di quasi 1,15 m e un peso di circa 23 tonnellate. la sua solidarizzazione alla fondazione assicurata da 10 barre di ancoraggio post-tese disposte lungo il perimetro della femmina.

    lelemeNto maschIo. Vincolato alla paratoia, la sua parte superiore la vera e propria cerniera. Il maschio ha unaltezza di quasi 3 m e un peso pari a 10 tonnellate.

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    porto rifugio con conche di navigazione

    spalla

    schiera di paratoie

    spalla

    scogliera

    bocca di porto di chioggia

    marelaguna

    la Bocca dI porto dI chIoGGIa | la tura

    come sarcomera

    I laVorI. Il cantiere della bocca di chioggia quello posto pi a sud delle tre bocche. oltre alla schiera con 18 paratoie mobili, prevista anche la realizzazione di un porto rifugio per garantire il rientro in laguna in sicurezza per i pescherecci e per i diportisti quando le paratoie saranno in funzione per un evento di acqua alta, chiudendo temporaneamente laccesso al canale di bocca. si tratta della attuale tura, che a fine lavori verr restituita alla navigazione.

    la tura dI prefaBBrIcazIoNe. I cassoni sono costruiti in una tura realizzata con una depressione di 14 metri al disotto del livello medio del mare, strappando una superficie di 90mila metri quadrati alle acque. stata ottenuta con una fase di dewatering successiva allinfissione di 1,8 km di palancolato metallico, spinto fino a una profondit di 35 metri. una volta completate le operazioni, si proceder con una fase di watering dellarea che durer allincirca un mese di tempo.

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    oGNI cassoNe stato dotato di quattro pistoni posizionati lungo la piastra di fondazione, che garantiranno lorizzontalit di tutti i sei cassoni una volta che toccheranno il fondale marino. I pistoni lasceranno unintercapedine di 50 cm tra il fondo della piastra e il fondale marino che verr colmata con geobags riempiti con iniezioni subacque. I fondali sono stati trattati con un materassino zavorrato che si estende per circa 200 metri a monte e a valle della struttura, posato con un pontone con una struttura metallica appositamente realizzata.

    tuttI GlI approVVIGIoNameNtI sono avvenuti attraverso lutilizzo di una logistica terra-mare; i mezzi autocarrati e le tecnologie prefabbricate sono giunte in cantiere attraverso lutilizzo di appositi pontoni. lunica lavorazione che stata eseguita direttamente in situ il confezionamento del calcestruzzo, in quanto per ogni cassone era necessario lapprontamento di varie tipologie di calcestruzzo (in particolare di calcestruzzo scc) per complessivi 8mila metri cubi, materiali e quantitativi impensabili da far giungere via mare.

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    conca di navigazione

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    la Bocca dI porto dI malamocco | la pIarda

    I laVorI. In questo cantiere vengono realizzati i cassoni di spalla e di soglia sia per la bocca di malamocco che per una delle due bocche di porto di lido- san Niccol. lungo il lato mare stata realizzata una scogliera curvilinea di circa 1.300 metri con la doppia funzione di smorzare la vivacit delle correnti di marea e di realizzare un bacino di acque calme a protezione della conca di navigazione per le grandi navi dirette a marghera, prevista per evitare interferenza negativa con le attivit portuali con le paratoie in funzione.

    la pIarda. Non potendo lavorare direttamente sul fondo del mare, causa le difficili condizioni e limpossibilit di chiudere le bocche alla navigazione, stato deciso di prefabbricare gli elementi di fondazione a terra e di posizionarli solo successivamente nelle trincee predisposte sui fondali. per poter procedere a ci si reso necessario realizzare una piarda di 140mila metri quadrati, spazio guadagnato al mare in tre anni di lavoro e sospeso a met fra mare e terra, che comprende anche limpianto di varo per la messa in acqua dei cassoni.

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    Il Varo dei cassoni. al termine della costruzione, i cassoni saranno varati tramite una piattaforma ascensore (sistema syncrolift) e trasportati nelle loro sedi nei fondali delle bocche di porto. Il trasferimento dei cassoni stato studiato dalla norvegese tts handlying systems, che ha ideato carrelli speciali su rotaie che sinfilano sotto i cassoni, lo sollevano e lo trasportano sulla piattaforma. le rotaie verranno posate in avanzamento durante la fase di trasferimento e poi rimosse.

    I cassoNI. con un peso medio di 23mila t luno, sono realizzati con circa 8mila mc di calcestruzzo e hanno una soletta di fondo con base da 2mila a 3 mila mq, realizzata su 120 pilastri alti 2,30 m, per creare lo spazio utile per i carrelli di trasferimento, e pareti da 25 a 50 cm di spessore che disegnano le celle interne. le solette di fondo vanno gettate in ununica soluzione e il cantiere organizzato per un getto continuativo di 15/18 ore, con un impianto di betonaggio autonomo e approvvigionamenti perfettamente organizzati.

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    porto rifugio e conca di navigazione

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    nuova isola e spalle

    schiera di paratoie

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    la Bocca dI porto dI lIdo | le due schIere dI paratoIe

    Il caNtIere dI mose treportI. si sviluppa sul lato nord-est della bocca di lido e comprende le opere di spalla ovest della nuova isola artificiale formata al centro della bocca di lido, le opere di protezione fondali e formazione dei recessi di barriera in corrispondenza del canale navigabile verso treporti, la formazione dei bacini di porto rifugio lato mare e lato laguna (comunicanti attraverso una conca di navigazione) nelle aree prospicienti il lungomare dante alighieri a punta sabbioni (cavallino treporti).

    I laVorI. Nella Bocca di porto di lido sono previste due schiere di paratoie: una sul canale di treporti con 21 paratoie e una sul canale di san Nicol con 20 paratoie. al centro la nuova isola artificiale dove sono stati previsti edifici tecnici in grado di alloggiare le attrezzature e i macchinari per il funzionamento del sistema di paratoie. la prima fase di realizzazione dellisola ha previsto la scogliera con materiale lapideo poi riempito. successivamente iniziata la realizzazione delle opere di spalla con i cassoni cellulari.

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    Il Varo deI cassoNI. In base alla spinta idraulica dellacqua e al loro peso iniziale i cassoni assumeranno una posizione di galleggiamento e sino a che non verranno collocati in mare aperto, saranno zavorrati. poi si porter in galleggiamento un cassone alla volta, accoppiato a uno speciale catamarano che eseguir il trasporto dal bacino di prefabbricazione, fino alla posizione prevista. Il cassone, affondato su selle dappoggio provvisorio e verr unito agli altri e lintercapedine tra cassone e sottofondazione verr intasata.

    la tura dI prefaBBrIcazIoNe. Il porto rifugio lato mare utilizzato temporaneamente come tura di prefabbricazione dei cassoni di treporti. Il bacino ha unimpronta di circa 600 m per circa 110 m e la quota di fondo si trova a 8,70 m sotto il livello del medio mare. la tura verr riallagata solo quando tutte le attivit previste nei cassoni verranno completate e le attivit di allagamento in circa 25 giorni, molto lentamente, in modo da minimizzare eventuali squilibri idraulici.

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    dotata di attacchi rapidi, predisposto a lato della porta stagna di ingresso. I gruppi affe-renti a una paratoia potranno essere azionati contemporaneamente tramite limpiego di due centraline idrauliche carrellate.Il gruppo cerniera connettore comprende, infine, tutte le parti impiantistiche necessarie per il funzionamento delle paratoie. Tra queste, i tubi per il flusso dellaria neces-saria al loro movimento e le connessioni elet-triche e meccaniche degli strumenti che rile-vano lesatta inclinazione di ciascuna paratoia in funzione. I singoli componenti del gruppo cerniera connettore, che sono dimensionati per eventi di marea e di moto ondoso millena-ri, possono essere agevolmente ispezionati in modo da verificarne la piena efficienza.

