voce inmensa n1
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Foglio informativo a cura dei Giovanissimi di ACTRANSCRIPT
La redazione di Voce InMensaLa redazione di Voce InMensaLa redazione di Voce InMensa Francesco, Serena, Dora… con il disturbo di Oreste
Fiera InMensa: un incontro di cultureFiera InMensa: un incontro di cultureFiera InMensa: un incontro di culture Il pomeriggio a Fiera InMensa è denso di colori, allegria e culture.
Girovagando tra i capannoni ho incontrato un giovane ragazzo, il suo nome è Moham-
med Abshir e ha voluto raccontarci qualcosa del suo paese: la Somalia.
La tradizione di cui ci ha voluto parlare è il vestito che usano nei tempi di festa come
matrimoni e compleanni, ispirato alla bandiera nazionale, che è di colore azzurro e
sullo sfondo ha una stella bianca.
Gli uomini indossano una maglia e un pantalone e le donne un vestito completamente
blu, sulla schiena è ricamata la bandiera.
Il colore blu presente nella bandiera è stato scelto dallo stato somalo come simbolo di
pace, di fraternità e di amicizia tra i popoli vicini, essendo questo un posto nel quale le
guerre sono frequenti.
Successivamente Lindara Nobre Costa, brasiliana, ha voluto parlarci delle sue tradizio-
ni. Ciranda: questo è il nome del girotondo brasiliano che Lindara ha scelto di raccon-
tarci. Nasce come gioco per divertire i bambini e diventa negli anni strumento per sta-
re insieme, per coinvolgere e conoscere persone di tutte le età. Anche la Ciranda viene
usata nelle feste come matrimoni e compleanni e viene ballata usando vari tipi di me-
lodie. E' una danza prettamente femminile perché nasce per dare energia e autostima
alle donne. Inoltre per ogni tipo di Ciranda viene utilizzato un vestito diverso, come il
Tambar di Criala, per il quale le donne utilizzano una gonna lunga e colorata, e ballano
con un fiore in
testa. Infine,
Lindara ci rac-
conta la pro-
pria esperien-
za più bella. E'
quella di Fiera
InMensa, nella
quale, lavo-
rando come
volontaria da
tre anni, ha
c o n o s c i u t o
persone di
culture diver-
se, tramite le
quali ha avuto la possibilità di conoscere a fondo le loro usanze.
Stasera ai tavoli...Stasera ai tavoli...Stasera ai tavoli... S. Gaetano, S. Teresa, S. Maria Madre della Chiesa, gli scout di Sartano
Foglio informativo di Fiera InMensa 2011Foglio informativo di Fiera InMensa 2011Foglio informativo di Fiera InMensa 2011 a cura dei giovanissimi di AC a cura dei giovanissimi di AC a cura dei giovanissimi di AC --- anno IV, n. Ianno IV, n. Ianno IV, n. I
Alla ricerca della libertà perdutaAlla ricerca della libertà perdutaAlla ricerca della libertà perduta Se accendiamo la televisione, in questi giorni, in qualunque momento, siamo bombar-
dati da notizie di politica estera e, principalmente, nordafricana.
Tutta la regione del Maghreb ha visto al suo interno una serie di rivolte spesso soffo-
cate nella violenza mettendo da parte il rispetto dei diritti umani, civili e politici dei
cittadini. I giovani nordafricani, spesso autoorganizzati attraverso il web, hanno inizia-
to le proteste contro la crisi e il carovita, per poi criticare la mancanza di democrazia.
