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67 METAFISICA 2004|N° 3-4 JOLE DE SANNA: MATEMATICHE METAFISICHE La testa di Cavour inclinata su un lato, perpendicolare alle arcate dipinte al di sopra, è rivelata dai raggi ed è ricostruita da Matthew Gale nel fon- damentale saggio su «The Burlington Magazine» del 1988. 59 Il quadro descrive l’interno di un labirinto in aspetto di portico rivolto verso una Piazza d’Italia. La posizione del capo rispetto al labirinto è pensata in modo da far coincidere l’apice del cranio con il centro del quadro (fig. 43), così che faccia da centro o punto di partenza del labirinto. Gale con- stata che ruotando il quadro sul lato destro esso diventa un ritratto. Difatti: è un ritratto. Non solo il Cavour sotto, anche le arcate sono in relazione a una testa, raffigurano i movimenti della testa scomposti geometricamente nel suo moto sul collo. Le tavole di Dürer che scompongono in poligoni e poliedri gli spostamenti possibili al collo e al capo sono citati alla lettera da de Chirico (fig. 44). Il labirinto-portico descrive i movimenti della testa fig. 43 59 M. Gale, The Uncertainty of the Painter. «The Burlington Maga- zine», vol. 130. Londra, aprile 1988, p. 272. fig. 44

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METAFISICA 2004|N° 3-4

JOLE DE SANNA: MATEMATICHE METAFISICHE

La testa di Cavour inclinata su un lato, perpendicolare alle arcate dipinteal di sopra, è rivelata dai raggi ed è ricostruita da Matthew Gale nel fon-damentale saggio su «The Burlington Magazine» del 1988.59 Il quadrodescrive l’interno di un labirinto in aspetto di portico rivolto verso unaPiazza d’Italia. La posizione del capo rispetto al labirinto è pensata inmodo da far coincidere l’apice del cranio con il centro del quadro (fig.43), così che faccia da centro o punto di partenza del labirinto. Gale con-stata che ruotando il quadro sul lato destro esso diventa un ritratto. Difatti:è un ritratto. Non solo il Cavour sotto, anche le arcate sono in relazione a

una testa, raffigurano i movimenti della testa scomposti geometricamentenel suo moto sul collo. Le tavole di Dürer che scompongono in poligoni epoliedri gli spostamenti possibili al collo e al capo sono citati alla letterada de Chirico (fig. 44). Il labirinto-portico descrive i movimenti della testa

fig. 43

59 M. Gale, The Uncertainty of thePainter. «The Burlington Maga-zine», vol. 130. Londra, aprile 1988,p. 272.fig. 44

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sopra il collo nelle proporzioni disegnate dal trattato armonico (simmetri-co).60 I volumi del collo si svolgono sulla parte visibile, la testa si muoveall’interno del quadro. Il quadro evolve su di sé, dall’esterno all’interno attra-verso due differenti movimenti: uno da destra verso sinistra, l’altro (visibileattraverso la rotazione del quadro sul lato destro) dal basso verso l’alto (fig.45). Il movimento della testa segue il susseguirsi degli archi prospettici delportico. I moti articolati da membra umane in trasparenza rispetto alla mec-

canica celeste replicano l’atomo di tempo. Il “salto” di tempo espresso comedistanza sul piano si misura nel doppio triangolo giallo all’estrema sinistradel dipinto che riprende: a) il metodo di Leonardo61 per definire la distanza

di un punto dato su un piano scorciato (fig. 46); b) le misure degli inter-valli di tempo nelle distanze del pianeta rispetto al sole secondo la II leggedi Keplero

62(fig. 47); c) il modello di Klein, come appena dimostrato ne

L’incertitude du poète.

fig. 45

fig. 46

60 Al contrario del frasario ordi-nario, simmetrico è sinonimo diarmonico nel vocabolario deiclassici.61 Metodo di Leonardo per defini-re la distanza di un punto qualsia-si dato su un piano scorciato: Ilpunto P si trova su un quadratoscorciato. Si prolungano i segmen-ti AD e GH, fino ad incontrarsi nelpunto V. Si prolunga il segmentoDH fino ad incontrare, nel puntoC, la verticale passante per G. Siprolunga la diagonale AC fino adincontrare, nel punto E, l’orizzon-tale passante per VT. Si congiungeE con A, B, F ecc. Dai punti diintersezione delle line AE, BE, FEcon la verticale TG, si tracciano ledivisioni orizzontali per realizzareuna griglia sulla quale il punto Ppuò essere localizzato.62 La retta (raggio vettore) checongiunge ciascun pianeta al soledescrive aree uguali in tempiuguali. Questo significa che ognipianeta percorre più rapidamentei tratti di orbita che si trovano piùvicino al sole rispetto a quelli piùdistanti.

Leonardo

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Continuo. Sull’orecchio destro dell’uomo, quello che sembra un ricciolo ècon evidenza l’osso spiraliforme denominato labirinto. Anche sulla testa del-l’uomo-bersaglio sullo sfondo del Portrait de Guillaume Apollinaire un cer-chio è disegnato intorno alla sede del labirinto auricolare. De Chirico, condelicata chirurgia estetica, cuce labirinto architettonico, labirinto dei movi-menti e vero e proprio labirinto anatomico sulla testa dell’uomo. L’ossicinodel capo è chiamato labirinto appunto per il suo aspetto a spirale (la spiraleè la forma archetipo del labirinto). Le voyage émouvant somma: a) una psi-che come “lati ripiegati su di sé a soffietto” (fig. 48) in uno spazio attuale,ossia concreto; b) i gradini o rimbal-zi relazionali interni alla coscienzacome abbassamento del secondoangolo prospettico rispetto allalinea di terra; c) l’idea che i fenome-ni psichici sono compressi “al disotto” del livello conscio (la testa diCavour). De Chirico fa aderire all’in-conscio, come suo sembiante, ilcriptoportico dei romani, che giaceva “sotto” il livello di terra. L’azione delcriptoportico dimensiona il pacchetto di pieghe in una logica transfinita(logica di insiemi di Cantor) avvalendosi della geometria iperbolica (fig. 49).63

fig. 47

63 In Eléments de géométrie,Legendre ha dimostrato che lasomma degli angoli interni di untriangolo non può superare duerette. Gli angoli succedentisi nelleprospettive del portico suggerisco-no che la somma degli angoliinterni di un triangolo può supe-rare due rette se si accetta la geo-metria ellittica di Riemann nellaquale la retta è una curva chiusa,di lunghezza finita, del tipo di unacirconferenza. Allora, in un trian-golo un angolo cresce insieme allato opposto.

fig. 48

Seconda legge di Keplero

fig. 49

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In questo quadro però, anziché separare con una linea mediana i due statidella coscienza, de Chirico risolve il problema prospetticamente.64 Lo spa-zio del quadro è una planimetria iperbolica come si vede nella figura cheillustra il modello di Klein. Esso verifica: a) lo scarto di livello tra gli spigolidel solido platonico che si apre a ventaglio nel portico; b) le proiezioni all’e-sterno di questo sulla piazza che evidenziano punti, retta e piano in unaconica rispetto al piano ordinario euclideo.Effetto finale: spazio e coscienza si scambiano forma.65 Il delizioso per-corso avvolto intorno alla testa è infinito come un labirinto. Nell’ombradel portico esso si infittisce e infine si risolve nel blu cobalto e nel vermi-glio del labirinto cromatico.66

Il viaggiatore misterioso,1968

La surprise, 1913

64 Ibidem per la logica transfinitadei tetraedri.65 v. de Sanna Arianna Matema-tica per la relazione tra labirinto,psiche e Teoria degli insiemi inquesta rivista a p. 249.66 v. la ripresa del Voyage émou-vant nel periodo finale della suacarriera.

