1 gestire un impianto ets: aspetti economici confindustria ceramica – 16 settembre 2012

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1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

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Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici

Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

Page 2: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Executive SummaryExecutive Summary

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Page 3: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

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Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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IntroduzioneIntroduzione

CHE COS’È L’ETS?CHE COS’È L’ETS?Il sistema ETS è uno dei tre meccanismi di mercato previsti dal Protocollo di Kyoto, insieme al Clean Development Mechanism (CDM) e al Joint Implementation (JI), volti a ridurre il volume di gas inquinanti rilasciati nell’atmosfera dalle attività produttive.

Fondato sul principio del cosiddetto cap & trade, il sistema per lo scambio di quote istituito dall’UE permette di perseguire allo stesso tempo gli obiettivi connessi con la riduzione del livello di emissioni totali all’interno dell’UE e di ottenere tale riduzione nel modo più efficiente e cost effective possibile.

Allo stato attuale l’ETS Europeo prevede 3 fasi:

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IntroduzioneIntroduzione

Al fine di ottemperare agli obblighi previsti dal Protocollo di Kyoto, la Direttiva 2003/87/CE ha istituito un sistema di scambio di quote di emissione all’interno dell’Unione Europea, detto Emission Trading System (ETS). La normativa italiana di recepimento della Direttiva 87 è rappresentata dal D. Lgs. n. 216 del 4 aprile 2006.

L’ETS prevede la fissazione di un limite massimo alle emissioni prodotte da singoli impianti industriali, allocando ad ognuno un determinato numero di permessi di emissione, in conformità con i Piani Nazionali di Allocazione, proposti dai singoli governi e approvati dalla Commissione europea. Ogni permesso d’emissione corrisponde ad un tonnellata di biossido di carbonio (CO2) emessa dall’impianto j nell’anno di riferimento.

Ogni anno i gestori degli impianti regolati dalla Direttiva sono tenuti a restituire un numero di permessi corrispondenti alle emissioni generate dall’impianto j corrispondente.

Il 23 aprile 2009 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato la nuova Direttiva 2009/29/CE che estende il campo d’applicazione della Direttiva 87 fino al 2020, apportando numerosi cambiamenti.

INQUADRAMENTO NORMATIVOINQUADRAMENTO NORMATIVO

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La determinante principale dell’ETS non è la posizione dei singoli Paesi in termini di deficit/surplus di emissioni, quanto la domanda/offerta delle singole imprese interessate.

È definita posizione “corta” la situazione in cui un’impresa ha un volume di emissioni maggiore dei permessi conferitegli, per cui diventa automaticamente un potenziale acquirente.

È definita posizione “lunga” la situazione in cui un’impresa possiede un eccesso di permessi (EUA) rispetto alle proprie emissioni, per cui assume il ruolo di potenziale venditore.

SHORTSHORT LONGLONG

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IntroduzioneIntroduzione

Posizione Short/LongPosizione Short/Long

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PRINCIPI CONTABILI - IPRINCIPI CONTABILI - I

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IntroduzioneIntroduzione

La contabilizzazione delle quote di emissione all’interno dei bilanci societari è stata, da sempre, fonte di dubbi e difformità contabili tra le diverse realtà nazionali europee. Diversi sono stati criteri di valutazione-contabilizzazione degli emission rights e delle passività relative agli stessi utilizzati nel corso della Fase I e nei primi anni della Fase II:

•Francia: le imprese contabilizzavano i diritti di emissione all'atto dell'assegnazione come immobilizzazioni immateriali in uno specifico sottoconto del conto "Concessioni, licenze, marchi, brevetti", con contropartita di una voce del passivo "Quote di emissione allocate dallo Stato“;

•Austria: le quote di emissione, assegnate annualmente, non possono essere considerate immobilizzazioni, ma attività correnti;

•Italia: in conformità col divieto di capitalizzare un’attività immateriale acquistata a titolo gratuito, i permessi non potevano essere messi a bilancio come tali, e dovevano perciò trovare iscrizione in uno specifico conto dell'attivo circolante che non fosse espressione di un'attività finanziaria

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Il 6 febbraio 2012 l'Organismo italiano di contabilità (Oic) ha posto in consultazione pubblica le due bozze di principi contabili nazionali "Le quote di emissione di gas ad effetto serra" (greenhouse gases - Ghg) e "I certificati verdi".

Il primo dei due standard ha lo scopo di fornire indicazioni in merito alla disciplina, alla valutazione e alla contabilizzazione in bilancio dei diritti di emissione di gas ad effetto serra (cd. "certificati grigi"), strumenti mediante i quali si incentiva la riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri Ghg.

