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6 1 LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO, VIA VERSO LA PACE Paolo VI - 1 GENNAIO 1969 La pace è intrinsecamente collegata al riconoscimento e all’instaurazione dei diritti dell’uomo. A questi fondamentali diritti corrisponde un fondamentale do- vere, che è appunto la pace. Senza la pace nessuna fiducia radicata nella giustizia e nella lealtà, senza fi- ducia nessun progresso. Solo nel clima della pace si attesta il diritto, progredisce la giustizia, respira la libertà. Se questo è il senso e il valore della pace, la pace è il dovere della sto- ria presente. La pace bisogna produrla. Dev’essere un risultato scaturito da spiriti liberi e generosi, un dovere inderogabile dei responsabili della sorte dei popoli e di ogni cittadino del mondo: tutti devono concorrere a produrre quella mentalità e coscienza che la rende possibile. La pace dev’essere dapprima negli animi, affinché poi sia negli avvenimenti. La pace esige la revisione degli abusi e coincide con la causa della giustizia. Affinché all’uomo sia garantito il diritto alla vita, alla libertà,all’eguaglianza, al- la cultura, al godimento dei beni della civiltà, alla dignità personale e sociale, occorre la pace; dove non vi è pace il diritto perde il suo volto umano. Perché pace e diritto sono reciprocamente causa ed effetto uno dell’altro. Per i cristiani la pace è il risultato dell’attuazione del disegno di sapienza e d’a- more con cui Dio ha voluto instaurare relazioni soprannaturali con l’umanità. La pace è il primo effetto di questa nuova economia divina, è un dono di Dio. Alla dignità dei cittadini del mondo la pace di Cristo aggiunge quella di figli del Padre celeste; all’eguaglianza naturale degli uomini aggiunge quella della fra- ternità cristiana. La pace di Cristo è sollecita dei diritti dell’uomo. Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 emer- ge che i diritti umani fondamentali sono bisogni vitali. Tutelare i diritti vuol dire soddisfare i bisogni; assicurare la pace significa garantire la sopravvivenza. Ma qual è il primo bisogno vitale: la sopravvivenza o la pace? Noi diciamo che la sopravvivenza diventa vita solo se arricchita di pace, solo così degna di essere vissuta.

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1 LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO, VIA VERSO LA PACEPaolo VI - 1 GENNAIO 1969

La pace è intrinsecamente collegata al riconoscimento e all’instaurazione deidiritti dell’uomo. A questi fondamentali diritti corrisponde un fondamentale do-vere, che è appunto la pace.Senza la pace nessuna fiducia radicata nella giustizia e nella lealtà, senza fi-ducia nessun progresso. Solo nel clima della pace si attesta il diritto, progredisce la giustizia, respira lalibertà. Se questo è il senso e il valore della pace, la pace è il dovere della sto-ria presente.La pace bisogna produrla. Dev’essere un risultato scaturito da spiriti liberi egenerosi, un dovere inderogabile dei responsabili della sorte dei popoli e diogni cittadino del mondo: tutti devono concorrere a produrre quella mentalitàe coscienza che la rende possibile.La pace dev’essere dapprima negli animi, affinché poi sia negli avvenimenti.La pace esige la revisione degli abusi e coincide con la causa della giustizia.Affinché all’uomo sia garantito il diritto alla vita, alla libertà,all’eguaglianza, al-la cultura, al godimento dei beni della civiltà, alla dignità personale e sociale,occorre la pace; dove non vi è pace il diritto perde il suo volto umano.Perché pace e diritto sono reciprocamente causa ed effetto uno dell’altro.Per i cristiani la pace è il risultato dell’attuazione del disegno di sapienza e d’a-more con cui Dio ha voluto instaurare relazioni soprannaturali con l’umanità.La pace è il primo effetto di questa nuova economia divina, è un dono di Dio.Alla dignità dei cittadini del mondo la pace di Cristo aggiunge quella di figli delPadre celeste; all’eguaglianza naturale degli uomini aggiunge quella della fra-ternità cristiana.La pace di Cristo è sollecita dei diritti dell’uomo.

Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 emer-ge che i diritti umani fondamentali sono bisogni vitali. Tutelare i diritti vuol dire soddisfare i bisogni; assicurare la pace significa garantire la sopravvivenza. Ma qual è il primo bisogno vitale: la sopravvivenza o la pace?Noi diciamo che la sopravvivenza diventa vita solo se arricchita dipace, solo così degna di essere vissuta.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.1)15 Per tutto questo, per le notizie sulla vostrafede nel Signore Gesù e sul vostro amoreverso tutti i fratelli, 16 io ringrazio continuamente Dio per voi.Nelle mie preghiere mi ricordo di voi: 17 al Dio del Signore nostro Gesù Cristo, alui che è il Padre glorioso, io chiedo che vifaccia il dono della sapienza che viene dalloSpirito e che egli si riveli a voi, così che voipossiate conoscerlo ancora di più. 18 Chiedo a Dio di illuminare gli occhi dellavostra mente e di farvi comprendere a qua-le traguardo egli vi chiama: così potrete co-noscere la grandiosa ricchezza che egli hapreparato per quelli che sono suoi, 19 l’immensa potenza con la quale ha agitoper noi che crediamo in lui.

Salmo 102Lascia sgorgare dal tuo cuore la gioiae traducila in lode al Signore;lascia sgorgare dal tuo cuore la gioiaRipensando ai tanti doni di Dio.

Lui perdona ogni tuo errore,ti rincuora nelle sofferenze,

ti libera dalla paura della morte,Ti fa gustare la gioia e l’amore.

Il Signore ti dà sempre fiducia,ti rinnova l’entusiasmo di viveree il tuo spirito ritorna giovanecome aquila librata nelle altezze.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)43 “Sapete che è stato detto: Ama i tuoi amicie odia i tuoi nemici. 44 Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici,pregate per quelli che vi perseguitano. 45 Facendo così, diventerete veri figli di Dio,vostro Padre, che è in cielo. Perché egli fasorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni efa piovere per quelli che fanno il bene e perquelli che fanno il male. 46 “Se voi amate soltanto quelli che vi ama-no, che merito avete? Anche i malvagi sicomportano così! 47 “Se salutate solamente i vostri amici, fatequalcosa di meglio degli altri? Anche quelliche non conoscono Dio si comportano così! 48 Siate dunque perfetti, così com’è perfettoil Padre vostro che è in cielo.

IO HO UN SOGNOIo ho un sogno… Sogno un luogo in cuii bambini e le bambine, neri e bianchi,

possono tenersi per mano e camminare insieme…Io ho un sogno… Sogno un mondo

dove riusciremo a lavorare insieme, a pregare insieme,a lottare insieme, ad andare in prigione insieme,

per difendere la libertà insieme,sapendo che un giorno saremo liberi…

Io ho un sogno… Sogno che un giorno riusciremoad estrarre dalla montagna della disperazione

una pietra di speranza…(Martin Luther King)

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2 EDUCARSI ALLA PACE ATTRAVERSO LA RICONCILIAZIONEPaolo VI - 1 GENNAIO 1970

L’umanità tende ad estendere i benefici del progresso a tutti; tende all’unità, al-la giustizia, ad una perfezione che chiamiamo pace.La pace è fine, cioè coronamento dello sforzo mediante il quale cerchiamo diorganizzare la società secondo un ordine che rispecchi giustizia e benessere.Essa non è una posizione statica, acquistata una volta per sempre; non è unatranquillità immobile. Sarebbe male intesa la definizione agostiniana che chia-ma la pace “la tranquillità dell’ordine”, se noi avessimo dell’ordine un concettoastratto e non sapessimo che l’ordine umano è un atto, più che uno stato; di-pende dalla coscienza e dalla volontà di chi lo compone e ne gode, più chedalle circostanze che lo favoriscono; e per essere davvero ordine umano èsempre perfettibile. La pace non è un livello ormai raggiunto, è un livello su-periore a cui sempre dobbiamo aspirare. Chi vorrà penetrare in questa con-vinzione scoprirà che occorre riformare le idee che guidano il mondo. Scopriràche occorre subito un’educazione ideologica nuova, l’educazione alla pace.Che la lotta possa essere necessaria, che possa essere l’arma della giustizia,che possa assurgere a dovere noi non neghiamo. Ma diciamo ch’essa non puòcostituire l’idea luce di cui l’umanità ha bisogno. La pace che conclude un con-flitto è di solito un’imposizione. Manca a questa pace, troppo spesso finta edinstabile, la completa soluzione del conflitto, cioè il perdono. Pace senza cle-menza, satura di spirito di vendetta: come può essere vera? Da una parte e dall’altra occorre l’appello a quella superiore giustizia che è il perdono, il qua-le cancella le questioni di prestigio e rende ancora possibile l’amicizia.

Abbiamo considerato la pace come una meta da raggiungere, passodopo passo, valore su valore. Ma la pace è soprattutto un senti-mento, un’esperienza emotiva da sentire, che deve diventare modo di essere e di agire. Per questo è possibile educare gli uomini alla pace, insegnare al cuore a sentire l’armonia con gli altri e con se stessi.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.6)1 Figli, davanti al Signore avete il dovere di ubbidire ai vostri genitori, perché così è giusto. 2 Il comandamento: Onora il padre e la ma-dre nella Bibbia è il solo comandamento ac-compagnato da questa promessa: 3 perché tu sia felice e possa godere lungavita sulla terra. 4 E voi, genitori, non esasperate i vostri figli,ma date loro un’educazione e una disciplinadegna del Signore.

Salmo 72Dio è veramente buono e compassionevolecon gli uomini onesti, dal cuore retto,con chi crede nei valori moralie li incarna nelle sue scelte di vita.

La mia vita è preziosa per te,la tua mano la protegge,la tua parola la guidaad un futuro di pace.

Cosa c’è di più arricchente nella vitaDella tua vicinanza, Signore?Non cerco altro, nient’altro,questo solo mi basta!

Senza di te mi è impossibile vivere;tradirti è più amaro della morte.Mia sicurezza è rimanerti vicino,mio impegno annunciare il tuo amore.

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6)25 Attraversato il lago, trovarono Gesù e glidissero: – Maestro, quando sei venuto qui? 26 Gesù rispose: – Voi mi cercate, ma nonper i segni miracolosi! Ve lo dico io: voi micercate solo perché avete mangiato il panee vi siete levati la fame. 27 Non datevi da fare per il cibo che si con-suma e si guasta, ma per il cibo che dura econduce alla vita eterna. Ve lo darà il Figliodell’uomo. Dio ha messo in lui il suo segnodi approvazione.28 La gente domandò a Gesù:– Quali sono le opere che Dio vuole da noi?Siamo pronti a farle!29 Gesù rispose: – Un’opera sola Dio vuoleda voi, questa: che crediate in colui che Dioha mandato.

INTENZIONI DI PREGHIERA

* Perché le Chiese d’Africa diano concretezza ed impulso al rinnovamento spirituale dei cattolici per una presenza cristiana

più credibile e coraggiosa nella cultura e nello sviluppo della società africana.

Venga il tuo regno, Signore

* Perché avvenga la riconciliazione e la pace tra le diverse etnie che compongono il Continente africano.

* Perché la Chiesa cattolica che è in Africa sia sensibile e responsabile del primo annuncio del Vangelo in tutto il mondo.

Affinché la preghiera di Cristo venga pienamente esaudita,affinché Padre, Figlio e fedeli siano perfettamente una cosa sola.

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3 LA VERITÀ, FORZA DELLA PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1980

Se è certo che la verità serve la causa della pace, è altresì indiscutibile che la“non-verità” va di pari passo con la causa della violenza e della guerra. Per“non-verità” bisogna intendere tutte le forme di disprezzo della verità: la men-zogna, l’informazione parziale e deformata, la propaganda settaria, la manipo-lazione dei mezzi di comunicazione e simili. La violenza ha bisogno della men-zogna nel tentativo di assicurarsi una rispettabilità dinanzi all’opinione mondia-le. Accuse selettive, insinuazioni perfide, manipolazione delle informazioni, di-scredito gettato contro l’avversario, ricatto e intimidazione. Alla base c’è unaconcezione errata dell’uomo e dei suoi dinamismi costitutivi. La falsità fonda-mentale è di non credere nell’uomo in tutto il suo potenziale di grandezza, maanche nel suo bisogno di redenzione dal male e dal peccato che è in lui.Costruire la pace richiede la restaurazione della verità, il che significa chia-mare con il loro nome gli atti di violenza, intraprendere uno sforzo costante pernon utilizzare noi stessi le armi della menzogna, rafforzare la convinzione cheil riconoscimento della vera natura dell’uomo lo porta all’incontro, al rispettoreciproco, alla fraternità e alla pace.La verità non consente di disperare dell’avversario. L’uomo di pace, che essa ispira, non riduce l’avversario all’errore, nel quale lo vede soccombere. Al contrario, egli riduce l’errore alle sue reali proporzioni e fa appello alla ragione, al cuore e alla coscienza dell’uomo, per aiutarlo a riconoscere e adaccogliere la verità.Una delle grandi menzogne che avvelenano le relazioni tra individui e gruppiconsiste nel non prendere in considerazione tutti gli aspetti, anche giusti e buoni,della sua azione. Non c’è pace se non c’è disponibilità al dialogo sincero e continuo.In politica fare la verità che rafforza la pace significa avere il coraggio di met-tere in luce le controversie latenti; riaprire al momento opportuno i “dossiers”riguardanti problemi momentaneamente sospesi, mediante leggi e accordi cheservano ad evitare la loro esasperazione; avere il coraggio di prevedere l’av-venire: prendere in considerazione le nuove aspirazioni compatibili con il be-ne che sorgono con il progresso della cultura, al fine di adattare le istituzioninazionali e internazionali alla realtà di una umanità in cammino.

Dov’è diretto il genere umano? Dove vuole arrivare attraverso il progresso ela tecnologia? La rotta smarrita porta verso una meta che non dà soddisfa-zione, nemmeno a chi la persegue. Il denaro è diventato il motore del mon-do, rinforzo obbligato ad ogni azione e pensiero. Il potere, ciò che fa sentireimportanti, diventa strumento di possesso, che rischia di essere l’unico mo-do di relazionarsi con le cose e le persone.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.2)1-2 Anche voi, tempo fa, vi comportavate allamaniera di questo mondo, ubbidivate al capo delle potenze che regnano tra cielo eterra, cioè a quello spirito maligno che oraagisce negli uomini i quali si ribellano contro Dio. Così, avendo commesso moltierrori e molti peccati, eravate senza vita. 3 Del resto, anche tutti noi siamo stati ribelli,come loro: un tempo seguivamo le vogliedella nostra fragile natura, facevamo tuttociò che voleva il nostro corpo e la nostramente corrotta; così che, naturalmente,avremmo dovuto meritare la condanna di Dio, come tutti gli altri.