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Il labirinto raffigura il viaggio all’interno di sé. Ciò secondo la genealo-gia del labirinto a partire dal labirinto cretese, la cui prima espressioneè la caverna. In consecuzione, con La surprise, la stratigrafia acquisisceil disegno del criptoportico romano, architettura per metà interrata,metafora di ciò che per metà è sotterraneo e metà in luce (la coscien-za). La surprise sovrappone un portico superiore ad un portico sotter-raneo rispetto a una linea mediana. Il labirinto si addossa a un porticosottostante visibile ai raggi X nel dipinto “al di sotto del dipinto visibi-le” (metafisico): di fianco a una piazza con propilei-Panthéon, e a unafontana, un portico, a y, ad angolo, rinchiude un labirinto (fig. 50).Verso il centro, il segno del pentagono ripone al centro il compito asso-luto, l’armonia, la sezione aurea. Il dipinto, con il suo doppio metafisi-

co, evidenzia i tratti uniti insieme: creata la Piazza, interviene la messaa fuoco dei suoi “fianchi”, il portico, il criptoportico, il loro denso con-tenuto. Una frase sfuggita ad Apollinaire poco dopo è tutt’altro che unabbellimento del discorso, ma certa scienza. Nell’articolo su «Paris-Journal» del 25 maggio 1914 il critico denuncia lo smarrimento dell’ar-tista al vedere “distrutta l’armonia” di una delle più belle piazzemoderne, quella di fronte alla Gare Montparnasse. La quale si candidapertanto, prima di cambiare, come seconda fonte francese, dopo Placedu Panthéon, per le Piazze d’Italia.

Studio per ‘La surprise’,1913

fig. 50

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La composizione della piazza è ancora molto legata ai miti matematici,quindi si può dedurre che il quadro sia stato eseguito nel 1913-1914.67 Èstato lavorato prima orizzontalmente e poi girato verticalmente e rilavora-to sopra (fig. 51). Il quadro sottostante è un ritratto di un suo compagnodi classe, eseguito quando studiava all’Accademia di Monaco (visibile nel-l’immagine a raggi X; cfr. in questo articolo). Quando de Chirico dipingesu una struttura precedente lo fa per documentare la chiusura di un ciclo,per indicare gli elementi essenziali del percorso. Il riquadro centrale deLe double rêve du printemps del 1915, sembra la sinopia68 delle Piazze conArianna, e L’après-midi d’automne ha tutta l’aria di assumerne il compi-mento e la sintesi finale. La collocazione dell’opera come modello di una

L’après-midi d’automne, 1913

67 In una lettera a Simone Bretondatata 23 febbraio 1924, deChirico scrive: “Vorrei sapere se èsempre deciso ad acquistare ilquadro intitolato La partenza del-l’avventuriero. L’altro, L’après-midi d’automne, non mi appartie-ne più”. v. «Metafisica», nn. 1-2, p.125. Questa lettera sembra confer-mare che Breton ne era a cono-scenza e quindi il dipinto era pre-sumibilmente eseguito a Parigiprima del rientro in Italia nel 1915.68 v. M. Taylor, Giorgio de Chiricoand the Myth of Ariadne, Museod’Arte di Filadelfia, 2002, p. 44.

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completa gestazione della poeticadelle Arianne, ci fa capire cheforse de Chirico lo trattiene con sécome modello delle Piazze da luiriprese nel corso del tempo.69 Unaspecie di memoria vergata e tratte-nuta ad uso personale dall’autore.La struttura della piazza fa del qua-dro un documento matematico. Latorre regge il gioco degli equilibricon la sua entrata prominente cheavanza dal basso e si allontanaverso l’alto conferendo al dipintola complessa convessità che nascenei quadri del 1913. La geometriaè diversa in ognuna delle tre coniche di cui è composta la torre, indican-do un’equazione di terzo grado di matematica. La costruzione interna delportico in luce costituisce un capolavoro di evento prospettico curatodall’artista a partire dal 1913. La sua rilevanza consiste nel far girare laluce facendo muovere le prospettive sotto il portico, con una rotazioneulteriore all’interno delle luci azzurre, che è una grande e importantecaratteristica del quadro. Nel portico di sinistra c’e un labirinto di coloredentro il blu; cominciando dal primo portico con del blu turchino, con-tinua svoltando in blu cobalto e poi in blu di Prussia. Dentro al labirintoun blu è trasparente rispetto all’altro, un arrotolamento di colore, su basimatematiche. Inoltre questo quadro porta anche un esempio compiuto eterminale nella poetica della torre, vera protagonista del dipinto. Essa sienuncia nello smistamento e nell’abbassamento delle ombre rappresen-tato ne La grande tour (1913) del museo di Düsseldorf. La torre deL’après-midi d’automne è nata come un prolungamento dei labirinti deiportici. È costruita come un portico dal punto di vista matematico-ottico,svelando all’interno delle sue colonne un labirinto di colore. A differen-za delle altre torri, dove la luce fa un giro all’interno di ognuno dei regi-stri – i piani della torre –, qui invece, la luce gira su se stessa: nel rossolacca scuro, si muove salendo e scendendo, formando tre labirinti. Cisono quindi cinque labirinti in questo quadro: il portico blu a sinistra, ilportico buio sulla destra (che è l’ombra di Teseo, la morte, l’aldilà), e latorre con i suoi tre livelli di labirinti.Arianna è in prospettiva assiale al centro del quadro e punta direttamen-te sulla torre, con i cinque labirinti attorno a lei. Non è come le altre

fig. 51

69 Il dipinto è stato esposto nellamostra di Hannover nel 1970.

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Arianne: né un’Arianna pietà, né un’Arianna addolorata. Questa Ariannaè senza volto, è tutta pancia, lei stessa è portatrice di un labirinto. La suapancia è un labirinto, è la descrizione dell’intestino.70 Il centro di Ariannaè l’unico punto di riferimento perché la luce si sta spostando ed anche latorre. C’é in corso una traslazione astronomica, il sole si sta spostandosulla ellittica, così si spostano le cose che vediamo.

Il titolo Le départ 1913, inv. 462 sulla foto relativa al “Magasin” di PaulGuillaume con la prescrizione di menzionare l’opera con questo titoloaccanto al secondo con il quale essa è nota. Il quadro lancia il labirintosulla seconda ipotesi: il labirinto cromatico. La piazza è un sistema di solidiplatonici. Il portico che converge verso l’orologio disegna un tetraedro chene contiene un altro.71 Il tetraedro interno è colorato in blu cobalto. Il colo-re posa come ente matematico a effetto infinito (il blu del cielo). L’interospazio ripartisce i coefficienti di una superficie sferica secondo intervalli di

Le départ (La conquêtedu philosophe),

1913-1914

70 v. de Sanna, Arianna matema-tica, in questa rivista, p. 249.71 Ibidem, in Morfologia. Serie deilabirinti metafisici, pp. 250-255.

