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Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno 1 Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti. Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno Norma UNI EN 12464-2 di Gianfranco Ceresini 1 Introduzione legislativa Il recente Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Dlgs 81/08, si occupa anche delle caratteristiche che deve possedere l’Illuminazione, sia naturale che artificiale nei luoghi di lavoro. Facciamo notare come, ai fini della normativa protezionistica, per luoghi di lavoro si debbano intendere non solo i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, ma pure ogni altro luogo, anche esterno, di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro. I requisiti richiesti dal Dlgs 81/08 per l’illuminazione dei luoghi di lavoro (Allegato IV, articolo 1.10), sono i seguenti: o 1.10.1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori. o 1.10.2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. o 1.10.3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. o 1.10.4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. o 1.10.5. Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità. o 1.10.6. Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o procedimenti, non sia possibile illuminare adeguatamente gli ambienti, i luoghi ed i posti indicati al punto 1.10.5, si devono adottare adeguate misure dirette ad eliminare i rischi derivanti dalla mancanza e dalla insufficienza della illuminazione. Pubblicato il 22/09/2008 Aggiornato al: 25/08/2008

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Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno

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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.

Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.

Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno

Norma UNI EN 12464-2

di Gianfranco Ceresini 1 Introduzione legislativa Il recente Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Dlgs 81/08, si occupa anche delle caratteristiche

che deve possedere l’Illuminazione, sia naturale che artificiale nei luoghi di lavoro. Facciamo notare

come, ai fini della normativa protezionistica, per luoghi di lavoro si debbano intendere non solo i

luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, ma pure

ogni altro luogo, anche esterno, di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al

lavoratore nell’ambito del proprio lavoro. I requisiti richiesti dal Dlgs 81/08 per l’illuminazione dei luoghi

di lavoro (Allegato IV, articolo 1.10), sono i seguenti:

o 1.10.1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che

non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In

ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano

un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di

lavoratori.

o 1.10.2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere

installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i

lavoratori.

o 1.10.3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di

guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente

intensità.

o 1.10.4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti

costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.

o 1.10.5. Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o

artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.

o 1.10.6. Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o procedimenti, non sia

possibile illuminare adeguatamente gli ambienti, i luoghi ed i posti indicati al punto 1.10.5, si

devono adottare adeguate misure dirette ad eliminare i rischi derivanti dalla mancanza e dalla

insufficienza della illuminazione.

Pubblicato il 22/09/2008 Aggiornato al: 25/08/2008

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o 1.10.7. Illuminazione sussidiaria (ossia illuminazione di sicurezza)

o 1.10.7.1. Negli stabilimenti e negli altri luoghi di lavoro devono esistere mezzi di illuminazione

sussidiaria da impiegare in caso di necessità.

o 1.10.7.2. Detti mezzi devono essere tenuti in posti noti al personale, conservati in costante

efficienza ed essere adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego.

o 1.10.7.3. Quando siano presenti più di 100 lavoratori e la loro uscita all'aperto in condizioni di

oscurità non sia sicura ed agevole; quando l'abbandono imprevedibile ed immediato del

governo delle macchine o degli apparecchi sia di pregiudizio per la sicurezza delle persone o

degli impianti; quando si lavorino o siano depositate materie esplodenti o infiammabili,

l’illuminazione sussidiaria deve essere fornita con mezzi di sicurezza atti ad entrare

immediatamente in funzione in caso di necessità e a garantire una illuminazione sufficiente

per intensità, durata, per numero e distribuzione delle sorgenti luminose, nei luoghi nei quali la

mancanza di illuminazione costituirebbe pericolo. Se detti mezzi non sono costruiti in modo da

entrare automaticamente in funzione, i dispositivi di accensione devono essere a facile portata

di mano e le istruzioni sull'uso dei mezzi stessi devono essere rese manifeste al personale

mediante appositi avvisi.

o 1.10.7.4. L'abbandono dei posti di lavoro e l'uscita all'aperto del personale deve, qualora sia

necessario ai fini della sicurezza, essere disposto prima dell'esaurimento delle fonti della

illuminazione sussidiaria.

o 1.10.8. (illuminazione di riserva) Ove sia prestabilita la continuazione del lavoro anche in caso di

mancanza dell’illuminazione artificiale normale, quella sussidiaria deve essere fornita da un

impianto fisso atto a consentire la prosecuzione del lavoro in condizioni di sufficiente visibilità.

Queste disposizioni si applicano quindi anche ai luoghi di lavoro in esterno, con alcune eccezioni

(cantieri, mezzi di trasporto, industrie estrattive e pescherecci).

La sanzione per il datore di lavoro che imponga ai lavoratori luoghi non conformi ai requisiti di

illuminazione previsti dal Dlgs 81/08, può essere l’arresto da 3 a 6 mesi o l’ammenda da 2000 a 10000

euro (violazione dell’articolo 64, comma 1, lettera a).

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2 La nuova normativa UNI EN 12464-2

Nell’ottobre del 2004 l’UNI pubblicava la norma UNI EN 12464-1 “Illuminazione dei posti di lavoro.

Parte 1: Posti di lavoro in interni” che andava a sostituire la vecchia UNI EN 10380 datata 1994

“Illuminazione di interni con luce artificiale”. La norma andava a definire i criteri per una corretta

progettazione illuminotecnica dei luoghi di lavoro in interni ed introduceva alcuni nuovi concetti atti a

migliorare la qualità dell’illuminazione.

