1-40 indice e prime pagine del libro

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Meglio essere stati malati che essere stati ricchi (proverbio yiddish)

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Stampato nell’aprile 2016 per conto di Il mio Libro, Milano

In copertina: particolare dell’installazione Clessidra di Giuseppe De Siati, 2013

Grafica: Dalia Sciama

www.ilmiolibro.it

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Nessia Laniado

Medicinadell’Invisibile

Le scoperte scientifiche del Terzo Millennio

che stanno cambiandoil nostro modo di concepire

la salute e la malattia(e forse anche la vita)

Il mio libro Editore

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IndIce

nota dell’autore 17

PreFaZIone del ProF. PIergIorgIo sPaggIarI 21

IntroduZIone 25Quattro rane e un tronco 25

La medicina del terzo millennio 28Il linguaggio segreto delle cellule 31La storia dell ’ Apollo 11 33La grande rete 34Anche la malattia è un ’ informazione 38

1. “In quale lIngua tI ammalI?”ovvero Piccola storia antropologica della malattia 41E tu, di che modello sei? 45

1. La malattia come “cosa” che esiste in sé… 45…oppure come disequilibrio 472. La malattia come qualcosa “che viene da fuori” … 48…oppure che “viene da dentro” 503. La malattia come qualcosa “in più”, oppure “in meno” 514. La malattia come male assoluto… 52…oppure come opportunità 53

Si fa strada un nuovo modello 54

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2. le scoperte che cambIarono la medIcIna(e la nostra visione del mondo) 61Il folle medico dalle mani pulite 62Quelle bestioline dentro le botti di vino 64La scoperta dei guanti di lattice 65“Dobbiamo cercare delle pallottole magiche” 67La guerra contro i microbi 71

3. I germI della vItaovvero Quanti estranei dentro di noi 77I microbi non hanno colpa 82Più batteri che geni 84L’illusione di un mondo sterile 87E se i microbi potessero curare? 90

4. quanta energIa c’è In un moscerIno?ovvero Frequenze, fotoni & C. 93Una scoperta elettrizzante 95Ogni vita è illuminata 98La felicità è un raggio di luce 100Un po’ di luce sull ’ energia 104La scintilla nelle nostre cellule 105

5. rompIamo Il ghIaccIo ovvero Misteri e meraviglie dell ’ acqua nel corpo umano 109Un pesce fuor d ’ acqua 112Le stranezze della molecola più semplice del mondo 113Un ponte di energia 118È scritto nel Dna, anzi nell ’ acqua 121Gli esperimenti del prof. Benveniste 122Gli esperimenti del prof. Elia 125

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Quando le cellule si scaricano 130Gli sciamani che guariscono con l’acqua 131Onde piccolissime, anzi millimetriche 132Basta un piccolo segnale 133

6. Il canto delle celluleovvero Il destino non è scritto solo nel Dna 139Il cervello? È un po’ suonato 141Il fascino di un Sol 146Le armonie dell ’ anima: dammi un La 147Il battito della terra 149Il suono della creazione 151La musica del Dna e il rumore della vita 153L’interruttore dei geni 157L’antenna più piccola del mondo 162

7. una gran confusIone In testaovvero Quello che sappiamo sul cervello 169Dove stanno i ricordi? 171Mi ritorni in mente 174

La storia dei bambini scambiati 175Le nove domande esistenziali 177

Susan 179Lo specchio delle emozioni 181

Mario 182L’ “altro” cervello 183

8. pensare col cuore, sentIre col cervelloovvero Vibrazioni & Emozioni 189Perché il primo amore non si scorda mai 191Quanti scambi…in tutti i sensi 193

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Un cucchiaino di musica nel caffè al posto dello zucchero 197Colore fa rima con dolore 202L ’ orso che fa paura 204Piangere dal ridere 205Le parole delle emozioni 209La supremazia della scienza 211…E vissero felici e contenti 214Il linguaggio dimenticato 215

9. la felIcItà per un verme ovvero Le memorie antiche che chiamiamo istinti 219

Le domande più semplici 219Che cosa abbiamo in comune con un’ameba 221Non facciamone una malattia 223Gli stress dei nostri progenitori 226Siamo pronti a tutto 230Quando “il programma speciale” diventa malattia 234

10. mI è crollato Il mondo addossoovvero Cosa succede quando ci si ammala 237Cinque scoperte sulla malattia 239Prima scopertaTutto inizia in una frazione di secondo 240Seconda scoperta Cervello, organi e psiche si attivano nello stesso istante 244Terza scoperta In ogni risposta speciale dell’organismosi riconoscono due fasi 248Quarta scoperta Ogni sintomo corrisponde a una funzione fisiologica specifica e a un “sentito” particolare 254

Brigitte 258

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Il cagnolino Aramis 259L ’ esempio dell ’ armadio 259

Quinta scoperta Basta un ’ associazione per rivivere lo shock 261

Tamar 261Daniel 262

11. l’IntellIgenza della malattIaovvero Meglio essere stati malati che essere stati ricchi(proverbio yiddish) 267

Giovanni 268“Purtroppo non è operabile” 269

E quando c ’ è un ’ epidemia? 272Il senso biologico della “malattia” 276Basta pensare, è ora di agire 283

