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-1- BASILICA D.BOSCO BASILICA DI SAN GIOVANNI BOSCO (al quartiere D. Bosco) LA FONDAZIONE il grande avvenimento della consacrazione della Basilica Arturo Dazzi - Studio della testa di Don Bosco per l’alto- rilievo sulla facciata della chiesa Benedizione della prima pietra ad opera del Card. Clemente Micara, il 12 settembre 1952 Dopo 6 anni e mezzo di lavori la Basilica dedicata a Don Bosco veniva consacrata il 2 maggio 1959 per mano del Card. Benedetto Aloisi Masella. Nel pomeriggio del giorno seguente, 3 maggio, Giovanni XXIII sostava dinanzi all’urna del Santo, arrivata da Torino per solennizzare il grande avvenimento. Così si presentava, 50 anni fa, il Viale don Bosco al cui termine campeggia l’imponente mole della Basilica. 55 ANNI DOPO la Comunità Parrocchiale si prepara a festeggiare il BICENTENARIO della nascita di Don Bosco.

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BASILICA DISAN GIOVANNI

BOSCO(al quartiere D. Bosco)

LA FONDAZIONEil grande avvenimento dellaconsacrazione della Basilica

Arturo Dazzi - Studio dellatesta di Don Bosco per l’alto-rilievo sulla facciata della chiesa

Benedizione della prima pietra adopera del Card. Clemente Micara,

il 12 settembre 1952

Dopo 6 anni e mezzo di lavorila Basilica dedicata a Don Bosco venivaconsacrata il 2 maggio 1959 per manodel Card. Benedetto Aloisi Masella.

Nel pomeriggio del giornoseguente, 3 maggio, GiovanniXXIII sostava dinanzi all’urnadel Santo, arrivata da Torinoper solennizzare il grandeavvenimento.

Così si presentava, 50 anni fa, ilViale don Bosco al cui terminecampeggia l’imponente moledella Basilica.

55 ANNI DOPOla Comunità Parrocchiale si prepara a festeggiareil BICENTENARIO della nascita di Don Bosco.

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L’ESTERNOLa chiesa è un rettangolo di

45 metri per 78. L’altezza è di73 metri, di cui 6 di cripta sottoil livello stradale.

L’insieme può distinguersi indue parti, l’una basamentale dicirca 20 metri, l’altra finale di46 metri e comprende il tambu-ro maggiore in duplice ordinecircolare di pilastri, il tamburominore, le cupole, i terminali metallici e le due torri campanarie.

Appare come un piedistallo colossale a blocco quadrato ecompatto, appena rotto da qualche profonda incisione e om-breggiato di lievissime lesene. Il complesso delle cupole e deicampanili si eleva armonioso e solenne. Predomina la cupolamaggiore.

I PROSPETTILa facciata è suddivisa da lesene in sette campate. Lo

scomparto centrale è sormontato da un grande altorilievo raf-figurante l’apoteosi di S.G. Bosco, con il santo al centro a brac-cia alzate tra due angeli. E’ di A. Dazzi.

Gli scomparti laterali sono ad arco a tutto sesto e tagliatida due architravi su cui poggiano le statue degli arcangeli Ga-briele e Michele, di metri 2, 50. Sono sculture di Angelo Drei.

Negli altri 4 scomparti si allineano dentro nicchie da sini-stra San Francesco di Sales, di G. Amoroso, Pio IX e Pio XI diFrancesco Nagni. San Giuseppe Cafasso di Antonio Venditti.

Sui prospetti laterali continuano gli scomparti delimitatidalle lesene, fomiti di nicchie e di alcuni finestroni ad arco.

LA PARTE ALTAE’ costituita da due tamburi, uno del diametro di circa 40

metri e l’altro di metri 18,40; tutti e due sormontati da cupolequasi emisferiche. Dal prospetto posteriore sorgono due cam-panili dell’altezza di circa 38 metri. Il campanile di destra ospi-

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ta un concerto di nove campane, azionate elettricamente.Le parti esterne sono tutte di travertino, la copertura delle

cupole e dei campanili è in lamiera di alluminio grigio-oliva-stro. I lucernari delle cupole coperti di cristalli, misurano unom. 8,50 e l’altro m. 4 di diametro. Su questi si innalzano dueoriginalissimi fastigi, che hanno le strutture di ferro e le scul-ture di bronzo.