    I caNtIerII lavori, che procedono contemporaneamen-te alle tre bocche di porto di Lido, Mala-mocco e Chioggia, hanno un avanzamento di oltre il 65%. I cantieri sono organizzati per ricevere materiali, macchinari e personale quasi interamente via mare, per non interfe-rire con il territorio litoraneo. Inoltre, al fine di non interferire con le attivit economiche, marittime e portuali, i lavori ven-gono svolti senza interrompere mai la tran-sitabilit dei canali, ma convergendo sempre sulla met di ciascuna bocca.

    la Bocca dI porto dI chIoGGIa Il cantiere della bocca di Chioggia quello po-sto pi a sud delle tre bocche ed stato affidato alla societ Condotte spa che esegue i lavori attraverso la propria societ Clodia scarl. La metodologia impiegata ha previsto limme-diata realizzazione di una tura con una de-pressione di 14 metri al disotto del livello medio del mare, strappando complessiva-mente una superficie di 90mila metri qua-drati alle acque. Per realizzarla stata ne-cessaria una fase di dewatering successiva allinfissione di 1,8 km di palancolato metal-lico, spinto fino a una profondit di 35 metri. Una volta completate le operazioni, si proce-der con una fase di watering dellarea che durer allincirca un mese di tempo. Tutte queste operazioni sono di carattere one shot e non permettono il minimo errore o ritardo. La tura, una volta restituita alla na-vigazione, consentir il riparo e il transito a pescherecci e imbarcazioni in laguna quando le paratoie saranno in funzione per un evento di acqua alta, chiudendo temporaneamente laccesso al canale di bocca. Complessivamente due sono i bacini, uno la-to mare e uno lato laguna, collegati da una doppia conca di navigazione. Per gestire la spinta dellacqua e permettere alle maestranze di lavorare in un ambiente si-curo e protetto si reso necessario deprimere

    anche la falda sottostante, quella che preme-va il terreno verso lalto. Laspetto maggiormente importante stato quel-lo di riuscire a mantenere il livello di funziona-mento ridondato dei pozzi profondi che pesca-no a 35-38 metri dal medio mare, per garantire che il fondo della tura non si sollevasse, che non subendo fenomeni di sifonamento. Giornalmente stato effettuato un emungi-mento di 2.500 metri cubi giorni, con punte di 4mila metri cubi dacqua pompati, trattati attraverso appositi filtri e reimmessi nel mare. Grazie a sistemi di schermatura idraulica si potuti scendere con la portata emunta. Tutti i pozzi sono stati collegati attraverso una rete di sensori e di alimentazione elettrica ridondata in modo che non si potesse verificare mai un fermo anomalo di tali apparecchiature. I cassoni vengono allinterno della tura, attra-verso una sequenza di 15 fasi esecutive. Tutte le fasi di getto sono legate a una precisa tempi-stica sullanalisi coattiva stabilita dal progettista. Tutti gli approvvigionamenti sono avvenuti attraverso lutilizzo di una logistica terra-mare; i mezzi autocarrati, le tecnologie prefabbricate sono giunte in cantiere attraverso lutilizzo di appositi pontoni di propriet della Condotte spa. Lunica lavorazione che stata eseguita direttamente in situ il confezionamento del calcestruzzo, in quanto per ogni cassone era necessario lapprontamento di varie tipologie di calcestruzzo (in particolare di calcestruzzo Scc) per complessivi 8mila metri cubi, mate-riali e quantitativi impensabili da far giungere via mare. Tutti i cassoni sono dotati di accel-lerometri e inclinometri che monitorano las-setto del cassone durante tutte le fasi di spo-stamento del cassone che si interfacceranno con sistemi satellitari e attraverso dei software consentono di stabilire la corretta posizione di affondamento e monitorare tutta la fase di navigazione del cassone. Ogni cassone stato dotato di quattro pistoni posizionati lungo la piastra di fondazione, che garantiranno lorizzontalit di tutti i sei cassoni una volta che toccheranno il fondale marino. I pistoni lasceranno unintercapedine di 50 cm tra il fondo della piastra e il fondale marino che verr successivamente colmata attraverso lutilizzo di geobags riempiti con iniezioni subacque. I fondali sono stati trattati con un materassino zavorrato che si estende per cir-ca 200 metri a monte e a valle della struttura, posato mediante un pontone con una struttura metallica appositamente realizzata.

    la Bocca dI porto dI malamocco La bocca di porto di Malamocco, posizionata centralmente a confine con il lembo settentrio-nale dellisola di Pellestrina, stata affidata a

    lIsola artIfIcIale. sono previsti edifici tecnici per le attrezzature e i macchinari di funzionamento del sistema di paratoie: ledificio compressori per il pompaggio dellaria; ledificio quadri elettrici e ledificio gruppi elettrogeni (solo per le emergenze, perch lalimentazione principale verr dalla rete nazionale). sono previsti edifici minori.

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    Perimetro area del Demanio Civile in concessione al Consorzio Venezia Nuova

    Cantieristica per manutenzione paratoie del Mose

    Cantieristica per manutenzione mezzi di Servizio

    Gestione e monitoraggio del sistema (area della Novissima e dei Lamierini)

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    GrandiLavori Fincosit spa. In questo cantiere vengono realizzati i cassoni di spalla e di so-glia sia per la bocca di Malamocco che per una delle due bocche di Porto di Lido- San Nicol. Lungo il lato mare stata preventivamente realizzata una scogliera curvilinea con un andamento di circa 1.300 metri con la doppia funzione di smorzare la vivacit delle corren-ti di marea e di realizzare un bacino di acque calme a protezione della conca di navigazio-ne per le grandi navi dirette a Marghera, in corso di realizzazione. La presenza della conca di navigazione eviter qualsiasi interferenza negativa con le attivit portuali quando le pa-ratoie saranno in funzione.Non potendo lavorare direttamente sul fondo del mare, causa le difficili condizioni e limpos-sibilit di chiudere le bocche alla navigazione, stato deciso di prefabbricare gli elementi di fondazione a terra e di posizionarli solo successivamente nelle trincee predisposte sui fondali. Per poter procedere a ci si reso necessario realizzare una piarda di 140mila metri quadrati, spazio guadagnato al mare in tre anni di lavoro e sospeso a met fra mare e terra, che comprende anche limpianto di varo per la messa in acqua dei cassoni. Inizialmente stata realizzata una contermi-nazione perimetrale con roccia, preso la sab-bia dal bacino antistante e pompata allinter-no colmando larea. Poi stato realizzato uno strato poroso di breccia e di materiale arido, seguito da 30 cm di misto cementato materiale inerte con cemento per dare stabilit a tutto. I cassoni, che hanno un peso medio di 23mila t luno, realizzati con circa 8mila mc di calce-struzzo, sono costituiti da una soletta di fondo a base variabile da 2mila a 3 mila mq, realiz-zata su 120 pilastri alti 2,30 m, per creare lo spazio utile allinserimento di carrelli di trasfe-rimento, e pareti da 25 a 50 cm di spessore che disegnano le celle interne. Il solai superiori sono previsti in lastre predalles. Le solette di fondo dei cassoni presentano alcune caratteristiche progettuali che hanno influenzato lorganizzazione del cantiere e la scelta delle soluzioni costruttive. Innanzitutto, devono essere gettate in ununica soluzione. Per questo motivo il cantiere organizzato per sostenere un getto continuativo di 15/18 ore, con un impianto di betonaggio comple-tamente autonomo e una catena di approvvi-gionamenti perfettamente organizzata. In se-condo luogo, lelevato contenuto di acciaio dei cassoni (fino a un massimo di 500 kg di ferro per mc di calcestruzzo, vale a dire una media di 300-350 kg di ferro / mc per cassone) stato determinante nello studio del sistema di casseratura delle solette di fondo. Al termi-ne della costruzione, i cassoni saranno varati

    tramite una piattaforma ascensore (sistema syncrolift) e trasportati nelle loro sedi nei fon-dali delle bocche di porto. Su entrambe le sponde sono gi avanzate le strutture di contenimento dei cassoni di spalla della schiera di paratoie. Nel canale di bocca sono quasi ultimati gli interventi di predisposizione della trincea dove verranno installati i cassoni di fondazione delle para-toie e il consolidamento del fondale sotto-stante, mentre ultimata la protezione dei tratti adiacenti, per evitare fenomeni erosivi. Parte di questo cantiere limpianto di varo, una soluzione brevettata da Rolls Royce Naval