Per la seconda parte della norma, quella dedicata ai luoghi di lavoro in esterno si è dovuto attendere

fino al gennaio 2008, quando è stata pubblicata (per ora solo in lingua inglese) la norma UNI EN

12464-2 “Illuminazione dei posti di lavoro. Parte 2: Posti di lavoro in esterno”, la quale specifica i

requisiti illuminotecnici per garantire sufficienti livelli di comfort visivo e prestazione visiva ai lavoratori

che svolgono la loro opera in ambienti esterni. Va precisato che questa norma però non specifica i

requisiti illuminotecnici riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, sebbene i

requisiti illuminotecnici che sono specificati nella UNI EN 12464-2, generalmente soddisfano le

esigenze di sicurezza. In particolare, la norma contiene un allegato (vedi tabella 1) contenente le

raccomandazioni sull’illuminazione in materia di sicurezza e della salute dei lavoratori.

Requisiti di illuminazione per la sicurezza e la salute dei lavoratori

(Allegato A norma UNI EN 12464-2 per attività nei luoghi di lavoro in esterno)

Livello di rischio

Illuminamento medio

mantenuto Em [lx]

Uniformità

di illuminam

ento

(Valore minimo)

U0

Indice di abbagliam

ento (Valore

massimo)

(se applicabile al luogo)

GRL

Indice di resa del colore

(Valore minimo)

Ra

Note e

consigli

Rischio bassissimo, esempio: o aree di stoccaggio con

movimentazione occasionale nei centri industriali;

o depositi di carbone nelle centrali elettriche;

o immagazzinamento del legname, segatura e trucioli di legno nelle segherie;

o scale e passaggi di servizio usati occasionalmente, pulizia

5 0,25 55 20

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delle acque reflue e aerazione delle vasche, filtro e vasca di decomposizione dei fanghi negli acquedotti e nelle fogne

Rischio basso, esempio: o Illuminazione generale nei

porti; o Aree di processi industriali a

basso rischio, piattaforme e scale usate occasionalmente nei petrolchimici e in altre industrie pericolose

o Aree di stoccaggio del legname tagliato nelle segherie

10 0,40 50 20 Nei porti U0 può essere 0,25

Rischio medio, esempio: o Aree di parcheggio dei veicoli e

terminal dei container con traffico intenso nei porti;

o Aree di parcheggio dei veicoli e sistemi trasportatori nei petrolchimici e in altre industrie pericolose;

o Immagazzinamento del combustibile nelle centrali elettriche;

o Illuminazione generale e aree di stoccaggio per i prefabbricati nei cantieri navali e nelle banchine;

o Scale usate regolarmente, bacini e filtri per l’acqua potabile negli acquedotti

20 0,40 50 20

Nei cantieri navali e nelle banchine U0 può essere 0,25

Rischio alto, esempio: o Immagazzinamento del legno e

dell’acciaio, buche di fondazione dei palazzi, zone di lavoro ai lati delle buche nei cantieri;

o Aree a rischio incendio, esplosione, sostanze velenose e radiazioni nei porti, nei centri industriali e nei magazzini;

50 0,40 45 20

Nei cantieri e nelle segherie GRL può essere 50

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o Immagazzinamento di combustibile, torri di raffreddamento, impianti di pompaggio, valvole, collettori, piattaforme operative, scale usate di frequente, incroci di nastri trasportatori, quadri elettrici nei petrolchimici e in altre industrie pericolose;

o Quadri nelle centrali elettriche; o Incrocio di nastri trasportatori

e aree a rischio incendio nelle segherie

Tabella 1 - Raccomandazioni di illuminazione in materia di sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro

La norma UNI EN 12464-2 specifica i requisiti per l'illuminazione dei compiti nella maggior parte dei

luoghi di lavoro esterni e le loro relative zone in termini di quantità e di qualità di illuminazione. Per

consentire agli operatori di eseguire compiti visivi all'aperto in modo efficiente e accurato, soprattutto

durante la notte, deve essere garantita una adeguata e opportuna illuminazione. Illuminazione, grado

di visibilità e comfort visivo richiesto, dipendono dal tipo e dalla durata dell’attività lavorativa all’aperto.

Prima di entrare nell’analisi in dettaglio della nuova normativa, richiamiamo nelle tabelle 2 e 3, quelle

che sono le principali grandezze fotometriche in generale e delle sorgenti luminose in particolare.

Grandezze fotometriche Simbolo e unità di misura

Flusso luminoso: quantità di luce emessa da una sorgente luminosa nell'unità di tempo.

)(lmlumenΦ

Intensità luminosa: quantità di flusso luminoso emesso in una determinata direzione e nell'unità di angolo solido, misurato in steradianti (sr), che la contiene.

srlmcd

cdcandelaI

/

)(

=

Φ=ω

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Illuminamento: quantità di flusso luminoso per unità di superficie.

2/

)(

mlmlx

lxluxS

E

=

Φ=

Luminanza: intensità luminosa emessa in una determinata direzione da una sorgente luminosa o, per riflessione, da una superficie illuminata riferita all'unità di superficie normale a tale direzione.

)/(

/

2

2

mcd

mcandelaSIL =

Tabella 2 – Principali grandezze fotometriche

Grandezze caratteristiche delle sorgenti luminose

Simbolo e unità di misura

Efficienza luminosa: rapporto tra il flusso emesso da una sorgente luminosa e la potenza elettrica assorbita espressa in watt.

