valutazione di laboratorio della coagulazione. che cosa è il processo emostatico? risposta...
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Valutazione di Valutazione di laboratorio della laboratorio della coagulazionecoagulazione
Che cosa è il processo Che cosa è il processo emostatico?emostatico? Risposta dell’organismo ad una offesa Risposta dell’organismo ad una offesa
interruzione di continuità interruzione di continuità dell’endotelio. dell’endotelio.
Uno dei più efficaciUno dei più efficaci meccanismi di meccanismi di auto-regolazioneauto-regolazione che il nostro che il nostro organismo possiedeorganismo possiede
Evita perdite di sangueEvita perdite di sangue pur pur mantenendomantenendo nello stesso tempo la nello stesso tempo la necessaria fluidità del sanguenecessaria fluidità del sangue nel nel compartimento intravascolare compartimento intravascolare l’estensione del coagulo viene limitata alla sede della lesione
Porta alla lisi successiva del coagulo
Bilancia emostaticaBilancia emostatica
Trombosi
Normale
Ipocoagulabilità
Emorragie
Ipercoagulabilità
Processo emostatico: Processo emostatico: descrizionedescrizioneInizia quando il sangue viene a contatto con sostanze
diverse da quelle presenti sulla superficie superficie endotelialeendoteliale delle pareti dei vasi.
Emostasi primariaEmostasi primaria• rapida formazione di un tappo piastrinicotappo piastrinico a livello
della lesione• avviene in pochi secondipochi secondi • fondamentale per arrestare la fuoriuscita di sangue
dai vasi capillari e dalle venulevasi capillari e dalle venuleEmostasi secondariaEmostasi secondaria • attivazione del sistema della coagulazione
formazione della fibrina fibrina rafforza il trombo rafforza il trombo emostatico primarioemostatico primario
• richiede alcuni minutialcuni minuti • importante soprattutto per bloccare la fuoriuscita
del sangue dai vasi di calibro maggiorevasi di calibro maggiore
Fattori coinvolti Fattori coinvolti nell’emostasinell’emostasi
Vasi
Piastrine
Fibrinolisi / inibitori
Proteine della coagulazione
Fattori coinvolti Fattori coinvolti nell’emostasinell’emostasi Vasi Vasi vasocostrizione dei vasi danneggiati vasocostrizione dei vasi danneggiati cellule endoteliali e subendotelio cellule endoteliali e subendotelio Piastrine Piastrine formazione del tappo piastrinico formazione del tappo piastrinico complementocomplemento fattori della coagulazione fattori della coagulazione formazione del formazione del
tappo di fibrinatappo di fibrina fattori della fibrinolisi fattori della fibrinolisi risoluzione del risoluzione del
coagulocoagulo inibitoriinibitori sistema macrofagico-monocitariosistema macrofagico-monocitario PMNPMN
emostasi primaria
emostasi secondaria
1: fase vascolare1: fase vascolare-
-
Lesione vasale vasocostrizione reattivavasocostrizione reattiva (riduzione il flusso ematico) fenomeno transitoriotransitorio riflesso nervoso; secrezione da parte delle cellule endoteliali di fattori
endotelina; favorisce il contatto del sangue con la matrice matrice
sottoendotelialesottoendoteliale esposta dalla perdita di cellule endoteliali
la matrice contiene proteine (in particolare collagene, proteoglicani e fibronectina) capaci di fare aderire le piastrineaderire le piastrine ed attivare la cascata della attivare la cascata della coagulazionecoagulazione
La fase vascolare non viene valutatanon viene valutata in laboratorio
I FASE
Una interruzione della continuità della parete vasale espone gli elementi del sottoendotelio
