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Composizione del latte Il latte è un liquido bianco secreto dalla ghiandola mammaria dalle femmine dei mammiferi. Il suo scopo è dare nutrimento ai cuccioli durante le prime fasi della loro vita. seconda della specie animale, il latte ha diverse componenti e varia considerevolmente, in particolare nella percentuale di grassi, altissima ad esempio nei mammiferi marini in genere, dove nelle foche e nei cetacei si raggiungono, valori superiori al 50%. L'acqua è in tutti i casi il componente principale. L'introduzione del latte extraspecie nell'alimentazione umana è un fatto cronologicamente piuttosto recente. Dalle origini della nostra specie, datata a circa 200 000 anni fa, la capacità di digerire, da adulti, il lattosio contenuto nel latte è da riferirsi a una mutazione genetica occorsa nell'uomo in un periodo non posteriore agli ultimi 7 000 anni. Detta mutazione concerne la sintesi e la persistenza in età adulta dell'enzima lattasi, indispensabile per la digestione (idrolisi) del disaccaride in zuccheri semplici e quindi per l'utilizzo dello zucchero del latte o lattosio da parte del nostro organismo. La distribuzione tra la popolazione umana di questa mutazione non è omogenea ma varia considerevolmente per individuo ed etnia. Latte materno, una sostanza viva Il latte umano è alimento specie specifico, con una composizione disegnata dalla natura per meglio rispondere alle esigenze biologiche e psicologiche del piccolo dell’uomo. All’allattamento materno sono universalmente riconosciuti una lunga serie di vantaggi sia per il bambino, a breve ed a lungo termine sia per la madre, sia in termini più allargati per l’intera società. Il latte umano è un liquido bianco-bluastro, dal sapore dolce e pesa leggermente più dell'acqua. Come ogni altro latte, è un'emulsione di particelle grasse in un fluido. Il latte materno è 1

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Composizione del latteIl latte è un liquido bianco secreto dalla ghiandola mammaria dalle femmine dei mammiferi. Il suo scopo è dare nutrimento ai cuccioli durante le prime fasi della loro vita. seconda della specie animale, il latte ha diverse componenti e varia considerevolmente, in particolare nella percentuale di grassi, altissima ad esempio nei mammiferi marini in genere, dove nelle foche e nei cetacei si raggiungono, valori superiori al 50%. L'acqua è in tutti i casi il componente

principale. L'introduzione del latte extraspecie nell'alimentazione umana è un fatto cronologicamente piuttosto recente. Dalle origini della nostra specie, datata a circa 200 000 anni fa, la capacità di digerire, da adulti, il lattosio contenuto nel latte è da riferirsi a una mutazione genetica occorsa nell'uomo in un periodo non posteriore agli ultimi 7 000 anni. Detta mutazione concerne la sintesi e la persistenza in età adulta dell'enzima lattasi, indispensabile per la digestione (idrolisi) del disaccaride in zuccheri semplici e quindi per l'utilizzo dello zucchero del latte o lattosio da parte del nostro organismo. La distribuzione tra la popolazione umana di questa mutazione non è omogenea ma varia considerevolmente per individuo ed etnia.

Latte materno, una sostanza vivaIl latte umano è alimento specie specifico, con una composizione disegnata dalla natura per meglio rispondere alle esigenze biologiche e psicologiche del piccolo dell’uomo. All’allattamento materno sono universalmente riconosciuti una lunga serie di vantaggi sia per il bambino, a breve ed a lungo termine sia per la madre, sia in termini più allargati per l’intera società. Il latte umano è un liquido bianco-bluastro, dal sapore dolce e pesa leggermente più dell'acqua. Come ogni altro latte, è un'emulsione di particelle grasse in un fluido. Il latte materno è un alimento ottimale per la crescita e il fabbisogno del lattante in quanto è, bilanciato dal punto di vista nutrizionale, digeribile ed economico. Inoltre, esso è a basso contenuto di proteine e minerali per evitare di sovraccaricare l’ancora immaturo apparato digerente, il fegato e i reni, non ancora sviluppati in maniera completa, ma ricco di energie facilmente assimilabili (fornite dal lattosio) per sostenere una rapida crescita dell’apparato neurologico, così come di grassi insaturi, indispensabili alla formazione delle membrane cerebrali. Contiene anche sostanze immunologicamente attive capaci di ridurre il rischio di malattie infettive e patologie allergiche. L’allattamento al seno deve essere quindi, l’alimentazione di scelta per il bambino nei primi mesi di vita e protratto, se possibile fino al compimento del 12° mese.La sua composizione varie nel corso dell’allattamento nel quale si distinguono tre tipi di latte materno:

COLOSTRO: prodotto dal 1° al 6° giorno di vita del bambino, LATTE DI TRANSIZIONE: prodotto dal 6° al 14° giorno

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LATTE MATURO: prodotto dal 15° giorno in poi.