)/( WlmPΦ

Indice di resa del colore: valore numerico indicante la resa del colore di una sorgente luminosa confrontata con quella della luce solare presa come valore di riferimento uguale a 100.

Ra

Rendimento: rapporto tra la quantità di flusso utile e la quantità totale di flusso emesso dalla sorgente luminosa dell'apparecchio illuminante.

(%)η

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Temperatura di colore: indice di valutazione del colore della luce emessa dalle sorgenti luminose. Esprime, in gradi kelvin, la temperatura assoluta che dovrebbe raggiungere un corpo solido nero affinché emetta una luce dello stesso colore di quella emessa dalla sorgente luminosa.

K

Tabella 3 – Principali grandezze che caratterizzano le sorgenti luminose

3 Criteri di progettazione

Per una buona illuminazione è essenziale che, oltre all’illuminamento richiesto, siano soddisfatte altre

necessità di ordine sia qualitativo che quantitativo. I requisiti di illuminazione passano attraverso il

soddisfacimento di tre necessità umane basilari:

o comfort visivo - quando i lavoratori hanno una sensazione di benessere, la quale, in modo

indiretto, contribuisce anche a creare un elevato livello di produttività;

o prestazione visiva - quando i lavoratori sono in grado di eseguire i loro compiti visivi, anche in

circostanze difficili e su lunghi periodi;

o sicurezza.

I principali parametri che determinano un ambiente luminoso sono:

1. la distribuzione delle luminanze;

2. l’illuminamento;

3. l’abbagliamento;

4. la luce intrusiva;

5. la direzione della luce;

6. la resa cromatica e l’aspetto del colore della luce;

7. lo sfarfallio e gli effetti stroboscopici;

8. il fattore di manutenzione;

9. il risparmio energetico.

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Questi nove aspetti, essendo centrali nella progettazione di un luogo di lavoro esterno ben illuminato,

sono quelli che verranno approfonditi in seguito.

3.1 Distribuzione delle luminanze

Risulta di estrema importanza garantire una distribuzione bilanciata della luminanza nel campo visivo

dei lavoratori, allo scopo di aumentare la nitidezza della visione, di migliorare la possibilità di

distinguere piccole differenze di luminanza (contrasto), di aumentare l’efficienza delle funzioni oculari

(quali l’accomodamento, la convergenza, etc.), e di migliorare il comfort visivo. Infatti la distribuzione

della luminanza nel campo visivo determina il livello di adattamento degli occhi, e questo influenza

pesantemente la visibilità del compito da eseguire. Gli effetti negativi causati da scelte errate legate

alla luminanza possono portare ad abbagliamento (nel caso di luminanze troppo elevate), ad

affaticamenti oculari (nel caso di contrasti di luminanza troppo alti) e ad un ambiente di lavoro poco

piacevole e poco stimolante (nel caso si ottengano luminanze e contrasti troppo bassi). Dovrebbero

quindi essere evitate improvvise variazioni di luminanza.

3.2 Illuminamento e sua uniformità

L'illuminamento e la sua distribuzione nella zona del compito visivo e nella zona immediatamente

circostante hanno un grande impatto sulla rapidità, la sicurezza e la confidenza con la quale una

persona percepisce e svolge il compito visivo. Tutti i valori di illuminamento definiti dalla norma UNI

EN 12464-2 sono valori di illuminamento medio mantenuto Em, cioè il minimo valore di illuminamento

medio consentito in una zona dove deve essere svolto un determinato compito visivo (non si può mai

scendere al di sotto, di conseguenza l’avvicinamento a questo valore indica che è giunto il momento di

effettuare una manutenzione). I valori di illuminamento medio mantenuto forniti in tabella 7 sono

funzionali a garantire un efficace livello di comfort visivo e di prestazioni visive oltre alle necessarie

esigenze di sicurezza.

Illuminamento nella zona del compito visivo

L’area dove, per lavoro, occorre svolgere un determinato compito visivo può essere orizzontale,

inclinata o anche verticale (figura 1).

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Figura 1 – Possibili zone del compito visivo

La norma UNI EN 12464-2, per i livelli di illuminamento delle varie attività, propone una scala di valori

espressi in lux, di questo tipo: 5 – 10 – 15 - 20 – 30 – 50 – 75 – 100 – 150 – 200 – 300 – 500 – 750 –

1000 – 1500 – 2000. Detto che 5 lx sono il livello minimo (previsto ad esempio in un’area di

parcheggio a traffico leggero), si possono accettare delle deviazioni dai valori indicati dalla tabella

generale dei requisiti illuminotecnici (tabella 7), aumentandone i lux di un fattore 1,5 quando esista

una delle seguenti condizioni particolarmente critiche di lavoro:

o Compito visivo critico

o Compito visivo o lavoratore in movimento

o Errori non economicamente accettabili

o Compito svolto per tempi eccezionalmente lunghi

o Dettagli del compito eccezionalmente piccoli o con bassissimo contrasto

o Capacità visive del lavoratore inferiori alla norma

o Importanti alta produttività e accuratezza nel lavoro

o diminuendone i lux dello stesso fattore 1,5, quando le condizioni di lavoro lo consentono:

o Compito visivo con dettagli non particolarmente piccoli o con alti contrasti

o Compito svolto per tempi eccezionalmente brevi

Illuminamento nella zona immediatamente circostante alla zona del compito visivo

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Attorno alla zona del compito visivo viene definita una zona immediatamente circostante che è una

fascia attorno alla zona del compito, nella quale l’illuminamento può essere diminuito rispetto a quello

della zona del compito visivo, in base a quanto prescritto dalla tabella 4.

