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Sabato, 13 Aprile 2019 www.corrieredelmezzogiorno.it M anca poco alla domenica di Pasqua. Ot- to giorni. Nella grande città dove vivo, Roma, con Piazza San Pietro a pochi chilometri, uno e mezzo per l’esattezza, questa festività la sento molto, perché comincia l’arrivo in massa dei fedeli che puntualmente si mettono in fila per visitare i Musei Vaticani e la grande Basilica conosciuta in tutto il mondo. E Pa- squa si sa, è tra le più importanti festività dell’an- no liturgico. Ma i miei ricordi sono tutti legati alla Sicilia, a quei giorni in cui, non si faceva altro che stare per strada. Infatti, Pasqua nella mia terra ha dato origine a molte feste cittadine, che uniscono i momenti salienti della Passione, Morte e Resur- rezione di Gesù Cristo, con la ritualità popolare, le cui origini affondano in tempi antichissimi. Quello che colpisce delle feste pasquali sicilia- ne è la passione con cui la gente partecipa, non so- lo ai classici cortei e pellegrinaggi, ma anche nel- l’alternanza dei sentimenti tristi del lutto - per la morte del Redentore - a quelli allegri e festosi per la sua Resurrezione. E così in fila, mi vengono in mente quei momenti di angoscia e allegria che si alternavano tra loro, mentre noi ragazze, amiche e compagne di scuola, facevamo le immancabili vi- site ai Sepolcri il Giovedì Santo, facendo il giro delle chiese situate nel centro storico di Augusta, seguita dalla giustificata e ingenua gioia di un ge- lato condiviso tra noi, e l’indomani, all’alba, già tutte in piedi alle quattro, per aspettare intimorite il suono della tromba che annunciava lo strazio, il Venerdì Santo, che più santo non avresti mai im- maginato. Un silenzio assordante per le strade, riempito solo dalle note malinconiche di quella tromba, che con poco fragore ti catapultava den- tro al dolore del mondo. Quel mondo che aveva sacrificato un giorno Nostro Signore per la salvez- za di tutti. Per me il momento più alto era al pomeriggio, quando nella zona del paese che si affacciava sul mare, Gesù lo si faceva avvicinare a sua Madre, e avveniva il loro incontro. Si sfioravano nel mio im- maginario per portarsi conforto, e rassicurarsi a vicenda con uno sguardo. Molti piangevano, lo fa- cevo anch’io. Impossibile non cedere all’emozione davanti al mistero più dolce: l’amore tra una ma- dre e un figlio, che contempla anche capirsi senza dirsi nulla. Lì sul momento, non era facile ripren- dersi dallo sconvolgimento, e infatti, per qualche minuto, noi ragazze restavamo in silenzio, con- templando oltre alle due statue, anche l’immensi- tà del mare e la bellezza del Creato. E poi si tornava in via Principe Umberto, tra la folla e i suoi rituali. Bambini tenuti per mano dai genitori o dai nonni, ragazze truccate ed eleganti che cercavano sguardi di cui innamorarsi, e anziani che guardavano il passeggio compiaciuti per ciò che vedevano. Era una festa per tutti, anche per chi era venuto dai paesi limitrofi con le proprie bancarelle per vendere dolciumi e frutta secca. Finiva tutto con la domenica di Pasqua e quell’euforia mista a desi- derio di guardarsi dentro ti restava addosso a lun- go. Non prima però di aver acquistato nel negozio di abbigliamento più alla moda, l’abito della festa. Sì, anch’io più di una volta ho messo in croce mia madre (e qui l’analogia sembra fatta apposta, ma credetemi è stata un caso) per avere un vestito nuovo, e puntualmente, povera mamma mia, tro- vava sempre il modo per accontentare me e i miei fratelli, non senza sacrifici. Anche questa è Pa- squa, se non altro, un giorno speciale che ancora profuma di lieti ricordi e tenerezze formato fami- glia. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’amarcord Straziante ad Augusta il suono della tromba che annunciava il sacrificio di Cristo La domenica era festa con il vestito nuovo L’inserto speciale sui riti della Settimana Santa in Sicilia tra fede e folklore è a cura di Gabriele Bojano Settimana Santa TRA FEDE E FOLKLORE Quei riti nel silenzio di Catena Fiorello L’angosciael’allegria Ciòchecolpiscedellefeste pasqualiinSiciliaèl’alternanza deisentimentinellagente:dal doloreperlamortedelRedentore allagioiaperlasuaResurrezione

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Sabato, 13Aprile2019 www.corrieredelmezzogiorno.it

M anca poco alla domenica di Pasqua. Ot-to giorni. Nella grande città dove vivo,Roma, con Piazza San Pietro a pochichilometri, uno e mezzo per l’esattezza,

questa festività la sento molto, perché comincial’arrivo in massa dei fedeli che puntualmente simettono in fila per visitare i Musei Vaticani e lagrande Basilica conosciuta in tutto ilmondo. E Pa-squa si sa, è tra le più importanti festività dell’an-no liturgico. Ma i miei ricordi sono tutti legati allaSicilia, a quei giorni in cui, non si faceva altro chestare per strada. Infatti, Pasqua nella mia terra hadato origine a molte feste cittadine, che unisconoi momenti salienti della Passione, Morte e Resur-rezione di Gesù Cristo, con la ritualità popolare, lecui origini affondano in tempi antichissimi.Quello che colpisce delle feste pasquali sicilia-

ne è la passione con cui la gente partecipa, non so-lo ai classici cortei e pellegrinaggi, ma anche nel-l’alternanza dei sentimenti tristi del lutto - per lamorte del Redentore - a quelli allegri e festosi perla sua Resurrezione. E così in fila, mi vengono inmente quei momenti di angoscia e allegria che si