Eventi secondari al Eventi secondari al danno vascolaredanno vascolare danno vascolare con esposizione del
subendotelio (TF, vWF) adesione piastrinica mediata dal HMWvWF aggregazione piastrinica mediata dal
fibrinogeno attivazione dei fattori della coagulazione
(TF+ VIIa) formazione del trombo stabilizzazione del trombo mediata dalle
piastrine e dalla fibrina risoluzione del trombo
2: fase piastrinica2: fase piastrinica
Contatto Contatto del sangue sangue con sostanze non endoteliali non endoteliali attivazione piastrinicaattivazione piastrinica– adesione adesione delle piastrine alla matrice extracellulare
esposta (collagene) (collagene) mediante recettori specifici e passaggiopassaggio da una forma discoidaleforma discoidale (discociti) ad una forma sfericaforma sferica (sferociti) con protrusione di pseudopodi (“shape change”)(“shape change”)
– secrezionesecrezione con liberazione di molecole ad attività vasocostritrice e/o pro-aggregante (serotonina, tromboxano TXA2, adenosindifosfato ADP e ioni calcio)
– aggregazione:aggregazione: mediata principalmente dall’ADP e dal TXA2 porta alla formazione di un aggregato piastrinico di crescenti
dimensioni (tappo emostatico piastrinico o primario)tappo emostatico piastrinico o primario) in seguito alla produzione della trombinatrombina e della fibrinafibrina il
tappo emostatico primario si trasformerà in una massa di piastrine saldate irreversibilmente tappo emostatico tappo emostatico secondario o definitivosecondario o definitivo
L’attivazione delle piastrine modifica profondamente la loro struttura e funzione
Le piastrineLe piastrine
valori nel sangue: 150 - 450 x 10 /L.
circa 2/3 circolano, mentre 1/3 risiede nella milza o sedi extravascolari;
MegacariocitaMegacariocita
• ciascun megacariocita durante la sua vita genera circa 4,000 piastrine• le piastrine vivono mediamente da 9-12 giorni• ogni giorno sono prodotte 30.000-40.000 piastrine per mmc;• in caso di necessita’, la produzione di piastrine puo’ aumentare 8 volte;
granuli piastrinici:
alfa granulivWFFibrinogenoPF4Beta tromboglobulinaPDGFVEGFfattore Vfattore XIII
delta granuli (granuli densi)ADPserotoninaCa++
vWF
Fibrinogeno
fattori coagulazione
alfa-granuli
granuli densi
recettori
granuli
actina
Ruolo delle piastrine nell’emostasi Step 1: Adesione Step 2: Rilascio contenuto dei
granuli (ADP, trombina, catecolamine)
Step 3: Aggregazione Step 4: Formazione del coagulo
(fibrina) Step 5: Retrazione del coagulo
3. fase plasmatica o 3. fase plasmatica o dell’emocoagulazionedell’emocoagulazioneDanno vascolare • sintesi di fattori da parte delle cellule endoteliali +
fattori prodotti dalle piastrine cascata coagulativa; cascata coagulativa;
Consiste in una serie di conversioni di proenzimi proenzimi inattivi in enzimi attivienzimi attivi
Culmina con la trasformazione di una proteina plasmatica solubile, il fibrinogenofibrinogeno, in un polimero insolubile, la fibrinafibrina
Ogni reazione segue questo schema: enzimaenzima (il fattore attivato) agisce su un substratosubstrato (il
fattore successivo nella forma non attiva) in presenza di un cofattorecofattore che accelera la reazione;
Queste tre componenti fondamentali sono assemblate sul complesso fosfolipidico (FP3) complesso fosfolipidico (FP3) espresso sulla superficie delle piastrine piastrine e tenute assieme dagli ioni calcioioni calcio
La cascata coagulativa è costituita da un serie di reazioni enzimatiche. Per essere efficiente è necessario che enzima e substrato vengano a contatto ad una concentrazione ottimale.