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tempo tradotti in angoli che aumentano entro triangoli. (fig. 52) L’ombradel portico si apre a libro sulla piazza e colpisce il cubo (la terra); mentreciò avviene essa incontra sulla suastrada un salto a gradino nell’ombradei due carciofi che divergono.L’intervallo temporale espressocome salto ci fa capire che i carcio-fi divergono ma sono in realtà uncarciofo solo, un unico punto, o atomo di tempo, sulla superficie iperboli-ca. L’insieme cubo e carciofi assume una distorsione verso sinistra anche acausa dell’ombra pseudo-ellittica sulla quale sembra scivolare (fig. 53). Ilmotivo delle coniche afferra tutti i particolari: il basamento della torre, labocca del cannone, lo schiacciamento delle palle. Senza soluzione di con-tinuità il quadro esegue contrazioni nel movimento. L’orologio al centro del

fig. 52

fig. 53

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quadro che “buca” la torre prende la velocità relativa di certi corpi materia-li in rapporto ad altri corpi rispetto a un “tempo locale”. Questi sono, peresempio, il treno e la nave viaggianti in direzioni opposte rispetto all’oro-logio-torre. Le figure sferiche ed ellissoidali dissertano sulle superfici d’on-da della luce illustrate da Poincaré (Esperienza di Michelson).72

Andata e ritorno. Percorsi nel solido

Svoltiamo al 1914.73 Lo spazio che mima quello dei corpi celesti sta conclu-dendo una rivoluzione completa sull’eclittica. L’elissoide è uno dei duemodelli che ne vengono: la testa del manichino. L’uovo è una scatola. Ilsecondo modello è il volume della Piazza che rinchiude a cubo le sue pare-ti sopra se stesso. Il programma geometrico di de Chirico raggiunge il suoapice nella resa retinica virtuale del movimento (Gestalt). Le relazioni oftal-miche con gli agenti matematici della trasformazione passano agli artisti chesupereranno l’empiricità del movimento futurista, a Duchamp fra i primi.

Il dipinto riepiloga gli assiomi dimovimento. Il cubo (la terra) è inassonometria sulla destra. La torreè una thòlos del tipo più anticorispetto a quello ellenistico-roma-no de L’énigme de l’arrivée et del’après-midi. L’edificio funerarioha la forma delle costruzionimesopotamiche con copertura adalveare o a pan di zucchero e lecostruzioni funebri monumentaliafricane a gradoni (Cartagine). Idue piani scuri nell’ombra, colli-neati, inclinano rispetto alla torreche inclina anch’essa. Il problemaqui sviluppato da Lobacevskij,accosta il problema della rotazio-ne del piano attorno ai poliquando i centri E, F si scambia-no tra loro di posto, allora lesfere intorno ad essi, passandoda un lato all’altro del piano,

La nostalgie de l’infini,1913-1914

72 “Supponiamo un osservatore euna sorgente luminosa trascinatiinsieme nella traslazione: le super-fici d’onda emesse dalla sorgentesaranno delle sfere aventi per cen-tri le posizioni successive dellafonte; la distanza di questo centrodalla posizione attuale della fontesarà proporzionale al tempo tra-scorso dalla emissione […] Per ilnostro osservatore, a causa dellacontrazione, tutte le sfere sembre-ranno degli ellissoidi allungati;l’eccentricità di questi ellissoidi èsempre la stessa e dipende solodalla velocità della Terra.” J. H.Poincaré: Science et méthode, cit.,p. 237.73 Al Salon des Indépendants (1marzo - 30 aprile 1914) sono espo-sti: La nostalgie de l’infini, L’énigmed’une journée, Les joies et les énig-mes d’une heure étrange.

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ricoprono ciascuna la posizionedell’altra; di conseguenza lasuperficie del piano in questanuova posizione coincide conquella della posizione precedente(fig. 54). Ruotando intorno a unasse, le facce del piano ribaltanonello spazio.

Se si sovrappone idealmente il fronte del portico e la superficie in lucedella piazza, i due poligoni, uguali, non combaciano, sono ruotati tra loro.Il problema sembra essere questo: un piano condotto per due punti nello

fig. 54

L’énigme d’une jour-née, 1914

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spazio che valgono come poli delpiano (Lobacevskij) (fig. 55).Consideriamo i punti C e D, che sitrovano a uguale distanza da A e B,come l’asse del portico di sinistra ei punti A e B come poli del oriz-zonte del quadro (fig. 56).Ruotando il cerchio generatoreCED all’interno del quale giace iltriangolo scaleno (il portico) fino acapovolgerlo, e compiendo una

rotazione del piano, otteniamo il piano in luce della piazza (fig. 57). Ilche equivale a creare una X iperbolica, ossia nello spazio. Nel quadrol’iscrizione della X che, come sappiamo (dal Timeo), indica l’incrocio

fig. 56

fig. 55

fig. 57

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dell’eclittica con l’equatore celeste,si ripete lungo tutto il profilosuperiore del portico. Il cubo inassonometria obliqua in basso adestra, sezionato, descrive il con-tatto secondo Lobacevskij (fig. 58).È, questo, il concetto base dellageometria immaginaria: la scom-posizione del corpo in due partiche si toccano. Dice Lobacevskij: “In questo modo noi possiamo concepi-re tutti i corpi della natura come parti di un unico corpo globale che noichiamiamo spazio”74 (fig. 59). Il cubo e le X in facciata sono le spie dellacomposizione nei solidi da noi incontrati: un messaggio sui segreti dellospazio metafisico.

fig. 58

fig. 59

74 N. I. Lobacevskij, Nuovi princi-pi della geometria, a cura di L.Lombardo Radice, Torino: Einaudi,p. 73.

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La promenade du philosophe, 1913-1914; La gare Montparnasse, 1914Nature morte. Turino printanière, 1914; Le jour de fête, 1914

Dati un solido platonico e una deter-minazione topologica, segue unaserie di possibili tempi e punti ditraslazione. Risale al 1857 il giocomatematico di Sir William RowanHamilton che applica un calcolo altracciato di percorsi sulle superficidei cinque solidi platonici. Uno deigiochi si svolge sul dodecaedro epropone un giro del mondo comin-ciando da uno dei vertici del solido(fig. 60). Prendiamo La conquête duphilosophe con il suo altro titolo Latristezza della partenza. Partenza perdove? Ne La promenade du philoso-phe guardiamo i carciofi: si sonoallontanati rispetto a Le départ (Laconquête du philosophe) mantenen-do l’identica divergenza. Stessi car-ciofi, stesso simbolo: ortaggi dei

Savoia. Il cubo (la Terra), sollevato sulla linea di terra con una diversionedel piano verso l’alto, reca il disegno di una groma, strumento di traccia-mento da agrimensore sul suolo terrestre; accanto è un’impronta simile auna lama: l’ombra portata dalla torre che sorge sul fondo tagliata dall’om-bra del portico in prospettiva dietro il cubo. La terra ha compiuto una pas-seggiata lungo metà eclittica che rende le posizioni di tutti gli oggettiopponenti a distanza, per esempio i carciofi.

