08_09 natura in sardegna

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Il periodico di informazione ambientale a cura dell'ASS.FOR.ONLUS

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I]FDIUnione Forestali d'Italia

Associazione del Corpo ForestaleRegione Sardegna

Convegno Dibattito

"Pinus"Periodico di informazione forestale

Quale riforrnaper il futuro delCorpo Forestale?

Proposte per organizzare la vigilanza ambientale in Italia

CagliariGiovedì L5 gennaio 1998 ore 16.00

salone dei convegni del Banco di Sardegna (viale bonaria)

interveruanno:

- }Ma;uirrzio Santoloci (Magistrato)- Fulvio Grimaldr (Giornalista)- Pier Luigi Fedele (Segretario Nazionale dell'U F D D- Giovanni Tornesi (Direttore del periodicoforestale "Pinus" C. F. Sicilia)- Pasquale Onida (Assessore Regionale alla Dtfesa dell'Ambiente)- Salvatore Scriva (Presidente ASS.FOR.)

Segreteria organizzativa Tel.070/502153 Tel. e Fax 070/520881

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La lingua sarda

Il Corpo Forestale elaparlata Gallurese

Una giomata diversa

Sardegna già in Europa.a cura dell'Assessorato Regionale

Il patrimonio micologico della Sardegna

4.di Siro Vannelli

-

5

2di Fiorenzo Caterini

di Michele Maduli6

alla Difesa dell'Ambiente

-

t4.di Marco Contu

-

A proposito di flora sarda.di Luigi Mossa

Parliamo di ambiente....................a cura del'personale della Stazione Forestale di Dorgali

Uultima speranza.di Cinzia Frau

Monica Strina

Milena ZanetBentornata Silvia

.di

di!

t6

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18

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20

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22

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24

-In questo numero I'inserto centrale(t cura del Direttivo Regionale ASS.

"Forestale News ", rubticaFOR.

riservata ai soci

Gli autori si assumono la piena responsabilità di ciòche scrivono anche difronte alla legge.Ls direzione editoriale per qualsiasi insindacabilemotivo può ridun'e o rimaneggiare gli scrifri.Il giornale può in qualsiasi momento utilizzare ilmatertale ricevuto anche riutilizzandolo.Il materiale.fotografico inviato al giornale fienerestituito solo su richiesta degli autori.

D iretto r e R e sp o n s ab ilePaolo Pais

CondbetloreResponsabile editoriale e ammir.istrativoSergio Talloru

Hanno contribuito alla reali«ozionedi questo numero:Milena Zanet, Monica Carlini, Antonio Palmas,Fiorenzo Caterini, Ninni Marras, Salvatore Scriva,Piertonio Cuboni, Piero Cau, Giuseppe Vacca,Maurizio Bardi,Insegnanti della scuola elemenlare di Dorgali.

StampaSoker - Cagliari

Foto di copertinaNinni Maryas

.4.SS.FOR. editoreLibera associazione senza fine di lucro fondata dagliappartenenti al C.F.V.A. nel 1994

Il Notiziario Forestale è inviato a tutti isoci dell'ASS.FOR. ed è presente in tuttele edicole della Sarclegna.Reg. Trib. Cagliri n.36 del 17/11/95Anno III n, I - Dicembre 1997

Abb o nam enti e c o ntrib uti :c.c.p. n" 21970090 Cagliariannuale f 15.000,annuale soci sostenitori { 50.000

ASS. FOR: c.p. 20962" zona 09131 CagliariTel. 070 502153 Tel efax 070 520881

Internet : vryw.ichnusa. com/as sfor htm

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Li-gua sardaUn patrimonio culturale che ci arricchisce di quella preziosa identita,oggi più che mai indi§pensabile, che può essere anche uno strumentoper lo sviluppo econornieo della nostra isola.

Final-ente una legge sulla culturae sulla lingua sarda! Possiamodiscuterci sopra ma, francamente, èla sua applicazione che meritaattenzione degli osservatori, e nequalificherà la portata storica, e ditutti i soggetti sociali, pubblici eprivati. capaci di prendere coscienzadi questo bene essenziale, f identitàsociale e culturale, che la leggeassume come primario.Identità culturale. Una di quelleespressioni che si svuotanogradatamente di significato nelripeterle: perdono forza, energia,come un luogo comune o una frasefatta. Essa sta nelle cose della terra enella memoria degli uomini; lariconosciamo nel perderla e solo cosìsiamo capaci di apprezzarla.Se ricopriamo le cose di cemento, dimodo che l'isola non abbia piùcontorno, forma, contenuto, alloraperdiamo ciò che ci identifica "colmare e l'isola più be11a"; sel'indifferenza alimenta la devianzadi un costume esasperato dalconsumo, i sequestri di persona,allora avremo f identità disequestratori.La perdita del nostro reale eoriginario essere dunque è foriera diappiattimento, di abbrutimento, dipregiudizio.Il processo di recupero di questaforza individuale e collettiva, non èconselazione; I'opera da compiereè, difatti, progressiva.La fisica delf isola e i segni dellamemoria sono pertanto i cardini dacui ripartire, per un fatto scientificoed umanistico, ma anche, è bene edimportante sottolinearlo, sociale eeconomlco.Yalorizzando ambiente e cultura sicura l'immagine di una terra dalprestigio ben definito, dai trattigeografici ed umani relativamenteintegri, in un contesto occidentaledi generale inaridimento dellagenuinità e della qualità della vita.Occorre dire che la possibile portatadi questa legge non è stata bencompresa nella discussione che 1'haseguita. La si e criticata con

argomentazioni e dilemmi del tipo"prima l'inglese e poi il sardo","quale sardo nelle scuole?" o "perchéburocratizzare il sardo?". "

L'insegnamento del Sardo dunque èil crocevia di opposti ragionamenti.Il fatto no.n è casuale, perché allaquestione etnica si mescola un giocodelle parti sociali che hanno nellalingua un segno distintivo. Va detto,a questo proposito, che f insegna-mento del sardo nelle scuole èauspicabile come acquisizione daparte dello studente di un ulterioremezzo linguistico che arricchisce, enon limita, il suo bagaglio, se è veroche lo studpqte, al passo coi tempi,sarà colui con il più ampio bagagliodi sistemi di comunicazionelinguistici, telematici, artistici. Lostudio del sardo non esclude quellodelllinglese o di un'altra lingua o deisistemi telematici. Non limita affatto;al contrario, lo studente che harecuperato. l'uso del sardo, potràoccuparsi meglio, ad esempio, diimport ed export di prodottigastronomici tipici o fare l'operatoreturistico. Attenzione poi all'eccessodi "inglesizzazione", se nonvogliamo fare la figura di quel notogiornalista televisivo chepronunciava "par condisciòn" untermine latino!La questione dell'eterogeneità dellalingua sarda, presunto ostacoloinvalicabile al suo insegnamento, purmostrando alcune difficoltà pratichenell'applicazione didattica, è di fatto,sula piano teorico, pretestuosa, sepensiamo che nelle altre regionid'Italia parlano i rispettivi dialetti esfudiano 1o stesso italiano a scuola,che altro non è che il frutto di unaconvenzione linguistica e letteraria,favorita, dopo 1'unità d'Italia,utilizzando il ponte toscano diPetrarca, Boccaccio e Dante ef italiano dei letterati dell'epoca, daManzoni in poi.Credere che la lingua sia cosa astrattaed ingovernabile è sbagliato, dalmomento che spesso ciò che si parlaè il frutto di un sistema voluto ecodificato.

di Fiorenzo Caterini

Alla stessa stregua, ll ragazzobarbaricino o campidanese studieràil Sardo a scuola, continuando agiocare per strada coi coetanei checondividono il suo idioma. Lavisione romantica del sardo che nonva burocratizzato è da superare, cosìcome l'atteggiamento di alcuniintellettuali affetti da "sardismochic". Essi ostentano la lingua sardacome prerogativa culturale, comecircolo esclusivo e osteggianol' insegnamento della "limba" perchétemono di perdere l'esclusività delloro giocattolo, condannandola difatto a rinchiuderla dentro le paginedi un polveroso dizionario delCanonico Spano in qualchepolverosa biblioteca, magari accantoalla "Rivolta dell'Oggetto" diMichelangelo Pira, rimastainascoltata o, peggio, nei volgarisardismi de1le generazioni digiovani.Il problema reale, come paventanodue attenti osservatori della culturasarda, Lilliu ed Angioni, è ben altro:che la norma non venga attuata nelsuo spirito, trasformandosi in unasequenza di automatismi burocraticidegni del miglior richiamo perpoltroni cronici. Questa legge èsoltanto una grande, enormeoccasione per i sardi, che possonocoglierla o trascurarla. Occorre, amio parere, l'impegno di soggettitrainanti, che credano profonda-mente nella sua applicazione. Unodi questi soggetti potrebbe essere ilCorpo Forestale sardo, sensibile alleproblematiche ambientali, attentoalla qualificazione dei rapporti colmondo tradizionale e conservativodella nostra isola.Anche 1'Associazione degliappartenenti al C.F.V.A. può esserechiamata, come organismo culturale,afarela sua parte.Dovendo chiudere questo articolo,che parla di questa "cosa" cheastrattamente chiamiamo cultura, hopensato al delitto che tolse la vita aPier Paolo Pasolini. Ho pensato aquesto grande poeta perché in questitempi si è revocata spesso la sua

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tragica fine. Ma soprattutto perchéiI :suo delitto è maturato, propriocome un'insana pianta, in un climaoovuoto", fatto di isolamento e ostilità,dovuto al suo impegno civile epolitico scomodo a troppi. Questosuccede a chi, impegnato nel propriodovere per la difesa di valori primari,come ad esempio l'ambiente, elottando contro poteri forti especulazioni, spesso è vittima diaggressioni morali e fisiche che nonsono.estemporanee, ma dovute alclima ostile, alla generaleindifferenza, al r.uoto di sensibilitàe di intelligenza."Un delitto contro l'umanità, perchépoeti ne nascono tre o quattro in unsecolo" disse Moravia in occasionedella morte di Pasolini.La cultura di popolo e la geografiadi una regione sono uniche persempre.

Lineuasarda;LJnpzadr*ienza!Oltre ad essere la caratteristica cheidentifica meglio un'etnia, la linguacostituis ce un formidabile strumentoconoscitivo che i linguisti e gli studiosiutilizzano come un vero e proprio libroaperto, come una macchina del tanpo dnllaquale si possono ricostruire vicendestoriche antichissime, origini e spostamenti

dei popoli, modi di vita dei nostriprogenitori e I'ambiente dove vivevano.Il Sardo appartiene alla famiglia dellelingue neolatine minoritarie : in ltalia esisteanche il Ladino, parlato in alcune vallialpine: il Friulano, riconosciuto per leggedal 1987; il Provenzale e il Franco-provenzale, localizzati in Piemonte e ValleD'Aosta; il Romancio in Svizzera; ilGalleno in Galizia; il Catalano, la piùimportante di queste lingue neolatineminoritarie, parlato anche adAlghero. Diorigine celtica è invece il Gaelico, anticaparlata irlandese, reintrodottarecentemente nella scuola con successo,mentre di matrice pre-indoeuropea èl'Ewkadi, una lingua basca,lapiù anticadelle lingue europee.La stessa lingua sarda, di impianto latino ,contierue un substrato etimologicoriconducibile all'epoca nuragica, con dellesimilitudini che i linguisti hanno rilevatoproprio con I' antichissima parlata bas ca.Alcunisuffissi, NUR- NOR- OR- BAR-BOR - MAR -, comunissimi nei toponimisardi (bastipensare a quantipaesi inizianocon questi suffnsi ! ), s ono quasi certamentedi origine nuragica.Il vero laboratorio della lingua sarda è ilpeiodo dei Giudicati. Nei cinque secoli diquesta originalissima esperienza storica e§uridica, testi e docummti testimonianola rielaborazione del latino in sardo.Occorre anche dire che questaparte dellastoria successiva all'anno Mille, è

sottovalutata, specie nei programmiscolasfici, mentre andrebbe riconosciutameglio la sua importanza anche in ambitonazionale. Successivamente ai giudicati illessico sardo verrà arrichito dalleterminologie di origine catalana ed iberica.In realtà, quando si parla di lingua sarda,si distinguono due varianti principali, ilLogtdore,se e il Campidanese. Secondo ilinguisti, citinmo Wagner e B lasco-Ferrer,per lingua sarda si deve intendere ilLogudorese medio, assurto perconveruione a lingua madre, oppure le duevarianti medie principali, il Logudorese eil Campidanes e. Dis corso a parte meritanoil ... delle isole sulcitane; il Catalano; ilSassarese, definito "Koinè" ossiamescolanza di linguaggi per comunicaretravari popoli; il nobile dialetto Gallurese,che altro non è che una derivazione delCorso, della famiglia dei dialetti Tosco-Liguri.A proposito del Logudorese che vieneparlato in Barbagia, è interessqnteintrodurre il discorso della ricchissima eori ginalis s ima fon em o I o gia s ard a.Molti suoni di lettere sono esclusivi dellaSardegna, come il cosiddetto "colpo diglottide" di alcune zone barbaricine. Sipotrebb e v erosimilmente attribuire questemanifestazioni linguistiche a quel sub-strato nuragico prima accennato; sicchépossiamo curiosamente fare un saltoindietro nel tempo ed immaginarci laparlata dei nostri progenitori.

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I1 Corpo Forestale e laparlata galh-rreseTI-ra recente riapprovazione da partedella Giunta Regionale della leggeconcernente la "promozione evalorizzazione della cultura e dellalingua della Sardegna", presentatagià nell'aprile 1995, sta per chiudereuna lunga serie di contrasti con ilGoverno e la Corte Costituzionale.Occorrerà solo il parere, scontato, delGoverno e la pubblicazione sulB.U.R.A.S.L'evento, di notevole importanza. ciporta a ricordare, ancora affissiall'Albo della Stazione Forestale diTempio P.. alcuni documenti tecniciscritti nella lingua locale, nel 1970.Una veloce ricerca del nostro NucleoInvestigativo ci consente la rico-struzione della loro storia.L'elaboratore di questi documentiabita a Cagliari ed è già noto ai lettoridel Notiziario: è il Dr. Siro Vannelli,che dal 1962 al 1973 diresse il localeIspettorato Distrettuale delle Foreste,riaperto allora dopo un nonprecisabile periodo di attività neglianni Venti, svolto sotto la direzionedel Dr. Carlo Santi.Ecco di seguito una veloce intervista.