    Marine Corporation, costituito da una piatta-forma ascensore e realizzato in parte diretta-mente in cantiere. Il trasferimento dei cassoni stato studiato dalla norvegese Tts Handlying Systems, che ha ideato carrelli speciali su ro-taie che sinfilano sotto i cassoni, lo sollevano e lo trasportano sulla piattaforma. Le rotaie verranno posate in avanzamento durante la fase di trasferimento e poi rimosse.

    lIsola artIfIcIale Nella Bocca dI porto dI lIdoLa realizzazione dellisola artificiale ha com-portato una fase preparatoria molto comples-

    larea dellarseNale Nord. la progettazione ha previsto anche la fase di manutenzione: una volta completato il sistema, tutte le paratoie saranno soggette a regolare manutenzione nellarea dellarsenale nord che verr debitamente predisposta per accogliere una catena di montaggio in grado di lavare le paratoie, effettuare le riparazioni, sabbiarle, verniciarle e successivamente stoccarle in attesa di esser nuovamente posizionate in mare.

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    sa: la boccha di porto di Lido stata attraver-sata in teleguidata per consentire di portare sulla futura isola tutti i servizi di elettricit, telefono, e fibre ottiche che necessitano al sistema di controllo del Mose, oltre ad ali-mentazioni idriche e di gas. Sullisola sono stati previsti edifici tecnici in grado di allog-giare le attrezzature e i macchinari per il fun-zionamento del sistema di paratoie. Si tratta di 3 edifici principali: ledificio compressori per il pompaggio dellaria e che serviranno sia per la bocca di Lido che per quella di Treporti

    (alla bocca di Lido gli edifici tecnici servono entrambe le bocche, tant che sono compar-timentati e simmetrici); ledificio quadri elet-trici; ledificio gruppi elettrogeni (che ver-ranno impiegati in caso di emergenza, perch lalimentazione principale verr garantita dalla rete nazionale). Inoltre sono previsti numerosi edifici minori: magazzino, stoccaggio gasolio, raffreddamento compressori, impianti antin-cendio. Successivamente agli edifici principali avverr il completamento del tunnel, in parte realizzato in isola dallimpresa che lavora sul

    lato di Treporti. Il tunnel ha lentrata per tutti gli edifici, oltre a essere collegato con il casso-ne di spalla. La sistemazione finale dellisola attualmente in fase di elaborazione da parte degli ingegneri Iuav, che prevedono innanzi-tutto un mascheramento del sistema per chi arriva dal mare. Parte dellisola, non dedi-cata al Mose, sar aperta al pubblico. Ana-loghi spazi pubblici sono previsti sulla parte di San Nicol. La prima fase di realizzazione dellisola ha previsto la scogliera con materia-le lapideo poi riempito. Entrambe le imprese

    per la realizzazione dei cassoni di soglia e di spalla allinterno dellarea di cantiere della bocca di Mala-mocco e Lido San Niccol, GrandiLavori Fincosit ha scelto calcestruzzi. Fin da subito emerso che la for-nitura di tecnologia non dovesse limitarsi al cantiere ma dovesse esser frutto di un pensiero progettuale a scala territoriale. Il prodotto calcestruzzo doveva ri-spondere a tre requisiti: doveva essere trasportabile, sicuro e durevole. Il tema della trasportabilit allinterno della laguna veneta Calcestruzzi ha preso organizzato tutta la movimentazione delle attrezzature e tutti i gli approvvigionamenti via mare, in modo da svincolare completamente la viabilit dellisola di Pellestrina. la sicurezza del prodotto ha comportato unattenta ana-lisi del territorio limitrofo, con la ricerca di giacimenti degli aggregati (sabbia, ghiaia, inerti) che potessero dare oltre alla qualit richiesta dal capitolato e imple-mentata secondo il know how Calcestruzzi, anche una durata e costanza tipologica nellapprovvigionamento lungo tutto larco della realizzazione delle opere in cal-cestruzzo armato. Circa il terzo requisito, la durevo-lezza delle opere, storicamente Calcestruzzi ha sempre confezionato cls in grado di resistere allazione aggres-siva dellambiente marino, ma per questo progetto si deciso di mettere a punto un prodotto innovativo, frutto di 10 anni di studi e ricerche effettuate presso il Laboratorio del gruppo Italcementi di Brindisi dintesa con luniversit di Napoli. nato cos il marine concrete, un calcestruzzo in grado di resistere a diverse azioni corrosive quali quelle eserci-tate da cloruri e solfati, dallazione meccanica esercitata dalle onde e dal conseguente azione del bagnasciuga in grado di fornire prestazioni maggiormente elevate. Una volta decisi questi primi tre ma fondamentali pun-ti, si proceduto allanalisi del cantiere e delle varie di-namiche di confezionamento e getto del calcestruzzo. Tutti i materiali sono stati imbarcati lungo le banchine di Marghera e poi scaricati direttamente sullarea di cantie-re di Pellestrina attraverso lutilizzo di pontoni dedicati e, anche in caso di mare grosso, si preventivamente predisposto uno scivolo in mare in modo che potesse attraccare altre tipologie di imbarcazioni con pontile a ribalta. A lato dell area di costruzione, area strappata al mare tramite riempimento idraulico, stato installato un impianto di betonaggio che apparentemente pote-va sembrare singolo ma nella realt erano due impianti completamente autonomi affiancati, dotati di sistema ausiliario di cogenerazione per lenergia elettrica. Que-sta soluzione stata adottata per non interrompere la produzione di calcestruzzo, soprattutto nelle fasi di getto delle platee in ununica soluzione, in cui veniva richiesta

    una quantit di calcestruzzo con un range dai 1500 ai 2000 mc. Gli impianti sono tutti dotati di stoccaggio di materiali con una capacit di garantire fino a 10 giorni di produzione in pi, per eventuali avversit climatica di impedimento allapprovvigionamento di materiale.

