visita pastorale al i vicariato

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Page 1: Visita Pastorale al I Vicariato
Page 2: Visita Pastorale al I Vicariato

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Visita Pastoraleal Primo Vicariato

Page 3: Visita Pastorale al I Vicariato

Indice

PRESENTAZIONE . . . . . . . . . . pag. 7

CAPITOLO IVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA BASILICA CATTEDRALE

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 12Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 16Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 30Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 100

CAPITOLO IIVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. FRANCESCO DI PAOLA

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 112Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 116Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 120Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 150

CAPITOLO IIIVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. MARIA DELL’AIUTO

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 162Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 166Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 178Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 228

CAPITOLO IVVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. GAETANO ALLA MARINA

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 240Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 244Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 248Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 286

Page 4: Visita Pastorale al I Vicariato

CAPITOLO VVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA BASILICA COLLEGIATA

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 298Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 302Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 306Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 334

CAPITOLO VIVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA SS. COSMA E DAMIANO

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 346Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 350Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 354Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 370

CAPITOLO VIIVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA IMMACOLATA AI MINORITELLI

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 382Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 384Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 388Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 412

CAPITOLO VIIIVISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ AI CAPPUCCINI

Informazioni statistiche . . . . . . . . . pag. 424Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 428Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 430Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 462

CAPITOLO IXINCONTRI DI VICARIATO

Fase preparatoria . . . . . . . . . . pag. 478Incontro con l’Arcivescovo . . . . . . . . pag. 490Lettera conclusiva . . . . . . . . . . pag. 562

Page 5: Visita Pastorale al I Vicariato

a nostra comunità diocesana sta vivendo il tempo della Visita pasto-rale impegnandosi nell’accoglienza di questo grande dono del Padre.

La Visita pastorale è stata annunziata durante la Messa Crismale del9 aprile 2009 e nel primo periodo è coincisa con l’Anno sacerdotale indet-to dal Papa Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario della mortedel Santo Curato d’Ars.

Per la preparazione e lo svolgimento della Visita pastorale è stato pre-disposto un Direttorio in due parti, pubblicate, rispettivamente, l’1 aprilee il 25 settembre 2010.

La Visita pastorale è stata aperta ufficialmente il 30 ottobre 2010 inCattedrale e già si è svolta nel I e II Vicariato. Attualmente è in corsonell’VIII, mentre nel X si sta vivendo la fase preparatoria.

La preparazione e lo svolgimento della Visita pastorale coinvolgonotante persone ed in particolare i parroci con gli organismi di partecipazio-ne a livello parrocchiale che hanno potuto profittare di questa provviden-ziale circostanza per svolgere i compiti di collaborazione e di corresponsa-bilità di loro competenza.

La Visita pastorale registra anche una ricca serie di incontri a livellovicariale, predisposti da Vicari foranei e dai Consigli pastorali vicariali.

È opportuno che la testimonianza di tanto impegno non vada perdu-ta. A tale scopo sarà curata una pubblicazione per vicariato. Avremo cosìuna collana di 18 volumi, i cui primi due contengono le due parti delDirettorio già edite; i successivi quindici riguarderanno i singoli vicariati;l’ultimo raccoglierà, infine, i tanti articoli mensilmente pubblicati nelloSpeciale Visita pastorale del nostro settimanale Prospettive.

Sono lieto di presentare questo volume intitolato Visita pastorale al I

Presentazione

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L’Arcivescovo di Catania

L

Page 6: Visita Pastorale al I Vicariato

Vicariato. Per me ha costituto una bella esperienza di grata memoria scor-rere queste pagine. Penso, ed auguro, che lo stesso potrà accadere alle per-sone che hanno vissuto la Visita pastorale.

Da queste pagine emerge chiaramente che la Visita pastorale ci staoffrendo una straordinaria possibilità di esercitarci nella comunione eccle-siale. Infatti, l’averla preparata con le stesse modalità ha testimoniato que-sto impegno di comunione.

Queste pagine ci permettono pure di sperare che come, con l’aiutodel Signore, siamo riusciti a preparare nella comunione la Visita pastora-le, così, con lo stesso stile, potremo vivere il tempo del Dopo Visita.

Anche in questa circostanza mi è gradito rinnovare gioiosa e grandericonoscenza ai carissimi Parroci e al Vicario foraneo del I Vicariato.

Un sentito grazie formulo anche nei riguardi dei membri della Segre-teria per la Visita pastorale, coordinata da Don Massimiliano Parisi. A lorosi deve la compilazione del presente volume che costituisce, perciò, il coro-namento dell’impegno che hanno generosamente svolto nella preparazio-ne e nello svolgimento della Visita.

Formulo, infine, l’auspicio che la presente pubblicazione possa esserepure utile alle Comunità parrocchiali che ancora attendono di ulterior-mente coinvolte nella Visita pastorale. Esse, tuttavia, già lo sono piena-mente nella preghiera per la Visita pastorale che deve costituire il forte vin-colo che unisce tutte le parrocchie, sia quelle già visitate, sia quelle che stovisitando o visiterò prossimamente, come pure quelle che incontrerò nelfuturo.

La nostra unanime preghiera sia arricchita dall’intercessione dellaVergine Santissima, della martire Agata, dei nostri Santi Patroni e delBeato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet cui affido ancora una voltala Visita pastorale che il Buon Pastore mi dà la grazia e l’onore di compie-re in questa Santa Chiesa di Catania.

Catania, 8 settembre 2011Natività della Beata Vergine Maria

Salvatore GriStina

Presentazione

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Page 7: Visita Pastorale al I Vicariato

NOTE REDAZIONALI

• Il presente volume è composto da nove capitoli, precisamente ottoriguardanti la Visita pastorale nelle singole parrocchie del I Vicariatoed uno, il nono, relativo agli incontri vicariali.

• Ogni capitolo rispecchia i “tempi” della Visita pastorale e dunque siarticola in “fase preparatoria”, “incontro con l’Arcivescovo” e “letteraconclusiva”. Precedono alcune “informazioni statistiche” relative adogni realtà parrocchiale.

• Il volume raccoglie, oltre che le indicazioni dell’Arcivescovo, relazio-ni, saluti, interventi di parroci, operatori pastorali e di quanti a variotitolo hanno contribuito con il loro apporto allo svolgimento dellaVisita pastorale.

• Tutto il materiale che le parrocchie interessate hanno presentatoall’Ufficio di Segreteria per la Visita pastorale, salvo qualche esigenzadi impaginazione, è pubblicato così come pervenuto.

• La documentazione riguardante la Visita reale non è inserita nel pre-sente volume. Essa è custodita presso gli archivi degli Uffici dellaCuria Arcivescovile.

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Page 8: Visita Pastorale al I Vicariato

Visita Pastoralealla Parrocchia

Basilica Cattedrale

CAPITOLO I

Page 9: Visita Pastorale al I Vicariato

MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Informazioni statistiche

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Page 10: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Teatro Greco (zona 4)Via Ospizio di Beneficenza (zona 4)Piazza Asmundo (zona 4)Via San Benedetto (zona 4)Via San Francesco (zona 4)Via Crociferi (zona 4)Via Timeo (zona 4)Piazza San Francesco (zona 4)Via San Giuseppe al Duomo (zona 4)Via Bicocca (zona 4)Via Roccaforte (zona 4)Via Merletta (zona 4)Piazza Università (zona 4)Via Raddusa (zona 4)Via Santa Maria del Rosario (zona 4)Via della Loggetta (zona 4)Via Euplio/Reina (zona 4)Piazza Scamacca (zona 4)Via A. Sangiuliano (zona 4)Via Sant’Agata (zona 4)Via G. Perrotta (zona 4)Via Birreria (zona 4)Via Pulvirenti (zona 4)Via Mazza (zona 4)Via Leonardi (zona 4)Via Valle (zona 4)Via Vittorio EmanueleVia Garibaldi (zona 3)Via San Martino (zona 3)Via Spadaro Grasso (zona 3)Piazza Duomo (zona 3)

Via EtneaVia Dottore (zona 3)Cortile Ninfo (zona 3)Via Gisira (zona 3)Via Pardo (zona 3)Piazza Pardo (zona 3)Piazza di Benedetto (zona 3)Via Riccioli (zona 3)Via Gemelli Zappalà (zona 3)Piazza Indirizzo (zona 3)Piazza Currò (zona 3)Via Bozomo (zona 3)Via Bottino (zona 3)Via Auteri (zona 3)Via Grimaldi (zona 2)Via Magazzini (zona 2)Via Vela (zona 2)Via Scuto (zona 2)Via Puglisi (zona 2)Via Crisafulli (zona 2)Via Di Bella (zona 2)Via Plebiscito (zona 2)Via Zurria (zona 2)Via Casello (zona 2)Via Cristoforo Colombo (zona 2)Via Fornaciai (zona 2)Via Rizzotti (zona 2)Via Alcalà (zona 2)Via Lavandaie (zona 2)Vicolo Marano (zona 2)Via Mulino Santa Lucia (zona 2)

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Page 11: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Jonica (zona 2)Via Dusmet Via Vecchia Dogana (zona 1)Piazza Duca di Genova (zona 1)Via Museo Biscari (zona 1)Piazza San Placido (zona 1)Via Porticello (zona 1)Via Lazzaro (zona 1)Via Geraci (zona 1)Via Landolina

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 1476

Informazioni statistiche

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Page 12: Visita Pastorale al I Vicariato

Fasepreparatoria

Page 13: Visita Pastorale al I Vicariato

Lettera di convocazione

Ai membri del Consiglio Pastoraledella Basilica Cattedrale “Sant’Agata V. M”

Catania

L’esperienza della Visita pastorale che il nostro Arcivescovo ci invita acelebrare prossimamente è l’occasione propizia per rilanciare nella nostrachiesa Cattedrale l’impegno ed il servizio indispensabile degli organismi dipartecipazione ecclesiale previsti dall’ordinamento canonico e caldamenteraccomandati dal nostro stesso Arcivescovo.

Nel Direttorio per la Visita Pastorale, in particolare nella letteradell’Arcivescovo, viene ribadito come la visita dell’Arcivescovo alle comu-nità locali deve essere occasione di verifica e di rilancio della vita dellenostre comunità ecclesiali in chiave missionaria seguendo le linee dettatedalla C.E.I. nella nota pastorale Il volto missionario delle parrocchie in unmondo che cambia; i sette obiettivi che la nota propone siamo chiamati adassumere e tradurre per la nostra realtà ecclesiale.

Dopo circa quattro anni dall’inizio del mio ministero di parroco -delegato arcivescovile della nostra Basilica Cattedrale - avviato e consoli-dato il lavoro delicato e prezioso del Consiglio per gli affari economici(CAE - organismo obbligatorio a norma del codice di diritto canonico), ègiunto il tempo di avviare il cammino del Consiglio pastorale.

La Basilica Cattedrale è la chiesa del Vescovo, il luogo geografico nelquale convivono tre enti ecclesiastici che ne sono al servizio: l’ente “ChiesaCattedrale”, l’ente “Capitolo della Cattedrale”, l’ente “Parrocchia dellaBasilica Cattedrale”.

La Basilica Cattedrale è la chiesa di Sant’Agata: ne custodisce le sacrereliquie, accoglie quotidianamente i devoti che la visitano in un continuopellegrinaggio, cura gli aspetti religiosi delle celebrazioni di febbraio e ago-sto.

Fase preparatoria

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Page 14: Visita Pastorale al I Vicariato

La Basilica Cattedrale è un cofanetto prezioso di arte e storia, luogod’interesse per studiosi e studenti e visitato da numerosi turisti italiani estranieri, attraverso l’impegno nella fondazione diocesana per i beni cultu-rali sostiene l’opera del museo diocesano che custodisce il “tesoro della cat-tedrale”.

La costituzione del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale(CPBC) non può prescindere da questa peculiarità che esige perciò neces-sari adattamenti tesi a creare comunione ecclesiale a servizio della Cattedradel Vescovo di cui dobbiamo sentirci sempre più custodi e servitori.

La composizione proposta per iniziare il cammino non prevede almomento membri eletti dall’assemblea: a ciò si provvederà successivamen-te.

La presidenza del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale eserci-tata dal parroco-delegato arcivescovile ricorderà a ciascuno il particolarelegame della nostra realtà ecclesiale col Pastore della Chiesa di Catanianella cui Chiesa noi esercitiamo i nostri rispettivi compiti.

Con questo spirito vi invito al primo incontro del Consiglio pastora-le della Basilica Cattedrale che avrà luogo giovedì 8 luglio p.v. alle ore19.00 nell’aula capitolare della Basilica Cattedrale, per discutere il seguen-te ordine del giorno:

1. Insediamento e costituzione dell’Ufficio di segreteria.2. Presentazione del Direttorio per la Visita pastorale e consegna del

questionario per la riflessione personale e di gruppo.3. Costituzione del Consiglio di presidenza.

In attesa di incontrarci per rilanciare il cammino pastorale dellanostra chiesa Cattedrale porgo cordiali saluti in Cristo Gesù.

Catania, 24 giugno 2010MONS. BARBARO SCIONTI

Parroco - delegato arcivescovile

Fase preparatoria

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Relazione conclusiva del Consiglio Pastorale Parrocchiale e programmadella Visita Pastorale

ITINERARIO

Per giungere alla definizione del programma per la Visita pastorale, siè intrapreso un cammino costellato di varie tappe, momenti diversi quali:preghiera, studio, riflessione, discernimento, condivisione e verifica sisono intrecciati nel vissuto delle singole persone e delle realtà di gruppoche, a vario titolo, sono presenti e operano nella Basilica Cattedrale.

Desiderando tratteggiare tale esperienza, occorre evidenziare specificipunti che cercano di partecipare spazi, tempi e mezzi di questo viaggioecclesiale pastorale locale, che si è affrontato con determinazione e concoraggio, essendo i primi, alla sequela di Gesù Buon Pastore e soprattuttocercando di rispondere con tanta gioia ai desideri del nostro ArcivescovoMons. Salvatore Gristina, guida dell’Arcidiocesi di Catania.

PREMESSA

Si è prestato attenzione innanzitutto alla dimensione della preghieraquale atteggiamento essenziale per impetrare questo “Dono del Padre” daaccogliere con frutto.

Preghiera nella Basilica CattedraleAlle Sante Messe della domenica, al mattino nell’adorazione davanti

al Santissimo Sacramento nella cappella del Crocifisso e nel corso di cele-brazioni particolari, si è pregato spesso con la “preghiera dell’Arcivescovo”,scritta per l’imminente Visita pastorale.

TAPPA I - FASE PREPARATORIA: NASCITA CONSIGLIO PASTORALE DELLA

BASILICA CATTEDRALE

Il punto di partenza è situato precisamente il 24 giugno del 2010,data in cui il parroco e delegato arcivescovile della Basilica Cattedrale,Mons. Barbaro Scionti, raggiunge, per la prima volta, con lettera di con-vocazione, i membri del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale“Sant’Agata V. M.”, così si legge:

«L’esperienza della Visita pastorale che il nostro Arcivescovo ci invitaa celebrare prossimamente è l’occasione propizia per rilanciare nella nostra

Fase preparatoria

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Page 16: Visita Pastorale al I Vicariato

chiesa Cattedrale l’impegno e il servizio indispensabile degli organismi dipartecipazione ecclesiale previsti dall’ordinamento canonico»1.

In risposta a tali indicazioni e obbedendo ai suggerimenti del n. 9adella Lettera dell’Arcivescovo2, l’8 luglio del 2010 viene alla luce il Consigliopastorale che si riunisce, s’insedia e si mostra nella specificità dei suoimembri come parrocchia sui generis.

La Cattedrale è parrocchia? Si percepisce questo come un quesitolatente a quasi tutti gli interventi dei presenti.

Momento successivo alla composizione del Consiglio pastorale è l’av-vio gioioso della sua attività di comunione e di discernimento comunitario.

A) Riflessione sul Direttorio3

Nello sforzo di permeare lo spirito del suddetto documento si riflet-te insieme, con l’aiuto di una scheda sintesi, preparata dalla segretaria delCPBC, sulla Lettera dell’Arcivescovo alla comunità diocesana, nella qualel’enucleazione di riferimenti specifici diventa possibile chiave di letturadell’intero Direttorio, fornendo piste praticabili sull’organizzazione con-creta in questa prima fase.

B) Presentazione del Questionario di indole pastorale4

Viene consegnato il questionario di indole pastorale ai diversi mem-bri. Il parroco indica la nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie inun mondo che cambia (30 maggio 2004) quale testo base, aiuto per ildiscernimento, soprattutto nei suoi sette obiettivi, che nel questionariosono enucleati nella forma di quesiti a partire dai quali verificare l’azionepastorale parrocchiale.

Presenta poi un gruppo di possibili e perfettibili adattamenti, con cuiha tradotto gli obiettivi sopra menzionati, tenendo conto del territorio par-

Fase preparatoria

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1B. SCIONTI, Lettera di convocazione Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, Catania24 giugno 2010.2 S. GRISTINA, Direttorio per la Visita pastorale, volume I, pp.17-18.3 Cfr. Verbale n.1 del CPBC, data 22/9/2010, p. 2, in: Archivio Basilica Cattedrale.4 Ibidem, pp. 2-3.

Page 17: Visita Pastorale al I Vicariato

rocchiale, del tipo e del numero di persone che vi abita. Lancia la propostache ciascun membro del CPBC si faccia promotore, presso la realtà di cuiè rappresentante, di attenta lettura e riflessione del questionario per giun-gere così a un pensiero su ogni obiettivo da donare agli altri e nella misuradel possibile, liberamente lasciarne traccia per iscritto, in modo da esserecontributo per la relazione da tenere in ambito di assemblea parrocchiale.

TEMPO DI RIFLESSIONE E DI DISCERNIMENTO PERSONALE E COMUNITARIO

Alla luce Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia,i questionari, consegnati ai rappresentanti delle varie realtà presenti inCattedrale, divengono, nei mesi estivi, oggetto di attenta lettura persona-le e di riflessione nei diversi gruppi.

TEMPO DI CONDIVISIONE5

Si alternano incontri del Consiglio di presidenza a quelli del Consigliopastorale; l’ordine del giorno di entrambi prevede il vaglio di proposte perun eventuale bozza di programma per la Visita da sottoporre.

Si raccolgono gli interventi scritti e orali di tutti, relativamente aisette obiettivi.

ALL’ASCOLTO DEL NOSTRO PASTORE

Una rappresentanza del Consiglio pastorale della Basilica Cattedralepartecipa all’Assemblea pastorale diocesana, durante la quale l’Arcivescovopersonalmente illustra il Direttorio.

In quella stessa occasione si ha modo di ascoltare dalla viva voce diDon Giuseppe Bellia, importanti riferimenti biblici, da carpire quali indi-catori luminosi nel cielo della Visita pastorale.

INCONTRI I VICARIATO

In modo mirabile, il cammino parrocchiale si è intersecato con quel-lo vicariale, ambito in cui, in un clima di confronto aperto e sofferto, sisono precisati i momenti da vivere insieme con le varie parrocchie presen-ti nel I Vicariato, dando vita così al primo calendario vicariale.

Fase preparatoria

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5 Riferimenti dettagliatamente riportati nei verbali: n. 2 del CPBC, data 22/09/2010; n. 1del Consiglio di presidenza, data 17/07/2010; n. 2 del Consiglio di presidenza, data8/10/2010.

Page 18: Visita Pastorale al I Vicariato

CONSIGLIO PASTORALE CON LA PRESENZA DEL VICARIO FORANEO

Si pone, come momento di reale comunione, l’incontro delConsiglio pastorale parrocchiale, alla presenza del Vicario foraneo, duran-te il quale quest’ultimo ha avuto modo di donarci alcune indicazioni utilisulla modalità con cui trattare le date, fornite dalla Segreteria per la Visitapastorale, circa la compilazione del possibile programma.

Con tutto questo materiale raccolto nel bagaglio, utile per effettuarela partenza verso la tappa II, cioè il tempo della Visita, si è cercato conattenzione e con puntualità di elaborare un programma che tenesse contodelle diverse realtà, di priorità di senso e di esigenze di lavoro pastorale,indicando con umiltà quegli incontri idonei ad incontrare sul serio la real-tà composita della chiesa Cattedrale, che raccoglie in sé più vocazioni chevanno dalla sede della Cattedra del Vescovo sino alla casa di Sant’Agata…

Il programma6 risulta il seguente:

DOMENICA 31 OTTOBRE:Alle ore 10.30 - Accoglienza dell’ArcivescovoConfortati dalla consultazione del n. 1179 del “cerimoniale dei vesco-

vi”, dove si legge: «Il Vescovo, […] venga accolto convenientemente, secon-do le circostanze di luogo e situazione», appare opportuno che a riceverel’Arcivescovo siano i canonici, i presbiteri e diaconi ed insieme anche ilConsiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici, quali organi dipartecipazione, i cui membri, rappresentanti di diverse realtà, sono presen-ti ed operano nella Basilica Cattedrale, ed ancora sono espressione dicomunione e di corresponsabilità viva per uno slancio pastorale e missiona-rio. Lo spazio che è sembrato rispondere alle esigenze di significato per talemomento è stato ravvisato nella cappella della Madonna. La BasilicaCattedrale è per eccellenza la chiesa dove risiede la Cattedra del Vescovo, sipotrebbe dire familiarmente, è “casa sua”: tutti ci sentiamo coinvolti e sen-sibilizzati al servizio, che in primo luogo, proprio in quest’ambiente, sideve, con gioia, al Nostro Pastore. Non appare dunque opportuno andar-gli incontro sulla porta d’ingresso, dalla quale è entrato il giorno dell’inse-diamento in Diocesi, al contrario ci sembra significativo iniziare questo

Fase preparatoria

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6 Estratto del Verbale n. 2 del Consiglio di presidenza, data 8/10/2010.

Page 19: Visita Pastorale al I Vicariato

tempo di grazia, in quella cappella della Madonna, che normalmente vieneutilizzata come ingresso nella navata, che vede dietro una ben nota cancel-lata, la dimora della Santa Patrona Agata, Vergine e Martire, a cui la stessaCattedrale è titolata.

Ore 11.00 - Celebrazione Eucaristica(Messa di Gesù Maestro, solennità per la congregazione delle Pie

Discepole del Divin Maestro e la famiglia paolina)Riferendosi al n. 222 dell’Apostolorum Successores, documento che lo

stesso Arcivescovo cita nella Lettera del 1 aprile 2010, dove si auspica chela Celebrazione Eucaristica sia centro del programma della visita; e conancora l’eco delle parole meditate della Nota C.E.I. Il Volto missionariodelle parrocchie in un mondo che cambia, precisamente al terzo obiettivo:«La domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, sta alla sor-gente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il valore che la domeni-ca ha per l’uomo e lo slancio missionario che da essa si genera prendonoforma solo in una celebrazione dell’Eucarestia curata secondo verità e bel-lezza».

Animati da tali motivazioni, si propone la Celebrazione Eucaristicadomenica 31 ottobre, e ci piace molto che cada proprio nella Solennità diGesù Maestro per la congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro,presenza religiosa orante ed operosa in Cattedrale.

Nella linea dell’incontrare, del confermare nel servizio e nell’indiriz-zare verso nuove mete i gruppi che gravitano e lavorano in Cattedrale, si èpensato:

Ore 17.00 - Incontro con il Coro parrocchiale.(celebrazione del Vespro nella cappella della Madonna)A tal proposito, non si può non richiamare alla memoria la

Sacrosantum Concilium al n. 114 quando dice: «Si conservi e si incremen-ti con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano conimpegno le “scholae cantorum” in specie presso le chiese cattedrali. Ivescovi e gli altri pastori d’anime curino diligentemente che in ogni azio-ne sacra celebrata con il canto tutta l’assemblea dei fedeli possa partecipa-re attivamente […]».

Alle ore 19.00 - Chiesa di San Placido: incontro con l’Associazionemaschile Sant’Agata in Cattedrale

La devozione a Sant’Agata riunisce molte persone di diversa età,

Fase preparatoria

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Page 20: Visita Pastorale al I Vicariato

estrazione e provenienza. Associazione dunque, che in certi momenti, siapre a fisarmonica e conta moltissimi devoti (oltre 500)7 di tutta la città diCatania, che si riversano in Cattedrale per esprimere la loro fede ad una“donna tutta di Dio”. Certo le motivazioni e i risultati possono esseretanti, ma prestare attenzione ai dubbi, ai bisogni, alle gioie del gruppo deigiovani e degli adulti dell’Associazione maschile Sant’Agata in Cattedrale,che si riunisce nella chiesa di San Placido può diventare momento per lan-ciarsi verso forme rinnovate di catechesi e di formazione ad una vita cri-stiana sempre più autenticamente ancorata al Vangelo.

LUNEDÌ 1 NOVEMBRE:Ore 9.30 - Celebrazione EucaristicaOre 11.30 - Museo diocesano: incontro con il Maestro del Fercolo di

Sant’Agata ed i suoi collaboratori«La Visita pastorale è una delle forme, collaudate dall’esperienza dei

secoli, con cui il Vescovo mantiene contatti personali con il clero e con glialtri membri del popolo di Dio. […] è anche l’occasione per richiamaretutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana»8, in quest’otticasi crede opportuno che l’incontro suddetto acquisti un carattere, nontanto di sprone quanto di verifica della:

- gestione dell’impegno nelle celebrazioni agatine;- ricaduta dell’esperienza nel quotidiano di una vita davvero

improntata sul Vangelo.Ore 19.30 - Aula Capitolare: incontro con la Cappella Musicale del

DuomoL’Arcivescovo, in Cattedrale, presiede alcune liturgie solenni, dove «il

canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante»9, ed è laCappella Musicale del Duomo che riveste l’azione liturgica di una formanobile, attraverso l’eccelsa espressione dell’arte che è l’originale interpreta-zione della tradizione musicale della Chiesa, in particolare quellaCatanese.

Fase preparatoria

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7 Da quanto si evince dai vari interventi del Presidente dell’associazione stessa, membrodel CPBC.8 Apostolorum Successores, n. 221.9 Sacrosantum Concilium, n.112.

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MERCOLEDÌ 3 NOVEMBRE

Ore 17.00 - Sacrestia: incontro con l’Associazione femminile Sant’Agatain Cattedrale

Per il Pastore è questa un’«occasione per ravvivare le energie deglioperari evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli»10.

GIOVEDÌ 4 NOVEMBRE

Ore 16.30 - Ufficio del Parroco: Saluta il personale dipendenteIn modo del tutto speciale si è al servizio della fede delle persone se

si raggiungono nella dimensione del lavoro.Ore 17.00 - cappella della Madonna: incontra la Legio Mariae (recita

del Santo Rosario)Per venire incontro al preciso desiderio espresso dall’Arcivescovo, nel-

l’omelia del 7 ottobre 2010, in occasione dell’anniversario dell’Ordinazio-ne Episcopale, si vuole così dare spazio alla preghiera e alla meditazionecon la recita del Santo Rosario, quale momento alto di contatto con laParola e valorizzazione del carisma particolare.

Ore 19.00 - Veglia per la Giornata di santificazione universaleÈ bello che, nel periodo della Visita pastorale, la cattedrale si apra ad

un momento di comunione ecclesiale più ampio, perché questo rivelaquello che durante tutto l’anno è: luogo aperto a movimenti e a tutte quel-le realtà ecclesiali, che desiderano accoglienza nella chiesa del Vescovo.

SABATO 6 NOVEMBRE

Ore 7.30 - Celebrazione Eucaristica ed esposizione del SantissimoSacramento per l’adorazione quotidiana nella cappella del Crocifisso

In Cattedrale, interpretando e dando una certa angolatura al terzoobiettivo della Nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondoche cambia, sopra citato, bisogna attenzionare, oltre la Santa Messa dome-nicale quella dei giorni feriali, ove si registra una certa frequenza di fedeli.

Nell’adorazione quotidiana si prega abitualmente per l’Arcivescovo ela Chiesa di Catania; pertanto la preghiera per la Visita pastorale è recita-ta quotidianamente e seguirà il cammino dell’Arcivescovo in visita alle

Fase preparatoria

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10 Apostolorum Successores, n. 221.

Page 22: Visita Pastorale al I Vicariato

comunità locali, consegnando a Gesù Sacramentato la richiesta di graziecopiose.

Ore 9.00 - L’Arcivescovo è disponibile per le confessioni e il dialogo per-sonale

Come consiglia il “cerimoniale dei vescovi” al n. 1182, affinché «poiappaia più chiaramente ai fedeli che il Vescovo è il principale dispensato-re dei misteri di Dio, come anche il moderatore e custode di tutta la vitaliturgica nella Chiesa a lui affidata, è desiderabile che egli amministri,durante la Visita pastorale, non solo il sacramento della Confermazione,ma talvolta anche gli altri sacramenti …».

«Il Vescovo privilegi l’incontro con le persone […]. È questo ilmomento in cui egli esercita più da vicino per il suo popolo il ministerodella parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a piùdiretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese dellagente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza»11.

Per introdurre le due visite che l’Arcivescovo potrebbe attuare biso-gna rifarsi alla Nota C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondoche cambia, n. 9, soprattutto quando afferma:

«L’esperienza del lavoro percorre oggi strade sempre più complesse, acausa di molteplici fattori, tra i primi quelli riconducibili alle innovazionitecnologiche e ai processi di globalizzazione. Ci vogliono competenze chepossono essere assicurate solo da livelli più integrati, diocesani o almenozonali, e da dedizioni più specifiche, come quelle promosse dalla pastora-le d’ambiente e dalle esperienze associative. Lo stesso vale per l’ambitodella responsabilità sociale e della partecipazione alla vita politica. La par-rocchia però deve saper indirizzare, ospitare, lanciare ponti di collegamen-to. Più al fondo, deve offrire una visione antropologica di base, indispensa-bile per orientare il discernimento, e un’educazione alle virtù, che costitui-scono l’ancoraggio sicuro capace di sostenere i comportamenti da assume-re nei luoghi del lavoro e del sociale e di dare coerenza alle scelte che, nellalegittima autonomia, i laici devono operare per edificare un mondo impre-gnato di Vangelo».

Ore 11.00 - Visita al Municipio

Fase preparatoria

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11Pastores Gregis, n. 46.

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Ore 12.00 - Visita al mercato storico del pesce (pescheria)L’Arcivescovo avrà modo così di immergersi nel tessuto sociale e nel-

l’ambiente territoriale della parrocchia Cattedrale, mostrandosi vicino,nelle fatiche quotidiane, ai “figli e fratelli” lavoratori, che spesso devonosuperare critiche e denunce (come nel caso della pescheria).

Ore 16.00 - Museo Diocesano: incontra il Consiglio pastorale e ilConsiglio per gli affari economici della Basilica Cattedrale.

L’Apostolorum Successores, alle lettere d - e, prevede tali momenti, e lostesso Arcivescovo li incoraggia nella sua Lettera alla Comunità diocesana(7º obiettivo) e nelle omelie in preparazione alla Visita. Gli organismi dipartecipazione sono da qualificare sempre meglio, per il servizio impaga-bile che svolgono attraverso il continuo discernimento personale e comu-nitario in ambito pastorale e amministrativo.

Ore 16.30 - Museo Diocesano: Assemblea parrocchialeÈ il momento di rilievo in cui sarà presentata una relazione sintetica

dei dati principali emersi dall’esame del questionario di indole pastorale(cfr. Direttorio per la Visita pastorale, n.10, p. 20), è occasione di dialogodella comunità con il Pastore.

Ore 17.45 - Te Deum a conclusione della Visita pastorale alla BasilicaCattedrale

Per ringraziare la Santissima Trinità, Dio datore di ogni dono, la reci-ta del Te Deum, appare il naturale modo con cui salutare da un lato la finedella Visita pastorale per la nostra Basilica Cattedrale e dall’altro l’iniziodell’esperienza di Pietro e compagni, che fiduciosi prendono il largo, get-tano le reti e tirano in barca una quantità enorme di pesci (cfr. Lc 5,6).

SUOR IVANA SANFILIPPO

Segretaria del Consiglio pastorale

Fase preparatoria

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Page 24: Visita Pastorale al I Vicariato

Allegati

LA VISITA PASTORALE DONO DEL PADRE PER LA NOSTRA CHIESA.LETTERA DELL’ARCIVESCOVO ALLA COMUNITÀ DIOCESANA

PRESENTAZIONE

• L’Arcivescovo affida il Direttorio alla comunità diocesana per prepa-rare e vivere bene lo straordinario evento della Visita pastorale.

• Significato dell’Icona in Copertina, immagine composta da tre ele-menti:1. Buon Pastore;2. Territorio dell’Arcidiocesi;3. Stemma dell’Arcivescovo.Il Vescovo (stemma) mette la sua vita e il suo ministero a disposizio-ne di Gesù Cristo (Buon Pastore) per visitare il suo gregge (territoriodell’Arcidiocesi).

• COLLABORAZIONE E CORRESPONSABILITÀ:Il Vescovo è collaborato dai presbiteri, in modo particolare dai parroci;I laici sono coscienti corresponsabili dell’essere e dell’agire dellaChiesa;Convisitatori (Decreto Indizione).

• TESTI DI RIFERIMENTO importanti circa la dottrina e la legislazionedella Visita pastorale:- CJC (Can. 396-398);- Es. Ap. Pastores gregis, n. 46;- Direttorio... Apostolorum successores, nn. 221-225.

• INDICAZIONI ED ELEMENTI per la preparazione della Visita:- Preghiera (coinvolgimento);- Lectio divina nello spirito della DV 25-26;- Formazione dei fedeli (conferenze e prediche, corso di missioni

popolari);- Discernimento comunitario negli organismi di partecipazione a par-

tire da due questionari (1. Visita reale, 2. pastorale);- Nota C.E.I.: Il volto missionario delle parrocchie in un mondo checambia (7 obiettivi);

Fase preparatoria

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Page 25: Visita Pastorale al I Vicariato

- Convegno ecclesiale nazionale di Verona (persona cuore dellapastorale).

• PROGRAMMA della Visita, a livello parrocchiale e vicariale.

• CALENDARIO (annuale).

• SCUOLA PER OPERATORI PASTORALI: iniziativa da promuovere, fruttodella Visita.

• DOCUMENTO FINALE: prendere il largo e gettare le reti per una pescaabbondante.

Il questionario pastorale: presentazione e adattamenti1. La realtà parrocchiale: dati logistici, popolazione, strutture, presbi-

teri, frequenza alla messa, organi di partecipazione, associazioni, comuni-tà religiose, organizzazioni sociali.

2. La pastorale parrocchiale: sette obiettivi (tratti dalla nota C.E.I. Ilvolto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 30 maggio2004):

I La Cattedrale, luogo di accoglienza e di ascolto.II Dalla catechesi in preparazione ai sacramenti alla iniziazione alla

vita cristiana.III L’Eucarestia domenicale … e nei giorni feriali.IV Al servizio della fede degli adulti: il compito di educare.V Il territorio parrocchiale: dimensioni sociali e culturali.

VI La chiesa Cattedrale al servizio della comunione ecclesiale.VII I “protagonisti” della chiesa Cattedrale: organismi di partecipa-

zione, carismi e ministeri.

A ciascuno dei membri del CPBC è richiesto un pensiero su ogniobiettivo dopo attenta riflessione del testo del questionario che viene con-segnato.

Le riflessioni scritte, semplici e libere, possono essere consegnate allasegreteria del CPBC al prossimo incontro nel mese di settembre: è il con-tributo di ciascuno alla realizzazione della relazione previa alla Visitapastorale.

Fase preparatoria

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Page 26: Visita Pastorale al I Vicariato

Incontro conl ’Arcivescovo

Page 27: Visita Pastorale al I Vicariato

DEPLIANT DELLA BASILICA CATTEDRALEIN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE

Incontro con l’Arcivescovo

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Page 28: Visita Pastorale al I Vicariato

Calendario12

DOMENICA 31 OTTOBRE ore 11.00 - Celebrazione Eucaristica

ore 17.00 - Incontro col coro parrocchiale(celebrazione del Vespro nella cappella della Madonna)

ore 19.00 - Chiesa di San Placido: incontro con l’associazione maschi-le Sant’Agata in Cattedrale

LUNEDÌ 1 NOVEMBREore 09.30 - Celebrazione Eucaristica

ore 11.30 - Museo diocesano: incontro con il Maestro del fercolo di Sant’Agata e i suoi collaboratori

ore 19.30 - Aula Capitolare: incontro con la Cappella Musicale del Duomo

MERCOLEDÌ 3 NOVEMBREore 17.00 - Sacrestia: incontro con l’associazione femminile Sant’Agata

in Cattedrale

GIOVEDÌ 4 NOVEMBREore 16.30 - Ufficio: Saluta il personale dipendente

ore 17.00 - Cappella della Madonna: incontra la Legio Mariae (recita del Santo Rosario)

SABATO 6 NOVEMBREore 07.30 - Celebrazione Eucaristica ed esposizione del Santissimo

Sacramento per l’adorazione quotidiana nella cappella delCrocifisso

ore 09.00 - L’Arcivescovo è disponibile per le confessioni e il dialogopersonale

Incontro con l’Arcivescovo

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12 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

Page 29: Visita Pastorale al I Vicariato

ore 10.00 - Visita al mercato storico del pesce (pescheria)

ore 12.00 - Museo Diocesano: incontra il Consiglio pastorale e il Consiglioper gli affari economici della Basilica Cattedrale

ore 16.30 - Assemblea pastorale

ore 17.45 - Te Deum a conclusione della Visita pastorale alla Basilica Cattedrale

Incontro con l’Arcivescovo

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Page 30: Visita Pastorale al I Vicariato

Ore 11.00 - Basilica Cattedrale

MESSA DI APERTURA

La Visita pastorale alla parrocchia Basilica Cattedrale è iniziata con lasolenne Celebrazione Eucaristica secondo il formulario di Nostro SignoreGesù Cristo Divino Maestro. Nella monizione iniziale è stato spiegato ilmotivo di questa scelta motivata dalla presenza della comunità delle PieDiscepole del Divin Maestro che gravita nel territorio della parrocchia:

Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.Nell’ultima domenica di ottobre,ogni anno, le Pie Discepole del Divin Maestro con tutta la FamigliaPaolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione, celebrano con solennitàNostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro, con liturgia propria.

In realtà, Egli riempie di sé tutto l’Anno liturgico, ma in questa occa-sione tutti i paolini e le paoline, intendono avere un’occasione per rinno-vare il loro amore e la loro adesione alla persona di Gesù che tutti onora-no come Maestro e Signore, Pastore, Via, Verità e Vita.

È bello e significativo celebrare questa solennità nel contesto dellaVisita pastorale che il nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina stacompiendo nella nostra Chiesa di Catania.

A Cristo, Maestro e Pastore chiediamo il dono della disponibilità adaccogliere colui che ci visita nel Suo nome e a gloria del Suo nome.

Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica

Benedictus qui venit in nomine Domini

Eccellenza Reverendissima,

All’inizio della Visita pastorale alla nostra Basilica Cattedrale diCatania, ho la gioia e l’onore di rivolgerLe il saluto accogliente a nome ditutta la comunità cristiana che vive questa magnifica “aula liturgica” e nesostiene la vita pastorale. In particolare i tre enti ecclesiastici, la “ChiesaCattedrale”, il “Capitolo della Cattedrale”, la “Parrocchia della Basilica

Incontro con l’Arcivescovo

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Page 31: Visita Pastorale al I Vicariato

Cattedrale”, a cui sono legate diverse realtà ecclesiali qui oggi rappresenta-te, fanno proprie le parole che la liturgia ci fa cantare poco prima dellaconsacrazione del pane e del vino: “Benedictus qui venit in nomineDomini”. Così come queste parole ci aiutano a cogliere la bellezza dellapresenza reale, adesso, ci aiutano a gustare la bellezza di un incontro che cisiamo preparati a vivere come “dono del Padre per la nostra Chiesa”13.

Una felice coincidenza vuole che celebriamo oggi la ricorrenza di“Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro”, titolare delle Suore PieDiscepole del Divin Maestro, presenti con la famiglia paolina nel nostroterritorio; da qualche giorno (4 ottobre 2010) i Vescovi italiani ci avetedonato gli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, Educare allavita buona del Vangelo; siamo alle prime battute della Visita pastorale allecomunità locali.

Il Maestro Gesù, “grazie alla presenza dinamica dello Spirito”14, rag-giunge il cuore dell’uomo e lo forma interiormente e così aiuta la personaa gestire le vicissitudini quotidiane. Visitandoci nel nome del Signore, noiscorgiamo nell’Eccellenza Vostra la “presenza dinamica dello Spirito”15 checi invita a rendere sempre più missionario, nel segno della conversionepastorale, il volto di questa comunità cristiana.

Vogliamo vivere questi giorni come occasione privilegiata per ricono-scere nel ministero del Vescovo il Maestro Gesù, Buon Pastore che “racco-glie le sue pecore e se ne prende cura mediante l’insegnamento e con unaprodigiosa frazione del pane”. Noi tutti vogliamo metterci nella disposi-zione della “folla che segue Gesù mossa dalla speranza di ricevere qualco-sa di decisivo”16.

Eccellenza, siamo certi del suo sguardo paterno e partecipe che sapràcogliere il bisogno, anche inespresso, di un popolo che è “disorientato damaestri inaffidabili”17.

Alla Vergine Maria, nostra “Madre e Maestra di vita spirituale”18, affi-

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13 Icona della Visita pastorale.14 C.E.I., Educare alla vita buona del Vangelo, 12.15 Ibidem.16 Ibidem.17 Ibidem.18 C.E.I., Collectio Missarum de BVM, 32.

Page 32: Visita Pastorale al I Vicariato

diamo queste giornate di incontro con l’Arcivescovo: giornate di spiritua-lità e di comunione fraterna; Maria ci aiuti “a custodire l’attitudineall’ascolto, grembo nel quale la parola diventa feconda e ci fa comprende-re che nulla è impossibile a Dio”19.

MONS. BARBARO SCIONTIParroco - delegato arcivescovile

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli Canonici del Capitolo metropolitano dellaCattedrale guidati dal degnissimo Priore Mons. Maurino Licciardello, carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, carissime Persone consacrate, particolarmente voi sorelle Pie Discepoledel Divin Maestro, Fratelli e Sorelle,

1. Tante volte e per diversi motivi ho la gioia di celebrare in questasplendida Basilica Cattedrale dedicata alla nostra Patrona Sant’Agata ver-gine e martire.

Oggi la celebrazione è motivata dalla Visita pastorale. Ieri sera hocelebrato per tutte le parrocchie del Vicariato iniziando ufficialmente laVisita all’intera Arcidiocesi e al I Vicariato; questa mattina celebro per laCattedrale che visiterò nei prossimi giorni. Il Parroco ha sottolineato ilsignificato e l’importanza dell’evento e tutti vogliamo metterci nell’atteg-giamento di vivere la Visita pastorale come dono del Padre per la nostraChiesa.

Siamo nella chiesa Cattedrale. Come sapete nelle diocesi c’è una solachiesa Cattedrale; in alcune, per motivi storici, c’é anche la con-cattedra-le, ma abitualmente è una sola la chiesa che si pregia di questo titolo.Questa insigne Basilica è chiamata Cattedrale perché qui c’è la cattedra delVescovo, a significare il compito che egli svolge nella Comunità diocesanaa lui affidata.

Incontro con l’Arcivescovo

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19 C.E.I., op. cit., 56.

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2. Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Mt 23,1-10) Gesùparla della cattedra di Mosè. Essa significa il ruolo particolare, unico, cheMosé ebbe nella comunità di Israele: fu chiamato dal Signore per parlarea nome suo (profeta) e per guidare il popolo dalla schiavitù alla terra pro-messa. Egli parlava con Dio faccia a faccia: così si esprime la SacraScrittura per indicare la particolare intimità che egli aveva con il Signore,intimità che si trasformava in mediazione e in intercessione. Mosé spessosvolse questo ruolo a vantaggio del popolo.

Ai tempi di Gesù la cattedra era occupata dagli scribi e dai farisei, duecategorie di persone che avevano un particolare ruolo nella vita dellacomunità, e che era riconosciuto da ogni persona; non si trattava di usur-patori, ma il loro ruolo, che doveva essere svolto secondo lo stile di Mosè,di fatto non lo era. Gesù usa parole sferzanti contro di loro perché tali per-sone non esercitavano il loro ruolo come avrebbero dovuto: “Sulla catte-dra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei”. Gesù non li rimprovera peril fatto di sedere sulla cattedra di Mosè, ma li giudica in modo molto seve-ro: “Quanto vi dicono, fatelo!”. Dicono cose giuste, interpretano la Paroladi Dio, la Legge, quindi quello che vi dicono fatelo ed osservatelo, ma nonfate secondo le loro opere. Gesù legge le intenzioni del cuore e quindi puòfare questa forte distinzione: “Quello che vi dicono fatelo, ma non fatesecondo le loro opere”. Poi Gesù passa a denunciare queste opere: “Diconoe non fanno. Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle dellagente”. Ma non vogliono muoverli neppure con un dito”. È un crescendomolto severo. C’è dell’altro: seguono altre precise annotazioni circa ladevozione esterna, la ricerca del plauso, dei posti di onore e dei titoli.

3. Abbiamo ascoltato tutti il Vangelo poc’anzi proclamato. Vi assicu-ro che il sottoscritto e, penso, anche i sacerdoti qui presenti abbiamo ascol-tato con particolare trepidazione questo testo. Come evitare che la catte-dra del Vescovo e quella di coloro che nelle comunità parrocchiali eserci-tano il ministero della presidenza, si trasformino in quella di cui Gesù con-dannava i titolari del suo tempo? È una domanda esigente. Saremmo ten-tati di glissare, ma la Parola è lì, giunge a noi e noi dobbiamo farci giudi-care, illuminare, confortare, sostenere dalla verità. Noi possiamo evitareche la cattedra di oggi nella Chiesa sia quella che Gesù condanna se terre-mo nel dovuto conto quello che Egli stesso indica con chiarezza.

Incontro con l’Arcivescovo

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Come evitare questo deterioramento, questo sfiguramento, o persino- Dio ci liberi - questo tradimento? “Uno solo è il vostro maestro e voi tuttisiete fratelli, uno solo è il vostro Padre, quello del cielo, una sola è la vostraguida, il Cristo”. Il Signore ci indica con chiarezza la via per evitare questitradimenti, queste deturpazioni.

4. Nel brano ascoltato Gesù enuncia un principio che altrove svilup-pa di più. Per esempio, nel Vangelo di Luca, Gesù sottolinea la radicalediversità tra i re delle nazioni e i responsabili di una comunità di fratelli.Durante l’ultima cena e in presenza dell’ennesima contesa tra i discepoliper chi più fosse più importante, Gesù dice: “Chi tra voi è più grandediventi il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è piùgrande chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola?”. Èquesto il criterio normale. Eppure - ecco la radicale novità che Gesù porta,vive ed indica alla sua Chiesa - io sto in mezzo a voi come colui che serve.E nella stessa circostanza Gesù lava i piedi ai suoi discepoli e spiega il signi-ficato del gesto in maniera inequivocabile: “Voi mi chiamate Maestro eSignore e lo sono; se io, il Maestro e Signore, ho lavato i piedi a voi è perdarvi un esempio, una regola, affinché anche voi facciate come ho fattoio”. Gesù vuole una comunità, una Chiesa di figli, di fratelli, di discepo-li guidati da responsabili che stanno in mezzo a loro come servitori.Questo è il Suo progetto. Solo una Chiesa di fratelli, di figli e discepoliguidati da pastori che seguono questo insegnamento, risponde al progettodi Gesù. Dalla fedeltà al progetto di Gesù deriverà la forza, la credibilitàper la missione che siamo chiamati a svolgere, per la testimonianza chesiamo invitati a dare.

5. Dobbiamo sottolineare questo nesso profondo che c’è tra la comu-nità e coloro che in essa esercitano il servizio della cattedra. È moltoimportante: noi tutti dobbiamo pregare, secondo l’ordine di Gesù, perchémandi operai nella sua messe, perché ci siano delle persone che si dedica-no al suo servizio nel santo ministero: il diaconato, il presbiterato, l’epi-scopato. È necessario che ci siano questi fratelli che svolgano tale compi-to. Ma noi vescovi, presbiteri e diaconi proveniamo dalle singole comuni-tà ed apparteniamo alla comunità. Se è una comunità di figli, di fratelli,di discepoli, da essa verranno dei presbiteri che vivono il ministero come

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Gesù si attende: da figli, fratelli e discepoli si trasformano in servitori atitolo speciale. Ogni comunità è responsabile della qualità di coloro chesvolgono nella Chiesa questi compiti. Non dividiamo i sacerdoti dallacomunità: essa incide sia all’origine, che nello svolgimento dell’attività delsacerdote.

6. Dobbiamo testimoniare che la vera Chiesa è costituita da personeche hanno una uguale e inalienabile dignità che resta sempre: tutti siamofigli, fratelli, discepoli. I sacramenti dell’iniziazione cristiana - il Battesi-mo, la Confermazione, l’Eucaristia - ci danno questa uguaglianza che restasempre e non cambia perché la diversità di servizio, di compiti, non signi-fica separazione; nella Chiesa non c’è disuguaglianza nella dignità. I titolio le insegne sono elementi storici validi, solo se significano ruoli di servi-zio. Noi che dobbiamo caratterizzarci anche per questi segni esterni, lidobbiamo vivere come divise di servizio.

7. Ho dato l’annuncio della Visita pastorale nell’omelia della Messacrismale, qui in Cattedrale, il giovedì santo, 9 aprile 2009, e sottolineavodue aspetti che desidero richiamare anche oggi: la Messa crismale ci parladella dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con ildono dello Spirito Santo a tutti i discepoli del Figlio suo. Con la Visitapastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie diDio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro avrò modo di gioire perle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questadignità che ci rende uguali nella vita quotidiana, personale e familiare,civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare, inoltre,come da Cristo Capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesaparticolare e si espande nel territorio il suo buon profumo.

8. La Visita pastorale mi impegna in maniera particolare con le paro-le che il Signore oggi ha rivolto a tutti e che io considero anzitutto valideper me stesso. Come vivere la Visita pastorale da Vescovo? Esattamentecome chiediamo nell’apposita preghiera: “Ti preghiamo per il nostroVescovo Salvatore che viene a visitarci nel tuo nome: sia immagine viva edautentica di Te Buon Pastore”. Vi ringrazio perché pregate così per me; ne

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ho bisogno; intensificate la vostra preghiera anche alla luce di quello cheil Signore oggi ci ha detto.

Dalla vostra preghiera attingo la fiducia, grande seppur mista adintensa trepidazione, con cui inizio la Visita pastorale. L’ho già detto, ilVescovo non è un solitario, la cattedra è il compito che Egli svolge intima-mente unito ai sacerdoti e particolarmente ai parroci. La preghiera sotto-linea pure che la nostra Chiesa è affidata alla carità pastorale del Vescovoe a quella dei sacerdoti.

Allora, carissimi fratelli e sorelle, vi chiedo una preghiera speciale per-ché noi, Vescovo e presbiteri, ci distinguiamo per la carità pastorale chesignifica amore paterno e fraterno, servizio generoso ed instancabile. In talmodo diventeremo ministri sempre più attenti a promuovere i carismi, iministeri, i doni che il Signore dà a tutti per la crescita della Sua Chiesa.

Ho affidato la Visita pastorale alla speciale intercessione del cardina-le Dusmet le cui spoglie sono qui, in questa nostra chiesa Cattedrale. Ilbeato Dusmet ha onorato questa cattedra, ha servito il Signore, ha amatoquesta Chiesa. A lui chiedo di intercedere per me, perché possa mettermisulla stessa strada che egli generosamente e sempre ha percorso. Al cardi-nale Dusmet affido il mio servizio episcopale, particolarmente durante laVisita pastorale; affido il servizio dei nostri carissimi sacerdoti e l’interanostra Chiesa affinché tutti ci impegniamo a rispondere al progetto cheoggi il Signore ci ha indicato, che consiste nel diventare sempre più fami-glia di Dio vera Chiesa di Cristo Signore.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

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Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON IL CORO PARROCCHIALE

Intervento del Responsabile della Corale parrocchiale signorGiuseppe Sanfilippo

A nome mio e della Corale parrocchiale “Basilica Cattedrale diCatania” rivolgo un cordiale saluto all’Eccellenza Vostra ed a Mons.Barbaro Scionti per questo momento di incontro in occasione della Visitapastorale.

La Corale della parrocchia Basilica Cattedrale nasce il 16 agosto del2003, all’inizio del Suo Episcopato nella Chiesa catanese, per volere diMons. Rosario Currò.

All’inizio eravamo solo in pochissimi, mentre pian piano siamo cre-sciuti arrivando ad un numero di circa 20 cantori; abbiamo iniziato ilnostro servizio con spirito di umiltà, cercando di offrire al Signore sempreil meglio.

Nel 2005, essendo io anche ex-responsabile della Corale di Canalic-chio, ho pensato di fare la proposta a Mons. Currò e a Padre FrancescoLeonardi di gemellare le due corali per avere un maggior numero di canto-ri e nello stesso tempo uno scambio di servizi fra le due parrocchie.

Devo dire che Mons. Barbaro Scionti stesso ha accettato di buoncuore le realtà delle due corali, dando così un grande imput nel continua-re il cammino che Mons. Currò aveva iniziato, tanto che nel 2006, nellamonumentale chiesa di San Placido, è stato eseguito il terzo concerto diNatale con le due corali dove l’Eccellenza Vostra ci ha rallegrati con la suapresenza e ci ha sollecitati a continuare nella esecuzione semplice dei canti.

Per l’affetto e la stima che noi sentiamo da parte Sua nei nostri con-fronti la ringraziamo e speriamo di essere sempre uniti come lo siamo que-sta sera, nella prospettiva che almeno una volta all’anno possiamo incon-trarci per passare una serata di fraternità insieme all’Eccellenza Vostra nelnome del Signore.

Per quanto riguarda la Visita pastorale, con il permesso dell’EccellenzaVostra, desidero specificare, sinteticamente, i servizi sopra detti.

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In riferimento a quanto detto nel Consiglio pastorale dell’8 luglio2010 dal parroco Mons. Barbaro Scionti e dalla documentazione conse-gnata ai componenti del Consiglio pastorale, nella qualità di responsabiledella Corale parrocchiale della Basilica Cattedrale di Catania ho ritenutoopportuno far partecipare tutti i componenti della corale al fine di poterriferire sugli obiettivi tratti dall’Introduzione alla Nota pastorale dellaC.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia.

Al primo punto riteniamo opportuno riferire che l’attività della cora-le è importante anche perché, prima di esprimere col canto l’animazioneliturgica, è dedita all’accoglienza di tutte quelle persone che frequentanola Cattedrale. Infatti, essendo strategica la postazione della corale, cioèdavanti alla cappella di Sant’Agata è, quindi, soggetta a dare informazionied invitare i fedeli alla compostezza, alla preghiera e al raccoglimento,essendo meta di tanti curiosi visitatori e turisti che bivaccano all’internodella Cattedrale, ma, altrettanto, meta di devoti.

Al secondo punto riteniamo che la corale, oltre al compito di animarele liturgie, è chiamata, con il canto, a coinvolgere l’assemblea nellaCelebrazione Eucaristica, anche con l’animatore liturgico, e quindi ad unservizio molto importante affinché si possa (come riferito dall’EccellenzaVostra nella visita a San Leo di Belpasso nel mese di agosto u.s.):“Testimoniare con coerenza la propria vita di fede, attraverso la parola(canto) e la disponibilità nei confronti del prossimo. È fondamentale aifini della propria identità, praticare una religiosità fatta non di esercizioformale ed esteriore, ma di impegno e dedizione finalizzato al vero e supre-mo bene”.

Al terzo punto riteniamo che la corale abbia un compito molto impor-tante e cioè l’animazione liturgica con canti scelti secondo la liturgia deltempo e della domenica; un’animazione costante in tutte le domenichesenza alcuna assenza; un impegno non indifferente per i cantori che si sot-topongono a prove di canto durante la settimana al fine di rendere piùsolenne la Santa Messa delle ore 11.00 presieduta dal Mons. BarbaroScionti, e seguita ed attesa fortemente sia per l’omelia che per i canti chevengono eseguiti, a volte, anche in polifonia.

Al quarto punto riteniamo che la corale, innestata nella parrocchia,oltre alle celebrazioni in Cattedrale, col canto, esercita anche un serviziodi missionarietà sia nel territorio della parrocchia: partecipazione alla

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veglia di preghiera nel periodo dei festeggiamenti agatini presso le SuoreBenedettine di via Crociferi; animazione con canti di Sant’Agata il giorno5 febbraio dopo l’uscita della Santa sul sagrato della Basilica Collegiata ein tutte le parrocchie che lo chiedono, animazioni liturgiche e concerti dicanti in onore di Sant’Agata laddove il sacro velo viene portato.

Al quinto punto riteniamo che la corale parrocchiale è impegnata nellacollaborazione sia con l’Associazione Femminile Sant’Agata in Cattedrale,in quanto parecchi ne fanno parte, con gli “Amici del Rosario” e con laLegio Mariae, realizzando insieme momenti di preghiera e di servizio pertutti i devoti che nel corso dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata sonopresenti in Cattedrale: animazione del rosario, servizio interno in Cat-tedrale.

Al sesto punto riferiamo che la corale nell’anno 2005 si è gemellata conla corale parrocchiale Santa Maria del Carmelo al Canalicchio al fine diottenere uno scambio di servizi nonché una continua ed affettuosa vita difraternità che le due corali realizzano insieme; nel 2008 le corali si sonoincontrate nei locali della parrocchia Santa Maria del Carmelo alCanalicchio per vivere insieme, alla presenza dell’Eccellenza Vostra ed iparroci Mons. Barbaro Scionti e Padre Francesco Leonardi, un momentodi incontro al fine di fare il punto della situazione sui servizi svolti fino aquell’anno. In quell’occasione, Ella ha molto gradito questo gemellaggiodicendo che avrebbe portato a mo’ di esempio nelle altre parrocchie quelloche è stato realizzato tra le due corali.

Al settimo punto riferiamo che la corale, assicurando il primario servi-zio alla Cattedrale, è itinerante nell’Arcidiocesi ed a volte anche fuori:veniamo invitati nelle varie parrocchie di Catania e della Provincia ad ani-mare le Sante Messe e nelle feste patronali dedicate alla Madonna eseguia-mo concerti di canti mariani tradizionali che vengono molto apprezzatidalle comunità con coinvolgimento dell’assemblea ai canti, assumendocosì un’espressione evangelizzatrice.

Pertanto, sulla base di quanto prima detto, la corale si identifica, per-ché ne fa uso, secondo la Costituzione della Sacra liturgia - SacrosanctumConcilium del 4 dicembre 1963 a mente dei seguenti articoli:

Dignità della musica sacra112. La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio

d’inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, special-

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mente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria edintegrante della liturgia solenne. Il canto sacro è stato lodato sia dalla SacraScrittura, sia dai Padri, sia dai romani Pontefici; perciò la musica sacra saràtanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, siadando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, siaarricchendo di maggior solennità i riti sacri. La Chiesa poi approva eammette nel culto divino tutte le forme della vera arte, purché dotate dellequalità necessarie. Perciò il sacro Concilio, conservando le norme e le pre-scrizioni della disciplina e della tradizione ecclesiastica e considerando ilfine della musica sacra, che è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli,stabilisce quanto segue:

La liturgia solenne113. L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando i divini

uffici sono celebrati solennemente con il canto, con i sacri ministri e lapartecipazione attiva del popolo.

114. Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio dellamusica sacra. Si promuovano con impegno le «scholae cantorum» in spe-cie presso le chiese cattedrali. I Vescovi e gli altri pastori d’anime curinodiligentemente che in ogni azione sacra celebrata con il canto tutta l’as-semblea dei fedeli possa partecipare attivamente, a norma degli articoli 28e 30.

Canto gregoriano e polifonico116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio

della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni,gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e special-mente la polifonia, non si escludono affatto dalla celebrazione dei diviniuffici, purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica, a norma del-l’art. 30.

Canti religiosi popolari118. Si promuova con impegno il canto religioso popolare in modo

che nei pii e sacri esercizi, come pure nelle stesse azioni liturgiche, secon-do le norme stabilite dalle rubriche, possano risuonare le voci dei fedeli.

Per tutto quanto sopra detto riteniamo, infine, di dovere in primoluogo ringraziare il Signore per i doni che ci dà; ringraziare il parrocoMons. Barbaro Scionti per l’insegnamento e la guida al fine di realizzarel’obiettivo che rende più proficuo il servizio al Signore e sempre più l’im-

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pegno per migliorare il coinvolgimento dell’assemblea al canto e quindialla preghiera che è fonte di amore verso Gesù.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

In un clima molto familiare e di grande rispetto allo stesso tempo,sono emerse diverse testimonianze che hanno ribadito le profonde moti-vazioni di appartenenza dei vari membri della corale e il desiderio di faresempre più e meglio.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. I vari gruppi generalmente si presentano elencando subito le varie atti-vità che promuovono, invece la Corale ha voluto cominciare con unmomento liturgico, la celebrazione dei vespri. È stato bello presentarsipregando insieme. Cita il detto latino agere sequitur esse, per ribadire lastretta corrispondenza tra l’attività e l’identità. Questa connessione èmolto importante per definire la nostra operosità nella Chiesa.

b. Manifesta plauso per la relazione presentata dal maestro della corale,Sig. Giuseppe Sanfilippo. La corale è nata dall’associazione Agatina.Questo è molto bello, perché ci fa comprendere come da una cosabuona ne possa derivare un’altra altrettanto buona. Il bene, infatti, ècontagioso e porta frutti. Elogia soprattutto i puntuali riferimenti fattidal maestro al dettato del Concilio Vaticano II sulla musica sacra e neribadisce alcuni.

c. È significativo che la Basilica Cattedrale, oltre ad avere già la propriaCappella musicale, abbia anche una Corale parrocchiale. Le due realtànon si escludono a vicenda, né sono in competizione, bensì contribui-scono alla ricchezza liturgica, alla varietà ministeriale presente nellaCattedrale/parrocchia.

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d. Ricorda ai presenti come nel 2012 ricorrerà il decennale di due eventi:il X anniversario di ministero a Catania e la commemorazione dellanascita della corale. Auspica che queste ricorrenze possano rinnovarel’impegno di ciascuno per il servizio che rende nella chiesa di Catania.

e. Elogia il clima sereno che si respira all’interno della Corale e che deveessere salvaguardato. La Chiesa è una famiglia che vive di gioiosa soli-darietà. In tal senso, esorta a testimoniare la comune condivisione dellagrazia e la gioia di potersi incontrare nella fraternità.

f. Apprezza molto il lavoro di riflessione che la Corale ha compiuto suisette obiettivi della nota pastorale C.E.I., Il volto missionario delle par-rocchie in un mondo che cambia, per prepararsi a questo incontro. Sitratta di un’operazione molto bella e intelligente che deve farci sentiresempre più responsabili del Vangelo con quei compiti particolari chemanifestano, appunto, il nostro stile missionario.

g. Ribadisce la necessità della formazione. Bisogna stare attenti al signifi-cato della celebrazione e auspica che in tutte le parrocchie ci sia unacostante preparazione alla liturgia domenicale. Inoltre, la corale nondeve espropriare l’assemblea, bensì favorire l’armonia nella celebrazio-ne, fare in modo che ci sia corrispondenza tra le letture, i canti, i segniche vengono posti sostenendo e coinvolgendo l’intera assemblea.

h. Chi canta prega e fa pregare due volte. L’identità della Chiesa è lacomunione: il coro, l’orchestra esistono perché esiste la comunione. Seognuno cantasse e suonasse autonomamente e senza alcuna attenzioneall’altro, ci sarebbe solo confusione e non armonia. Attraverso l’espe-rienza del canto, voi siete privilegiati nel capire che ciascuno di noi haun dono per l’utilità di tutti. Nella Corale, come nell’orchestra, la voce,lo strumento esprimono e fanno risaltare la necessità e il valore positi-vo dello stare insieme. Negli incontri formativi valorizzate questa iden-tità che vi porta ad essere testimoni della comunione e della bellezza delvivere insieme.

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Ore 19.00 - Chiesa “San Placido

INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE MASCHILE“SANT’AGATA IN CATTEDRALE”

Intervento del Presidente signor Claudio Baturi

Eccellenza Reverendissima,

In segno di ospitalità dovrei augurarle il benvenuto ma è troppo pocoper il momento che andremo a vivere. In fondo questa parrocchia è casaSua, questa è la Sua gente allora potremmo dirle: benvenuto a casaEccellenza.

Questa Associazione con gioia ha saputo attendere questo momentocosì carico di emozioni e di speranze. La gioia che la Sua persona arreca atutti i soci suscita quel sano stimolo che accarezza la nostra anima, tocca ilcuore, formula pensieri di gratitudine per un evento così forte ed allo stes-so tempo importante.

Le speranze poi scaturiscono dalle Sue parole e dall’attenzione cherivolgerà verso questa aggregazione laicale intitolata a Sant’Agata, dal Suoimpegno che, siamo certi, in questi giorni, sarà proficuo nei riguardi ditutta la comunità parrocchiale della Cattedrale che inizia la Sua Visita pro-prio da noi.

Tante sono state le domande, in questi ultimi giorni, circa il signifi-calo della Visita pastorale del Vescovo. La risposta è sempre stata una e pre-cisamente: il Vescovo viene perché ama il suo popolo e desidera gioire connoi nella fede che professiamo. S’intende, la fede in Gesù Cristo e non soloalla nostra amata Agata: che significa buona così come deve essere“AGATA” quindi BUONA la nostra Associazione.