alternavano tra loro,mentre noi ragazze, amiche ecompagne di scuola, facevamo le immancabili vi-site ai Sepolcri il Giovedì Santo, facendo il girodelle chiese situate nel centro storico di Augusta,seguita dalla giustificata e ingenua gioia di un ge-lato condiviso tra noi, e l’indomani, all’alba, giàtutte in piedi alle quattro, per aspettare intimoriteil suono della tromba che annunciava lo strazio, ilVenerdì Santo, che più santo non avresti mai im-maginato. Un silenzio assordante per le strade,riempito solo dalle note malinconiche di quellatromba, che con poco fragore ti catapultava den-tro al dolore del mondo. Quel mondo che avevasacrificato un giorno Nostro Signore per la salvez-za di tutti.Per me il momento più alto era al pomeriggio,

quando nella zona del paese che si affacciava sul

mare, Gesù lo si faceva avvicinare a sua Madre, eavveniva il loro incontro. Si sfioravano nelmio im-maginario per portarsi conforto, e rassicurarsi avicenda con uno sguardo.Molti piangevano, lo fa-cevo anch’io. Impossibile non cedere all’emozionedavanti al mistero più dolce: l’amore tra una ma-dre e un figlio, che contempla anche capirsi senzadirsi nulla. Lì sul momento, non era facile ripren-dersi dallo sconvolgimento, e infatti, per qualcheminuto, noi ragazze restavamo in silenzio, con-templando oltre alle due statue, anche l’immensi-tà delmare e la bellezza del Creato. E poi si tornavain via Principe Umberto, tra la folla e i suoi rituali.Bambini tenuti permano dai genitori o dai nonni,ragazze truccate ed eleganti che cercavano sguardidi cui innamorarsi, e anziani che guardavano ilpasseggio compiaciuti per ciò che vedevano.

Era una festa per tutti, anche per chi era venutodai paesi limitrofi con le proprie bancarelle pervendere dolciumi e frutta secca. Finiva tutto con ladomenica di Pasqua e quell’euforia mista a desi-derio di guardarsi dentro ti restava addosso a lun-go. Non prima però di aver acquistato nel negoziodi abbigliamento più alla moda, l’abito della festa.Sì, anch’io più di una volta ho messo in croce miamadre (e qui l’analogia sembra fatta apposta, macredetemi è stata un caso) per avere un vestitonuovo, e puntualmente, povera mamma mia, tro-vava sempre il modo per accontentare me e i mieifratelli, non senza sacrifici. Anche questa è Pa-squa, se non altro, un giorno speciale che ancoraprofuma di lieti ricordi e tenerezze formato fami-glia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’amarcordStraziante ad Augustail suono della trombache annunciavail sacrificio di CristoLa domenica era festacon il vestito nuovo

L’insertospeciale sui ritidella SettimanaSanta in Siciliatra fedee folkloreè a cura diGabriele Bojano

Settimana SantaTRA FEDE E FOLKLORE

Quei riti nel silenzio

di Catena Fiorello

L’angosciael’allegriaCiòchecolpiscedellefestepasqualiinSiciliaèl’alternanzadeisentimentinellagente:daldoloreperlamortedelRedentoreallagioiaperlasuaResurrezione

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PA2 Sabato 13 Aprile 2019 Corriere del Mezzogiorno

Q uest’anno la Sicilia èla destinazione piùambita dai turisti perle festività pasquali.

Lo confermano i numeri, cheregistrano un incrementodelle preferenze tra i viaggia-tori. L’isola piace per la cuci-na, il bel tempo e la possibilitàdi coniugare la visita delle cit-tà d’arte con l’occasione di unbagno fuori stagione. Se nonavete ancora deciso cosa fareper le prossime festività pa-squali vi suggeriamo qualcheitinerario da provare. All’in-terno di questo speciale po-trete lasciarvi suggestionaredai riti della Settimana Santadi Enna o nel barocco ibleo aScicli. E ancora, a Castelvetra-no nel Trapanese, o ad Adra-no nella zona etnea. Per ragio-ni di forza maggiore questoelenco apparirà incompleto,perché nelle grandi città ogniparrocchia mette in scena lapropria processione, nei pic-coli borghi invece è gara a chirende più bella la via crucis.Il nostro tour parte dal ca-

poluogo: il centro storico sianima con le spettacolari pro-cessioni del dramma di CristoMorto. Almeno tre le più inte-ressanti: quella dei Cocchieri,della Confraternita di MariaSantissima Addolorata dellaSoledad e dei Cassari; tante al-tre sono organizzate nei varirioni della città, come quelladella chiesa di Santa Caterina.In provincia una delle più

affascinati è quella di Prizzicon il ballo dei Diavoli chemescola sacro e profano. APasqua la Morte e i Diavoliporteranno scompiglio e ten-teranno di impedire l’incon-tro tra la Madonna e il Cristorisorto. Nel giorno del lunedìdell’Angelo, tutto il paese diTerrasini ammira con gli oc-chi all’insù la «Festa di liSchetti», gli schetti in dialetto

siciliano sono gli scapoli. Eogni anno, gli uomini in cercadi moglie si misurano in unaprova di destrezza con la qua-le lo scapolo dimostra tutta lasua abilità e la forza fisica in

modo da conquistare il cuoredell’amata ragazza. Una provafisica che vede i giovani delpaese tentare di alzare un al-bero di arancio dal peso di 55chili con una sola mano di-

antiche in siciliano. A Calta-nissetta si comincia il merco-ledì Santo per la processionedella Real Maestranza, unadelle più antiche dell’isola. Ilpersonaggio principale delcorteo è il Capitano, ma sieleggono lo scudiero, l’alfieremaggiore, i portabandiera egli alabardieri.Ad Agrigento la processio-

ne del Cristo che si dirige ver-so la chiesa dell’Addolorata.Dalla cattedrale esce la statuadi Cristo che incontrerà amezzanotte la Madre davantialla chiesa di San Domenico,dove si terrà l’omelia del ve-scovo. A San Biagio Platanimoltissimi giovani il venerdìsanto si impegneranno nel«Mortorio», una rappresenta-zione della passione di Cristo.Nel Ragusano a Modica la