Le notevoli modificazioni del latte umano nelle diverse fasi di maturazione sono espressione della “dinamicità” di questo alimento, costantemente adattato alle diverse esigenze nei diversi momenti della vita del lattante.

Il colostro

Il colostro è un liquido siero-lattescente prodotto nella fase in cui la mammella si prepara alla fase funzionale successiva. Esso è prodotto durante le ultime settimane di gravidanza e solo dopo 2-3 giorni dal parto è secreto in maniera più abbondante, prendendo il nome di colostro delle puerpere. Ha un importanza biologica estrema per il neonato, in quanto si sostituisce subito dopo la nascita, alla nutrizione placentare dando inizio nel neonato all’assorbimento intestinale di tutto quanto abbia bisogno per crescere e svilupparsi. Il colostro ha un alto contenuto proteico, superiore a quello del latte, ed è più facilmente digeribile. Contiene, inoltre, anticorpi di origine materna, fondamentale per garantire la resistenza del neonato verso le infezione nei primissimi giorni di vita. Il colostro contiene inoltre caseina, latto-albumina e vari aminoacidi, mentre il contenuto in lipidi (acido oleico) e glucidi è inferiore rispetto a quello del latte. La concentrazione dei sali minerali supera lievemente quella del latte, specie per quanto concerne la concentrazione del sodio e dei fosfati. Il colostro è ricco di fermenti proteolitici, lipolitici ed amiloidotici; contiene anche vitamine in quantità maggiore del latte, specie la vitamina A e di carotenoidi a cui è dovuto il colore giallastro, ed, in minor grado, le vitamine B6 e C. Tra gli ormoni sono presenti l’estradiolo e l’hCG. Una caratteristica tipica del colostro è di stimolare l’attività peristaltica della muscolatura intestinale del neonato grazie ai numerosi sali minerali contenuto in esso, agendo così da promotore per l’espulsione del meconio. Da un punto di vista energetico il colostro garantisce circa 1000 calorie per litro e proprio per queste caratteristiche di composizioni biologiche, è l’alimento migliore nei primi giorni di vita extra-uterina. La secrezione colostrale mammaria varia da 70 a 200 ml nei primi due giorni di puerperio, durante i quali la composizione

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13%

21%

31%

35%

Proteine nel colostro

Caseina alfa latto-albumina

lattoferrina IgA

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nel secreto cambia trasformandosi gradualmente in latte; tale trasformazione non è però completa prima della fine della seconda settimana di puerperio.

Latte di transizioneIl latte ha un aspetto più cremoso rispetto al colostro, si caratterizza per una graduale riduzione del contenuto proteico e minerale e contemporaneamente per un aumento di carboidrati e di lipidi. Contiene inoltre immunoglobuline.

Latte maturoColostro Latte di transizione Latte maturo

Proteine (g/100 ml) 2,3 1,6 0,9

Lipidi (g/100 ml) 2,9 3,6 4,2

Carboidrati (g/100 ml) 5,3 6,0 7,3

Minerali (g/100 ml) 0,33 0,24 0,21

Calorie (Kcal/100 ml) 58 63 70

Il latte maturo o definitivo è un liquido bianco opaco, a reazione lievemente alcalina o neutra con pH tra 6,97-7,2 con peso specifico di 1032 e osmolarità di 290-300 mOsm/L. Ha sapore più dolce rispetto al latte di altre specie poiché è più ricco di lattosio. Come il colostro, contiene in emulsione i grassi, in soluzione gli zuccheri ed i sali minerali e in un particolare stato di pseudo-soluzione le sostanze proteiche. Le proteine sono contenute nella concentrazione del 2,5 %. Le proteine principale è la caseina, che rappresenta il 50% di tutte le sostanze proteiche che nello stomaco del neonato viene attaccata dal labfermento e viene degradata in albumosa solubile

ed in caseogeno, il quale combinandosi con i sali di calcio ( es CaCO3), dà luogo al coagulo rappresentato dal calcio che viene attaccato dall’acido cloridrico HCl gastrico e dalla pepsina. Questo processo prende il nome di coagulazione fermentativa o caseificazione. Altre proteine del latte sono la latto-albumina e la latto-globulina: la quantità complessiva di entrambe non supera quella della caseina. Il latte inoltre contiene tutti gli aminoacidi essenziali, tra cui l’arginina, la leucina, la lisina, la metionina, il triptofano. Tra gli acidi grassi contenuti nel latte figura al primo posto l’acido oleico seguito dall’acido palmitico. Tra gli zuccheri il lattosio costituisce la quota principale, pur non mancando il glucosio. I minerali sono rappresentati da sali di calcio, di potassio,