Illuminamento nella zona del compito visivo

lx

Illuminamento nella zona immediatamente circostante

lx

≥ 500 100

300 75

200 50

150 30

50 ≤ Em ≤ 100 20

≤ 50 Non specificata

Tabella 4 – Correlazione tra illuminamenti delle zone del compito con le zone circostanti

Chiaramente non ci possono essere variazioni troppo brusche tra zone del compito e zone circostanti,

pena abbagliamento e conseguente affaticamento visivo. A questo proposito, per sentirsi bene e non

stancarsi precocemente è fondamentale una distribuzione equilibrata delle luminanze.

Griglia di illuminamento Sulla zona del compito visivo e sulla zona immediatamente circostante dovrebbe essere creata una

griglia allo scopo di indicare i punti nei quali devono essere calcolati (in fase di progetto) e misurati (in

fase di verifica) i valori di illuminamento.

La griglia, preferibilmente a forma quadrata, dovrebbe avere delle celle in cui il rapporto tra larghezza

e altezza sia compreso tra 0,5 e 2. La massima dimensione della griglia può essere:

dp log52,0 ×=

dove: d è il lato (in metri) maggiore dell’area della griglia, qualora il rapporto tra il lato più lungo e il lato

più corto sia inferiore al 2, altrimenti d è il lato minore dell’area della griglia; p è la dimensione

massima della cella della griglia (in metri). Il valore di p dovrebbe essere minore o uguale a 10 m.

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Uniformità e diversità di illuminamento

L’uniformità di illuminamento Uo è un parametro definito come il rapporto fra l’illuminamento minimo e

l’illuminamento medio su una data superficie (Emin/Emedio). Va sempre mantenuto un determinato livello

minimo di uniformità d’illuminamento sia nella zona del compito visivo che nella zona immediatamente

circostante. I valori minimi di uniformità di illuminamento nella zona del compito visivo, per le varie

attività, sono indicati in tabella 7. Il valore dell’uniformità di illuminamento per le zone immediatamente

circostanti deve invece essere, in generale, non inferiore a 0,1.

La diversità di illuminamento Ud è un parametro definito invece come il rapporto fra l’illuminamento

minimo e l’illuminamento massimo su una data superficie (Emin/Emax) ed è, in alcune situazioni come

ad esempio nelle ferrovie, un importante criterio di qualità nella scelta dell’illuminazione.

3.3 Abbagliamento

L'abbagliamento è la sensazione visiva prodotta da superfici che determinano elevati gradienti di

luminanza all'interno del campo visivo e può essere percepito come abbagliamento molesto o

debilitante. Il primo è un abbagliamento che da luogo ad una sensazione fastidiosa, senza

necessariamente compromettere la visione, il secondo invece è un abbagliamento che può

compromettere le possibilità di visione (si ha una diffusione della luce periferica con la conseguente

riduzione del contrasto delle immagini e quindi una riduzione della visibilità degli oggetti), senza

necessariamente provocare una forte sensazione fastidiosa.

Possiamo quindi definire l’abbagliamento molesto come un abbagliamento di tipo “psicologico” che

produce solo una sensazione di fatica visiva, e l’abbagliamento debilitante come un abbagliamento di

tipo “fisiologico” che comporta una reale riduzione delle capacità di percezione. Questo secondo tipo

di abbagliamento, più pericoloso del primo, si valuta mediante la luminanza velante (Lv) che esprime la

misura in cui gli apparecchi illuminanti presenti nel campo visivo del lavoratore provocano la

formazione di un velo di luminanza, che annebbia i contorni e riduce il contrasto fra oggetti e sfondo.

L'abbagliamento prodotto invece dalla riflessione delle superfici è conosciuto come abbagliamento

riflesso (o riflessione velante). È importante limitare l'abbagliamento per evitare errori, affaticamento

ed incidenti.

Abbagliamento diretto

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Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.

L’abbagliamento diretto, ossia quello provocato direttamente dalle sorgenti luminose, cioè dagli

apparecchi di illuminazione, per un impianto di illuminazione per esterno può essere valutato

attraverso il metodo dell’indice di abbagliamento GR, definito dal CIE (Commission International de

l'Eclairage) attraverso la seguente formula:

)(log2427 10ve

vl

LL

GR ⋅+=

dove

o Lvl è la luminanza velante totale (cd/m2) dell’impianto di illuminazione costruita come la somma

delle luminanze velanti prodotta da ciascun apparecchio illuminante;

o Lve è la luminanza velante equivalente dell’ambiente (cd/m2)

Tutte le ipotesi necessarie alla determinazione di GR devono essere dichiarate nella documentazione

del progetto. Il valore di GR dell'impianto d'illuminazione non deve essere maggiore del valore

riportato in tabella 7.

Abbagliamento riflesso

Riflessioni ad elevata luminosità nella zona del compito visivo, possono portare al dannoso risultato di

alterare la visibilità del compito. L’abbagliamento riflesso può essere evitato o ridotto dalle seguenti

misure:

o Una appropriata predisposizione degli apparecchi di illuminazione e dei luoghi di lavoro;

o Una finitura superficiale (es. superfici opache);

o Una limitazione della luminanza prodotta dagli apparecchi di illuminazione;

o Una aumentata area luminosa coperta dall’apparecchio di illuminazione.