N.F.; Ci spieghi corne un toscanocome Lei si mise in testa di scriverein Gallurese!L'idea mi venne dopo che nel 1970partecipai a Frascati al convegno"Anno Europeo della Natura : 1 97 0",dominato dallafigura del compiantoProJ'.Valerio Giacomini. Fummomolto stimolati a pensare e afare.Di conseguenza ritenni importantestabilire un dialogo intenso con lagente che stava a contatto con laforesta, con le sugherete inparticolare.N.F.: A quel tempo però era già uscitala L.R. 1311959 ...Ero convinto che pochi I'avesseroletta e che certi comportamenti nonfossero frutto di un reale disprezzodelle nuove norme.N.F.: Così avete pensato di elaborareistruzioni su qualche particolaretema ...Si, è così! Con un arcaico ciclostileiniziammo a produrre i primivolantini, sempre pronti nello zaino.Ricordo che era molto dfficileconvincere i galluresi a diradarecerte fitte sugherete.N.F.: Ma come è venuta fuori la

lingua gallurese?Da tempo mi ero accorto che iconcetti o i consigli venivano subitoaJferrati quando il brigadiereriassumevd i discorsi o gli scritti inpoche frasi. Tutto divieniva chiaro:si risparmiavano così molti verbalidi contravvenzione.N.F.: Ma Lei il Gallurese non loconosceva, come ha risolto i1problerna?Io no, ma quasi tutti gli addetti, civilio militari, erano galluresi o quasi.Ricordo il comitato di redazione:Giulio Verre, il capo-operaio PietroPirrianu e, soprattutto, i marescialliDiego Falchi e Salvatore Pala che,come è noto, hanno perso la vita nelterribile incendio di Curraggia nel1983. Il Professor Sansan, presidedel locale Liceo Classico, "ripulì"poi il testo nelle "acque" del fiumeLiscia.

diMaurizioBardi

-N.F.: I risultati ...Ottimi! Lasciando il cliclostile erivolgendosi alla stampa furonodiffuse migliaia di copie: grandeentusiasmo nel mondo degli stazzi enelle scuole rurali dove lasughericoltura divenne materia distudio regolare.N.F.: Immagino i grandi elogi deisuperiori, delle organizzazionipolitiche ...Devo dire onestamente chel'Ispettorato non fu chiuso e nessunoè stato punito. Nessuno però è statoelogiato ed incoraggiato.N.F.: Noi non possiamo fare elogiufficiali, ma pensiamo sia doverosoripubblicare il più importante diquesti documenti, il mod. AT/I.Sarebbe importante farlo ritornaredopo 21 anni nei più importantistazzi della Gallura, quelli ancoraoperanti.

Mqi1,AT..;;!

6.) - PENALTTA|:

duisenlumilla franchi. 6Ènza pudè vinè a niÉÈiuna eun§iliazioni.. Lu euaru buÈatu pfimma di li hoi anfli contru la lègghii,e suggh.iietlu.a siq!è§l!u. Éu§6i ancora lu

Étraru maseiu 6hi nù sia bucatu in rÉgula, A Biù dl lu siquesku, lq $Iaru R*nrr'eni Fiù tun€tu'a Iu patronu. :

LILEGGHJICHltRATTANIDI.§l.ll§TUALGUMENTU§O',i LèoseResionalelS/06is9, n"',l3erelativoregolsmÉnto 09112/1961, n'r30 - Leggè deÌlo statÒ 18/07/56, nc 139PrsscriziÒnl di Massima e di Polizia Forèstale'in yigore nelle priMnciÉ di Sa*ari-

Fa ca$ìsia infulmaziori bisogna riw,gissi a tir Cumandu di la Forestali di TEMPIU (Raggruppamento

{a cutn delseEieiodi a§slsténaatèentca dGll'lsBettorato,Ditiret-turlsAutonÈmo delle FÒreBte diTsmBio Pausanla}

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di Michele Maduli

-

Serravalle del Chienti, 9 novembre 1997

LJna giorla ata dirrersaL'Associazione del Corpo Forestaleha organtzzato una giornatadi solidarietà per portare l'affetto dei sardi e condividere per unagrornata le difficolta di chi a causa del terremoto è costretto avlvere 1n una roulotte.

Affrontiamo la salita perColfiorito in una domenica chepromette pioggia. Fino aCivitanova c'è stato un gran viavai di automobili, ma adesso,imboccata la superstrada, nonincontriamo quasi nessuno.

Quello che era il valico preferitoper i viaggi domenicali versol'Umbria verde, oggi apparesemideserto. Solo qualche auto diservizio ogni tanto si fa vedere.Verrebbe istintivo chiedere allepoche persone ai bordi dellastrada: "scusi, dov'è ilterremoto?"; basta, però, dare unosguardo attorno per scorgerne isegni: non sono tanto i calcinaccio i ruderi, ma le tende e le roulottessistemate nelle poche areepianeggianti afar capire che qui èsuccesso qualcosa di grave.Mano a mano che si sale versoSerravalle del Chienti appaionopiù evidenti le ferite del sisma.Quando, poi, si entra nel paese siha l'impressione di visitare unborgo abbandonato: le abitazionidel centro sono quasi tutte sigillate,per motivi di sicurezza. Seguiamoil movimento delle pocheautomobili che transitano e

raggiungiamo il Centro operativoche ospita i vari servizi.Ancora più giù si apre un ampiospiazzo dove sono stati sistemati icontainers, le tende e le roulottes.Al centro un tendone polivalente

dove i cittadini di Serravalle siriuniscono per assistere alla messa,per partecipare alle assemblee, perconsumare i pasti caldi.Oggi c'è una certa animazione:decine di forestali sono venuti dallaSardegna per esprimerel'affettuosa solidarietà della lororegione e per organizzare unagiornata di 'festa' per i terremotatidelle Marche.Nel tendone affollatissimoscorgiamo Salvatore che, insiemecon i suoi amici dell'ASS.FOR.partecipa alla cerimonia diaccoglienza. Assistiamo anche noiallo scambio dei doni ed allafunzione religiosa, poi possiamosalutare il nostro amico che nonvedevamo da anni.Nel corso della mattinataconosciamo tanti amici venutidalla Sardegna per trovare i nostriterremotati. La giornata è freddama il calore degli affetti riesce arenderla meno triste. Non si tratta,però, solo di calore umano, poichéi nostri amici hanno proweduto aricreare a Serravalle un angolo diSardegna con i saporosi maialettiposti ad arrostire ai bordi dellebraci e con il generoso vino cheinnaffia le varie pietanze.L'ASS.FOR. ha sollecitato lagenerosita dei produttori che hannorisposto offrendo i loro vini, i lorosalumi, i loro maialetti per lagiornata di solidarietà alle

popolazioni terremotate.E al pranzo offerto dagli amicidella Sardegna partecipanoproprio tutti i cittadini diSerravalle, anche quelli che gli altrigiorni rimangono nelle loroimprowisate casette. Tutti in filaad assaggiare i prodotti dell'Isola,mentre i volontari cucinano e

assicurano il servizio: sono discena gli antipasti campagnoli, glignocchetti sardi, i maialettiarrostiti, le insalate, i vini, il panetipico, i dolci di mandorle, i liquori.C'è un moderato clima di festa nelcampo che, a tratti, sorride e sistringe attomo a quanti sono venutidalla Sardegna e anche dalle altreregioni d'Italia, a volte sicommuove. Come quando ilVescovo presenta ai parrocchianiil nuovo sacerdote venuto asvolgere un ruolo difficile nelmomento in cui si pensa a comeresistere e a come ricostruire.Poi la giornata volge al termine,gli amici della Sardegna sipreparano per il ritorno a

Civitavecchia e per la traversatanotturna.Anche noi che viviamo nelleMarche, ma in Ltrra zona lontanadal terremoto, riguadagniamo lavia di casa.A sera, la gente di Serravallerientra nelle roulottes: almeno peroggi è rimasta meno sola.

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a cura dell'Assessorato Regionale della Difesa Ambiente

Sardeg^rra già in EurropaPresent ato a Caghari il progetto "Bioitaly" elaboratodall'Assessorato della Difesa dell'Ambiente per salvaguardare learee di particolare pregio arnbientale.

O*ul la tutela dell'Ambienteè diventata un fatto diimportanza vitale a livellomondiale. Non potrebbe esserediversamente, visto che si trattadi qualcosa che interessa lastessa soprar,vivenza del pianetae dei suoi abitanti. E opinionediffi.rsa che per troppo tempo siè avuto uno sviluppoeconomico considerandosoltanto il tornaconto; mai ci siè domandati se questo sviluppofosse compatibile con laconservazione dell' ambiente.Troppo spesso ed in tutte leparti del mondo si sono fatteiniziativ e incompatibili con1' ecosistema. Le consegu enze didegrado sono sotto gli occhi ditutti. Ma sembra che anche lanatura si stia prendendo larivincita costringendo l'uomo aporre rimedio agli sconquassiche ha combinato. Ci si stamuovendo anche in modo daevitare altre devastazioni,cercando di conquistare neltempo almeno 1'esistente, e ovepossibile, migliorandolo.E cio che ha fatto il Consigliodella Comunità EconomicaEuropea emanando la direttiva"Habitat 92143" nel mese dimaggio 1992. Riguarda inmodo specifico la conser-vazione degli habitat naturali eseminaturali della flora e dellafauna selvatica. Si tratta di unaimportante iniziatla cheobbliga gli stati membri adindividuare nel proprioterritorio "zone terrestri o

acquatiche che si distinguanograzie alle loro caratteristichegeografiche, abiotiche ebiotiche, interamente naturali oseminaturali che rischiano discomparire": così recital'articolo 1 della lettera A delladirettiva adottata. Tutti i sitiindividuati vanno a costruireuna rete ecologica chramata' Natura 2000". Questa riguardasia gli habitat naturali, sia quellidelle specie animali diparticolare interesse e chemagari rischiano 1' estinzione.La rete deve garantire ilmantenimento e se necessario ilripristino per uno stato diconservazione soddisfacente.Alcuni dettati della direttivaprecisano che "laddove 1oritengano necessario, nell'am-

bito delle politiche nazionali drriassetto e di sviluppo deltemitorio, gli Stati membri siimpegnano a promuovere lagestione di elementi delpaesaggio che rivestono prim-aria importanza per la fauna ela flora selvatica".La prima fase di attuazione ditale direttiva si è concretizzatacon la reahzzazrone delprogetto "Bioltaly" daparte delMinistero dell'Ambiente.La Sardegna non ha persotempo. Ha infatti assegnato aquesto progetto un ruoloimportante inquadrandolo all'interno del1e strategie piùgenerali per la costituzione di unsistema organico delle areeprrotette, che comprende iParchi nazionali e regionali, le

Foto'. Giuseppe Vacca

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riserve marine e terrestri, imonumenti naturali. E statonecessario come operazionepreliminare al censimento di talisiti, catalogare e verificare sulpiano scientifico tutti i datiesistenti. Tale lavoro è statofatto in collaborazione delleUniversità sarde, in strettocollegamento con il Ministerodell'Ambiente e con 1'enteNazionale di ricerche (ENEA)che ha coordinato l'informatiz-zazione dei dati ed il loroinserimento nella rete 'Natura2000" dove sono confluiti anchei dati relativi agli Stati membri.I siti individuati di grandev alenza ambientale esaltanoquella che gli esperti chiamanola Bio-diversità della Sardegnaalf interno del sistemadell'Unione Europea "Natura2000". In questo contesto laSardegna si colloca in unaposizione di primo piano nelpanorama nazionale edeuropeo. Emerge quindi hfitalav alenza del lavoro straordinariosvolto dal sistema istituzionalesardo per l'identificazione dei

siti, che per questo specificocaso fa capo all'AssessoratoDifesaAmbiente.Evidentemente il merito vaanche al mondo scientifico perl'impegno e il sapere profusoper adempiere, da un lato ad unastraordinar ia esigenza c omun-itaria, dall'altra però per fareconoscere al più vasto pubblicola bio-diversità della Sardegnain termini di fauna, flora ehabitat.Ma vediamo cos'è, tradotto incifre, il Bioltaly per la nostraisola.I siti censiti sono in totale 114 einteressano 162 comuni cosìsuddivisi: 69 rn provincia diCagliari, per una superficie di139.543 ettari e 54 comuni, 17in quella di Sassari per 144.689ettari e 32 comuni, 14 ciascunaper quelle di Nuoro ed Oristanorispet-tivamente per 150.689ettari e 43 comuni e 26.957ettarr con 33 comuni. Lasuperfi cie complessiva interes-sata è di 461.878 ettari checomprende 93 siti costieri e 31interni.

In pratica questa superficiecoincide con quella giàindividuata dalla Regione per learee protette. Interessanteanche sapere che tra l'altro sonostate censite 70 specie di uccellida salvag-uardare,122 specie divegetali e 56 tipi di habitat.L'Unione Europea ha sup-portato la rete ecologicaeuropea Natura 2000, nata dalladirettiva Habitat, con adeguatifrnanziamenti nell'ambito di unprogramma chiamato LifeNatura, ai quali si può accedereperprogetti che rivestano, però,interesse comunitario e chec ontribui sc ano all' attuazionedella politica comunitaria inmateria ambientale.La prima fase che si è conclusail 31 maggio del 1995 ha avutounfrnanziamento di 400 milioniin ECU, pari a circa 800 miliardidi lire, di cui una parte, seppurepiccola, è stata attribuita allaSardegna; mentre la secondafase, compresa tra il 1996 e il1999,haar,.uto un contributo di450 milioni in ECU, pari a 900miliardi di lire.

Costa del sud

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Questa seconda fase ha1'obiettivo di contribuire allosviluppo e all'applicazione dellalegislazione e della politicacomunitaria nel settoredell'ambiente in generale e dellanatura in particolare.Lo scorso 4 novembre è statoor ganizzato dall' As s e s s oratodella Difesa dell'Ambiente unseminario per presentare arSindaci, Agli Amministratorilocali, agli studiosi eambientalisti il Bioltaly dellaSardegna. È stato ospitatonell'aula magna del nuovoIstituto Tecnico Agrario 'oDucadegli AbruzzT" dt Cagliari: ilavori sono stati aperti da unalunga e interessante relazionedell'Assessore dell'AmbientePasquale Onida."La protezione dell' ambiente ela valorizzazione delle risorseambientali - ha detto tra l'altronel suo intervento - è un terrenonel quale, forse più di altri,l'azione di governo è chiamataa coerenza e responsabilità. Eun terreno nel quale la moralità

delle istituzioni e della politicadevono fare un salto di qualità.È una sfida - haproseguito - chepotremo affrontare e vincere sequesta fase travagliata e delicatadella vita autonomista sapràdispiegarsi pienamente versol' affermazione degli interessigenerali uscendo anche daiconfini regionali e nazionah,mobilitando le straordinarierisorse inespresse che il popolosardo possiede. Si tratta digrosse opportunità - haconcluso l'Assessore Onida -per i privati e gli Enti Locali,che con questi soggetti Privatipossono consorziarsi, diutllizzar e sp ecific i fi nanziamenticomunitari inun ampio progettodi sviluppo, tutela e gestione deisiti con evidenti e duraturericadute economiche."Gli asp etti or ganizzativi, tecnicie frnanziari del progetto sonostati illustrati dal CoordinatoreGenerale dell' Assessorato dellaDifesa dell'Ambiente CiroAngiolino e dal responsabile delsettore delle politiche

naturalistiche dei Parchi e delleForeste Salvatore Todde.Mentre quelli scientifici sonostati presentatr da Luigi Mossadel Dipartimento di ScienzeBotaniche dell'Università diCagliari, da Franca Valsecchi eIgnazio Camarda del Dipartim-ento di Botanica ed EcologiaVegetale, daAchille Casale delDipartimento di Zoologia eAntropologia biologica,Romolo Prota dell'Istituto diEntomolo g ia Agr aria e RobertoPantaleoni di Zo olo gia Agr ariae Forestale e Acquacolturadell'Università di Sassari. I1successivo dibattito tra espertied amministratori ha resosignificativo l'interesse susci-tato tra i presenti dal progettoBioltaly.Anche gli ambientalisti si sonodetti soddisfatti delf iniziatladella Regione per una realetutela dell'ambiente.A cura dell'Assessorato dellaDifesa dell'Ambiente.

