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La rivista dei Soci di Ottobre 2009

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La rivista dei Soci diOttobre 2009

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800 - 261580Numero verde Scopri come donare vicino a casa su

www.avis.it

Un sentimento si può esprimere in tanti modi e donare il sangue è uno di questi. Chi dona periodicamente il sangue mette gli altri al primo posto. Un gesto d’altruismo che salva tante vite. E dà un significato speciale anche alla tua.

ALTRUISMOCHI DONA NE CONOSCEIL VERO SIGNIFICATO

BANCA D’ALBA OFFRE QUESTO SPAZIO PER SOSTENERE INIZIATIVE DI RILEVANTE INTERESSE SOCIALE

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casa su

E

La rivista dei Soci di Banca d’AlbaAnno I - n. 2 - Ottobre 2009

Direttore responsabile:Oliviero Toscani

Comitato editoriale:Viviana Bacigalupo, Dino Berardi,Riccardo Corino, Patrizia Demaria,Oliviero Toscani

Hanno collaborato:Enrico Finzi, Massimo Gallesio,Sergio Miravalle, Claudia Patrone, Pietro Ramunno

Direzione, redazione, segreteria:Banca d’AlbaCorso Italia, 4 - 12051 Alba (CN)Tel. 0173 659.303Fax 0173 [email protected]

Registrazione presso la Cancelleria:Tribunale di Alban° 3/97 del 6 marzo 1997Registro Periodici

Immagini di:Michele De Vita, Davide Dutto,Francesco Musso, Carlo Zanini,Corbis, TIPS Images, Istock Images, Grazia Neri

Realizzazione editoriale:Well Com - Alba

Progettazione grafica:Partners - Torino

Dtp e Stampa:L’Artigiana - Alba

La rivista viene stampata in 30.000 copie e inviata omaggioa tutti i Soci di Banca d’Alba

Cento Torri lascia agli Autori la responsabilità delle opinioniespresse negli articoli firmati

Questo numero è stato chiuso in redazione il 18 settembre 2009

In copertina:alcuni giovani Soci dipendenti di Banca d'Alba

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5

8

1422

29 30

Tante storie da raccontare

Soci & Territorio

La Banca dei giovani

La parola ai protagonisti

L’album dell’Assemblea 2009

L’album della Festa

Premi fedeltà

La forza delle radicidi Felice Cerruti

L’unione fa la forza

Apre ad Albenga un nuovocentro medico fisioterapico

“Postura corretta”: il primo bilancio è positivo

Il Credito Cooperativoper l’Abruzzo

Quando volevo cambiareil nome al mio LiceoIntervista ad Aldo Cazzullo

Soci & Cultura

Lettere & Commenti

Stampata su carta prodottanel rispetto dell’ambiente

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C

Tante storie da raccontare

ento Torri torna nelle case dei Soci di Banca d’Alba con tante storie da raccontare: nel primo numero la rivista si è presentata come luogo di dialogo e con la seconda uscita continua il cammino in questa direzione. Unpercorso in cui cercheremo di tenere conto dei numerosi commenti giunti allaredazione da Soci che con la loro partecipazione sono aiuto e stimolo per dare forma a una rivista ancora più bella e condivisa.Tante dunque le storie da raccontare, anche perché i mesi appena trascorsi hannovisto la compagine sociale impegnata in alcuni appuntamenti fondamentali della vita associativa. Su tutti, lo scorso maggio, l’annuale Assemblea, momento di incontro e di confronto tra i Soci e la Banca, che quest’anno ha visto la partecipazione di circa 11.200 persone: in una sorta di album ripercorriamo per immagini i momenti salienti dell’Assemblea e della festa albese, un collage di foto che è un omaggio ai volti che hanno scelto la “differenza”.Proprio in occasione dell’Assemblea è stata approvata un’importante propostarivolta ai ragazzi fino a 23 anni, che possono ora diventare Soci con soli 2,58 euro:quattro mesi dopo, il bilancio dell’iniziativa è più che positivo con oltre 1.300 nuovi associati tra i 18 e i 23 anni. Troverete quindi il racconto di uno dei momenti di ascolto dei giovani attivati dalla Banca, una tavolarotonda organizzata lo scorso giugno in cui undici ragazzi si sono confrontati a tutto campo con il sociologo Enrico Finzi.Nel consueto spazio dedicato all’economia dei nostri territori ci tuffiamo invecenel mondo del vino: un viaggio per testimonianze nella cooperazione vitivinicola,che tanta importanza riveste nello sviluppo del settore in Piemonte e in Liguria.E poi ancora, ad arricchire il menu d’autunno della nostra rivista, le attività dei Soci, le vostre lettere, le pagine di cultura, il saluto del Presidente e le importanti novità della Fondazione Banca d’Alba, che apre ad Albenga il primo centro medico fisioterapico in Riviera.Infine, ma non da ultimo, in un numero che vede i volti dei nostri giovani in copertina, ci piace leggere dei “Soci Benemeriti”, gli amici che da oltre trent’annicredono nella Banca e nella sua forza cooperativa: un patrimonio di esperienza e lungimiranza che saprà accompagnare al meglio verso il futuro i nuovi arrivati.

Buona lettura.

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S O C I & T E R R I T O R I O

MOSTRE

Valerio Berruti vive a Verduno,e lavora in una chiesasconsacrata del Seicento cheha restaurato personalmente nel 1995. Albese, classe 1977, è laureato in Critica d’Arte al D.A.M.S. di Torino, ed èl’artista più giovane invitato a “Collaudi. Omaggio a F.T.Marinetti”,mostra a cura di Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice allestita alla53ª Esposizione della Biennaledi Venezia. “Figlia di Isacco”è il titolo della sua installazione,un’animazione che ha perprotagonista una bimba chesale e scende da una sedia,accompagnata dalle note di Paolo Conte al pianoforte.

Nonostante la giovane età,Berruti può esibire un curriculum di alto profilo,forte di decine di esposizioni e di diversi premi. Al momentosta preparando una personalein Giappone e un’installazionea Linz, in Austria, capitaleeuropea della cultura per il 2009, dove è uno dei dueartisti italiani chiamati a rappresentare il Bel Paese. In attesa di partire sta lavoran-do anche per la copertina delprossimo disco di Lucio Dalla,curando parte delle sceno-grafie del tour che nel 2010vedrà il celebre cantautore in giro per i teatri italiani.

DA VERDUNO ALLA BIENNALE DI VENEZIA

ALBA

S O C I & T E R R I T O R I O

Una collezione da Guinness

ASTI

Pompiere e pittore:tra fuochi e colori

ALBENGA

Margheritebrevettate

ra il 1975 quandoGiovanni Battista Poggi,

Socio di Albenga, decise di abbandonare la coltivazionedi frutta e verdura perdedicarsi ai fiori. Al signorPoggi va attribuito il merito di aver creato e brevettato, nel 1991, la margheritaconosciuta come “Veronica”.“A quei tempi - racconta Poggi- sembrava che l’IstitutoSperimentale per laFloricoltura di Sanremovolesse limitare la produzionedi una margherita molto in voga, la ‘Camilla’;brevettammo dunque la‘Veronica’, che si distinguevaper il caratteristico colore dellefoglie, verde bottiglia, moltopiù scuro di quello delle altremargherite. Dopo dodici anninon rinnovai più il brevetto…Ancora oggi, però, capita a volte che qualcuno michieda della nostra ‘Veronica’”.

on c’è mobile, armadio o cassapanca, a casa del signorRiccardo Pastura, che non contenga almeno una fisarmo-

nica: classe 1928, ha cominciato a suonare quando aveva diecianni, andando a lezione dalla professoressa Boella, a Neive.Dopo aver allietato le balere in tempo di guerra, si è dedicatocon successo all’attività imprenditoriale, lasciando poi l’aziendaai figli. In tutti questi anni la passione per la musica non lo hamai abbandonato, portandolo a diventare un collezionista difisarmoniche a piano e a bottoni. Oggi ne possiede circa ottanta,ma nell’arco di una vita sono più o meno cinquemila quelle chesono transitate per le sue mani: numeri da Guinness dei primati.

on sono un grande pittore,dipingo solo quando ritengo

giusto esprimere ciò che provo davantiall’infinita bellezza degliuomini, delle donne, deifanciulli, degli animali, dellanatura nella suaespressione più pura. Nellemie opere imprimo su unsupporto cose che stannoscomparendo… Amodipingere ciò che noiuomini stiamodimenticando e che lacosiddetta evoluzione rischia dicancellare”. Che si tratti di immaginirubate alla savana africana o dei

soggetti quotidiani della campagnaastigiana, delle feste di paese e dellavoro contadino, Piero Tachis non è

soltanto un cacciatore diimmagini, ma un vero eproprio narratore.Pompiere e pittore, passada tele e pennelli allagestione delle emergenzecon il costante entusiasmodi chi ama fortemente lavita e le emozioni chequesta può offrire. Le sueopere saranno esposte nei

mesi di ottobre e novembre in unamostra presso il ristorante Tacabandadi Asti, in via al Teatro Alfieri 5.

Riccardo

Pastura

con alcune

fisarmoniche

della sua

collezione

È NATO IL PARCO ENOGASTRO NOMICO DELL’AL

PROMOZIONE IN COLLINA

N

“N

E

Diciotto piccole aziende,espressione di un territorio asproe gentile allo stesso tempo, uniteper valorizzare i prodotti tipici delterritorio, partecipando a fiere edeventi in ambito promozionalee turistico: è questo, in sostanza, ilprogetto alla base del “ParcoEnogastronomico dell’AltaLanga”, presentato ufficialmentelo scorso 21 giugno presso ilCastello di Prunetto.“Sono giovani, uomini e donne chehanno scelto di continuare a viverein piccoli paesi coltivando i prodottidella terra, lavorandoli e

LA FISARMONICA HA DUEBOTTONIERE: UNACORRISPONDENTEALLA MANOSINISTRA,L'ACCOMPAGNAMENTOCHE FA SUONARE I BASSI E GLIACCORDI MAGGIORI,MINORI, DI SETTIMA E DI TRIADEDIMINUITA, L'ALTRACORRISPONDENTEALLA MANO DESTRAÈ DEFINITA"BOTTONIERACANTABILE".da Wikipedia

Valerio Berruti all’opera

Mondo “Maya” n.2,

olio su tela

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eritetate

Zunino, dal 1996 Presidentedella sezione albese dell’Avis,riassume il senso di una sceltache permette in manierasemplice e concreta di aiutare la collettività. Il sodalizio dellacapitale delle Langhe compiequest’anno sessant’anni di attività, rivolgendo ai piùgiovani l’invito a farsi avanti: “Èsufficiente avere almeno 18 annie presentarsi in una sede Avis o presso l’autoemoteca nei paesidella zona: un medico verificheràlo stato di salute del potenzialedonatore e se non ci sono contro-indicazioni lo ammetterà alla

prima donazione - spiega Zunino - Si tratta di un gestogratuito che in nessun modo è vincolante, ma che offre incambio un controllo scrupoloso e regolare della propria salute”.Dopo ogni prelievo, la strutturasanitaria incaricata invia infattial domicilio del donatore le analisi del sangue complete,con l’indicazione dellafrequenza con cui sarà possibile,nei mesi successivi, continuarea donare. Gli avisini albesifesteggiano un compleannoimportante con numeri chetestimoniano l’impegno deipropri associati: dalle 21donazioni annuali realizzate nel1950, si è passati oltre quota4.600 nel 2008, con l’obiettivo di sfondare il muro delle 5.000donazioni al più presto. “Queste cifre dimostrano comel’unione faccia la forza: la quantitàdi prelievi raccolti dalla sezione di Alba e dai suoi 18 gruppi, cherappresentano 25 paesi, permettedi fornire ai donatori preziosiservizi aggiuntivi gratuiti, comel’elettrocardiogramma e il controllo dell’enzima PSA per la prevenzione del tumore allaprostata”, conclude il Presidente.

onare il sangue è il piùgrande gesto di

solidarietà perché è anonimo, la generosità del donatore è davvero gratuita”, così Flavio

IMPERIA

A scuola di nodi marinari

CHIERI

L’arte degli scarti

L’Avis compie 60 annie chiama i giovani

anno scorso, fra le loroprede, uno squalo di 4

metri e mezzo preso al largo

di Sanremo. Un’altra nota di colore relativa al lorolavoro, che è quello dipescatori professionisti, risaleal 1990, quando costruironouna spadara (una rete usataper la pesca al pesce spada, il cui utilizzo è stato vietatosolo a partire dal 2002) lunga19 metri e larga più di 5: altermine dei lavori si accorseroche non passava per le vie dalcantiere al porto, e dovetteronoleggiare 2 maxi gru perfarle scavalcare la strada finoal varo. Sono i due fratelliBruno e Demetrio Cara,pescatori da una vita.“Avevo nove anni quando,tornando da scuola col

grembiulino, mio padre miaspettava per uscire in mare.Quando il tempo non ci permetteva di prendere il largo ed eravamo costretti a restare al porto, mi piacevaascoltare le storie dei vecchiche navigavano a vela, e farmi insegnare i nodimarinai: è un qualcosa che non si impara sui libri”. È per questo motivo, e perché certe tradizioni non vadano perse, chequando non è a bordo delloro peschereccio, al largo di Imperia, Demetrio Carainsegna, per hobby e conpassione, i nodi marinai agliallievi dell’IPSIA di Imperia.

ata più di trent’anni facome gruppo

spontaneo per volontà dialcuni genitori e volontari,l’associazione Vivere (attiva nel territorio dei 25 comuni del

Chierese) promuove iniziativesocio-assistenziali e culturalivolte a favorire l’integrazionedei disabili e delle loro famiglienel territorio. Dal gennaio del 2007 l’associazione, graziealla collaborazione con BrunoCiasca, Socio di Chieri, ha datoil via ad un laboratorio di FiberArt aperto ai ragazzi disabili(intitolato nel 2008 a “JudithScott”, famosa artista downamericana): partendo damateriale di scarto reperitopresso le aziende tessili localisono stati portati a termineoltre un centinaio di lavori,impartendo allo stesso tempole nozioni base della tessitura,arrivando col tempo anche a dare sfogo alle capacità“tintorie” degli allievi.“L’idea - spiega Bruno Ciasca - è quella di proporre il recupero di quanto c’è di abbandonato, a partire dal materialeutilizzato, arrivando però a recuperare anche le persone,valorizzandone le capacità”.