TF
VIIa
Mentre le piastrine aggregate formano il “tappo” piastrinico, il complesso TF/fattore VIIa attiva il fattore IX e X
Factor MW Plasma Concentration Required for Hemostasis (µg/ml) (% of normal concentration)
Fibrinogen 330,000 3000 30
Prothrombin 72,000 100 40
Factor V 300,000 10 10-15
Factor VII 50,000 0.5 5-10
Factor VIII 300,000 0.1 10-40
Factor IX 56,000 5 10-40
Factor X 56,000 10 10-15
Factor XI 160,000 5 20-30
Factor XIII 320,000 30 1-5
Factor XII 76,000 30 0
Prekallikrein 82,000 40 0
HMWK 108,000 100 0
Fattori plasmatici della coagulazione:
fattori vitamina K - dipendentifattori vitamina K - dipendenti
I fattori II, VII, IX e XII, VII, IX e X sono definiti vitamina K - dipendentivitamina K - dipendenti in quanto necessitano della vitamina Kvitamina K per svolgere la loro azione biologica; la vitamina K è infatti indispensabile per l’azione di un enzima epatico (carbossilasi) che rende i fattori suddetti capaci di legare il calcio calcio e di ancorarsi ai fosfolipidi piastriniciancorarsi ai fosfolipidi piastrinici carichi negativamente In assenza di vitamina K, i fattori II, VII, II, VII, IX e XIX e X vengono ugualmente sintetizzati dal fegato, ma risultano funzionalmente inattivifunzionalmente inattivi
La Trombina legata al suo recettore ora converte il fibrinogeno in fibrina, che viene polimerizzata e stabilizzata dal fattore XIIIa
Anticoagulanti e Anticoagulanti e fibrinolisifibrinolisi
prothrombin *thrombin
fibrinogen
Fibrin monomer
Fibrin polymerCLOT
*Xa
X
XIII XIIIa
*VIIa
TF
InjuredCells
VII
*IXa
IX
*XIa
XI
*XIIa
XII
WOUND surface
*kallikrein
kininogen (HMWK)
prekallikrein
Va
VIIIa VIII
V
unk.
Intrinsic pathway
Extrinsicpathway
Commonpathway
= Calcium & PL complex
* = active serine protease
h e p a r in :a n ti th ro m b inc o m p le x
th ro m b o m o d u lin
P ro te in S :P ro te in C *
fib rino lyticfra g m e nts
p la s m in * p la s m in o g e n
2 a n tip la sm in
tPA *u ro k in a se *
= inhib itio n= a c tiva tio n
TFPI
Il processo di coagulazione tende naturalmente ad autoamplificarsi. Per tale motivo esso è modulato da numerosi meccanismi:
•La diluizione delle molecole procoagulanti
•La rimozione dei fattori attivati attraverso il sistema reticoloendoteliale, soprattutto del fegato
•La continua produzione di inibitori della coagulazione (anticoagulanti)
GLI ANTICOAGULANTI: sistema della TM-PC-PS
La Trombina legata alla Trombomodulina (TM) attiva la Proteina C (APC) che ora è in grado di attaccarsi,con la proteina S (PS),sull’endotelio o sulle piastrine
GLI ANTICOAGULANTI: sistema AT-III eparina-eparano
L’antitrombina III (AT-III) interagisce con l’eparano endoteliale o con l’eparina plasmatica e diventa un potente inibitore di proteasi
GLI ANTICOAGULANTI: il TFPI
Il Tissue Factor Pathway Inhibitor modula l’attività sia del fattore Xa che del complesso TF/VIIa
IL SISTEMA DELLA FIBRINOLISI
L’attivatore del Plasminogeno (tPA), assieme al plasminogeno si lega alla fibrina portando alla formazione di Plasmina
Anticoagulanti Anticoagulanti endogeniendogeni
Antitrombina III:Antitrombina III: proteina prodotta dal fegatoproteina prodotta dal fegato inibisce l’attività di IXa, Xa, inibisce l’attività di IXa, Xa,
XIa, XIIa e della XIa, XIIa e della trombinatrombina attivata dall’eparinaattivata dall’eparina
Eparina:Eparina: Polisaccaride solforilato Polisaccaride solforilato
prodotto dai mastocitiprodotto dai mastociti attiva l’antitrombina III attiva l’antitrombina III
mediante modifiche mediante modifiche conformazionaliconformazionali
Usato in terapia Usato in terapia inibitore inibitore della coagulazione rapido e della coagulazione rapido e potentepotente
Trombomodulina:Trombomodulina: Glicoproteina esposta sulla Glicoproteina esposta sulla
superficie delle cellule endotelialisuperficie delle cellule endoteliali Lega la trombina alla proteina CLega la trombina alla proteina C