Salmo 84Signore, sempre ci sei stato vicinoe tante volte hai rinnovato la nostra situazione: hai perdonato i nostri sbagli,hai dimenticato i nostri tradimenti.

Torna a vivere con noi, a darci coraggio e gioia; mostraci il tuo volto di tenerezzae aprici il cuore alla fiducia.

Sì, sono sicuro che Dio ci porterà salvezza,che la nostra terra gusterà ancora una voltala sua amorosa presenza e i frutti del suoamore.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.11)28 “Venite con me, tutti voi che siete stanchie oppressi: io vi farò riposare. 29 Accogliete le mie parole e lasciatevi istrui-reda me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, 30 perché quel che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero”.

L’uomo che non è capace

di sognare

L’uomo che non è capace di sognare è un povero diavolo, un eunuco.L’uomo che è capace di sognaree di trasformare i suoi sogni in realtàè un rivoluzionario.L’uomo che è capace di amaree di fare dell’amore uno strumento per il cambiamentoè anch’egli un rivoluzionario.Il rivoluzionario quindi è un sognatore,è un amante, è un poeta,perché non si può essere rivoluzionarisenza lacrime negli occhi e senza tenerezza nelle mani.

(Thomas Borge)

Come Maria

Aiutami, Signore, ad essere come Maria per tutti,colei che attende senza stancarsi,che ascolta senza fatica,che accoglie con bontà,che dà con amore.Colei che si è sempre certi di trovarequando se ne ha bisogno.Aiutami ad essere presenza sicuraa cui ci si può rivolgere quando lo si desidera;ad offrire un’amicizia riposante,che arricchisce con Te e per Te;aiutami ad irradiare una pace gioiosa:la Tua pace, Signore;ad essere raccolto in Te,ed accogliente con tutti.Il Tuo pensiero non mi abbandoniperché io possa rimanere nella Tua veritàe non venir meno alla Tua legge d’amore.E così, come Maria,senza compiere opere straordinarie,senza vanagloria,che io possa aiutare gli altria sentirti più vicinoperché la mia anima Ti accoglie ad ogni istante. Amen

(Suor Maria Pia Giudici)

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4 PER SERVIRE LA PACE RISPETTA LA LIBERTÀGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1981

È necessario che comprendiamo qual è la vera libertà, radice e frutto della pace. La libertà nella sua essenza è connaturale alla persona umana, segnodistintivo della sua natura e trova il proprio fondamento nella dignità trascen-dente della persona: una dignità donata da Dio, suo creatore, che la orientaverso Dio. L’uomo è inseparabile dalla libertà, che costituisce un suo dirittofondamentale. L’uomo è libero perché possiede la facoltà di autodeterminarsiin funzione del vero e del bene, perché possiede la facoltà di scegliere, “mos-so e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso interno o per mera coazione esterna”.L’uomo deve poter fare le sue scelte in funzione dei valori ai quali concede la propria adesione; egli si mostrerà in ciò responsabile, ed è compito dellasocietà favorire questa libertà, tenendo conto del bene comune.La libertà non è solamente un diritto per sé, è anche un dovere nei riguardi degli altri. Per servire veramente la causa della pace, la libertà di ognuno deverispettare le libertà e i diritti degli altri. In questo rispetto essa trova il suo limi-te, ma anche la sua logica e la sua dignità, perché l’uomo è un essere sociale.La vera libertà non è promossa nella società permissiva, la quale confonde la libertà con la licenza di fare qualunque scelta.Il rispetto della libertà dei popoli e delle nazioni è una parte integrante della pace. Senza la volontà di rispettare la libertà di ogni popolo sarà difficile crea-re le condizioni della pace.La migliore garanzia della libertà poggia sulla responsabilità delle persone,perché la libertà dev’essere incessantemente conquistata e cammina di paripasso col senso della responsabilità. Non si possono rendere liberi gli uominisenza renderli al tempo stesso più coscienti delle esigenze del bene comunee più responsabili.

Un dialogo sincero fra i paesi donatori e quelli destinatari del suddel mondo può offrire molte nuove opportunità di promozione dello sviluppo umano.Questa collaborazione dovrebbe essere intesa come una politicamirata all’autosviluppo del paese ricevente e non all’assistenzialismo,per uscire dalla dimensione dei giorni nostri, di un nuovo colonia-lismo travestito da aiuto umanitario.

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INTENZIONI* Affinché ciascun individuo si impe-gni nella ricerca di vie di sviluppo che permettano di conservare le antiche e nobili culture di ciascun popolo come base di un’esistenza da uomini e come dono all’interafamiglia umana.

* Per tutti i popoli in guerra affinché si sentanorafforzati dallo Spirito Santo nella costruzionedelle loro nazioni e nel lavoro per la pace e la giustizia.

* Affinché ciascuno di noi possa essere rinnovato negli ideali cristiani di giustizia e libertà in modo da acquisire migliore coscienzanel donarsi per le necessità degli altri nel rispetto delle loro aspirazioni.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.5)21 A causa del rispetto che dovete avere per Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri. 22 Le mogli ubbidiscano al marito come al Signore. 23 Perché il marito è capo della moglie, comeCristo è capo della Chiesa; anzi, Cristo è ilsalvatore della Chiesa che è il suo corpo. 24 E come la Chiesa è sottomessa a Cristo,così anche le mogli ubbidiscano in tutto alloro marito. 25 E voi, mariti, amate le vostre mogli comeCristo ha amato la Chiesa, fino a sacrificarela sua vita per lei. 26 Cristo ha sacrificato sé stesso per fare inmodo che la Chiesa fosse santa, purificatadall’acqua e dalla sua parola; 27 per vederla davanti a sé piena di splendore,senza macchia né ruga, senza difetti. Egli l’ha voluta santa e immacolata. 28 Anche i mariti devono amare così la moglie,come amano il loro proprio corpo. Infatti chiama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai ha odiato il proprio corpo,anzi ciascuno lo nutre e lo cura. Così fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché noi tutti formiamo il suo corpo. 31 La Bibbia dice: Perciò l’uomo lascerà suopadre e sua madre e si unirà alla sua donnae i due saranno una cosa sola. 32 Si tratta qui di una grande e misteriosa ve-rità e io dico che riguarda Cristo e la Chiesa. 33 Comunque riguarda anche voi: perciò ciascuno ami la propria moglie come sestesso, e la moglie rispetti il proprio marito.

Salmo 116Lodate il Signore,abitanti di tutta la terra;

ognuno nella sua lingua e culturacanti al Signore del mondo,perché grande è il suo amore per l’uomo:amore fortecome quello di giovani amanti,amore fedelecome quello di sposi maturi.

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6)1 Dopo un po’ di tempo, Gesù attraversò illago di Galilea, detto anche di Tiberìade. 2 Molta gente gli andava dietro, perché vedevano i segni miracolosi che facevaguarendo i malati. 3-4 Mancavano pochi giorni alla festa ebraicadella Pasqua. Gesù salì sulla montagna, esi sedette lì con i suoi discepoli. 5 Poi si guardò attorno, e vide tutta la genteche era venuta. Allora disse a Filippo:– Dove potremo comprare il pane necessa-rio per sfamare questa gente?6 Gesù sapeva benissimo quello cheavrebbe fatto, ma diceva così per metterealla prova Filippo.7 Filippo rispose: – Duecento monete d’ar-gento non basterebbero neppure per dareun pezzo di pane a tutti. 8 Un altro discepolo, Andrea che era fratellodi Simon Pietro, disse:9 C’è qui un ragazzo che ha cinque pagnotted’orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla,per tanta gente!10 Gesù ordinò: – Dite alla gente di sedersiper terra. Il terreno era erboso, e tutti si sedettero in terra. Erano circa cinquemila. 11 Gesù prese il pane, fece una preghiera di ringraziamento, poi cominciò a distribuirea tutti pane e pesce a volontà.

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5 LA PACE, DONO DI DIO AFFIDATO AGLI UOMINIGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1982

La pace non è tanto un equilibrio tra interessi materiali divergenti, ma piutto-sto un bene di ordine essenzialmente umano, proprio dei soggetti umani e,dunque, di natura razionale e morale, frutto della verità e della virtù. Essa ri-sulta dal dinamismo delle volontà libere, guidate dalla ragione verso il benecomune. Questo ordine razionale e morale poggia sulla decisione della co-scienza degli esseri umani alla ricerca di un’armonia nei loro rapporti recipro-ci, nel rispetto della giustizia e dei diritti umani inerenti a ciascuna persona.Non si vede come un tale ordine morale potrebbe rescindere da Dio, che èfonte primaria dell’essere, verità essenziale e bene supremo. Già in questosenso, la pace viene da Dio come dal suo fondamento: essa è un dono di Dio.Ma l’uomo non è mai dispensato dalla responsabilità di ricercarla e di sforzar-si di stabilirla. Il dono divino della pace, dunque, è sempre anche una conqui-sta ed una realizzazione umana, perché esso è proposto all’uomo per essereaccolto liberamente ed attuato progressivamente mediante la sua volontàcreatrice.Se la formazione di una società politica ha come scopi l’instaurazione dellagiustizia, la promozione del bene comune, la partecipazione di tutti, allora lapace non si realizzerà che nella misura in cui questi tre imperativi saranno veramente rispettati.Essendo il peccato e l’odio a far da ostacolo alla pace con Dio e con gli altri,Cristo l’uno e l’altro ha distrutti mediante l’offerta della sua vita.L’ottimismo cristiano non giustifica in realtà alcuna illusione. Per il cristiano, la pace sulla terra è sempre una sfida, a motivo della presenza del peccato nelcuore dell’uomo.

Lo sviluppo deve essere delle persone, promosso dalle personeper le persone.La gente deve avere la possibilità di investire nello sviluppo le proprie potenzialità, di sfruttare le proprie capacità, di essere coin-volta in tutti gli aspetti della vita. Affinché si possa parlare di sviluppo partecipato è necessario che le persone siano al centro.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.2)11 Ricordate: voi, per nascita, non sieteEbrei. Gli Ebrei vi chiamano i “non circonci-si”, mentre chiamano se stessi “i circoncisi”a causa del segno fatto sui loro corpi. 12 Voi eravate lontani dal Cristo; eravatestranieri, non appartenevate al popolo diDio; eravate esclusi dalle sue promesse edalla sua alleanza; eravate nel mondo per-sone senza speranza e senza Dio. 13 Ora invece, uniti a Cristo Gesù per mezzodella sua morte, voi, che eravate lontani,siete diventati vicini. 14 Infatti Cristo è la nostra pace: egli ha fattodiventare un unico popolo i pagani e gliEbrei; egli ha demolito quel muro che li separava e li rendeva nemici. Infatti, sacrificando se stesso, 15 ha abolito la legge giudaica con tutti i rego-lamenti e le proibizioni. Così, ha creato unpopolo nuovo, e ha portato la pace fra loro; 16 per mezzo della sua morte in croce li hauniti in un solo corpo, e li ha messi in pacecon Dio. Sulla croce, sacrificando se stesso,egli ha distrutto ciò che li separava.

Salmo 102Liberazione è il lavoro del Signore,liberazione di tutti gli oppressi.La storia passata ce lo ha mostratoIn tanti fatti e persone.

Buono e paziente è il Signore,forte e insieme compassionevole,capace di quella dolce tenerezzache sgorga da un grande amore.

Quando sbagliamo con stupido orgoglionon se la lega al dito,non continua a rinfacciarceloe non ci tiene il broncio.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.12)15 Quando Gesù venne a sapere queste cose, andò in un altro luogo. Molta gente lo seguì; ed egli guarì tutti i malati, 16 ma raccomandò severamente di non dirloa nessuno. 17 Così si realizzò quel che Dio aveva dettoper mezzo del profeta Isaia:18Ecco il mio servo, quello che io ho scelto, – dice il Signore; –È lui che io amo, lui ho mandato.A lui darò il mio Spirito, e dirà a tutti i popoli che io li giudicherò.19 Non farà discussioni, non griderà, non terrà discorsi nelle piazze.20 Se una canna è incrinata, non la spezzerà;se una lampada è debole, non la spegnerà.Farà sempre così, fino a quando non avràfatto trionfare la giustizia;21 ed egli sarà per tutti i popoli una speranza.

Il senso della vitaSignore, stasera,

mentre passeggiavo immerso nel deserto

del mio amore,

ho incontrato una bambina che piangeva.

Le ho sollevato il capo

per leggere nei suoi occhi

e il suo dolore mi ha sconvolto.

Signore,

se io rifiuto di conoscerlo,

rifiuto una parte del mondo

e non avrò terminato la mia opera.

Non che io voglia distogliermi dai grandi fini,

ma quella bambina deve essere consolata.

Perché soltanto allora

il mondo andrà bene.

Anch’essa è il contrassegno del mondo.

(F. de Saint-Exupéry)

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6 IL DIALOGO PER LA PACE, UNA SFIDA PER IL NOSTRO TEMPOGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1983

Tutti sono sollecitati dalla necessità di preparare una vera pace, di mantener-la o di ristabilirla. Il dialogo è condizione essenziale. È difficile, ma possibile.Quando vi sono stati conflitti fu perché il dialogo non aveva avuto luogo, o erastato falsato, trasformato in una trappola, volontariamente ridotto. Il dialogoper la pace è sempre possibile. La convinzione poggia sulla considerazionedella natura profonda dell’uomo. Gli uomini sono capaci di superare anche leopposizioni che paiono radicali. Il dialogo esige apertura e accoglienza: cheogni parte esponga i propri elementi, ma ascolti anche l’esposizione dell’altraparte e la recepisca sinceramente. Il dialogare suppone che ciascuno accettiquesta differenza e questa specificità dell’altro, prenda la misura di ciò che losepara dall’altro, e l’assuma senza rinunciare a ciò che sa essere vero e giu-sto, e senza pretendere di ridurre l’altro ad un oggetto, ma stimandolo comesoggetto intelligente, libero e responsabile.Il dialogo è la ricerca di ciò che è comune agli uomini e poggia sul rispetto del-la vita umana. Esso è una scommessa sulla socievolezza degli uomini, sullaloro vocazione a camminare insieme mediante un incontro convergente delleintelligenze, delle volontà, dei cuori, verso lo scopo che il Creatore ha fissato:rendere la terra abitabile per tutti e degna di tutti.Il dialogo tra le nazioni deve essere basato sulla convinzione che il bene di un popolo non può realizzarsi contro il bene di un altro popolo: tutti hanno i medesimi diritti.Uno speciale appello a chi lavora nei mass-media: dolorosi avvenimenti hanno confermato l’importanza di un’opinione illuminata, affinché un conflittonon degeneri in guerra. L’opinione pubblica, infatti, può frenare le tendenzebellicose o, al contrario, appoggiare tali tendenze fino all’accecamento. Pesa-te la vostra responsabilità e mettete in luce col massimo di obiettività i diritti, i problemi e le mentalità di ognuna delle parti, al fine di promuovere la com-prensione e il dialogo.

