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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
CORSO DI LAUREA INTERATENEO IN
TECNICHE DELLA PREVENZIONE NELL’A MBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO
TESI DI LAUREA
Analisi e caratterizzazione degli infortuni sul lavoro oggetto di indagine da parte della SOCPSAL dell’A.S.S. n°4 “Medio Friuli”
nel decennio 2000-2009
Laureanda Relatore Laura Girotto Dott.ssa Giovanna Cornelio Correlatore Dott. Dino Toscani
Anno Accademico 2009-2010
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INDICE
Capitolo 1: INTRODUZIONE………….……………………………………………...2
1.1 Dati nazionali…………….…………………………….…………..6
1.2 Iter a seguito di infortunio sul lavoro …....………………………7
1.2.1 Denuncia di infortunio……………………………..……………7
1.2.2 Tre strumenti di avvio delle indagini………………...……….10
1.2.3 Inchiesta infortuni………………………………………..…….13
Capitolo 2: SCOPO DELLA TESI …………………………………….….……...…15
Capitolo 3: MATERIALI E METODI ……………………………………….……….16
Capitolo 4: ANALISI DEI DATI ……………………………………………………..22
4.1 Una panoramica del fenomeno infortunistico……….……......25
4.2 L’analisi degli infortuni per luogo di accadimento…………....34
4.2.1 Il cantiere edile.…………………………………...….….…….36
4.2.2 La lavorazione del legno…………………………….………..42
4.2.3 La metalmeccanica..…………………………………….........46
4.2.4 La metallurgia…………………………………………….........50
4.2.5 L’industria alimentare……………………………………........55
4.2.6 Le altre attività industriali..………………………………........58
4.2.7 Le aziende agricole……………………………………...........60
4.2.8 Le sedi commerciali...…………………………………...........64
4.2.9 Gli ospedali ed i luoghi di assistenza…....….…...................68
4.2.10 I servizi terziari…...............................................................71
4.2.11 I luoghi privati………………...……………………..………..72
4..2.12 Gli infortuni sulla strada....................................................74
Capitolo 5: CONCLUSIONI………………………………………………..………..75
BIBLIOGRAFIA …………………………………………………………..………….80
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1. INTRODUZIONE
Il fenomeno infortunistico viaggia di pari passo con lo sviluppo industriale ed è
un effetto “collaterale” che da sempre si manifesta nella realtà di tutti i giorni.
Lo sviluppo di tecnologie, di processi lavorativi e l’evoluzione delle norme sulla
sicurezza ha comportato una progressiva diminuzione degli infortuni sul lavoro
nel tempo senza però arrivare a dimensioni marginali del fenomeno.
Nel D.P.R. 1124 del 30 giugno 1965 art. 2 comma 1 si definisce infortunio sul
lavoro “ogni evento avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, da cui
sia derivata la morte o un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale,
ovvero un’inabilità temporanea assoluta che l’astensione dal lavoro per più di
tre giorni”
Dalla definizione appena illustrata si possono individuare le parole chiave che
caratterizzano l’infortunio sul lavoro:
� causa violenta ovvero ogni fatto esterno che agisca rapidamente sulla
persona e costituisca pertanto, un nesso di causa ed effetto con la
lesione; può essere considerata come ogni “aggressione”, improvvisa ed
inattesa, che dall'esterno danneggi l'integrità psico-fisica del lavoratore
compresa l'azione dovuta da microrganismi ad es. l'infezione virale
contratta in ospedale, uno sforzo che provochi una lesione muscolare, un
evento che provochi un trauma psicofisico e etc.;
� occasione di lavoro intesa come le condizioni, comprese quelle
ambientali, in cui si svolge l’attività produttiva con i relativi rischi di danno
al lavoratore che possono derivare dallo stesso comparto produttivo e/o
da fattori e situazioni proprie del lavoratore ed in qual modo da qualsiasi
situazione ricollegabile allo svolgimento dell’attività lavorativa in modo
diretto ed indiretto; il concetto di “occasione di lavoro” va oltre ai concetti
identificati in espressioni come “causato dal lavoro” o “accaduto sul luogo
di lavoro” o “durante l'orario di lavoro” in quanto permette di dare una
copertura assicurativa più ampia tutelando tutti quegli infortuni accaduti
per motivo di lavoro ovvero per “finalità lavorativa” (es. infortunio in
itinere, etc.);
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� inabilità definita come una limitazione o una perdita della capacità
lavorativa del soggetto assicurato che si distingue in conseguenze
permanenti e temporanee, assolute e parziali; temporanee qualora
l'inabilità a svolgere i proprio compiti lavorativi comporti un periodo di
astensione al lavoro determinato e superiore a 3 giorni, e permanenti
qualora ci sia una perdita della capacità lavorativa in maniera assoluta o
parziale per tutta la vita. Con il Decreto Legislativo n.38 del 23 febbraio
del 2000 la definizione di inabilità viene superata con l'introduzione del
danno biologico ovvero il danno relativo all'integrità psicofisica del
soggetto infortunato suscettibile di valutazione medica.
La definizione assicurativa di infortunio sul lavoro comprende una vasta
casistica di eventi, ma non è rappresentativa di una visione completa dell’intero
fenomeno infortunistico.
Non rispondono infatti alla definizione gli infortuni che comportano un periodo di
astensione dal lavoro inferiore ai tre giorni oppure gli incidenti sul lavoro che
non hanno causato danni alle persone, ma solo danni materiali. Questi eventi
rappresentano comunque un campanello d'allarme indicativo di situazioni
lavorative in cui la gestione ed il controllo dei rischi possono non essere
adeguate e si rivelano quindi come punti di partenza per l'individuazione di
misure di prevenzione efficaci.
A ciò si aggiunga che sfuggono alla definizione assicurativa di infortunio sul
lavoro, e non sono quindi considerati né ai fini statistici come strumento di
promozione di iniziative di prevenzione, gli infortuni avvenuti nel settore del
lavoro a domicilio e del lavoro nero nonché gli infortuni che, pur provocati dal
mancato rispetto di regole e misure di prevenzione sul lavoro, coinvolgono
soggetti non assicurati. Si pensi ad esempio agli infortuni di cui sono vittime
soggetti che, a vario titolo, si possono trovare in un luogo di lavoro come la
massaia nel supermercato o il committente in cantiere.
Se ne può concludere che le analisi statistiche svolte dall' INAIL, anche se
comprendono un'ampia serie di dati, non sono rappresentative dell’intero
fenomeno infortunistico.
Di contro, esse contemplano anche un ampio numero di eventi che, pur rilevanti
in un ottica prevenzionistica, non rientrano nel campo di applicazione della
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sicurezza nei luoghi di lavoro, ma attengono piuttosto ad altri settori, quali ad
esempio la prevenzione degli infortuni stradali. Il peso di tali eventi è
confermato dal fatto che circa la metà degli infortuni mortali sul lavoro sono
conseguenza di incidenti stradali.
L'INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro) è
l’ente pubblico non economico sottoposto a vigilanza del Ministero del Lavoro
che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le
malattie professionali. L’Istituto Assicuratore si pone come obiettivo non solo
quello di assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio, ma anche e
soprattutto di ridurre il fenomeno infortunistico e di garantire il reinserimento
degli infortunati negli ambienti di lavoro.
Nel tempo si è ampliata la frazione della popolazione lavorativa soggetta ad
assicurazione obbligatoria, che non riguarda più solo i lavoratori dipendenti ma
un’ampia serie di figure. Grazie alla Legge n .493 del 3 dicembre del 1999 e al
Decreto Legislativo n.38 del 23 febbraio del 2000 è stato introdotto l'obbligo di
assicurazione a tutte quelle figure che svolgono lavori con finalità di cura della
propria famiglia e dell'ambiente in cui vivono, ai lavoratori dell'area dirigenziale,
ai lavoratori parasubordinati ed ai sportivi professionali.
L'infortunio sul lavoro, oltre ad avere una valenza assicurativa e sociosanitaria,
ha una grande rilevanza sotto il punto di vista economico.
La ripercussione economica dell’infortunio sull'azienda si traduce in costi diretti,
quali ad esempio l’integrazione della retribuzione del soggetto infortunato
durante il periodo di assenza dal lavoro o l'aumento del premio assicurativo
INAIL, ed in costi indiretti come l'aumento del carico amministrativo, la mancata
produttività, il minor rendimento dovute alla perdita di tempo per attività legate
al soccorso e alle indagini, la momentanea perdita di forza lavoro ed i possibili
costi relativi a procedimenti giudiziari ed azioni risarcitorie intentate
dall’infortunato stesso o dall’istituto assicuratore, nei casi in cui sia prevista la
possibilità di esercitare azioni di rivalsa.
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Anche per la società l’infortunio rappresenta un onere sanitario e sociale che
grava sull’intero sistema del paese dal quale può derivare un disagio
economico di diverse parti.
Si pensi poi alle ripercussioni drammatiche dell’infortunio sull’infortunato stesso,
che subisce le lesioni a livello fisico e psichico con conseguenze che possono
arrivare alla morte o postumi gravemente invalidanti, e sulla sua famiglia.
La prevenzione degli infortuni sul lavoro - oltre che rappresentare un dovere dal
punto di vista etico, in quanto tesa a salvaguardare il fondamentale diritto alla
salute – ha anche una valenza economica orientata a migliorare l’efficienza
dell’intero sistema produttivo
Uno strumento utile per raggiungere questo scopo è l'inchiesta infortuni in
quanto partendo dall'evento accaduto e ricostruendo la dinamica e le cause del
fatto è possibile individuare quali fattori sono causalmente collegati all'infortunio
ed individuare quali sono le misure di prevenzione idonee a contrastarli.
L'inchiesta infortuni è composta da una serie di attività – la raccolta e l'esame di
rilievi obiettivi e di informazioni testimoniali - volte ad identificare la dinamica, le
cause e le circostanze in cui è avvenuto l'evento e, di conseguenza, anche a
ricostruire le possibili responsabilità di terze persone.
Queste attività trovano inizio nel momento in cui l'Autorità Giudiziaria, a
conoscenza di una notizia di infortunio, delega le apposite strutture dei
Dipartimenti di Prevenzione, in cui operano i Tecnici della Prevenzione in
possesso della qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria, affinché svolgano le
opportune indagini al fine dell’applicazione della legge penale.
Le stesse strutture (UOPSAL o SOCPSAL, secondo le modalità organizzative
adottate nella Regione Friuli Venezia Giulia), nell’ambito degli adempimento cui
è tenuta la Polizia Giudiziaria ai sensi dell’art.55 del Codice di Procedura
Penale, attiveranno gli accertamenti di propria iniziativa nel caso in cui vengano
loro segnalate delle circostanze e dei fatti che possono presentare i caratteri del
reato perseguibile d’ufficio.
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1.1 DATI NAZIONALI
I dati recentemente pubblicati dall’ INAIL relativamente all’anno 2009 mostrano,
rispetto all’anno precedente, un calo degli infortuni sul lavoro del 9,7%. Nel
2009 sono stati infatti denunciati, tra infortuni in occasione di lavoro ed infortuni
in itinere, circa 790.000 casi, 85.000 in meno rispetto al 2008. Stesso
andamento hanno avuto gli infortuni mortali che nel 2009 sono stati 1050 contro
i 1120 dell’anno precedente con una flessione del 6.3%.