Isola Foradada - Alghero

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Regione Aulonama della SardegnaAssessùratù de lla D ifesa dell'Ambiente

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SITI DI IMPORTANZA COM(JNITANA

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a cura dell'Assessorato Regionale della Difesa Ambiente

I1 regolarnento CornLtnitariodenorninato "Life"PremessaLa direttiva 92l43|CEE sinteti-camente definita direttiva "Habitat"rappresenta lo strumento più recentee più caratterizzante di un diversoapproccio per individuare azionicoerenti che consentano 1'uso delterritorio e lo sfruttamento dellerisorse in una logica di svilupposostenibile per il mantenimentovitale degli ecosistemi. La Direttivafornisce indirizzi concreti per leazioni e per la costituzione di unarete europea NATURA 2000, di sitirappresentativi per la conservazionedel patrimonio naturale di interessecomunitario.L'attuazione delle politiche diconservazione del patrimonionaturale è stimolata anche tramitel'introduzione di appositi rego-lamenti frnanztari che promuovonomisure di sostegno per progettifrnalizzali ed iniziative concrete perla conservazione di habitat e specie.In particolare il Regolamento LIFErappresenta 1o strumento finanziariodi attuazione della direttiva 92143/CEE "Habitat".

Scopo della direttivaLo scopo della direttiva "Habitat"92l43lCEE è quello di contribuirea salvaguardare, tenuto conto delleesigenze economiche, sociali e

culturali locali, la biodiversitàmediante la conservazione deglihabitat naturali e seminaturali,nonché della flora e della faunaselvatiche nel territoriocomunitario.

Definizione degli habitatPer habitat di interesse comunitario(elencati nell'allegato I dellapredetta direttiva) si intendonoquegli habitat che rischiano di

scomparire dalla loro area diripartizione, quelli che hannoun'area di ripartizione ristretta a

causa della loro regressione o chehanno 1'area di ripartizione ridotta.Sono di interesse comunitario anchegli habitat che costituiscono esempinotevoli delle caratteristiche tipichedi una o più delle cinque zonebiogeografiche interessate dalladirettiva tra cui si citano l'alpina,l'atlantica, la continentale e lamediterranea.

Definizione delle specieLe specie di interesse comunitariovengono suddivise in base alla loroconsistenza numerica o livello diminaccia di estinzione, e quindi lasuddivisione risulta così articolata:specie in pericolo, vulnerabile, rareed endemiche.Le specie prioritarie sono le speciein pericolo per la cui conservazione1'Unione Europea ha una particolareresponsabilità.

Conservazione degli habitatnaturali e delle specie di interessecomunitarioNel mese di Giugno 1995 gli Statimembri hanno trasmesso all'UnioneEuropea un elenco di questi siti. Perogni sito 1o Stato membro devefornire, sulla base di schedepredisposte dalla CommissioneEuropea (formulario standardNatura 2000), alcune essenzialiinform-azioni, quali: la mappa delsito, la denominazione,l'ubicazione, l'estensione, leinformazioni ecologiche sulla basedei criteri specificati nella stessadirettiva.Entro sei anni dall'entratain vigoredella direttiva "Habitat", dunqueentro i1 prossimo 1998, la

Commissione Europea elabora sullabase del precedente elenco e

d'accordo con ciascuno degli Statimembri un elenco definitivo dei sitidi importanza comunitaria.Nel caso che la CommissioneEuropea, in base ad informazioniscientifiche pertinenti e attendibili,accerti che un sito in cui siriscontrano habitat o specie di cuiagli allegati della direttiva siaindispensabile per il mantenimentoin uno stato di conservazionesoddisfacente di quegli habitat oquelle specie, si avvia una procedurabilaterale tra 1o Stato membro e laCommissione Europea. Se entro seimesi dall'inizio della concertazionela controversi non risulta risolta, laCommissione Europea procede aduna proposta (unilaterale) perindicare l'area come sito diimp ortanza comunitari a.

Una volta che un sito di importanzacomunitaria viene defi nitivamenteinserito nell'elenco, lo Statomembro designa tale area comezona speciale di conservazione(Z.S.C.), il più rapidamentepossibile e comunque entro iltermine massimo di sei anni,stabilendo le priorità in funzionedell'importanza dei siti per ilmantenimento o il ripristino, in unostato di conseryazione soddisfacentedegli habitat e delle specie in essirilevati, nonché alla luce dei rischidi degrado o di distruzione cheincombono su detti siti.Per zona speciale di conservazionesi intende un sito di importanzacomunitaria designato dagli Statimembri mediante un attoregolamentare, amministrativo e/ocontrattuale, in cui sono applicatele misure di conservazionenecessarie al mantenimento o al

E

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ripristino degli habitat naturali e/odelle popolazioni delle specie percui il sito è stato designato, e cheimplicano all'occorrenzaappropriati piani di gestionespecifici o integrati ad altri piani disviluppo e le opportune misureregolamentari, amministrative ocontrattuali che siano conformi alleesigenze ecologiche dei tipi dihabitat naturali e delle speciepresenti nel sito.L'insieme delle zone speciali diconservazione costituiscono unarete ecologica coerente denominata"Natura 2000".Entrano a far parte della reteecologica Natura2000 anche le zonedi protezione speciale designate aisensi della direttiva 791409/CEE"Uccelli". Questa rete devegarantire i1 mantenimento o,all'occorrenza, il ripristino, in unostato di conservazione soddisfacentedei tipi di habitat naturali e

seminaturali e delle specie dellaflora e della fauna selvatiche nellaloro area di ripartizione naturale.

Stato di attuazione a livellonazionaleLa lista dei siti di interessecomunitario, aggiornata al Marzo1996, è stata ritrasmessa allaCommissione Europea, validata dalComitato Scientifico Bioltaly, conrelative schede e cartografie,conformi agli standard stabiliti

Regolamento *Life'L'Unione Europea ha istituito ilregolamento finanziario per l'ambienteLIFE - regolamento CEE n. 1973192del Consiglio del21 maggio 1992) cherappresenta 1o strumento operativo perl'accesso ai contributi comunitari perl'applicazione della direttiva Habitat.I1 sostegno finanziario può essereaccordato per progetti che rivestanointeresse comunitario, checontribuiscano all' attttazione dellapolitica comunitaria in materia diambiente.Laprima fase del Life si è conclusa il3l dicembre 1995 e per la sua

attuazione sono stati stanziati 400milioni di ECU. I1 suo campo diapplicazione ha compresoprioritariamente, 1e azioni inmateria di ambiente nell'UnioneEuropea e, in via eccezionale,azioni di assistenza allargate ancheai paesi non facenti partedell'Unione Europea (regionemediterranea o paesi rivieraschi delMar Baltico).La nuova fase del Life alla lucedelle modificazioni intervenute coni1 regolamento 1404/96, è statoapprovato a luglio 96 e per la suaattuazione. sono stati stanziati peril periodo 1996-1999,450 milionidi ECU.Obiettivo generale della secondafase del regolamento è dicontribuire allo sviluppo e se delcaso all'applicazione dellalegislazione e della politicacomunitaria nel settoredell'ambiente.

LIFE 1998A seguito dell'approvazione dellanuova versione del regolamento lifeper il periodo 1996-1999, la DG XIdell'unione europea ha predisposto1'opuscolo informativo che illustrale modalità di presentazione delleproposte per il LIFE NATURA1998 le relative brichures sonostate inviate all'amministrazioneregionale alla fine del 1996 a tuttele provincie affinche contribuisseroalla loro diffusione a livello locale.I progetti devono pervenire allaCommissone Europea attraverso lostato membro;I progetti "life natura" devonoessere trasmessi all'AutoritàNazionale competente (Ministerodell'Ambiente - Servizio Conser-vazione della Natura - ProgettiLIFE - NATURA - via Assisi 163 -00181 ROMA) entro le datestabilite.I1 termine di presentazione deiprogetti alla commissione Europeada parte dello stato membro è

fissato al 31 gennaio dell'annosucessivo.

I progetti per essere formalmenteeteggibiti devono:- essere proposti da un candidatòffidabile sia a livello tecnico chefinanziario; anche con laformula delpartnerarialo per la commissioneeurop e a p ailè. 7j redili gere.- essere ,rV'fi§iic,t sia in termini ditempi di rgqlizzazione, che dipreventivo e di rapporti costi/benefici;- mirare alla conservazione di:l) uno o più siti naturali proposti dauno stato membro come sito diimportanza comunitaria, ai sensidella direttiva "Habitat" 92/43 CEE(sJ.c.);2) uno o più siti naturali propostida uno strito membro come zona diprotezione speciale ai sensi delladirettiva "'Uccelli" 79/409/cEE(zPS)i'3) una o più specie dellaJlora e dellafauna menzionate negli allegati II eIV della direttiva "Habitat" 92/43/CEE e nell'allegatol della direttiva"Uccelli" 79/409/CEE.Si ricorda che il sostegnofinanziariodella Commissione Europea s-i

dttesta al massimo sul 50oÀ dei costieleggibili, eccezionalmente elevatoal 75% nei casi di habitat o specieprioritarie (allegati II e IV delladirertiva "Habitat" 92/43/CEE ospecie di uccelli in pericolo diestinzione dell'allegato I delladirettiva "Uccelli " 79/409/CEE).Il panorama delle procedure diattuazione della direttivacomunitaria e degli strumentifinanziari ad essa collegati fannoben comprendere quali siano gliorientamenti dell'Unione europeaper la conservazione, tutela egestione dei siti sensibili.In conclusione auspichiamo che lastrada intrapresa dalla regione troviil necessario consenso a livellolocale per una nuova politica ditutela degli importanti valorinaturali ed apra una nuova stagionedi proposte e pio§etti coerente congli obiettivi sovranazionali cheI'Unione Europea, lo Stato e laRegione sono pronti a sostenere.

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IS PRUINIS 95STAGNO DI PORTO BOTTE 185- IS ARENAS 1.283IS ARENAS S'ACQUA E S'OLLASTU 41PORTO CAMPANA 14TRA FORTE VILLAGE E PER LA MARINAP.TA DI SANTA GIUSTA (COSTA REY) 5

, M. MANNU - M. LADU (COLLTNE Dr M.MANNU M. LADU) 198. STANGIONI DE SU SALI E DI CHIA 9COSTA REYMONTE SAN MAURO 642SAN GIOVANNI DI SINI3RIU S. BARZOLU 282TORRE DEL POETTO 9M. SAI'ELIA CALA MOSCA CALA FIGHERA 26i gAN NICoLo - DUNE DI poRTISCEDDU - BUGGERRU 16DI.INE DI PORTISCEDDU - BUGGERRU (SAN NICOLO - PISCINA MORTA - SU LANDIRD 62

ir rs coMprNxIUS - cAMpo DITNALE BUGGERRU - poRTrscEDDU 61':' DA rs ARENAS A ToNNARA 8MARTNA DI GoNNESA) ssIS ARENAS - FONTANAMARE (MARINA DI GONNESA) 14TERRA SARINA (DUNE FISSE)TERRA SARINA (CESPUGLIETTI COSTIERI) 32ISOLA ASINARA 9.641STAGNO DI PILO E STAGNO DI CASARACCIO 1.789STAGNO E GINEPRETO DI PLATAMONAI.766FOCI DEL COGHINAS 2.828MONTE RUSSU 1.728CAPO TESTA 1.305ARCIPELAGO LA MADDALENA 14.605CAPO FIGARI E ISOLA DI FIGAROLO 879ISOLE DI TAVOLARA, MOLARA E MOLAROTTO 3.812STAGNO DI S. TEODORO 907BERCHIDA E BIDDEROSA 2.783PALUDE DI OSALLA 1.189GOLFO DI OROSEI29.369AREA DEL MONTE FERRU DI TERTENIAZ.98zSTAG}TO'DI S'ENA ARRUBIA E TERzuTORI LIMITROFI23TSTAGNI DI MURTAS E ACQUA DURCI 917FOCE DEL FLUMENDOSA - SA PRAIA 520STAGNI DI COLOSTRAI E DELLE SALINE 1.151ISOLA DEI CAVOLI, SERPENTARA E P. TA MOLENTIS 3.223COSTA DI CAGLIARI 5.839STAGNO DI MOLENTARGIUS E TERRITORI LIMITROFII.T4SSTAGNO DI CAGLIARI, SALINE DI MACCHIAREDDU, LAGLINADI SANTA GILLA6.O77ISOLA ROSSA E CAPO TEULADA 3.713PROMONTORIO E DUNE E ZONAUMIDADI PORTO PINO 3.256ISOLE DEL TORO E DELLAYACCAI2ZISOLA DI S. PIETRO 9.078PTINTA S'ALIGA 723COSTA DI NEBIDA 9.220CAPO PECORA 6.336MONTE ARCUENTU E RIO PISCINAS 10.985- STAGNO DI CORRU S'ITTIRI5.820

- STAGNO DI PAULI MAJORI DI ORISTANO 544STAGNO DI MISTRAS DI ORISTANO 1.730STAGNO DI SALE E'PORCUS 555STAGNO DI CABRAS 4.806STAGNO DI SANTA GIUSTA 1.032STAGNI DI PUTZU IDU SALINAMANNAE PAULI MARIGOSA 84ISOLA MALDIVENTRE E CATALANO 496

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di Marco Contu

-IL patrirnonio rnicolo g.lcodella Sardegn.aOrmai troppo spesso accade che cercatori di funghi con pocorispetto péi ta iafttra, raccolgano specie "sospette" abbandonadolesu6ito dòpo. Un danno che può essere evitato con il buonsensoma soprattutto con una legge adeguata.