Demetrio Cara,

pescatore

di Imperia

proponendoli alpubblico - affermaFabio Fresia,Presidente dellaneonata associazione -Vogliono comunicareal mondo l’unicità dei loro paesaggiattraverso i propri gioielli: la nocciolaTonda Gentile, i formaggi, i salumi, ilmiele, i vini, le grappe, l’ospitalità”.L’associazione partecipa alla Fieradel Tartufo di Alba: fino a finenovembre, il Caffè Calissano ospitain piazza del Duomo dodici serate atema, con esposizione di prodottidel territorio, degustazioni, cenepreparate dagli chef dell’Alta Langae aperitivi innaffiati dalle bollicinedel Consorzio di Tutela Alta Langa.

RCO ENOGASTRO NOMICO DELL’ALTA LANGA

ZIONE NA

L’ N

“D

ALBA

Alcuni ragazzi

albesi fieri della

loro donazione

Il castello

di Prunetto,

in Val

Bormida

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L A B A N C A E I G I O VA N I

Assemblea dei Soci lo scorso24 maggio ha deliberato dioffrire a tutti i giovani dai 18 ai23 anni la possibilità didiventare Soci con soli 2,58euro: questa decisione

conferma una sensibilità condivisaall’interno della famiglia associativa, cheintende rivolgersi con attenzione allenuove generazioni. I neodiciottenni, perl’anagrafe appena entrati nell’età adulta,rappresentano infatti per il territoriouna preziosa risorsa di innovazione, chemerita di essere valorizzata e coltivata.Da questa consapevolezza nasce laproposta di agevolare i ragazzi adentrare nella comunità di Banca d’Alba,da sempre attenta alla crescita della suacompagine sociale e alle necessità ditutte le categorie di Soci. Dallo scorso maggio è quindi possibile,per i maggiorenni fino al 23° anno,accedere a tutti i vantaggi della vitaassociativa pagando solo il valorenominale dell’azione, senza ilsovrapprezzo previsto per garantirel’equità dei nuovi ingressi nei confrontidegli investitori precedenti. Va detto chela deliberazione riguarda una fasciad’età generalmente senza reddito fisso ocon ridotta capacità finanziaria, ragazzi

che hanno ora la possibilità concreta didiventare protagonisti impegnandosi inprima persona nella vita della Banca. Idati sulle adesioni stanno premiandol’impegno di Banca d’Alba: dal 26maggio ad oggi, dei 2.240 nuovi Sociammessi, ben 1.329 hanno meno di 24anni (oltre il 59%) a dimostrazione dicome la scelta votata dall’Assembleaabbia intercettato e stimolato unarisposta rapida e molto ricettiva.Il brillante risultato di questa iniziativa sicolloca peraltro in una dinamica incontinuo sviluppo, che vede il numerodei Soci crescere in valore assoluto ma

L’

La Banca dei giovaniNUMERO SOCI

SOCI CON ETÀ FINO AI 30 ANNI

25.356

31/12/08

29.282

10/09/09

23.846

2.724

4.123

2.743

2.240

31/12/07 31/12/08 10/09/0931/12/07

+16%

+51%

INGRESSI DA GIUGNO 2009

ADESIONI RECORD ALLA NUOVA

INIZIATIVA E UNA TAVOLA

ROTONDA PER CONOSCERSI

MEGLIO

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letteralmente esplodere nellacomponente giovanile. Se guardiamo idati pubblicati a fondo pagina, infatti,possiamo notare che se il numerototale dei Soci è passato dai 23.846 deldicembre 2007 ai 29.282 (+ 5.436) delsettembre di quest’anno, i giovani sottoi trent’anni nello stesso periodo sonopassati da 2.743 a 4.123 (+51%) ed iltrend sembra continuare.L’iniziativa approvata dall’Assemblea siaggiunge al mosaico di proposte concui Banca d’Alba si rivolge ai giovani, daun lato mettendo in campo particolarivantaggi a loro riservati, dall’altrooffrendo strumenti studiati su misuraper le loro esigenze (vedi box a lato). L’obiettivo è quello di essere a fianco deigiovani per accompagnarliconcretamente nelle tappe della lorovita, supportandone le potenzialità eaiutandoli a sviluppare le individualiabilità. In quest’ottica, i numerifavorevoli sono un risultato di cui Bancad’Alba è orgogliosa, al qualecorrisponde però anche una granderesponsabilità: quella di rispondere alleesigenze di questi ragazzi e ragazze, alladomanda di attenzione che pongono, edi ripagare la loro fiducia. Il primo passo per approfondire questodialogo è stato l’organizzazione di unatavola rotonda, condotta dal sociologoEnrico Finzi, a cui sono stati invitatiundici giovani del territorio, che si sonodimostrati interlocutori con le ideechiare e in grado di confrontarsi a visoaperto con la Banca oltre che tra loro.Le pagine seguenti sono il frutto diquesto incontro, dal quale sono emersidiversi spunti di interesse e qualchepiacevole sorpresa.

Le offerte commerciali rivolte aigiovani cominciano ben prima dellamaggiore età con:

“Conto Alba Giovanissimi”, unlibretto di risparmio per “piccoli”clienti fino a 13 anni gestito dailoro genitori;

“Conto Alba Giovani”, un veroconto corrente con bancomat,carta prepagata ed internetbanking, completamente gratuitoper i ragazzi dai 14 ai 17 anni.

E per sostenere le esigenze dei figli ancora minorenni,i Soci possono anche usufruire dei vantaggi offerti da:

“Prestito Zero”, unfinanziamento a tasso zero per lespese scolastiche e formative(acquisto di libri, computere materiale didattico,patente automobilistica);

“Prestito Giovani”,concesso al tasso Euriborsenza maggiorazione persostenere le spesemediche e dentistiche oper l’acquisto delciclomotore.

Raggiunta la maggiore etàl’offerta commerciale siarricchisce di una vastagamma di prodotti:

“Conto Alba”, un contocorrente ad operatività on-line ricco di serviziinnovativi, completamentegratuito, con un numeroillimitato di operazioni,comprensivo di cartabancomat;

“Prestito Ok”, una linea difinanziamenti adatti asostenere tutte le tappefondamentali nel

La mappa delle offerte per ragazzi tra i 18 ed i 30 anni (e non solo…)

cammino dei giovani Soci:iscrizione e frequenza a corsiuniversitari, partecipazione a stageformativi, spese per l’acquistodella prima autovettura, spesematrimoniali (in questo caso pergiovani fino a 40 anni),investimento per avviare l’attivitàimprenditoriale. I finanziamenti,fino a 25.000 euro rimborsabili in48 rate mensili, sonoparticolarmente convenienti: il tasso applicato è pari all’Euribor,senza maggiorazione;

“Mutuo Casa Giovani Soci”, unfinanziamento per l’acquisto, lacostruzione o la ristrutturazionedell’abitazione, esente da spese diperizia e di istruttoria, con tassovariabile indicizzato all’Euribormaggiorato di uno spread dello0,75% per tutta la durata del mutuo.

613

1.800

604

SOCI CON ETÀ FINO AI 23 ANNI

31/12/08 10/09/0931/12/07

59%Ingressi giovanifino a 23 anni

+198%41%Ingressi altri Soci

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Alcuni giovani che hanno partecipato all’Assemblea di Banca d’Alba

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L A B A N C A E I G I O VA N I

CHE RAPPORTO ABBIAMO CON LE BANCHE?La prima parte della discussione si èsviluppata sui rapporti esistenti con lebanche, e praticamente tutti ipartecipanti hanno dimostrato unacerta conoscenza del settore ed ideeabbastanza chiare. Quasi tutti,indipendentemente dall’età, sono giàentrati in relazione con diversi istitutidi credito ed hanno dimostratoproprietà di linguaggio e una certadisinvoltura. A rompere il ghiaccio èstata Monica Valletti: “Ho due conticorrenti in due banche distinte. Solo suuno, però, ho bancomat e carta dicredito. L’altro, invece, lo utilizzo come‘salvadanaio’”. Marco Mana: “Sonocliente di tre diversi istituti e operomolto con l’internet banking, anche invirtù della mia attività di imprenditore”.Ilaria Greci: “Ho aperto il mio primoconto in banca all’epoca degli studiuniversitari e continuo con quello”.Federica Chiarle: “Ho usufruito delprogetto ‘I giovani contano’ quandoavevo appena 14 anni,

iovani di diversaprovenienza, formazione eprofessione, un campionedella popolazione di etàcompresa fra i 18 ed i 29anni residente nell’albese

sia clienti di Banca d’Alba che di altriistituti di credito: sono loro i protagonistidel focus group organizzato da Bancad’Alba per incontrare le nuove genera-zioni ed intensificare il dialogo con loro. Lo scorso 24 giugno undici giovani sonostati invitati presso la sede centrale diAlba per affrontare il tema “Le Banche traaspettative e realtà”, declinato in tutte lesue forme, sotto la guida esperta delsociologo Enrico Finzi. Una tavolarotonda, insomma, in cui scambiarsiopinioni e raccontare le proprieesperienze relative all’universo degliistituti di credito. Un tema forse nonfacile, e probabilmente lontano dainormali interessi dei giovaniprotagonisti, ma certamente concreto evitale, che ha provocato una discussioneserrata da cui sono emerse conferme maanche interessanti e inaspettate novità.

appoggiandomi a Banca d’Alba che erala banca di famiglia”. Tra i presenti, Andrea Boscarino èl’unico a definirsi ancora “profano” in materia. Le banche, dunque, nonrisultano sconosciute, e non mancanole prime critiche: “Con la mia famigliaabbiamo cercato di capire qualiinvestimenti potessero essere piùfunzionali - ha affermato StefanoMontaldo - ma forse perché si trattavadi una grande banca, il servizio che ci è

stato reso è stato pessimo,

tanto che alcuni mesi dopo un altrodipendente ci ha detto con franchezza:‘Ma chi è il pazzo che vi ha consigliatoquesti investimenti?’, sollecitandoci acambiare”.

LA PAROLA AIPROTAGONISTIUNDICI RAGAZZI DIALOGANO CON IL SOCIOLOGO ENRICO FINZI: TRA SOGNI, TIMORI E

GMARCO MANA: «LA QUALITÀ DEIRAPPORTI PERSONALI È UN ELEMENTO

FONDAMENTALE: HO BISOGNO CHE IL MIOINTERLOCUTORE MI CONOSCA, SAPPIA CAPIRECON VELOCITÀ LE MIE ESIGENZE E SAPPIA VENIRMIINCONTRO CON UNA CERTA ELASTICITÀ».

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Tema delicato quello della fiducia, piùfacile da accordare là dove si conoscadirettamente l’interlocutore. ContinuaRoberto Mollo: “Un elementofondamentale nella scelta della banca èil rapporto diretto con chi lavoraall’interno dell’istituto di credito, perchéè difficile instaurare un clima di fiduciacon un’impresa come la banca se non cisono rapporti e conoscenza personale”.Paolo Mollo: “L’unico modo per averefiducia nella banca è quello di averne

una conoscenza diretta: occorronocompetenza e preparazione delpersonale, che dovrebbe esseredisponibile a dedicare tutto il temponecessario ai clienti”.Il tema della conoscenza diretta e delrapporto personale ha caratterizzatotutta la prima parte della discussione,risultando il punto focale degliinterventi dei presenti. GiovannaStella: “La conoscenza diretta puòessere valida nel momento in cui si deve

A SOGNI, TIMORI E RIFLESSIONI, IL RITRATTO DI UNA GENERAZIONE TUTT’ALTRO CHE INGENUA

scegliere una banca, ma senza cortesia,etica professionale e competenza, lafiducia può anche essere revocata”.Federica Rosa: “Il modo migliore persuperare il clima di sfiducia è il contattoumano, quel clima familiare e quelcalore che solo una banca radicata nelterritorio può offrire”. “Con la bancadovrebbe esserci un rapporto moltodiretto - ha affermato Giuliano Iuorio -.Io l’ho trovato in Banca d’Alba a Treiso,dove esiste ‘calore umano’ e si è

LAUREATO INGIURISPRUDENZA,DOTTORANDO PRESSO L’UNIVERSITÀ DIMILANO BICOCCA

ANNI25

Stefano Montaldo

LAUREATA IN ECONOMIA, LAVORA PER UNA SOCIETÀ DI REVISIONE

ANNI27

Ilaria Greci

STUDENTESSAISCRITTA AL POLITECNICO DI TORINO

ANNI19

Federica Rosa

STUDENTESSALICEALE, CAPITANO DELLASQUADRA DI PALLAVOLOALBAVOLLEY

ANNI18

Federica Chiarle

STUDENTE ISCRITTO AGIURISPRUDENZAPRESSO L’UNIVERSITÀ DI TORINO

ANNI21

Andrea Boscarino

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L A B A N C A E I G I O VA N I

rapporti con la propria banca non vuoldire fidarsi ciecamente di ciò che dicechi sta al di là della scrivania, è benecoltivare un certo spirito critico. Ho bisogno che il mio interlocutore miconosca, sappia capire con velocità lemie esigenze e sappia venirmi incontrocon una certa elasticità”.