Da circa venti anni or sono, da quando il Suo predecessore Mons.Luigi Bommarito da poco si era insediato in questa Arcidiocesi, l’assem-blea dei soci ha pensato di affidare la Presidenza alla mia persona ed io hoaccolto l’invito ad essere guida di questa comunità, imparando presto adamarla e sentirla mia dal punto di vista delle responsabilità e non del pos-sesso fine a se stesso e, come allora, oggi il mio impegno è immutato.

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La mia prima attenzione è stata rivolta ai giovani presenti, senza tra-scurare gli anziani, risorsa importante che infonde saggezza ed esperienza.Sì i giovani che sono e resteranno sempre l’anima di ogni cosa. Non si puòfare a meno di loro; chi non ha fiducia nei giovani non potrà mai - e sot-tolineo mai - sperare in un futuro migliore e noi questo futuro lo abbia-mo costruito giorno dopo giorno con fatica e amore. Sono fermamenteconvinto che essi sono le colonne portanti dell’intera famiglia parrocchia-le, sono, in definitiva, anche la nostra ricchezza consapevole che più gran-de è il tesoro più difficile è custodirlo.

Sono certo di aver lottato contro una mentalità arcaica che mettevaal primo posto quella tradizione con la “t” minuscola che opacizza la fedee camuffa la verità delle cose.

Oggi la nostra Associazione, non trascurando le cose buone del pas-sato, è esempio di modernità, flessibilità, integrazione con le varie attivitàdell’Arcidiocesi. Perché questa Associazione non svolge le sue attività solonei giorni di Sant’Agata, ma vive tutto l’anno con incontri formativi spi-rituali a cadenze settimanali e, a tal proposito, ringrazio Mons. BarbaroScionti per averci “donato” il diacono permanente Daniele Pappalardo cheha saputo dare una impronta spirituale di particolare spessore con un cam-mino di vera catechesi.

Eccellenza carissima,

Come Lei già sa, l’Associazione Sant’Agata in Cattedrale nasce nel1986 come “Associazione cittadina” per volere dell’indimenticabile umileservitore della Diocesi, Mons. Domenico Picchinenna, allora Arcivescovodi Catania (16 luglio 1974 - 1 giugno 1988). Già dai primi anni si mostròalla città ricca di presenze arrivando oggi ad avere un numero di 580 asso-ciati, anche se non vi è una costante e massiccia partecipazione perchémolti di loro hanno impegni legati ad altre parrocchie o con altre comu-nità. Nonostante ciò, ad oggi posso dire di non avere alcuna difficoltà neltrovare associati disponibili quando le attività ne richiedono la presenza.

Quando mi è stato comunicato da Mons. Barbaro di dover presenta-re una relazione scritta non ho percepito subito che compito arduo miaspettava: narrare 25 anni di Associazione che tanti di noi abbiamo vissu-to attivamente mi risulta veramente difficile.

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Pertanto penso sia più giusto procedere per gradi:

Attività sociali e caritativeDa circa sei anni collaboriamo con delle associazioni per i diversamen-

te abili offrendo loro l’opportunità di vivere concretamente i festeggiamen-ti agatini sotto un unico slogan “Sant’Agata non per molti ma per tutti”,attività che ha conquistato un importante riconoscimento da parte dellaF.I.A.B.A. (federazione italiana per l’abbattimento delle barriere architetto-niche). Premio dedicato a tutti coloro che si impegnano nell’affermazionedella cultura dell’handicap e nell’abbattere ogni forma di barriera culturalee fisica al fine di rendere migliore la qualità della vita per tutti.

Inoltre, ci siamo occupati nel passato di bambini orfani organizzan-do delle feste con ricchi premi, dei ricoverati nel reparto di oncologiainfantile con raccolta di fondi per creare degli alloggi per le famiglie fuorisede e continuiamo con la distribuzione di vestiario ai bisognosi. Ed infi-ne dallo scorso anno abbiamo adottato le suore Francescane del Vangelo,nostre vicine di casa, sostenendole nella risoluzione dei vari problemi dipiccola manutenzione domestica.

Attività culturaliLa mostra dei cimeli agatini sicuramente è quella di maggiore impe-

gno e rilievo; conta ogni anno circa quindici mila presenze tra catanesi eturisti; quest’anno di comune accordo con il parroco e la collaborazione diuna guida abbiamo accolto oltre 2000 bambini provenienti dalle scuole diCatania e provincia, con un percorso storico culturale che, partendo dallaBasilica Cattedrale, passando dalla casa del fercolo, giungeva a visitare lanostra esposizione arricchita di oltre seicento pezzi provenienti dalle casedei Soci che, durante l’anno, hanno realizzato dei manufatti di arte popo-lare di grande interesse. Visto il successo avuto, il prossimo anno raddop-pieremo i nostri sforzi per consentire a tutti gli interessati di poter usufrui-re di questa pregevole iniziativa. Oltre a ciò negli anni si sono svolti nume-rosi incontri-dibattiti aperti ai cittadini e mi piace ricordare quello di mag-giore successo dal titolo “Non aver paura del tumore al seno” e non si pos-sono dimenticare, inoltre, gli incontri dibattito avuti con i giovani che fre-quentano la “movida” catanese.

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Funzioni religiose e processioniMolti dei soci partecipano alla preparazione e allo svolgimento di

numerosi eventi religiosi della città: la festa di Sant’Agata, il CorpusDomini, le processioni di Pasqua. Ma è importante sottolineare l’impegnoconstante del mese di gennaio e febbraio che effettuiamo davanti la cap-pella di Sant’Agata nel ricevere fiori e candele donati dai tanti fedeli chefrequentano la Cattedrale in quei giorni; tale servizio non solo ci onora,ma ci identifica come i veri custodi del sacello della nostra amata Agata.

In itinere vi è anche la costituzione ufficiale di un erigendo gruppoche si occupa del servizio d’ordine in Cattedrale che Lei stesso ha avutomodo già di incontrare e che la seguirà in questi giorni. Onesti ragazzioffrono un servizio volontario di notevole qualità e pregio.

Tutto questo ed altro non si può realizzare se accanto non si ha ungruppo affiatato di persone che, come me, amano gli impegni sociali sem-pre pronti ad impegnare il loro tempo per la buona riuscita delle varie atti-vità a discapito talvolta di momenti da dedicare alla famiglia. Ringrazioquindi tutti, dal Consiglio di presidenza al più piccolo dei soci, ma in par-ticolare un grazie di cuore a Mons. Barbaro Scionti, attento Assistenteecclesiastico, che ogni giorno mi dà fiducia e stimolo por continuare almeglio il mio lavoro.

Col cuore colmo di gratitudine mi accingo a concludere questo inter-vento di saluto e di benvenuto. La Sua presenza tra noi ci aiuti a realizza-re l’unità della fede tanto auspicata e ci riempia di quella sana gioia che cifa sperare per un miglioramento della vita parrocchiale.

A Sant’Agata, nostra Santa Protettrice, affidiamo le nostre personeperché si mostrino desiderose di conoscere sempre più a fondo l’amore diDio che passa attraverso l’esercizio serio della vita di fede e del bene reci-proco.

Intervento del diacono Daniele Pappalardo

Eccellenza Reverendissima,

La nostra Associazione “Sant’Agata in Cattedrale” La accoglie congioia nella sua sede, nella chiesa San Placido; Lei viene a confermarci nella

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fede e per stimolarci a fare sempre meglio quello che da qualche tempofacciamo come Associazione “Sant’Agata in Cattedrale”. La sua presenzadi Padre e Pastore ci edifica nella verità e nella santità, nell’incontrarci Leieserciterà il ministero della Parola, della santificazione e della santità ancorpiù da vicino.

Come certamente saprà, da un anno seguo l’Associazione “Sant’Agatain Cattedrale”. È stato un anno pieno di gioia, di riflessione, di ascoltodella Parola di Dio; sì, siamo partiti dalla cosa più importante, dall’ascol-to. Oggi non è facile ascoltare, abbiamo tutti altro da fare, siamo impegna-ti in mille altre cose, ci lasciamo facilmente distrarre da tutto ciò che ci cir-conda, la televisione con la sua assurda persuasione, i mass media che quasici impongono ciò che sia giusto fare e a chi appartenere, il frastuono checirconda le nostre povere vite vuote da ogni interesse culturale, di conte-nuto, d’ideologie, di speranza, di fede e carità. In un tempo di dissolvi-mento del cosiddetto “contesto di cristianità”, mentre ovunque si manife-stano i segni di una crisi profonda che investe la cultura, il costume e lestesse tradizioni più consolidate delle comunità cristiane, con sempre mag-giore frequenza ci si rende conto che non basta più una professione di fedeabitudinaria, che la pratica religiosa non può essere dissociata dalla vita,che occorre suscitare nuove presenze cristiane adulte e mature, capaci ditestimonianza evangelica nel mondo. Ciò è possibile solo se i cristiani e levarie associazioni laicali, accogliendo il rinnovato annuncio del Vangelo el’invito alla conversione, si pongono alla sequela di Cristo, dando nuovamotivazione al loro rinnovamento morale.

Ogni lunedì ci incontriamo qui nella bella chiesa di San Placido enon le nascondo che è diventato un appuntamento cui non mancare. Lenostre riunioni iniziano sempre con la preghiera chiedendo ad Agata “labuona” che ci sostenga e ci protegga sempre; dopo non facciamo mancaremai la Parola del Signore che è sempre vera e sempre nuova. Questo èdiventato il nuovo stile dell’associazione. A tutto questo si aggiunge unacatechesi, dono dello Spirito Santo, che ci spinge sempre più a prenderecoscienza del nostro essere cristiani in un mondo sempre più restio a tuttociò che non è tangibile immediatamente. Per prendere coscienza, bisognasuperare degli argini, a volte maestosi, altre volte sottili e impercettibili. El’argine a volte si chiama indifferenza, altre volte paura riconosciuta omascherata di indifferenza. O si chiama illusione, oppure si chiama accet-

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tazione passiva, o ancora, si chiama schiavitù del quotidiano, incapacità diosare ciò che non ho sperimentato, di rischiare a percorrere una stradanuova. Non bisogna solo superare gli argini: spesso ho constatato che c’èbisogno di superare anche i luoghi comuni. I luoghi comuni sul Dio cheGesù ci ha rivelato scardinando ogni falsa idea e quindi anche sull’uomo -“I miei pensieri non sono i vostri pensieri”- facendo della croce, scandaloe stoltezza, un segno tangibile del suo amore. I luoghi comuni su se stes-si, tra questi l’indifferenza, la paura, la sfiducia nelle proprie possibilità. Iluoghi comuni sugli altri, la facilità a giudicare gli altri in base all’apparen-za o alla conoscenza di alcuni fatti. A questo proposito ricordo una cate-chesi sull’episodio evangelico del giovane ricco che dopo aver guardato aCristo per meglio comprendere il mistero della sua persona, si trovò adomandarsi “Che cosa devo fare?”. Anche per il discepolo di oggi è possi-bile una duplice risposta o quella che elenca una serie di precetti, dicomandamenti, di comportamenti, o quella della fedeltà alla persona diCristo, di affidamento in Lui. Ecco allora che prende senso il servizioattento, scrupoloso, puntuale che questi giovani, e non solo, prestano nellegrandi celebrazioni in Cattedrale, specie quelle da Lei presiedute, dandoquel senso di ordine, tranquillità, ma prestando soprattutto un servizio alpopolo di Dio.

Ultimamente i membri dell’associazione rivestono un ruolo di gran-de responsabilità nelle celebrazioni agatine impegnandosi con grande zeloe senso di appartenenza e collaborando con le forze dell’ordine. Vorreispendere anche una parola per il nostro parroco Mons. Barbaro Sciontiche, come Assistente dell’Associazione, ha saputo incoraggiare, sollecitare,spronare a fare sempre meglio il proprio servizio. Ripenso ad una battutadi Mons. Barbaro riguardo la Cattedrale: un giorno, mentre ci scambiava-mo delle idee, mi disse che la Cattedrale ultimamente gli sembrava sem-pre più una parrocchia, dal momento che molti giovani, e non, si trovanosempre più spesso presenti nella vita della Cattedrale, nella partecipazioneagli eventi di ogni genere, anche solo per scambiarsi il saluto. Non è rarosentire da parte loro espressioni del tipo “stavo passando e ho pensato divenire a salutare”. Anche la partecipazione all’Eucarestia domenicale daparte di tanti di loro è aumentata, sentono il bisogno di incontrarsi fra loroma, soprattutto, di ringraziare Dio per le meraviglie che opera nelle lorovite. Sempre più, durante la direzione spirituale, sento questo grande

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senso dell’appartenenza che sta diventando una necessità: siamo passati dalsenso quasi dell’obbligo al piacere di partecipare, a sentirsi parte attiva diuna Chiesa che sempre più deve aprirsi, che deve avere battezzati consape-voli, capaci di assumersi le proprie responsabilità. Ciascuno, secondo lospecifico dei propri carismi, cura la catechesi, l’accoglienza fraterna, lacondivisione, la carità.

Le farà certamente piacere sapere che in associazione quest’annoabbiamo ospitato un giovane che con zelo, puntualità e impegno si sta pre-parando a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana, che lei stessoEccellenza amministrerà la notte di Pasqua del prossimo anno. Ecco sonoqueste le cose che facciamo con molta semplicità, usando un linguaggiosemplice e coerente, senza tralasciare il continuo aggiornamento culturale,teologico, lessicale perché ci sia permesso di parlare ai giovani e meno gio-vani che vivono in questo secolo attraverso un linguaggio che arriva imme-diatamente. Siamo grati al Signore, per i doni che la Sua Visita pastoraleporterà alla nostra associazione. Desidero ringraziare innanzitutto il presi-dente, Sig. Claudio Baturi, tutti gli iscritti dell’associazione, tutti i presen-ti, tutti coloro che partecipano il lunedì alle riunioni di catechesi e rivol-go un invito speciale a coloro che non sono mai stati presenti, o lo sonostati in maniera saltuaria, a partecipare alle riunioni per rendersi contopersonalmente del dono di grazia che il Signore ci elargisce con grandeabbondanza.

La ringraziamo, Eccellenza, per questa sua Visita pastorale, Lei vienea visitarci come Buon Pastore, con la carità che Le viene da Dio. Questosicuramente ci darà la possibilità di riflettere, di meditare e approfondireil nostro senso di appartenenza a questa Santa Chiesa che è in Catania eche ci è Madre. Alle Sue mani consegno questa relazione, Le esprimo lamia gratitudine e Le rinnovo la mia promessa di filiale rispetto e obbedien-za. Noi pregheremo per Lei Eccellenza, così come siamo sicuri che Lei faràlo stesso per noi e per la nostra Associazione Sant’Agata in Cattedrale.

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sono seguiti alcuni interventi inerenti quanto già sottolineato nelledue relazioni e che hanno confermato la stima dei vari membri nei con-fronti dell’Arcivescovo e la gioia di poter vivere questo particolare momen-to di grazia per conoscersi meglio e per proseguire con più slancio nellesingole attività promosse dall’Associazione.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Rivolge la Sua parola affettuosa e incoraggiante; ringrazia per i discor-si di saluto e accoglienza; si congratula per l’ampia e sostanziosa rela-zione sulle varie attività dell’Associazione che ben la presentano.

b. Sottolinea come la Basilica Cattedrale, dedicata a Sant’Agata, sia puntodi convergenza per la Città e l’intera Arcidiocesi, ma anche per i tantidevoti e turisti che giungono da lontano. In tal senso, si congratula peril servizio reso dall’Associazione anche riguardo l’ordine nelle varie cele-brazioni. È importante che emerga sempre più questo aspetto “agati-no”, che sia ben compreso, valorizzato ed anche incrementato.

c. Conferma che nell’Associazione esiste un’autentica esperienza di cresci-ta umana e spirituale. Nonostante ci sia ancora tanto da fare, non biso-gna dimenticare quello che è stato già realizzato. Ed infatti, guardare aciò che ancora si deve fare non deve essere causa di scoraggiamento,bensì stimolo ad un maggiore impegno. La Visita pastorale è proprioquesta opportunità di attenzione al cammino della comunità diocesa-na e di tutto ciò che la caratterizza. Ringrazia il Signore per il tessuto vivo che dà testimonianza della viva-cità della Chiesa di Catania che si è sempre distinta e si distingue perla presenza notevole di associazioni. Ciò è frutto della mirata operapastorale di Mons. Picchinenna che, saggio interprete dei segni deitempi, favorì l’apertura della Chiesa catanese alle nuove esperienze dispiritualità. È importante conservare questa memoria, aprendosi nellostesso tempo alle novità che lo Spirito continua a suscitare nella Chiesa.

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d. Sottolinea l’attenzione ai giovani esortando a proseguire in questo posi-tivo coinvolgimento. Auspica, quindi, un maggiore collegamento tra leattività proposte dall’Ufficio di Pastorale giovanile e quelle delleAssociazioni agatine.

e. Evidenzia l’aspetto formativo e incoraggia a proseguire nell’approfon-dimento della Parola di Dio. Tra i frutti della Visita pastorale, come giàindicato nel Direttorio, dovrebbe esserci una costante e adeguata prati-ca della Lectio divina.

f. Ribadisce l’aspetto delle iniziative di solidarietà e anche quelle di tipoculturale: la sola devozione non basta, essa deve incarnarsi nelle opereche esprimono tutta la ricchezza umana e spirituale della devozioneall’amata Patrona.

g. Rivolge una particolare attenzione al valore della preghiera come urgen-te necessità per la crescita spirituale e come segno di comunione.«Dobbiamo prendere atto che tante crisi personali, comunitarie, civilisono dovute a questa mancanza di preghiera. Dice Gesù: «Senza di menon potete fare nulla» (Gv 15,5). Quindi la vita, le attivitàdell’Associazione sono possibili, possono crescere, se c’è questa attenzio-ne alla preghiera».

h. L’anno prossimo ricorrerà il venticinquesimo della fondazionedell’Associazione maschile di Sant’Agata: il venticinquesimo deve esse-re ben attenzionato e si deve far in modo che sia un vero giubileo. Ilgiubileo - scriveva Giovanni Paolo II nella Tertio millennio ineunte - èanzitutto grata memoria. L’Associazione faccia dunque grata memoriadi questi venticinque anni per vivere con maggiore impegno il presen-te, aprendosi con fiducia all’avvenire, facendo tesoro del cammino fattoin questi anni.

i. Augurandosi di poter fare qualche altro incontro, si congeda promet-tendo che delle osservazioni e proposte che sono emerse sarà presa notaal fine di concretizzare al meglio energie e risorse. Infine, invita a rin-graziare il Signore per quanto opera incoraggiando l’impegno e affidan-do alla Madonna l’Associazione, il parroco, che ne è l’Assistente, e tuttii devoti di Sant’Agata.

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Ore 9.30 - Basilica Cattedrale

CELEBRAZIONE EUCARISTICADELLA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica

Eccellenza Reverendissima,

Mentre prosegue il cammino della Visita pastorale alla nostra comu-nità cristiana della Cattedrale, siamo lieti di condividere con Lei l’espe-rienza liturgica di questa giornata che ci invita ad elevare lo sguardo versoil cielo, gremito di santi, uomini e donne che hanno detto e vissuto il loro“sì” incondizionato a Dio.

Dal cielo essi ci guardano e si lasciano ammirare da noi. “Ogni santoè padrone dei pensieri del suo cuore e li comunica liberamente a chivuole”20: è bello allora augurarsi reciprocamente, quest’oggi, che i nostrisanti catanesi, iscritti e non nel calendario, ci comunichino qualche loropensiero che possa farci decidere ogni giorno ad intraprendere quel cam-mino di conversione che è via di felicità e dunque di santità.

Per Lei, Eccellenza carissima, invochiamo una particolare protezionedei santi: le ispirino un loro pensiero ogni qualvolta si trova a dovere com-piere delle scelte legate al suo ministero e alla sua stessa persona.

Stralci dell’omelia dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

[…] Oggi vogliamo vedere nella schiera di questi santi non soltantola nostra concittadina e patrona Agata, ma tutti i Santi della nostra Chiesache in questo territorio hanno trovato l’ambiente per dire il loro sì alSignore. Vogliamo vedere, distinguere bene anche il nostro beato cardina-

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20 J. MARITAIN, Lettera ai piccoli fratelli di Gesù.

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le Giuseppe Benedetto Dusmet, e vogliamo pregare perché la esemplaritàdella sua vita sia proposta a tutta la Chiesa in modo definitivo.

Nella preghiera per la Visita pastorale faccio riferimento alla Madredel Signore, a Sant’Agata, ai Patroni delle nostre comunità e dedico unospeciale pensiero proprio a lui, al beato pastore della nostra Chiesa, il car-dinale Dusmet, perché il Signore si degni di glorificarlo con la canonizza-zione. Come sapete la Chiesa chiede che questo riconoscimento sia facili-tato, sia corroborato da quei segni che si possono attribuire all’intercessio-ne dei servi di Dio, dei venerabili, dei beati. È necessario che invochiamoil Signore per intercessione del beato cardinale Dusmet, proprio perché sidegni di suscitare qualcuno di quei segni, di quei miracoli che possanofacilitare l’opera di riconoscimento da parte della Chiesa con la canoniz-zazione. Lo vediamo in cielo, lo contempliamo tutti. E io rivolgo a lui unparticolare sguardo, io che sono chiamato a svolgere lo stesso servizio epi-scopale che egli, così mirabilmente, ha svolto nella nostra Chiesa. Edancora una volta affido la nostra Chiesa, la Visita pastorale che sto svol-gendo e il mio servizio episcopale alla sua intercessione.

[…] Ecco, vediamo i santi, li contempliamo. Perché il Signore ci dàquesta grazia, questa gioia? Per contemplare qualcosa di bello; ne abbiamobisogno, soprattutto in tempi in cui può sembrare che il male, in tutte lesue forme, dalla violenza alla corruzione, sembra infangare tutto. Abbiamobisogno di una ricarica di bellezza e la santità è la realtà più bella che esi-sta.

Il Signore ci fa guardare il cielo per renderci poi capaci di guardareattorno a noi; quella bellezza che in cielo contempliamo ormai stabilizza-ta per sempre, c’è anche in mezzo a noi sulla terra, attorno a noi. È unabellezza ancora in cammino, una santità ancora in cammino, espostaquindi ai pericoli del pellegrinaggio, ma è una bellezza, una santità vera.Questo ci incoraggia perché, come Sant’Agostino, anche noi possiamodire quella espressione: “Se costoro, questi fratelli, queste sorelle che sonoin cielo hanno potuto dire il loro sì al Signore, perché non dovrei riuscir-ci anch’io”? […].

Come accennava il parroco, siamo nel contesto della Visita pastorale,l’ho inaugurata sabato sera e ieri, qui in Cattedrale, ho vissuto un’intensagiornata e ne ringrazio il Signore. Ci sono degli impegni anche oggi; essacomporta anche questi specifici momenti. Un aspetto bello di questo

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evento è che il Vescovo incontra le singole comunità. La Visita pastoralesignifica l’incontro del Vescovo con una comunità che già vive questo invi-to alla santità attraverso la persona del santo, del Signore Gesù, attraversol’invito della tutta santa la Vergine Santissima, dei fratelli, delle sorelle chegià hanno detto il loro sì al Signore. La Visita pastorale è incontro di per-sone che sono chiamate alla santità. La vocazione alla santità riguardatutti: il Signore ci chiama alla vita per questo, perché si realizzi in noi que-sta vita bella che è la santità […].

Ecco, la Visita pastorale, come tutta l’azione della Chiesa, ha questoscopo: fare in modo che tutti ci rendiamo conto della vocazione alla san-tità, tutti ci impegniamo a rispondere generosamente a questa chiamatache il Signore ci rivolge. La Visita pastorale è un momento ricco di grazienella vita di una comunità ecclesiale, un’occasione particolarmente bellaper ricevere tanti aiuti dal Signore, per rispondere al suo amore, per testi-moniarlo nella vita di ogni giorno. La solennità di Tutti i Santi ci spinge,anche in questo senso, a vivere con particolare impegno la Visita pastora-le e come frutto di questo momento che la nostra Chiesa vive, certamen-te ci sarà un risveglio di impegno di vita cristiana. Possiamo augurare, osia-mo chiedere al Signore che ci sia un risveglio di santità per tutti noi, perciascuno di noi, per tutta la nostra comunità diocesana.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 11.30 - Museo diocesano

INCONTRO CON IL MAESTRO DEL FERCOLO DI SANT’AGATAE I SUOI COLLABORATORI

Saluto del Maestro del fercolo di Sant’Agata, signor Alfio Rao

Porgo un saluto cordiale da parte nostra e un ringraziamento per esse-re qui, per aver voluto questo incontro. Questo è il gruppo operativo,quello che si occupa di tutto ciò che concerne la festa di Sant’Agata.Premetto che ci sono anche altre persone fra le associazioni, almeno uncentinaio che sono a loro volta collaboratori, che lavorano facendo quelloche possono.

Io vorrei presentare, se Lei permette, Nuccio Morabito e SalvatoreDiolosà che sono i responsabili delle maniglie; grazie a loro i cordoni sisnodano nel miglior modo possibile per le vie della città. Poi ci sonoGaetano Lo Bianco, Domenico Testa, Salvatore Pidatella e GaetanoScionti che sono i responsabili del baiardo anteriore, poi ci sono i respon-sabili di quello posteriore, Roberto Corsetti, Agatino Pezzino, MatteoMinacapelli, Giuseppe Borbone, Alessandro La Rosa e Antonello Aloisio.Poi c’è il personale che stiamo sul fercolo: Claudio Baturi che egregiamen-te mi sostituisce quando io scendo, Pippo Scardaci, Ugo Tomaselli,Giuseppe Fogliano, Carmelo Marino e purtroppo ne manca uno che èvenuto a mancare, Emanuele Ferrini, a seguito di una malattia, c’è il figlioqua, e io, il capomastro!

Eccellenza, volevo ringraziarLa per questo incontro, per avere datofiducia a questo gruppo, per tutte le cose che Lei ha fatto, che ha detto neinostri confronti, per averci sempre appoggiati, anche se qualche voltaabbiamo mancato, però abbiamo sempre trovato un punto di incontro esiamo nell’obbedienza. A questo proposito io rinnovo il mio impegno diobbedienza e così spero che anche i miei collaboratori faranno allo stessomodo nei limiti del possibile perché dobbiamo portare avanti questa festache è una di quelle poche cose che sono rimaste di bello a Catania.

Grazie, di tutto.

Incontro con l’Arcivescovo

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Diverse le esigenze emerse. La normativa circa il divieto di accensio-ne dei ceri fa sì che i ceri, che prima venivano offerti già in parte consu-mati, adesso arrivano al fercolo interi per cui le operazioni di scaricoaumentano: viene proposto di indicare e pubblicizzare dei punti dove iceri verranno accesi, come si fa a Lourdes.

Viene poi sottolineata la voluta distorsione dei mass media circa leinformazioni riguardanti la festa. Oppure che i portatori del fercolo ven-gono a volte gravati di responsabilità su alcuni fatti invece estranei a loro.Si indica la massa, i devoti di Sant’Agata ma generalizzando. Viene sugge-rito di invitare la stampa per presentare con chiarezza il buon operato degliaddetti al fercolo.

Si auspica, inoltre, un maggior coordinamento con le forze dell’ordi-ne.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Si mostra contento per questo incontro e sottolinea subito la peculiari-tà della festa di Sant’Agata ed il fatto che non la si può paragonare adaltre feste sia per l’attaccamento che il popolo avverte verso la SantaPatrona sia per tutta la ricchezza di iniziative, di momenti da organiz-zare e per tutte le persone che vi partecipano. La festa di Sant’Agata èun sipario che si apre grazie al quale tante persone conoscono la Cittàe la Chiesa di Catania. L’incontro con il Maestro del fercolo e i suoi col-laboratori è pertanto un momento altamente significativo e doverosodurante la Visita pastorale. Ecco, allora, anche la presenza del parroco,Mons. Barbaro Scionti, a sottolineare la sua particolare responsabilitànella festa di Sant’Agata e quella di Suor Ivana Sanfilippo, segretaria delConsiglio pastorale parrocchiale, di cui anche il Maestro del fercolo èmembro.

b. La festa di S. Agata ha anche questo stretto collegamento con la parroc-chia e, quindi, è un onere particolare per il Parroco che è, tuttavia, vali-

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damente aiutato nella gestione di ciò che comporta la festa stessa. Fanotare come se da un lato i collaboratori del Maestro del fercolo sonochiamati a questo servizio così vicino al parroco, dall’altro sono da luiguidati. La collaborazione deve essere, però, all’origine di un rapportodi serena e reciproca fiducia da migliorare sempre più per poter serviresecondo l’autentico spirito ecclesiale.

c. Sottolinea inoltre il fatto che tanti collaboratori provengono dalleAssociazioni agatine che si onorano di far conoscere con il loro servi-zio. «Voi dovete essere i primi convinti e i primi a parlarne. Voi laicidovete molto insistere sul senso vero, autentico, primario della festa. LeAssociazioni agatine devono impegnarsi a far capire qual è il cuore delladevozione: Gesù Cristo amato talmente da Sant’Agata da spingerla gio-iosamente ad assicurarGli sempre il primo posto nella sua vita. Quantevolte capita pure a noi di dover scegliere tra la fedeltà al Signore e inostri capricci o, persino, il male; nella nostra vita è importante riferir-ci a buoni modelli e Agata ci dimostra che si può essere forti». I colla-boratori del Maestro del fercolo svolgono un compito prezioso e dimo-strano il loro amore a Sant’Agata, la loro appartenenza alleAssociazioni, con la chiara testimonianza di una vita cristiana autenti-ca e nell’impegno di cittadini onesti.

d. Per gli addetti al fercolo ci sono anche delle ovvie conseguenze: si trat-ta di persone esposte, osservate da tutti. In tal senso, sono chiamati piùdegli altri a dare buon esempio. Quelli che hanno più visibilità hannomaggiore responsabilità. Quelli che si trovano sul fercolo o vicino adesso devono tenere presente questa particolare esigenza di esemplarità.L’onore di stare vicino a Sant’Agata, invidiato da tanti, deve essere vis-suto insieme a questa coscienza. La formazione e il cammino spiritua-le potranno certamente aiutare ad affrontare i momenti della festa cherichiedono attenzione, pazienza, soprattutto quando stanchezza e ten-sione possono avere il sopravvento.

e. Porge i suoi ringraziamenti per il servizio reso e invita a migliorare laqualità della preziosa opera: «Nel bene non esiste mai un basta; si puòsempre migliorare. Al bene che già fate, aggiungete l’impegno di faresempre meglio. Grazie e auguri».

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Ore 19.30 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON LA CAPPELLA MUSICALE DEL DUOMO

Saluto e relazione del direttore Monsignor Nunzio Schilirò

Era l’anno 1989 (3 novembre) quando moriva Mons. FrancescoChiusa, del quale Don Nunzio Schilirò era vice-parroco fin dal 1967.Seguì una breve “amministrazione” della parrocchia Sant’Agata al Borgo,affidata al sottoscritto, e si ebbe la nomina a parroco di Mons. Alfio Reina.

Don Nunzio Schilirò (dopo più di 22 anni di vice-parroco) vennenominato Rettore della chiesa Santissimo Sacramento e Canonico dellaBasilica Cattedrale. Contemporaneamente, vista la condizione un po’ pie-tosa del canto nelle celebrazioni liturgiche in Cattedrale, venne nominato“Maestro di Cappella” del Duomo da Mons. Luigi Bommarito, che volle,così, ripristinare un’antica tradizione. In conseguenza di tale nomina, lostesso anno 1990, fondò il Coro “Cappella Musicale del Duomo” che, tut-t’ora, dirige.

È bene precisare che il coro è composto da persone che “credono” eche svolgono un servizio liturgico con amore, sacrificio e spirito di volon-tariato. Infatti la Cappella ha come compito principale lo svolgimento delservizio corale in Cattedrale nelle maggiori solennità liturgiche e, quindi,il suo repertorio è prevalentemente sacro e liturgico. Questo, però, non leimpedisce di svolgere una certa attività artistica. Difatti, oltre che parteci-pare, in diretta, a diverse riprese televisive, su emittenti locali e su RaiUno, di tante Sante Messe trasmesse dalla Cattedrale di Catania, avere ani-mato delle Sante Messe anche fuori della Diocesi di Catania, comeSiracusa, Enna, Pompei, Roma, ecc., nei suoi vent’anni di attività, ha par-tecipato a diverse manifestazioni e ha tenuto innumerevoli concerti poli-fonici riscuotendo sempre e dovunque unanimi consensi.

Mi permetto solo di ricordarne alcuni.- ha preso parte al XXI Raduno Nazionale delle Corali Ecclesiali svol-

tosi a Catania ed ai vari raduni dei Cori Siciliani organizzatidall’ARS-CORI (di cui è coro associato);

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- nel 1994, ha partecipato al famoso concerto “In Memoriam” per levittime della mafia, svoltosi a Palermo, e conservato in due CD;

- nello stesso anno, ha partecipato al grande coro che ha animato laSanta Messa celebrata da Sua Santità Giovanni Paolo II in occasionedella Sua visita a Catania;

- nel 1995, in occasione del pellegrinaggio delle Diocesi siciliane aRoma, si è esibita davanti al Papa durante l’udienza nella sala“Nervi”;

- si è classificata, nelle edizioni del ‘95 e del ‘96, al primo posto nellafase eliminatoria del Torneo Internazionale Musicale di Enna, orga-nizzato dall’A.G.I.M.U.S.;

- nel 1998 si è classificata al primo posto al Concorso Nazionale“Musicainsieme” svoltosi a Catania;

- nel 1999 ha inciso un CD in omaggio a Sant’Agata;- nel 2001 ha partecipato alla prima edizione del Concorso Nazionale

di Cori Polifonici “San Bartolomeo” di Benevento, classificandosi alquarto posto, con il primo non assegnato;

- nel 2003 ha partecipato alla quinta edizione del concorso “Città diBalestrate”, ottenendo il terzo premio, con il primo non assegnato.

In questi ultimi anni la Cappella non ha più preso parte ad altremanifestazioni ufficiali per una certa “instabilità” venutasi a creare nelCoro.

Prima di concludere questa breve relazione, mi sembra doveroso rin-graziare coloro che ci hanno “sostenuti nel canto”, accompagnandociall’organo, in tutte le esecuzioni: il Mº Don Giosuè Chisari, il Mº PaoloCipolla che ci ha seguiti per tanti anni e l’organista Don Giuseppe Maieliche dal 2008 fa parte di questa famiglia corale.

Concludo con un’osservazione che vuole essere particolarmente unaugurio: oggi la Cappella Musicale ha bisogno di un forte rilancio di per-sone e di programmi che la spingano a vette più alte nel servizio di Dio enella diffusione dell’Arte musicale, specialmente sacra.

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

L’esperienza del coro unisce e coinvolge anche da un punto di vistaumano. Nel ricordare come ci sia un sito internet della corale, si ringrazial’Arcivescovo per aver creduto in questo progetto. Si sottolinea la necessi-tà di pubblicizzare la Cappella al fine di aumentare il numero dei cantori.È bello testimoniare che il canto cambia la vita perché aiuta a pregare.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Si dice lieto per questo incontro perché, anche se tante volte e in occa-sioni particolari, ha avuto modo di ringraziare la Cappella Musicale delDuomo per il servizio prestato, di fatto non si era mai potuto ancorarealizzare un incontro come questo. È significativo che tutto ciò acca-da nel contesto della Visita pastorale rivestendo, quindi, un tono diufficialità. Sottolinea l’importanza per la Basilica Cattedrale della pre-senza della Cappella Musicale e soprattutto la gioia di poter condivide-re, spesso insieme, Pastore e Cantori, la celebrazione dell’Eucaristia.

b. Evidenzia alcuni punti del dettato conciliare facendo riferimento alcapitolo VI della Sacrosanctum Concilium, soprattutto al numero 112che porta il titolo Dignità della musica sacra. Quello della CappellaMusicale è un compito ministeriale, come ad esempio quello dei letto-ri, e non semplicemente un abbellimento estetico. Insiste soprattutto su un concetto molto importante: questa presenza equesta qualifica ministeriale viene innalzata quando il canto è stretta-mente congiunto all’azione liturgica. La Cappella Musicale del Duomoha una sua specifica identità che è legata soprattutto a particolarimomenti che rivestono un rilievo ufficiale. Come già in occasione del-l’incontro con il Coro parrocchiale, si mostra compiaciuto per questaduplice presenza in Cattedrale, Cappella e Coro, che, con il servizio cheè proprio a ciascuno, arricchiscono e completano il servizio liturgicodurante le celebrazioni.

c. Ribadisce l’attenzione alla partecipazione: bisogna equilibrare tutto,

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omelia compresa, alla partecipazione perché la Celebrazione Eucaristicaha una sua specifica e inalienabile identità arricchita, appunto, dallediverse ministerialità che sono tanto più coordinate quanto più com-prendono e incarnano lo spirito della liturgia. È necessario essere sem-pre fedeli all’autentico spirito della riforma liturgica.

d. Sollecita alla giusta interpretazione dell’azione liturgica che è lode alSignore, celebrazione del mistero pasquale e partecipazione di tutti ifedeli. È questo uno dei compiti principali della Cappella Musicale,garantire cioè questa fedeltà e trasmetterla agli altri; ecco perché sareb-be opportuno pubblicizzare l’operato della Cappella per arricchirla dinuovi membri.

e. Elogia il lavoro di Mons. Nunzio Schilirò che, lodevolmente, ha ripre-so il repertorio diocesano dei canti arricchendolo dell’apporto di quel-lo nazionale.

f. Uno degli impegni che si vivranno nel Dopo Visita sarà quello di for-mare in maniera ancora più evidente e fruttuosa le persone che già sonoimpegnate a vario titolo nella vita della parrocchia. Nelle parrocchie enei vicariati si riprenderà questo tema del canto sacro, del ruolo dei let-tori, di tutto ciò che concorre nella Celebrazione Eucaristica perchédobbiamo profittare di questo momento bello della Visita pastorale permigliorare sempre la nostra azione.

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Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE FEMMINILESANT’AGATA IN CATTEDRALE

Saluto e relazione della socia signora Irene Soldano

In occasione della Visita pastorale di Sua Eccellenza ReverendissimaMons. Salvatore Gristina, l’Associazione femminile è lieta di tracciare unpercorso che metta in risalto le nostre radici storiche.

Da un’antica tessera di una anziana socia si desume che la nostraAssociazione con sede in Catania sia attiva già dagli anni quaranta e cheinizialmente assumeva il nome di “pie agatine”.

Nonostante il sovrastante periodo della seconda guerra mondiale,l’Associazione riesce a tenere saldo il proprio carisma spirituale, senzaabbandonare mai quei principi che la dottrina cristiana ci insegna.

Nel 1985 l’Associazione subisce una piccola svolta, da “pie agatine” siattribuisce il nome di Associazione femminile Sant’Agata in Cattedrale, esi prefigge da sempre nel corso degli anni un unico scopo, cioè quello diseguire nel miglior modo possibile l’insegnamento cristiano che la nostrapatrona Sant’Agata ci chiede in modo particolare.

Il 10 dicembre del 1991 l’Associazione entra a far parte della consul-ta delle associazioni agatine, e in questo giorno impone uno statuto che lesocie devono fedelmente rispettare.

Cinque anni dopo, esattamente il 28 gennaio del 1996, l’Associazio-ne celebra il 50º anniversario della sua fondazione e, in ringraziamentodegli anni svolti al servizio di Sant’Agata, decide di donare una nuovamensa e due lampade votive a olio del seicento.

In tutti questi anni grazie al lavoro svolto dalla signora Carla Buttò,presidente dal 1982 al 2000, e dalla signora Carmela Bonaccorsi, presi-dente dal 2000 al 2007, l’Associazione si è impegnata a ottimizzare la for-mazione cristiana di ogni socia attraverso la catechesi, elemento indispen-sabile d’ascolto e di studio della Parola di Dio, affinché possa venire rea-lizzato quel progetto che ognuna di noi è disposta a portare avanti con la

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fede e lo spirito di carità.È un dato certo che sin dalla propria fondazione ai giorni nostri il

principale obiettivo dell’Associazione è quello di svolgere la nostra missio-ne puntando su quei valori cristiani che la nostra patrona Sant’Agata ci hainsegnato e soprattutto afferrare pienamente il messaggio che il Vangelo cioffre quotidianamente.

Relazione della socia signora Gaetana Di Caro sull’attività dell’as-sociazione nell’ultimo triennio 2007-2010

L’associazione nel 2007 aveva in corso di naturale scadenza ilConsiglio direttivo. Considerato che i rapporti interpersonali delle socierisultavano degenerati per varie situazioni che negli anni si erano venute acreare e per le quali non si era mai raggiunto un accordo, e consideratepure le incongruenze oggettive fra il Regolamento interno dell’Associazio-ne e lo Statuto vigente delle Associazioni agatine, non era possibile indirenuove elezioni; conseguentemente, per motivi di opportunità, fu deciso dinominare un Commissario e l’incarico fu affidato a Mons. BarbaroScionti, già assistente ecclesiastico.

Da quel momento si è cercato di ricreare la normale armonia e lo spi-rito cristiano che deve contraddistinguere la realtà della stessa ed i fini delsuo essere.

Con il coinvolgimento di vecchie e nuove socie, si è cercato di ripri-stinare lo svolgimento di attività dell’Associazione all’interno della BasilicaCattedrale, collaborando, così come l’Associazione maschile, nei periodidei festeggiamenti agatini, rilevando una buona partecipazione volontariadelle socie.

Durante l’anno sociale vengono organizzate delle giornate per la rac-colta di fondi, avvalendosi anche di sorteggi, sia per il SeminarioArcivescovile (aderendo all’O.V.S.), sia per l’adozione a distanza di duebambini nella missione di Migoli. Per quanto riguarda il Seminario la rac-colta viene effettuata mensilmente a cura di una delle socie.

Ultimamente si sta cercando di organizzare dei servizi di volontaria-to, possibilmente rivolti a realtà femminili bisognose di assistenza, portan-

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do noi tutte, nel cuore, l’amore e il desiderio di assomigliare sempre piùalla nostra Santa Patrona Agata.

A nome di tutte le socie si esprime gratitudine a Sua Eccellenzal’Arcivescovo per l’attenzione a noi prestata e questo incontro ci dà l’op-portunità di auspicare una prossima revisione ed approvazione del nuovoregolamento dell’Associazione che rispecchi le volontà dello Statuto vigen-te, al fine di riprendere la normale gestione della stessa.

Preghiera della Socia

O Signore, siamo qui alla Tua presenza per rinnovare il nostro annua-le impegno di membri dell’Associazione Femminile Sant’Agata in catte-drale.

Ti ringraziamo di averci scelte e chiamate a svolgere, nella TuaChiesa, un ruolo attivo di apostolato e di animazione. Sappiamo che ilprincipale nostro primo dovere è quello di vivere quotidianamente lanostra missione di donne in maniera autenticamente cristiana, secondo iprincipi e la dottrina della fede in cui fummo battezzate.

Donaci un cuore limpido e sereno, una intelligenza umile ed apertaper accogliere, in semplicità di cuore, la Tua Parola, rendici capaci di svi-luppare, nell’ambito familiare e di lavoro, quei doni e quei carismi che Tustesso ci hai voluto donare nella Tua divina bontà.

Rinnoviamo, oggi, il nostro proposito di essere disponibili nelle Tuemani per tutte quelle opere di carità a cui vorrai chiamarci, di realizzare innoi il Tuo progetto di amore infinito e di promuovere sempre più, contutte le nostre forze, fra le donne della nostra città, la devozione e la vene-razione alla Vergine e Martire Sant’Agata, di rendere visibili con la nostravita le sue virtù ed i suoi esempi, affinché sia sempre amata ed imitatacome donna sensibile ed attenta a tutte le necessità di fratelli, forte ecoraggiosa nella difesa della propria fede cristiana.

Tu, Signore, sostieni con la Tua grazia questo nostro proposito edascolta benigno la preghiera di intercessione che per noi ti rivolge da sem-pre Agata, Santa nostra Patrona e protettrice. Amen

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Gli interventi liberi per lo più hanno espresso gioia per l’incontro efiliale vicinanza spirituale all’Arcivescovo. È emersa, inoltre, la questionedell’ammissione all’interno dell’Associazione di quelle persone con situa-zioni familiari non moralmente accettabili e altre problematiche relativealla testimonianza personale e di gruppo. Infine, si è auspicata la necessitàdi una maggiore formazione.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Esprime gioia per questo incontro e ne sottolinea l’ufficialità nel con-testo della Visita pastorale. Mette in risalto il fatto che la BasilicaCattedrale, essendo dedicata a Sant’Agata, è un punto di raccordo perla Città ma anche per la Diocesi e, quindi, la presenza dell’Associazionefemminile riveste un ruolo di significativa importanza. Evidenzia che lacaratteristica di un’associazione è quella della libertà di adesione: chiaderisce fa sue le finalità dell’associazione e i modi di attuarle nellafedeltà allo Statuto proprio. Il Diritto canonico riconosce ai fedeli lalibertà di scelta della spiritualità che essi ritengono più confacente allapropria persona. Tutto anche per esprimere i carismi propri in vista -come dice San Paolo - dell’utilità comune. Non certo per creare attritio imporre il proprio punto di vista. Esorta, pertanto, le singole socie adimpegnarsi in questo esercizio di comunione, che è un dono delSignore. Bisogna dare questa testimonianza dal momento che un’asso-ciazione è un fatto pubblico nella Chiesa ed è, quindi, esposta ad unavisibilità che responsabilizza, impegna e stimola.

b. Sottolinea come associazione significhi operosità prestando attenzioneai segni dei tempi, cercando le modalità più opportune per sviluppar-le. Bisogna stare attenti a comprendere le circostanze presenti non chiu-dendosi in inutili nostalgie del passato, ma a tener conto dei cambia-menti epocali e culturali senza dimenticare mai che noi viviamo oggi inquesto territorio. Spiega come una cosa è la “dottrina”, che non dipen-

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de da noi, un’altra cosa è “l’adattamento” di essa, che non vuol diresvendere o barattare i grandi valori quali il matrimonio, la libertà reli-giosa ecc.. Questo è il significato del documento della C.E.I.,Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, proposto alle diocesi peril decennio in corso. Il Vangelo non cambia, cambiano le strategie del-l’annuncio, le dinamiche della formazione cercando il linguaggio adat-to, le modalità più incisive, ma senza alcun tradimento.

c. Evidenzia e plaude l’attenzione dell’Associazione nei confronti delSeminario e si augura che anche altre realtà parrocchiali possano svilup-pare questa necessaria, e quanto mai opportuna, sensibilità fatta diaccompagnamento spirituale, di preghiera ma anche di sostegno eco-nomico.

d. Spiega come le varie associazioni non sono delle realtà isolate ma chec’è una consulta diocesana, regionale e nazionale per le aggregazioni lai-cali ed è opportuno che ciascuna realtà ecclesiale viva questa dimensio-ne che è un arricchimento e che fa respirare un’aria sempre fresca e rin-novata. Ogni associazione deve sempre aver desta questa attenzione alcammino della Chiesa particolare, ma anche conoscere la realtà dellaChiesa in Sicilia e in Italia.

e. Invita ad avere una vicinanza particolare verso quei coniugi che vivonoil dramma della separazione o altri problemi per aiutarli nel loro cam-mino e sostenerli nel loro disagio; bisogna essere intelligenti, generosi,e se anche lo Statuto giustamente vieta che tali persone possano rico-prire cariche all’interno dell’Associazione, non per questo bisogna chiu-dere la porta, anzi bisogna sempre accogliere e integrare. Quello dellafamiglia è un problema importante oggi nella Chiesa, la quale si senteparticolarmente impegnata in questa sfida.

f. Esorta a continuare il cammino: ci possono essere delle difficoltà, tantevolte bisogna saper chiedere aiuto per poter raggiungere le finalità delloStatuto. «Fate in modo che l’associazione prenda a cuore i grandi temiche viviamo, soprattutto l’urgenza educativa. Sant’Agata era una ragaz-za che visse in maniera splendida e che può essere proposta comemodello per noi e presentata anche agli altri. In questo contesto dob-biamo valorizzare ancor più quello che significa la nostra devozione

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verso Sant’Agata. Ci sono tante potenzialità nelle feste agatine che pos-siamo attuare meglio. Questo è un impegno che stiamo cercando diportare avanti. Un’Associazione agatina deve fare proprio questo e pen-sare cose belle da proporre. Continuiamo nell’impegno migliorandociò che ancora non va bene. La Visita pastorale ci offre la possibilità diun ulteriore passo in avanti nel bene».

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Beato Cardinale Dusmet - Basilica Cattedrale, Catania

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Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - cappella della Madonna

INCONTRO CON LA LEGIO MARIAE

Intervento della Presidente signora Cettina Di Dio

Il praesidium “Maria Regina delle Vittorie” della Basilica Cattedrale èstato formato 23 anni fa, da un piccolo gruppo guidato dalla sorella DinaVisalli, che dopo una lunga assenza dalla legione, da qualche mese è nuo-vamente rientrata a farne parte. In seguito all’assenza della sorella Visalli,alla guida si sono susseguite altre sorelle, come la sorella Cettina Di Dio,attuale presidente.

Esso è composto da 14 membri attivi e da 20 ausiliari. Gli ausiliarisono coloro che pur non partecipando attivamente alla vita del praesidium,lo sostengono con la lettura della pagellina e della recita del Santo Rosario.Ormai sono più di 15 anni che due membri attivi hanno svolto un servi-zio di catechesi per preparare i ragazzi della parrocchia a ricevere i sacra-menti della Comunione e della Confermazione.

Da quando il praesidium è stato formato non abbiamo mai avuto unsacerdote come Direttore Spirituale, e quindi una guida; il praesidium si ètrovato spesse volte in difficoltà stentando a crescere numericamente.

Da un paio di anni le cose sono cambiate notevolmente, e ci piaceanche pensare al sostegno affettuoso e all’incoraggiamento convinto delnostro parroco, Padre Barbaro, anche se non può dedicarci molto del suotempo a causa dei suoi tanti impegni.

Per motivi logistici da qualche mese ci riuniamo nel salone della chie-sa “Maria Santissima dell’Ogninella”, il martedì alle ore 16.30, a suotempo messa a disposizione da Padre Nino Vitanza.

Come è noto la legione è a sostegno della parrocchia e il suo carismaè quello della spiritualità e di fare apostolato nel territorio proprio dellaparrocchia. Essendo la Basilica Cattedrale una parrocchia anomala con unterritorio molto particolare, con molti negozi e poche famiglie, è semprestato difficile svolgere un vero lavoro legionario.

Da più di un anno, per una felice intuizione e con l’approvazione del

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parroco, si è deciso di fare apostolato all’interno della chiesa BasilicaCattedrale. Il giorno fissato dal parroco per fare il servizio di apostolato èquello del mercoledì, perché vi partecipano più persone in occasione dellaSanta Messa celebrata in ricordo di Sant’Agata. L’esperienza di questolavoro è stata ricca e fruttuosa, tanto che si sta pensando di prolungarlo adun altro giorno della settimana, il venerdì. Lo spirito di fraternità e diaccoglienza ed amore con cui cerchiamo di improntare il nostro lavoro,sembra sia molto gradito anche dai visitatori occasionali.

Con gli stranieri, non avendo una conoscenza delle lingue, ci scam-biamo strette di mano e sorrisi, dando loro la “medaglia miracolosa”, qual-che immaginetta e la coroncina del rosario e, per l’occasione, qualche pre-ghiera in lingua inglese e tedesca.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Le testimonianze hanno esplicitato ancor più l’operato della LegioMariae anche attraverso il racconto diretto delle esperienze e degli incon-tri avuti con alcune persone. Viene evidenziato come il gruppo risulti for-mato da membri di varie parrocchie, per cui alcune signore operano all’in-terno della Basilica Cattedrale, altre nelle loro parrocchie, incontrandosipoi tutte insieme il mercoledì anche per confrontarsi e arricchirsi recipro-camente.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia per il saluto e per il servizio che la Legio Mariae presta nellaBasilica Cattedrale. Un aspetto positivo della Visita pastorale è che essapermette all’Arcivescovo di avere una maggiore conoscenza delle varierealtà esistenti in parrocchia per incoraggiare e sostenere. Tante volte,infatti, l’Arcivescovo celebra o è presente in Cattedrale, ma non sempreesistono le occasioni propizie che favoriscono questa più profonda ecapillare conoscenza.

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b. Si mostra contento perché è la prima volta che sente il resoconto delletestimonianze specifiche di apostolato diretto che i membri della legio-ne praticano. Si rallegra perché le socie non si sono arrese davanti alledifficoltà dell’apostolato “porta a porta” nel particolare territorio dellaCattedrale, ma hanno pensato bene di vivere la loro missione incon-trando le persone direttamente in Cattedrale. La loro è una bella testi-monianza su come vivere la propria specificità nel particolare contestoche è la parrocchia della Cattedrale. Loro sperimentano il valore umanodi ogni persona attraverso gli incontri che riescono a fare con la gente.E i legami che si instaurano sono anche motivo di gioia. I doni delSignore sono sempre preziosi, efficaci, perché Lui agisce attraverso dinoi. Ecco perché è importante la testimonianza ecclesiale senza chiu-dersi “o così o niente”, ma anzi trovare nuove risorse e sperimentarenuove strategie. Desiderio dell’Arcivescovo è che la Cattedrale diventisempre più la casa di tutti ed è importante che ci siano associazioni che,con discrezione e signorilità, senza essere invadenti, aiutino e promuo-vano questa apertura.

c. Si rallegra per l’assistenza di Mons. Barbaro Scionti anche se, per i tantiimpegni, non può essere assidua, ma c’è ed è un dono. «Noi sacerdotisperimentiamo che ciò che diamo per far crescere, incoraggiare gli altri,si trasforma in occasione di ricchezza straordinaria. Abbiamo tantiimpegni, è vero, ma quella mezz’ora dedicata ad una associazionediventa, tante volte, ore e ore di bene. Al nostro poco poi il Signoreaggiunge la Sua onnipotenza».

d. Guardando all’operato della Legio Mariae, al bene che fa e al meglio chedeve sempre ricercare, ribadisce come deve essere valorizzata in pienoquesta testimonianza che agisce anche senza gesti eclatanti, senza faretanti discorsi. Ed è proprio la testimonianza silenziosa che feconda leradici della vita cristiana personale e comunitaria. Ne è prova il fattoche, in tempi difficili per qualche comunità cristiana, come ad esempiosta avvenendo in Cina o in Iran, si possa poi mostrare la forza del mar-tirio.

e. Invita all’impegno generoso e raccomanda la formazione, secondo lospirito della Legio Mariae, per stare vicini a Gesù e a Maria e, poi,potersi donare sempre più e meglio ai fratelli.

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 7.30 - Basilica Cattedrale - cappella del Santissimo Sacramento

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Saluto del Parroco

Eccellenza Reverendissima,

Siamo giunti quasi al termine della Visita pastorale. Viviamo al matti-no presto l’esperienza eucaristica che si conclude abitualmente con l’espo-sizione solenne del Santissimo Sacramento e la processione verso la cappel-la del Crocifisso dove, silenziosamente, la gente che visita la Cattedrale puòsostare in adorazione. Mi piace allora pensare alle tante persone che abi-tualmente, oppure solo per caso, in questo luogo trovano riposo e ristoro inGesù; altre persone che probabilmente entrano a dare solo uno sguardoall’ostensorio, e forse anche senza pensare a che cosa e Chi esso contiene.Nel tempo dell’adorazione si realizza comunque un incontro tra la nostrapovertà e la ricchezza dell’amore di Dio senza limiti.

Ogni mattina, ormai da quattro anni, l’adorazione eucaristica haavuto inizio con la preghiera di offerta della giornata, in particolare perl’Arcivescovo, per le sue intenzioni e per la Chiesa di Catania. All’iniziodella preparazione prossima alla Visita pastorale si è ritenuto opportunoiniziare la giornata con la “preghiera per la Visita pastorale” da Lei tantoraccomandata. Il nostro impegno però non si conclude oggi perché nellachiesa del Vescovo, la Cattedrale, si continuerà a sostenere l’impegno apo-stolico che Vostra Eccellenza intraprenderà nelle diverse comunità localidell’Arcidiocesi.

L’icona della Visita pastorale esposta accanto al libro della Parola e lapreghiera per la Visita pastorale, ripetuta ogni mattina, saranno il segnoconcreto che ci ricorderà il nostro desiderio e impegno di esserle accantoe di giovamento in questa meravigliosa avventura diocesana che ancora èsoltanto agli inizi.

Ai piedi di Gesù Eucarestia e guardando “il Crocifisso di Sant’Agata”si pregherà ogni giorno affinché “il nostro Vescovo Salvatore […] sia

Incontro con l’Arcivescovo

6 novembre 2010

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immagine viva e autentica del Buon Pastore […] e […] la Visita pastora-le porti abbondanza di frutti spirituali alla Chiesa affidata alla sua caritàpastorale”.

Dalle ore 9.00 l’Arcivescovo si è poi reso disponibile per le confessio-ni e per ascoltare quanti sentivano il bisogno di un dialogo personale.È stato un momento molto intenso di incontro ravvicinato con il pro-prio gregge rappresentato da coloro che, con fiducia filiale, gli hannoaperto il loro cuore sperimentando la sua carità sacerdotale e ricono-scendolo ancor più come un pastore buono e molto attento. Successivamente, alle 10.00, accompagnato da alcuni giovani, tre reli-giose, il diacono e il parroco, l’Arcivescovo ha visitato il mercato sto-rico del pesce (pescheria) dove erano programmate alcune soste. Èstato come entrare nello spaccato di una tradizione antica ma vivaancora oggi per incontrare gente umile alle prese con varie problema-tiche, ma determinata e coraggiosa. Da alcuni commenti a caldo èemersa l’importanza della condivisione, oltre che della conoscenza,dello stare “con”!

Ore 12 - Museo diocesano

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEE IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Intervento della segretaria del Consiglio Pastorale ParrocchialeSuor Ivana Sanfilippo

Eccellenza Reverendissima mi è stato chiesto di tratteggiare il percor-so delle attività del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, dunqueincomincio col dire che, sotto la spinta dell’evento di grazia, quale è laVisita pastorale, l’8 luglio del 2010, ha avuto inizio l’avventura del suddet-to organismo, dalla composizione variegata, al cui interno sono stati chia-mati a vivere in comunione 26 membri tra ecclesiastici, religiosi e laici,appartenenti a diverse realtà ecclesiali.

Incontro con l’Arcivescovo

6 novemobre 2010

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È apparsa subito chiara la sua natura: organismo di partecipazione,luogo in cui i fedeli possono dare il loro aiuto per promuovere l’attivitàpastorale.

Forti di tale vocazione, guidati dal parroco e delegato arcivescovileDon Barbaro Scionti, le varie componenti insieme si sono ritrovate subi-to ad affrontare il primo impegno: la preparazione immediata della Visita-verifica.

Con apporti specificamente preparati, frutto di studio e di riflessio-ne, si è cercato con schede - sintesi di penetrare sia nella logica del Direttorioche nel cuore di quelle domande, proposte dal questionario di indole pasto-rale. Sono stati studiati utili adattamenti dei quesiti, calando il senso dellerisposte nella compagine culturale, sociale e religiosa locale.

Alla luce dei sette obiettivi, espressi dalla nota C.E.I. Il volto missio-nario delle parrocchie in un mondo che cambia (30 maggio 2004), si sonomaturate e condivise opinioni e strategie per un discernimento e per unaverifica pastorale puntuale ed attenta alla geografia e alla fisionomia deifedeli presenti sul territorio parrocchiale.

Si è sfruttato il tempo dei mesi estivi per la riflessione e per l’anima-zione di un discernimento comunitario nelle realtà di cui ogni membro èrappresentante. Lo scambio all’interno delle riunioni è stato garbato, sicu-ramente schietto, e sempre proteso verso uno stile evangelico della veritànella carità.

Intervento del segretario del Consiglio per gli Affari Economiciragioniere Alfredo Guglielmino

Il Consiglio per gli affari economici è stato istituito il 17 agosto 2007a norma dei canoni 537 e 532 del Codice di Diritto canonico e delledisposizioni del Vescovo diocesano.

Esso ha funzione consultiva potendo esprimere pareri preventivi dasottoporre all’attenzione del parroco - delegato arcivescovile - ed è rinno-vabile periodicamente: i membri, a norma del regolamento diocesano,rimangono in carica “ad Triennium”.

Inizialmente Consiglio per gli affari economici della parrocchia BasilicaCattedrale, dal 5 febbraio 2010, scaduto il primo triennio e per gli effettidella delega conferita dall’Arcivescovo (atto n. 2927817 del 3 dicembre

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2008) al parroco Mons. Barbaro Scionti, quale “speciale procuratore dellachiesa Cattedrale”, è stato rinominato Consiglio per gli affari economicidella Basilica Cattedrale.

I membri nominati, in carica fino al 5 febbraio 2013, possiedono spe-cifiche competenze professionali: l’Avv. Riccardo Sudano legale con com-petenza giuridica, il Rag. Alfredo Guglielmino impiegato di banca che pos-siede competenze economico-finanziarie, il Rag. Matteo Marletta ed ilDott. Paolo Lazzara con competenze economico-amministrative e l’Arch.Alfio Cristaudo con competenze tecniche.

Fra i compiti principali quello di predisporre il bilancio consuntivodelle entrate e delle uscite, presentato regolarmente ogni anno all’Eco-nomato della Curia, amministrando i redditi patrimoniali e gli introiti variprovenienti da questue, donazioni, offerte, destinandoli al culto, l’aposto-lato, la carità e il sostentamento del clero e dei ministri che servono laChiesa.

Primo punto sul quale si è soffermata l’attenzione di questa ammini-strazione è l’archiviazione di tutta la documentazione amministrativa econtabile con la creazione di un archivio amministrativo, cartaceo edinformatizzato, in precedenza assolutamente assente così come assente,fino al 2006, un inventario o un semplice elenco degli ex voto donati aSant’Agata, ad eccezione di quelli che adornano il Busto Reliquiario, con-servato presso l’Ufficio Beni Culturali della Curia. Dal 2007, infatti, a talproposito, si è proceduto alla redazione di un catalogo, quanto più detta-gliato possibile corredato anche da foto.

Il C.A.E. si riunisce periodicamente 2/3 volte l’anno per discuterel’approvazione dei bilanci, determinazioni in merito le festività agatine,problematiche relative agli immobili di proprietà della Cattedrale, deter-minazioni riguardo il personale dipendente. Incontri informali, invece, sitengono più spesso per il disbrigo degli affari correnti.

Problema affrontato sin dal primo momento, coadiuvati dall’Ing.Musumeci, consulente esterno specializzato nel settore, la messa in sicu-rezza degli immobili chiesa Cattedrale e San Placido: impianto elettrico,antincendio, le uscite di sicurezza, assicurazione per eventuali danni subi-ti da terzi che frequentano le Chiese.

Ci si è impegnati per la manutenzione ordinaria e straordinaria degliimmobili programmando lavori di ristrutturazione del tetto, riordino e

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ripristino di sale precedentemente inaccessibili. Si è inoltre provveduto alla regolarizzazione del personale dipendente.Nel corso degli anni si è cercato di fare chiarezza circa la situazione

degli immobili di proprietà della Cattedrale primo fra tutti l’annoso pro-blema dei fitti attivi che, al momento dell’insediamento, risultavano inbilancio ma venivano incassati da altro Ente (amministratore del Capi-tolo).

Circa l’immobile di Via Pozzo Mulino, considerando che i costi digestione per il periodo sett. 2009/ott. 2010 ammontano a circa 31.000 €;che le condizioni fatiscenti in cui esso versa obbligano a sostenere gravosespese per un eventuale ripristino e aggiungendo a ciò anche la morositàdegli inquilini che non pagano il canone di affitto, si stanno cercando giu-ste soluzioni dietro parere anche del Vicario per l’amministrazione, Mons.Baturi.

Inoltre, la situazione fatiscente in cui versa l’immobile e l’ostilità degliinquilini, sfrattati per cessata locazione, impediscono di effettuare uncompleto sopralluogo.

Si sta provvedendo, altresì, a rivedere il canone di locazione di altriimmobili di proprietà della Cattedrale.

Altro spinoso problema al quale ha fatto fronte questa amministra-zione è quello della raccolta della cera durante le festività agatine, affron-tato sin dal primo momento in piena trasparenza contabile e fiscale, sem-pre in collaborazione con la Guardia di Finanza.

Si è chiarito definitivamente che la cera è da intendersi come rotta-mazione e pertanto, la ditta incaricata alla raccolta non versa alcun corri-spettivo se non una semplice offerta, destinata allo svolgimento delle varieattività pastorali, concordata al momento dell’aggiudicazione della garaindetta ogni anno, dal 2009, a maggior trasparenza circa l’operato delC.A.E. e rivolta alle cererie nazionali.

Si sta provvedendo altresì a rivedere le polizze incendio e furto inquanto il valore assicurato ad oggi risulta alquanto esiguo rispetto al valo-re degli immobili e dei beni in essi custoditi.

Grati per la fiducia in noi riposta, certi che tanto è stato fatto e tantosi deve ancora fare, nonostante i giudizi e gli ostacoli incontrati durante ilpercorso, siamo sereni quanto ai risultati raggiunti.