PRINCIPI CONTABILI - IIPRINCIPI CONTABILI - II

IntroduzioneIntroduzione

Il principio utilizzato distingue due diverse categorie di soggetti tenuti alla sua applicazione:

I."società che rientrano nella disciplina per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra";

II."società trader“.

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La suddivisione si fonda sul principio di aumento dei costi di produzione che suddivide i diversi soggetti che scambiano diritti di emissione:

I.Per le società di capitali che possiedono impianti industriali che producono gas serra e che sono, quindi, soggette alla disciplina Ets, “le quote di emissione rappresentano, di fatto, un sistema penalizzante che le obbliga ad acquistare sul mercato le quote necessarie all'adempimento degli obblighi normativi, comportando un aumento dei costi di produzione“;

II.Per le società di trading, invece, che "acquistano quote a titolo oneroso, allo scopo di rivenderle sul mercato", le operazioni di compravendita delle quote di emissione rientrano nella loro attività tipica.

PRINCIPI CONTABILI - IIIPRINCIPI CONTABILI - III

IntroduzioneIntroduzione

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PRINCIPI CONTABILI - IVPRINCIPI CONTABILI - IV

IntroduzioneIntroduzione

Acquisizione di Quote Vendita di Quote

Industrie soggette a

ETS

L'assegnazione gratuita delle quote di CO2 va misurata a valore zero, non comportando perciò alcuna iscrizione di attività., ma solo nei conti d’ordine, che sarà poi cancellato a fine esercizio.

L’acquisto delle quote di emissione comporta la rilevazione a conto economico dei relativi costi, in contropartita all’iscrizione nel passivo dello SP di un debito.

I costi rappresentano un “onere di sistema” e sono iscritti nella voce B14) del CE, Oneri diversi di gestione

La vendita delle quote di emissione assegnate dall’autorità nazionale competente oppure di quelle acquistate sul mercato comporta la rilevazione a conto economico dei relativi ricavi, in contropartita all’iscrizione nell’attivo dello SP di un credito.

I ricavi relativi alla vendita di quote rappresentano una componente positiva di natura accessoria e sono iscritti nella voce A5) del CE, Altri Ricavi.

Società di Trading

L’acquisto delle quote di emissione comporta la rilevazione a conto economico dei relativi costi, in contropartita. all’iscrizione nel passivo dello SP di un debito

I costi sostenuti per l’acquisto delle quote di emissione sono iscritti nella voce B6) del CE, Costi della produzione per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.

La vendita delle quote di emissione comporta la rilevazione a conto economico dei relativi ricavi, in contropartita all’iscrizione nell’attivo dello SP di un credito.

I ricavi derivanti dalla vendita delle quote di emissione sono iscritti nella voce A1) del CE, Ricavi delle vendite e delle prestazioni.

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Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

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Fase I (2005-08)Fase I (2005-08)

1. Analisi dei Fondamentali – Fase I1. Analisi dei Fondamentali – Fase I

Fonte: Elaborazione NE su dati CITL

Durante la Fase I gli impianti produttivi interessati dall’ETS hanno emesso un totale di 6.214 miliardi di tonnellate CO2, a fronte di una disponibilità di EUAs pari a 6.321 miliardi di tonnellate, producendo un surplus di 107 milioni (2,5% dei permessi distribuiti).

Fonte: Elaborazione NE su dati ECX

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Fase II (2008-12)Fase II (2008-12)

Vengono modificati diversi parametri.

1. Le quote in eccesso possono essere utilizzate nella Fase III (Bancabilità);

2. Riduzione delle quote assegnate alle imprese (da una media annua di 2,107 Gt a una media 1,892 Gt);

3. Utilizzo di CER e ERU fino ad un massimo di 1,4 Gt;

4. Ingresso di Liechtenstein, Islanda e Norvegia all’interno del mercato;

5. Ingresso aviazione a partire dal 1 Gennaio 2012;

6. Diminuzione progressiva del numero di permessi allocati in maniera gratuita (Grandfathering) e istituzione di meccanismi d’asta per l’allocazione onerosa delle quote (circa 4%).

1. Analisi dei Fondamentali – Fase II1. Analisi dei Fondamentali – Fase II

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1. Analisi dei Fondamentali – Fase II1. Analisi dei Fondamentali – Fase II

Fonte: Elaborazione NE su dati CITL Fonte: Elaborazione NE su dati CITL

Fase II: Bilancio Fase II: Bilancio

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Fase III (2013-20)Fase III (2013-20)

Nuove modifiche si sono rese necessarie per correggere alcune delle imperfezioni evidenziatesi nel quinquennio 2008-2012, alcune delle quali sono ancora in fase di definizione.