    Il calcestruzzoLambiente in cui vengono realizzati questi cassoni pu esser considerato a tutti gli effetti marino, soprattutto una volta che verranno adagiati lungo il fondale della bocca. Fino al momento dellinabissamento i tecnici Calcestruz-zi hanno previsto una situazione ambientale che potes-se rientrare nella tipologia della classe di esposizione xs3. Una volta completate le operazioni che porteranno allaffondamento completo dei cassoni, grazie anche al-la prevista impregnazione dei setti pi interni che evita leffetto macrocoppia, i cassoni sono inquadrabili in una esposizione ambientale xs2 (perennemente sommersi).Un altro dato che ha influenzato la realizzazione del mix design stata la presenza di una fitta rete di armatu-re di due tipologie (acciaio normale e inox) presente allinterno degli elementi del cassone. Da qui la scelta di adottare aggregati con due diametri massimi 25 mm e 16 mm, il primo utilizzato nel calcestruzzo S5 per le strutture orizzontali con laggiunta di sra allinterno del Rck45 XS3, il secondo per le strutture verticali: si de-ciso di impiegare un calcestruzzo Scc contenente filler di natura calcarea maggiormente competitivo sotto la-spetto qualitativo rispetto ad altri filler qualitativamente non costanti a seconda della partita di provenienza. con diciotto mesi di anticipo sullinizio della produzione del calcestruzzo e quattro centri studi compresi i labora-tori universitari, sono state effettuate prove di caratte-rizzazione sulle miscele; prove di filling ability (slump flow, v-funnel), passing ability e resistenza alla segre-gazione dinamica (l-box). Per rispondere alle specifiche esigenze del progettista, si sono svolte prove in regime adiabatico e semiadiabatico in grado di dare risposte su due temi fondamentali: i ritiri igrometrici e la deforma-zione viscosa, a ricercando il creep puro (deformazione viscosa depurato del valore di ritiro igrometrico). Lambiente marino fra i pi aggressivi per le opere in calcestruzzo armato. allazione meccanica dovuta ai moti delle masse dacqua (onde, spruzzi) si assomma lazione degradante dei sali contenuti in forte concen-trazione nellacqua di mare. Uno degli elementi princi-pali da tenere presente durante le fasi di realizzazione del mix design leffetto che il cloruro di sodio (Na-Cl) produce sulle strutture, abbreviandone la vita utile di esercizio dellopera a mare a causa della corrosione indotta sui ferri di armatura. A dispetto di altri tipi di

    cloruro, il NaCl agisce infatti sulle barre darmatura per corrosione localizzata una volta, che riuscito a raggiungerle attraverso meccanismi di trasporto legati alla porosit diffusa o locale del conglomerato o alle vie preferenziali di veicolazione (fessure).Per evitare che tale fenomeno potesse agire, i tecnici Calcestruzzi hanno indirizzato le ricerche sull imple-mentazione della resistenza al pitting dellacciaio at-traverso epoxy coat o zincatura; sulla massimizzazione dellimpermeabilit della miscela, miglioramento della protezione apportata dal copriferro; per rendere il tem-po di percorso del cloruro (dalla superficie della struttura fino alle armature metalliche) superiore alla vita attesa di servizio, necessario rispettare due condizioni. La prima un basso rapporto a/c per rendere il calce-struzzo poco poroso e quindi difficilmente penetrabile dal cloruro, la seconda di realizzare un copriferro di spessore adeguato (40 mm per le opere in ca e 50 mm per le opere in cap) per allungare il cammino che deve percorrere il cloruro per arrivare ai ferri.Inoltre si provveduto a una progettazione, esecuzione e cura dellelemento che minimizzi il rischio di fessure attraverso lutilizzo di un agente sra (shrinkage-redu-cing admixtures) che in fase di curing, indurimento e maturazione eliminasse il rischio di fessure cercando di dare la massima stabilit del prodotto.limpermeabilit della struttura stata perseguita sia ottimizzando la miscela sia attraverso la progettazione e la messa in opera. Progettare una miscela ad altissi-me prestazioni che non tenga per conto n dei ritiri di varia natura n della cura da porre nel getto (com-pattazione, altezza di caduta, pulizia dei casseri) e nella fase post-getto (tempo di riposo nei casseri, stagiona-tura umida) ha significato impiegare maggiori risorse perch i cloruri, sia per capillarit che per diffusione, potrebbero potenzialmente esser in grado di raggiun-gere e aggredire le barre darmatura.un calcestruzzo autocompattante garantisce il riem-pimento omogeneo del cassero, anche se di forma complessa e contenente armatura con bassi valori di interferro. I conglomerati a base cementizia soffrono di due naturali conseguenze alla loro maturazione: il riscaldamento per la reazione esotermica di idratazione del cemento e la riduzione del volume nel tempo per la migrazione dellacqua di impasto non legata chimi-camente al cemento. Queste due conseguenze pos-sono portare a dissesti notevoli nei manufatti se non governate da una sapiente gestione del mix-design e della cura dei getti. Minimizzare la quantit di legan-te, contenere il rapporto acqua/cemento, combinare gli aggregati in favore di quelli a pi grande diametro

    Il calcestruzzo | amBIeNte e dINamIche specIalI

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    e scegliere leganti a basso calore di idratazione con-ducono al duplice obbiettivo di abbassare il valore di innalzamento della temperatura nel manufatto (quin-di il differenziale fra nucleo e periferia dellopera) e di contenere il valore di ritiro idraulico.In particolare, per quanto concerne il ritiro idraulico, stata impiegata una matrice silico-calcarea di aggre-gati in grado di occupare il maggior volume possibile nella miscela ha condotto a due vantaggi: diminuire il contenuto dacqua efficace (cfr. regola di Lyse) e porre uno scheletro rigido, poco deformabile in opposizione alla contrazione di volume. Laggiunta di un agente antiritiro sra ha permesso di agire sulla tensione super-ficiale dellacqua non legata chimicamente presente nei micropori della struttura cementizia; il risultato misura-bile di tale aggiunta la riduzione significativa del ritiro igrometrico del calcestruzzo.la disomogeneit dei valori di temperatura allinterno di un elemento in calcestruzzo di grande spessore de-

    terminata dal fatto che gli strati corticali, da una parte, dissipano una maggiore quantit di calore rispetto al nucleo e, dallaltra, proprio per la ridotta conducibilit termica del conglomerato, ostacolano la dissipazione del calore prodottosi nel nucleo della struttura. Tale gradiente termico pu determinare la comparsa di in-desiderati quadri fessurativi nel calcestruzzo i quali pos-sono interessare la struttura gi dopo qualche ora dalla ultimazione dei getti.le aggiunte sono ottimi coadiuvanti alla produzione di calcestruzzi impermeabili e a basso calore di idra-tazione. Le aggiunte agiscono infatti in duplice modo sulla microstruttura della pasta cementizia, da un lato si nota la chiusura meccanica dei pori per la finezza delle aggiunte, dallaltro le aggiunte reagiscono con la calce liberata dallidratazione del cemento, combinan-dosi in idrosilicati di calcio secondari (simili ai composti che danno la resistenza meccanica ai prodotti a base cementizia) che riducono le microporosit della pasta.

    Il caNtIere

    Il cantiere di pellestrina un villaggio in costruzione aperto 365 giorni lanno, un villaggio in riva al mare. le miscele per la fornitura sono state approntate in tre versioni, con tre diversi tipi di additivi superfluidificanti da utilizzare in funzione della temperatura ambiente (registrata da apposita centralina meteo). tale soluzione permette di mantenere la lavorabilit e i tempi di presa ideali in tutte le stagioni dellanno. Il capitolato dappalto prevede dei tempi di mantenimento del cassero capienti, per poter garantire una maturazione umida e in condizioni termiche ottimali dei getti, a favore dellintegrit del copriferro.