Una delle peggiori esperienze chepossono capitare all' appassionatodi micologia è quella di imbattersi,durante le proprie escursioni distudio, in un sito, precedentemente"visitato" da appassionati cerca-tori, disseminato di carpoforifungini distrutti o semidistrutti.La delusione , allora, si mischia allarabbia perché, se da un lato, questoatteggiamento nei confronti dellecreature che popolano l'ambientenaturale (compresi i miceti) nonpuò che essere qualificatoquantomeno incivile, dall'altro laconstatazione che l'inciviltàpredettaha come madre l'assolutamancat:rza di rispetto per tutto ciòdi cui non siamo padroni, non puòche risolversi nella presa d'attodella propria condizione diassoluta impotenza.Ai due sentimenti anziposti, poi,si aggiunge, purtroppo non di rado,il dispiacere, per i micologi, divedere distrutti o danneggiatiesemplari di specie fungine pocodiffuse, rare o addirittura maidescritte.E' certo, comunque, che daqualsiasi angolo di visuale siaffronti questo problema, si trattadi uno stato di cose al qualeoccoffe mettere fine. Ritengo cheil modo migliore per fare un passoavanti sia la promulgazione di una

legge regionale, da tempo attesa,che disciplini compiutamente edorganicamente non solo laraccoltadei funghi ma anche, e soprattutto,il legame del cittadino con il boscoe, più in generale, con la nafixa.Il legislatore nazionale, del resto,ha dimostrato, alla stregua di altrilegislatori sia europei che extra, dicomprendere tutte le implicazioninegative derivanti dal rapporto, percerti versi cinico, per altriaddirittura criminale, di molti conla natura ed una riprova di ciò è

data dalla nota legge istitutiva delMinistero dell'Ambiente.In particolare, per quanto concemeil settore micologia, questaattenzione si è sostanziatanell'adozione della altrettanto notalegge Quadro alla quale, tuttavia,credo non sia seguita in Sardegnauna promulgazione legislativaconseguenziale.E' pur vero che esistono svariateproposte di legge, diverse dellequali accettabili, ma nessuna diesse si è tradotta in un prowedi-mento formale.Le conseguenze sono sotto gliocchi di tutti: boschi e macchieletteralmente "rasi al suolo",mucchi di carpofori estirpati edabbandonati ovunque con danniincalcolabili alla vita dell' ecosistema.Occorre agire, dunque, ed è

necessario farlo subito per evitareil perpetuarsi di una situazionedivenuta ormai insostenibile.Una legge chiara e precisa potràdisciplinare non solo laraccolta ascopo alimentare e scientifico, maanche l'approccio del singolo conil bene-fungo, punendo con severesanzioni pecuniarie chi si rendaresponsabile della distruzioneimmotivata di funghi non dannosiper la salute del bosco (peresempio i saprofiti o i micorrizici).Ma è necessario, prima di tutto,fare inmodo che colui che intendadedicarsi alla ricerca dei funghiabbia quel minimo di nozioni chegli consentano quantomeno di nonaccorgersi, solo alla fine dellapropria escursione "micogastrono-mica", che la stragrande maggio-ratTza dei carpofori raccoltiappartengono a specie nonutllizzablli dal punto di vistaculinario. Infatti è proprio questacircostanza la causa dell'abban-dono, in ogni parte del bosco, dimucchi di esemplari di svariatespecie non di rado tutt'altro chevelenose o immangiabili.Non diversamente da quantoaccade in materia di caccia,sarebbe indispensabile chechiunque voglia andare araccogliere funghi si munisca diapposita attorizzazione ammini-

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strativa (il cosiddetto "patentino")e che tale autorizzazione siarilasciata a seguito di un esame.Eventualmente si potrebberoprevedere apposite sanzioni per chieserciti la raccolta senza esseremunito dell'anzi deta attoizzazione.Un altro problema è costituitodalla disciplina di tale raccolta ascopo -soientifico, per la cuiautorizzazione potrebbe ancheprescindersi dall'esame, legittim-ando l'Amministrazione a conce-dere una speciale autortzzazioneda rilasciarsi dietro presentazione,daparte del singolo candidato, dititoli specifici. Ma, a monte ditutto, occorre prendere atto che lacondizione di sottoculturamicologica è conseguenza dilunapiù generale condizione diinsensibilità nei confronti delproblema-natura, la cui risoluzionedovrebbe essere affidata allascuola. Non sarebbe inutile, a mioavviso, prevedere nei programmidi Educazione Civica l'argomento"ratrra" e le numerose impli-cazioni ad esso connesse, perché èindispensabile che i nostri figli

siano posti nella iondizione diprendere coscienza della suaenorme rllevanza e dei riflessinegativi che il deterioramento dellastessa ha avuto e continua ad averea diversi livelli.Anche il bene-natura, come datempo ha riconosciuto lagiurisprudenza amministrativa inmateria di danno ambientale,appartiene alla categoria dei beniconsumabili. Soprattutto è ora dimettere fine all'atteggiamento diconsiderare la natura comequalcosa sulla quale esercitare unpotere indiscriminato proprioperché "res communis omnium" e,in quanto tale, appartenente inqualche modo a tutti e sulla qualetutti pretendono di far valere un(inesistente) diritto di "sfruttamento".La natura e tutte le cose checoncoffono a costifuirla in quantobene, non ci apparliene affatto:essa, per dirla in breve, ci concedeospitalità e se anche non reagiscein modo palese, come fa colui checi ospita in casa propria quandoci comportiamo male, ha deimeccanismi che ne denunciano la

reazione allo stress.Chi non ha compreso tutto questo,chi continua a credere che dellastessa si possa continuare adabusare impunemente si vedràcostretto, prima o poi, a far giocarei propri figli in deserti didesolazione. E la continuacompromissione del palrimoniomicologico. ove non si ponga unfreno all'opera distruttrice,giocherà, in questo generaleprocesso di deterioramento, unruolo solo apparentementemarginale.Perciò è necessario che il legislatoreregionale si attivi per porre un frenoa questo processo, ormai, purtroppo,in atto da troppo tempo.Salvaguardare il nostro patrimoniomicologico significa preseryare unbene che rischia la comprom-issione definitiva ed è precisodovere di tutti i cittadini, compresiquelli preposti alla legiferazione,adoperarsi per evitare che, in unpaese democratico come il nostro,in questo come inmolti altri campi,l'operato negativo di pochi sitraduca in un danno per tutti.

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di Luisi Mossa*

-EA proposito di ftora sardaLa CarenzaLegislativa per la tutela della flora in Sarde gna.

atòi parta di flora sarda, ma cosavuole dire flora sarda? Significa floraesistente in Sardegna o floraesclusiva della Sardegna? O significaflora esclusiva di parte dellaSardegna o esclusiva di un puntodella Sardegna? Ciascuna di questetipologie ha una sua logica, ha unasua regola.Quando si parla di flora si intende,f insieme della specie o delle entitàspecifiche e sottospecifiche presentiin un territorio. Se noi diciamo floradella Sardegna, intendiamo tutte lespecie e le sottospecie presenti inSardegna; ognuna rappresenta unaunità anche se presente con moltiindividui e questi sono localizzati edistribuiti in punti diversi dell'areaa cui appartengono.Per esempio, se dico Genista morisiiparlo di una pianta che occupa laparte meridionale della Sardegna; separlo di Astragalus maritimus,intendo parlare di una pianta che sirinviene solo in un punto di quellaparte della Sardegna, cioè nelf isoladi San Pietro.Questo vuole dire che la legge deveessere creata su basi scientifiche, cosìcome è stato fatto per la Legge suifunghi, di cui parlava il Dott.Ballero. La stesura di questa leggeha coinvolto l'intera Sezione Sardadella Società Botanica Italiana condibattiti, scambi di informazioni edocumenti ed è stata presentata a unCongresso micologico della S. B. I.,tenutosi ad Arzana, prima dellaconsegna alla CommissioneRegionale all'Agricoltura dellaRegione Sarda. Quindr la bozza dilegge era corretta siascientificamente che tecnicamente.Non e stata una associazionenaturalistica protezionistica cheproponeva questa legge sui funghi,ma una intera collettività scientifica,così come è stato fatto nella maggiorparte delle nostre Regioni, nelle altreNazioni e nel mondo.Ma quale flora dobbiamo proteggere?Ritengo che dobbiamo partire dallespecie endemiche, cioè da quellespecie ad areale geografico ristretto,

legate alla Sardegna. A queste sidovranno aggiungere le specie dirilevante importanza fitogeografi cae quindi i grandi alberi di interessestorico e culfurale.

Le endemicheIn Sardegna attualmente sono statecensite 208 specie endemiche. Diqueste 110 (ca. 53%) sono esclusivedella Sardegna; 63 (ca. 30Yo) legateanche alla Corsica; altre 35(18%)possono trovarsi anchenell'Arcipelago Toscano e/o nelleBaleari e/o nel Nord Africa.Rappresentano comunque uncontingente floristico che per causeambientali si sono differenziati e cheespandendosi hanno trovatodiffrcoltà al allargare il loro arealeo, anche, per mutate condizioniambientali sono scomparse da altrearee, appartengono quindi ad unaflora peculiare della Sardegna.Poiché si trovano in Sardegna,esclusivamente o meno, cominciamoa dire che la legge dovrebbecontenerle in quanto sescomparissero dalla Sardegnarischierebbero, quanto meno, discomparire dal mondo.A questo punto si innesca un altroproblema: la rarità.Alcune di queste piante endemichesono presenti in tutta la Sardegna,altre sono comprese in una sola delle292 tavolette (l:25.000; 100 km"ciascuna) della Sardegna. Quindi sedobbiamo fare un elenco di specie daproteggere, occorre partire da questeultime: in Sardegna, di queste piantene sono presenti 23. Sono piante chehanno il record della rarità: pianteper le quali bisogna creare quellaLegge Regionale sulla tutela dellaFlora.

Le specie di interessefitogeograficoMa non sono solamente le specieendemiche o quelle rare che devonoessere comprese in questo elenco, maanche quelle di "interessefitogeografi co", owero quelle specieche nel loro "cammino di conquista"

da Nord a Sua e da Est ad Ovest sisono fermate in Sardegna, o meglio,in Sardegna presentano 1'estremaparte del loro areale. Mi riferisco, adesempio, a specie quali ilSarcopoterium spinosum, che inSardegna è presente solo a CapoSant'Elia; Satureja thymbra, che sitrova solamente nel Colle di S.Michele a Cagliati e Quercuscalliprinos nell'estremo occidentaledel Mediterraneo orientale e confusaconla Quercus coccifera che invecegravita nel Mediterraneo nord-occidentale. La protezione di questespecie è indispensabile pur nonessendo endemiche.

I patriarchiI "patriarchi" sono i grandi alberi cheraccontano con la loro presenza lastoria forestale di quel territorio,o\.vero i boschi del passato, e che lastupidità umana cancella per"ingordigia" e perché mancanosevere leggi di tutela di questimonumenti naturali.Non dobbiamo trascurare di inseriregli olivastri di Santa MariaNavarrese e di tutta l'Ogliastra, o ilentischi della piana di Tempio diAntas o i camrbi della Valle di SantaLucia, o i Tassi di Sos Niberos e icarpini del Tacco di Seui, o il pinodomestico di Fluminimaggiore, etc.Per la loro posizione e mole dannocertezze sull'indigenato di certespecie, smontando "elucubrazioniumanistiche" che voglionol'olivastro portato in Sardegna daiCartaginesi e i camrbi dai Toscani.Il grande albero, dunque, dobbiamometterlo dentro questa legislazione,in quanto l'olivastro è presente inSardegna nell'ambito della fasciacostiera mediterranea a piovositàinferiore a 600 mm/annuo. Se in unadeterminata area c'è un patriarca,questo è una traccia di come potevaessere il bosco dello stesso territorioe quello che noi naturalisti,fitogeografi, vegetazionisti efitosociologi usiamo (bioindicatori)per poter individuare il boscop otenziale del territorio.

Universitò diE*Direttore del Dipartimento di Scienze Botaniche dell' Cagliari

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La tutela della flora è importanteanche per altre ragioni. Per esempio,riprendendo il discorso del grandealbero, usato anche come luogo diriposo del contadino (meriagu), laprotezione è di carattere storico inquanto rappresenta un tipo dieconomia e di attività antropica delpassato; oppure l'eucalipto diPantaleo che, piantato nel periodo incui una Società Francese sfruttava illegname dell'area per la distillazionedi sostanze utili per la chimica diguerra, oggi rappresenta unmonumento da salvare per ragionistoriche. Per lo stesso motivo bisognasalvare i grandi alberi delle zoneminerarie o quelli intorno-ad unasorgente perenne; oppure perchéforme di vita di tipo climatico, comeil Taxus Baccata, sono consideratecome un residuo di un clima freddo.Il mondo botanico scientifico tuttequeste biodiversità le conosce: ilmondo operativo le può conoscerema può ignorarne l'importanza aifini di una legge di tutela.

I boschi, le serie boschive e gliinterventi di riforestazionePer tradizioni forestali, anzi degliOrgani Forestali. il bosco vienedefinito come una formazionevegetale legnosa dove la coperturadegli alberi è superiore al l\Yo ecomunque include la macchiamediterranea nelle superfici a bosco.I1 bosco, per noi botanici-naturalisti,costituisce I'aspetto v egetazionalefinale di una serie dinamica e inequilibrio con 1'ambiente (climax).La macchia mediterranearappresenta un aspetto secondario diun bosco perché derivato da un taglioantropico, o se preferite derivato daun fattore limitante, come l'uomo,che per ragioni personali di ordineeconomico, storico, contingente, etc.ha deciso di tagliare gli alberi elasciare gli arbusti.I1 bosco è ricco di fanerofite, ma inSardegna non c'è il clima adatto aqueste piante. In Sardegna esistonodiversi tipi di boschi che sono daproteggere nella loro biodiversitàintera. Di conseguenza necessitanodi protezione anche le seriedinamiche di ciascuno dei tipi diboschi presenti in Sardegna. Per fareciò occorre avere una perfettaconoscenza sia del dinamismo delmanto vegetale che delle serieboschive. Queste sono dislocatesempre in serie catenali cherappresentano a parità di clima icambi edafici o di substrato.Queste conoscenze servono ancheper quella "sana iniziativadell'Azienda Forestale che

attualmente, come abbiamo sentitodal Dott. Boni, utllizza sempre piùspecie autoctone anziché esotiche. I1rischio è che una specie autoctonapuò apparlenere ad una serie diversada quella del bosco potenziale delterritorio in cui si sta intervenendo.Infatti, se viene inserito un pinod'Aleppo in un territorio in cui lavegetazione potetziale è la boscagliaa ginepro, sto inserendo una piantaautoctona per la Sardegna maalloctona per i1 territorio adintervento forestale. Se siamo nellafascia costiera e devo inserire speciemediterranee. lo devo fare con specieappartenenti allo specifico boscopotenziale: solo così riusciremmo adagevolare la dinamica della serienaturale boschiva di un territorio.Questi sono altri elementi da inserirenell'ambito della legge.

