valore d: risorsa per lavoro e economia matera settembre 2014

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Stati Generali Innovazione WISTER Emma Pietrafesa

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Leadership & Management


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Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) i benefici che l’intera economia globale trarrebbe da una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro in generale e ai suoi vertici in modo particolare sarebbero molto elevati. Questi alcuni fattori da evidenziare: 1. Le donne aiutano la crescita economica in termini di crescita di PIL (Prodotto interno lordo). 2. Le donne raggiungono un migliore equilibrio in termini di rapporto rischio/rendimento nei settori affari e finanza. 3. Le donne rappresentano i prossimi "mercati emergenti" poiché globalmente le donne controllano circa i due terzi dei beni di consumo discrezionali di spesa. 4. Le donne investono di più nelle generazioni future, con conseguente attuazione di un dirompente potente effetto a catena. Le donne sono più propense a investire in sanità e istruzione, in sviluppo del capitale umano per alimentare il futuro e la crescita. 5. Le donne sono agenti e reagenti al cambiamento. Le donne naturalmente apportano visioni e voci diverse.

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Emma Pietrafesa

Chi sono • @epietrafesa

Ricercatrice

Cultrice della materia Storia del giornalismo e Relazioni internazionali (Università LUMSA

Roma); Ricercatrice a contratto (Inail-Settore Ricerca); Comunicatrice Pubblica

Lavoro e collaboro nel settore ricerca e comunicazione da oltre 10 anni con focus su

comunicazione pubblica, ICT e social media, studi di genere, salute e sicurezza sul

lavoro; Specializzazioni post universitarie in comunicazione pubblica, managment pubblico e

relazioni internazionali. Varie esperienze formative e lavorative a carattere internazionale: NATO

(North Atlantic Treaty Organization) – Bruxelles (Rappresentanza Permanente d’Italia-U. Stampa e

Comunicazione); Wyeth Lederle S. p. A.- Aprilia (U. Marketing e Vendite); Amnesty International –

Bruxelles (Sezione francofona-U.Stampa e Comunicazione); Università Statale M. V. Lomonosov –

Mosca (Facoltà di Filologia);

Responsabile del Coordinamento editoriale della Rivista accademica RES PUBLICA

(www.lumsa.it) e contributor per testata giornalistica online di settore POWER&GENDER

(www.power-gender.org);

Socia dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale;

Faccio parte della Rete WISTER (Women for Intelligent and Smart TERritories);

Sono componente del Direttivo di Stati Generali dell’Innovazione (SGI).

• RT is not endorsment

• #WISTER, #SGInnovazione

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L’Associazione

Meta-associazione no-profit, nata nel 2011 su iniziativa di un centinaio tra:

•associazioni

•movimenti

•imprese

•Cittadini

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Crediamo che le migliori opportunità di crescita per il Paese siano offerte:

1. dalla creatività dei giovani

2. dal riconoscimento del merito

3. dall’abbattimento del digital divide

4. dal rinnovamento dello Stato attraverso l’Open Government

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#preferiamofarealchiacchierare

1. Lobby trasparente per riportare l’innovazione

nell’agenda politica italiana per governo italiano locale

e centrale;

2. Supporto per la crescita della consapevolezza e

cultura dell’innovazione (conferenze, workshop,

seminari, e-books, wiki, e supporto a progetti conformi

con la missione di SGI);

3. Promuovere politiche dell’innovazione sensibili alle

differenze, a partire da quelle di genere (colmare

digital divide di genere; supporto alle start up

femminili; maggiore presenza di donne nei percorsi di

studio e nelle carriere ICT;

4. Sinergia tra innovazione sociale e innovazione

tecnologica.

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Women for Intelligent and Smart TERritories

Oggi è un Network di oltre 400 donne…

Da una mailing list di Flavia Marzano Si sviluppa dopo BOLOGNA SMART CITY

EXIBITHION 2012 Presentata ufficialmente a FORUM PA 2013

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Questioni di genere?

