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Villa Pusterla di Limbiate Interventi di recupero delle facciate Maggio 2007

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Vi l l a P u s t e r l a d i L i m b i at eInterventi di recupero delle facciate

Maggio 2007

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Villa Pusterla è una delle proprietà della Provincia di Milano che si trova a Limbiate e insieme al grande compendio immobiliare e al parco che la circonda, di circa 590.000 mq., costituisce un autenticogioiello architettonico: alcuni elementi storici e artistici di pregio, tipici dell’architettura lombarda del Settecento, infatti, sono ancorapresenti nell’edificio e ne fanno un luogo ricco di storia e di cultura da riscoprire.

La Provincia di Milano ha approvato lo scorso anno un ampio progetto di recupero che interessa l’intera area e che prevede tra i primiinterventi lo spostamento delle aule dell’Istituto Agrario, ospitateall’interno della villa, in una sede più idonea. Sarà così possibile avviare i lavori di recupero e restauro che porteranno Villa Pusterla

ad essere inserita nel circuito delle ville storiche del nostroterritorio. E’ inoltre in via di conclusione il restauro dellaCappella Gentilizia dell’Oratorio di S. Francesco, un luogoricco di fascino, ricordato nei manuali di storia perché lìPaolina Bonaparte, sorella di Napoleone, sposò nel 1797il valoroso generale Carlo Vittorio Emanuele Leclerc.

Il progetto di recupero si articola in diversi lotti e prevedeuna serie di interventi significativi anche sotto il profilopaesaggistico e ambientale. E’ infatti, prevista la realizzazionedi una pista ciclabile nel Parco delle Groane e una primasistemazione delle aree a giardino e bosco, con il ripristinodelle essenze originali.

Storia e memoria si incontrano a Villa Pusterla: guardando indietro,nel corso dei secoli, per esempio, si scopre che vi soggiornò FerdinandoIV, re delle Due Sicilie, oltre a Napoleone Bonaparte, senza dubbiol´ospite più famoso di Limbiate. Napoleone, in particolare, trattò a Villa Crivelli la nascita della Repubblica Cisalpina, l´estinzionedella Repubblica di Venezia, la caduta di Genova, e proprio aMombello furono gettate le basi del trattato di Campoformio. Proprio nelle dimore antiche e nei palazzi risiede il nascere, l’immaginee il senso della storia che oggigiorno si stenta a riconoscere e a ricordare.Abbiamo così voluto valorizzare il patrimonio della Provincia di Milano, con l’obiettivo, da un lato di restituire l’antico splendore con interventi di recupero artistico e architettonico e, dall’altro di rendere partecipi i cittadini di questi luoghi ritrovati.

Filippo PenatiPresidente di Provincia di Milano

Villa Pusterla: un gioiello architettonico della Provincia di Milano

Direzione Centrale Edilizia Scolastica ed Istruzione

Progetto Gestione Scuole Monza e Brianza

Direzione di ProgettoMonza e Brianza

Grafica e impaginazione:Anyway Milano

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V i l l a P u s t e r l a d i L i m b i a t e V i l l a P u s t e r l a d i L i m b i a t e

Quando nel 1838 Cesare Cantù pubblica un romanzostorico di grande fortuna, Margherita Pusterla, la villa di Mombello si trova in decadenza: ma proprio in quelcontesto sono ambientate le fantasiose vicende elaborateintorno al nucleo storico della congiura del 1341, con la quale i Pusterla tentarono invano di rovesciare il regime di Luchino e Giovanni Visconti.E’ quindi plausibile che una fortificazione medioevalefosse stata trasformata nel Trecento in residenza della nobile famiglia milanese, e ad una forma castellana(quadrilatero con torri angolari) paiono alludere le piùantiche testimonianze sul sito. Sembra probabile che il sequestro di gran parte dei beni Pusterla dopo la congiura abbia coinvolto anche il castello, che sarebbepassato, non sappiamo quando, a quei Carcano che lo avrebbero progressivamente trasformato in un palazzodi campagna, abbellito fino alla vendita nel 1543 agli Arconati.In realtà ben poco rimane di queste prime fasi, mentre i documenti e alcuni resti architettonici ci permettonoqualche idea sicura sul lungo periodo (1543-1719) di possesso Arconati: la nobile famiglia, ancorata nel sistema patrizio milanese ma capace ancora in pienoCinquecento di rapporti con la corte di Francia, segna il passaggio del fortilizio a raffinata dimora di campagna,con spazi aulici ed un ricercato arredo. Nella fase cinque-centesca è plausibile la presenza di Martino Bassi, ilgrande architetto milanese. Ceduto dagli Arconati ormaipolarizzati sulla loro villa al Castellazzo di Bollate, dal1719 al 1797 il palazzo appartenne ai Crivelli: non la celebre famiglia milanese ma una stirpe di architetti militaridi Ponte Tresa trasferitisi a Cremona e da lì tornati a Milano nel Settecento come appaltatori ricchissimi del governo austriaco. A loro spetta la trasformazionedell’edificio in una sontuosa villa di campagna, capace disvolgere un preciso ruolo di coordinamento economico