Ringraziamo il personale degli Uffici della curia per la collaborazione

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prestata quotidianamente ed in particolare il Vicario per l’amministrazio-ne Mons. Giuseppe Baturi e l’Ufficio amministrativo.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Viene sottolineato come il Consiglio pastorale parrocchiale sia appe-na nato e quindi si sta vivendo un periodo di conoscenza delle varie real-tà parrocchiali. Bisogna andare avanti così perché l’esperienza della Visitapastorale, ormai finita, ha fatto comprendere quanto sia importante cono-scersi reciprocamente e apprendendo l’operato dei vari gruppi.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ricorda come avesse già incontrato il Consiglio per gli affari economi-ci apprezzandone l’impegno profuso generosamente ed in particolare ilservizio qualificato e anche difficile. Dall’ampia relazione presentata, sicomprende come sia quanto mai opportuna la disposizione dellaChiesa che impone ad ogni parrocchia e diocesi tale Consiglio. Essodeve essere, pertanto, valorizzato perchè mette a servizio della comuni-tà specifiche competenze nel settore dell’amministrazione dei beni dellaChiesa, aiutando il parroco secondo le necessità, ma anche le finalitàdell’ente stesso. Occorre valorizzare le risorse disponibili e quelle chevengono acquisite per l’evangelizzazione, il culto e le opere di carità.Inoltre, in Italia, vige il sistema del sostentamento del clero e gli italia-ni, con una libera scelta, che affida alla Chiesa una percentuale del red-dito fiscale, possono favorire questa finalità. Queste risorse economicheaiutano notevolmente l’attività pastorale e caritativa della Chiesa,anche se le richieste e le necessità sono di gran lunga maggiori. Per que-sto occorre diffondere la cultura di sovvenire alle necessità della Chiesasecondo le leggi e le usanze locali.

b. Rivolge poi il Suo indirizzo di saluto al Consiglio pastorale parrocchia-le appena costituito ed esprime soddisfazione dal momento che l’atten-

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zione agli organi di partecipazione è uno degli obiettivi della Visitapastorale. Se come frutto della Visita ci sarà questa accresciuta sensibi-lità e impegno in tutte le parrocchie, davvero la Visita è un dono delSignore. Per questo auspica che ci sia sempre una intensa e fattivacomunione nel presbiterio e nel valorizzare i vari doni presenti nellacomunità al fine dell’utilità comune. I sacerdoti devono distinguersiper l’attenzione verso tutte le potenzialità senza, però, cadere nella ten-tazione, in nome di una malintesa piena fiducia, del lasciar fare senzacompromettersi in prima persona. I vari organismi sono in aiuto al par-roco e non in sostituzione di esso, né tanto meno il parroco può abdi-care alle proprie responsabilità. Nasce così lo stile e il gusto della colla-borazione che fa crescere insieme. Ogni parrocchia ha la sua configura-zione, non ci sono fotocopie, per cui occorre un’acuta capacità didiscernimento, una specifica attenzione alle condizioni di tempo, dispazio e ai segni dei tempi. La chiesa Cattedrale, come lodevolmente fa,deve distinguersi per l’accoglienza, per la testimonianza di vita cristia-na e per la devozione a Sant’ Agata.

c. Esorta a continuare questo cammino di collaborazione anche nel DopoVisita. Se la Visita finisce, la vita continua. Il Dopo Visita è importantecome il tempo della preparazione e quello dello svolgimento, per cuinon c’è differenza tra quelle parrocchie che hanno ricevuto la Visita perprime e quelle che la riceveranno per ultime. «Avendo lavorato neltempo della preparazione, si può sperare che farete bene anche neldopo. Una volta che abbiamo sperimentato che il Signore opera e cam-mina con noi, possiamo andare avanti sempre con fiducia. Al ringrazia-mento che rivolgo al Signore, al Parroco, agli organismi di partecipa-zione, a tutte le persone che ho incontrato durante la Visita, uniscol’augurio affettuoso di continuare ad andare avanti nel nome delSignore e con l’intercessione di Sant’ Agata».

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Ore 16.30 - Basilica Cattedrale

ASSEMBLEA PASTORALE PARROCCHIALE

Relazione pastorale del Parroco

INTRODUZIONE

1. La realtà ecclesiale: Cattedrale, Capitolo Cattedrale, ParrocchiaAll’interno dell’edificio della chiesa Cattedrale convivono tre distinti

enti ecclesiastici: l’ente “Chiesa Cattedrale”, il cui legale rappresentante èl’Arcivescovo; l’ente “Capitolo della Cattedrale”, il cui legale rappresentan-te è il Priore del Capitolo Metropolitano; l’ente “Parrocchia della BasilicaCattedrale”, il cui legale rappresentante è il parroco pro-tempore. Con attonotarile del 3.12.2008, l’Arcivescovo ha conferito al parroco della BasilicaCattedrale la delega “ad personam” per l’amministrazione della chiesaCattedrale.

2. Popolazione, StruttureIl territorio parrocchiale, situato nel I Vicariato urbano, nella prima

municipalità, non è esteso e la popolazione è esigua: anziani, extracomu-nitari, studenti universitari, pochissime famiglie giovani, dicono la realtàdi un centro storico sempre più disabitato. Negli ultimi quattro anni si èregistrata una media annua di due famiglie che hanno richiesto e celebra-to il sacramento del Battesimo; lo stesso dato si è riscontrato riguardo alleistruttorie matrimoniali. Le strutture parrocchiali sono inesistenti, i localiannessi alla Basilica Cattedrale (aula capitolare, sacrestia, ufficio) sono uti-lizzati, per quanto possibile, nelle occasioni di incontro pastorale. Le trepiccole stanze, un tempo adattate per il catechismo, sono prossime all’uti-lizzo, secondo le norme vigenti, per il personale dipendente e per l’econo-mato.

3. Presbiteri, diaconi, religiosi e laiciI presbiteri impegnati a tempo pieno in Cattedrale sono il parroco -

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delegato arcivescovile ed il Vicario parrocchiale, Mons. Barbaro Scionti eMons. Gaetano Guarriera; il Can. Giuseppe Maieli, organista del Duomo,e il Sac. Santo Guardini sono abitualmente a disposizione per la celebrazio-ne di Sante Messe, confessioni, sostituzioni e celebrazione di matrimoni inSan Placido; il canonico penitenziere Mons. Antonino Verde è presentedue volte la settimana per le confessioni, inoltre sono presenti nei turni diconfessione una volta a settimana Mons. Salvatore Genchi, Sac. CarmeloTesta, Sac. Renato Rubino, Padre Antonio Maselli SSP. Il Capitolo dellaCattedrale è presente in alcune (poche) occasioni liturgiche annualmenteprogrammate. Esercitano inoltre abitualmente il ministero due diaconiDon Daniele Pappalardo (pastorale battesimale e animatore dell’Associa-zione Sant’Agata in Cattedrale) e Don Antonino Coco (accoglienza e cele-brazione dei matrimoni in San Placido). Alcune famiglie religiose operanonel territorio parrocchiale: i Padri Francescani Conventuali con propriachiesa (San Francesco all’Immacolata), la comunità monastica delleBenedettine dell’Adorazione Perpetua (chiesa di San Benedetto). E poiancora tre comunità religiose femminili: le Pie Discepole del DivinMaestro con sede propria e con cappella officiata quotidianamente, leSorelle Francescane del Vangelo ospitate nell’antica canonica annessa allachiesa di San Placido, le Suore del Bell’Amore abitano una casa annessaall’Arcivescovado. Una consacrata dell’Ordo Virginum è al servizio dellaCattedrale. Le Religiose, nel rispetto del carisma di ciascuna comunità,partecipano abitualmente all’Eucarestia domenicale in Cattedrale, si ren-dono disponibili nella collaborazione e l’armonia tra le diverse comunità sitraduce in occasioni di comunione ecclesiale e autentica gioiosa fraternità.Il laicato, coinvolto in diversi servizi, trova occasione di incontro e di for-mazione nell’Associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, maschile e femmini-le, la Cappella musicale del Duomo, il coro parrocchiale, la “LegioMariae”. Nel territorio parrocchiale sono presenti inoltre l’arciconfraterni-ta dei Bianchi e di Sant’Orsola, con propria chiesa. Nella chiesa di SanMartino ai Bianchi (dell’omonima confraternita) ha inoltre sede la delega-zione catanese del “Sovrano Militare Ordine di Malta”. Ancora svolgonoun buon servizio l’Opera Vocazioni Sacerdotali e piccoli gruppi spontaneidi devozione. Il gruppo dei collaboratori, guidato dal “Maestro delFercolo”, i cui rapporti sono stabiliti in un vecchio contratto (1.1.1998),sottoscritto tra il Capitolo della Cattedrale e lo stesso “Maestro del

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Fercolo”, gestisce le manovre tecniche per la traslazione delle reliquie diSant’Agata specialmente nel corso dei festeggiamenti di febbraio e agosto.Essi, come da contratto, sono impegnati in particolari occasioni della vitadella chiesa Cattedrale: tale rapporto necessita di importanti adattamenti.I rapporti personali tra le singole realtà sono di buona collaborazione, conentusiasmo è stato accolto l’inizio del cammino del Consiglio pastorale del-la Basilica Cattedrale quale organismo di animazione di fraternità, comu-nione e servizio.

4. Organismi di partecipazione e vita ecclesialeIl Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, presieduto dal delegato

arcivescovile della chiesa Cattedrale, ha da poco iniziato l’impegno di ani-mazione della comunione tra le diverse realtà che animano la vita della“Chiesa Cattedrale”, la “Parrocchia della Basilica Cattedrale” ed il“Capitolo della Cattedrale”. La formula prescelta prevede un cammino diconfronto e conversione pastorale fra i tre “enti ecclesiastici” chiamati adessere la comunità cristiana che rende viva e pastoralmente efficiente lachiesa del Vescovo. Il Consiglio di presidenza formato da alcuni membridel Consiglio pastorale, di immediata e più semplice convocazione, assi-cura una regia di comunione tra tutti ed inoltre può cooperare col delega-to arcivescovile nelle situazioni che esigono risposta immediata.

Il Consiglio per gli affari economici attivo ormai da quattro anni hainciso profondamente col suo operato nella vita della chiesa Cattedrale;l’individuazione di una sede con relativi uffici di contabilità ed economa-to, la registrazione della contabilità, la conseguente creazione di un archi-vio amministrativo, la regolarizzazione del rapporto con i dipendenti, ilriordino di vecchi locali fatiscenti, l’aggiornamento degli inventari, il per-manente adeguamento alle norme di legge sulla sicurezza, l’attenzione allafabbrica in collaborazione con gli organismi di curia … rendono nuova lavita amministrativa dell’ente che tuttavia necessita ancora di studio, revi-sione ed adeguamento ai tempi ed alle particolari situazioni soprattutto inmerito alla gestione delle feste agatine (cfr. Relazione sull’amministrazio-ne dei beni mobili ed immobili dell’ente chiesa Cattedrale).

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I. LA VITA PASTORALE

1. La Cattedrale, luogo di Accoglienza e di Ascolto

La Celebrazione Eucaristica frequentata da numerosi fedeli e dadiversi gruppi ecclesiali e realtà varie, la devozione a Sant’Agata, la richie-sta numerosa dei fedeli di accostarsi al sacramento della Confessione, lapartecipazione quotidiana orante nella cappella dell’adorazione, la presen-za turistica di bambini e giovani (da ottobre a giugno), croceristi e gruppiorganizzati (da maggio a ottobre), anziani (da ottobre a novembre), maanche gente che disperata manifesta il proprio disagio occupando il luogosacro, fanno della Basilica Cattedrale luogo privilegiato di accoglienza eascolto. Precipua preoccupazione di chi opera in Cattedrale deve esseredunque “accogliere e ascoltare paure e speranze della gente”21, affinché laCattedrale stessa sia “porta aperta nei momenti difficili o gioiosi dellavita”22. L’incontro con Cristo ed il Vangelo, nella Chiesa, è il fine di ogniattività che trova compimento nella dignitosa celebrazione delle diverseazioni liturgiche e nella valorizzazione del patrimonio storico - artistico23.

2. Dalla catechesi in preparazione ai sacramenti dell’iniziazione allavita cristiana

L’esperienza catechistica nella chiesa Cattedrale va pian piano confor-mandosi alle esigenze del tempo e del luogo. Sospesa l’attività catechisticatradizionale a motivo dell’esigua popolazione parrocchiale, della mancan-za di locali idonei ai bambini e ragazzi, l’assenza di qualificati catechistirispondenti alle esigenze odierne, si è preferito dedicare maggiori energieall’animazione della vita cristiana nei gruppi esistenti. Le associazioni aga-tine sono oggetto di particolare cura e attenzione. L’obiettivo è individua-re ed educare nuovi formatori dediti alla iniziazione alla vita cristiana piut-tosto che alla preparazione e alla recezione dei sacramenti. L’impegno èarduo ma la meta assai avvincente: la chiesa Cattedrale esemplarmente

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21 C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, introduzione. 22 Ibidem, 6.23 Ibidem.

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impegnata nell’accogliere le direttive pastorali riguardanti l’iniziazione o laripresa della vita cristiana che, ormai da tanto tempo, i Vescovi italiani elo stesso nostro Arcivescovo propongono. In particolare il lavoro pastora-le intrapreso con l’associazione “Sant’Agata in Cattedrale” mira alla risco-perta della fede battesimale come valore fondante e qualificante la vita del-l’uomo, l’impegno alla valorizzazione dei principi evangelici, la centralitàdel giorno del Signore. Il servizio a sostegno delle principali celebrazioniliturgiche della Cattedrale e gli incontri settimanali sono l’occasione percreare amicizia e fraternità, terreno favorevole alla educazione alla fede ealla vita cristiana.

3. L’Eucarestia domenicale e nei giorni feriali

L’Eucarestia presieduta dall’ArcivescovoLa celebrazione dell’Eucarestia quotidiana è l’esperienza centrale della

vita della chiesa Cattedrale; ogni giorno centinaia di fedeli entrano negliorari stabiliti, e quando capita una celebrazione occasionale essa è semprepartecipata. Anziani, adulti e giovani universitari partecipano con assidui-tà alla Celebrazione Eucaristica alternandosi nei diversi giorni della setti-mana: la presenza è regolata dalle vicende lavorative, dagli impegni di stu-dio, dalle tradizioni popolari religiose (ad esempio nei giorni di martedì egiovedì in coincidenza con l’apertura delle cappelle cimiteriali delle con-fraternite è ridotta la presenza della fascia degli anziani, mentre il merco-ledì ed il venerdì un numero cospicuo di fedeli è partecipe nel ricordo diSant’Agata e del Crocifisso; il sabato e nelle feste civili sono assenti la cate-goria dei dipendenti o dei titolari di negozi e gli universitari). La presenzadei fedeli sempre numerosa ma non assidua si concretizza in una assem-blea liturgica ogni volta differente nei suoi membri e ciò comporta qual-che difficoltà nell’animazione della partecipazione dei fedeli. La celebra-zione dell’Eucarestia, fonte e culmine della vita della Chiesa, fatte le debi-te proporzioni, fa registrare una minore frequenza nei giorni festivi piut-tosto che in quelli feriali; comunque la liturgia domenicale è sempre piùpreparata con cura. L’impegno di difendere il significato religioso, antro-pologico, culturale e sociale della domenica deve essere centrale: custodirela domenica affinché la domenica custodisca la comunità, ne orienti ilcammino nutrendone la vita.24 Anche per questo motivo è sembrato

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opportuno coinvolgere maggiormente (si è intrapreso un dialogo informa-le con il governo della provincia) la comunità religiosa delle Suore PieDiscepole del Divin Maestro, già presenti nella vita della Cattedrale; ladisponibilità del loro ben noto carisma, può dare un notevole impulso allavita liturgica della chiesa del Vescovo. È opportuno infine evidenziare lapresenza nutrita in Cattedrale di extracomunitari (Cingalesi e Mauriziani)che sono coinvolti nella devozione a Sant’Agata, al Crocifisso (diSant’Agata) e partecipano particolarmente all’Eucarestia serale delladomenica.

La chiesa Cattedrale, per sua natura, è il luogo nel quale sono diversee sempre importanti le occasioni in cui l’Arcivescovo presiede l’Eucarestia.Gli operatori pastorali ed il personale dipendente della chiesa Cattedrale,coscienti della importanza del segno sacramentale della CelebrazioneEucaristica presieduta dal Vescovo diocesano, hanno iniziato e proseguononel cammino di formazione e attenzione ad un evento che spesso si ripetenella diversità dei componenti l’assemblea liturgica. Se piccoli passi sonostati realizzati, tuttavia è necessario istituire un gruppo stabile dedito allaanimazione delle celebrazioni liturgiche dell’Arcivescovo, affinché le stessesiano dignitose ed esemplari, così come è richiesto dagli insegnamenti con-ciliari circa la liturgia e dal “Caerimoniale Episcoporum”. Importante è ilcontributo di alcuni sacerdoti, di parecchi diaconi, degli alunni del Semi-nario Arcivescovile, degli alunni della scuola per i ministeri ed il diaconato“Sant’Euplio”, del piccolo gruppo di ministranti della Cattedrale, dei gio-vani volontari del servizio d’ordine. La Cappella Musicale del Duomo, ilCoro parrocchiale, assicurano l’animazione del canto ma con difficoltà siriesce a coinvolgere l’assemblea. In prossimità delle celebrazioni più solen-ni, animati da buona volontà un gruppo di presbiteri, religiose e laici si riu-nisce per preparare le celebrazioni liturgiche; è stato approntato qualchesussidio ed altri sono in cantiere, si sono incrementati i rapporti interper-sonali fra le varie realtà ma si ribadisce l’opportunità di un ufficio delle cele-brazioni liturgiche che con competenza segua costantemente e concreta-mente le celebrazioni episcopali.

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24 C.E.I., Il volto, op. cit., 8.

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4. Al servizio della fede degli adulti: il compito di educare

Il volto missionario della Chiesa, di una comunità cristiana, trovaespressione concreta nella “scelta coraggiosa di servire la fede delle perso-ne”25, perciò il compito di educare alla fede deve accompagnare ogni ini-ziativa volta ad indirizzare i fedeli alla scoperta della vocazione personale.A tal proposito mi piace rilevare come negli ultimi anni, dall’esperienza dipreghiera e di servizio in Cattedrale, sono nate tre vocazioni religiose fem-minili (due Pie Discepole del Divin Maestro e una Sorella Francescana delVangelo) e una vocazione sacerdotale (Famiglia Ecclesiale “Chiesa Mon-do”). Sono tante le occasioni che la nostra Cattedrale può cogliere per edu-care alla fede e alla vita cristiana. La celebrazione dell’Eucarestia e delsacramento della Confessione, l’adorazione eucaristica quotidiana, il cultodelle reliquie di Sant’Agata, l’attenzione al patrimonio storico - artistico,possono offrire, se bene gestite, una bella occasione per educare numerosifedeli. Educare alla preghiera e al silenzio interiore, all’ascolto della Parola;educare alla partecipazione attiva e responsabile alla liturgia; educare alladirezione spirituale ed al discernimento personale; educare alla devozionecristiana e alle implicanze del Vangelo nella vita dell’uomo, alla legalità;educare al rispetto dell’arte e dell’ambiente: educare è servire la vita con-creta delle persone che si accostano con le richieste più svariate26 alla“chiesa di Sant’Agata”. Gli operatori pastorali, presbiteri, diaconi, religio-si e laici prendono sempre più coscienza di dover vivere questa conversio-ne pastorale: la Cattedrale ha un indole assai diversa dalle altre chiese par-rocchiali, essa è unica, e tale unicità implica un approccio pastorale diver-so che partendo dalla disponibilità alla accoglienza, giunge ad offrire ser-vizi di sostegno alla vita dell’intera Arcidiocesi. La Cattedrale è il “santua-rio di Sant’Agata”: il culto della Santa Patrona, infatti non consiste soltan-to nelle celebrazioni di febbraio e di agosto, per le quali si concentra l’at-tenzione massima, c’è piuttosto un culto continuo, silenzioso, discreto einternazionale che andrebbe curato maggiormente.

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25 C.E.I., Il volto, 8.26 C.E.I., Il volto, 9.

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5. Il territorio parrocchiale: dimensioni sociali e culturali

La parrocchia della Basilica Cattedrale “Sant’Agata V. M.” è situatanel cuore della città, dalle limitate dimensioni geografiche e dal modestonumero degli abitanti stabili, che non hanno alcun legame di appartenen-za ad essa. L’aspetto della cura pastorale del territorio è carente, soltanto direcente, con l’avvio del Consiglio pastorale si sta lavorando ad un proget-to di conoscenza e d’intervento della parrocchia. L’attenzione al territorioed alle sue dimensioni sociali e culturali, il tessere rapporti diretti con gliabitanti, la sollecitudine per i più deboli e gli ultimi, il dialogo con gli altrisoggetti sociali sono la vita essenziale della parrocchia impegnata per voca-zione all’ascolto della Parola di Dio e della Parola dell’Uomo. Questa con-siderazione essenziale ci ha spinto ad avvalerci della collaborazione delcarisma delle Sorelle Francescane del Vangelo, che peraltro già operanofattivamente da parecchi anni. La comunità religiosa sempre disponibile sifa promotrice di un progetto che prevede il coinvolgimento delle diversecomponenti laicali. Il movimento giovanile legato al Sovrano MilitareOrdine di Malta ed alla Arciconfraternita dei Bianchi facendo attenzionealle povertà della zona, da alcuni anni ha istituito e gestisce un servizio diaiuto ai più bisognosi in sinergia con i parroci del territorio limitrofo.

6. La chiesa Cattedrale al servizio della comunione ecclesiale

Il flusso continuo dei fedeli, le numerosi liturgie presiedute dall’Ar-civescovo per gruppi e per realtà particolari, nel corso dell’Anno liturgico,fanno della Cattedrale luogo privilegiato di incontro e di comunione tradiverse entità. Gli operatori pastorali ed il personale dipendente si trova-no dunque nella magnifica condizione di incontrare, conoscere, apprezza-re e valorizzare movimenti e gruppi ecclesiali, comunità religiose, scolare-sche, associazioni laiche di settore, maestri di teatro e musicisti, ecc.. Sipartecipa così dello sforzo continuo dell’Arcivescovo di promuovere rela-zioni stabili per convergere nel cammino pastorale diocesano e favorirne lapresenza nella compagine ecclesiale. Il servizio d’ordine, istituito in senoall’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, si propone soprattutto di rea-lizzare uno stile di accoglienza e di reciproco rispetto al servizio delVescovo e della comunione ecclesiale.

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7. I “protagonisti” della chiesa Cattedrale: carismi e ministeri a serviziodella chiesa del Vescovo

Il cammino missionario della Chiesa è affidato alla responsabilità ditutta la comunità. Il ruolo di presbiteri, diaconi, religiosi e laici deve inte-grarsi nel rispetto dei carismi e dei ministeri per aprirsi alle attese dellagente che varca la soglia della Cattedrale. È dunque necessario che il cleroper primo si impegni ogni giorno a “far passare i carismi dalla collabora-zione alla corresponsabilità”27. La Chiesa non ha bisogno di collaboratoriche sporadicamente diventano protagonisti, bensì di persone corresponsa-bili che insieme pensano e camminano dentro un comune progetto pasto-rale. Non si tratta di creare professionisti della pastorale, o peggio ancoradel sacro, ma di animare un ambiente di gratuità che si pone al servizioavendo come fondamento imprescindibile la continua conversione ad unostile di vita (personale e comunitario) evangelico28. La tentazione del pro-tagonismo è un tarlo che minaccia con evidente facilità la vita della comu-nità cristiana della chiesa Cattedrale, le occasioni non mancano, e sonotroppe: si ascende a responsabilità, si occupano ruoli di primo piano senzaun criterio ecclesiale. Urge un cambiamento di rotta ed una formazioneampia e disinteressata del laicato, non indirizzata subito ad un incarico,ma alla crescita della qualità testimoniale della fede cristiana.29 Il ruolo deipresbiteri e dei diaconi è prezioso anche a tal proposito; la comunità auspi-ca il ritorno dei canonici in Cattedrale, non per coltivare nostalgie precon-ciliari, ma piuttosto perché si sente l’esigenza di presbiteri saggi che si pon-gano a guida della gente che numerosa ha bisogno di formazione e guidaspirituale. L’emergenza educativa esige la presenza di educatori validi esaggi.

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27 C.E.I., Il volto, 12.28 C.E.I., Il volto, 12.29 Ibidem.

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II. IL CULTO A SANT’AGATA

1. La custodia delle sacre reliquie della Santa Patrona

La Basilica Cattedrale è per i catanesi semplicemente la “chiesa diSant’Agata”, il luogo sacro che custodisce il tesoro prezioso della SacreReliquie della Patrona. Avvolto dal mistero leggendario delle sette porte,dei sette cancelli, dei cunicoli, del fiume Amenano, il “sacello”, attualmen-te oggetto di attenta opera di restauro, posto nella bella cappella diSant’Agata è quotidianamente sotto lo sguardo attento, devoto e curiosodei fedeli catanesi, che invocano l’intercessione ed il patrocinio della SantaConcittadina. Il Tesoriere del Capitolo, che un tempo conservava gelosa-mente parte delle chiavi, a nome dell’Arcivescovo, oggi è sostituito dalDelegato Arcivescovile della Cattedrale. Questi è responsabile del culto egestisce, sempre a nome e per conto dell’Arcivescovo, le diverse fasi dellafesta che gli competono, in sinergia con il presidente delle celebrazioniagatine, che rappresenta invece l’autorità municipale.

2. Le celebrazioni di febbraio e agosto

Le celebrazioni in onore di Sant’Agata, nel rispetto delle tradizioniciviche, si svolgono nei mesi di febbraio (solennità del martirio) ed agosto(memoria della traslazione delle Reliquie). La grandiosità delle diversemanifestazioni e la folta partecipazione di fedeli a livello anche internazio-nale rende la festa di Sant’Agata tra le più significative del mondo. Ciòcomporta l’impegno oneroso di una macchina organizzativa che ha sem-pre bisogno di migliorarsi e adeguarsi a tempi, situazioni e obblighi civili.Non poche sono le difficoltà e le situazioni problematiche che pesano sullaamministrazione della Cattedrale e sulla persona del Delegato Arcivesco-vile e dello stesso Arcivescovo. Negli ultimi anni, la comunità ecclesiale sista impegnando sempre più, la gestione di una così importante manifesta-zione di religiosità popolare, che esige il coinvolgimento di tutti, è diven-tata oggetto di particolare attenzione nei diversi ambiti della Chiesa cata-nese.

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3. Il Maestro del fercolo ed i suoi collaboratori

La gestione delle manovre che accompagnano l’esposizione e la pro-cessione delle sacre Reliquie della Patrona è affidata, a titolo gratuito, alMaestro del Fercolo, comunemente detto “capo-mastro”, col quale ilCapitolo della Cattedrale ha stipulato un contratto il 1.1.1998; rinnovatocon documento del parroco della Cattedrale, per conto dell’ArcivescovoLuigi Bommarito, il 5.12.2001, fino al mese di settembre dell’anno 2002;ancora rinnovato fino al 31.8.2005, e infine ulteriormente rinnovato indata 1.12.2005 “fino a quando non sarà provvisto diversamente dalleautorità ecclesiastiche”30. Nel suo impegno delicato e non semplice, il capomastro si avvale dell’aiuto dei collaboratori “che ritiene necessari”, in gene-re tutti provenienti dalle associazioni agatine, che egli stesso “può sceglie-re, sentito il parere del Delegato Arcivescovile, affidando loro gli incarichiche ritiene più opportuni”31.

4. Le associazioni agatine

Le associazioni agatine rivestono un significato particolare nel culto enella devozione a Sant’Agata. L’appartenenza ad una associazione è ingenere segno dell’appartenenza a Sant’Agata, affidarsi ufficialmente e pub-blicamente al suo patrocinio per tutta la vita. Per questo sono assai nume-rosi gli iscritti, soprattutto uomini, alle sei associazioni riconosciute adoggi dalla Chiesa: Circolo Sant’Agata (fondato dal Beato Card. Dusmet),l’associazione femminile “Sant’Agata in Cattedrale”, l’associazione“Sant’Agata al Carcere”, l’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, ilCircolo femminile “Sant’Agata”, l’associazione “Sant’Agata al Borgo”32. Diqueste soltanto due hanno sede in Cattedrale. La vita di tutte le associa-zioni è regolata da uno statuto diocesano comune. L’associazione femmi-nile “Sant’Agata in Cattedrale”, più antica, è alla data odierna commissa-riata, e i suoi membri (circa 100 di età medio-alta) sono convocati per lapreghiera e la catechesi, curate dall’assistente ecclesiastico mensilmente;

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30 Atti in: Archivio amministrazione Cattedrale.31 Contratto del 1.1.1998 in: Archivio amministrazione Cattedrale.32 Sono elencate secondo l’ordine cronologico di fondazione.

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sono circa 30 le persone più assidue; si sta cercando di coinvolgere, in par-ticolare le più giovani, promuoverle ad incarichi di governo, impegnarle indiversi servizi all’interno della Cattedrale ed in occasione di particolaricelebrazioni oltre le feste agatine. L’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”è nata nel 1986 con lo scopo di collaborare nell’animazione della vita dellaCattedrale. In merito sono diverse le testimonianze di attività svolte neglianni. Oggi è governata da un presidente (rieletto più volte con voto plebi-scitario), coadiuvato dal Consiglio direttivo e conta oltre 500 soci, di que-sti circa 50 sono assidui settimanalmente. La catechesi è curata dalDiacono Daniele Pappalardo che assicura il raccordo con l’assistente eccle-siastico. Il clima di cristiana fraternità alimentato dall’impegno della pre-sidenza e del diacono ha suscitato il servizio d’ordine della Cattedrale chesi va consolidando e specializzando soprattutto in occasione delle celebra-zioni episcopali. Attraverso il cammino di catechesi e l’esperienza comunedi vita cristiana si cerca di educare i soci al senso dell’appartenenza eccle-siale battesimale con la speranza di realizzare “apostoli” che aiutino altrifratelli a vivere cristianamente, in particolare, il rapporto con Sant’Agata.

5. La commissione diocesana

La gestione della festa di Sant’Agata con le sue diversificate implican-ze offre particolari occasioni per educare all’appartenenza ecclesiale e allaconsacrazione battesimale, alla autentica devozione e alla imitazione deimodelli, al rispetto delle diverse istituzioni e alla legalità, attraverso scelteserene e parimenti coraggiose che è necessario continuare ad intraprende-re. Per questo motivo, in vista di un più intenso e concreto coinvolgimen-to dell’intera comunità ecclesiale, l’Arcivescovo ha istituito laCommissione Diocesana per le Celebrazioni in onore di Sant’Agata V. M.che egli stesso presiede. La commissione ha costituito al suo interno ungruppo di lavoro, guidato dal Delegato Arcivescovile, che sovrintende eche interviene concretamente nelle diverse fasi delle celebrazioni, perquanto di competenza della Chiesa.

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III. IL BEATO CARD. G. B. DUSMET ED IL CULTO DEI SANTI CATANESI

1. La custodia delle sacre reliquie del Beato Dusmet

Le sacre reliquie del Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet,Arcivescovo di Catania, nel fine ottocento, sono custodite all’altare dellaMadonna, il primo nella navata di Sant’Agata. Le Reliquie sono meta dipellegrinaggio di tanti fedeli, soprattutto gente semplice e anziana che vivedei sentimenti inculcati dall’educazione ricevuta in gioventù, quando piùsentita era la devozione verso il “santo cardinale”. Annualmente sono pre-levate ed esposte all’altare maggiore in occasione della ricorrenza liturgica,il 25 settembre, anniversario della beatificazione (1988); quando è possi-bile per il calendario liturgico, si commemora l’anniversario della morte il4 aprile, con una Messa celebrata allo stesso altare dove sono riposte le reli-quie. Per animare il culto e la devozione ci sono diverse iniziative, tra que-ste anche un sito internet, ma la buona volontà di singoli o gruppi di fede-li merita una migliore organizzazione.

2. Il culto di Sant’Euplio, San Berillo, San Leone

La valorizzazione del culto del Diacono Martire Euplio o Euplo e dialtri santi catanesi come ad esempio i vescovi Berillo e Leone, di cui sitrova testimonianza in Cattedrale, è oggetto di riflessione. Certamentenon si tratta di creare nuove feste, di cui tra l’altro non si sente alcunanecessità, ma piuttosto tenere vivo il ricordo storico di nostri fratelli nellafede, della nostra stessa chiesa di appartenenza, che ci invitano con la lorotestimonianza viva a condividere la sequela di Cristo e l’adesione alVangelo.

IV. CONCLUSIONI

L’esperienza della Visita pastorale, nella fase preparatoria, è stata occa-sione propizia per la riflessione e la revisione di vita. Il desiderio dell’Arci-vescovo ha trovato così naturale riscontro nell’impegno, anche se breve eun po’ affrettato, che ha condotto alla stesura di questa relazione pastora-le. Ciò che ho scritto sopra è davvero sintesi di discernimento personale e

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comunitario. Si è riusciti a mettere insieme e armonizzare i contributi ela-borati dal lavoro svolto dalle singole realtà e dagli organismi di partecipa-zione, il Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale ed il Consiglio per gliaffari economici. In particolare il Consiglio pastorale, che dopo lunga eattenta valutazione, è nato nella fase preparatoria della Visita, superandola tentazione del formalismo di facciata, è riuscito a cogliere, attraverso idati proposti dal questionario, la natura del suo essere: organo di corre-sponsabilità nella verifica e programmazione dell’attività pastorale dellaBasilica Cattedrale. Avere iniziato con la verifica attenta della vita dellacomunità cristiana “sui generis” che siamo chiamati a servire, mi sembraun buon auspicio per il cammino futuro.

Grato al Signore per il percorso fatto fino ad oggi, desidero infine rin-graziare quanti in diverso modo ed a diverso titolo collaborano nella ani-mazione pastorale della chiesa Cattedrale divenendone pian piano, semprepiù, corresponsabili. Alle mani di Sua Eccellenza l’Arcivescovo consegnoquesta relazione frutto del lavoro realizzato dalla proficua collaborazionedi tanti compagni di viaggio e mentre esprimo ancora una volta la perso-nale gratitudine per la fiducia oltre misura in me riposta, rinnovo la miasacerdotale promessa di filiale rispetto e obbedienza.

MONS. BARBARO SCIONTI

Parroco - delegato arcivescovile

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Subito emerge la gioia condivisa di aver conosciuto più da vicinol’Arcivescovo e scoprire in lui un padre. Si tratta di una persona affettuo-sa, “alla mano”. Tutto ciò farà sì che da adesso anche nelle varie celebrazio-ni si potrà vivere una maggiore fraternità.

Viene sottolineata l’importanza della missione e la formazione del lai-cato. Paolo VI affermava che il mondo ha bisogno di testimoni, non dimaestri. È la Chiesa che si rende presente nel territorio.

Tra gli interventi vi sono stati anche quelli di alcuni membri delSovrano ordine di Malta e dell’Arciconfraternita dei Bianchi che hanno

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espresso la loro gioia per essere stati invitati a questo incontro. Hannoinoltre sottolineato l’attenzione ai poveri con gesti concreti.

Intervento conclusivo dell’Arcivescovo

1. Eccoci giunti all’Assemblea pastorale cui farà seguito la conclusioneufficiale della Visita pastorale nella parrocchia della Basilica Cattedrale.Diverse volte in questi giorni Mons. Barbaro, molto opportunamente,ha sottolineato il collegamento tra l’Assemblea eucaristica di inizio el’Assemblea pastorale di conclusione. È stato importante legare l’even-to della Visita pastorale all’Eucarestia. A tal proposito, vogliamo ricordare come papa Giovanni Paolo II hasottolineato, parlando dell’Eucarestia, questa splendida realtà: “LaChiesa vive di Eucarestia”. Teniamo, quindi, sempre vivo questo rap-porto. Ci riuniamo per partecipare all’Eucarestia e dall’Eucarestia attin-giamo energia e forza per proseguire il nostro cammino.

2. Tra l’Assemblea Eucaristica e quest’assemblea è intercorso il ricco pro-gramma della Visita pastorale che sono stato lieto di aver potuto attua-re, e ne ringrazio il Signore. È per me un’esperienza nuova in quantoad Acireale sono rimasto tre anni e non l’ho potuta nemmeno incomin-ciare; qui, avendola incominciata, spero di concluderla. Ho ascoltatoattentamente la relazione che il parroco ha presentato: è stato un ascol-to rispettoso e ciò corrisponde a quanto dicevo proprio qui inCattedrale all’inizio, quando ho indetto la Visita pastorale. Ho sottoli-neato che la Visita pastorale mi avrebbe offerto la possibilità di onora-re la dignità dei figli di Dio ponendomi in ascolto e in dialogo contutti.

3. I vari incontri di questi giorni hanno permesso, non soltanto a me maanche a tante persone, di conoscere meglio la realtà del territorio par-rocchiale. Così sarà certamente per ogni parrocchia, dato che ogni par-rocchia ha una sua peculiare e preziosa identità: conoscerla è moltoimportante. Ho avuto la gioia di incontrare tante persone ed anche per me è stato

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bello potermi ritrovare con voi. Tante volte il Vescovo lo si vede soprat-tutto in momenti ufficiali, ma a me piace molto la concretezza dellavita quotidiana; quindi anch’io ringrazio per questi incontri che mihanno permesso di vivere la dimensione della fraternità.

4. Con l’Assemblea pastorale, soprattutto adesso col canto del Te Deum,finisce canonicamente il tempo della Visita pastorale. Si apre adesso iltempo molto importante del Dopo Visita. Lo ripeto ancora una volta: il I Vicariato si è trovato in una situazionedi privilegio ma anche di disagio a causa del periodo estivo; tuttavia,ogni cosa è stata preparata, nella misura del possibile, molto bene siaqui in Cattedrale che nelle altre parrocchie. Ringrazio anzitutto ilSignore, il Vicario, Mons. Smedila, i parroci, tutte le persone che sonostate coinvolte; ringrazio veramente per quello che siamo riusciti a farein preparazione e poi nello svolgimento. Il fatto stesso di coinvolgeretante persone, di incontrarsi è stato veramente un dono del Padre perquesta comunità, come lo sarà per tutte le comunità parrocchiali e perl’intera Arcidiocesi. Tutto quello che in questi giorni il Signore ci ha fatto sperimentare,tutto quello che in questi giorni abbiamo ascoltato, adesso deve conti-nuare come accade con il matrimonio. Esso ha un suo periodo di pre-parazione, cui segue la celebrazione, ma successivamente consiste nellavita di ogni giorno, in quello che incomincia dopo che si torna dal viag-gio di nozze e nell’impegno quotidiano.

5. Questa sera non entro nel dettaglio delle cose che in questi giorni hovisto, sentito e nemmeno mi soffermo sulla relazione che Mons.Barbaro ha presentato. Ciò sarà fatto con una lettera che indirizzerò inseguito al parroco e alla comunità parrocchiale e dove rivivrò i momen-ti trascorsi insieme, prenderò atto di quello che ho ascoltato, soprattut-to della relazione, come pure terrò presenti gli altri aspetti che sonostati anche esaminati dai Convisitatori, di modo che lo “straordinario”di questi giorni entri nella vita ordinaria della comunità. Quando vivia-mo una circostanza particolare nella nostra vita (un ritiro spirituale, uncorso di esercizi spirituali, un pellegrinaggio, un evento lieto o tristeche ci può colpire) essa costituisce certamente un momento straordina-

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rio che però deve avere delle ricadute nella vita di ogni giorno. Questoè l’incoraggiamento che vi do sin da adesso: valorizziamo quanto abbia-mo vissuto insieme, non mettiamolo nel dimenticatoio!

6. Per tanti aspetti la Visita pastorale alla Basilica Cattedrale ha prodottodei momenti di novità. Ad esempio, il Consiglio pastorale parrocchia-le ha appena cominciato la sua importante attività. Esso dovrà conti-nuare a svolgerla nel futuro. Grazie a Dio, oggi abbiamo queste possi-bilità: viviamole intensamente e valorizziamole con gratitudine alSignore. Tutto sommato, mi pare che sia stato molto positivo che il Consigliopastorale abbia iniziato a muovere i primi passi proprio nel contestodella Visita pastorale. Anche per quanto riguarda il Consiglio per gliaffari economici ho ascoltato, questa mattina, la puntuale relazione:tanti problemi li conosco perché il parroco mi informa, ma avere unavisione d’insieme è stato certamente prezioso. Ringrazio per la collabo-razione da parte di ciascuno.

7. A voi che volete impegnarvi di più nella vita della comunità parrocchia-le avrà fatto certamente piacere ascoltare quello che padre Barbaro,riprendendo le parole del documento della C.E.I., Il volto missionariodella parrocchia in un mondo che cambia, ha sottolineato: non dobbia-mo essere dei collaboratori occasionali, noi siamo la Chiesa che vive,che agisce sempre con un’azione continua e diversificata. Un’azionecontinua perché la vita di ogni giorno, laddove si svolge, è vita diChiesa, vita di cristiani. Ognuno di noi vive la propria vita cristiana inun contesto ben preciso e configurato e che, alcune volte, potrebbesembrare monotono, ma se stiamo ben attenti, esso è sempre nuovoperché proprio lì si sperimenta la continuità e la cooperazione con ilSignore. La Cattedrale è la prima parrocchia che ho visitato; il Te Deum cheadesso canteremo mi pare anche un incoraggiamento che il Signore fagiungere a voi e che fa giungere anche a me, esortandoci a proseguirecon questa buona volontà: pienamente disponibili e docili - comediciamo nella preghiera per la Visita pastorale - all’azione dello SpiritoSanto.

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Il Signore chiama tutti ad essere sempre più Chiesa, a valorizzare quel-lo che Egli ci dà: non siamo noi che facciamo la Chiesa, ma contribuia-mo alla sua crescita con tutti i doni che Lui ci ha dato e che ci chiededi custodire e di valorizzare.

8. Comincerò domani la Visita pastorale nella parrocchia della Madonnadell’Aiuto e via di seguito nelle altre parrocchie del I Vicariato. Vi invi-to a seguire la Visita pastorale così come viene vissuta nelle altre parroc-chie; voi che già sapete che cosa essa significa, potete immaginare quel-lo che vivrò nei prossimi giorni. Continuate a pregare.La comunione nella preghiera durante la Visita pastorale deve essereparticolarmente curata in tutta la diocesi perché è molto importante. Il Te Deum che adesso innalzeremo è ringraziamento per quello che ilSignore ha realizzato qui come pure preludio per tutto quello che Eglicontinuerà a fare nella nostra comunità diocesana.Grazie e auguri a tutti.

✠ SALVATORE GRISTINA

Successivamente viene presentato un dono all’Arcivescovo. La Cap-pella Musicale del Duomo intona il Te Deum. Sua Eccellenza conclu-de, infine, con l’orazione di ringraziamento e la benedizione.

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Letteraconclusiva

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Carissimo Padre Barbaro,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia dellaBasilica Cattedrale.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 31 ottobre, 1, 3, 4e 6 novembre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel I Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

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3. Circa la preparazione della Visita, desidero ringraziarti per la dili-genza che hai manifestato, coinvolgendo anche tante persone e proceden-do in piena sintonia con la Segreteria per la Visita pastorale.

Riveste particolare importanza il fatto che la preparazione alla Visitaabbia favorito la costituzione del Consiglio pastorale parrocchiale. È beneche esso continui nella sua attività, affiancandosi al già collaudatoConsiglio per gli affari economici. In tal modo, la Basilica Cattedrale saràdi esempio nella valorizzazione dei due organismi di partecipazione eccle-siale auspicati e voluti dall’attuale legislazione canonica.

4. Lo svolgimento della Visita ha permesso di verificare le principalicaratteristiche evidenziate nella relazione da te predisposta alla luce dellariflessione che il Consiglio pastorale ha dedicato al Questionario.

a) La Cattedrale è maggiormente il luogo dove convergono da tutte leparti i devoti di Sant’Agata, che una “normale” parrocchia. Hannoavuto, perciò, particolare rilievo gli incontri con le Associazioni“Sant’Agata in Cattedrale” maschile e femminile e con il Maestro delFercolo e collaboratori.

È necessario che quanti collaborano più direttamente allo svolgimen-to della festa della Santa Patrona, si attengano alle indicazioni dellaCommissione diocesana per le celebrazioni in onore di Sant’AgataVergine e Martire da me istituita e in seno alla quale Tu, come miodelegato, svolgi un compito di particolare responsabilità.

Ti chiedo di intensificare lo sforzo affinché diventi sempre più chia-ro che l’onore di stare più vicini a Sant’Agata comporta l’impegnoinderogabile di essere cristiani e cittadini particolarmente esemplari.

b) Ho potuto constatare il generoso impegno che tu e tanti collaborato-ri mettete in atto affinché la Cattedrale esprima al meglio la suadignità di “Chiesa del Vescovo”.

Alla tua molteplice attività di Delegato Arcivescovile si associa quelladel benemerito Vicario parrocchiale, Mons. Gaetano Guarriera, dialcune Religiose, della Cappella Musicale del Duomo e del Coro par-rocchiale, del servizio d’ordine e del personale dipendente. Degno dinota è anche il coinvolgimento dei Diaconi permanenti e di quanti

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frequentano i corsi per divenirlo, come pure il servizio svolto daiministranti.

c) La Basilica Cattedrale è visitata da numerosi turisti. Inoltre, trovando-si vicina alla “Pescheria”, che ho visitato nella mattinata del 6 novem-bre, molti fedeli beneficiano della possibilità che essa offre per parte-cipare alla Santa Messa e per accostarsi al sacramento della riconcilia-zione. Mentre lodo quanto al riguardo è stato già predisposto, auspi-co un ulteriore coinvolgimento di altri presbiteri per la celebrazionedei suddetti sacramenti.

5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale dellaCattedrale a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) La Basilica Cattedrale che, avendo avuto giustamente il privilegio diessere visitata per prima ha già sperimentato la ricchezza di questodono, si distinguerà nella prosecuzione della preghiera affinché tuttele altre parrocchie dell’Arcidiocesi possano prepararsi alla Visita

Lettera conclusiva

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pastorale, viverla e farla fruttificare doverosamente. A più riprese misono reso conto che il testo della preghiera viene usato nel corso del-l’adorazione eucaristica quotidiana nella Cappella del Crocifisso,come pure in tanti altri momenti della vita della comunità. Sonosicuro che sarà tua premura continuare a farlo fino alla conclusionedella Visita pastorale.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza.

Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.

Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.

A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione checomprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di spe-cifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nelmodo che gli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riu-scita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Lettera conclusiva

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Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, comegià ho detto, dà origine ad uno specifico fondo in cui confluiranno even-tuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazionedi una iniziativa a ricordo della Visita pastorale.

7. Sono sicuro, carissimo Padre Barbaro, che, pensando alla Visitapastorale in Cattedrale, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere lebelle espressioni dell’Apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impe-gno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunitàdiocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parrocchiadella Basilica Cattedrale che ti vede entusiasta e generoso “pastore pro-prio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 287/U - 76

Lettera conclusiva

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Page 102: Visita Pastorale al I Vicariato

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa crisma-le del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onora-re questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogoche avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostrocapo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si

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Page 103: Visita Pastorale al I Vicariato

espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di

vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, masoprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessio-

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Page 104: Visita Pastorale al I Vicariato

ne: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarcinel Tuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà miapremura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussi-dio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche sug-gerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-

Lettera conclusiva

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Page 105: Visita Pastorale al I Vicariato

mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisi-tatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchiequanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportunoaffidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

Lettera conclusiva

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Page 106: Visita Pastorale al I Vicariato

Lettera conclusiva

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Favorire rapporti di collaborazione tra le due corali par-rocchiali, facendo cogliere il senso del “contribuire con ilcanto alla ricchezza della liturgia”.

• Favorire momenti di fraternità nella Corale parrocchiale.

• Formare un animatore liturgico (possibilmente un mem-bro del coro stesso) che coinvolga maggiormente l’assem-blea nel canto durante le celebrazioni.

• Equilibrare maggiormente parti cantate ed altre parti dellacelebrazione.

• Promuovere un maggiore collegamento tra l’Associazionemaschile Sant’Agata in Cattedrale e l’Ufficio diocesano diPastorale giovanile.

• In collaborazione con i rispettivi assistenti, promuovereincontri congiunti tra le diverse Associazioni agatine.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti diLectio Divina.

• Intensificare l’attenzione al Seminario, già curata con zeloda alcuni membri dell’Associazione femminile Sant’Agatain Cattedrale, per farla divenire espressione dell’interacomunità parrocchiale.

• Incrementare la collaborazione di presbiteri per il serviziodelle confessioni in Cattedrale.

Page 107: Visita Pastorale al I Vicariato

Visita Pastoralealla Parrocchia

San Francesco di Paola

CAPITOLO II

Page 108: Visita Pastorale al I Vicariato

Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE1

1 Aggiornata all’anno 1963, come risultante dall’archivio dell’Ufficio cancelleria.

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Vicolo Antenna

Vicolo Aparo

Via Calì

Via Concezione

Piazza Cutelli dal n. 8 alla fine

Largo D’Arrigo

Via A. Di Sangiulianodal n. 49 al n. 73

Via Dusmet dal n. 137 alla fine

Via Famà

Piazza Gandolfodal n. 1 al n. 8

Via Gravina

Via Gulli

Cortile Litrico

Piazza Pietro Lupo

Via Maresca

Via Marinai

Piazza dei Martiridal n. 12 alla fine

Via Pedagaggi

Via Cola Pesce

Via Rabbordone

Piazza San Francesco di Paola

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Page 110: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Serravalle

Via Sorace

Via Sorrentino

Via Sottile

Via Spadaccini

Via Ventimigliadal n. 2 al n. 18

Via Viscuso

Via Vittorio Emanueledal n. 1 al n. 55

Via Vittorio Emanueledal n. 2 al n. 54

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 980

Informazioni statistiche

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Page 111: Visita Pastorale al I Vicariato

Fasepreparatoria

Page 112: Visita Pastorale al I Vicariato

Relazione propedeutica alla Visita pastorale

Premesso che sono stato nominato parroco in data 20 settembre u.s.,con la presente mi permetto di presentare una relazione logistico-pastora-le in quanto l’una è funzionale all’altra rassegnando quanto segue:

1. Localizzazione e breve descrizione del corpus oggetto di intervento

La parrocchia San Francesco di Paola, situata nel quartiere Civita diCatania, si affaccia con il suo prospetto principale sulla omonima piazzaed è delimitata posteriormente dalla via Sorace dove insiste un ingressodella sala studi e della biblioteca della facoltà di Scienze Politiche, mentread est confina con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, adovest con i locali di proprietà della Sovraintendenza ai Beni Culturali,lungo la via Serravalle (dove al civico 33 sorge la casa parrocchiale) si ergel’antica casa dell’illustre architetto Giovanbattista Vaccarini (la quale risul-ta ufficialmente chiusa ma di fatto soggetta ad incursioni esterne da partedi extracomunitari).

Edificata per la prima volta nel 1523 dai Frati Minimi, la chiesa fudistrutta nel 1693 e completamente ricostruita nel 1700; distrutta da unincendio nel 1894, fu nuovamente ricostruita nel 1907. Dal 1860 la chie-sa appartiene al demanio statale ed è stata riconosciuta civilmente comeparrocchia nel 1948. La chiesa si sviluppa lungo un’unica navata rettango-lare di 26 m, per un’altezza di 15 m, absidata in entrambi i lati da corpiminori con forma terminale semi-circolare. Nel prospetto principale, allasinistra della chiesa e dietro le absidi di questa, si articolano su due livellii locali della canonica che era abitata fino a 15 anni orsono dal compian-to Sac. Vito Papotto; detti locali versano oggi in stato di visibile degradocon annessi problemi di staticità, la qual cosa sconsiglia di utilizzare i loca-li per il servizio pastorale del catechismo per l’anno 2010-11.

La copertura dell’intero complesso è a tetto con falde inclinate, rive-stite con canali siciliani.

2. Ambiti della Pastorale

2.1 Pastorale ad extraLa parrocchia è situata in un piccolo rurale borgo marinaro abitato

Fase preparatoria

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Page 113: Visita Pastorale al I Vicariato

da nuclei familiari composti prevalentemente da adulti, anziani ed extra-comunitari di origine islamica; infatti sorgono ben due moschee nelleimmediate vicinanze della parrocchia ed un folto numero di studenti dellafacoltà di Scienze Politiche che, potenzialmente, costituisce l’humus peruna nuova evangelizzazione, così come contemplato dal progetto cultura-le della Chiesa italiana, infatti: «lo scopo del Progetto Culturale è quellodi costruire una visione del mondo cristiana, consapevole delle proprieradici e della propria pertinenza sulle questioni vitali, e fiduciosa circa leproprie potenzialità nel dialogo con la cultura contemporanea. La Chiesaitaliana vuole essere capace di dire in modo originale e plausibile la suafede: su questo terreno decisivo il progetto culturale si inserisce nel dina-mismo della nuova evangelizzazione».

Un altro ambito umano di relazione ed evangelizzazione è costituitodal mondo portuale, che abbraccia diverse realtà e tipologia di umanità:dal diportista al pescatore, dall’Ufficiale della Capitaneria e/o Guardiacostiera al marinaio imbarcato, dal vettore al lavoratore di terra, dai tuto-ri del mare ai clandestini ecc, ognuno con i propri problemi e le propriesperanze. Per tutti costoro la parrocchia deve poter rappresentare un pre-senza sicura, accogliente e dialogante, libera e liberante, sempre fedele alsuo Signore Gesù Cristo.

2.2 Pastorale ad intra

All’interno della parrocchia orbitano diverse realtà quali: il gruppocatechistico, il Consiglio pastorale, il Consiglio per gli affari economici, laSchola cantorum, il Circolo dei Minimi, il gruppo teatrale (in atto impe-gnato per la realizzazione del presepe vivente), la Misericordia e la Fratres.La proposta effettuata dal parroco è quella di ritrovarsi settimanalmenteattorno alla Parola di Dio, per un continuo confronto di vita. Il culminedella vita parrocchiale dovrebbe essere rappresentato dall’Eucarestia dome-nicale. Il Consiglio pastorale parrocchiale e segnatamente il parroco, siinterroga non solo sulla ristrutturazione della chiesa e della canonica, maanche su come coinvolgere la popolazione alla messa domenicale, comefavorire la partecipazione attiva dei genitori alla catechesi dei figli, comediffondere maggiormente lo spirito missionario e la solidarietà fra la gentedel quartiere e con popoli lontani. I cristiani praticanti restano comunque

Fase preparatoria

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Page 114: Visita Pastorale al I Vicariato

un piccolo gregge.Certamente la Visita pastorale dell’Arcivescovo sarà di sprone per una

approfondita riflessione su questi argomenti, per discuterli con il nostroPastore ed avere qualche consiglio pratico per impostare, con l’aiuto delloSpirito, degli interventi sempre più efficaci verso i membri della comuni-tà parrocchiale.

Notizia aggiuntiva

Si rappresenta che nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, a causa delleforti piogge che hanno interessato la città, all’interno della chiesa, anchese per fortuna in una parte circoscrivibile che è stata prontamente inter-detta alle persone, si è verificato il crollo di una parte consistente del con-trosoffitto interessato da significative infiltrazioni. La presente, per raffor-zare le preoccupazioni relative alla necessità di provvedere alla messa insicurezza delle aree dell’edificio più vulnerabili sotto questo aspetto.

Catania, 12.10.2010SAC. SALVATORE LO CASCIO

Parroco

Fase preparatoria

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Nel corso della fase preparatoria si sono svolti due incontri con-giunti del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio affa-ri economici riguardanti l’organizzazione della Visita pastorale.Di essi non sono stati redatti verbali.

Page 115: Visita Pastorale al I Vicariato

Incontro conl ’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

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VOLANTINO DELLA PARROCCHIA SAN FRANCESCODI PAOLA IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE

Page 117: Visita Pastorale al I Vicariato

Calendario2

SABATO 6 NOVEMBREore 19.00 - Celebrazione Eucaristica e conferimento del possesso canonico

al nuovo parroco Sac. Salvatore Lo Cascio

LUNEDÌ 15 NOVEMBRE

ore 09.30 - Celebrazione dell’ora media e riflessione dell’Arcivescovo

ore 10.30 - Visita ad alcuni malati della parrocchia

ore 11.30 - Visita al Comando Provinciale della Guardia di Finanza

ore 16.00 - Celebrazione del Vespro

ore 16.30 - Spazio a disposizione per le confessioni ed il dialogocon i fedeli

ore 17.30 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale edil Consiglio affari economici

ore 18.30 - Celebrazione Eucaristica

ore 20.00 - Assemblea pastorale parrocchiale

Incontro con l’Arcivescovo

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2 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

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Ore 19.00 - Parrocchia San Francesco di Paola

CELEBRAZIONE EUCARISTICA E CONFERIMENTODEL POSSESSO CANONICO AL NUOVO PARROCO

Saluto del Parroco

«Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole everso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, per rendere saldi e irre-prensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro» (1Tess3,12-13a).

Eccellenza carissima, stimati Confratelli, Eccellentissimo Dignitario del Gran Magistero e Eccellentissimo Luogotenente per la Sicilia dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro, Fratelli e Sorelle, Autorità civili e militari,cari Fedeli tutti, e con il vostro permessocari Papà, Mamma e Filippo,

Con le parole dell’apostolo Paolo, saluto tutti e ciascuno dal profon-do del cuore e con l’amore stesso di Cristo Gesù. Il mio saluto vuole giun-gere in ogni casa di questo antico e glorioso borgo marinaro, la Civita,oggi sede di prestigiose istituzioni civili e militari quali il ComandoProvinciale della Guardia di Finanza, la Guardia Costiera, l’AutoritàPortuale, uffici della Questura in Piazza Pietro Lupo nella caserma cono-sciuta come “carcere vecchio”, la Facoltà di Scienze Politiche, alla quale milegano cari ricordi perché lì mi sono laureato. Il mio saluto vuole raggiun-gere ogni famiglia, in particolare quelle che vivono qualsiasi tipo di diffi-coltà, ed in particolar modo i molti giovani studenti universitari che vivo-no in questo quartiere. Cari ragazzi voi che state lontano da casa sappiateche in questa parrocchia potrete trovare una famiglia disposta a fornire

Incontro con l’Arcivescovo

6 novembre 2010

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Page 119: Visita Pastorale al I Vicariato

quell’accoglienza di cui avete bisogno. Molti di voi domani saranno amministratori, docenti, liberi professio-

nisti; non dimenticate mai le vostre origini, il vostro passato e le vostre tra-dizioni, sono quelle che rafforzano il vostro carattere. Nessuno è estraneo aquesto saluto. Nessuno si senta escluso dall’affetto e dall’amicizia che que-sto saluto esprime e vuole comunicare.

Con gioia e commozione, desidero riservare un saluto del tutto spe-ciale al nostro Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina.

Eccellenza Reverendissima, nei suoi confronti nutro sentimenti diprofonda gratitudine e distinta stima per la fiducia paterna che mi ha sem-pre accordato, il più grande dei quali reputo l’avermi chiamato al serviziodi presiedere questa Comunità insegnando, santificando, governando. Nelmio servizio in questa Comunità mi conforta e mi sostiene l’essere statoinserito in una successione e continuità di confratelli che si sono sagace-mente ed amabilmente spesi per la Chiesa. Il pensiero va in questo momen-to al mio primo predecessore, il reverendo Don Bruno Suman, che ha uni-to in matrimonio i miei genitori, al compianto Don Vito Papotto, DonOrazio Scuderi, Mons. Gianni Perni ed infine Don Carmelo Attard.

Omelia del Parroco

«Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell’uomo, io ti hoposto come sentinella per la casa d’Israele...» (Ez 3,17). Così si sente unparroco, nel suo quotidiano agire. Sentinella, ogni giorno, sulle mura. Masoprattutto quest’oggi, che ho il compito di raccogliere tutte le più belleintuizioni del cammino comunitario ed insieme, come sentinella, tracciareun cammino certo per il nuovo ministero che mi accingo ad iniziare inmezzo a voi. Voglio essere in mezzo a voi come una sentinella che vigila,con cuore trepidante, ma anche libero ed attento. È l’amore che vigila.Come l’amore della mamma che si sveglia anche quando il figlio rientratardi nel cuore della notte: subito si sveglia e si interessa a lui, del suo cam-mino, delle sue gioie e lacrime. Così voglio che sia il mio cuore: vigilante,perché ama. Perché sta ben desto, non ripete analisi consuete, legge dentrole cose, analizza con amore, non giudica ma coglie ogni particolare. E si faaiutare dagli operatori pastorali, proprio nel leggere e capire le situazioni. A

Incontro con l’Arcivescovo

6 novembre 2010

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Page 120: Visita Pastorale al I Vicariato

questo proposito desidero salutare, in questo momento, i gruppi parroc-chiali, in particolare i bambini della catechesi, i membri del Consigliopastorale, del Consiglio per gli affari economici e della Commissione dellafesta patronale. Tutti siete una grande risorsa per questa comunità.

La missione della Chiesa - ce lo dice Gesù - esige la comunione. Sì,la comunione è condizione per la credibilità e l’efficacia della missione, maè anche il contenuto stesso e il senso ultimo della missione, che consisteappunto nel rivelare al mondo l’amore di Dio. Proprio per questo, tra lepreoccupazioni più vive del mio cuore di parroco, di “sentinella che vigi-la”, vi è quella di favorire, incoraggiare, sollecitare con forza la comunionenell’unico corpo di Cristo che è la Chiesa.

La prima testimonianza che tutti i gruppi parrocchiali sono chiama-ti ad offrire è quella dell’unità e della corresponsabilità. Chi già fa parte ointende far parte di un gruppo dovrà parteciparvi con spirito disinteressa-to, non indirizzato a ricoprire subito o primariamente un incarico, unposto.

In parrocchia esistono soltanto servizi da rendere con gratuità. Laparrocchia ha bisogno di donne e uomini che offrano il loro tempo, la loropassione, il loro entusiasmo con uno stile di vita evangelico alimentato daun’intensa corrente di spiritualità e di servizio. Con stile profetico nelsaper dire le cose con chiarezza, nel saper porre delle riflessioni acute, forseanticonformiste, ma di certo evangeliche.

Voglio essere una sentinella che intravede. Sentinella, quanto restadella notte? Sentinella, quanto resta della notte? Chi ha il compito di senti-nella, come ben annotava quel grande Padre della Chiesa che era SanGregorio Magno, deve non solo vigilare, non solo annunciare, ma ancheintravedere, capire oltre, vedere lontano. Oltre il buio, oltre il presente.Deve cioè essere un uomo di speranza, che sostiene, che incoraggia, chenon si ferma al presente, che non cede alla paura. Intravedere è l’arte di chisa pregare in silenzio e coglie il dito di Dio là dove altri non leggono nulla.Ma solo un cuore in preghiera, immerso nel mistero dell’eterno sa intra-vedere. Come la fioritura d’inverno. Come la rinascita dopo la potatura.

Permettetevi fratelli carissimi di San Francesco di Paola, di dirvi paro-le di speranza per la nostra parrocchia, parole che non cedono alla paura ealla rassegnazione. So bene quanto avete sofferto e quanto ancora soffrire-mo. Iniziando il mio ministero in mezzo a voi, vi confido che questo sarà il

Incontro con l’Arcivescovo

6 novembre 2010

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Page 121: Visita Pastorale al I Vicariato

mio “sogno”: confermare e valorizzare la nostra comunità, al punto da dive-nire casa e scuola di comunione, la Sua “casa”, così come i nostri padril’hanno pensata e voluta. Mi spenderò affinché al più presto siano avviati ilavori di restauro della nostra chiesa.

Affido il mio ministero di parroco a Maria, a Giuseppe e a SanFrancesco di Paola. Questa nostra Comunità ha un legame speciale con laMadre di Dio, venerata come Patrona, sotto il titolo della Libertà. Sia Lei aliberarci da quelle catene che ci tengono prigionieri di noi stessi. Sia Lei aliberarci da quelle catene che ci impediscono di camminare speditamentenella via che ci porta a Cristo. Il nuovo parroco si affida a Lei, affida a Leila nostra comunità, affida a Lei ciascuno di voi.

«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio», ren-dici degni delle promesse di Cristo. A Lui che era, che è e che viene, Signoredel tempo e della storia (cfr. Annuncio della Pasqua) e Sposo della Chiesa,che Egli ha amato dando se stesso per purificarla e renderla santa (cfr. Ef5,25-27) «lode perenne nei secoli dei secoli, Amen».

Incontro con l’Arcivescovo

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Alle 9.30 del 15 novembre l’Arcivescovo celebra l’Ora media appro-fondendo, nella sua riflessione, il concetto chiave della lettura breve:«L’amore non fa male al prossimo»; se ci amiamo e perdoniamo gli unigli altri (a scuola: alunni, maestri; in famiglia: genitori, figli), comin-ceremo bene la giornata e la concluderemo altrettanto bene. Successivamente, alle ore 10.30, accompagnato dal parroco, visitaalcuni malati della parrocchia.

Ore 11.30 - Guardia di finanza - Comando Provinciale

VISITA AL COMANDO

Saluto del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, colo-nello Francesco Gazzani3

Eccellenza Reverendissima,

la sua è una visita annunciata, ma anche affettuosa, cordiale e ami-chevole. È raro che un Vescovo venga a visitare una caserma, perciò la rin-grazio personalmente e a nome di tutti i finanzieri del comando provin-ciale di Reggio Calabria; fra questi sono compresi anche i finanzieri cheprestano servizio nei reparti di Caltagirone, Acireale, Bronte, Paternò, ecc.Forse questi hanno altri Vescovi, ma il nostro riferimento è quello diCatania. Sono certo che la sua presenza, la sua affettuosissima e sentitavisita al comando provinciale, sarà motivo per noi di crescita spirituale eumana.