La promenade du philosophe, 1913-1914

fig. 60: Il dodecaedro del viaggiatore, 1857

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La gare Montparnasse mi si è svelata per uno di quegli errori provviden-ziali: l’ho vista capovolta (fig. 61). In questa posizione l’edificio al centroe la sua ombra sono un cubo in prospettiva a proiezione parallela con lafacciata in posizione frontale. È sempre il cubo dei quadri del 1913, tuttoil quadro è il solido che stende i suoi lati su un piano. Lo spazio si defi-nisce come attuale, reale, concreto; si potrebbe costruire un cubo di cartaritagliando i lati, quindi ribaltare la scatola e infine otterremo il cubo nellaabituale posizione rispetto alla linea di terra. Guardiamo il casco di bana-ne: posa quieto su se stesso; le due banane che altrove (Nature morteavec Jupiter et bananes - Le rêve transformé, 1913) sono ritratte a distan-za, indipendenti, toccano il casco. Il piano su cui riposano, una parete dimattoni, è la stessa della torre sopra l’orizzonte. Succede questo: il qua-

La gare Montparnasse,1914

fig. 61

Parigi: la GareMontparnasse

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dro ha compiuto una rivoluzione completa su se stesso. Lo spostamento delsole indicato dalle ombre, mostra il percorso (fig. 62). Due posizioni oppo-ste sull’epiciclo coincidono nell’atomo di tempo. Idealmente, con i contorni

degli oggetti e delle zone in luce, il quadro fornisce le coordinate del soli-do platonico. Matthew Gale, nel suo studio del 1988, propone anche perquesto quadro la visione stratigrafica di un ritratto virile che chiamaAutoritratto Montparnasse (fig. 63).75 Il ritratto giace “al di là del quadro visi-bile” con la testa distesa tra i pilastri della stazione, come il ritratto di Cavourtra le prospettive di Le voyage émouvant. Esattamente come l’altro, questoquadro è stato girato sul lato lungo dopo essere stato dipinto in verticale,con una rotazione di 90°. Come la presenza della testa nell’area in ombrasostiene il principio del labirinto, allo stesso modo la rotazione sul lato con-ferma un moto perpetuo degli oggetti armonici in cui il quadro consiste.

fig. 62

fig. 63

75 v. M. Gale, The Uncertainty ofthe Painter. «The BurlingtonMagazine», vol. 130. Londra, apri-le 1988, p. 275.

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Nature morte. Turino printanière porta un solo carciofo sul limite del qua-dro; il piano rosso è la faccia superiore del cubo in prospettiva, in eleva-zione rispetto alla linea di terra. Sulla faccia bianca del poliedro che incli-na verso il cubo una mano atteggia-ta a freccia indicatrice segnala unarotazione: raccoglie tre dita e sten-de le altre, mostrandole tutte sullostesso piano. Il tetraedro biancoscende verso l’esaedro (cubo) inmoto a sua volta (fig. 64). La flui-dità topologica dei moti finge unmoto che è solo apparente sullaretina, sebbene la Gestalpsycholo-gie attraversi ancora uno stadio pio-nieristico.76 Insieme ai sotterranei

Nature morte. Turinoprintanière, 1914

fig. 64

76 Inizia a datare dal 1911 l’indi-rizzo plastico di Psicologia dellaforma detto appunto Gestalt-psychologie sottoposto a leggistrutturali interne a opera di M.Wertheimer, W. Köhler e K.Koffka. Essi assumono le possibi-lità di movimento apparente allor-ché una stimolazione colpisce ilsistema nervoso centrale (Ipotesifisiologica di Köhler) attraverso ilsistema ottico.

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della psiche, de Chirico indaga la stessa esperienza visiva come fatto dellapsiche, o sistema di relazioni ottico-psichiche. Il risultato è il falso movi-mento, o movimento virtuale come “prodotto della mente”. Come d’abi-tudine, le prime cognizioni in materia si suppongono originate a Monaco:tutte le discipline matematico-scientifiche di cui la Metafisica si nutre rice-vono a Monaco l’impronta iniziale. L’artista fonda se stesso in quanto talecome pars construens, non semplice utente di scienze moderne. Una verae propria letteratura in Psicologia della forma appare solo a metà deglianni Venti.77

Le jour de fete è opera chiaramente immediata dopo Nature morte. Turinoprintanière: la prospettiva d’angolo sale contemporaneamente al solle-varsi del cubo rosso e al reclinare del portico verso destra. Il solido cheevolve contiene evoluzioni al suo interno. L’atto di ruotare rispetto a una

Le jour de fête, 1914

77 D. Katz, Zur Psychologie desAmputierten und seiner Prothese,Leipzig 1920; E. Rubin, Visuellwahrgenommene Figuren, Kopen-hagen, 1921; M. Wertheimer, DreiAbhandlungen zur Gesthalt-theo-rie, Erlangen, 1925.

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geometria iperbolica è marcato dalla freccia (puntata sul centro dell’ellis-se) che sostituisce la mano nel precedente, indicando precisamente ilverso dello scivolamento (fig. 65). Sulla facciata del portico invece, accen-

na alla rotazione una specie di T che in realtà è la porzione metrica supe-riore di uno strumento di misura la cui metà inferiore non è visibile. Laporzione di dodecaedro inquadrata dal dipinto si legge senza difficoltàruotando il quadro sul lato sinistro (con la freccia) in basso.

I tre quadri esasperano la traslazione dei volumi nel dodecaedro. Se vistigirati sul lato lungo, essi mostrano le diverse porzioni di solido ritrattedall’artista come “interni di una scatola”. Le classi di elementi matematiciinserite nel sistema spaziale si palesano: dei calcoli percorrono la superfi-

fig. 65

Le mauvais génie d’un roi, 1914

La maladie dugénéral, 1914

Le caserme dei marinai, 1914

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cie dei giocattoli e questi sono in realtà oggetti matematici. Così il cono (latrottola) e la torre rovesciata in Le mauvais génie d’un roi che sviluppa sullabase le facce di un solido. Si tratta ancora del gioco del dodecaedro delmatematico William Rowan Hamilton, per tracciare percorsi sulle superficidei cinque solidi platonici.78 A questo punto, de Chirico inserisce l’oggettomatematico platonico per eccellenza, la sfera. Essa è la terra vista dall’altocome la troviamo nel Fedone di Platone. “Quella terra, l’assoluta terra, acontemplarla dall'alto, apparirebbe all’occhio, più o meno, come quei pallo-ni di cuoio a dodici riquadri con distinti colori. Una parte è porporina dimiracoloso splendore. Un’altra parte oro (...) il resto è uno spettacolo di colo-re scintillante nell’iride dei diversi colori (...)” (Fedone, LVII-LVIII). Indice di un incremento intorno alla tematica del viaggio è l’introduzionedi un apparecchio nautico, il sestante. Esso è descritto accuratamente inLe caserme dei marinai, dove appare sulla sua base rotonda basculante.79

L’accesso alla strumentazione marittima dispone direttamente agli Internie Nature morte ferraresi (1915-1917).

Canone: corpo

Le temple fatal, 1914; Portrait de Guillaume Apollinaire, 1914La nostalgie du poète, 1914; Portrait de l’artiste, 1914L’arc des échelles noires, 1914; Le voyage sans fin, 1914J’irai…le chien de verre, 1914

Le temple fatal, 1914

78 Teoria dei quaternioni, antici-patrice della moderna analisi vet-toriale.79 v. de Sanna, per il codice marit-timo Analisi della forma III.Tempi. Iconografia, De Chirico,Metafisica del Tempo, a cura di J.de Sanna, Ediciones Xavier Ver-straeten, Buenos Aires 2000, p. 46.