Cosa fare?Cosa si è fatto in Sardegna per latutela? Niente o quasi. Abbiamo solocreato una Legge Regionale suiParchi (L.R. 31/89) decaduta permancanza di rinnovo. Operiamo sulcampo spaventando la gente condivieti e leggi talvolta inesistenti ocon sotterfugi risibili. Si parla moltodel problema con lunghi periodi disilenzio, pause amministrative,intoppi burocratici, etc.. Sembra,talvolta, che tra cittadini,amministrativi e politici sistabiliscano delle barriereinsormontabili. Qualche volta lebarriere esistono, altre volte vengonocreate. Intanto lo Stato crea Leggi diTutela e di Protezioni cui le Regionidevono rispondere con regolamentio con altrettanti leggi più consone alterritorio stesso. Non a caso regionicome Trentino Alto Adige, Marche,Lombardia, Veneto e persino laBasilicata hanno la Legge sia sullaprotezione dei funghi che quella sullaflora. In Sardegna abbiamo solo iltentativo del 1980, come ha ricordatoil Dott. Caravano, e il cui teso èormai obsoleto. Siamo tutti convintidella necessità di una Legge sullaprotezione della flor4 anche perché la suamarrcamza crea fastidi e poca chiarezzaper gli operatori dei nostri campi.Occorre una legge per bloccare lefantasie dei singoli che spacciano leorchidee come piante rare, quandoin realtà non lo sono; occorre unalegge per evitare magre "dell'ultimodella classe".Bisogna conoscere e capire ilpatrimonio geobotanico dellaSardegna per la sua povertàfloristica, per la ricchezza degliendemismi e dei grandi alberi. Senon facciamo la legge 1o Stato

Italiano la farà per noi, con tutti irischi derivati dalla scarsaconoscenza del territorio. Ènecessario quindi che la Legge vengafatta da noi, in quanto conoscitori delnostro territorio, delle sue piante edelle sue rarità. lnoltre, conosciamotutti gli elenchi allegati alle Leggidello Stato, che se applicate inSardegna, si rischia di non potertoccare un filo d'erba, così come sisono aggiornati gli allegati dellaDirettiva 43192 della C.E.E. conintegrazioni e tagli. Cosa fare e comefare? Io invito l'Assessore a farcilavorare tutti per preparare la leggedal punto di vista scientifico etecnico. La parte scientifica deveessere svolta dalllUniversità, comeistituzione, non come Luigi Mossa.Coloro che avranno il compito di farerispettare la legge, saranno gliOrgani appositi in accordo con leparti sociali che dovranno sfruttarlae non subirla. Da non dimenticare ilmonitoraggio della legge al fine dievitare che questa diventi obsoleta equindi inutile.Concludendo, ritengo utile sirfietizzar equanto detto nei seguenti puntioperativi:a) nominare un comitato di studio

della Legge che comprenda unacomponente scientifica(Università) e una componentetecnica (OrganizzazioneForestale e Forze Sociali);

b) identificazione degli elementi dacomprendere nella Legge diTutela della Flora;

c) stesura della Leggs coneventuali confronti con 1epopolazioni tramite conferenzadi servizio o convegni sullaflora;

d) presentazione in ConsiglioRegionale;

e) monitoraggio: tramiteconvenzione con 1'Università diCagliari e Sassari per aggiornareil regolamento per contingentimotivazioni scientifiche etecniche.

Quest'ultimo punto al fine di evitarequanto accaduto allabozza di Leggedel 1980, oggi superata in quantoprevede un elenco di specie daproteggere non più valido perI'attuale società il cui scopo è quellodella protezione della biodiversità delmondo. Un adeguato monitoraggiodove le due parti, mondo scientificoe tecnico, si incontrano perimmediati e opportuni interventi.Ritengo che la strada da seguire siaquella di aprire un Protocollod'Intesa correlato da appositeconvenzioni tra le parti: Regione-Università.

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a cura delDersonale in servizio oresso Stazione Forestale di Dorsali

Da diverso tempo,tutta la strutfura del Corpo Forestale

Lezione all'aperto con gli agenti del

risorse della nostra terra,presentando gli ambienti piùcaratteristici non limitati soloall'aspetto naturalistico. macercando di esaltarne anche lepeculiarità culturali e storiche,sviluppando in modo sempre piùapprofondito 1o studio dell'ecosiste-ma e delle sue componenti, le leggiche lo regolano e il rapporto traUomo e Ter:ritorio."Creare un bosco", seguirlo nella suacrescita durante le stagioni, è unadelle esperienze educative più bellee coinvolgenti che possano esseresvolte, un'occasione importante peraffrontare temi importanti, qualiEcologia, Ecosistema, Comunità, etc.I giovani sono tendenzialmenteimmaginativi e creativi, inoltrehanno una percezione globale deiproblemi ambientali. Il vero compitodegli educatori è quello di intervenirecome guida in modo che le qualità

Parliarno di arrrbientcRe gion ale, partec ip a aff ivamente alla divulgazione ambientaleattraverso le scuole, riscontrando un grande enfusiasmo di docentie ragazzi.ù-D ormai il quarto anno che laStazione Forestale V. A. di Dorgalisostiene 1' obiettivo della E duc azi oneAmbientale nelle scuole. Taleobiettivo è incentrato non solo neldiffondere nozioni naturalistiche oscientifiche. che creano nei giovanicittadini sia la consapevolezza derproblemi ambientali determinando lavolontà e la capacità di reagire aldegrado, ma in primo luogo,stimolano comportamenti ecologiciche fanno nascere in loro sentimentiprofondi di rispetto e comunione conciò che li circonda; comportamentiche si possono ottenere anche con le"maniere forti", ma che durerannosolo fino a quando ci sarà coercizionee paura. Un sentimento. invece,scaturisce con I'educazione continuae costante, con l'esempio e colcontatto frequente tra operatoridell'ambiente, motivati e capaci, e glistudenti.In questi ultimi anni si è assistito adun crescente interesse perl'educazione ambientale da parte disoggetti pubblici e privati, scolasticied extrascolastici; da ciò è scaturitoalf intemo del Corpo Forestale V. A.una fioritura di iniziative che hannogarantito proposte educative, a direil vero non sempre a disposizione djtutte le strutture del Corpo. Enecessaria una collaboraztone traScuola e tutori dell'ambiente, i qualidovrebbero rispondere alle legittimeaspettative con strumenti educativicapaci di raggiungere un grannumero di persone, con messaggisemplici, che abbiano una fortecarica etica, che agiscono nelprofondo, per modificare certiatteggiamenti nei confrontidell'ambiente, purtroppo oramairad i cati .

Le Stazioni Forestali e di V. A.dovrebbero organizzare, in concertocon i docenti, itinerari naturalisticiche mettano iragazzi in contatto coni problemi e con le straordinarie

Corpo Forestale

nafurali non vadano perdute,maanzisi evolvano con la crescita,acquistando sempre più conoscenzee capacità, stimolando l'abitudine diguardare per vedere e fare percapire.Nella didattica dei problemiambientali occorre procedere concautela: un'impostazione negativa ocatastrofica può avere un effettodemotivante sugli studenti. Perquesto motivo nell'elaborazionedella programmazione con gliinsegnanti, abbiamo focalizzatoI'attenzione su un concetto, da noiritenuto fondamentale, ossia "farvivere delle esperienze. sia purlimitate nel tempo, d'immersionetotale nella fiattra". Domani questibambini saranno adulti, forse la lorocoscienza ambientalista sarà piùsolida e non combineranno tutti queidisastri che hanno caratterizzatol'uomo del Ventesimo secolo.

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L'obiettivo non è quello di sostituirciall'insegnante, proponendo unamateria in più, ma quello di fungereda catalizzatori per rendere il suolavoro ancora più incisivo,privilegiano i momenti diosseryazione diretta, quelli pratici,tenendo conto che ciascuno di noi èdisposto a difendere solo ciò cheama.

Cala Gonone:Scuola e Forestali, dueistituzioni in un "ProgettoIntegrato" p-. l' aneebiente -

Le insegnanti della scuolaelementare di Cala Gonone,accogliendo f invito del CommandoGuardie Forestali di Dorgali,intendono nel presente articolo farconoscere 1'esperienza dicooperazione educativa vissuta incollaborazione con esso.Nella Scuola Elementare di CalaGonone è in atto, dall'annoscolastico 1994195, il Progettoeducativo-didattico "Star bene nelproprio ambiente", nato conl'esigenza di creare una mentalitànuova che colga il legamestrettissimo tra individuo-natura-ambiente, e di valorizzare lareciprocità di scarnbi e di rapporli trale diverse componenti: scuola-famiglia-comunità.Il progetto, pensato a scadenza

triennale (a. s. 199411997), vieneoggi riproposto per altri tre anni, alloscopo di consolidare, generalizzaree ampliare gli obiettivi-guida dellostesso. rivitalizzato da nuovi percorsioperativi, ftnalizzati allo scambio eal confronto più ampio con le varierealtà territoriali.È stato possibile conseguire gliobiettivi programmati, soprattuttograzie al qualificato intervento delleguardie forestali, che sono state unavalida guida nei luoghi più suggestivie meno conosciuti nell'ambito delterritorio di Dorgali-Cala Gonone. I1rapporto di collaborazione è iniziatonel Dicembre 1994 con una singolareFesta degli Alberi; nella stesso anno,la scuola è stata guidata nella zonadi rimboschimento, denominata "SaPruna", sita in Agro di Dorgali.Successivamente sono stati scopertievalonzzati altri aspetti del territoriodorgalese. atlraverso escursioni aS' Abb'Arv a, Suttaterr a, Ghivine, S aTintura, Toddeitto, Lanaitto e BuchiArta.Incisive a livello educativo sono statele lezioni teorico-pratiche sul tema"Emergenza Incendi in Sardegna".E da questa esperienza che nasce unlibro documento, interamenteprodotto dai bambini persensibilizzare coetanei e adulti sulladrammaticità del fenomeno studiato.Con gli interventi scientificarnentemirati dai Forestali, gli alunni diCala Gonone sono divenuti piccoli

esperti nello studio della MacchiaMediterranea e dell'ecosistema"Bosco". Questa solida catena diesperienze ha promosso negli alunniconoscenza, competenza e volontà diproporsi con originali elaborati, peri quali hanno conseguitoriconoscimenti in campo regionale(1o Premio Concorso W. W. F. "IlGennargentu. come è e corne vorreiche fosse") ed in campo nazionale(1o Premio nel Giomalino Scolasticoe nel "Un racconto ed un'Immagineper l'ambiente"), quest'ultimoconsegnato in Quirinale dalPresidente della Repubblica Scalfaronell'a. s. 1996197. I1 premio,consistente in un assegno di f,3.000.000, da devolvere ad iniziativedi recupero ambientale, vedrà glialunni di questa scuola impegnaticon i loro amici Forestali, nellarealizzazione di uno spazio verde(Orto Botanico) che nascerà e sisvilupperà in un'area nel centroabitato di Cala Gonone, già assegnatadal Comune di Dorgali alla Scuola.Questa ed altre iniziative,programmate per il futuro, grazieall'interazione di scuola e Forestali,continueranno a tracciare un segnoconcreto per la crescita di unaprofonda coscienza ecolbgica nellenuove generazioni.Le insegnantr ringraziano i forestaliper i1 significativo contributoapportato al Ioro lavoro con ibambini.

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di Cinzia Frau

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Una ricchezza culturale in città

La raccropoli fenicio-pLlnaca.di Tr-rrrL<cddr-rSturrAo"l sopra si gode la città tuttointorno. Innanzi tutto la laguna diSanta Gilla, con la quale ha unostretto rapporto. Poi spuntano, daassediamenti di palazzi, gli altricolli, qua e là. E tutti hanno traccedi vita antica. Così anche lui,Tuvixeddu.Le prime scalfitture (ora scomparse)sono venute dagli uomini neolitici dicirca cinquemila anni fa. Di loro sisa che vivevano in capanne,andavano a caccia, e poi tagliavanole prede, con frecce e lame inossidiana. Ulilizzavano recipienti aforma di calice, abbelliti conimpressioni di triangoli nell'argillaappena modellata, poi colorati dirosso.Ma gli elementi che caratterizzanoil colle sono di due tipi, entrambiartificiali, uno industriale, l'altroarcheologico, che si situano in unambiente spontaneo incredibile, alcentro della città e ancora selvaggio(nidificazioni di gheppi) e

Tuvixeddu: la parte più consistente diquesti si spostarono dalla Fenicia(attuale Libano) verso ovest, allaricerca di nuovi mercati, occupandole terre più vicine, Cipro, alcune isoleegee, dirigendosi in seguito verso ilMediterraneo occidentale. Acquista-vano e rivendevano diversimanufatti. articoli di artigianatoanche di lusso oppure materie primegrezze, soprattutto metalli.Gli appoggi in terraferma sigiovavano di isolette, insenature,stagni, con vicinanza di acqtapotabile e un retroterra indigeno concui commerciare e approwigionarsi.Le rive delio stagno di Santa Gillapresentavano questi elementi, e iFenici vi installarono unaccampamento occasionale forse giàdal IX - VIII secolo a.C., anche se iresti murari più antichi rinvenuti (maf intera area è stata massacrata dainterventi contemporanei) risalgonoal VII secolo a.C.. In questo periodoè ipotizzabile una necropoli aincinerazione non lontanadall'abitato. É circaun secolo dopo(VI a.C.) che il vicino rilievo diTuvixeddu viene :utllizzato comenecropoli.La tipologia tombale consisteva

tombe residue.

nell'escavazione di un pozzoparallelepipedo (circa 0,60 x 1,60 m.)profondo quanto la roccia 1oconsentiva (da3 a 4 m., massimo 6)e nella sua fronte, sul fondo, la cellafuneraria (circa 2 m. di lunghezza,0,70 di larghezza, I m. di altezza),nella quale veniva deposto il defuntocon il corredo fi.rnerario.La fronte del pozzo poteva esseredecorata con incisioni e bassorilievi,anche colorati: simboli religiosi,astrali o apotropaici per impetrareprotezione e inviolabilità.I1 corpo veniva avvolto in unlenzuolo o deposto su una semplicestuoia di canne, o in una cassa ligneao calato in sarcofagi scavati nelpavimento della cella, quindi gli sideponevano attorno gli oggetti delcorredo. piatti e brocche in ceramicaricolmi di cibo e bevande, poigioielli, amuleti e una lucerna, accesaprima della chiusura della cella. Ilpozzo veniva riempito con spezzonidi roccia, per garantire l'inviolabilitàdella camera.Una straordinaria particolarità dellanecropoli consiste in due tombe chepresentano pitture complesse nellepareti della cella funeraria (pitture

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botanicamente naturale(endemismi).L'elemento industriale si compone didue profondi negativi creati alla finedel secolo scorso da due industrie perla produzione di cemento e calce dalcalcare del colle, chiamati catino,perla profondità e il profilotondeggiante, e canyon, alto e strettopercorso che ricorda gli omoniminaturali.L'assetto archeologico si struttura inuno straordinario comprensorio, ingran parte decimato dall'attivitàindustriale e attualmente al centro diun pericoloso progetto edilizio, diquasi un migliaio di tombe puniche,diverse decine di tombe romane acamera, di uno dei ramidell'acquedotto romano, di dueabitazioni di età romana ma ditradizione punica, ormai scomparse.Dopo le tracce neolitiche, elementiancora più sporadici vengonoricordati dagli studiosi relativamentea utensili litici nuragici rinvenuti sulcolle.Ma la storia "più consistente" del collesi prepara con l'arrivo dei Fenici.Per cause economiche e politiche,