Secondo l’ INAIL, questo trend positivo è, almeno in parte, da attribuire
all’attività di prevenzione e al miglioramento dei livelli di sicurezza, un processo
in atto all’interno del nostro paese ormai da molti anni, anche se il recente
risultato pare essere condizionato soprattutto dall’impatto della crisi economica
internazionale sul comparto manifatturiero, in termini di riduzione dei posti di
lavoro dovuti alla cessazione o al ridimensionamento delle aziende e una
minore richiesta di produzione di lavoro. I settori che hanno subito
maggiormente gli effetti della crisi sono quello dell'industria e dell'edilizia,
responsabili del maggior numero di infortuni, in maniera minore ne ha risentito
il settore dei servizi e ancora meno il settore pubblico.
Un aspetto indiretto e di difficile documentazione, riferito soprattutto agli
infortuni di minore entità, riguarda una minore segnalazione degli eventi
infortunistici in quanto il lavoratore che si trova in una situazione lavorativa
percepita come precaria tende a non dare seguito ad eventi minori o a
qualificarli in modo diverso (ad esempio come infortuni sportivi o domestici).
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1.2 ITER A SEGUITO DI INFORTUNIO SUL LAVORO
1.2.1 DENUNCIA DI INFORTUNIO SUL LAVORO
In seguito all’infortunio sul lavoro occorso a dipendenti prestatori d’opera in
occasione di lavoro il datore di lavoro o chi per lui delegato, deve procedere alla
denuncia di infortunio presso l’ INAIL. Copia della denuncia deve essere
trasmessa all’Autorità Locale di Pubblica Sicurezza competente per il territorio
in cui si è verificato l’infortunio (Commissariato, Questura o, qualora manchino
tali uffici, al Sindaco).
L’obbligo vige per gli infortuni diagnosticati guaribili in più di tre giorni.
La denuncia deve essere presentata entro 48 ore dal momento in cui il datore di
lavoro ha avuto notizia dell’evento.
Nei casi in cui l’infortunio abbia cagionato la morte o nel caso in cui vi sia
pericolo di morte per l’infortunato la denuncia di infortunio deve essere fatta
entro 24 ore dall’evento per via telegrafica o equivalente.
Gli infortuni per i quali è stata pronosticata, nel certificato medico, una inabilità
temporanea non superiore a 3 giorni non devono essere denunciati, ma
dovranno comunque essere annotati nel registro degli infortuni dell’azienda o,
quando il Decreto Legislativo n.81 del 9 aprile del 2008 troverà piena
attuazione, comunicati all’INAIL con modulistica apposita.
La denuncia di infortunio deve essere corredata da certificato medico e deve
indicare (art. 53 D.P.R. 1124/65):
� le generalità del lavoratore infortunato;
� le generalità del datore di lavoro;
� il giorno, l’ora e il luogo in cui è avvenuto l’evento;
� le cause e le circostanze dell’accaduto;
� eventuali carenze di misure di igiene e di prevenzione;
� la natura e la precisa sede anatomica della lesione;
� il rapporto con le cause denunciate ed eventuali alterazioni preesistenti;
� le ore lavorative e il salario percepito dal lavoratore nei quindici giorni
prima dell’evento.
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Qualora il datore di lavoro non ottemperi o ritardi all’obbligo di denuncia di
infortunio sarà soggetto ad una sanzione pecuniaria.
Nel caso in cui l’Autorità di Pubblica Sicurezza riceva denuncia di infortunio
mortale o con pericolo di morte, o comunque con prognosi superiore a 30
giorni, deve inviare copia della denuncia alla Direzione Provinciale del Lavoro -
Settore Ispezione – che in tempi brevi, in ogni caso entro quattro giorni,
dovrebbe procedere ad un’inchiesta al fine di accertare le cause e le
circostanze dell’infortunio, l’eventuale collegamento dell’evento alla violazione
di norme in materia di sicurezza sul lavoro e le possibili responsabilità di terze
persone.
Allo stesso tempo anche la Magistratura - informata dell’evento dall’Autorità di
Pubblica Sicurezza, dal referto medico o da altre fonti che verranno illustrate nel
paragrafo seguente - può attivare un’inchiesta sull’evento, al fine di verificare
l’eventuale applicabilità delle norme in materia di prevenzione infortuni ed il loro
rispetto ed individuare eventuali responsabilità, affidandola il più delle volte ai
Servizi territoriali dei Dipartimenti di Prevenzione che si occupano di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro (SOCPSAL).
A loro volta, tali Servizi possono, di iniziativa, svolgere accertamenti sugli
infortuni di cui abbiano notizia, dandone notizia al Pubblico Ministero.
L’attività di indagine viene svolta principalmente dai Tecnici della Prevenzione
che operano all’interno delle SOCPSAL con qualifica di Ufficiali Polizia
Giudiziaria.
L’esito degli accertamenti viene trasmesso al Pubblico Ministero, che mantiene
la direzione delle indagini e che, in base ai loro risultati, valuta la necessità di
ulteriori approfondimenti ovvero le modalità di applicazione della legge penale
in relazione ai casi specifici.
Sebbene i tecnici della prevenzione svolgano principalmente attività di natura
amministrativa, nell’ambito delle loro funzioni e competenze sono chiamati
spesso a svolgere i compiti di polizia giudiziaria, per l'accertamento e la
repressione di violazioni di norme di natura penale di cui vengano a
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conoscenza nell’ambito non solo dell’attività ispettiva e di vigilanza, ma anche
durante l’esercizio delle attività amministrative ed autorizzativa di competenza,
durante le quali possono ricevere denunce o querele, segnalazioni da parte
della Pubblica amministrazione e/o Organi di controllo quali NAS, Comune,
Procura, etc.
In quanto Ufficiali di Polizia Giudiziaria, i tecnici della prevenzione svolgono, nei
contesti sopra descritti funzioni che sono proprie della Polizia Giudiziaria in
ottemperanza a quanto stabilito dal Codice di Procedura Penale e
precisamente:
� acquisiscono le notizie di reato;
� compiono, anche di propria iniziativa, tutti gli atti di indagine necessari
alla ricostruzione del fatto, all’individuazione del colpevole, alla
conservazione delle fonti di prova (es. verbalizzazione della
denuncia/querela, identificazione ed elezione del domicilio, sequestro,
etc.) e comunque alla applicazione della legge penale;
� svolgono le attività ad essi delegate dal Pubblico Ministero alle cui
direttive devono attenersi.
Tra le attività caratteristiche, che possono essere svolte di iniziativa o su
espressa delega del magistrato, merita qui ricordare la ricezione di denunce e
querele, gli accertamenti urgenti, i sequestri, l’assunzione di sommarie
informazioni, le ispezioni locali, le perquisizioni, gli interrogatori. Si tratta di
attività finalizzate alla raccolta di elementi probatori, ma anche a prevenire le
conseguenze delle situazioni irregolari, o comunque attività necessarie o utili
per la ricostruzione dei fatti, per l’individuazione di responsabilità penalmente
rilevanti o comunque per l’applicazione delle leggi penali poste a tutela di
importanti interessi collettivi quali, nel nostro caso, la sicurezza e l’igiene del
lavoro, la tutela della salute collettiva, ma anche il corretto esercizio dell’attività
d’impresa.
Nei casi in cui vengano svolte attività per le quali siano richieste competenze
specifiche la Polizia Giudiziaria può avvalersi di persone idonee che assumono
la qualifica di ausiliari di polizia giudiziaria.
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1.2.2 TRE STRUMENTI DI AVVIO DELLE INDAGINI
Diverse sono le figure che intervengono a seguito di infortunio sul lavoro e
hanno l’obbligo di comunicare tale evento all’Autorità Giudiziaria che di
conseguenza avvia un’inchiesta.
I tre strumenti utili per la comunicazione della notizia di reato, in base alla figura
professionale riconosciuta, sono i seguenti:
• Denuncia di reato (art.331, 333 c.p.p.)
La denuncia di reato è la comunicazione con la quale un pubblico ufficiale, un
incaricato di pubblico servizio o un soggetto privato porta a conoscenza del
Pubblico Ministero e della Polizia Giudiziaria, direttamente o indirettamente, un
fatto accaduto costituente reato perseguibile d’ufficio. Questa informazione
obbliga il Pubblico Ministero e la Polizia giudiziaria ad avviare le indagini
preliminari di rispettiva competenza.
La denuncia da parte di privati è facoltativa, fatta eccezione per alcune ipotesi
(art 364 c.p.), mentre invece il pubblico ufficiale e l’incaricato di un pubblico
servizio sono sempre obbligati ad informare per iscritto il Pubblico Ministero
direttamente o tramite la Polizia Giudiziaria, dei fatti che possono presentare i
caratteri del reato perseguibile d’ufficio di cui abbiano notizia a causa o
nell’esercizio delle loro funzioni (art.331 c.p.p.). Nel caso degli ufficiali e degli
agenti di polizia giudiziaria l’obbligo di riferire al Pubblico Ministero è più
articolato e stringente (art. 347 c.p.p.) in quanto la comunicazione della notizia
di reato deve aver luogo senza ritardo, corredata da indicazione degli elementi
o essenziali del fatto, di tutte le attività compiute, delle fonti di prova e dalla
relativa documentazione.
Il pubblico ufficiale e l’incaricato di pubblico servizio sono puniti in caso di
omissione di denuncia (art. 361 e 362 c.p.), la pena è aggravata per gli ufficiali
e gli agenti di polizia giudiziaria
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• Referto (art. 334 c.p.p.)
Il referto è l’atto col quale l’esercente di una professione sanitaria riferisce
all’Autorità Giudiziaria o ad altra Autorità che abbia l’obbligo di riferire a
quest’ultima di avere prestato la propria assistenza od opera in casi che
possono presentare i caratteri di un delitto perseguibile d’ufficio. Se tale figura
obbligata a redigere il referto omette o ritarda di riferirne all’Autorità Giudiziaria
è punito con una sanzione pecuniaria. Tale disposizione non si applica quando
il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale (art. 365 c.p.).
Il referto deve essere fatto pervenire entro 48 ore, o immediatamente se il
ritardo può essere causa di pericolo, al Pubblico Ministero o ad un Ufficiale di
Polizia Giudiziaria.
L’obbligo di referto grava su chi, esercitando una professione sanitaria, presti la
propria assistenza od opera in caso di decesso per infortunio sul lavoro o anche
in caso di lesioni personali gravi o gravissime (una lesione che comporta
l’incapacità di ottemperare alle proprie occupazioni per oltre 40 giorni o
l’indebolimento permanente o la perdita di un senso o di un organo o una
malattia certamente o probabilmente insanabile) conseguenti ad un infortunio
sul lavoro.
Nella pratica l’obbligo riguarda principalmente il personale medico dei Servizi di
pronto soccorso o altro personale medico che presti la propria opera in favore
dell’infortunato. Anche in caso di prosecuzione o chiusura dell’infortunio.