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L’apice del percorso spaziale genera la definizione dell’asse interno alsistema, il corpo umano. Pongo Le temple fatal a frontespizio della tema-tica delle proporzioni umane non perché sia sicura la sua posizione comeprimo dipinto del gruppo – probabilmente è l’ultimo80 – ma perché que-sto quadro riesce a contrarre in sé tutti i termini della stazione metafisicain atto. In Psicologia della forma (David Katz) il tema di questo quadro èdefinito come teoria del campo. L’organismo, cioè, reagisce a una massadi stimoli con un processo globale. In pratica, la fisiologia prende un pre-stito dalla fisica con la teoria del campo di Maxwell. Questa considera ifenomeni di trazione e pressione come forze che si trasmettono punto apunto. Allo stesso modo che in un campo elettromagnetico, ogni proces-so del sistema nervoso è determinato dalla totalità dei processi collegaticon esso. I vari settori del campo sono in correlazione dinamica. Le tem-ple fatal illustra la centralità del sistema nervoso con la massa cerebraleaperta al centro del quadro, citazione da Robert Fludd nel profilo dell’uo-mo.81 Il capo visto in sezione orizzontale, così come nel disegno L’énigmecavourien, ripete la lezione Della simmetria del corpo umano di Dürer(fig. 66). Il capo è solo il punto di partenza per uno scandaglio delle pro-

porzioni armoniche nell’intero corpo e in ciascuna sua parte. In un certosenso, l’organismo vivente si rappresenta come “campo” di correlazionirette dalla norma armonica. La “globalità” gestaltica emerge con le “figureambigue” di Rubin,82 nella correlazione tra oricicli, etere e testa sulla fac-ciata nera del poliedro contro la facciata consecutiva, bianca, con ladonna. In entrambe è possibile vedere la figura di profilo sia come primo

fig. 66

80 Una lettera di de Chirico aGallatin spedita nel 1927 certificala sua esecuzione nel 1914.81 Il rilievo su Fludd è di MaurizioCalvesi.82 E. Rubin, Visuelle wahrgenom-mene Figuren, Kopenhagen, 1921.

Rubin

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piano che come fondo. E richiamo, al riguardo, che le ricerche di Rubinsul rapporto tra figure e sfondo sono del 1921. La forma spaziale de Le temple fatal espone rettangoli i cui vertici coinci-dono con i vertici di un icosaedro (fig. 67). Il solido platonico viaggianell’etere, investito da azione magnetica; la traslazione si accerta ruotan-do il quadro sul lato sinistro. I lati del poliedro sono dati come “cordetese”, una tecnica gestaltica.

L’intersezione di tre rettangoli aurei e quindi la loro divisione in quadratie triangoli aurei produce la spirale logaritmica (fig. 68), misura dell’accre-

scimento in natura esemplificata dalla conchiglia (fig. 69). Sulla linea diconfine tra fisica astronomica e fisica organica il quadro si sdoppia: entra-no i simboli del pesce e del corpo. È visibile un “solido di impacchetta-

fig. 67

I vertici dei tre rettangoliaurei coincidono con i ver-tici di un icosaedro.

fig. 68. La spirale logaritmica e la conchiglia nautilus

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mento” in un cubo inclinato costituito dalle due quinte con finestre checonvergono sullo sfondo del cielo83 (fig. 70). La fascia superiore del polie-dro propone una figura maschile dal cranio aperto e una femminile sdop-piata alla maniera di un cammeo romano (fig. 71). Entrambi i ritratti cita-no la fonte dello studio che si è concentrato sulla geometria sferica nelleproporzioni armoniche del viso: Leonardo, tappa intermedia tra Pierodella Francesca e Dürer. Sulle facce inferiori, un pesce, una striscia dimateria (legno), un gruppo diideogrammi. L’asse “aureo” delpesce tiene il centro della scollatu-ra della donna. La donna è lamadre di de Chirico. Il seno svi-luppa una doppia curva a sella(Da Poincaré). Sull’asse si misurail canone proporzionale che segnail profilo del volto materno.L’ombra nera segna con le spor-genze i punti in cui cadono ledistanze del canone. Simmetrica,sebbene inclinata per distacco temporale, è la scansione degli intervallisul profilo maschile lungo l’angolo di 130 gradi che “puntella” il capo sco-perchiato. L’uomo è il padre. Il cranio scoperchiato offre la vista di innu-merevoli spiraline (come nel disegno L’énigme cavourien): particelle dilabirinti, elemento che unisce il quadro agli altri labirinti del 1913-1914.La sezione aurea del viso materno si trova a livello del naso e divide l’al-tezza totale dal mento all’attaccatura dei capelli. Fronte, naso e mentohanno distanze uguali. Il padre sottostà a una scansione che unisce l’oc-chio e il vertice del triangolo inserito nell’icosaedro: dal vertice al mentoe dall’occhio all’attaccatura della fronte la distanza è uguale. Sul profilo

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fig. 70

fig. 69

Poliedri duali: il cubo el’ottedro. Il cubottaedro (la

seconda figura) permettel’impacchettamento

più denso di sfere concentriche.

83 Il cubo e l’ottaedro sono duali.Il cubo ha 6 facce e 8 vertici men-tre l’ottaedro ha 8 facce e 6 verti-ci. Inserendo l’uno nell’altro i ver-tici corrispondono l’uno al centrodella facciata dell’altro.

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disteso lungo l’angolo aperto sul cranio, uguale è la distanza dal verticeall’occhio e dal vertice al mento. Lo stacco temporale fa roteare il profilo invisibilmente lungo le misuredel poliedro. Se idealmente chiudessimo le facce del cristallo la testa siformerebbe all’interno e questo a sua volta risulterebbe interno a quelloche contiene la madre. Noi li vediamo aperti sul piano. La linea mediana verticale del pesce, il “figlio” per i cristiani (Ichtùs: JesusChristos, ecc.) è in asse con il seno e l’occhio della madre. Una linea dise-gnata dai punti finali dell’asse mediano del pesce è la base di un triango-lo il cui vertice converge su un punto sul collo. Questo punto è alla stes-sa altezza del vertice dell’angolo di 130° della testa del padre. Basta con-giungere i triangoli armonici per vedere unirsi padre, madre e figlio inuna sorta di trinità. In metafisica l’icosaedro è l’acqua, ed è il duale deldodecaedro che è la figura della quintessenza. Lo sfasamento dei profilidel padre e lo sdoppiamento del busto materno sono una misura deltempo e, insieme, una prova dell’azione psichico-ottica (Gestalt) che liriunisce come uno + uno. Con una Gestalt oramai manifesta, il poliedroplatonico si semplifica, vedi le opere esposte al Salon des Indépendantsdel 1914 (La nostalgie de l’infini, Les joies et les énigmes d’une heure étran-ge, L’énigme d’une journée) e La gare Montparnasse. Più elementari neivolumi e vincolati al canone umano, si corrispondono il Portrait deGuillaume Apollinaire e La nostalgie du poète. De Chirico ha in corso unaserrata investigazione anatomica secondo il canone di Policleto, diLeonardo e di Dürer che non ignora le misurazioni logaritmiche sullanatura organica in corso intorno al 1915 (D’Arcy Wentworth Thompson). Siamo al giro finale metafisico: lo spazio è oggettivo o soggettivo? Ritorna

Leonardo

fig. 71

Un icosaedro inscritto inun ottaedro: gli spigoli del-l’ottaedro sono divisisecondo la sezione aurea.

Cammeo romano, I secolod.C.