Da piccoli gesti si può arrivare a grandi azioni, da un pensiero agrandi rivoluzioni, da una persona si può arrivare a tutto il mondo.L’uomo è inserito in una realtà storica ed è a questa che si deve rivolgere per dare significato e direzionalità alle proprie azioni. Ma non è solo, e con fiducia e speranza, fratellanza e cooperazione,può fare della comunità lo sfondo di ogni pensiero e il terreno ferti-le ad ogni cambiamento.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.4)E così si costruisce il corpo di Cristo, 13 fino a quando tutti assieme arriveremo al-l’unità, con la stessa fede e con la stessaconoscenza del Figlio di Dio; finché divente-remo uomini perfetti, degni della infinitagrandezza di Cristo che riempie l’universo. 14 Non saremo allora più come bambini messi in agitazione da ogni nuova idea,portati qua e là come dal vento. Gli uominiche agiscono con inganno e con astuzianon potranno più farci cadere nell’errore. 15 Al contrario, vivremo nella verità e nell’a-more, per crescere continuamente e per avvicinarci sempre più a Cristo. Egli è il capo; 16 e ogni parte del corpo collegata dalle giunture che lo tengono bene unito, riceveda lui quella forza che fa crescere tutto ilcorpo, nell’amore.

Salmo 45Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso,l’amico degli uomini ci protegge.Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso,non saremo prigionieri dell’angoscia.

Basterebbe una sua parola per vedere tremare di paura i potenti; con le super-potenze sparirebbe finalmente la divisionedel mondo in blocchi contrapposti.

Il Signore è presente nella storiae la guida al traguardo fissato;non ascolteremo gli uccelli del malaugurioper diventare pessimisti con loro.

Lui continua a far maturare fra noiuomini pieni di speranza che ci infondono coraggio.Ci riconosciamo nel popolo dei credenti in lui.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18)15 “Se un tuo fratello ti fa del male, va’ a trovarlo e mostragli il suo errore, ma senzafarlo sentire ad altri. Se ti ascolta, avrai ricuperato tuo fratello. 16 “Se invece non vuole ascoltarti, fatti ac-compagnare da una o due persone, perchésia fatto come dice la Bibbia: Ogni questionesia risolta mediante due o tre testimoni.17 “Se non vuole ascoltare nemmeno loro,va’ a riferire il fatto alla comunità dei credenti.Se poi non ascolterà neppure la comunità,consideralo come un pagano o un estraneo.

Solo da mani piantate nel sentimento del mondo,nasce la pace.

Respira e fatica in bocche piene di terra.Si svela in occhi aperti

agli occhi di tutti.Raccolgo schegge di pace su cose lavorate da mani,e riflesse un po’ dovunque tra sentieri nel tempo.

Le ricompongo con paziente pensareper capirne il disegno.

Ho appena due mani e il sentimento del mondoper far pace.

(Da “Ho appena due mani e il sentimento del mondo” di Giulio Alberto Girardello)

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7 LA PACE NASCE DA UN CUORE NUOVOGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1984

È mia profonda convinzione, è il filo conduttore della Bibbia e del pensiero cristiano, è un’intuizione di molti, che la guerra prenda origine dal cuore del-l’uomo. È l’uomo che uccide e non i suoi missili. Il “cuore”, nel senso biblico,è il fondo più intimo della persona nella sua relazione col bene, con gli altri,con Dio. Non si tratta tanto della sua affettività, ma piuttosto della sua co-scienza, del sistema di pensiero al quale essa si rifà, delle passioni che lacoinvolgono. La sregolatezza del cuore è quella della coscienza. Nella misurain cui gli uomini si lasciano sedurre da sistemi che fanno della lotta contro glialtri la condizione del progresso, essi si chiudono in una mentalità di guerra.Al di là dei sistemi ideologici, sono anche le passioni che sviano il cuore e lo spingono alla guerra. Le passioni nascono spesso da reali frustrazioni, maa volte le passioni sono alimentate di proposito. Una volta scatenate le lotte,l’ostilità non fa che crescere, poiché si nutre delle atrocità che si accumulano.Il fatto, dunque, di ricorrere alla violenza e alla guerra deriva in ultima analisidal peccato dell’uomo, dall’accecamento del suo spirito e dalla sregolatezzadel suo cuore. Il ristabilimento della pace sarebbe illusorio se non ci fosse unvero mutamento del cuore. La fede cristiana ha un termine per questo cam-biamento: "conversione". Questa trasformazione in profondità esige il corag-gio dell’umiltà e della lucidità; essa deve raggiungere la mentalità collettiva,partendo dalla coscienza delle persone.Riscopriamo la forza della preghiera, che è accogliere la grazia che ci cambia;lo Spirito, unito al nostro spirito, ci impegna a conformare la nostra vita alla parola di Dio.

Il termine shalom ha un significato molto più ricco di quello che poi normalmente associamo al termine pace. Significa armonia,pienezza, e include benessere e raggiungimento di una identità personale. Interessa tutte le dimensioni della vita, abbracciando lavita personale e quella familiare, così come l’ambito della società,sia nazionale che internazionale. È più della limitata sicurezza poli-tica che oggi è spesso chiamata pace. Shalom indica piuttostoquella realtà divina che comprende i doni della giustizia, della pacee della salvaguardia del creato nelle loro relazioni reciproche.

(Dal documento finale Assemblea Ecumenica di Basilea 1989)

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.1)1 Io, Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, scrivo ai fratelli della città di Èfeso che credono in Cristo Gesù: 2 Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore, diano a voi grazia e pace.3 Benedetto sia DioPadre di Gesù Cristo nostro Signore.Egli ci ha uniti a Cristo nel cielo,ci ha dato tutte le benedizioni dello Spirito.4 Prima della creazione del mondoDio ci ha scelti per mezzo di Cristo,per renderci santi e senza difetti di fronte a lui.Nel suo amore5 Dio aveva deciso di farci diventare suoi figli per mezzo di Cristo Gesù.Così ha deciso, perché così ha volutonella sua bontà.

Salmo 14Signore, chi è un vero credente?Chi può celebrare con gioia la tua lode,cantare i tuoi salmi all’alba e al tramonto?

Chi è onesto fino in fondocon se stesso e con gli altrie affronta i problemi con senso di giustizia;

chi dice la verità,anche quando gli è scomoda,e non trincia giudizi sugli altri;

chi sa dire con coraggiobene al benee male al male.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)1 Vedendo che c’era tanta gente Gesù salìverso il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono a lui2 ed egli cominciò a istruirli con queste parole:3 “Beati quelli che sono poveri di fronte a DioDio darà loro il suo regno. 4 Beati quelli che sono nella tristezza:Dio li consolerà.5 Beati quelli che non sono violenti:Dio darà loro la terra promessa. 6 Beati quelli che desiderano ardentementequello che Dio vuole: Dio esaudirà i loro desideri.7 Beati quelli che hanno compassione degli altri:Dio avrà compassione di loro.8 Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio.9 Beati quelli che diffondono la pace:Dio li accoglierà come suoi figli.10 Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio:Dio darà loro il suo regno.11 Beati siete voi quando vi insultano e vi per-seguitano, quando dicono falsità e calunniecontro di voi perché avete creduto in me.12 Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa:infatti, prima di voi, anche i profeti furonoperseguitati.

HO DIPINTO LA PACEAvevo una scatola di colori.Brillanti, decisi, vivi.Avevo una scatola di colori.Alcuni caldi, altri molto freddi.Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.Non avevo il nero per il pianto degli orfani.Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.

Non avevo il giallo per la sabbia ardente.Ma avevo l’arancio per la gioia della vita,e il verde per i germogli e i nidi,e il celeste dei chiari cieli splendenti,e il rosa per il sogno ed il riposo.Mi sono seduta ed ho dipinto la pace.

(Tali Sorek)

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8 LA PACE E I GIOVANI CAMMINANO INSIEMEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1985

Il primo invito che rivolgo ai giovani è questo: Non abbiate paura! In voi vedouna nuova consapevolezza della vostra responsabilità ed una schietta sensi-bilità per i bisogni della comunità umana. Alcuni possono esser tentati di fug-gire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fu-gaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’in-differenza, nel cinismo e nella violenza.Fra le domande che dovete porre a voi stessi, la prima è: qual è la vostra ideadell’uomo? Che cosa costituisce la dignità e la grandezza di un uomo? Chie-detevi quale tipo di persone volete essere, quale tipo di cultura volete forgiare.La prima domanda conduce ad un’altra domanda: chi è il vostro Dio? Un essere umano, “immagine visibile del Dio invisibile”, non può rispondere alla domanda circa chi sia lui senza dichiarare al tempo stesso chi sia il suoDio. La risposta che date a queste domande determinerà il modo in cui risponderete alle grandi sfide della pace e della giustizia.I giovani non devono accontentarsi di un istintivo desiderio di pace: tale desi-derio dev’essere trasformato in una convinzione morale che abbraccia tuttol’ambito dei problemi umani e costruisce valori profondamente apprezzati. Voidovete ascoltare la verità, e per questo avete bisogno della purezza di cuore;voi dovete comprenderla, e per questo avete bisogno di una profonda umiltà;voi dovete sottomettervi ad essa e condividerla, e per questo avete bisognodella forza per resistere alle tentazioni dell’orgoglio, dell’egoismo e della manipolazione. Voi dovete formare in voi stessi un profondo senso di respon-sabilità. Quali che siano i sentieri per i quali v’incamminate, fate ciò con spe-ranza e fiducia: speranza nel futuro che, con l’aiuto di Dio, voi potete costruire;fiducia nel Dio che veglia su di voi in tutto ciò che dite e fate.

C’è oggi un ampio accordo sul fatto che non ci si possa limitareall’idea di “pace negativa”, intesa come semplice assenza di guer-ra e di violenza diretta (generata dai soggetti sociali), ma si debbainvece intendere la pace in senso positivo, cioè come quella con-dizione della società nella quale è assente anche la violenza strut-turale (generata dalla struttura), ovvero sono realizzati alcuni valori/diritti/bisogni fondamentali inseparabili tra loro, in particolare: libertà, giustizia, diritto alla vita, equilibrio ecologico, ben-essere.

(Daniele Novara - SCEGLIERE LA PACE - Guida Metodologica - Gruppo Abele)

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.1)6 A Dio dunque sia lode, per il dono meraviglioso che egli ci ha fatto per mezzo di Gesù suo amatissimo Figlio7 Perché Cristo è morto per noi e noi siamo liberati;i nostri peccati son perdonati.Questa è la ricchezza della grazia di Dio.8 Egli l’ha data a noi con abbondanza.Ci ha dato la piena sapienzae la piena intelligenza:9 ci ha fatto conoscere il segreto progettodella sua volontà: quello che fin da principiogenerosamente aveva deciso di realizzare per mezzo di Cristo.10 Così Dio conduce la storia al suo compimento: riunisce tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra sotto un unico capo, Cristo.

Salmo 32Lodate il Signore, o credenti,non stancatevi mai di benedirlo;il coro intoni i suoi canti festosie lo accompagnino tutti i fedeli.

Su una nuova melodia musicaleadattate un brano della Parolaperché essa è viva, efficace,più penetrante di una spada a due tagli.

Perché dite e proclamate, o potenti:“Questo è mio, è proprietà dello Statoe lo gestisco senza controllicome strumento del mio potere”?

Le armi e le prove di forzanon creano certo il dirittoe soprattutto non portano pacee una giusta divisione dei beni.

Non è Dio a ispirare i proclamienunciati purtroppo a suo nome;Dio sconfessa tutti i progettibasati sul principio della forza.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)13 “Siete voi il sale del mondo. Ma se il saleperde il suo sapore, come si potrà ridar-glielo? Ormai non serve più a nulla; non resta che buttarlo via, e la gente lo calpesta. 14 Siete voi la luce del mondo. Una città costruita sopra una montagna non può rimanere nascosta. 15 Non si accende una lampada per metterlasotto un secchio, ma piuttosto per metterlain alto, perché faccia luce a tutti quelli chesono in casa. 16 Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il beneche voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo.

Caos nel mondo. Povertà ovunque. Divisione fra gli uomini. Guerra fra i popoli.

Da nessuna parte pace.Abbiamo voltato le spalle al Tuo amore, eppure siamo costretti

a confidare in Te.Da Te viene l’aria che respiriamo. Senz’aria siamo morti,

incapaci di muoverci, imputriditi.Signore, fa’ che comprendiamo il Tuo amore,

con i fratelli, neri, bianchi, rossi o gialli che siano.Fa’ del mondo un cesto di colori nella Tua mano possente

e fa’ che in questo cesto ci sia pace.(Anonimo)

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9 SVILUPPO E SOLIDARIETÀ: DUE CHIAVI PER LA PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1987

Paolo VI: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”.Può stabilirsi una pace genuina senza il riconoscimento effettivo di quella verità secondo cui noi siamo tutti eguali in dignità, perché siamo stati formatia immagine di Dio, nostro Padre? Riconoscere la solidarietà sociale della fa-miglia umana comporta la responsabilità di edificare su ciò che ci rende una sola cosa, promuovere l’eguale dignità di tutti come esseri umani, dotatidi fondamentali e inalienabili diritti.Lo spirito umano risponde con grande generosità alle sofferenze degli altri. In queste risposte possiamo trovare una crescente attuazione di quella soli-darietà sociale, che proclama che noi siamo una cosa sola, che dobbiamo riconoscere questa unicità.Non mancano gli ostacoli alla solidarietà derivanti da posizioni politiche e ideo-logiche, in particolare la xenofobia, la chiusura arbitraria dei confini cosicchéle persone sono private della capacità di spostarsi, le ideologie che predicanoodio o diffidenza, il terrorismo.Paolo VI fu tra i primi a richiamare l’attenzione sul fatto che il progresso eco-nomico è insufficiente e richiede anche il progresso sociale. Insisteva sul fat-to che lo sviluppo dev’essere integrale, cioè dev’essere sviluppo di ciascunapersona e dell’intera persona. Non è più questione semplicemente di migliorarecerte situazioni o condizioni economiche. Lo sviluppo diventa una questione dipace, perché aiuta a raggiungere ciò che è bene per gli altri e per la comunitàumana nella sua interezza.C’è un’altra minaccia per la pace: la crisi della famiglia. La famiglia è la cellulafondamentale della società, il primo luogo dove avviene o non avviene lo sviluppo.