Tra le principali modifiche:

1. Ulteriore taglio del numero di permessi disponibili in forma gratuita con una diminuzione progressiva del 1,74% annuo al 2020;

2. Allocazione tramite procedure d’asta dei permessi per il settore termoelettrico, con l’esclusione degli impianti nuovi entranti nei Paesi dell’Est Europa;

3. Esenzione Carbon Leakage;

4. Restrizioni per i CER utilizzabili nella Fase III sulla base di criteri di provenienza e progetto;

5. Proposizione di nuovi obiettivi per l’ulteriore implementazione dell’azione dell’ETS oltre il 2020.

1. Analisi dei Fondamentali – Fase III1. Analisi dei Fondamentali – Fase III

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1. Analisi dei Fondamentali – Fase II1. Analisi dei Fondamentali – Fase II

FASE II – BILANCIO SETTORIALEFASE II – BILANCIO SETTORIALE

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Fonte: Elaborazione NE su dati CITLFonte: Elaborazione NE su dati CITL

Fonte: Elaborazione NE su dati CITL

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1. Analisi dei Fondamentali – Fase II1. Analisi dei Fondamentali – Fase II

INDUSTRIAINDUSTRIA

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Fonte: Elaborazione NE su dati CITL Fonte: Elaborazione NE su dati CITL

Fonte: Elaborazione NE su dati CITL Fonte: Elaborazione NE su dati CITL

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1. Analisi dei Fondamentali – Indici Macro1. Analisi dei Fondamentali – Indici Macro

Sin dall’avvio dell’ETS, la correlazione tra PIL europeo e emissioni è stata diretta; solo nel 2011 questa relazione si è interrotta, con una crescita del PIL dell’1,5% a cui si è contrapposta una diminuzione delle emissioni dell’1,9%.

La causa principale dietro il decoupling tra crescita economica e emissioni risiede nel rallentamento registrato dal comparto elettrico nel corso del 2011, tradottosi in una diminuzione della produzione elettrica pari al 2,1%.

Anche nel caso della produzione industriale, sempre altamente correlata con il livello di emissioni prodotte, il 2011 è stato l’unico anno di rottura (IP: +3.2%).

Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat, CITL Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat, CITL

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

COSA DETERMINA IL PREZZO DELL’EUA?COSA DETERMINA IL PREZZO DELL’EUA?

Dal punto di vista delle analogie, i permessi d’emissione (denominati EUA), sono assimilabili alle tradizionali commodities piuttosto che ai titoli azionari. Infatti, mentre la domanda e il valore di un’azione si fonda sulle aspettative future relative ai profitti dell’impresa titolare, il prezzo dei permessi è determinato direttamente dalle scarsità attesa del mercato, prodotta dalla domanda e dall’offerta corrente presente nell’ETS.

I driver principali del prezzo dei permessi sono:

Attività economica

Prezzi dell’energia

Vincoli d’emissione

Condizioni meteorologiche

Prezzo dei CERs/ERUs

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

L’andamento dei prezzi di EUA e CER nella Fase 2 è stato caratterizzato dalle due crisi (finanziaria e del debito sovrano) che hanno investito le economie europee negli ultimi quattro anni. Lo scoppio della crisi finanziaria americana nel tardo 2008, ufficialmente avviato con il default della Lehman, ha provocato un primo crollo del prezzo dei permessi d’emissione, che in meno di otto mesi perdevano il 64%.

La ripresa economica che ha seguito la crisi del 2009 si è tradotta in una stabilità del prezzo dei permessi, che ha oscillato all’interno di un range di 3 € per oltre due anni.

Lo scoppio della crisi del debito sovrano di alcuni paesi UE, nel giugno del 2011, ha poi causato un nuovo crollo del prezzo delle quote, che in meno di sei mesi ha perso il 60%, precipitando dai 16 € di inizio giugno ai 7 € di fine dicembre .

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

ATTIVITÀ ECONOMICAATTIVITÀ ECONOMICA

Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat, CITL Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat, CITL

Nel corso dei primi otto anni dell’ETS, la correlazione tra PIL e prezzo degli EUA è stata sempre positiva. L’indice di correlazione annuo tra PIL e EUA è pari a 0,66, superiore a quello tra EUA e produzione elettrica (0,59) e tra EUA e produzione industriale (0,55).

Oscillazioni prezzo degli EUA > Variazioni delle variabili macroeconomiche

Parte della variabilità non è spiegata da fattori macro

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

INDICI FINANZIARIINDICI FINANZIARI

Fonte: Elaborazione NE su dati Boomberg Fonte: Elaborazione NE su dati Boomberg

Tra gli indici finanziari, il livello più alto di correlazione osservato negli ultimi 4 anni è tra EUA e lo European Stock 50 (0,79), EUA e l’indice italiano FTSEMIB (0,87) e tra EUA e l’indice francese CAC40 (0,75).