Protein C:Protein C: Serina proteasi contenente GlaSerina proteasi contenente Gla Degrada i fattori Va e VIIIaDegrada i fattori Va e VIIIa Stabilizzata dalla proteina SStabilizzata dalla proteina S
Proteina S:Proteina S: Cofattore che stabilizza la Cofattore che stabilizza la
proteina C attivataproteina C attivata
Inibitore del fattore Inibitore del fattore tissutale tissutale
Inibisce l’attivazione dei fattori IX Inibisce l’attivazione dei fattori IX e X da parte del fattore VIIae X da parte del fattore VIIa
sostanze ad azione sostanze ad azione anticoagulanteanticoagulanteAl di fuori del circolo il sangue può essere
mantenuto liquido rimuovendorimuovendo tutto il fibrinogenofibrinogeno oppure aggiungendoaggiungendo sostanze anticoagulantianticoagulanti Si distinguono due gruppi di sostanze ad azione anticoagulante:1) sostanze chelanti il calcio1) sostanze chelanti il calcio, che di fatto sottraggono il calcio alla cascata coagulativa: - citrato citrato - ossalato ossalato - EDTAEDTA (acido etilendiaminico tetracetico)sotto forma di sali di sodio e di potassio 2) inibitori della trombina:2) inibitori della trombina:- eparina:eparina: esalta l’attività antitrombinica dell’antitrombina III (AT III)
4.fase fibrinolitica4.fase fibrinolitica
Il sistema fibrinoliticosistema fibrinolitico è fisiologicamente preposto alla dissoluzione dei trombi e dei coaguli di fibrinaTale compito è svolto dalla plasminaplasmina, un potente enzima (proteasi) che viene generata da un precursore ematico inattivo, il plasminogeno, plasminogeno, attivato dal t-t-PAPA (attivatore tessutale del plasminogeno), prodotto dalle cellule endoteliali
Test di laboratorioTest di laboratorio
Attualmente è molto più facile Attualmente è molto più facile caratterizzare caratterizzare laboratoristicamente i difetti chelaboratoristicamente i difetti che causano emorragiacausano emorragia piuttosto che piuttosto che quelle situazioni, potenzialmente quelle situazioni, potenzialmente curabili, checurabili, che predispongono alla predispongono alla trombositrombosi
Livelli di interventi del laboratorio
Esami d’urgenza
Anamnesi
Esame fisico
Esami diagnostici di
base
Esame obiettivo di laboratorio
Esami diagnostici di approfondimento
DECISIONE CLINICA
Esami di monitorggio
Decorso Farmaci Tossici
manifestazioni cliniche associate a manifestazioni cliniche associate a deficit dell’emostasi deficit dell’emostasi
- petecchie:- petecchie: piccole emorragie capillari con diametro di circa 1-2 mm di colorito rosso violaceo, frequenti nelle zone dove maggiore è la pressione idrostatica o dove c’è pressione o frizione esterna - porpore:- porpore: emorragie con diametro 3 mm costituite da un insieme di petecchie- ecchimosi:ecchimosi: versamenti emorragici sottocutanei di diametro tra 1 e 2 cm, inizialmente di colore rosso-blu, poi verde-blu e quindi giallo-oro- ematomi:ematomi: versamenti emorragici profondi che spesso dissecano le fasce muscolari; possono avere esiti clinicamente insignificanti (lividi) così come gravissimi, finanche mortali (versamento retroperitoneale da dissecazione di un aneurisma dell’aorta) - versamenti ematici in cavità dell’organismo:versamenti ematici in cavità dell’organismo: emotorace, emopericardio, emoperitoneo, emartro- sanguinamenti da determinati distretti dell’organismo:sanguinamenti da determinati distretti dell’organismo: gengivorragia, epistassi, ematemesi, melena, ematuria, menorragia e metrorragia
Bilancia emostaticaBilancia emostatica
Trombosi
Normale
Ipocoagulabilità
Emorragie
Ipercoagulabilità
Significato della raccolta della storia clinica
Il più importante test di screening è la raccolta della storia familiare e personale accurata.
E’ noto infatti che i reagenti necessari ai test di screening non sono così sensibili a tutti i difetti dell’emostasi.