Siamo perfettamente consapevoli, da bravi cristiani, che la Chiesa ela Scuola sono fondamentali nella crescita e nello sviluppo dei giovani.Possono sicuramente contribuire a far crescere il senso della legalità che,purtroppo, nel territorio nazionale e nel Meridione in particolare non èsufficientemente sviluppato. Fede e cultura sono essenziali per lo sviluppo

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3 Testo non rivisto dall’autore.

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dei giovani; noi ci impegniamo anche in questo. Abbiamo frequenti rap-porti con le scuole medie, inferiori e superiori (lo chiedono gli stessi diri-genti) dove teniamo conferenze sulla legalità. Daremo, inoltre, il nostroappoggio al nuovo parroco, Sac. Salvatore Lo Cascio.

Per terminare volevo spendere una parola nei confronti del suo e mio“dipendente”, Don Francesco De Pasquale, tenente della Guardia diFinanza: si è instaurato un ottimo legame tra noi due perché il nostro cap-pellano sta vicino agli uomini, vicino a tutti. Persona di grande religiositàva sempre a fondo nei problemi ed è sempre in continuo movimento nellaSicilia orientale (settore di sua responsabilità): sono contentissimo di averequesto rapporto di collaborazione e anche di amicizia. Da noi ci sono pro-blemi di carattere personale, che a volte vengono fuori con brutalità; avereun religioso come Padre Francesco è una grandissima fortuna.

Rinnovo i miei ringraziamenti, i miei sensi di stima e affetto, verso diLei e verso la Chiesa di Catania.

Le faccio dono del simbolo del Grest del reparto. Ogni reparto delleForze Armate e di Polizia adotta dei simboli. Questo è il nostro: l’elefantee lo stemma che caratterizza la regione Sicilia; spero che questo segno e noistessi possiamo essere sempre presente nei suoi pensieri e nelle sue preghie-re.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a) Si tratta di un momento molto bello e significativo. Anzitutto perchého la possibilità di ricambiare la visita che il comandante, gentilmente,è venuto a farmi in Arcivescovado, all’inizio del suo mandato; poi per-ché voi siete la prima Istituzione, il primo Comando che sto visitando.

b) Il Vescovo visita innanzitutto per conoscere. La conoscenza reciprocapermette di apprezzare reciprocamente, ciascuno nel proprio ambito,quello che facciamo. Il vostro compito è quanto mai delicato: siete,infatti, a tutela della legalità ed a vantaggio dell’intera comunità. Nonci sono le forze dell’ordine da un lato e i cittadini dall’altro, uno con-tro l’altro. Tutti dobbiamo far crescere questo senso del bene comune,ciascuno per quella che è la propria responsabilità. Dobbiamo fare in

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modo che, soprattutto i ragazzi, i giovani, possano acquisire sempre piùquesto senso del bene comune e della legalità. Quindi, quelle iniziativeche le forze dell’ordine promuovono a favore di un maggiore contattocon i giovani, ad esempio le visite alle scuole, siano quanto mai utili esignificative, nel senso che i ragazzi non intravedano nelle forze dell’or-dine dei nemici da combattere, ma si sentano loro stessi spronati adimpegnarsi nella collaborazione per il bene comune. L’augurio è che nell’esercizio del vostro dovere possiate anche riceverequelle soddisfazioni, a livello personale, che vi permettano anche diimpegnarvi di più a compiere sempre meglio il vostro dovere.

c) Voglio salutare il carissimo Padre Francesco De Pasquale, vostro cappel-lano. Come sapete le Forze dell’Ordine hanno i loro cappellani. Essicostituiscono una realtà presente nelle diocesi ma hanno anche unastruttura centrale: l’Ordinariato Militare. È certamente motivo divanto per le forze dell’ordine poter dire che il cardinale Bagnasco,attuale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è stato ancheordinario militare.Padre Francesco rende presente l’Ordinario Militare ma rappresentaanche il Vescovo locale; lo ringrazio per il compito che svolge e anchea lui auguro di poter restare accanto a voi come punto di riferimentoper tutte le esigenze spirituali per le domande che ci sono nel vostrocuore e alle quali cerchiamo di dare risposte, perché da queste dipendeanche la nostra felicità.A tutti porgo questo augurio fraterno, affettuoso e vogliamo rivolgercial Signore, a Colui che fa di noi la sua famiglia: siamo tutti suoi figli.La vostra opera contribuisca anche a far crescere questo senso di solida-rietà e di fraternità. Grazie, signor Comandante, per la cordiale acco-glienza.

L’incontro si conclude con la preghiera per la Visita pastorale, guidatadal cappellano Don Francesco De Pasquale. Alle 16.00 l’Arcivescovo è presente alla celebrazione del Vespro. Nellariflessione alla lettura breve sottolinea: «Abbiate una conoscenza pienadella sua volontà [...] perché possiate comportarvi in maniera degnadel Signore» (Col 1,9b-11); in altre parole si potrebbe dire “fare ciòche al Signore piace, per essere graditi a Lui”, come lo è, per esempio,

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il Figlio al Padre. Il Signore ci chiede di crescere nella conoscenza diLui, di impegnarci nel bene per portare frutto in ogni opera buona.Chi è buono può diventare migliore e camminare nella santità.Impigrirsi, non impegnarsi, significa allontanarsi da Lui. Chiediamoallora al Signore questa ricchezza: che ci renda capaci di vivere comeLui vuole.Dalle 16.30 alle 17.30 viene dato spazio per le confessioni e il dialogocon i fedeli.

Ore 17.30 - Parrocchia San Francesco di Paola - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Intervento della segretaria del Consiglio Pastorale Parrocchiale e delConsiglio per gli Affari Economici - signora Vincenza Strazzulla

Eccellenza Reverendissima,

A nome del Consiglio pastorele parrocchiale e del Consiglio per gliaffari economici desidero darLe il benvenuto in questa comunità parroc-chiale di San Francesco di Paola. Dato l’avvicendarsi dei parroci, ilConsiglio pastorale parrocchiale non ha ancora attivato i gruppi parroc-chiali (il Consiglio pastorale parrocchiale è nato 10 anni fa con Mons.Giovanni Perni, ed ha avuto poi un periodo di crisi).

Il nuovo parroco, Don Salvatore Lo Cascio, si è insediato da una set-timana ed io stessa, segretaria da poco più di quattro mesi, sono stataimpossibilitata a svolgere il mio compito. Siamo contenti di mostrarLequel che siamo, a cuore aperto. Non siamo una famiglia perfetta e, comein ogni famiglia, non mancano incomprensioni e litigi; ma tutto si risolvecon un abbraccio che rafforza l’unità.

Questa sera sono presenti i rappresentanti dei vari gruppi parrocchia-li quali Caritas, Fratres, Misericordia, Gruppo liturgico, Circolo Minimo,A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), Ministri straordinari

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della distribuzione della Comunione e tutte le persone che, in vario modo,dedicano una parte del loro tempo alla parrocchia.

Nel nostro territorio convivono molte realtà di vecchie e nuovepovertà, di anziani soli, di emarginazione sociale; nel quartiere, purtrop-po, vi sono anche sacche di prostituzione. Ci sono coloro che faticano adarrivare a fine mese e che non sanno come iniziarlo. Ma sono presentianche altre realtà: il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, laCapitaneria di Porto, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, la Poliziadi Stato e la Facoltà di Scienze Politiche; raramente vediamo qualcuno diloro in Chiesa. Anche per questo la nostra parrocchia si è man manoinvecchiata; conta circa 980 anime, di cui la maggioranza sono anziani.

A Lei, con rinnovato slancio, riconfermiamo la nostra disponibilitàad attuare quanto lo Spirito Santo, attraverso la sua persona, vorrà indi-carci a beneficio del cammino pastorale della nostra comunità.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea la necessaria collaborazione con il parroco. «Il parroco hauna grande responsabilità nei confronti di Dio e del Vescovo che lo hainviato presso una comunità, ma non è solo! Ha due grandi strumentia disposizione: il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio per gliaffari economici». Invita, pertanto, Padre Salvatore a valorizzarli conintelligenza e generosità.

b. Pur non essendo sullo stesso piano, pur avendo compiti diversi, i dueorganismi di partecipazione sono egualmente molto importanti: svol-gono l’azione di “consigliare” il parroco su come affrontare e risolvereproblemi di varia natura che riguardano la vita pastorale e la gestioneamministrativa della parrocchia. Insieme al parroco essi discutono, pro-grammano e discernono, mettendosi, però, sempre davanti al Signore,senza imposizioni di alcun genere da una parte e dall’altra e senzadimenticare che la responsabilità ultima è sempre del parroco.

c. La logica che deve, dunque, guidare questi due organi pastorali è quel-la del “servizio”, ossia del mettere a disposizione della comunità i doni

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ricevuti. Ciò comporta, innanzitutto, un discernimento su noi stessi, alfine di comprendere quali doni abbiamo ricevuto dal Signore e quali diessi dobbiamo condividere con gli altri. Non ci sono, poi, doni “mag-giori” e doni “minori”; non ci sono attività di “comando” e attività di“sudditanza”: il Papa stesso si definisce “servo dei servi di Dio” e lo stes-so Gesù ci ha dato l’esempio lavando i piedi ai discepoli. La gelosia rap-presenta una forte tentazione nella Chiesa, un pericolo dal quale cidobbiamo guardare sempre e per il cui superamento dobbiamo aiutar-ci reciprocamente. Chi è geloso fa male a sé stesso e agli altri!

d. Conclude ringraziando i componenti dei due organismi di partecipa-zione per l’impegno profuso fino ad oggi (nonostante le difficoltà ed ivari cambiamenti dei parroci) ed incoraggia tutti a perseverare in taleimpegno: «è molto importante - afferma - che ognuno dia il propriocontributo senza creare compartimenti stagni. La parrocchia è piccola,il numero degli abitanti è esiguo, ma ciò che importa è non chiudersi,il ricercare costantemente la comunione, nutrendosi alla stessa Mensa,pregando insieme e crescendo nell’ascolto della Parola di Dio».

e. Esorta, infine, a partecipare anche agli eventi vicariali ed a rinsaldare ilegami con le parrocchie vicine (la “Civita” è una!). Ringrazia ancorauna volta e saluta affettuosamente tutti i partecipanti, invitandoli adaver fiducia nel Signore che assiste sempre e mai abbandona i suoi figli.

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Ore 18.30 - Parrocchia San Francesco di Paola

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Omelia dell’Arcivescovo

Fratelli e sorelle carissimi

1. Abbiamo la grazia e la gioia di partecipare ancora una voltaall’Eucarestia. È sempre un grande dono del Signore tutte le volte chesiamo invitati da Gesù alla mensa della sua Parola e dell’Eucarestia. Ognivolta che partecipiamo all’Eucaristia dobbiamo sentirci personalmente etutti insieme chiamati, invitati dal Signore. E questo lo ascolteremo anchepoco prima della comunione: “Beati gli invitati alla cena del Signore”.Ogni volta noi dobbiamo sperimentare questa gioia e questa beatitudine;oggi con un motivo in più: il contesto propizio della Visita pastorale.

La partecipazione all’Eucaristia durante la Visita pastorale deve esse-re uno dei momenti principali. Ecco perché non manca mai, durante laVisita, la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal Vescovo; e sono lieto,questa sera, di poterlo fare per voi in questa comunità parrocchiale.

2. Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Lc 18,35-43) ci rife-risce di un cieco che viene guarito. Ci sono dei particolari molto belli esignificativi nella narrazione proclamata: il cieco si accorge, percepisce chec’è qualcosa, chiede «cosa sta succedendo?». Gli viene riferito che sta pas-sando Gesù! Ne aveva sentito parlare e capisce che è giunto per lui unmomento importante. Invoca l’aiuto del Signore gridando al punto dafarsi persino rimproverare; capisce che non può sprecare quell’occasione.Gesù si ferma e dialoga con lui: «Cosa vuoi che io faccia per te?». «Che ioci veda di nuovo!». Gesù esaudisce il suo desiderio sottolineando: «La tuafede ti ha salvato». Quella fede che ha dimostrato nel saper cogliere ilmomento opportuno che stava vivendo.

Anche noi, carissimi fratelli e sorelle, abbiamo la stessa possibilità:Gesù è veramente presente anche se in maniera diversa; è presente sacra-

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mentalmente: il pane e il vino sono il suo Corpo e il suo Sangue. Lui èveramente presente! Allora dobbiamo vivere intensamente questo nostroincontro con Gesù nell’Eucarestia; dobbiamo cogliere la Sua presenza,comprendere che ogni volta che partecipiamo all’Eucarestia abbiamo lastessa possibilità del cieco: invocare il dono del Signore con tanta fede.

3. Abbiamo ascoltato anche l’inizio del libro dell’Apocalisse (Ap 1,1-5a; 2,1-5a), un testo molto affascinante che contiene la chiave di letturaper capire la situazione in cui si trovavano i cristiani della prima genera-zione e nella quale, dobbiamo riconoscere, ci troviamo anche noi. Laprima parte del libro dell’Apocalisse contiene sette lettere indirizzate adaltrettante Chiese; oggi quelle comunità non esistono più. Attraverso laParola dell’autore del libro dell’Apocalisse, il Signore fa giungere a quellacomunità un messaggio in cui, da una parte, si riconosce il bene che c’èma, dall’altra, la si invita a stare attenta proprio perché c’era un affievoli-mento nella vita cristiana e nell’impegno comune. La comunità viene,così, esortata a riprendere fervore.

4. Stiamo vivendo la Visita pastorale, incontro che il Signore ci dà lagrazia di realizzare in questi giorni. Voglio ringraziare il Signore per questiprimi passi; ringrazio anche i carissimi collaboratori, il Vicario foraneo -Mons. Smedila - che è già qui per l’incontro che seguirà; il parroco e tuttivoi che avete preparato la Visita; le persone che collaborano nella Segreteriaper la Visita pastorale. Tutti insieme ci stiamo impegnando perché sia dav-vero un dono del Padre per tutta la nostra comunità diocesana e per ognisingola parrocchia.

5. Dobbiamo impegnarci maggiormente nello stile di comunione,stare uniti. Chiediamo al Signore, con la stessa fede del cieco, che ci guari-sca da tutte quelle scorie, da tutte quelle imperfezioni che rendono talvoltadifficile la vita comunitaria. Chiediamo al Signore che ci liberi dall’egoi-smo, dall’incapacità di accorgerci del bene che c’è attorno a noi; ci liberi daquelle invidie, da tutto quello che può compromettere il nostro impegno.Abbiamo bisogno di riprendere sempre, con rinnovato entusiasmo il cam-mino. Per questo - ripeto - è importante la celebrazione dell’Eucaristiadurante la Visita pastorale. In questo momento noi incontriamo il Signore,

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siamo la sua Chiesa, siamo la famiglia di Dio; abbiamo tutti insieme ascol-tato la stessa Parola, ci nutriamo dello stesso Pane. La celebrazionedell’Eucaristia, la Visita pastorale portino a ciascuno di voi, all’intera realtàparrocchiale questo gusto, questa gioia di crescere nel servizio di Dio e del-la comunità, di impegnarsi per il quartiere in modo che da questo serviziogeneroso ciascuno possa ricevere una grande gioia: quella che il Signorevuol concederci e che vogliamo impegnarci a diffondere.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

Ore 20.00 - Parrocchia San Francesco di Paola - salone teatro

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione Pastorale

Premessa: Avendo assunto l’incarico presso la parrocchia SanFrancesco di Paola in data 1/10/2010 ho già incontrato per ben due volteil Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio affari economici.Pertanto si cercherà di fornire delle risposte quanto più adeguate e rispon-denti a quanto richiesto dallo stesso questionario. Certamente le rispostesaranno in chiave programmatica più che descrittive del lavoro svolto.

Primo obiettivo: Annuncio del Vangelo e percorsi di nuova evangelizza-zione1. 1. Il quartiere presenta un forte pluralismo socio-culturale e religioso,

infatti al suo interno insiste alla comunità del borgo marinaro, uncospicuo di studenti universitari della vicina Facoltà di ScienzePolitiche, un insediamento di immigrati di religione islamica chefrequentano la moschea ubicata in prossimità dell’edificio parroc-chiale. Al momento i rapporti con la comunità islamica sono nulli.

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1. 2. Le persone di altre etnie che vivono nel territorio della parrocchiasono dedite al lavoro più o meno regolare. Diversi bambini sononati a Catania e perciò perfettamente integrati.

1. 3. La nostra parrocchia in seguito ad un appropriato cammino di fededeve diventare una vera e propria domus ecclesiae, “casa accogliente”anche per le tante persone considerate lontane. A tal proposito l’in-tenzione è quella di garantire delle presenze qualificate e formateall’ascolto dei bisogni spirituali e materiali. Ciò sarà possibile graziealla costituzione di un centro ascolto parrocchiale. La parrocchiadeve tendere a fornire una possibile appartenenza territoriale pertutti, essa intende rendersi appartenente a tutti e per ogni condizio-ne di vita. Per questo motivo la parrocchia, come realtà di Chiesa, èil segno storico dell’annuncio evangelico offerto e accolto.

1. 4. Omissis

1. 5. Il cristiano è chiamato ad essere un testimone che deve possederedelle precise qualità, e cioè deve essere un credente credibile e cre-duto. Ciò sarà esperibile solo in seguito ad un serio e motivato cam-mino di fede che pone al centro la Parola che illumina il cammino,l’Eucarestia che è il pane di vita che dona forza e rinfranca il nostroandare ed, infine, la comunione che è espressione della comuneunione in Cristo. Tale cammino divenendo sempre più stile di vita,sarà quella testimonianza che presenta la comunità parrocchiale aquanti sono alla ricerca del senso della loro vita.

Secondo obiettivo: l’iniziazione cristiana ed il coinvolgimento delle fami-glie2. 1. Omissis

2. 2. Omissis

2. 3. Il tema dell’inadeguatezza delle famiglie ad educare alla fede è statoe sarà continuamente proposto ai genitori che hanno chiesto e chie-dono i sacramenti dell’iniziazione cristiana, ciò perché non bisognamandare i figli in parrocchia ma portarli. L’inadeguatezza è da rin-tracciare nella crisi che riguarda l’uomo post-moderno il quale col-tiva e teorizza il pensiero debole: la verità oggettiva non c’è o non è

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raggiungibile; ognuno ha la sua verità e con questa deve vivere edagire. A tal proposito sono in programmazione degli incontri perio-dici con i genitori. Il ruolo della parrocchia non è quello di organiz-zare i “vicini”, ma di raggiungere soprattutto i lontani. Questo è unlavoro di Chiesa in cui è fondamentale il compito ed il ruolo deilaici che sono chiamati, con i presbiteri, ad animare nelle diversearee territoriali l’annuncio evangelico. Per fare questo occorre unaconversione pastorale. Solo un lavoro sinergico delle diverse animedella comunità potrà far scaturire il senso della missione.

2. 4. La parrocchia è il luogo teologico in cui ed attraverso cui l’uomoaccede alla fede attraverso l’esperienza comunitaria e diventa cristia-no. Occorre trovare, sperimentare sempre un modo nuovo di fareparrocchia contestualizzato nella realtà territoriale in cui insiste.Essendo questa la vita ordinaria della comunità parrocchiale, èopportuno rivalutarne il senso attraverso una serie di itinerari di fedeche siano in grado di far superare la sacramentalizzazione attuale.

2. 5. Al momento la necessità del superamento della mentalità propria dimolti giovani di ritenere la Chiesa mero ricettacolo di sacramenti, èstata affrontata dal parroco in varie occasioni, anche in occasione diincontri pre-battesimali e pre-matrimoniali personalmente con cia-scun interessato. È in corso di elaborazione un progetto di nuovaevangelizzazione, mirato ai giovani, che si proponga di inserire piùmarcatamente la parrocchia nelle situazioni vitali di ogni giorno,proprio per far sì che la dimensione sacramentale della parrocchiasia coniugata con quella socio-culturale.

2. 6. Il punto è in fase di sviluppo ma, comunque, ci si propone di valo-rizzare la realtà già ben consolidata della pastorale giovanile diocesa-na.

Terzo obiettivo: “L’Eucaristia genera la Chiesa, popolo di Dio, corpo diCristo”3. 1. La comunità cristiana di San Francesco di Paola ha molto a cuore la

Celebrazione Eucaristica della domenica, giorno del Signore, valo-rizzando in particolar modo l’orario serale, in quanto è stato riscon-

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trata una cospicua partecipazione da parte dei fedeli. La partecipa-zione dei fedeli è protesa verso la comprensione del Mistero che ognidomenica si celebra. La maggior parte è attenta e manifesta la volon-tà di pervenire ad un maggior grado di consapevolezza su ciò che sista celebrando, grazie, in particolar modo, al sagace lavoro operatodai miei immediati predecessori, in particolare Mons. Gianni Perni.Sin dai primi giorni del mio arrivo in parrocchia, la verifica è parti-ta dal Consiglio pastorale fino a raggiungere tutti i gruppi, movi-menti, associazioni presenti in parrocchia. Sono stati momenti pre-ziosi per la verifica e per un ulteriore formazione dei fedeli. Hoavuto modo di constatare lodevolmente che tutta la comunità pregae canta con fede. Indubbiamente ci si chiede se la partecipazione delfedele sia consapevole, difficile dirlo. C’è sicuramente da migliorarela puntualità alla celebrazione e il silenzio al termine della stessa.Rimangono naturalmente ancora dei fedeli “mordi e fuggi” e quellidel semplice “precetto”.

3. 2. L’Eucaristia e la domenica sono momenti “fondamentali” e “fon-danti” per il cammino di fede di ciascuno, che si riflette poi nellavita di famiglia, negli ambienti di lavoro e di altri luoghi di vita. Ènecessario che ogni credente attinga alla fonte dell’Eucaristia perpoter intraprendere, con vero spirito di servizio, ciò che la comuni-tà cristiana ci chiama a svolgere e riversare in famiglia e negli altriambiti di vita. Appare sempre più evidente che molto della vita cri-stiana si gioca proprio da come si vive la domenica e l’Eucaristia.Noto che è apprezzato dai fedeli il momento dell’incontro del pasto-re con la comunità nell’omelia.

3. 3. Omissis

3. 4. Nella nostra comunità parrocchiale la liturgia domenicale, in gene-re, è molto curata e ben partecipata, nei suoi diversi aspetti e senzaimprovvisazioni. Si cura in particolare la proclamazione della Paroladi Dio, il canto liturgico e il servizio all’altare. Cerchiamo di farrisplendere la bellezza della liturgia, senza aggiungere troppi orpellie monizioni varie, educando anche al silenzio (quanta fatica!) e alraccoglimento dinanzi alla presenza del Mistero che celebriamo.

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Quarto obiettivo: la missionarietà della parrocchia4. 1. Si sta tentando di raggiungere l’obiettivo di coinvolgere il giovane e

l’adulto nella sua dimensione affettiva lavorativa e del riposo attra-verso l’oratorio parrocchiale che sta muovendo i primi passi.

4. 2. Coniugando l’attività di giudice del tribunale ecclesiastico regionalesiculo al mio ruolo di parroco è mia intenzione organizzare i corsiprematrimoniali in sinergia con il Vicariato.

4. 3. Omissis

4. 4. Al momento si è ancora in una fase di strutturazione ed organizza-zione delle varie realtà parrocchiali che si pongono come obiettivo ilcoinvolgimento delle famiglie e l’aiuto verso le realtà più difficili. Ècomunque nostro obiettivo quello di incrementare e valorizzare ilraggiungimento della dimensione missionaria della parrocchia in unmondo sempre in continuo cambiamento socio-culturale.

4. 5. Attraverso gli incontri pre-battesimali, si intende venire incontro edaiutare le famiglie nella trasmissione della fede nei confronti deinascituri, al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza delleresponsabilità e degli impegni spirituali nonché materiali che, inquanto genitori, essi assumono nei confronti dei loro figli almomento della celebrazione del sacramento del Battesimo.

4. 6. Già dal prossimo tempo di Avvento saranno attivati degli incontriche permetteranno ai genitori dei ragazzi frequentanti il catechismodi intraprendere un cammino di fede parallelo a quello dei proprifigli. È inoltre di ausilio verso questo obiettivo la lectio divina.

4. 7. Omissis

4. 8. È in programma l’organizzazione di incontri culturali, convegni,simposi, in accordo con la Facoltà di Scienze Politiche che si pongo-no come obiettivi: elevare il livello culturale di giovani e meno gio-vani; educarli al confronto con altre realtà presenti nel territorio cheai giorni nostri corrispondono ad altri ambiti della pastorale.

4. 9. È sicuramente obiettivo della nostra parrocchia quello di valorizza-re al massimo il tempo libero dei parrocchiani mediante l’istituzio-ne di attività sportive, ludiche, l’organizzazione di un cineforum, da

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svolgersi in orari e giorni come la domenica in cui sia più facile lapartecipazione di tutti.

4.10. È viva intenzione voler promuovere e valorizzare gli incontri pro-posti sia dal Centro Diocesano della Pastorale Giovanile e gli incon-tri vocazionali proposti dal Centro Diocesano Vocazioni. Natural-mente preparati da previ incontri parrocchiali dei giovani a partiredal post cresima onde evitare la dispersione giovanile ultimato ilcammino di iniziazione cristiana.

Quinto obiettivo: dimensione popolare della Chiesa5. 1. Per far sì che la sacramentalità della vita in parrocchia si estenda ben

oltre l’ambito circoscritto dalle mura parrocchiali e vada a toccaredirettamente coloro che, costretti a casa per motivi di salute, nonpossono prendere parte fisicamente alla vita in parrocchia, sarannofrequentemente organizzate delle visite da parte del sacerdote per labenedizione delle case del quartiere, mirate anche alla conoscenza eindividuazione delle situazioni di bisogno di ciascuna famiglia e,conseguentemente, di distribuzione dell’Eucarestia da parte deiministri straordinari presso gli ammalati.

5. 2. Nel territorio della parrocchia si è già avviato un dialogo estrema-mente illuminante e proficuo con la comunità religiosa delle SuoreFrancescane dell’Immacolata Concezione di Lipari. Già ben duevolte dal mio insediamento in parrocchia ho avuto modo di incon-trare le persone anziane ospitate ed assistite dalle suore e dal perso-nale dipendente, inoltre si presenta quanto mai significativo che unafedele delle parrocchia impegnata sia nella catechesi ai bambini chenella Caritas parrocchia, è al contempo un’assistente socio-sanitarioimpiegata nell’istituto assistenziale delle suore di cui sopra.

5. 3. Personalmente nella mia decennale esperienza di parroco nel popo-loso quartiere periferico di Librino, non ho mai ostacolato quanti sisono sempre sentiti legati ai loro quartieri d’origine, in quanto ciò amio avviso denota un forte senso di appartenenza al quartiere diprovenienza ed alla parrocchia.

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5. 4. Omissis

5. 5.-5. 6. È auspicabile una concreta sinergia tra parrocchia ed enti socio-assistenziali e istituzioni, al fine di individuare e valorizzare scelteterritoriali per affrontare questioni spinose quali la disoccupazionegiovanile, il futuro della famiglia, la condizione attuale dell’anzianoche soffre la solitudine e l’abbandono. Un significativo ed illumi-nante esempio in questa direzione proviene dal Progetto Policoro, ilsogno di Don Mario Operti per i giovani disoccupati del Sud.Questo sogno è diventato realtà germogliando come speranza neicuori di tanti giovani del Paese. In questi anni, la Chiesa continua adare ai giovani la stessa risposta data da Pietro allo storpio sedutoalla porta Bella del Tempio di Gerusalemme: «Non possiedo néargento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo,il Nazareno, àlzati e cammina!» (At 3,6). La Chiesa dona il Vangeloche è Gesù e, sull’esempio del suo Signore, il Buon samaritano dellastoria, si prende a cuore queste forme, nuove e antiche, di povertà einventa nuove forme di solidarietà e di condivisione nella certezzache «è l’ora di una nuova fantasia della carità» (Comunicare ilVangelo in un mondo che cambia, 62). Nella convinzione di «staredentro la storia con amore» (Con il dono della carità dentro la storia,6), subito dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo,l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il ServizioNazionale di pastorale giovanile e la Caritas italiana si incontrano aPolicoro (MT) il 14 dicembre del 1995 con i rappresentanti dioce-sani di Calabria, Basilicata e Puglia per riflettere sulla disoccupazio-ne giovanile nella sicura speranza che «il Paese non crescerà se noninsieme» (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 8). Nasce cosìil Progetto Policoro, iniziativa ecclesiale fondata sulla presenza aivari livelli dei tre uffici promotori che, assieme alle associazioni econ l’apporto competente degli animatori di comunità, agiscono insinergia per evangelizzare, educare, esprimere gesti concreti (ideeimprenditoriali e reciprocità). La Chiesa italiana ha rinnovato piùvolte la sua fiducia verso il Progetto Policoro: «Sentiamo così di con-dividere la speranza con i tanti giovani che sono in ricerca di unlavoro, o con tutti quei lavoratori che faticano a trovare punti di

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riferimento nella complessità e precarietà del mondo del lavoro»(Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 2001, 61).«Continua inoltre, ormai da otto anni, l’esperienza del “ProgettoPolicoro”, spazio di evangelizzazione, formazione e promozioneumana dove si mettono alla prova, con la necessaria umiltà, stradenuove e soluzioni inedite intorno al grave problema della disoccu-pazione. Così le nostre comunità ecclesiali investono sulle capacitàdei giovani di promuovere un autentico sviluppo e di dare una testi-monianza cristiana caratterizzata dalla solidarietà e dal rispetto dellalegalità» (Card. Camillo Ruini, Prolusione all’Assemblea Generale, 19maggio 2003, 5). «È un’iniziativa che presuppone e promuove unacultura nuova fatta di fiducia, di relazioni, di reciprocità, di legalità,di responsabilità» (S.E. Mons. Arrigo Miglio, Progetto Policoro: valu-tazione e prospettive a dieci anni all’avvio, Assemblea Generale, 14-18 novembre 2005).

Sesto obiettivo: “Pastorale integrata” e collegamento alle altre parrocchiedella Diocesi6.1.-6.5. Per capire il significato del termine “pastorale integrata” è utile

rileggere il paragrafo 11 della nota del 2004 della C.E.I. Il volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia che riporto qui diseguito, dove forse per la prima volta si parla della pastorale integra-ta. Ho diviso questo sesto obiettivo in quattro parti: la prima partetratta dell’integrazione tra le parrocchie (A), la seconda dell’integra-zione tra la parrocchia e la diocesi (B), la terza dell’integrazione trai nuovi movimenti e realtà ecclesiali con le parrocchie e la diocesi(C), la quarta è una conclusione (D).

“Pastorale integrata”: strutture nuove per la missione e condivisione dicarismi(A) Per mantenere il carattere popolare della Chiesa in Italia, la rete

capillare delle parrocchie costituisce una risorsa importante, decisivaper il legame degli italiani con la Chiesa Cattolica. Ma ora occorrepartire dal radicamento locale per aprirsi a una visione più ampia chescaturisce dal riconoscere nella Chiesa particolare il contesto teologi-co proprio della parrocchia. La radice locale è la nostra forza, perché

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rende la nostra presenza diffusa e rispondente alle diverse situazioni.Ma se diventa chiuso particolarismo si trasforma nel nostro limite, inquanto impedisce di operare insieme, a scapito della nostra inciden-za sociale e culturale. L’attuale organizzazione parrocchiale, che vedespesso piccole e numerose parrocchie disseminate sul territorio, esigeun profondo ripensamento. Occorre però evitare un’operazione dipura “ingegneria ecclesiastica”, che rischierebbe di far passare soprala vita della gente decisioni che non risolverebbero il problema néfavorirebbero lo spirito di comunione. È necessario peraltro che gliinterventi di revisione non riguardino solo le piccole parrocchie, macoinvolgano anche quelle più grandi, tutt’altro che esenti dal rischiodel ripiegamento su se stesse. Tutte devono acquisire la consapevolez-za che è finito il tempo della parrocchia autosufficiente. Per rispon-dere a queste esigenze la riforma dell’organizzazione parrocchiale inmolte diocesi segue una logica prevalentemente “integrativa” e non“aggregativa”: se non ci sono ragioni per agire altrimenti, più chesopprimere parrocchie limitrofe accorpandole in una più ampia, sicerca di mettere le parrocchie “in rete” in uno slancio di pastoraled’insieme. Non viene ignorata la comunità locale, ma si invita adabitare in modo diverso il territorio, tenendo conto dei mutamentiin atto, della maggiore facilità degli spostamenti, come pure delledomande diversificate rivolte oggi alla Chiesa e della presenza diimmigrati ai quali si rivolgono i centri pastorali etnici che stanno sor-gendo in molte città. Così le nuove forme di comunità potrannolasciar trasparire il servizio concreto all’esistenza cristiana non solo alivello ideale, ma anche esistenziale concreto. A questo mirano purei progetti attuati e in via di attuazione in diverse diocesi che vannosotto il nome di “unità pastorali”, in cui l’integrazione prende unaforma anche strutturalmente definita. Con le unità pastorali si vuolenon solo rispondere al problema della sempre più evidente diminu-zione del clero, lasciando al sacerdote il compito di guida dellecomunità cristiane locali, ma soprattutto superare l’incapacità di tan-te parrocchie ad attuare da sole la loro proposta pastorale. Qui si devedistinguere tra i gesti essenziali di cui ciascuna comunità non puòrimanere priva e la risposta a istanze - in ambiti come carità, lavoro,sanità, scuola, cultura, giovani, famiglie, formazione, ecc. - in ordine

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alle quali non si potrà non lavorare insieme sul territorio più vasto,scoprire nuove ministerialità, far convergere i progetti. In questocammino di collaborazione e corresponsabilità, la comunione trasacerdoti, diaconi, religiosi e laici, e la loro disponibilità a lavorareinsieme costituiscono la premessa necessaria di un modo nuovo difare pastorale.

(B) La logica “integrativa” non deve reggere solo il rapporto tra le parroc-chie, ma ancor prima quello delle parrocchie con la Chiesa partico-lare. La parrocchia ha due riferimenti: la diocesi da una parte e il ter-ritorio dall’altra. Il riferimento alla diocesi è primario. In essa l’unicopastore del popolo di Dio è il Vescovo, segno di Cristo pastore. Ilparroco lo rende «in certo modo presente» nella parrocchia, nellacomunione dell’unico presbiterio. La missionarietà della parrocchiaè legata alla capacità che essa ha di procedere non da sola, ma artico-lando nel territorio il cammino indicato dagli orientamenti pastora-li della diocesi e dai vari interventi del magistero del Vescovo. Ogniparrocchia dovrà volentieri avvalersi degli strumenti pastorali offertidalla Chiesa diocesana, in particolare dagli uffici e servizi della curia.Ed è ancora a partire dalla diocesi che religiosi e religiose e altre for-me di vita consacrata concorrono con i propri carismi all’elaborazio-ne e all’attuazione dei progetti pastorali e offrono sostegno al servizioparrocchiale, nel dialogo e nella collaborazione.

(C) Un ulteriore livello di integrazione riguarda i movimenti e le nuoverealtà ecclesiali, che hanno un ruolo particolare nella sfida ai feno-meni di scristianizzazione e nella risposta alle domande di religiosi-tà, incontrando quindi, nell’ottica della missione, la parrocchia. Laloro natura li colloca a livello diocesano, ma questo non li rendealternativi alle parrocchie. Sta al Vescovo sollecitare la loro conver-genza nel cammino pastorale diocesano e al parroco favorirne la pre-senza nel tessuto comunitario, della cui comunione è responsabile,senza appartenenze privilegiate e senza esclusioni. In questo conte-sto il Vescovo non ha solo un compito di coordinamento e integra-zione, ma di vera guida della pastorale d’insieme, chiamando tutti avivere la comunione diocesana e chiedendo a ciascuno di riconosce-re la propria parrocchia come presenza concreta e visibile della

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Chiesa particolare in quel luogo. La diocesi e la parrocchia favori-ranno da parte loro l’ospitalità verso le varie aggregazioni, assicuran-do la formazione cristiana di tutti e garantendo a ciascuna aggrega-zione un adeguato cammino formativo rispettoso del suo carisma. Ilrapporto più tradizionale della parrocchia con le diverse associazio-ni ecclesiali va rinnovato riconoscendo ad esse spazio per l’agire apo-stolico e sostegno per il cammino formativo, sollecitando formeopportune di collaborazione. Va ribadito che l’Azione Cattolica nonè un’aggregazione tra le altre ma, per la sua dedizione stabile allaChiesa diocesana e per la sua collocazione all’interno della parroc-chia, deve essere attivamente promossa in ogni parrocchia. Da essaè lecito attendersi che continui ad essere quella scuola di santità lai-cale che ha sempre garantito presenze qualificate di laici per ilmondo e per la Chiesa.

(D) A questo disegno complessivo diamo il nome di “pastorale integra-ta”, intesa come stile della parrocchia missionaria. Non c’è missioneefficace, se non dentro uno stile di comunione. Già nei primi tempidella Chiesa la missione si realizzava componendo una pluralità diesperienze e situazioni, di doni e ministeri, che Paolo nella Lettera aiRomani presenta come una trama di fraternità per il Signore e ilVangelo (cfr. Rm 16,1-16). La Chiesa non si realizza se non nell’uni-tà della missione. Questa unità deve farsi visibile anche in una pasto-rale comune. Ciò significa realizzare gesti di visibile convergenza,all’interno di percorsi costruiti insieme, poiché la Chiesa non è lascelta di singoli ma un dono dall’alto, in una pluralità di carismi enell’unità della missione. La proposta di una “pastorale integrata”mette in luce che la parrocchia di oggi e di domani dovrà concepirsicome un tessuto di relazioni stabili. Vorrei sottolineare qualche pun-to di questo documento. Mi sembra che l’accento del documento siaposto sul concetto di convergenza nel cammino pastorale, nei pro-getti e nei gesti visibili di percorsi comuni. Questa progettualitàcomune, costruita insieme, nell’orizzonte di un’unica missione,richiede, secondo me, da una parte una capacità di composizione maanche di guida che ha come protagonista principale il Vescovo (coa-diuvato dai parroci e dal presbiterio) e dall’altra una capacità di tes-

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sere trame di fraternità per il Vangelo che ha come protagonisti unapluralità di soggetti come le nuove realtà ecclesiali, le associazioni, ireligiosi, le famiglie, i singoli laici. Pur essendo molto affascinantebisogna riconoscere che la pastorale integrata non è certamente unaproposta “facile”. Non si tratta cioè di un piano articolato da mette-re in atto domani eseguendo specifiche direttive. È una proposta dacostruire giorno per giorno e che la Chiesa, e specialmente quella ita-liana, cerca di realizzare con l’aiuto dello Spirito Santo incomincian-do intanto a chiamare ogni cattolico a concepirsi e a riconoscersi inquesta prospettiva.

Settimo obiettivo: formazione di nuovi laici per una parrocchia missio-naria7.1.-7.7. Bisogna partire dalla consapevolezza che la missionarietà non è

solo far partire sacerdoti verso Paesi lontani. Ogni cristiano deveessere missionario all’interno della propria parrocchia e in diocesi.Per questo va aumentato il senso missionario di ognuno. Inoltre lamissione non è solo “fare qualcosa” ma, principalmente l’annunciodi Gesù. Le opere vengono di conseguenza. Pertanto si sottolineal’importanza del Centro Missionario diocesano per coordinare letante esperienze missionarie presenti in diocesi che bisogna conti-nuare a far conoscere ai più giovani coinvolgendo le scuole, attraver-so gli insegnanti di religione. Personalmente ho sperimentato copio-si favori celesti sia per me in quanto sacerdote che per la portio popu-lo Dei allora a me affidato nel quartiere di Librino con il gemellaggionel 2003 tra la parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramentoe la parrocchia Holy Eucaristhy nella Diocesi di Kahama inTanzania. Immediatamente, appena giunto in terra di missione, hocapito che non ero io a dare qualcosa, ma erano gli indigeni ad aiu-tarmi. Sono stato accolto da una comunità cristiana viva, gioiosa,innamorata di Gesù, nella quale molti avevano riscoperto la comunevocazione all’evangelizzazione, così da diventare evangelizzatori atempo pieno: ho vissuto l’esperienza entusiasta della Chiesa primiti-va come viene descritta nel libro degli Atti degli Apostoli: “Il Signoreogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (cfr.At 1,48). Mi sono ricordato allora di ciò che Papa Paolo VI aveva

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scritto nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi: «Il mandatodi evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale del-la Chiesa… Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria dellaChiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare».Un forte desiderio di vita nuova e trasformata è nato allora nel miocuore. Pensavo: “Per quanti anni della mia attività pastorale mi sonoaccontentato di coloro che affollavano la mia Chiesa, godendo se illoro numero cresceva, senza troppo preoccuparmi di coloro che era-no al di fuori, lontani o indifferenti! Quante energie spese, e ben spe-se per i soliti fedelissimi, sempre più coccolati e sempre più ridotti dinumero, sempre gli stessi in ogni gruppo e in ogni attività proposta!E gli altri? Quelli che non venivano mai, quelli che non si erano maivisti, quelli che consideravo ormai persi, irraggiungibili, lontani?”.Nulla, in verità, era perso; tutto era ancora recuperabile. È dunquedentro a questa forte esperienza e a tutto ciò che è accaduto in segui-to che posso affermare con assoluta certezza che “È possibile nelnostro tempo la comunità per tutti”. Chiunque rilegge nel NuovoTestamento le origini della Chiesa, seguendo passo passo la sua sto-ria e considerandola nel suo vivere ed agire, scorge che è legataall’evangelizzazione da ciò che essa ha di più intimo: le promesse del-la nuova Alleanza in Gesù Cristo, l’insegnamento del Signore e degliApostoli, la Parola di vita, le fonti della grazia e della benignità diDio, il cammino della salvezza. Tutta questa ricchezza che forma ilcontenuto del Vangelo le è stata affidata per conservarla come undeposito vivente e prezioso non da tenere nascosto, ma da comuni-care. Si può dunque affermare che anche ogni comunità cristiana hanell’evangelizzazione il segreto di tutta la sua vitalità sia internamen-te che esternamente: secondo l’insegnamento dei Padri, la Chiesa è illuogo nel quale fiorisce lo Spirito. È Lui che spiega ai fedeli il signi-ficato profondo dell’insegnamento di Gesù e del suo mistero. È Luil’anima della Chiesa: la unifica nella comunione, la edifica e dirigecon diversi doni gerarchici e carismatici, la arricchisce dei suoi frut-ti. Se dunque lo Spirito ha un posto eminente in tutta la vita dellaChiesa, Egli agisce soprattutto nella missione evangelizzatrice: non acaso il grande inizio dell’evangelizzazione avvenne il mattino diPentecoste, sotto il Suo soffio.

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Alcuni tra i presenti, prima “lontani” dalla Chiesa, promettono diaiutare il nuovo parroco e gli augurano ogni bene; si propongono di cre-scere spiritualmente con lui sperando che in futuro non ci siano piùdiscordie all’interno della comunità.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Padre Salvatore Lo Cascio ha fatto una relazione abbastanza nutritache vorrò rileggere con calma. Intanto desidero manifestargli tutta lamia gratitudine per aver tenuto presente il Questionario pastorale chegli era stato consegnato. Ho chiesto alle singole Comunità parroc-chiali, ai parroci ed ai Consigli pastorali parrocchiali di valorizzare nelmodo più opportuno il Questionario ricevuto. C’è chi ha fatto la sin-tesi e c’è chi, come questa sera, si è riferito puntualmente alle singo-le domande e, attraverso le risposte date, ha fornito una esaurienteimmagine della realtà parrocchiale.

Io sto facendo la Visita pastorale secondo le vostre richieste; la Visitanella singole parrocchia mi viene, infatti, anche suggerita dal parrocoe dal Consiglio pastorale. Questo “metodo” di cui intendo avvalermiper incontrare le singole realtà parrocchiali mi sembra, infatti, oppor-tuno per far vivere l’esperienza della Visita pastorale come qualcosache scaturisce dai “desiderata” di ogni realtà visitata.

b. All’inizio della Messa cui abbiamo partecipato, Padre Salvo ha defini-to tutti voi e, in maniera particolare le persone che più lo collabora-no, come dei gioielli. Sono molto contento che già dai vostri sguardiemerga il desiderio della collaborazione: non preoccupatevi deinumeri; ciò che conta veramente è lavorare e sentirsi tutti impegnati.Nella parrocchia c’è posto e spazio per tutti. Tutti dobbiamo impe-gnarci! Voi stessi avete detto che è necessario evitare le possibiliincomprensioni. Auguro che ci sia questa crescita spirituale.

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L’andamento degli ultimi anni non è colpa vostra: Padre GianniPerni, per motivi di salute e per l’attuale impegno di Direttoredell’Ufficio scolastico, mi ha chiesto di essere alleggerito di qualcheincarico; Padre Carmelo Attard mi ha chiesto di rientrare a Malta edio non potevo costringerlo a rimanere nella nostra Arcidiocesi. Si trat-ta di situazioni che nessuno di noi poteva prevedere. Adesso, vi hostato mandato un nuovo parroco, Padre Salvo: riprendete, continua-te tranquillamente il cammino con le sottolineature che egli stesso haevidenziato nella sua Relazione pastorale.

c. Ci sarebbero tanti punti da toccare ma voglio semplicemente invitar-vi a fare in modo che, lavorando assieme, possiate dare un contribu-to prezioso a questo quartiere. È molto importante! Tante energie,messe insieme, possono veramente incidere in un tessuto sociale. Ioparlo di quartiere, anche perché la Civita ha un’identità particolare.Pertanto, dobbiamo fare in modo che le due parrocchie, che insisto-no in questo quartiere, si aiutino vicendevolmente e lavorino insie-me.

Frutto della Visita pastorale deve essere anche la crescita in questoimpegno, di lavorare insieme. Come Vescovo ho anche il compito dispingervi in questo senso, esortando ad una maggiore comunione acominciare dagli stessi parroci.

d. Termino con l’augurio che tutto questo possa realizzarsi e desideroche anche l’esperienza del teatro sia continuata perché è un modo perstare e crescere insieme. Mettete insieme tutte le vostre buone volon-tà e riuscirete ad essere sale e fermento per questo amato territorio.

L’Arcivescovo riceve un dono, da destinare alla sua carità; ringrazia peril gesto di attenzione e, come già fatto in altre circostanze simili, assi-cura che metterà questa offerta insieme alle altre e, alla fine, decideràcome ed a chi destinare questo “frutto” della Visita pastorale.

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Letteraconclusiva

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Carissimo Padre Salvatore,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia SanFrancesco di Paola.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 6 e 15 novembre2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel primo Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

3. La Visita pastorale in codesta parrocchia, sia nella fase di prepara-

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zione che nel suo svolgimento, è da inquadrare nel fatto che tu ne sei par-roco solo dal 20 settembre 2010, data della tua nomina.

Devo, quindi, e lo faccio con piacere, rilevare anzitutto il particolareimpegno da te profuso nel rendere le primizie del tuo ministero in code-sta parrocchia tempo di preparazione alla Visita.

Ne è testimonianza anzitutto la Relazione propedeutica alla Visitapastorale che mi hai indirizzato il 12 ottobre u.s.. Lo è in forma più estesae dettagliata anche la Relazione pastorale che risponde puntualmente alledomande del Questionario e che è stata preparata nelle due riunioni con-giunte del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affarieconomici. Come tu stesso affermi, le risposte al questionario vanno lette“in chiave programmatica più che descrittive del lavoro svolto”.

4. La Visita pastorale è iniziata con la Celebrazione Eucaristica duran-te la quale è avvenuto il tuo insediamento ufficiale quale parroco della par-rocchia San Francesco di Paola.

Ricordo la numerosa e qualificata partecipazione delle persone che date siamo state calorosamente ringraziate e che abbiamo potuto ascoltare latua bella e densa omelia.

Ti auguro, carissimo Salvatore, che il tuo ministero in codesta parroc-chia possa sempre compiutamente realizzare quanto in quell’occasione haiaffermato circa la figura del parroco: ricco di umanità e amico di Gesù;uomo di preghiera, soprattutto davanti al Tabernacolo; sentinella e inter-cessore appassionato come Mosé; pastore diligente nel compito di insegna-re, santificare e governare; evangelizzatore e testimone credibile della pos-sibilità di una nuova umanità …

Tali caratteristiche ti porteranno a valorizzare i doni che il Signoreelargisce alle sorelle e ai fratelli a te affidati. È vero: si tratta di un “picco-lo gregge” sia dal punto di vista numerico che come partecipazione.Raduna la comunità attorno l’Eucaristia domenicale preparata, come tustesso auspichi da un bell’incontro di lectio Divina. Sarà così posto un soli-do fondamento per quell’azione pastorale a vasto raggio e capillare che letue risposte al questionario descrivano lucidamente.

5. Lo svolgimento della Visita si è esaurito nella sola giornata del 15novembre. Essa è stata particolarmente ricca di eventi in quanto vi si sono

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svolti i “normali” appuntamenti che qualificano la Visita pastorale.Ricordo in particolare la visita al Comando provinciale della Guardia

di Finanza, l’incontro privato con alcuni fedeli, la riunione congiunta deidue organismi di partecipazione ecclesiale e l’assemblea parrocchiale. Si ètrattato certamente di una forte concentrazione di idee, di prospettive e dipropositi che adesso è opportuno riprendere con calma e, soprattutto,valorizzando la circostanza dei mesi che hai già trascorso in parrocchia.

6. In tal senso desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale diSan Francesco di Paola a vivere l’altrettanto importante tempo del DopoVisita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando di insistere nella prosecuzione della preghiera per laVisita pastorale e di coinvolgervi in modo speciale le persone anziane eammalate così come abbiamo fatto incontrando gli ospiti della casa gesti-ta dalle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione - Lipari. Chiedodi dedicare nelle Messe festive un’apposita intenzione della Preghiera deifedeli alla Visita pastorale. Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’ap-

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posita Preghiera in occasione di incontri associativi e degli organismi dipartecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e VincenzoBranchina per quanto di loro rispettiva competenza.

Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, conil coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibileattuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto saràfatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comuni-cazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali.

Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto eviden-ziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchia-le, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita incodesta parrocchia.

A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione checomprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modoche gli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

7. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, comegià ho detto, confluirà nello specifico fondo dove verranno raccolti even-tuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazionedi una iniziativa a ricordo della Visita pastorale.

8. Sono sicuro, carissimo Padre Salvatore, che, pensando alla Visitapastorale nella parrocchia San Francesco di Paola, insieme e per tantimotivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-

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siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’im-pegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comuni-tà diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare dellaParrocchia San Francesco di Paola che ti vede entusiasta e generoso “pasto-re proprio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 633/U - 77

Lettera conclusiva

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorarequesta dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo cheavrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-

Lettera conclusiva

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Page 153: Visita Pastorale al I Vicariato

tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Tipreghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nelTuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.

L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.

Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà miapremura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussi-dio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche sug-gerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si

Lettera conclusiva

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dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che iConvisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

Lettera conclusiva

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Page 155: Visita Pastorale al I Vicariato

PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Separare gli incontri del Consiglio pastorale parrocchiale edel Consiglio per gli affari economici.

• Promuovere ogni possibile attenzione nei riguardi delleMoschee, della Facoltà di Scienze Politiche e dell’ampiarealtà portuale presenti all’interno del territorio parroc-chiale.

• Favorire la partecipazione agli incontri ed alle iniziative divicariato; rinsaldare i legami con la parrocchia di SanGaetano alla Marina incrementando l’impegno a lavorareinsieme.

• Far si che il “piccolo gregge” cresca attorno all’Eucaristiadomenicale preparata settimanalmente da un incontro dilectio Divina.

• Usare tutte le possibili attenzioni per la ristrutturazionedei locali della chiesa e della canonica.

• Continuare l’esperienza del “teatro” come occasionepastorale specifica e privilegiata.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti dilectio Divina.

Lettera conclusiva

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Page 156: Visita Pastorale al I Vicariato

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Visita Pastoralealla Parrocchia

Santa Maria dell’Aiuto

CAPITOLO III

Page 157: Visita Pastorale al I Vicariato

Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Page 158: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Abate Ferraranumeri dispari 73-115,pari 2-50

Vico Angeli

Via Auterinumeri pari

Via Alfieri

Via Buscemi

Cortile Breve

Via Castello Ursino

Vico Castro

Cortile Cona

Vico Cannella

Via Consolato della Seta

Via Della Letteranumeri dispari

Via De Grazia

Vico Della Lanterna

Via Delle Mandre

Via Della Pergola

Vico Della Spiga

Via Di Giacomonumeri dispari 15-fine,pari 2-58

Via Federico di Svevianumeri 97-86, pari e dispari

Cortile Fanale

Cortile Fuochisti

Via Gagliani

Via Gisiranumeri dispari 1-53, pari 2-44

Via Garibaldinumeri dispari 55-231,pari 56-208

Via Gentilenumeri dispari

Via Leontini

Via Naumachianumeri dispari 1-87, pari 2-112

Vico Nicosia

Via Orfanelli

Via Pozzo Canale

Via Pozzo Mulinonumeri dispari 1-29, pari 2-38

Via Politi

Cortile Pispisella

Via Plebiscitonumeri pari 208-298

Piazza Sant’Antonio

Via Quartiere Militarenumeri dispari 1-37

Via Quartarone

Via Radice

Via Reitanonumeri 51- fine

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Page 159: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Riccardo da Lentininumeri dispari

Via Sant’Agostinonumeri dispari

Via Santa Maria delle Grazie

Via Sant’Anna

Via Sgroi

Via San Sebastiano

Vico San Crispino

Via Santa Chiara

Vico Salvo

Via San Giovanni

Via Santa Maria dell’Aiuto

Cortile San Pantaleone

Via Sapuppo

Via Santissima Trinità

Via Verginelle

Via Vittorio Emanuelenumeri dispari 217-377,pari 308-348

Via Teatro Greco numeri 55-111

Via Transito

Informazioni statistiche

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NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 4206(SECONDO UN CENSIMENTO DEL 2003)

Page 160: Visita Pastorale al I Vicariato

Fasepreparatoria

Page 161: Visita Pastorale al I Vicariato

Lettera di convocazione

Ai membri del Consiglio Pastoraledel Santuario Santa Maria dell’Aiuto

Carissimi,

Si avvicina il tempo della Visita pastorale del nostro Arcivescovo nel IVicariato. Infatti Sua Eccellenza Mons. Salvatore Gristina inizierà ufficial-mente la Visita pastorale nel nostro Vicariato giorno 30 ottobre con lasolenne Concelebrazione in Cattedrale alle ore 18.30 alla quale oltre al cle-ro sono invitate tutte le realtà ecclesiali del I Vicariato.

Poiché la pausa estiva ci ha portato alla diaspora urge ora unire tutte leforze ed intensificare la preparazione a tale evento. Pertanto il Consigliopastorale parrocchiale è convocato nei locali della nostra parrocchia, mer-coledì 6 ottobre alle ore 18.30 col seguente ordine del giorno:

1) Presentazione del Direttorio della Visita pastorale2) Esame del Questionario di indole pastorale per la preparazione della

relazione da fare all’Arcivescovo in occasione dell’assemblea parroc-chiale.

3) Evidenziare gli incontri con le realtà ecclesiali e le istituzioni presentinel nostro territorio parrocchiale.Data l’importanza degli argomenti e il poco tempo che abbiamo per

tutta questa preparazione prego vivamente di voler tramandare qualcheimpegno personale ed essere tutti presenti. Confidando nella vostra sensi-bilità e responsabilità porgo fraterni saluti in Cristo.

Catania, 2 ottobre 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Parroco

Lettera di convocazione

Oggetto: Convocazione Consiglio pastorale parrocchiale

Il Consiglio pastorale parrocchiale è convocato mercoledì 27 ottobrealle ore 18.30 per discutere il seguente o.d.g.:

Fase preparatoria

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Page 162: Visita Pastorale al I Vicariato

1) Approvazione dei verbali delle sedute del 6,12,15 ottobre.2) Presentazione da parte del segretario supplente della relazione pasto-

rale da proporre all’Arcivescovo nell’Assemblea del 17 Novembreprossimo.

3) Varie ed eventuali.

In attesa di incontrarci porgo affettuosi saluti in Cristo.

Catania, 23 ottobre 2010MONS. CARMELO SMEDILA

Parroco

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

In data mercoledì 6 ottobre 2010 il Consiglio pastorale parrocchialedella parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riunisce nella sua sedecanonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunione ha luogo pres-so l’aula della sagrestia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono:

1. Presentazione del Direttorio per la Visita pastorale.2. Esame del Questionario di indole pastorale per la preparazione della

relazione da presentare all’Arcivescovo in occasione dell’Assembleaparrocchiale.

3. Stilare il calendario degli incontri con le diverse realtà ecclesiali e leistituzioni presenti nel territorio parrocchiale.Il parroco, presenta ai membri del Consiglio il Direttorio per la Visita

pastorale redatto da Sua Eccellenza l’Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina,illustrandone lo spirito ed i contenuti.

Ci si sofferma, innanzitutto, su cosa intenda l’Arcivescovo per Visitapastorale, cioè, un cammino che la Chiesa catanese intraprende al fine diuna approfondita riflessione sulla sua identità e sulle sue attuali condizioni.Un concetto su cui l’Eccellentissimo Arcivescovo ha molto insistito e cheha espresso chiaramente nella Lettera per l’Anno pastorale 2009/2010, doveleggiamo: «…diversamente dal passato, il Vescovo visita continuamente leparrocchie ed è presente nel territorio della Chiesa particolare affidatagli, èpiù appropriato parlare di visita-verifica pastorale… intesa non come unmero fatto amministrativo, o peggio fiscale, ma, soprattutto, come una bel-la occasione per ringraziare il Signore per il bene conseguito, come pure per

Fase preparatoria

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Page 163: Visita Pastorale al I Vicariato

essere confermati nella bontà del cammino che percorriamo. La verifica cispingerà anche ad intraprendere, o consolidare, la conversione necessariaper rispondere sempre meglio alla vocazione personale e comunitaria allasantità, condizione indispensabile per ogni ministero ed attività pastorale».

Mons. Smedila passa poi ad affrontare gli aspetti propedeutici allavisita indicati nel Direttorio, cioè:

• Un’adeguata preparazione spirituale dei fedeli mediante speciali ciclidi conferenze e prediche, su temi relativi alla natura della Chiesa, allacomunione gerarchica, all’episcopato, nonché attraverso la valorizza-zione e riscoperta della Lectio Divina.

• Un maturo discernimento comunitario a cui sono affidate le indica-zioni canoniche ed i suggerimenti pastorali dell’Arcivescovo contenu-ti nel Direttorio e che deve essere fatto sia a livello parrocchiale che diVicariato, dai Parroci e Vicari foranei con i rispettivi organismi di par-tecipazione. Tale discernimento deve essere considerato non solo unmomento propedeutico alla Visita pastorale ma anche come uno deifrutti principali e permanenti che dalla stessa dovranno scaturire.

• La compilazione dei due questionari, uno relativo alla “Visita reale” el’altro di indole prettamente pastorale. Si passa così al secondo punto posto all’o.d.g., cioè, l’esame del

Questionario di indole pastorale, preparato tenendo conto della nota dellaC.E.I. Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia.

Si spiega come il Questionario, che servirà per la preparazione dellaRelazione da presentare a Sua Eccellenza l’Arcivescovo durante la Visitapastorale, sia imperniato sui sette punti tratti dall’introduzione alla suddet-ta nota della C.E.I. e riportati a pag. 63/64 del Direttorio. Analizzati questisette punti si sottolinea come di fatto essi costituiscano gli obiettivi dellaVisita pastorale e rappresentino i temi su cui verterà la visita-verifica. Si evi-denzia, altresì, come nel Direttorio Sua Eccellenza auspichi che: «…la ten-sione verso tali obiettivi e, voglia il Signore, le quanto più numerose realiz-zazione degli stessi, costituiscano il bel frutto della Visita pastorale.L’attenzione ai sette obiettivi potrebbe offrirci l’opportunità di realizzare,finalmente, una iniziativa di cui spesso abbiamo parlato: la Scuola per glioperatori pastorali... Lo svolgimento della Visita pastorale potrà così favo-rire il sorgere di queste Scuole….». Quindi esaminato il Questionario nel-la sua interezza si rinvia alla prossima riunione di Consiglio pastorale,

Fase preparatoria

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Page 164: Visita Pastorale al I Vicariato

indetta per il 12 ottobre c.a., alle ore 18.30, la disamina delle singoledomande previo studio individuale dello stesso da parte dei singoli mem-bri del Consiglio.

Si passa così al terzo ed ultimo punto posto all’o.d.g., cioè la formazio-ne del calendario della Visita pastorale nella parrocchia in armonia colcalendario vicariale, tenendo conto di quanto indicato dal Direttorio per ilMinistero Pastorale dei Vescovi Apostolorum successores (Cap. VIII, III) eriportato nel Direttorio e precisamente:

Nella visita alle parrocchie, il Vescovo cerchi di realizzare, secondo lepossibilità di tempo e di luogo, i seguenti atti:

a) Celebrare la Messa e predicare la Parola di Dio;b) Conferire solennemente il sacramento della Confermazione, possibil-

mente durante la Messa;c) Incontrare il parroco e gli altri chierici che aiutano nella parrocchia;d) Riunirsi con il Consiglio pastorale o, se non esiste, con i fedeli che col-

laborano nei diversi apostolati e con le associazioni di fedeli;e) Incontrarsi con il Consiglio per gli affari economici;f ) Avere un incontro con i bambini, i ragazzi e i giovani che percorrono

l’itinerario catechistico;g) Visitare le scuole e le altre istituzioni cattoliche dipendenti dalla par-

rocchia;h) Visitare, nei limiti del possibile, alcuni malati della parrocchia.

Il Vescovo potrà anche decidere altri modi per farsi presente tra i fede-li. […]

Nella visita non si deve tralasciare, infine, l’esame della amministra-zione e conservazione della parrocchia: luoghi sacri e ornamenti liturgici,libri parrocchiali ed altri beni. […]

Dopo aver stilato il programma della Visita, terminata così la tratta-zione degli argomenti posti all’o.d.g. e non avendo altro da trattare, dopoun conclusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30, dichiarasciolta la seduta.

Catania, 6 ottobre 2010

MONS. CARMELO SMEDILA PIERSANTI SERRANO

Parroco Segretario facente funzioni

Fase preparatoria

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Page 165: Visita Pastorale al I Vicariato

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

In data martedì 12 ottobre 2010 il Consiglio pastorale parrocchialedella parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto alle ore 18.45 si riuniscenella sua sede canonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunioneha luogo presso l’aula della sagrestia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono:

1. Disamina degli obiettivi 1, 2, 3 del Questionario di indole pastoraleredatto dall’Arcivescovo per la Visita pastorale.

2. Varie ed eventuali.Ciascuno dei membri del Consiglio, dopo aver affrontato personal-

mente lo studio di ciascuna domanda posta nel Questionario, presenta leproprie considerazioni.

Quanto al PRIMO OBIETTIVO (Non si può più dare per scontato che tranoi e attorno a noi, in un crescente pluralismo culturale e religioso, sia conosciu-to il Vangelo di Gesù: le parrocchie devono essere dimore che sanno accogliere edascoltare paure e speranze della gente, domande e attese, anche inespresse, e chesanno offrire una coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della veri-tà che è Cristo) dal dibattito è emerso quanto segue: nell’ambito del territo-rio della parrocchia, così come in quello del Vicariato, risulta essere moltoevidente il fenomeno, già riscontrabile a più ampio raggio a livello naziona-le, dell’immigrazione.

La parrocchia incontra notevoli difficoltà a rapportarsi con tali gruppietnici, tuttavia, pur nel rispetto delle diversità ed aprendosi al dialogo eall’accoglienza con tutti, cercando di ascoltare e venire incontro alle neces-sità, sa essere ferma e determinata nel proporre le verità evangeliche, nellaconsapevolezza che è facile sfociare nel relativismo e curando di evitare ognisorta di errato sincretismo; ma è altresì consapevole della necessità di unrinnovato impulso operativo che dia alla comunità parrocchiale una nuovaconnotazione missionaria, per una più incisiva e radicale diffusione delVangelo.

Allo stesso modo la parrocchia ed il parroco sono sempre pronti all’ac-coglienza, all’ascolto e al soccorso di quanti, indistintamente, parrocchianio appartenenti ad altri territori parrocchiali, vengono, quotidianamentenumerosi, in stato di bisogno e di indigenza, tanto materiale quanto spiri-tuale, a chiedere aiuto.

Quanto al SECONDO OBIETTIVO (L’iniziazione cristiana, che ha il suo

Fase preparatoria

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Page 166: Visita Pastorale al I Vicariato

insostituibile grembo nella parrocchia, deve ritrovare unità attornoall’Eucaristia; bisogna rinnovare l’iniziazione dei fanciulli coinvolgendo mag-giormente le famiglie; per i giovani e gli adulti vanno proposti nuovi e pratica-bili itinerari per l’iniziazione o la ripresa della vita cristiana) si sottolineacome nel territorio della parrocchia vivano molti battezzati cattolici chenon frequentano la Chiesa e i sacramenti, che sono indifferenti e che ven-gono in parrocchia solo nelle occasioni liete e tristi della loro vita familiareo nelle grandi festività dell’Anno liturgico. Si cerca così di utilizzare almeglio questi momenti per fare catechesi spicciola ma incisiva, partendodal presupposto che non esiste più una formazione cristiana di base di deri-vazione familiare. Si fa notare come il parroco presti particolare attenzionealle omelie domenicali, costituenti un vero e proprio ciclo di catechesi. Sicerca, inoltre, di raggiungere i lontani attraverso la distribuzione di volan-tini porta a porta al fine di comunicare le varie attività della parrocchia.Non mancano, poi, iniziative quali la ormai tradizionale Via Crucis nellezone più povere del quartiere e la Peregrinatio Mariae nelle case dei parroc-chiani dove si radunano anche le famiglie vicine.