La correlazione con indici anglosassoni – Dow o FTSE100 – non appare significativa.

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

MERCATI ENERGETICIMERCATI ENERGETICI

Fonte: Elaborazione NE su dati ICE, Endex, EEX, GME

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2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

CREDITI DI KYOTOCREDITI DI KYOTO

Fonte: Elaborazione NE su dati UNFCCC

La dinamica a livello internazionale, ha registrato un’accelerazione dei crediti rilasciati da progetti CDM e JI negli ultimi 18 mesi.

Da inizio 2011, infatti, il numero di CER rilasciati dall’Executive Board dell’UNFCCC è più che raddoppiato, raggiungendo i 995 milioni a inizio settembre. L’incremento è stato ancor più significativo nel caso degli ERU, con una vera è propria esplosione (+985%) che ha portato, nel giro di 18 mesi, più di 200 milioni di ERU sul mercato mondiale.

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RELAZIONE TRA EUA E CERRELAZIONE TRA EUA E CER

Fonte: Elaborazione NE su dati ICE, UNFCCC

2. Andamento Prezzi EUA/CER2. Andamento Prezzi EUA/CER

Il vertiginoso aumento dei crediti rilasciati (CER e ERU) negli ultimi 18 mesi ha contribuito ad esercitare una pressione ribassista sul prezzo di EUA e CER. In particolar modo, il differenziale tra i due contratti si è ampliato significativamente, passando da un livello medio di 1,8 € del 2010 ai 5 € di agosto.

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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3. Regolazione – Fase II/III3. Regolazione – Fase II/III

Direttiva 2003/87/CE: nasce il Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione (EU ETS) per controllare le emissioni di CO2 dei settori a più alta intensità di carbonio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto

Direttiva 2004/101/CE: l’EU ETS apre le porte ai crediti di emissione internazionali generati dai meccanismi flessibili Kyoto

Direttiva 2008/101/CE: l’aviazione entra nell’EU ETS

Direttiva 2009/29/CE: modifica la Direttiva 87 perfezionando e estendendo il campo di applicazione a nuovi gas e nuovi settori, e dando il la ad un sistema più centralizzazione a livello europeo

Quadro RegolatorioQuadro Regolatorio

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3. Regolazione – Fase III3. Regolazione – Fase III

Direttiva 2009/29/CE

La Direttiva 2009/29/CE è stata approvata il 23 aprile del 2009 da Parlamento e Consiglio Europeo e emenda la Direttiva 2003/87/CE che istituisce l’ETS, estendendo il sistema fino al 2020. La Direttiva è stata redatta e approvata in conformità con gli obiettivi fissati dal Pacchetto Clima ed Energia, approvato il 17 Dicembre 2008, denominato 20-20-20 per gli obiettivi in esso fissati.

Principali modifiche:

1.Quote non più in dotazione gratuita ma vendute all’asta.

2.Introduzione di benchmark settoriali (52) basati sulle performance del 10% dei migliori impianti del settore di riferimento.

3.Esenzione Carbon Leakage per 164 settori/sottosettori industriali che continueranno a ricevere il 100% delle quote gratuitamente.

4.Abbandono dei registri nazionali a favore di un registro unico europeo.

5.Riduzione graduale del cap con un fattore di abbattimento annuo pari a 1,74%.

6. Limitazioni sull’utilizzo di crediti offsets, sia in termini di provenienza che in termini di progetto.

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CAP

Un restringimento del tetto massimo (cap) concesso alle industrie, che passa dal -6% della Fase II al -21% della Fase III (sempre considerando le emissioni del 2005 come livello di riferimento)

L’istituzione di un unico cap a livello comunitario decrescente nel corso degli anni, con il superamento dei Piani Nazionali di Allocazione (PNA).

ASTE

Il passaggio dall’allocazione gratuita (grandfathering) dei permessi ad un’allocazione tramite procedure d’asta. Nel 2013 circa il 56% delle quote sarà venduto tramite asta. Percentuale destinata ad aumentare fino a raggiungere il 68% nel 2020.

Abbandono totale dell’allocazione gratuita delle quote per il settore termoelettrico (responsabile per circa il 70% delle emissioni dell’intero sistema), con l’eccezione di alcuni Paesi dell’Est Europa.

Distinzione per i settori industriali tra comparti esposti e comparti non esposti a concorrenza internazionale:

i. I primi continueranno a ricevere permessi in forma gratuita sulla base delle emissioni effettivamente verificate nella Fase II;

ii. per i secondi il quantitativo di quote assegnate in forma gratuita verrà gradualmente ridotto, passando dall’80% nel 2013 al 30% nel 2020, per poi raggiungere una situazione di armonizzazione col settore termoelettrico nel 2027.