COSA CI ASPETTIAMO DALLE BANCHE?Ma in concreto cosa ci si aspetta dallebanche? Anche di fronte a questadomanda i giovani presenti hannorisposto in modo chiaro, dimostrandogrande serietà. Niente facile accessoal credito per viaggi e spesevoluttarie, ma richieste di aiuto allebanche per esigenze e bisogni moltopiù concreti e tangibili: qui i ragazzihanno rivelato i loro desideri in unasorta di lettera aperta alla propriabanca. Andrea Boscarino e Ilaria Grecihanno proposto prestiti d’onore pergli studenti, mentre Paolo Mollo eMarco Mana hanno rilanciatoparlando anche di giovaniimprenditori e Giuliano Iuorio hachiesto agevolazioni sui mutui perl’acquisto della prima casa. Moltihanno aggiunto anche unfinanziamento per la primaautomobile, mentre Monica Valletti eIlaria Greci hanno parlato di aiuti perle neomamme e ancora Iuorio si èchiesto se non si possano studiarefinanziamenti per consentire diassistere degnamente i genitorianziani o malati. In cima all’elenco delle priorità tre aree:la formazione (studentesca comeprofessionale), l’aiuto nei momenti dinecessità dovuti a picchi di spesa o cali

instaurato un rapporto di amicizia conchi lavora all’interno dell’istituto. Mihanno dato buoni consigli e dedicatoanche più tempo di quanto sarebbestato strettamente necessario”.“Dalla mia banca mi aspetto chiarezzaed un’ampia disponibilità - ha fatto ecoMonica Valletti - inizialmente miappoggiavo all’istituto di credito dei mieigenitori: avevo chiesto delucidazioni pereventuali investimenti, e mi sono trovatadavanti a persone che mi parlavanocome se io fossi un’addetta ai lavori…Alcuni, addirittura, si sonosemplicemente limitati a stampare lecondizioni dei vari depositi titoli,consegnandomele in mano perché io leleggessi. Per me era arabo… Nelmomento in cui mi rivolgo a una bancavoglio avere davanti una personadisponibile, che mi presenti un ventagliocompleto delle possibilità.

È anche per questo che mi sono rivolta adun altro istituto di credito,abbandonando quello dei miei genitori”.Trova conferma, quindi, la teoriasostenuta da alcune ricerche dimercato che individuano una certadiffidenza delle persone verso lebanche in generale, alla quale -secondo Stefano Montaldo -contribuisce la scarsa trasparenza dialcuni istituti di credito. Conclude Marco Mana: “Cordialità nei

OPERAIO, LAVORAPRESSO UNA DITTA DI CABLAGGI ELETTRICI

ANNI26

Roberto Mollo

STUDENTESSA, FREQUENTA IL LICEOCLASSICO

ANNI18

Giovanna Stella

LAUREATO IN INGEGNERIA, È TITOLARE DI UNA DITTA CHE SI OCCUPA DI STAMPA E COMUNICAZIONE

ANNI28

Marco Mana

IMPRENDITORE AGRICOLO, SI OCCUPA DELLA CANTINA DI FAMIGLIA ATREZZO TINELLA

ANNI27

Giuliano Iuorio

IMPRENDITORE, È ATTIVO NEL CAMPO DELL’ORGANIZZA-ZIONE DI EVENTI

ANNI28

Paolo Mollo

ILARIA GRECI: «VORREI CHE LA BANCA FOSSE UN PUNTO

DI RIFERIMENTO, CAPACE DI OFFRIRESOLUZIONI ADEGUATE AI PASSAGGIFONDAMENTALI DELLA MIA VITA».

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Ho condotto il gruppo di discussioneche ha coinvolto numerosi giovanie del quale si parla qui a fianco. Si ètrattato di un pomeriggio assaiinteressante, anzitutto per laqualità dei partecipanti, davvero“belle persone” per intensità delvivere, spirito critico, etica e (perchéno?) simpatia. Al termine mi èvenuto da pensare: beate le zone incui opera la Banca d’Alba, perché“producono” ragazze e ragazzitanto bravi e per bene; e guai acoloro che, in Piemonte e altrove,continuano a proporre stupidigiudizi sulla gioventù odierna, laquale sarebbe - a loro dire - unasentina di vizi e di superficialità. No, quel giorno ad Alba è emerso il profilo di nuove leve a un tempomature, con le idee chiare, conprecisi progetti di vita, connumerose e sensatissime richiesterivolte ai fornitori di servizi. Tra essic’è, con un ruolo non secondario, labanca, giustamente richiesta diessere onesta e trasparente,

comprensibile e accessibile, “vicina”sia territorialmente sia nello stile direlazione con i suoi clienti. Questiultimi, anche se “di primo pelo”,condividono con tanti italiani unvelo di sospetto nei confronti degliistituti di credito, ma sono anchepronti a superarlo qualora trovinopersonale competente e cortese,attenzione dedicata, propostedavvero utili. Certo, nessuno diquesti ragazzi intende dare unadelega totale e cieca, essendo anzi orientati ad esercitare un controllo continuo sullaveridicità e sull’effettivarealizzazione delle promesse. Ma non è detto affatto che larelazione risparmiatore/bancadebba essere per forzaproblematica o negativa;i partecipanti al focus group hannoindicato un gran numero di attivitàutilmente indirizzabili alle giovanigenerazioni. Dunque, è possibileun’apertura di credito: non soloquella che le banche danno ai

cittadini che chiedono prestiti, maanche quella - non menoimportante - che i clienti possonodare all’istituzione finanziaria.Questo reciproco darsi creditorichiede serietà: nessuno degliintervistati ha consigliato diattivare iniziative volte a favorire glisvaghi, i divertimenti, la bella vitadei giovani clienti; all’opposto, lebanche sono state sollecitate aessere consulenti sincere esostenitrici professionali degli sforzi(di studio, di lavoro, di costituzionedi un nuovo nucleo familiare, di allevamento della prole, ecc.) chegià riguardano o riguarderannopresto in futuro coloro che siavviano nell’età adulta. Per compiere questo cammino,oggi più difficile che in passato,servono i fratelli e le sorellemaggiori: più ricchi di esperienza econtemporaneamente capaci dicapire le esigenze dei fratelli minori,di dar loro una mano, di rispettarliper esserne rispettati e amati.

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di reddito e la concessione di finanziamenti per l’inizio del lavoro a soggetti, quali sono i giovani, con poca disponibilità finanziaria edunque meno “attraenti” per le banche.Infine, la richiesta che il linguaggio delle banche sia semplice, chiaro, e le decisioni siano oggettive e non legatea situazioni di privilegio personale.

Giovani quinditutt’altro chesuperficiali e chedimostranoattenzioneanche all’offertadi servizi nonfinanziari: “Unelemento degnodi nota per me è la possibilità che dà Bancad’Alba di usufruiredel servizio di fisioterapia:

si tratta di un’agevolazione nonindifferente, che permette risparmiconsistenti e può aiutare molte famigliecon persone anziane o che necessitano diparticolari cure”, afferma Roberto Mollo.Inaspettato invece l’interesse piùdiscreto per il ruolo giocato dainternet: il web viene utilizzato per l’e-banking e per avere accesso alleinformazioni e alle condizioni offertedalle banche, senza troppa attenzionealla pubblicità e al marketing creativo.In questo caso le richeste sonosoprattutto di tipo funzionale, allebanche si chiede l’accesso a sitisemplici, chiari, completi, in cui si possa operare in modo efficientesenza inutili complicazioni.

I NOSTRI GIOVANI SONO PRONTILe nuove leve, quindi, sono pronte afare la loro parte: un diffuso senso diresponsabilità è emerso durante ladiscussione all’interno del focus group.

Riportando in un’unica voce il pensiero di tutti gli undiciintervenuti, si individua la necessità di “attrezzarsi”, confrontando le diversealternative e arrivando preparatiall’incontro con la banca, con la consapevolezza che si tratta di unincontro non solo obbligato, ma anchecapace di generare risultati importantie talvolta decisivi per il proprio futuro. Al termine di un pomeriggio intenso,che ha visto un confronto acceso epropositivo, sul tavolo rimangonomolte idee e qualche certezza. Su tutte quella che i nostri ragazzi sonotutt’altro che impreparati, e anzi sipresentano alla comunità comeinterlocutori credibili e capaci di affrontare le insidie della vita adulta.Volendo riassumere in uno sloganquanto emerso dall’incontro, i giovani chiedono alle bancheun’apertura di credito in terminimonetari, ma ancor più di fiducia.

Laureato in Filosofia,

esperto di marketing,

professore universitario,

consulente, giornalista

Enrico Finzi, da oltre

25 anni, si occupa

di scenari predittivi

e indagini di mercato.

È presidente

di Astra Ricerche,

società che opera

nel campo della

consulenza strategica

e delle ricerche sociali

CHI È

Una reciproca apertura di credito

IMPIEGATACOME SEGRETARIA DI DIREZIONE

ANNI29

Monica Valletti

di Enrico Finzi

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L’A L B U M D E L L’A S S E M B L E A 2 0 0 9

Domenica 24 maggio più di 11.000 Soci si sono ritrovati in piazza Cagnasso ad Alba: l’Assembleaha approvato il bilancio e ha presoimportanti decisioniper la vita sociale.Oltre alle votazioni,non sono mancatimomenti istituzionaliche hanno vistopremiata la presenzadei Soci più giovani.Una complessamacchinaorganizzativa che ha funzionato grazieanche all’impegno e alla disponibilità dei dipendenti e dei Soci intervenuti

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L’A L B U M D E L L A F E S TA

Il centro storico dellacittà di Alba si è animato di suoni e sapori al terminedell’Assemblea. I punti ristoro allestitinelle piazze e le esibizioni di diversigruppi per tutti i gusti musicali hannoalimentato fino a serail clima di festa. Tra un passo di danzae uno spuntino, i Soci hannoincontrato la cittàin un abbraccioallegro e spensierato,dove i suoni rockdelle giovani band si sono fusi con le note dei canti della tradizione

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P R E M I F E D E LTÀ

e Banca d’Alba è il primoistituto di credito cooperativoin Italia, relativamente al numero di Soci, è indubbia-mente grazie al buonfunzionamento del patto di

mutualità e reciproco scambio che, dianno in anno, rinsalda il rapporto tra laBanca stessa e i Soci, ad oggi arrivati allapiù che considerevole quota di 29.282. Anche quest’anno, quindi, Bancad’Alba ha voluto ringraziare tuttequelle persone che, da oltre 30 anni, nesostengono lo sviluppo, partecipandoin prima persona alla crescitadell’istituto di credito.Alla “Festa del Socio Benemerito”,celebrata domenica 5 luglio presso ilristorante “La Cascata” di Verduno, cuisono state invitate anche 71 personeche appartengono alla compaginesociale da oltre 40 anni, sono stati

premiati i 128 Soci che hannoraggiunto anniversari importanti nel rapporto con Banca d’Alba: 96 persone hanno celebrato il traguardo dei 30 anni, mentre 23hanno toccato quota 35 anni, 7 hannofesteggiato i 40 anni, uno ha celebratole “nozze d’oro”, in virtù dei 50 anni difedele rapporto con la Banca.Un discorso a parte merita, infine, ilcavalier Lorenzo Battaglio, classe 1925,di Vezza d’Alba, arrivato addirittura alle“nozze di diamante” con Banca d’Alba.Oggi in pensione, è stato agricoltore edipendente Ferrero, ma anchepartigiano, attore teatrale e donatoredi sangue, ricevendo per questo la Croce d’Oro dall’Avis.“Era il 1949 quando morì mio padre. Io ero ilfiglio più grande e il Presidente di allora,Giuseppe Gaia, che era un amico difamiglia, venne a casa nostra dicendo che

Banca d’Alba ringrazia i Soci che da più di 30 anni

hanno scelto la differenza

Premi fedeltà:

S era necessario firmare alcune carte… fu così che divenni Socio di Banca d’Alba.All’epoca l’istituto di credito si chiamavaancora Cassa Rurale ed Artigiana di Vezzad’Alba: assieme alla Cooperativa di Consumo e alla Cantina sociale, vennecreata per l’impulso dato da MonsignorVigolungo… Ricordo le prime assemblee:meno di venti persone, nelle aule del catechismo, presso l’oratorio. Poi,aumentando di numero, passammo ad occupare il teatro parrocchiale e ancora,successivamente, addirittura la chiesastessa!”. È passato oltre mezzo secolo, e i numeri sono cambiati… ma non la qualità in Banca. “Oggi trovo la stessadisponibilità di un tempo. Ricordo ancoraun episodio di moltissimi anni fa… Ero in banca quando arrivò una donna,disperata, che aveva nascosto i suoirisparmi in una borsa di plastica (primad’allora, non avevo mai visto una borsa di