• Querela (art. 336 c.p.p.)
La querela è un diritto mediante il quale il pubblico cittadino ha la possibilità di
richiedere all’Autorità giudiziaria di avviare una procedura per promuovere
l’azione penale per fatti lesivi lieve riguardanti la sfera personale del soggetto
(es. diffamazione, ingiuria, ecc.) o per fatti, anche gravi, lesivi di beni
strettamente personali.
La presentazione della querela deve avvenire entro 3 mesi dal giorno del fatto o
dal giorno in cui la persona offesa ne ha avuto conoscenza, scaduto il termine
tale diritto decade.
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Questo atto è facoltativo, dà la possibilità alla persona offesa di manifestare o
meno la volontà di procedere in ordine ad un fatto previsto dalla legge come
reato.
Può succedere che la segnalazione di infortunio arrivi direttamente alla
SOCPSAL, la quale – espressi una serie di accertamenti e verifiche preliminari
al fine di valutare se le indagini ricadano nell’ambito specifico di competenza o
meno o se vi siano elementi che portino da subito ad escludere eventuali
responsabilità di natura penale – può:
� dare avvio ad una inchiesta di iniziativa, in ottemperanza ai disposti
dell’art.55 del Codice di Procedura Penale, nel caso in cui gli elementi
inizialmente raccolti evidenzino la possibile violazione di norme e la
conseguente necessità di approfondimenti al fine di individuare (o
escludere) responsabilità, acquisire eventuali fonti di prova con gli
strumenti di indagine a disposizione, riferendo comunque alla Procura
alle cui disposizioni si atterrà nel proseguo degli accertamenti;
� non procedere ad ulteriori accertamenti laddove non vi siano elementi
che lascino individuare violazioni in materia di sicurezza sul lavoro o
possibili responsabilità penali, informando comunque l’Autorità
Giudiziaria del risultato dei primi accertamenti e delle determinazioni
assunte;
� informare l’Autorità Giudiziaria, trasmettendo la documentazione relativa
all’attività svolta, laddove i primi accertamenti facciano emergere la
competenza di altre strutture nella valutazione dei fatti segnalati (è
questo il caso di infortuni occorsi per violazione delle norme di
circolazione stradale ovvero situazioni riguardanti episodi di violenza
privata);
� archiviare direttamente la segnalazione quando i fatti descritti non
lascino intravedere reati, violazioni o situazioni di pericolo.
Gli elementi che determinano l’attivazione o meno di un indagine su un
infortunio sul lavoro sono diversi e non sempre univoci: in alcuni casi come ad
esempio in caso di morte e di lesioni personali colpose (prognosi superiore a 40
giorni) sono la conseguenza di un atto dovuto (referto, denuncia). In altri casi vi
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può essere una valutazione discrezionale da parte di chi interviene nel
riconoscere o meno i caratteri di un delitto, nel valutare più o meno
correttamente una prognosi, nel valutare, preliminarmente, la sussistenza o
meno di condizioni di irregolarità, nello stabilire o meno se vi sia necessità di
accertamenti specifici o nello stabilire se i primi accertamenti condotti dalle
forze dell’ordine siano sufficienti per fornire un esaustivo inquadramento di
quanto accaduto.
1.2.3 INCHIESTA INFORTUNI
Come accennato precedentemente, l’Autorità Giudiziaria è il punto centrale per
l’avvio delle indagini di infortunio delegate al personale dell’ A.S.S. di
competenza - in particolare al personale della SOCPSAL (Struttura Operativa
Complessa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro)- al quale sono
attribuite le funzioni di Polizia Giudiziaria.
Tutte le attività svolte dal personale competente per ricostruire la dinamica dei
fatti, individuare le cause e le circostanze in cui è avvenuto il fatto e le possibili
violazione riscontrate compongono l'inchiesta infortuni.
L'inchiesta infortuni è uno strumento che, in base ai soggetti chiamati a
svolgere le attività, può essere utilizzati per finalità e scopi diversi. Se queste
attività sono condotte dall'imprenditore nell'ambito di un Sistema Aziendale di
Gestione della Sicurezza avranno come scopo la valutazione della prevedibilità
dell'evento e l'individuazione delle necessarie misure correttive da intraprendere
ed invece se sono svolte da personale con fini assicurativi o per l'esercizio di
una azione penale avranno come obiettivo la ricostruzione di specifiche
responsabilità.
Tramite le conoscenze derivate dalle inchieste infortuni è possibile affrontare
una discussione critica degli eventi, delle loro dinamiche di accadimento e della
definizione di comportamenti idonei per evitare il ripetersi dell'evento e,
coinvolgere oltre al personale che svolge le indagini tutte le strutture nazionali o
regionali che lavorano nell'ambito della prevenzione, sicurezza ed igiene nei
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luoghi di lavoro come ad esempio INAIL, ISPESL, Direzione Provinciale del
Lavoro, etc.
Il personale della SOCPSAL oltre a svolgere attività di indagine delegate dell'
Autorità Giudiziaria, svolge compiti e funzioni che istituzionalmente gli fanno
capo in merito ad attività di prevenzione e vigilanza in materia di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro.
La vigente normativa - Decreto Legislativo n.81 del 9 aprile del 2008 integrato
con il Decreto Legislativo n.106 del 3 agosto del 2009 – attribuisce alle aziende
sanitarie locali le attività di vigilanza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro ed inoltre in ottemperanza degli art 20 e 21 della riforma sanitaria, il
compito di individuare, accertare e controllare i fattori nocivi nei luoghi di lavoro
ovvero i compiti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.
Inoltre il Decreto Legislativo n.758 del 19 dicembre del 1994 attribuisce al
personale ispettivo incaricato di tali funzioni – nelle vesti di ufficiale di polizia
giudiziaria - il potere/dovere di impartire apposite prescrizioni al fine di eliminare
le violazioni riscontrare in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e di
verificare l'adempimento alle prescrizioni impartite. Questo decreto, che ha
modificato il precedente sistema sanzionatorio in materia di sicurezza ed igiene
nei luoghi di lavoro, ha introdotto la possibilità di estinguere le contravvenzioni
in materia di sicurezza ed igiene del lavoro adempiendo alle prescrizioni
impartite dall’organo di vigilanza in materia per eliminare le situazioni di pericolo
connesse con le violazioni accertate e pagando, una volta adempiuto alle
prescrizioni, una somma di denaro in sede amministrativa.
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2. SCOPO DELLA TESI
Gli infortuni sul lavoro sono un fenomeno di grande dimensione e dal punto di
vista sanitario comportano conseguenze notevoli sulla salute e sull'integrità
psicofisica del lavoratore. Questi eventi possono determinare diverse
conseguenze, ad esempio malattie, invalidità ed in alcuni casi morti
potenzialmente evitabili, in quanto spesso dovute a situazioni che avrebbero
potuto essere evitate se si fossero adottate le misure di prevenzione
necessarie.
Prendendo atto di quanto detto, questa problematica merita di essere
affrontata, anche tramite la ricerca ed l'analisi relativa delle dinamiche degli
infortuni sul lavoro accaduti, con lo scopo di individuare le misure e le azioni
idonee a contrastare le cause dell'evento infortunistico.
Alla luce di quanto detto si sono analizzate tutte le inchieste infortuni condotte
dalla Struttura Operativa Complessa di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti
di Lavoro (SOCPSAL) presso l' Azienda per i Servizi Sanitari n.4 del Medio
Friuli allo scopo di mettere in evidenza elementi utili per individuare le misure di
prevenzione più efficaci.
I dati raccolti si riferiscono agli infortuni occorsi nel territorio dell’ASS n.4 “Medio
Friuli” nel decennio 2000-2009, relativamente ai quali, nell’ambito delle attività
istituzionali della Struttura Operativa Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di
Lavoro (SOCPSAL), sono stati svolti accertamenti ed indagini di Polizia
Giudiziaria su delega della Magistratura o anche di iniziativa, in seguito alle
segnalazioni pervenute. Gli accertamenti sono stati svolti da parte dei Tecnici di
Prevenzione che operano nell’ambito della struttura citata.
Il fenomeno descritto ed analizzato non è un campione statistico e l’analisi che
si vuole condurre non vuole pervenire a conclusioni generali sulla base di dati
campionari. Il fenomeno descritto è una parte ben individuata del fenomeno nel
suo complesso, relativamente alla quale però sono disponibili dati di dettaglio e
un livello di approfondimento delle dinamiche degli eventi tali da aiutare a
meglio comprendere alcuni aspetti del fenomeno infortunistico e ad individuare
alcune possibili strategie di prevenzione.
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L'obiettivo principale è quello di poter analizzare gli infortuni ed individuare i
fattori causali, o meglio, le categorie di fattori causali che li hanno determinati (o
contribuito a determinare) e che di conseguenza meritano di essere messi in
evidenza per poter essere contrastati mediante le misure di prevenzione che le
indagini stesse indicano espressamente o lasciano intravvedere.
Per raggiungere tale scopo sono stati raccolti i dati ed i risultati delle inchieste
infortuni svolte e concluse.
3. MATERIALI E METODI
Sono state prese in considerazione le inchieste infortuni delegate dall' Autorità
Giudiziaria nel decennio 2000-2009 nella provincia di Udine.
Si tratta di inchieste delegate dall’Autorità Giudiziaria (la maggior parte) o svolte
di iniziativa in seguito a segnalazioni (referto, denuncia, esposto, richiesta di
accertamenti) fatte pervenire direttamente all’A.S.S. in quanto Organo di
Vigilanza.
Come primo passo è stato raccolto il materiale (fascicoli ed incartamenti)
relativo ad ogni singolo infortunio relativo alle 1637 inchieste che hanno
interessato 1654 lavoratori.
In una seconda fase è stato elaborato un modello per la caratterizzazione di
ogni singolo infortunio ed una griglia per la raccolta e l'archiviazione dei dati ai
fini della consultazione ed elaborazione in un secondo momento.
Per soddisfare tali esigenze all'interno della SOCPSAL è stato realizzato un
database informatico in ambiente Microsoft Access. Questo database è
utilizzato per la raccolta, l'archiviazione, la consultazione ed l'elaborazione dei
dati relativi alle inchieste. Grazie a questo modello è stato possibile in un
secondo momento svolgere un'analisi rapida, flessibile ed efficace di una
notevole quantità di dati.
17
Il database si articola in tre tabelle principali le quali sono correlate tra loro e
con altre tabelle accessorie.
Le tre tabelle principali riguardano:
� tabella “PRATICHE” dove vengono riportati tutti i dati relativi al fascicolo,
all'evento ed alla relativa pratica;
� tabella “INFORTUNATO” dove vengono riportati tutti i dati relativi
all'infortunato e le conseguenze fisiche patite;
� tabella “DITTE” dove sono indicati i dati relativi della ditta di
appartenenza dell'infortunato.
Le informazioni all'interno del database possono essere riportate in forma
estesa (es. la descrizione in breve della dinamica di accadimenti, etc.) oppure
tramite l'utilizzo di testi codificati (es. codice prevenibilità, etc.) oppure tramite i
flags (es. i fattori causali, l'individuazione di responsabilità di terze persone,
etc.), in questo modo l'inserimento dei dati risulta agevolato e facilita le
operazioni di raggruppamento dei vari dati e le operazioni di ricerca ed
elaborazione.