Pasqua è caratterizzata dal-l’immancabile appuntamentocon la «Madonna Vasa-Vasa»,una delle feste più partecipa-te. Due processioni sfilanoper le vie di Modica accompa-gnate dalla banda musicale.:una con il simulacro del Cri-sto risorto e l’altra con quellodella Madonna, coperta da unvelo nero a lutto. NelMessine-se a San Fratello c’è la «Festadei Giudei»: gruppi di perso-ne impersonano più demoniallegri e chiassosi che i carne-fici di Cristo, scorrazzano peril borgo suonando trombe edisturbando le manifestazio-ni religiose, senza però prof-ferire parola.Chiudiamo con la zona di

Catania, a Biancavilla si partecon il Venerdì santo: dall’albae fino al tramonto, la «Cercadell’Addolorata», una lungaprocessione di 7 ore del simu-lacro cereo di Maria alla ricer-ca del figlio, lungo le vie delpaese e i luoghi del dolore.

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

La prova

Nel lunedìdell’Angelo,tutto il paese diTerrasiniammira con gliocchi all’insù la«Festa di liSchetti» ovverogli scapoli. Eogni anno, gliuomini in cercadi moglie simisurano inuna prova diprova fisica chevede i giovanidel paesetentare dialzare unalbero diarancio dalpeso di 55 chilicon una solamanodimostrandoforza e virilità.

TraCaltanissettae AgrigentoMomentidi grandecoinvolgimentoemotivodelle sacrerappresentazioni di Pasquache si svolgononei duecapoluoghisiculi

Schetti,figurantielamentatoriL’altraPassione

2È la posizione che occupa Catania,alle spalle di Londra, tra lepreferenze per il ponte del primomaggio. La terza meta è Lisbonamentre Napoli si classifica quinta.

mostrando forza e virilità. ASciara per le vie del paesemartedì prossimo andrà inscena la rappresentazione vi-vente della via Crucis. Il grup-po parrocchiale Shalom diSant’Anna a Sciara, guidata dadon Claudio Grasso, organiz-za da un paio di anni una pro-cessione che accoglie i fedelida tutti i paesi vicini.A Marsala la processione

dei Misteri viventi offre unaVia Crucis. diversa dall’imma-ginaria consuetudine, imper-sonata da attori e figurantiche danno vita ad una sfilatadi cinque ore. A San Cataldo, apochi chilometri da Caltanis-setta, da non perdere il corteostorico con costumi romani,bighe e i vari quadri della pas-sione con centinaia di figu-ranti, mentre a Mussomeli, intutte le parrocchie, fino a ve-nerdì ci saranno i lamentato-ri, che canteranno lodi sacre

UntourtraletradizionidellaSettimanaSantacherichiamanosemprepiùturisti:Terrasini,scapoliinfestaMarsala,sfilatadi5oreMussomeli, lodiindialetto

Il focus La Sicilia si conferma sempre più meta turistica.Gli aeroporti Punta Raisi e a Fontanarossacrescono a doppia cifra e gli arrivi delle navi dacrociera prospettano una Pasqua che puòfavorire un’importante crescita nel settoreturistico, in particolare a Palermo e a Catania,ma sullo sfondo c’è il timore che il boom nonsia strutturale ma solo momentaneo epotrebbe calare nei prossimi mesi. Sembra chePalermo goda ancora dell’attenzione mediatica

suscitata da Palermo Capitale della Cultura2018 e che Catania stia diventando una vera eproprio metropoli capace di offrire ai suoi turistii mezzi necessari per muoversi nel territorio.Ancora una volta le due città siciliane siconfermano protagoniste del turismo nelperiodo pasquale. Secondo Jetcost, Cataniasarebbe la destinazione preferita dagli italianiper trascorrere la Pasqua e tra le 12 metenazionali più ambite, c’è anche Palermo. .

Le previsioniTurismo a Pasqua,Palermo e Cataniafaranno boom

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Corriere del Mezzogiorno Sabato 13 Aprile 2019PA3

La tradizione

È uno dei riti pasqualipiù suggestivi dell’inte-ra Sicilia. È quello cheda secoli si celebra nel-

la città di En-na. Con le sue confraternite,la Settimana Santa ennesecoinvolge oltre 3mila confratiche rappresentano pratica-mente un decimo dell’interapopolazione del piccolo ca-poluogo siciliano. Come spie-ga lo scrittore Salvatore Pre-sti, furono gli spagnoli a in-trodurre, nel XVI secolo, i ritidella passione e morte di Cri-sto a Enna. Partendo propriodalle confraternite. Un tempola città di Enna contava ben 34confraternite. Oggi sono 16.Dalla più antica, quella delSantissimo Salvatore, fondatanel 1261 alla più giovane, quel-la di Sant’Anna, fondata appe-na otto anni fa. Inizialmentenate come corporazioni, leconfraternite di Enna vennerotrasformate in seguito in as-sociazioni religiose. Ognunadi esse aveva compiti ben pre-cisi: la Congregazione deiBianchi, organo del Santo Uf-fizio, amministrava la giusti-zia religiosa; la Compagniadella Passione si occupavadelle opere di carità; la Con-fraternita di Maria SantissimaLa Donna Nuova si dedicavaalla cura degli ammalati di

peste, mentre l’Arciconfrater-nita delle Anime Sante delPurgatorio assisteva i condan-nati a morte. Cadute le anti-che attribuzioni, oggi le con-fraternite sono regolamenta-te da propri statuti e fanno ca-po ad un organo superiore, ilCollegio dei Rettori e dipen-dono dalla Diocesi.Mistica e insieme suggesti-

va è l’atmosfera che caratteriz-za la processione del VenerdìSanto, per secoli rimasta im-mutata. Il rito inizia alle ore 18ed è illuminato dalla luce del-le fiaccole, accompagnato damarce funebri e dal ritmo deitamburi a lutto. Dice il vero ilparroco del Duomo ed assi-stente spirituale del Collegiodei rettorimonsignor Vincen-