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3.4 Luce intrusiva (o invasiva)

Per luce intrusiva si intende il flusso luminoso generato dagli impianti di illuminazione esterna in

generale (stradale, urbana, luoghi di lavoro e di intrattenimento all’aperto, etc.) che entra nelle

abitazioni, negli uffici, negli esercizi commerciali disturbando chi vi risiede. Al fine di salvaguardare e

rafforzare l'ambiente notturno è necessario controllare la luce intrusiva provocata dagli ambienti di

lavoro esterni (fenomeno noto anche come inquinamento luminoso), la quale può provocare problemi

fisiologici a persone e non solo. I limiti di luce intrusiva per gli impianti di illuminazione esterna, allo

scopo di ridurre al minimo i problemi per le persone, sono riportati in tabella 5.

Luce sulle proprietà Intensità

dell’apparecchio illuminante

Luce verso l’alto

Luminanza

Ev [lx] I [cd] ULR

[%]

Lb

[cd/m2]

Ls

[cd/m2]

Tipo di zona

Prima del

coprifuoco

Dopo il

coprifuoco

Prima del

coprifuoco

Dopo il

coprifuoco

Facciata

dell’edificio Segnali

E1 2 0 2500 0 0 0 50

E2 5 1 7500 500 5 5 400

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E3 10 2 10000 1000 15 10 800

E4 25 5 25000 2500 25 25 1000

Nel caso in cui non esistano regolamentazioni sul coprifuoco (come in Italia), i valori più alti non

dovrebbero essere superati e i valori più bassi dovrebbero essere presi come limiti preferibili.

E1 = zone oscure, quali parchi nazionali o siti protetti

E2 = zone a bassa luminosità, come aree rurali di tipo residenziale o industriale

E3 = zone a media luminosità, come sobborghi residenziali o industriali

E4 = zone ad alta luminosità, come il centro delle città e le aree commerciali

Ev = massimo valore dell’illuminamento verticale sulle proprietà

I = intensità della luce di ogni sorgente nella direzione potenzialmente invasiva

ULR = parte del flusso luminoso emessa dagli apparecchi illuminanti che è emessa sopra

l’orizzontale, quando gli apparecchi sono nella loro posizione di installazione

Lb = massima luminanza sulla facciata degli edifici

Ls = massima luminanza sulla segnaletica

Tabella 5 – Massima luce invasiva consentita verso gli edifici per gli impianti di illuminazione esterna

3.5 Direzione della luce

L’illuminazione direzionale può essere utilizzata per evidenziare meglio gli oggetti, per migliorare uno

specifico compito visivo aumentando la visibilità dei dettagli dell’attività da svolgere e per migliorare il

riconoscimento della fisionomia delle persone.

L’illuminazione diffusa dovrebbe essere miscelata in maniera equilibrata, ad una illuminazione

direzionale, allo scopo di migliorare il riconoscimento tridimensionale degli oggetti, creando

un’ombreggiatura nella quale si passa dalla zone scure a quelle chiare senza traumi visivi e le forme

sono rivelate in modo chiaro e piacevole.

Senza un equilibrio tra illuminazione direzionale e diffusa potrebbero crearsi inconvenienti quali un

ambiente senza ombre dove tutto appare monotono (eccesso di luce diffusa), oppure un ambiente con

ombre troppo pronunciate con conseguenti zone completamente scure (eccesso di luce direzionale).

L’illuminazione che proviene da una specifica direzione può rivelare dei dettagli all'interno di un

compito visivo, incrementando la sua visibilità e rendendo così il compito più facile da eseguire.

3.6 Resa cromatica e aspetto del colore

La qualità del colore di una lampada è caratterizzata da due fattori che devono essere considerati

separatamente:

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o l'apparenza del colore della lampada: L’apparenza del colore di una lampada si riferisce alla

cromaticità apparente della luce emessa ed è quantificata attraverso la sua temperatura di colore

correlata (TCP). Questa temperatura, che viene indicata nella tabella 7 tratta dalla norma, mostra

il colore apparente della luce in relazione alla temperatura di colore delle lampade. Si noti che le

descrizioni (calda, fredda, etc.) si riferiscono al modo in cui vengono percepiti i colori, ovvero

all'impatto psicologico dell'illuminazione. I colori e le sorgenti luminose nella zona blu dello spettro

sono indicati come freddi e quelli verso la zona rossa-arancione sono invece descritti come caldi.

Apparenza del colore Temperatura correlata

Calda TCP < 3300 K

Intermedia 3300 K ≤ TCP ≤ 5300 K

Fredda TCP > 5300 K

Tabella 7 – Gruppi di apparenza di colore delle lampade

o la capacità di resa del colore della lampada, che influenza l’apparenza cromatica degli oggetti e

delle persone illuminate dalla lampada: La resa del colore è un indice che ci permette di capire se

i colori e la pelle umana, illuminati in modo artificiale, sono resi in modo naturale, cioè appaiono a

chi li osserva come illuminati dalla luce del sole. Per avere una indicazione oggettiva delle

proprietà di resa del colore da parte di una sorgente, è stato introdotto l’indice di resa del colore

Ra, che può assumere un valore massimo pari a 100. I colori di sicurezza devono essere

chiaramente identificabili come tali e perciò le sorgenti di luce devono avere in tal caso un indice

Ra pari o superiore a 20. I valori minimi accettabili per i diversi ambienti esterni sono indicati in

tabella 7.