Il finale principale, alto circa 15 metri con otto montanti,sostiene una grossa sfora da cui pendono a slancio quattroangeli in bronzo di oltre tre metri col braccio teso in alto areggere la corona sormontata da una croce luminosa. Opera diAlessandro Monteleoni.

IL PORTICOE’ parte dell’edificio ed

è aperto davanti e ai due laticon archi. Gli archi lateralisono stati parzialmentechiusi da vetrate nel 1995.

Nella parte versol’intemo si aprono cinquegrandi ingressi. Sullapiattabanda della porta cen-trale è scolpito in latino il

motto “Dammi le anime, prenditi il resto”. I giganteschi bat-tenti allineano a metà altezza i simboli dei 4 evangelisti e 4pannelli figurativi, opere di Federico Papi, che fissano quat-tro momenti della vita di Don Bosco: Pio XI benedice l’opera delSanto, Leone XIII gli affida la costruzione della Basilica del Sa-cro Cuore di Roma, Messa di San G. Bosco nella stessa Basilica,Apostolato giovanile a Roma.

Le altre porte recano appropriate scritte al di sopra degliarchitravi ad arco. Le due estreme accolgono due poderosestatue in bronzo di Attilio Selva: Cristo risorto e San GiovanniBattista.

PARETE ALL’INGRESSOL’ingresso mediano è altro 10 metri, mentre i 4 laterali

sono tagliati a metà da una piattabanda, che separa i battenti

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metallici dalle vetrate ad arco in alto. I due mediani poi sonochiusi da due bussole sormontate da balconcini. Contro iparapetti sono posati due angeli, opera in bronzo di Euge-nio De Courten, del quale sono pure i 4 gruppi angelicilibrati sui 4 confessionali della parete di fondo.

INTERNOII primo colpo d’occhio

offre un ambiente arioso e ac-cogliente. Al di qua del pre-sbiterio tutta la superficie èsuddivisa da dodici pilastri intre navate. Quella centraleè larga 29 metri, le lateraliformano due corridoi di qua-si tré metri di larghezza.

Il transetto è separato dalla Chiesa da 4 pilastri, cheinquadrano il presbiterio ed è dimezzato da due larghetribune, una per il grande organo con 5.000 canne, dellaDitta Tamburini, l’altra a destra con gradinata di banchi.

La copertura della Chiesa si stende come una laminatraforata da due cupole. La cupola grande apre sulla navatamediana. Sopra un grande fascione ricoperto da una splen-dida policromia musiva si innalzano i loggiati: quello inferio-re, alto m. 10,50 è chiuso all’estemo da ampie vetrate e coni suoi pilastri si prospetta verso l’intemo; quello supe-riore di m. 6,65 è chiuso all’intemo da finestre e lasciaall’estemo la fitta pilastratura circolare.

In forma analoga si eleva il tamburo della cupola minore,che sopra il fascione ornato a mosaici presenta solo unordine di snelle vetrate a colori e insiste sul presbiteriocome un elegante baldacchino.

Quasi tutta la superficie della Chiesa è rivestita di mar-mi a macchia aperta, senza comici, zoccoli e fregi. Grandeè la ricchezza dei marmi di toni vari, ma sempre caldi. Pre-domina il giallo di Siena e il rosso orobico, il pavimento è delvanvitelliano Mondragone.

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IL PRESBITERIOIl presbiterio originale

era delimitato da una ba-laustrata, che nei braccilaterali era costituita dauna sequenza di fittipilastrini. Trecancelletti di bronzo - uno perparte - si aprivano verso il

luogo dell’assemblea. Erano opera di Luigi Venturini. Il pa-vimento era di pregiata macchia verde con caldi colori.