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Poincaré: “Quando diciamo che lo spazio ha tre dimensioni cosa voglia-mo dire? I cambiamenti interni non sono rivelati dalle sensazioni musco-lari.”84 La sfida di Poincaré echeggia dal momento che l’artista componeinsieme mondo celeste (platonico) e umanità. Generazione (la madre e ilpadre), affetti (il poeta), sensazioni, risuonano con l’Infinito. “L’esperienzarisponde solo dello spazio tattile” scriveva Poincaré. “Per ogni atteggia-mento del mio corpo, il mio primo dito determina un punto e solo questodefinisce un punto nello spazio”.85

Imprescrutabilmente, la padronanza dell’ottica psicologica prefigura ilcompito assoluto: il sembiante umano.

Il solido che incornicia la testa piega verso sinistra e in avanti, come l’ab-bassarsi e ruotare della spalla destra rispetto alla sinistra del divino; iltetraedro bianco in primo piano con pesce e conchiglia “preme” controla scatola con la testa. Girando il quadro sul lato destro come un volante,

Portrait de GuillaumeApollinaire, 1914

84 Poincaré riprende il quesito giàtrattato nella Revue de Métaphysi-que et de morale in «Science etméthode», cit., p. 105.85 Ibidem, p. 107.

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si palesa un impianto analogo a Le temple fatal. Viceversa, abbassatosul lato sinistro, esso ricorda la testa cavouriana “dentro” il portico deLe voyage émouvant. Il poliedro contenente l’apollineo simulacro delpoeta è “impacchettato” in un solido (una piazza) di cui distinguiamouna sola quinta, a destra, con arco, e in cui sorge “l’altro” Apollinairecome uomo del labirinto (inconscio, buio, circoscritto con un cerchiointorno all’ossicino auricolare), il cosiddetto “bersaglio”. Unendo ideal-mente le pareti del solido che contiene la testa, rimane un angolo di25°. E così di seguito: la larghezza del pesce aumenta con la sua ombraverso sinistra di un grado uguale all’inclinazione del tetraedro; la conchi-glia si distacca con la sua ombra, trasportata nella traslazione del solido(fig. 72). Il portico buio del poliedro esterno, con la fessura che disponea un oscuro meandro, con l’indicazione della sede auricolare del labi-

fig. 72

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rinto, situa il quadro nella famiglia dei labirinti. L’angolazione del tetto,che è di 45° rispetto al bordo della tela, indica la direzione della trasla-zione. L’iconologia del dipinto indirizza a separare due zone, in lucee in ombra. La notte è la morte ma anche l’inconscio. Il fascio di sim-boli che recitano l’ombra, gli occhiali, la scatola, si uniscono nella figu-ra del labirinto, l’antro, la caverna ancestrale e il fondo racchiuso nellapsiche umana di cui l’ossicino posto nell’orecchio è il referente.Inseguendo il labirinto che pulsa nel quadro, si è afferrati dalle diffe-renti armonie: i solidi, il canone, la conchiglia, il pesce. Gli ultimi dueecheggiano il lavoro di D’Arcy Wentworth Thompson, tra gli altri. Leforme organiche – testa, pesce, conchiglia – ricevono in parallelo conil Portrait una codificazione matematica. D’Arcy Wentworth Thompsontiene nel 1914 il celebre ciclo di conferenze Morphology andMathematics alla Royal Society di Edimburgo. De Chirico ha già dipin-to il Portrait quando D’Arcy espone, il 7 dicembre, le rilevazioni sulrapporto aureo della trasfor-mazione e della crescita delleconchiglie e delle foglie,memore, anche lui, dei tratta-ti rinascimentali sulle propor-zioni (Albrecht Dürer).D’Arcy spiega come captarela trasformazione senza agiresu un diagramma cartesiano,con cerchi coassiali ovveroun sistema confocale in cui lerette siano sostituite da ellissio iperboli confocali (fig. 73)(ancora Poincaré): “La linea retta Y-AX=c corrisponderà alla spiralelogaritmica Θ-A log r=c. La bella e semplice trasformazione ci permet-te, ad esempio, di convertire la conchiglia conica diritta di unoPteropodo o di Orthoceras nella spirale logaritmica del Nautiloide.”86

Apollineo è il poeta, per il suo nome, per il volto che somigliaall’Apollino degli Uffizi e per la divisione armonica del volto che com-misura le armonie di Leonardo e di Dürer. Da questo momento, la spi-rale logaritmica sorregge in de Chirico l’evocazione di Apollo e dellapoesia: la spirale logaritmica segna i manichini e regge le corde dellostrumento di Apollo citaredo. Nel Portrait, la spirale logaritmica dellaconchiglia mette a fuoco il labirinto, ed è definitivo.

fig. 73

86 D’Arcy Wentworth Thompson,Morphology and Mathematics,Edimburgo: Robert Grant & Son,1915, p. 867.

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Il profilo del poeta percorre ilcanone della testa secondoPolicleto. Ancora dall’Apollinodegli Uffizi, percorre il canone diLeonardo e Dürer (fig. 74) mentrerichiama il testo di base, ilDiadumeno di Policleto (fig. 75).La suddivisione del volto secondoil Canone parte dalla fronte, esatta-mente nel punto che incontra ilprolungamento della “manovella”formata dalle reti incrociate a Xche aziona la ruota al centro delquadro. Il quadro progredisce sutre campi armonici o “simmetrici”:la testa, il pesce, e il corpo delmanichino. La sagoma del mani-chino imposta la misurazionearmonica del corpo secondo il trat-tato di Dürer sulla simmetria delcorpo umano. Il pesce sormontala testa su un asse che pone a fron-te il viso e il corpo suddiviso per

misure (fig. 76). Il manichino è precisamente se stesso: lo schema di rap-porti afferenti al corpo umano. Κανϖν, in greco bastone, squadra, riga,per estensione significa “regola”, norma e misura (del bello). In crescen-do, il canone umano si impadronisce dei dipinti e inalbera gli strumentiche lo applicano: squadre, telai, tiralinee, goniometri, configuranoManichini e Interni ferraresi, così bastoni, assi, ecc. Essi si ambientano inun lessico che intreccia infinito e umano. Già penso al Grande metafisico

La nostalgie du poète,1914

fig. 74

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del 1917, che celebra la transustan-ziazione del manichino in astrono-mo. Il terreno che ospita La nostal-gie du poète è attraversato da undiagramma topologico: una secan-te su due rette gestaltiche “ambi-gue” (orientate alle estremità indue direzioni opposte) mette inazione una “ruota”. Prima occorre-va ruotare i quadri sui lati, ora una“ruota” aziona l’interno. Se consi-deriamo i tre elementi principalidel dipinto, soltanto la testa inprimo piano rimane su un pianofissa. Il corpo del manichino che vorremmo leggere come davanti allacolonna, in effetti sprofonda, confondendo la nostra lettura dei piani, e cosìfacendo, ‘spinge’ in avanti il pesce. Nella Teoria della percezione è noto ilcosiddetto “triangolo impossibile” di Lionel Penrose, padre di Roger, il fisi-co matematico autore de La mente nuova dell’imperatore. Roland Penrose,stretto parente dei due teorici delle illusioni ottiche, negli anni Trenta col-leziona avidamente de Chirico, possiede il Portrait de l’artiste del 1914, giàdi Paul Eluard, e molti Interni ferraresi (Composizione metafisica,Mélancolie du départ, L’ange juif, La révolte du sage, Le regret, Interno meta-fisico). È amico di Marcel Duchamp, autore di Apolinaire enameled, anchequesto del 1916-1917, altro esempio di figura impossibile. La teoria otticadei Penrose rinvia agli “equilibri instabili” di de Chirico tra 1912 e 1916.87

fig. 76

fig. 75

87 L’articolo di Lionel e RogerPenrose Impossible Objects: ASpecial Type of Illusion appare sul«British Journal of Psychology», n.49, Londra, 1958, pp. 31-33.