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più semplici sono infattirelativamente più frequenti). Lapittura presenta in ambito punicopochissimi resti ancora visibili. Gliesempi di Tuvixeddu (IV-III secoloa.C.) raffigurano in una tomba unindividuo con una lancia, identificatocon il dio cacciatore Sid, nell'altraun festone con palmette, fiori di loto,maschere gorgoniche e un serpenteureo alato. Pur essendo schematiche,queste pitture sono uniche in ambitopunico.Intanto il Mediterraneo era trafficatoda diversi popoli. I Romaniponevanole basi della loro futura potenza,scontrandosi ripetutamente con iCartaginesi anche per il possessodella Sardegna, che avverrà verso lafine del III secolo a.C.Sotto il dominio romano Cagliari sitrasforma lentamente. L' abitatopunico di Santa Gilla prosegue il suoutllizzo fino alle soglie dell'etàimperiale, (quando il centro vitale sisposta verso sud) per diveniresuburbano e adibito a zona funeraria.Tuvixeddu prosegue ininterrot-tamente la sua funzione,costellandosi, nelle pendicioccidentali, di tombe a cameraromana, talune con tipologia "atempio", (la cosiddetta "Grotta dellaVipera", sepoltura della matronaromana Atilia Pomptilla, del IIsecolo d.C.), altre a "colombari", conle pareti ricoperte da nicchie per ladeposizione di urne con i resticremati, o "ad arcosoli", le sepoltureonorifiche ad arca costituite da unbancone (in cui si deponeva il corpo)sovrastato da un arco, entrambiscavati nella roccia. Numerose sono

le tombe ancora visibili, anche se,come quelle puniche, difficili daraggiungere e in totale stato diabbandono. Alcune di queste eranooriginariamente tombe punicheampliate e modificate per il riutilizzoromano.E una commistione simile si ritrovanelle due abitazioni rinvenute nel1940 nella zona dell'attuale viaFalzarego e ingloba(e nellefondamenta della scuola elementaredel quartiere. Per tecniche edilizie edecorative infatti (muri "a telaio" epavimenti a mosaico conraffigurazioni schematiche della deapunica Tanit) vanno ascritte a schemipunici, ma la planimetria e imateriali rinvenuti sono romani.La città proseguiva intanto la suavita, ingrandendosi ed aumentandola propria popolazione. Le risorseidriche di tipo punico (cisterne,canalette) erano ormai insufficienti.Gli ingegneri romani progettaronodunque un acquedotto (II secolo d.C.)che desse acque abbondanti e sicure.Dall'attuale piazza Sant'Avendracequesto si sdoppiava in due rami, unodei quali traforò Tuvixeddu (ed èancora visibile) rivelando ai romani,secondo gli studiosi, l'esistenza dellanecropoli punica. Il saccheggio sialternò al riutllizzo. Gli scavi piùimportanti, avvenuti in due partidella necropoli, uno nel 1868 a curadell'avvocato cagliaritano PierFrancesco Elena, appassionato diarcheologia, nella zona aldi sotto delvillino Mulas - Mameli (già Massa),e quello del 1908 di AntonioTaramelli, direttore del MuseoArcheologico di Cagliari e

Sovrintendente alle Antichità, nellazona da lui detta Predio lbba, nelsettore più occidentale dellanecropoli, danno conto di tombe distruttura punica con corredi ditipologia romana. o di resti ossei edi corredo punici accantonati in unlato della camera funeraria per darspazio a inumati e corredi romani.Il riutllizzo della necropoli è poiproseguito in età cristiana e medievale.E già dall'età punica e romana inizia1'attività di cavatura della pietracalcarea del Colle, che, condotta conmetodi manuali non ha certamentecausato i danni perpetuati dalla finedel secolo scorso' fino agli attualianni '70, da due industrie per laproduzione di cemento e calce, chehanno traforato le profondità delcolle'con gallerie (nelle quali alcorasi conservano le struifure di trasportodel materiale, costituenti un validoesempio di archeologia industrialeurbana che p,otrebbé esseré resovisitabile). e con i due grandi r.uoridel catino e del canyon.Il catino ittparticolare ha annientatonumerosissime tombe puniche diPredio Ibba, risparmiandone soloqualcuna, (con riadattamentiromani). Il canyon ha invece divisoin due parti il colle nella sua zonapiù alta, sezionando due cisterne deltipo "a damigiana" e creandocomunque un suggestivo passaggio.La speranza, per questo sito dienorrne valore al centro della città, èche vengano superati gli interessi delsingolo per realizzare un parcoarcheologico-ambientale, luogo- diproduzione di cultura, rivolto a tuttii cittadini del mondo.

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di Monica Strina

L'Ltltirna sperarrz,a"Il racconto di una giovane scrittrice che parla di elfi e di unanatura"tradtta" dall'uomo, con cui ha vinto il2" premio alconcorso "Campiello giovam "

rf1I anto tempo [a, quando l'uomo

utllizzav a la propria forza ed il lavorodegli animali sia per spostarsi che percoltivare la terra, questo nostromondo godeva della presenzad'innumerevoli foreste sparse sullasuperficie terrestre. Gli alberi,creature sagge e longeve, siergevano, belli ed orgogliosi, aproteggere gli uomini da tanti mali.Le foreste ed i boschi eranosorvegliati dai guardiani più validi:gli Elfi, da sempre le creature piùaffini agli alberi ed alla natura. Siviveva in un mondo irto di pericoli edifficoltà, certo, e l'uomo avrebbepotuto migliorare molti aspetti dellasua esistenza, ma la Natura, madrepremurosa per i suoi figli,provvedeva a fornire tutto ilnecessarl0.Poi era cominciato f inferno. Alprincipio, nessuno l'aveva sospettato,e nessuno era stato tanto forte edeciso da fermare quella follia. Primaavevano tagliato gli alberi, perlasciare posto alle colture, e ciò avevamesso in allarme gli Elfi. Il taglioera però ridotto a poche zone, e cosìnessuno gli aveva dedicatoparticolare importanza.Poi era arrivato tutto il resto, ed ilprogresso era stato vorticoso,frenetico. Aveva risucchiato tuttonella sua pazzia, finché il volto dellaTerra non era stato irrimediabilmentesfigurato. Gli uomini parevano nonaccorgersi di nulla e continuavano,imperterriti, la corsa verso la propriadistruzione. Gli Elfi, invece, dopoaver convocato numerosi consigli perprendere delle decisioni, avevanotentato di intervenire presso gliuomini, che un tempo erano loroamici, ma senza alcun risultato.L'uomo era mutato, era diventatoquasi irriconoscibile: il suo viso eracontratto dall'odio e dall'avidità, ilsuo cuore corrotto. Gli Elfiscomparivano pian piano assiemeagli alberi, uniti a loro perfino nellamorte, ed i superstiti guardavano ilmondo, che era stato tanto bello e

vivo, andar via pezzo per pezzo,niorire lentamente avvelenato dal"progresso" diffirso dagli uomini.Il dolore degli Elfi era terribile:vedevano tutto ciò che erano votati anutrire e preservare distruggersiirreparabilmente, ma non potevanoimpedire la catastrofe. Intanto, nuovemalattie si diffondevano. Una diqueste era la guerra: un'orrendalotta che vedeva il fratello bagnarela sua arma col sangue del fratello,per occupare le terre migliori o perconquistare il potere. Un altro generedi malattia succhiava via la vita dellepersone, che pian piano perdevano icapelli. i denti. e poi perivano inpreda ad atroci dolori. Esisteva poi,fra le altre, quella sindrome cheprivava l'uomo dell'atto d'amore cheda secoli 1'aveva accompagnato.L'uomo lottava per trovare le cure, ea volte vi riusciva, ma non siaccorgeva di provocare egli stesso lemalattie che lo divoravano.Gli Elfi, oramai dimenticati da tutti,e considerati soltanto una leggenda,una fiaba per bambini, si erano strettiattorno ai pochi alberi rimasti e, unoad uno, continuavano a morire. Nonera solo il taglio, ora, a distruggerli,ma anche le piogge acide, le nubiradioattive, e tanti altri veleniimmessi nell'atmosfera.L'uomo, cieco e sordo di fronte airischi che correva, continuò atagliare gli alberi, ad ignorare la lorofunzione di polmoni della terra, anegare il fatto che essi costituisserouna forma di vita e li distrusse, allostesso modo degli animali e di tantialtri aspetti del mondo che eraesistito.Così Eydeen, un elfo di centotrentaanni, ancora giovane considerandolarazza a cui apparteneva, si ritrovòsolo, attorniato soltanto dalladevastazione, con I'unicaconsolazione dell'ultimo alberorimasto, una grossa quercia checostituiva oramai tutta 1a suafamiglia. La sua razza era stataspazzata via dalla follia umana, ed

egli era l'ultimo custode rimasto.Giomo e notte restava al fianco de'lsuo albero. percependone la vita.Eydeen, come tutti gli Elfi, erariuscito ad instaurare un forte legamecon l'albero che doveva proteggere.Sentiva la linfa scorrere all'internodella meraviglios a creatlura,avvertiva il tronco pulsare della suaforza vitale. E. purtroppo. siaccorgeva anche del malesseredell'albero, della sua disperazione,del suo dolore. Le sue radiciassorbivano delle sostanzeavvelenate, quasi inutilizzablli. Lefoglie soffrivano a causa dei gasnocivi. Il tronco era ustionato dallepiogge acide. Era come un poverovecchio che tentasse di respirareaffannosamente, implorando la vitadi non lasciarlo cadere, di tenerlostretto a sé, colmo di dolore e divoglia di vivere. Eydeen sentiva tuttociò, e stava male. Non poteva fermaregli uomini: vedendo un elfol'avrebbero sicuramente trasformatoin una cavia per i loro esperimenti,oppure in un trofeo innalzato allaloro ignoranza. Eydeen, in tutti i suoicentotrenta anni, non aveva vistoaltro che stupidità e violenza. Sentivadi essere 1'unico custode rimasto, el'incredulità, la disperazione, glifacevano male al cuore. Un giorno,come sempre, s'avvicinò a Gedel,l'albero, e cominciò le sue mansioni.Controllò la corteccia. La pulì, poivi si appoggiò con le mani e chiusegli occhi, lasciando che l'alberoentrasse in lui.<<Sto male - sentì, nitido, nella suamente - Sto morendo, Eydeen>>.<<No! - gridò l'elfo _ Non dirlo,Gedel. Deve esistere una cura per iltuo male. Io riuscirò a guarirti,vedrai! Con i frutti che darai allaluce potrai far germogliare dei nuovialberi, ed il ciclo della vita avrànuovamente inizio. Nonscoraggiarti!>><<Ascoltami - la voce dell'albero eradecisa e profonda. Eydeen scosse latesta violentemente, per non sentire

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- Devi ascoltarmi, elfo custode, figliodi Calan, figlio di Yerevin, ultimodellarazza degli Elfi Silvani, ultimodella tua specie. Sento che la mia vitagiunge al termine. Le sostanze di cuimi nutro mi awelenano togliendomila forza. Questo mondo non è piùadatto a me, né a te. Non c'è più vitaper noi, qui. L'uomo pensa che glialberi siano inutili, cose inanimated.a utllizzare per riscaldarsi, o perprodurre degli oggetti. Io sono1'ultimo albero rimasto, il piùgiovane e forte, eppure il mio respirosi sta spezzando. Qualcosa, dentro dime, sta andando via, ed io con lei. Ioavevo il compito di proteggerel'uomo e questo pianeta, ma hofallito. Ho fallito perché l'uomo è unassassino. un idiota che non capiscenemmeno quanto sia in pericolo. Imiei fratelli mi hanno preceduto nelluogo in cui andrò. Elfo custode,l'uomo sta uccidendo l2ultimo segnodi vita, 1'ultima speranza per ilfuturo. Lo fa, come sempre,ciecamente, senza voler capire, e lasua autodistruzione seguirà la miamorte.L'elfo, col viso perfetto segnato dallelacrime, si strinse alla creatura di cuiera il custode, senza parole, col cuoretrafitto dalla tristezza.<<Ora, Eydeen, vorrei chiederti duecose: le mie ultime volontà, prima dilasciare il mondo. Arrampicati su dime, e guarda prima verso sud, poiverso est, poi ad ovest e, infine, a nord.Poi scendi e dimmi cosa hai visto>>.Eydeen fece ciò che gli era statochiesto, e guardò a sud, dove vide ilfumo delle ciminiere appestare l'aria.Poi si voltò verso est e ciò che videfu il mare, che una volta era statoazzlJffo e pescoso, ora invaso dalpetrolio e dalle navi cariche di scorieradioattive. Ad ovest, la sua terrad'origine, scorse uno scontro armatofrale forze dell'ordine ed un gruppodi vagabondi. Infine, si rivolse versoil nord, e per un attimo gli mancò ilrespiro. La disperazione lo invase.Ciò che vedeva era un gruppo dicinque uomini piuttosto robustimuniti di una sega elettrica e diun'ascia. Venivano verso di loro.Eydeen si sentì morire. Scesedall'albero e gli riferì tutto.<<Non riusciranno a farlo! - gridò -Combatterò, Gedel, salverò sia meche te!>>.<<Purtroppo non è così facile - lavoce di Gedel, nella sua mente, eradolce e molto, molto triste, come unamusica che si allontanasse pianpiano- anche se tu dovessi batterli nearriverebbero degli altri, e altriancora. E' ora, per noi, di andar via>>.

<<Nonvoglio arrendermi! Non sonoun vigliacco!>><<Non lo sei mai stato e non lo saraimai. Ma ora non puoi far nulla.Questa è la mia seconda richiesta e,ti prego, assecondala. Allontanati dame, e lascia che quegli uomini mitaglino e portino via la mia partesuperiore>>.<<Scordatelo!>><<No, Eydeen. Vedendoti, quegliuomini ti trasformerebbero in untrofeo. Probabilmente tiucciderebbero, poi appenderebbero latua testa ad una parete. Vuoi che latua nobile razza subisca questaumiliazione?>>.<<No, Gedel>><<Allora, ti prego, fai ciò che ti hochiesto>>. Discussero ancora, maalla fine Eydeen seguì la richiesta diGedel. Prima, pero, gli si awicinò,e lo sfiorò dolcemente.<<Sono fiero di essere il tuoguardiano. Che la buona sorte tiaccompagni nel tuo viaggio.>><<E che faccia 1o stesso con te, elfocustode. Ti ringrazio per i tuoiservigi e per la tua dedizione>>.Così Eydeen, sebbene a malincuore,s'allontanò e si nascose. Gli uominiarrivarono poco dopo, ecominciarono subito ad affondare lasega nella corteccia dell'albero. Lamente di Eydeen fu squarciata da ungemito. Poi la lama giunse oltre lacorteccia, e 1'Elfo provò un taledolore che dovette compiere unosforzo immenso per non gridare.Gedel, nella sua testa, soffriva conla dignità di un re, ma stava andandovia. La lama affondò ancora, ed ildolore divenne insopportabile, taleda fargli desiderare la morte.Numerose piaghe gli si aprirononelle mani strette a pugno, ed ilsangue cominciò a zampillare. Lalama raggiunse il centro di Gedel, laparte più viva e più importante.Eydeen si piegò all'indietro fin quasia spezzarsi la schiena, con gli occhispalancati dal dolore. Sentì Gedelche piangeva, che diceva addio allavita, al sole, a tutto ciò che un tempoesisteva e che l'uomo aveva distrutto.Non v'era odio in lui, solo dolore.Sentì il c$ore spezzarsi. Il respiro diGedel divenne affannoso. L'alberocercava di aggrapparsi alla vita, maquesta scivolava via inesorabilmente.Eydeen provo un dolore immenso.Avrebbe voluto aiutarlo, e aiutare sestesso, ma non poteva fare nulla. Lasofferenza di Gedel raggiunse ilculmine, così potente da farscoppiare un cuore umano. I1 suogrido disperato raggiunse la mentedi Eydeen, che subito dopo sentì le

ultime parole di Gedel, spezzate,pesanti:<<Addio, custode>><<Addio, amico. mio>> pianseEydeen, distrutto. Lalama giunse altermine della sua malefica opera, equalcosa dentro 1'elfo morì, mentreil pulsante dolore dell'albero, pianpiano, si allontanava da lui. Unodegli uomini estrasse un telefonocellulare e pochi minuti dopo sulluogo giunse un grosso camion sulquale caricarono l'albero. Poiandarono via fischiettando e ridendo.Eydeen uscì dal suo rifugio, e si awiòverso Gedel. Lui, l'ultimo elfo sullaTerra, stava per lasciare quel mondo,' per sempre. Quel mondo che, per lastupidità dell'uomo, andavadisfbcendosi sempre piùrapidamente. L'ultimo albero erastato tagliato. E gli uominil'avrebbero presto seguito. Eydeenpensò.a loro freddamente: se era lamorte ciò che volevano, una morteatroce, beh. stavano per raggiungerela loro meta. Sentendosi sempre piùdebÒIe e stanco, distrutto nel corpo enello spirito, s'avvicinò a ciò cherestava di Gedel, l'inizio del tronco,circa dieci qentimetri. Si coricò perterra e l'abbracciò, sentendo ancoraun lieve pulsare.<<Il mio compito, qui, si è concluso- disse - ho fatto tutto ciò che potevo,e sono fiero di me. La mia vita si staspegnendo. Addio, mondo un tempobello e felice, colmo di gioia e di vita.Mi dispiace dawero per la fine chefarai. Addio per sempre>>.Eydeen sentiva il cuore sanguinareper l'immenso dolore provato allamorte di Gedel: ciò che era successoera una barbarie senzagiustificazione, e veniva perpetratada secoli. Le lacrime ripresero acadere sul suo viso. Quante volteaveva pianto quel giorno? Strettoalla corteccia, il suo corpo cominciòa fondersi con essa, lentamente,senza dolore. Il suo cuore ed ilpulsare dell'albero si spenseroinsieme, dolcemente.Infine, il corpo dell'elfo eracompletamente unito alla corteccia,divenuto perfino delio stesso colore.Li trovarono così, fusi assieme, e simeravigliarono nello scorgere i trattidi un elfo, e nel vederli uniti in quelmodo. Come sempre, non compre-sero. Scalzarono le radici, e portaro-no via il tronco. Poi, incuranti ditutto, riversarono anche su quel luogosacro una distesa di cemento.Nel loro viaggio verso la Luce, laBuona Sorte accompagnò Gedel edEydeen, le ultime speranze delmondo.