Per questo motivo possiamo trovare delle situazioni nelle quali, pur essendo i test nella norma, esiste una chiara storia emorragica, per lo più in seguito a traumi e/o estrazioni dentarie
Significato della raccolta della storia clinica
Un’altra situazione nella quale una adeguata raccolta della storia clinica può impedire erronee valutazioni basate sui test di screening è l’errata esecuzione del prelievo sul quale si effettuano poi i test di laboratorio.
Può infatti accadere che durante l’esecuzione, la raccolta e la conservazione del prelievo, l’emostasi venga attivata e questo produrrà degli artefatti nel test di screening, capaci a volte di mascherare un lieve difetto emostatico, o di dare una impressione di ipercoagulabilità inesistente.
La raccolta della storia clinica va eseguita seguendo lo schema orientativo riportato nella tabella
Considerazioni sulla raccolta della storia clinica
E’ importante stabilire:
•L’eventuale insorgenza di sintomi emorragici e la loro incidenza familiare: la presenza di sintomi dalla nascita o dalla prima infanzia e la loro familiarità, orientano verso alterazioni della coagulazione, mentre i difetti della fase vasopiastrinica ( con esclusione della malattia di von Willebrand) sono in genere acquisiti e sporadici.
•La molteplicità delle sedi delle emorragie: è difficile che in presenza di alterazioni dell’emostasi la sede di emorragia sia unica
Processo diagnostico del paziente con patologie di pertinenza
ematologicaEsame obiettivo
1.Cute: pallore, cianosi, ittero, petecchie, ecchimosi, noduli, teleangectasie, lesioni da grattamento
2.Occhi: pallore o ittero delle congiuntive, emorragie retiniche, essudati retinici, ectasia dei vasi retinici
3.Cavo orale: stomatiti, ulcerazioni necrotiche, porpora, bolle emorragiche
4.Stazioni linfonodali: adenomegalie e loro caratteristiche
5.Torace: versamenti pleurici, focolai infettivi, dolore alla pressione dello sterno o delle costole
Alterazione dell’emostasi primaria: porpora
Alterazione dell’emostasi primaria: ecchimosi
Alterazione dell’emostasi secondaria: emorragie
Alterazione dell’emostasi secondaria: emorragie
Alterazione dell’emostasi secondaria acquisite
Alterazione dell’emostasi secondaria acquisite
Test di uso comune per valutare la coagulazioneValutazione fase piastrinicaValutazione fase piastrinica Emocromo conta
piastrinica tempo di stillicidio
– Tempo necessario per la formazione del tappo piastrinico in seguito a puntura standardizzata
aggregazione piastrinica– Ristocetina Ristocetina
Antibiotico che induce Antibiotico che induce l’aggregazione l’aggregazione piastrinica in presenza piastrinica in presenza di vWfdi vWf
Valutazione fase fibrinicaValutazione fase fibrinica PT aPTT dosaggio fibrinogeno dosaggio At-III dosggio D-dimero dosaggio fattori:
– Ratio attività:antigene Ratio attività:antigene
Test di screening dell’emostasi
Test di primo filtro: sono test che permettono con buona probabilità di evidenziare la maggiore e più importante parte dei difetti emostatici
Test di secondo filtro: vanno ad indagare dei difetti più rari, ma non per questo meno importanti
Caratteristiche dei test di primo filtro•Sono test di screening e per questo devono essere :
•Semplici, perché devono essere alla portata di ogni laboratorio non specializzato
•Sensibili, così da rilevare non solo le più grossolane anormalità dell’emostasi, ma anche difetti minori, che peraltro aumentano notevolmente il rischio emorragico in seguito ad un intervento chirurgico
•Limitati di numero, in quanto il loro scopo è quello di mettere in evidenza il più velocemente possibile alterazioni delle fasi della coagulazione