    I coNtrollI

    I responsabili della qualit di Grandilavori fincosit e di calcestruzzi hanno messo a punto un piano di controllo della qualit che viene periodicamente verificato nellimplementazione durante meeting dedicati. limpianto di pellestrina certificato in conformit alla Iso 9001 per la Gestione del sistema qualit. Il pcq esteso sia alle materie prime che ai prodotti finali, le caratteristiche allo stato fresco di ogni batch di produzione vengono monitorate con metodi diretti (slump, slump flow) e indiretti (potenza assorbita del premescolatore, pressione delle atb). Viene inoltre prelevato un campione ogni 100 mc di calcestruzzo prodotto per accertarne la conformit delle propriet allo stato indurito (resistenza meccanica, penetrazione allacqua in pressione ecc.).

    operanti sui due lati dellisola (Grandi Lavori Fincosit sul lato di San Nicol e Ing. Manto-vani su quello di Treporti) sono quindi partite con la realizzazione delle opere di spalla. Si optato per una soluzione a cassoni cellulari, in linea con il progetto originario, che sono stati prefabbricati presso gli impianti Grandi Lavori Fincosit di Taranto e Civitavecchia, ar-rivati a Venezia a rimorchio, e poi affondati in opera. Per parte dei cassoni sono state gi completate le sovrastrutture. Quindi sia sui cas-soni andatori di spalla nord che di spalla sud,

    la configurazione dellopera quella finale. In corrispondenza dei due recessi dei cassoni di spalla, le sovrastrutture sono state completate insieme agli edifici posizionati sui cassoni di spalla. Quindi si proceduto alla posa dei pa-lancolati, perch gli edifici sono fondati a una quota inferiore rispetto al livello medio mare. Allinterno dei palancolati sono stati gettati tamponi di fondo in calcestruzzo subacqueo. Terminata questa operazione si provveduto ad aggottare lacqua, gettare il magrone di fondo e impostare gli edifici con il solettone di base.

    la Bocca dI porto dI lIdoNella Bocca di Porto di Lido sono previste due schiere di paratoie: una sul canale di Treporti con 21 paratoie e una sul canale di San Nico-l con 20 paratoie. Il cantiere di Mose Tre-porti si sviluppa sul lato nord-est della bocca di Lido e comprende le opere di spalla ovest della nuova isola artificiale formata al cen-tro della bocca di Lido, le opere di protezione fondali e formazione dei recessi di barriera in corrispondenza del canale navigabile verso Treporti, la formazione dei bacini di porto

    fIBrorINforzatoFra le miscele richieste si annovera un calcestruzzo con fibrorinforzo che possa contare su una resistenza a tra-zione residua di 2 mpa ad apertura di fessura pari a 3.5 mm (Cmod). Tale miscela, ad alta tenacit e resistenza agli urti, impiegata per il massetto di protezione som-mitale dei cassoni di soglia. Il raggiungimento del target di resistenza residua stato definitivo dopo una lunga serie di prove su fibre di diversa natura e geometria; la scelta finale caduta su una fibra dacciaio made in Italy dal rapporto daspetto (lunghezza/diametro) elevato.

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    rifugio lato mare e lato laguna (comunican-ti attraverso una conca di navigazione) nelle aree prospicienti il lungomare Dante Alighieri a Punta Sabbioni (Cavallino Treporti).In particolare, il porto rifugio lato mare uti-lizzato temporaneamente come tura di prefab-bricazione dei cassoni di Treporti. Il bacino ha unimpronta di circa 600 m per circa 110 m e la quota di fondi si trova a 8,70 m sotto il livello del medio mare. Per mantenerlo allasciutto stato preventiva-mente cinto con diaframmi plastici costituiti

    con tecnica Csm lungo il lato terra e con pa-lancole metalliche lungo il lato mare che sono spinte sino a una profondit di -25 m sul medio mare. Lungo il perimetro della tura sono stati posizionati 18 pozzi disposti in due anelli di cui 10/12 sempre funzionanti al fine di mante-nere le sottopressioni in corrispondenza del-la tura controllate entro soglie piezometriche stabilite, costantemente monitorate da sistemi automatici di rilievo. Tutto questo ha permesso di lavorare in completa sicurezza durante le fasi di costruzione dei cassoni.

    La tura verr riallagata solo quando tutte le attivit previste nei cassoni verranno comple-tate, ivi comprese la parziale posa degli im-pianti meccanici ed elettrici; le cerniere, gli arredi temporanei di manovra dei cassoni, i tamponi e i torrini temporanei dei cassoni. Inoltre saranno completate alcune opere pro-pedeutiche allattivit di allagamento come la riconfigurazione dei pozzi inferiori per po-terli utilizzare durante le fasi di allagamento e la protezione in scogliera della scarpata lato terra della tura.

    Le attrezzature provvisionali sia per i cantieri di malamoc-co e san Nicol dellimpresa Grandi Lavori Fincosit, che di chioggia del consorzio Clodia del gruppo Condotte, sono fornite da doka Italia. Lo studio delle soluzioni costruttive stato affinato con un lungo percorso che partito dalla fase di progettazione preliminare e si concluso con la fase di realizzazione in cantiere. Questo processo ha portato al-la scelta delle attrezzature pi idonee a rispettare i requisiti progettuali e a individuare le dotazioni che consentissero una rotazione del materiale in cantiere, con lobiettivo primario di rispettare il programma lavori. Nonostante la forte similitudine tra i due cantieri di Malamoc-co e Chioggia (dove vengono realizzati i cassoni di fonda-zione), la scelta delle singole imprese di adottare un metodo di varo differente (Malamocco mediante carrelli speciali e piattaforma ascensore mentre Chioggia per mezzo di un pro-cesso di watering in tura) ha richiesto ladozione di soluzioni differenti, soprattutto per quanto riguarda la puntellazione delle solette di fondazione. Nel cantiere di malamocco, ogni cassone di soglia previsto venga sorretto da pilastri allinterno dei quali si posizione-ranno i carrelloni per il trasporto alla postazione di varo del syncrolift. Per tale motivo la soletta di fondazione si presenta sopraelevata e la stessa deve sostenere, oltre al peso proprio, anche il carico derivante dal getto delle elevazioni e del primo livello di solai di tutto il cassone. Solo dopo questa fase pu avvenire lo scassero della soletta. Questo ha imposto la necessit di studiare il cassero di fondo in modo tale da consentire un recupero parziale del mate-riale dopo 7 giorni dal getto, per portarlo in avanzamento sul getto successivo. Il cassero stato diviso in aree di colore diverso, anche per facilitarne il riconoscimento ai carpentieri.

    I pannelli di rivestimento neri corrispondono al reticolo dei getti in elevazione che, dovendo sostenere il peso delle pareti e del solaio di copertura delle celle, sono stati allestiti con un sistema di puntellazione ad alta portata (100 kN). I pannelli gialli, invece, corrispondono alla base delle cel-le dei cassoni e, dovendo portare solo il peso proprio del solaio di fondo, richiedono una puntellazione di tipo clas-sico. Il cassero riproduce quindi esattamente la geometria di ogni cassone, con lobiettivo di rimuovere e recuperare il materiale nelle aree gialle e portarlo in avanzamento sul cassone successivo, lasciando in opera solo la parte nera. Nel cantiere di chioggia, invece, la soletta di fondazione poggia sul fondale della tura, con la sola interposizione di un tappeto speciale che consenta linfiltrazione al suo interno dellacqua in pressione.La geometrie dei cassoni di soglia del Mose costituita da una serie di reticoli di celle stagne e di corridoi di ispezione. Mentre nel cantiere di chioggia le pareti che delimitano le celle principali sono di spessore costante per tutta laltezza, a malamocco le pareti presentano in sommit una mensola in aggetto, che deve sostenere le lastre prefabbricate per il getto dei vari livelli di solaio. Quindi, oltre ad aver sviluppa-to uno studio dettagliato delle elevazioni che consentisse la realizzazione delle svariate forme delle celle, con limpiego di cassero framax Xlife e angoli di disarmo, nel cantiere di Malamocco si studiato un cassero metallico speciale per la parte in aggetto. Limpiego di Framax Xlife con angoli di disarmo ha consentito una sistematicit delle operazioni e, di conseguenza, una velocizzazione del lavoro. La cassaforma per il vano, infatti, viene sfilata dal calcestruzzo come unit di moduli parete e angoli e immediatamente impiegata sulla cella successiva, senza smontaggi intermedi. Tutto questo