L’itinerario catechetico in forma catecumenale è stato attuato per gliadulti che hanno chiesto il Battesimo. Per i ragazzi già battezzati si seguonoi catechismi della C.E.I., si mettono in rilievo i vari momenti dell’Annoliturgico e si spiegano i segni della liturgia, attuando una formazione mista-gogica. I ragazzi vengono guidati con tappe progressive all’approfondimen-to della propria fede e alla coerenza di vita con la Parola di Dio.

Quanto alle famiglie, si è cercato di coinvolgerle nel cammino di fededei figli con un percorso formativo condotto dal parroco, parallelamente aquello dei figli, e al quale soprattutto diverse mamme hanno partecipatocon continuità.

Per quanto concerne i giovani, i tentativi fatti finora di coinvolgerlinella vita della parrocchia, così da riprendere ed approfondire il camminodi fede, non sempre sono riusciti, anche per le mutate condizioni sociali ele diverse e più varie nonché allettanti, anche se non sempre e non tuttesane, distrazioni offerte dalla società di oggi. Diversamente, l’unica realtàformativa che ha visto il successo e la partecipazione dei fanciulli, degli ado-lescenti e dei ragazzi più grandi è il gruppo ministranti; in questo specificocampo si nota la fioritura di un gruppo stabile di giovani e giovanissimi chesi è spontaneamente aggregato sotto il nome di “Collegio Liturgico

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Page 167: Visita Pastorale al I Vicariato

Cardinal Francica Nava”, il quale, unendo la prassi alla formazione, curacon dovizia ogni celebrazione liturgica e, apprezzato anche a livello extra-parrocchiale, è coinvolto in altre manifestazioni diocesane, prime fra tuttele celebrazioni agatine.

Quanto alla formazione degli operatori pastorali la parrocchia si avva-le delle iniziative messe in campo a livello diocesano o vicariale.

Relativamente al TERZO OBIETTIVO (La domenica, giorno del Signore,della Chiesa e dell’uomo, sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parroc-chiale: il valore che la domenica ha per l’uomo e lo slancio missionario che daessa si genera prendono forma solo in una celebrazione dell’Eucaristia curatasecondo verità e bellezza) si sottolinea come nella nostra parrocchia la dome-nica sia ancora il fulcro della vita della comunità praticante, nonostante - equi se ne denuncia la negatività - l’apertura festiva dei negozi ma soprattut-to dei centri commerciali. Viene fatto altresì notare come sia cresciuta nel-l’ultimo decennio, nella nostra parrocchia, la cura, l’attenzione per la bel-lezza, il decoro e lo splendore della Liturgia, in armonia con le indicazionipiù volte ribadite da Sua Santità Benedetto XVI, grazie all’ottimo lavorosvolto con zelo e dedizione da parte del già menzionato Collegio liturgicooperante in parrocchia, attraverso il servizio prestato da ministranti diligen-ti e preparati, nonché alla perizia in re liturgica di cantori ed organisti, chesi adoperano per la rivalutazione del patrimonio della tradizione musicalesacra, coniugandolo alle esigenze della nuova prassi liturgica.

A questo punto, esaurita la discussione posta al primo punto all’o. d.g. e non avendo nulla da trattare quanto al secondo punto, dopo un con-clusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30, dichiara sciolta laseduta.

Catania, 12 ottobre 2010

MONS. CARMELO SMEDILA PIERSANTI SERRANO

Parroco Segretario facente funzioni

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Page 168: Visita Pastorale al I Vicariato

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

In data venerdì 15 ottobre 2010 alle ore 18.45 il Consiglio pastoraleparrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riuniscenella sua sede canonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunioneha luogo presso l’aula della sac restia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono:

1. Disamina degli obiettivi 4, 5, 6 e 7 del Questionario di indole pasto-rale redatto dall’Arcivescovo per la Visita pastorale.

2. Varie ed eventuali.

Relativamente al QUARTO OBIETTIVO (Una parrocchia missionaria è alservizio della fede delle persone, soprattutto degli adulti, da raggiungere nelladimensione degli affetti, del lavoro e del riposo; occorre in particolare riconosce-re il ruolo germinale che per la società e per la comunità cristiana hanno lefamiglie, sostenendole nella preparazione al matrimonio, nell’attesa dei figli,nella responsabilità educativa, nei momenti di sofferenza), si è ritenuto ditrattarlo in continuità con il QUINTO OBIETTIVO (Le parrocchie devono con-tinuare ad assicurare la dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone illegame con il territorio nelle sue concrete e molteplici dimensioni sociali e cul-turali: c’è bisogno di parrocchie che siano case aperte a tutti, si prendano curadei poveri, collaborino con altri soggetti sociali e con le istituzioni, promuova-no cultura in questo tempo della comunicazione), il SESTO OBIETTIVO (Le par-rocchie non possono agire da sole: ci vuole una “pastorale integrata” in cui, nel-l’unità della Diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza, le parroc-chie si collegano tra loro, con forme diverse a seconda delle situazioni - dalleunità pastorali alle vicarie o zone - valorizzando la vita consacrata e i nuovimovimenti) e il SETTIMO OBIETTIVO (Una parrocchia missionaria ha bisognodi “nuovi” protagonisti: una comunità che si senta tutta responsabile delVangelo, preti più pronti alla collaborazione nell’unico presbiterio e più atten-ti a promuovere carismi e ministeri, sostenendo la formazione dei laici, con leloro associazioni, anche per la pastorale d’ambiente, e creando spazi di realepartecipazione).

Per quanto siano profondamente valide le esortazioni contenute nellanota della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cam-bia risulta difficile per una sola parrocchia, specialmente lì dove le risorseumane scarseggiano, farvi fronte e tramutare in fatti quanto così nobilmen-

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Page 169: Visita Pastorale al I Vicariato

te auspicato dai nostri Pastori. La parrocchia, così come è oggi, non può essere autosufficiente.

Emerge in modo evidente l’esigenza della tanta auspicata “pastorale inte-grata” a livello vicariale, perché fintanto che ciascuna realtà ecclesiale con-tinuerà a lavorare a compartimento stagno non si sarà mai in grado di farfronte a tutte le esigenze che si riscontrano in un territorio più o menovasto. Tale criterio di procedere in modo asettico porta soltanto ad unadispersione di energie che, se coordinate, potrebbero raggiungere grandirisultati. Si denuncia, infatti, come il fulcro del problema sia da ricercarenella poca coesione ed unità ecclesiale tra i sacerdoti che, negli ultimidecenni, hanno sempre più operato in modo autonomo e poco sinergico,cagionando conseguenti ripercussioni pastorali sul laicato.

Si fa notare che se vi fosse una vera collaborazione e cooperazionearmonica tra parrocchie e rettorie, e tra parrocchia e parrocchie, curandociascuna di esse un aspetto specifico della pastorale (vuoi quella delle cate-gorie professionali - come medici o giuristi ad esempio - o dei lavoratori edartigiani - come lo fu in passato con i circoli San Giuseppe che tanto han-no dato nella cura delle anime - la Caritas, il banco alimentare e così via…)e con l’ausilio degli Uffici diocesani, dei professionisti di settore, e di un lai-cato adeguatamente formato, attraverso anche le Scuole per operatori pasto-rali, grande giovamento ne avrebbe il popolo di Dio, con una risposta piùefficace ed aderente ai bisogni dello stesso, che altrimenti difficilmentepotrà aversi. Ciononostante si riconosce come nella scarsità di risorse uma-ne, nella nostra parrocchia vi sia un laicato che, seppur non numeroso,risulta essere capace, competente, formato e motivato, nonché responsabi-lizzato attraverso gli organismi partecipativi del Consiglio pastorale e delConsiglio per gli affari economici, riuscendo, così, a sopperire alle carenzepocanzi illustrate. In tale attività di supporto è da inserire il valido contri-buto offerto dal “Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto”, dalMovimento “Pro Sanctitate” e dal corpo delle “Guardie d’Onore aiSantuari Mariani”.

Premesso ciò, certamente la famiglia è al centro dell’interesse dellaparrocchia, sia attraverso i corsi di preparazione al matrimonio, sia median-te l’educazione alla fede dei figli, la formazione catechetica dei genitori, ilcorso di ricamo per donne e i momenti aggregativi o di prevenzione allasalute curati dalle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani, e sia attraverso gli

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Page 170: Visita Pastorale al I Vicariato

incontri del Movimento “Pro Sanctitate”. L’unica fascia d’età cui non si rie-sce a prestare attenzione, perché quasi totalmente assente, è quella dellapost-adolescenza; ma qui entrano in gioco fattori già evidenziati di caratte-re sociologico che difficilmente fanno della parrocchia il luogo più conso-no ad attrarre l’interesse del giovane, limitandosi a frequentarla durante lesacre funzioni. A tal proposito è da notare un incremento di giovani uni-versitari fuorisede che per ragioni di studio abitano nel territorio parroc-chiale e che non mancano, limitatamente alla loro condizione di pendola-ri, di frequentare la Chiesa nelle Sante Messe domenicali o per accostarsi alsacramento della Confessione. Si sta cercando, comunque, di trovare il giu-sto metodo per avvicinare anche questa fascia d’età mediante incontri cul-turali, teatro e cineforum.

La parrocchia, inoltre, è presente anche nei momenti di sofferenzadella famiglia, con la visita agli ammalati, sia in ospedale che a casa, oltre aportare, a quanti ne sono impossibilitati, l’Eucarestia, avendo cura che sia-no santamente preparati.

È da aggiungersi che la Santa Messa domenicale è già un’occasione diincontro con gli altri, dove, oltre ad evangelizzare, si cerca altresì di respon-sabilizzare i fedeli nelle scelte da effettuare nella vita di ogni giorno. Nelleomelie domenicali, infatti, il parroco esorta sempre alla necessità per ognibattezzato della coerenza di vita, nella quale si deve manifestare l’amoreverso il prossimo e mettere in pratica le virtù cristiane.

In determinate occasioni, inoltre, non sono mancate iniziative cultu-rali, come concerti, conferenze, proiezione di filmati, rappresentazioni tea-trali al fine di educare al Bello e di far riflettere e meditare su determinatetematiche che interpellano la coscienza del cattolico.

Si cerca, altresì, nella parrocchia, di mettere in luce e valorizzare i cari-smi individuali così da favorire un certo cammino di discernimento voca-zionale, soprattutto con i ministranti a cui non si fanno mancare i contatticon quelle realtà diocesane che possono essere valide a tal fine.

Per quel che concerne il legame ed il senso d’appartenenza del territo-rio con la parrocchia è molto forte e sentito. La manifestazione più eviden-te di tale assunto è l’annuale festa della Vergine Santissima dell’Aiuto che èmotivo di coesione e vicinanza tra parrocchiani di oggi e di ieri con la par-rocchia.

Fase preparatoria

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A questo punto, esaurita la discussione posta al primo punto all’o.d.g.e non avendo nulla da trattare quanto al secondo punto, dopo un conclu-sivo momento di preghiera, il parroco, ringraziando i presenti per la attivacollaborazione e partecipazione, alle ore 20.30, dichiara sciolta la seduta.

Catania, 15 ottobre 2010

MONS. CARMELO SMEDILA PIERSANTI SERRANO

Parroco Segretario facente funzioni

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

In data mercoledì 27 ottobre 2010 alle ore 18.45 il Consiglio pasto-rale parrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riu-nisce per trattare gli argomenti posti all’o.d.g.:

1. Lettura ed approvazione dei Verbali delle precedenti sedute, inerentiil Questionario redatto da Sua Eccellenza l’Arcivescovo per la Visitapastorale.

2. Lettura ed approvazione della relazione generale da presentare a SuaEccellenza Mons. Arcivescovo per la Visita pastorale.

3. Varie ed eventuali.Il Segretario facente funzioni, Sig. Serrano Piersanti, dà lettura ai pre-

senti dei singoli verbali ed il Consiglio pastorale approva all’unanimità.Si passa così al secondo punto posto all’o.d.g.: il Segretario facente

funzioni dà lettura della relazione finale da presentare a Sua EccellenzaMons. Arcivescovo ed il Consiglio pastorale approva all’unanimità.

Non avendo nulla da trattare quanto al terzo punto posto all’o.d.g.,dopo un conclusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30,dichiara sciolta la seduta.

Catania, 27 ottobre 2010

MONS. CARMELO SMEDILA PIERSANTI SERRANO

Parroco Segretario facente funzioni

Fase preparatoria

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Incontrocon l ’Arcivescovo

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Carissimi fedeli,quest’anno in occasione 369º Anniversario della Traslazione della prodigiosaImmagine di Maria Ss.ma dell’Aiuto nel nostro Santuario, avremo la gioia diavere in mezzo a noi l’Ecc.mo nostro Arcivescovo che verrà a visitare la nostraParrocchia in occasione della Visita pastorale.

Incontro con l’Arcivescovo

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Calendario1

DOMENICA 7 NOVEMBREOre 10.15 - Accoglienza di Sua Eccellenza Reverendissima l’Arcivescovo

Mons. Salvatore Gristina sul sagrato del SantuarioOre 10.30 - Santa Messa Pontificale celebrata dall’ArcivescovoOre 12.00 - Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto

MERCOLEDÌ 17 NOVEMBREOre 09.30 - Visita dell’Arcivescovo all’Istituto scolastico comprensivo

“Caronda” di via OrfanelliOre 11.00 - Visita agli ammalati della parrocchiaOre 16.30 - Incontro dell’Arcivescovo con i ragazzi del catechismoOre 17.30 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale e il

Consiglio per gli affari economiciOre 18.30 - Assemblea pastorale parrocchiale

VENERDÌ 19 NOVEMBREOre 09.00 - Visita all’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci”Ore 10.00 - Visita al Liceo Scientifico “Boggio Lera” di via Vittorio

Emanuele IIOre 11.30 - Incontro con i commercianti e varie realtà del quartiere

passeggiando per via GaribaldiOre 16.30 - Incontro col Movimento “Pro Sanctitate”Ore 17.30 - Santa Messa con benedizione solenne della chiesa recentemente

restaurata dedicata alle Sante Barbara e Agrippina

LUNEDÌ 22 NOVEMBREOre 09.30 - Visita dell’Arcivescovo all’Istituto scolastico comprensivo

“Vespucci” di via Zappalà GemelliOre 10.30/12.30 - Tempo a disposizione per le confessioni ed il dialogo

personale con i fedeli

Incontro con l’Arcivescovo

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1 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

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Ore 10.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

MESSA DI APERTURA

La Visita pastorale alla parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto èiniziata con la Santa Messa Pontificale (Messa Votiva di Maria Aiuto deiCristiani con letture proprie della XXXII domenica del T.O.). Prima dellasolenne Celebrazione Eucaristica un breve indirizzo di saluto è stato rivol-to all’Arcivescovo da parte di un rappresentante del Consiglio pastorale.

Al termine della Celebrazione, prima della Benedizione finale, hannoavuto luogo:

- il Rinnovo dell’Atto di affidamento alla Vergine Santissima da partedelle nuove Guardie d’Onore ai Santuari Mariani;

- un breve indirizzo di saluto all’Arcivescovo da parte di un rappresen-tante delle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani;

- la presentazione all’Arcivescovo del Collegio liturgico “Card.Francica Nava”;

- la Recita della Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto.

Intervento del professore Biagio Sciuto, membro del ConsiglioPastorale Parrocchiale

Sono un membro del Consiglio pastorale e, a nome della comunità,ho il privilegio di esprimere a Vostra Eccellenza la gioia che è in noi per lasua augusta presenza.

Oggi è per tutti noi una giornata speciale perché segna l’inizio dellaVisita pastorale che - cito testualmente - non è una novità ma una costan-te preziosa.

È vero, la Visita pastorale è un grande evento di Grazia, in quantodono del Padre per la nostra Chiesa che, purtroppo, è ovunque insidiatapoiché viviamo un’epoca in cui orientamenti socio-culturali anticattolicicome edonismo, relativismo etico, nichilismo hanno prodotto una derivadei valori spirituali.

In tale contesto, comunicare il Vangelo è una questione cruciale dellaChiesa.

Incontro con l’Arcivescovo

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È necessaria una “pastorale missionaria” che valorizzi e sviluppi quel-la ordinaria; bisogna promuovere scelte innovative come indicato nellaNota Pastorale C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo checambia, in cui alle parrocchie si chiede una rinnovata connotazione mis-sionaria attraverso un incisivo impulso operativo al recupero di valori spi-rituali.

È fondamentale, comunque, per il raggiungimento degli obiettiviprevisti, la massima cooperazione delle parrocchie con il loro Arcivescovo,che, peraltro, con il suo carisma, guidato e illuminato dallo Spirito Santo,farà sì che il suo lungo e oneroso cammino pastorale (la Chiesa in cammi-no) sia fecondo di nutrimento spirituale che rinsaldi la fede e la riaccendaladdove si è affievolita.

Concludo esprimendo gratitudine e filiale devozione al nostroPastore, attorno al quale noi tutti ci stringiamo in un ideale abbraccio col-lettivo.

Omelia dell’Arcivescovo

Reverendissimo e carissimo Mons. Smedila, carissimo Diacono,Fratelli e Sorelle

1. Abbiamo ascoltato la forte dichiarazione con cui Gesù terminal’incontro con i sadducei: «Dio non è dei morti, ma dei viventi, perchétutti vivono per Lui». Luca (20,27-38) ci informa circa questa diatriba cheGesù ebbe con i sadducei, i quali negavano la risurrezione. E proprio per-ché non credevano alla risurrezione posero a Gesù - pensando di metterloin difficoltà - il caso dei sette fratelli che sposano uno dopo l’altro la stes-sa donna. La prescrizione di Mosè serviva ad assicurare la discendenza -molto importante nella mentalità semitica e particolarmente nel popoloebraico - perché tutti attendevano che venisse il Messia. Quella donna,quindi, non doveva restare sola, ma, soprattutto, il fratello doveva avereuna discendenza! Questa norma offrì ai sadducei l’occasione per interro-gare Gesù e per metterlo a loro modo in difficoltà. Una volta che tutti esette sono stati mariti, poi, se c’è la vita eterna, la donna di chi sarà moglie?

Incontro con l’Arcivescovo

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2. La spiegazione di Gesù sottolinea invece come diversa è la condi-zione in cui ci troveremo nella vita eterna! Non c’è più bisogno di assicu-rare alcuna discendenza, non c’è più bisogno di quelle relazioni coniugali,anche perché nella condizione in cui ci troveremo - figli della risurrezione- vivremo una vita ed una condizione nuove.

Gesù non si dilunga a descrivere come sarà questa condizione, maafferma che essa, la risurrezione ci sarà e fa appello proprio ai primi cin-que libri della Sacra Scrittura. I sadducei si distinguevano anche per que-sto; non solo non credevano nella risurrezione, ma accettavano solo ilPentateuco, i primi cinque libri, attribuiti a Mosè. La citazione che Gesùusa è esattamente quella espressione con cui Dio si presenta a Mosè: “Iosono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Sono! Non fui.

3. Io sono il loro Dio. Ed ecco l’affermazione definitiva: “Il Dio deiviventi”. Si tratta di una verità affermata tante volte, continuamente, nelleSacre Scritture dell’Antica Alleanza. Quante volte è sottolineato: il nostroDio non è come quello dei pagani, morto, un idolo, una statua, ma è unDio vivo! Gli dei delle nazioni sono raffigurati con gli occhi, ma non vedo-no, con la bocca ma non parlano, il nostro Dio vive!

4. L’episodio che ci viene riferito oggi commenta, in un certo senso,la prima lettura che ci riferisce dell’esperienza dei fratelli Maccabei (2Mac7,1-2.9-14). Questi ragazzi che muoiono, subiscono il martirio per lafedeltà alla legge di Dio. Che forti e belle le loro affermazioni! Abbiamoascoltato soltanto una parte dell’intero episodio che narra pure dell’inter-vento della mamma, la quale esorta il più giovane a restare fedele. Si trat-ta di una pagina splendida, dove rifulge l’amore della mamma per il figliosuo, la preoccupazione più grande che un genitore deve avere per i proprifigli: crescere bene, crescere nella fedeltà al Signore. E la mamma del piùgiovane sottolinea proprio questo desiderio: “Ti supplico: imita i tuoi fra-telli, resta fedele! Il Signore che ti ha fatto crescere nel mio grembo rico-struirà la tua identità, ti conserverà per la vita eterna”.

5. L’episodio dei Maccabei ci fa comprendere come, a poco a poco,il Signore abbia rivelato al popolo d’Israele il mistero della Risurrezione.Nei Salmi troviamo anche delle espressioni che restano, potremmo dire,

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sul generico. Nel libro della Sapienza e nell’episodio dei Maccabei la risur-rezione viene affermata con chiarezza. Gesù stesso afferma poi che Egli èil Dio e il Dio dei viventi, a condizione che noi viviamo per Lui. Dio èvivo, ci chiama alla pienezza della vita, ma noi dobbiamo vivere per Lui,ossia comprendere come questa promessa di risurrezione si sia pienamen-te realizzata, sia stata pienamente data a noi con la Sua morte e la Suarisurrezione. In Lui, nel suo mistero pasquale, nella sua morte e resurre-zione, giunge a pienezza questa rivelazione della verità. Cristo morto erisorto è la verifica - potremmo dire - di questo enunciato: Dio non è deimorti. Il Figlio suo, uomo come noi, è stato risuscitato dai morti e in Luinoi abbiamo la certezza della risurrezione.

6. Vivere per Lui, credere veramente in Cristo crocifisso e risorto,vivere la nostra vita secondo il battesimo che ci rende partecipi della mortee della risurrezione di Gesù, significa vivere nelle condizioni di quella real-tà, quella vivacità che Paolo ricordava ai figli suoi della comunità diTessalonica (2Ts 2,16-3,5). Paolo aveva evangelizzato annunziando Cristomorto e risorto; aveva mostrato come questa fede, celebrata nel battesimo,significava, poi, una vita nuova, un nuovo comportamento. Noi, in Cristorisorto, riceviamo questo germe di risurrezione, siamo resi partecipi dellarisurrezione di Cristo; siamo chiamati a vivere la fedeltà, la buona speran-za di cui parla Paolo che conforta i nostri cuori e ci conferma in ogni paro-la e opera di bene.

7. Noi continuamente proclamiamo la fede nella resurrezione: aspet-to la resurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà. La vita che vivre-mo è già anticipata dal nostro comportamento: questa è la speranza che cisostiene. Questa speranza motiva un comportamento e Paolo - sempre agliabitanti di Tessalonica - scrive anche che i cristiani, proprio perché credo-no nella resurrezione, proprio perché credono in Cristo risorto, devonovivere non come gli altri che non hanno la speranza della risurrezione, macon uno stile proprio, una vita nuova che comporta il riconoscimentodella pienezza di vita già in questa esistenza. Noi andiamo verso quellameta, la raggiungeremo quando il Signore ci chiamerà, ma tutto questodeve essere anticipato e già realizzato nella nostra vita quotidiana. Eccoperché Gesù nel Vangelo ci chiama ad essere luce, lievito e fermento. Agli

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Efesini Paolo diceva: “Cercate le cose di lassù, pensate le cose di lassù”. Lavita di ogni giorno deve essere illuminata, arricchita da questa luce, daquesta gioia della vita eterna. E noi, fratelli e sorelle, siamo chiamati a vive-re così.

8. Con questa celebrazione inizia la Visita pastorale in questa parroc-chia. Un grazie affettuoso - già lo anticipo - per tutto quello che la comu-nità ha fatto in preparazione e per tutto quello che farà nello svolgimentodi questo evento. Come sapete il mio motto episcopale è: In spe resurrec-tionis. Ogni Vescovo ha un motto che spiega, in un certo senso, il suo ser-vizio episcopale. Tale espressione esprime esattamente quello che oggiabbiamo ascoltato: dalla risurrezione nasce la vera ed autentica speranza.Noi dobbiamo impegnarci perché crediamo nella risurrezione. Punto dipartenza e punto di arrivo è la risurrezione e proprio così io stesso cerco disvolgere il mio servizio episcopale. La Visita pastorale la possiamo inqua-drare anche in questa speranza che oggi la Parola di Dio ci annunzia, cipropone e ci elargisce in abbondanza: la speranza. La speranza che deveabitare in ciascuno di noi; noi siamo figli della speranza, persone di spe-ranza, dobbiamo essere operatori di speranza. Quanto bisogno, oggi, c’è didiffondere speranza, quante difficoltà, personali, familiari, comunitarie,civili ed ecclesiali! Quanta tentazione di indebolirsi; Dio ci guardi dal per-dere la speranza!

9. Il Vescovo viene per rinsaldare e confermare questa speranza.Condividerò con voi certamente le gioie, quello che il Signore già ha ope-rato ed opera. Condividerò con voi anche le preoccupazioni, le sofferenzee lì seminerò speranza! Non una speranza qualsiasi, non una speranza fra-gile, ma la speranza che viene da Cristo risorto. Svolgerò così il serviziodella Visita pastorale: per confermarvi nella speranza, per vivere insieme lasperanza che Cristo risorto continuamente riversa su di noi. E se veramen-te ci lasciamo guidare da questa forte speranza allora la nostra vita perso-nale, la vita familiare, la vita del quartiere, la vita della comunità parroc-chiale potrà trarne grande vantaggio. Viviamo così questo tempo di graziache il Signore ci darà di trascorrere insieme.

Chiediamo alla Vergine Santissima, Madre della speranza, di accom-pagnarci durante la Visita pastorale e di ottenerci quello che tra poco nel

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prefazio chiederò e ricorderò. Il popolo cristiano, ciascuno di noi, questacomunità proceda sicuro fra le tempeste del mondo - e ce ne possono esse-re tante - fino a raggiungere la perfetta gioia nella patria celeste. Questa èla nostra speranza, questo è il dono che Cristo elargisce a noi; questa è lasperanza in cui cresceremo insieme durante la Visita pastorale.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

Intervento al termine della Celebrazione Eucaristica, del signorPiersanti Serrano

Eccellenza Reverendissima,

il 9 aprile 2009, Feria V in Coena Domini, un gruppo di giovani e gio-vanissimi, già da diversi anni dediti al servizio liturgico, ha sentito il biso-gno di riunirsi spontaneamente in forma de facto associativa, in conformi-tà al diritto riconosciuto dai cann. 215 e 299 CIC, dando vita ad un“Collegio Liturgico” e ponendolo sotto gli auspici della luminosa figuradell’Eminentissimo Cardinale Giuseppe Francica Nava, che tanto ha fattoper il decoro, l’arricchimento e la restaurazione della prassi liturgica dioce-sana quale Predecessore dell’Eccellenza Vostra sulla Cattedra di San Berillo.

Il Collegio, sorto «con lo scopo precipuo della cura e del decoro dellecelebrazioni liturgiche e delle sacre cerimonie» (cfr. Statuti, art. 1), «siimpegna nelle persone dei suoi membri in un servizio generoso al CorpoMistico, in stretta comunione alla volontà del Sommo Pontefice; suo fer-mo proposito è agire sempre in conformità alle leggi liturgiche emanatedalla Sede Apostolica, di concerto con le intenzioni dei legittimi Pastori,secondo le norme del Diritto Canonico» (art. 2 §2) al fine di salvaguarda-re il tesoro liturgico della Chiesa da ogni abuso che la perverta, mettendo-si al servizio dell’intera realtà ecclesiale, sia vicariale che diocesana; così,unendo la prassi alla formazione, il Collegio cura con dovizia ogni celebra-zione liturgica e, apprezzato anche a livello extraparrocchiale, è coinvoltoin altre manifestazioni diocesane, prime fra tutte le celebrazioni agatine.Ecco che, tanto la ragione aggregativa quanto il fine si è voluto sintetizzar-li con le parole del re Davide nel Salmo 26,8: «Dilexi decorem Domus Tuæ,

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Domine» (O Signore, ho amato il decoro della Tua Casa), parole divenute ilmotto del sodalizio.

Per questi ragazzi, Eccellenza Reverendissima, l’aggregazione associa-tiva è anche momento di crescita spirituale ed umana, poiché unitamenteal servizio - che è contatto diretto e specialissimo coi Divini Misteri dalquale non di rado sono fiorite vocazioni al sacerdozio - essi hanno anche lapossibilità di acquisire conoscenze nuove, tanto in ambito liturgico quantocatechetico e dottrinale, e vivere esperienze di fraterno confronto nella par-tecipazione alle dinamiche interne della vita del Collegio.

Profittiamo, inoltre, Eccellenza, di questa del tutto specialissima occa-sione per consegnarle, aderendo al principio di civiltà giuridica che “ubisocietas ibi ius”, lo Statuto del Collegio da poco redatto e una busta conte-nente una petizione, dall’oggetto riservato, che i membri del Collegiorivolgono all’Eccellenza Vostra Reverendissima, quale Grande Sacerdote(Sacrosanctum Concilium n. 41) del gregge affidatogli dalla Provvidenzaattraverso il mandato della Sede Apostolica, e custode della vita liturgicadell’Arcidiocesi, affinché se la sua prudenza di Pastore e Padre lo riterràopportuno ad essa accondiscenda. Fidenti nella benigna e paterna acco-glienza della nostra filiale richiesta, l’occasione ci è quanto mai gradita perrinnovare, altresì, all’Eccellenza Vostra Reverendissima i nostri personalisensi di più alta stima e devoto affetto, assicurando preghiere di copiosegrazie celesti per il Suo Ministero Episcopale, specialmente in occasionedella Visita pastorale indetta per quest’anno, e impetrando su di Ella ilpotentissimo ausilio della Santissima Vergine Maria e della Beata Agata.

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Ore 9.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

RECITA DELL’ORA MEDIA

Sintesi riflessione dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Invita i fedeli presenti a ringraziare e riflettere sull’importanza dellapreghiera liturgica, sui tempi che la scandiscono, ricordando che laporzione di parrocchia che in questo momento si è radunata con ilsuo pastore si unisce a quella ufficiale che la Chiesa universale elevaal Signore.

b. Esorta ad offrire la preghiera come invocazione, intercessione per ipropri cari, per tutte le intenzioni particolari che personalmente ocomunitariamente ciascuno porta nel cuore, per tutte le intenzionidella Chiesa a vantaggio dell’intera umanità.

c. Ricorda come la preghiera deve scandire tutti i momenti della gior-nata, tutti i giorni dell’anno. Coglie l’occasione per volgere lo sguar-do ai Santi, in particolare a Santa Elisabetta d’Ungheria, della qualeoggi si fa memoria. Traendo spunto dalla storia di questa donna,l’Arcivescovo approfondisce il tema della vocazione nella Chiesaricordando che ciascuno è interpellato a rispondere al particolare pro-getto di Dio per la sua vita. A Santa Elisabetta, inoltre, affida tutte lefamiglie, soprattutto quelle in difficoltà, quelle divise, quelle che sof-frono disagi di carattere economico o causa di difficoltà di salute.

d. Invoca l’intercessione di questa donna che ha realizzato il progetto disantità nella vita coniugale; della Madonna, venerata in questoSantuario con il titolo di Maria Santissima dell’Aiuto, perché con illoro esempio e il loro aiuto, ciascuno attinga la forza e la coerenza pervivere il Vangelo lì dove si trova.

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Ore 9.30 - Istituto Scolastico, via Orfanelli

VISITA ALL’ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO “CARONDA”

L’Istituto ospita una scuola materna, la scuola elementare e la primamedia.L’Arcivescovo viene accolto dalla Responsabile del Plesso, l’ins. SandraSancilli e dalla Vicepreside, l’ins. Anna Maria Gerbino.Riceve quindi il saluto di due alunni e l’omaggio di una poesia (ilCantico delle Creature di San Francesco d’Assisi) e di un canto.Interviene quindi Mons. Smedila e infine l’Arcivescovo che rispondealle domande poste dai ragazzi.

Saluto dei ragazzi

1 Ragazzo: Caro Arcivescovo, nel darLe il benvenuto nella nostraScuola apriamo i nostri piccoli cuori per dirLe come siamo felici di averlaqui con noi. Noi siamo il futuro della nostra città e abbiamo bisogno diavere una guida spirituale come Lei, sempre presente e attenta ai bisognidei suoi fedeli.

2 Ragazzo: Il nostro desiderio più grande è di vivere serenamente conle nostre famiglie e quindi chiediamo a Lei, apostolo di Gesù, di pregarecon noi, affinché le sofferenze siano sempre di meno e ognuno possa vive-re in una società migliore. Nel ringraziarLa per la Sua visita abbiamo pre-parato qualcosa in suo onore.

Una ragazza dedica all’Arcivescovo il Cantico delle Creature di SanFrancesco d’Assisi.

Intervento del Parroco2

Eccellenza,

I ragazzi che frequentano questo plesso scolastico, per la maggior

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2 Testo non rivisto dall’autore.

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parte appartengono alle nostre parrocchie: Santa Maria dell’Aiuto, SantiCosma e Damiano, San Cristoforo. Parecchi di loro frequentano anche ilcatechismo. I rapporti tra la parrocchia e la scuola sono stati sempre otti-mi perché abbiamo cercato sempre di lavorare in sintonia, scuola e fami-glia. Io vedo come gli insegnanti, tante volte, si prodigano in occasione delNatale, della Pasqua a far venire i ragazzi, per celebrare il precetto pasqua-le e per incontrare il Parroco. Questo è quello che noi facciamo, questa èla sintonia che viviamo fra di noi. Il resto di questi ragazzi li incontreràman mano nella sua Visita nelle altre parrocchie del I Vicariato.

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo:

1. Eccellenza, ne ha fatto mai catechismo a bambini della nostra età?2. Perché sei venuto a farci visita?3. Lei conosce il Papa personalmente?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Manifesta la sua gioia e la sua gratitudine per l’incontro che si stasvolgendo. Ricorda piacevolmente con i ragazzi i suoi primi anni discuola, lo stupore, la bellezza dei primi passi nell’apprendimento.

b. Invita a scoprire nella scuola una seconda famiglia!

c. Facendo riferimento ai sacerdoti intervenuti - Mons. Smedila, Mons.Perni, Sac. Parisi - li presenta come il segno della benevolenza di Dioper loro. Coglie questa occasione per invitare i bambini ad accoglie-re il dono della chiamata di Gesù.

d. Rispondendo alle domande spiega il senso della sua visita. Chiedepreghiere anche a loro, perché nel suo incontro con i bambini e gliadulti dell’Arcidiocesi Egli possa andare nel nome di Gesù, ed essere,come Lui, pastore buono.

e. Ricordando i suoi incontri con il Santo Padre Benedetto XVI, lodescrive come una persona buona, sensibile e familiare. E così pure

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racconta degli incontri con Paolo VI e Giovanni Paolo II, manifestan-do la gratitudine per la loro vita e il loro ministero.

f. Consegnando ai bambini l’immaginetta con la preghiera per la Visitapastorale ne spiega il messaggio contenuto attraverso le immagini:Gesù Buon Pastore visita le parrocchie ed il territorio diocesanomediante questi incontri di speciale intensità e bellezza!

g. Conclude esortando i bambini a rispettare l’ambiente, a custodire labellezza della città con piccoli, ma concreti gesti di educazione e civil-tà.

Ore 16.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

INCONTRO DELL’ARCIVESCOVOCON I RAGAZZI CHE SEGUONO L’ITINERARIO

DI COMPLETAMENTO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

Saluto del Parroco3

Eccellenza,

Noi sappiamo che Dio si è fatto piccolo con i piccoli e a me parrocointeressa essere vicino ai bambini. Per tanti anni abbiamo avuto la gioia diospitare qui l’asilo parrocchiale ed è stata un’esperienza indimenticabile,unica! Poi, per problemi burocratici, abbiamo dovuto interrompere que-sto servizio, ma sono stati anni molto belli per noi.

Mi auguro che questo momento faccia scaturire l’impegno a vivere ilcammino dell’iniziazione cristiana sull’esempio di Gesù, a trascorrere tuttala nostra vita nell’Amore di Dio.

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3 Testo non rivisto dall’autore.

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Indirizzo di saluto a Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo da parte diuno dei catechisti, signor Piersanti Serrano

Eccellenza Reverendissima,

È con grande gioia che quest’oggi a nome dei ragazzi del catechismo edei catechisti di questa parrocchia, porgo ad Ella, quale Eccellentissimonostro Arcivescovo e quindi primo responsabile della catechesi nella Chiesaparticolare (cfr. 20.4 Direttorio generale per la catechesi) i più deferenti sen-si di omaggio nonché di filiale affetto.

Per i ragazzi qui presenti, l’incontro odierno rappresenta uno specia-le momento di Grazia oltre che di crescita spirituale, perché, pur avendogià avuto diverse occasioni per conoscere l’Eccellenza Vostra, è la primavolta, in considerazione della loro giovane età, che hanno l’opportunità digodere di un momento tutto loro per interloquire di persona con Ella eper conoscerLa meglio, ma ancor di più, per sperimentare fattivamente lafigura del Vescovo quale primo catechista della Diocesi, dopo aver lettoquesto concetto tante volte sui catechismi.

È davvero questo, Eccellenza, lo stato d’animo con cui abbiamo pre-parato e stiamo vivendo quest’incontro, che, al di là di ogni formalismo ediscorso di circostanza, ci vede quanto mai commossi nella certezza cheesso lascerà nei ricordi e quindi nell’anima di questi ragazzi un segno pro-fondo che porteranno seco negli anni a venire.

Ma anche per noi catechisti, Eccellenza Reverendissima, questo, è unmomento altamente carico di significato, nella misura in cui La sua Visitapuò essere sintetizzata con le parole di Zaccaria: Benedictus Dominus DeusIsrael, quia visitavit et fecit redemptionem plebi suae: Benedetto il Signore,Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo (Lc 1,68): cosìElla, oggi con la sua presenza, visita premurosamente il gregge affidato allesue cure e, forte - per dirla con le parole usate nel Direttorio Generale perla catechesi - di quel “carisma certo di verità” che ha ricevuto, si accertasullo stato e la qualità dell’annuncio del Vangelo.

A noi catechisti, infatti, viene affidato, solo sulla base di un rapportodi consapevole fiducia con il parroco, un compito grave e carico di respon-sabilità: la trasmissione corretta del Depositum Fidei, custodito e traman-dato dalla Santa Madre Chiesa per volontà di Cristo stesso. Questa consa-

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pevolezza ci onora ma al tempo stesso ci intimorisce, nel momento in cuici si accorge della estrema delicatezza del munus e di quanto fragile sia lanostra umana limitatezza ma ci esorta, altresì, ad un più scrupoloso impe-gno, ricordandoci che la fede non può mai essere presupposta, perché ognigenerazione ha bisogno di ricevere questo dono mediante l’annuncio delVangelo e di conoscere la verità che Cristo ci ha rivelato, ammonendoci aduna vita sempre più coerente al Vangelo annunciato.

La bontà e l’ortodossia della dottrina trasmessa sono i presuppostifondanti ed imprescindibili per i ragazzi e le ragazze di oggi che dovrannoessere gli uomini e le donne di domani, coscienti fino in fondo del fine percui siamo stati creati, cioè: conoscere, amare e servire Dio in questa vita alfine di poi goderlo nell’altra in paradiso (cfr. Catechismo di San Pio X) e allaluce di ciò disporre e indirizzare le scelte della quotidianità al fine di porrele basi per una auspicabile e vera societas cristiana.

Le difficoltà, i problemi, Eccellenza, sarebbe assurdo non ammetter-lo, non mancano… ma qual è quel percorso che scevro da ostacoli nonfaccia tentennare il viaggiatore? È normale e, direi anche, fisiologico checosì sia, l’importante è non scoraggiarsi e non smettere di proseguire, fede-li alle indicazioni che Ella, nostro amatissimo Pastore, in comunione colsuccessore del Principe degli Apostoli, non manca e non mancherà dioffrirci e ricordando a noi stessi, soprattutto, di non trascurare la preghie-ra, perché come dice il Santo Padre Benedetto XVI: «Non possiamo gua-dagnare noi gli uomini. Dobbiamo ottenerli da Dio per Dio. Tutti i meto-di sono vuoti senza il fondamento della preghiera. La parola dell’annun-cio deve sempre bagnarsi in una intensa vita di preghiera» (Card. Ratzingerai catechisti - Giubileo 2000).

Qui, dinanzi a lei, Eccellenza, ci sono i cinque gruppi per la forma-zione cristiana in cui si articola l’educazione catechetica in questa parroc-chia. Cinque tappe di cammino che accompagnano il ragazzo per circacinque anni nella crescita e nella conoscenza dell’Amore di Dio.

E quattro catechisti, oltre al sottoscritto che indegnamente Le parla,e che sento il dovere di presentarLe, iniziando dalla la Sig.na Anna Guttà,che da decenni svolge con zelo ammirevole il compito di catechista in que-sta parrocchia e che a ben dire possiamo definirla la “Decana” dei catechi-sti; Suor Paola delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, che, conaltrettanto ammirevole quanto amorevole zelo, ogni settimana, sfidando la

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ormai proverbiale inefficienza dei mezzi pubblici catanesi, viene in questaparrocchia a prestare la sua preziosa collaborazione; la prof.ssa ConcettaTrovato che con lodevolissima premura offre con grande generosità il suocontributo, dividendosi tra il compito di catechista e di membro delConsiglio per gli affari economici in parrocchia e quello oneroso di madredi famiglia; la sig.na Margherita Anastasi, oggi purtroppo assente a causadi delicati problemi di salute della madre, e che da anni non manca dioffrire alla parrocchia il suo grande impegno, forte della sua esperienza diinsegnante di religione presso la scuola statale.

Eccellenza Reverendissima, facendomi ancora una volta latore deisentimenti dei catechisti di questa parrocchia, con viva riconoscenza rivol-go ad Ella il più commosso e sentito grazie per questo incontro, nonché,in modo particolare, per quello che sta rappresentando per tutti noi la SuaVisita pastorale, associato all’augurio che da essa sgorghino abbondantis-simi frutti spirituali.

Auguri e grazie, Eccellenza!

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo

1. Eccellenza, dove è nato?2. Come si chiamano i suoi genitori?3. Ha fratelli?4. Cosa bisogna fare per diventare Vescovo?5. È facile fare il Vescovo?6. Da bambino pensava di farsi sacerdote?7. Come trascorre la sua giornata il Vescovo?8. Com’è nata la sua vocazione?9. Perché la Confermazione la amministra solo il Vescovo e gli altri

sacramenti no?10. Come faccio a capire la volontà di Dio?11. Come posso crescere nella fede nella mia vita quotidiana?

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Esorta i ragazzi a vivere questo momento di incontro nel clima dellafesta e della gratitudine per un dono di grazia così importante.Quindi, indirizza i suoi saluti ai ragazzi e ai loro familiari.

b. Ripensando ai suoi genitori - che già contemplano in Cielo il voltodi Dio - ringrazia il Signore per l’amore e il forte impegno educativocon cui hanno seguito Lui e i suoi fratelli, educandoli bene alla fedee alla vita. Coglie quest’occasione per invitare i ragazzi a non raccon-tare bugie, a non imbrogliare i genitori, a non fare del male agli altri,a non mancare mai di rispetto alle persone anziane. Invita inoltre anon reagire quando gli adulti correggono, cercando di comprendereil motivo per cui si è stati ripresi.

c. Spiega come fare il Vescovo sia un compito molto impegnativo, per-ché Lui per primo deve servire e amare gli altri.

d. Rispondendo alla domanda sul come e quando ha deciso di diventa-re sacerdote, spiega come il discernimento sia stato favorito da figureeducative molto significative quali la catechista prima e del parrocodel proprio paese. Coglie l’occasione per comunicare ai ragazzi la bel-lezza della Vita consacrata, in generale, e del sacerdozio, in particola-re. Facendo riferimento al brano tratto dalla prima lettera ai Corinzicapitolo 12 - letto da un catechista all’inizio dell’incontro - l’Arcive-scovo ricorda che come «nel corpo ogni parte ha il suo compito, cosìaccade nella vita di ogni giorno, così è, anche, nella Chiesa, ognunolì dove si trova. Qual è la cosa che tutti dobbiamo capire? Che ciascu-no deve fare la sua parte, e deve farla bene!».

e. Riferendosi al versetto di Luca che annota, Gesù cresceva in età,sapienza e grazia, dimostra come anche Gesù ha condiviso in tutto,fuorché per il peccato, la realtà umana. Come noi, ha imparato! Perquesto tutti dobbiamo cercare di crescere assomigliando a Lui. Nonbasta fermarsi al tempo del catechismo, bisogna stare sempre vicini aGesù; crescendo aumenterà la consapevolezza della Sua presenza nellanostra vita, nei sacramenti, in particolare nell’Eucaristia.

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Prima di concludere l’incontro con il Padre nostro e la benedizione,uno dei ragazzi, a nome di tutti, si rivolge a San Domenico Savio con leseguenti parole:

San Domenico Savio, sono anch’io giovane come te,e come te cerco molto di amare Gesù.Tu sei stato formidabile nell’amicizia con i tuoi compagni,nella fiducia verso i tuoi genitori e i tuoi educatori.Io ti affido tutti i miei amici e tutte le persone carecon cui condivido le mie giornate.Tu non avresti mai commesso un peccato,un peccato che deturpa il cuore.Aiutami a trovare le parole,i gesti e gli sguardi che sono giusti e veri,per manifestare, come te,la bontà e la verità.Fa’ che mi senta sempre amato da Dioe che sappia sempre scegliere il bene.Ti ringrazio perché mi hai indicato la via della santitàe sono certo che mi aiuterai a seguirla ogni giorno.Amen.

Ore 17.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto - salone parrochiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Intervento di un componente del Consiglio Pastorale Parrocchiale,dottor Gregorio Mirone

Eccellenza Reverendissima,

A nome del Consiglio pastorale parrocchiale Le porgo il saluto filialedi accoglienza con profonda devozione in occasione di questa Sua Visitapastorale.

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Mi è stato dato il compito, oltre che di porgerle il saluto, di presentar-ne la sua composizione e l’attività che svolge.

Il Consiglio pastorale è formato da tre ecclesiastici e ventidue membrirappresentanti tutte le attività presenti ed operanti nella parrocchia: cate-chisti, componenti Commissione affari economici, delegati opere sociali,Guardie d’onore dei santuari, Movimento Pro Sanctitate, delegato allapastorale familiare, responsabile Caritas, cerimoniere, organista, compo-nenti Circolo Santa Maria dell’Aiuto, addetto al culto, addetto attività cul-turali, delegato della filodrammatica e la segretaria.

Esso si riunisce, sotto la guida del nostro parroco, Mons. Smedila, conuna frequenza mensile o in occasioni particolari in cui necessita prenderedelle decisioni.

Le riunioni avvengono a seguito di una convocazione scritta cheriporta il giorno l’ora e l’ordine del giorno dei punti da discutere e che vie-ne consegnata a ciascun componente del Consiglio con alcuni giorni dianticipo.

Le sedute vengono verbalizzate al fine di lasciare traccia di quantodeciso. In esse vengono affrontati e si discutono tutti i temi inerenti la vitae l’azione pastorale da svolgere nella parrocchia, le direttive diocesane, leproblematiche che ciascuna attività parrocchiale ha potuto incontrare, lenuove iniziative che si intende promuovere, i risultati di incontri diocesania cui si è partecipato come parrocchia, nonché a riflettere su documentipastorali del Vescovo o della C.E.I..

In particolare, ad inizio di anno, il Consiglio pastorale parrocchiale siriunisce per definire il programma pastorale annuale e le attività che si ritie-ne di poter portare avanti compatibilmente con le forze disponibili, confer-mando o assegnandone le responsabilità.

Nel corso dell’anno, particolare attenzione si dedica alla programma-zione delle attività da svolgere nel periodo natalizio, in occasione dellaQuaresima con gli esercizi spirituali, la via Crucis per le vie della parrocchiae le funzioni della Settimana Santa e della Santa Pasqua, in occasione delmese di maggio e della festa di Maria Santissima dell’Aiuto.

L’occasione della Visita pastorale di Sua Eccellenza, con le sue quattroriunioni, è stata una occasione particolare per ulteriori e più intense rifles-sioni, in seno al Consiglio pastorale, che ha portato a riflettere sulDirettorio della Visita, cogliendo il senso ed il valore profondo che essa ha

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in termini di unione e di Chiesa, e sui sette obbiettivi della nota pastoraledella C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia.

Questi incontri in preparazione della visita di Sua Eccellenza, ci han-no fatto scoprire l’esigenza di rafforzare alcuni aspetti della nostra attivitàmissionaria come comunità nonché di rafforzare l’attività del Consigliopastorale con una componente più formativa e spirituale dei suoi membricon l’approfondimento della Parola attraverso la “Lectio divina” e l’appro-fondimento dei documenti della Chiesa, non limitandoci, quindi, alla solaattività programmatoria, ma di riempire i nostri incontri di maggiori con-tenuti spirituali.

La ringraziamo quindi per la Sua presenza pastorale che è già stata esarà frutto di ulteriore arricchimento spirituale.

Intervento di un componente del Consiglio per gli AffariEconomici, dottor Orazio D’Antoni

Eccellenza Carissima,

Con grande piacere l’accogliamo nella nostra parrocchia in occasionedi questo importante momento di verifica che è la Visita pastorale. Siamosicuri che l’esperienza vissuta in questi lunghi anni con entusiasmo insiemeal nostro parroco, Mons. Carmelo Smedila, è ricca di momenti significati-vi e di tappe importanti per la nostra Chiesa.

Il Consiglio per gli affari economici, espressione di trasparenza e lega-lità, è composto dal parroco Mons. Carmelo Smedila, dalla Prof. ConcettaTrovato, dal Dott. Gregorio Mirone e dal Sottoscritto.

Si riunisce quadrimestralmente, esaminando procedure e approvandoil bilancio annuale riferito alle necessità a breve e a lungo termine delle esi-genze pastorali del territorio della parrocchia. Gestisce economicamente ingrande sintonia con il parroco e il Consiglio pastorale i momenti impor-tanti della vita della parrocchia: la festa della Madonna dell’Aiuto nel mesedi maggio, Natale, Pasqua. Territorio che presenta notevoli problemi dicarattere sociale e che inevitabilmente ricadono sulle scarse risorse dellaparrocchia.

Le risorse sono frutto della beneficenza, dei fiori che non marciscono,della buona volontà di singoli. Ci siamo resi conto che la collaborazione

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con altre parrocchie del Vicariato, creando una rete, è fondamentale perinterventi mirati sulle fasce più deboli e soprattutto per la ricerca e lagestione di risorse aggiuntive per progetti che provengono da enti o fonda-zioni attenti alle esigenze di territori disagiati e in difficoltà (FondazioneVodafone e Fondazione per il Sud). Grande attenzione è rivolta al recupe-ro, riqualificazione e restauro dei beni architettonici, frutto dello zelo delnostro Reverendissimo parroco. Abbiamo ottenuto dalla Regione Siciliana,direttamente dalla Presidenza, un finanziamento per un importo di 500mila euro circa, che consentirà l’adeguamento alle norme di sicurezza, ilrestauro di parti e l’abbattimento delle barriere architettoniche per unamigliore fruizione della chiesa come luogo di culto.

Siamo certi, dato che le possibilità finanziarie non sono molte, chesolo un gestione attenta, meticolosa, aperta all’esterno, lungimirante, par-simoniosa possa dare migliori risultati per affrontare le esigenze pastoralidella parrocchia che vuole essere vicina ai bisognosi.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Sono seguiti alcuni interventi inerenti il tema di una pastorale allar-gata, integrata, tesa a realizzare una sinergia tra i parroci innanzitutto e leparrocchie.

Viene suggerito, anche, che sia l’Arcivescovo ad indicare gli ambiti dilavoro comune per le parrocchie.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Apre l’intervento sottolineando l’importanza dell’incontro dell’Arci-vescovo con questi due organismi di partecipazione, che sono espres-sione della comunione e della corresponsabilità che devono contrad-distinguere sempre di più la vita della Chiesa, in particolare quella del-la comunità parrocchiale. I due Consigli sono strumenti necessari inogni parrocchia e devono essere costituiti tenendo conto del territorioe della realtà sociale ed ecclesiale della singola parrocchia.

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b. In consonanza con gli interventi fatti a nome di entrambi gli organi-smi, sottolinea come l’occasione della Visita pastorale aiuti a rivitaliz-zare non solo la vita dell’intera comunità parrocchiale, ma in modoparticolare quella di questi due nuclei centrali. Sulla scia dei nuoviorientamenti della Chiesa, diventa indispensabile accrescere la sensi-bilità dei laici verso le necessità della parrocchia. In questa prospettivadiventa fondamentale lavorare in sinergia facendo attenzione al verobenessere di tutte le parti del corpo che formano la Chiesa.

c. Ricorda che gli organismi di partecipazione, voluti dall’ultimoConcilio, sono lo strumento di espressione più eloquente del senso dipartecipazione, nella consapevolezza che questo esprima la varietà deidoni. Le caratteristiche che ciascuno possiede diventano un tesoroprezioso da mettere in comune per arricchire tutta la Chiesa. Invitacaldamente a contribuire con la parola, il consiglio ed il lavoro d’insie-me.

d. Sottolinea l’importante compito che i Consigli svolgono nel metterein luce il senso dell’azione pastorale. Un metodo di lavoro che diven-ta pedagogico per l’intera comunità. Esserci, conoscere, partecipare alprogetto pastorale fa diventare ciascuno testimone delle decisioni pre-se, così da aiutare gli altri, che stanno al di fuori, ad accogliere, a com-prendere le idee che ufficialmente sembrano provenire esclusivamen-te dal parroco.

e. Loda il bel lavoro realizzato insieme per prepararsi alla Visita pastora-le, rilanciando anche l’impegno e l’audacia nel portare avanti quelleiniziative che riguardano la cura, l’attenzione e la manutenzione anchedelle opere e dei beni materiali che appartengono alla Chiesa.

f. Fa notare come l’ignoranza e l’indifferenza religiosa causano disimpe-gno verso i bisogni reali della Chiesa.

g. Espone, infine, la sua determinazione nel sostenere e portare semprepiù avanti questa collaborazione attiva e responsabile dei laici nellaChiesa, nella consapevolezza che solo così si avrà la crescita effettiva efeconda del popolo santo di Dio.

h. Ringrazia ed augura a tutti di lavorare seguendo gli obiettivi comuniprospettati.

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Intervento del Parroco4

Vorrei innanzitutto esprimere tutta la gratitudine per il Consigliopastorale parrocchiale e per il Consiglio affari economici, che devo dire,con tutta sincerità, mi aiutano tanto con affetto, fraternamente. Siamosempre uniti. Siamo pochi, ma siamo uniti. Un particolare contributo si èavuto in quest’ultimo periodo, preparando la Visita pastorale. Per quantoriguarda la compilazione del Questionario, li ho visti motivati e attenti;questo prelude un periodo nuovo, un periodo di maggiore rilancio delConsiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio affari economici.

E appunto per questo rilancio di questi due organismi di partecipa-zione, vorrei che Lei Eccellenza consegnasse il documento, Educare allavita buona del Vangelo, che ci accompagnerà nel prossimo decennio; docu-mento che i Vescovi ci invitano a prendere in considerazione tenendoconto dell’emergenza educativa. Vorrei che Lei lo consegnasse mentre cia-scuno dei presenti avvicinandosi a Lei avrà modo di presentarsi. Questovuole essere un impegno per fare in modo che nelle riunioni, di tanto intanto, si possa stabilire anche l’argomento da trattare insieme per studiar-lo e approfondirlo.

Ore 18.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

Auditorium “M. Santagati”

ASSEMBLEA PASTORALE

Intervento del Parroco

Eccellenza Reverendissima,

È ancora viva nel nostro cuore la gioia della scorsa domenica settenovembre nella quale abbiamo accolto l’Eccellenza Vostra per la solenneMessa di inizio Visita pastorale.

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4 Testo non rivisto dall’autore.

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È stato un momento bello, un momento nel quale ci siamo veramen-te sentiti famiglia di Dio, popolo in festa esultante nel suo Signore.

Con devozione e commozione abbiamo rivolto alla fine della SantaMessa la nostra tradizionale Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto,nella quale vostra Eccellenza ha messo la Visita pastorale sotto la protezio-ne della Madre nostra Santissima.

Questa sera dopo l’incontro con i nostri ragazzi del catechismo, spe-ranza del nostro domani, e dopo aver incontrato gli organi di partecipa-zione, quale il Consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli affari eco-nomici ci siamo riuniti in questo auditorium che abbiamo voluto dedica-re alla memoria del nostro primo parroco, Don Mario Santagati, per cele-brare l’Assemblea parrocchiale e ascoltare, ancora una volta, la sua paroladi padre e pastore.

Vostra Eccellenza ha voluto imperniare tutta la Visita pastorale su tretemi fondamentali per la nostra vita cristiana: Ascolto della Parola di Dio -Discernimento comunitario - Verifica pastorale.

Ci siamo preparati a questo evento con l’ascolto della parola di Dio,mettendo particolare attenzione al tema della Chiesa-Comunione, Corpomistico di Cristo, e abbiamo scoperto ancora una volta che non si puòessere Chiesa di Cristo se non ci si mette in missione: la Chiesa esiste perevangelizzare (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi). L’ascolto della Parola ci haportato ad esercitarci nella lectio Divina, certamente non come i Padri deldeserto, ma abbiamo comunque cercato di muovere i primi passi.

Il discernimento: con il Consiglio pastorale parrocchiale abbiamovagliato e studiato il questionario che Vostra Eccellenza ha predisposto perla visita e la rilevazione pastorale.

Sento il dovere di affermare con tutta sincerità che per me è stata unagrande gioia constatare l’impegno che i nostri fratelli laici hanno messo nelconfrontare la nostra azione pastorale in parrocchia alla luce dei setteobiettivi della nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondoche cambia per cui la relazione che fra poco sarà presentata è veramentefrutto di un vero discernimento comunitario.

Siamo qui, questa sera, per presentare all’Eccellenza Vostra e a tuttala comunità parrocchiale la relazione - verifica che ci porterà a ringraziareil Signore per le cose belle che nonostante la nostra grande fragilità operain noi e le ombre che ancora oscurano il nostro cammino. Certi che

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l’Eccellenza Vostra da padre e pastore, come sempre ha fatto, continueràcon la sua delicatezza ad incoraggiarci sempre più e illuminarci nel cam-mino quotidiano.

Grazie, Eccellenza Reverendissima, per l’affetto che ci ha sempredimostrato e in particolare sento il bisogno di esprimerLe la mia persona-le gratitudine, per la stima e l’affetto, che continuamente mi manifesta eche è per me motivo di incoraggiamento e di impegno ad essere fedele allapromessa fatta al Vescovo nel giorno dell’ordinazione sacerdotale e in par-ticolare in quel sei novembre di quarantaquattro anni or sono in cui mivenne affidata questa comunità parrocchiale: Prometti a me e ai miei suc-cessori reverenza e obbedienza? Prometto.

Relazione Pastorale

Note storicheIn origine la chiesa sorgeva a ridosso delle mura cittadine sotto il tito-

lo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo; di essa si hanno notizie sin dal 1372,anno della sua fondazione.

Con l’erezione in Collegiata della chiesa di Santa Maria dell’Elemo-sina (1446) le sue rendite furono annesse alle prebende del nuovoCapitolo.

Nel 1540 risulta nell’elenco delle chiese sacramentali, ma nella riorga-nizzazione ad opera del Vescovo Ottavio Branciforte (1638-1646) l’eserci-zio della cura d’anime del quartiere fu affidato alla chiesa di Santa Marina,che sorgeva nell’attuale via Pozzo Mulino.

Dal 1635 nella chiesa fu eretta la Congregazione dei Santi ApostoliPietro e Paolo, costituita da sacerdoti secolari per il mutuo soccorso.

Il 3 novembre 1641, all’interno della chiesa, “per la frequenza deimiracoli” (così come attestano gli storici De Grossis, Carrera, Privitera edAmico) fu traslata con gran concorso e tripudio di popolo la prodigiosaeffige della Vergine Santissima venerata, fino ad allora in un’edicola dellapubblica via, sotto il titolo di Auxilium Christianorum.

Distrutta quasi interamente dal terremoto del 1693 la chiesa fu rico-struita e abbellita dagli zelanti sacerdoti membri della Congregazione,mutandone il titolo in Sancta Maria de Auxilio.

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L’11 gennaio 1746 fu eretta in chiesa filiale sacramentale dal VescovoCorrado Deodato Moncada, in sostituzione dell’antica chiesetta di SantaMarina.

Il 7 maggio 1949 è stata eretta parrocchia dall’Arcivescovo CarmeloPatanè e riconosciuta con decreto del Ministro dell’Interno 12/12/1986 n.40.

Il 1 maggio 1960 è stata elevata alla dignità di Santuario MarianoDiocesano dall’Arcivescovo Guido Luigi Bentivoglio.

L’Immagine della Madonna col Bambino venne incoronata dallo stes-so Arcivescovo Bentivoglio per mandato del Capitolo Vaticano il 1 luglio1962.

La notte del 24 giugno 1977 l’immagine della Madonna col bambi-no Gesù fu derubata delle corone: il 24 maggio dell’anno 1979, conimmenso concorso di popolo, Sua Eminenza il Sig. Cardinale FrancescoCarpino reincoronava, con preziose corone offerte dai fedeli, la prodigio-sa immagine della Vergine Santissima, alla presenza dell’ArcivescovoMons. Domenico Picchinenna e delle maggiori autorità civili e militari.

Il 18 maggio 2003 in occasione della costruzione del nuovo altaremensa fisso in marmo e a conclusione del quarantesimo anno di ordina-zione sacerdotale del parroco Sac. Carmelo Smedila, l’ArcivescovoMetropolita Mons. Salvatore Gristina officiava la solenne “Dedicazionedel Santuario” consacrando il nuovo altare e ungendo le dodici croci dellachiesa.

RISPOSTE AL QUESTIONARIO

Parrocchia: parrocchia Santa Maria dell’AiutoE-mail: [email protected]/ www.santuariomadonnaiuto.itIndirizzo: Catania via Consolato della Seta, 59 municipalità I.Popolazione Secondo un censimento del 2003: abitanti n. 4206

StruttureEsiste la chiesa parrocchiale, sufficiente all’accoglienza dei fedeli del

territorio. Ha bisogno di essere messa in sicurezza per qualche lesioneall’arco trionfale da dove si sono verificate cadute di stucchi e necessitadella messa a norma dell’impianto elettrico, per questo motivo dopodiversi anni di attesa di finanziamento del progetto di manutenzione stra-

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ordinaria e abbattimento delle barriere architettoniche, nel mese di giugnoscorso è stato disposto un finanziamento dalla Presidenza della RegioneSiciliana. L’inizio dei lavori si prevede per i primi mesi dell’anno prossimo.

Si fa notare che la chiesa agli uffici del catasto risulta proprietà dellaCongregazione dei Preti sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo madall’undici gennaio 1796 per una convenzione tra la Società Sacerdotaledei Santi Apostoli Pietro e Paolo e il Vescovo Mons. Deodati Moncada fuadibita a chiesa filiale sacramentale.

La parrocchia dispone di sufficienti locali per la catechesi e per le altreattività pastorali.

PresbiteriI sacerdoti residenti e officianti nell’ambito del territorio parrocchia-

le sono tutti secolari.

ParrocoMons. Carmelo Smedila, nominato il dì 11/10/1966, nato a Catania

il 26/01/1939.Nella parrocchia collabora saltuariamente Mons. Giovanni Perni

(secondo le sue possibilità) rettore della chiesa di Sant’Agostino. Non cisono diaconi permanenti né congregazioni religiose.

Ad onor del vero, una suora delle figlie della Carità di San Vincenzodei Paoli, proveniente dalla Casa della Carità di via San Pietro, si adoperasettimanalmente, con grande zelo, all’ora di catechesi.

Partecipazione alla Messa domenicaleI partecipanti alla liturgia domenicale sono in maggioranza adulti e

fanciulli, pochi i giovani. In relazione al territorio denso di parrocchie vicine e numerose retto-

rie possiamo pensare che la frequenza alla messa domenicale sia media. I partecipanti alla messa nei giorni feriali sono maggiormente anzia-

ni e adulti con una frequenza bassa.La partecipazione più alta alle celebrazioni che si svolgono in parroc-

chia si registra maggiormente nei primi venerdì del mese, nelle solennitàdell’Anno liturgico, nei tempi forti di Avvento e Quaresima e in partico-lare nel mese di maggio.

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Orario delle celebrazioni eucaristicheFeriali: ore 8.00.Festivi: ore 8.00; 10.30; 12.00; 17.30 (tempo estivo ore 18.30).

Organi di partecipazioneConsiglio pastorale parrocchiale.Consiglio per gli affari economici.Il Consiglio pastorale parrocchiale si riunisce ogni mese. Il Consiglio per gli affari economici tre volte l’anno e all’occorrenza.Non esistono comitati per le feste patronali, in quanto la sobria festa

della Madonna dell’Aiuto è organizzata dal Consiglio pastorale parroc-chiale con la collaborazione del circolo Santa Maria dell’Aiuto.