L’attuale presbiterio è stato adeguato alle norme liturgi-che postconciliari nel 1992 ed è opera dell’architetto CostantinoRuggeri. Al fondo sono situate le sedi, con sedile per il presi-dente e due emicicli in marmo per i ministri. Al centro il mae-stoso altare, un blocco unico di 10 tonnellate. Alla base il bloccosembra spezzarsi, per simboleggiare quanto avvenne sul Cal-vario e quanto sempre avviene nello spezzare del Pane. A fian-co dell’altare è situato l’ambone: è una grande pietra liscia,che da un lato assume quasi la forma delle zolle di un campoarato, per significare che alla luce della Parola di Dio la nostraanima deve aprirsi, come la terra al seme. All’altro lato dell’al-tare, posato su un vasto gradone sottostante, un grande batti-stero circolare, che si staglia come una conca aperta, roccia dacui zampilla l’acqua per il battesimo. Tutti gli elementi sono dimarmo bianco delle Alpi Apuane.

Ai bordi del pre-sbiterio, che apparesenza delimitazione,sono stati posti i pan-nelli di bronzo fora-to, che erano situalinella balaustrata.Sono del Venturini eraffigurano angeli esimboli eucaristici.

Il precedente alta-

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re maggiore vienecosì a trovarsi dietrole sedi. E’ un grandeblocco rosa auroradel Portogallo, nellacui parte superioreLuigi Venturini ha ri-cavato un motivodecorativo con fogliee cherubini. Anche i4 candelieri minorisono del Venturini. Ilpaliotto è di lapislazzuli.

Ai lati dell’altare sono posti quattro gruppi angelici. Idue esterni, che prima erano situati ai lati della balaustra,sono di Lyda Preti. In piccole urne gli angeli ostentano dueinsigni reliquie, la seconda vertebra cervicale di S.G. Boscoe una rotula di S. Domenico Savio. Gli altri due gruppi diangeli sono di Francesco Messina e portano le lampade delSantissimo. Nel presbiterio è posto il monumentale cande-liere per il cero pasquale, che rispetta la stessa strutturadegli altri candelieri. E’ opera della scultrice Lyda Preti.

Sul presbiterio si affacciano i due parapetti delle tribu-ne, ornati con 22 riquadri di broccatello che incornicianobusti di angeli. Sono di Angelo Sabbatini.

Dietro l’altare il tabernacolo e uno splendido crocifissod’argento, che spic-cano sulle venaturedell’ametista. Nellaporta d’argento deltabernacolo è raffi-gurata la resurrezio-ne. Tabernacolo,crocifisso e tronettosono di PericleFazzini.

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LA PARETE DI FONDOLa parete di fon-

do si presenta comeun grandioso scenarioinnalzato fino all’anel-lo della cupola minoree richiama l’attenzio-ne dei fedeli da qual-siasi punto della chie-sa. E’ una superficie di220 metri quadrati,ove il grande mosaicodi Giovanni Brancaccio è messo in risalto per contrasto dalledue candide quinte di bassorilievi che lo fiancheggiano.

Il mosaico e di mq. 100 ed è formato da 15 milioni ditesserine. Raffigura la gloria di S. G. Bosco, in paramenti sa-cerdotali, sollevato da un gruppo di angeli e atteso in alto dallaVergine Maria. Ai fianchi del Santo appaiono alla sinistra di chiguarda il Beato D. Michele Rua, primo successore di D. Bosco,D. Andrea Beltrami e il principe Beato D. Augusto Czartorisky,alla destra San Domenico Savio con altri due giovani. Nella zonamediana sono rappresentate a sinistra le missioni d’Occidentecon Mons. Cagliero, poi Cardinale, e alcuni indigeni patagonicol beato Zeffirino Namuncurà, figlio di un gran cacico, e allato opposto le missioni d’Oriente con i santi protomartiri Mons.Luigi Versiglia e D. Callisto Caravario. Una suora di MariaAusiliatrice e la beata Laura Vicuna rappresentano l’ordine fem-

minile fondato da D.Bosco.