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di sodio, di magnesio, di fosforo, mentre il ferro è contenuto in quantità trascurabile. La quantità di calcio presente nel latte raddoppia le perdite fisiologiche giornaliere. Si è, infatti, osservata una significativa riduzione della massa ossea nelle donne che allattano per più di 6 mesi persino in presenza di una dieta ricca di calcio. Nel latte si riscontra inoltre la presenza di numerosi enzimi proteolitici, lipolitici, glicolitici, perossidasi, catalasi, reduttasi, come pure di vitamine tra cui la vitamina A, B1, la riboflavina (B2) e l’acido ascorbico. Il sapore del latte reca sempre la traccia di ciò che ha mangiato la madre, dando così modo al bambino di sperimentare i sapori degli alimenti che compongono la dieta della proprio cultura. L quantità del latte secreto quotidianamente varia a seconda dei diversi periodi e dei singoli soggetti: in media, da 200 ml nel 3° giorno di puerperio, cresce progressivamente raggiungendo anche i 1200-1500 ml verso il sesto mese di allattamento; in seguito diminuisce gradualmente.

2% 5%10%

2%

81%

Composizione del latte maturo

ProteineGrassiCarboidratiSaliH2O

Latte formulatoQuando la madre non è in grado di allattare il proprio neonato è necessario ricorrere all’allattamento artificiale di solito con latte vaccino modificato. Attualmente l’allattamento artificiale viene di norma condotto con un latte formulato cioè un latte prodotto a partire dal latte vaccino e modificato industrialmente nella sua composizione per avvicinarla il più possibile del latte materno secondo le indicazioni fornite dall'ESPGAN (Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica e Nutrizionale).Esistono due tipi di latte formulato:

Latte adattato. La loro composizione è quella più vicina possibile a quella del latte materno, sia sul piano qualitativo che quantitativo.

Latte di proseguimento. Ha un contenuto più alto di minerali, vitamine, carboidrati e acidi grassi essenziali rispetto al latte adattato. E’ quindi più indicato per l’alimentazione dei neonati a partire dal 5° - 6° mese di vita

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Differenze tra latte vaccino e latte di donna

Modifiche alla composizione del latte vaccino

Modifiche alla composizione del latte vaccino e relativi metodi per realizzarle

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Composizione del latte vaccino dopo adattamento

Gli ingredienti principali del latteCarboidrati

Il carboidrato principale del latte materno è il lattosio, un disaccaride composto da glucosio e galattosio, due zuccheri semplice in cui si scinde allo scopo di fornire energie al cervello del lattante in continua e rapida

crescita. Nessun altro latte è così ricco di lattosio proprio perché nessun altro mammifero ha una crescita cerebrale così intensa nel primo anno di vita. Questo zucchero, inoltre, favorisce l’assorbimento di alcuni minerali, principalmente il calcio. Il latte umano contiene in piccole quantità alcuni zuccheri semplici (galattosio e fruttosio) e ca. 130 diversi tipi di oligosaccaridi: alcuni di questi ad

esempio promuovono la crescita nell’intestino del bambino del Lactobacillus Bifidus, un microrganismo commensale che stimola la creazione di un ambiente acido nell’intestino del bambino, impedendo così la crescita di batteri dannosi. Nel latte vaccino i carboidrati sono in quantità inferiore e sono costituiti pressocchè totalmente da lattosio. A causa della varietà, variabilità, complessità e polimorfismo della struttura degli oligosaccaridi, non è attualmente possibile riprodurre fedelmente tale componente del latte materno nelle formule adattate

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Proteine

Il latte umano ha un contenuto relativamente basso di proteine, ogni altro latte animale ne contiene maggiormente. Le proteine del latte materno sono composte da caseina per il 28% e da altre proteine sieriche per il 72%. La caseina è una proteina specie specifica cioè fisiologicamente simile ai tessuti del bambino e quindi maggiormente digeribile. Le proteine sieriche sono più digeribili e buona parte di queste sono costituite da fattori antinfettivi specie specifici (lattoferrina, lisozima, immunoglobuline).