Ogni singola inchiesta viene individuata tramite il numero di fascicolo assegnato
dalla Procura e un codice interno assegnato all'interno del Dipartimento, che
viene utilizzato per individuare univocamente la pratica e la relativa
documentazione cartacea e per la sua archiviazione.
I due codici indicizzano in modo univoco ogni singola pratica, ne consentono
l’individuazione nell’archivio cartaceo del dipartimento, danno il riferimento ai
registri degli archivi della Procura e fungono da campi chiave nel database per
il collegamento delle varie tabelle e maschere utilizzate per l’acquisizione e la
consultazione dei dati relativi agli infortuni.
Completando le voci relative alla maschera “PRATICHE” è possibile
caratterizzare il singolo evento infortunistico in relazione alle modalità di
accadimento, ai fattori causali e/o concausali che lo hanno determinato e di
conseguenza le possibili misure di prevenibilità.
18
Un altro dato utile è rappresentato dall'indicazione del luogo di accadimento del
fatto in quanto sono sempre più frequenti gli infortuni fuori dalla sede aziendale
di appartenenza soprattutto a causa della frequente terzializzazione di molte
lavorazioni, dell'impiego di lavoratori distaccati o interinali (dipendenti quindi di
società di somministrazione di lavoro) o anche dell’impiego di lavoratori
dipendenti di società di servizi, che di fatto svolgono, sotto tale etichetta,
attività di fornitura o intermediazione di manodopera.
Altre informazioni sono le tempistiche di segnalazione e di inizio indagini
rispetto alla data di infortunio, influenzate dalle modalità di attivazione, e il
tempo impiegato per l'inchiesta ovvero il tempo necessario per raccogliere tutte
le informazioni relative all'evento e giungere ad un'annotazione conclusiva.
Altri campi sono stati dedicati alla possibile individuazione di responsabilità di
terze persone e del possibile nesso causale tra l’infortunio e la violazione di
norme in materia di sicurezza del lavoro o ancora all’individuazione, nel corso
degli accertamenti, di violazioni in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, siano
esse in nesso causale o meno con l’infortunio.
Un apposito flag è dedicato agli infortuni per caduta dall’alto, la cui importanza
è purtroppo nota, rappresentando una delle prime cause di infortuni mortali o
gravi e, di contro, uno dei fattori di rischio meglio prevenibili e più
dettagliatamente affrontati dalle norme di legge.
In figura n.1 viene riportata la maschera di acquisizione dei dati degli infortuni
appena descritti relativo ad ogni singola inchiesta.
19
Fig. n.1: maschera di acquisizione dei dati relativi ad ogni inchiesta.
Nella maschera “INFORTUNATO” oltre ai dati relativi alla identificazione della
pratica necessari per il collegamento con le altre maschere ed i dati personali
di ogni soggetto coinvolto, sono riportati le informazioni relative alla specifica
mansione, al tipo di rapporto di lavoro ed il ruolo aziendale, l'anzianità lavorativa
nella ditta e nella specifica mansione, la natura e la sede delle lesioni riportate e
le conseguenze derivate in termini di inabilità permanente e/o temporanea.
Il superamento dei 40 giorni di inabilità temporanea e la presenza di lesioni
permanenti, quali conseguenze dell’infortuni, sono individuate da appositi flags.
Esse infatti, oltre a rappresentare un indice di gravità delle conseguenze
dell’infortunio, costituiscono uno gli elementi da cui deriva la procedibilità
d’ufficio del reato di lesioni personali colpose qualora queste dipendano dal
mancato rispetto di norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Sebbene una voce specifica sia dedicata alla inabilità temporanea conseguente
all’infortunio, essa non viene sempre compilata in quanto molto sovente accade
che l’indagine si concluda prima che si possano avere notizie definitive sulla
durata dell’inabilità
Altre voci apposite sono state utilizzate per individuare gli infortunati che non
sono qualificabili come lavoratori. Accade infatti che le inchieste infortuni
riguardino eventi che, pur accaduti in luoghi di lavoro o durante attività
20
lavorative, in senso lato, non sono riconducibili alla definizione assicurativa di
infortunio sul lavoro. In questi casi l’inchiesta si pone come primo obiettivo
quello di stabilire l’ambito normativo che disciplina l’attività in corso al momento
dell’evento e solo in seconda battuta di valutare il rispetto o meno delle norme
in questione: sono casi ad esempio in cui vittima dell’infortunio può essere un
lavoratore “irregolare” (in nero) o un soggetto che svolgeva una prestazione per
motivi di amicizia o di vicinato (ad es. il pensionato che pota gli alberi della
vicina) o ancora soggetti che pur non essendo lavoratori sono comunque
tutelati dalle norme di sicurezza sul lavoro (ad es. il committente che si infortuna
in cantiere, il cliente che si infortuna nel supermercato o lo studente che si
infortuna nei corridoi della scuola).
Fig. 2: maschera di acquisizione dei dati relativi ad ogni infortunato.
Inoltre per completare i dati relativi all’evento infortunistico vengono riportate le
informazioni relative alla ditta di appartenenza dell’infortunato.
21
Fig. 3: maschera di acquisizione dei dati relativi alla ditta di appartenenza di ogni
infortunato.
I dati inseriti nel database sono stati estrapolati dalle notizie di reato, dalle
annotazione della Polizia Giudiziaria e dagli atti connessi all'evento e trasmessi
all'Autorità Giudiziaria rimanendo fedeli ai risultati raggiunti dal personale di
vigilanza che ha svolto gli accertamenti.
Per la elaborazione il database è stato interrogato con apposite query ed i dati
esportati in fogli di calcolo Excel per la costruzione di grafici e tabelle.
Ad esempio si possono analizzare le conseguenze degli infortuni dopo averli
raccolti e selezionati in base al comparto di appartenenza, al luogo di
accadimento dell'evento oppure per la dinamica dell'infortunio.
Grazie alla possibilità di esaminare i dati sotto diversi punti di vista è possibile
evidenziare diversi aspetti del fenomeno infortunistico, dai fatti scontati a quelli
inattesi, da quelli che appaiono in maniera rilevante a quelli sporadici.
L’analisi e la raccolta dei dati con le modalità descritte consente sia di
consultare i dati relativi ad uno specifico evento, potendo accedere anche ad
alcune informazioni di dettaglio che il database consente di registrare in forma
estesa, mediante l’uso di campi “memo” o recuperando con rapidità i dati
dall’archivio cartaceo, ma anche di guardare al fenomeno nel suo complesso, o
limitare l’analisi solo a segmenti specifici di esso, sempre con la finalità di
disegnare possibili soluzioni o strategie di prevenzione riferite a casi o a gruppi
di casi che presentano caratteristiche simili.
22
4. ANALISI DATI
Nel periodo 2000-2009 il personale della SOCPSAL dell' A.S.S. n. 4 del Medio
Friuli ha svolto 1637 inchieste relative ad infortuni avvenuti nel territorio di
competenza dell’azienda sanitaria, con 1654 infortunati.
Nella tabella seguente sono riportati il numero di inchieste per infortunio sul
lavoro occorsi nel territorio dell’A.S.S. n. 4 nel periodo preso in esame.
ANNO NUMERO INCHIESTE PER INFORTUNI SUL LAVORO
2000 209
2001 180
2002 107
2003 174
2004 207
2005 171
2006 188
2007 176
2008 129
2009 96
TOTALE 1637
Tab.1: numero di inchieste condotte dalla SOCPSAL di Udine dal 2000-2009.
Come è stato detto nei capitoli precedenti la segnalazione di infortunio sul
lavoro all' Autorità Giudiziaria può essere fatta da diversi soggetti.
Nella tabella n.2 sono riportate le fonti di segnalazione che hanno dato inizio
alle inchieste infortuni relative a 1637 eventi.
23
SEGNALATO DA NUMERO PERCENTUALE
A.S.S.* 123 7%
Carabinieri 600 37%
Comune 94 6%
Direzione provinciale del lavoro 30 2%
INAIL 134 8%
Medico (di base, curante, specialista) 212 13%
Ospedale 88 5%
Polizia di Stato 266 16%
Procura 59 4%
Infortunato 19 1%
Altro (Vigili del fuoco, ditta, avvocato, ecc.) 12 1%
Totale 1637
Tab. 2: le fonti delle segnalazioni relative a 1637 inchieste.
* In questa voce sono comprese le segnalazioni che provengono da strutture
sanitarie pubbliche diverse dagli ospedali (Ass, Asl, Ulss, Spisal)
Tra il momento dell'evento infortunistico e la comunicazione al Pubblico
Ministero può intercorrere un periodo di tempo più o meno lungo, da qualche
giorno a qualche mese.
L'evento infortunistico è comunicato nell'immediato qualora sia segnalato dalla
Polizia di Stato, Carabinieri, 118, etc. se intervengono nelle prime fasi
dell'infortunio. A distanza di tempo sono disponibili altre notizie/denunce di
infortunio le quali sono trasmesse dai soggetti già citati o da altri quali ad
esempio la Procura della Repubblica, Medici di base o specialisti, medici
competenti o anche dallo stesso infortunato.
La tempestività di comunicazione della notizia di infortunio gioca un ruolo molto
importante per la ricostruzione della dinamica e delle circostanze in cui si è
verificato il fatto, per l'individuazione dei fattori causali o concausali che lo
hanno determinato e per la possibilità di individuare una responsabilità di terze
persone ed il nesso causale tra l'infortunio ed eventuali violazioni riscontrate.
Per questo motivo tutte le attività di accertamento come l'esame dei luoghi di
lavoro, delle attrezzature, delle macchine, la raccolta delle informazioni
24
testimoniali e tutti quegli accertamenti atti a chiarire l'evento se sono svolti nel
più breve tempo possibile permettono una ricostruzione migliore e più
attendibile dei fatti accaduti.
Come si nota del grafico n.1 nei 264 casi nei quali le indagini sono state
effettuate nell'immediatezza dell'evento ovvero quegli interventi in pronta
disponibilità, in oltre il 50% dei casi (136) è stata riscontrata una specifica
violazione in materia di sicurezza invece nei 1373 casi in cui le indagini sono
state delegate a distanza di tempo solo nel 23% dei casi (314) è stata
individuata una violazione.
136
314
128
1059
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Interventi in reperibilità(n=264)
Altre indagini delegate(n=1373)
individuate violazioni non individuata violazione
Grafico n.1: violazioni riscontrate negli interventi in reperibilità ed in altre indagini
delegate.
25
4.1 UNA PANORAMICA DEL FENOMENO INFORTUNISTICO
Come già detto i dati presi in esame per descrivere il fenomeno infortunistico
nella provincia di Udine sono relativi alle 1637 inchieste infortuni svolte dalla
SOCPSAL nel decennio 2000-2009. Questi eventi hanno coinvolto 1654
infortunati che di seguito caratterizzeremo in base al settore ed al comparto di
appartenenze della ditta ed in base alle conseguenze subite.