3.7 Sfarfallio ed effetti stroboscopici

Effetti assolutamente indesiderati sono lo sfarfallamento (flicker), responsabile di distrazioni e a lungo

andare, anche di disturbi più gravi come le cefalee, e l’effetto stroboscopico provocato dal flusso

luminoso che pulsa a frequenza doppia di quella della rete (100 Hz). Normalmente questa frequenza

non viene percepita, ma nel momento in cui ci sono macchinari che ruotano velocemente, si può

creare una pericolosissima illusione ottica tale per cui l’attrezzo sembra addirittura fermo,

determinando così una situazione di estremo pericolo. L’effetto stroboscopico si può annullare

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utilizzando ad esempio lampade a scarica con reattori elettronici funzionanti ad alte frequenze (circa

30 kHz), oppure lampade ad incandescenza alimentate in continua.

3.8 Fattore di manutenzione

Il fattore di manutenzione è il rapporto tra l’illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un certo

periodo di uso dell’impianto (1°manutenzione) rispetto al valore medio dell’illuminamento ottenuto

sotto le stesse condizioni quando l’impianto è nuovo. E’ evidente quindi che stiamo parlando di un

parametro di valore inferiore ad 1, di fondamentale importanza per la progettazione dell’impianto di

illuminazione. Il progettista deve infatti, in base alla UNI EN 12464-2:

stabilire il fattore di manutenzione ed elencare tutte le ipotesi richieste per la valutazione

di questo valore;

specificare gli apparecchi di illuminazione adatti per l’ambiente;

preparare un programma completo di manutenzione in cui si devono indicare: la

frequenza con cui si devono sostituire le lampade, gli intervalli di pulizia degli apparecchi

di illuminazione e del locale, ed il metodo di pulizia più adeguato.

In sostanza, il fattore di manutenzione serve per valutare nel progetto il calo di illuminamento dovuto a

sporcizia, usura e guasti delle lampade che si verificano nel corso del tempo, e dipende da come

vengono “mantenute” le lampade, gli alimentatori, gli apparecchi di illuminazione, l’ambiente

circostante, e da come viene elaborato il programma di manutenzione.

Le procedure di calcolo per stabilire un corretto fattore di manutenzione per l’illuminazione in esterno

sono contenute nel documento CIE 154:2003 “The maintenance of outdoor lighting systems”.

3.9 Risparmio energetico La norma UNI EN 12464-2, fa delle semplici considerazioni energetiche, limitandosi ad osservare che

un impianto di illuminazione deve corrispondere ai requisiti di illuminazione di un luogo senza sprecare

energia. Tuttavia, afferma, questo deve avvenire senza compromettere l’aspetto visivo di un impianto

di illuminazione, e per ottenere ciò occorre un esame approfondito dei sistemi più appropriati di

illuminazione, delle apparecchiature, dei comandi e dell’uso della luce diurna disponibile.

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4 Requisiti di illuminazione richiesti dalla norma UNI EN 12464-2

Riportiamo la tabella compresa nella norma UNI EN 12464-2, nella quale vengono elencate, per varie

tipologie ed ambienti lavorativi (se l’attività o il compito non viene menzionato, si deve far riferimento

ad una situazione paragonabile), quattro caratteristiche illuminotecniche fondamentali da rispettare:

l’illuminamento medio mantenuto, ossia il valore al di sotto del quale l’illuminamento

medio, su una specifica superficie, non può mai scendere (potrebbero essere richiesti dei

dispositivi di controllo dell’illuminazione nel caso in cui sia richiesta una certa dose di

flessibilità a causa della varietà dei compiti richiesti);

Il valore minimo dell’uniformità di illuminamento U0 su una specifica superficie;

Il valore massimo dell’indice di abbagliamento GRL;

Il valore minimo dell’indice di resa del colore Ra;

Requisiti di illuminazione richiesti dalla norma UNI EN 12464-2

per compiti e attività nei luoghi di lavoro in esterno

Tipo di zona, compito od attività in esterno

Illuminamento medio

mantenuto Em [lx]

Valore minimo

Uniformità di illuminamento

U0

Valore massimo Indice di

abbagliamento

(se applicabile al luogo)

Valore minimo Indice di resa

del colore

Note e

consigli

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GRL Ra

Zone di circolazione nei luoghi di lavoro all’esterno Pedane stradali per i

pedoni 5 0,25 50 20

Zone con traffico di veicoli che si spostano lentamente (max. 10 km/h) ad esempio biciclette, muletti,

escavatori

10 0,40 50 20

Zone con traffico di veicoli regolare (max 40

km/h) 20 0,40 45 20

Nei cantieri navali e nelle banchine, GRL può essere 50

Passaggi pedonali, punti di carico e scarico

50 0,40 50 20

Aeroporti Deve essere evitata

la luce diretta in direzione della torre di controllo

Dovrebbe essere limitata al minimo la luce diretta emessa in direzione orizzontale dalle luci della pista