12. basta la parola ovveroEffettoplacebo,nocebo&C. 287

Abracadabra 287La profezia che si auto-avvera 290Un malinteso salutare 291

La storia di Anne e della sua paziente 292Placebo Domino: “Piacerò al Signore” 294Io nuocerò: l’effetto nocebo 298Il potere della diagnosi 300Come sta cambiando la definizione di “cancro” 301La nuova malattia del secolo: Overdiagnosis 304E se fosse giunto il momento di cambiare nome? 310La cartella clinica umana 312Al di là della malattia 315

La storia di Alice 317Il risveglio di Martin 318

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13. sano, sanIssImo, anzI malatoovveroComenascelamedicinamoderna 321Maggio 1847: si scelgono gli standard 323Il rapporto malato tra medicina e business 330Ciò che fa notizia 333“Le nuove parole della medicina” 334È iniziata la rivoluzione della trasparenza 336L ’ esempio delle vaccinazioni 341

14. le scoperte che cambIeranno la medIcIna (elanostravisionedelmondo) 349Quei raggi sconosciuti, chiamati “X” 350Fotografare ciò che non si vede 352Le quattro forze della natura 357Si possono unire le forze? 359“Interessante, ma qual è il suo uso pratico?” 361La rivoluzione delle reti 362Dalla cellula alla società 366

conclusIone 369la scIenza del futuroovveroL ’ utilitàdell’inutile 369

dIte grazIe dal cuore Ilvostrocervelloviringrazierà 375

BIBlIograFIa 383

IndIce analItIco deglI argomentI 391

IndIce analItIco deI nomI 395

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Per saperne di più

PREFAZIONE dEl PROF. PIERgIORgIO sPAggIARIpiergiorgio spaggiari 22

1. “IN quAlE lINguA tI AmmAlI?”ovvero Piccola storia antropologica della malattiaayurveda, la “scienza della vita” degli indiani 58nello yin e nello yang, il flusso della vita dei cinesi 59

2. lE scOPERtE chE cAmbIARONO lA mEdIcINA(e la nostra visione del mondo)non è vero che… 74

3. I gERmI dEllA vItAovvero Quanti estranei dentro di noiI batteri a tavola 80

4. quANtA ENERgIA c’è IN uN mOscERINO?ovvero Frequenze, fotoni & C.dizionario elettrico 102le mappe dell’energia nel corpo umano 106Il soffio della vita 108

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5. ROmPIAmO Il ghIAccIOovvero Misteri e meraviglie dell ’ acqua nel corpo umanole incoerenze di h2o 116I radicali liberi 128l’acqua: medicina del futuro 136sulla cresta dell’onda 138

6. Il cANtO dEllE cEllulEovvero Il destino non è scritto solo nel DnaIl potere della musica 144ultrasuoni al posto del bisturi 156

7. uNA gRAN cONFusIONE IN tEstAovvero Quello che sappiamo sul cervello“dopo tutti questi anni… sei sempre lo stesso” 180

8. PENsARE cOl cuORE, sENtIRE cOl cERvEllOovvero Vibrazioni & Emozioniperché le luci notturne sono blue le firme della moda nere… 200…e perché i cardinali vestono di rosso e i chirurghi di verde 201

9. lA FElIcItà PER uN vERmEovvero Le memorie antiche che chiamiamo istintiun momento di stress 232

10. mI è cROllAtO Il mONdO AddOssOovvero Cosa succede quando ci si ammalasiamo tutti connessi 246I due sistemi nervosi autonomi: il simpatico e il vago 251le due fasi della malattia 252

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mappa delle corrispondenze 263

11. l’INtEllIgENZA dEllA mAlAttIAovvero Meglio essere stati malati che essere stati ricchi (proverbio yiddish)le curve della salute e della malattia 280

12. bAstA lA PAROlA ovvero Effetto placebo, nocebo & C.due vignette provocatorie 309

13 sANO, sANIssImO, ANZI mAlAtOovvero Come nasce la medicina modernaun ponte tra omeopatia e medicina moderna 328

14. lE scOPERtE chE cAmbIERANNO lA mEdIcINA (e la nostra visione del mondo)proviamo a farci un’idea 355

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nota dell’autore

mi sono imbattuta nella medicina quantistica 12 anni fa. Avevo dolori dappertutto, mal di testa lancinanti, gambe gonfie e stomaco in disordine, continuavo a ingrassare, e an-che gli esami del sangue non erano un gran che. Un amico medico mi propose di misurare il campo elettro-magnetico di ogni organo verificando le frequenze con le quali esso entra in risonanza. L’esame, assolutamente non invasivo, consisteva nel misurare la resistenza elettrica di spe-cifici punti della pelle tramite un apparecchio innovativo ap-pena riconosciuto dal Ministero della Salute Israeliano per la diagnosi neurologica: “Sai, hanno scritto neurologico perché ancora non si sa come parlare di frequenze, ma hanno verifi-cato che funziona,” mi spiegò.Dalla visita emerse che l’organismo era in squilibrio “ener-getico”, non solo dal punto di vista organico, ma anche emo-zionale. Con una precisione millimetrica, l’esame di risonan-za rivelò tutto ciò che mi era “indigesto”: tossine chimiche,