    processo costruttivo stato testato con un modulo speri-mentale presso lo stabilimento doka, per il quale sono state provate tutte le fasi di armo, disarmo e movimentazione di macro unit. le dimensioni delle elevazioni di tutti i cantieri, aventi spessori contenuti per altezze anche rilevanti fino oltre 5 m, e lalto contenuto di ferro, hanno imposto limpiego di calcestruzzo scc (self compacting concrete: calcestruzzo au-tocompattante). Questo ha comportato, a fronte delle ele-vate pressioni esercitate dal calcestruzzo dovute alle spinte idrostatiche, un aumento della quantit delle legature e, di conseguenza, uno studio dettagliato per eliminare le inter-ferenze fra legature e ferro, che ha impegnato notevolmente la fase progettuale per soddisfare gli alti standard di tolleranze costruttive richieste dai committenti. Un altro requisito pre-stazionale di complessa soddisfazione stato lutilizzo di ma-nicotti che, collegando le barre di legatura passanti, fossero a tenuta idraulica per evitare che, una volta posati i cassoni in acqua, queste zone non subissero infiltrazioni. Ci stato pienamente rispettato e comprovato anche da un test in sca-la reale eseguito in cantiere, fino a una pressione di 2,5 bar. Anche il getto della soletta inclinata, nella zona di alloggia-mento delle paratoie, ha richiesto una soluzione particolare. La soletta inclinata in questione presenta una variazione di altezza di circa 4 m e lunghezza 60 m, da gettare in unu-nica fase con calcestruzzo scc. In questo caso la necessit di pompare il calcestruzzo dal basso ha consentito di sfruttare il cassero Framax Xlife con bocchettone di getto inglobato.per la puntellazione dei solai degli edifici tecnologici, con travi ribassate, sullisola intermedia della bocca di San Nicol, Grandi Lavori Fincosit ha utilizzato il nuovo sistema di puntel-lazione leggera staxo 40. La dotazione complessiva di 1.200 mq viene impiegata per casserare i solai delledificio elettrico, compressori e gruppo elettrogeno a servizio del funziona-mento delle paratoie mobili. La sua flessibilit dimpiego ha consentito di assorbire gli imprevisti che si sono presentati durante la fase di montaggio delledificio. Staxo 40 viene impiegato in abbinata con il sistema per solai Dokaflex. Per la realizzazione delle pareti perimetrali degli edifici, nonch delle vasche, stato impiegato il sistema per pareti framax Xlife. Nel caso specifico delle vasche, stato abbinato con tralicci di puntellazione per getti contro terra, per altezze di getto di 5,20 m. Vista la complessit, la variabilit di soluzioni e lelevato quantitativo di attrezzature che si sono rese ne-cessarie per i cantieri del Mose, Doka ha dedicato a questo progetto un project manager, che facesse da interfaccia con i cantieri per organizzare le consegne e le rotazioni dei ma-teriali, nonch recepire le svariate richieste progettuali che di volta in volta venivano espresse. La scelta di avere un unico referente per tutti i cantieri si rivelata e, in quanto ha con-sentito di affrontare la complessit e i volumi dellopera con una presenza puntuale e costante.

    le casseforme | rotazIoNe del materIale

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    In corrispondenza di tutti e tre i cantieri relativi alle tre bocche di porto sono installati impianti di Simem. I prerequisiti e le specifiche descritte dai capitolati hanno orientato la scelta verso gli impianti mobili e in particolare per il cantiere di Malamocco, gestito da Calcestruzzi spa, una soluzione chiamata supermobile. Vista la straordinaria specificit dellopera, era richiesta come assoluta-mente temporanea ogni installazione, con la specifica esigenza di minimizzare le opere propedeutiche di fondazione, prevedendo allo stesso tempo ogni tipo di accorgimento atto alla salvaguar-dia dellambiente. Atri fattori da considerare erano la criticit di alcuni getti (oltre 1000mc in continuo), con lesigenza di soluzioni di back-up, con due punti di carico, rigorosamente premescolati, indipendenti in grado di far fronte ai picchi di produzione garan-tendo anche in caso di avaria di uno degli impianti la continui-t della produzione. Le linee guida dettate dalla committenza, comuni per i tre cantieri relativi alle tre bocche di porto, hanno cos prodotto soluzioni similari che nel caso del cantiere di Mala-mocco, per il quale Simem si occupata anche della impiantistica generale, sono composte da due impianti super mobili per la produzione di calcestruzzo, due impianti betonwash 10 moby per il recupero del calcestruzzo residuo e un impianto waterwa-sh per la chiarificazione delle acque di processo.

    lImpIaNto super moBIleSi compone di un modulo di stoccaggio inerti, un silos di stoc-caggio cemento e di un modulo di mescolazione. Il modulo di stoccaggio inerti integra un telaio sovradimensionato per sop-portare le sollecitazioni del trasporto su strada e per trasmettere a terra il carico statico e dinamico in condizione di lavoro senza richiedere opere di fondazione. Allinterno sono disposte quat-tro distinte tramogge di stoccaggio inerti con altrettanti sistemi di estrazione. Il dosaggio degli aggregati avviene a peso grazie

    a una bilancia su celle di carico ad alta precisione, con nastro estrattore per il trasferimento dei materiali al trailer di mescola-zione. Il trailer dotato di sponde pieghevoli per supportare la spinta di una rampa, da realizzare con materiale di riporto, per lalimentazione degli inerti con pala caricatrice. Il silos di stoc-caggio cemento stato concepito con specifiche caratteristiche di mobilit per i tradizionali silos cilindrici di stoccaggio cemento, proprio per consentirne unagevole trasporto e un ridottissimo tempo di installazione. La struttura dei silos stata rinforzata per permetterne il sollevamento con ununica gr senza rischi di de-formazione. Tutti i dispositivi accessori, a inclusione della coclea di trasporto cemento, sono stati preinstallati e cablati a bordo dello stesso silos. Le piastre di appoggio a terra sono state progettate per connettersi velocemente a piastre di fondazione. Il modulo di muscolazione installato sul telaio che ne permette il trasporto su strada, il sollevamento in posizione di lavoro con un unico movi-mento gr e la stabilizzazione a terra senza bisogno di opere di fondazione. In esso sono installati il mescolatore, con capacit di 2,25 cubi resi, il sistema di aspirazione delle polveri per il mesco-latore, il sistema di pesatura del cemento, il sistema di pesatura dellacqua con contenitori separati per acque pulite e riciclate, il sistema di pesatura degli additivi chimici, il nastro di alimentazione degli inerti al mescolatore, il quadro elettrico contenente anche lhardware dellautomazione. La cabina comandi e locale additivi strutturata per sopportare le sollecitazioni di frequenti trasporti e sollevamenti; un locale coibentato per offrire agli operatori lo stesso comfort di un impianto stazionario. Grazie al cablaggio a bordo macchina dellimpianto che include anche il quadro poten-za e gli azionamenti hardware dellautomazione, il collegamento tra la cabina comandi e limpianto consta di pochi cavi dati e si effettua in pochi minuti. Lautomazione a bordo delImpianto Su-per permette il controllo del processo, la reperibilit dei dati e la

    possibilit di interfacciamento ai sistemi gestionali pi complessi con la possibilit di connettere via Web limpianto da remoto.