Villa Pusterla Arconati Crivelli al Mombello di Limbiate

Particolare di uno degli affreschi della Villa A lato: scalinata d’ingresso

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del territorio ma insieme in grado di esprimere al meglio il raggiunto livello sociale della famiglia con lo sfarzo e l’eleganza appropriati. All’iniziatore delle fortune della casata, Giuseppe Angelo, va il merito intorno al 1740 della chiamata del grande pittore cremoneseGiovanni Angelo Borroni, al quale spettano i due ovatidelle sale al pianterreno, con un complesso sistema allegorico allusivo alla dinastia austriaca dalla qualedipendevano le fortune della casata. Al secondo Crivelli, Stefano Gaetano, si deve invecel’ambizioso progetto di riqualificazione architettonicadell’intero complesso, dovuta al famoso architetto milanese Francesco Croce. A lui, matura espressione di un classicismo capace di spunti rococò e antesignanodel neoclassico, spetta la solenne impostazione dell’edificioquadrilatero, con portico d’accesso e grande scalone, e soprattutto l’invenzione dell’articolato sistema di scalinate che garantisce l’accesso al giardino e insiememonumentalizza la veduta del palazzo, con uno spericolato citazionismo dal meglio dell’architetturaeuropea fra Cinque e Settecento. A completamento lacappella, consacrata nel 1754, è un raffinato esempio diarchitettura fra classicismo e rococò, con un’ambiziosapianta ovale qualificata dai dipinti del Borroni, dallamacchina d’altare del Riccardi e soprattutto dalla pala diBernardino Campi, vigorosa opera manieristica realizzatanel 1569 per la parrocchiale di Paderno Ponchielli e volutadai Crivelli ad abbellire il Mombello. Nell’insieme l’operadel Croce si pone come esempio maturo di classicismolombardo, solenne e geometrico senza perdere in delicatezza;e non casualmente l’ultimazione ottocentesca della fabbricaha potuto essere attribuita al Soave, fra gli architetti neoclassici più sensibili al lascito settecentesco. Il successore Giuseppe Crivelli aveva ormai a disposizioneuna raffinata residenza di delizia, con un ricco arredoevocato dall’inventario del 1770; e non a caso divenivasempre più fitta la serie di visitatori illustri che la facevano

meta di soggiorni anche ripetuti, come dimostra il casodi Ferdinando IV di Borbone-Napoli. Proprio la fama e la bellezza della villa ne determinarononel 1797 il sequestro da parte del conquistatoreNapoleone Bonaparte, che per breve ma significativoperiodo ne fece la propria residenza extramilanese, caricandoil proprio riposo di complesse simbologie classiciste etrasformando un punto logistico in una vera e propriacorte: qui ebbe luogo il ricongiungimento con la consorteJoséphine, qui si sposarono le sorelle del generale(Paolina Bonaparte con Nicolas Leclerc, Elisa Bonapartee Felice Baiocchi), qui venne impostato quel modello di corte napoleonica destinato a trionfare al palazzo realedi Milano ed alla villa reale di Monza, qui venne proclamata la nascita della Repubblica Cisalpina. Restituita ai Crivelli nel periodo napoleonico, la villa rimasealla famiglia fino alla Restaurazione: nel 1819 venne vendutaai fratelli Catena. Ebbe allora inizio un lungo periodo dialienazioni, di degrado, di dispersione degli arredi, di fallititentativi industriali, fino alla cessionenel 1865 alla Provincia di Milano delneonato Regno d’Italia. Ebbe così iniziola realizzazione nel parco del celebreManicomio, luogo di raccolta e razio-nalizzazione del sistema frammentatomilanese; trasformata in sede direzionaledel complesso, la villa subì trasformazionie modifiche, poi proseguite con ladestinazione scolastica. Ma molto è ancora leggibile: qualche resto dell’edificiostorico, il grande palazzo settecentesco dei Crivelli congli affreschi del Borroni, le modifiche ottocentesche nefanno ancora uno dei più importanti esempi di residenzanobiliare lombarda di Antico Regime.