La lattoferrina:

Favorisce l’assorbimento del ferroE’ un immuno-modulatoreCompete con lo ione ferrico con i batteri enteropatogeni: effetto batteriostaticoE’ un fattore di crescita epitelialeLa sua massima concentrazione è nel colostro (0,5 gr/dL)E’ la principale siero proteina nel latte materno

Il lisozima:

La sua concentrazione aumente nel corso dell’allattamentoHa azione litica sui batteri suscettibili

La più importante immunoglobulina presente nel latte materno è la IgA. L’IgA secretoria agisce contro un ampio spettro di virus e batteri accumulandosi nell’epitelio intestinale. Fra le siero proteine vi è anche la -lattoalbumina cui è stata recentemene attribuita in vitro una azione anticancerosa. Nel latte materno l’-lattoalbumina ha una maggiore ricchezza di triptofano e cisteina. La cisteina è un aminoacido solforato sintetizzato dalla metionina ed è il precursore della taurina. Ha azione protettiva sul danno perossidativo ed è considerato un aminoacido essenziale nei primi mesi di vita. Il triptofano è un aminoacido essenziale metabolizzato a livello cerebrale con formazione di nicotinamide, acido nicotinico, acetilCoA e serotonina. Esso è coinvolto nella regolazione dell’appetito, del ritmo sonno-veglia e nel controllo delle relazioni affettive. La glutamina svolge funzioni anche a distanza nei processi di difesa generale dell’organismoLa glutamina:

E’ un aminoacido non essenzialeE’ importante nei processi metabolici chiave delle cellule immunocompetenti e degli enterocitiAumenta il potere battericida dei neutrofili aumentando la fagocitosi e la produzione di radicali liberi dell’ossigenoE’ in presente in forma libera nel latte maternoLa sua concentrazione è di 40 ng/kg a 1 mese

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Nel latte vaccino la concentrazione è quasi il quadruplo rispetto a quello umano; per poter essere tollerato dal neonato deve essere diluito. Inoltre mentre il bambino nutrito con latte materno assorbe il 100% delle proteine, il bambino nutrito con latte vaccino ne assorbe solo il 50%. La proteina sierica più presente nel latte vaccino è la -lattoglobulina, totalmente assente nel latte materno, dotata di notevole potere allergizzante alle proteine del latte vaccino. Anche la lattoferrina, il lisozima e le immunoglobuline sono in numero nettamente inferiore rispetto al latte materno. Non vi è traccia nel latte vaccino dell’aminoacido taurina che è invece presente nel latte materno e che è essenziale per lo sviluppo e il funzionamento del SNC e della retina. Un altro aminoacido presente nel latte materno ma non nel latte vaccino è la glutamina che esplica la sua funzione protettiva anche a livello generale.

Lipidi

Il grasso è il principale fornitore di calorie (50-55%) costituiscono la componente più variabile; aumentano in percentuale nel corso della poppata, consentendo al bambino di autoregolare il proprio appetito. La concentrazione di lipidi, infatti, è più bassa all’inizio di una poppata ma aumenterà durante la poppata ed è maggiore verso la fine. I grassi del latte materno sono

costituiti per lo più dai cosiddetti acidi grassi poli-insaturi a catena lunga che servono per lo sviluppo del cervello, dell’apparato visivo, delle cellule intestinali e

rafforzano il sistema immunitario del neonato oltre a contribuire all’angiogenesi. Questi acidi grassi in particolare l’acido decosaesaenoico (DHA) e l’acido arachidonico (ARA) mancano nel latte animale e formulato

che invece contiene l’acido linoleico e linolenico, i precursori di DHA e ARA, cioè grassi più semplici da cui l’organismo poi deve ricavare DHA e ARA

dalla composizione più complessi. Gli acidi grassi essenziali presenti nel latte materno 6 proteggono contro l’insorgere di allergie se il bambino è allattato al seno almeno per qualche mese. L’enzima

lipasi, presente nel latte umano, ha un ruolo fondamentale nella scissione del grasso in acidi grassi liberi e in glicerolo; è attivata dai sali biliari ed è quindi inattiva nel seno della madre e nello stomaco del bambino, prima di mescolarsi alla bile. Il latte materno contiene anche colesterolo componente principale delle membrane cellulari e necessari per un buon sviluppo del cervello insieme ad ARA e DHA; è comunque maggiore che nel latte vaccino.