Nell’ambito della parrocchia esistono i seguenti movimenti ed associazioni:• Movimento Pro Sanctitate cui è affidata la formazione delle famiglie.

• Comunità di Sant’Egidio che ha sede presso la chiesa di Santa Chiarae svolge attività educative per i minori a attua un progetto di assisten-za agli anziani.

• Associazione Corpo delle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani checura momenti di aggregazione per giovani e ragazzi, attività di pre-venzione alla salute, valorizzazione delle donne e opere di carità.

• Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto fondato nel maggio1998 per diffondere la devozione alla Vergine Santissima dell’Aiuto eimpegnarsi nella formazione umana e cristiana.

Relazione pastoraleCome ogni realtà non disincarnata, anche la parrocchia subisce gli

influssi degli sviluppi sociali del territorio in cui vive ed opera. Negli ultimidecenni ha subito non lievi trasformazioni sociali. La zona del centro stori-co ove è sita, un tempo zona residenziale di professionisti e commercianti,è diventata in massima parte un quartiere popolare nel quale è riscontrabi-le con palese evidenza il fenomeno dell’immigrazione.

La città di Catania già da alcuni decenni registra tale elemento incre-mentatosi in modo esponenziale negli ultimi tempi, specie a seguito dei

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nuovi avvenimenti internazionali che hanno mutato, se non anche stravol-to, pure i fattori economici nazionali, con una gravissima ripercussione suiceti più bassi della società, favorendo talvolta, diversamente, quelli piùabbienti, così da acuire l’elemento sperequativo nella società stessa. Tali fat-tori hanno così indebolito l’economia locale che facilmente ha ceduto ilpasso ad una reale “colonizzazione” del centro storico da parte di attivitàcommerciali gestite da extracomunitari, taluni favoriti in ciò da una scarsaattenzione al rispetto delle regole, da abitudini socio-lavorative diverse dal-le nostre, da una mentalità poco attratta dalle consuetudini occidentali,portando seco, inoltre, abitudini, tradizioni, consuetudini religiose pro-prie, che spesso difficilmente si armonizzano con le nostre.

A tale fenomeno economico-commerciale fa tuttavia da contraltare larecente rivalutazione, da parte della nostra gente, del centro storico ed unlento ritorno ad esso a fini abitativi, dopo la fuga degli anni ‘70 verso lenuove zone residenziali dell’hinterland.

La presenza di nuove etnie nell’area della parrocchia e del Vicariato haconseguentemente portato con sé il diffondersi di luoghi di culto apparte-nenti a islamici, induisti ecc., che vengono così a sommarsi con quelli giàpresenti dei Cristiani evangelici e protestanti.

Nonostante ciò non sembrano verificarsi casi di esplicita intolleranzadovuta a mentalità e credi diversi. Quanto al dialogo bisogna dire che nonè facile rapportarsi con queste realtà, soprattutto musulmane, in quanto,per loro stessa natura e cultura risultano essere diffidenti e poco inclini adaprirsi e mostrare la loro realtà su un piano di sereno confronto.

Tali etnie, come accade nel caso degli immigrati cinesi, tendono a faregruppo tra di loro; diversamente da quanto accade, ad esempio, con altriextracomunitari (africani, cingalesi, mauriziani, di etnia balcanica, et simi-lia) che spesso vengono in parrocchia per chiedere un aiuto economico oun posto di lavoro.

La parrocchia, quindi, incontra notevoli difficoltà a rapportarsi contali gruppi etnici, e pur nel rispetto delle diversità ed aprendosi al dialogo eall’accoglienza con tutti, cercando di ascoltare e venire incontro alle neces-sità, sa essere ferma e determinata nel proporre le verità evangeliche, nellaconsapevolezza che è facile sfociare nel relativismo e curando di evitare ognisorta di errato sincretismo; ma è altresì consapevole della necessità di unrinnovato impulso operativo che dia alla comunità parrocchiale una nuova

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connotazione missionaria, per una più incisiva e radicale diffusione delVangelo.

A questo proposito bisogna dire che per quanto siano profondamentevalide le esortazioni contenute nella nota della C.E.I. (Il volto missionariodelle parrocchie in un mondo che cambia) risulta difficile per una sola parroc-chia, specialmente lì dove le risorse umane scarseggiano, farvi fronte e tra-mutare in fatti quanto così nobilmente auspicato dai nostri Pastori.

La parrocchia, così come è oggi, non può essere autosufficiente.Emerge in modo evidente l’esigenza della tanta auspicata “pastorale inte-grata” a livello vicariale, perché fintanto che ciascuna realtà ecclesiale con-tinuerà a lavorare a compartimento stagno non si sarà mai in grado di farfronte a tutte le esigenze che si riscontrano in un territorio più o menovasto. Tale criterio di procedere in modo asettico porta soltanto ad unadispersione di energie che, se coordinate, potrebbero raggiungere grandirisultati. Si denuncia, infatti, come il fulcro del problema sia da ricercarenella poca coesione ed unità ecclesiale tra i sacerdoti che, negli ultimidecenni, hanno sempre più operato in modo autonomo e poco sinergico,cagionando conseguenti ripercussioni pastorali sul laicato.

Si fa notare che se vi fosse una vera collaborazione e cooperazionearmonica tra parrocchie e rettorie e tra parrocchia e parrocchie, curandociascuna di esse un aspetto specifico della pastorale (vuoi quella delle cate-gorie professionali - come medici o giuristi ad esempio - o dei lavoratori edartigiani - come lo fu in passato con i circoli San Giuseppe che tanto han-no dato nella cura delle anime - la Caritas, il banco alimentare e così via…)e con l’ausilio degli Uffici diocesani, dei professionisti di settore, e di un lai-cato adeguatamente formato, attraverso anche le Scuole per operatori pasto-rali, grande giovamento ne avrebbe il Popolo di Dio, con una risposta piùefficace ed aderente ai bisogni dello stesso, che altrimenti difficilmentepotrà aversi.

Ciononostante si riconosce come nella scarsità di risorse umane nellanostra parrocchia vi sia un laicato che, seppur non numeroso, risulta esserecapace, competente, formato e motivato, nonché responsabilizzato attra-verso gli organismi partecipativi del Consiglio pastorale e del Consiglio pergli affari economici, riuscendo, così, a sopperire alle carenze pocanzi illu-strate. In tale attività di supporto è da inserire il valido contributo offertodal “Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto”, dal movimento “Pro

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Sanctitate” e dal corpo delle “Guardie d’Onore ai Santuari Mariani”.Inoltre, la parrocchia ed il parroco sono sempre pronti all’accoglienza,

all’ascolto e al soccorso di quanti, indistintamente, parrocchiani o apparte-nenti ad altri territori parrocchiali, vengono, quotidianamente numerosi,in stato di bisogno e di indigenza, tanto materiale quanto spirituale, a chie-dere aiuto.

Altro campo di confronto è la presenza nel territorio di molti battez-zati cattolici che non frequentano la Chiesa e i sacramenti, che sono indif-ferenti e che vengono in parrocchia solo nelle occasioni liete e tristi dellaloro vita familiare o nelle grandi festività dell’Anno liturgico.

Ci si sforza di utilizzare al meglio questi momenti per fare catechesispicciola ma incisiva, partendo dalla dolente considerazione che non esistepiù una formazione cristiana di base di derivazione familiare. Il parroco,pertanto, presta particolare attenzione alle omelie domenicali, cercando diseguire un vero e proprio ciclo di catechesi.

Si cerca, inoltre, di raggiungere i lontani attraverso la distribuzione divolantini porta a porta al fine di comunicare la varie attività della parroc-chia. Non mancano, poi, iniziative quali la ormai tradizionale Via Crucisnelle zone più povere del quartiere e la Peregrinatio Mariae nelle case deiparrocchiani dove si radunano anche le famiglie vicine: segno visibile dellamaterna sollecitudine della Chiesa, tali manifestazioni di culto esterno e diantica pietà popolare contribuiscono senz’altro a rendere più tangibile lapresenza della parrocchia e sono occasioni per avvicinare quanti tendono avivere ai margini della pastoralità ordinaria.

L’itinerario catechetico in forma catecumenale è stato attuato per gliadulti che hanno chiesto il Battesimo.

Per i ragazzi già battezzati si seguono i catechismi della C.E.I., e sispiegano i segni della liturgia, attuando una formazione mistagogica. Iragazzi vengono guidati con tappe progressive all’approfondimento dellapropria fede e alla coerenza di vita con la Parola di Dio.

Quanto alle famiglie, si cerca di coinvolgerle nel cammino di fede deifigli con un percorso formativo condotto dal parroco, parallelamente aquello dei figli, e al quale soprattutto diverse mamme hanno partecipatocon entusiasmo e continuità.

In determinate occasioni, inoltre, non sono mancate iniziative cultu-rali, come concerti, conferenze, proiezione di filmati, rappresentazioni tea-

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trali al fine di educare al Bello e di far riflettere e meditare su determinatetematiche che interpellano la coscienza del Cattolico.

Per quanto concerne i giovani, invece, bisogna ammettere che i tenta-tivi fatti finora di coinvolgerli nella vita della parrocchia, così da riprende-re ed approfondire il cammino di fede, non sempre sono riusciti, anche perle mutate condizioni sociali e le diverse e più varie nonché allettanti, se purnon sempre e non tutte sane, distrazioni offerte dalla società di oggi, chedifficilmente fanno della parrocchia il luogo più consono ad attrarre l’inte-resse del giovane.

Lo stesso vale per i post-adolescenti, i quali si limitano a frequentarlasoltanto durante le sacre funzioni. A tal proposito è da notare un incremen-to di giovani universitari fuorisede che per ragioni di studio abitano nel ter-ritorio parrocchiale e che, limitatamente al loro status di pendolari, nonmancano di frequentare la chiesa nelle Sante Messe domenicali o per acco-starsi al sacramento della Confessione. Si sta cercando, comunque, di tro-vare il giusto metodo per raggiungere anche queste fasce d’età medianteincontri culturali, teatro e cineforum.

Diversamente, l’unica realtà formativa che ha visto il successo e la par-tecipazione dei fanciulli, degli adolescenti e dei ragazzi più grandi è il“gruppo ministranti”; in questo specifico campo si nota la fioritura di ungruppo stabile di giovani e giovanissimi che si è spontaneamente aggregatosotto il nome di “Collegio Liturgico Cardinal Francica Nava”, il quale,unendo la prassi alla formazione, cura con dovizia ogni celebrazione litur-gica e, apprezzato anche a livello extraparrocchiale, è coinvolto in altremanifestazioni diocesane, prime fra tutte le celebrazioni agatine.

Si cerca, altresì, nella parrocchia, di mettere in luce e valorizzare i cari-smi individuali così da favorire un certo cammino di discernimento voca-zionale, soprattutto con i ministranti a cui non si fanno mancare i contatticon quelle realtà diocesane che possono essere valide a tal fine.

Nella nostra parrocchia la domenica è stata sempre il fulcro della vitadella comunità praticante, nonostante - e qui se ne denuncia la negatività -l’apertura festiva dei negozi ma soprattutto dei centri commerciali.

Viene fatto altresì notare come sia cresciuta nell’ultimo decennio, nel-la nostra parrocchia, la cura, l’attenzione per la bellezza, il decoro e losplendore della Liturgia, in armonia con le indicazioni più volte ribadite daSua Santità Benedetto XVI, grazie all’ottimo lavoro svolto con zelo e dedi-

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zione da parte del già menzionato Collegio liturgico operante in parroc-chia, attraverso il servizio prestato da ministranti diligenti e preparati, non-ché alla perizia in re liturgica di cantori ed organisti, che si adoperano per larivalutazione del patrimonio della tradizione musicale sacra, coniugandoloalle esigenze della nuova prassi liturgica.

È da aggiungersi che la Santa Messa domenicale è anche un’occasionedi incontro con gli altri, dove, oltre ad evangelizzare, si cerca altresì diresponsabilizzare i fedeli nelle scelte da effettuare nella vita di ogni giorno.Nelle omelie domenicali, infatti, il parroco esorta sempre alla necessità perogni battezzato della coerenza di vita, nella quale si deve manifestare l’amo-re verso il prossimo e mettere in pratica le virtù cristiane.

Nell’ambito della vita liturgica e sacramentale della parrocchia è sen-z’altro da menzionare il tradizionale appuntamento con le Sacre Quaran-tore: la pia pratica della solennissima esposizione dell’AugustissimoSacramento risulta ancora ad oggi essere molto sentita e praticata; occasio-ne specialissima di preghiera continuata davanti a Gesù Sacramentato, essacostituisce ulteriore momento per sottolineare il ruolo centrale dell’Eu-caristia nella vita della Chiesa nonché per l’incontro con la misericordia delPadre nel sacramento della Penitenza, sulla cui vitale importanza si insistecostantemente. Medesimo rilievo assume la partecipazione sentita allanovena del Santo Natale, alla pia pratica dei venerdì di Quaresima, dei pri-mi venerdì del mese, il corso annuale di esercizi spirituali in preparazionedella Pasqua e la quotidiana predicazione durante tutto il mese di maggio.

Certamente, al centro dell’interesse della parrocchia vi è anche lafamiglia, che viene attenzionata sia attraverso i corsi di preparazione almatrimonio, sia mediante l’educazione alla fede dei figli, la formazionecatechetica dei genitori, il corso di ricamo per donne curato dalle Guardied’Onore ai Santuari Mariani, e sia attraverso gli incontri del movimentoPro Sanctitate.

La parrocchia, inoltre, è presente anche nei momenti di sofferenzadella famiglia, con la visita agli ammalati, sia in ospedale che a casa, oltre aportare, a quanti ne sono impossibilitati, l’Eucarestia, attenzionando chesiano santamente preparati.

Per quel che concerne il legame ed il senso d’appartenenza del territo-rio con la parrocchia è molto forte e sentito. La manifestazione più eviden-te di tale assunto è l’annuale festa della Vergine Santissima dell’Aiuto che è

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motivo di coesione e vicinanza tra parrocchiani di oggi e di ieri con la par-rocchia.

Una caratteristica fondamentale, infatti, dell’esperienza pastorale del-la nostra parrocchia è senz’altro la continuità, da cui ha saputo trarre robu-sto giovamento l’intera comunità. L’essere un albero saldamente ancoratocon vigorose radici nella tradizione viva è un punto di forza per l’azionepastorale attuata attraverso un necessario e naturale adattamento alle neces-sità di una società in continua mutazione: la continuità della guida pasto-rale ne ha salvaguardato le tradizioni e l’identità, consegnandole alle nuovegenerazioni nella loro sana integrità, tale da consentire un forte legame edun radicato senso di appartenenza che rende ciascun parrocchiano membrod’una grande famiglia.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Vari interventi liberi sono seguiti a completare il quadro esposto dalparroco e nella relazione pastorale. Si rileva, per esempio, come lo spopo-lamento di cui ha risentito per decenni il cuore della città non solo hasubito una battuta d’arresto, ma vede oggi un ritorno dei catanesi, quindiun lento ma graduale ripopolamento del territorio. La presenza degli stra-nieri - dapprima vista come problema o difficoltà - nel tempo ha prodot-to frutti di una convivenza serena e di solidarietà. Il degrado economico esociale mette tutti in moto perché ci si industri nella ricerca del lavoro.

Da parte di chi opera in ambito caritativo si esorta all’utilizzo di stru-menti di informazione e di comunicazione in grado di assicurare traspa-renza, rapidità ed efficacia nel servizio reso ai più bisognosi. Ci si propo-ne, oltre a questo, di offrire più che aiuti materiali, una testimonianza divita serena, capace di irradiare la luce della speranza di Cristo a tutti, inmodo speciale a chi vive nella tristezza della solitudine e del dubbio.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Innanzitutto dobbiamo essere particolarmente contenti e ringraziareil Signore per questa bella esperienza. Cinquanta, quarant’anni fa’ era

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impensabile un momento del genere. Dobbiamo, quindi, cogliere ilati belli, quello che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo,matura sempre più. Queste esperienze ci permettono di capire meglioche cosa è la Chiesa, chi siamo noi e come dobbiamo comportarci.Nella Visita pastorale di una volta c’erano tanti momenti che anch’ioho potuto realizzare: visita alle scuole, alle persone ammalate…Queste belle novità - gli organismi di partecipazione, l’assemblea par-rocchiale - li dobbiamo veramente capire e valorizzare, affinché que-sto stile possa stabilizzarsi e crescere sempre più. Ringraziamo, allora,il Signore per questo.

b. Sia la relazione, sia gli interventi sono stati particolarmente arricchen-ti ed hanno fatto emergere alcune importanti sottolineature. Sonoconvinto che il Signore, attraverso la Visita pastorale, mi farà cono-scere sempre meglio la comunità diocesana che mi ha affidato, facen-domi cogliere anche tanti aspetti prima sconosciuti.

c. Vorrei condividere con Mons. Smedila la gioia di aver studiato convoi la situazione della parrocchia, soprattutto con i due organismi dipartecipazione.

Condivido la gioia di aver percepito l’amore, la collaborazione, l’in-teresse, affichè la comunità parrocchiale possa essere sempre più quel-la famiglia di Dio di cui tutti vogliamo far parte. Incoraggio molto iprimi passi nella lectio Divina; arriverete ad essere come i Padri deldeserto, ma l’importante è essere partiti, perché se non si parte nonsi arriva da nessuna parte! Continuate: è molto importante, è un ele-mento essenziale!

d. L’altro ieri è stato pubblicata l’esortazione post-sinodale del Papa,Verbum Domini. L’ultimo Sinodo dei Vescovi ha avuto come tema LaParola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Io ho dato unosguardo all’indice: mi pare veramente un documento molto ricco e acui dobbiamo volgere la nostra viva attenzione. Se mancassero l’ascol-to della Parola di Dio, l’Eucarestia, lo stare insieme, la testimonianzadella carità, non saremmo la Chiesa, ma tutt’al più un bel club.

e. Dagli interventi e dalla relazione abbiamo compreso più chiaramen-te il senso di quell’espressione che ormai usiamo spesso: il mondo checambia.

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Anche stamattina, camminando per le strade, facevamo alcune con-siderazioni con Mons. Smedila, che sono ritornate anche qui: si èmodificata la composizione della comunità, del territorio. Voi avetevissuto questo cambiamento. Certamente è una sfida, perché ilmondo cambia, il contesto cambia; ma quello che significa Chiesa,Parola di Dio, Eucarestia, la comunione, la celebrazione dei SantiMisteri, l’annunzio del Vangelo, la testimonianza della carità, questonon può cambiare, perché così Gesù ha voluto la Chiesa!

Ogni generazione è chiamata a confrontarsi con questo suo progetto.Se noi riusciamo a tenere insieme passato, presente e sguardo verso ilfuturo, siamo veramente persone sagge.

f. Bisogna capire bene dove ci troviamo, e la relazione mi pare moltopertinente. Vorrei esortare a cercare di intensificare questa attenzione,questo dialogo. È vero quello che è stato osservato circa i nostri rap-porti con le altre esperienze religiose. Noi cristiani disponiamo di unaforza, di una ricchezza che qualche volta gli altri, forse, non hannocome noi. Noi siamo cattolici; cattolici significa che non possiamoavere preclusioni per nessuno, e possiamo vivere una ricchezza di rela-zioni. Anche se i seguaci di altre religioni possono essere qualche voltaun po’ chiusi, noi dobbiamo essere accoglienti e animati da spirito didialogo. Certamente per dialogare bisogna essere in due, ma io credoche noi per primi dobbiamo dare la testimonianza di accoglienza e divicinanza.

g. Non è, però, soltanto il parroco che deve saper accogliere; siamo tuttiche dobbiamo accoglierci reciprocamente; “accoglietevi gli uni glialtri nell’amore di Cristo”. Sarebbe importante, per esempio, studia-re anche un modo per vivere questa accoglienza. Vi invito a lavorarein tal senso. Certamente è significativo che il parroco saluti le perso-ne che entrano in chiesa per partecipare all’Eucaristia, ma qualchevolta ciò non è possibile visto che sino alla consacrazione arrivanopersone. Ci sia, in tal senso, un servizio di accoglienza. Le Guardied’Onore del Santuario, per esempio, potrebbero maggiormentedistinguersi per questo servizio.

h. Nella misura in cui le varie realtà ecclesiali presenti in parrocchia riu-sciranno a lavorare insieme, potremo sperimentare anzitutto il valore

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della comunione, dell’essere sempre più Chiesa. Ne potrà pure segui-re che una parrocchia “disagiata” sarà aiutata nello stile cristiano dellasolidarietà e della comunione. Ci renderemo conto che non c’è unaparrocchia che ha tutto e che si degna di dare qualcosa e una parroc-chia che deve sempre chiedere. Lo scambio dei doni è possibile. Eccoperché è importante conoscersi, è importante il Consiglio pastoraledi vicariato. Anche questo, dalla Visita pastorale, deve uscire piùpotenziato. Sono stati evidenziati vari aspetti della vita della comuni-tà; una comunità è viva se tutti si sentono responsabili, se tutti voglio-no avere la gioia di dare il proprio contributo.

i. È stato sottolineato tanto nella relazione che negli interventi che nesono seguiti il valore della continuità. Il fatto che questa comunitàparrocchiale abbia usufruito ininterrottamente del ministero pluride-cennale del parroco è un valore molto bello. Sapete che la normativaecclesiastica prevede anche che si possa cambiare; ma questo qui nonè accaduto. Vorrei sottolineare il valore della continuità per eviden-ziare anche il particolare impegno che ha messo Mons. Smedila nellosvolgimento del suo ministero. A me fa piacere poter dire grazie, e lofaccio molto volentieri, e desidero che ci sia sempre quest’affetto,questa gratitudine nei riguardi dei nostri sacerdoti. Affetto, gratitudi-ne che si accompagna alla preghiera e alla collaborazione. Se occorre,fate pure tutte le necessarie osservazioni al sacerdote; ma prima par-latene col Signore. Io do sempre questo consiglio: prima parlatene colSignore! Il Signore può anche dire: raddoppia la dose! Il Signorepotrebbe dire: senti, informati meglio prima! È importante che per ilbene della comunità diciamo quello che è necessario, ma se ne parlia-mo prima col Signore vi assicuro che può essere più efficace. È anchequesto un aspetto della vita della Chiesa che Gesù stesso chiama “cor-rezione fraterna” da praticare nello stile che Lui ci ha insegnato.

l. Desidero concludere sottolineando l’importanza delle quarant’oreper un aspetto molto particolare. L’anno prossimo ad Ancona ci saràil Congresso Eucaristico Nazionale. Voi che celebrerete le quarant’orenel prossimo mese di febbraio, avvaletevi del sussidio nazionaleSignore, da chi andremo? E valorizzate tutte le circostanze per faredell’Eucaristia il centro della vostra vita personale e parrocchiale.

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Ore 9.00

VISITA ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO “AMERIGO VESPUCCI”

La Visita si apre in presidenza con l’incontro con la Preside, prof.ssaCarmela Pittera. Quindi nel cortile dell’Istituto, l’Arcivescovo siintrattiene con tutti gli studenti. Dopo il saluto della Preside, i bam-bini dei vari cicli pongono le loro domande.

Saluto della Preside, professoressa Carmela Pittera5

Eccellenza,

Le porgo il mio saluto insieme a quello degli insegnanti e di tutto ilpersonale che opera nella nostra scuola. Avevamo pensato di riunirci oggia piccoli gruppi all’interno della scuola e, invece, la bellissima giornata cipermette di stare tutti insieme e di condividere questo momento moltobello all’aperto. Un momento intenso, pieno di tanta spiritualità. Qualchemese fa un evento molto spiacevole ha interessato il nostro quartiere: unsignore che abita proprio di fronte la scuola, che fa tanto anche per i nostriragazzini, è stato malmenato ed è finito in ospedale. Poichè questo signo-re davanti alla sua casa ha una pianta di gelsomino, abbiamo pensato diorganizzarci dedicando una giornata alla rinascita del quartiere. Abbiamopensato anche di comprare dei gelsomini, di fare delle aiuole nello spazioverde della scuola; che siano i gelsomini il simbolo di quello che non dovràpiù accadere in questo territorio!

Questo quartiere è spesso visitato dagli stranieri. La loro presenza èimportante perché ci chiede di vivere con responsabilità e attenzione versonoi stessi, gli altri ed il nostro territorio. La benedizione delle piante di gel-somino che Le chiederemo rappresenta quindi il segno di questo deside-rio di rinascita.

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo

1. Da quanti anni fai il Vescovo?

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5 Testo non rivisto dall’autore.

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2. Che emozioni hai provato quando ti hanno detto che dovevi fare il Vescovo?

3. Perché porti questo vestito?4. Per te cosa rappresenta la collana che porti?5. Come si chiama il copricapo che porti?6. Ti piace fare il Vescovo?7. In un giorno quanti bambini e ragazzi confessi?8. Nelle manifestazioni religiose, difendi sempre la tua religione?9. Quante persone hai aiutato?

10. Quante chiese hai visitato?11. Perché sei venuto a farci questa Visita pastorale?12. Come mai hai deciso d’intraprendere la carriera ecclesiastica?

Quale ruolo ha il Vescovo e quali compiti svolge nella comunitàecclesiastica e quali invece nella società civile e laica?

13. Quali consigli può dare ai giovani che si sono allontanati dalla Chiesa? Come riscoprire i valori che essa propone?

14. L’emergenza immigrazione propone la necessità di sempre piùfrequenti scambi interculturali, come secondo lei è possibile unacoesistenza e convivenza pacifica tra religioni diverse?

15. Cosa può fare la Chiesa per migliorare un quartiere problematicocome il nostro e in quale misura essa può influire sulla politica perspingerla ad attivare interventi e soluzioni a riguardo?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Esprime il suo rammarico per la vicenda del signore del quartieremalmenato e invita a rispondere a questi episodi con la responsabili-tà ed il senso civico.

b. Racconta da dove viene e l’esperienza vissuta da bambino a scuola,poi la sua crescita fino alla nomina a vescovo.

c. Spiega il segno dell’abito, dello zucchetto e di altri oggetti comeespressione della sua identità.

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d. Invita ad amare e vivere i propri impegni con responsabilità e atten-zione spiegando come a scuola, in famiglia, nell’ambiente che abitia-mo il buon andamento dipende anche da come noi ci comportiamo.Indica una domanda a fondamento del cambiamento personale esociale: «Io che cosa posso fare?»

e. Ricorda che difendere la propria religione significa rispettare le reli-gioni e le posizioni degli altri.

f. L’immigrazione - sottolinea - non è né un’emergenza né un proble-ma, ma una grande occasione di apertura e dialogo.

Ore 10.00

VISITA AL LICEO SCIENTIFICO STATALE “BOGGIO LERA”

Il Liceo Scientifico Statale “Enrico Boggio Lera”, di via VittorioEmanuele II, conta all’incirca ottocento studenti.L’Arcivescovo comincia la sua visita all’istituto incontrando in presi-denza il Preside, prof. Giovanni Torrisi e la Vicepreside, prof.ssaConcetta Manola.

Saluto del Preside, professore Giovanni Torrisi6

Eccellenza Reverendissima,

La sua presenza tra noi ci fa molto piacere perché nella sostanza con-dividiamo alcuni aspetti fondamentali della vita dell’uomo che è quellodella formazione della persona che crede nei valori che, indipendentemen-te da specifiche posizioni, sono valori universali e comuni: il rispetto del-l’altro, la solidarietà umana, la capacità di cogliere e capire che ci sono deibeni spirituali che sono sempre prevalenti, in ogni caso, e che i soli benimateriali non possono mai soddisfare la vita dell’uomo.

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,6 Testo non rivisto dall’autore.

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Sono ben felice di rivolgere a nome di tutta la comunità di questascuola abbastanza rivelante (per quanto riguarda il numero delle persone)un caloroso saluto e benvenuto e sono convinto che anche il lavoro di unArcivescovo non sia affatto semplice come quello di un preside. Penso che,però, concordiamo nel non arrenderci mai di fronte alle difficoltà e insi-stere, perché ritengo che gli aspetti migliori della vita trionferanno semprese uno ci crede veramente.

Voi siete i giovani e siete quelli che nel futuro miglioreranno questarealtà e crediamo e pensiamo che possiate, sotto questo aspetto, rappresen-tare per noi una bella speranza. Chiudo subito perché voglio dare la paro-la all’Arcivescovo, lo ringrazio ancora e gli do il benvenuto a nome di que-sta scuola.

Saluto di uno studente

Eccellenza Reverendissima,

È un onore per noi studenti del Liceo Scientifico Boggio LerapoterLe dare il benvenuto.

Le porgiamo anche il saluto del Preside, di tutti i docenti, degli ope-ratori scolastici e di tutti gli alunni della nostra scuola, manifestandoLe lanostra gratitudine per la Sua presenza in mezzo a noi.

Nel rispetto della laicità dello Stato e della scuola pubblica, La acco-gliamo come esponente della Chiesa locale che riconosciamo essereun’agenzia educativa significativa per il nostro territorio. Siamo consape-voli che, in questo momento storico, in cui è forte l’«emergenza educati-va», è fondamentale che si realizzi un patto educativo tra tutti coloro chehanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale. Il com-pito educativo necessita di luoghi credibili: la scuola è certamente l’oriz-zonte comune, al di là delle opzioni ideologiche. Educazione, cultura efede possono interagire, ponendo in rapporto dinamico e costruttivo levarie dimensioni della vita, nel tentativo di trasformare la conoscenza insapienza di vita.

Siamo onorati di poter dire che la nostra scuola è da sempre attentae aperta ai bisogni del territorio. A vario titolo si impegna nella promozio-ne dei valori umani e dei diritti fondamentali dell’uomo, al di là di ogni

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distinzione di razza, cultura e religione.Attraverso le varie attività i nostri insegnanti si sforzano di favorire tra

i ragazzi condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori comuni, pro-muovendo lo sviluppo integrale della persona, educando all’accoglienzadell’altro, al rispetto delle diversità, alla solidarietà, al rispetto dell’ambien-te, alla pace, alla legalità, al discernimento della verità, alla responsabilitàetica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie.

Per realizzare questa meta ambiziosa, che vuole dare priorità al “saperessere” più che al “saper fare”, la nostra scuola vede impegnati in primalinea non solo i docenti, ma anche le famiglie, gli enti del territorio, esper-ti nei vari settori e tutti coloro che hanno il desiderio di contribuire allosviluppo di una coscienza critica, alla formazione del cittadino di domanie alla crescita del senso del bene comune.

Grazie, Eccellenza, di questa visita oggi nella nostra comunità scola-stica. La Sua presenza e le Sue parole ci spronino nel proseguire il nostroimpegno per il raggiungimento del bene e suscitino in noi pensieri e gestidi speranza per un futuro migliore.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita Pastorale)

a. Esprime gioia e gratitudine per questo momento di incontro, in par-ticolare per il dialogo con il Preside - avvenuto poco prima in presi-denza. Sottolinea come la convergenza degli obiettivi di lavoro e diservizio favorisce l’incontro e la comunione.

b. Condivide la sua esperienza come insegnante di religione nei licei diPalermo per un periodo complessivo di sei anni, ricordandola comesignificativa ed edificante per la sua vita.

c. Indica nella identità della persona la preziosità umana, come unica especiale, come soggetto capace di relazioni: l’uomo, creato ad imma-gine e somiglianza di Dio, nella storia ha cercato costantemente diincrementare e migliorare i suoi rapporti con gli altri.

d. Sottolinea come l’identità umana, riflesso di Dio, sia centro di inte-resse, soprattutto sia meritevole di custodia e debba essere tutelatanella sua dignità, nei suoi diritti fondamentali.

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e. È la dignità che contraddistingue l’essere umano - ricorda - che rendeciascuno capace di dialogo. Notando come oggi si dà più spazio allaviolenza, all’individualismo che al dialogo, invita i ragazzi a scegliereil bene, il meglio, la verità.

f. Individua nella capacità di scegliere bene sin d’ora prospettive cheaprono ad orizzonti più ampi che riguardano il futuro, ma che ven-gono preparati nel presente. «Guardate con fiducia al futuro!»: èl’esortazione del padre ai figli che con trepidanza ed entusiasmo siaffacciano alla vita.

g. Invita a vivere l’esperienza della Chiesa in maniera continua, a nonlasciare gli ambienti parrocchiali subito dopo aver completato il cam-mino di iniziazione cristiana. Propone di rimanere o di ritornare inChiesa: perché c’è bisogno dei giovani! Questo, sia per favorire unarricchimento delle comunità parrocchiali, ma soprattutto perchéciascuno possa crescere in pienezza, in armonia, senza tralasciare lacura dello spirito e della solidarietà.

h. Saluta lasciando in dono il volume che presenta, attraverso riferimen-ti storici ed immagini, il Duomo, dal titolo La Cattedrale di Cataniae ringrazia per i volumi ricevuti in regalo dal Preside.

Ore 16.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

INCONTRO CON IL MOVIMENTO PRO SANCTITATE

L’incontro si apre con la recita dei Vespri del Venerdì della I settima-na del salterio. Sono presenti 25 membri appartenenti al nucleo.

Intervento della responsabile del Nucleo, signorina Rita Russo

A nome del nucleo “Pro Sanctitate” qui presente nella parrocchiaSanta Maria dell’Aiuto le porgo con gioia, con filiale e fraterno affetto estima il benvenuto.

È fare una bella esperienza vedere tra noi il Pastore che Dio ha dona-

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to all’Arcidiocesi catanese.Ci è di conforto e di sprone la Sua presenza perché è segno tangibile

della paternità, della misericordia e della carità Divina che tutti ama inugual misura.

Il gruppo formatosi, grazie alla fraterna disponibilità sacerdotale diMons. Carmelo Smedila, già da circa nove anni opera in questa parroc-chia, guidato delle volontarie “Pro Sanctitate”: Lucia D’Alessio (trasferitaa Roma) e Rita Russo (stabilmente fissa a Catania) coadiuvata dalla sig.raPina Smedila Nicotra (sorella di Monsignore e associata al Movimento ProSanctitate) e la recente presenza dell’animatore sociale SebastianoMarchese che qui opera come fraterno collaboratore parrocchiale.

Ogni quindici giorni si ha la presenza costante di circa 25-28 signo-re che nella sagrestia della parrocchia, messa a disposizione con generositàda Mons. Smedila, seguono con interesse le indicazioni programmate sulcammino formativo cristiano - ecclesiale con una adeguata catechesi.

Nonostante le diverse realtà, vissute personalmente da ciascuna nelruolo, di mogli, insegnanti, ex docenti, casalinghe ed impiegate, si è crea-to un clima di rispettosa fraternità che ha dato spazio a ciascuna di pro-porsi con le proprie doti e i propri talenti.

Per quanto riguarda la catechesi si è tenuto conto dell’obiettivo pre-fissato: Essere e conoscere prima di agire.

Si sono sottolineate, con l’aiuto della Sacra Scrittura e di alcuni docu-menti della Chiesa, le problematiche che ancora sono presenti nel mondolaicizzato di oggi.

1. La sacralità della vita e dell’essere umano (Facciamo l’uomo a nostraimmagine)

2. La sacralità della famiglia (Familiaris consortio - Dio li creò maschio efemmina e poi li benedisse)

3. La sacralità del lavoro (Laborem exercens: Guadagnerai il pane con ilsudore della fronte)

4. La società ieri-oggi-domani (Sollecitudo rei socialis) 5. La missione del cristiano (Cristifideles laici e Gaudium et Spes: Andateanche voi)

6. Quale deve essere l’impegno e la risposta del battezzato a lavorare pertrasformare il mondo secondo il disegno di Dio (L’amore è rivoluzio-ne del servo di Dio Mons. Giaquinta).

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Grande interesse ha suscitato il messaggio che nella Pasqua del 2007Vostra Eccellenza ha indirizzato alla Chiesa di Catania, richiamandola Comunità Ecclesiale catanese a fare un salto di qualità così comeBenedetto XVI ha augurato nel Convegno Ecclesiale di Verona del2004.

7. “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia e lafamiglia come una delle tre grandi agenzie educative in collaborazio-ne con la scuola e la Chiesa”.

Problematiche in fase ancora di riflessione e maturazione sono stateviste sotto l’ottica evangelica.

Costante è stata la preghiera allo Spirito Santo e alla Madonna dellaFiducia perché il di più dell’Amore di Dio, aspetta ancora il nostro di più,come ci ha sottolineato il servo di Dio Mons. Guglielmo Giaquinta inconcordanza con la Chiesa (Lumen Gentium).

Un di più che deve essere voluto, amato e costantemente attuato ognigiorno nelle varie situazioni familiari, ecclesiali e sociali.

Alcune signore si sono impegnate nel Movimento Pro Sanctitate alavorare come simpatizzanti, altre come aderenti e associate.

Tutti partecipano in maniera equilibrata ai vari momenti liturgici eformativi della parrocchia, del Movimento Pro Sanctitate e della Diocesi,in collaborazione con le varie attività promosse durante l’anno dalConsiglio pastorale parrocchiale e diocesano.

Alla luce della Parola e dell’Eucaristia, della preghiera e della disponi-bilità ai disegni di Dio nei vari momenti della nostra vita, desideriamo conumiltà e costanza, renderci sempre pronti a collaborare con la Chiesa loca-le catanese ed invochiamo con la protezione di Maria Santissimadell’Aiuto e della Trinità Santissima la Sua paterna benedizione.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Alcuni dei membri presenti prendendo la parola condividono la loroesperienza nel movimento, mettendo in luce i motivi per cui hanno deci-so di entrarne a farne parte: la santità, come risposta massima all’amore

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massimo di Dio, come adesione totale alla volontà di Dio, come chiama-ta alla testimonianza e alla missionarietà in ogni ambiente, non solo quel-lo parrocchiale, ma soprattutto quello familiare, di lavoro, di tutte le real-tà dove ciascuno opera e vive.

Il cammino del movimento, tracciato all’insegna della corresponsabi-lità, della spiritualità, dello spirito di famiglia, della conoscenza del magi-stero della Chiesa e del carisma consegnato al Servo di Dio GuglielmoGiaquinta, ha favorito una crescita umana e spirituale insieme e la consa-pevolezza di dover essere e operare attivamente all’interno della Chiesa.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. È testimonianza della molteplicità dei carismi presenti nella Chiesa,di cui dobbiamo essere particolarmente coscienti i sacerdoti.

b. Si compiace per l’approfondimento del documento Il volto missiona-rio delle parrocchie in un mondo che cambia, annotando che la Visitapastorale ha come sfondo gli obiettivi indicati nel documento. Il set-timo, in particolare, è l’obiettivo individuato per l’anno in corso.

c. Verifica come la comunità diocesana è ricca di esperienze feconde eimportanti. Sprona tutti ad evidenziare il bene, a riconoscere ciò chearricchisce la Chiesa, le comunità, nella consapevolezza che solo cosìsarà possibile distinguersi da chi oggi non riesce a vedere il bene, maquasi sempre il male ed il peggio.

d. Sottolinea come nella Chiesa, oltre la parrocchia, ci sia la ricchezzadelle associazioni e dei movimenti: questo sta ad indicare cammini diformazione, risposte alle varie chiamate di Dio, ricchezza diffusa.

e. Ricordando il fondatore del Movimento Pro Sanctitate, sacerdote diorigine netina, Vescovo emerito di Tivoli, il Servo di Dio GuglielmoGiaquinta, apprezza non solo la sua opera, ma anche la sua eredità,ossia il Movimento, e coglie l’occasione per chiedere la grazia dellasua canonizzazione a modello di tutti, in particolare dei sacerdoti.

f. A partire dalla lettura breve proclamata nei Vespri (Fil 2,2-4) indicalo stile con cui ogni realtà della Chiesa, ogni movimento o associazio-

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ne, ogni cristiano è chiamato a seguire e testimoniare Cristo: “noi cheabbiamo ricevuto tanto dal Signore, noi che siamo stati resi forti dallagrazia del Signore, dal cammino di vita cristiana che abbiamo potu-to fare” abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senzacompiacere noi stessi, cioè senza insuperbirci, senza indisporci. Indicala via dell’umiltà e del servizio come il tesoro di cui la Chiesa puòdisporre per realizzare sin d’ora il Regno di Dio: il modello di ognisantità rimane, è e deve diventare sempre più Gesù.

g. Sottolineando la bellezza del ministero sacerdotale ne valorizza ilvalore e la funzione nella Chiesa, come missione di servizio all’an-nuncio e alla comunione. A partire dal Papa, “servo dei servi di Dio”,dei vescovi, dei sacerdoti e delle persone consacrate, fino a tutti i bat-tezzati, tutti - ricorda - siamo chiamati ad irradiare la luce e la santi-tà di Cristo, ad essere santi perché questo è il progetto che il Signoreha per ciascuno di noi indistintamente.

Ore 17.30

SANTA MESSA CON SOLENNE BENEDIZIONE DELLA CHIESADELLE SANTE BARBARA ED AGRIPPINA

Sintesi dell’omelia dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Sottolinea come tutte le feste, tutta la ricchezza delle tradizioni reli-giose e della pietà popolare devono portare sempre più al cuore dellanostra fede.

b. Ringrazia il parroco e tutte le persone che, a vario titolo, hanno con-tribuito al recupero e al restauro della chiesa. Invita alla sua valoriz-zazione ricordando che ogni volta che viene aperta una chiesa, laliturgia insiste su questo: far capire che noi siamo la Chiesa. Ricordache tutti i battezzati, tutti i cristiani partecipiamo di questa dignità:siamo le pietre vive di questo edificio vivente che è la Chiesa di Dio.Perché un edificio sia veramente una casa, un monumento, le pietre

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devono stare insieme; se ogni pietra resta isolata non c’è l’edificio.Noi siamo pietre vive: dobbiamo restare intimamente uniti a Cristopietra angolare. Se viene meno questo legame, l’edificio cade. Sesiamo uniti al Signore Gesù si sviluppa tutta la ricchezza che iniziadal momento in cui il Signore ci dà questa grande grazia di rendercipietre vive.

c. Esorta ad ascoltare e mettere in pratica la Parola nella nostra vita.Mentre la lasciamo dimorare in noi, siamo chiamati a condividerlacon gli altri, con tutti. Dobbiamo proclamare la nostra fede; nondobbiamo aver paura, serenamente, nel rispetto del credo altrui, dob-biamo dare testimonianza della nostra fede. Dobbiamo avere questosanto coraggio; non dobbiamo vergognarci; soprattutto la testimo-nianza deve essere percepita nella nostra vita.

d. Indica la Visita pastorale come l’occasione propizia per essere semprepiù la comunità, la Chiesa viva di Gesù.

Ringraziamento del signor Fussone7

Ringrazio il Signore per averci concesso la pazienza e la forza di soste-nere il progetto che vede rinnovata questa Chiesa. Il lavoro della Confra-ternita dedicata a Sant’Agata delle Sciare - titolare della Confraternitainsieme alle Sante Barbara e Agrippina - ha permesso che in dieci anni ilavori vedessero il loro inizio e la loro fine. Un dono che come Confrater-nita abbiamo potuto far moltiplicare e che per questo condividiamovolentieri con tutte le altre confraternite. La Chiesa è sempre aperta!

Saluto conclusivo del Parroco8

Con quest’incontro noi concludiamo la nostra Visita pastorale inquesta parrocchia.

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7 Testo non rivisto dall’autore.8 Testo non rivisto dall’autore.

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Voglio sottolineare della Visita pastorale l’impegno a portare avanti illavoro con gli organismi di partecipazione, il Consiglio pastorale parroc-chiale e il Consiglio affari economici, e l’attenzione alla Parola di Dioattraverso la lectio divina facendo un percorso di conoscenza e di familia-rità con la Parola.

Sintesi dell’intervento conclusivo dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia i presenti, in particolare il Parroco, per tutti i momenti vis-suti insieme, e sottolinea come ciascuno di essi lascia certamente unatraccia e costituisce una seminagione di grazia che il Signore ha ope-rato.

b. Anticipa la preparazione di una lettera che sarà inviata alla comunitàparrocchiale a seguito della avvenuta Visita. Esorta tutti a seguire, conla preghiera e con l’attenzione alle pubblicazioni, la Visita pastoraleche si sposta nelle altre parrocchie dell’Arcidiocesi. Indica nei canalidi comunicazione della Diocesi - Prospettive ed il sito - dei mezzi diinformazione e di comunicazione per vivere bene tutto il tempo delDopo Visita.

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Letteraconclusiva

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Carissimo Mons. Smedila,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabo-rato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia san-tuario Santa Maria dell’Aiuto.

1. Scrivo la presente per adempiere quanto suggerisce il Direttorioper il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e conl’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ciha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 7, 17, 19, 22 novembre2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastora-le nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato allafine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svol-tasi giovedì 16 dicembre 2010 presso codesta parrocchia che accolsedegnamente qualificate rappresentanze delle otto parrocchie delVicariato, i loro parroci ed il sottoscritto. Ricordo ancora la particolaresolennità con cui furono celebrati i Vespri Pontificali, cui seguì il TeDeum innalzato al Signore che volevamo ringraziare a conclusione dellaVisita pastorale nel I Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un camminocomunitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,

Lettera conclusiva

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affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

3. Circa la preparazione della Visita pastorale desidero anzitutto evi-denziare che l’esortazione a ben preparare l’evento da te rivolta in qualitàdi Vicario foraneo ai Confratelli parroci, in codesta parrocchia ha avutouna significativa applicazione. Ne sono testimonianza gli interessanti ver-bali delle quattro riunioni del Consiglio pastorale parrocchiale da teampiamente e doverosamente valorizzati per la stesura della relazione pre-sentata nel corso dell’Assemblea parrocchiale del diciassette novembre2010.

Altra evidente prova dell’impegno con cui la Visita è stata preparataè data dal triduo di preghiera e di riflessione: l’omelia; “La Visita pastora-le: dono del Padre alla nostra Chiesa”; la lectio Divina sul Cantico diZaccaria “Benedictus: Dio Visita il suo popolo” e l’altra a sfondo mariano“La Chiesa: popolo di Dio in cammino con Maria” per ricordare che laVisita pastorale si sarebbe svolta nel trecentosessantesimo anniversariodella traslazione della prodigiosa Immagine della Madonna venerata incodesto Santuario.

4. Così ben preparata, la Visita pastorale ha costituito un eventomemorabile nella vita della parrocchia ed ha colmato di meritata soddisfa-zione te e collaboratori come pure la Segreteria per la Visita pastorale conla quale hai costantemente collaborato.

Tutti i momenti in cui si è articolata la Visita meriterebbero uno spe-ciale accenno. Non potendolo fare per ovvie ragioni, mi limito a menzio-nare i seguenti.

a) Nella giornata del diciassette novembre ho vissuto le primizie degliincontri nelle scuole che, come ho sottolineato nell’omelia dell’ulti-ma Messa Crismale, costituiscono la bella sorpresa della Visita incorso.La Visita all’Istituto Scolastico Comprensivo “Caronda” mi ha datola possibilità del primo nella numerosa serie dei dialoghi con i ragaz-zi incontrati sia in parrocchia che nelle scuole. Rispondendo alle lorodomande, ho provato la gioia di rivedermi alla loro età e di ringrazia-re il Signore che ha guidato i miei passi dalla natia Sciara (provincia

Lettera conclusiva

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e diocesi di Palermo) a Catania dove svolgo il ministero episcopale.Ho pure vissuto il primo incontro con una scuola superiore visitan-do il Liceo Scientifico “Boggio Lera”. Della bella riuscita dell’incon-tro rimane traccia nello Speciale Visita pastorale pubblicato il 12dicembre u.s. nel nostro settimanale Prospettive.

b) Nella stessa giornata ho vissuto, pure per la prima volta, il momentoparticolarmente coinvolgente della visita agli ammalati. Ho potuto rendermi conto della grande attenzione che, sull’esempiodi Gesù cui dobbiamo ispirarci specialmente noi suoi ministri, turiservi alle persone ammalate. Sono stato accolto con gioia perché lostraordinario incontro con il Vescovo era inserito nel contesto diquelli che tu abitualmente hai con loro.

c) La Celebrazione Eucaristica per la riapertura, dopo i lavori di restau-ro, della chiesa dedicata alle Sante Barbara ed Agrippina, mi ha per-messo di comprendere meglio cosa significa e cosa comporta per voiparroci del centro storico di Catania il dovere della custodia e dellavalorizzazione delle numerose chiese di cui, nella maggioranza deicasi, siete Rettori. È un argomento che richiede una specifica atten-zione a livello di Vicariato. Cercheremo di farlo quanto prima, men-tre adesso ben volentieri ti ringrazio per la lodevole diligenza cheriservi a tale problematica.

d) Mi piace esprimere particolare apprezzamento per il significativogesto compiuto a conclusione della riunione congiunta del Consigliopastorale parrocchiale e di quello per gli affari economici. Mi riferi-sco alla distribuzione ai presenti della Nota pastorale della C.E.I.Educare alla Vita buona del Vangelo. È importante che soprattutto imembri degli organismi di partecipazione conoscano gli orientamen-ti pastorale che al presente guidano il cammino delle Chiese in Italia,come pure i principali documenti del Magistero.

5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale di Santa Mariadell’Aiuto a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera

Lettera conclusiva

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per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera inoccasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-

ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto eviden-ziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchia-le, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita incodesta parrocchia.

Lettera conclusiva

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A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione checomprende la sintesi di qualche mio interventi e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Ti ringrazio, inoltre, per la collaborazione che presterai a Don PietroLongo nello svolgimento del compito che gli ho affidato presso le parroc-chie del Vicariato.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, comegià ho detto, è conservata in uno specifico fondo in cui confluiranno even-tuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazionedi una iniziativa a ricordo della Visita pastorale.

7. Sono sicuro, carissimo Mons. Smedila, che, pensando alla Visitapastorale nella parrocchia Santa Maria dell’Aiuto, insieme e per tantimotivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’im-pegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comuni-tà diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare dellaParrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto che ti vede entusiasta e gene-roso “pastore proprio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 651/U - 83

Lettera conclusiva

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa crisma-le del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onora-re questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogoche avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostrocapo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

Lettera conclusiva

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La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per Vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualchesentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenutoe la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo divoi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperien-za della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Tipreghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo

Lettera conclusiva

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nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.

La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bel-la sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoliparroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.

L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.

Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà miapremura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussi-dio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche sugge-rimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al

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quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che iConvisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parroc-chie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportu-no affidare uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

Lettera conclusiva

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Lettera conclusiva

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Far si che nella catechesi vengano coinvolte, quando pos-sibile, anche delle coppie di sposi la cui esperienza possaaiutare i più giovani a crescere nel cammino di sequela alSignore.

• Perseverare nei primi passi di lectio Divina.

• Promuovere un servizio di accoglienza in chiesa soprat-tutto durante le celebrazioni, magari attraverso la colla-borazione del bel gruppo delle Guardie d’onore aiSantuari Mariani.

• Collaborare con le altre parrocchie del Vicariato per laricerca e la gestione di risorse economiche provenienti daenti pubblici o da Fondazioni attente alle esigenze deiterritori disagiati.

• Mettere in rete le tante rettorie presenti nel territorio perle esigenze della pastorale parrocchiale e di Vicariato.

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Visita Pastoralealla Parrocchia

San Gaetano alla Marina

CAPITOLO IV

Page 234: Visita Pastorale al I Vicariato

Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Vicolo Civita

Largo XVII Agosto

Via Billotta

Via Marcaioli

Via San Gaetano

Via C. Amari

Via San Lorenzo

Via del vecchio bastione

Via Vadalà

Via Graziella

Via Pescatore

Via Bonaiuto

Via San Tommaso

Piazza Vincenzo Bellini

Via Invalidi di guerra

Via Teatro Massimo

Via del mutilato

Vicolo della sfera

Pozzo Santa Teresa

Via Ancora

Via Spanò

Via Ventimigliadal n. 1 al n. 13

Via San Giulianodal n. 75 al n. 181

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Via Landolina dal n. 2 al n. 76

Via M. Rapisardadal n. 1 al n. 13

Via Vittorio Emanueledal n. 57 al n. 114

Piazza Duca di Genovadal n. 1 al n. 13

Via Vecchia doganadal n. 2 al n. 6

Via Dusmetdal n. 73 al n. 133

Via Porta di ferrodal n. 2 al n. 54

Piazza Cutellidal n. 1 al n. 17

Via Museo Biscaridal n. 13 al n. 21

Informazioni statistiche

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NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 1603

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Fasepreparatoria

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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

Giovedì 15 luglio 2010, alla presenza del Vicario foraneo Mons.Carmelo Smedila, alle ore 19.00 si è svolto l’incontro del Consiglio pasto-rale parrocchiale in vista dell’imminente Visita pastorale.

Scopo dell’incontro, spiega meglio il Vicario foraneo a tutti i presen-ti, è quello, secondo la volontà espressa dall’Arcivescovo, di approfondirela realtà socio-pastorale della parrocchia, in particolar modo le esigenze ele emergenze. Un’“osservazione” più attenta, dunque, da parte della comu-nità di San Gaetano alla Marina che si appresta a vivere la Visita pastora-le, “guardando se stessa” sia ad intra e sia ad extra, riflessione che il parro-co, Don Ignazio Mirabella, ritiene quanto mai opportuna col seguenteschema:

Internamente essa deve:- costruire popolo;

- sostenere e promuovere la vita secondo il Vangelo nei suoi membrinutrendoli con la Parola e i sacramenti;

- accompagnare, nel rispetto dei tempi di ciascuno, ad una progressivamaturazione della fede, ad una adesione personale e impegnata al cri-stianesimo secondo l’indole e le possibilità di ognuno;

- sostenere ed incoraggiare tutti nell’assunzione di scelte e di uno stiledi vita rispondenti ai valori del Regno, capaci di raccontarne la pros-simità e il suo continuo compiersi.

Esternamente essa deve- appassionarsi alla vicenda umana in cui è immersa;

- entrare in dialogo con le culture, appoggiando i valori esistenti, chia-rendo quelli ambigui, aiutando a scoprire quelli assenti;

- annunciare e testimoniare l’amore universale del Padre che Gesù ci harivelato con le parole e con i gesti, amore a cui è arrivato a dare sullacroce la consistenza del sangue e del sudore;

- impegnarsi alla trasformazione del mondo secondo il sogno di Dio enella logica del lievito confuso nella massa.

Fase preparatoria

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Page 239: Visita Pastorale al I Vicariato

Ora, continua Don Ignazio, l’impegno ad extra della Chiesa di Gesùdomanda: partecipazione, comunione, dialogo ed ascolto, cura delle rela-zioni, continuità fra passato e futuro, creatività ed elasticità, sguardo pri-vilegiato verso i poveri.

Detto tutto questo, la comunità non nasconde quanto sia grande ladifficoltà della realizzazione delle attività pastorali in toto a causa del peri-coloso “deperimento” della struttura parrocchiale e del rischioso crollo dialcune parti di essa, in special modo della canonica, motivo per il quale lapersona del parroco si sobbarca ancora pesanti disagi con conseguenzesulla sua stessa salute.

A questo stato di cose, che comunque nulla tolgono all’entusiasmo eall’intensità dell’impegno evangelico e sociale di tutta la comunità, occor-re segnalare l’inadeguatezza dei mezzi a motivo della precarietà economi-ca della parrocchia e del quartiere stesso (ci piacerebbe avere, ad esempio,un pulmino a beneficio dei bambini e degli anziani).

Se si esclude la parrocchia, oltre che come struttura, nel nostro quar-tiere si può registrare, ed è il parere unanime dell’assemblea, solo desola-zione ed abbandono, anche istituzionale. Tutto ciò rappresenta un verodramma per la nostra realtà territoriale che sembra destinata ad aggravar-si nonostante gli appelli e le ripetute iniziative di questi ultimi dieci anni.

La voce di ogni singolo parrocchiano presente a questo incontrovoluto dall’Arcivescovo, si esprime all’unisono, con elevata preoccupazio-ne, circa il paradosso di un centro storico che è già periferia, pur essendola Civitas, il cuore istituzionale (come era inteso sin dalla presenza nor-manna), sociale e morale della città. Infatti nel nostro territorio parroc-chiale insistono le seguenti realtà: Teatro Bellini; sede Teatro Stabile;Palazzo Valle; parte di palazzo Biscari; Capitaneria di porto; alcuni conso-lati e sindacati; la Squadra mobile e un Commissariato di polizia; ilConvitto Cutelli e la scuola privata San Francesco da Paola.

A chiusura dell’incontro si vuole segnalare all’Arcivescovo, conside-rando il Direttorio come utile e pregiato strumento di studio e formazio-ne per tutti, avente come punto centrale ed essenziale la verifica pastoraledel nostro cammino, preziosa, questa verifica, per la conversione pastora-le che tanto bene riecheggia nella Nota pastorale della C.E.I. su Il voltomissionario delle parrocchie in un mondo che cambia, che venga accolta dun-que, in occasione della Visita pastorale, l’istanza di questa comunità che

Fase preparatoria

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proprio per il volto missionario della Chiesa di cui tanto si parla, si appro-di a quello stile ecclesiale, comunitario, di perequazione economica fraparrocchie ricche e parrocchie povere, come mutuo sostegno evangelicodell’unica missione per l’annuncio del Regno.

La riunione si conclude con la preghiera e con gli auguri partecipatia Mons. Carmelo Smedila in occasione del suo ormai prossimo onomasti-co.

Catania, 15 luglio 2010CRISTINA MIRADOLI

Segretaria del Consiglio pastorale

Fase preparatoria

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Incontro conl ’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

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Calendario1

DOMENICA 14 NOVEMBREore 10.45 - Accoglienza dell’Arcivescovo e Celebrazione Eucaristica

A Largo 17 Agosto benedizione lapide ricordo

LUNEDÌ 22 NOVEMBREore 15.50 - Visita ad alcuni fratelli ammalati

ore 17.00 - Confessioni; incontro e dialogo con i fedeli

ore 18.30 - Incontro con il CPP ed CAE

ore 19.30 - Assemblea pastorale. Adorazione Eucaristica e benedizione

GIOVEDÌ 25 NOVEMBREore 09.30 - Visita al Convitto Cutelli

ore 11.00 - Visita al Porto

Incontro con l’Arcivescovo

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1 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

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Ore 11.00 - Parrocchia San Gaetano alla Marina

MESSA DI APERTURA

Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica

Eccellenza,

Le diamo il nostro più affettuoso e caldo benvenuto!Molte volte l’abbiamo avuta, in questi anni, qui nella nostra parroc-

chia, e indimenticabile è stata la sua prima messa in Arcidiocesi quando,all’indomani del Suo ingresso per iniziare il Suo servizio pastorale nellaSanta Chiesa catanese, il 6 agosto del 2002, condivise con questa nostracomunità la celebrazione della festa di San Gaetano. Ed è da allora,Eccellenza, che ci sentiamo in Visita pastorale per le numerose volte chequi l’abbiamo veduta intervenire per le iniziative parrocchiali a cui ha sem-pre dato il Suo paterno sostegno, in questo luogo di fede, dove la comu-nità avverte sempre la voce e la forza della Parola del Signore che convo-ca, la voce e la forza della Parola di Dio nel territorio.

Ci troviamo in quella antica chiesa che, sin dal lontano 1289, ha vistoinnalzare la lode al Signore, quando le Benedettine di Cibali del Monasterodi Santa Sofia, fondato dal Papa San Gregorio Magno nel 591, essendonumerose di vocazioni, fondarono anche alla Civita un monastero, dedi-cando la loro cappella a Santa Venera. Nei secoli successivi il plesso mona-stico venne dedicato a San Giuliano e, dal 1727, la chiesa nuova, ricostrui-ta in seguito al disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693, nell’antico quar-tiere in cui nacque Agata, la gloria di Catania, venne affidata ai Teatini chevi portarono il culto del Santo di Thiene.

Dopo questo brevissimo excursus storico ci pare di poter dire che qui,Eccellenza, siamo nel pieno della sintesi della Metropolia dell’Arcidiocesidi Catania, proprio per i suoi tre Santi: Santa Venera (Acireale, ed oggi sicommemora la traslazione delle Reliquie); San Giuliano (Patrono diCaltagirone); Sant’Agata (natia di questo luogo, proprio a pochi passi daqui).

Ci piace, Eccellenza, essere qui con Lei oggi! Dietro a me, mentre Le

Incontro con l’Arcivescovo

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rivolgo il saluto di benvenuto, attenta e devota è la presenza dei fratelli edelle sorelle di questa comunità, a partire dai bambini, che Lei vede in pri-ma fila, tutte le giovanissime coppie cristiane che guarniscono consistente-mente questa aula liturgica, i giovani, e tutti gli altri che sono più in avan-ti nel cammino di fede, e non solo per età, i catechisti, il Consiglio pasto-rale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici.

E così dunque, Eccellenza, Lei giunge come Pastore. Il mio saluto diparroco vuole sottolineare questo: il Pastore ha iniziato il Viaggio, e noi loiniziamo con Lei, con quegli elementi essenziali, la Conversione, l’Ascoltoe la Preghiera, che ci ha consegnato durante la preparazione della Visitapastorale: chi viaggia si mette in ascolto, chi veramente si mette in ascolto,come Lei ci ha ripetuto in maniera fortemente spirituale, si è già messo inviaggio, in vista di un ulteriore approfondimento e realizzazione dellaComunione, del Servizio e della Missione.

C’è un programma di viaggio in tutta questa Visita pastorale: scopri-re ancor di più l’identità di Gesù, conoscendolo e sperimentarlo nel quo-tidiano, superare le difficoltà e seguire la Sua strada. Il discepolo che ascol-ta - e tutti noi lo siamo - ascolta non per saperne di più, ma per prenderecoscienza anche ecclesiale, dei compiti, degli impegni e delle responsabili-tà che gli vengono assegnati, e realizzare, insieme con tutti i fratelli, il pro-getto di Dio su di noi e sul mondo che parte dall’incontro “pericoloso”con Cristo, che ci provoca, ci chiama fuori, per superare una vita fittizia,fuori da orizzonti soffocati o da dimensioni riduttrici, per farci compren-dere che Dio ancora ci precede nel viaggio verso Gerusalemme e che nonè d’accordo con i nostri ritardi.

Eccellenza, mi piace dirLe anche questo: siamo alla Civita, quartiereche Lei conosce bene e che frequenta tanto. È necessario “frequentare” iquartieri perché, davvero, una Pastorale della periferia possa sostenerel’impegno non facile dei parroci chiamati in queste realtà a diffonderesegni di speranza, promuovere, creare, attuare una teologia della città chesia connessa al discernimento, alle scelte sociali dei singoli credenti conuna rilettura del servizio e della speranza; un’azione Altra, coinvolgendo leAmministrazioni, inventando modalità di impegno culturale ed educati-vo, risvegliando responsabilità e sollecitando le realtà del territorio comeprerequisito, precondizione per crescere insieme. In poche parole: per nonessere orfani di territorio!

Incontro con l’Arcivescovo

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Ogni battezzato è in stato di vocazione, appartiene al numero deichiamati, e mai e poi mai può assuefarsi al fumo delle candele. Davvero èproibito addormentarsi! Bisogna alzarsi e fare l’Aurora: occorre comincia-re a preparare il nuovo giorno. Dunque alziamoci, fratelli e sorelle, vivia-mo l’itinere del Vangelo, percorriamo il viaggio perché peccato è… nascon-dersi!! Oggi più che certificare la prova dell’esistenza di Dio è necessarioprodurre le prove dell’esistenza dei cristiani.

E concludo con quella preghiera che poco fa abbiamo sentito pro-nunciare nell’accoglierLa, quella per le Chiese locali: «O Padre, che nellesingole Chiese pellegrine sulla terra manifesti la tua Chiesa una, santa, cat-tolica e apostolica, concedi a questa tua famiglia, concedi al nostro amatoquartiere della Civita raccolto attorno al suo Pastore Salvatore, di cresceremediante il Vangelo e l’Eucaristia nella comunione del tuo spirito perdivenire immagine autentica dell’assemblea universale del tuo popolo estrumento della presenza del Cristo nel mondo, amen». Signore, sia fattala tua strada!

Buon viaggio, Eccellenza!SAC. IGNAZIO MIRABELLA

Parroco

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli Presbiteri e Diacono, Fratelli e Sorelle, particolarmente voi carissimi ragazzi, carissimi giovani,

1. Oggi iniziamo la Visita pastorale in questa parrocchia. PadreIgnazio ha sottolineato il ricco significato di questo momento di grazia cheil Signore concede sia a tutta la nostra comunità diocesana sia a questacomunità parrocchiale. Tutte le singole parrocchie vivranno questomomento della Visita pastorale, ma tutta l’Arcidiocesi è in Visita, perchéc’è per tutte il momento della preparazione. Ringrazio Padre Ignazio etutti coloro che hanno collaborato nel tempo di preparazione alla Visita inquesta parrocchia di San Gaetano alla Marina. La preparazione, lo svolgi-

Incontro con l’Arcivescovo

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mento, il Dopo Visita, sono condizionate dal tempo: voi siete le prime par-rocchie; ci saranno alla fine le ultime, ma tutte restano sempre in questomomento di grazia: il tempo della Visita pastorale.