3. Regolazione – Fase III3. Regolazione – Fase III

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Art. 10.2: Il quantitativo che ogni stato mette all’asta è costituito da:

a)88% delle quote totali distribuito tra gli stati in percentuale corrispondente alla rispettiva percentuale delle emissioni verificate per il 2005 o la media del periodo dal 2005 al 2007, qualunque sia il quantitativo superiore dello stato membro interessato

b)10% delle quote totali messe all’asta è distribuito tra alcuni stati membri all’insegna della solidarietà e ai fini della crescita della Comunità, incrementando in tal modo la quantità di quote messe all’asta dai suddetti stati

c)2% delle quote totali è distribuito tra gli Stati membri le cui emissioni nel 2005 erano inferiori di almeno il 20% rispetto all’anno di riferimento applicato dal Protocollo di Kyoto

ASTEASTE

3. Regolazione – Fase III3. Regolazione – Fase III

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Art. 10 bis prevede l’esenzione dall’acquisto delle quote in aste per:

1.Teleriscaldamento e alla cogenerazione ad alto rendimento definita dalla direttiva 2004/8/CE in caso di domanda economicamente giustificabile, rispetto alla generazione di energia termica o frigorifera.

2.Non sono assegnate quote a titolo gratuito ai nuovi entranti per la produzione di energia elettrica.

3.Lituania, se il totale delle emissioni lituane verificate nel periodo dal 2013 al 2015 nell’ambito del sistema comunitario supera la somma delle quote rilasciate a titolo gratuito agli impianti lituani per le emissioni dovute alla produzione di energia elettrica in quel determinato periodo[…]

4.Gli Stati membri con una rete elettrica interconnessa con la Lituania e che nel 2007 importavano da tale paese oltre il 15 % del loro fabbisogno interno di energia elettrica per il proprio consumo.

5.12. Gli impianti che operano in settori o sottosettori esposti a un rischio elevato di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio sono assegnate, ai sensi del paragrafo 1, quote a titolo gratuito per un importo che può raggiungere il 100 % del quantitativo determinato conformemente alle misure di cui al paragrafo 1.

3. Regolazione – Fase III3. Regolazione – Fase III

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ASTE (bis)ASTE (bis)

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Art 10 quater prevede inoltre l’esenzione per gli impianti di produzione elettrica negli Stati membri che:

a)Nel 2007 non avevano la rete elettrica nazionale collegata, direttamente o indirettamente, al sistema di rete europeo UCTE

b)Nel 2007 la rete elettrica nazionale era collegata all’UCTE solo attraverso un’unica linea di capacità inferiore a 400 MW

c)Nel 2006 oltre il 30% dell’energia elettrica era prodotto da un unico combustibile fossile e oil PIL procapite ai prezzi di mercato non superava il 50% del PIL procapite comunitario

Le quote siano assegnate a titolo gratuito per un periodo transitorio per un totale non superiore al 70% delle emissioni annue verificate nel periodo 2005-2007. In cambio gli Stati membri ammissibili devono presentare un piano di investimento nazionale che stabilisce gli investimenti effettuati da parte dei beneficiari delle quote nel riadeguamento/potenziamento delle infrastrutture, nelle tecnologie pulite e nella diversificazione del loro mix energetico e delle fonti di approvvigionamento.

Paesi: Bulgaria, Rep.Ceca, Cipro, Estonia, Lituania, Romania, Polonia.

ASTE (quater)ASTE (quater)

3. Regolazione – Fase III3. Regolazione – Fase III

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

Page 35: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

ASTE: PIATTAFORMEASTE: PIATTAFORME

Piattaforme transitorie per aste anticipate

Piattaforma comune centralizzata a livello europeo

• 24 paesi dell’UE + Norvegia, Lichtenstein e Islanda hanno sottoscritto la loro partecipazione all’asta centralizzata

• È aperta a tutti gli operatori

“Per attenuare il rischio che si riduca la concorrenza sul mercato del carbonio, regolamento prevede che gli Stati membri possano decidere di non partecipare alla piattaforma comune designando proprie piattaforme d'asta” (Clausola OPT-OUT):

• 3 piattaforme nazionali (Germania, UK e Polonia).• Periodo transitorio di 3 anni (+2 di deroga)• Vendita SOLO delle proprie quote: non possono offrirsi come

piattaforma per altri Stati Membri

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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ASTE: PIATTAFORME TRANSITORIEASTE: PIATTAFORME TRANSITORIE

Piattaforme transitorie (Comunicazione 10-09-2012):

Piattaforma Comune Transitoria: EEX

Piattaforma Nazionale Transitoria Tedesca: EEX

Piattaforma Nazionale Transitoria Inglese: ICE

Piattaforma Nazionale Transitoria Polacca: n.p. – EEX

Calendario Preliminare aste EUA:

EEX (CP): due sessioni mattutine ogni martedì e giovedì

EEX (DE): ogni venerdì mattina

ICE: ogni due mercoledì.