zo Murgano quando afferma:«La nostra Settimana Santa èla testimonianza di fede di unpopolo che crede nel figlio diDio morto e risorto per noi. AEnna non ci sono spettatori,tutti partecipano all’evento,sia dentro che fuori dalla pro-cessione». Per l’assessore co-munale agli Eventi FrancescoColianni, «è un momento di

straordinaria devozione po-polare grazie alla quale è pos-sibilemostrare e raccontare lacittà di Enna e condividerne itesori, siano essi monumenti,riti o tradizioni popolari».Dalla domenica delle Pal-

me fino alla domenica in Al-bis, ad Enna è un ripetersi diprocessioni, celebrazioni, ritiantichi ed ancestrali che tro-vano il loro momento apicaleproprio nel venerdì di passio-ne che precede la Pasqua.Dopo il rito dell’Adorazio-

ne della Croce che viene cele-brato in ogni parrocchia in-torno alle ore 15, iniziano a ra-dunarsi in Duomo tutte le 16confraternite cittadine, il fer-colo della Madonna Addolo-rata e l’urna del Cristo depo-sto.Alle ore 19 parte dalla chie-

sa madre la solenne proces-sione che vede sfilare per levie della città oltre 300 con-frati incappucciati. Il percor-so attraverso il cuore della cit-tà antica, via Roma, viale Diaz,poi la sosta al piazzale del ci-mitero per la benedizione deifedeli con la Spina santa. Unareliquia alla quale gli Ennesisono devotissimi e che, se-condo la tradizione, sarebbeappartenuta alla corona dispine sul capo di Cristo. Laprocessione poi fa rientro inDuomo quindi le singole con-fraternite rientrano ciascunanella propria sede, accompa-gnati dalla Banda “Città di En-na” e dal coro Passio Hennen-sis. I riti si concludono a nottetarda.

Giorgio Vaiana© RIPRODUZIONE RISERVATA

Enna, il rito dei 300 incappucciatiLa solenne processione del Venerdì santo: nessuno è spettatore, tutti partecipano

EmozioniIl momentoclou dellasolenneprocessionedel Venerdìsanto con le 16confraternitead Enna

La vicenda

● Dalladomenica dellePalme fino alladomenica inAlbis, ad Enna èun ripetersi diprocessioni eriti antichi chetrovano l’apicenel Venerdìsanto. Perl’assessorecomunale agliEventiFrancescoColianni «unmomento distraordinariadevozionepopolare che ciconsente dimostrare lacittà di Enna e isuoi tesori».

La processione dei Misteri di Trapani 2019 avràinizio nel giorno di Venerdì santo e durerà fino alpomeriggio del Sabato santo. Alle 14 del Venerdìsanto, i gruppi escono dalla chiesa del Purgatorio,portati in spalla dai “Massari” o da volontari,accompagnati da bande musicali, per poi dirigersilungo le principali vie della città, per 24 ore senzainterruzioni. La Settimana santa a Trapani inizia ilmartedì con la Madonna dei Massari, mercoledìcon la Madre Pietà del popolo mentre venerdì ci

sarà l’ultima scinnuta, quella dell’Addolorata cheparte dalla chiesa del Purgatorio. La processionedei Misteri di Trapani è una tradizione che si ripeteda circa 400 anni ed è sempre stata aperta daimembri della Confraternita di San Michele, concasacca rossa e cappuccio bianco. Nel 2000, ilvescovo di Trapani ne ha vietato la presenza. Èscomparsa così una delle figure più tradizionali,quelli che comunemente venivano chiamati“incappucciati”.

Diktat vescovileInvece a Trapanivietato il corteocon volto coperto

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PA4 Sabato 13 Aprile 2019 Corriere del Mezzogiorno

L’evento

Resuscita dell’Uomu VivuA Pasqua Scicli urla di gioiaUn momento di letizia per tutti i credenti al culmine dei riti della Settimana Santama anche una sferzata di energia necessaria per far oscillare la statua del Cristo

C on la Pasqua l’annun-cio della Resurrezioneè unmomento di gioiaper tutti i credenti

proprio perché si esalta l’ani-mo umano che sa di poter an-dare oltre la morte. A Scicliquesti sentimenti irromponosenza remore, a volte oltre-passando i canoni religiosidella cristianità al punto dadiventare, per alcuni aspetti,quasi un’esplosione di gioia(non a caso il nome del CristoRisorto di Scicli viene chia-mato affettuosamente cosìdai fedeli). L’Uomo Vivo ri-prende la propria carnalità enel suo ridiventare uomoesprime da ogni prospettiva ilproprio desiderio di far festa.La Sicilia non è nuova a con-nubi di sacro e profano che,probabilmente, hanno origi-ne da un animo dai mille co-lori, da molteplici radici, dainfinite sfaccettature, dallaforza di chi vive su una terrascelta dagli dei. Quel notissi-mo dondolio che diventa eu-foria, coinvolgendo tutti isensi, che trascende la consa-pevolezza di una natura ma-trigna per innalzare il suo es-sere, e perfino il suo corponudo, in una danza che ne tra-volge i pensieri facendo sì chel’effetto catartico possa final-mente lasciar sfogo ad ogniemozione.Allora ben venga ‘U Gioia di

Scicli, così che possa resusci-tare gli spiriti e portare unsenso di rinnovamento gene-rale nella vita moderna. Ilconvulso piroettare della sta-tua, che si china un po’ a de-stra e un po’ a sinistra quasi atoccare la testa dei fedeli inprocessione la domenica del21 aprile è un inno alla vitalitàgiovanile. Non a caso, il co-pioso gruppo di giovani che

s’impossessa della statua delCristo sciclitano all’internodel santuario di Santa MariaLaNova è una sferzata di ener-gia allo stato puro. In scena c’èla rappresentazione della for-za fisica che in fondo è ciò cheserve per alzare in aria con lepotenza delle braccia le astedella portantina e far oscillareritmicamente la scultura altadue metri e 15 centimetri,opera dello scultore settecen-tesco Francesco Pastore e pe-sante come un tronco di tiglioda cui è stata ricavata.