Due larghe lesene dibassorilievi marmorei,a guisa di grandiosequinte, delimitano aidue lati il mosaico. En-trambe sono divise sim-metricamente in quat-tro pannelli da strisce

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orizzontali, su cui una scritta fa da didascalia a quanto è scol-pito nel pannello stesso. Sono otto bassorilievi di circa 14 me-tri quadrati ciascuno, opera di 4 scultori. I primi due, in basso,sono di Alessandro Monteleone: rappresentano il sogno deinove anni e la morte del Santo. Seguono due bassorilievi diLuigi Venturini che raffigurano da un lato Giovannino giocolieree apostolo, e dall’altro l’opera missionaria salesiana. Gli altridue riquadri sono di F. Nagni: presentano la prima Messa di D.Bosco e la fondazione dell’Ordine femminile. Gli ultimi due inalto sono di Ludovico Conforti e rappresentano la prima dimo-ra dell’Oratorio e la fondazione della Società Salesiana.

LE CAPPELLE LATERALILe navate laterali sono

simmetriche. Risaltanoverso le pareti sette scom-parti da una parte e settedall’altra. I due mediani,che cadono sull’asse tra-sversale della Chiesa,sfondano in due luminosevetrate ad arco per tuttal’altezza del vano. Gli altridodici scomparti formanoaltrettante cappelle, di cuile prime dieci con altari,mentre le ultime due ac-colgono un grande crocifisso e il battistero.

Gli altari hanno un’unica soluzione architettonica e i primidue sono con ciborio in onice peruviano, su cui spiccano leporticine dorate dello scultore Angelo Sabbatini. I marmi deglialtari sono tutti rosso morlena di Portogallo, nei palliotti invecerisaltano marmi diversi, ma simmetricamente uguali da un latoe dall’altro; due palliotti sono di rosso gorresio, due di rosso diFrancia, due di onice tartarugato e due di breccia violetta.

I candelieri, tutti uguali e di struttura analoga a quelli delprecedente altare maggiore, sono pregiati bronzi dell’artista

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Alcide Ticò.Le pale degli altari formano due grandiose fasce pittoriche

che scorrono, senza cornici lungo le due pareti laterali. Sonotele ad olio di circa 26 metri quadrati (5,05 x 5,15). Sopra lepale in alto scorre una fascia di bassorilievi marmorei.

Cappella del CrocifissoNella prima cappella a destra campeggia sul marmo chiaro

di Siena il grande Crocifisso in bronzo di Venanzo Crocetti. Inalto, allineato con gli altri, il bassorilievo di Michele Corrisi,rappresentante Gesù trasportato al sepolcro.

Cappella del BattisteroLa prima cappella a sinistra ospita il battistero di conce-

zione originale. Sorge su piano rialzato di macchia verde comeun grosso stelo e si apre a coppa in un unico blocco semisfericodi granito di Solberga. Dal centro della superficie rotonda delgranito sorge una piramide di ottone scanalato con quattroangioletti alla base e uno sulla cuspide, ai due lati, quasi acustodi, due angeli. L’opera è di Emilio Greco. Anche il basso-rilievo marmoreo in alto, con scene battesimali, è del Greco.

AcquasantiereDue acquasantiere a fungo, di granito di Solberga, in cui è

scolpito un motivo ornamentale di Renato Ranalli, sono situatedinanzi ai pilastri in corrispondenza del battistero e del croci-fisso.

Pale e Bassorilievi del lato sinistroLa prima pala è l’Ausiliatrice. La tela è di G. Ceracchini.

E’ un quadro che ha in-contrato grandi consensidai critici. La scultura inalto è di AntonioVenditti e ricorda labattaglia di Lepanto.

La seconda pala èdedicata a S. M. D.Mazzarello. Il quadro èdi Paolo Crida,Goffredo Verginelli èl’autore del bassorilievo

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che ricorda l’udienza conces-sa da Pio IX alla Santa.

La pala del terzo altareraffigura San Francesco diSales. E’ opera di BaccioMaria Dacci. Il bassorilievodi Attilio Torresini presen-ta la predicazione di S. Fran-cesco.