Se il fine dello sviluppo non è la crescita, l’assenza di crescitaspesso ne rappresenta la fine. Per raggiungere lo sviluppo umanobisogna promuovere una più equilibrata crescita economica e unosviluppo più partecipato. Incrementare il reddito nazionale, ma as-sicurare uno stretto legame tra crescita economica e benessereumano.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.3)1 Per questo motivo, io, Paolo, rivolgo a Diouna preghiera... A causa di Cristo ora io so-no in prigione, per voi che non siete Ebrei. 2 Penso che abbiate sentito parlare dell’inca-rico che Dio, nella sua bontà, mi ha affidatoe che riguarda voi. 3 Io ho ricevuto una rivelazione che mi hafatto conoscere il progetto segreto di Dio.Già nelle pagine precedenti ve ne ho scritto, 4 e leggendo potete capire fino a che puntoconosco quel segreto che riguarda GesùCristo. 5 Nei tempi passati, questo progetto segretonon è stato manifestato agli uomini; ai no-stri giorni invece, per mezzo dello SpiritoSanto, esso è stato rivelato ai santi apostolie profeti di Dio. 6 E il segreto è questo: anche i pagani ac-colgono il messaggio della parola di Dio e siuniscono a Gesù Cristo, ricevono la stessaeredità che Dio ha promesso al suo popoloe diventano un unico corpo con gli Ebrei.

Salmo 81Il Signore, Dio di giustizia,convoca un’assemblea di giudiciper verificare il loro operato,soprattutto dei disonesti e corrotti.

“Per quanto tempo ancoragiudicherete ingiustamenteapplicando arbitrariamente le leggi,usando due pesi e due misure?

Un giorno sarete giudicati anche voiche inquinate il nostro vivere insiemee l’immagine di Dio per l’uomo.Con la stessa misura sarete misurati!”

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.15)10 Poi Gesù chiamò la folla e disse: “Ascoltate e cercate di capire. 11 Non è ciò che entra nella bocca dell’uomoche può farlo diventare impuro. Piuttosto èciò che esce dalla bocca: questo può far diventare impuro l’uomo!”.12 I discepoli si avvicinarono e gli dissero:– Sai che i farisei si sono scandalizzatiascoltando le tue parole?13 Ma Gesù rispose: – Tutti gli alberi che non sono stati piantati dal Padre mio, che è in cielo, saranno strappati. 14 Lasciateli dire! Sono ciechi che voglionofar da guida ad altri ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due andranno a cadere in una fossa.15 Allora Pietro disse:– Spiegaci questa parabola.16 Ma Gesù rispose:– Anche voi non riuscite ancora a capire? 17 Non capite che quello che entra in boccava allo stomaco e quindi va a finire in una fogna? 18 Ciò che invece esce dalla bocca viene dal cuore dell’uomo e per questo può renderlo impuro. 19 Perché, è dal cuore che vengono tutti i pensieri malvagi che portano al male: gli assassinii, i tradimenti tra marito e moglie,i peccati sessuali, i furti, le menzogne, gli insulti... 20 Sono queste le cose che fanno diventareimpuro l’uomo. Invece, mangiare senza purificarsi prima le mani, questo non fa diventare impuri.

Rendici degni, o Signore,di servire i nostri simili in tutto il mondo,coloro che vivono e muoiono in povertàe indigenza.

Da’ loro oggi,attraverso le nostre mani,il pane quotidiano,e per mezzo del nostro amore comprensivodà pace e gioia.

Preghiera di Madre Teresa di Calcutta

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10 SE VUOI LA PACE RISPETTA LA COSCIENZA DI OGNI UOMOGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1991

La persona nonostante la sua fragilità ha la capacità di cercare e conoscere ilbene, di riconoscere e respingere il male, di scegliere la verità e opporsi al-l’errore. Dio, infatti, creando la persona umana, ha inscritto nel suo cuore unalegge che ognuno può scoprire e la coscienza è proprio la capacità di discer-nere e di agire secondo questa legge: obbedire ad essa è la dignità stessadell’uomo. Nessuna autorità ha il diritto di intervenire nella coscienza di alcunuomo. Questa è inviolabile. Essa, però, non è un assoluto, posto al di sopra del-la verità e dell’errore; anzi, la sua intima natura implica il rapporto con la veritàobiettiva, universale e uguale per tutti, che tutti possono e devono cercare. In questo rapporto con la verità obiettiva la libertà di coscienza trova la sua giu-stificazione, in quanto condizione necessaria per la ricerca della verità degnadell’uomo e per l’adesione ad essa. Ciò implica che tutti devono rispettare la coscienza di ognuno e non cercare di imporre ad alcuno la propria “verità”.La garanzia dell’esistenza della verità obiettiva risiede in Dio, Verità assoluta,e la ricerca della verità si identifica con la ricerca di Dio. Rivendicare il diritto di agire secondo la propria coscienza, senza riconoscere il dovere di cercaredi conformarla alla verità e alla legge inscritta nei nostri cuori da Dio stesso,vuol dire far prevalere la propria limitata opinione. Ciò è lungi dal costituire un contributo alla pace.Malgrado il costante insegnamento della Chiesa cattolica, secondo il qualenessuno deve essere costretto a credere, nei secoli conflitti sono sorti tra i cristiani e i membri di altre religioni.Lo Stato ha l’obbligo di riconoscere la libertà di coscienza, di promuoverla,sempre alla luce della legge morale naturale e delle esigenze del bene comune,oltre che nel rispetto della dignità di ognuno.

I giovani portano personalmente i segni dell’amore di Dio nel desi-derio di vita, nell’intelligenza e nel cuore. I poveri rappresentanoancor di più una realtà da cui partire, da recuperare, proprio per ildesiderio di una vita più degna, per l’intelligenza ancora da sfruttaree valorizzare e per il cuore sofferente da consolare.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.6)5 Schiavi, ubbidite ai vostri padroni di questomondo con grande rispetto e con cuore sincero, come di fronte a Cristo. 6 Non fatelo per essere visti e per far piacereai padroni; ma come servi di Cristo, fate lavolontà di Dio per convinzione, 7 e compite volentieri il vostro servizio, servendo così il Signore e non gli uomini. 8 Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavoo no, sarà ricompensato dal Signore secon-do il bene che avrà fatto. 9 E anche voi, padroni, comportatevi allostesso modo verso i vostri schiavi. Lasciateda parte le minacce e ricordate che, per lo-ro come per voi, c’è un unico Padrone incielo, il quale non fa distinzione di persone.

Salmo 60Mi prostro fino a terra riverente,ti adoro e ti prego, grande Allah,creatore e luce dell’umanitàche sorridi i tuoi raggi sul mondoe lo guidi come un faro nella notte.

Sono un giovane emigrante africanoe il mio cuore è nero d’angosciacome la mia pelle e i miei capelli,come il lavoro che mi offronoe i loro sguardi venati di razzismo.Ancora oggi, Signore, essi curano

più i cani, i gatti, i guardarobache gli affamati lazzari nerisbarcati clandestinamente nei portiCon i carghi di merci espropriate.

Solo in te è la mia fiducia, o Allah!Per me tu se più grande e potentedi tutte le potenze occidentali e del loro Dioche non amano e non pregano.Nelle tue mani affido il mio futuro!

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6)35 Gesù disse: “Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avràpiù fame; chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete. 36 Ma come vi ho già detto, non volete credere.Eppure mi avete veduto! 37 “Tutti quelli che il Padre mi dà si avvicine-ranno a me; e chi si avvicina a me con fedeio non lo respingerò. 38 Non sono venuto dal cielo per fare quelloche voglio io: devo fare la volontà del Padreche mi ha mandato. 39 E questa è la volontà del Padre che mi hamandato: che io non perda nessuno di quel-li che mi ha dato, ma lì risusciti nell’ultimogiorno. 40 Il Padre mio vuole così: chi riconosce il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Dal Kenya

Signore, non so come si deve pregare.Anche se ho sentito come pregano gli adulti,non amo il loro modo di pregare.Chiedono troppe cose.Tutto quello che io ti chiedo, o Dio,è che tu mi ascolti,

poiché nessuno mi ascolta,nessuno conosce il mio dolore.Signore, ascolta le mie lacrime.Ascolta il lamentodi tutti i ragazzi di questa nostra terra...che vengono maltrattati sfruttati e sgridati.

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11 SE CERCHI LA PACE, VA’ INCONTRO AI POVERIGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1993

Diventa sempre più grave una minaccia per la pace: intere popolazioni vivonoin condizioni di estrema povertà. La disparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evi-dente. Difendere la dignità della persona, impegnarsi per un’equa distribuzionedei beni, promuovere in modo armonico e solidale una società dove ognuno sisenta accolto ed amato. Sono questi i presupposti imprescindibili per costruirela vera pace. Dire “pace”, infatti, è dire molto di più della semplice assenza diguerre; è postulare una condizione di autentico rispetto della dignità e dei dirit-ti di ogni essere umano così da consentirgli di realizzarsi in pienezza. Uno Stato resta fragile ed instabile se non dimostra attenzione per i suoi mem-bri più deboli. Il diritto allo sviluppo dei paesi più poveri pone ai paesi svilup-pati un preciso dovere di intervento in loro soccorso.Nell’interesse della persona, e quindi della pace, è urgente apportare ai mec-canismi economici quei necessari correttivi che consentano loro di garantireuna distribuzione dei beni più giusta e più equa.E’ noto il problema della disoccupazione, con il conseguente impoverimento diindividui e famiglie.Vorrei evocare alcuni problemi che affliggono i poveri e minacciano la pace: il problema del debito estero; il problema della droga. In alcune regioni delmondo sono le popolazioni più povere a coltivare piante per la produzione distupefacenti perché i guadagni promessi costituiscono una tentazione a cuidifficilmente riescono a resistere quanti dalle coltivazioni tradizionali traggonoun reddito insufficiente.La moderazione e la semplicità devono diventare i criteri del nostro vivere quo-tidiano. La quantità di beni, consumati da una modestissima frazione della popolazione mondiale, produce una domanda eccessiva rispetto alle risorse disponibili. La riduzione della domanda costituisce un primo passo per alle-viare la povertà, se ad essa si accompagnano efficaci sforzi per assicurareuna giusta distribuzione della ricchezza mondiale.

Non è la mancanza di risorse a provocare cambiamenti, èpiù spesso la mancanza di volontà e di desiderio di farlo.Allora è sulle persone che bisogna puntare per promuovereil cambiamento, investire sulle motivazioni e sulle potenzia-lità, sulle competenze professionali ma di più sulla dispo-sizione di cuore per riuscire a fare cose laddove non sipensava nemmeno di poter arrivare.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.2)17 Come dice la Bibbia: Egli è venuto ad annun-ziare il messaggio di pace: pace a voi cheeravate lontani e pace a quelli che erano vicini.18 Per mezzo di Gesù Cristo noi tutti, Ebrei epagani, possiamo presentarci a Dio Padre,uniti dallo stesso Spirito Santo. 19 Di conseguenza, ora voi non siete piùstra-nieri, né ospiti. Anche voi, insieme congli altri, appartenete al popolo e alla famigliadi Dio. 20 Siete parte di quell’edificio che ha comefondamenta gli apostoli e i profeti, e comepietra principale lo stesso Gesù Cristo. 21 È lui che dà solidità a tutta la costruzione,e la fa crescere fino a diventare un tempiosanto per il Signore. 22 Uniti a lui, anche voi siete costruiti insiemecon gli altri, per essere la casa dove Dioabita per mezzo dello Spirito Santo.

Salmo 96Lo Spirito chiama: l’Arena è in festa,canti di gioia dai costruttori di pace,pur se osteggiato risuona l’annuncio:pace, giustizia e amore al creato.

Progetti spaziali e nuovo riarmosi squagliano al sole del Dio della vita;segregazioni, ingiustizie, torture e violenzediventano annuncio di nuove vittorie.

I falchi da preda del dio della guerrae i fabbri ferrai mercanti di mortesono scoperti, umiliati, derisi.Sarà una festa la loro rovina.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.12)46 Gesù stava parlando alla folla. Sua madree i suoi fratelli volevano parlare con lui, ma erano rimasti fuori. 47 Un tale disse a Gesù: – Qui fuori ci sonotua madre e i tuoi fratelli che vogliono parla-re con te.48 Gesù a chi gi parlava rispose:– Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli? 49 Poi, con la mano indicò i suoi discepoli edisse: – Guarda: sono questi mia madre e i miei fratelli:50 perché se uno fa la volontà del Padre mioche è in cielo, egli è mio fratello, mia sorellae mia madre.

Signore, insegnami a vedere al di là di ogni parola, un fratello. Qualcuno che si nasconde. Con la sua sofferenza e la sua gioia.Qualcuno che a volte non si fa vederecome è realmente dentro.Qualcuno che ha paura di comunicare con gli altri per timidezza,o magari perché l’ha fatto una volta enon è successo niente.Signore, fammi scoprire dietro ad ognivolto, nel profondo di ogni sguardo, un fratello.Simile a te ed allo stesso tempo com-pletamente diverso da tutti.Vorrei, Signore, trattare ciascuno alla sua maniera,come hai fatto tu

con la Samaritana, con Nicodemo, con Pietro, come fai con me.Voglio cominciare oggi stesso a capire ciascuno nel suo mondo,con le sue idee, con difetti e virtù e anche con i suoi pallini.Aiutami, Signore, a vedere tutti come li vedi tu.Ad ammirarli per l’intelligenza e la ca-pacità, ma soprattutto per la disponibilitàAd ammirare e la capacità di donarsi che c’è in loro.Che nell’altro veda te, Signore, che ti veda dentro ogni volto.

(Dialogo ed esperienze:centro pastorale giovanile di Caracas)

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12 DALLA FAMIGLIA NASCE LA PACE DELLA FAMIGLIA UMANAGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1994

La pace sembra una meta irraggiungibile. Non dobbiamo tuttavia rassegnar-ci. La pace è possibile perché iscritta nell’originario progetto divino. Dio volleper l’umanità una condizione di armonia e di pace, ponendone il fondamentonella natura dell’essere umano, creato “a sua immagine”. Tale immagine divi-na si realizza nell’individuo, ma anche nella comunione di un uomo e di unadonna, uniti a tal punto nell’amore da divenire “una sola carne”. A questa spe-cifica comunità di persone il Signore ha affidato la missione di dare la vita eprendersene cura. L’iniziale armonia fu spezzata dal peccato ma l’originariopiano di Dio permane.La famiglia resta, pertanto, il fondamento della società, costituendone, comeè detto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, “il nucleo naturalee fondamentale”. Compito specialissimo della famiglia è di contribuire ad unavvenire di pace mediante il reciproco amore dei coniugi e attraverso il compitoeducativo che impegna a formare i figli al rispetto della dignità di ogni personaed ai valori della pace. Tali valori, più che essere “insegnati”, devono essere testimoniati.La famiglia si rivela non di rado luogo di tensione e di sopraffazione, oppurevittima della violenza.La famiglia ha diritto al sostegno dello stato. Di fronte alla tendenza a legitti-mare forme di unione che per loro natura o per loro intenzionale transitorietànon possono in alcun modo esprimere il senso e assicurare il bene della fa-miglia, è dovere dello stato incoraggiare e proteggere l’autentica istituzione familiare, rispettandone la naturale fisionomia e i diritti innati ed inalienabili.Il dovere dello stato non disimpegna i singoli. Nessuno può sentirsi tranquillofinché il problema della povertà, che colpisce famiglie ed individui, non ha trovato soluzione. La pace sarà sempre insidiata finché persone e famiglie si vedranno costrette a combattere per la sopravvivenza.