Un momento

dell’incontro con

i Soci Benemeriti

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Giancarlo ProglioGiovanni RabinoUgo RevelloFrancesco RinaldiFrancesco RinaldiTeresio RinaldiPiero RittàFranco RossoLuigino SaorinRomano ScagliolaBruno ScoffoneGiuseppina ScoffoneRenato ServettiGiuseppe SettimoGiuseppina SettinGiuseppe SismondaClaudio SpigolonGiovanni Carlo StellaBernardino TarascoVincenzo TroiaMaurizio VairaGiuseppe VeglioMaurizio VolaFranco ZavattaroLuigi Zuccaro

Angelo BongioanniRiccardo BoninoPierfranco BorioFrancesco CrestaSecondo DelsantoCaterina FerrioGiuseppe Guida

Carlo MaglianoSergio MerloGiuseppe OddeninoMario OlmoInes ParoldoBattista PelassaGiuseppe PerinElio Giuseppe PezzutoCarlo PorelloFiorenzo PorelloRiccardo PorelloAldo RittàFranco RossanoItalo RuatasioGiovanni ToppinoAldo Zabaldano

Giuseppe BosticardoFilippo MarsagliaMassimo OdderoSergio PelisseriMaggiorino RaballoEgidio RistaLuigi Sandri

Battista Careglio

Lorenzo Battaglio

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30anniplastica!) riposta poi nella cantina di casa. I topi avevano rosicchiato le banconote,seriamente danneggiate: il cassiereimpiegò circa 20 giorni a decifrare i numeri di serie delle banconote, pur di salvare i risparmi di quella donna!”.Agostino Destefanis, di Valle Talloria,Socio da 30 anni, esprime al megliolo spirito che accomuna questepersone: “Quando divenni Socio, nel1979, la quota da pagare era di 5.000lire… Da allora, nel mondo che cicirconda, è cambiato praticamentetutto, ma in Banca d’Alba continuo aritrovare quell’ambiente cosìaccogliente e familiare che mi fa sentirecome se fossi a casa”. Le sue affermazioni rispecchianofedelmente la filosofia che è alla basedell’istituto di credito cooperativo:conseguire un vantaggio anziché un profitto. Questo è stato ed è l’obiettivo dei Soci, e coincideperfettamente con l’impegno che Banca d’Alba persegueattraverso la promozione dei suoiservizi bancari ed extra bancari.Dopo la celebrazione della SantaMessa nel parco del ristorante, il Presidente Felice Cerruti, il VicePresidente Tino Cornaglia e alcunimembri del Consiglio d’Ammini-strazione hanno salutato i presenti ed effettuato le premiazioni, primache la festa proseguisse con il tradizionale pranzo allietato dallapresenza di un complesso musicale.

35anni

40anni

50anni

60anni

Agostino

Destefanis,

Socio da 30 anni

e Lorenzo

Battaglio,

Socio da 60 anni,

premiati

dal Presidente

Felice Cerruti

6030

Antonia Abbate DagaDario AccigliaroEzio AimassoGiuseppe AlessandriaPier Giorgio AlessandriaVincenzo AnnucciPier Maria AscheriOlimpia BaldiMatteo BaravalleMario BarberoAnnamaria BardelliAlbino BattaglioLuigi BerrutiTeresa BertelloMario BertolussoPasquale BertolussoGiovanni BiancottiGiuseppe BiscottiGiuseppe BorgognoAngela BorioBasilio BoschiassoFanny BottalloCecilia CagnassoAristide CanaveroBruno CapraAntonio CarboniUlderico CarboniPietro CieloGraziella CognoGiovanni CorinoGiorgio CorreggiaAntonio CostaMario CostantinoGiuseppe Curti

Andrea DemarieAgostino DestefanisFrancesco Di SalvoGiuseppe DialeCarlo DonatoFrancesco Donato Gianpaolo FallettoFaustina FanfanoGiuseppe FarinettiLuigi Riccardo FerreroArtur FontanaGiancarlo FontanoneArmando FranconeMargherita GagliardiCarla GallinoGiuseppe GallizioValentino GarelloRoberto GattoGiuseppe GianolioGiuseppe GrossoRenato GuelfiSilvana LeviRosanna MaglianoCarlo Renato MarengoDario MarengoEmanuele MigliassiAlessandro Monaci Bruno NotaGiovanni ObertoPiero OggeroAnna Maria PagliarinoPier Antonio PaneroRoberto PiovanoGiovanni PorelloMaria Giovanna PorelloFrancesco PortaGiorgio Prandi

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Aldo Agnelli, “Bobi e Teresio, Langa”, 1952

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IL VALORE DI UNABANCA LOCALE SIMISURA NEL LEGAMECOL TERRITORIO, CHENE ORIENTA L’AZIONENON SOLO VERSOL’UTILE ECONOMICOMA ANCHE VERSO IL BENE COMUNE

ari Soci, nella scorsaedizione di Cento Torriconcludevo la miariflessione sul particolaremomento che stiamo

vivendo con l’assicurazione che lanostra Banca continuerà ad investiresulla solidità della relazione con i Soci,con i clienti, con i dipendenti, con ilterritorio, perché questo significamettere in pratica valori senza tempo,valori universali, che la crisi anzichéscalfire rende sempre più attuali.Ebbene, il riconoscimento da parte delle comunità locali di essere Bancaresponsabile del territorio continua a concretizzarsi nei fatti: pensate che da inizio anno ad oggi quasi4.000 persone, di cui il 45% giovanicon età fino a 30 anni, hanno decisodi aderire alla compagine sociale e quindi di partecipare e contribuirealla crescita di Banca d’Alba, oltre che garantirne il futuro.Il valore della “banca locale” e il suoruolo centrale per il superamentodella crisi economica è ormairiconosciuto a tutti i livelli. Il Governatore della Banca d’ItaliaMario Draghi, all’Assemblea annualedell’ABI, l’Associazione BancariaItaliana, lo scorso 8 luglio ha affermatoche “il radicamento territoriale del sistema bancario è prezioso”.Infatti, la relazione di prossimità tra banca e cliente è in grado diprodurre quella “informazionemorbida” che difficilmente si ricava dai dati di bilancio e dalle fontiinformative pubbliche; i metodistatistici di valutazione perdono parte della loro capacità predittiva

di responsabilità, assistere famiglie e imprese e in senso più ampiole comunità locali dei territori ove è presente, assicurando un’assistenzafinanziaria qualitativamente e quantitativamente adeguata. In una realtà globalizzata, priva di barriere di conoscenza, il termine“territorio” assume una valenza menofisica e più valoriale, nel senso di condivisione di principi chevengono coerentemente messi in pratica tramite l’esercizio di attivitàeconomiche e le relazioni sociali.Crescere, quindi, nel radicamentolocale attraverso una presenzaproattiva e responsabile nel territorio:questo è l’obiettivo della Banca chediscende dal proprio DNA di bancalocale, DNA che è fatto di laboriositàdelle persone, passione per il fare,capacità di produrre e attrarrericchezza, forza delle radici e del sensodi appartenenza, amicizia.Banca d’Alba vuole quindirappresentare localmente la mutualitàbancaria come modelloimprenditoriale valido, utile ecompetitivo in un contesto economicoglobale in crisi che, per risalire, habisogno di responsabilità, intesa comecoinvolgimento delle forze più vive delterritorio, e sostenibilità delle azioni,come capacità di lavorare a progetti di ampio respiro oltre il breve termine.Un modello di banca locale, dunque, in cui contano i bilanci delle aziende,ma al centro delle aziende ci sono le persone. In cui conta la ragione, ma che è al servizio del bene comune. Una banca insomma fatta di persone e al servizio di persone.

in momenti eccezionali. Grazie allaconoscenza diretta possono diventarefinanziabili progetti e aziende che altrimenti non lo sarebbero. Vitale è dunque il legame con il territorio, che orienta l’azione dellaBanca locale verso un interesse non soloindividuale ma anche generale, nonsolo verso l’utile economico ma ancheverso il bene comune, il valore sociale.La nostra Banca è chiamata arispondere adeguatamente alle istanzedel territorio, potendo contare su assetti consolidati dalla costantecrescita dell’ultimo decennio; devequindi, con spirito di servizio e senso

C

La forza delle radici

di Felice CerrutiPresidente di Banca d’Alba

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E C O N O M I A D E L T E R R I T O R I O

L’unione fa la forza

VIAGGIO NEL MONDO DELLACOOPERAZIONE VITIVINICOLA

IN PIEMONTE E LIGURIA:CINQUE STORIE

DI SOLIDARIETÀ TRA I FILARI

l primo numero di Cento Torri haaperto una finestra sulle eccellenzeeconomiche del nostro paeseattraverso la lettura di una recentericerca del Censis. Con questaseconda uscita approfondiamo il

tema analizzando il modellocooperativo nel settore vinicolo: vocidiverse tracceranno, tra memoriastorica e analisi delle prospettivefuture, un panorama per certi versiinedito di Langhe, Roero, Monferrato eLiguria. Racconteremo, attraverso leparole dei protagonisti, cinque realtàrappresentative del territorio di Bancad’Alba: la Cantina del Nebbiolo di

Vezza d’Alba, nel cuore del Roero; la Cantina Tre Secoli di Ricaldone, lacui storia risale all’Ottocento; laCantina Vignaioli Pertinace di Treiso,vanto del Barbaresco; la Cantina Terredel Barolo, che proprio quest’annofesteggia la cinquantesimavendemmia e la Viticoltori Ingauninella zona di Albenga. A introdurre l’argomento, l’analisi diMassimo Gallesio, Direttore Generaledi Confcooperative Cuneo, che in unintenso ritratto ricorda l’impulso datodal mondo cooperativo allo sviluppo e al successo del settore vinicolo negliultimi 50 anni.

I

Il territorio diLanghe, Roero eMonferrato è senzadubbiocaratterizzato per lesue eccellenze eno-gastronomiche e traqueste il vino in

particolare. Il vino nasce certamentedall’uva, ma non solo. È debitore infatti anche dell’ambientein cui l’uva è coltivata; ambientecostituito dal terreno, dal sole, dalclima, dall’altitudine, dalla potatura edalle buone pratiche agricole e poisoprattutto dalle tradizioni e dagliuomini. Lo sviluppo di questa colturae di questa cultura che hanno reso

celebri questi territori è statoincoraggiato e alimentato dalle cantinecooperative (in Piemonte sono 60,conpiù di 9.000 soci e 350 dipendenti),alcune delle quali operano coneccellenti risultati da oltre mezzo secolo.Voglio ricordare la Cantina cooperativadi Santo Stefano Belbo, nata nel 1956, laCantina “Produttori di Govone” del1957, le Cantine “Terre del Barolo” e“Produttori del Barbaresco” del 1958, leCantine di Clavesana e di Vezza d’Albadel 1959, la Cantina di Cossano Belbodel 1961. Insieme alle vigne, allecapezzagne, ai ciabot, alla fuga dellecolline nell’alba e nel tramonto cherimangono nella memoria visiva diquanti visitano questo territorio, penso

sia bello ricordare anche lo spettacolocaratteristico del conferimento delle uveda parte dei soci delle cantinecooperative nel periodo dellavendemmia. Questa lunga teoria ditrattori che rimorchiano carritraboccanti di uve, che vengono affidatealla loro cantina perché vengano almeglio vinificate e vendute a giustocoronamento del lavoro svolto. Questanon è solo una immagine romantica maè il segno di una produzione e di unaeconomia che all’eccellenza del prodottoaffiancano mutualità e solidarietà.

MASSIMO GALLESIODirettore Generale Confcooperative Cuneo

Cantine cooperative, risorsa del territorio

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La Cantina delNebbiolo dal 1959rappresenta lacooperazionevinicola a Vezzad’Alba, sebbene lesue originirisalgano all’iniziodel ventesimosecolo, quando nel1901 venne fondatala Cantina Sociale

Parrocchiale di Vezza d’Alba, nata perottenere dalle uve Favorita il vino dolceutilizzato per la Messa.“La cantina parrocchiale era nata sotto laspinta dell’enciclica ‘Rerum novarum’ di LeoneXIII del 1891”, ricorda il Presidente BattistaMarchisio, al timone della Cantina da più divent’anni, oggi coadiuvato dall’enologoPiero Giachino. In pochi anni infatti sorseroquasi contemporaneamente a Vezza laCantina, la Cassa Rurale e la Cooperativa diconsumo: la cooperazione nacque nellanostra zona sotto il segno della disperazione,per rispondere con la solidarietà ai disagi ealle necessità. C’erano aziende piccolissime,

che non potevano vendere l’uva senzasubire il mercato: la debolezza ha spintoverso il principio di mutualità.

Quali sono le regole principali per diventare soci?

“Lo statuto prevede l’obbligo diconferimento totale non solo per il socio,ma anche per i suoi familiari. Ritiriamosempre tutta la produzione purché rientrinei limiti di legge, rispondendo allanecessità dei soci di collocare il prodottoprima che deperisca. Abbiamo comunquestudiato forme di difesa a salvaguardia dellavoro compiuto: chi entra contribuisce conuna piccola quota al capitale sociale e unlieve sovrapprezzo, in riconoscimento deglisforzi realizzati da chi ha creduto dall’inizionella cooperativa. Ai soci forniamo inoltrel’assistenza tecnica in vigneto con unagronomo, oltre a una costanteconsulenza amministrativa. La compaginesociale nel tempo si è ampliata. I 19 sociiniziali sono cresciuti fino a raggiungere gliattuali 186, con 240 ettari di vigneto in 23comuni tra Langhe e Roero, anche sequest’ultima resta la nostra zona diriferimento. Alla nostra compagineappartengono anche alcune cooperative, dicui siamo a nostra volta soci: questareciprocità ci aiuta a raggiungere lo scopomutualistico più favorevolmente possibile,ad esempio garantendo la stabilitàdell’azienda in caso di una grandinata.”