La domenica di Pasqua a Buccheri, in provincia diSiracusa: esplode la gioia per la Resurrezione di Cristo

non è di certo l’unico, infatti,tutti i riti della Settimana San-ta sono stati iscritti dalla Re-gione Sicilia nel registro delleEredità Immateriali.Sono tante le processioni

che scandiscono il periodopasquale: domani pomerig-gio viene portato in proces-sione il simulacro dell’Addo-lorata di Santa Maria la Nova,mentre il Martedì santo sfila ilcorteo dell’Addolorata di SanBartolomeo. Come in moltipaesi dell’entroterra siciliano,davvero suggestiva è la seradel Venerdì santo segnata dal-l’immancabile traslazione delsimulacro della Madonna Ad-dolorata, detta “dell’Ospeda-le” che dalla chiesa di SanGiovanni si incammina versola chiesa di Santa Maria la No-va, lì ad aspettarla c’è una tecadi vetro in cui è riposto il cor-po del Cristo Morto portato aspalla dai fedeli. Unmomentodi raccoglimento che anticipala grande “Resuscita” del Sa-bato santo scandito dall’odoredella polvere da sparo dei fuo-chi d’artificio.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

In dialetto

● U PassiuSantu, Pasquaa Buccheri:torna la ViaCrucis viventedialettale, il 19aprile. Nelpiccolo centrodel SiracusanoLa SettimanaSanta si apredomani,Domenica dellePalme, con laprocessionedell’ingresso aGerusalemme.L’eventoculmina nelgiorno delVenerdì santo:Tutto inizia conU Prucessu. LaPassione èraccontata da90 attori incostume cherecitano insicilianocompletamen-te in rima

Castelvetranocome2000annifaOggiedomani«Tuttoècompiuto»

«T utto è compiuto». È questo il tema didue rappresentazioni sacre che sitengono oggi e domani presso il par-

co Fattoria Rosario Carimi a Castelvetrano. Qua-ranta attori ed ottanta figuranti faranno rivive-re, in una ambientazione simile a quella reale diduemila anni fa, la Passione di Cristo dal mo-mento dell’arresto nell’orto degli ulivi sino allaCrocifissione e poi alla Resurrezione.Il parco è esteso oltre 10.000 metri quadrati

ed è coltivato ad oliveto, ospita un numero ele-vatissimo di animali di specie diverse. Il sacroevento sarà rappresentato con effetti scenogra-

fici suggestivi. Attori, figuranti, monumenti sa-cri e costumi dell’epoca realizzati da una equipedi sarte. L’ideatrice, regista e scenografa è SilviaRizzo che si è liberamente ispirata agli scritti deLa Passione del Signore di Anna KatharinaEmmerick.«Il progetto si propone di descrivere con sor-

prendente precisione e in dettaglio - spiega laregista - le ultime azioni di Gesù e dellaMadon-na. L’idea nasce dal fatto che io e il mio compa-gno, Filippo Carimi, avevamo già realizzato congrande successo il “Villaggio di Betlemme”, loscorso dicembre e quindi abbiamo pensato dicreare un secondo evento che raccontasse la vi-ta di Gesù, la sua sofferenza e la Resurrezione».Il parco fattoria Rosario Carimi, nasce dalla

volontà del piccolo Rosario, scomparso prema-turamente a causa di un brutto male. Il padreFilippo ha deciso con la sua compagna, SilviaRizzo, di realizzare il sogno del figlio e oggi si

dedicano entrambi alla cura degli animali inmemoria del piccolo che amava la natura in tut-te le sue espressioni.Il pubblico, guidato da una voce narrante

fuori campo, assisterà all’incontro di Gesù coidiscepoli, durante quella che sarebbe stata“l’ultima cena”, al tradimento e all’arresto.Particolarmente significativo il tormento di

Giuda, interpretato da Giuseppe Cimarosa che,perseguitato da un esercito di demoni, non re-sisterà al rimorso decidendo di porre fine allapropria esistenza, impiccandosi.La “Via Crucis” particolarmente toccante e

suggestiva, vedrà Gesù ed i due ladroni attraver-sare il parco tra il pubblico, cadere, e rialzarsi.Chiunque vorrà assistere alla rappresentazionepotrà farlo acquistando in loco, un biglietto delcosto di 5 euro.

B. G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LaResurrezione sciclitana ègioiosa, solare, suscita alle-gria vera alla folla, riuscendoad esaltarla, a renderla viva, aunirla nella religiosità comeben poche altre manifestazio-ni sanno fare. «Gioia, Gioia,Gioia» si sente invocare e gri-dare di continuo da ogni an-golo della cittadina ragusana,una parola apparentementesemplice ma che sviluppa neifedeli un grande spirito d’ap-partenenza. NaturalmenteL’Uomu Vivu è il culmine de-gli eventi attesi a Scicli ma

Solennità e magnificenza nei ritipasquali della Settimana Santa aPiana degli Albanesi: qui la chiesa sidistingue per il rito greco-bizantino,la liturgia è ricca di simbolismi e lacomunità arbëreshë è capace diattrarre turisti da tutto il mondo. Icostumi della tradizione prendonoaria, le uova si colorano di rosso e ipanaret (un dolce tipico) si

cuociono in forno. Ieri, secondol’antica usanza, si è cantato di casain casa il miracolo dellaresurrezione di Lazzaro. I cantorihanno chiesto in cambio delleuova. Domani, Domenica dellePalme, il vescovo attraverserà ilcorso principale in groppa ad unasinello, ricordando così l’ingressodi Gesù a Gerusalemme.