La pace non è vista come qualcosa che esiste indipendentementedall’uomo, dai suoi pensieri e dalle sue azioni. È invece un punto diarrivo, una meta da raggiungere.Il percorso da fare comprende tanti passi, tanti quanti sono i valorida apprendere e da esprimere: il dialogo con gli altri, l’incontro conle altre religioni, l’assenza di pregiudizio, la valorizzazione di aspettipositivi.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.1)È la stessa energia e forza onnipotente20 che Dio ha mostrato quando ha risuscitatoCristo dalla morte e lo ha portato nel mondoceleste e gli ha dato potere accanto a sé. 21 Là, egli si trova al di sopra di tutte le autorità, le forze, le potenze di ogni genere,sia quelle di questo mondo, sia quelle delmondo futuro. 22 Infatti, come dice la Bibbia, Dio ha messotutte le cose sotto di lui e lo ha dato allaChiesa come capo supremo. 23 E la Chiesa è il corpo di Cristo. È Cristo, ilquale domina completamente tutta la realtà,è in essa pienamente presente.

Salmo 45Il Signore è per noi rifugio e forza,con lui ci sentiamo rassicuratiquando ci prende l’angosciaper la situazione attuale del mondo.

Costruiscano pure bombe atomiche e aineutroni installino missili a media e lungagittata minacciando la distruzione totaledel mondo, non riusciranno a farci perdere

la fiducia!

Guerre regionali e colpi di stato,intrallazzi politici e ricatti economici,attentati terroristici e scandali varinon ci spaventano più.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)7 “Quando pregate, non usate tante parolecome fanno i pagani: essi pensano che afuria di parlare Dio finirà per ascoltarli. 8 Voi non fate come loro, perché Dio, vostroPadre, sa di che cosa avete bisogno, primaancora che voi glielo chiediate.9 Dunque, pregate così:Padre nostro che sei in cielo, fa’ che tutti ti riconoscano come Dio, 10 che il tuo regno venga, che la tua volontà si compia in terra come in cielo.11 Dacci oggi il nostro pane necessario. 12 Perdona le nostre offesecome noi perdoniamo a chi ci ha offeso. 13 Fa’ che non cadiamo nella tentazione, ma liberaci dal maligno14 Perché, se voi perdonerete agli altri le lorocolpe, il Padre vostro che è in cielo perdoneràanche a voi. 15 Ma se non perdonerete agli altri il maleche hanno fatto, neppure il Padre vostroperdonerà le vostre colpe.

Da San José (Costarica)

Nella mia casa ci sono due stanze, due lettini, una piccola finestra

e un gatto bianco.

Nella mia casa mangiamo solo la sera quando il mio babbo torna a casa

con il sacchetto pieno di pane e di pesce secco.

Nella mia casa siamo tutti poveri ma il mio babbo ha gli occhi celesti,

la mia mamma ha gli occhi celesti, il mio fratello ha gli occhi celesti

e anche il mio gatto ha gli occhi celesti.

Quando siamo seduti a tavola nella nostra casa sembra che ci sia il cielo.

(Una bambina di otto anni)

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13 LA DONNA EDUCATRICE DI PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1995

Desidero rivolgere il messaggio soprattutto alle donne, chiedendo loro di far-si educatrici di pace. Alla donna Dio “affida in modo speciale l’uomo, l’essereumano”. Ciò non va inteso in senso esclusivo, ma secondo la logica di ruolicomplementari nella comune vocazione all’amore, che chiama gli uomini e ledonne ad aspirare alla pace ed a costruirla insieme.La costruzione della pace non può prescindere dal riconoscimento e dalla pro-mozione della dignità personale delle donne, chiamate a svolgere un compitoinsostituibile nell’educazione alla pace. Per educare alla pace, la donna deveinnanzitutto coltivarla in se stessa. La pace interiore viene dal sapersi amati daDio e dalla volontà di corrispondere al suo amore. Molte donne, specie a cau-sa dei condizionamenti sociali e culturali, non giungono però ad una pienaconsapevolezza della loro dignità.Nell’educazione dei figli ha un ruolo di primissimo piano la madre. In questocompito nessuna madre deve essere lasciata sola. I figli hanno bisogno dellapresenza e della cura di entrambi i genitori, i quali realizzano il loro compitoeducativo innanzitutto mediante l’influsso derivante dal loro comportamento.Se le bambine vengono emarginate o considerate di minor valore, sarà gra-vemente intaccato il senso della loro dignità e compromesso il loro sviluppo.L’iniziale discriminazione si ripercuoterà su tutta la loro esistenza, impedendoun pieno inserimento nella vita sociale.Le donne hanno pieno diritto di inserirsi attivamente in tutti gli ambiti pubblicie il loro diritto va affermato e protetto anche attraverso strumenti legali. Il ri-conoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve sminuirne quello inso-stituibile all’interno della famiglia: qui il loro contributo al bene e al progressosociale è di valore inestimabile.

Madre, maestra, sostenitrice della famiglia, lavoratrice dei campi,depositaria di valori, con una cultura tutta “al femminile” espressi-va e non strumentale, la donna sembra essere la figura chiave in quel passaggio, a lungo sognato, ad un diverso stile di vita, di pace e di armonia, mediatrice di un processo di riconciliazionedell’umanità intera.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.4)25 Perciò, basta con le menzogne! Come in-segna la Bibbia, ciascuno dica la verità al suo prossimo, perché noi tutti formiamoun unico corpo. 26 E se vi arrabbiate, attenti a non peccare:la vostra ira sia spenta prima del tramontodel sole, 27 altrimenti darete una buona occasione al diavolo. 28 Se qualcuno rubava, ora non rubi più: anzisi dia da fare, lavorando onestamente conle proprie mani, per avere la possibilità di aiutare chi si trova nel bisogno. 29 Nessuna parola cattiva deve mai usciredalla vostra bocca; piuttosto, quando è necessario, dite parole buone, che faccianobene a chi le ascolta. 30 Non rendete triste lo Spirito Santo che Dioha messo in voi come un sigillo come garan-zia per il giorno della completa liberazione. 31 Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza,lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. 32 Siate buoni gli uni con gli altri, pronti sempread aiutarvi; perdonatevi a vicenda, come Dioha perdonato a voi, per mezzo di Cristo.

Salmo 32Il Signore osserva dal cieloil tumulto dei popoli in lotta;lui conosce le vere intenzionidei potentati che guidano la scelte.

Non è certo la potenza militarea fare grande una nazione civile;non sono certo conquiste o rappresagliea dare prestigio e benessere ad un popolo.

Che pazzi, che pazzi questi uominiche si vantano dei loro armamenti,che si credono forti e invincibilie vogliono il dominio sul mondo.

Ma alla fine restano solo dei lutti,la fame e lo sfruttamento dei poveriperché è sempre la gente a pagarela pazzia militarista dei capi.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.9)1 Gesù salì in barca, rifece la traversata dellago e tornò nella sua città. 2 Qui, gli portarono un uomo paralizzato steso su una barella. Quando Gesù vide lafede di quelle persone disse al paralitico:– Coraggio, figlio mio, i tuoi peccati sonoperdonati.3 Allora alcuni maestri della legge pensarono:– Costui bestemmia!4 Ma Gesù capì subito i loro pensieri e disse:– Perché pensate cose cattive dentro di voi? 5 È più facile dire: I tuoi peccati sono perdo-nati, o dire: Alzati e cammina? 6 Ebbene, io vi farò vedere che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonarei peccati. Si voltò quindi verso il paralitico e gli disse: – Alzati, prendi la tua barella eva’ a casa. 7 L’uomo si alzò e andò a casa sua. 8 Vedendo queste cose, la folla fu presa da timore e lodava Dio perché aveva datoun tale potere agli uomini.

A Maria AusiliatriceO Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa,

noi crediamo che tu occupi un posto singolare

nella storia della salvezza e che sei la maestra e la guida

della Famiglia Salesiana.Con gioia contempliamo

e vogliamo imitare la tua fede e la tua disponibilità al Signore,

la tua riconoscenza per le grandi cose operate dal Padre,il tuo spirito di servizio e la tua fedeltà

nell’ora della croce.Ci affidiamo a te con amore di figli:

Immacolata, tu ci educhi alla pienezza del dono di noi stessi.

Ausiliatrice, tu ci infondi coraggio e fiducia nel servizio del Popolo di Dio.

Ti preghiamo, o Vergine Santa,di continuare la tua protezione

su ciascuno di noi, sull’intera Famiglia Salesiana, e sui giovani più poveri.

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14 OFFRI IL PERDONO, RICEVI LA PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1997

Nessun processo di pace potrà essere avviato se non si matura un atteggia-mento di perdono. Senza di esso le ferite continuano a sanguinare, alimen-tando un astio fonte di vendetta e nuove rovine. Il perdono s’ispira alla logicadell’amore che Dio riserva a ciascuno. Tutti abbiamo bisogno del perdono diDio e del prossimo. Tutti dobbiamo essere disposti a perdonare e a chiedereperdono.La storia porta un pesante fardello di violenze e di conflitti. I loro effetti riman-gono vivi, alimentando paure, odi. Eppure non si può rimanere prigionieri delpassato. Non si tratta di dimenticare quanto è avvenuto, ma di rileggerlo consentimenti nuovi. Una corretta rilettura della storia favorirà l’accettazione el’apprezzamento delle differenze esistenti, primo passo verso la riconciliazione,perché il rispetto delle diversità costituisce una condizione necessaria.Il perdono non è spontaneo e naturale; nella sua forma più alta è un atto diamore gratuito. Ha le sue esigenze: la prima è il rispetto della verità. Il perdo-no, lungi dall’escludere la ricerca della verità, la esige. Il male compiutodev’essere riconosciuto e, se possibile, riparato. Altro presupposto è la giusti-zia, che ha il suo criterio ultimo nella legge di Dio e nel suo disegno di amoree di misericordia. La giustizia non si limita a stabilire ciò che è retto tra le parti in conflitto, ma mira a ripristinare relazioni autentiche con Dio, con sestessi, con gli altri. Non sussiste alcuna contraddizione tra perdono e giustizia. Il perdono non elimina né diminuisce l’esigenza della riparazione propria della giustizia, ma punta a reintegrare nella società. Nessuna punizione puòmortificare l’inalienabile dignità di chi ha compiuto il male. La porta verso ilpentimento e la riabilitazione deve restare aperta.I cristiani rinnovino il pentimento per “quelle circostanze in cui, nella storia, si sono allontanati dallo spirito di Cristo, offrendo al mondo modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo”.

La pace è dono di Dio; ma dipende dagli uomini accoglierlo per costruire un mondo di pace. Essi lo potranno solo se avranno la semplicità di cuore dei bambini. È questo uno degli aspetti più profondi e paradossali dell’annuncio cristiano: farsi piccoli, prima che un’esigenza morale, è una dimensione del mistero dellaIncarnazione.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.1)11 E anche noi, perché a Cristo siamo uniti,abbiamo avuto la nostra partenel suo progetto.Dio ha scelto anche noi fin dal principio.E Dio realizza tutto ciò che ha stabilito.12 Così ha voluto che fossimo una lode dellasua grandezza, noi che prima degli altriabbiamo sperato in Cristo.13 E anche voi siete uniti a Cristo,perché avete ascoltato l’annunzio dellaverità, il messaggio del vangelo che vi portòla salvezza, e avete creduto in Cristo.Allora Dio vi ha segnati con il suo sigillo:lo Spirito Santo che aveva promesso.14 Lo Spirito Santo è garanzia della nostrafutura eredità: di quella piena liberazioneche Dio ci darà, perché possiamo lodare lasua grandezza.

Salmo 119Ho una grande tristezza dentro; ho bisognodi sfogarmi con qualcuno e mi rivolgo a te,Signore, perché so che mi ascolti e capisci.

Fa’ smettere per sempre, Signore,la falsa propaganda dei militarie le nere previsioni dei politologia servizio delle multinazionali.

“Quanto vi pagano per ingannare la gente anime nere dell’informazione?Pagherete cara questa manipolazione delle coscienze, questa strumentalizzazionedel potere che avete!”

La pace, invece, è la mia grande preoccu-pazione, il mio impegno primario; ma quando propongo qualcosa mi si fa intorno il deserto!

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5)21 “Sapete che nella Bibbia è stato detto ainostri padri: Non uccidere. Chi ucciderà unaltro, sarà portato davanti al giudice. 22 Ma io vi dico: anche se uno va in colleracontro suo fratello sarà portato davanti algiudice. E chi dice a suo fratello: “Sei un

Signore, concedici il dono dell’amore. Il dono di amare tutta la terra,di amare tutto su tutta la terra, e soprattutto gli uomini, nostri fratelli,che sono talvolta così infelici, e sono spesso dei poveri diavoli!Dacci la forza di amare coloro che non ci amano, coloro che nonamano nessuno. Che la nostra vita sia un riflesso del tuo amore.Amare il prossimo che è in capo al mondo, amare lo straniero che viveaccanto a noi, consolare, perdonare,benedire, tendere le braccia.Amare gli egoisti, gli scettici, i distruttori, far scaturire una sorgentenel deserto del loro cuore.Liberare coloro che sono solitari, liberare con un sorriso i loro cuorichiusi: amare, amare...Allora una grande primavera sconvol-gerà la terra e tutto in noi rifiorirà.

(Raoul Follereau)

cretino” sarà portato di fronte al tribunalesuperiore. Chi gli dice: “Traditore” può esserecondannato al fuoco dell’inferno. 23 “Perciò, se stai portando la tua offerta all’altare di Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24 lascia lì l’offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. 25 “Così, se stai andando con il tuo avversarioin tribunale, fa’ presto a metterti d’accordocon lui, perché può consegnarti alle guardieper farti mettere in prigione.26 Io ti assicuro che non uscirai di là, fino a quando non avrai pagato anche l’ultimo centesimo.