Parlando di sbocchi commerciali?“Abbiamo una diversificazione delle vendite,con una forte componente al dettaglio: circa

il 30% della produzione riempie damigiane e bottiglie di clienti privati. Imbottigliamo poi circa 200.000 unità, mentre un quinto del nostro prodotto viene ritirato da ‘Terre da Vino S.p.a’ , di cui siamo soci. Per quantoriguarda Arneis e Favorita, vendiamo suprenotazione perché tutta la produzione è già piazzata durante la vendemmia. Il nostro mercato principale rimaneil Piemonte, mentre all’estero lavoriamo bene con Svizzera, Danimarca, Giappone e Germania.”

Quali le linee guida per una virtuosa amministrazione?

“La cooperativa è fatta di persone, non dibusinessman, l’obiettivo è fare redditività perredistribuire ai soci. Nelle buone annatediamo loro solo quanto spetta di mercato,quello che avanza non lo diamo comepagamento ma lo mettiamo in contocapitale a loro beneficio con gli interessi. È un modo per avere una liquidità cherimane in azienda e permette investimenticostanti, che rappresentano anche il 30% delbilancio. Negli anni ’90 gli interventi sonostati così impegnativi che i soci hanno fattosacrifici di tasca propria, contribuendo adattrezzare una cantina che ora è in grado dilavorare anche 2.500 quintali di uva algiorno. Le nostre parole d’ordine sonoprodurre bene, rispettare le regole, farequalità. Viene sempre posto prima il benedell’azienda, che avrà una ricaduta positivasu tutti e i sacrifici saranno lentamenteripagati. A riprova di questo, nessun socio sen’è mai andato in disaccordo.”

Presidente, la cantina Tre Secoli è appena nata, ma ha ricevuto in eredità una storia importante.

“La fondazione della Cantina diMombaruzzo risale al 1887, mentre laCantina di Ricaldone nacque nel 1947;la denominazione della nuova coope-rativa deriva proprio dal fatto che laprima, nella sua storia, ha attraversatotre secoli diversi.Quando si sente parlare di una fusionesi pensa subito a riduzioni; noi non leabbiamo fatte sul personale, ancheperché abbiamo mantenuto in vitaentrambi gli stabilimenti. Il nostroobiettivo primo è, invece, diminuire icosti di produzione attraverso econo-mie di scala, concentrando le piccolelavorazioni e l’acquisto di prodotti,ottimizzando gli impianti di vinifica-

zione mediante razionali spostamentidelle uve. In questo momento stiamorealizzando investimenti in risorseumane per trovare nuovi mercati ita-liani ed esteri, dove collocare i prodottia prezzi più remunerativi.”

Ha da poco spento la prima candelinala “ Tre Secoli Viticoltori in Piemonte dal1887”, società cooperativa agricola natail 21 luglio 2008 dalla fusione di duecantine sociali storiche del Monferrato, quella di Mombaruzzo (AT) e quella diRicaldone (AL). A presiedere la nuovarealtà è Luigi Riccabone, ricaldonese diorigine, chiamato a rappresentare 450soci e 1.300 ettari di vigneti, in cui rica-dono 10 Denominazioni di origine con-trollata e 4 Docg: Barbera d’Asti, Asti,Moscato d’Asti e Brachetto d’Acqui.

CANTINA DEL NEBBIOLO, VEZZA D’ALBA (CN)

Il vino del Roero, dall’altare della Messa all’assalto dei mercati europei

CANTINA TRE SECOLI, RICALDONE (AL)

Due storiche cantine socialiinsieme per essere competitive

La Cantina Tre

Secoli è leader

nella produzione

di Moscato e

Brachetto

Soci

della Cantina

vezzese in una

vendemmia

d’epoca

o

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E C O N O M I A D E L T E R R I T O R I O

Come è gestito il rapporto con i soci?“Noi ci impegniamo a trasformare tuttele uve conferite dai soci, per questo siamodiventati in Piemonte i primi produttorida uve proprie di Moscato d’Asti eBrachetto d’Acqui e tra i primi di Barberad’Asti. La Tre Secoli commercializza oltre200.000 bottiglie; il resto del prodotto èvenduto in parte al dettaglio (10%) ed il resto a cisterne; i nostri clienti sonograndi industrie che imbottigliano con laloro etichetta. Obiettivo inderogabilerimane il miglioramento continuo dellaqualità, che in Piemonte è indispensabileper essere competitivi con regioni cheproducono in quantità, con una resa di 250quintali per ettaro. Per sfruttare il nostromicroclima e le potenzialità del territorio,abbiamo due tecnici che seguono in vigna i nostri soci, occupandosi sia delle iniziativecorrenti che dei progetti futuri.”

Quali sono le particolarità del vostro territorio?

“L’Alto Monferrato non deve essereconsiderato inferiore ad altre zonevitivinicole, in Langa hanno saputovalorizzare meglio il territorio, partendo a farlo molti anni fa; ora tocca a noicercare di ottenere gli stessi risultati. Nel mondo del vino i cambiamentiavvengono lentamente, si avanza unpasso alla volta , non potendo effettuareinvestimenti onerosi per più tempo. I nostri interventi avvengono quando si può contare su eventuali contributiregionali e su positive annate agricole,mentre nei periodi in cui il prezzo delle uvenon è remunerativo tutto è più difficile.”

Quali gli strumenti a tutela dei soci?“La cooperativa non abbandona mai il socio in difficoltà, intervenendo in suoaiuto anche dal punto di vista economico.Gli uffici sono a disposizione per ogni tipodi assistenza fiscale, viticola e legislativa. Per statuto i soci hanno l’obbligo di conferimento totale; i tecnici viticoliseguono la coltivazione per tutto l’annofino all’atto finale della raccolta. Gli agricoltori hanno compreso che sonofiniti i tempi in cui bastava produrre, ma è diventato necessario farlo privilegiandola qualità. Uno dei nostri obiettivi è distipulare contratti pluriennali con aziendee partecipate, per avere per tempo una prospettiva di rendita, collocando in anticipo anche l’80% del prodotto. Non si può procedere al buio senzacertezze su quantità e prezzo di vendita.”

Al centro dellazona delBarbaresco,lungo la stradaverso Neive alconfine tra icomuni di Albae Treiso, operala CantinaVignaioli ElvioPertinace, realtàcooperativapiccola mamoltoagguerrita, ben

rappresentata da Mario Barbero.Fondatore nel 1973, Presidente finoall’81, poi Direttore e oggiPresidente onorario, Barbero è lamemoria storica della cantina eracconta con orgoglio la nascita delsodalizio.“Nel ’73 abbiamo impiegato diverseserate per decidere, e ci siamo ritrovatiin 12. Io ero sindaco del paese e avevogià comprato la Cantina Pertinacecome mio investimento personale, manon avevo ancora fatto l’atto: così glialtri mi hanno rifuso la loro parte e mihanno convinto a creare una societàcon le regole della cooperativa,scopiazzando gli statuti di chioperava già in zona, la Cantina delNebbiolo di Vezza, Terre del Barolo,Produttori del Barbaresco. Si andavad’accordo, ma all’inizio era unsacrificio, con la gente che eraabituata a voler produrre tanto, nonc’era ancora l’uso di privilegiare laqualità sulla quantità, mentre ora dadiversi anni diradiamo le uve ineccesso. Io ho 83 anni ma dico chebisogna produrre un vino adatto aipalati e alle tasche di chi lo compra,che incontri il gusto di una clientelache dalle Langhe si aspetta un’offertadi alto livello. Noi siamo partiti inannate non molto positive di natura,ma siamo riusciti a farcela, alla seraanche le donne venivano ad aiutareper etichettare. Non avevamomercato e le macchine erano di

seconda mano: oggi i tempi sonocambiati e con tutte le linee a regime i 15 soci attuali producono 350-400.000 bottiglie.”

Com’è il rapporto con i vicini di casa del Barolo, c’è rivalità?

“Non credo nella rivalità, si prende ilmeglio delle idee dell’altra zona, dovesi può seguire si migliora. Il Barolo hauna storia più antica, un maggiornumero di bottiglie, ma il Barbaresconon ha meno qualità. Oggi ormaiproduciamo quello che può dare lavigna al minimo da disciplinare, se c’èun chilo in più non lo ritiriamo”.

Obiettivi per il futuro?“Abbiamo un altro pezzo di terreno sucui costruire, poi i problemidell’avvenire si affacceranno: adesempio di questi tempi bisognaseguire molto l’estero, per non perderespazio in America come negli altrimercati dove siamo presenti, Cina,Corea, Giappone e soprattuttoDanimarca. Mio figlio fa il direttorecommerciale, viaggia e conosce lelingue, e anche la maggior parte deifigli degli altri soci si sono fermati inazienda, perché dà mezzi per lavorarecon meno fatica, anche se ci sono 3-4 mesi di lavoro intenso. Hanno unapossibilità che non si può rifiutare.”

CANTINA VIGNAIOLI PERTINACE, TREISO (CN)

Il progetto di un gruppo di amicicresce nel cuore del Barbaresco

La Viticoltori Ingauni società agricolacooperativa nasce nel 1976 per iniziativadi 13 soci coltivatori, espressione di unterritorio, l’Albenganese e in particolare lacittadina di Ortovero, da sempre tra i piùvocati della Liguria per la produzione divino di qualità. Il sodalizio è cresciutonegli anni fino a toccare oggi quota 210soci conferitori, per circa 5.000 quintali diuva all’anno in lavorazione e 300.000bottiglie, con prodotti di punta quali ilPigato, il Vermentino e l’Ormeasco.

Dal 2001 il Presidente dallacooperativa è Enrico Massimo, che non nasconde le difficoltà dei primi anni della società.

“Quando i primi soci si unirono in gruppoproducevano rigorosamente vino da tavola,

VITICOLTORI INGAUNI, ORTOVERO (SV)

La vite in Liguriauna sfida da vincere

Foto di gruppo

per i soci

della Cantina

Vignaioli

Pertinace

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perché nel frattempo, nel 1988, era stataapprovata la Doc Riviera ligure di Ponente.”

Perché i primi soci scelsero la forma cooperativa?

“Si resero conto che era necessario unire le proprie forze per produrre una qualitàottimale per affrontare il mercato:Ortovero è storicamente zona dicoltivazione del Pigato, che è un vitignoautoctono che ha fatto la storia el’economia di questo territorio.L’opportunità della cooperazione rende i soci partecipi di un soggetto, che verso di loro ha una serie di doveri: ad esempiogarantisce ogni anno il ritiro del prodotto a un equo prezzo, quando le cantineprivate a seconda dell’andamentodell’annata decidono se e quanto ritirare.”

La lavorazione della vite in Liguriarappresenta per certi versi una sfida.

“Siamo in una situazione particolare, a ridosso sul mare, con piccoliappezzamenti spesso terrazzati, frutto diuna proprietà contadina frammentata.

perché nonesistevano Docnella provincia diSavona, poi lacooperativa hatrovato stabilitàsotto la lungapresidenza diPaolo Panero.Negli anni moltecose sonocambiate, bastidire che

inizialmente le attività di cantina eranosvolte in un locale all’interno del paese e didifficile accesso per i mezzi pesanti: lebottiglie per il prodotto venivanoacquistate in pacchi da 24, perché eraimpossibile scaricare i bancali. Nel 1990 sisono acquisiti i terreni all’ingresso delpaese in cui è sorta la nuova sede,ulteriormente ampliata tra il 1999 e il 2001,che ha permesso un incremento diadesione soci e produzione di vino, anche

Questo si traduce in costi notevoli per il socio, di cui teniamo conto in fase di remunerazione: un bel segnale viene dai giovani imprenditori che si sono uniti a noi, anche grazie agli incentivi della Regione Liguria per i nuovi impianti.”

Come reagisce la cooperazioneall’incerta congiuntura economica?

“Sicuramente è un utile cuscinetto per noiin questo frangente: la sofferenza del mercato del vino ha combaciato con la crisi economica, con una difficoltàcontingente tra fine 2008 e inizio 2009durante la quale, pur con difficoltà di liquidità, abbiamo cercato dimantenere inalterati i livelli occupazionali.La cooperazione può comunque costruirenel tempo una solidità profonda, aiutatada scelte lungimiranti di istituti di creditoed enti pubblici, come la possibilità di versare l’Iva all’incasso senza anticiparlamensilmente. Il discorso aggregativo ha la sua importanza nel momento in cui tutti diamo un contributo.”

uriancere

Mauro Anselmo,classe 1975, è ungiovane viticoltoredi Diano d’Albacon la passioneper la musica:dopo gli studi inAgraria ha perfe-zionato inConservatoriol’abilità con latromba e oggi sidivide tra il palco-scenico e i filaridell’azienda di

famiglia, una delle circa 400 realtà confe-renti della cooperativa Terre del Barolo.

Perché ha scelto di entrare in una cooperativa?