Queste rivolte sono la conseguenza di situazioni prese spesso sottogamba dalla comu-
nità internazionale. Non si è riusciti (o si è fatto finta di non vedere?) così ad affronta-
re questa emergenza, che è andata lentamente espandendosi a macchia d'olio, fino a
giungere, appunto, sulle coste dell'Africa settentrionale. La prima ad esplodere è stata
la Tunisia che, scacciato Ben Ali, ha vissuto sotto repubblica provvisoria fino al 27 feb-
braio, giorno in cui anche l'ex presidente della Camera, che aveva provvisoriamente
assunto il comando, si è dimesso, lasciando la nazione in una situazione di disordine
diffuso. Il secondo paese ad essere colpito da questa voglia di cambiamento è stato
l'Egitto, che ha costretto alla fuga e alle dimissioni Mubarak, presidente in carica da
venticinque anni: per raggiungere questo traguardo, è stato necessario il sacrificio di
oltre trecento vite. La ribellione più recente, almeno apparentemente, è stata senza
ombra di dubbio quella libica, anche se il colonnello Gheddafi non ha subito la stessa
sorte riservata al presidente egiziano. L'unica ma sostanziale differenza è che, nella
terra libica, molti sono rimasti fedeli al dittato-
re che da anni pone il proprio interesse davanti
a quello dei cittadini, causando così una scintil-
la che sta assumendo le forme di una guerra
civile. Tunisia, Egitto, Libia, Bahrein. Tutto que-
sto, un massacro di vite giovani e nel pieno
delle forze, causato da chi guarda solo al pro-
prio tornaconto. Sarebbe ora di dire basta. Ma
la natura dell'uomo è a volte simile a quella
degli animali. Spesso infatti anche noi sotto-
stiamo alla legge del più forte...sarà sempre
necessario questo incubo per ottenere il ri-
spetto dei diritti della persona?
Intervistiamo...Intervistiamo...Intervistiamo... La prima intervista di quest'anno per Voce InMensa vede come protagonisti Pi-
na,volontaria della chiesa di S. Teresa, impegnata nella Caritas e, Giovanna e Antonel-
la, giovani di Azione Cattolica della parrocchia di S.Gaetano.
Di seguito riportiamo le interviste:
Intervistatrice: Come ha conosciuto Fiera InMensa?
Pina: Ho conosciuto Fiera InMensa tramite il gruppo della Caritas della parrocchia di
cui faccio parte.
Giovanna e Antonella: Ho conosciuto Fiera InMensa tramite il gruppo giovani di Azio-
ne Cattolica della chiesa di S.Gaetano.
I: Da quanti anni partecipi a Fiera InMensa e perché?
P: Partecipo a Fiera InMensa da due anni, spinta dalla voglia di aiutare le persone più
bisognose anche solo con un sorriso.
G e A: Partecipiamo a Fiera InMensa da tre anni per aiutare concretamente persone
da accogliere.
I: In che modo credi di poter aiutare il migrante?
P:Bisognerebbe rendere felici queste persone anche con una parola, con un qualsiasi
gesto fatto senza superbia ma con amore e umiltà.
G e A: Credo che possiamo aiutare i migranti accogliendoli non come stranieri ma co-
me fratelli cosicché possano sentirsi a casa.
I: Quali sono le emozioni che ti lascia ogni anno Fiera InMensa? Racconta un momento
particolarmente speciale vissuto qui.
P: Ogni anno Fiera InMensa mi dona emozioni positive; credo che bisogna fare sempre
di più, siamo limitati dalla crisi, però sento il bisogno di fare il possibile. Molta gente
viene qui in cerca di fortuna che purtroppo non riesce a trovare; molte persone vengo-
no con la voglia di ritornare nel loro paese di origine anche se sono fortemente blocca-
ti dalla paura di essere perseguitati una volta tornati nella loro patria.
G e A : Fiera InMensa ogni anno ci regala emozioni uniche e indimenticabili. Un mo-
mento speciale che abbiamo vissuto risale a due anni fa quando abbiamo parlato con
una famiglia di indiani, in particolare con il più anziano; siamo rimaste colpite soprat-
tutto dalla facilità con la quale
si sono aperti a noi e ci hanno
raccontato la loro storia.
Da queste confidenze possia-
mo capire che ogni anno Fiera
InMensa regala un sorriso non
solo ai migranti ma anche ai
volontari che attraverso que-
sto incontro crescono nell'ac-
coglienza e nell'amore donato
e soprattutto ricevuto.