L’altra Via crucisPiana degliAlbanesi, Passionein stile arbëreshë

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Corriere del Mezzogiorno Sabato 13 Aprile 2019PA5

Lo spettacolo L’altra festa tra sacro e profanoA Prizzi i demoni in tuta rossa ballano con la Morte vestita di gialloMa i diavoli sono di scena a Pasqua anche a Prizzi , nelPalermitano, dove si svolge una spettacolare festa che corresul confine tra il sacro e il profano e scalda gli animi dellagente con antichi riti. La domenica di Pasqua, a Prizzi, bisognastare attenti alla Morte! La riconoscerete dall’abito giallo, dalghigno stampato sulla maschera e dalla balestra; è lei ascegliere tra il pubblico le vittime che condurrà all’inferno.

Una volta prese, le vittime saranno accompagnate dai Diavoliin una casa. Qui hanno una sola possibilità di riscattare lapropria anima: dovranno pagare un obolo, una piccola offertadi denaro! A differenza della Morte, i Diavoli vestono una tutarossa e indossano una grande maschera. Gomito a gomitocon la Morte, trascorrono la giornata importunando eimprigionando le persone. Ma alla fine vinceranno gli Angeli.

I l trionfo della morte, iltrionfo della vita. AdAdrano, in provincia diCatania La Diavolata e

L’Angelicata sono i momentipiù attesi della Pasqua.Sono presenti l’Inganno, il

Dolore e il Trionfo: la Passio-ne, laMorte e la Resurrezionedi Cristo. I riti della settima-na santa vantano una tradi-zione lunga di oltre 250 anni.Gli adranesi in dialetto chia-mano la festa I Diavulazzi diPasqua ed è una delle cele-brazioni dove maggiormentesi intrecciano elementi di de-rivazione pagana ed elementispecificamente cristiani.La sacra rappresentazione

prende le spunto da un testodal titolo La Resurrezionescritto nel 1752 da un poetalocale, don Anselmo Lauda-ni. La tradizione si rinnova lamattina del giorno di Pasqua.Poco prima della rappresen-tazione vengono portati ingiro per la città i tre protago-nisti del dramma sacro, ilSalvatore, che indossa unmantello rosso, la Madonnavestita di rosa e l’Angelo conun ricco abito coperto di na-stri colorati e coccarde.L’incontro avverrà dopo la

rappresentazione della Re-surrezione, cioè della Diavo-lata e dell’Angelicata.Una rappresentazione sce-

nica in cui si assiste inizial-mente al trionfo della mortecon i diavoli che esultano al-l’inferno e successivamenteal trionfo della vita con gliangeli che annunciano la re-surrezione di Cristo.La sacra rappresentazione

settecentesca della Diavola-ta, in gergo I Diavulazzi diPasqua, viene messa in sce-na da attori locali che tra-

cere l’umanità a restare dan-nata, perché il cadavere diGesù Cristo, che è risorto,non è più nel sepolcro, mainterviene l’Arcangelo Mi-chele che sconfigge definiti-vamente Lucifero, liberandol’umanità.Segue L’Angelicata, rap-

presentazione che costituivala seconda parte del drammadi don Laudani ma che vienemesso in scena solo dal 1980.

un angelo annuncia all’uma-nità la redenzione degli uo-mini.Da alcuni anni la rappre-

sentazione viene ripropostala sera, in uno scenario resoparticolarmente suggestivodall’illuminazione che esaltale bellezze artistiche deglistorici edifici e del maestosoCastello Normanno.

Francesca Capizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Diavoli e angeliAd Adrano è lottatra il male e il bene

Unarappresentazionedi fedeispirataauntestodel1752Unatradizionechesi rinnovainprovinciadiCatanialamattinadelgiornodiPasquaLuciferoe l’arcangeloMicheletra iprotagonistidellasfidaPoiMaria incontraGesù

Il dramma narra l’incontrotra Maria e il figlio risorto, ilquale la proclama Regina delCielo.Terminata la sacra rappre-

sentazione, davanti la chiesadi Santa Chiara, avviene l’in-contro tra Maria e Gesù, lacosiddetta “Pace”. LaMadon-na, che già dalla mattina eraalla ricerca del figlio risorto,incontra finalmente il Salva-tore, tocca la piaga del figlio e

mandano di padre in figlio imodi, i gesti, e i versi di que-sta storica manifestazione. Sisvolge nella piazza Umberto,i personaggi principali sono idiavoli, quindi Lucifero, Bel-zebù e Astarot. La Morte,eterna nemica dell’uomo,l’umanità, simbolo della spe-ranza, e l’Arcangelo Michele,acerrimo avversario del de-monio.I diavoli cercano di convin-

DomenicaA Pasqualsi rappresentacome ogni annola Diavolatae L’Angelicata

I Giudei

● Dal forteretaggiomedioevale èla SettimanaSanta di SanFratello,piccolo centronebroideo delMessinese, chesi caratterizzaper la Festa deiGiudei: dalMercoledì alVenerdì santoun gruppo diinquietantiuomini concasaccabianca,pantalonirosso e gialloriccamentericamati e uncappucciorosso checopre del tuttoil volto.invadono lestrade alsuono ditrombe, catenee urla festanti.

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PA6 Sabato 13 Aprile 2019 Corriere del Mezzogiorno

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zione destinata a cambiare ilfuturo dell’azienda - che da ol-tre 100 anni è nelle mani sem-pre della stessa famiglia -aprendola a nuovi segmentidi mercato. Ma è l’attenzioneverso ciò che la circonda cherende Dolfin una ditta diffe-rente dalla altre. Non a caso, lamaggior parte dei suoi pro-dotti può essere consumataserenamente da bambini eadulti con intolleranza al glu-tine. Per certificare questaidoneità, Dolfin è iscritta datempo all’Associazione Italia-na Celiachia, emolti trai i suoi