“Si è trattato di una decisione presa incontinuità con la storia della miafamiglia, quando nel 1997 ho preso inmano l’azienda: già nel ’59-’60 miononno era socio della cantina e miopadre aveva fatto altrettanto. Per noiproduttori di uva la cantina sociale è

sempre stata considerata una sicurezzanel rapporto di lavoro, sia nei nostriconfronti che rispetto alla vendita delprodotto. Mi ricordo quando siscaricavano le uve a mano e ho vissutopersonalmente l’evoluzione tecnicadella cantina, che oggi è moltoattrezzata e negli ultimi cinque anni havisto un notevole incremento di qualità. Ha responsabilizzato noi produttorigrazie ai tecnici e agli studi di settore,per lavorare qualitativamente bene in campo, fare selezione e avere risultatimigliori in cantina, ottenendo prodottinotevoli. In più contenendo i prezzi, quando in giro se ne vedono di tutti i colori.”

Fin da ragazzo pensava di proseguire l’attività di famiglia?

“In realtà dovevo far tutt’altro, il miosogno era entrare in Polizia onell’Esercito. Poi sono rimasto a casaperché mi sono ritrovato un’aziendada 5 ettari da portare avanti: lascelta è stata un po’ forzata, manegli anni ’90 l’economia giravabene e questo lavoro mi ha permessodi studiare musica in Conservatorio,anche grazie a mio padre. Lavorarein campagna è dura, ma c’è un sensodi soddisfazione e libertà. Anche inquesto caso torno a dire che la

cantina cooperativa è stato un puntodi riferimento: negli ultimi vent’anni,chi ha cominciato per conto proprioa vinificare si è trovato in difficoltà.”

Che aria si respira oggi in Langa?“Io confido nella nostra cantinaperché nonostante le difficoltà negliultimi anni sono incrementate levendite ed è migliorato il livellotecnico e logistico, così come ilcommerciale. Sento persone nonassociate dire ‘ah ma la cantina, lìandate bene’: noi abbiamo avutosempre una linea in crescita, mai acento ma neppure a zero. Oggi ècritica, non si può negare ladifficoltà, ma io ci credo nonostantenon sia un attivo partecipante. È un posto sicuro di questi tempi, leparole sono belle ma contano inumeri. Per il momento grazie allaqualità del prodotto e a come lacantina si è proposta sul mercatostiamo molto meglio di altri.”

Cosa si aspetta dalla cooperativa per il futuro?

“Mi aspetto che investa di più in pub-blicità. Dobbiamo sfruttare il fatto diessere un centro strategico, una vallatacircondata dalle colline del Barolo, delDolcetto, del Pelaverga. Anche il nome‘Terre del Barolo’ è molto azzeccato.”

CANTINA TERRE DEL BAROLO, CASTIGLIONE FALLETTO (CN)

Tra musica e vigneti, le passionidi un giovane viticoltore

La Cantina Terre

del Barolo riunisce

400 conferenti,

proprietari

di circa 650 ettari

Tra i prodotti

di punta il Pigato,

il Vermentino,

l’Ormeasco

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S O C I & F O N D A Z I O N E

ra il 1994 quando, ad operadell’allora Cassa Rurale di Vezza d’Alba, prese avviola creazione di quella retedi servizi erogati per

migliorare la qualità di vita dei Sociche, negli anni, ha saputo meritarsi un ruolo di primo piano nell’attivitàdella Banca sul territorio. Particolare attenzione vennededicata da subito all’area sanitaria,grazie da un lato all’istituzione di centri medici fisioterapici che erogavano servizi gratuiti ai Soci,dall’altro alla promozione di attivitànel settore della prevenzioneprimaria con l’obiettivo di indurre la popolazione a condurre stili di vita più salutari.Nel 1995 a Vezza d’Alba sorse il primo

centro medico, seguito negli anni da quelli di Grinzane Cavour (2001),Asti (2003) e Bra (2004), centri di eccellenza dove i Soci possonosottoporsi gratuitamente a terapiefisioterapiche e riabilitative: da allorasono passati quindici anni ed ora, a testimoniare l’impegno rivoltoall’intero territorio di riferimento di Banca d’Alba, il cui numero di Sociin Liguria è considerevolmentecresciuto, ecco arrivare il quintocentro medico fisioterapico dellaFondazione Banca d’Alba Onlus,quello di Albenga.Sta infatti per aprire i battenti lastruttura ligure di via al Piemonte n.19:450 metri quadri, disposti su un unico piano, all’interno della struttura che ospita anche una nuova filiale della Banca. Il nuovo centro medico è dotato ditutte le più avanzate apparecchiature

Apre ad Albengaun nuovo centro medico fisioterapico

E

SP 1

SP 1

SP 582

A 10

Centro MedicoVia al Piemonte, 19 Via Aurelia

Fiume Centa

uscita Albenga

PRIMO PRESIDIO DELLA FONDAZIONE BANCAD’ALBA IN LIGURIA: ATTREZZATO CON LE PIÙMODERNE TECNOLOGIE, È A DISPOSIZIONE DEI SOCIPER ATTIVITÀ DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE

I locali della Banca

che ospitano

il nuovo centro

medico fisioterapico

di Albenga

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ULTRASUONOTERAPIASfrutta gli effetti provocatinell’organismo da un’emissionedi onde sonore superiori allasoglia uditiva, la cuipenetrazione nei tessuti sitraduce in un micro-massaggio.

Un dispositivo medico di ultimagenerazione, denominatoSonoscriolite, sarà in dotazioneal centro medico di Albenga.Quest’apparecchiatura unisce ibenefici dell’Ultrasuono-terapiaa quelli della Crioterapia (terapiadel freddo) facilitando il processodi guarigione di traumi recenti estati infiammatori acuti esubacuti.

LASERTERAPIATerapia fisica non invasiva cheimpiega il laser per attivare ledifese naturali del corpo,particolarmente efficace nellaterapia del dolore e dei processiinfiammatori. Le tipologie dilaser da anni in uso presso icentri medici della Fondazionesono Laser Biolite (applicazionedi brevi istanti che produceimmediato sollievo),Laserterapia MLS Multitarget(applicazione automaticarobotizzata) Laser NeodimioYAG pulsato (si differenzia daicomuni laser per la sua capacitàdi agire a 5-6 cm di profondità),particolarmente efficace nellaricostruzione dei tessutidanneggiati.

MAGNETOTERAPIAViene erogata medianteapparecchiature generanti campimagnetici a bassa intensità,agisce efficacemente a livellocellulare e può essere utilizzata

per molteplici scopi terapeutici,quali disturbi di tipoinfiammatorio, disturbi articolari,traumi recenti, ma anche a curadel processo di diminuzione delladensità ossea innescatodall’osteoporosi e per lastimolazione del consolidamentodelle fratture. Saranno adisposizione dei pazientiapparecchiature per lamagnetoterapia totale edapparecchiature portatili conapplicatori flessibili per terapiemirate a specifiche parti delcorpo, che in alcuni casi potrannoessere consegnate al Socio in usogratuito per la terapia domiciliare.

ELETTROTERAPIAPrevede l’utilizzo dell’energiaelettrica in tutte le sue forme; sisuddivide in ElettroterapiaAntalgica (Tens), Elettrostimo-lazione Muscolare e Ionoforesi.Anche in questo caso è previstoche il Socio possa avere in usodomiciliare gratuito, dopo iltraining per l’utilizzo tenuto da unoperatore specializzato, modelliportatili di tali apparecchiature.

TERAPIA AD ONDE CORTEViene applicata tramite l’utilizzo diuna apparecchiatura estremamen-te innovativa denominataCurapuls 670, che produce calorenei tessuti irradiati determinandouna riduzione delle contratturemuscolari, svolgendo inoltre unospiccato effetto antalgico.

PRESSOTERAPIAÈ una tecnica fisioterapicaapplicata principalmente agli artiinferiori il cui scopo è quello diridurre il gonfiore di originevenosa o linfatica.

TECARTERAPIA E DIATER 2Garantiscono tempi di trattamentoridotti, risultati immediati esoprattutto stabili: queste nuoveforme di terapia riattivano in tempibrevissimi i naturali processiriparativi ed antinfiammatorimediante il trasferimento ai tessutidi energia biocompatibile.Tecarterapia e Diater2 vengonoutlizzate per il recupero didistorsioni, lesioni tendinee,tendiniti, borsiti, esiti di traumiossei e legamentosi. Si tratta ditecniche fra l’altro utilizzate dallesquadre sportive a livello mondialeper il trattamento riabilitativo degliatleti di varie discipline, e adottataanche nei programmi riabilitativipost chirurgici.

TERAPIA MANUALESi occupa della prevenzione,valutazione e trattamento dei disturbi che interessanol’apparato neuro-muscolo-scheletrico. Operatori altamentespecializzati possono offrire ai Soci le seguenti terapie manuali:Massoterapia, uno dei più diffusitrattamenti fisioterapici, conmassaggi effettuati in molteplicimodi in relazione alla patologia; Linfodrenaggio, una particolaretecnica di massaggio che permettedi esercitare un’azione drenante suitessuti, con un effetto antalgico; Bendaggio funzionale, unatecnica usata prevalentementenella traumatologia dello sportper il trattamento delle lesionitraumatiche acute per laprotezione dell’articolazione lesa;Rieducazione funzionale, unodegli interventi riabilitativifondamentali, che può articolarsiin riabilitazione post interventochirurgico, rieducazioneposturale globale e rieducazionecon metodo Pancafit.

medicali ad oggi disponibili nelsettore della fisioterapia. Il personaleche le utilizza è altamente qualificato,ha frequentato corsi di formazioneprofessionale al fine di poter erogareal Socio un servizio di eccellenzanell’area della terapia fisica ed in quella della terapia manuale.Nel centro fisioterapico di Albengaun’ampia e confortevole sala d’attesa,dotata di reception, funge da atrioper l’accesso a due studi medici, il primo per le visite specialistiche (un medico fisiatra costantementepresente, dopo aver formulato la diagnosi, indicherà al paziente ilprotocollo riabilitativo prescrivendonello specifico le terapie che lo stessodovrà effettuare), il secondo studiodedicato alla terapia manuale.Una palestra è a disposizione dei Sociper l’attività motoria di gruppo(indicata per coloro che necessitinodi praticare tale attività comeelemento integrativo alla lorospecifica terapia, mantenendonel tempo un ottimale livello di efficienza fisica, sotto l’attentagestione di personale specializzato in scienze motorie e sportive).Le apparecchiature medicali cheil centro fisioterapico ha in dotazioneper la cura delle diverse patologiedell’apparato osteo-articolare,verranno dislocate in dodici diversispazi (vedi box a lato).Attraverso le attività dei suoi cinquecentri medici la Fondazione Bancad’Alba Onlus, in sostanza, si candida con autorevolezza a ricoprire il ruolo di punto di riferimento per la salute dei suoi Soci, supportandoli nelleimportanti fasi del percorso riabilitativocosì come nella prevenzione.

Le terapie erogate

CAÙDEI SOCIIONE

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S O C I & F O N D A Z I O N E

Il C

CONTROLLI SEVERI E UNA BANCA DATIAGGIORNATA PERPREVENIRE LA SCOLIOSI.LA SECONDA FASE DEL PROGETTO VEDRÀCOINVOLTI PIÙ DI MILLE RAGAZZI DI LANGHE E ROERO

iscontrata una risposta piùche positiva nella primafase, prosegue l’attività discreening nell’ambito delprogetto denominato

“Postura corretta”, fortemente volutodalla Fondazione Banca d’Alba Onlus -con il patrocinio della DirezioneGenerale ASL CN2, attuato in collabo-razione con i dirigenti e gli insegnantidegli Istituti Comprensivi che operanonel territorio, oltre che con il professorStefano Negrini, Direttore Scientificodell’ISICO, l’Istituto Scientifico ItalianoColonna Vertebrale di Milano. Il pro-getto è mirato alla prevenzione dellepatologie del rachide in età evolutiva(e, più precisamente, nella popolazio-ne scolastica in età compresa tra gli11 ed i 12 anni).In attesa della seconda fase, che vedràcoinvolti 1.083 alunni delle scuole diAlba, Bra e di numerosi comuni diLanghe e Roero, sono già 584, a frontedei 602 invitati, i bambini iscritti allaclasse prima media delle scuole diBarolo, Bossolasco, Canale, Cortemilia,Cravanzana, Diano d’Alba,Govone, La Morra, Lequio Berria,Monforte d’Alba, Neive, Mango,Priocca, Santo Stefano Belbo eVezza d’Alba sottoposti gratui-tamente a screening

presso i centri medicifisioterapici della

Fondazione, dovemedici specialistie tecnici della ria-bilitazione hanno

provveduto adeseguire un check-up posturale

mediante l’utilizzodell’apparecchiaturaFormetric, metodolo-

gia d’indagine diultima genera-

zione.Di questi, 146(corrispon-denti al 25%del totale)sono statiinvitati al 2°livello, per unavisita piùapprofondita.“Il numero,indubbiamen-te alto - affer-ma AntonellaMarengo,coordinatri-

ce dei centri medici della Fondazione -è indice della serietà nei controlli: abbia-mo infatti fissato dei parametri di riferi-mento tali da richiederne degli ulterioriladdove esistesse anche solo il dubbio dieventuali problemi. Meglio analizzarequelli che tecnicamente vengono definitidei ‘falsi positivi’ piuttosto che perderel’occasione di intervenire, laddove ce nefosse bisogno, perché si avevano criteri divalutazione troppo restrittivi”.Se è vero che trova conferma il pro-verbio “prevenire è meglio che curare”,all’antico motto andrebbe aggiuntol’elemento della tempestività: uscitidalla visita con il referto all’interno diuna cartellina, i ragazzi, invitati alsecondo controllo, hanno dovutoattendere in media appena 15/20giorni per accedervi. A fornire un’ulte-riore prova della serietà dell’iniziativa,la creazione di una banca dati nellaquale sono stati registrati tutti i casimeritevoli di approfondimento: adistanza di un anno verranno richia-mati per un controllo.A completare il servizio, la FondazioneBanca d’Alba ha istituito anche un servi-zio di rieducazione posturale: personalequalificato, formato secondo i protocollidi lavoro dell’ISICO (i cui ricercatorihanno recentemente vinto il premiointernazionale SOSORT Award, graziead uno studio sull’efficacia dei corsettinella cura della scoliosi), offrirà infattipresso i centri medici fisioterapici assi-stenza ai minori che hanno necessità diseguire un percorso riabilitativo.Per concludere, una nota di colore: ad ogni bambino presentatosi è statoconsegnato un gadget, una palla blu,quasi a richiamare idealmente gli acinidel medesimo colore che compongo-no il grappolo d’uva che è il simbolodi Banca d’Alba.