Inizialmente i dati relativi agli infortuni sono stati suddivisi in quattro grandi
categorie corrispondenti ai vari settore di appartenenze delle ditte.
Le quattro categorie principali con i corrispettivi casi di infortunio sono:
� agricoltura con 64 casi di infortunio;
� commercio con 81 casi di infortunio;
� industria/edilizia con 1128 casi di infortunio;
� servizi con 338 casi di infortunio.
Agricoltura; 64
Commercio; 81Servizi; 338
Altro; 43
Industria; 1128
Grafico n.2: numero di lavoratori infortunati suddivisi per settore di appartenenza.
Sono raggruppati sotto la voce “Altro” gli eventi accaduti nei luoghi di lavoro che
non sempre coinvolgono lavoratori, in alcuni casi hanno interessato soggetti
estranei all' attività lavorativa per i quali non si riconosce un rapporto di lavoro
subordinato o autonomo come ad es. committenti, passanti, studenti, etc.
oppure soggetti per i quali non è stato possibile dimostrare, pur ipotizzandolo,
un rapporto di lavoro irregolare.
26
Come si nota dal grafico n.2 il maggior numero di casi di infortunio (1128 casi) è
di pertinenza del settore dell’industria comprendendo il 68% dei casi. Seguono il
settore dei servizi (20%), del commercio (5%) e dell'agricoltura (4%).
Suddividendo i casi di infortunio relativi al settore industriale nei vari comparti si
evince che la metalmeccanica (341) e l’edilizia (311) rappresentano i due
comparti con il maggior numero di casi di infortunio e rappresentano da soli il
59% degli eventi accaduti nel settore industriale.
Di seguito vengono sintetizzati i dati relativi ai casi di infortunio in base al
settore e al comparto di appartenenza delle ditte.
INFORTUNATI SETTORI
Totali per settore Maschi Femmine
Agricoltura 64 55 9 Commercio 81 60 21
Edilizia 311 311 0 Lavorazione legno 183 142 41
Metallurgia 81 81 0 Metalmeccanica 341 329 12 Installazione/manutenzione impianti industriali, termoidraulici, elettrici 87 85 2 Industria alimentare 48 38 10
Industria
Altre attività industriali* 77 65 12 Servizi** 338 215 123
Altro 43 38 5
Totale 1654 1419 235
(*)In questa sezione sono comprese quelle industrie non citate precedentemente che hanno un
numero di infortuni minore rispetto agli altri comparti e di conseguenza sono state raggruppate
per poter svolgere l’analisi, es. cartiera, industria chimica, cartiera, conceria, etc.
(**)In questa sezione sono compresi quei servizi appartenenti al settore terziario, ad es. servizi
di autotrasporto, sanità, giardinaggio, ferrovie, scuole, comunità, smaltimento rifiuti, poste, etc.
Tab. n.3: numero di lavoratori infortunati suddivisi per comparto di appartenenza delle
ditte.
In seguito sono stati presi in considerazione gli infortuni occorsi presso le sedi
dell’azienda di appartenenza del lavoratore (59%) ovvero quegli infortuni
occorsi durante il lavoro in “trasferta” (41%).
27
SETTORI In sede Fuori sede
Agricoltura 55 9 Commercio 62 19
Edilizia 75 236
Lavorazione legno 172 11
Metallurgia 81 0
Metalmeccanica 227 113 Installazione/manutenzione impianti industriali, termoidraulici, elettrici 17 70
Industria alimentare 38 5
Industria
Altro attività industriali 76 7 Servizi 148 190
Altro 21 22
Totale 972 682
Tab. n.4: suddivisione degli eventi infortunistici accaduti in sede o al di fuori della sede
di appartenenza del lavoratore.
Il dato sembra dare enfasi all’importanza, dal punto di vista della sicurezza, dei
lavori in appalto e delle forme di terzializzazione di alcune operazioni, così
come anche il crescente ruolo di forme di intermediazione di manodopera
mascherate da prestazione di servizi e l’importanza di fattori di rischio che
insorgono in seguito all’interferenza tra lavorazioni svolte in appalto presso la
sede operativa di datori di lavoro committenti.
Per quanto riguarda i 49 casi di infortunio mortale il settore che registra il
maggior numero di eventi è il settore industriale con 36 casi (73%). Segue il
settore dei servizi con 4 casi ed il settore dell'agricoltura con 3 casi.
Meritano di attenzione i 6 casi di infortunio mortale occorsi a soggetti estranei
ovvero quei soggetti che non hanno alcun rapporto di lavoro che giustifichi la
loro presenza nel luogo di lavoro oppure quei lavoratori per i quali si presume
un rapporto di lavoro irregolare.
28
Industria; 36; 74%
Agricoltura; 3; 6%Altro; 6; 12%
Servizi; 4; 8%
Grafico n.3: numero di infortuni mortali suddivisi per settore di appartenenza del
lavoratore.
Successivamente verranno suddivisi i 36 casi di infortunio mortale relativi al
settore dell’industria nei vari comparti di appartenenza delle ditte.
Altre attività industriali; 3
Installazioni; 5
Metalmeccanica; 7
Metallurgia; 3 Lavorazione legno; 4
Edilizia; 14
Grafico n.4: numero di infortuni mortali suddivisi per comparto industriale.
29
Per poter misurare la gravità delle conseguenze derivate dall'evento
infortunistico possiamo utilizzare due dati:
- i casi che hanno determinato un'inabilità temporanea superiore a 40 giorni
definiti come gravi dal Codice Penale;
- i casi che hanno riportato lesioni permanenti.
I casi nei quali l'inabilità è stata superiore a 40 giorni sono stati 1143 ovvero il
69% dei casi totale ed i casi che hanno riportato lesioni permanenti sono stati
270 ovvero il 16% dei casi totali, va precisato tuttavia che il dato è
verosimilmente sottostimato, spesso l’inchiesta si conclude prima della
definizione dell’infortunio da parte dell’INAIL e dell’eventuale riconoscimento di
una inabilità permanente non immediatamente riconoscibile.
I dati sono illustrati nei grafici seguenti.
Agricoltura; 46; 4%Altro; 24; 2%
Servizi; 238; 21%Commercio; 56; 5%
Industria; 779; 68%
Grafico n.5: numero di casi di infortunio con inabilità superiore a 40 giorni suddivisi per
settore.
30
Agricoltura; 6; 2%Altro; 4; 1% Commercio; 7; 3%
Servizi; 33; 12%
Industria; 220; 82%
Grafico n.6: numero di casi di infortunio con inabilità permanente suddivisi per settore.
Considerando l’elevato numero di eventi osservati nel settore industriale, sono
stati analizzati i dati dividendoli nei vari comparti che di seguito riporteremo
nelle tabelle.
INFORTUNI > 40 GIORNI SETTORI
Totali per settore Maschi Femmine
Agricoltura 46 41 5 Commercio 56 41 15
Edilizia 208 208 0
Lavorazione legno 121 92 29 Metallurgia 62 62 0 Metalmeccanica 237 227 10 Installazione/manutenzione impianti industriali, termoidraulici, elettrici 59 58 1 Industria alimentare 39 29 10
Industria
Altre attività industriali 53 48 5 Servizi 238 144 94
Altro 24 20 4
Totale 1143 970 173
Tab. n.5: numero di casi con inabilità superiore a 40 giorni suddivisi per comparto di
appartenenza delle ditte.
31
INABILITA' PERMANENTE SETTORI
Totali per settore Maschi Femmine
Agricoltura 6 6 0 Commercio 7 6 1
Edilizia 44 44 0
Lavorazione legno 66 55 11 Metallurgia 20 20 0
Metalmeccanica 70 63 7 Installazione/manutenzione impianti industriali, termoidraulici, elettrici 5 5 0
Industria alimentare 8 5 3
Industria
Altre attività industriali 7 6 1 Servizi 33 26 7
Altro 4 4 0
Totale 270 240 30
Tab. n.6: numero di casi con inabilità permanente suddivisi per comparto di
appartenenza delle ditte.
Si è effettuata un'analisi anche per quando riguarda la provenienze geografica
dei lavoratori infortunati. Circa il 78% dei lavoratori infortunati è di origine
italiana ed il restante 22% sono stranieri. La suddivisione per provenienza
geografica è illustrata qui di seguito, il numero di lavoratori provenienti da paesi
dell’Unione europea è aumentato dopo l’allargamento dell’Unione nel 2004 e
nel 2007 .
Altre regioni ; 299; 18%
F.V.G. ; 986; 60%
Europei extracomunitari;
131; 8%Extraeuropei ; 188;
11%
Unione europea ; 50; 3%
Grafico n.7: suddivisione degli infortunati in base alla provenienza geografica.
32
827
254
46
117
175159
454 14 13
F.V.G. Altre regioni Unione europea Europeiextracomunitari
Extraeuropei
Maschi Femmine
Grafico n.8: suddivisione degli infortunati in base alla provenienza geografica e al
sesso.
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Regione Friuli Venezia Giulia 143 126 69 102 114 87 107 109 74 55
Altre regioni italiane 41 36 19 26 41 37 39 26 24 10
Paesi dell'Unione Europea 2 3 2 6 7 2 4 9 6 9
Paesi Europea Extracomunitari 21 11 10 15 11 22 11 11 11 8
Paesi Extracomunitari 8 6 8 26 35 26 28 23 14 14
Totale 215 182 108 175 208 174 189 178 129 96
Tab. n.7: suddivisione degli infortunato per provenienze geografica e per anno di
accadimento dell’infortunio.
33
In ultima analisi, per quanto riguarda il fenomeno infortunistico in generale, è
stato preso in considerazione il ruolo aziendale dei lavoratori. Sono stati riportati
anche i lavoratori cosiddetti “in nero” che verranno indicati nella tabella come
lavoratori “irregolari”. E’ interessante osservare che tra gli infortunati molti (oltre
il 10%) sono lavoratori autonomi o datori di lavoro, soggetti cioè direttamente
destinatari degli obblighi di legge a tutela della loro stessa salute.
RUOLO AZIENDALE
Lavoratore autonomo 89
Lavoratore subordinato 1309
Collaboratore famigliare 22
Datore di lavoro, titolare di impresa o contitolare 97
Lavoratore interinale presso utilizzatore 20
Lavoratore irregolare 20
Lavoratore socio cooperativa 52
Lavoratore socio società 8
Altro (estraneo, privato, studente, sconosciuto) 37
Totale 1654
Tab. n.8: suddivisione degli infortunati per ruolo aziendale.
34
4.2 L’ANALISI DEGLI INFORTUNI PER LUOGO DI ACCADIM ENTO
Nelle successive pagine andremo ad analizzare i casi di infortunio
suddividendoli per luogo di accadimento. Questo tipo di analisi che si distacca
dalla classica analisi per comparto e permette di mettere in evidenza le
caratteristiche intrinseche del luogo di accadimento in riferimento alla dinamica
dell’evento.
Il luogo di accadimento dell’evento infortunistico è caratterizzato da situazione,
attrezzature, lavoratori e da rischi correlabili con il soggetto coinvolto attraverso
la dinamica di accadimento dell’evento.