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germi, alimenti, persone, situazioni, ricordi, credenze… Erano anni che scrivevo di psicologia, medicina e alimenta-zione, ma fui colpita dall’oggettività del risultato: era come inserire una chiavetta in un computer per vedere quali file contenesse. Ma non solo: si potevano anche vedere quali fossero i rimedi riequilibranti: quelli di frequenza opposta, e quali i farmaci sintomatici più adatti. La cura migliorò di molto la situazione, ma non del tutto. Perché c’erano ancora giorni in cui compariva improvviso il mal di testa? O il mal di stomaco? O il dolore alla gamba? Perché il colesterolo era sempre alto? Iniziò così la passione per la medicina quan-tistica che mi avrebbe portato fino a Salt Lake City, Utah, negli Usa, dove la ricerca medica sull’applicazione delle Elf, Extremely Low Frequences (frequenze estremamente basse) è a livelli avanzatissimi, poi in Siberia e a Mosca, per incontrare gli scienziati dei programmi spaziali russi, quindi in Unghe-ria alla scoperta dei misteri dell’acqua nel nostro organismo, e ancora in Israele, dove lo studio della relazione tra saperi antichi e fisica moderna è di grande attualità, e infine in Ita-lia, che vanta una lunga storia di fisici legati al mondo della medicina.È qui che con un gruppo di medici, terapeuti e studiosi ho potuto studiare e verificare le correlazioni tra cervello, corpo e psiche: in pratica una nuova mappa anatomica che unisce organi, pensieri ed emozioni. L’incredulità iniziale si trasformò presto in entusiasmo. Ed è con questo entusiasmo nei confronti di questi nuovi saperi che ho voluto scrivere questo libro: per i miei cari, per i miei pazienti e per tutti coloro che si pongono la domanda “Per-ché mi sono ammalato adesso?”Dopo il primo capitolo, che racconta dei modi diversi di concepire la malattia (abbiamo mai pensato che esistono

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vari modelli di pensiero sull’argomento?), il libro racconta la storia avventurosa, ricca di colpi di scena, della medicina moderna: dalle scoperte delle “bestioline” nelle botti di vino - i germi - alle “pallottole magiche” - i farmaci -, ai raggi sco-nosciuti - chiamati X -, alle scintille di luce nel corpo umano, alle molecole di acqua che nei tessuti si uniscono a grappoli per racchiudere i nostri ricordi, fino alle ninne nanne che raggiungono le cellule. Arrivando ai misteri del cervello e delle emozioni e di come queste si intrecciano con i nostri organi a formare un’unità indissolubile, così come avevano intuito gli antichi saggi della medicina cinese, dell’ayurveda e della cabala ebraica.Infine le nuove straordinarie scoperte sul mondo dell’infini-tamente piccolo nell’organismo umano con uno sguardo alle nuove tecnologie che stanno cambiando il nostro concetto di medicina, salute e malattia.Credo sia importante conoscere. Per godere della libertà di scegliere la strada da seguire nel momento in cui noi o i no-stri cari dovessimo confrontarci con la malattia.

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PreFaZIone del ProF. piergiorgiospaggiari

la medicina di oggi è nata fra Otto e Novecento. Furono soprattutto i chimici a studiare i fenomeni biologici, e quindi a porre le basi di fisiologia, patologia e farmacologia. Ecco perché, in buona parte, siamo abituati a vedere l’or-ganismo umano soltanto come una fitta rete di reazioni chimiche con cui si cerca di spiegare il fenomeno della vita. E, di conseguenza, per curarci usiamo quasi esclusivamente molecole che interferiscono con tali reazioni. Chimiche, appunto. Probabilmente, se i dottori, padri fondatori della scienza me-dica contemporanea, avessero utilizzato anche un’ottica da fisici, oggi avremmo una visione diversa di queste discipline, e forse qualche arma terapeutica in più.In realtà, infatti, noi non siamo semplici “macchine chimi-che”. La biologia è un dominio che ha sì un aspetto chimico, ma sicuramente anche fisico, molto meno esplorato. Per spiegarci meglio: una qualunque cellula del nostro corpo

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i più

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Piergiorgio Spaggiari, fisico e medico, pioniere di fama internazionale per la Medicina Quantistica. Già professore di Bioenergetica presso la Facoltà di Medicina all’Università degli Studi di Milano e Roma e ricercatore del Consiglio Nazio-nale delle Ricerche italiano, per molti anni è stato direttore generale di diversi ospedali della Regione Lombardia (Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano, Azienda Ospedaliera Valtellina Val Chiavenna, Azienda Ospedaliera della provincia di Lodi, Azienda Ospedaliera di Cremona).

Nell’agosto del 2001 tiene in Cina una serie di relazioni e con-ferenze magistrali: il Primo Ospedale del Popolo di Shanghai lo nomina Professore Honoris Causa per la Medicina Quantistica, annoverandolo tra i suoi primari.

Nell’ottobre 2007, riceve la Laurea Honoris Causa dell’Università di Odessa, a motivo dei suoi studi, sperimentazioni e risultati nell’impiego di campi elettromagnetici ultra-deboli in terapia.

Oggi è professore di Medicina dello Sport e Bioenergetica all’Università San Raffaele di Roma.

Anche grazie alle sue ricerche, nel settembre 2013 in alcune regioni italiane - Lombardia, Emilia Romagna e Toscana - l’ago-puntura, la fitoterapia e l’omeopatia, fino ad allora medicine considerate “alternative” - sono diventate a pieno titolo specia-lità mediche “convenzionali”, approvate dall’Ordine dei Medici.

“Sono convinto che un giorno questo succederà anche per la Medi-cina quantistica. La medicina è una sola, ed è quella che si prende cura della persona dal punto di vista sia fisico sia emozionale.”