“Postura corretta”: il primo bilancio è positivo

R

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a violenta scossa di terremoto che lo scorso 6 aprile ha colpito la cittàdell’Aquila e l’Abruzzo ha rappresentato, con più di 300 morti e ingenti danni

al patrimonio architettonico e artistico,una ferita profonda che ha toccatoprofondamente l’intero Paese.Banca d’Alba ha da subito aderitoall’iniziativa del Credito Cooperativo di raccolta fondi per finanziare opereper la ricostruzione in favore dei territorisconvolti dal sisma. L’iniziativa ha avutoun riscontro notevole sia in ambitonazionale che locale: il dato aggregatoper tutta Italia parla di più di ottomilaversamenti effettuati da amministratori,dipendenti, soci, clienti e anchesemplici cittadini. In questo modo sonostati raccolti quasi cinque milioni dieuro, che rappresentano una delledonazioni più alte in favore dellapopolazione abruzzese, cifra raggiuntatra l’altro senza il supporto di unaspecifica campagna promozionale magrazie alla spontanea generosità deicontribuenti. La somma raccolta è statamessa a disposizione delle autoritàlocali, che stanno individuando un

progetto di ricostruzione da finanziare, che rimanga il segnotangibile della solidarietà dimostratadal Credito Cooperativo.Altrettanto positiva la generositàdimostrata in ambito locale neiconfronti della raccolta promossadirettamente da Banca d’Alba: lasomma complessivamente raccoltatramite i versamenti di Soci e clienti,dipendenti e amministratori dellaBanca ammonta a circa 42.000 euro. In aggiunta a tale cifra, la Banca ha deciso di erogare in beneficenzaulteriori 30.000 euro a favore diassociazioni del territorio che stannoprestando opera di volontariato a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile, e precisamentel’Associazione Proteggere Insiemeonlus di Alba, il Coordinamentoprovinciale volontari di ProtezioneCivile di Cuneo e la ConfraternitaMisericordia di Alba.

L

n libro che è come un film di emozioni a sostegnodell’opera altrettanto intensa dei volontari di Protezione Civiledell’associazione ProteggereInsieme onlus di Alba: con

questo intento è nato “Il silenzio fa rumore”,primo libro della fossanese Simona Sacco, il cui ricavato sosterrà gli interventi in corso a favore delle popolazioni colpite dalterremoto in Abruzzo. La pubblicazione,curata dalle Edizioni Albesi e dall’associazione“Centro Culturale San Giuseppe” onlus, è l’opera prima di Simona Sacco, ventinovenneSocia e dipendente di Banca d’Alba: “Non è un vero e proprio libro, ma una raccolta di emozioni - spiega - nata dall’incontrocon Proteggere Insieme. È la prima volta cherendo pubbliche queste poesie, che ho semprescritto solo per me. Ora è come se, in qualchemaniera, mi fossi spogliata di un vestito”.Scorrendo le pagine, i versi di Simona Sacco si sposano con le immagini scelte da LucianoMartire, in un gioco lieve di assonanze: “Sulla carta scarico le mie emozioni prima

che esplodano, usando le parole come flash,fotografie, pennellate di colore”. Ideealtrettanto chiareSimona Sacco le esprime riguardo ai progetti futuri: “Oltre a crescereprofessionalmente nel mio lavoro, mipiacerebbe pubblicareun altro volume connuove poesie, quasi un secondo capitolodella mia vita. Vorreianche confrontarmi con la prosa in un libro che racconti, tra storia e testimonianza, le tradizioni della miaterra, magari unendo la visione di una giovaneragazza alla memoria di una persona anziana”.

Quando la poesia sostiene il volontariato

U

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IL BEL RISULTATODELLA RACCOLTAFONDI FINANZIERÀLA RICOSTRUZIONE

Il Credito Cooperativo per l’Abruzzo

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Due

par

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con.

..

ldo Cazzullo, giornalista dirazza e scrittore di successo.Una testa fine, passato dopoanni da La Stampa al Corriere

della Sera, dove è tra le firme più lette.A chi non la conosce ancora, le vienenaturale definirsi albese, torinese o più semplicemente piemontese?

“Albese senza dubbio e lo dico a ragionveduta. Non solo perché ad Alba ci sononato da una famiglia che, come si dice, èradicata nel territorio: i miei nonnisono originari di vari paesidella Langa, daRoddino aTreiso, aRodello.

Mi fanno sorridere quelli che,fidandosi del mio cognome,azzardano origini napoletane e invece

Cazzullo deriva semplicemente da ‘casù’,il mestolo in piemontese”.

È però a Torino che lei si è formato e si è fatto un nomecome giornalista e scrittore.

“Debbo molto a Torino dove ho lavorato evissuto, ma gli albesi sono un’altra cosa.Torino è città d’ordine: squadrata,popolata nella sua storia da militari,operai, comunisti, uomini di fede. Gentecon una ideologia forte, una missione dacompiere: ‘Fatta l’Italia, faremo gliitaliani’ fu declamato a suo tempo. Gli albesi invece sono diversi, piùfantasiosi, dalle nostre parti si gioca apallone elastico sulle piazze dei paesi,scommettono, rischiano di più. Sono artisti nell’accezione che al termine

si dà per dire di una persona fuori daglischemi. A ben pensarci noi albesi aTorino ci andiamo solo per lavoro,studio o per qualche visita medica

specialistica. E magari per vederela Juve o il Toro. È certamente

la nostra prima capitale. Laseconda? Naturalmente

Parigi, mica Roma”.Ne ha scritto

anche nel suo ultimolibro uscito il 13 ottobre“L’Italia de noantri”

edito da Mondadori.“Sono partito da mio

Quando volevocambiare il nome

al mio LiceoALDO CAZZULLO, GIORNALISTA

E SCRITTORE DI FAMA “NOI ALBESI SIAMO

UN PO’ ARTISTI”. I CONSIGLI AI GIOVANI

Intervista di:Sergio Miravalleastigiano,giornalista a La Stampa.Ha diretto per oltre20 anni la redazionedi Asti, è ora a Torino al ServizioCentrale delleedizioni provinciali.È Presidentedell’Ordine dei giornalisti del Piemonte.Ha un blog: Giro di vite A

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CHI È

nonno che in tutta la sua vita non ha maimangiato un pizza per raccontare laprogressiva meridionalizzazione delnostro Paese e del modo di vivere dei suoiabitanti. Una volta nelle città del Nord nonsi mangiava per le strade, oggi mettonotavoli dappertutto, li ho visti anche adAlba in via Maestra. Le persone adulte sidavano del lei e tra uomini non ci sibaciava per salutarsi. Ho annotato questied altri cambiamenti, piccoli e grandi”.

Torniamo al rapporto con Albadove è nato il 17 settembre 1966.

“Sì, e vi ho vissuto fino alla primaelementare, poi mio padre, per seguire il suo lavoro in banca ha trasferito la famiglia seguendo gli incarichiprofessionali, prima a Dogliani, poiSaluzzo e Borgosesia. Nei finesettimana però tornavamo sempre ad Alba e non abbiamo perso i legami. Nel 1980 sono tornato a viverci perfrequentare il liceo classico, il ‘Govone’”.

È vero che voleva cambiare il nome al suo Liceo?

“Sì, in quegli anni tra noi studenti c’era chiriteneva giusto dedicare la principalescuola della nostra città a BeppeFenoglio. Lo giudicavamo più moderno.Scrissi anche un pezzo che mi pubblicò laGazzetta d’Alba. Ma non ottenni nulla eforse fu un bene. Devo dire che con iltempo ho rivalutato la figura delgenerale Govone, che partecipò allabattaglia di Custoza nel 1866. Unbell’esempio di militare piemontesedegno di non essere dimenticato”.

E Fenoglio?“Resta lo scrittore più scomodo eimportante del nostro territorio, a mioparere più ancora di Pavese che era untorinese, nato a Santo Stefano e nelleLanghe ci veniva ogni tanto soprattuttoper trovare l’amico Nuto. Fenoglio inveceera immerso nella realtà albese.Lavorava in una azienda vinicola,traduceva in inglese le letterecommerciali e fu orgogliosamenteprovinciale, anche un po’ snobbato dallelobby editoriali della Einaudi e dintorniche dominavano una certa scenaculturale dell’epoca”.

Alba e le sue Langhe hanno vissutoin questi ultimi decenni una profonda trasformazione.Come la giudica?

“Abbiamo goduto di una crescita

economica importante, soprattutto nelmondo del vino e anche grazie adindustrie come la Ferrero e la Miroglioche hanno favorito i legami tra i lorodipendenti e la terra. Non c’è statoabbandono delle campagne e le famiglieal reddito agricolo hanno potutoaggiungere gli stipendi della fabbrica”.

E il vino?“Uno straordinario richiamo, importanteed evocativo anche se in questi anni c’èstata una dilatazione a volte eccessiva.Intendo dire che Barolo e Barbarescovanno difesi e prodotti con rigoreevitando le banalizzazioni. Stessodiscorso vale per il tartufo: gran parte di ciò che si raccoglie in Italia e ancheall’estero viene poi di fatto venduto cometartufo d’Alba. È uno sfruttamento delnome che arricchisce pochi e invece quelnome andrebbe maggiormente difeso”.

Vuol dire che c’è una corsa a dirsi albesi e langaroli?

“Direi di sì, nel bene e nel male. Anche ungrande animatore di idee ed eventi comeCarlin Petrini che è di Bra, è citato in Italiae all’estero come langarolo. E poi ci sonoesempi di colonizzazione negativa comeè successo per la vicenda del GrinzaneCavour che non ha certo fatto beneall’immagine del territorio. Sarei piùegoista: diamo ad Alba ciò che è di Alba”.

Torniamo al suo lavoro. Quando ha capito che “da grande”avrebbe fatto il giornalista?

“Cominciai a scrivere con regolarità dastudente al Tanaro, un settimanalelocale d’area di centrosinistra che ebbealterne fortune, poi passai alla Gazzetta d’Alba lo storico giornalediocesano della città, edito dai Paolini. Mi piaceva scrivere e andai a Milano perfrequentare la scuola di giornalismodell’Ordine. Fu la svolta: a soli 22 anniebbi l’occasione e la fortuna di entrare aLa Stampa. Era il 1988 mi assunse ildirettore Gaetano Scardocchia. Ci sonorimasto 15 anni scrivendo di esteri epolitica. Passai poi alla redazioneromana e da qui al Corriere della seracome inviato”.

Ad un giovane di questi territoriche consiglio darebbe per il suo futuro?

“Essere legato alle radici, ma non averpaura di partire e sognare in grande. Perl’Università meglio scegliere città medie

come Pavia o Bologna con facoltà digrande tradizione, piuttosto che in ateneicon decine di migliaia di studenti dovespesso si resta un numero di matricola. Epoi non aver paura di andare ancheall’estero, imparare le lingue, viaggiare,mettere a confronto culture edesperienze. In altre parole crescere. Sonoconvinto che la provincia sia una verafucina di talenti, ma spesso faticano ademergere un po’ per pigrizia e un po’perché si pensa, con compiacimentonarcisistico, che il centro del mondo sia lapiazza del proprio paese”.

Lei è figlio e fratello di bancari, qual è il suo rapporto con le banche?

“Apprezzo la possibilità di essereconsiderato non solo come il titolare diun conto corrente più o meno pingue. Lebanche di territorio ci riescono meglio,conoscono tutti e sono più vicine. Del resto in un’Italia che è il mosaico di tanti campanili se il credito respira la stessa aria della gente ne cogliemeglio umori e speranze. È un po’ come i giornali, le pagine piùlette sono quelle locali”.

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Aldo Cazzullo, dopo 15 anni a La Stampa, dal 2003 è inviato del Corriere della Sera. Ha raccontato le Olimpiadi di Atene e di Pechino,le reazioni del mondo arabo agli attentati dell'11 settembre, il G8 di Genova, gli omicidi diMassimo D'Antona e Marco Biagi, le vittorie di Bush,Erdogan, Sarkozy, Zapatero, Obama. E quella degli azzurri ai Mondiali di Germania. Firma ogni settimana una rubrica editoriale sulMagazine e su Io Donna del Corriere della Sera. Ha scritto numerosi libri di successo tra i quali “Il mistero di Torino” (con Vittorio Messori), “Outlet Italia” e l’ultimo uscito “L’Italia de noantri”tutti pubblicati da Mondadori.