Segue l’altare di san-t’Anna. La pala originale e

caratteristica è del pittore Lorenzo Gigotti. Il dipinto è statoaccolto positivamente dai critici. Nel marmo sovrastante Enri-co Martini ha ripreso il tema tradizionale della Madonna alTempio.

Nel quinto altare Marcello Avenali ha rappresentato l’An-gelo custode. E’ opera di notevole arditezza ed è forse il mi-gliore dei quadri della chiesa. Nel bassorilievo Antonio Biggiritrae Tobiolo accompagnato dall’arcangelo Raffaele.

Pale e Bassorilievo del lato destroLa prima pala è il Sacro Cuore, che appare a S. M. M.

Alacoque. E’ di Primo Conti. E’ una pittura molto discussa,alla quale tuttavia viene attri-buito un grande valore artisti-co. Tommaso Bartolini nel bas-sorilievo ha interpretato le pa-role di Gesù: “Venite a me voitutti che siete stanchi e affati-cati”.

Il secondo altare è dedica-to a S. Domenico Savio. Pitto-re del quadro è Mario CaffaroRore. Il bassorilievo di AttilioTorresini presenta il sogno delparadiso con Domenico Savio.

La pala seguente è di Emi-lio Notte, che in una composi-zione ad ampio respiro e intel-

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ligentemente equilibrata ha raffigu-rato S. Giuseppe operaio. La fuga inEgitto del bassorilievo è di OddoOliventi.

Il quadro di S. Carlo Borromeo,nel quinto altare, è una rappresenta-zione di ampiezza monumetale di S.Consadori. La scultura, che arieggiaa un trittico è di Enzo Assenza e ri-trae S. Carlo che dà la prima comu-nione a S. Luigi Gonzaga.

L’ultima pala è del pittore Augusto Ranocchi ed è dedicataa S. Pio X. Il bassorilievo è di Giovanni Amoroso e presenta lavisita del giovane canonico Sarto, poi Pio X, all’Oratorio di D.Bosco.

LA VIA CRUCISQuasi da sola e perciò fortemente separata dal concerto

decorativo, sta la Via Crucis, opera di Venanzo Crocetti.Le 14 formelle in bronzo, dalla notevole dimensione di 1,15

x 1,25 sono incassate nei 12 pilastri laterali e nei due frontali.Nell’insieme questi bronzi costituiscono una preziosa decora-zione convenientemente inserita nel concerto architettonicodel vano mediano della chiesa. Crocetti ha detto una parolanuova sopra un tema tanto trattato nell’arte sacra, soprattut-to nell’espressione mirabile dei volti

I MOSAICII mosaci delle fasce circolari delle due cupole sono del pit-

tore AugustoRanocchi.Predomina ilgrigio-scuro,tagliato daguizzi di co-lori. Le tes-sere sonodifferenziateper grandez-

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za e forma, i simboli e le figure sono distribuiti con equilibrio.I due grandiosi anelli di mosaico si inseriscono senza prepoten-za, anzi con graduale armonia.

L’anello minore più semplice alterna una serie di simbolicristiani (agnello-tronchi di ulivo-colombe-uva-spighe-croce,ecc.) alle parole della Sacra Scrittura “Dio gli ha dato sapienzae somma prudenza e un cuore immenso come la sabbia che èlungo la spiaggia del mare”, in latino.

Al mosaico dell’anello maggiore sono affidati alcuni deitanti sogni profetici e misteriosi di D. Bosco, colti nel momen-to più significativo e allusivo. Partendo dal punto corrispon-dente all’altare di Sant’Anna vediamo i sogni dei nove anni,delle rose, dei corvi che si avventano sui giovani, della via cheporta all’inferno, delle belve feroci che insidiano la gioventù,delle tre colombelle raffiguranti le vocazioni, del paradiso conS. Domenico Savio.

VETRATE AL PIANO DEL PAVIMENTOSotto la tribuna al lato dell’ambone spiccano tre vetrate di

Rolando Monti. Sembrano tre grandi tendaggi che, con colorifreddi, costituiscono uno stacco dai caldi colori marmorei.

Sotto la tribuna opposta si inquadrano le analoghe vetratedi Virgilio Guzzi.