N elle settimane cheprocedono Pasqua sisente a distanza il pro-fumo di cioccolato

che emana nell’aria lo stabili-mento Dolfin di Riposto (Ca-tania). «Sono tre milioni – af-ferma Santi Finocchiaro, pre-sidente di Dolfin Spa - le no-stre uova prodotte ogni annoe vendute in Italia, Portogalloe Spagna, complete di sorpre-sa mentre nel Regno Unitovengono vendute senza sor-presa. La nostra impresa è og-gi uno dei principali playernel mercato delle uova di Pa-squa in Italia, un mercatosempre in crescita con unaqualità sempre migliore e che“vale” complessivamente ben260milioni di euro».Finissimo cioccolato, sia al

latte che fondente, viene av-volto nei colorati incarti deibrand più amati dai bambini,dagli idoli dei cartoni animaticome Masha & Orso, TreninoThomas, Bing fino aHello Kit-ty, Maggie & Bianca e all’uovodello storico marchio delle fi-gurine Panini, con le adrena-lin cards e i grandi campioniper giocare partite online. In-fatti, grazie all’expertise e allaqualità dei prodotti, a Dolfinviene affidata la realizzazionedelle uova dei più noti brandai quali si aggiunge anche lacollezione Don Giovanni rea-lizzata con purissimo ciocco-lato fondente e pistacchio, es-senza siciliana di alta pastic-ceria. Quest’uovo è un omag-g io a l papà de i f r a te l l iFinocchiaro, Giovanni, chenel 1964 avviò la fortunataproduzione delle uova di cioc-colato all’interno dell’azienda,nata nel 1914 aGiarre come ca-ramellificio.Una nuova linea di produ-

Le uova di Pasquache fanno beneall’ambiente

Da 10 anni l’azienda Dolfininveste nell’ecosostenibilitàParco fotovoltaico sui tettie le cannucce in maisper essere plastic-free

Tre milioniSono le uovaDolfin cheogni annoda Riposto (Ct)raggiungonoil resto d’Italia ,Spagna,Portogalloe Regno Unito

prodotti sono inseriti nelprontuario distribuito agliiscritti. Inoltre, dal 2009 hapianificato una serie d’impor-tanti d’investimenti a breve,medio e lungo termine a favo-re dell’ecosostenibilità. Traquesti c’è il parco fotovoltaicocon centinaia di pannelli po-sizionati sui tetti dei capanno-ni della sede di Riposto chetrasformano la luce del sole inenergia utilizzata nello stabi-limento, consentendo così diridurre significativamente leemissioni di anidride carbo-nica (Co2) nell’aria. All’appel-

lo non manca anche la diffe-renziazione di tutti i rifiutidella produzione industriale.Infatti, i ghiaccioli sottope-

so e il cioccolato non confor-me vengono triturati fino a di-ventare biomassa che una im-presa esterna, tramite dige-store, trasforma in biometanoe quindi in energia rinnovabi-le. Invece, le vasche di depura-zione delle acque reflue ven-gono utilizzate per irrigare igiardini circostanti, monito-rate a distanza tramite sensoricollegati a smartphone, ado-perabili da remoto per modi-

ficare dosaggi per riequilibra-re il Ph, azionare pompe o re-golare soffianti del depurato-re. Sempre a tematica green”è il lancio della prima ecocan-nuccia in Italia, realizzata inmais per uno dei suoi prodot-ti di punta, i Polaretti MagicMilk. «Solo nel 2019 Dolfinsalverà il pianeta da 21milionidi cannucce in plastica», con-clude Finocchiaro che ha vo-luto adeguare sin da subito lasua azienda alla normativaeuropea plastic-free.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bambini a lezione di cioccolatoLa scuola golosa di Bonajuto

N on c’è niente di meglio che “giocare” a fareilmaître chocolatier nel periodo più dolcedell’anno, Pasqua. Immergere le mani nel

cioccolato è per i più piccoli un’esperienza grati-ficante, soprattutto se si svolge all’interno di unvero e proprio laboratorio di cioccolato, come ilFattojo Bonajuto a Modica. «Abbiamo semprepensato al Fattojo Bonajuto come un luogo vivodi produzione e scambio di saperi. – confessaPierpaolo Ruta, titolare dell’Antica Dolceria Bo-najuto - In questo contesto ci sembra naturaleiniziare un percorso con un laboratorio per bam-bini dove poter “giocare” col cioccolato e far co-noscere comenasce una tavoletta, il percorso checompie. Il viaggio della fava di cacao dai luoghi diorigine al luogo di produzione». Riservati aibambini dai 5 ai 10 anni, il laboratorio #Bonaju-toForKids aprirà i battenti, il 18 aprile (ore 11 e ore17) e darà la possibilità ai più piccoli di decorare ilproprio ovetto di cioccolato Bonajuto, gustareuna golosamerenda e partecipare ad una lezione

sul cioccolato a misura per loro. Cinquanta mi-nuti di puro gusto, per un numero limitato di po-sti, alla scoperta della vera fabbrica di cioccolato.Così i babyMasterchef non hanno più bisogno

di versioni romanzate di Umpa Lumpa e WillyWonkama sono vogliosi di apprendere concreta-mente come in questo caso la trasformazionedella fava di cacao; dalla fase di tostatura, di fran-tumazione delle fave e di conseguenza la separa-zione delle bucce dalla granella, alla macinaturacon un mulino a pietra per ottenere la massa dicacao che, unita allo zucchero, darà vita alla tavo-letta della più antica fabbrica di cioccolato in Si-cilia. Inoltre, durante l’appuntamento grandi epiccini potranno scoprire anche tutte le preliba-tezze che Bonajuto lancia in vista della Pasqua,seguendo l’antico processo di lavorazione a fred-do del cacao. Dalle classiche uova di cioccolatoalla cannella con le versioni decorate per adulti ebambini, alle ultime arrivate: l’elegante uovo dia-mante alla cannella e le uova Bonajuto trapunta-te. Effetto matelassé sia per la versione dark allavaniglia che per quella pink al cioccolato biancoed estratto di paprika rosa, entrambe decoratecon piccoli pois bianchi realizzati con burro dicacao, latte intero in polvere e zucchero.