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è sede di raffinati processi chimici, quali la replicazione del Dna, ma è anche il luogo dove dal punto di vista elettrico, come in un condensatore, la molecola dell’ATP trasporta energia nelle cellule. Diventa necessario allora mettere a fuo-co i rapporti tra materia (la chimica) ed energia (la fisica).Benché in modo frammentario, oggi anche la fisica ha il suo spazio in medicina: per esempio, si basano su fenomeni fisici i raggi X, l’ecografia e la risonanza magnetica nucleare. Ma finora non si è mai indagato sistematicamente per interpre-tare secondo la fisica le migliaia di processi fisiologici e pato-logici che siamo soliti leggere solo dal punto di vista chimico.Ciò permetterebbe invece di migliorare la conoscenza degli organismi e dei processi biologici dei quali, anche se pensia-mo di sapere tanto, in realtà sappiamo ben poco.Sono molte, molte di più di quanto si pensi, le domande che rimangono senza risposta quando si cerca di approfondire le conoscenze mediche. Non è certo un mistero: se i profani non ne sono consapevoli, lo sanno bene i medici, e soprat-tutto i giornalisti divulgatori come Nessia Laniado quando, intervistando studiosi o scienziati per dare spiegazioni ai propri lettori, spesso li vedono allargare le braccia di fronte all’ennesimo “Perché?”.Questa visione “fisica” della medicina e della biologia ha sedotto già da alcuni anni numerosi ricercatori di tutto il mondo - dal tedesco Fritz Albert Popp al francese Jacques Benveniste, dall’australiano Ross Adey, che lavorò a lungo in California, fino agli italiani Giuliano Preparata, Emilio del Giudice e molti altri, compreso chi scrive - tra i qua-li si è diffusa l’idea che discipline mediche complementa-ri, come l’omeopatia e la medicina cinese, siano intuizioni di una realtà fisica della biologia che è importante scoprire ed esplorare.

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Il libro Medicina dell’invisibile, inserendosi in questo filone nuo-vissimo, ancora pionieristico, della ricerca mondiale, pone le basi perché i lettori comincino a guardare la biologia e la medicina con occhi nuovi e possano comprendere il nuovo approccio, che viene denominato “Medicina quantistica”. Nient’altro che la medicina vista sotto l’ottica della fisica quantistica, quella che da quasi un secolo indaga i fenomeni dell’infinitamente piccolo. Tra i quali rientrano appunto an-che i fenomeni biologici.È la Nuova Scienza del Terzo millennio appena nato.Questo libro ne spiega la nascita e l’evoluzione a un livello così alto e con metodo così rigorosamente scientifico, ma con un linguaggio così semplice e avvincente che può essere compreso da qualunque persona di media cultura. Come è giusto che sia. Perché oggi capire che cosa sia real-mente e che cosa possa diventare la medicina è un problema culturale ancora prima che scientifico.

Prof. Piergiorgio Spaggiari

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IntroduZIone

QuattroraneeuntroncoQuattro rane sedevano su un tronco che galleggiava sulla riva di un fiume. All’improvviso il tronco fu preso dalla corrente e si mosse lentamente seguendo il flusso. Le rane erano contente e assorte nell’impre-sa, perché non avevano mai navigato prima di allora.Dopo un po’ la prima rana parlò e disse: «Questo è proprio un tronco meraviglioso; si muove come se fosse vivo! Un tronco così non si è mai visto prima.»Allora la seconda rana parlò e disse: «Eh no, amica mia, questo tronco è come ogni altro tronco e non si muove. È il fiume che sta andando verso il mare trascinando il tronco e noi con esso.»Anche la terza rana parlò e disse: «Non sono né il tronco né il fiume a muoversi. Il movimento è nel nostro pensare. Giacché senza pensiero, niente si muove.»E fu così che le tre rane cominciarono a litigare su cosa stava effettiva-mente muovendosi. La discussione divenne sempre più infuocata, ma esse non riuscivano a trovare un punto di accordo.

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A quel punto, esse si girarono verso la quarta rana, che fino a quel mo-mento aveva ascoltato attentamente ma mantenendo la propria pace inte-riore, e le chiesero la sua opinione.E la quarta rana disse: «Ognuno di voi è nel giusto e nessuno di voi è nel torto. Il movimento è nel tronco e nell’acqua e pure nei nostri pensieri.»Detto ciò, le tre rane si arrabbiarono ancora di più, perché nessuna di loro voleva ammettere che la propria non fosse la completa verità e che le altre due non si fossero completamente sbagliate.E allora una cosa strana avvenne. Le tre rane si misero assieme e spinsero la quarta rana fuori dal tronco nel fiume.

Da Il Precursore di Kahlil Gibran,scrittore libanese (1883 -1931)

Cos’è che muove il corpo umano, e determina la salute oppure la malattia? La diatriba, simile a quella delle rane, inizia con la storia della medicina moderna, all’incirca nel 1600. Fu allora che René Descartes, l’uomo di scienza francese conosciuto come Cartesio (1596-1650), propose un accordo con la Chiesa, allo scopo di ottenere i cadaveri umani che gli servivano per la dissezione. Il patto era chiaro: i medici potranno occuparsi del corpo fisico, ma non si immischieranno dell’anima, della mente e delle emozioni, che dovranno restare sotto l’esclusi-va giurisdizione degli uomini di fede.Come racconta la neuroscienziata Candace Pert (1946-2013), ricercatrice alla Georgetown University School of Medicine a Washington, fu quest’accordo a determinare nel bene e nel male il tono e l’orientamento della scienza occidentale nei secoli successivi: definendo i criteri che separano la scienza dalla non-scienza, la medicina si è occupata della res extensa, il corpo, e ha ignorato la res cogitans, la cosa pensante.