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IO STO CON GLI ANIMALI:RACCONTI DI VITA A PIÙ ZAMPEUnire con successo due passioninon sempre è possibile: ci èriuscito Gian Paolo Squassinonel suo ultimo libro, “Racconti asei mani” (editore Spettattorelibri), che raccoglie storie eaneddoti di una vita a contattocon gli animali. Squassino, diprofessione veterinario con ilpallino della scrittura, haraccolto le esperienze personalie dei colleghi Giuseppe

Fraquelli e Flavio Dirutigliano: gattiimportuni, asini delle isole greche epersino un macaco sonoprotagonisti di teneri e fulminantiritratti, tutti da leggere.

DA MOZART A TAIZÈ:IL PRIMO CD DEL CORO “LA SCHOLA”In occasione del decimocompleanno, il coro “La Schola” diAlba ha raccolto lo scorso anno inun cd diciassette pezzi di musicasacra, spaziando da Mozart allacomunità di Taizé. Il gruppo,

formato da ventisei giovani dellacomunità parrocchiale della Cattedraledi Alba sotto la direzione del maestroAldo Abellonio, festeggia così unatappa importante del suo percorsomusicale e umano. I proventi del cdsaranno devoluti a favore della scuolaelementare di Marsabit, in Kenya.

DESTINAZIONE UGANDA:LA MISSIONE DI UN MEDICOASTIGIANOL’incontro in un mattinoastigiano con un collega, unaproposta azzardata, unadecisione che cambia la vita.Tutta qui in sintesi la storia di“L’incrocio. Cronaca di un viaggio aMatany” (Centro EditorialeImperiese), cronaca appassio-nata dell’esperienza dell’autore,

Agostino Gaglio, come medico pressoun ospedale in Uganda. La prosabrillante mitiga la sofferenza africanacon la speranza rappresentata dallavoro quotidiano di medici e volontaridell’associazione Wecare onlus.

S O C I & C U LT U R A

Saggio

MARILDE TRINCHERORACCONTA IL MESTIERE DI MADRE, TRAPASSIONE E IMPEGNO,CONTRO TABÙ CHE FATICANO A CROLLARE

Luci e ombredella maternità

ternamente appagata efelice. Un mito. Anche, esoprattutto, se il soggettodella frase è unaneomamma. MarildeTrinchero, arteterapeuta

albese di 49 anni, ha fatto dellapropria sensibilità, delle proprieintuizioni e delle proprie esperienze,quelle felici e quelle dolorose, unveicolo per comunicare al mondo

E

Libri&Cd

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femminile le difficoltà dellagravidanza, del parto e dellamaternità. Un libro da amica, damamma, da sorella, che non teme diaffrontare, con delicatezza e onestàintellettuale, anche le tematiche piùdelicate e controverse che moltospesso accompagnano la donna chesi trova a vivere la misteriosaesperienza di diventare madre. “Lasolitudine delle madri” (Edizioni Magi- Roma 2008, 152 pagine, 15 euro) èla sua seconda pubblicazione.

Ci permetta di capire la scelta di un libro come questo.

“È il libro che cercavo quando sonodiventata madre. Pensavo: è possibileche esistano soltanto libri su comecrescere i bambini? Il punto di vistadella madre mi sembrava necessario.

La paura cheprova almomento delparto, le primefasi dellagestazione edella gravidanza,le depressionipost partum: hocercato, anchecon l’aiuto difigure femminilidella letteraturae del cinema chemi avevanocolpito, diraccontare lediverseesperienze dimadri. Adesempio quelladi Silvia Plath,che si trovò avivere una fortedisparità fra lasua condizione

di poetessa affermata che viaggiavaper il mondo e quella di madrefragile chiusa in casa tutto il giorno:e mi sono chiesta cosa sarebbesuccesso se lei, invece di vivereisolata in campagna con un maritoche continuava la sua vita comeprima, e che la tradì nel momento in cui lei era più vulnerabile, avesseavuto un compagno presente,familiari e genitori vicini anzichéoltreoceano. Insomma, ho

paragonato le condizioni ideali e quelle peggiori. Allo stesso modo,nei capitoli dedicati alla gestazione,al parto, all’allattamento, ho descritto sia gli aspetti molto belli che quelli difficili”.

La sua è stata un’esperienza di maternità particolare.

“Ho scelto la maternità moltogiovane. Scelta già controcorrente inquegli anni. Ho ripreso a studiarequando i miei tre figli erano un po’cresciuti e allora accadeva che, separtivo per un seminario, mi venivachiesto ‘Ma come, vai via e lasci ifigli a casa?’. Quando invece miomarito andava via per lavoro, glichiedevano: ‘Dove vai di bello?’.Già un buon motivo per riflettere sullo stereotipo. Come se quando una donna diventa madre non cidovesse essere spazio per altro.Situazione tipicamente italiana.Forse, non a caso, nelle recensioni dellibro l’aggettivo che appare difrequente è ‘coraggioso’. Solo perchého scritto le cose come stanno?”

Perché la solitudine delle madri, dunque?

“Perché si fa un gran parlare delle meraviglie della maternità, ma poi si lasciano le donne sole a crescere i figli. Non sempre i nonnisono disponibili, e le donne chelavorano fanno spesso i salti mortaliper far stare tutto insieme. I primianni sono a volte molto difficili,eppure questa fatica è consideratanaturale. A carico della donna. I padri sono più presenti che in passato, ma la condivisione vera è ancora lontana. Eppure viviamo in una società nellaquale una donna che non desideraun figlio quasi si deve giustificare. La strada obbligata pare sia ancorala maternità. E allora forse sarebberonecessari più aiuti alle donne che scelgono di diventare madri, sequesta maternità è tanto mitizzata”.

Concludiamo allora con il suo concetto di madre.

“È un meraviglioso atto di egoismo.Perché avere un figlio nutre tantissimo lapropria vita, il proprio futuro. Sonolontana dal concetto di madre devota chefa del figlio l’unica ragione di vita. Credosia un peso troppo grande per un figlio”.

Raccontare una storia, cogliere unapersonalità fissando su pellicola un attimo,un frangente di vita destinato altrimenti al dimenticatoio: l’arte di Aldo Agnelli,85 primavere di esperienza e passione,rende della fotografia un’immagineletteraria e narrativa. Il padre Piero, arrivatoad Alba negli anni Venti da Milano, gli hatrasmesso la passione per la camera oscurae un’avviata attività nel centro storico, cheha permesso al giovane Aldo di coltivare i propri interessi: “Esprimermi conl’immagine è sempre stata la mia indole,perché non eccellendo nella scrittura avevocomunque il desiderio di lasciare un’emozionee la esprimevo con la fotografia. Facevo fotodi matrimoni per campare, ma poi cercavo di scattare le foto che piacevano a me. Ora il paesaggio è cambiato e ci sono alcuniscatti irripetibili, con cui lascio qualcosa a quelli che verranno, ai giovani soprattutto, e sono contento di vedere che la miatestimonianza fotografica è servita a portareinteresse per il territorio”.Amico dello scrittore Beppe Fenoglio, che ha più volte immortalato durante le lunghe camminate in sua compagniae con cui condivideva “un uguale amore perle Langhe”, Aldo Agnelli ha saputo coloraredi sfumature anche gli scatti più datati: “Il bianco e nero è più difficile perché la menteè abituata a vedere a colori - spiega - unpaesaggio senza colori se non è bellissimonon dice nulla, occorre lavorare conl’immaginazione per far diventare bella unavisione in bianco e nero. Quel che ho fatto l’hofatto con passione, se uno crede può riuscire,altrimenti si finisce per fare cose senz’anima”.

In alto: Bobi e Teresio, Langafotografia del 1952

ALDO AGNELLI:CRONISTA DI VOLTI E PAESAGGI

Arte

L’arteterapeuta

albese riflette

su stereotipi e falsi

miti e denuncia

le difficoltà che

incontrano ancora

oggi le donne

che scelgono

la maternità

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Scopri

L E T T E R E & C O M M E N T IBANCA

Sono un socio di Castagnole Lanze evi scrivo per una mia curiosità:all'ultima assemblea il PresidenteCerruti ha detto che duemila Soci, sericordo bene, hanno comprato delleazioni della Banca e, sempre inAssemblea, è stato deciso il dividendoper l'anno passato.Vorrei sapere se tutti i Soci possonocomprare queste azioni e cosabisogna fare.Complimenti per i nuovi locali dellafiliale di Castagnole, dove sonocliente: anche il personale è moltodisponibile e gentile.Cordiali saluti.

Giuseppe Bordino

Come comprare le azionidi Banca d’Alba?

La ringraziamo per la Sua lettera.Il Presidente Cerruti durantel’Assemblea ha effettivamentericordato che ben 2.154 Soci avevanoacquistato azioni Banca d'Alba. Il Presidente ha anche sottolineato che questo risultato ha consentito alla nostra Banca di incrementare il proprio patrimonio e di coinvolgeremaggiormente i Soci nel potenziamentodella solidità della nostra azienda.Rispondendo alla Sua domanda, Le confermiamo che tutti i Socipossono acquistare le azioni di Bancad’Alba al prezzo di euro 2,58 perazione. Il dividendo, calcolato sulvalore nominale delle azionipossedute, viene deliberatodall’Assemblea annuale dei Soci, su proposta del Consiglio di Ammini-strazione, e viene liquidato ai titolari di azioni una volta l’anno. Sottoscrivere le azioni Banca d’Alba è molto semplice, La invitiamo quindi a rivolgersi alla sua filiale, dove la direttrice e tutto il personale sonoa disposizione per i necessari chiarimenti.Riguardo agli apprezzamenti espressisui nuovi locali e sul personale della filiale di Castagnole Lanze: siamocontenti di questo Suo gradimento,perché per noi è di grande interesse il giudizio dei nostri Soci e clienti.

Cari Soci, questa pagina è uno spazio aperto a tutti coloro che vogliono condividere con lacomunità dei Soci un quesito o una riflessione.Aspettiamo i vostri commenti, dubbi osuggerimenti, che verranno pubblicati sul prossimo numero di Cento Torri. I testi troppo lunghi potranno esseretagliati o riassunti per motivi di spazio.Per aiutarci a ridurre il consumo di carta viinvitiamo a segnalarci se desiderate ricevere una sola copia della rivista in famiglia.

Sono una nuova socia della Banca che hapartecipato per la prima voltaall’assemblea che si è svolta domenica24/5 ad Alba. Mi complimento perl’accoglienza, l’ingresso e la registrazioneveloce, posti a sedere per tutti, possibilitàdi spostamenti, degustare caffè, avereacqua, servizi, maxischermo. Tutto ok. Unasola cosa non ha funzionato dal mio puntodi vista di socio, l’organizzazione per il ritirodel bellissimo omaggio e l’uscita. Non sipuò e non si deve restare in piediammassati al sole per più di un’ora peruscire: il fatto che ci venga dato un regalonon autorizza questo trattamento, alcunepersone si sono anche sentite male.Mi sono permessa di farvi questa criticaaffinché per il prossimo anno possiatetrovare alcuni miglioramenti per nonguastare questa bella giornata.

Carla Riccio, Asti

Un suggerimentoper la prossimaAssemblea

Innanzitutto La ringrazio della partecipazione e mi auguro che il Suo interesse verso la nostra BancaCooperativa non venga meno.Riguardo all’omaggio, Le confermo cheuna ressa simile non era mai successa, e nonostante una nostra attentaorganizzazione ci siamo, io per primo,trovati in una situazione molto critica e con reazioni non sempre educate.Per cui, se cercando di calmare i piùesagitati (non certo Lei) abbiamo usatofrasi o espressioni non corrette, Le chiedo scusa, in quanto si cercavaesclusivamente di tranquillizzare e di far prevalere la calma.Per quanto riguarda l’assistenza di primosoccorso, al servizio dell’Assemblea,stazionavano due ambulanze per ognievenienza. Comunque per il prossimoanno, anche in base alla Sua letteracercheremo di “trovare tutti imiglioramenti possibili per non guastarequesta bella giornata”, alla qualedesideriamo che partecipino i nostri Soci.Mi è gradita l’occasione, anche a nome della Redazione Cento Torri, per porgerLe distinti saluti.

Il Presidente Felice Cerruti

POTETE SCRIVERE:per posta: Banca d’AlbaRedazione Cento TorriCorso Italia 4, 12051 Alba (CN) per e-mail: [email protected]

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Fondazione MAGO SALES OnlusVia Bioletto, 20 – 10098 Rivoli (TO) – Tel. 011/9538353 Fax 011/9538004

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Don Silvio Mantelli, prete salesiano conosciuto come MAGO SALES, approda in molti Paesi colpiti dalla fame e dalla miseria. I suoi volontari si travestono da maghi e giocolieri per divertire chi non conosce che odio e povertà. La Fondazione interviene in Africa, Asia e Sud America con il sostegno a distanza, per liberare i bambini dalla schiavitù della guerra, della fabbrica, della strada.

BANCA D’ALBA OFFRE QUESTO SPAZIO PER SOSTENERE INIZIATIVE DI RILEVANTE INTERESSE SOCIALE

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