Ve. Co.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pannelli solari Il cartello del parcofotovoltaico installato sui tettidel capannone di Riposto

Peccati di gola/1 Per la Pasqua 2019, la Di Stefano rompe glischemi, abbinando le sue colombe al gelato.Lasciandosi ispirare dal rituale tipicamentesiciliano, che accompagna il gelato o la granitacol pane, l’azienda dolciaria di Raffadali (Ag) hasostituito il pane con le sue colombe, creandoquattro ricette per una Pasqua golosamentesiciliana. Tra gli abbinamenti c’è quello tra la“Colomba Carrubo, Arancia & Cioccolato”, la cuipeculiarità è l’impasto senza burro, e il gelato

alla ricotta e scorzette d’arancia. Saporeesaltato dal gusto deciso della ricotta di pecora,mitigato dalla dolcezza della carruba, chericorda il cioccolato, e dai canditi della colombache richiamano il profumo d’arancia. Cromie,consistenze e gusti freschissimi e diversi traloro, sorprendono il palato, superando i confinidel piatto e arrivando sulla tavola inun’esplosione di tinte e sapori che fanno venirel’acquolina in bocca solo a guardarli. (Ve.Co.)

La novitàDi Stefano lanciale colomberipiene di gelato

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Corriere del Mezzogiorno Sabato 13 Aprile 2019PA7

Salsicce e carciofi o grigliata di pesceMa la regina resta sempre la cassataLa scampagnata fuori porta a Pasquetta con relativo slalom gastronomico è d’obbligoT avoli, sedie e piatti.

Carne, salsiccia e car-ciofi per pranzo. Vino ebirra per accompagna-

re la lungamaratona a tavola epoi l’immancabile pallone peri più giovani e le carte da gio-co per chi dopo la lunga ab-buffata cerca uno svago pertrascorrere la giornata.Se Pasqua si trascorre in fa-

miglia, il giorno dopo, il lune-dì dell’Angelo, via libera allaprima vera scampagnata dellastagione. Seguiranno poi altreoccasioni, come il 25 aprile eil 1 maggio, ma il fascino dellagita fuori porta ammalia dasempre i siciliani. A Palermo iposti preferiti sono alla Favo-rita e a monte Pellegrino, an-che se c’è chi alla mangiatapreferisce un tuffo nelle ac-que turchesi di Mondello. Inprovincia tappe obbligate aPiana degli Albanesi, boscoFicuzza nel monrealese, pia-no Zucchi sulle Madonie e ipaesi della litoranea da Cefalùa Balestrate.Il menù invece, è sempre lo

stesso: carne di agnello, sal-siccia, spiedini avvolti nellapancetta, alette di pollo, pun-tine di maiale e carciofi allagriglia per i più temerari. L’al-ternativa è la grigliata di pescefresco: dagli sgombri al pesceazzurro appena pescato. In-somma ce n’è per tutti i gusti,anche in una variante vegeta-riana per chi alla scampagna-

ta non vuole proprio rinun-ciare. E poi c’è il dolce: a quel-lo non si rinuncia mai e se illivello di sazietà raggiunge illimite, uno spazietto alle pre-libatezze della pasticceria si-ciliana si trova sempre. Partia-mo dai classici: uova di cioc-colata e colombe pasquali en-trano di diritto tra le deliziedei menù pasquali ma la regi-na resta la cassata. Una lentapreparazione per lavorare il

con una pennellata di ciocco-lato. A portarla in Sicilia furo-no gli arabi, la cassata, qas’atovvero “scodella”era il nomeche le diede un contadinoarabo a cui si fa risalire il pri-mo esperimento del dolcecon ricotta e una frolla che lacontenesse. Dopo gli arabitocca ai Normanni: siamo in-torno al 1100 e, ad opera dellemonache del convento dellaMartorana, nacque la pastareale. Seguirono gli Spagnoliche contribuirono alla ricettaoriginaria con il pan di spa-gna e il cioccolato.Infine, e siamonel 1873, è la

mano sapiente di SalvatoreGulì, detto Confetturiere diCasa Reale, che aveva un labo-ratorio di pasticceria in corsoVittorio Emanuele, a dare l’ul-timo tocco ad una ricetta cheavrebbe consacrato la pastic-ceria siciliana nel mondo: in-teri frutti canditi (mandarini,cedri, peri, fichi, ciliegie, na-stri di zucca) e una colata (laglassata) di acqua e zucchero.Il pranzo è servito, non restache attendere il gran giorno.

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Peccati di gola/2 Non è Pasqua in Sicilia senza la tradizionalecuddura, un dolce molto semplice, un biscottomorbido decorato con uova sode col guscio epiccolissimi granellini colorati. Può essere a formadi cesto, colomba, campana, cuore, ciambella. Ogniforma ha il suo significato. Le uova col gusciopresenti nel dolce, secondo la tradizione, devonoessere sempre in numero dispari. Solo cosìpossono portare fortuna e fecondità.L’origine delle cuddura cu l’ova risale agli antichi

greci così come il nome. A quel tempo, in cambio dibenevolenza e favori venivano preparate e poiofferte agli dei delle focacce, le Coulloura. In epocacristiana, questa usanza, venne mutata nel donoda parte delle giovani donne ai propri fidanzati nelgiorno di Pasqua, dopo averle portate in chiesa ilsabato santo per farle benedire. In Sicilia sichiamano anche palummedde, aceddu cu l’ova,ciciliu, pupa cù l’ovu, campanaru, cannatuni,cannileri e pannareddu.

Con le uovaDolce semplicedi tradizione?La cuddura

pan di spagna, la pasta dimandorle, la ricotta setacciatacon le pepite di cioccolato masoprattutto la glassatura e ladecorazione finale con la frut-ta candita. Una tradizione cheviene rinnovata generazionedopo generazione mantenen-do sempre intatta la ricettaoriginale. Nonmancano le va-rianti per accontentare i palatipiù esigenti: c’è chi la predili-ge senza frutta candita o chi

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PA8 Sabato 13 Aprile 2019 Corriere del Mezzogiorno