    BetoNwash moByOltre alla dotazione di serie di tutti i filtri necessari a intercettare le polveri a bordo dellimpianto, Simem ha sviluppato la versio-ne mobile del sistema di recupero delle acque di lavaggio e del calcestruzzo residuo, pi noto come Betonwash che permette di separare, per mezzo di una serie di spirali rotanti allinterno del tamburo inclinato, i materiali solidi con granulometria superiore a 0,15 mm estratti semiasciutti, scaricando le acque reflue, per tracimazione forzata, allinterno di vasche opportunamente predi-sposta per lo stoccaggio e il reimpiego del ciclo produttivo. Facil-mente trasportabile e sollevabile, questa unit non richiede opere di fondazione e integra la vasca in acciaio per lo stoccaggio delle acque riciclate completa di agitatore e pompe di sollevamento.

    waterwash il sistema per il trattamento delle acque sporche in esubero, provenienti da impianti BetonWash oppure da vasche di accu-mulo acque di lavaggio calcestruzzo: il WaterWash separa i solidi in sospensione, chiarifica lacqua, disidrata i fanghi, neutralizza il pH permettendo lo scarico delle acque in esubero nellambiente. Il sistema composto da una sezione di neutralizzazione e una di chiarificazione. Le acque di scarico, dopo aver subito il trattamen-to del BetonWash nel quale vengono eliminati i solidi grossolani, confluiscono in una vasca di raccolta, nella quale sono posti 3 interruttori di livello: i due inferiori abilitano il funzionamento della pompa di alimentazione mentre il pi alto abilita la com-mutazione di apertura di due valvole automatiche che smistano lacqua chiarificata allo scarico oppure nuovamente alla vasca di raccolta. Lacqua da trattare ha un pH elevato e deve essere neutralizzata mediante il dosaggio di anidride carbonica (CO2), regolato da un pH-metro. La miscelazione e lomogeneizzazio-ne dellacqua con la CO2 avviene per mezzo di un eiettore, con riciclo in un serbatoio di neutralizzazione. Lacqua neutralizza-ta fluisce nel sedimentatore/ispessitore tramite una tubazione nella quale viene dosato del polielettrolita. Il fango precipita e si deposita allinterno del filtro ispessitore posto sotto il fondo del sedimentatore. Delle celle di carico misurano il peso di ogni apparecchiatura, che aumenta fino al set point di saturazione. Quando il sedimentatore saturo di fango comincia la sequen-za di scarico che avviene tramite delle valvole automatiche, con controllo delle varie fasi di apertura e chiusura mediante lausilio di microinterruttori fine corsa. Il processo continuo e il grado di disidratazione del fango influenzato dal tipo delle lavorazio-ni fonti degli scarichi e comunque sufficiente a rendere il fango palabile in conformit con le leggi vigenti in materia di rifiuti. Un modulo in grado di chiarificare fino a 25 mc/giorno di acque torbide; portate superiori sono ottenibili affiancando pi moduli, utilizzando la medesima pompa.

    Il BetoNaGGIo | mINImIzzare lImpatto

    Le attivit di allagamento verranno esegui-te con sistemi di pompe dotate di contalitri in modo da poter controllare la portata gior-naliera che dovr essere strettamente confor-me a quanto previsto in progetto; si prevede di allagare la tura in circa 25 giorni, dunque molto lentamente, in modo da minimizzare eventuali squilibri idraulici.A tura allagata verr rimosso il cofferdam (in-tercapedine trasversale che separa due com-partimenti stagni contigui, vuoto e mantenuto sempre asciutto e pulito) in corrispondenza

    della spalla Est, attraverso cui passeranno tutti i cassoni per essere trasportati e affondati nella posizione prevista.In base alla spinta idraulica dellacqua e al loro peso iniziale i cassoni assumeranno una posizione di galleggiamento e per questo sino a che non verranno collocati in mare aperto, saranno zavorrati per essere stabi-lizzati sul fondo. Dopodich si proceder a portare in galleg-giamento un cassone alla volta che verr successivamente accoppiato a uno speciale

    catamarano che, tramite un sistema di cime opportunamente distribuito nellambito della bocca di porto, eseguir il trasporto del casso-ne dal bacino di prefabbricazione, attraverso la spalla Est, percorrendo il recesso di barriera fino alla posizione prevista di quel cassone. Infine con adeguati argani e avendo cura di zavorrare il cassone, questultimo verr affon-dato fino a farlo poggiare temporaneamente su selle dappoggio provvisorio precedente-mente posizionate. Poi si proceder allunio-ne del cassone appena affondato con quello

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    Ing. enrico pellegrini direttore cantiere di malamocco, Grandi lavori fincosit spa

    Le tolleranze di costruzione sono molto ristrette e ci

    hanno imposto una selezione accurata delle tecniche costruttive e dei metodi di controllo. Organizzare un cantiere cos vasto e complesso stata un bella sfida che affronto ogni giorno con un team affiatato di tecnici della mia Societ, per garantire la produttivit e rispettare i tempi di consegna dellopera.

    Gabriele Basiledirettore generale doka Italia spa

    Il reale valore aggiunto di Doka alla costruzione del sistema Mose rappresentato

    dalla capacit ingegneristica: sia il know-how tecnico, derivato dallesperienza nella costruzione di opere idrauliche complesse, sia il numero dei nostri ingegneri in cantiere a supporto delle imprese. Il risultato sono soluzioni costruttive studiate e verificate nei minimi dettagli per assicurare continuit dei lavori e produttivit senza margini di errore.

    francesco epis direttore commerciale calcestruzzi

    Il Marine Concrete un esempio di innovazione del Gruppo Italcementi. nato nei nostri laboratori

    di Brindisi agli inizi del 2000, con un progetto di ricerca con lUniversit Federico II di Napoli, sulla Durabilit delle strutture in calcestruzzo armato esposte allambiente marino e lagunare a clima temperato. Numerosi test successivi hanno portato a un suo costante miglioramento fino alla messa a punto finale.

    Ing. franco damianidirettore di cantiere di malamoccoImpresa mantovani

    Operare in asciutto a 17 metri sotto il livello del mare per la costruzione

    degli alloggiamenti delle porte della conca di navigazione stata la sfida pi difficile. L a consapevolezza per di partecipare alla realizzazione di unopera unica nel suo genere come il Mose lo stimolo in pi che ci porta superare le difficolt e a raggiungere gli obiettivi prefissati.

    Ing. Giulio de polliImpresa mantovanidirettore cantiere di treporti cavallino

    Tra gli aspetti pi interessanti dellopera, due sono quelli che mi hanno

    stimolato maggiormente: il coinvolgimento di molte discipline, il gruppo di lavoro affronta quotidianamente problematiche che implicano aspetti di ingegneria marittima, ambientale, civile, meccanica ed elettrica, sviluppando quindi il know how personale e dellimpresa; la sfida legata alla precisione topografica nei lavori marittimi che stiamo affrontando che ci ha spinto a ripensare lapproccio delle verifiche dimensionali delle opere civili e marittime, dovendole considerare a tutti gli effetti impianti elettromeccanici.

    Ing. davide palmigiano direttore cantiere di lido s. NicolGrandi lavori fincosit spa

    La sfida di realizzazione del sistema Mose stata

    particolarmente complessa, trattandosi di opere a mare e di aree delicate. Anche nel cantiere di San Nicol stata necessaria una gestione logistica peculiare: tutte le forniture per lisola vengono consegnate con trasporti sia acquei che stradali sula lato di San Nicol, dove vengono verificate, smistate, ricaricate e trasportate su chiatta fino allisola.