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15 NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IL SEGRETO DELLA PACE VERAGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1999

La pace fiorisce quando i diritti umani vengono osservati integralmente, men-tre la guerra nasce dalla loro violazione e diventa causa di ulteriori violazioni.La dignità della persona umana è un valore trascendente. La DichiarazioneUniversale riconosce i diritti che proclama, non li conferisce; essi sono inerentialla persona umana ed alla sua dignità. La difesa dell’universalità e dell’indi-visibilità dei diritti umani è essenziale.Vorrei porre in evidenza alcuni diritti. Il diritto alla vita: la vita umana è sacraed inviolabile dal suo concepimento al suo naturale tramonto.La religione esprime le aspirazioni più profonde della persona umana, ne determina la visione del mondo, ne guida il rapporto con gli altri. La libertà religiosa costituisce pertanto il cuore stesso dei diritti umani. Ciascuno è tenuto a seguire la propria coscienza e non può essere costretto ad agire incontrasto con essa. Per questo nessuno può essere obbligato ad accettareuna determinata religione. Il ricorso alla violenza in nome del proprio credo re-ligioso costituisce una deformazione degli insegnamenti stessi delle maggiorireligioni.Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita della propria comunità, dirittoche viene vanificato quando il processo democratico è svuotato della sua efficacia con favoritismi e corruzione. Ogni persona possiede native capacità che attendono di essere sviluppate.Ne va della piena realizzazione della sua personalità ed anche del convenienteinserimento nella società. Per questo educazione e formazione professionaledevono essere in prima linea.Altro diritto è quello al lavoro ed a un ambiente sano.

Per pagare i debiti che i paesi in via di sviluppo hanno verso i paesioccidentali, vengono spese numerose e rilevanti risorse che an-drebbero, invece, investite all’interno.2000 miliardi di dollari, debito complessivo, è il danno sociale ed economico che paralizza le iniziative nazionali bloccando le spese indispensabili a favore dello sviluppo umano. Dilazionare i termini di pagamento equivale a far crescere il debito.

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Beati saremo, se poveri in spiritosappiamo liberarci dalla ingannevolefiducia nelle ricchezze materiali e volgere la nostra tensione verso i beni spirituali ereligiosi, rispettando e amando i poveri,come fratelli.

Beati saremo, se formati nella dolcezzadei forti sappiamo rinunciare alla mortale potenza dell’odio e della vendetta, preferendo la generosità del perdono, l’alleanza nella libertà enel lavoro, la conquista con la bontà e la pace.

Beati saremo, se non facciamo dell’e-goismo il principio che dirige la nostravita e del piacere il suo scopo, ma sesappiamo scoprire nella temperanzauna fonte di energia, nel dolore unostrumento di redenzione, nel sacrificioil culmine della grandezza.

Beati saremo, se preferiremo essereoppressi che oppressori, avendo semprefame di una giustizia che progredisce.Beati saremo, se per il Regno di Diosapremo, ora e sempre, perdonare elottare, agire e servire, soffrire e amare.

Dalla Lettera agli Efesini (cap.4)7 Eppure a ciascuno di noi Cristo ha dato la grazia sotto forma di doni diversi. 8 Dice la Bibbia: – Quando è salito in alto,ha portato con sé dei prigionieri,ha distribuito doni agli uomini.9 Se la Bibbia dice è salito in alto vuol direche prima era disceso sulla terra. 10 Colui che è venuto sulla terra è lo stessoche è salito nella più alta regione del cielo,per riempire tutto l’universo con la sua presenza. 11 Ebbene, è proprio lui che ha dato diversidoni agli uomini: alcuni li ha fatti apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori e maestri. 12 Così egli prepara il popolo di Dio per ilservizio che deve compiere.

Salmo 74Verrà un giorno – dice il Signore –in cui io siederò in giudizioper rivelare i protocolli segretisiglati nelle stanze dei bottoni.

I potenti tessono intrighiper stravolgere il senso della giustiziae minare la pace fra gli uomini

ma io li citerò in giudizio.Nel libro segreto del suo cuoreha trascritto i fatti della storiaper rivelarli nel giorno del giudizioe rendere giustizia alle nazioni.

In un calice ha raccolto con curail sudore, le lacrime e il sanguecon l’ira e la rabbia degli oppressiPer trasformarli in un vino drogato.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18)10 “State attenti! Non disprezzate nessuna diqueste persone semplici, perché vi dico chein cielo i loro angeli vedono continuamenteil Padre mio che è in cielo. 11-12 “Provate a pensare: se un tale possiedecento pecore e gli accade che una si perde,che cosa farà? Non lascerà le altre novan-tanove sui monti per andare a cercare quella pecora che si è perduta? 13 E se poi la trova, vi assicuro che sarà piùcontento per questa pecora, che non per lealtre novantanove che non si erano perdute. 14 Allo stesso modo, il Padre vostro che è incielo vuole che nessuna di queste personesemplici vada perduta.

PREGHIERA

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16 “PACE IN TERRA AGLI UOMINI, CHE DIO AMA!”Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2000

La pace è possibile. Essa va implorata come un dono di Dio, ma anche co-struita giorno per giorno. Ci sarà pace nella misura in cui tutta l’umanità sapràriscoprire la sua originaria vocazione ad essere un’unica famiglia.Devono essere superate le concezioni che subordinano al dato ritenuto asso-luto della nazione e dello Stato ogni altro valore.Chi offende i diritti umani offende la coscienza umana in quanto tale, offendel’umanità stessa. I crimini contro l’umanità non si possono considerare affariinterni di una nazione.Di fronte ai conflitti armati lo strumento del negoziato assume la massima ri-levanza. Quando le popolazioni civili rischiano di soccombere sotto i colpi diun ingiusto aggressore e a nulla sono valsi gli sforzi della politica e gli stru-menti di difesa non violenta, è legittimo e persino doveroso impegnarsi coniniziative concrete per disarmare l’aggressore. Queste devono essere circo-scritte e precise, condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, garanti-te da un’autorità riconosciuta a livello soprannazionale e mai lasciate alla me-ra logica delle armi.È necessario un rinnovamento del diritto internazionale e delle istituzioni in-ternazionali.Non c’è pace vera se ad essa non si accompagnano equità, verità, giustizia e solidarietà. Resta destinato al fallimento qualsiasi progetto che tenga separati due diritti indivisibili e interdipendenti: quello alla pace e quello ad unosviluppo integrale e solidale. È giunto il momento di una nuova ed approfon-dita riflessione sul senso dell’economia e dei suoi fini. È urgente una riconsi-derazione dei modelli che ispirano le scelte di sviluppo, un ripensamento del-la cooperazione internazionale, nei termini di una nuova cultura di solidarietà,tale da rendere i poveri protagonisti del loro sviluppo.

Quanto vale la vita di un uomo? E quello che vale è uguale dapper-tutto? Ci sono posti al mondo dove la vita è lunga e si può sce-glierla e costruirla avendo tante possibilità; e posti dove, invece,non si può scegliere cosa fare e cosa essere perché l’unica cosapossibile, ma già difficile, è sopravvivere.In questi posti la vita di un uomo non vale quasi niente. Perché? Eppure un uomo è un uomo dappertutto!

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.4)17 Ora, in nome del Signore, io vi scongiuro:non comportatevi più come quelli che nonconoscono Dio, che hanno per la mentepensieri che non valgono nulla. 18 I loro ragionamenti li rendono come ciechi,il loro cuore indurito li fa diventare ignorantie li allontana dalla vita di Dio. 19 Ormai sono diventati insensibili, e si sonolasciati andare a una vita corrotta; commet-tono impurità di ogni genere e non sono mai contenti. 20 Voi invece non avete imparato niente di simile quando avete conosciuto Cristo21 se, come è vero, proprio di lui avete sentitoparlare e siete stati istruiti nella sua verità. 22 Allora sapete cosa dovete fare: la vostravecchia vita, rovinata e ingannata dalle pas-sioni, dovete abbandonarla, così come simette via un vestito vecchio; 23 e invece dovete lasciarvi rinnovare cuoree spirito, 24 diventare uomini nuovi creati simili a Dio,per vivere nella giustizia, nella santità e nella verità.

Salmo 27Beato l’uomo che sa fare silenzioper ascoltare la voce dello Spiritoe contemplare l’eterna Parolache siede alla destra del Padre.

Dalla sua bocca usciranno canzonidi lode e riconoscenza gioiosaa Dio, Signore del mondo,che trionfa sugli umani silenzi.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18)21 Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli do-mandò: – Signore, quante volte dovrò per-donare a un mio fratello che mi fa del male?Fino a sette volte?22 Rispose Gesù: – No, non dico fino a settevolte, ma fino a settanta volta sette!23 “Perché il regno di Dio è così.“Un re decise di controllare i servi che ave-vano amministrato i suoi beni. 24 Stava facendo i suoi conti, quando gli por-tarono un servitore che doveva pagargliun’enorme somma di denaro. 25 “Ma costui non poteva pagare, e per questoil re ordinò di venderlo come schiavo e divendere anche sua moglie, i suoi figli e ciòche possedeva, per fargli pagare il debito. 26 “Allora il servitore si inginocchiò davanti alre e si mise a pregarlo: “Abbi pazienza conme e ti pagherò tutto!”. 27 “Il re ebbe pietà di lui: cancellò il suo debito e lo lasciò andare. 28 “Il servitore uscì e per la via incontrò unsuo compagno che doveva pagargli unapiccola somma di denaro. Lo prese per ilcollo e lo stringeva fino a soffocarlo mentrediceva: – Paga quel che mi devi!29 “L’altro cadde ai suoi piedi e si mise a sup-plicarlo: – Abbi pietà con me e ti pagherò.30 “Ma costui non volle saperne, anzi lo fecemettere in prigione fino a quando non aves-se pagato tutto il debito. 31 “Gli altri servitori videro queste cose e ri-masero molto dispiaciuti. Andarono dal re egli raccontarono tutto quel che era accaduto. 32 Allora il re chiamò di nuovo quel servitoree gli disse: “Servo crudele! Io ti ho perdona-to quel debito enorme perché tu mi hai supplicato. 33 Dovevi anche tu aver pietà del tuo compa-gno, così come io ho avuto pietà di te”.34 “Poi, pieno di collera, lo fece mettere inprigione fino a quando non avesse pagatotutto il debito”.35 E Gesù aggiunse: “Così il Padre mio cheè in cielo farà con ciascuno di voi, se non perdonerete generosamente al vostro fratello”.

Rallenta la mia corsa, Signore, calma il battito del mio cuore, acquietando la mia mente.Trattieni il mio passo frettoloso con la visione dell’eternità.Dammi in mezzo alla confusione della mia giornata la pace, così che io possa crescere verso le stelle del mio grande destino.

(Anonimo)

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17 DIALOGO TRA LE CULTURE PER UNA CIVILTÀ DELL’AMORE E DELLA PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2001

Essere uomo significa necessariamente esistere in una determinata cultura.Perché il senso di appartenenza culturale non si trasformi in chiusura, un antidotoefficace è la conoscenza non condizionata da pregiudizi delle altre culture.Le culture mostrano spesso significativi elementi comuni. Tale continuità è fon-data sulle caratteristiche essenziali e universali del progetto di Dio sull’uomo.In diverse parti del mondo assistiamo al polemico affermarsi di alcune identitàculturali contro altre culture. Non è meno rischiosa la supina omologazionedelle culture a modelli culturali del mondo occidentale. A motivo della loro con-notazione scientifica e tecnica, i modelli culturali occidentali appaiono attraen-ti, ma rivelano un progressivo impoverimento umanistico, spirituale e morale.Il dialogo tra le culture emerge come un’esigenza intrinseca alla natura stes-sa dell’uomo e della cultura. Esso porta a riconoscere la ricchezza della di-versità e dispone gli animi alla reciproca accettazione.Lo stile e la cultura del dialogo sono particolarmente significativi rispetto allacomplessa problematica delle migrazioni. Gli immigrati vanno sempre trattaticon il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. A questo princi-pio deve piegarsi la pur doverosa valutazione del bene comune, quando sitratta di disciplinare i flussi immigratori. Si tratterà di coniugare l’accoglienzacon la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pa-cifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti. Quanto alle istanze cul-turali di cui gli immigrati sono portatori, nella misura in cui non si pongono inantitesi ai valori etici universali, insiti nella legge naturale, ed ai diritti umani fon-damentali, vanno rispettate e accolte.Più difficile è determinare dove arrivi il diritto degli immigrati al riconoscimentogiuridico pubblico di loro specifiche espressioni culturali, che non facilmente si compongano con i costumi della maggioranza dei cittadini. La soluzione, nel quadro di una sostanziale apertura, è legata alla concreta valutazione delbene comune in un dato momento storico e in una data situazione territorialee sociale.

“Dicevo prima come la trasparenza verso l’esterno di una realtà interiore come la pace dipenda esclusivamente dall’autenticità diciò che si vive: la bocca parla – e, aggiungerei, le mani agiscono –dalla pienezza del cuore. Senza accettazione di sé e dei propri limi-ti, senza riconoscimento del proprio peccato non ci può essere pa-ce interiore, così come senza accoglienza dell’altro, apertura a chiè diverso da me, non ci sarà mai pace concreta, visibile nel quoti-diano. In questo senso la vita comune è schola pacis, scuola di pa-ce autentica, a caro prezzo”.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.4)1 Perciò, io che sono prigioniero a causa del Signore, vi raccomando: fate in modoche la nostra vita sia degna della vocazione che avete ricevuto! 2 Siate sempre umili, cordiali e pazienti; sopportatevi l’un l’altro con amore; 3 cercate di conservare, per mezzo della pace che vi unisce, quella unità che vienedallo Spirito Santo. 4 Uno solo è il corpo, uno solo è lo Spirito come una sola è la speranza alla quale Dio vi ha chiamati. 5 Uno solo è il Signore, una sola è la fede, uno solo è il battesimo.6 Uno solo è Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti, che in tutti è presente e agisce.

Salmo 146Lodiamo, o comunità dei credenti,lodiamo il Signore con gioia; è bello ringra-ziarlo per quello che ha fatto, dolce ripensa-re alla sua presenza nella storia.

Ha consolato chi aveva soffertoe soccorso gli invalidi e gli orfanisuscitando numerose iniziativee persone dedicate a questo scopo.

Il Signore disprezza la potenza delle armi,l’astuzia e le strategie dei comandanti.Il Signore ama chi ha fiducia nel bene,chi crede e opera per la pace.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.17)1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni fratello di Giacomo, e li condusse su un altomonte, in un luogo solitario. 2 Là, di fronte a loro, Gesù cambiò aspetto: il suo volto si fece splendente come il sole e i suoi abiti diventarono bianchissimi, come di luce. 3 Poi i discepoli videro anche Mosè e il pro-feta Elia: essi stavano accanto a Gesù eparlavano con lui. 4 Allora Pietro disse a Gesù: “Signore, è belloper noi stare qui. Se vuoi, preparerò tre ten-de: una per te, una per Mosè e una per Elia”.5 Stava ancora parlando, quando apparveuna nuvola luminosa che li avvolse con lasua ombra. Poi, dalla nuvola venne una voce che diceva: “Questo è il Figlio mio,che io amo. Io l’ho mandato. Ascoltatelo!”. 6 A queste parole, i discepoli furono talmentespaventati che si buttarono con la faccia a terra. 7 Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi. Non abbiate paura!”. 8 Alzarono gli occhi e non videro più nes-suno: c’era infatti Gesù solo. 9 Mentre scendevano dal monte, Gesù diedequest’ordine ai discepoli: “Non dite a nes-suno quel che avete visto, fino a quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti”.10 Poi i discepoli fecero una domanda a Gesù:– Perché dunque i maestri della legge dicono che prima di tutto deve tornare il profeta Elia?11 Egli rispose: – È vero, prima deve venireElia per mettere in ordine ogni cosa. 12 Vi assicuro però che Elia è già venuto, ma non l’hanno riconosciuto e gli hanno fatto quel che hanno voluto. Perciò farannosoffrire anche il Figlio dell’uomo. 13 Allora i discepoli capirono che aveva parlato di Giovanni il Battezzatore.