Triangolo impossibile

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Il quadro possiede una gravitas superiore al precedente: il peso cade e siraccoglie verso la base con ridotte oscillazioni rispetto all’asse, che è lalinea mediana del quadro (fig. 77). Ciò ingigantisce il senso delle armo-nie celesti emanate dall’essere umano. Tutto il Canone è in questo fram-mento di assoluto.

fig. 77

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L’Autoritratto metafisico supremo rende omaggio al modulo umano piùfamiliare ai costruttori: il piede. L’opera è la sintesi maggiore delle normeesplorate in questo testo: le gambe della X con angoli divergenti alle estre-mità, a ruota “ambigua” (doppio movimento), la lettera X come estensio-ne di de Chirico (X è la Ch greca), e il rotolo in equilibrio instabile su uncubo iperbolico segnalato dal trasferimento di riga sopra il bordo. Il dise-gno diviso a moduli è conservato al Musée Picasso di Parigi. Il quadro èun rettangolo aureo, il che ribadisce una matematica incernierata sulcanone classico. Il doppio cilindro delle ciminiere è una reiterazione delmodulo nella colonna classica. Il valore metafisico estremo dell’autoritrat-

Portrait de l’artiste,1914

Leonardo

Dürer

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to è nel fatto che tutti i dettagli dell’autoritratto stanno andando a inqua-drare l’artista come misura e canone. La tavola dei Vier Bücher impostala X come perno delle linee focali della composizione. Il quadro la ripor-ta nello stesso assetto relativamente al resto.

Vitruvio fissa come canone (εµβατηρ) una rata pars, massimo comunedivisore. Nel dipinto il canone richiama come modulo la mano, la testa.Lo scorcio della testa, in particolare, emerge dallo studio intenso dei VierBücher di Dürer (fig. 78). L’autore di Melancolia oramai è consolidatocome fonte primaria nella “matematica umana” di de Chirico, conLeonardo. La mano sollevata accanto alla testa sembra gettare avanti laprospettiva dei pesci, differenti per misura e orientamento: “al di là dellapelle”, questa mano racconta di un mistero metafisico, la distribuzione delsistema venoso nell’organismo. Sulla faccia giallo ocra del poliedro si rico-nosce un test gestaltico che lascia stupefatti per la fulminea coniunctio

L’arc des échelles noires, 1914

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attivata dall’artista sui due opposti classico-Gestalt. Una linea tratteggiatarimanda al percorso interno al quadrato diabolico di Dürer vistonella disposizione quadrimensionale, poi definita ipercubo.88

La Melancolia, ancora una volta, fa da epicentro (fig. 79).

fig. 78

fig. 79: Albrecht Dürer, Melanconia, 1514

88 Un quadrato diabolico (apparenella Melanconia di Dürer) rima-ne diabolico rispetto a cinque tra-sformazioni: rotazione, riflessione,trasferimento di riga, trasferimen-to di colonna, ridistribuzione dellecelle. La matematica moderna haoperato il trasferimento delle pro-prietà del quadrato diabolico inquattro dimensioni nell’ipercubo.

Quadrato diabolico

Ipercubo

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Simmetrico al precedente (modulotesta), il dipinto inserisce nellastessa inquadratura della finestraun vero cielo e nuvole. Sullo sfon-do del cielo, un passo multiplo,simbolico (l’assoluto presente)viene eseguito fondendo più epo-che: il castello medioevale, il pan-neggio greco sul manichino, ilmanichino con anelli topologiciconcatenati intorno all’ellissoide.La testa pietra angolare, essendo latesta il modulo, propone la stessacome metro del tempo. È presumi-bile che sia la sua testa di viaggia-tore (Wanderer: il viaggio senzafine è la Wanderung). Da tutti gliangoli di questo ambito avanzainsistente con il suo sé sotto millevesti; egemonizza l’attenzione conil suo volto e le sue estensioni. La lavagna riporta calcoli di astro-nomia che iniziano a spargere

informazioni non più cifrate sulla struttura dei quadri alle nostre spalle.L’autoriflessione si propone come una tecnica supplementare di fine cicloe di apertura di uno successivo. Compiuto un giro, si ritorna e se ne avviauno nuovo mettendo in circolo qualche frammento dell’ingranaggio appe-na sperimentato. Pezzi di spazio matematico sulla lavagna mandano all’in-telaiatura delle Piazze, agli indici di “compressione” e agli angoli di incli-nazione nel poliedro.

Le voyage sans fin,1914

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La finestra aperta sul cuore “al di là del torace” si concentra sul cardinedella fisiologia umana, dopo l’ispezione sul circolo venoso nel quadroL’arc des échelles noires. Il corpo, di cui vediamo l’intero torace, circoscri-ve il canone secondo la sua insindacabile ascendenza: Policleto. AFirenze, ancora una volta nella collezione archeologica degli Uffizi, deChirico trae l’ennesimo modello: il torso in basalto di Policleto. Tuttavia,da pitagorico, riunisce elemento femminile (i seni) e maschile (la marsi-na) in un corpo solo, come ermafrodito o figura primigenia indivisa. Ilmanichino a destra, che tratteggia le divisioni metriche, accerta definitiva-mente la fonte dei calcoli sulla persona umana nei Vier Bücher di Dürer.Il quadro percorre il sistema metrico maschile e femminile mentre, in alto,la molla costruita con due bracci dalle “terminazioni ambigue” attiva rota-zione e riflessione, altra variazione gestaltica sulla “ruota” e sul quadratodiabolico di Dürer. Ricordo che gli astrologi del Rinascimento legano iquadrati magici di quarto ordine con Giove e ritengono che combatta lamalinconia, che è stata punto di avvio del percorso metafisico.

J’irai… Le chien deverre, 1914

Policleto. Torso di basaltodel Doriforo

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L’opera presagisce un compimento. Il cubito, modulo umano costituitodall’osso dell’avambraccio, con il capo, prende una delle opere successi-ve, Les jeux du savant (1917) (fig. 80). I due moduli sono suddivisi in sot-tomultipli che illustrano i rapporti interni al capo rispetto alla spalla inuno, e nell’altro il rapporto dell’avambraccio rispetto al palmo (altromodulo) e alla spalla. Quasi riepilogo generale della sezione aurea, il qua-dro costruisce sul fondo una prospettiva degradante con una Gestalt direttangoli aurei inseriti uno nell’altro.

fig. 80: Les jeux du savant, 1917

Dürer

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III° Tempo. Ripresa

Come una forma sonata, il terzo tempo ripete il tema al termine di unosviluppo. Il tema è sempre l’armonia.