Minerali

Il latte materno contiene numerose altre sostanze quali bicarbonato, calcio, cloro, citrato, magnesio fosfato, potassio, sodio fosfato e tracce di cromo, cobalto, rame, fluoro, iodio, ferro, manganese, molibdeno, nickel, selenio, zinco. Essi hanno una elevata biodisponibilità e modulano l’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione degli altri nutrimenti. Il calcio come tutte le sostanze minerali, è più scarso nel latte umano rispetto a quello vaccino in questo modo non comporta un eccessivo carico osmotico renale con conseguenze negative in caso di perdita di liquidi in quanto i reni non sono ancora del tutto sviluppati. Il Latte umano contiene poco Ferro, ma la stessa cosa vale anche per quello di altri animali. Questo in realtà può essere un vantaggio, perchè il neonato ha abbondanti riserve di Ferro immagazzinate nel fegato o nella milza, ed un'alta concentrazione di

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Globuli Rossi nel sangue che poi decrescano fino a raggiungerre valori normali, dopo un certo periodo, in relazione alla crescita del bambino. In ogni caso, grazie all’alto contenuto di lattosio e vitamina C, il ferro contenuto nel latte viene meglio assorbito (50-70%) rispetto al ferro contenuto nel latte vaccino o formulato (10%).

Vitamine

Il contenuto vitaminico nel latte materno è fortemente influenzato nella dieta della nutrice e presenta ampie variazioni anche stagionali. I rilievi più importanti sono: Vitamina A Discretamente presente nel latte materno per cui l’alimentazione al seno copre il fabbisogno del neonato. Aiuta a prevenire la xeroftalmia e la carenza in genere.Vitamina B1, B2, B6Sono in genere un po’ scarse nel latte materno, se si effettia allattamento esclusivo al seno per un lungo periodo possono comparire lievi segni di carenzaVitamina B12Presente nel latte materno in concentrazione minore del latte vaccino.Vitamina CE’ essenziale nella sintesi del collagene. La vitamina C, contenuta in grande quantità nel latte umano, è quasi completamente assente dal latte di mucca, anche non pastorizzato. La produzione di vitamina C da parte delle ghiandole mammarie umane è così efficace che lo scorbuto, la malattia causata da carenza di vitamina C, non è mai stato riscontrato in bambini allattati al seno, neanche nel caso in cui la madre ne fosse affetta.Vitamina DLa vitamina D controlla la capacità del bambino di assorbire il calcio. La vitamina D deve provenire da fonti dietetiche solo in climi nordici, poichè è sintetizzata dall’organismo durante l'esposizione ai raggi solari. Se il bambino non prende abbastanza sole, può essere vittima del rachitismo, secondario a carenza di Vitamina D. E’ tuttavia improbabile che il bambino allattato al seno sviluppi una forma di rachitismo, perchè il latte materno ne contiene a sufficienza.Vitamina KE’ essenziale per la sintesi dei fattori della coagulazione. E’ presente in maniera scarsa nel latte materno, ma viene sintetizzata nell’intestino per opera della normale flora batterica. Solo nel neonato è opportuna la somministrazione di vitamina K alla nascita (profilassi della malattia emorragica del neonato), essendo l’intestino in quell’epoca ancora privo dei batteri sintetizzanti questa vitamina.

Acqua

Secondo Karen Pryor, i bambini ricevono dal latte della madre acqua in quantità sufficienti per le loro necessità metaboliche. Quando fa caldo, è la madre ad aver bisogno di una maggiore quantità d'Acqua e non il bambino allattato al seno. Il bambino nutrito con latte vaccino, invece, ha bisogno di acqua non solamente per il proprio metabolismo, ma anche per permettere ai reni di eliminare i sali e le proteine inutilizzabili. Così, oltre all'acqua aggiunta al latte artificiale, ha bisogno di bere acqua dal biberon, specialmente quando fa caldo. L'eliminazione delle

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proteine inutilizzabili è in gran parte compito dei reni. Questo può sollecitare un certo sforzo su di una funzione ancora immatura. Per anni generalmente si è ritenuto che i bambini nati prematuramente crescessero meglio con determinati tipi di latte artificiale in polvere, piuttosto che con il latte della madre. Alla fine i ricercatori si sono accorti che l'aumento di peso non era dovuto ad una effettiva crescita, ma ad una ritenzione di liquidi nei tessuti. Questo è il risultato della sollecitazione su reni immaturi, che non riescono ancora ad eliminare adeguatamente proteine in eccesso e sali minerali.