Test di screening dell’emostasiTest di primo filtro: tempo di emorragia e conta piastrinica (esplorano la fase vasopiastrinica), il tempo di protrombina, il tempo di tromboplastina parziale attivato (esplorano la fase della coagulazione)
Test di secondo filtro: dosaggio del fattore XIII, dell’ 2 antiplasmina, del tPA e del PAI, del fattore piastrinico 3, del tempo di trombina, il tempo di Reptilase e del wWF
Test di primo filtro: fase vasopiastrinica
1.Tempo di emorragia: E’ il tempo necessario all’arresto del sanguinamento da un piccolo taglio, di dimensioni standardizzate, provocato sulla superficie cutanea (varia da 1 a 9 minuti)
Cosa valuta? L’interazione delle piastrine con la parete vascolare, e la successiva formazione del tappo emostatico primario
Quando è prolungato? In tutti i casi di piastrinopenia e piastrinopatie, in caso di carenza di alcuni fattori plasmatici (quali il fibrinogeno e il vWF), essenziali per la normale funzione piastrinica ed in soggetti con alterazione della parete vascolare (sindrome di Ehelers-Danlos, telengectasia emorragica
Come si esegue? Esistono diversi metodi. Tutti sono modifiche di due tecniche: quella di Duke, che prevede l’incisione del lobo di un orecchio, e quella di Ivy, in cui si esegue un’incisione della cute dell’avambraccio, mantenendo costante la pressione ematica (40 mm Hg) mediante un manicotto
Incisione 1 mm x 5 mm
Pressione costante
Range 2 - 10 minuti
40 mm
Bleeding TimeBleeding Time
Condizioni che possono alterare il tempo di sanguinamento
•Il tipo, la lunghezza la profondità dell’incisione
•L’assunzione di farmaci tra cui l’acido acetilsalicilico (è stata descritta una sindrome di disfunzione piastrinica caratterizzata da un tempo esageratamente allungato dopo assunzione di acido acetilsalicilico ed un tempo di emorragia basale normale) ed altri antinfiammatori
Test di primo filtro: fase vasopiastrinica
2.Conta delle piastrine. Il conteggio delle piastrine
Non è strettamente indispensabile per una prima valutazione dell’emostasi purchè venga eseguito il tempo di emorragia.
Generalmente esiste una correlazione inversa fra il numero di piastrine al di sotto di 100.000/l e il tempo di emorragia
Il conteggio delle piastrine diventa obbligatorio quando il tempo di emorragia è prolungato per stabilire se si tratta di piastrinopenia o di piastrinopatia.
E’ importante ricordare che si possono avere piastrinopenie spurie (o pseudopiastrinopenie) causate dall’EDTA, l’anticoagulante in cui vengono generalmente raccolti i campioni di sangue per la conta piastrinica. Ciò probabilmente è dovuto ad immunoglobuline che agglutinano le piastrine quando il Ca è chelato.
indagini di laboratorio per la indagini di laboratorio per la valutazione della funzionalità valutazione della funzionalità piastrinica e relativi valori di piastrinica e relativi valori di
riferimentoriferimento- tempo di sanguinamento: - tempo di sanguinamento: 10 10 minuti (nei soggetti normali tra 3-6 minuti (nei soggetti normali tra 3-6 minuti)minuti)- conteggio delle piastrine: 150.000 - conteggio delle piastrine: 150.000 – 400.000 per – 400.000 per L L - test di adesività piastrinica: > 70%- test di adesività piastrinica: > 70%- test di aggregazione piastrinica: - test di aggregazione piastrinica: confronto dei tracciati di confronto dei tracciati di trasmittanza con quelli ottenuti su trasmittanza con quelli ottenuti su piastrine normalipiastrine normali