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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ASTE: PRODOTTI E METODOASTE: PRODOTTI E METODO

Le quote sono messe all’asta sotto forma di:

• Contratti EUA e EUAA spot a due giorni;

• Contratti EUA e EUAA futures a cinque giorni.

Il metodo di assegnazione è definito “Uniform price with a single round of bidding per auction” e prevede che;

1. Ciascun offerente presenta la sua offerta durante un determinato periodo d'offerta senza conoscere le offerte presentate dagli altri offerenti.

2. Il volume minimo d’offerta è pari a 500 quote

3. I volumi offerti sono sommati partendo dal prezzo più elevato proposto.

4. L’ assegnazione avviene al prezzo più basso al quale l’intero ammontare è venduto.

5. Ogni aggiudicatario versa lo stesso prezzo di aggiudicazione per ogni quota fino a raggiungere l’ammontare da lui richiesto, a prescindere dal prezzo che ha offerto.

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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Page 38: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

SOGGETTI LEGITTIMATI A PARTECIPARE ALLE ASTESOGGETTI LEGITTIMATI A PARTECIPARE ALLE ASTE

Gestori di impianti o operatori aerei titolari di un conto di deposito, che presenta l'offerta per conto proprio, nonché l'eventuale impresa madre o le imprese figlie o affiliate che fanno parte dello stesso gruppo di società cui appartiene il gestore o l'operatore;

Imprese d'investimento autorizzate ai sensi della direttiva 2004/39/CE (MIFID) che presentano un'offerta per conto proprio o per conto dei loro clienti;

Enti creditizi autorizzati ai sensi della direttiva 2006/48/CE (Dir. Enti Creditizi) che presentano un'offerta per conto proprio o per conto dei loro clienti;

Raggruppamenti di gestori d’impianti o operatori aerei che agiscono in qualità di rappresentanti dei loro membri;

Organismi pubblici o enti di proprietà pubblica che controllano gestori d’impianti o operatori aerei

I trader di energia e commodity a patto che la normativa dello Stato Membro in cui sono stabiliti lo consenta.

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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PROPOSTA di MODIFICA: BACKLOADINGPROPOSTA di MODIFICA: BACKLOADING

Due sono i documenti presentati dalla Commissione a luglio

Proposta di decisione per emendare la direttiva 2003/87/CE all’art. 10(4) (volume quote da mettere all’asta)

Draft per emendare il Regolamento 1031/2010 all’art. 10(2) (relativo a calendario aste)

In termini sostanziali la Commissione chiede:

Maggiore potere decisionale ed esecutivo per intervenire sul mercato

Possibilità di controllare l’afflusso dei permessi sul mercato nelle aste

6

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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PIATTAFORME di SCAMBIO DELLE QUOTEPIATTAFORME di SCAMBIO DELLE QUOTE

4. Aste e Piattaforme di Scambio4. Aste e Piattaforme di Scambio

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Interncontinental Exchange (UK) European Energy Exchange (Germania)

Bluenext (Francia)

Nasdaq OMX (Norvegia)

CME (USA)

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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PROTOCOLLO di KYOTO (2008-2012)PROTOCOLLO di KYOTO (2008-2012)

Il Protocollo di Kyoto è l’unico strumento di regolazione globale che regola le emissioni climalteranti prodotte a livello nazionale.

Gli obiettivi del protocollo Riduzione complessiva di circa 5-5,5 miliardi di tonnellate di CO2

Obiettivi raggiungibili attraverso: La riduzione delle emissioni domestiche per i paesi

industrializzati Lo scambio di permessi di emissione definiti AAUs (Assigned

Amounts Units) tra governi L’acquisto di crediti per la riduzione delle emissioni da

progetti generati:

• In paesi in via di sviluppo (Clean Development Mechanism – CDM)

• In economie in transizione (Joint Implementation – JI)

5. Situazione Internazionale5. Situazione Internazionale

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Page 43: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

Durata: 5 o 8 anni?

Paesi?

Obiettivi?

Natura Giuridica?

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Il Protocollo di Kyoto terminerà il 31 dicembre 2012.

5. Situazione Internazionale5. Situazione Internazionale

Dopo?Dopo?