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Ha scomposto la materia e ha scoperto atomi, particelle subatomiche, cellule, il Dna, le proteine, i geni, con risultati prodigiosi nel campo della chirurgia, delle terapie di emer-genza e della farmacologia. Sa dare diagnosi precise e indica-re la cura. Ma a una domanda, la più potente di tutte, non ha saputo dare risposta: perché sono malato? Se abbiamo mal di testa ingoiamo una pastiglia e non ci pen-siamo più. Fino alla prossima occasione. È come quando da piccoli, se il giocattolo si incantava, gli si dava una botta e, nella maggior parte dei casi, ricominciava ad andare. Fun-ziona. Ma fino a quando e per quanto tempo? Oggi, grazie a scoperte innovative nel campo della fisica quantistica e della neurobiologia, non solo conosciamo dove

L’anatomia in un’illustrazione del XIII secolo.

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e come (l’eziologia e la patogenesi) ci si ammala, ma siamo in grado di vedere anche perché. Perché proprio io? Perché proprio adesso? E perché questa malattia e non un’altra?

la medIcIna del terzo mIllennIoLa medicina moderna si interessa degli organi, la psicologia della psiche, la medicina alternativa della relazione corpo-psiche, ma nessuno, fino a trent’anni fa, aveva potuto prende-re in considerazione il regista che li dirige, quei 176 mila chi-lometri di fasci di fibre nervose stipati tra encefalo e midollo spinale che mettono in connessione le centinaia di miliardi di neuroni presenti nel nostro cervello. Questo imponente groviglio, responsabile del passaggio di informazioni nell’or-ganismo, veniva aperto e studiato una volta che la persona era morta. Come aprire un computer per capirne il funzio-namento senza accenderlo. Ora, grazie alle magnifiche immagini del corpo umano che ci offre la Risonanza Magnetica Funzionale, abbiamo potuto vedere i neuroni in movimento e scoprire così che ogni organo, ogni sintomo, ogni nostro comportamento è collegato con zone specifiche del cervello, che si “accendono” di fronte a uno stimolo specifico e solo di fronte a quello. Facciamo un esempio. Se mangiamo una banana, la Riso-nanza Magnetica Funzionale mostra che si attivano sia lo stomaco sia un’area precisa del cervello che invia l’ordine di secernere i succhi digestivi necessari a mandar giù il boccone.Fin qui tutto è chiaro. Ma se mettiamo la banana da parte e pensiamo alla banana, il comportamento dell’organismo è identico: si attiva quella medesima zona del cervello e lo stomaco secerne esattamente

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gli stessi succhi. È questa la grande scoperta. Non è necessario che lo stimolo sia concreto e tangibile: ciò che conta è il mes-saggio, che la nostra era tecnologica chiama informazione. Inoltre, poiché l’informazione viaggia per associazioni, propriocome avviene nel linguaggio dei sogni, lo stomaco secernei suoi succhi, anche se dobbiamo “ingoiare” un boccone virtuale, come per esempio un parente indigesto o un sopruso. Non è un caso che in tutte le lingue del mondo si usino le stesse metafore per definire un’ingiustizia subìta: un boccone amaro, non va giù, un peso sullo stomaco, difficile da digerire, fa venire l’ulcera. Il principio lo abbiamo sperimentato tutti: se bevia-mo un bicchier d’acqua sentiamo lo stimolo a urinare, ma se apriamo il rubinetto e facciamo scorrere l’acqua, avvertiamo puntualmente lo stesso impulso.In linguaggio più poetico ce lo spiega lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922), quando racconta dei suoi tur-bamenti nella penombra solitaria di una stanza parigina nel momento in cui intinse una madeleine nel tè:

…Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, staccata da qualsiasi nozione della sua causa.

Da Alla ricerca del tempo perduto

Quel pasticcino burroso si trasforma improvvisamente nel volto della mamma. In quell’istante rinasce il piccolo Marcel, che a Combray mangiava madeleine a volontà e non vedeva l’ora di scappar via da quella cittadina di provincia. Nel 1911, l’anno della madeleine, gli scienziati non avevano ancora idea di come i nostri organi di senso comunichino con il cervello.

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Oggi le neuroscienze sanno che Proust aveva ragione. La sua folgorante intuizione fu che la memoria e le emozioni sono strettamente intrecciate agli odori, ai sapori, ai colori, cioè agli stimoli che provengono dai nostri sensi.Rosso uguale fuoco, calore, sangue, pericolo. Una sala chi-rurgica non sarà mai rossa ed è facile comprendere il perché. Azzurro significa cielo, meditazione, riposo, attesa. Marrone

Tutti gli organismi viventi emet-tono una debolissima luce, mille volte meno intensa di quella ri-levabile a occhio nudo, ma che può essere misurata con speciali macchine fotografiche.

Il cervello, in costante attività elet-trica, produce onde cerebrali misu-rabili con l’elettroencefalogramma (EEG).

Oggi nuove strumentazioni diagno stiche sono in grado di scansionare il cervello mostrandoci le aree in attività quando si compie un’azione, si formula un pensiero, si prova un’emozione. A sinistra: un’immagine PET (Tomografia a emissione di positroni) che mostra le aree in attività. A destra: una cellula cerebrale che invia impulsi elettrici.