tempo di sanguinamentotempo di sanguinamentoIl tempo di sanguinamento (o di emorragia) tempo di sanguinamento (o di emorragia) viene determinato effettuando una piccola incisione superficiale sulla rete capillare della faccia volare dell’avambraccio, in una zona pulita, esente da malattie della pelle e lontano dalle vene superficiali, mantenendo una pressione venosa costante di 40 mmHg 40 mmHg con uno sfigmomanometro e cronometrandocronometrando la durata durata della fuoriuscita del sangue dalla feritaIl test viene eseguito in maniera accuratamente standardizzata provocando una incisione incisione di profondità profondità e lunghezza lunghezza costante costante con una lama calibrata o con un bisturi automatico: i pazienti con un tempo di tempo di sanguinamento superiore ai 10 minutisanguinamento superiore ai 10 minuti presentano un rischiorischio emorragico aumentatoaumentato
150.000 - 400.000 / 150.000 - 400.000 / LL: valori normali
> 100.000 / > 100.000 / LL: i pazienti sono asintomatici e il tempo di sanguinamento rimane nella norma50.000 - 100.000 / 50.000 - 100.000 / LL: il tempo di sanguinamento è lievemente allungato, ma senza alcuna sintomatologia emorragica < 50.000 / < 50.000 / LL: si osservano porpore cutanee dopo traumi minimi e sanguinamenti a livello mucoso in seguito a piccoli interventi chirurgici < 20.000 / < 20.000 / LL: notevole rischio di sanguinamenti spontanei intracranici e in altri sede interne
conteggio delle piastrineconteggio delle piastrine
Platelet AggregationPlatelet Aggregation
Platelet Rich Plasma (PRP)
Aggregating Reagent
AggregateClumping
Baseline Light Transmission
Increased LightTransmission
+
Typical Biphasic Pattern
100908070605040302010
0
PlateletRichPlasma
Platelet
PoorPlasm
aSecondary Response(Release)
Primary Response
Injection Point
Lag
MedicinaMedicina di laboratoriodi laboratorio
Coagulazione e sangueCoagulazione e sangue
Falsa piastrinopenia (pseudopiastrinopenia)
test di adesività piatrinicatest di adesività piatrinicaIl test di adesività piastrinica misura la capacità delle piastrine di aderireaderire ad una superficie estranea
Viene effettuato facendo passare, in condizioni controllate, il sangue attraverso un tubicino di plastica contenente microsfere di vetromicrosfere di vetro e determinando il numeronumero di piastrine di piastrine trattenutetrattenute rispetto a quelle presenti nel sangue dello stesso paziente non trattatoIl risultato viene espresso in percentuale di piastrine trattenute; percentuale di piastrine trattenute; i valori normali sono tra 70 e 98%70 e 98%
Test di primo filtro: Fase coagulativa
•Tutti i test di coagulazione dipendono in modo fondamentale dalla quantità di campione di plasma ottenuto•Si richiede una puntura venosa•Il citrato è l’anticoagulante utilizzato routinariamente•Il plasma citrato essenzialmente privo di piastrine viene preparato per centrifugazione standard
PT e aPTTPT e aPTT
XIIPrekallikrein
HMWK
XIIX
VIII
Intrinsic Pathway Extrinsic Pathway
tissue factor
VII
Common Pathway
X
V
Prothrombin
Fibrinogen
Fibrin
Activated PartialThromboplastin Time
(aPTT)Prothrombin Time (PT)
PT tromboplastina (PL + TF), Ca++.Normale: 10-16 sec
aPTT fosfolipidi, Ca++ ,silice.Normale: 31-55 sec
XIIPrekallikrein
HMWK
XIIX
VIII
Intrinsic Pathway Extrinsic Pathway
tissue factor
VII
Common Pathway
X
V
Prothrombin
Fibrinogen
Fibrin
Activated PartialThromboplastin Time
(aPTT)Prothrombin Time (PT)
Tempo di protrombina Tempo di protrombina (PT)(PT)
Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei fattori VII, X, V, protrombina (II)
e fibrinogeno (I). Monitoraggio della terapia
anticoagulante orale con dicumarolici (INR) – inibiscono l’attivita’ dei fattori
VII, IX, X e della protrombina.