Sviluppando questo tipo di analisi è possibile correlare al luogo ed ai suoi fattori
di rischio quegli eventi infortunistici, ad es. il lavoratore in “trasferta”, che non
sarebbero descritti in ugual modo nell’analisi per comparto. Basterebbe pensare
a quegli eventi accaduti a lavoratori impiantisti impegnati in lavori presso
aziende metalmeccaniche oppure ai lavoratori del comparto dei trasporti
infortunatisi durante operazioni di carico/scarico in acciaieria o ancora ai
dipendenti di società di servizi occupati nell’utilizzo di macchine in aziende della
lavorazione del legno.
Con l’ausilio del database è stato possibile caratterizzare gli eventi infortunistici
per luogo di accadimento. Per ogni caso di infortunio sono state raccolte le
informazioni relative al comparto di appartenenza del lavoratore, alla dinamica
di accadimento del fatto, alla sede e alla gravità della lesione ed infine la
prevedibilità dell’evento e l’individuazione di responsabilità.
Questa raccolta dati è stata possibile grazie all’utilizzo di testi codificati che
hanno permesso di raggruppare i dati simili e individuare le attrezzature, le
situazione ed i comportamenti che caratterizzano la dinamica stessa. Grazie ai
risultati ottenuti si è potuto individuare gli interventi da effettuare in materia di
sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione all’ambiente considerato.
Di seguito sono rappresentati i dati relativi ai 1654 casi di infortunio suddivisi
per il luogo di accadimento.
35
Lavorazione legno; 204; 12%
Cantieri edili; 342; 22%
Sedi commerciali; 100; 6%
Aziende agricole; 80; 5%Sede stradale; 50; 3%
Metalmeccaniche; 339; 20%
Metallurgie; 138; 8%
Industrie alimentari; 57; 3%
Altre attività industriali; 111; 7%
Ospedali e luoghi di assistenza; 50; 3%
Privati; 55; 3%
Servizi ; 128; 8%
Grafico n.9: suddivisione dei casi di infortunio in base al luogo di accadimento.
Nel grafico sono stati indicati i casi di infortunio accaduti presso ambienti privati
(casa) che, anche se hanno coinvolto soggetti non tenuti all’assicurazione
obbligatoria e quindi non censiti dall’INAIL, sono comunque importanti ai fini
dell’attività di prevenzione.
La voce “sede stradale” raccoglie anche, ma non solo, infortuni sui quali è stata
avviata un inchiesta che ha portato a svelare la loro natura di infortuni stradali,
in itinere oppure no, impropriamente segnalati alla SOCPSAL.
36
4.2.1 IL CANTIERE EDILE
Sono stati esaminati 342 casi di infortunio presso i cantieri edili di cui 15 mortali.
I soggetti coinvolti sono per quasi la totalità maschi ad eccezione di un caso in
cui è stata coinvolta una signora che transitava lungo il marciapiede a lato del
cantiere.
Il 72% degli infortunati (246) sono di origine italiana e il restante 28% (96) sono
stranieri.
Infortunati
� 262 (77%) lavoratori edili di cui 7 lavoratori irregolari e 9 lavoratori del
comparto di produzione di manufatti per edilizia, impegnati in cantiere in
operazioni di montaggio o di fornitura;
� 56 (16%) lavoratori appartenenti ad altri comparti industriali e così divisi:
- 31 lavoratori impiantisti/manutentori;
- 15 lavoratori metalmeccanici;
- 3 lavoratori del legno;
- 2 lavoratori metallurgici;
- 1 lavoratore dell’industria alimentare;
- 1 lavoratore di altri comparti;
- 3 lavoratori del commercio di cui 1 lavoratore irregolare.
� 14 (4%) lavoratori appartenenti al settore dei servizi di cui 2
autotrasportatori;
� 8 (2,4%) soggetti estranei, soggetti cioè la cui presenza in cantiere non è
giustificata o giustificabile da un rapporto di lavoro o da un contratto
d’opera (passanti, committenti, bambini).
Per altri 2 infortunati non è stato possibile chiarire a quale titolo fossero
presenti in cantiere, è presumibile per essi, ma non dimostrata, una
prestazione lavorativa irregolare. Un lavoratore dichiaratosi autonomo
non è risultato iscritto alla camera di commercio, all’INAIL e all’INPS pur
essendo titolare di partita IVA, la sua posizione è verosimilmente una
posizione lavorativa irregolare, sia pure in un rapporto di contratto
d’opera. Per un altro soggetto non può essere escluso un rapporto di
37
lavoro a nero, senza tuttavia che si siano raccolti elementi probatori al
proposito.
Il coinvolgimento di lavoratori estranei nel settore delle costruzioni trova
principalmente due spiegazioni, la prima riguarda il coinvolgimento in cantiere di
lavoratori di altri comparti o settori (lattonieri, serramentisti, impiantisti), la
seconda riguarda infortuni occorsi presso cantieri attivati presso laboratori o
attività industriali con coinvolgimento di lavoratori dipendenti delle ditte
committenti, talvolta insieme al personale del cantiere.
autotrasporto; 2 estranei; 10
servizi; 12
edilizia; 262
altre industrie; 10
installazioni ; 31
metalmeccanica; 15
Grafico n.10: il settore di appartenenza degli infortunati presso il cantiere edile.
La dinamica di infortunio
Come si può immaginare, la dinamica di infortunio più comune presso i cantieri
edili è riconducibile prevalentemente al rischio di caduta dall’alto che
comprende da solo quasi il 50% dei casi (169) ed i due terzi dei casi mortali.
La metà circa dei restanti casi (81) riguarda infortuni occorsi durante l’utilizzo di
attrezzature (sega circolare, smerigliatrice, etc.) o macchinari da cantiere (gru,
etc.), in particolare durante le fasi di montaggio, smontaggio, di armatura della
struttura, ect.. Seguono gli eventi accaduti durante le attività connesse alla
lavorazione del materiale (44 di cui 3 casi mortali). Meno rappresentate, ma
38
importanti, le cadute in piano principalmente per perdita di equilibrio o per
inciampo su materiali o attrezzi posti a terra (23) o durante la movimentazione
di materiale con apparecchi di sollevamento, es. gru (6).
169
81
43
23
6
20
caduta dall'alto
utilizzo diattrezzature/macchine
lavorazione dimateriale
caduta in piano
movimentazione dimateriale
altro
Grafico n.11: le dinamiche di infortunio presso il cantiere edile.
Merita di essere annotato il rischio di franamento nelle attività di scavo a
sezione ristretta. La mancata adozione di sistemi di sbadacchiatura è stata
responsabile di un infortunio mortale per seppellimento del lavoratore edile
impegnato sul fondo di uno scavo.
posti sopraelevati; 39
mezzi/camion; 13
altro; 3scavo/fossa; 6
scala; 60
coperture; 24ponteggio; 24
Grafico n.12: le tipologie di caduta dall’alto.
39
Come si nota dal grafico n.12 il maggior numero di casi di caduta dall’alto si
verificano durate l’utilizzo di scale (60 casi di cui 43 riguardanti la scala a pioli e
17 la scala fissa), durante il lavoro o il passaggio in coperture non pedonabili
(24) o durante l’utilizzo di ponteggi per i lavori in quota (24) che insieme
assommano al 64% dei casi.
Seguono gli eventi occorsi durante le attività lavorative in quota (39) con
l’ausilio di attrezzatura (trabattello, ponte su cavalletti, etc.), la salita e la
discesa da mezzi quali camion, gru, etc. (13) e le cadute in scavi o fosse
presenti nel luogo di lavoro (6).
La sede e la gravità della lesione
Nei 15 casi mortali le persone coinvolte appartengono a diversi comparti:
� 11 lavoratori edili di cui 8 italiani e 3 stranieri;
� 2 lavoratori metalmeccanici di cui 1 italiano e 1 straniero;
� 1 lavoratore impiantista italiano;
� 1 ragazzo che ha subito un infortunio mortale per caduta e
schiacciamento da parte di una struttura non ancorata al suolo mentre
giocava all’interno di un cantiere non recintato, in una fase di
sospensione dei lavori.
Le principali cause di questi decessi sono dovuti a traumi cranici e a
traumatismi multipli per caduta dall’alto (10 casi) o per investimento da parte di
materiale (3) o per seppellimento in scavo da materiale (1).
In 41 dei restanti 327 casi l’infortunio ha provocato un’inabilità permanente,
prevalentemente come conseguenza di lesioni agli arti.
Sono molto frequenti le lesioni alla colonna vertebrale con 28 casi di cui 20 con
inabilità superiore a 40 giorni e i traumatismi multipli con 28 casi di cui 21 con
inabilità superiore a 40 giorni. Si tratta di infortuni dovuti principalmente a
caduta dall’alto.
40
Altre sedi del corpo spesso colpite da lesioni di tipo traumatico sono:
� gli arti superiori in 99 casi di cui 72 casi con inabilità superiore a 40
giorni, sono infortuni dovuti all’impiego di attrezzature manuali;
� gli arti inferiore in 80 casi di cui 62 casi con inabilità superiore a 40 giorni;
� la testa in 57 casi di cui 30 casi con inabilità superiore a 40 giorni;
� il tronco in 35 casi di cui 19 casi con inabilità superiore a 40 giorni;
� il volto e gli occhi in 14 casi di cui 9 con inabilità superiore a 40 giorni.
Nel totale i casi che hanno avuta un’inabilità superiore a 40 giorni sono stati 233
su 327 ovvero il 71%.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
Nel 72% dei casi (245 su 342) le inchieste hanno portato a riconoscere specifici
fattori o carenze ai quali è stato possibile ricondurre causalmente gli eventi e,
conseguentemente, ad individuare misure ed accorgimenti che avrebbero
consentito di prevenire quanto accaduto.
Come nella maggior parte dei casi analizzati il fattore che gioca un grande ruolo
determinando il 43% dei casi (105 di cui 6 mortali), è il fattore comportamentale,
cioè l’adozione di comportamenti, da parte dell’infortunato e/o di altre persone,
genericamente imprudenti o negligenti ovvero il mancato rispetto di regole o
procedure attinenti alla mansione svolta ed in alcuni casi tale carenza è dovuta
da una mancata o inadeguata attività di formazione.
Negli altri casi i fattori riconosciuti sono la mancanza o l’inadeguatezza di
misure tecniche (30 di cui 3 casi mortali), di procedure (17), di attrezzature e/o
di macchine non ha norma (24 di cui 3 casi mortali), di DPI non idonei all’attività
svolta (14) e di misure organizzative carenti all’interno del luogo di lavoro (5).
In 1 casi accaduto presso un cantiere stradale è stato riconosciuto come fattore
causale dell’evento il mancato rispetto del codice della strada.
41
In 49 casi l’evento non è stato causato da un unico fattore ma da una
combinazione di fattori quali l’assenze o l’inadeguatezze di procedure, di
organizzazione, di attrezzature e/o di misure tecniche.