    Ing. alberto scottipresidente technital

    Il progetto di Venezia certamente la maggiore sfida della mia carriera avendo dovuto introdurre importanti novit nei

    metodi e negli strumenti di lavoro e nelle competenze da coinvolgere. stato necessario affrontare insieme questioni ambientali, sociali e ingegneristiche molte delle quali del tutto innovative. Dal piano generale degli interventi per la salvaguardia di un territorio di 500 milioni di kmq, alla concezione del sistema di difesa dagli allagamenti. Dalla progettazione degli impianti per il funzionamento del sistema, alla progettazione del sistema per gestirlo e mantenerlo efficiente nel tempo. Dalla progettazione di opere complesse in un ambiente fragile e difficile sotto il profilo geotecnico, nel rispetto di tolleranze inusuali per lingegneria civile, alla progettazione del gruppo cerniera connettore. Una componente vitale del sistema, senza precedenti per funzioni e per utilizzo, ideata, sperimentata e calcolata con lobiettivo di una vita utile non inferiore ai 100 anni, come del resto lintero progetto.

    Ing. massimo paganellidirettore cantiere di chioggia, societ Italiana per condotte dacqua spa

    La soddisfazione di partecipare a opere come

    questa la nostra maggiore motivazione. Il Mose un progetto complesso e organico, che comprende diverse zone dintervento, ma viene gestito unitariamente. un progetto unico nel suo genere, come unica la laguna di Venezia, che consente di spostare il filo labilissimo di divisione fra mare e terra.

    Il Valore delle competeNze | leccelleNza ItalIaNa

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    precedente, quindi allintasamento dellinter-capedine tra cassone e sottofondazione.Il mix design del calcestruzzo stato studia-to nellambito del cantiere, avendo costituito un doppio impianto di betonaggio dedicato esclusivamente alle opere di Treporti. Secon-do normativa il calcestruzzo un xs2/3 che definisce la classe di esposizione delle opere permanentemente sommerse o sottoposte a maree. In pi per garantire la durabilit, la miscela studiata determina un ritiro del calce-struzzo molto ridotto, minimizzando quindi il rischio di formazione di cavillature, prin-cipali veicoli di agenti di deterioramento del calcestruzzo e delle barre darmatura. In can-tiere inoltre stato particolarmente curata la fase di stagionatura dei getti avendo cura di mantenerli casserati non meno di 7 giorni o in alternativa mantenendo le superfici orizzon-tali (solette e platee) annegate in uno strato di almeno 2/5 cm di acqua dolce.

    lINserImeNto paesaGGIstIco delle NuoVe operePer le tre bocche, ridisegnate dal Mose, sono stati progettati dallo Iuav (lIstituto universita-rio di architettura di Venezia) interventi di in-serimento architettonico e paesaggistico delle nuove strutture: aree verdi, percorsi pedonali e altre strutture andranno a valorizzare questi nuovi spazi e a renderli fruibili da veneziani e turisti. Il Mose diventa parte integrante del paesaggio di confine tra mare e laguna. Il resto dellopera, quella che sta sottacqua, non tur-ber n la vista n i naviganti.

    la maNuteNzIoNe e GestIoNeNel 2006 con la concessione da parte del De-manio al Consorzio Venezia Nuova di parte dellArsenale nord, si andato a definire uno degli insediamenti pi importanti per questa-rea destinato alle attivit di gestione, con-trollo operativo e manutenzione del sistema Mose, ma anche al monitoraggio e al man-tenimento funzionale dellintero ecosistema lagunare. Queste attivit rappresentano per Venezia e lArsenale unoccasione strategica di grandissimo rilievo rispetto allattivazione e allorganizzazione di professionalit qualifi-cate, confermando e ampliando un processo di sviluppo occupazionale gi attivato con le opere in corso per la realizzazione del Mose. La riconversione dellArsenale nord come se-de di attivit di ricerca e produzione de-stinata ad avere importantissime ricadute eco-nomiche per lintera citt storica e per il ter-ritorio nel suo complesso.

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    federico furlanimanaging director simem

    Simem fiera di aver fornito tutti gli impianti per la produzione di calcestruzzo per la

    realizzazione del progetto Mose. In linea con la mission aziendale, questo progetto andr a salvaguardare il patrimonio artistico e culturale di una delle citt considerate tra le pi belle al mondo e tutelata, per questo, dall Unesco che lha inclusa tra i patrimoni dellumanit. Vista la straordinaria specificit dellopera, era richiesta come assolutamente temporanea ogni installazione, con la specifica esigenza di minimizzare le opere propedeutiche di fondazione, prevedendo allo stesso tempo ogni tipo di accorgimento atto alla salvaguardia dellambiente.

    Ing. Gianpaolo colatoproject manager fip Industriale

    Nel 2005, quando venne chiesto a Fip Industriale se accettava la sfida di partecipare

    alla costruzione dellopera di ingegneria idraulica pi grande e innovativa che fosse mai stata progettata al mondo, assieme a un sentimento di profondo orgoglio, non nascondo che provammo anche un certo timore. Infatti non esistevano precedenti del genere, nessun riferimento cui ispirarsi, ci sosteneva solo il coraggio di osare e la consapevolezza delle nostre capacit. Oggi, dopo aver preso parte alla progettazione del cuore del sistema, il connettore-cerniera, e alla sua realizzazione prima come prototipo e poi come serie, possiamo, oltre allorgoglio, aggiungere la grande soddisfazione di aver centrato tutti gli obiettivi prefissati e aver contribuito alla scrittura di un nuovo capitolo dellingegneria strutturale, per unopera unica al mondo.

    GlI attorIIng. alberto scotti, presidente technitalLaureato in ingegneria al Politecnico di Milano ha matura-to la sua esperienza in Italia e allestero nella progettazione di importanti infrastrutture per amministrazioni pubbliche, per clienti privati e per imprese di costruzione. stato re-sponsabile della progettazione di terminali marittimi per Lng in Australia, negli Emirati Arabi e in Qatar, nella pro-gettazione di porti in Italia, in Libia, in Trinidad Tobago, in Israele, a Djibouti, in Algeria, in Egitto, in Albania. Ha progettato interventi per la difesa di quasi 100 km di dife-se dei litorali. Dal 1987 responsabile della progettazione degli interventi per la Salvaguardia di Venezia e dal 1986 amministratore delegato della Societ Technital di cui dal 2002 ha assunto anche la carica di presidente.

    Ing. franco damiani, Impresa mantovani direttore di cantiere di malamoccoLaureato nel 1986 in Ingegneria civile idraulica alluniversit La Sapienza di Roma e specializzato in costruzioni marit-time, Franco Damiani collabora con lImpresa Mantovani dal 2004. Ha sempre svolto la propria attivit nellambito delle costruzioni marittime: opere civili del circuito acqua di mare di raffreddamento della centrale nucleare di Montal-to di Castro; completamento del porto industriale di Por-to Torres e opere di salvaguardia della laguna di Venezia.

    Ing. Giulio de polli, Impresa mantovanidirettore cantiere di treporti cavallino39 anni, ingegnere civile edile, laureato alla facolt di Ingegneria dellUniversit di Padova, collabora con lIm-presa Mantovani dal 2000. Ha sempre seguito lavori di costruzione di infrastrutture nellambito della Laguna di Venezia: formazione di banchine del Porto di Chioggia (Aspo); interconnessione dei sistemi acquedottistici di Ve-nezia e Chioggia (Vesta Asp); lavori di dragaggio dei canali di Marghera (Autorit portuale di Venezia) fino agli studi preliminari del Mose con il successivo sviluppo dei lavori in qualit di direttore di cantiere.

    Ing. massimo paganelli, societ Italiana per condotte dacqua spa, direttore cantiere di chioggiaLaureato in Costruzioni idrauliche e specializzato in co-struzioni marittime, Massimo Paganelli lavora dal 1991 in Societ Italiana per Condotte dAcqua. Lavora nellambito delle costruzioni marittime: dal completamento del porto industriale di Cagliari nel 90 in poi