2. Padre Ignazio ha ricordato particolari e significativi eventi.Anch’io ricordo che l’indomani dell’arrivo a Catania, il 7 agosto 2002, hocelebrato in questa Chiesa; ero arrivato il giorno prima e ci siamo subitoincontrati. Padre Ignazio ha, inoltre, sottolineato anche il legame conSanta Venera (oggi ad Acireale si ricorda appunto la traslazione delle reli-quie) e il particolare vincolo con San Giacomo patrono di Caltagirone.Sono collegamenti che ci fanno capire come la vita della fede è ricca direlazioni. Ricordiamo quella splendida espressione di Benedetto XVI pro-prio all’inizio del suo ministero: “Chi crede non è mai solo”. Questi colle-gamenti, tutta questa ricchezza, ci permettono veramente di dire con ilPapa: “Chi crede non è mai solo”: c’è il Signore, c’è questa bella realtà dellacomunione dei Santi che ci lega con quelli che già sono in cielo, che tieneuniti noi qui pellegrini sulla terra. Padre Ignazio ha sottolineato ancora ilcarattere “itinerante” che caratterizza la Visita pastorale: è iniziato questocammino per tutta la Chiesa catanese, per la comunità diocesana, oggi ini-zia qui per questa comunità parrocchiale.

3. La pagina del Vangelo (Lc 21,5-19) appena proclamata è partico-lare; forse siamo rimasti impressionati da tutta questa descrizione: guerre,persecuzioni e tutto il resto. È un modo di dire particolare dietro il qualel’importante è cogliere il vero messaggio. Il messaggio che Gesù vuole con-segnarci possiamo riassumerlo in tre espressioni: Egli ci invita alla calmaanche se ci saranno delle persone che di fronte a tante calamità si allarme-ranno ritenendo vicina la fine del mondo.

Il secondo messaggio che ci trasmette è quello della fedeltà. Sappiamoche le persone coerenti, le persone fedeli tante volte incontrano difficoltà:in questi giorni tanti nostri fratelli e sorelle sono uccisi in varie parti delmondo per la loro fede. “Metteranno le mani su di voi”: quello che diceGesù non è semplicemente un’immagine; purtroppo ogni giorno sentiamoche ci sono dei cristiani perseguitati. Gesù lo aveva previsto e per questo ciha incoraggiato: “Non vi allarmate, io sarò con voi”, proprio perché perprimo ha sperimentato tutto questo. “Sono con voi, non vi abbandono”.

Incontro con l’Arcivescovo

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Quando siamo nelle difficoltà, e persino nella persecuzione, abbiamol’occasione per dare testimonianza. E quanto grande è la testimonianzache ci danno questi fratelli! Testimonianza anche di martirio, non soltan-to Sant’Agata, non soltanto Santa Venera ai loro tempi; ma oggi ci sonoquesti fratelli, queste sorelle che danno testimonianza sino al martirio. Eci sono ragazzi, ci sono giovani, ci sono sposi, persone consacrate, sacer-doti, vescovi... Tutti siamo chiamati a dare testimonianza se non fino almartirio, tuttavia a vivere ogni giorno in modo tale da manifestare ilnostro essere cristiani. Infine, il brano del Vangelo odierno ci invita adessere perseveranti: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».Perseveranti nel bene, e San Paolo (2Ts 3,7-12), nel brano che abbiamoascoltato, sottolinea una condizione molto importante della perseveranza:non possiamo essere pigri.

San Paolo aveva illustrato quello che anche noi crediamo: “Di là ilSignore ritornerà per giudicare i vivi e i morti”, così come professiamo nelCredo. Ci furono alcuni che interpretarono queste parole come un ritornoimminente del Signore e dunque una esclusione di ogni impegno perso-nale. Invece, secondo le parole dell’Apostolo, bisogna lavorare, impegnar-si e non essere pigri.

Sappiamo che - e nei nostri ambienti se ne fa amara esperienza - tantevolte questo dovere, purtroppo, non viene percepito. Il grave problema dioggi è quello della disoccupazione, il rischio che chiudano le fabbriche,che tante famiglie si trovino in particolare difficoltà. Se c’è il dovere dellavoro ci deve essere anche l’impegno da parte delle istituzioni, da parte diciascuno di noi, a fare in modo che ci siano queste condizioni che permet-tano a tutti di compiere il dovere del lavoro, di avere il diritto di dare ilproprio contributo alla crescita della comunità: questo è il lavoro; il lavo-ro per il proprio sostentamento, per la famiglia, ma anche per fornire uncontributo alla vita della comunità. Ecco, la testimonianza che possiamodare nella vita di ogni giorno, anche attraverso la nostra operosità, l’impe-gno nel lavoro.

Diritto al lavoro e impegno personale a fare bene il proprio lavoronon si escludono ma devono stare sempre insieme.

4. La Visita pastorale allora vuole essere l’occasione per rafforzarcinella fede, per stare sempre uniti a Gesù, seguire Lui nostra via, verità e vita.

Incontro con l’Arcivescovo

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Page 249: Visita Pastorale al I Vicariato

È significativo che iniziamo la Visita pastorale con la CelebrazioneEucaristica che è il modo più bello per essere uniti a Gesù.

La Visita pastorale deve farci capire che tutti siamo chiamati a daretestimonianza che siamo cristiani; non soltanto perché lo diciamo, ma per-ché viviamo da discepoli di Gesù, osserviamo i comandamenti del Signore,ci comportiamo secondo la dottrina della Chiesa.

La Visita pastorale vuole essere un incoraggiarci a vicenda per essereperseveranti per non arrenderci, per ricominciare sempre nella vita perso-nale, familiare, civile, nella vita della Chiesa. Ci sono le difficoltà, ma nondobbiamo arrenderci; il Signore ci chiama ad essere perseveranti e dobbia-mo aiutarci reciprocamente. Gesù ci assicura che se ci comportiamo cosìsalveremo la nostra vita nel senso che saremo sempre con Lui. Se siamocon Lui in questa terra, ogni giorno, lo saremo, poi, per sempre nell’eter-nità.

Così sia per tutti noi.

✠ SALVATORE GRISTINA

Incontro con l’Arcivescovo

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Dopo la Celebrazione Eucaristica, in processione l’Arcivescovoe tutti i fedeli si sono recati a Largo 17 Agosto dove è stata

benedetta a ricordo della Visita pastorale una edicola votiva conl’immagine della Madonna e la seguente iscrizione:

All’inizio della Sacra Visita Pastorale

l’Arcivescovo Metropolita di Catania, Mons. Salvatore Gristina

alla presenza del parroco, Sac. Ignazio Mirabella,

dei bambini e dei fedeli tutti della Civita,

invoca la Benedizione sul cammino evangelico della Comunità.

Catania, 14 novembre 2010

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Alle 15.50 l’Arcivescovo, accolto dal parroco all’ingresso della chiesa eaccompagnato dal parroco e dai ministri straordinari della distribuzio-ne dell’Eucaristia, ha visitato alcuni fratelli ammalati e alle 17.00, pres-so una saletta della parrocchia, si è poi reso disponibile per le confessio-ni e il dialogo con alcuni fedeli.

Ore 18.30 - Parrocchia San Gaetano alla Marina - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALEED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Intervento del segretario del Consiglio Pastorale Parrocchiale,signor Giuseppe Roggio

Il Consiglio pastorale unitamente al Consiglio per gli affari economi-ci, riuniti oggi in seduta congiunta, porgono con gioia il loro salutoall’Arcivescovo Salvatore, Pastore della Chiesa locale, venuto ad incorag-giare e a rinvigorire le nostre energie alla luce del Vangelo.

Sin dal suo insediamento, il Consiglio ha lavorato per promuoverel’azione pastorale parrocchiale, sempre pronto ad accogliere ciò che loSpirito Santo continua a rivelare attraverso l’ascolto della Parola e la lettu-ra “sapienziale” del territorio, lavorando e promuovendo man mano neglianni, di pari passo con l’azione pastorale, un osservatorio attento alle pro-blematiche del luogo, in modo tale da contribuire ad attenzionare, in par-ticolare modo alle Istituzioni, il degrado in cui esso versa.

Per quanto riguarda la Liturgia, è stata attribuita qualificazione for-mativa ai ministeri dei lettori e dei ministranti, ricercando in maniera piùalta e speciale nell’adorazione eucaristica, quei momenti di fraterna condi-visione, soprattutto come momento inscindibile del cammino di fede chetutti riguarda.

Il Consiglio ha lavorato e collaborato con il parroco Sac. IgnazioMirabella nell’amministrazione dei beni parrocchiali, ed in particolarmodo ha affrontato argomenti di grande importanza quali l’individuazio-

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ne dei criteri con cui gestire il patrimonio dei beni della parrocchia e lapreparazione dei bilanci preventivo e consuntivo, nella sua nuova formapastorale, al di là dei ghetti schemi di ragioneria.

È questa la realtà del vissuto parrocchiale che oggi presentiamo inumile sintesi all’attenzione del nostro Pastore, rinnovando il nostro impe-gno e continuando a seminare speranza, poiché la nostra ragione è ilVangelo farcito di sorriso, energie e coraggio e ravvivare così il nostro entu-siasmo.

A Lei, Eccellenza reverendissima, Pastore che è venuto a visitare il suogregge nel nome del Signore, con rinnovato slancio riconfermiamo lanostra disponibilità nell’attuare quanto lo Spirito Santo, attraverso la SuaPersona, vorrà indicarci a beneficio del cammino pastorale della nostracomunità.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Pur riconoscendo la presenza di tante difficoltà, é molto importanteche ci sentiamo una famiglia, la famiglia di Dio, dove tutti sperimen-tano la gioia di sentirci fratelli, sostenendoci vicendevolmente.

b. Apprezza la collaborazione che il Consiglio pastorale parrocchiale equello per gli Affari economici danno al Parroco. Esorta ad essereattenti al territorio, sforzandosi di cogliere sempre le attese per svol-gere al meglio la missione che il Signore ha affidato alla Chiesa. «LaCivita una volta era lo splendore di Catania, non che adesso non losia, ma, come in tutte le città, i centri storici vivono un tempo di dif-ficoltà». In questa realtà del quartiere, talvolta abbandonato a se stes-so, dove spesso sono carenti le strutture, bisogna non scoraggiarsi maie puntare sempre sulle formazione dei ragazzi.

c. Invita ad assumersi le proprie responsabilità, ad interessarsi della cosapubblica. Il cristiano deve distinguersi per l’impegno, poiché è chia-mato a vivere la propria vita non in parallelo, ma in simbiosi con leesperienze di ogni giorno.

d. Nel decennio 2010/2020 la Chiesa affronterà la questione moltoimportante dell’educazione: è necessario che gli adulti si impegnino

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in maniera particolare per i ragazzi. Le difficoltà devono tenere uniti,devono anche fare crescere nell’impegno soprattutto nei riguardi deipiù giovani.

e. Anche se le strutture a nostra disposizione sono povere, bisogna valo-rizzarle al massimo utilizzandole con cuore, intelligenza e buonavolontà. Non bisogna lasciarsi intimidire, bloccare dal poco che si ha,ma è necessario puntare ugualmente in alto senza fermarsi davanti ledifficoltà.

f. Invita ad organizzare e potenziare il servizio a favore dei malati e deglianziani sensibilizzando anche i ragazzi. La logica da seguire è che cia-scuno faccia bene la sua parte e tutta la comunità insieme si metta aservizio del Signore.

g. Lancia un messaggio di speranza, invitando a valorizzare quello chegià esiste: «Il Signore valorizza e premia il nostro impegno, anchequando non si scorgono i risultati. Lasciamo che il Signore agiscasecondo i Suoi progetti; noi diamo gioiosamente la nostra collabora-zione. Il Dopo Visita deve essere testimonianza di questo impegno,con energie nuove e condivise. Seminate coraggio dovunque e sem-pre».

Ore 19.30 - Parrocchia San Gaetano alla Marina

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione Pastorale del Parroco

La popolazione della parrocchia di San Gaetano alla Marina, fino aqualche anno fa abbastanza consistente (3.000 circa), ultimamente registrauna flessione di presenze di residenti, in particolar modo a partire dal 2002,per i seguenti motivi: vendita di interi stabili abitativi in vista di un diver-so uso degli stessi (B&B; alberghi); abbandono di non poche abitazioni peril rischio crolli; corsa all’acquisto di diversi appartamenti di persone estra-nee alla Civita che in questo quartiere stanno realizzando una serie di inve-

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stimenti; un numero consistente di appartamentini o monovani affittati astudenti o a professionisti di passaggio; un numero man mano crescente diabitazioni affittate ad extracomunitari non residenti; vaste strutture di exmagazzini o teatri dismessi e abbandonati al loro destino; appartamentisfitti; sfollamento verso l’edilizia popolare di Librino.

Da una indagine statistica di recente ottenuta dall’Ufficio demografi-co del comune di Catania su richiesta della nostra parrocchia, si può rite-nere che il numero della popolazione consista di 1620 abitanti, ben distri-buita fra bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani.

StruttureLa struttura parrocchiale così per come è nata è di tipo tradizionale, è

vetusta, e, dunque, poco adeguata per una nuova concezione di attività e divita pastorale, insufficiente per uno svolgimento pratico dell’attività comu-nitaria in quanto tale, ancor più per la situazione di grave fatiscenza e didissesto edilizio.

Con i miei quarantanove anni sono l’unico presbitero in azione rispet-to all’immane lavoro pastorale che questa parrocchia si è sobbarcato in que-sti ultimi dieci anni. Non sarebbe male poter disporre di qualche collabo-razione: anche un seminarista costituirebbe già tanto!

Qui, essere annunciatori del regno, significa porre in essere, e lo dicocon convinzione, un forte spirito di aggregazione…

Purtuttavia la partecipazione alla messa domenicale è davvero alta. Anziani, adulti, giovani, famiglie, bambini santificano il giorno del

Signore come esigenza di un cammino che fa mobilitare il popolo di Dio,che vive le tappe della ricerca, di domenica in domenica, con profondo sen-so gioioso e con reciproca e condivisa amorevole accoglienza.

Nei giorni feriali la frequenza è media, a volte alta, e l’Eucaristia è vis-suta, durante la settimana, come ricerca, bisogno, verifica, approfondimen-to e inveramento spirituale di ciò che è stato celebrato e condiviso nelladomenica.

Gli organi di partecipazione sono sempre mobilitati a motivo di tuttele attività pastorali e di tutte le relative iniziative socio-culturali che soven-te impegnano la parrocchia.

Della festa patronale è il Consiglio pastorale parrocchiale che se neoccupa, con la collaborazione di tutti i fratelli, perché la “festa del regno”

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non venga intralciata da dubbie proposte o strane finalità che vi si possonocelare quando viene creato un comitato: niente politici, niente danaroignoto e niente amici degli amici…

Detto questo, nella nostra comunità, in base alle tematiche pastorali esociali che si adottano di anno in anno, capita di collaborare con associa-zioni o gruppi che all’unisono con la parrocchia si dedicano ai bambini e alquartiere.

Di comunità religiose e di organizzazioni sociali non si registra alcunapresenza.

La parrocchia da anni lavora anche attraverso la creazione di borse distudio a favore dei minori a rischio, in diretta collaborazione con l’associa-zione Città-Quartiere di Catania.

Primo obiettivoLa conoscenza territoriale della nostra parrocchia sta portando sem-

pre più la comunità al confronto col crescente pluralismo culturale e reli-gioso. È il centro storico che già lo esige, sia per le diverse iniziative cultu-rali istituzionali e che qui si riversano per il fenomeno del mondo giova-nile che fa massa, a volte in maniera preoccupante (pub - centri di avan-guardia giovanile - animazioni ideologiche improvvisate - presenze cultu-rali), sia per la presenza di extracomunitari e immigrati più o meno di pas-saggio (confronto con l’Islam).

Proprio per questo non sono mancate in questi 10 anni occasioni diconfronto e di condivisione con queste realtà “altre”, con le più diverse esvariate forme attivate attraverso lo strumento da noi ritenuto privilegia-to, quello culturale, che significa: incontro, dialogo, confronto, partecipa-zione delle proprie e specifiche ricchezze e identità, scoperta e visibilizza-zione dei “semi di verità”.

Ad esempio, con un gruppo di giovani artisti, lontani dalla religionee dalla fede, abbiamo realizzato un lavoro sulle apparizioni di Lourdes.Con i fratelli musulmani presenti nel quartiere si sta studiando la realizza-zione di una “forma” di dialogo e di incontro spirituale a partire dal patri-monio biblico comune.

In questo modo, ma anche per altre occasioni ed iniziative, è statopossibile come comunità cristiana sentirsi casa di accoglienza per ascolta-re paure e speranze, domande e attese di quelle tante persone considerate

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lontane direttamente o indirettamente. Proprio qui si innesta la testimo-nianza per un rinnovato annuncio con tutta la coerenza che ne conseguecirca la maturità e la maturazione di un Vangelo che ci fa stare su strada,al di là e lungi dall’essere una gretta e superata agenzia del sacro.

Secondo obiettivoL’iniziazione cristiana, per quanto ci riguarda, ha un argomento tutto

a parte.Da circa tre anni si sta tentando di riformulare il percorso catechisti-

co, oltre che come metodologia, soprattutto come stile comunitario eccle-siale che tutti ci pone in (una) catechesi permanente: l’iniziazione cristia-na come tappa senza scadenza, per formarsi e prepararsi per il Regno.

Quindi, questo discorso è tutto da far sviluppare per la catechesi inparticolare e per tutta la comunità in generale, a partire dalla famiglia.

Rinnovato primo annuncio della fede e progetto educativo, comun-que sono una costante della pre-occupazione pedagogica evangelica diquesta parrocchia per il coinvolgimento delle generazioni che, man mano,si susseguono nel territorio della Civita in contrapposizione a quella men-talità gretta e becera di essere solo fruitori di luoghi aggregativi e accapar-ratori di sacramenti.

Negli anni, la catechesi ai nostri ragazzi è stata “globalizzata”, amplia-ta cioè verso quell’attualità del quotidiano per favorire l’itinerario testimo-niale di chi nel suo cuore “decide il santo viaggio”.

Terzo obiettivoPer quanto riguarda l’Eucaristia come cuore della domenica, qualco-

sa abbiamo già detto nella premessa statistico-pastorale e non pochi sonogli sforzi della comunità e del presbitero perché questo giorno sia percepi-to come: giorno del Signore; giorno della Chiesa; giorno dell’uomo; gior-no della famiglia.

Tutti i valori e i “segni” fanno da rimando alla carità e alla festa, cosic-ché la domenica è sempre, simultaneamente e contemporaneamente,punto di arrivo e punto di partenza, in vista della missione, ma anche invista di quei ministeri che man mano si stanno manifestando come donoche il Signore concede alla comunità per presentarsi e affidarsi al discerni-mento del Vescovo.

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Quarto obiettivoIl quarto obiettivo è tutto un programma che per essere portato a

compimento, e in questo senso si lavora a tutti i livelli, si ha prima biso-gno di un’approfondita analisi sociologica “attualizzata” della condizione edella situazione del quartiere a tutti i livelli e a 360º: dalla disoccupazio-ne, alla criminalità piccola, grande e organizzata, alla mafia, alla droga, alladispersione ed evasione scolastica, allo sbando di alcune famiglie, all’inci-denza che hanno il consumismo e l’apparire su tanti giovani, il senso civi-co, la preparazione culturale, il senso del bene comune e dell’altro, la capa-cità personale e comunitaria di decidersi e spendersi per la “costruzione diuna città nuova”, ecc..

È, dunque, tutto da discutere e da rivedere con una aggiornata,costante e permanente analisi.

Quinto obiettivoQuesto quinto passaggio rasserena molto la comunità, perché davve-

ro si riconosce profondamente nella dimensione popolare di cui nell’obiet-tivo, legata a rapporti e a legami di fraternità e di compartecipazione(anche con gli stessi musulmani).

Tutto ciò, soprattutto in ambito caritativo, (in collaborazione anchecon le realtà sociali deputate) come da sempre è trattato col massimo delladelicatezza e della vicinanza solidale nell’attuazione operativa dal gruppo“ascolto”, mentre il versante multimediale viene curato maggiormentequando ai contenuti evangelici, che la comunità matura, viene data formadalle varie iniziative sia ad intra e sia ad extra.

Sesto obiettivoQuesto punto sta molto a cuore a questa comunità parrocchiale e

spera nel proseguimento dell’impegno pastorale comune non solo con laparrocchia di San Francesco da Paola ma anche con le altre vicine finquando la pastorale integrata, di cui tanto si parla, non diventi finalmen-te esigenza intelligente e unificante delle comunità che operano nel IVicariato e che sono pronte ad abbracciare questo “nuovo” stile.

Settimo obiettivoCome ho già potuto dichiarare nella premessa statistico-pastorale, né

operatori “nuovi”, ne tantomeno “vecchi” ha nel suo organico la parroc-

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chia di San Gaetano. Da questa parte del Vicariato pesa pure questo svan-taggio che la nostra gente tanto avverte e percepisce.

Il Consiglio pastorale parrocchiale si pone come strumento per spe-rimentare la presenza del Signore col coinvolgimento di tutta la comunitàche in toto si fa carico della capacità progettuale sempre in vista di unaindispensabile, necessaria verifica pastorale, e come coscienza ecclesiale ecome discernimento comunitario.

Il Consiglio per gli affari economici è parte di questa visione e di que-sta traiettoria progettuale: farsi carico gli uni dei pesi degli altri, in unaChiesa che annuncia, ancor oggi, il Vangelo in un mondo che cambia.

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

I presenti hanno confermato quanto presentato dal parroco nella rela-zione pastorale, dichiarandosi contenti per la presenza dell’Arcivescovo, alquale hanno anche attestato la stima per Don Ignazio Mirabella che siaugurano possa continuare a guidarli nel cammino di fede e nelle difficol-tà quotidiane particolarmente rilevanti nel territorio.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Anzitutto desidero ringraziare tutta la comunità parrocchiale per ilmodo in cui sta vivendo la Visita pastorale. Il I Vicariato ha avuto ilprivilegio di iniziare per primo la Visita. Voi siete le prime parrocchieche sto visitando ed avete avuto il problema della preparazione inter-calata con l’estate. Quindi mi piace, ogni volta, dire grazie al Parroco,al Consiglio pastorale e al Consiglio per gli affari economici per tuttoquello che è stato fatto. Si tratta veramente di un momento importante perché tante personesi lasciano coinvolgere; devo dire che sia in Cattedrale, sia nella par-rocchia Santa Maria dell’Aiuto, dove ho concluso stamattina, sia inquesta parrocchia, c’è stata una sentita partecipazione. La Visitapastorale, come sottolinea la preghiera, è un momento di Chiesa da

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vivere insieme. È una grazia del Signore anche per me che vi incon-tro e vi posso conoscere sempre di più. Posso dirvi così, con sempli-cità e affetto, che vi seguo e seguo la vita della comunità parrocchia-le. Grazie, quindi, per avere risposto all’invito del Signore a vivereinsieme questo momento così importante.

b. Abbiamo ascoltato la relazione di Padre Ignazio. Tanti sono gli aspet-ti che possono essere sottolineati. Dopo la Visita manderò una lette-ra in cui riprenderò anche alcune cose che Padre Ignazio ha eviden-ziato e che hanno avuto un riscontro anche negli interventi da voifatti. Mi piace dire subito che è importante conoscere bene il territorio. Unterritorio così tipico come la Civita ha una sua identità, una sua sto-ria, un suo presente bello anche se carico di difficoltà. È importantela particolare focalizzazione che è stata fatta del problema giovanile edi tutto quello che essa significa in questo quartiere. È importante, intal senso, che i ragazzi si sentano accolti, che possano impegnarsinella comunità, perché altrimenti rischiamo di privarci della bellarealtà giovanile; una famiglia, una comunità, una nazione senza gio-vani, si rivela molto di povertà.

c. Dovete essere fieri di far parte di questo territorio perché esso ha unasua storia civile, religiosa, ecclesiastica non indifferente. Questo sensodi giusta appartenenza, di comprensibile fierezza devono camminareinsieme all’apertura nei riguardi delle altre parrocchie; soprattuttobisogna insistere molto nella collaborazione tra questa parrocchia equella di San Francesco da Paola che si trova nello stesso quartiere.“Cattolico” implica questa apertura, la presenza nel territorio, anchecon questa capacità di cuore grande, di accoglienza e di simpatiaverso gli altri. Poi ci sono tante belle risorse da condividere, ci sonoanche problemi da affrontare insieme: non bisogna mai scoraggiarsi,perché se cerchiamo di stare uniti anzitutto al Signore e di stare unititra di noi, possiamo superare il senso di scoraggiamento. Lo ripeto:bisogna lavorare insieme.

d. Nel Dopo Visita dobbiamo cercare di incrementare questa collabora-zione tra le varie parrocchie anche grazie al contributo di Mons.Smedila, Vicario foraneo nel I Vicariato, e di Don Pietro Longo,

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Vicario episcopale per la pastorale. Colgo l’occasione per ringraziarli,insieme a Padre Massimiliano Parisi che mi collabora come segretarioe coordina la Segreteria per la Visita pastorale, per l’impegno chemettono nella preparazione e nello svolgimento della Visita pastora-le. Uno dei suoi frutti migliori deve essere proprio quello di crescerenella comunione, nella collaborazione tra le parrocchie vicine.

e. Nei vari interventi avete fatto accenno anche alla necessità di un col-laboratore. Al presente mi risulta difficile esaudire tale richiesta; nonesistono, infatti, sacerdoti “disoccupati”. Vedremo se nell’immediatofuturo sarà possibile destinare qualche seminarista per l’esperienzapastorale in questa comunità. In passato c’erano molti più sacerdoti,oggi è diverso, ma io ringrazio il Signore perché tutti i sacerdoti lavo-rano e vi posso assicurare che lavorano con impegno e ne sono con-tento. Il Parroco, è vero, deve fare tante cose, ma bisogna collaborarlo: frut-to della Visita pastorale deve essere questo maggiore impegno nelcoinvolgimento dei laici. Questa è la logica della Chiesa e noi dob-biamo muoverci così. Ciascuno deve esercitare il proprio impegnosenza invidie, senza gelosie, senza pensare a chi svolge ruoli piùimportanti e a chi meno importanti. Attenzione: nella Chiesa non cisono cose e persone importanti, cose e persone meno importanti.Nella Chiesa siamo tutti figli, siamo tutti fratelli e in questo siamotutti uguali perché battezzati, confermati con il dono dello Spiritosanto e perché partecipiamo all’Eucarestia. Questa uguaglianza restasempre; ci sono compiti diversi ma non discriminanti. Neanche ilVescovo è più “importante” perché i Vescovi, come il Papa, siamo aservizio di quanto il Signore ci chiede. L’importanza, la nobiltà delservizio dipendono dal nostro cuore, da come ci impegniamo nellapastorale e non dai segni di riconoscimento. Dobbiamo ripeterlosempre e con chiarezza: siamo tutti servi, ciascuno per quello che ilSignore ci chiede; tutti dobbiamo avere la gioia di lavorare, ciascunofacendo quello che può. Il parroco deve poter sperimentare la gioia diaccogliere e di valorizzare tutte le buone volontà: questa deve esseresempre più la caratteristica delle nostre parrocchie.

f. Vi ringrazio per il modo in cui stiamo vivendo la Visita pastorale. Ci

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metteremo tutti alla Sua presenza e dinanzi all’Eucaristia pregheremoper la Visita pastorale chiedendo al Signore di renderLo sempre piùuniti e perseveranti nell’impegno di servirLo con fedeltà.

Dopo l’Assemblea pastorale, segue in Chiesa un momento di adora-zione del Santissimo Sacramento, che si conclude con la recita dellapreghiera per la Visita pastorale e la Benedizione eucaristica.

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Buon Pastore - Mausoleo di Galla, Ravenna

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Ore 9.30

VISITA AL CONVITTO “MARIO CUTELLI”

Il Convitto Nazionale “Mario Cutelli” ha come Dirigente Scolastico ilRettore prof. S. Bresmes. Il numero totale dei docenti è 72. La popo-lazione studentesca stimata conta circa 85 alunni nella Scuola prima-ria, 204 alunni nella Scuola secondaria di I grado, 151 studenti nelLiceo Classico Europeo per un totale di 440 studenti.

Benvenuto degli alunni della Scuola primaria (Chiostro del Convitto)

Alunni della classe I:

PROMEMORIA

Ci sono cose da fare ogni giorno:lavarsi, studiare, giocare,preparare la tavola,a mezzogiorno.Ci sono cose da far di notte:chiudere gli occhi, dormire,avere sogni da sognare,orecchie per sentire.Ci sono cose da non fare mai,né di giorno né di notte,né per mare né per terra:per esempio, la guerra.

(G. Rodari)

Alunni delle classi II e III:

CANTO DLL’ARCOBALENO

Insieme con noi venite anche voila vita è per tutti un’occasione, non fa niente se uguali non siam

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faremo bandiera ovunque andremo. La felicità colore non ha, è un pezzo di cieloche dopo la pioggia ritorna sereno

Rit. Bianco, nero, rosso, giallo e tu prendi il posto che vuoie con noi canterai.

Noi siamo quelli che formiam l’arcobalenotanti colori che si tengono per mano, in tutto il mondo un po’ d’amore noi portiamoe regaliamo a tutti la felicità. La gente non sa che amore e bontàson fiori che stanno in un giardinodonarli tu puoi se solo lo vuoiraccoglili e dalli al tuo vicino. Tu sei come me, stringiamo le manitutti domani insieme restiamo.

Rit. Bianco, nero, rosso, giallo…

Alunni della classe IV:

LA BANDIERA VERA

Siamo tutti qui in questa bella valledove ci si saluta con una pacca sulle spalle,chi dal Mozambico, chi dal Regno Unito,taluni di pelle nera, altri di chiara carnagione,tutti quanti uniti sotto la stessa bandiera:quella della PACE… La bandiera VERA!!!!!

SORRISI PER LA PACE

Si accendono sorrisisui volti dei bambinie le parole si colorano sulle labbra,escono, si intrecciano,volano...Danzano su un grande arcobaleno,

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cadono a gocce come rugiadae tingono il mondo dei colori della Pace.

Alunni delle classi IV e V

SALUTO BIBLICO

Caro Vescovo, vorremmo dirti tante belle parole per esprimere lanostra gioia per la tua visita, ma siamo piccoli e non ne siamo capaci. Cisiamo allora rivolti alla Parola di Dio:

Dal libro dei Salmi: Venite, adoriamo, in ginocchio davanti al Signoreche ci ha creati. Egli è il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il greggeche egli conduce.

Dal libro del Profeta Isaia: Ecco, il Signore Dio viene con potenza…Come un pastore fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gliagnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri.

Dal libro del Profeta Ezechiele: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore ene avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, così io passeròin rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse…Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare.

Dal Vangelo di Giovanni: Io sono il buon Pastore, conosco le mie peco-re e le mie pecore conoscono me…e offro la vita per le mie pecore.

Caro Vescovo e Pastore, accogli il nostro saluto affettuoso e il nostrodesiderio che tu ci rivolga parole di pace. Questo desiderio lo esprimiamoanche con un canto: Venti di pace.

VENTI DI PACE

La pace è un sogno da sognare in tanti, è un desiderio di quelli importanti. La pace è un dono per il mondo intero, ci fa trovare un amore più vero. La pace è un canto da cantare insieme, un coro solo per un’armonia. La pace è un vento su nel cielo immenso

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che sveglia i cuori, salverà l’universo.

Venti di pace soffiano, venti di pace suonano, venti di pace cantano che il sole è tornato a splendere e ogni nuvola nera, chissà, solo un brutto ricordo sarà lassù nel cielo azzurro e sull’umanità.

La pace è un premio che si vince in tanti, ci fa vicini anche se distanti. La pace è un seme nelle nostre mani, da coltivare per un nuovo domani.

Venti di pace soffiano...

Ed il sole splenderà e la pace nel mondo ci sarà.

Venti di pace soffiano... Sull’umanità, sull’umanità.

Accoglienza da parte degli alunni della Scuola secondaria di I grado(scalone monumentale)

Esecuzione con flauti e violino dell’Alleluia (G. F. Haendel) edell’Inno al Creatore (L. Van Beethoven).

Incontro con il Rettore Prof. S. Bresmes, i docenti e gli alunni dellaScuola primaria, della Scuola secondaria di I grado e del Liceo ClassicoEuropeo (Aula Magna)

Alunni del Liceo Classico Europeo

Cenni storici sul Convitto Cutelli

Il testamento del conte Cutelli rivelò la volontà di destinare una partedei suoi possedimenti per la fondazione di un Collegio che ospitasse idiscendenti di uomini nobili.

Egli intendeva creare un vivaio di giovani patrizi in grado di occuparealte cariche presso la Gran Corte ed altri importanti Uffici. Il Conte mani-festò sempre il desiderio di “fondare un Collegio d’uomini nobili all’uso diSpagna, come uno di quelli della città di Salamanca, per tanti soggetti

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quanti vi capiranno a ragione di onze quaranta l’anno per ragione di ali-menti, vitto e vestiti il quale si abbia da fondare nella città di Catania perstudiare solamente legge Canonica e Civile”.

Il Collegio doveva seguire esclusivamente per i suoi discendenti secon-do le possibilità delle rendite o, in mancanza, ai giovani nobili.

Su autorizzazione papale, l’insegnamento si estese anche alle Lettere ealle Scienze. Il Collegio non fu soltanto per i nobili perché l’avvenutaRivoluzione Francese schiuse l’accesso anche ai giovani senza nobiltà dilignaggio.

È indubbio che il Collegio Cutelli di Catania dal 1779 ad oggi abbiadato a migliaia di giovani le più nobili idealità del sapere letterario - scien-tifico e della vita civile. Il poeta Domenico Tempio nel Lu veru piaciri, unpoema sulla Catania del suo tempo, così descrive la funzione del CollegioCutelli:

Eccuti ancora comu si distingui lu nobili Colleggiu di Cutelli in cui li figghi di li genti pingui ci vannu ammissi ad educarli nelli arti, e scienzi, e nelli dotti lingui, ballari, cavalcari, e cosi belli: acciocchì poi chistu terrenu cultu fruttu mi dessi in abbunnanza, e multu.

Le nobili famiglie catanesi - come deduciamo dalla letteratura de IViceré di De Roberto - mandavano i loro figli a studiare al Convitto per lapreparazione accurata e completa che ne ricevevano. Ed i giovani educatinel Collegio Cutelli ci tenevano a dimostrare la bontà dell’educazione rice-vuta dando alle stampe i loro saggi di filosofia, di diritto, di matematica edi fisica.

Oggi è l’unico Istituto statale nel quale s’inizia e si conclude il ciclodi studi, perché annovera la Scuola Elementare, la Scuola Media e l’unicoLiceo Europeo della Sicilia Orientale.

LA SALA DI UDIENZA DEL COLLEGIO DEI NOBILI

Dopo aver superato il monumentale scalone che conduce allo spazio-so corridoio del primo piano (che ricalca fedelmente l’impianto architet-

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tonico sottostante) si accede, da una porta a due ante, all’ampio salone cheattualmente funge da aula magna dell’Istituto.

Il salone, di rilevante superficie, assieme al cortile del Vaccarini, è illuogo più prestigioso di tutto l’edificio. I dipinti a tempera con tinte chia-ro-scurali, tutte variazioni di un unico modulo cromatico con tonalità sep-pia di fine eleganza e di interessante valenza storico-artistico, incantano losguardo di chi li ammira.

L’utilizzo prioritario è stato quello di salone per le udienze, ma neltempo è stato adibito ad usi differenti. L’attuale “Aula Magna” delConvitto, oggi viene utilizzata per riunioni dei docenti, ma anche comeauditorium per concerti, recital e manifestazioni culturali cittadine enazionali. Internamente decorato con motivi ornamentali e geometrici dipregevolissima fattura, ma bisognosi di un amorevole restauro, al centrodei quali sono rappresentati numerosi personaggi ispirati alla storia dellacultura, il salone alterna pilastri dipinti realizzati in chiaroscuro, sovrasta-ti da archi e sezioni d’arco che raggiungono il contorno rettangolare dellavolta e lunette, con mezzibusti affrescati su ogni porta, decorazioni squisi-tamente settecentesche. La volta è suddivisa in tre moduli pittorici da unfittizio soffitto a cassettoni, da cui pendono tre splendidi lampadari inmurano.

Sui pilastri a figura intera sono raffigurati Empedocle, Teocrito,Gorgia, Stesicoro, Filonide, Filistione ed Archimede. Sulla porta, che na-sconde l’altare, campeggia la lunetta col tondo raffigurante il conte MarioCutelli, fondatore della nostra istituzione scolastica.

Sul lato destro del salone è allocata una piccola cappella che servivaper la celebrazione della Santa Messa. Nell’altare ivi racchiuso troviamo unquadro raffigurante la Vergine con il Bambino. L’autore è ignoto, ma lafattura fa pensare ad un’opera della scuola settecentesca.

SOGNARONO L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA MA FURONO PUNITI CON

LA MORTE

L’aula magna del reale Convitto Cutelli nel 1837 fu sede dei proces-si contro i patrioti catanesi che, in seguito al colera esploso a Palermo, sierano ribellati ai Borboni. Infatti nell’isola era sempre forte il sentimentoseparatista, cui andava unita una repulsione invincibile verso i Napoletanie tutte le rivolte avevano avuto per scopo sempre l’indipendenza del paese

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da quelli che essi chiamavano dominazione napoletana. L’occasione per lenuove rivolte fu data dalla comparsa del colera, il quale, dopo avere infu-riato tredici anni nell’Asia aveva infestato l’Europa e, entrato poi in Italiadal Piemonte, aveva causato stragi in tutta la penisola e in Sicilia. Nelleprovince meridionali la morìa fu terribile: nella città di Napoli in cinquemesi perirono 13.798 persone, a Palermo ne morirono 24.000, oltre 2.000soldati della guarnigione e in tutta l’isola il morbo spense 69.250 persone.

Un po’ qua un po’ là nel Regno delle Due Sicilie ebbero luogo som-mosse occasionate dal colera. I liberali videro nel terribile morbo un pre-zioso alleato e sfruttarono l’ignoranza della plebe per suscitare rivoltedando a credere che l’epidemia era diffusa ad arte dal governo, o almenoche questo non si curasse di combatterla. Altri ancora affermavano cheinviava soldati sull’isola già ammorbati e già spacciati.

Cominciarono i moti: prima insorse Siracusa, dove la plebe abbatté leinsegne borboniche acclamando la costituzione siciliana; poi Catania, dovefurono distrutti i monumenti e le figure dei Borboni; poi disarmate le trup-pe fu formata una giunta provvisoria di governo.

La rivolta, che aveva portato alla proclamazione dell’indipendenzasiciliana, dal regno di Napoli fu repressa dal ministro Francesco Saverio DelCarretto, spedito a Catania con pieni poteri del sovrano. Seguirono perse-cuzioni, processi, condanne a morte. Sul prospetto del “Cutelli”, accanto alportone, una lapide ricorda l’evento.

Del Carretto, sbarcato a Catania il sei agosto e accolto con tutti glionori, non perdette tempo per agire energicamente e spietatamente. LaCommissione militare si pose subito al lavoro per giudicare i responsabilidella rivolta. Con il primo processo Giovan Battista Pensabene, GiacintoGulli Pennetti, Giuseppe Caudullo, Angelo Sgroi e Sebastiano Sciuto furo-no condannati alla pena di morte da eseguirsi con la fucilazione, e col ter-zo grado di pubblico scempio Antonio Faro e Litterio Ardizzone all’erga-stolo; i fratelli Salvatore e Sebastiano Finocchiaro alla pena dei ferri perventicinque anni. Nel secondo processo furono condannati SalvatoreBarbagallo Pittà, Giuseppe Caudullo e Gaetano Mazzaglia alla pena dimorte col terzo grado di pubblico scempio, da eseguirsi con la fucilazioneentro le ore dieci, Condorelli e Santo Sgroi all’ergastolo, GiuseppeCalandone alla pena dei ferri per venticinque anni. In un terzo processofurono condannati al carcere altri ribelli, fra cui Gabriele Carnazza che fu

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dopo deputato al Parlamento. Il marchese di Sangiuliano fu assolto. Alcuniarrestati morirono in carcere di colera prima di comparire dinanzi alTribunale militare. Nobile e fermo fu l’atteggiamento degli accusati dinan-zi ai loro carnefici. Durante il processo il presidente della Commissionemilitare: “Taci sciagurato!”, disse a Giacinto Gulli Pennetti che si difende-va, “la tua difesa è inutile, perché ti aspettano dieci palle in petto”.L’animoso giovane rispose “Lo so, per me basta una palla, potete serbar lealtre nove per il petto del nostro Ferdinando”. Il Pensabene rifiutò i confor-ti religiosi. “Sono cristiano” disse prima di morire, “ma cristiano secondo leleggi di Cristo, non secondo i precetti degli uomini, né riconosco per leggealtro che il Vangelo. Perdono del resto ai miei carnefici, non come oppres-sori della mia patria, essendo questo un delitto da non meritare perdononemmeno presso Dio!”. Triste e piena di malinconia fu la fine di BarbagalloPittà. Egli, il giorno dell’esecuzione capitale, non poteva più reggersi in pie-di, sfinito dalle torture e dal dolore di lasciare la madre, cinque figli e la gio-vane moglie senza aiuto alcuno, e fu condotto al supplizio, insieme con glialtri due suoi compagni di sorte, sopra una carretta. Il mare e il cielo di set-tembre splendevano intorno. La musica militare, per ordine di DelCarretto, eseguiva una melodia di Bellini che doveva essere ironica e suona-va invece come un inno di guerra al cuore dei tre condannati che ascende-vano verso la gloria.

Domande degli alunni della Scuola primaria

Classe IV:1. Caro Vescovo, quando eri piccolo, eri bravo a scuola?2. Quando e perché hai deciso di diventare sacerdote?3. Quanti anni hai e da quanto tempo sei Vescovo? 4. Che percorso hai fatto per diventare Vescovo?5. Caro Vescovo, so che ti piace aiutare i poveri. Una mia compagna

di classe, a causa del lavoro dei suoi genitori che sono impegnatiin una missione umanitaria, ne ha incontrati tanti! Abita, infatti,in Africa (in Malawi) ed è in Italia solo per un breve periodo. Èstata in Sudan, Egitto, Cina, Mozambico, RepubblicaSudafricana, Zambia, Tanzania. Tu sei stato in questi paesi pove-ri?

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6. Cosa si prova ad essere missionari? 7. Cosa fai per aiutare i paesi sottosviluppati?

Classe V:1. Quali erano i tuoi sogni e i tuoi desideri da bambino?2. Hai mai avuto il rimpianto di non essere sposato e di non avere

avuto figli?3. In che cosa consiste il lavoro del Vescovo?4. Quando incontri persone che non hanno niente, soprattutto bam-

bini, cosa fai per alleviare le loro sofferenze?

Domande degli alunni della Scuola secondaria di I grado

Classe III B:1. Com’è nata la Sua vocazione? In seguito a quale evento?2. La Chiesa, contro un sistema politico ingiusto, può rimanere

indifferente? O può lottare pacificamente secondo il messaggio diMartin Luther King?

3. Che differenza c’è tra Vescovo e Arcivescovo? Quali sono i lororuoli?

4. Cosa pensa riguardo all’insegnamento di altre religioni, oltre quel-la cattolica, visto che ormai il nostro è un Paese multiculturale?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Si mostra particolarmente lieto per l’incontro e ringrazia per l’acco-glienza; passa poi a spiegare il significato della Visita pastorale rifacen-dosi ai versetti biblici richiamati nel saluto dei bambini della scuola pri-maria: «Il Signore si prende cura di ciascuno di noi, ci ama in tutte leetà della nostra vita, in qualsiasi situazione ci troviamo. Sentiamoci per-ciò sempre amati, accompagnati, guidati dal Signore e sperimentiamo-lo specialmente durante questo incontro».

b. Loda le domande molto belle che gli sono state rivolte e che richiedo-no delle risposte estese, per cui si limita a rispondere in modo globale.Con stile paterno e molto caloroso racconta della sua infanzia e della

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vocazione al sacerdozio. Sottolinea come sono importanti tutti gli annidi scuola; è sempre importante il tempo dello studio, «tutto quello cheapprendete in questi anni serve per crescere oggi e domani per quelloche sarà il vostro impegno futuro. Vi auguro di essere bravi alunni,brave alunne».

c. Esorta gli alunni a scegliere un bel modello per la loro vita lasciandosiguidare dai buoni esempi.

d. Racconta delle sue attività, anche all’estero, da sacerdote e poi da vesco-vo. Evidenzia l’importanza di conoscere le lingue e le tradizioni di altriPaesi perché ciò arricchisce umanamente oltre che sul piano della cul-tura, soprattutto oggi che viviamo nell’era della comunicazione globa-le. È importante conoscere anche le altre religioni per rispettarle.«Dobbiamo crescere in questo senso di rispetto reciproco, di crescita,di collaborazione perché tutti facciamo parte di una sola famiglia. Oggici sono purtroppo tante guerre, tante crisi, tante difficoltà che nasconoproprio da questa mancanza di dialogo». Esorta i ragazzi a fare in modoche il mondo di domani abbia più pace, più rispetto… si comincia dapiccoli!

e. Si sofferma in modo più particolareggiato sulla sua attuale esperienzadi Arcivescovo di Catania spiegando anche le varie caratteristiche emodalità della gerarchia della Chiesa; sottolinea come tutto questo siamotivato dalle diverse funzioni a servizio del popolo di Dio ma tenen-do ferma la base dell’uguaglianza e della pari dignità.

f. Nessuno ha la bacchetta magica e le fate non esistono. La bacchettamagica in nostro possesso, è quella della possibilità di impegnarci insie-me. Ecco il motivo per cui il Convitto “Cutelli” è una bella realtà, unagrande famiglia.

g. Rifacendosi ancora alle varie domande poste dagli alunni, tratta il temadella non violenza in Martin Luther King ed esorta a combattere ilmale con il bene.

h. Alla fine pone lui una domanda, anzitutto a se stesso: Io cosa faccio,come mi impegno? Cosa faccio per aiutare gli altri? Come mi compor-to perché, ad esempio, la Città sia più pulita? Abituiamoci a fare

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domande agli altri ma anche di interrogare noi stessi. Vorrei lasciarvicon un augurio: crescete usando la testa e non dire, invece, fanno tutticosì… Ognuno di noi deve ragionare; man mano che cresciamo sare-mo in grado di ragionare sempre più e dare risposte sempre più belle».

Saluti finali (alunni del Liceo Classico Europeo)

Eccellenza,

a nome dei ragazzi del Liceo Classico Europeo, le porgiamo i nostripiù cordiali saluti. La vita scolastica impegna gran parte della nostra gior-nata, restiamo a scuola fino alle diciassette e trenta, compagni e professo-ri sono per noi una seconda famiglia.

Siamo grati ai docenti e agli educatori che sono per noi dei veri “mae-stri”, in quanto ci aiutano a conoscere il nostro passato, la cultura in cuiviviamo e a comprendere la realtà. Infatti noi giovani sentiamo la necessi-tà di avere dei punti di riferimento che ci aiutino ad affrontare il percorsodella vita. In particolare noi ragazzi di questa scuola che viviamo l’espe-rienza cristiana, la ringraziamo per la Sua visita in quanto la Sua presenzaè motivo di gioia per la gratitudine che viviamo verso la Chiesa. Essa infat-ti rappresenta una compagnia alla nostra vita, rappresenta il punto di rife-rimento nell’affrontare lo studio, la famiglia, i rapporti affettivi, gli idealie i progetti per il futuro.

La nostra appartenenza alla vita della Chiesa si esprime attraverso lapartecipazione nelle nostre parrocchie alla catechesi, ai sacramenti e adattività di volontariato (solidarietà verso persone povere e anziane, dopo-scuola ai bambini, partecipazione alla colletta alimentare).

Ringraziandola nuovamente per la Sua presenza, Le auguriamo unbuon proseguimento della Sua Visita pastorale perché essa sia motivo distimolo per una maggiore vicinanza ai giovani a favore dell’educazione.

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Ore 11.00

VISITA ALLA REALTÀ PORTUALE DI CATANIA

Intervento del sacerdote Corrado Pantò, cappellano di Maristaeli (stazione elicotteri della marina militare)

L’organizzazione cattolica Stella Maris e l’organizzazione del Welfardel mare esistono in tutti i porti. L’organizzazione prevede un vertice siada parte della Chiesa, sia in qualche modo istituzionale che è rappresenta-to dal nostro comandante generale. E questo tipo di collaborazione vienegià effettuato in tutti i porti tramite delle convenzioni. Con Sua Eccellenzaci siamo visti varie volte per portare avanti anche a Catania questo tipo diiniziativa; noi ci auguriamo di riuscirci, fermo restando che in questoperiodo le attività che il Welfar ha portato avanti sono state, in qualchemodo, tangibili. Cioè non è partita ancora la convenzione, però questoaspetto di assistenza è costantemente presente nella stessa attività che fa laMisericordia, che fanno tutte le istituzioni anche negli interventi delle par-rocchie che ci stanno vicine.

Noi ci auguriamo che Sua Eccellenza torni presto: l’organizzazioneWelfar, assieme all’Università di Messina, ha fatto uno studio eccezionaleperché è uno spaccato del mondo marittimo mondiale; uno studio socio-logico che è una fotografia fatta in tutti i porti italiani e, siccome in tuttii porti italiani abbiamo un’alta percentuale di marittima estera, questaindagine si estende ai marittimi di tutto il mondo. I risultati sono interes-santissimi anche da un punto di vista della spiritualità, un mondo cheovviamente è connotato da religioni diverse; lo sappiamo tutti, il porto èun centro e un crogiolo di interscambio, non a caso le grandi civiltà, legrandi culture sono nate da questi siti particolari. E continuano ad esser-lo oggi, anzi oggi sono ancora più importanti proprio per le esigenze cheabbiamo di contattare i nostri fratelli, quelle persone le quali, appunto, permotivi diversi, girano il mondo e, quindi, ci portano un pezzetto della loropatria, della loro cultura, della loro civiltà.

Nel gennaio 2011, fra i programmi vi è quello di ripresentare questo

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studio invitando i vertici e i due giovani sociologi che l’hanno curato. Dicoripresentare perché è già stato presentato qui a Catania; sono venuti daRoma, però in quell’occasione, non per colpa dei catanesi ma un po’ percolpa del taglio che è stato dato, eravamo pochissimi a godere di questotipo di studio. Ovviamente il giorno sarà stabilito in modo che SuaEccellenza possa essere presente.

Intervento dell’Ammiraglio, Comandante Domenico De Michele2

Oggi per noi è una giornata di grande festa, Eccellenza. La Sua visita non è soltanto la visita di un’autorità ma è una visita del

padre, di chi, in qualche modo, ci guida in quelli che sono i valori cristia-ni. Qualche anno fa, forse, sarebbe stato superfluo affermare i valori cri-stiani della nostra cultura e della nostra società, oggi c’è bisogno di ricor-darlo costantemente. Pocanzi ci ringraziavano per il salone messo a dispo-sizione: caro Padre, la galleria è la casa dei marittimi, è il centro delle atti-vità portuali e ci teniamo a mantenere gli impegni connessi con il nostrodovere come punto di riferimento e baricentro del mondo marittimo ingenerale e di quello portuale in particolare.

Oggi è una Visita pastorale e il Vescovo in queste visite ha il compi-to di prendere contatto con le realtà cristiane della sua Diocesi, di toccarecon mano l’attività delle parrocchie, gli effetti che hanno sui fedeli.

Il mondo marittimo è un mondo particolarissimo anche da questopunto di vita, nel senso che gli antichi, proprio su questa scia, su questareligiosità che, ovviamente, è molto più antica dello stesso cristianesimo,dividevano il mondo in vivi, morti e naviganti; questo per indicare le gran-di differenze che ci sono fra chi è a contatto con un elemento così indo-mabile, così costantemente pericoloso (e chi meglio di noi, che ci occupia-mo del soccorso a mare, lo può dire). Però è curioso un fatto al quale forsepensiamo poco, ma Nostro Signore, quando ha dovuto scegliere gliApostoli, chi avrebbe portato nel mondo la sua Parola e la rivoluzione del

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2 Testo non rivisto dall’autore.

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cristianesimo, aveva un ventaglio di candidati, diremmo noi, assolutamen-te eccezionali: c’erano gli scribi, c’era gente acculturata, gente che conosce-va a memoria le Sacre Scritture, c’era gente che in quel momento potevaessere indicata come più idonea per quel tipo di missione, però ha scelto imarinai, ha scelto i pescatori, la gente del mare e se, dopo duemila anni,la Chiesa è così viva, forse quella scelta e quel puntare sui marittimi nonpoteva essere sbagliata.

Già si accennava alle attività di Stella Maris e del Welfar che in pro-getti comuni si propongono di porgersi come aiuto anche in campo spiri-tuale con attività che l’autorità marittima, la capitaneria, svolge per tradi-zione storica, direi con nel DNA l’assistenza ai pescatori, comunque aimarittimi, quindi come casa, come punto di riferimento e a questo siaggiunge anche l’attività che vogliamo continuare e concretare con l’aspet-to spirituale. Certo, è una spiritualità che va compresa, ma è profondissi-ma; il mondo marittimo è profondamente cristiano, profondamente cat-tolico perché è un mondo che è a contatto con una forza della natura cheè espressione, oserei dire, del creato e questo ci rende consapevoli di unfatto che forse nella cultura, chiamiamola terrestre, ci sfugge ed è quellodella fragilità umana. Chi è a contatto con il mare - questo vale anche perchi è a contatto con una realtà territoriale diversa, ad esempio la monta-gna, ma con caratteristiche uguali - si rende conto della fragilità umana, sirende conto della necessità di rapportarsi ad un Ente superiore.

Chiunque di voi vada in qualche santuario, in questo momento miviene in mente quello della Madonna di Tindari, può notare che fra gli ex-voto predominano quelli marittimi, cioè il marittimo salvato, la tempestaplacata: qualcuno potrebbe qualificarli come un’espressione di ingenuitàreligiosa, io penso, invece, che sia una religiosità molto, molto profondaperché nasce dalla spontaneità e dal cuore.

Questo, Eccellenza, è il mondo marittimo che è all’interno della suaDiocesi: io mi auguro che questo giorno verrà e servirà ancora a rafforza-re questo tipo di orientamento e non solo per la capitaneria, abbiamo laMisericordia che opera in porto e veramente con efficienza ma anche conspirito cristiano, abbiamo il mondo dei piloti, degli ormeggiatori, tutte lecomponenti che lavorano con noi. Non mi dilungo su tutte le altre com-ponenti; all’interno abbiamo la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza:sono tutte istituzioni con le quali noi lavoriamo costantemente ogni gior-

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no e il fine cristiano, il rendiconto che ognuno di noi, a fine giornata, facon se stesso credo sia la molla che giustifica la efficienza che ancora ilporto di Catania conserva, che le istituzioni, in generale, conservano pura fronte naturalmente delle difficoltà, soprattutto economica, ma abbiamovisto che gli obbiettivi sono stati mantenuti e, quindi, vuol dire che abbia-mo puntato sulle risorse più importanti che sono le risorse umane e sonole stesse risorse sulle quali investe la Chiesa. Grazie, Eccellenza, di esserequi con noi!

Intervento del presidente Santo Castiglione3

Eccellenza Reverendissima,

Si parlava dell’importanza degli uomini di mare e delle città di mare;purtroppo devo constatare che Catania ha un rapporto chiuso con il mare,deve fare il passaggio per diventare città di mare. È una cultura che dovreb-be appartenerci, che deve essere nostra ma che ancora non lo è, quindi losforzo nostro, mio e dell’ammiraglio, è quello finalmente di poter aprireuna parte del porto per avere un rapporto stretto con la città; è questo l’ob-biettivo da raggiungere e spero che ci riusciremo.

Tre giorni fa ci siamo visti, in occasione del comitato portuale, conl’ingegnere Emiliano, il responsabile dei lavori marittimi pubblici dellaSicilia, che doveva consegnare l’edificio dei vigili del fuoco. Se non conse-gnava questa struttura i vigili del fuoco non potevano lasciare quella chesarà di Stella Maris: gliela ha consegnata, l’hanno lasciata e noi faremol’inaugurazione di qui a poco tempo e avremo finalmente la struttura perpotere fare i lavori e non è per niente una cortesia alla Chiesa, conoscen-do il rispetto che noi abbiamo, ma è un’opportunità per il porto ed è unonore.

Quando noi abbiamo iniziato questo percorso non c’è mai stato unmomento di tentennamento, avevamo solo l’esigenza di trovare il postoadatto, il posto che poi diventa centrale rispetto alla funzione di Stella

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3 Testo non rivisto dall’autore.

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Maris e che non sia solamente un momento per i militari, per i portuali,per i civili, per tutti coloro che vivono il porto, ma anche un’occasione perchi viene con le crociere, per chi arriva con le navi, se lo ritengono oppor-tuno, di fare anche un passaggio a Stella Maris.

A gennaio iniziamo i lavori e credo che entro un mese li finiremo esaremo in grado finalmente di inaugurarla.

Intervento di Monsignor Gianni Perni, assistente spirituale di StellaMaris

Saluto cordialmente l’Eccellenza Reverendissima Mons. SalvatoreGristina, le Gentili Autorità Civili e Militari, le Associazioni che ricado-no nel Porto di Catania e tutti voi qui presenti.

Il 16 luglio 2008 è stata costituita ufficialmente l’associazione “StellaMaris” di Catania con la finalità di curare la pastorale della gente del mareche ricade sul Porto di Catania. Il motivo di tale scelta è stato quanto maievidente per sopperire ad una carenza pastorale avvertita nella nostraArcidiocesi.

Così come la Chiesa è interessata a curare spiritualmente i fedeli chevengono nelle parrocchie o nelle aggregazioni ecclesiali, e con stile missio-nario si cerca di avvicinare anche coloro che non se ne sentono coinvolti ecome da sempre è stata pure attenta ad evangelizzare i cosiddetti “lonta-ni”, esistono persone che hanno evidenti difficoltà di partecipazione edhanno pure bisogno di essere curate nella fede, assistite anche moralmen-te o nei loro bisogni umani e materiali. Cristo Signore è venuto per salva-re l’uomo nella sua interezza di persona; e la Chiesa, sulle orme del suoMaestro, si prende cura non solo dell’anima, ma di tutto l’uomo.

La gente che lavora e vive la quasi totalità dei propri anni nel mare,quando approda in un porto ha bisogno di una casa, di un luogo di sicu-rezza, di un riferimento di accoglienza.

Nei principali porti italiani è da tempo operante la Stella Maris.A Catania è stata svolta finora soltanto qualche sporadica iniziativa.

Parecchie le difficoltà e le carenze per fare decollare una efficiente azionepastorale marittima:

1. La reperibilità di un presbitero e di qualche diacono con carismi ido-

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nei e più a tempo pieno dedicati in quest’opera tanto impegnativa.2. Una equipe di collaboratori che con maggiore disponibilità possa

curare un’efficace intervento sociosanitario e assistenziale.3. Formazione degli operatori pastorali per un adeguato servizio da pre-

stare a quanti presentano disagi derivanti dall’essere operatori nelmare.

4. Locali adeguati per la funzionalità dell’associazione Stella Maris, perl’accoglienza e punto di riferimento per quanti in vario modo lavora-no o approdano nel Porto.

5. Attrezzature e strumenti opportuni per una buona gestione operati-va.

6. Dialogo, pianificazione e collaborazione con le Istituzioni Pubblichecompetenti.Le problematiche sono tante e diversificate. Un auspicio: se alla

buona volontà di risolverle si aggiunge anche qualche decisione di chi neha i poteri, certamente potrà decollare quella che deve essere veramenteuna Stella del Mare per i tanti operatori marittimi.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Saluta i presenti e si mostra lieto per l’incontro e per l’opportunità dimaggiore conoscenza della realtà portuale illustrata egregiamente daDon Corrado, dall’ammiraglio De Michele e da Mons. Gianni Perni.L’incontro è un dovere, ma è soprattutto una gioia nel contesto dellaVisita pastorale. L’aggettivo pastorale “fa riferimento ai pastori che, nella tradizionebiblica, sono le guide del popolo. Gesù stesso si definisce il buonPastore perché conosce e dà la vita per le proprie pecorelle. E Gesù loha fatto! Il Vescovo durante la Visita pastorale ha la gioia di vivere que-sta esperienza; quindi, essa non è incentrata sulla sua persona, ma anzi-tutto su Colui che egli rappresenta. Tutti siamo guidati dal Pastoregrande: tutti siamo sue pecorelle, tutti siamo amati da questo Pastoresentendoci accompagnati, protetti dall’amore del Signore. Il Vescovodeve essere il tramite di questa esperienza.

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b. Nei Vangeli Gesù sceglie gli Apostoli soprattutto tra i pescatori: dapescatori di pesci a pescatori di uomini. Le due immagini, il buonpastore e il pescatore di uomini, descrivono in maniera splendida ilcompito del Vescovo e dei sacerdoti, e in definitiva di tutta la Chiesa.Infatti, pastori e pescatori lo dobbiamo essere tutti nei riguardi deglialtri: i genitori, gli insegnanti, le istituzioni, le forze del volontariato,ciascuno di noi deve occuparsi degli altri, superando la tentazione dichiudersi nell’egoismo. Invita a riscoprire il senso della fraternità, dellasolidarietà: nel mare si dà, si vive tanta solidarietà.

c. Il mare caratterizza la nostra città. Per questo è stata costituita in dio-cesi la Stella Maris. Catania merita di avere questa bella realtà, non perfare un favore alla Chiesa, ma per tutti quei valori che sono stati sotto-lineati. La Chiesa è presenza; il Vescovo e i sacerdoti stanno con lagente. La Chiesa non è parallela alla vita della persona, ma vi si immer-ge con uno stile e una variegata attività di servizio. La Stella Maris conle sue strutture di accoglienza e di servizio farà certamente onore allarealtà portuale di Catania.

d. Catania deve presentarsi anche a chi è solo di passaggio, sempre più conquesto aspetto bello dell’accoglienza che caratterizza noi siciliani. Aquesto tende l’intensificazione della presenza ecclesiale anche alla sta-zione ferroviaria e all’aeroporto.

e. Incaricherà un sacerdote perché sia presente al porto e per coordinaretutto quello che si cercherà di svolgere alla Stella Maris, valorizzandotutti, ciascuno con la propria identità, incominciando dalle Autoritàmilitari, civili, amministrative, volontari, associazioni, pescatori. Tuttaquesta ricchezza che il porto esprime, può essere presente ed operantealla Stella Maris che, perciò, sarà ricca di iniziative e farà onore allanostra Città.

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Letteraconclusiva

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Carissimo Padre Ignazio,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collabora-to per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia di SanGaetano alla Marina.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere conte e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che ilSignore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 14, 22 e 25 novem-bre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel primo Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e lepersone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: donodel Padre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gliimpegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comu-nitario più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimentodella Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegnoaffinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuaticon l’aiuto del Signore.

Lettera conclusiva

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3. Circa la preparazione della Visita pastorale vale anche per codestaparrocchia lo speciale ringraziamento che rivolgo ai parroci del I Vicariato.Voi, infatti, siete stati i primi ad impegnarvi nella preparazione e lo avetefatto superando la difficoltà originata dal lungo periodo estivo che più omeno immediatamente ha preceduto la Visita pastorale nelle singole par-rocchie.

La fase preparatoria della Visita è stata caratterizzata dalla riunionedel Consiglio pastorale, il 15 luglio 2010. L’incontro ha consentito ai par-tecipanti di evidenziare meglio le attuali condizioni della comunità parroc-chiale. In tale contesto è emersa la problematicità della struttura parroc-chiale e, in particolare, della canonica. Un tale disagio è ancora più graveperché la parrocchia può essere vista come un’oasi in un territorio descrit-to con i termini forti di “desolazione e abbandono”. Risulta comprensibi-le l’auspicio formulato nel corso della riunione circa la “perequazione eco-nomica fra parrocchie ricche e parrocchie povere, come mutuo sostegnoevangelico dell’unica missione per l’annunzio del Regno”.

Lodevole appare l’impegno di aver trasformato il tempo successivoalla consegna del Questionario nel I Vicariato, in data 28 giugno 2010, inuna specie “Scuola di Visita pastorale”, dove, come tu stesso affermi in unaspecifica relazione tutti, parroco compreso, erano al contempo alunni estudenti, imparando così gli uni dagli altri cosa fosse e a che cosa ci chia-masse la Visita pastorale.

La fase preparatoria è culminata nella settimana di preparazioneimmediata che ha avuto come momenti più importanti l’adorazioneEucaristica e la liturgia penitenziale.

4. Quanto precede ha fatto da sfondo allo svolgimento della Visitapastorale iniziata con la Celebrazione Eucaristica di domenica 14 novembre.

a) Nel tuo saluto iniziale hai toccato il cuore dei presenti ed anche il mioper avere ricordato come, subito dopo l’arrivo a Catania, il 6 agosto2002, codesta comunità parrocchiale è stata la prima che ho incontra-to mentre festeggiava il Santo Patrono, San Gaetano. Le tue parole hanno testimoniato amore ed attaccamento alla comu-nità e verso il territorio in cui essa soffre e spera. Lo stesso amore ètestimoniato dalla Relazione che hai letto durante l’Assemblea pasto-rale del ventidue novembre.

Lettera conclusiva

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b) Altro momento cui vorrei dedicare un particolare accenno è la Visitaal Convitto M. Cutelli. Si è trattato di un gradito ritorno presso unaistituzione così rilevante nella storia della nostra Città. Sono statoassai favorevolmente impressionato dall’impegno che tutti hannomesso per realizzare un incontro di alta qualità. Spero vivamente chel’interessante dialogo avuto con gli alunni possa lasciare tracce positi-ve nella loro crescita.

c) La visita al Porto ha permesso di ribadire i buoni propositi circa laCappella che dovrebbe essere pronta in tempi ragionevoli. Essa, comegià avviene all’aeroporto da circa tre anni e alla stazione ferroviaria daalcune settimane, è a servizio delle persone in arrivo o in partenza,come pure di coloro che le accolgono o lo accompagnano.La futura attività pastorale della cappella deve essere espressione dicomunione tra le due parrocchie di San Francesco di Paola e di SanGaetano alla Marina, e l’Associazione Stella Maris che ho approvatoin data 26 luglio 2008.