In 114 casi di infortunio di cui 7 casi mortali, è stato possibile individuare
elementi probatori per sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone
e di un nesso causale tra l’evento e la violazione di specifiche norme in materia
di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
42
4.2.2 LA LAVORAZIONE DEL LEGNO
Sono stati analizzati 204 casi di infortunio presso aziende per la lavorazione del
legno e la produzione di manufatti e semilavorati e la lavorazione degli scarti. Il
comparto è ben rappresentato nel territorio dell’ASS n.4 dove predomina, per
radicata tradizione, l’industria della sedia.
Si tratta di una lavorazione che, al contrario dell’industria del mobile, si
caratterizza per limitate possibilità di automazione e comporta un significativo
intervento di manodopera.
I soggetti coinvolti sono 161 maschi e 43 femmine di cui 149 italiani e 55
stranieri.
Infortunati
� 176 (86%) lavoratori, uno dei quali irregolare, appartenenti al comparto
dell’industria del legno;
� 28 (14%) lavoratori appartenenti ad altri comparti e così suddivisi:
- 1 lavoratore metalmeccanico;
- 1 lavoratore edile;
- 1 lavoratore di un altro comparto;
- 6 lavoratori del servizio autotrasporto;
- 19 lavoratori dei servizi vari.
Il coinvolgimento di un numero cospicuo di lavoratori appartenenti al comparto
dei Servizi riflette la prassi consolidata presso le aziende del comparto legno di
affidare alcune lavorazioni a cooperative o ditte che si occupano di fornitura di
servizi vari.
In alcuni casi dietro i contratti di fornitura di servizi si celano situazioni di
intermediazione di manodopera: la ditta fornitrice si limita a fornire
all’utilizzatore, dietro compenso, la sola prestazione del proprio lavoratore.
Esistono delle vere e proprie task forces costituite da piccoli gruppi di lavoratori
che si spostano da un committente inserendosi all’altro per svolgere attività a
prevalente contenuto manuale (carteggiatori, montatori).
43
lavorazione legno; 176
altre industrie; 3
autotrasporto; 6servizi; 19
Grafico n.13: il settore di appartenenza degli infortunati presso la lavorazione del legno.
La dinamica di infortunio
Il grafico n.14 dà testimonianza della particolare importanza dell’intervento
manuale nelle attività del comparto. Le principali dinamiche di infortunio che
comprendono il 61% dei casi sono infatti legate all’utilizzo di macchine ed
attrezzature adibite alla lavorazione del legno (fresa, pressa, sega circolare,
etc.) .
Seguono gli eventi accaduti durante le attività connesse alle lavorazioni (33) e
in particolare (12) durante la movimentazione del materiale (nell’industria del
legno non è diffuso l’utilizzo di mezzi di sollevamento, la movimentazione
avviene prevalentemente con mezzi semoventi, carrelli e rulliere) e, in numero
minore, la caduta dall’alto (12) da mezzi, scala a pioli o da attrezzature inidonea
per salire in quota.
44
124
33
12
12
9
14
utilizzo dimacchine/attrezzature
lavorazione di materiale
movimentazione dimateriale
caduta dall'alto
caduta in piano
altro
Grafico n.14: le dinamiche di infortunio presso la lavorazione del legno.
Una frazione marginale, ma meritevole di nota, è costituita dagli infortuni
causati da incendi o da esplosioni all’interno della zona produttiva dovute alla
formazione di atmosfere esplosive prodotte da polveri di legno o da vapori di
solvente (5 casi).
La sede e la gravità della lesione
I 4 casi mortali riguardano tutti lavoratori italiani appartenenti al comparto della
lavorazione del legno. Questi infortuni mortali sono da attribuirsi a traumatismi
multipli in seguito alla caduta all’interno di un impianto di raccolta e macinazione
del truciolo, alle ustioni riportate in seguito ad esplosione in 2 casi e per asfissia
dovuta al seppellimento da materiale (truciolo e segatura) in 1 caso.
Nei restanti 200 in 73 casi di infortunio è stata riconosciuta un’inabilità
permanente - 65 casi riguardanti amputazione di dita - in conseguenza di lesioni
agli arti
La sede della lesione più frequente sono gli arti superiori in 151 casi di cui 133
hanno riguardato lesioni alle mani e alle dita.
45
Nei restanti 49 casi le sede della lesioni sono le seguenti:
� gli arti inferiori in 22 casi di cui 15 con inabilità superiore a 40 giorni;
� la testa e gli occhi in 10 casi di cui 5 con inabilità superiore a 40 giorni
� il tronco e la colonna in 14 casi di cui 6 con inabilità superiore a 40 giorni;
� traumatismi multipli in 7 casi di cui 2 con inabilità superiore a 40 giorni.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
In tutti i casi mortali le inchieste hanno portato a riconoscere specifici fattori ai
quali ricondurre causalmente gli eventi, individuando anche responsabilità
multiple con coinvolgimento di fornitori e consulenti e la mancanza di piani
organizzativi e tecnici a governo di determinate lavorazioni.
Il fattore più frequente (56 casi), individuato e ricondotto causalmente agli
eventi, è quello comportamentale ovvero l’adozione di comportamenti
genericamente imprudenti o negligenti dello stesso infortunato e/o di altre
persone ovvero una mancanza di rispetto di regole comportamentali o di
procedure, eventualmente riconducibili ad una inadeguata o assenza di
formazione.
In altri 85 casi si sono riconosciuti diversi fattori riconducibili all’evento, i quali
sono la mancanza di procedure e/o misure tecniche e la scarsa organizzazione
nel lavoro, l’utilizzo di macchine non ha norma o presentavano modificazione
dei dispositivi di sicurezza, l’inadeguatezza dell’attrezzature utilizzate e
l’adozione di DPI non adatti per la specifica lavorazione.
In 67 casi di infortunio e nei 4 casi di infortunio mortale sono stati individuati
elementi probatori per sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone
e di un nesso causale tra l’evento e la violazione di specifiche norme in materia
di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
46
4.2.3 LA METALMECCANICA
Sono stati esaminati 339 casi accaduti presso le aziende metalmeccaniche, di
cui due casi mortali.
I soggetti coinvolti sono 323 maschi e 16 femmine di cui 255 italiani e 84
stranieri.
Infortunati
� 286 (84%) lavoratori appartenenti al comparto della metalmeccanica di
cui 2 lavoratori coinvolti in infortunio mortale;
� 31 (9%) appartenenti a comparti diversi e così suddivisi:
- 5 lavoratori del commercio;
- 2 lavoratori edili;
- 1 lavoratore del comparto di produzione di manufatti edili;
- 3 lavoratori metallurgici;
- 14 lavoratori impiantisti/manutentori di cui 1 lavoratore irregolare;
- 6 lavoratori di altri comparti industriali;
� 22 (7%) lavoratori appartenenti al settore dei servizi di cui 4 lavoratori del
servizio autotrasporto.
servizi; 18
altre industrie; 17
autotrasporto; 4
installazioni; 14
metalmeccanica; 286
Grafico n.15: il settore di appartenenza degli infortunati presso la metalmeccanica.
47
La dinamica di infortunio
Si nota dal grafico n.16 che un numero elevato di eventi avvengono durante il
lavoro con macchine operatrici o attrezzi quali pressa, rulliera, smerigliatrice,
flex, etc. (108) che rappresentano il 32% dei casi.
Seguono gli eventi occorsi durante le attività connesse alla lavorazione del
materiale (98) o durante la movimentazione dello stesso con apparecchi di
sollevamento o con mezzi semoventi o carrelli (64) ed insieme comprendono il
48% dei casi.
Successivamente la caduta dall’alto (32) durante l’uso di scale,
attrezzature/macchine improvvisate per sollevare i lavoratori, durante la salita o
la discesa dai camion o per sfondamento durante il lavoro o il passaggio su
coperture non pedonabili o per aperture della pavimentazione presenti nel
luoghi di lavoro.
Con un numero minore seguono gli eventi accaduti durante il lavoro per
scivolamento nel piano o per inciampo in ostacoli presenti a terra.(17).
32
17
108
98
64
20
caduta dall'alto
caduta in piano
utilizzoattrezzi/macchine
lavorazione dimateriale
movimentazione dimateriale
altro
Grafico n.16: le dinamiche di infortunio presso la metalmeccanica.
48
La sede e la gravità della lesione
Nei due casi di infortunio mortale sono stati coinvolti due lavoratori appartenenti
al comparto della metalmeccanica, entrambi italiani. In entrambi i casi il
decesso è stato provocato da gravi traumi cranici dovuti in un caso a caduta da
scala a pioli con impatto sul pavimento in cemento e nell’altro alla proiezione di
un grosso frammento metallico staccatosi durante la movimentazione di grossi
pezzi con il carroponte.
Nei restanti 337 casi di infortunio in 63 è stata riconosciuta un’inabilità
permanente data dalle conseguenze delle lesioni comprendendo il 19% dei casi
totali.
La sede della lesione maggiormente colpita è stata la mano e/o le dita (125)
che rappresenta il 37% dei casi totali di cui 96 con inabilità superiore a 40
giorni.
Le altre sedi del corpo colpite da trauma sono le seguenti:
� gli arti inferiori in 92 casi di cui 72 con inabilità superiore a 40 giorni;
� gli arti superiori in 41 casi di cui 28 con inabilità superiore a 40 giorni;
� il tronco e la colonna in 33 casi di cui 17 con inabilità superiore a 40
giorni;
� il volto e gli occhi in 22 casi di cui 11 con inabilità superiore a 40 giorni;
� la testa in 24 caso di cui 5 con inabilità superiore a 40 giorni;
� traumatismi multipli in 2 casi entrambi con inabilità superiore a 40 giorni.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
In 248 casi di infortunio (73%) grazie alle inchieste svolte è stato possibile
individuare i fattori o le mancanze riconducibili causalmente all’evento occorso
e di conseguenze è stato possibile individuare le misure e gli accorgimenti per
prevenire l’evento accaduto.
49
Tra i fattori individuati prevale (126) l’elemento comportamentale ovvero
l’adozione di comportamenti genericamente imprudenti o negligenti, in alcuni
casi imputabili ad una mancata o inadeguata attività di formazione, ed in qual
modo al mancato rispetto di regole comportamentali o procedurali ben definite e
conosciute.
Altri fattori riconosciuti in diversi eventi sono la mancanza o l’inadeguatezza di
procedure (10) o misure tecniche (20) ed in altri casi non è da attribuirsi ad un
unico fattore ma un’assieme di carenze procedurali e/o tecniche e/o
organizzative (21), alcune volte combinate con un’inadeguata formazione del
lavoratore (14).
In altri casi (57) la causa dell’evento è stata attribuita all’adozione di
attrezzature e/o macchine non idonee alla lavorazione svolta o all’adozione di
DPI non adeguati o ad una scarsa manutenzione del luogo di lavoro e/o delle
attrezzature e macchine utilizzate.
In 95 casi tramite le inchieste svolte è stato possibile individuare elementi
probatori per sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un
nesso causale tra l’evento e la violazione di specifiche disposizioni in materia di
prevenzione degli infortuni sul lavoro.
50
4.2.4 LA METALLURGIA
Sono stati esaminati 138 casi di infortunio presso le aziende metallurgiche, di
cui ben 10 casi mortali.
I soggetti coinvolti sono per quasi la totalità maschi, ad eccezione di 1 femmina,
di cui 41 di nazionalità straniera.