Italia 71a nel Global Gender

Gap Index 2013

Che fine ha fatto il valore D??

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- aiutano la crescita economica in termini di crescita di PIL (Prodotto interno lordo); - raggiungono un migliore equilibrio in termini di rapporto rischio/rendimento nei settori affari e finanza; - rappresentano i prossimi "mercati emergenti" poiché globalmente le donne controllano circa i due terzi dei beni di consumo discrezionali di spesa;

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) i benefici che l’intera economia globale trarrebbe da una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro in generale e ai suoi vertici in modo particolare sarebbero molto elevati:

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- investono di più nelle generazioni future, con

conseguente attuazione di un dirompente potente effetto a catena; - sono più propense a investire in sanità e istruzione, in sviluppo del capitale umano per alimentare il futuro e la crescita; - sono agenti e reagenti al cambiamento; -Le donne naturalmente apportano visioni e voci diverse;

Valore D (Donna & Diversità)

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Sul tema del lavoro e occupazione l’Italia è tra i Paesi sviluppati quello che più scoraggia l’occupazione femminile, con effetti negativi per lo sviluppo e la competitività: - più di 5 donne su 10 sono senza reddito da lavoro;

- per quelle che il reddito lo hanno, la retribuzione media pro capite (calcolata tra impiegate e operaie) si ferma sotto i 25mila euro annui, mentre quella di un uomo sfonda il tetto dei 31mila.

1993 2003 2008 2013

maschi 69,13 70,01 70,27 64,81

femmine 38,49 45,15 47,20 46,50

totale 53,70 57,54 58,72 55,62

Tasso di occupazione, valori percentuali, 15/64 anni (Fonte: Elaborazione su dati Istat)

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Il gap reddituale è aumentato nell’ultimo decennio di ben 4 punti:

non solo in relazione alla crisi, ma anche in ragione dei processi di deregolamentazione del lavoro che hanno aperto lo spazio a forme meno tutelate, anche sul piano salariale, forme di lavoro a cui le donne sono maggiormente esposte.

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- un minor numero di pensioni dirette

ovvero erogate sulla base di contributi versati; - una componente minoritaria di queste sul totale delle pensioni erogate; - una minore remunerazione del singolo trattamento e della spesa complessiva previdenziale (pensioni più basse e minore spesa complessiva)

La disparità nel mondo del lavoro, coinvolgimento basso e intermittente al lavoro, e la massiccia partecipazione femminile al lavoro di cura (per scelta, ma anche per mancanza di strutture di supporto) produce tre dati:

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la presenza nel mondo del lavoro di un’occupazione femminile che doppia i lavori domestici (incombenze prettamente legate al ruolo della donne nella famiglia, non considerato né per calcolo PIL né in quanto lavoro retribuito ) -presenza nei servizi e per la maggiore disponibilità da parte delle donne di accettare lavori meno retribuiti e più precari, spesso per poter vivere a fronte della perdita di occupazione del marito

Hanno portato ad un peggioramento delle condizioni di lavoro degli uomini e non di un miglioramento di politiche di genere

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Importanza della riduzione del divario occupazionale di genere non è solo esigenza di eguaglianza ma è anche un importante motore di sviluppo economico: -il lavoro delle donne è fondamentale per difendere le famiglie e i figli dal rischio di povertà; - l’occupazione femminile genera e crea ulteriore lavoro:

In effetti se tutte le attività domestiche tradizionalmente definite lavori femminili (women’s work) venissero computate, utilizzando i medesimi criteri del lavoro retribuito, queste diventerebbero il settore produttivo terziario più rilevante del mondo dal punto di vista economico.

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Le tematiche di genere sono fondamentali proprio in relazione ai

processi di innovazione e crescita, ancor più se parliamo di smart city

(città intelligenti) espressioni di smart community (comunità

intelligenti).