KYOTO 2? Doha Round

1. Nessun accordo transitorio

2. Progressivo declino dei negoziati

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Sistemi ETS Nazionali (Programmati)Sistemi ETS Nazionali (Programmati)

Nell’ultimo anno si è assistito ad un aumento del numero di iniziative nazionali volte all’introduzione di sistemi di scambio delle emissioni analoghi all’ETS europeo:

RGGI: interessa il settore elettrico di 13 stati del Nord-Est degli Stati Uniti.

Australia: introdotto nel luglio del 2012 lo schema copre circa 300 imprese e prevede un prezzo fisso iniziale dei permessi pari a 23A$ che diverrà poi prezzo di mercato nel 2015. Dal 2018 l’ETS europeo e quello australiano saranno interconnessi (linking)

Nuova Zelanda: introdotto nel 2010 interessa il settore elettrico, il settore manifatturiero e quello dei trasporti.

Giappone: area metropolitana di Kyoto. Introdotto nel 2010 interessa più di 1400 emettitori, di piccole e medie dimensioni.

California: partirà nel 2013 e interesserà il settore elettrico, manifatturiero, e, dal 2015, anche quello dei trasporti. Il 90% delle emissioni sarà coperto tramite quote, mentre la restante parte dovrà essere acquistata sul mercato (o tramite offset),

Western Climate Initiative: partirà nel 2013 e interesserà la California e il Quebec. Target di riduzione: -15% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020.

Korea del Sud: partirà nel 2015 e interesserà circa 500 compagnie, responsabili per il 60% delle emissioni del paese asiatico. Target di riduzione: -30% al 2020.

5. Situazione Internazionale5. Situazione Internazionale

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Sistemi ETS Nazionali (in via di definizione)Sistemi ETS Nazionali (in via di definizione)

Numerosi sono i progetti allo studio soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Tra i più importanti:

CINA: uno schema pilota dovrebbe partire dal 2013 e coprirà tutte le industrie energy-intensive delle prime sette province cinesi (Beijing, Chongqing, Guangdong, Hunan, Shanghai, Shenzhen e Tianjin)

India: schema di efficienza energetica che dovrebbe partire nel 2014 per un periodo di prova di 3 anni. L’obiettivo è quello di ridurre l’intensità emissiva del 20-25% entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005.

Tailandia: lancio di un mercato volontario nel 2014. Sia i settori interessati che gli impegni di riduzione sono in fase di definizione.

Taiwan: il progetto è ancora in fase di discussione e non c’è una data certa per l’avvio. Dovrebbe interessare circa 270 compagnie e mira alla riduzione delle emissioni ai livelli del 2005 entro il 2020.

Messico: schema volontario il cui lancio non è stato ancora fissato. L’obiettivo del governo è di ridurre le emissioni del 30% al 2020 rispetto ad uno scenario business as usual.

5. Situazione Internazionale5. Situazione Internazionale

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Il Futuro del Mercato Carbon MondialeIl Futuro del Mercato Carbon Mondiale

Seppur tra numerose difficoltà e imperfezioni, i sistemi di scambio delle emissioni continuano ad essere lo strumento di policy principale per la riduzione delle emissioni.

Lo scenario di un sistema globale o accordo globale, prefigurato a Copehnagen nel 2009, è orma fuori dalla portata dei negoziati internazionali.

Il futuro sembra prospettare la moltiplicazione di sistemi ETS locali che potranno poi, progressivamente, linkarsi e favorire la creazione di un insieme di regole armonizzate che possano mettere sullo stesso piano, in termini di regolazione ambientale, industrie di diverse nazioni.

La prospettiva che ci sia un Kyoto2 è reale, anche se la probabilità che l’Europa sia l’unico soggetto a sottoscrivere obiettivi vincolanti è altrettanto alta.

Senza nessun tipo di riforma del sistema mondiale, CER e ERU sono destinati ad avere una vita utile non superiore ai prossimi 3 anni.

5. Situazione Internazionale5. Situazione Internazionale

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

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Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat

Fonte: Elaborazione NE su dati Eurostat/IMF/OECD

Macroeconomics

Secondo i principali centri di ricerca internazionali, la ripresa economica in Europa dovrebbe materializzarsi già dal 2013, con una progressiva accelerazione negli anni successivi.

A livello industria, la produzione industriale dovrebbe rimbalzare vigorosamente tra il 2014 e il 2015, per poi consolidarsi nel quinquennio successivo. Rimbalzo che sarà più breve per il comparto elettrico.

Tra mille polemiche e relativi dubbi, l’ETS continuerà a giocare un ruolo di primo piano nel decoupling tra crescita economica e emissioni di CO2. Il trend già osservato nell’ultimo quinquennio è destinato a prolungarsi anche nel corso della Fase III.