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è casa, terra, tradizione. Per noi occidentali il bianco è vita e il nero è morte. Per gli africani è il contrario. E possiamo capire che questo contrasto apparente dipende solo dal significato che diamo alla vita: simbolicamente la vita è il colore della propria pelle e la morte è sempre il suo contrario.

Il lInguaggIo segreto delle celluleDi quale materia sono intessuti i colori? Quando apriamo gli occhi, le immagini che abbiamo di fronte sono formate da miliardi di puntini, come pixel in uno schermo, ognuno traboccante di atomi e molecole che vibrano: queste vibra-zioni vengono percepite dalla retina, trasformate in segnale elettrico e trasmesse al cervello. Qui sono elaborate, inter-pretate, immagazzinate e confrontate con altri stimoli già memorizzati finché…vediamo il rosso, il giallo, il blu, i colo-ri. Ogni colore ha una diversa vibrazione che corrisponde a una frequenza specifica e, come abbiamo visto a un’emozione specifica. Ma non solo i colori sono vibrazione. Anche i suoni, le paro-le, il cibo, i materiali che usiamo, l’aria che respiriamo, tutto ciò che esiste, persino il nostro corpo e ogni nostro organo o gruppo di cellule, è composto da particelle atomiche che vibrano e inviano segnali elettromagnetici che oggi si misura-no con precisione. Ciascuna cellula emette segnali specifici, propri e caratteristici, come ogni persona possiede una voce particolare, un suo accento e parla la sua lingua.Immaginiamo una cellula, una qualunque del nostro corpo. È circondata dalla sua membrana, sulla quale si trovano una miriade di molecole recettoriali. I recettori sono forse il tipo più

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elegante e complesso di molecola che esista al mondo. Se si dovesse assegnare un colore diverso a ciascuno dei recetto-ri presenti sulla superficie cellulare, si vedrebbe un mosaico multicolore di oltre sessanta sfumature diverse. Le molecole del recettore rispondono all’energia elettrica e alle sollecita-zioni chimiche con una vibrazione. In sostanza funzionano come sensori. Così come nell’organismo umano gli occhi, le orecchie, la lingua, le dita e il naso agiscono da organi di senso, anche i recettori si comportano in modo analogo, solo che lo fanno a livello cellulare, captando i messaggi inviati da altre piccole realtà vibranti, chiamate scientificamente leganti. C’è chi, nel mondo della scienza, parla di “sesso a livello cellulare”: ogni legante è attratto magneticamente sol-tanto dal recettore che gli è affine, come una chiave con la sua serratura. È così che l’informazione entra nella cellula.

Se si percuote un bicchiere si ottiene una nota. Nel momento in cui si riuscisse a riprodurre un suono che ha esattamente la stessa frequenza della nota emessa dal bicchiere, il vetro entrerebbe in risonanza vibrando fino alla rottura.

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Questi infinitesimali fenomeni fisiologici si traducono in vi-stose modificazioni nella salute e persino nell’umore e nel comportamento.Lo sapevate che quello che noi chiamiamo “amore” non è altro che un prosaico effetto delle vibrazioni di batteri della stessa frequenza che risuonano nel corpo degli innamora-ti? Succede quando due organismi emettono onde ultra-fini della stessa frequenza: si verifica allora una sorta di richiamo reciproco per cui vibrano insieme e all’unisono. Enrico Caruso, il grande cantante lirico, si divertiva così a stupire i suoi ospiti: con un ticchettio dell’indice faceva ri-suonare un bicchiere di cristallo per identificare la nota mu-sicale alla quale vibrava, e poi da lontano cantava la stessa nota fino a romperlo. Senza toccarlo. Solo con l’energia del-la propria voce.Possiamo aprire un cancello con la chiave giusta (le molecole chimiche), oppure con un telecomando che invia un segnale, cioè una vibrazione, o frequenza.Ciò significa che possiamo informare le cellule del nostro cor-po con frequenze che portano alla rottura dell’equilibrio, cioè alla malattia e alla depressione, oppure con frequenze che portano alla rigenerazione, alla salute e alla vitalità.

la storIa dell ’ apollo 11Fu nella seconda metà del secolo scorso, con le esplorazioni dell’uomo nello spazio, che si iniziò a parlare dell’influenza dell’elettromagnetismo sulla materia vivente. Gli astronauti,che prima della partenza avevano superato gli esami più completi, tornavano a terra profondamente depressi, con un processo di decalcificazione avanzato e infetti da una miriade

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di virus e batteri. Questo era inspiegabile: come avevano po-tuto infettarsi se nello spazio non esistono microbi? All’inizio i ricercatori pensarono che dipendesse dall’immo-bilizzazione forzata nelle navicelle spaziali, poi ipotizzarono l’assenza di gravità, ma fu solo dopo numerose ricerche che si capì come le loro malattie fossero dovute alla mancanza di contatto con le frequenze generate naturalmente dal campo magnetico terrestre. La terra è circondata da un campo elettromagnetico senza il quale la vita non potrebbe esistere. In modo analogo, il corpo umano è pervaso da un insieme di energie elettromagneti-che. Quando gli scienziati della Nasa provarono a mettere dei topolini in una camera schermata, priva di campo elet-tromagnetico, videro che questi presentavano gli stessi evi-denti sintomi degli astronauti giunti dallo spazio. Ed ecco la seconda scoperta. Esistono vibrazioni armoni-che e vibra zioni patologiche. Nel caso specifico dei cosmo-nauti e dei topolini, si trovarono frequenze che nella cellu-la aumentano l’assorbimento del calcio e frequenze che lo diminuiscono.