Il titolo da solo riferisce il senso del rientro alla definizione di base. Siamoa una verifica del percorso, in attesa di una nuova partenza. Risulta insezione aurea la divisione della larghezza rispetto alla tenda (fig. 81). Lasuperficie interna al riquadro converge sul corpo in prospettiva lineare.L’assunto frontale spiana tutto il quadro in maniera planare, con una breveconcessione per lo scorcio del portico in alto a destra. Il libro sul tavoloin prospettiva lineare condivide, pur divergendo, la stasi figurativa delpersonaggio che si presume un triplo ritratto: un autoritratto, uno a“memoria” di suo padre come Napoleone III. La campitura dello spaziopone l’opera in uscita dall’anatomia da canone. Il viso è impostato sul-l’asse mediana, ma si osserva che la parte destra della faccia non è ugua-

Le revenant I (Le cerveau de l’enfant), 1914

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le a quella sinistra. Il sopracciglio, l’occhio, l’orecchio, il baffo e la boccahanno subito uno slittamento verso alto. Il busto invece non è impostatosu quest’asse: è spostato verso destra. Questo dice il titolo: Le revenantmodificato in Le cerveau de l’enfant.89

Il poligono sferico

Lo annuncia, nel 1914, Le chant d’amour: la sfera campisce il primopiano del dipinto come la testa apollinea del poeta nel ritratto diApollinaire. Le linee tratteggiate sulla superficie della palla disegnanotriangoli sferici intorno alla circonferenza massima. Il centro della sferaè il vertice di un angolo solido, le cui tre facce intersecano la superfi-cie sferica disegnando il triangolo sferico. Nel 1915 de Chirico effettuafrequenti incursioni in Lobacevskij descrivendo angoli solidi. La sfera

fig. 81

89 v. «Metafisica», nn. 1-2, p. 27.

Leonardo

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dimostra l’area del triangolo sferico in funzione della somma degliangoli nel caso dei triangoli detti “euleriani”. I triangoli sferici di Lobacevskij rappresentano il punto medio tra quelliesaminati da Eulero nella Trigonometria sphaerica (1779) e i triangoli sfe-rici di Möbius. Triangoli sferici euleriani si hanno quando si suppone checiascuno dei tre lati (archi di cerchio massimo) sia non maggiore di unasemicirconferenza. Allora tre punti, non appartenenti a un medesimo cer-chio massimo, definiscono un solo triangolo sferico. Per Möbius invecenon esistono limitazioni alla generalizzazione del triangolo sferico.

L’“isolamento metafisico” teorizzato da Matthew Gale nelle opere del191490 circonda la testa di Apollo del Belvedere sospesa nel vuoto. Essaconsacra la testa come unità. Secondo il canone classico, la testa è unmodulo; il palmo è un modulo (il guanto); la sfera (la terra vista dall’altoper Platone e anche la palla sul terreno di fronte alla figura melanconica

Le chant d’amour,1914

90 v. Gale 1988, p. 273, per la di-sposizione a forte getto in avantidella testa in Le revenant -Cerveau de l’enfant e Le chantd’amour. The Uncertainty of thePainter, «The Burlington Maga-zine», vol. 130. Londra, aprile1988, p. 273.

Leonardo

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nell’incisione di Dürer) è un modulo. La faccia dell’icosaedro in traslazio-ne, sullo sfondo dei moduli, è in relazione con la testa secondo il diagram-ma topologico: testa e poligono si orientano in un doppio movimento reci-proco rispetto al guanto che è l’asse delle trasformazioni e il modulo cen-trale. Dalla suddivisione della sfera risulta che il terzo lato di un triangolo

sferico è minore, uguale o maggiore di una semicirconferenza massima, aseconda che l’angolo ad esso opposto è misurato da un fuso sferico mino-re, uguale o maggiore di una semisfera (Lobacevskij) (fig. 82).

fig. 82

Le Vaticinateur, 1915

Lobacevskij

Il cubo di Necker

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Il titolo riviene alla matematica degli astronomi caldei. Il vaticinatore hauna stella come occhio. A noi serve capire il corpo di questo essereemblematico che studia la sfera celeste essendo strumento lui stesso, conil suo corpo, di problemi attinenti alla geometria della sfera secondo lafisica moderna. Il corpo, assiso su un cubo di Necker è tutto ricavato dallascomposizione di un poligono sferico in triangoli sferici (il cubo di Neckerè un modello dell’ambiguità della visione dove lo stesso punto di osser-vazione fornisce il cervello con due o più realtà “oggettive” della stessaimmagine). Possiamo vederlo sia come forma convessa che come formaconcava. Il contorno della testa è un elissoide, geometria ellittica essen-ziale. All’altezza dello sguardo si incrociano eclittica ed equatore celeste.Di fronte all’uomo, sulla lavagna, il disegno geometrico spiega la relazio-ne di un portico con l’inclinazione della scatola celeste (Piazza d’Italia)durante la traslazione.

Memore di Eulero, di Lobacˇevskij, di Cauchy, l’universo raccolto da deChirico nell’essere umano si dispone a specchio con l’universo platonicodei poliedri. Nei manichini l’uomo vede distribuito sul proprio corpo ilmoto celeste. Si comincia con la prima definizione, che misura gli angolisolidi con angoli diedri; poi, rapido, de Chirico adatta a membra, busti,gambe, l’intera tematica: rotazione del triangolo intorno a un punto, defor-mazione continua del poliedro, articolazione delle facce poligonali, ecc.L’artista sembra riprendere direttamente la definizione di “corpi” della geo-metria non-euclidea per i poliedri regolari ridefiniti per numero di facce esecondo i modi in cui combaciano, a fronte del numero infinito dei poligo-ni regolari. Les contrariétés du penseur subentra nella speculazione al cuorescoperto di J’irai… Le chien de verre. Cosa c’è dentro? Il problema che siindovina è come misurare l’angolo al centro interno al solido regolare. Il Vcapitolo dei Nuovi principi della geometria (1835-1838) di Lobacevskij suisolidi in quanto corpi procede dal paragrafo 71 intorno alla definizione del-l’angolo solido come angolo al centro interno del solido regolare.91

Le duo, 1915

Les contrariétés dupenseur, 1915

La lumière fatale, 1915

91 “Si immagini tracciata la super-ficie sferica avente per centro ilcentro del poliedro e passante peri vertici di esso: Essa è divisa in nparti uguali dalle n facce del polie-dro regolare, e pertanto l’angolo alcentro interno al poliedro vale2π/n”. L. Lombardo Radice inLobacevskij, cit. nota 1, p. 170.

Lobacevskij

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Composizione assiale

La precisa impostazione assiale dei due dipinti è un evento di peso nonindifferente. Esso traduce una reimpostazione del registro compositivo suun piano prospettico, ancora una volta classico ma attinto direttamentealla pittura pompeiana. In un caso l’albero, nell’altro la gamba del caval-letto segnano con forza iconografica evidente l’asse del quadro. Ciò signi-fica che dobbiamo letteralmente unire le linee prospettiche ai due lati del-l’asse. La degradazione delle misure avviene non in profondità, ma dal-

La pureté d’un rêve,1915

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l’alto verso il basso (fig. 83). Questo è l’avvento ulteriore maturato dallaforma in prossimità del trasferimento in Italia per la guerra. Riterrei utileavvicinare ai dipinti quello premonitore in questo senso de Le revenant I(detto Le cerveau de l’enfant). Anche quello tende verso il piano anterio-re, come se fosse spinto verso di noi, e ha una divisione in sezione aureaimpossibile da ignorare. Il movimento verso la fronte è esplicito nelDouble rêve du printemps: è il palinsesto di Piazza d’Italia che si paradinanzi prepotentemente. Il senso è di una attualizzazione del propriopassato recente. Lo rimette di fronte e spiega come è fatta una Piazzad’Italia. Spiega che Teseo è nel labirinto e guarda verso la Piazza doveArianna è distesa: spiega la relazione che il cubo ha con l’universo delleforme, ecc.

Le double rêve duprintemps, 1915

J. Kern: schemi pseudo-prospettici

ad “asse di fuga”, 1938.

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fig. 83

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