Quadrangolare di solidarietàQuadrangolare di solidarietàQuadrangolare di solidarietà In una giornata piuttosto uggiosa, un raggio di solidarietà ha illuminato un angolo della
provincia cosentina. Sono le dieci e mezza della scorsa domenica, ed una trentina di
ragazzi, giovani e meno giovani, hanno deciso di aiutare attivamente l'iniziativa di Fie-
ra InMensa, giunta quest'anno alla decima edizione. Numero tondo e, pertanto, sino-
nimo di autorizzati festeggiamenti. Dicevamo di questi ragazzi che si sono dati appun-
tamento al Palazzetto dello Sport, sito in località Casali di Cosenza, per sfidarsi in un
quadrangolare amichevole, il cui incasso è stato destinato alle spese sostenute dal
Comitato organizzatore. Le quattro squadre rappresentano Asia, America, Europa e
Africa, ovvero i quattro continenti maggiormente coinvolti in questa esperienza di soli-
darietà che ormai da un decennio, una volta l'anno, si ripresenta come motivo d'orgo-
glio per tutta la città. Le prime due squadre a scendere in campo sono Asia ed Ameri-
ca. Laddove gli Americani sono quasi completamente ecuadoregni, l'Asia schiera una
squadra formata per quattro sesti (si tratta infatti di calcio a sei, ndr) da turchi, con la
magnifica eccezione di un italiano, Vincenzo, e del portiere africano. Anche questa è
accoglienza! Anzi, forse proprio nelle piccole cose come queste si individuano i gesti
che risaltano più agli occhi degli spettatori. Si impongono per 6 a 3 meritatamente i
sudamericani, con un centrale difensivo che mette in luce un gran destro, con il quale
impegna più volte il “numero uno” avversario, riuscendolo però a superare in poche
occasioni. La partita, dicevamo, pur ricca di goal (La maggior parte dei quali arriva nel-
la seconda metà di gioco) non è molto vivace. Gli “amici di Tshabalala” e compagni si
presentano carichi come spingarde all'appuntamento, schierando gli uomini migliori.
Si distinguono il portiere, agile e scattante già nel pre - partita, e le punte veloci, pron-
te a ogni ripartenza nei rari buchi che, si prospetta, gli Italiani lasceranno. Negli azzurri
la punta di diamante è Matteo Leta, portiere spettacolare e concreto; il contorno è
rappresentato da attaccanti disposti a reggere il confronto fisico e tecnico con i cen-
trali africani. La partita si sviluppa su ritmi sostenuti, con Leta che compie più miracoli
e non permette che la porta sia violata. Così, il primo tempo termina sullo zero a zero.
Il secondo tempo è fotocopia del primo ma, a sorpresa, è l'Europa a passare in vantag-
gio con un'azione piuttosto fortunosa. La rete scatena gli uomini del continente nero,
che pareggiano i conti in contropiede e passano addirittura in vantaggio. Quando la
speranza è ormai agli sgoccioli, il numero nove italiano angola il piattone e sigla il due
a due. Si va ai rigori, e l'Europa paga gli errori di Italo e Fabrizio. Gli africani ne sbaglia-
no solo uno e volano in finale, dove gli ecuadoregni li attendono. Prima del grande
momento, però, c'è la finale per il terzo e quarto posto. L'Europa supera senza difficol-
tà l'Asia con il punteggio di sette a due, serbando grande rammarico per la mancata
finale. Il match più atteso arriva, e non c'è storia. Seppur di misura, gli Africani si im-
pongono, con una schiacciante superiorità fisica e tattica. Ancora una volta, straordi-
nario il numero uno, che inventa parate impossibili e diverte il pubblico. E così, tra le
feste dei giocatori, si conclude una mattinata di una giornata uggiosa illuminata dal
sorriso di un bambino, Said, mascotte della squadra Africana e orgoglioso del padre,
eroe di ogni giorno, ma specialmente di questa bella esperienza sportiva.