Prof.Andrea Spiriti Università dell’Insubria

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Il porticato dell’ingresso della Villa

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Uno scorcio del giardino interno alla Villa

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A partire dallo scorso 2004 l’AmministrazioneProvinciale ha programmato la realizzazione di una seriedi interventi sull’edificio storico. Gli interventi realizzatisono stati determinati dalla necessità di dover operare unrecupero complessivo, a partire dalla copertura fino aiprospetti. L’azione del tempo e gli eventi meteorici oltreagli agenti esterni in genere, infatti, avevano ampiamentedegradato e compromesso l’edificio nel corso degli anni.In particolare le infiltrazioni dal tetto, riconducibili al cattivo funzionamento della copertura nel suo complesso, ma anche la risalita capillare dell’umidità alla base dell’edificio avevano inciso negativamente sull’integrità e sulla stabilità degli intonaci originari; in aggiunta, l’azione corrosiva degli agenti esterni - qualiparticolato atmosferico, depositi polverulenti riconducibilialla qualità dell’aria propria delle zone densamente abitate - costituivano la causa di evidenti deterioramentie disgregazioni degli elementi decorativi, cornici e modanature in genere.Le azioni antropiche dirette nella non corretta sceltadelle pitturazioni corticali con ricoprimento generale ditutte le parti e conseguente occultamento delle differenzedei materiali in opera, hanno completato infine un quadro di forte alterazione rispetto allo stato originariodella villa. Alla luce di quanto sopra, l’intervento realizzato - condotto di concerto con la competente Soprintendenzae previa esecuzione di adeguate stratigrafie, saggi e campionature - ha avuto come obiettivo prioritario, da un lato l’eliminazione delle cause di degrado (rifacimento copertura e relative lattonerie/risanamentomurature dall’umidità ascendente); dall’altro il recuperodegli elementi decorativi e di finitura secondo l’aspettoe la consistenza originari, previa indagine complessivasulle qualità e caratteristiche originali costitutive dellacostruzione.

Descrizione dell’intervento di recupero copertura e facciate

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Visione della Villa durante i lavori di restauro

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In sintesi vengono di seguito rappresentate le principalilavorazioni eseguite.

Copertura Rimozione del preesistente manto in coppi e relativo sottomanto in listelli nonché di tutta la lattoneria; realizzazione di un nuovo sottomanto di appoggio in listelli di legno; cernita dei coppi esistenti rimossi, loropulizia e successiva riposa, con integrazione delle partimancanti, a realizzare il manto superiore di ricoprimentoe le relative lattonerie.

Superfici verticali di facciata - sfondatiLavaggio a mezzo di idrosabbiatura ad umido a pressionecontrollata (ciclo Jos) con sabbie non silicee; rappezzaturadelle porzioni precedentemente rimosse dal lavaggio conmalte a base di calce naturale, previa realizzazione di puntidi adesione su tutta la superficie; doppia rasatura a base dicalce naturale; stesura, a due mani di pennello, di pitturadi fondo minerale ai silicati di potassio e velatura finale.

Contorni finestre, marcapiani e lese e cornicione sottogronda in cemento decorativo Lavaggio secondo le metodologie utilizzate per le superficidi facciata; sigillatura dei giunti con specifiche malte naturali a ritiro compensato con aggiunta di polvere di marmo, posate con idonee spatoline, ed all’appassimentodel materiale lavorate con spugnette di mare; ricostruzionedelle parti mancanti con malte e graniglia adeguate; stesura di fondo consolidante naturale e velatura finale.

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Alcuni particolari della facciata prima e dopo l’intervento di restauro

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Contorni, marcapiani, lesene e cornicione sottogronda in maltaLavaggio secondo le metodologie utilizzate per le superficidi facciata; rappezzatura delle porzioni precedentementerimosse dal lavaggio e finitura con fratazzino di spugna a sfumare previa stesura di specifico consolidante; stesura di fondo ancorante riempitivo a base minerale posato a duemani a pennello per uniformare l’intera superficie; stesuradi pittura di fondo a base di silicato di potassio, posata a pennello a due mani e velatura finale.

Sottogronda in pietraPulizia delle pietre dalle croste nere del tempo, dalle percolazioni delle acque dure e dallo sporco organico permezzo di idrosabbiatura ad umido a pressione controllatacon sabbia non silicea (sistema Jos); sigillatura dei giuntitra una pietra e l’altra con malte naturali a ritiro compensato, mescolate con polvere di marmo, posate conidonee spatoline, ed all’appassimento del materiale lavoratecon spugnette di mare; stesura di consolidante protettivonaturale trasparente, posato a pennello sino a rifiuto.

Colonne, semicolonne, davanzali, zoccolatura in granito e parapetti in graniglia delle torrette e del balcone “fronte Est”Pulizia delle pietre dalle croste nere del tempo, dalle percolazioni delle acque dure e dallo sporco organico permezzo di idrosabbiatura ad umido a pressione controllatacon sabbia non silicea (sistema JOS); ricostruzione delleporzioni interessate con specifiche graniglie; stesura di consolidante protettivo naturale, posato a pennello sino arifiuto.

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La facciata laterale della Villa dopo il restauro

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Progetto Gestione Scuole Monza e Brianza

Direttore Dott.Arch.EgidioGhezzi

Responsabile del Procedimento Arch.Pierluigi Scomparin

Collaboratrice RUP Arch.Elena Berto

Progettista e D.L. Dott.Ing.Pietro Bonfiglio, Corbetta MI

Impresa Trivella Spa, Cinisello Balsamo MI

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