Essendo a Nord le vetrate sono investite da una luce menoviolenta. I simboli sono cristiani e salesiani.

A metà chiesa una di fronte all’altra due vetrate che hannocome soggettoognuna un sogno diD. Bosco: la barca diPietro investita dal-la tempesta e la zat-tera in cui si trovasalvezza. Sono diLuigi Montanarini,che ha creato dueopere splendentiper novità e sempli-cità di segni.

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I STORIAZIONIDELLA CUPOLAGRANDE

Tutta la pare-te del grandetamburo è forma-ta da vetrateistoriate. Forse èla più grande su-perficie continuadi vetrate mai re-alizzata.

Divisa la parete in quattro parti, secondo l’asse trasversa-le e longitudinale della chiesa, Marcello Avenali e LorenzoGigotti hannoistoriato due partiognuno in succes-siva alternanza.Tra i due artistic’è affinità, ma ilpassaggio bruscodi saldatura tra isettori è eviden-te.

Dalla finestrain asse con l’alta-re e andando ver-so destra sfilanole prime otto ve-trate di Avenali,che rappresenta-no:1° La creazione2° Adamo, Eva,gli angelidecaduti3° Caino e Abele

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4°Storia di Noè5° Abramo6° Giacobbe7°Giuseppe8° Mosèseguono otto vetratedi Gigotti:9° Eden e Redenzione10° Saul e David11° Davide e Salomone12° Elia ed Eliseo13°Giona14°Giuditta15°Ester16° Maccabeile otto vetrate seguenti sono di nuovo dell’Avenali:17° Dio giudice supremo18° Annunciazione19° Ritrovamento nel Tempio20° Tentazione nel deserto21° Gesù annunzia il Regno22°Tabor, Samaritana e Lazzaro23° Buon Samaritano e Figliol prodigo24° Entrata a Gerusalemme e tradimento di Giudagli ultimi otto finestroni, ancora di Gigotti, rappresentano:25° La Chiesa trionfante26° La Chiesa militante27° Gesù nell’orto28° Condanna e flagellazione29° Via della Croce e mortedi Gesù30° Deposizione31 ° Risurrezione32° Ascensione e discesadello S. Santo

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VETRATE CUPOLA MINORELa cupola minore con le sue 24 finestre è stata genialmenteistoriata da Bruno Saetti, che ha concepito la parete circolarecome una sola vetrata. Sono raffigurati i 7 Sacramenti e leopere di misericordia. Partendo dalla finestra in asse col taber-nacolo e il tronetto e procedendo verso destra si possono con-templare le raffigurazioni nel seguente ordine:a) Sacramenti1° Battesimo2° Cresima3° ConfessioneEucaristia4°- manna5°- moltiplicazio-ne dei pani6°- ultima cena7°- consacrazione8°- comunione dibambini9° Ordinazione sacerdotale10° Unzione infermi11° Matrimoniob) Opere di misericordia12° Dar da magiare agli affamati e da bere agli assetati13° Vestire i nudi14° Alloggiare i pellegrini15° Visitare gliinfermi16° Visitare icarcerati17° Seppellire imorti18° Consigliare idubbiosi19° Insegnareagli ignoranti20° Ammonire i

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peccatori21 ° Consolare gli afflitti22° L’uomo che perdona23° Sopportare paziente-mente le persone moleste24° Pregare Dio per i vivie per i morti

ILLUMINAZIONETra gli elementi dell’il-

luminazione iniziale risal-tano ancora 32 lampadaridi Murano in vetro oro,eseguiti a mano, pendentilungo le navate e duefascioni pure in vetro orocon rosoni, alla base delletribune, per illuminare ilpresbiterio.

SAGRESTIAE’ posta dietro il presbiterio.E’ ampia e luminosa. Sul lavabo di granito rosso di Solberga

si nota il grande bassorilievo in ceramica, color nocciola, rap-presentante Mosè di Renato Rosatelli.

Sul mobilecentrale deiparamenti sacriè collocato ungruppo in bronzocon crocifisso tragli angeli di Sil-vio Olivo.

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