PT corto privo di significato patologico
PT lungo – epatopatia. – deficit vitamina K – CID – sindrome nefrosica– Farmaci dicumarolici
tempo di protrombina (PT) tempo di protrombina (PT) o tempo di Quick o tempo di Quick
Questo test valuta l’efficacia della via estrinseca e comuneestrinseca e comune della coagulazione (fattori I, II, V, VII e X)
Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente tromboplastina tessutaletromboplastina tessutale e ioni calcioioni calcio, e cronometrandocronometrando il tempo necessario alla formazione del coagulo
I valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 11 e 13 secondi)(v.n. tra 11 e 13 secondi) o come rapporto (ratio)(ratio) tra il tempo del plasma in esame e quello di un campione di plasma normale di controllo
Patient’s PT in SecondsPatient’s PT in SecondsMean Normal PT in SecondsMean Normal PT in SecondsINR =INR =
ISIISI
INR = International Normalized Ratio ISI = International Sensitivity IndexINR = International Normalized Ratio ISI = International Sensitivity Index
INR = PT INR = PT StandardisationStandardisation
Fatt. VIIFatt. VII < 50%< 50%Fatt. VFatt. V < 50%< 50%Fatt. XFatt. X < 50%< 50%Fatt.IIFatt.II < 30%< 30%
FibrinogenoFibrinogeno < 100 mg/dL< 100 mg/dLParaproteineParaproteine
Cause di errore
Policitemia
Prelievo difficile
Provetta non riempita correttamente
Contaminazione eparina
Latenza fra prelievo ed esecuzione test > 2 ore
PT si allunga per livelli di fattorePT si allunga per livelli di fattore
MeanMeanNormalNormal(Seconds)(Seconds)
PTRPTR ISIISI INRINR
1212
1212
1313
1111
14.514.5
1.31.3
1.51.5
1.61.6
2.22.2
2.62.6
3.23.2
2.42.4
2.02.0
1.21.2
1.01.0
2.62.6
2.62.6
2.62.6
2.62.6
2.62.6
AA
BB
CC
DD
EE
Patient’sPatient’sPTPT
(Seconds)(Seconds)
1616
1818
2121
2424
3838
ThromboplastinThromboplastinreagentreagent
How Different How Different Thromboplastins Thromboplastins Influence the PT Ratio and INRInfluence the PT Ratio and INR
XIIPrekallikrein
HMWK
XIIX
VIII
Intrinsic Pathway Extrinsic Pathway
tissue factor
VII
Common Pathway
X
V
Prothrombin
Fibrinogen
Fibrin
Activated PartialThromboplastin Time
(aPTT)Prothrombin Time (PT)
Tempo di Tempo di tromboplastina tromboplastina parziale attivato parziale attivato (aPTT)(aPTT) Identifica i deficit acquisiti o
congeniti dei fattori IX, VIII, e XI
Monitoraggio della terapia con eparina
Test di screening per LAC Identifica con minor sensibilita’
del PT deficit dei fattori X, V, protrombina (II)
e fibrinogeno (I) aPTT corto privo di
significato patologico aPTT lungo
– deficit di fattori – presenza di inibitori (anti-
fattore VIII, LAC)– terapia con eparina
tempo di tromboplastina tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT)parziale attivata (aPTT)
Questo test valuta l’efficacia della via intrinseca e comuneintrinseca e comune della coagulazione (fattori I, II, V, VIII, IX, X, XI, XII)
Si esegue aggiungendo al plasma-citrato del paziente agenti attivantiagenti attivanti (caolino), una emulsione di fosfolipidifosfolipidi (sostituti piastrinici) e ioni calcioioni calcio, e cronometrandocronometrando il tempo necessario alla formazione del coaguloI valori sono normalmente espressi in secondi (v.n. tra 28 e 40 seconditra 28 e 40 secondi) o come rapporto (ratio)(ratio) tra il tempo del plasma in esame e quello di un campione di plasma normale di controllo
Terapia con eparina: esalta l’attività anticoagulante dell’AT III, inibisce II, X e delle proteasi in genere
Malattie epatiche: quadro complesso spesso si osserva un aumento del fattore VIII (è sintetizzato dal sistema reticoloendoteliale epatico) e del vWF
aPTT si allunga per livelli di fattoreaPTT si allunga per livelli di fattore
VIIIVIII < 50%< 50%
XIXI < 50%< 50%
IXIX < 30%< 30%
XIIXII < 30%< 30%
FibrinogenoFibrinogeno < 100 mg/dL< 100 mg/dL
Livelli di eparina Livelli di eparina 0.15-0.2 U/mL0.15-0.2 U/mL
Cause di errore
Policitemia
Prelievo difficile
Provetta non riempita correttamente
Contaminazione eparina
Latenza fra prelievo ed esecuzione test > 2 ore