la grande reteIl 1 gennaio 1989, sulla rivista dell’American Physiological Society, il neurofisiologo americano J. Edwin Blalock informava la comunità scientifica che tutte le nostre cellule, non solo quelle cerebrali, sono in grado di ricevere segnali elettromagnetici dal sistema nervoso e, a loro volta, di inviarne. Blaloch ave-va gettato un seme che avrebbe sconvolto il mondo scientifi-co. Per dirla come il danese Niels Jerne (1911-1994), premio Nobel 1984 per la Medicina, l’organismo è un network, una

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rete alla continua ricerca di equilibrio nel mare burrascoso dei segnali che la circondano. Prima di lui si credeva che gli anticorpi venissero prodotti da stimoli esterni, per esempio durante un’infezione batterica o virale. Si riteneva, cioè, che un batterio, un virus o una tossina fossero la serratura venuta dall’esterno, sulla quale si modellava, copiandola, la chiave interna, cioè l’anticorpo specifico. Jerne, invece, intuì che gli agenti esterni si limitano ad amplificare il numero di anticor-pi che sono già presenti, preesistenti nell’organismo come risposta a uno stimolo. L’organismo quindi non è solo una macchina, è molto di più. È una grande rete. Non quella che tutti conosciamo, ma un qualcosa che ci parla. Una sorta di cervello mobile, che si sposta in tutto il corpo, situato nello stesso tempo in tutti i punti dell’organismo e non soltanto nella testa. Una rete che collega fra loro tutti i sistemi e gli organi. Uno studio pubblicato nel 2011 su Proceedings of the National Academy of Sciences mostra come la rottura di una relazione d’amore e la sensazione di rifiuto generano un dolore pari a quello di un trauma fisico. Quando l’amante viene abbando-nato, è come se si “accendesse” l’interruttore del dolore, atti-vando così le aree neurali responsabili delle esperienze fisiche dolorose. In altre parole le pene del cuore, e in particolare il rifiuto, bruciano come quelle del corpo. Ed è vero anche il contrario. Un altro studio durato due anni, compiuto dal dipartimento di Neuroscienze dell’Uni-versità di Torino, dimostra che gli antidolorifici creano nel nostro cervello un’impronta. E quell’impronta è in grado di attivare nel corpo gli stessi effetti della cura solo al pensiero di aver preso il farmaco, anche quando questo, in realtà, è una sostanza inerte, cioè nulla. È nel cervello, quindi, la pro-va che l’effetto placebo esiste.

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Chi trasporta l’informazione? “Sembra un miracolo, ma è proprio così che funziona il cervello. Le cellule nervose ce-rebrali comunicano tra loro secernendo sostanze chimiche e possiamo quindi affermare che il cervello utilizza un lin-guaggio chimico, le cui parole sono sostanze infinitesimali, chiamate messaggeri dell’informazione o neurotrasmettitori.” La frase è dello svedese Arvid Carlsson, professore di Neuro-farmacologia, premio Nobel per la Medicina nel 2000. Come dire che quelli che pensavamo fossero essenze impalpabili, come i pensieri, i sentimenti, le credenze e le emozioni, sono invece intimamente connessi con il funzionamento dei nostri organi e sono misurabili chimicamente: sono cioè “concreti”.

All’inizio del mio lavoro pensavo realisticamente che le emozioni fossero nella testa o nel cervello. Ora direi che esse sono anche nel corpo. Si esprimono nel corpo e fanno parte del corpo. Non riesco più a fare una netta distinzione tra il cervello, il corpo, la mente e le emozioni.

CandaCe Pert (1946-2013), neuroscienziata, ricercatrice alla Georgetown University School of Medicine, Washington,

Molecole di emozioni, LaFeltrinelli

Supponiamo di conoscere tutto di una data barca: elica, ti-mone, motore e così via, ma non sappiamo nulla del mare in cui naviga. Possiamo prevedere la rotta che terrà, ma non le sue oscillazioni, che dipenderanno dalle onde e delle cor-renti. Per fare una previsione completa dovremmo conoscere anche il mare, ma poiché è molto vasto, non ci riusciamo. Le fluttuazioni, quindi, sono del tutto imprevedibili. La barca fluttua in base alla rotta determinata dalle sue leggi interne e da quello che succede in mare. Non è isolata, ma comuni-ca col mare, e tramite il mare comunica anche con le altre barche, perché le sue oscillazioni provocano onde, che a loro

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volta fanno oscillare le altre imbarcazioni. Ecco la differenza tra la fisica classica e la fisica quantistica. La fisica classica considera la realtà come un insieme di og-getti separabili nello spazio e nel tempo. Ogni corpo, purché lo si allontani dagli altri, è isolabile e questo ci serve per stu-diare oggetti di dimensioni visibili. La fisica quantistica ha dimostrato invece che in natura nessun corpo è mai isolabile, ma che esiste una connessio-ne, sempre, di ogni corpo con tutti gli altri corpi esistenti nell’universo. Se nella fisica classica il vuoto è un contenitore in cui non c’è nulla, nella fisica quantistica è un “oggetto”, anch’esso, capace di scambiare energia: per questo un corpo, che può essere isolato da altri corpi, non può mai essere iso-lato dal vuoto. Il vuoto, osservato al microscopio elettronico, è un buio totale in cui si accendono dei flash di luce, i fotoni, che producono onde elettromagnetiche. Bagliori nel buio. Il vuoto è sede dunque dell’energia che, come il mare con le barche, collega tra loro tutti i corpi e ogni punto del nostro organismo, in una grande rete di vibrazioni e informazioni.