6. Scenari Fase III6. Scenari Fase III

CRESCITA vs AUSTERITYCRESCITA vs AUSTERITY

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• Lo scenario di riferimento vede il 2014 come primo anno in cui verrà registrato un deficit netto di permessi. Deficit che aumenterà progressivamente nel corso degli anni, anche grazie alla domanda addizionale proveniente dall’aviazione, e che ridurrà l’eccesso di quote “bankate” nella Fase 2. Annualmente, in media, la domanda di permessi supererà l’offerta di 80 milioni di tonnellate.

• A livello cumulato, il surplus della Fase 2, continuerà a proiettare il mercato in una situazione di “lungo” fino al 2020. A fine periodo, il sistema dovrebbe vedere un eccesso di quote pari a 620 milioni.

Fonte: Elaborazione NE

6. Scenari Fase III6. Scenari Fase III

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SCENARIO BAUSCENARIO BAU

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6. Scenari Fase III6. Scenari Fase III

Fonte: Elaborazione NE

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SCENARI BACKLOADINGSCENARI BACKLOADING

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Introduzione

1. Analisi Fondamentali

2. Andamento Prezzi EUA/CER

3. Regolazione: Fase II/Fase III

4. Aste e Piattaforme di Scambio

5. Situazione Internazionale

6. Scenari Fase III

7. Previsione Prezzi EUA/CER Fase III

Gestire un impianto ETS: Aspetti Gestire un impianto ETS: Aspetti EconomiciEconomici

Page 52: 1 Gestire un impianto ETS: Aspetti Economici Confindustria Ceramica – 16 settembre 2012

Brent: seppur sempre meno correlata col mondo carbon, il petrolio continuerà a essere il principale indice di riferimento all’interno del comparto energetico. Nei prossimi 8 anni ci aspettiamo una prima caduta del prezzo del Brent, con un ritorno sui 140$/bbl nel lungo termine .

Carbone: almeno per il prossimo triennio ci aspettiamo che il carbone continui ad essere sotto pressione. Ci sarà un recupero solo a partire dal 2015, anche se le prospettive rimangono flat.

Gas: l’offerta continuerà ad essere superiore alla domanda nel breve termine. Lo switch verso impianti a gas è però solo questione di tempo. Rally nel lungo termine.

Elettricità: l’effetto congiunto della crisi economica e dell’aumento delle rinnovabili continuerà a pesare in modo sostanziale sul mercato elettrico. Il progressivo decommissioning di vecchi impianti a carbone, e l’avvicinarsi della fermata definitiva dei reattori tedeschi, farà schizzare i prezzi dell’elettricità.

Fonte: Elaborazione NE

6. Scenari Fase III6. Scenari Fase III

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EUA: lo scenario di riferimento vede un progressivo aumento del prezzo dei permessi (EUA) con un’accelerazione post-2016. Il prezzo medio per la Fase 3 si attesterà sui 14 € con un picco di 21 € nel 2020.

CER: la dinamica per i CER, invece, sarà crescente fino al 2015, con il prezzo che salirà nuovamente fino a quota 5 €, per poi discendere nuovamente nella seconda parte della decade. Il prezzo medio dei CER nella Fase III sarà pari a 3,9 €.

7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III

Fonte: Elaborazione NE

SCENARIO BAUSCENARIO BAU

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La differenza nei tre scenari viene determinata dai diversi deficit temporanei che si verrebbero a creare in concomitanza con le diverse ipotesi di slittamento:

1.Lo scenario più rialzista (1,2b) vede un’ascesa repentina del prezzo dei permessi. Il trend ascendente si invertirà solo negli ultimi due anni, quando i permessi accantonati verranno rimessi sul mercato.

2.Nello scenario più conservativo (400m) la traiettoria del prezzo è pressoché analoga allo scenario BAU.

7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III

Fonte: Elaborazione NE

SCENARI BACKLOADINGSCENARI BACKLOADING

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Surplus del mercato consistente per tutta la Fase II

Revisione al ribasso delle prospettive di crescita economica per i prossimi 2 anni, con possibili ripercussioni anche negli anni successivi

Surplus nelle mani di soggetti maggiormente predisposti alla monetizazzione

Scarsa propensione a strategie di medio-lungo termine per molti soggetti

Crescente difficoltà nell’accesso al credito

Mancanza di segnali forti di lungo periodo in grado di render percepibile l’importanza di investire in tecnologia low-carbon.

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7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III7. Previsioni Prezzi EUA/CER Fase III

CHIAVI di LETTURA CONCLUSIVECHIAVI di LETTURA CONCLUSIVE

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Novembre 2009 56

Matteo [email protected]

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Grazie per l’attenzione