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I luoghi Smart di lavoro e la creazione di valore

(tratto da http://globalblog.posco.com/poscos-way-of-working-the-innovative-smart-workplace/ )

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Una nuova organizzazione del lavoro

L’organizzazione del lavoro richiede più motivazione che controllo, più creatività che burocrazia, più etica che astuzia, più estetica che pratica, più equilibrio vitale che overtime, multitasking e reperibilità. Di qui la possibilità di “telelavorare”, svolgendo in casa dove il lavoratore preferisce, quel lavoro che generalmente si va a fare in ufficio quotidianamente, spostandosi senza altra ragione che una abitudinaria ritualità D. De Masi

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Quali interventi?

• Ambienti e luoghi che favoriscano lo smart working

• Politiche che favoriscano

• Riuso di esperienze

• Piattaforme di collaborazione

• Piattaforme di innovazione aperte

• Organizzazioni basate sulla conoscenza

• Normative che tutelino il lavoro della conoscenza

• Reddito minimo, servizi di base

• Imprenditoria innovativa

• Lavoro in mobilità by default

• Valutazione per risultati, responsabilità per progetti

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- il valore creato da internet ricade per tre quarti nell’economia cosiddetta tradizionale, solo per il 25% nell’industria tecnologica; - ecco perché nel nostro paese il cosiddetto digital divide (divario digitale) incide in modo significativo sull’intera economia nazionale (ben tre o quattro punti di Pil stima Agicom); - ulteriore dato che impatta su economia: poiché le ICT si fondono con le tecnologie specifiche di diversi settori applicativi, queste vanno ad alimentare posti di lavoro "ibridi".

Un’opportunità: la rete

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Professioni Connesse e Convergenti

Ogni professione può essere interpretata come l’espressione di necessità specifiche all’interno di progetti convergenti

Ogni professione ha elementi in comune con tutte le altre, e con esse si completa

È necessario padroneggiare dinamiche e strumenti per una knowledge-base a 360°ancor più in relazione alle competenze digitali

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Perché parlare di alfabetizzazione digitale ?

•sapere “usare” le tecnologie;

•coglierne il valore e le opportunità

di sviluppo personale e professionale;

•acquisire consapevolezza anche

dei rischi

(i.e. bassa la percentuale di coloro

che sanno modificare le impostazioni

di sicurezza 40,7%)

Alfabetizzazione è necessità di promuovere una

cultura digitale:

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L'importanza delle ICT per l'Europa: •il 6-8% del PIL europeo, •centrali per affrontare sfide globalizzazione incentivando l'innovazione, la creatività e la competitività del sistema economico. •motori per una crescita intelligente •si stima che nei prossimi anni il solo settore ICT sarà in grado di assumere circa 1,7 milioni di lavoratori (stima per aree geografiche di 900 mila posti di lavoro in Europa, 800 mila negli Stati Uniti e 200 mila in Brasile).

(Fonte: ICT Facts and Figures , 2013)

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Fonte: Fact and Figure ICT 2014

http://www.itu.int/en/ITU-D/Statistics/Documents/facts/ICTFactsFigures2014-e.pdf

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•status economico e sociale: 19 punti percentuali fra le

famiglie con dirigenti, imprenditori, liberi professionisti e

operai;

•infrastrutturale e geografico: le famiglie del Centro-

Nord che hanno un pc sono il 65,4%, con accesso a Internet

oltre il 63,3%, mentre nel Sud e isole i valori sono

rispettivamente 57,2% e 55%; il Mezzogiorno mostra un forte

ritardo anche nel possesso del cellulare con connessione ad

Internet (il 36,1% contro il 47,6% del Centro-nord);

•competenze e conoscenze: soltanto le operazioni di

base con il pc (83,8%) o, nel caso di Internet, le funzioni

più semplici, quali l’utilizzo di motori di ricerca (96,2%) o

l’invio di email con allegati (83,3%) non presentano

difficoltà per gli utenti;

(Fonte: ISTAT Cittadini e nuove tecnologie (http://www.istat.it/it/archivio/108009)