Ormoni

Nel latte materno sono rilevabili ormoni steroidei e tiroidei che possono mitigare la sintomatologia di un eventuale ipotiroidismo congenito rendendone più difficile la diagnosi; altri ormoni aiutano la digestione, le endorfine promuovono nel bambino un senso di rilassamento e di benessere. Pure presenti le prostaglandine che eserciterebbero una funzione protettiva a livello della mucosa intestinale del neonato.

Cellule del sistema immunitario

Il latte materno non è solo un alimento ma è una sostanza vivente con molte componenti biologiche che proteggono e favoriscono attivamente lo sviluppo del sistema immunitario. Un mm^3 di latte materno contiene ca. 4000 cellule viventi, che si suddividono principalmente in macrofagi e linfociti. I macrofagi hanno il compito di attaccare ed eliminare i germi estranei (fagocitosi). Proteggono pertanto sia il bambino che il seno della madre da infezioni e producono a loro volta altri anticorpi. I linfociti reagiscono immediatamente alla penetrazione di germi patogeni, comunicano con i fagociti e contribuiscono alla distruzione dell’antigene attraverso le Ig e in particolare IgA.

Allergie alle proteine del latteSi tratta di una vera e propria forma di allergia nei confronti delle proteine del latte vaccino (latte di mucca), soprattutto le lattoglobuline.Colpisce una piccola percentuale di bambini (1% - 2%) normalmente nei primi tre mesi di vita e solo raramente dopo il 6° - 18° mese. Interessa principalmente i neonati nutriti con latti artificiali o quelli che passano dal latte materno al latte artificiale o al latte di mucca, ma è stata riscontrata, pur se raramente, anche nei bambini allattati al seno, in quanto proteine del latte vaccino possono passare nel latte attraverso l'alimentazione della madre. In questi casi una correzione nell'alimentazione materna dovrebbe risolvere il problema. I sintomi sono diversi, possono coinvolgere diversi organi e apparati e comparire anche per dosi apparentemente insignificanti. Le reazioni possono essere immediate e ritardate. Shock e angioedema sono le reazioni immediate più gravi e pericolose. Altre manifestazioni hanno invece un andamento più subdolo e cronico e sono più difficili da riconoscere e da interpretare. Tra queste sono particolarmente frequenti l'orticaria e la dermatite atopica, i sintomi respiratori quali il sibilo asmatiforme, la dispnea, i raffreddori ricorrenti, il vomito persistente, le coliche intestinali e la diarrea che può essere anche

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molto grave, con perdite di sangue che possono portare a forme di anemia e ad un limitato accrescimento del bambino. Quando il bambino è alimentato ancora esclusivamente con il latte, il trattamento consiste semplicemente nel sostituire il latte vaccino con un prodotto alternativo. La dieta di eliminazione, così come la successiva dieta terapeutica, deve prevedere la assoluta assenza di proteine del latte vaccino dalla dieta del bambino, o dalla dieta materna nel caso che il bambino sia allattato al seno. A questo fine possono essere somministrati latti altamente idrolisati o latti di soia. I primi sono impiegabili in tutte le forme cliniche della APLV, anche se si consiglia una particolare cautela nei bambini con elevati valori di IgE specifiche per la seppur rara possibilità di reazione verso epitopi antigenici residuati alla idrolisi; i secondi sono sconsigliati nelle forme gastrointestinali della APLV, per la possibilità di indurre una successiva sensibilizzazione alla soia. Del tutto sconsigliati sono i latti HA, solo parzialmente idrolizzati, e il latte di capra, le cui caseine presentano un’elevata omologia (>90%) verso quelle contenute nel latte vaccino.

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Carmine Nappi – Ostetricia e Ginecologia Vol. I – Idelson – Gnocchi V. Maglietta – Puericultura – Casa editrice Ambrosiana Giustardi – La promozione dell’allattamento al seno T. Catanzani, P.Negri – Allattare, un gesto d’amore – Bonomi editore Carlo Agostoni – Il latte materno proprietà nutrizionali e protettive www.wikipedia.it www.scienzavegetariana.it www.unina.it www.my-personaltrainer.it www.unicef.it www.saninforma.it

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