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di Milena Zanet

Bentornata Silrrla""Il pensiero di mio figlio" e "Ltna grandefede" sono stati il motivo della speranza che ha

permesso di superare quella grande sofferenza emotiva e fisica che Silvia Melis è stata costretta

a vivere per 265 giorni.Oggi ad un mese dalla sua liberazione, ci è parso opportuno dedicare un seppur breve spazio a

questa giovane madre che è tornata a poter vivere col suo bambino.

Duranie la sua prigionia abbiamo condiviso sia il silenzio sia la speranza; adesso siamo feliciche questa storia si sia conclusa in modo positivo.

Noi spettatori della tua vicenda siamo rimasti colpiti dalla tuaforza e dalla gioia inc,ontenibile

di quel I I novembre. Abbiamoforse un pò dimenticato in quell'occasione che in quei lunghi 9

mesi tu eri sola con le tue preghiere ed il ricordo dei tuoi cari. Il sorriso.di quel giorno era ilsegnale della tua grande energia che ti ha permesso di superare questa §rande prova che ildestino ha voluto riseryarti. Don Giovanni Bosco diceva che la dffirenzafondamentale fra un

uomo ed un guerriero è che il guerriero prende tutto come una sfida, mentre l'uomo comune

tutto come una benedizione o come una maledizione. Tu Silvia hai vinto la sfida, sei tornata a

casa con la speranza e I'orgoglio di chi vuole vivere la propria vita, senza dimenticare chi soffie

ancora, costretto in qualche anfratto. Buona fortuna.

:,,':fl;:ir;1#

CARNESARDA,SANA

& SICURA

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Nel campo base di Serravalle del Chienti, epicentro delle zone colpite dal sisma,l'Associazione ha organizzato una spedizione di prodotti tipici, per portare la solidarietà deiForestali della Sardegna. Una realtà diversa da quella mostrata da certi mass-media. Lagrande accoglienza di una comunità che nonostante le difficoltà e la sofferenzaha mantenutola propria dignità e la speranza di andare avanti.

È una sera dei primi d'ottobre, quando Pieromi racconta le sue impressioni sul drammadel terremoto in Umbria e Marche, aveva vi-sto dapoco untelegiomale con immagini fortie toccanti, conclude il suo discorso dicendo:perché noi come Associazione non organiz-ziamo una giornata di solidarietà per questagente? C'è daricordare che in Sardegn, sonogià in tanti gli Associati, uomini del CorpoForestale e di VigilanzaAmbientale, che han-no dato da subito la propria disponibilita, perpartire ed intervenire nelle zone del terremo-to. L'indomani chiedo, alla Sala Operativadel Corpo Forestale dello Stato, notizie sucome è la situazione nelle zone colpite dalsisma. Il colle ga dall' altraparte del telefonomi consiglia di chiedere direttamente alC.O.M. (Centro Operativo Misto) diSerravalle del Chienti, il numero di telefonoassegnato al nostro operatore è il 0737-500027. Compongo questo numero, pado conMaria Teresa Sperti del Coordinamento CFSdi Ascoli Piceno, in poche battute riesce a sin-tet;azare quella che è la vera emergenzater-remoto, quella che spesso non emerge daquanto si vede in tv o si può capire leggendoi giomali. E un sisma che dopo aver distruttoe buttato giù case, chiese e scuole, ora, con ilperdurare incessante di sempre nuove scossestà finendo di buttare giù a pezzi anche lepersone. Il morale di questa gante stà treman-do più di quanto hannofatto le 3000 scossedi tenemoto. Mi fa poi capire che li c'è giàtantagente che stalavorando congrande im-pegno per far superare I'emergenza che nel-l'immediato ha provocato il terremoto. Ulte-riori interventi in questa direzione potrebbe-ro risultare anche superflui, così ripensandoa quanto detto qualche sera prima con Piero,gli dico:...e se venissimo dalla Sardegna, unadomenica, a portarvi rura giomata di sole, tupensi che questo gesto sarebbe gradito?Ma come si trasporta il sole?Semplice, la noska terra grazie al sole, pro-duce il grano, ilmiele, ilvino, verdipascoli equerce ricche di ghiande. Noi cercheremo diportare i prodotti derivati dal lavoro della na-

Continua a pag. 3di Salvatore Scriva

$r0Ill§lru,s0ltr}/lntrriÈnSINDA()III.La positiva conclusione della vicenda re-lativa al sequestro di persona in dannodella signora Silvia MELIS, giovane ma-dre di Tortolì, ha finalmente posto fine aquello che in quasi tutti i sardi veniva sen-tito come il sequestro dell'intera isola edei suoi abitanti.Lunghissime le ore, i giomi ed i mesi tra-scorsi in trepida apprensione prima di po-ter finalmente dire "silvia è libera", "laSardegna si è liberata".In questi nove mesi di prigionia, vissuti,tutti, con I'ansiosa speranza del rientro acasa della giovane madre di Tortolì, inseno al popolo sardo si è assistito alla na-scita di un eccezionale e positivo movi-mento di opinione dei cittadini control'atavica cancrena dei sequestri di perso-na, finora sconosciuto.

Continua a pag. 9a cura dei colleghi C.F.V.A.

del Nucleo Antisequestro

ID/U)BI] I]NAN[N0IIA24.11.1996 è una data che, per i colleghiche sono stati feriti nei pressi del bivio "SuTirialzu", per i componenti attuali e nondel Comando Stazione For.le di PADRUe crediamo anche per tutti i colleghi ap-partenenti al Corpo, rimarrà impressa nel-la memoria per molto tempo soprattuttoper l'inaudita ferocia dimostrata nel com-piere l'atto.

Continua a pag. 11a cura di: Forestali Padru

OUIUII IUK)ITDIA IDIIII II,llIIIlm0I)I]L00tur0l()Iut§t'Arfi'lIDIÈOIIOSII} IDBB OBGANIUZABTJ I,AVI(}IITINZA AIIBIBNIIUI] IN lfAlIAL'ASS.FOR, I'UFDI (Unione Forestalid'Italia) e il periodico d'informazioneforestale PINUS (Corpo Forestale Regio-ne Sicilia), organizzano aCagliari il pros-simo 15 gennaio 1998, un Convegno suiproblemi legati alla riforma del CorpoForestale in Italia e in particolare nelle re-gioni a statuto speciale. Dopo anni di inu-

Continua apag.12

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F"ryal* " Nu/4't 1^aE*aZ D;"ce+rlru lqn

I]NA GIOIINAIII DI SOIIDANIB,I)ISegue dalla prima pagina

tura, con l'aiuto del sole e della laboriositàdella gente di Sardegra, m'interrompe dicen-do: credo che la tua proposta sia la cosa piùbella che ho sentito in tutti questi giorni, si-curamente sarò bene accettata da tutta que-sta gente. Fatta lapromessa subbentra inmela preoccupazione di non riuscire arealizza-re quanto proposto, così chiedo alla collegala massima ris erlratezz4la cortesia di non direa nessuno quella che al momento era solo unbuon proposito, un pensiero. Pensavo: se, lun-go la strada, incontri difficoltà o gente che tele crea, fai in fretta a mollare tutto e dire scu-sate, la mia era solo una idea, un buon propo-sito e nient'altro. D'altra parte l'esperienzafatta, con Ia costituzione dell'ASS.FOR. e delNotiziario Forestale, mi ha convinto che lecose si realizzano, grazie alla condivisione diottimismo e di entusiasmo che trovi in chi tistà affianco, se vedi unAssociato perplesso o

Un momento della messa domenicale in cui una giovane ragazzct di Serravalle leggeuna preghiera per Silvia Melis ancora in ostaggio dei rapitori.

II INIZIAI1I I,II §III(;IONII IMI ODIIOIfl)IU DI IIT]NGIII!q--

Finalmente l'abbiamoritrovato... e per fortunai funghi sono salvi

L_a-

Finita l'emergenza incendi per iforestali di alcune stazioni (Campu Omu, Sinnai, Castiadas, Capotena, Pula, Santad|e Siliqua) è scattata I'operazione di ricerca del cercatore difunghi disperso. Sono sempre più numerosi i casi dipersone che perdono I'orientamento nelle nostre montagne. Dall'inizio della stagione dei funghi, sono più di trenta lepersone ritroyate in grave dfficoltà dagli uomini della.forestale.

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I forestali della Sardegna insieme alla Squadra dei V.V.F. di Milano.Il primo a sinistra il Comandante della Stazione Forestale di Serravalle, I'ultimo adestra il Responsabile del Campo Antonio Minati della Croce Rossa ltaliana.

I prep ar ativi p arti co larmenteimpegnativi del pranzo; hannopartecipato quasi 700 persone.

un pò dubbioso giragli a largo, dopo magarigli spiegherai tutto, ma se ora devi fare, fallocon chi crede in ciò in cui tu credi. Arrivasubito f impatto con i problemiorganizzati-vi, dal primo incontro con il Dr. Saba - cheaccoglie da subito con grande enfusiasmo laproposta di una giomata di solidarieta a favo-re della gente colpita dal terrernoto, - ci po-niamo la preoccupazioni del come rcalizzar -la, dicelui, con quali mezzi? gli rispondo : . . . sasi pensava diutllizzare almeno le macchinedell'Amministraziote - non èfacile, ma ciònon dipende da me, magari il CoordinatoreGenerale del C.F.V.A. può chiedere le auto-rizzazione o tramite I'Assessorato o tramitela Giunta Regionale.Girerò nella stessa giomata, al CoordinatoreGenerale del C.F.V.A., l'esplicita richiestadell'utilizzo degli automezzi. Dopo averascoltato la proposta, mi spiega: intanto lainformo che l'Amministrazione Regionale hagià proweduto a chiedere ai Presidenti delleregioni dell'Umbria e delle Marche se ser-visse l'intervento degli uomini del CFVA, pe-raltro già da subito disponibili a partire, nonè escluso che nei prossimi giorni arrivi unarichiesta allora come sifa ad andare se imezzisono gia impegnati in altre cose? Perchè nonaspettate ancora un po'? Magari dopo, nonè detto che cio che proponete non si possafare.Daquisi capisce che se luoi realizzarel'idea della giomata di solidarietà, in tempibrevi, come promesso e concordato con i col-leghi del CFS, devi cominciare a pensare adei mezzi di tr asporto privati.I1 18 ottobre a Tramatza (OR) nel corso dellaXIV riunione del Consiglio Direttivodell'ASS.FOR., si sottopone all' attenzionedegli intervenuti l'idea della giomata di soli-darietà, si rappresentano tutte le difficolta:l'esigenza di ricorrere ad una sottoscrizionetra gli associati, il problema di repeiremezziidonei di trasporto, recuperare i prodotti ali-mentari, formare la delegazione da inviare in

questa, chiamiamola pure, missione di soli-darieta.Con grande enfusiasmo dei presenti si deli-bererà la data della "missione" che viene fis-sata per il prossimo 9 di novembre. Successi-vamente si definirà con i colleghi del CFS lasede ideale per la nostra iniziativa, ci consi-gliano il Campo Base di Serravalle di Chienti- paese di 1.500 abitanti nelle Marche,epicentro di tante scosse e tanta distruzione -dove cercheremo di portare dipersona a quel-la gente la solidarietà dei forestali sardi.Si dividono gli incarichi, ognuno deipresentisi occuperà di trovare nella propria provinciale risorse necessarie per la buona riuscita del-l'iniziativa.E' già lunedi 20 ottobre quando incontro ilresponsabile regionale dell'ADMO Giovan-ni Semagiotto - Gianni abbiano deciso di farequesta iniziativa, che ne pensi? ma stai scher-

zando, e mi chiedi cosa penso di una cosacosi bella? Ma io saro il primo a stare al tuofianco per organizzare il tutto. Bene alloradiremo che anche la sezione ADMOdell'ASS.FOR sostiene f iniziativa. Mi con-siglia subito:perprima cosa chiama I'Asses-sore all'Agricoltura per i prodotti tipici, rclfrattunpo sopraggiunge Fabrizio Natalino cheda buon ogliastrino pragmatico si offre di in-tercedere presso l'Assessore PABA, cellularealla mano e chiama ad Argiolu Giovanni,pronto? Ciao sono Natalino, c'è un collegache ti deve chiedere una cortesia te lo passosubito. mipresento e inbreveinizio aparlaredell'iniziativa, m'interrompe - scusa un atti-mo - dopowpo risponde dicetdo - scusa hogià parlato con I'Assessore evi vuole sentireper curare i dettagli della vostra iniziativa,ci vediamo stasera alle cinque - Insieme aNatalino arriviamo puntuali in Assessorato,

i c'è il tempo per riposare e mangiareAlle cinque del pomeriggio anche per noi c'è il tempo per riposare e mangiarequalcosa assieme agli straordinari ragazzi della cucina da campo dell'Esercito.