Il Digital divide: versione “Italicum”

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In Italia quando si parla di digital divide è importante

introdurre altre 2 variabili l’età e il genere:

– le differenze di genere fino ai 34 anni di età

risultano molto contenute

– si accentuano dopo i 35 anni

– il picco tra le persone di 60-64 anni circa 17%

fra uomini e donne

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Le donne di questo cluster anagrafico (60 anni in su)

resteranno all'interno del ciclo produttivo con le

nuove riforme del mercato del lavoro;

sono in molti casi lavoratrici in settori nevralgici per il

sistema Paese in termini di Innovazione (i.e. PA,

Istruzione e Salute)

Dal 2006 sono costantemente in maggioranza le donne fra le

“nuove” persone online, cioè quelle che “hanno cominciato a collegarsi

in rete” in anni più recenti.

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Trend in crescita positivo della presenza delle donne italiane in rete e sono molte attive nei contesti di condivisione, collaborazione, scambio saperi, etc. Le donne sono più attive nei social network rispetto agli uomini 65% donne, 55% uomini più partecipi postano foto e lasciano commenti Twitter 64% donne, Facebook 58%, Pinterest 80%, Google+ 29%, Linkedin 27%

(Fonte

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Sono necessarie nuove politiche di organizzazione del lavoro che promuovano le donne nei luoghi decisionali delle imprese e che facilitino la traduzione concreta di approcci che, attraverso le nuove tecnologie migliorino efficacemente la qualità della vita di tutti, promuovano benessere collettivo in tempi rapidi.

Ciò significa innescare circoli virtuosi di

comportamento nelle aziende e nelle persone, rendendo premianti le condotte positive e penalizzando le politiche discriminatorie.

La strada è capovolgere concretamente

il concetto di ciò che è vantaggioso.

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Le ICT fattore chiave di: •promozione culturale tra i cittadini: l'innovazione è un seme da impiantare nelle istituzioni e che può creare un vantaggio competitivo per le aziende nel breve periodo;

•cambiamenti nell’ambito organizzativo-gestionale con impatto su ambienti di lavoro, ambienti di vita e condizioni stesse di lavoro; •risposta alle grandi sfide della società: invecchiamento della popolazione attiva, attenzione a nuovi modelli di supporto socio-sanitari; energia sostenibile; istruzione; prevenzione e sicurezza, ecc; •forza e perno dei cambiamenti sociali: i social media con i propri formati partecipativi hanno traslato i mondi fisici in quelli virtuali e viceversa in maniera dinamica e fluida

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•supportare il delicato compito delle organizzazioni complesse nella ridefinizione di nuovi modelli e processi organizzativi; •maggiore benessere dell’individuo e migliore valorizzazione dei percorsi lavorativi e di carriera anche e soprattutto femminili.

•maggiore democratizzazione dei processi partecipativi di cittadinanza attiva, strumenti per una “rivoluzione” culturale e di pensiero all’interno di tutta la società; • liberare i tempi di produzione e di lavoro a favore di una migliore redistribuzione dei carichi ed impegni socio-familiari, quindi un migliore bilanciamento vita-lavoro (work-life balance);

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Grazie dell’attenzione

Questa presentazione, nelle sue parti originali, è coperta da licenza Creative Commons Attribuzione, Condividi allo stesso modo http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/legalcode

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•Associazione www.statigeneralinnovazione.it

•WISTER: www.wister.it

•Email: [email protected]

•Twitter @epietrafesa

Crediti per le immagini: • http://m2.paperblog.com/i/140/1407447/rifletteteci-su-L-i5n970.png

• http://www.mammafelice.it/wp-content/uploads/2012/08/progettare-il-futuro.jpg

• http://www.voxdiritti.it/?p=3305

• http://bonacina.wordpress.com/2012/04/16/italia-urge-una-vera-alfabetizzazione-digitale/

• http://romebusinessschool.it/sviluppo-personale/