Hangar 20 0,10 55 20

Terminal 30 0,20 50 40

Aree d’imbarco 50 0,20 50 40

Deposito di carburante 50 0,20 50 40

Stand di manutenzione degli aerei

200 0,50 45 60

Cantieri Bonifica, escavazione e

carico 20 0,25 55 20

Aree di costruzione, montaggio tubi di

50 0,40 50 20

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drenaggio, trasporto, ausiliari e compiti di

stoccaggio

Montaggio degli elementi

dell’impalcatura, cablaggio condutture

elettriche,

100 0,40 45 40

Connessione di elementi, lavori elettrici, montaggio tubazioni e

macchine

200 0,50 45 40

Canali, chiuse e porti Banchine di sorveglianza

a canali e chiuse 10 0,25 50 20

Passerelle e passaggi pedonali

10 0,25 50 20

Controllo chiusa e aree di contrappeso

20 0,25 55 20

Movimentazione del carico:carico e scarico 30 0,25 55 20

Per la lettura di etichette: Em = 50 lx

Zone passeggeri nei porti adibiti a navi

passeggeri 50 0,40 50 20

Aggancio di funi e tubi 50 0,40 50 20

Parti pericolose di passaggi pedonali e

passi carrabili 50 0,40 45 20

Aziende agricole Aia 20 0,10 55 20

Capanno degli attrezzi (aperto)

50 0,20 55 20

Recinto degli animali 50 0,20 50 40

Stazioni di rifornimento carburante Parcheggio e aree di

stoccaggio 5 0,25 50 20

Ingresso e uscita dei 20 0,40 45 20

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passi carrabili: ambienti bui (es. zone rurali e

periferiche)

Ingresso e uscita dei passi carrabili: ambienti

luminosi (es. città) 50 0,40 45 20

Punti di controllo della pressione, dell’acqua,

dell’olio, etc. 150 0,40 45 20

Zona di lettura dei contalitri sulle colonnine

150 0,40 45 20

Siti industriali e aree di stoccaggio Manipolazione su brevi periodi di grandi unità e di materie prime, carico e scarico di merci solide

di grosse dimensioni

20 0,25 55 20

Manipolazione continua di grandi unità e di

materie prime, carico e scarico di merci, zone di sollevamento e discesa per le gru, piattaforme

di carico aperte

50 0,40 50 20

Lettura indirizzi, piattaforme di carico

coperte, uso di strumenti, colate di

calcestruzzo

100 0,50 45 20

Lavoro elettrici, installazioni di macchine e condutture, ispezioni

200 0,50 45 60 Usare l’illuminazione locale

Piattaforme offshore per l’estrazione di gas e petrolio Superficie del mare al di sotto della piattaforma

30 0,25 50 20

Scale, gradini, passaggi pedonali

100 0,25 45 20 Sul piano di calpestio

Zone di sbarco delle navi, zone di trasporto

100 0,25 50 20

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Ponte di atterraggio degli elicotteri

100 0,40 45 20

Deve essere evitata la luce diretta in direzione della torre di controllo

Dovrebbe essere limitata al minimo la luce diretta emessa in direzione orizzontale dalle luci della pista

Macchina derrick 100 0,50 45 40

Zone di trattamento 100 0,50 45 40

Zona dei tubi a cremagliera / ponte

150 0,50 45 40

Stazione di prova, apparecchiature poste al

di sopra dei pozzi 200 0,50 45 40

Zone di pompaggio 200 0,50 45 20

Zone delle scialuppe di salvataggio

200 0,40 50 20

Piano del perforatore e monkey board

(passerella lungo il lato del derrick)

300 0,50 40 40

E’ necessaria una speciale attenzione alla stringa d’ingresso

Zona di campionamento 300 0,50 40 40

Pompe di petrolio greggio

300 0,50 45 40

Aree dell’impianto 300 0,50 40 40

Tavola rotante (dispositivo meccanico

che facilita il processo di perforazione)

500 0,50 40 40

Aree di parcheggio Traffico leggero come ad esempio aree di

parcheggio di negozi, ville, appartamenti

5 0,25 55 20

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Traffico medio come ad esempio aree di

parcheggio di grandi magazzini, strutture

industriali, edifici polivalenti

10 0,25 50 20

Traffico intenso come ad esempio aree di

parcheggio di scuole, chiese, centri

commerciali, edifici polivalenti di grandi

dimensioni

20 0,25 50 20

Petrolchimici e altre industrie pericolose Utilizzo di strumenti di manutenzione, uso di

valvole manuali, marcia e arresto di motori, illuminazione dei

bruciatori

20 0,25 55 20

Riempimento e svuotamento dei contenitore con

sostanze non pericolose, ispezione delle perdite, sistema di tubazioni,

imballaggio

50 0,40 50 20

Riempimento e svuotamento dei contenitore con

sostanze pericolose, sostituzione delle pompe, lavori di

manutenzione, lettura di strumenti

100 0,40 45 40

Luoghi di carico e scarico carburante

100 0,40 45 20

Riparazione di macchinari e dispositivi

elettrici 200 0,50 45 60

Usare l’illuminazione locale

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Impianti di energia elettrica, gas e calore Movimento di persone

all’interno di zone elettricamente sicure

5 0,25 50 20

Manipolazione di strumenti di assistenza,

carbone 20 0,25 55 20

Ispezione generale 50 0,40 50 20

Lavori di manutenzione e lettura di strumenti

100 0,40 45 40

Gallerie del vento: manutenzione e

assistenza 100 0,40 45 40

Riparazione di apparecchi elettrici

200 0,50 45 60 Usare l’illuminazione locale

Ferrovie e reti tranviarie Tutte le aree delle ferrovie, incluse le ferrovie leggere, le

tramvie, le monorotaie,le rotaie in miniatura, i metro, etc.