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spieghiamo i dettagli dell'iniziativa all'Asses-sore Paba, questi si rende conto che per risol-vere il problema dei prodotti alimenkri oc-corre coinvolgere il responsabile dell'ERSAI,si precipita al telefono ma il funzionario checerca non risponde, dopo vari tentativi ciconsegna un biglietto con nome e numero ditelefono - chiamatelo domani, informatelo sucio che vi occorre e tenetemi informato. Sod-disfatti e rincuorati dalla disponibilita offertadall'Assessore procediamo alla ricerca diaziende interessate e solidali con lanosha ini-ziativa.Intanto ricordavo che nei mesi scorsiun quotidiano locale dedicavaunapagina dipubblicita al fatto che finalmente una azien-da sarda " LaNuovaVr\LRISO " era abilita-ta ad esportare came suina in continente, adispetto del divieto vigente a causa della pe-ste suina, grazie adtta autoizzzione dellaC.E.E.. Telefono quindi al responsabile del-l'azienda il dott. Carlo Lombardini al qualespiego i dettagli delf iniziativa - ... sa vorem-mo mandare a Serravalle i prodotti tipici del-la nostra terra e se fosse possibile vorremmofare rm bel fuoco per arrostire i nostri maialetti- verarnente noi abbiamo l'autorizzazionedella C.E.E. per esportare la carne, però ser-ve anche I 'autorizzazione del veterinario re-gtonale, controlli ed analisi suvai campionidi carne efinora i risultati hanno scoraggia-to l'esportazione, però per questa circostan-za cercherò difornirvi la carne necessariaper la vostra iniziativa.Nei giomi che seguo-no si instaurano altri rapporti di sensibile esolidale collaborazione con altre importantiaziende sarde, la ditta ZEDD APIRAS done-rà il Mirto di Sardegna, con altrettanta gene-rosita la Ditta MURRU, il famoso salumificiodi lrgoli ci metterà a disposizione prosciutti einsaccati vari e cosi come il caseificio SIDORSrl di Siurgus Donigala diretto dal Sig.Bonifacio MURIAS, dell'ottimo pecorino ele Cantine di Ierzu e Tortoli dell'ottimoCaruronau. Soltanto dopo qualche giomo riu-scirò a rinfacciare telefonicamente il funzio-

nario che l'Assessore Paba ci aveva consi-gliato di contattare, questi si preoccupa subi-to per i tempi troppo rawicinati - invii subitouna richiesta via fax al Presidentedell'ERSAT, poi mi spiega le procedure daseguire, con altri funzionari dello stesso entestabiliremo quali e quantiprodotti reperire.Olhe ai prodotti alimentari, grazie alle dona-zioni degli Assessorati della Pubblica Istru-zione e dell'Ambiente, abbiamo inserito nel-le spedizione pubblicazioni e depliant riguar-danti la cultura e le bellezze naturali dellaSardegna, da donare alle scuole e allericostruende biblioteche.Un collega insiste per informare dell'inizia-tiva il Presidente della Giunta Regionale, midà il numero telefonico di un interno che cor-risponde ad un collaboratore molto vicinoall'On. Palomba, dopo una lunga conversa-zione, questo mi rimanda ad altri frrnzionari,questi mi consigliano di formulare con unarichiesta scritta quello che potrebbe esserel'intervento del Presidente della Giunta, cosifarò. Alle mie successive richieste, una gen-tile signora mi comunica che sulla nostra ri-chiesta qualcuno ha scritto: contattare chie-do ulteriori delucidazioni sul significato del-la parola scritta sulla nostra pratica ma la ri-sposta è: cheforse essendo afine esercizionon c'è disponibilità immediata, ma è pro-babile che dopo, se... Anche se la GiuntaRegionale ha deliberato, stanziando dei fon-di necessari per eventuali missioni d'inter-vento nelle zone del terremoto, al momentoper la nostra iniziativa non è stata data nes-suna risposta concreta nè per i mezzi, nè peril sostegno all' tniziativ a.Arriva òosì il giomo dellapartenza. È giove-dì 6 novembre, quando parte il primo contin-gente diuomini, mezzi eprodotti alimentari.Cagliari - Civitavecchia via mare su una nave,la Caralis che già inpassato andò a sbattere ead arenarsi lungo le nostre coste, aleggia ilpresagio che il tutto si possa insabbiare o con-cludersi nel peggiore dei modi; intanto conti-

nuiamo a sbattere il muso conho l'indifferen-za, questa volta della Tirrenia, ignobile com-pagnia di navigazione che sembra farci il fa-vore di traghettiarci, a noi poveri isolani, qua-si non pagassimo il disturbo; alle nostre ri-chieste di tariffe agevolate per i mezzi chetrasportano alimenti per una zona colpita dalsisma ci viene negata tale opportunità.Tra lo stupore e 1o sbigottimento di qualcheimpiegato che nel frattempo aveva letto le no-stre richieste alla Direzione Commerciale del-la propria ditta, pagando tariffa completa, par-tiamo!Arrivati a Civitavecchia proseguiamo perSerravalle, a fare da apripista io e Paolo, chein quella zona ha trascorso il periodo militaree che quindi conosce già strade e localita.Dietro Guido e Nicola, con grande perizia gui-dano un Fiat Ducato supercaricato, le stradesono impervie e al limite della transitabilita,mi chiedo come faranno ad arrivare mai, pas-sando su queste strade, i camion che dovreb-bero trasportare i container della ProtezioneCivile, peccato che i vari Gabibbo che hannosciacallato giomalisticamente sulle vicendedel terremoto, queste cose non le abbiano vi-ste o segnalate. Sotto una pioggia persistenteci awiciniamo verso Serravalle incontriamoaltri piccoli accampamenti tende e roulottesparse le case sono sempre più segnate dalsisma. Dopo tre ore abbondanti di viaggio ar-riviamo a Serravalle, al centro C.O.M. ciaspetta il Dott. Mari del Coordinamento C.F.S.di Macerata per concordare insieme al respon-sabile del Campo Antonio Minati della Cro-ce Rossa Italiana, ai responsabili dell'Eserci-to e dei WF i deuagl i organizzativi.I WF in men che non si dica preparerannouna struttura metallica coperta per riparare ilfuoco e gli arrosti, in caso di pioggia. Il bravomaresciallo dell'Esercito Ronzino Sebino, ilsergente maggiore La Cola Calogero e il mi-litare Vorvo Francesco, responsabili della cu-cina daranno insieme ad altri commilitoni lapiena collaborazione ai cuochi sardi.Sabato arriva il resto del contingente e alleore 19.00, per ultima accompagnata dai Sig.Mamusa e Omr, arriva anche la came danoicommissionata alla Nuova Valriso - Consor-zioCARNISARDE.E' gia Domenica, tutto è pronto, a preparareil fuoco c'è il Signor Antonio fuochista delcampo, Sergio, Giorgio, Salvatore eDomenico cercano di aiutarlo. Tonino, Remoe Daniele preparano la came da infilzare ne-gli spiedi. Maurizio si ricorda di essere primache forestale idraulico ed è così accorso a ri-parare un lavandino difettoso. Gildo e Gavinoin cucina preparano il sugo. Annarita dopoaver preparato l'offertorio per la santa messaaiuta Maria e Piertonio nel preparare gli aÈfettati per gli antipasti. Dott. Saba e Giovannigirano per il campo, parlano con la gente cheesce dalla roulotte. Mi awicina una personaarlziata e dice: lo sa che è da un mese e mez-zo che siamo chiusi in quelle roulotte e chequesta è la prima Domenica che troyiamo ungrandefuoco per riunirci e per stare insie-me? Grazieper avereportato questo calore,

I preparativi: lo striscione dell'ASS.FOR. viene issato da un vigile del Fuoco.

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(Jna veduta del Campo Base di Serravalle del Chienti

con grande commozione ci abbracciamo fra-temamente. Si awicinapoi la signoraErsiliaCamevali conuna grande caffettiera, c'è cafÈper tutti. Un vecchietto guarda incuriositoTonino che infilza negli spiedi i maialetti, midicono che fino all'anno scorso gestiva il ri-storante del paese, mi awicino e gli chiedo lesue impressioni, mi risponde - unavolta I'hocucinato anche io il maialetto sardo, I'avevaportato un maresciallo dellafinanza e I'ab-biamo cotto alforno ed eravenuto buonissi-mo lo stesso.Arriva una squadra dei WF (distaccamentodi Milano) perverificare la stabilita della strut-tura, che ospita gli anosti, costruita il giomoprima. Li preoccupa il vento che insiste nellazona giìt dalla sera prima, ma che fortunata-mente oggi non permette alle nuvole di scari-care la pioggia. Ricontrollata e fissata l'ulti-ma lamiera ci aiutano a sistemare 1o striscionedell'Associazione. Prima di riparlire per altriinterventi hanno il tempo per gustare panecarasau, formaggio, salumi e ....dolci.Arriva il nuovo panoco, alle I 1 .00 dirà mes-sa, la prima volta per la gente di questa co-munità. A1 suo fianco ci sarà il Vescovo diCamerino e un giovane seminarista. Lo awi-cino per salutarlo e per spiegare la nostra pre-senza: veniamo dalla Sardegna e oggi vo-gliamo stare afiianco alla sua comunita, aquesta gente che sta sofftendo per questo ter-remoto. Lui risponde: è un grande gesto diumanità, grazie di cuore a nome di tutta lacomunità,parliamo poi dei sequestri di per-sona e degli incendi, donandogli una copiadell'ultimo Notiziario Forestale si sofferma

sulle foto diBruno,Antonio,Angelo e Gianni,gli dovrò cosi ricordare che purtroppo questaestate a causa degli incendi queste quattropersone sono morte. Si congeda commoso di-cendomi: durante lafunzione religiosa pre-gherò per questi ragazzi e per la liberqzionedella §ovanemamma di Tbrtolì.Iniziala Santa Messa in una tenda stracolmadi gente, durante l'offertorio partecipiamoportando all'altare le offerte, per I'occasione

allestiamo una plancia di sughero con soprapani, vini, dolci, miele ed altri prodotti tipici.Dopo l'omelia il parroco Don MarioMinicucci fa salire all'ambone unaragazzadi Serravalle che leggerà una preghiera perla liberazione di Silvia. Finita la Santa Messaciattrezziamoper offtire il tipico pranzo sardo.La carne è già cotta e iragazzi della crocerossa italiana, encomiabilmente coordinati daAntonio Minati (Responsabile C.R.I. e del

[Jn simpaticissimo gruppo folkloristico dell' Umbria che ha allietato la serata delCampo con balli e caldaruoste.

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Campo) haruro già porlato nelle frazioni vici-ne i primi settantacinque pasti per quelle per-sone anziane che hanno scelto di yivere tra leloro case semidiskutte c'è grande soddisfa-zione tutto procede meglio del previsto, tuttisono contenti del clima di cordialita e di solidarietà che si è instaurato tra la gente e iforestali della Sardegna.Il Coordinatore regionale del C.F.S. delle Mar-che Dr.Giampaolo Baleani esprime al Dr.SabaCoordinatore del CFVAdi Cagliari il suo per-sonale apprezzamento e i complimenti perl'tniziativa.Questi elogi vanno condivisi con i colleghi diMacerata Dr. Mari e Dr. Nardi, con i compo-nenti della Stazione Forestale di Serravalle edelle Stazioni limihofe, grazie ai quali si è po-h$a r e alizzar e questa giornata di solidarieta.Alle 16.00 arriva un gruppo folcloristico dal-la vicina Umbria per allietare la serata, i bam-bini in costume tipico si awicinano al fuocodove ancora si tagliano porzioni di came ar-rosto - prego assaggiate - prima uno e poi I'al-tro incominciano a fare capannello mettendoa rischio il costume della festa sotto 1o sguar-do preoccupato delle mamme che alla finenondisdegnano un assaggio.Nel tendone nizialo spettacolo folcloristicosiballa si canta, unanirnatore mcconta storielleper fare ridere la gente, mentre chi ha passatolagiornata a cucinare e ad allestire il pranzosi siede finalmente a mangiare. All'estemo sulfuoco che prima ha fatto cuocere la came orac'è una lunga teglia (lunga tre metri e largauno) che cuoce le castagre - che sfrane questecastagne, senza un velmetto, tutte buone-.Gavino si preoccupa, si awicina con tono di-sperato e mi dice:. - c'è un grosso problema èandato tutto bene, è incredibile, ma è andatotutto allaperfezione.

Il Y. Presidente regionale ADMO delleMarche Cesare Ciarpella e il PresidenteADMO Sardegna Gianni Sernagiotto

t^4#l^4 6 D;,<1"^{rat Mq)

17.30 si parte, incominciamo a salutare, Te-resa e Paolo Campanari della Compagria del-le Opere che collaborano nell'unitià di crisiper il terremoto con lapropriaorgarizzazio-ne sono visibilmente commossi, c'è poi Pa-trizia Muscas, riata a Villasor ma ormai datanti anni residente a Serravalle insieme almarito e al piccolo Mauro, abbracciaAnnarita piangendo: non puoi capire quan-to sia stata bella per me questa giornata, ri-vedere la mia gente, rimangiare i prodottidella mia terra mi sembra un sogno dai ri-manete ancora non potete andar via proprioadesso. Anche Gildo manifesta il suo pen-siero che non è giusto ripartire proprio ades-so, lo convinco dicendogli che stiamo salu-tandoci con un arrivederci, tranquillo ritor-neremo. Nella grande tenda al microfono

l'infrattenitore saluta e rìngraziagli amici del-la Sardegra per la bellissima giomata, Giarni,Daniele e Gavino mi spingolo: dai Salvato-re, vai a ricambiare i saluti. E difficile trova-re le parole, per esprimere la gratitudine percome in armonia abbiamo trascorso questamagnifica giomata, per salutare questa gentecosi affettuosa, sensibile e che ha pregatoper la noska gente, siamo partiti per dare lanostra solidarieta e ripartiamo arricchiti dallaloro solidarietà.Alle ventidue siamo a Civitavecchia per ri-tomare in Sardegra, due ore prima tra Umbriae Marche laterra ha tremato di nuovo congrande intensita. Nei giomi che seguono con-divideremo ancora con tutta la Comunità diSerravalle il ricordo per la bella giomata tra-scorsamsleme.

tumpgniaiIElle Aror,t inità dicrisi per il hiunoo

Piaza Sùunbi 4, 62l{U:_ lvlrrrrahtrLAB3-23ffi1tu<U§-n4786

Serravalle del Chienti. l2.l1.97

Al CorBo F,+restale e dlYigilanza Ambientale §ardo

fax: 070520881

Appresa la notizià della libsrazione di Silvia Melis, per la quale domenica9 novembre u,s, in occasione della'S. Messa celebratapressq la tendopolidi Serravalle di Chienti, il Vescovo della diocesi aveva pregato unitamentealla comunità, ai volontari e alla rappresentanza del Vs. Corpo Forestaleveauta espressarsente per offrire e condividere -con generosità ed,amiciiia- un pranzo tipico ai terremotati di questa località, ci uniamo allagioia della famiglia Melis e di tutta la vostra regione, ringraziando Dioper due doni: la condivisione delbisogno nella g*uità ed il ritorno a casadi Silvia.

ta Compagnia delle Opere,i Volontari e la Comunità tutta

di Serravalle di Chienti

Il fax inviato dalla comunitàdi Serravalle in occasionedella Liberazione di Silvia Melis