Io credo…Nella multiformità delle espressioni umanecome multiformità delle espressioni di Dio.Io credonei mille colori dell’arcobalenoche, composti insieme, danno una luceche è calore e tenerezza.Io credonelle cinque dita della mano,nessun dito è più bello o più bruttoe nessun dito è veramente dito senza le altre dita e senza essere mano.Io credonell’unità delle diversitàcome espressione della fantasia di Dio.

(G. Martirani)

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18 NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA NON C’È GIUSTIZIA SENZA PERDONOGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2002 - 1ª parte

La speranza che sostiene la Chiesa all’inizio del 2002 è questa: con la grazia diDio il mondo, in cui il potere del male sembra ancora una volta avere la meglio,sarà realmente trasformato in un mondo in cui le aspirazioni più nobili del cuoreumano potranno essere soddisfatte, un mondo nel quale prevarrà la vera pace. La convinzione, a cui sono giunto ragionando e confrontandomi con la Rivelazio-ne biblica, è che non si ristabilisce appieno l’ordine infranto, se non coniugando fra loro giustizia e perdono. I pilastri della vera pace sono la giustizia e quella par-ticolare forma dell’amore che è il perdono.Si tende a pensare alla giustizia e al perdono in termini alternativi. Ma il perdonosi oppone al rancore e alla vendetta, non alla giustizia.La vera pace, pertanto, è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sull’equa distribuzione di benefici eoneri. Ma poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta com’èai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in certo sensocompletata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapportiumani turbati.Il perdono non si contrappone in alcun modo alla giustizia, perché non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell’ordine leso. Il perdonomira piuttosto a quella pienezza di giustizia che conduce alla tranquillità dell’ordi-ne, la quale è ben più che una fragile e temporanea cessazione delle ostilità, maè risanamento in profondità delle ferite che sanguinano negli animi.Il terrorismo si è trasformato in una rete sofisticata di connivenze politiche, tecnicheed economiche, che travalica i confini nazionali e si allarga fino ad avvolgere ilmondo intero.Il terrorismo nasce dall’odio ed ingenera isolamento, diffidenza e chiusura. Violenza si aggiunge a violenza,Il terrorismo si fonda sul disprezzo della vita dell’uomo. Proprio per questo essonon dà solo origine a crimini intollerabili, ma costituisce esso stesso, in quanto ricorso al terrore come strategia politica ed economica, un vero crimine contro l’umanità. È profanazione della religione proclamarsi terroristi in nome di Dio, farviolenza all’uomo in nome di Dio.Esiste perciò un diritto a difendersi dal terrorismo. E un diritto che deve, come ognialtro, rispondere a regole morali e giuridiche nella scelta sia degli obiettivi che deimezzi. L’identificazione dei colpevoli va debitamente provata, perché la respon-sabilità penale è sempre personale e quindi non può essere estesa alle nazioni,alle etnie, alle religioni, alle quali appartengono i terroristi.La collaborazione internazionale nella lotta contro l’attività terroristica deve com-portare anche un particolare impegno sul piano politico, diplomatico ed economi-co per risolvere con coraggio e determinazione le eventuali situazioni di oppres-sione e di emarginazione che fossero all’origine dei disegni terroristici.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.5)1 Poiché siete figli di Dio, amati da lui, cercate di essere come lui: 2 vivete nell’amore, prendendo esempio daCristo, il quale ci ha amati fino a dare la sua vita per noi, offrendola come un sacri-ficio che piace a Dio. 3 Di impurità, vizi e immoralità di ogni genere, voi non dovreste nemmeno parlare,perché non sono cose degne di voi che ap-partenete a Dio. 4 Lo stesso vale per tutto ciò che è sciocco,volgare ed equivoco: sono cose sconve-nienti. Piuttosto dovreste continuamente ringraziare Dio. 5 Sappiatelo bene: i depravati, i viziosi o gli avari (l’avarizia è un modo di adorare gli idoli) non troveranno posto nel regno di Cristo e di Dio. 6 Non lasciatevi ingannare da ragionamentisenza senso: sono queste le colpe di chinon vuole ubbidire a Dio e perciò si tira addosso la sua condanna. 7 Non abbiate niente in comune con questa gente. 8 Un tempo vivevate nelle tenebre: ora, invece, uniti al Signore, voi vivete nella luce. Comportatevi dunque da figli della luce: 9 bontà, giustizia e verità sono i suoi frutti.

Salmo 2Perché questa ressa di gente,queste grida deliranti: “Crocifiggilo”?I capi religiosi sobillano il popoloe chiedono una condanna esemplare.

Si dicono: “Per noi è troppo scomodoquesto giovane Rabbi di Galilea,il suo messaggio di amore e di perdono,il suo Dio che chiama a libertà.

Il Signore li osserva dal cieloe sorride di questo complottare;attraverso gli uomini del potereLui realizza il suo progetto di salvezza.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.9)9 Passando per la via, Gesù vide un uomo,un certo Matteo, il quale stava seduto dietro il banco dove si pagavano le tasse.Gesù disse: “Vieni con me!” e quello si alzòe cominciò a seguirlo. 10 Più tardi, Gesù si trovava in casa di Matteo a mangiare. Erano venuti anche certi agenti delle tasse e altre persone di cattiva reputazione e si erano messi a tavola insieme con Gesù e i suoi discepoli. 11 Vedendo questo fatto, i farisei dicevano ai suoi discepoli: – Perché il vostro maestromangia con quelli delle tasse e con gente di cattiva reputazione?12 Gesù sentì e rispose:– Le persone sane non hanno bisogno delmedico; ne hanno bisogno invece i malati.13 Andate a imparare che cosa significa quelche Dio dice nella Bibbia: Voglio la miseri-cordia, non i sacrifici. Perché io non sonovenuto a chiamare quelli che si credonogiusti, ma quelli che si sentono peccatori.

Dal KenyaAlcuni giorni fa

ho sentito delle personeche parlavano.

Ho teso l’orecchio e ho sentito che parlavano

di migliori condizioni di vitaper i bambini poveri.

Ho visto che una di quelle personeha tirato fuori la macchina fotografica

e voleva fotografarmi.Dal momento che la mia faccia

e i miei vestitierano molto sporchi

me la sono data a gambe.Sentivo infatti

che era proprio per questoche quella persona voleva fotografarmi.

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19 NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA NON C’È GIUSTIZIA SENZA PERDONOGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2002 - 2ª parte

Ma che cosa significa, in concreto, perdonare? E perché perdonare?In realtà, il perdono è innanzitutto una scelta personale, una opzione del cuoreche va contro l’istinto spontaneo di ripagare il male col male. Tale opzione ha ilsuo termine di confronto nell’amore di Dio, che ci accoglie nonostante il nostropeccato, e ha il suo modello supremo nel perdono di Cristo che sulla croce hapregato: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34).La persona, tuttavia, ha un’essenziale dimensione sociale, in virtù della quale intreccia una rete di rapporti in cui esprime se stessa: non solo nel bene, purtroppo, ma anche nel male. Conseguenza di ciò è che il perdono sirende necessario anche a livello sociale.Il perdono mancato, al contrario, specialmente quando alimenta la continua-zione di conflitti, ha costi enormi per lo sviluppo dei popoli. Le risorse vengo-no impiegate per sostenere la corsa agli armamenti, le spese delle guerre, le conseguenze delle ritorsioni economiche. Vengono così a mancare le disponibilità finanziarie necessarie per produrre sviluppo, pace, giustizia.Quanti dolori soffre l’umanità per non sapersi riconciliare, quali ritardi subisceper non saper perdonare! La pace è la condizione dello sviluppo, ma una vera pace è resa possibile soltanto dal perdono.Il perdono infatti comporta sempre un’apparente perdita a breve termine, men-tre assicura un guadagno reale a lungo termine. La violenza è l’esatto oppo-sto: opta per un guadagno a scadenza ravvicinata, ma prepara a distanza unaperdita reale e permanente.Le confessioni cristiane e le grandi religioni dell’umanità devono collaboraretra loro per eliminare le cause sociali e culturali del terrorismo, insegnando lagrandezza e la dignità della persona e diffondendo una maggiore consapevo-lezza dell’unità del genere umano.Proprio per questa ragione, la preghiera per la pace non è un elemento che“viene dopo” l’impegno per la pace. Al contrario, essa sta al cuore dello sfor-zo per l’edificazione di una pace nell’ordine, nella giustizia e nella libertà. Pre-gare per la pace significa aprire il cuore umano all’irruzione della potenza rin-novatrice di Dio.Per tutti questi motivi ho invitato i rappresentanti delle religioni del mondo avenire ad Assisi, la città di san Francesco, il prossimo 24 gennaio, a pregareper la pace. Vogliamo con ciò mostrare che il genuino sentimento religioso èuna sorgente inesauribile di mutuo rispetto e di armonia tra i popoli: in esso,anzi, risiede il principale antidoto contro la violenza ed i conflitti.

Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono: questo monitonon mi stancherò di ripetere.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.2)4 Ma la misericordia di Dio è immensa, egrande è l’amore che egli ha manifestatoverso di noi. 5 Ricordate, è per grazia di Dio che sietestati salvati: infatti, a causa dei nostri pec-cati, noi eravamo senza vita, ed egli ci hafatti rivivere insieme con Cristo. 6 Uniti a Gesù Cristo, Dio ci ha risuscitati eci ha portati nel suo regno per farci regnarecon lui. 7 Così, egli è stato buono verso di noi – permezzo di Gesù Cristo –, e così ha volutomostrare anche a quelli che verranno,quanto ricca e generosa è la sua grazia. 8 Ricordate, è per grazia di Dio che siete statisalvati, per mezzo della fede. La salvezzanon viene da voi, ma è un dono di Dio; 9 non è il risultato dei vostri sforzi. Dunquenessuno può vantarsene, 10 perché è Dio che ci ha fatti. Egli ci hacreati e uniti a Cristo Gesù, per farci com-piere nella vita quelle opere buone che egliha preparato fin da principio.

Salmo 33Non mi stancherò mai di ripetere:se sono giunto a questo puntonon è merito mio,è un dono del Signore.

Vorrei che ve ne rendeste contosoprattutto voi che vi sentite debolie avete complessi di inferiorità:trovereste motivo per essere contenti.

Sono orgoglioso di Dio,del suo modo di agire per noi,della sua infinita pazienza.Non smetterò mai di ringraziarlo!

Uniamoci insieme a lodare il Signore,recitiamo un salmo di lodee cantiamogli riconoscenti la gioiaDel suo amore per noi.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.10)32 “Tutti quelli che dichiareranno pubblica-mente di essere miei discepoli, anch’io dichiarerò che sono miei, davanti al Padremio che è in cielo. 33 Ma quelli che pubblicamente diranno dinon essere miei discepoli, anch’io dirò chenon sono miei, davanti al Padre mio che èin cielo.34 “Non pensate che io sia venuto a portarepace nel mondo: io sono venuto a portarenon la pace, ma la discordia. 35 Infatti sono venuto a separare: il figlio dal padre,la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera.36 E ognuno avrà nemici anche nella propria famiglia.37 “Perché, chi ama suo padre o sua madrepiù di quanto ama me, non è degno di me;chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me. 38 Chi non prende la sua croce e non vienedietro a me, non è degno di me. 39 Chi cerca di conservare la sua vita la perderà; chi è pronto a sacrificare la propriavita per me, la ritroverà.

Signore, quando ho fame dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,quando ho sete mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda,quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare,quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare,quando la mia croce diventa pesante fammi anche condividere la croce di un altro,quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno,quando non ho tempo, dammi qualcuno

che io possa aiutare per qualche momento, quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare,quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare,quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia,quando ho bisogno che ci si occupi di me,mandami qualcuno di cui occuparmi,quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.

PREGHIERA

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20 “PACEM IN TERRIS”: UN IMPEGNO PERMANENTEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2003 - 1ª parte

Sono trascorsi quarant’anni da quando Giovanni XXIII pubblicò l’Enciclica Pa-cem in terris. La prima affermazione: “La pace in terra, anelito profondo degliesseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pie-no rispetto dell’ordine stabilito da Dio”.Solo due anni prima della Pacem in terris, nel 1961, il “muro di Berlino” veni-va eretto per dividere e mettere l’una contro l’altra non soltanto due parti diquella città, ma anche due modi di comprendere e di costruire la città terrena.Sei mesi prima della pubblicazione dell’Enciclica, mentre a Roma si era dapochi giorni aperto il Concilio Vaticano II, il mondo, a causa della crisi dei mis-sili a Cuba, si trovò sull’orlo di una guerra nucleare.Giovanni XXIII non era d’accordo con coloro che ritenevano impossibile la pace. Nell’Enciclica parlò della comune appartenenza alla famiglia umana ed identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenzedell’animo umano: la verità, la giustizia, l’amore e la libertà. La verità – disse– sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri. La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i dirittialtrui e si sforzerà di adempiere pienamente i propri doveri verso gli altri. L’amore sarà fermento di pace, se la gente sentirà i bisogni degli altri comepropri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori del-lo spirito. La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare se, nella scel-ta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assume-ranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni.L’umanità, egli scrisse, stava entrando in una nuova fase, caratterizzata dalla“convinzione che tutti gli uomini sono uguali per dignità naturale”. Egli era convinto che, malgrado la situazione fosse sotto alcuni aspetti drammatica, il mondo stava diventando sempre più consapevole di certi valori spirituali e sempre più aperto alla ricchezza di contenuto di questi quattro “pilastri della pace”. Attraverso l’impegno di portare questi valori nella vita sociale, sia nazionale che internazionale, uomini e donne sarebbero diventati semprepiù consapevoli dell’importanza del loro rapporto con Dio, fonte di ogni bene,quale solido fondamento e supremo criterio della loro vita, sia come singoli individui che come esseri sociali.Questa più acuta sensibilità spirituale, il Papa ne era convinto, avrebbe avutoanche conseguenze pubbliche e politiche. La strada verso la pace, insegna-va, doveva passare attraverso la difesa e la promozione dei diritti umani fondamentali. Sorsero i movimenti per i diritti umani, che contribuirono al rovesciamento di forme di governo dittatoriali e spinsero a sostituirle con altreforme più democratiche e partecipative.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.6)10 Infine, prendete forza dal Signore, dalla sua grande potenza. 11 Prendete le armi che Dio vi dà, per poterresistere contro le manovre del diavolo. 12 Infatti noi non dobbiamo lottare controcreature umane, ma contro spiriti malignidel mondo invisibile, contro autorità e po-tenze, contro i dominatori di questo mondotenebroso. 13 Prendete allora le armi che Dio vi dà, percombattere, nel giorno della lotta, le forzedel male e per saper resistere fino alla fine. 14 Preparatevi dunque! Vostra cintura sia laverità, vostra corazza siano le opere giuste e15 sandali ai vostri piedi sia la prontezza perannunziare il messaggio di pace del vangelo. 16 Sempre tenete in mano lo scudo della fede con cui potete spegnere le frecce in-fuocate del Maligno. 17 Prendete anche il vostro elmo, cioè la salvezza, e la spada dello Spirito Santo,cioè la parola di Dio.