Evitare l’abbagliamento dei macchinisti

Binari nelle stazioni 10 0,25 50 20 Ud > 1/8

Cantieri ferroviari 10 0,40 50 20 Ud > 1/5

Binari di carico, operazioni di breve

durata 10 0,25 50 20

Ud > 1/8

Pensiline aperte, treni locali, piccolo numero di

passeggeri 15 0,25 50 20

Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline

Ud > 1/8

Passaggi pedonali 20 0,40 50 20

Passaggi a livello 20 0,40 45 20

Pensiline aperte, treni regionali con un grande numero di passeggeri o intercity con un limitato

20 0,40 45 20

Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline

Ud > 1/5

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Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.

numero di passeggeri

Binari di carico, operazioni continue

20 0,40 50 20 Ud > 1/5

Pensiline aperte nelle aree di carico

20 0,40 50 20 Ud > 1/5

Treni e locomotive di servizio

20 0,40 50 40 Ud > 1/5

Movimentazione nelle aree dei cantieri

ferroviari 30 0,40 50 20

Ud > 1/5

Area di snodo 30 0,40 45 20 Ud > 1/5

Scale, piccole e medie stazioni

50 0,40 45 40

Pensiline aperte, intercity

50 0,40 45 20

Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline

Ud > 1/5

Pensiline coperte, treni regionali o intercity con un limitato numero di

passeggeri

50 0,40 45 40

Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline

Ud > 1/5

Pensiline coperte nelle aree di carico,

operazioni di breve durata

50 0,40 45 20

Ud > 1/5

Pensiline coperte, intercity

100 0,50 45 40

Una speciale attenzione ai bordi delle pensiline

Ud > 1/5

Scale, grandi stazioni 100 0,50 45 40

Pensiline coperte nelle aree di carico,

operazioni continue 100 0,50 45 40

Ud > 1/5

Buca d’ispezione 100 0,50 40 40 Usare illuminazione locale a basso abbagliamento

Segherie Movimentazione del 20 0,25 55 20

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Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno

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legno a terra e in acqua, convogliamento di

segatura e trucioli su nastri trasportatori

Cernita di legname a terra o in acqua, punti di scarico legname e punti di carico del legname segato,

sollevamento meccanico al sistema di trasporto

del legname, accatastamento

50 0,40 50 20

Lettura degli indirizzi e della marcatura del

legname segato 100 0,40 45 40

Classificazione e imballaggio

200 0,50 45 40

Alimentazione del legname verso le

macchine di tritatura 300 0,50 45 40

Cantieri navali e banchine Illuminazione generale della zona del cantiere

navale, aree di stoccaggio dei prodotti prefabbricati

20 0,25 55 40

Manipolazione su brevi periodi di grandi unità

20 0,25 55 20

Pulizia dello scafo delle navi

50 0,25 50 20

Verniciatura e saldatura dello scafo delle navi

100 0,40 45 60

Montaggio di apparecchiature

elettriche e meccaniche 200 0,50 45 60

Acquedotti e fognature Utilizzo di strumenti di manutenzione, uso di

50 0,40 45 20

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valvole manuali, marcia e arresto di motori, sistema di tubazioni,

imballaggio

Manipolazione di sostanze chimiche,

ispezione delle perdite, cambi e

modifiche delle pompe, lavori generali di

manutenzione, lettura degli strumenti

100 0,40 45 40

Riparazione di motori e di dispositivi elettrici

200 0,50 45 60

Tabella 7 – Caratteristiche illuminotecniche richieste dalla norma UNI EN 12464-2 per compiti e attività nei luoghi di lavoro in esterno

5 Verifiche Le procedure di verifica dell’impianto di illuminazione vanno condotte attraverso misurazioni e calcoli

(o ispezione dei dati richiesti per le lampade e gli apparecchi di Illuminazione) come prescritto dalla

norma UNI EN 13032-2 (valida sia per i posti di lavoro in interni che in esterno).

Illuminamento e uniformità La verifica del livello di illuminamento e di uniformità riferiti a specifici compiti di lavoro deve essere

effettuata sul piano del compito visivo e i punti di misura scelti devono coincidere con la griglia di

illuminamento utilizzata durante il progetto.

Durante la verifica dell’illuminamento, è opportuno tener conto di una serie di fattori quali: la

calibrazione degli strumenti di misura utilizzati (l’indicazione della periodicità della calibrazione spetta

al costruttore dello strumento) , la conformità delle lampade e degli apparecchi di illuminazione ai dati

fotometrici dichiarati, il confronto tra le ipotesi formulate in fase di progetto riguardo alle caratteristiche

di riflessione delle superfici rispetto ai valori reali, etc.

L’illuminamento medio e l’uniformità di illuminamento misurati devono essere maggiori o uguali a quelli

indicati rispettivamente nelle tabelle 7 e 4.

Indice di abbagliamento La sua verifica deve avvenire attraverso una ispezione dei dati di progetto e dei parametri previsti. I

valori devono rientrare nei limiti previsti in tabella 7.

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Illuminazione dei luoghi di lavoro in esterno

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Indice di resa del colore Bisogna verificare che le lampade siano come specificato nel progetto e che siano conformi al

requisito Ra previsto dal costruttore delle lampade.

Luce intrusiva I valori EV, I, ULR, LB, LS e TI devono essere calcolati e previsti dalla documentazione di progetto. La

verifica dei valori EV, LB, e LS deve essere effettuata per mezzo di una misurazione che tiene conto di

tutte le ipotesi di progettazione.