5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale di SanGaetano alla Marina a vivere l’altrettanto importante tempo del DopoVisita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismidi partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pasto-rali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cuiseguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collau-date esperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

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Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera inoccasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curan-do, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ognipossibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che

comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modoche gli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenzaper l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato belloscambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Lettera conclusiva

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Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, comegià ho detto, è inserita in uno specifico fondo in cui confluiranno even-tuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazionedi una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. Ti ringrazio anche per ildono dei due oggetti sacri appartenuti al venerato ed indimenticabileMons. Domenico Picchinenna al quale tu eri particolarmente legato.Profitto perciò di questa circostanza per rinnovarti l’invito a fare in modoche, collaborato da altri sacerdoti, la memoria di tanto benemerito Pastorenon vada perduta, ma piuttosto doverosamente coltivata ed opportuna-mente alimentata.

7. Sono sicuro, carissimo Padre Ignazio, che, pensando alla Visitapastorale alla parrocchia San Gaetano, insieme e per tanti motivi possia-mo ripetere le belle espressioni dell’apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui lagloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli deisecoli! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’im-pegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comuni-tà diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parroc-chia di San Gaetano alla Marina che ti vede entusiasta e generoso “pasto-re proprio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorel-le che ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 640/U - 82

Lettera conclusiva

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa Crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onora-re questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogoche avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostrocapo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si

Lettera conclusiva

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espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di

vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel primo Vicariato con l’indimen-ticabile Celebrazione Eucaristica qui in Basilica Cattedrale. Al presente, hogià ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelleprime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, PianoTavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchiegià visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il cri-sma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giun-gere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità par-rocchiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore …e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo divoi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienzadella Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, masoprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Tipreghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo

Lettera conclusiva

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nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha

esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bellasorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta conmodalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parrocied i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamen-te con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed alSuo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamen-to più cordiale ed affettuoso.

L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occor-resse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettantoimportante e ricco di operosità del Dopo Visita.

Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà miapremura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni

Lettera conclusiva

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propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisita-tori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quan-to suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affida-re uno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

Lettera conclusiva

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Lettera conclusiva

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Promuovere una maggiore collaborazione con le parroc-chie del Vicariato, specialmente con la parrocchia SanFrancesco di Paola.

• Potenziare il servizio a favore dei malati e degli anzianisensibilizzando anche i ragazzi.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali allaluce della Parola di Dio, favorendo principalmentemomenti di lectio Divina.

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Visita Pastoralealla Parrocchia

Basilica Collegiata

CAPITOLO V

Page 291: Visita Pastorale al I Vicariato

Informazioni statistiche

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MAPPA DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Page 292: Visita Pastorale al I Vicariato

Via Alessi

Piazza Asmundo

Via Bicoccanumeri pari

Via Biondi1-7

Via Biscari1-5

Via Caff

Via Carcaci

Via Costai

Via Collegiata

Via Coppola

Via Crociferi

Via Di Sangiuliano A.numeri dispari

Via Etnea17; 24-66

Via Fragalà207-321; 154-272

Via Frontini F. P.17-65; 40-124

Via Gesuiti

Via La Piana

Via Mancini1-3

Piazza Manganellinumeri pari

Via Manzoni

Via Marino

Piazza Matteotti Giacomoda 41 e da 45 fino alla fine

Via Minoriti

Via Montesano

Piazza Ogninella

Ospizio di Beneficienzanumeri dispari

Via Prefetturanumeri pari

Via Regalcaccia

Via Reina Euplionumeri dispari

Via San Benedetto

Via San Camillosalita

Via San Giovanni Bosconumeri dispari

Via San Michelenumeri pari

Piazza Santa Nicolellanumeri dispari

Via Sant’Orsolanumeri pari

Informazioni statistiche

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STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

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Via Sangiuliano Antonino

Via Santa Teresa

Piazza Spirito Santonumeri pari

Via Squillaci

Via Teatro Greco

Piazza Università

Via Vasta

Informazioni statistiche

300NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 3000

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Fasepreparatoria

Page 295: Visita Pastorale al I Vicariato

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

Si è tenuta venerdì 9 luglio 2010 nei locali della parrocchia BasilicaCollegiata, la riunione del Consiglio pastorale parrocchiale, alla presenzadel parroco Mons. Giorgio Giuffrida, dei membri del Consiglio pastoraleparrocchiale e del Vicario foraneo Mons. Smedila, per discutere dellaVisita pastorale di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita di CataniaMons. Salvatore Gristina. Dopo aver pregato, Mons. Smedila ha espostoai presenti come sarà svolta la Visita pastorale, ed ha invitato i membri delConsiglio a prendere visione del Questionario pastorale, e compilarlo per-ché utile a dare informazioni generali sul territorio parrocchiale. Poi si èsoffermato sugli argomenti più importanti della seduta, cioè discutere coni membri del Consiglio quali sono gli aspetti da attenzionare e le emergen-ze particolari del territorio e della comunità. Aspetti fondamentali, perchésaranno argomento principale da parte dell’Arcivescovo, durante la Visita.I membri del Consiglio, allora, hanno esposto che quella della BasilicaCollegiata, è una realtà ben diversa dalle altre Parrocchie della diocesi, inquanto si trova nel centro storico della città, dove oltre alle famiglie resi-denti, sono presenti attività commerciali, associazioni, istituzioni pubbli-che e sindacati, quindi bisogna fare una distinzione tra parrocchiani resi-denti e parrocchiani di fatto. Due aspetti sono stati esaminati dalConsiglio e dovrebbero essere oggetto di attenzione dell’Arcivescovo:

1) In Basilica Collegiata, vi è la presenza di associazioni laicali, come iCircoli agatini, maschile e femminile e il gruppo “Amici del Rosario”,che hanno proprio sede in Parrocchia. Il Consiglio pastorale haespresso la volontà di poter avere un incontro tra gli esponenti delleAssociazioni e l’Arcivescovo, al fine di parlare delle attività che si svol-gono da parte delle Associazioni, e soprattutto per trovare un modoper poter educare gli iscritti alla partecipazione nella Parrocchia e allaecclesialità.

2) Un altro aspetto che riguarda proprio queste associazioni, è quello dicapire se servono solamente ad avere un cospicuo numero di iscrittio se invece, devono essere un modo per poter fare crescere i “cittadi-ni devoti” cristianamente. In particolare, utile, a questa “missione”potrebbe essere la conoscenza della parola tramite la Lectio Divina,

Fase preparatoria

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importante per i parrocchiani, al fine di essere diffusori della paroladi Cristo, e l’accoglienza, già carisma della Collegiata. Da visitare durante la Visita pastorale anche le varie realtà presenti nel

territorio Parrocchiale. Realtà, soprattutto istituzionali: - Università degli studi (palazzo centrale);- Facoltà di Lettere (Piazza Università);- Questura; - Prefettura; - Presidenza della Provincia;- Presidenza della Regione; - Facoltà di Giurisprudenza (Villa Cerami 7);- Teatro Massimo Bellini; - Biblioteca Regionale Universitaria;- Scuola Media Comunale Di Bartolo;- Sindacati Cgil e Ugl.Preso atto che queste sono le esigenze della Parrocchia e i temi fon-

damentali da sviluppare durante la Visita pastorale, si è conclusa la riunio-ne del Consiglio parrocchiale con la lettura della preghiera per la Visitapastorale.

Fase preparatoria

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Incontrocon l ’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

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Calendario1

DOMENICA 14 NOVEMBREore 20.00 - Accoglienza dell’Arcivescovo e Celebrazione Eucaristica

GIOVEDÌ 25 NOVEMBREore 16.30 - Spazio a disposizione per le confessioni e dialogo con i fedeli

ore 18.00 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio affari economici

ore 19.00 - Incontro con il Gruppo “Amici del Rosario” e con il Circolocittadino “Sant’Agata”

MARTEDÌ 30 NOVEMBREore 19.00 - Assemblea pastorale e conclusione della Visita pastorale

Incontro con l’Arcivescovo

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1 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale par-rocchiale nella fase preparatoria.

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Ore 20.00 - Parrocchia Basilica Collegiata

MESSA DI APERTURA

Saluto del Parroco

«Benedictus qui venit in nomine Domini». Benedetto colui che vienenel nome del Signore (Sal 118,26). Con queste parole accolgo in CollegiataVostra Eccellenza in nome di tutta la comunità parrocchiale dellaCollegiata: del clero, dei laici impegnati, dei fedeli tutti e mio personale.

La Visita dell’Arcivescovo, principale dispensatore dei sacri misteri, èper tutti noi un evento di grazia, un dono di Gesù Cristo, Unico BuonPastore, che viene a dimorare nei nostri cuori, a portare la tenerezza delPadre, a guidarci nei cuori dei fratelli lontani e, soprattutto, a risuscitare intutti noi la gioia e lo stupore di essere figli, famiglia di Dio, popolo eucari-stico, popolo in festa.

Popolo in festa non solo perché è arrivato Gesù Sposo, ma anche per-ché tutti noi siamo pronti ad ascoltare la sua parola paterna ed energica checi sveglia, ci aiuti a scrostarci dall’abitudine, dal “si è fatto sempre così”, dalnarcisismo religioso e dalla paura di collaborare.

Eccellenza, le assicuro che la comunità della Collegiata ascolterà sem-pre la sua voce e stasera terrà aperta la porta del cuore perché Lei resti sem-pre in noi e noi in Lei.

A dimostrazione che quest’accoglienza parte dal cuore, concludo conla preghiera per l’Arcivescovo:

PreghiamoO Dio, pastore e guida di tutti i credenti,guarda il tuo servo Salvatore,che hai posto a presiedere la Chiesa che è in Catania;sostienilo con il tuo amore,perché edifichi con la parola e con l’esempioil popolo che gli hai affidato,e insieme giungano alla vita eterna.Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

Incontro con l’Arcivescovo

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e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,per tutti i secoli dei secoli.

MONS. GIORGIO GIUFFRIDA

Parroco

Omelia dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, particolarmente Lei carissimo Mons. Vicario foraneo,voi Canonici di questa insigne Basilica Collegiata, Fratelli e Sorelle,

1. Ringrazio cordialmente il carissimo Mons. Giorgio Giuffrida, par-roco e prevosto di questa insigne Collegiata per le parole affettuose che miha rivolto a nome vostro e a nome suo personale. Lo ringrazio anche perla preghiera che, a nome di tutti, ha innalzato al Signore per me vostroVescovo.

Il saluto particolare e la preghiera, come ben sapete, sono motivati dalfatto che con questa celebrazione apro la Visita pastorale in questa parroc-chia. Sto facendo la Visita pastorale nelle parrocchie del I Vicariato; ho giàconcluso la Visita in Cattedrale ed in altre comunità parrocchiali del cen-tro storico. È un momento particolarmente ricco di grazia: un dono diGesù Cristo unico Buon Pastore. I tempi della Visita sono diversi, ma pertutte le comunità parrocchiali deve esserci questa ansia di accogliere ilSignore. Il Vescovo è segno di questa presenza del Signore. Si tratta di unimpegno particolare per me, da cui la preghiera per il Vescovo proprio neimomenti della Visita pastorale.

2. Sono in questa comunità parrocchiale per iniziare questo momen-to particolarmente significativo. Vogliamo tutti lasciarci illuminare, guida-re dalla Parola che abbiamo ascoltato. Nel brano del Vangelo appena pro-clamato San Luca riferisce su un momento caratteristico della comunitàd’Israele che dimorava a Gerusalemme, soprattutto di quelli che venivanoin pellegrinaggio davanti al tempio e restavano stupefatti, meravigliati,gioiosi e magnificavano la sua bellezza, perché era ornato di belle pietre edi doni votivi.

Un giusto senso di fierezza che deve animare anche noi per gli edifici

Incontro con l’Arcivescovo

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di culto di cui disponiamo: belli, alcuni di insigne valore storico; tutti, inogni caso, luogo dove i figli di Dio vivono l’esperienza di ascoltare la Parola,di essere nutriti del Pane che il Padre dà a noi suoi figli. Accadde che quel-li che magnificavano il tempio di Gerusalemme dimenticavano qual era ilsenso profondo del luogo che calpestavano: il senso della presenza di Dio,un invito costante ad essere fedeli al Signore, alla sua Alleanza. I profeti era-no intervenuti tante volte per sottolineare che non bastava vantarsi deltempio, dell’appartenenza al popolo eletto se poi non c’era l’autenticità, uncomportamento consequenziale a questa fierezza. Anche noi, tante volte,possiamo vivere questa incongruenza, questa incoerenza. Noi dobbiamoessere fieri di essere nella Chiesa, di essere la Chiesa; fieri ma coerenti, altri-menti non resterà pietra su pietra che non venga distrutta, e Gesù lo dicecon amarezza.

3. Diverse volte i Vangeli notano come Gesù, al vedere il tempio, purprovando quel senso di fierezza comune a tutto il popolo, versò lacrime:pianse su Gerusalemme, perché non percepiva quello che si stava verifican-do; non accoglieva Lui, l’inviato dal Padre.

La coerenza che siamo chiamati a vivere ha un prezzo troppe voltealto. Noi tra poco proclameremo la nostra fede; non si tratta solo di parolepronunziate con le labbra: bisogna poi vivere secondo la fede che professia-mo. La coerenza può creare disagi, difficoltà e come abbiamo ascoltato,Gesù non tace: Gesù parla anche di persecuzione, di difficoltà. Che non sitratti di retorica è dimostrato anche da quello che accade ai nostri giorni:quanti cristiani, quanti fratelli, quante sorelle hanno recentemente perso lavita, sono stati trucidati perché cristiani. É un segno pericoloso l’intolleran-za, il non rispettare la dignità, la libertà religiosa. La libertà religiosa è ilcuore di quei diritti inalienabili, fondamentali che ciascuno di noi ricevedirettamente da Dio, non dalle leggi: le leggi sono fatte perché questi dirit-ti siano al meglio esercitati, perché non siano impediti, perché siano rispet-tati. Ma la fonte di questa dignità è Dio stesso e nessuno può violare questidiritti. Gesù esorta alla serenità della testimonianza; Lui è sempre con noi,non ci abbandona, e ci dice che: “Quando sarete chiamati, quando sareteportati davanti ai tribunali non preoccupatevi, vi dirò io che cosa dovetedire, lo Spirito vi illuminerà”.

Incontro con l’Arcivescovo

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4. Anche la seconda lettura appena proclamata esorta al dovere del-l’operosità. Non possiamo essere pigri, disimpegnati, trascurati; il cristiano,proprio perché crede nella vita eterna, dà valore pieno a ogni giornata del-la sua vita. Purtroppo qualcuno erroneamente ha osservato e pensato diaffermare che la religione è l’oppio dei popoli ma non doveva riferirsi allareligione autentica: doveva essere un disimpegno non questo senso di giu-stizia, di rispetto, di solidarietà verso gli altri come è esigito dal culto auten-tico reso a Dio. Il cristiano, proprio perché tale, è più impegnato, più moti-vato nel compiere il proprio dovere, nel dare il proprio contributo per lacrescita della comunità. San Paolo esorta i cristiani di Tessalonica, che ave-vano equivocato circa il ritorno del Signore, ad impegnarsi. Il lavoro è undovere per chi lo trascurasse. Dobbiamo affermare pure che il lavoro è undiritto per chi purtroppo ne è privo o per chi rischia di perderlo.Giustamente l’Apostolo insiste sul dovere di lavorare, ed è giusto. Il doveredi lavorare significa avere una cultura autentica del lavoro e dell’attivitàumana. Tutto questo impegno di testimonianza, ci dice Gesù, deve esserefatto con perseveranza proprio perché “con la vostra perseveranza salveretela vostra vita”. Se oscilliamo, se siamo a tempo, se non siamo sempre coe-renti rischiamo di compromettere la nostra vita eterna. Gesù lo dice conchiarezza e ci invita a tutto ciò.

5. La Visita pastorale vuole essere un momento particolare di verificadella nostra autenticità compiuta alla luce della Nota pastorale della C.E.I.Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. L’autenticità ènecessaria, è una condizione imprescindibile per la testimonianza, per ave-re un volto missionario, per testimoniare il Vangelo, per diffondere laParola di Dio, perché questa Parola sia luce, conforto per tutti.

La Visita pastorale vuole essere questo momento di grazia in cui tuttici interroghiamo circa lo stato della nostra testimonianza. Siamo tutti chia-mati ad avere questo volto missionario e tutto questo lo dobbiamo fare conperseveranza nella vita quotidiana e non soltanto nelle grandi occasioni,nell’impegno umile e costante di fare la volontà di Dio, di rispondere allachiamata del Signore secondo quelle che sono le condizioni della nostravita. La preghiera che rivolgiamo a Lui è l’augurio che ci scambiamo per-ché così avvenga ogni giorno della nostra vita.

✠ SALVATORE GRISTINA

Incontro con l’Arcivescovo

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Ore 16.30 - Parrocchia Basilica Collegiata - sacrestia

Spazio per le confessioni e il dialogo con i fedeli

Ore 18.00 - Parrocchia Basilica Collegiata

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE EDIL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia tutti gli intervenuti all’incontro sottolineando l’importanzadi saper crescere nello stile dell’ascolto e del dialogo, sforzandosi di direle cose con carità, senza nasconderci o, addirittura, parlare dietro lespalle.

b. Sottolinea l’importanza della operatività dei Consigli pastorale e per gliaffari economici. Tutti abbiamo, infatti, il dovere di interessarci e diimpegnarci responsabilmente all’interno della comunità, collaborandocon il parroco. In tal senso, auspica come frutto della Visita pastoraleuna decisa crescita in questo impegno ed in questa collaborazione daparte di tutti.

c. Sottolinea come la particolare collocazione dell’edificio parrocchiale invia Etnea, il flusso continuo di turisti che transitano per il centro sto-rico della Città fermandosi spesso a partecipare la domenica alle diver-se celebrazioni liturgiche, debba far individuare ogni possibile iniziati-va nel senso dell’accoglienza. «Il Consiglio pastorale dovrebbe doman-darsi sempre: come questa comunità riesce ad accogliere le tante perso-ne che transitano per via Etnea?».

d. Invita ad una maggiore apertura nei riguardi della realtà di vicariato. Lacollaborazione, lo scambio di idee, di esperienze, il sostegno reciproco

Incontro con l’Arcivescovo

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potranno certamente arricchire e alleviare gli inevitabili momenti distanchezza che ogni realtà può vivere.

e. Augura ad ognuno buon lavoro, consapevole che per la BasilicaCollegiata si apre una stagione di nuovo maggiore impegno.

Ore 19.00

INCONTRO CON IL GRUPPO AMICI DEL ROSARIO,CIRCOLO FEMMINILE SANT’AGATA,CIRCOLO CITTADINO SANT’AGATA

Relazione del Responsabile del Gruppo “Amici del Rosario”

Eccellenza Reverendissima,

Siamo particolarmente felici che la Visita pastorale coincida con il15º anniversario di fondazione della nostra Associazione ecclesiale. Con lapresente desideriamo descrivere le nostre attività che si concentrano congrande attenzione in seno alla festa di Sant’Agata.

Il nostro gruppo è nato nel 1992 tra i cordoni della processione diSant’Agata, si è impegnato a pregare con il Santo Rosario ed a diffonder-lo con spirito missionario.

Oggi si trova maggiormente rinforzato sia numericamente ma soprat-tutto spiritualmente, grazie alle catechesi guidate dalla nostra guida spiri-tuale, Mons. Giorgio Giuffrida.

Le attività del Gruppo, finalizzate alla graduale crescita spirituale eculturale, consentono ai partecipanti, provenienti da varie parrocchie dellanostra Diocesi, di conseguire una concreta e più profonda fede.

Così come previsto dallo statuto degli “Amici del Rosario”, voluto edapprovato da Sua Eccellenza Reverendissima Luigi Bommarito con decre-to del 16-7-1995, le riunioni si svolgono in Basilica Collegiata ogni marte-dì dalle ore 19.40 alle ore 21.15 e si articolano in tre momenti cardini:

Incontro con l’Arcivescovo

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• La recita del S. Rosario • L’ascolto della parola • La comunione fraterna Inoltre, il Gruppo svolge molteplici attività, tra le quali è opportuno

menzionare l’opera di carità verso i fratelli più bisognosi. In questi anni i doni raccolti sono tanti:

1. L’apostolato lungo la processione di Sant’Agata. 2. La partecipazione alle Solennità della Diocesi che ci fa sentire fratelli

in cammino. 3. L’animazione, da 10 anni, della processione della Madonna del

Carmelo. 4. La visita nelle scuole dove, grazie alla vita di Sant’Agata, riusciamo a

raccontare la storia del cristianesimo. 5. La visita alle parrocchie raccontando il nostro cammino. 6. I tanti pellegrinaggi che ci hanno fatto apprezzare i vari santuari e ci

fanno sentire fratelli più fortificati. 7. La Carità, con cui raggiungiamo le famiglie bisognose nelle loro case

con generi di prima necessità; dal 2007, in comunione con il nostropastore Mons. Salvatore Gristina, ci attiviamo con la “MissioneSant’Agata” per raggiungere i fratelli bisognosi; 2007, Perù, 2 protesiortopediche; 2007, Cappella a Barranca in Perù; 2008, Cisterna aMigoli; 2009, Terra Santa per i bambini e le donne martoriate dallaguerra; 2010, Pro - terremoto Haiti.

II nostro gruppo e la “festa” Il nostro gruppo è nato all’interno dei cordoni nel lontano 1992 e sino

ad allora era impensabile parlare di preghiera corale tra più devoti, eccettoper qualche inno agatino biascicato di rado visto che avevano il sopravven-to le fragorose “grida” dei cittadini.

In questi 17 anni la nostra presenza si è consolidata oltremodo grazieall’impegno e allo sforzo dei membri del gruppo che, anno dopo anno,hanno cercato di instaurare legami di amicizia e di collaborazione con idevoti nel cordone.

La conseguenza, che rappresentava uno dei traguardi fondamentali dadover raggiungere, è questa: il Santo Rosario non è più un intruso, un“oggetto” misterioso ma un co-protagonista.

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Page 307: Visita Pastorale al I Vicariato

Nelle nostre azioni, siamo sempre stati esortati e sostenuti da LeiEccellenza, sin dal suo insediamento qui a Catania e abbiamo sempre avu-to la sua amorevole benedizione per portare avanti questo apostolato.Ricordiamo con piacere una sua confidenza: nel 2003, anno del Rosario,informò il Santo Padre Giovanni Paolo II che a Catania durante la festa diSant’Agata si prega con il Rosario.

Suggerimenti di carattere spiritualePartecipazione spiritualeGrazie all’azione del buon Dio, il numero di persone che si accostano

alla recita del Santo Rosario è crescente anno dopo anno. Tuttavia i fedelidisposti ad aiutarci in maniera assidua in questa opera di evangelizzazionerimangono pochi; pur riuscendo infatti a coinvolgere centinaia di devoti,materialmente e soprattutto fisicamente, a causa della lunga durata dellaprocessione, non si riesce a coprire l’intera lunghezza del cordone ma pur-troppo neanche buona parte del cordone stesso.

Però il 2010 è stato un anno di radicale cambiamento grazie allaCommissione diocesana da Lei voluta e con l’aiuto di Mons. BarbaroScionti siamo riusciti a radunare un bel numero di aggregazioni laicali, conle quali si sono stabiliti dei turni in maniera tale da pregare per quasi l’inte-ro tragitto della Santa: ogni realtà diocesana, pur conservando il propriocarisma, ha rispettato e seguito il volantino che viene distribuito e gli esitisono stati superiori alle nostre aspettative.

Dato che la nostra Associazione non gode di quota associativa ma vivedi carità, La ringraziamo, Eccellenza, perché ha voluto farsi carico delleonerose spese che l’apostolato comporta (ricordiamo che vengono distri-buiti 10.000 volantini e 3.000 rosari).

La preziosa opera del CleroUna constatazione da fare è la seguente: quando un sacerdote, un reli-

gioso oppure un seminarista, si unisce a noi nella preghiera, il numero deifedeli aumenta esponenzialmente, segno della preziosa opera che il Clerosvolge.

Negli scorsi anni, i sacerdoti che ci hanno affiancato in quest’operaevangelica sono stati Don Filippo Gismondo e Don Salvatore Cucè, i qua-li sono stati soliti concludere la recita del Rosario con una brevissima ome-

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lia: in tali occasioni l’atteggiamento dei devoti è cambiato notevolmente: lihanno ascoltati attentamente sospendendo momentaneamente le loro“manifestazioni di amore verso la Santa” per ricevere la benedizione.

Tutto questo ci ha portati alla convinzione che la presenza diPresbiteri, Diaconi, Religiosi lungo il tragitto della processione, possa essereservizio utile spiritualmente a chi partecipa.

Importante momento di rievangelizzazioneUn dato certo è che durante la festa di Sant’Agata la presenza di gio-

vani è enorme, ma è ancor più grande il numero di giovani da evangelizza-re.

Molti di loro desiderano ascoltare la Parola di Dio, hanno un deside-rio interiore di conoscere chi è Gesù, di capire perché Sant’Agata ha rinun-ciato a tutto per Gesù.

ConclusioniIn conclusione, ci auguriamo che la Commissione diocesana curi

l’immagine della “festa” e punti maggiormente all’aspetto religioso, cultu-rale e vigili quello folcloristico.

Una opportuna campagna sociale, culturale ma soprattutto religiosaporterebbe i catanesi a guardare questa manifestazione con occhio diversoanno dopo anno e i mass media, la televisione e la stampa in primis, potreb-bero essere importanti strumenti per raggiungere tale scopo.

Abbiamo il piacere di comunicarle che abbiamo invitato in primaveral’illustre mariologo padre Stefano De Flores. È nostro ardente desiderioaverla tra noi per presiedere l’incontro, al quale saremo lieti di invitare tut-ti i gruppi ecclesiali della provincia di Catania.

Certi che Lei Eccellenza Reverendissima vegli sul nostro gruppo conla preghiera, le confidiamo che noi abitualmente la ricordiamo nelle nostrepreghiere e le auguriamo che la sua permanenza al I Vicariato sia piena digioia vedendo la Chiesa catanese riunita tutta nel nome del Signore.L’Altissimo le dia la forza di portare il suo caloroso affetto a tutti i suoi figli,trasmettendo l’idea propositiva di una fede forte e autentica in una societàche ha perso la sua identità.

DOTT. GIUSEPPE CARBONARO

Responsabile

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Relazione del Presidente del Circolo Femminile Sant’Agata

Eccellenza Reverendissima,

Il Circolo Femminile “Sant’Agata” è un’associazione di laiche conscopo prevalentemente di culto e religione, sorta presso la BasilicaCollegiata di Catania nel 1986, dal desiderio di un gruppo di donne, cheinsieme a Mons. Lucio Rapicavoli, hanno fondato il circolo che quest’an-no festeggia il suo XXV anniversario di fondazione.

Il numero esiguo di socie che lo componeva è oggi aumentato espo-nenzialmente, contando più di cento donne, che prestano la loro opera, laloro fede e la loro dedizione per il bene della comunità parrocchiale e dio-cesana. Il Circolo dedica la propria energia a cause umanitarie, seguendoil cammino della carità, con la coscienza di ritrovare in essa i valori inse-gnati da Gesù Cristo, lasciandosi guidare dal parroco Mons. GiorgioGiuffrida e dal Consiglio direttivo, formato da sette consigliere con a capola presidente.

In occasione delle festività agatine, oltre alle processioni, come testi-monianza di un cammino che porta a Cristo, l’impegno delle donne siprofonde nella distribuzione di generi alimentari per le famiglie menoabbienti e aiuta la parrocchia africana di Migoli. È stato intrapreso ancheun percorso di collaborazione con due importanti associazioni, la FON-CANESA e l’IBISCUS, che conducono ricerche sulle malattie neoplasti-che del sangue, con l’umile desiderio di partecipare ai nobili ed impegna-ti obiettivi delle due fondazioni.

Anche l’8 Marzo, festa della donna, viene vissuto cristianamente,affrontando tematiche di crescita culturale e spirituale organizzando unconvegno.

Le piccole agatine sono le “socie aspiranti”, che non avendo raggiun-to ancora la maggiore età, perseguono un cammino di fede, contribuendoalle attività attraverso la realizzazione di piccoli lavori manuali, donati aibambini ricoverati in ospedale e negli educandati. Da quest’anno si reche-ranno, una volta al mese, presso la casa famiglia per anziane “Santa Mariadi Gesù”, dove già si è soliti andare, per trascorrere del tempo con le signo-re ricoverate, con le quali dialogheranno e si uniranno in preghiera.Sempre con l’aiuto di Dio, da circa quattro anni, un gruppo di noi, pre-

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sta servizio di volontariato presso la clinica pediatrica del Policlinico diCatania: ogni primo di Luglio, fino alla prima settimana di Settembre, cirechiamo ogni mattina alle 9.30 nella ludoteca del reparto e lì rimaniamofino alle 12.30, per ascoltare i problemi e le sofferenze dei genitori biso-gnosi di una parola di conforto e a giocare con i bambini malati, alcunianche molto gravi. Diversi di loro non sono più tra di noi, ma nonostan-te il dolore che ciò ha provocato, resta la gioia di avere sperimentato leparole di Gesù: “... ero malato e mi avete visitato ... ” (Mt 25,36).

Il giorno della vigilia di Natale, dell’Epifania e durante Pasqua por-tiamo dei giocattoli, donati da cuori generosi, in quasi tutti i reparti dipediatria per creare un’atmosfera speciale, di gioia e di amore fraterno.Inoltre quest’anno a Pasqua, nel reparto di neurologia infantile, alcunedelle nostre ragazze hanno allestito un piccolo palco e hanno fatto unarecita con i burattini.

In questi anni abbiamo fatto tanti incontri e portiamo dentro di noiparole, volti, momenti di persone prima sconosciute e adesso intimi nelnostro cuore, sicuri che un giorno ci aiuteranno a salire la scala delParadiso.

Si Eccellenza, è vero che è nella carità che Dio si fa concretamente pre-sente.

DOTT.SSA MARIELLA AURITE

Presidente

Relazione del Commissario Arcivescovile del Circolo CittadinoSant’Agata

Reverendissima Eccellenza,

La Visita Pastorale è una grazia che il Signore ci concede in questotempo di difficoltà che l’Associazione vive.

Il Circolo Cittadino Sant’Agata fu fondato nel 1874 dall’alloraArcivescovo di Catania, il Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, che nellasua opera di difesa e di protezione della fede cattolica nella comunità cata-nese, in un contesto sociale difficile e per molti versi ostile in cui tendeva-no ad affermarsi il pensiero laico e l’associazionismo massonico, indirizzò

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i fedeli verso la costituzione di associazioni laiche di ispirazione cattolica.Il fine era quello di creare comunità facendo leva su valori e interessicomuni dei cittadini cattolici, sottraendoli ad altre forme di associazioni-smo aventi altre finalità e soprattutto altre ispirazioni.

Intendo soffermarmi sulle intenzioni che portarono il Beato Dusmeta favorire le aggregazioni laiche, e quindi a fondare il Circolo CittadinoSant’Agata, perché ritengo che solo tornando alle radici della sua costitu-zione e ripercorrendo le intenzioni del Fondatore potremo rinnovare lospirito dell’Associazione.

Giuseppe Benedetto Dusmet viene nominato Arcivescovo di Catanianel 1867. Il Regno d’Italia confiscava i beni ecclesiastici e diffondeva unsentimento ostile verso la Chiesa Cattolica. Nella prima lettera pastoralealla Chiesa di Catania, il 14 marzo di quell’anno Dusmet diceva: Molto,Noi lo sappiamo, molto è da farsi; gravissimi ostacoli potremo forse incontra-re per via; potrà esservi per avventura chi vorrà lottare e resistere contro ognitentativo di miglioramento, pago abbastanza se non di guadagnare la vittoriadi prolungare il combattimento; potrà esservi tra i buoni più d’uno corrivo albiasimo, che non facendo ragione ai tempi, ai luoghi, alle opportunità, preten-derà che s’irrompa con violenza contro gli erranti, e però condannerà la paca-ta e longanime aspettazione; ma tutto questo non ci disanima. Se tal casoavvenisse, affronteremmo la situazione con tutto il treno delle difficoltà che larendono malagevole.

Con questo spirito si accingeva a guidare la comunità cattolica dellacittà, invocando la protezione del Signore, della Madonna e dei Santi chein questa città hanno dato testimonianza di fede con il loro martirio.Sant’Agata da sempre ha rappresentato per Catania la testimonianza deiveri e autentici valori cristiani ai quali nei secoli la città si è ispirata, iden-tificandosi in modo indissolubile con la protomartire concittadina. È suquesta identificazione, su questo legame scolpito ormai nel dna dei cata-nesi con la propria Santa Patrona, che l’Arcivescovo Dusmet fa leva peraggregare i cittadini attorno ad un valore già acquisito, nel tentativo di sot-trarli alle lusinghe di altre forme associative che promettevano protezionee sostegno da parte del potere politico, massonico e mafioso. La protezio-ne che proponeva Dusmet era, e tornando a noi dico “è”, quella delSignore per il tramite della Madonna e di Sant’Agata, protettrice dellacittà di Catania.

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Basterà a Noi il pensiero che Dio ci ha chiamati; al resto non penseremo.La popolarità Noi l’amiamo come veicolo a ben fare, ma più della popolaritàamiamo il trionfo del vero, lo zelo della disciplina, il testimonio della buonacoscienza. Con siffatta idea impressa nel nostro spirito, anche fra le più forti edeplorabili contraddizioni ci troveremo sempre bene. In quell’ora di prova spe-riamo di non lasciarci abbattere dall’arguzia degli epigrammi, dalla sferzadella satira, dalla oppressione ancora della calunnia; in quell’ora sapete voi checosa faremo? Prenderemo questa povera anima nostra amareggiata e contritadalle opposizioni, andremo ad immergerla nei sacri cuori di Gesù e di Maria,e riponendo in loro tutta lo nostra confidenza no non ci mancherà il successo.

Da quanto detto risultano chiare le intenzioni del Fondatore, e risco-prirle a 136 anni dalla costituzione ci consente di intraprendere lo stessocammino percorso allora, al fine di rifondare l’Associazione in un conte-sto per molti versi analogo a quello presente al tempo della fondazione.

Il Circolo Cittadino Sant’Agata dal 2006 è coinvolto nell’inchiestadenominata “la mafia nella festa di Sant’Agata”. Ricordo con dolorequell’8 Febbraio del 2006 quando ricevemmo il blitz del GruppoInvestigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza. Era l’av-vio dell’inchiesta che dopo qualche tempo determinò il coinvolgimentodiretto di diversi iscritti al Circolo. Fino a prova contraria crediamo nellabuona fede di chi ha operato attivamente nel Circolo e si è ritrovato coin-volto nell’inchiesta, attendiamo fiduciosi il lavoro della magistratura, mala vicenda impone una profonda riflessione su ciò che è avvenuto e di con-seguenza richiede comportamenti irreprensibili e atteggiamenti inequivo-cabili.

Occorre sgombrare il campo da qualunque ombra che rischia di offu-scare l’immagine di questa storica Associazione, e per far ciò bisogna avereil coraggio di superare gli stereotipi del passato, e guardare al futuro pun-tando sulla catechesi dei giovani e sulla guida esperiente e saggia deglianziani. Non possiamo però assecondare la cultura dei clan in competizio-ne, anzi la condanniamo e la respingiamo. Il Circolo non può essere ridot-to a mero mezzo attraverso il quale si può ambire ad un posto d’onoredurante la Festa di Sant’Agata o a un ruolo di visibilità prestigiosa come lagestione della Candelora. Il Circolo di contro deve tornare ad essere quelluogo dove si educa alla cultura della comunità e del rispetto, dell’obbe-dienza e dell’organizzazione, educazione che nei giorni dei Festeggiamenti

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Agatini deve condurre ad un comportamento esemplare di chi partecipaalla Festa e soprattutto di chi ha l’onore di collaborare alla sua organizza-zione. E a tutto ciò ci si deve preparare durante l’anno, una volta recupe-rato il ruolo istituzionale dell’Associazione, che può, e a mio avviso deve,diventare la scuola della Festa. Oggi la comunità ci chiama a rispondere adalcune domande alle quali rischiamo di essere colti impreparati: “Per qualimeriti vengono selezionati i collaboratori dell’organizzazione?”, e ancora“Quale cammino seguono durante l’anno?”, e non possiamo più permet-terci di rispondere che un tale viene scelto solo perché amico di qualcunoo peggio ancora che al tizio spetta quel posto perché è lì da vent’anni o loha ereditato dal padre piuttosto che dallo zio o dal nonno. Tali risposteasseconderebbero logiche fuorvianti con il rischio tangibile di produrrecompetizioni e arrivismi che non si conciliano affatto con lo spirito di ser-vizio ed il senso di comunità di cui sopra.

Il tema d’affrontare è quello di superare le divisioni, che purtroppoesistono, e per farlo è necessario trovare la forza di abbattere i muri erettinegli anni, muri che separano giovani e anziani, uomini e donne, laici esacerdoti, circoli e associazioni. Occorre ripartire dall’unità, dalla condivi-sione dei valori aggreganti proposti dal nostro Fondatore, eliminando ledivisioni che gli uomini nel tempo hanno determinato, rifondando dallabase ciò che oggi purtroppo sembra compromesso e privo di credibilitàagli occhi della comunità.

Rifondare e aggregare, tornare alle radici, credo siano queste le paro-le chiave sulle quali avviare da subito un confronto e condividere un per-corso di ricostruzione che, con la guida del nostro amato Arcivescovo,coinvolga tutti i discendenti dell’opera avviata nel 1874 dal BeatoDusmet.

E se ci sarà chi opporrà pregiudizi e tenterà di vanificare quest’operadi cambiamento, chi continuerà ad assecondare logiche competitive e arri-vistiche, chi coltiverà la cultura della divisione costruendo nuovi muri perescludere gli altri, chi si trincererà dietro improbabili diritti acquisiti e chiinfine, avendo perso di vista i valori ispiratori del Dusmet, proporrà sce-nari incompatibili con la missione autentica, per tutti questi ci viene inaiuto ancora il nostro Fondatore che ci indica latteggiamento da tenere:Lontani dunque, lontani dal secolo che oggi più di mai pur troppo va di tra-verso. Lontani abbiam detto, non separati, non intrattabili, non sordi e ciechi

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sulle necessità di questi stessi figli del secolo agitati ed agitatori ad un tempo.No, miei fratelli, mille volte no: in un’epoca d’indifferenza religiosa e sociale,si rinnovino alla giornata i prodigi di carità cristiana segnata ad ogni paginadegli annali della Chiesa Cattolica. Spesse volte questi poveri illusi avran biso-gno di voi; per loro e per quanti vi avranno fatto e vi faranno male i vostriaiuti, le vostre sostanze, il vostro affetto, tutti voi! Breve: complici e legati conloro no, mai! Pronti a far loro bene sì, sempre!

EMANUELE SPAMPINATO

Commissario Arcivescovile Circolo Cittadino Sant’Agata

Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

Diversi interventi hanno sottolineato l’importanza della condivisionein seno al Circolo. In quest’ultimo senso sono stati, altresì, lamentati uncerto “immobilismo” all’interno del gruppo ed una tendenza alla centraliz-zazione da parte dell’attuale Presidente. Infine, è stata avanzata l’ipotesi diun accesso al Circolo “libero”, ossia senza tener conto di eventuali pregiu-dizi nei riguardi degli aspiranti.

Intervento di un Socio2

Eccellenza, come ho già avuto modo di esprimerLe noi soci delCircolo Cittadino Sant’Agata stiamo attraversando sicuramente uno deiperiodi più incresciosi della nostra storia.

La nostra Associazione che da sempre si era distinta per le innumere-voli iniziate che si riuscivano a realizzare e non solo durante i festeggiamen-ti Agatini, vive ormai da anni nel torpore più assoluto.

Questo torpore, Eccellenza, si è sempre più acuito sino ai giorni attua-li che dal torpore si è passato all’immobilismo assoluto.

Certamente, Eccellenza, io mi rendo conto perfettamente che lanostra associazione nel recentissimo passato ha attraversato momenti poco

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2 Testo dell’intervento letto pubblicamente e consegnato in copia all’Arcivescovo.

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felici, ma mi rendo anche conto che se non si lavora tenacemente proprioper allontanare questi fatti incresciosi, non si potrà mai far capire che lanostra associazione è formata da persone che hanno il loro credo in Dio enella nostra Patrona Sant’Agata.

Quali sono le motivazioni di questo immobilismo? Sicuramente tan-te ma certamente la più importante sta nel non dialogo con i vertici dell’as-sociazione stessa. Non è possibile che una associazione cattolica, comedovrebbe essere la nostra, oggi ha una gestione da definire quasi dittatoria-le. Non si applicano leggi né regolamenti, tutto deve diventare per noi sociuna presa d’atto, è così e basta ti piaccia o non ti piaccia.

Ancora oggi non capisco il perché si è arrivati al commissariamentodel Circolo, quando il nostro statuto (Art. 19 § 2) prevede la sostituzionedei consiglieri dimissionari con i soci primi dei non eletti. Ma le cose cheritengo più incresciose e incomprensibili sono che non si è cercato di evi-tare la gestione commissariale indicendo magari una riunione per cercaredi smussare i contrasti in seno al Consiglio direttivo come già accadutoprecedentemente con la stessa gestione e che aveva dato i suoi frutti, sot-tolineo Eccellenza che il Direttivo era formato da soci che nelle elezioniappartenevano tutti alla stessa lista, quindi si dovrebbe supporre che il loroprogramma doveva essere unitario, ma si è andati direttamente alCommissariamento.

Ma cosa più incomprensibile è che viene nominato Commissario delCircolo la persona che non ha saputo tenere unito il Consiglio direttivo delCircolo, ripeto formato da persone afferenti alla stessa lista, cioè ilPresidente uscente.

Eccellenza, mi viene spontanea una riflessione, come può un presi-dente che non è stato in grado di tenere unito un Consiglio formato da per-sone di sua fiducia, tenere, da Commissario, unita una associazione intera?Infatti i risultati sono agli occhi di tutti, oggi il Circolo CittadinoSant’Agata si limita soltanto alla gestione del nostro cereo durante i festeg-giamenti Agatini.

Aggiungo, Eccellenza, e non mi dilungo ancora, che dal giorno dellagestione commissariale, non si è tenuta una sola riunione di presentazionedel Commissario stesso, quindi i soci non sanno neanche che tipo digestione e di programma si vuole attuare, come dicevo prima Eccellenza misa tanto di dittatoriale.

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia i presenti per la bella partecipazione e sottolinea l’importan-za del dialogo schietto e fraterno.

b. Precisa l’importanza delle tre realtà associative sottolineando al con-tempo che esse non hanno dimensione solo parrocchiale, poiché accol-gono persone provenienti da tutta la Città accomunate dalla devozionea Sant’Agata.

c. Un dato costante emerso dalle relazioni introduttive e dagli interventiche ad esse hanno fatto seguito, è il comune desiderio che la festa diSant’Agata sia l’occasione per mostrare il volto più bello di Catania. Atale operosità legata strettamente ai giorni della festa, deve necessaria-mente far seguito il costante impegno nella vita quotidiana.L’atteggiamento di ascolto, di accoglienza e del buon esempio non pos-sono essere circoscritti nei giorni di Sant’Agata, ma devono costituire lacoerenza nella nostra esistenza, perché è su questo che saremo giudica-ti.

d. La partecipazione a queste tre realtà associative deve essere, pertanto,espressione, sbocco naturale, di una vita cristiana vissuta conforme-mente al Vangelo. L’appartenenza al Circolo deve essere una palestra divita cristiana, un’occasione per stare insieme e per confrontarsi, sul-l’esempio di San’Agata, sulla nostra amicizia con Gesù. Non si tratta diaderire a un Club qualsiasi, ma ad una associazione ecclesiale dotata diuna precisa identità di cui valida e significativa espressione sono loStatuto e il Regolamento che da tutti devono essere conosciuti, studia-ti e accolti. Non ha senso, infatti, far parte di un circolo, di una asso-ciazione, se poi non si osservano i Comandamenti del Signore. Su que-sto bisogna esser chiari, altrimenti facciamo solo folklore!. Tutto ciò facomprendere, pertanto, l’importanza della formazione, innanzituttobiblica, come pure circa la Dottrina della Chiesa e sulla normativaecclesiastica che disciplina tali organismi.

e. Sottolinea la grande responsabilità di chi ha un ruolo particolare all’in-terno della festa di Sant’Agata. La gente guarda e, inevitabilmente, giu-dica il loro comportamento. Bisogna, allora, sforzarsi di avere un atteg-

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giamento esemplare, di non fumare e non usare un linguaggio scorret-to.

f. Incoraggia i presenti ad intensificare la solidarietà, continuando a pro-muovere gesti di carità in occasione della festa di Sant’Agata. Apprezza,in tal senso, l’accresciuto impegno che il gruppo “Amici del Rosario” haattivato negli ultimi anni.

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Sant’Agata

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Ore 19.00 - Basilica Collegiata

ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione pastorale del Parroco

Risposte alle domande inerenti ai sette obiettivi trattidall’Introduzione alla Nota Pastorale della C.E.I. Il volto missionario delleparrocchie in un mondo che cambia 30-5-2004.

Primo ObiettivoNon si può dare per scontato che tra noi e attorno a noi, in un crescente

pluralismo culturale e religioso, sia conosciuto il Vangelo di Gesù: le parrocchiedevono essere dimore che sanno accogliere e ascoltare paure e speranze della gen-te, domande e attese, anche inespresse, e che sanno offrire una coraggiosa testi-monianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo.

La Collegiata, parrocchia del centro storico di Catania, è frequentatada fedeli provenienti da altre realtà parrocchiali della diocesi. Gli stessigruppi parrocchiali sono formati da soci di tutta la città e provincia (qual-cuno continua ad associarsi pur abitando in altre regioni).

Questo perché sono figli della società odierna che vive una vita da“nomade”: lavora, frequenta la scuola, va a passare il tempo, ecc. sempre inluoghi più distanti da casa, assecondando così la moda del momento.

La Collegiata accoglie e ascolta tutti, non ha giorni proibiti, ma è sem-pre pronta a donare il tempo necessario alla persona che cerca, che chiedee che desidera incontrare un volto amico che rassicura e dà serenità.

Secondo ObiettivoL’iniziazione cristiana, che ha il suo insostituibile grembo nella parroc-

chia, deve ritrovare unità attorno all’Eucaristia; bisogna rinnovare l’iniziazio-ne dei fanciulli coinvolgendo maggiormente le famiglie; per i giovani e gli adul-ti vanno proposti nuovi e praticabili itinerari per l'iniziazione o la ripresa del-la vita cristiana.

La catechesi dei fanciulli in preparazione ai sacramenti si svolge inmodo tradizionale: un giorno la settimana e la domenica a Messa. Si è cer-cato di coinvolgere i genitori (quei pochi che l’accompagnano), ma la

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risposta è deludente perché tutti sono oberati d’impegni come d’altronde iloro figli: chi ha la piscina da frequentare, chi il calcio e cosi via.

L’iniziazione alla vita cristiana è l’impegno settimanale nell’incontrocon i gruppi parrocchiali Circolo S. Agata Maschile e Femminile e Amicidel Rosario: attraverso lo studio biblico, lectio divina e rosario.

Terzo ObiettivoLa domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, sta alla sorgen-

te, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il valore che la domenica ha perl’uomo e lo slancio missionario che da essa si genera prendono forma solo in unacelebrazione dell’Eucaristia curata secondo verità e bellezza.

L’Eucaristia domenicale è l’espressione della presenza di fedeli prove-nienti dai diversi rioni cittadini e da differenti estrazioni sociali: politici,professionisti, impiegati, operai, pensionati, studenti universitari, genitori,famiglie, giovani, anziani, bambini.

Le tre messe domenicali (10.30 - 18.00 - 20.00), celebrate dal parro-co, presentano una liturgia puntuale al minuto, senza fretta, familiare.L’omelia fatta con esempi, parole semplici e sempre al positivo ha comescopo far capire che non si è cristiani per guadagnarsi il paradiso, ma la gio-ia di essere figli nel Figlio e continuare l’opera di Gesù, cioè essere manda-ti senza aver paura di Dio.

Quarto ObiettivoUna parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone, soprat-

tutto degli adulti, da raggiungere nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e delriposo; occorre in particolare riconoscere il ruolo germinale che per la società eper la comunità cristiana hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione almatrimonio, nell’attesa dei figli, nella responsabilità educativa, nei momentidi sofferenza.

Nei dieci anni di formazione per adulti abbiamo sentito spesso citaredal parroco un’espressione del Concilio Vaticano II: Chiunque segue Cristo,l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo (G.S. 41).

La persona di Gesù, l’Adulto, l’Uomo è il Modello che cerchiamo diimitare. Da Lui abbiamo imparato a vedere chi ci sta accanto, a leggere ilcuore e non gli errori, a sapere attendere usando prudenza, silenzio e pre-ghiera, a dare più che ricevere, ad amare e perdonare; in sostanza diventareadulti.

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Quinto ObiettivoLe parrocchie devono continuare ad assicurare la dimensione popolare

della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio nelle sue concrete e mol-teplici dimensioni sociali e culturali: c’è bisogno di parrocchie che siano caseaperte a tutti, si prendano cura dei poveri, collaborino con altri soggetti socialie con le istituzioni, promuovano cultura in questo tempo della comunicazione.

Il territorio della parrocchia costellato di negozi, pub, istituzioni, rarefamiglie, continue manifestazioni, sirene che annunziano il passaggio diproblematiche e giovanissimi che schiamazzano fino a notte fonda suggeri-sce ai gruppi parrocchiali la necessità di farsi “prossimo” con la preghiera, ilvolontariato nell’ospedale e l’elemosina.

Inoltre, raccolta del sangue, adozione a distanza e aiutare nelle festepopolari i devoti a saper pregare.

Sesto ObiettivoLe parrocchie non possono agire da sole: ci vuole una '“pastorale integra-

ta” in cui, nell’unità della diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficien-za, le parrocchie si collegano tra loro, con forme diverse a seconda delle situa-zioni - dalle unità pastorali alle vicarie o zone -, valorizzando la vita consacra-ta e i nuovi movimenti.

Stiamo imparando a collaborare con il parroco e altre realtà ecclesialisia parrocchiali sia diocesane.

Settimo ObiettivoUna parrocchia missionaria ha bisogno di “nuovi” protagonisti: una

comunità che si sente tutta responsabile del Vangelo, preti più pronti alla colla-borazione nell’unico presbiterio e più attenti a promuovere carismi e ministeri,sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni, anche per la pasto-rale d’ambiente, e creando spazi di reale partecipazione.

La parrocchia da alcuni anni ha circa 30 “nuovi” operatori. Grazie alla“Parola” si stanno impegnando a collaborare con il parroco per l’annunziodel Regno di Dio, in particolare nella catechesi, nel volontariato, nella cari-tà, nell’O.V.S., nella liturgia e nel canto, nell’amministrazione della parroc-chia, nella distribuzione della Comunione e nell’attenzione ai malati, nelrealizzare le direttive del Vescovo, ecc ...

Inoltre, vedere unità fra i preti, specialmente quelli del I Vicariato, illoro lavorare in sinergia, stimola i nuovi operatori impegnandosi a collabo-rare per la comunità parrocchiale e la Diocesi.

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Interventi non programmati(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

È emerso apprezzamento per l’operato del Parroco la cui opera hacontribuito a far superare le tante difficoltà presenti nella comunità.

Notevole apprezzamento è stato evidenziato per la presenza dell’Ar-civescovo. Infine una Socia del Circolo femminile Sant’Agata ha letto pub-blicamente una preghiera per l’Arcivescovo composta per l’occasione.

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Preghiera per il Vescovo

Signore Gesù,ti ringraziamo per averci donato questo momento di grazia

insieme al nostro amato Vescovo e Pastore.Possa rappresentare sempre

una guida costante per noi giovani, affinchè,sostenuto sempre dal tuo Amore infinito,

diventi immagine della tua immensa Misericordia,capace di colmare la diffidenza e lo scoraggiamento

che ostacolano spesso la nostra crescitanell’ascolto della tua Parola.

Signore Gesù,fà che il nostro Vescovo, tuo dono prezioso,

possa trasmettere a noi giovanila vera Gioia e la vera Libertà di donne cristiane.

Signore Gesù,guida i passi del nostro Vescovo Salvatorein questo cammino di Visita pastorale perchènelle tue mani sono le speranze d’ogni uomo.

Signore Gesù,ti ringraziamo, noi, giovani della Chiesa di Catania.

Amen

Le Aspiranti del Circolo Femminile Sant’Agata

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo(a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

a. Ringrazia i presenti per la bella partecipazione e sottolinea l’importan-za del dialogo schietto e fraterno.

b. Precisa l’importanza delle tre realtà associative sottolineando al con-tempo che esse non hanno dimensione solo parrocchiale, poiché accol-gono persone provenienti da tutta la Città accomunate dalla devozionea Sant’Agata.

c. Un dato costante emerso dalle relazioni introduttive e dagli interventiche ad esse hanno fatto seguito, è il comune desiderio che la festa diSant’Agata sia l’occasione per mostrare il volto più bello di Catania. Atale operosità legata strettamente ai giorni della festa, deve necessaria-mente far seguito il costante impegno nella vita quotidiana.L’atteggiamento di ascolto, di accoglienza e del buon esempio non pos-sono essere circoscritti nei giorni di Sant’Agata, ma devono costituire lacoerenza nella nostra esistenza, perché è su questo che saremo giudica-ti.

d. La partecipazione a queste tre realtà associative deve essere, pertanto,espressione, sbocco naturale, di una vita cristiana vissuta conforme-mente al Vangelo. L’appartenenza al Circolo deve essere una palestra divita cristiana, un’occasione per stare insieme e per confrontarsi, sul-l’esempio di San’Agata, sulla nostra amicizia con Gesù. Non si tratta diaderire a un Club qualsiasi, ma ad una associazione ecclesiale dotata diuna precisa identità di cui valida e significativa espressione sono loStatuto e il Regolamento che da tutti devono essere conosciuti, studia-ti e accolti. Non ha senso, infatti, far parte di un circolo, di una asso-ciazione, se poi non si osservano i Comandamenti del Signore. Su que-sto bisogna esser chiari, altrimenti facciamo solo folklore!. Tutto ciò facomprendere, pertanto, l’importanza della formazione, innanzituttobiblica, come pure circa la Dottrina della Chiesa e sulla normativaecclesiastica che disciplina tali organismi.

e. Sottolinea la grande responsabilità di chi ha un ruolo particolare all’in-terno della festa di Sant’Agata. La gente guarda e, inevitabilmente, giu-dica il loro comportamento. Bisogna, allora, sforzarsi di avere un atteg-

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giamento esemplare, di non fumare e non usare un linguaggio scorret-to.

f. Incoraggia i presenti ad intensificare la solidarietà, continuando a pro-muovere gesti di carità in occasione della festa di Sant’Agata. Apprezza,in tal senso, l’accresciuto impegno che il gruppo Amici del Rosario haattivato negli ultimi anni.

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Letteraconclusiva

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Carissimo Padre Giorgio,

Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontroanche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaboratoper la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia dellaBasilica Collegiata Santa Maria dell’Elemosina.

1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce ilDirettorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione dellaVisita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con tee con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signoreci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 14, 25 e 30 novembre 2010.

La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastoralenell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e dellaLettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla finedella stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari.

Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svolta-si giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto.Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore aconclusione della Visita pastorale nel I Vicariato.

A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allo-ra sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le per-sone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono delPadre per la nostra Chiesa.

2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, alVescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impe-gni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunita-rio più impegnato.

Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento del-la Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affin-ché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto, affin-ché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati conl’aiuto del Signore.

3. Ho letto con attenzione il verbale della riunione del Consigliopastorale parrocchiale svoltasi il 9 luglio u.s. e dedicata alla preparazionedella Visita pastorale.

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L’incontro è servito a delineare i tratti più salienti di codesta comuni-tà parrocchiale, da te poi ampiamente illustrati nella Relazione presentatanel corso dell’Assemblea pastorale del 30 novembre.

La preparazione immediata, nei due momenti della lectio Divina edella liturgia penitenziale, ha certamente predisposto i fedeli a vivere benel’evento. Ciò deve incoraggiarci ad insistere sempre nel qualificare le nostrecomunità con il “religioso ascolto” della Parola e con il conseguente impe-gno di conversione che da esso scaturisce e viene celebrato nel Sacramentodella Riconciliazione.

4. La Celebrazione Eucaristica di apertura domenica 14 novembre alleore 20.00, ha dato a tanti fedeli, non solo di codesta parrocchia, ma anchedi altre provenienze, l’occasione di rendersi conto della particolare circo-stanza che la nostra Arcidiocesi sta vivendo.

A ciò ha contribuito il tuo saluto iniziale, ed io stesso nell’omelia misono soffermato a descrivere la Visita pastorale. Alla luce della Parola pro-clamata, ho sottolineato, tra l’altro, che essa deve rafforzarci nella convintaappartenenza ecclesiale da cui scaturiscono atteggiamenti di autenticità,coerenza e operosità nel bene.

Sono seguiti poi i vari incontri previsti nel programma ed enumeratinel bel pieghevole predisposto per la circostanza.

a) Ricordo con piacere il “fuori programma” dell’incontro, il 25 novem-bre con i ragazzi che si preparano a completare l’itinerario dell’inizia-zione cristiana. Ne fui veramente contento perché mi permise di ripe-tere il gesto di Gesù che accoglieva i piccoli che accorrevano a Lui. La spontaneità di quell’incontro si è ripetuta nei vari momenti dellaVisita pastorale ed è stata certamente facilitata dall’abituale stile acco-gliente e cordiale che caratterizza il tuo ministero di parroco.

b) La spontaneità e la libertà non sono mancate negli altri incontri, siacon i singoli fedeli che comunitari.La riunione congiunta dei Consigli pastorale parrocchiale e per gliaffari economici ha permesso ai partecipanti di riprendere quanto giàaccennato nell’incontro del nove luglio. Ho molto apprezzato la tuacoraggiosa sincerità quando, ad apertura della riunione, hai affermatoche, a differenza di quanto avviene per il Consiglio per gli affari eco-nomici, per il Consiglio pastorale solo di recente si è proceduto “for-malmente” cioè, ad esempio, con la verbalizzazione delle adunanze.

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La prosecuzione in tale maggiore esattezza sarà certamente curatacome conseguenza della Visita.

c) Particolare rilievo ha assunto l’incontro con i Circoli agatini e con gliAmici del Rosario. Alle relazioni dei rispettivi responsabili sono segui-ti alcuni interventi che hanno richiesto qualche chiarificazione da par-te tua ed hanno motivato le forti affermazioni da me fatte circa la veranatura dei Circoli agatini ed il conseguente comportamento civile edecclesiale dei loro soci. Al riguardo, accorre proseguire nell’impegnodi formazione che condividerai con i confratelli interessati alla stessamateria.

d) Hai aperto la Relazione durante l’Assemblea pastorale del trentanovembre offrendoci le chiavi di lettura della tua operosità sacerdota-le. Le tre espressioni neo-testamentarie (Gv 15,21 e 20,21; 1Cor 9,22)le concretizzi nell’azione pastorale incentrata nell’accoglienza in rispo-sta alla peculiare identità e configurazione territoriale della Collegiata.Dalla Relazione è facile rilevare che la Basilica Collegiata condividecon la Cattedrale alcune note caratteristiche. Occorre perciò che ledue parrocchie intensifichino occasioni di riflessione e di impegnocondivisi anzitutto da voi parroci ed anche dai rispettivi Consiglipastorali parrocchiali. Per tanti impegni prospettati nella Relazionesarà certamente tua premura valorizzare il desiderio di maggioredisponibilità alla collaborazione manifestato da coloro che già sonoincamminati in tale direzione.

e) Mi commosse allora, e ricordo ancora con emozione, il gesto delleaspiranti del Circolo femminile Sant’Agata che prepararono il testo diuna bella preghiera per il Vescovo. Voglia il Signore esaudire le perso-ne che mi ricordano nella loro preghiera e particolarmente i ragazzi ei fanciulli che ho finora incontrato.

5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale della Collegiataa vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita.

Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di pro-fonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dal-l’applicazione di modalità comuni e condivise.

Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghieraper la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nelcostante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi

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di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata lasignificativa esperienza dell’assemblea parrocchiale.

Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno perqualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastora-li delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui segui-ranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudateesperienze animate da alcuni Uffici diocesani.

Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate con-siste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo anno pastorale che indi-cherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.

Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente alVicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don VincenzoBranchina.

a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscitadella Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzatol’importanza, pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parroc-chia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’appo-sita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale.Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera in occa-sione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione.Raccomando tutto ciò, in particolare, ai Circoli agatini e agli Amicidel Rosario. Alle ragazze che hanno composto la speciale bella pre-ghiera chiedo di continuare a valorizzarla.

b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchinaper quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e delVicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando,con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni pos-sibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Diquanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici diCuria con comunicazione scritta che sarà conservata anche negliarchivi parrocchiali.Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunio-ni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quantoevidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastoraleparrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisidurante la Visita in codesta parrocchia.

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A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione checomprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specificipunti da attenzionare nella vita della parrocchia.

Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episco-pale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modo chegli sarà possibile.

Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola conla costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza perl’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scam-biarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come giàho detto, dà origine ad uno specifico fondo in cui confluiranno eventualialtri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di unainiziativa a ricordo della Visita pastorale.

7. Sono sicuro, carissimo Padre Giorgio, che, pensando alla Visitapastorale in Collegiata, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le bel-le espressioni dell’Apostolo Paolo:

«A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possia-mo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la glo-ria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei seco-li! Amen» (Ef 3,20-21).

Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impe-gno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunitàdiocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della Parrocchiadella Basilica Collegiata che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”.

Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelleche ami e servi nel nome del Signore.

Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 639/U - 81

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Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011)

[…]

3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressio-ne particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo.

Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la per-sona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattuttosottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramen-to e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbi-teri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversidell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi anima-ti dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidia-na fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definiti-va, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti,voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesialeattorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20).

4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria espe-rienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concedeattualmente alla nostra Chiesa particolare.

In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commo-zione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismaledel 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale.

Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdota-le, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santoai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorarequesta dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo cheavrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che ilSignore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quoti-diana, personale e familiare, civile ed ecclesiale.

La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e siespande nel territorio il Suo buon profumo.

La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, divedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confor-tante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che ilSignore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con isacramenti il santo popolo di Dio.

La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmentegenerosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore miami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco didiventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermida Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buonPastore, maestro e servo di tutti”.

5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacer-dotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioiadi incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato.

Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabi-le Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimatola Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due(Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola)dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie giàvisitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crismache tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungereuna lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parroc-chiali già visitate.

6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qual-che sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avve-nuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale.

a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … esono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogodi voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’espe-rienza della Visita.

b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti

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preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nelTuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore.La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’haesaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, conbella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nellescuole.

c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquentetestimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenutacon modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singo-li parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza egenerosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoicomponenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano,il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso.L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità delmetodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo oveoccorresse, anche nel futuro.

d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto impor-tante e ricco di operosità del Dopo Visita.Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia

premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio didocumentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento.

7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempodel Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della pre-ghiera.

Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pasto-rale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, unabella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per leparrocchie che ancora attendono la Visita.

E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nellosvolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue.

Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui sidedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, alquale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchiadi San Leonardo in Adrano.

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Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo delterritorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buonipropositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale sianoadesso tradotti in pratica.

Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pureaffrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita.

Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatorihanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quantosuggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidareuno speciale mandato ad un presbitero.

D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’ammi-nistrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, ilquale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità diimpegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offriràai singoli parroci.

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione giàattuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita,vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nelprossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo,scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto mis-sionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obietti-vo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della MadreSantissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempodella Visita.

Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autenticacrescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e doci-li all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comu-nione.

[…]

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PUNTI DA ATTENZIONARENELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Suggerisco una maggiore attenzione nei riguardi delConsiglio pastorale. Come tu stesso riferivi durante l’incon-tro del venticinque novembre non hai ancora “strutturatoformalmente” tale organismo di partecipazione. Così potraiverificare tutta la bontà della sana collaborazione di cuiognuno di noi ha bisogno.

• Considerata la natura particolare della parrocchia BasilicaCollegiata, è opportuno intensificare l’accoglienza in chie-sa, magari avvalendoti, per quanto è possibile, di un grup-po che svolga ad hoc tale servizio.

• Favorire una maggiore apertura nei riguardi della realtà diVicariato. La collaborazione, lo scambio di idee, di espe-rienze, il sostegno reciproco potranno certamente arricchi-re e alleviare gli inevitabili momenti di stanchezza che ognirealtà può vivere.

• Puntare sulla formazione all’interno delle tre realtà ecclesia-li di Amici del Rosario, Circolo Femminile Sant’Agata,Circolo cittadino Sant’Agata. Data la natura “non semplice-mente parrocchiale” di tali organismi è opportuno studiaredegli incontri “congiunti” con altri gruppi o realtà analo-ghe.

• Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla lucedella Parola di Dio, favorendo principalmente momenti diLectio Divina.

• Coinvolgere maggiormente gli ammalati nella vita dellacomunità.