Salmo 52Gli ideologi hanno detto:“Dio non esiste, è un mitoe la religione l’oppio dei popoli;proclamiamo l’ateismo di Stato!”

Ma un’idea imposta con la forzaha rinnovato dittature e scomuniche,prigioni, sangue, pauree la fame per la povera gente.

Dio osserva spazientito dal cieloper vedere se in altre cultureo in altri sistemi politicic’è maggiore rispetto per l’uomo.

Dio guarda ancora nel mondoper vedere se esiste qualcunoal di fuori dei grandi sistemiche creda nei valori dello spirito.

Ma in ogni popolo, razza e religionePullulano gli ideologi che dicono:“Sono io la verità, la giustizia,solo in me troverai la salvezza”.

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6)47 Ve lo assicuro: chi crede ha la vita eterna. 48 Io sono il pane che dà la vita. 49 I vostri antenati, nel deserto, mangiaronola manna e poi morirono ugualmente; 50 invece, il pane venuto dal cielo è diverso:chi ne mangia non morirà. 51 Io sono il pane, quello vivo, venuto dalcielo. Se uno mangia di questo pane vivràper sempre. Il pane che io gli darò è il miocorpo, dato perché il mondo abbia la vita.

Beati i poveri…

Perché Dio è madre,li prende sulle ginocchia e,come una mammali consola, li coccola, asciuga le lacrime,fascia le ferite e cerca ad ogni costo,di farli sorridere e sperare.Beati i poveri,perché soffrono nello spirito,devastati dal bisogno di potere degli altri.Perché sono fermati nella crescita della loro mente dalla noncuranza di coloro che si credono sapienti.Perché sono distrutti nel loro corpo,perché gli sono state negate infanzia ed adolescenza e li hanno fatti diventare adulti a forza.Perché sanno ancora piangeredi amore e anche di rabbia.Perché si sentono salire il cuore in golaquando vedono fanciulle stuprate e bambini violati.Perché restano sconvoltiquando vedono le piaghe sui corpi tumefatti…Perché sono tristi per l’indifferenza degli altri.Beati coloro che sono poveri e tristiperché in silenzio e con tenerezzail fazzoletto di Dio asciuga le loro lacrime.

(G. Martirani)

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21 “PACEM IN TERRIS”: UN IMPEGNO PERMANENTEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2003 - 2ª parte

Su di un altro punto l’insegnamento della Pacem in terris si dimostrò profeti-co: Giovanni XXIII suggerì che il concetto di bene comune per essere corret-to doveva far riferimento al concetto di “bene comune universale”. Una delleconseguenze di questa evoluzione era l’evidente esigenza che vi fosse un’au-torità pubblica a livello internazionale, che potesse disporre dell’effettiva capacità di promuovere tale bene comune universale. Perciò Giovanni XXIIIguardava con grande speranza all’Organizzazione delle Nazioni Unite.In questa prospettiva, il Papa lasciava intendere che la difesa dei diritti umanida parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite era il presupposto indispen-sabile per lo sviluppo della capacità dell’Organizzazione stessa di promuoveree difendere la sicurezza internazionale. Emerge la consapevolezza che la questione della pace non può essere separata da quella della dignità e dei diritti umani.Tutti devono collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell’in-tera famiglia umana; non si vuol alludere alla costituzione di un super-stato,piuttosto sottolineare l’urgenza di accelerare i processi già in corso per rispondere alla pressoché universale domanda di modi democratici nell’eser-cizio dell’autorità politica, sia nazionale che internazionale, come anche alla richiesta di trasparenza e di credibilità ad ogni livello della vita pubblica.Nessuna attività umana si situa al di fuori della sfera dei valori etici. La politicaè un’attività umana; perciò anch’essa è soggetta al giudizio morale.C’è un legame inscindibile tra l’impegno per la pace e il rispetto della verità.L’onestà nel dare informazioni, l’equità dei sistemi giuridici, la trasparenza del-le procedure democratiche danno ai cittadini sicurezza, disponibilità a com-porre le controversie con mezzi pacifici e volontà di intesa leale e costruttivache costituiscono le vere premesse di una pace durevole.Gli incontri politici nazionali e internazionali servono la causa della pace solose l’assunzione degli impegni è poi rispettata. In caso contrario, rischiano di di-ventare inutili e la gente è tentata di credere sempre meno al dialogo e di con-fidare nell’uso della forza come via per risolvere le controversie. La presenzadella fiducia nelle relazioni internazionali è di valore fondamentale.La pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone. Strutture e procedure di pace sono necessarie, tuttavia non sono che il frutto della sag-gezza e dell’esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace di uomini e donne. Gesti di pace sono possibili quando la genteapprezza pienamente la dimensione comunitaria della vita, così da percepireil significato e le conseguenze che certi eventi hanno sulla propria comunità esul mondo nel suo insieme. La religione possiede un ruolo vitale nel suscita-re gesti di pace e nel consolidare condizioni di pace.

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.6)18 Pregate sempre: chiedete a Dio il suo aiuto in ogni occasione e in tutti i modi, guidati dallo Spirito Santo. Perciò state svegli e non stancatevi mai di pregare per tutto il popolo di Dio19 e anche per me. Pregate perché Dio mi faccia trovare parole decise con cui farconoscere la verità del suo messaggio. 20 Benché sia in prigione, io sono ambasciatoredi questo messaggio del vangelo. Pregateperché io possa parlare coraggiosamente,come è mio dovere.

21-22 Tichico, nostro caro fratello e fedele mi-nistro del Signore, vi porterà mie notizie, così anche voi saprete come sto e che cosafaccio. Io lo mando a voi proprio per questo,per dare consolazione ai vostri cuori. 23 Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore diano pace, amore e fede a tutti ifratelli. 24 La grazia sia con tutti quelli che amano ilnostro Signore Gesù Cristo, per la vita eterna.

Salmo 129In un momento di più lucida coscienzadegli sbagli della mia vitami rivolgo a te, Signore;ti prego, accogli la mia supplica.

Se tu Signore fossi una personache tiene scrupolosamente il contodi ogni mio peccato,vivrei sempre nell’angoscia.

Tu, invece, sei un Dio di misericordia;tuo gusto è perdonare;così ritrovo fiduciae la gloria di ritornare a te.

Dal Vangelo secondo Giovanni (cap. 6)53 Gesù replicò: – Io vi dichiaro una cosa: se non mangiate il corpo del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54 Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciteròl’ultimo giorno; 55 perché il mio corpo è vero cibo e il miosangue è vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il miosangue rimane unito a me e io a lui. 57 Il Padre è la vita: io sono stato mandatoda lui e ho la vita grazie a lui; così, chi mangia me avrà la vita grazie a me. 58 Questo è il pane venuto dal cielo. Non è come il pane che mangiarono i vostri antenati e morirono ugualmente; chi mangia questo pane vivrà per sempre.

Perché non inquinano se stessiné con pensieri di vendettané con parole di menzognané con azioni di distruzione.Beati loro perché non distruggono se stessinon inquinando e distruggendo il mondo.Perché hanno mille occhi, mille orecchie e mille maniper vedere, ascoltare, carezzare e servire.Perché, mentre i violenti si scanneranno tra loro,essi garantiranno futuro al mondo

e dai loro cuori uniti nascerà la cultura della pace.Beati coloro che costruiscono la paceanche a costo di rimetterci la vitaperché non vogliono più uccisioni né guerre perché nessun territorio vale più della vita di un fratello.Beati voi, costruttori di pace, perché finalmente costruite la fratellanza fra gli uominie noi, finalmente fratelli, potremmo essere figli di Dio.

(G. Martirani)

Beati i costruttori di pace...

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22 UN IMPEGNO SEMPRE ATTUALE: EDUCARE ALLA PACEGiovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2004

Nel Messaggio del 1979 lanciavo quest’appello: “Per giungere alla pace, edu-care alla pace”. Ciò è oggi più urgente che mai, perché gli uomini sono tenta-ti di cedere al fatalismo quasi che la pace sia un ideale irraggiungibile. La pa-ce è possibile, anzi la pace è doverosa. Essa va costruita sui quattro pilastriindicati da Giovanni XXIII: verità, giustizia, amore e libertà. Un dovere s’impo-ne ed è quello di educare le nuove generazioni a questi ideali.La pace ed il diritto internazionale sono intimamente legati fra loro: il diritto fa-vorisce la pace. Centrale è il principio pacta sunt servanda: gli accordi libera-mente sottoscritti devono essere onorati. La seconda guerra mondiale con-dusse ad un profondo rinnovamento dell’ordinamento giuridico internazionale.I Governi chiamarono un’organizzazione appositamente costituita – l’ONU –con un Consiglio di Sicurezza investito di ampi poteri d’azione.Cardine del sistema: il divieto del ricorso alla forza, che prevede due sole ec-cezioni. Una è quella che conferma il diritto naturale alla legittima difesa, daesercitarsi secondo le modalità previste e nell’ambito delle Nazioni Unite. L’al-tra eccezione è rappresentata dal sistema di sicurezza collettiva, che asse-gna al Consiglio di Sicurezza la competenza e la responsabilità in materia dimantenimento della pace, con potere di decisione e ampia discrezionalità.Un ordinamento giuridico costituito da norme elaborate per disciplinare i rapporti tra Stati sovrani è in difficoltà a fronteggiare conflitti in cui agisconoanche enti non riconducibili ai tradizionali caratteri della statualità, in partico-lare gruppi terroristici. La lotta contro il terrorismo non può esaurirsi in opera-zioni repressive e punitive. E’ essenziale che il pur necessario ricorso alla forza sia accompagnato da una coraggiosa analisi delle motivazioni soggia-centi agli atti terroristici.I Governi democratici sanno che l’uso della forza contro i terroristi non puògiustificare la rinuncia ai principi di uno Stato di diritto. Sarebbero scelte poli-tiche inaccettabili quelle che ricercassero il successo senza tener conto deifondamentali diritti dell’uomo: il fine non giustifica mai i mezzi! Ritengo dove-roso ricordare che per l’instaurazione della vera pace nel mondo la giustiziadeve trovare il suo completamento nella carità. Da sola, la giustizia non basta.Più volte ho ricordato la necessità del perdono. Non c’è pace senza perdono!Lo ripeto, avendo davanti agli occhi la crisi in Palestina e in Medio Oriente.

Page 44: 1 LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO, VIA VERSO LA … Papa.pdf · Noi diciamo che la sopravvivenza diventa vita solo se arricchita di pace, solo così degna di essere vissuta

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Dalla Lettera agli Efesini (cap.3)14 Per questo motivo, dunque, io mi inginoc-chio davanti a Dio Padre, 15 a lui che è il Padre di tutte le famiglie delcielo e della terra. 16 A lui chiedo di usare verso di voi la suagloriosa e immensa potenza, e di farvi di-ventare spiritualmente forti con la forza delsuo Spirito; 17 di far abitare Cristo nei vostri cuori, per mezzodella fede. A lui chiedo che siate saldamenteradicati e stabilmente fondati nell’amore. 18-19 Così voi, insieme con tutto il popolo diDio, potrete conoscere l’ampiezza, la lun-ghezza, l’altezza e la profondità dell’amore diCristo (che è più grande di ogni conoscen-za), e sarete pieni di tutta la ricchezza di Dio. 20 A Dio, che già agisce in noi, con potenza, e in tutte le cose può fare molto più di quantonoi possiamo domandare o pensare, 21 a Dio sia gloria, per mezzo di Cristo Gesù e della Chiesa, in ogni tempo e sempre! Amen.

Salmo 10Ho radicato in Dio la mia fiducia,come potete consigliarmi: “Lascia andaretutto, pensa solo a te stesso”?

Vi rendete conto di quello che sta succedendo?Gli uomini del potere, di ogni tipo di potere,stanno affinando i sistemi per opprimere esfruttare i poveri del mondo!

Io rinnovo la mia fiducia nel Signore,so che il suo nome è: “il Salvatore”.Dio è più potente degli uomininelle sue mani è il futuro del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo (cap.16)21 Da quel momento Gesù cominciò a spie-gare ai discepoli ciò che gli doveva capita-re. Diceva: “io devo andare a Gerusalem-me. È necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della leggemi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso,ma al terzo giorno risusciterò”.22 Allora Pietro prese da parte Gesù e si mise a rimproverarlo:– Dio non voglia, Signore! No, questo non ti accadrà mai!23 Gesù si voltò verso Pietro e disse:– Va’ via, lontano da me, Satana. Tu sei unostacolo per me, perché tu ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio.

24 Poi Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qual-cuno vuoi venire con me, smetta di pensarea se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25 Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrifi-care la propria vita per me la ritroverà. 26 Se un uomo riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la vita, che van-taggio ne avrà? Oppure, c’è qualcosa cheun uomo potrà dare per riavere, in cambio,la propria vita? 27 “Il Figlio dell’uomo ritornerà glorioso comeDio suo Padre, insieme con i suoi angeli. Allora egli darà a ciascuno la ricompensa in base a quel che ciascuno avrà fatto. 28 Io vi assicuro che alcuni tra quelli che so-no qui presenti non moriranno prima di avervisto venire il Figlio dell’uomo e il suo regno”.

Vivo con la mamma e spesso ricordiamo la casa distrutta,le marce interminabili,i piedi sanguinanti.La sete è insopportabileil pane spesso non c’è.La gente si uccide per un pugno di riso.

Compagne di ogni giorno sonola polvere, il fango, la noia, la voglia di morire.Vivo in una terra che non è mia,disegno una casa che non ho più,sogno l’abbraccio di mio padreche la guerra ha rapito. (Monin)

La sete di Monin