A sinistra l’immagine di un neurone. A destra l’immagine simulata dell’universo con stelle e galassie. Fonte: Mark Miller, Brandeis University, Waltham/Boston, Virgo Consor-tium for Cosmological Supercomputer Simulations.

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anche la malattIa è un ’ InformazIoneQuesto libro racconta di una rivoluzione che sta avvenen-do in sordina, per opera di scienziati che non temono di ricongiungere quello che Cartesio aveva diviso, 300 anni fa: la materia e l’energia, ciò che i medici tradizionali cinesi chiamano qi e che i maestri ayurvedici chiamano prana. “Il vero dono della nostra materia è permetterci di essere qual-cosa in più che pura materia”. Con queste parole lo studioso americano Jonah Lehrer conclude la sua opera, pubblicata nel 2007, dal titolo esplicativo: Proust era un neuroscienziato (La-Feltrinelli). Così come un secolo fa l’avvento del microscopio permise a Louis Pasteur di vedere ciò che per quei tempi era invisibile, dimostrando l’esistenza dei batteri, oggi grazie a strumenti straordinariamente potenti, come il microscopio atomico, siamo in grado di vedere ciò che avviene all’in-terno delle cellule. E che cosa si vede? Praticamente nulla. Non, come tutti ci aspetteremmo, una sostanza materiale, ma un grande vuoto, dove qua e là compaiono come comete delle scintille di luce che poi si spengono.Gli scienziati li hanno chiamati bio-fotoni, dal greco phos, photòs, che significa luce: queste particelle, o quanti di luce di cui parlava Einstein, cioè la quantità più piccola di luce che conosciamo, trasportano come un laser le informazioni, le quali vengono ricevute e re-inviate da un’antenna, il Dna. Secondo il grande fisico Fritz Albert Popp, i biofotoni rego-lano la crescita e la rigenerazione delle cellule e controllano tutti i processi biochimici. I biologi hanno riscontrato che l’emissione di biofotoni è direttamente proporzionale alla vi-talità dell’individuo e che in presenza di leucemie il sangue emette pochissimi fotoni. Negli Stati Uniti è stato dimostrato che i punti cutanei corrispondenti ai punti di agopuntura emettono più biofotoni del resto della cute.

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I biofotoni, oggetto di diverse ricerche in tutto il mondo, re-stano ancora un mistero. E anche se siamo ancora molto lon-tani dal capire l’immenso miracolo della vita, sappiamo però che per verificarsi esso richiede una rete di informazioni che funzioni con assoluta precisione. Ogni secondo che passa si svolgono nella cellula centomila processi chimici perfetta-mente coordinati tra loro attraverso i quali vengono crea-te nel nostro corpo centinaia di miliardi di nuove cellule al giorno:

Il messaggio elettromagnetico viaggia alla velocità della luce e precede di gran lunga la successiva reazione biochimica. La maggior parte delle patologie si manifesta inizialmente con uno squilibrio, o blocco energetico, e sono riscontrabili con misurazioni bioelettriche, prima ancora di essere rivelate con esami chimici o strumentali.

Piergiorgio SPaggiari, fisico e medico

Del resto è quello che aveva detto Rita Levi Montalcini (1909-2012), premio Nobel per la Medicina nel 1986: “La malattia non è altro che un’informazione.”Queste scoperte sono destinate a rivoluzionare, come quelle di Galileo, la scienza e la medicina, e a sovvertire molte delle nostre certezze, fino a scoprire che, come ama dire Popp, “alla fine noi esseri umani non saremmo né vegetariani, né carni-vori, né onnivori, bensì esseri che assorbono luce. E l’ener-gia che riceviamo dall’alimentazione è proprio quella della luce del sole, immagazzinata dalle piante e dagli animali.”

Certo, è difficile fare entrare dei concetti così stravolgenti in un ambiente tradizionalista dove le novità stentano a essere capite e autorizzate. L’obiezione più comune è: “Avete fatto sperimentazioni a doppio cieco?”,

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senza tener conto che il doppio cieco serve quando si collauda un far-maco. Molto spesso le medicine non considerate classiche cozzano pro-prio contro questo limite. Ma non si può pensare di usare i parametri della medicina classica per verificare sistemi che non le appartengono. Alla luce delle nuove scoperte scientifiche, è ora di collegare tutti i saperi della medicina. Per esempio, perché non usare le frequenze in sinergia con i farmaci? Se uso un farmaco, questo deve andare in tempi veloci, là dove mi serve. E sono i campi elettromagnetici a portarcelo. Negli ospedali che ho avuto l’onore di dirigere sono state introdotte nuove tecniche e nuovi sofisticati strumenti di diagnosi e terapia basati sul-la Medicina quantistica, che ci hanno permesso di prendere in cura la persona nel suo complesso, senza fare distinzione tra gli aspetti fisici, emotivi, mentali e sociali.Ringrazio la regione Lombardia, che ci ha permesso di fare nelle sue strutture una serie di convegni scientifici sugli straordinari risultati che abbiamo ottenuto.

Piergiorgio SPaggiari, fisico e medico