Infortunati
� 75 (55%) lavoratori appartenenti al comparto della metallurgia;
� 42 (30%) lavoratori appartenenti ad altri comparti lavorativi e così
suddivisi:
- 1 lavoratore del commercio;
- 1 lavoratore del comparto di produzione di manufatti edili;
- 28 lavoratori metalmeccanici;
- 12 lavoratori impiantisti/manutentori;
� 21 (15%) lavoratori appartenenti al settore dei servizi di cui 7 lavoratori
del servizio autotrasporto.
L’elevata rappresentanza di infortuni occorsi a lavoratori metalmeccanici, ad
impiantisti, manutentori ed a lavoratori del settore dei servizi è testimonianza di
un contesto lavorativo in cui coesistono, in parallelo, diverse attività di
manutenzione, carpenteria, movimentazione, sovente affidate a ditte terze i cui
lavoratori interagiscono ed interferiscono con gli impianti, i mezzi, i trasporti
delle aziende ospiti. E’ testimonianza, altresì, del frequente ricorso, per alcune
attività tra le quali spicca l’attività di movimentazione dei prodotti e dei
semilavorati, a mezzo gru o tramite carri e mezzi semoventi, a ditte fornitrici di
servizi che, di fatto, mettono a disposizione manodopera dei propri dipendenti.
Nel settore è frequente altresì, la diretta partecipazione degli autotrasportatori
(padroncini o dipendenti di ditte di autotrasporto) alle operazioni di carico e
scarico degli automezzi, operazioni particolarmente rischiose sia per quanto
riguarda il rischio di caduta che per quanto riguarda i rischi da urto o
schiacciamento.
51
servizi; 14
autotrasporto; 7
metalmeccanica; 28
installazioni; 12
altre industrie; 2
metallurgia; 75
Grafico n.17: il settore di appartenenza degli infortunati presso la metallurgia.
La dinamica di infortunio
Osservando il grafico n.18 si nota che la dinamica di infortunio che ricorre nella
metà dei casi analizzati (di cui 2 casi mortali) è legata alle attività connesse alla
lavorazione del materiale (44) o durante le attività di spostamento del materiale
con mezzi di sollevamento (es. gru) o mezzi semoventi (26).
Seguono gli evento (33 di cui 4 casi mortali) occorsi durante l’utilizzo di attrezzi
(smerigliatrice, carroponte, etc.) o di macchine (forni, etc.), la caduta dall’alto
(17 di cui 2 casi mortali) principalmente durante l’uso di scale o durante la salita
o la discesa dai mezzi o durante il lavoro su coperture non pedonabili.
Anche la caduta in piano per scivolamento o per perdita di equilibrio occupa
una piccola parte delle dinamiche totali.
52
17
11
33
26
44
7
caduta dall'alto
caduta in piano
utilizzoattrezzi/macchine
movimentazione dimateriale
lavorazione dimateriale
altro
Grafico n.18: le dinamiche di infortunio presso la metallurgia.
Inoltre una piccola frazione di casi occorsi durante le attività di lavorazione del
materiale (7 su 44 casi) riguardano l’investimento di materiale caldo presente
nella lavorazione dell’attività metallurgica.
Merita di nota (2 casi mortali nella categoria “altro”) i casi occorsi durante la
manutenzione di forni utilizzati per la lavorazione del materiale.
La sede e la gravità della lesione
I 10 casi di infortunio mortale riguardano 8 lavoratori italiani e 2 lavoratori
stranieri appartenenti a diversi comparti e così suddivisi:
� 3 lavoratori metallurgici che operavano all’interno della propria sede;
� 3 lavoratori metalmeccanici di cui 2 operavano al di fuori della propria
sede aziendale più un lavoratore irregolare;
� 2 installatori/manutentori di impianti, entrambi operavano fuori dalla
propria sede aziendale;
� 2 lavoratori del settore dei servizi di cui 1 appartenente ai servizi di
autotrasporto ed 1 appartenente ai servizi vari ed entrambi lavoravano al
di fuori della propria sede aziendale.
53
Questi infortunio sono dovuti per la maggior parte dei casi a traumatismi multipli
(8) dovuti a cadute dall’alto, schiacciamento o investimento da parte di
materiale o mezzi. L’utilizzo di gas inerti è stato causa di un duplice infortunio
mortale per asfissia.
Nei restanti 128 casi di infortunio in 30 casi (23%) ci sono stati postumi
permanenti conseguenti alle lesioni subite.
Le sedi della lesione più frequenti riguardano gli arti inferiore (44) e le mani e/o
le dita (40) comprendendo il 66% dei casi e di cui 62 casi hanno comportato
un’inabilità superiore a 40 giorni.
Seguono in proporzione le seguenti sedi di lesione:
� il tronco e la colonna in 16 casi di cui 14 con inabilità superiore a 40
giorni;
� gli arti superiori (escluse mani e dita) in 13 casi di cui 9 con inabilità
superiore a 40 giorni;
� il volto e gli occhi in 9 casi di cui 6 con inabilità superiore a 40 giorni;
� traumatismi multipli in 2 casi entrambi con inabilità superiore a 40 giorni;
� la testa in 3 casi con inabilità superiore a 40 giorni.
� intossicazione acuta in 1 caso.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
Nei 10 casi di infortunio mortale è stato possibile, tramite le indagini, individuare
i fattori o le mancanze riconducibili causalmente agli eventi individuando misure
di accorgimento al fine di evitare ulteriori eventi simili.
I fattori riscontrati sono l’assenza di misure tecniche e/o procedurali (5), la
scarsa organizzazione (2) e il comportamento scorretto imputabile in alcuni casi
ad una attività di formazione assente o inadeguata (3).
In altri 98 (71%) sono stati individuati gli elementi scatenanti dell’evento e di
conseguenze le relative misure da intraprendere per evitare l’infortunio.
54
Il fattore responsabile di una vasta serie di casi di infortunio (54 casi) è il
comportamento imprudente o negligente adottato dai lavoratori ovvero il
mancato rispetto delle regole comportamentali o procedurali ben definite ed in
alcuni casi imputabile ad una inadeguata attività di formazione.
Nei restanti casi i fattori e/o le mancanze individuate sono riconducibili a
carenze procedurali (11), misure tecniche assenti (8), scarsa organizzazione
nel luogo di lavoro (4) o da una serie di combinazioni di questi fattori (19).
Inoltre in altri casi sono stati individuati fattori legati all’utilizzo e alla
manutenzione di attrezzature e/o di impianti, non sempre a norma (8) o
all’adozione di DPI non adatti alle attività svolte (2) o all’attuazione di
segnaletiche adeguate al rischio presente (1).
In 44 casi le inchieste hanno portato ad individuare degli elementi probatori per
sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un nesso causale
tra l’evento e la violazione di specifiche norme in materia di prevenzione degli
infortuni sul lavoro.
55
4.2.5 L’ INDUSTRIA ALIMENTARE
Sono stati analizzati 57 casi di infortunio accaduti presso le industrie alimentari,
comparto ben rappresentato nel territorio di competenza dell’A.S.S. n. 4.
I casi riguardano 36 maschi e 21 femmine di cui 45 italiani e 12 stranieri.
Infortunati
� 35 lavoratore dell’industria alimentare;
� 22 lavorati non appartenenti al comparto alimentare, e così suddivisi:
- 1 lavoratore edile;
- 1 lavoratore metalmeccanico;
- 19 lavoratori dei servizi vari;
- 1 soggetto estraneo, soggetto la cui presenza sul luogo dell’evento
non è giustificata o giustificabile da un rapporto di lavoro o da un
contratto d’opera.
L’elevato numero di lavoratori appartenenti a ditte del settore dei servizi
documenta il frequente ricorso, nell’industria alimentare, a forme di
terzializzazione di alcune operazioni, all’interno dei cicli produttivi, caratterizzate
da forte incidenza dei costi di manodopera o da forti oscillazioni produttive.
estranei; 1
servizi; 19
altre industrie; 2
industria alimentare; 35
Grafico n.19: il settore di appartenenza degli infortunati presso l’industria alimentare.
56
La dinamica di infortunio
Come si nota dal grafico n.20 le dinamiche di infortunio che ricorrono con
maggior frequenza sono riconducibili a rischi legati (21 casi su 57) all’utilizzo di
macchine (impastatrice, rulliera, mescolatori, etc.) o all’utilizzo di attrezzi
(coltelli, cesoie, etc.).
Seguono le dinamiche occorse durante le attività connesse alla lavorazione del
materiale alimentare (13) e gli eventi legati al rischio di caduta dall’alto (9).
Le cadute più comuni riguardano l’uso di scale, la salita e la discesa da mezzi o
durante il lavoro in coperture non pedonabili.
Seguono le cadute in piano (7) per scivolamento o per inciampo in materiali o
attrezzi posti a terra.
9
7
21
13
7
caduta dall'alto
caduta in piano
utilizzo dimacchine/attrezzi
attività connesse allalavorazione
altro
Grafico n.20: le dinamiche di infortunio presso l’industria alimentare.
La sede e la gravità della lesione
La sede della lesione più frequente tra i 57 infortuni sono gli arti superiori in 26
casi di cui 25 con inabilità superiore a 40 giorni.
In proporzione seguono le lesioni agli arti inferiori con 13 casi di cui 9 con
inabilità superiore a 40 giorni, alla colonna e al tronco in 9 casi di cui 8 con
inabilità superiore a 40 gironi, alla testa ed al volto in 8 casi di cui 1 con inabilità
superiore a 40 giorni e 1 caso di politrauma multiplo con inabilità superiore a 40
giorni.
57
In 10 casi (17%) è stata riconosciuta un’inabilità permanente in seguito alle
lesioni riportate.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
In 39 casi di infortunio (68%) grazie alle inchieste è stato possibile individuare i
specifici fattori o carenze ai quali ricondurre causalmente gli eventi e di
conseguenza individuare le misure e gli accorgimenti per consentire di
prevenire quanto accaduto.
L’elemento che prevale (18 casi) è il fattori comportamentale ovvero l’adozione
di comportamenti negligenti o imprudenti ed il mancato rispetto di regole ben
definite – in alcuni casi da attribuirsi alla mancata formazione dei lavoratori.
I restanti casi sono stati spiegati con l’assenza o l’inadeguatezza di misure
tecniche, procedurali e/o organizzative, l’adozione di DPI inadeguati all’attività
lavorativa o la scarsa manutenzione dei luoghi di lavoro.
In 16 casi grazie alle inchieste è stato possibile individuare elementi probatori
per sostenere un’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un nesso
causale tra l’evento e la violazione di specifiche disposizione in materia di
prevenzione degli infortuni sul lavoro.
58
4.2.6 LE ALTRE ATTIVITA’ INDUSTRIALI
Per poter completare l’analisi relativa ai 1654 casi di infortunio sono state
raggruppate le industrie con un numero eventi minore rispetto a quelli trattati
precedentemente negli altri comparti.
In questa categoria sono comprese diverse tipologie di industrie, ad es.
l’industria chimica, plastica, conceria, cartiera, etc.
Il numero di eventi trattati sono 111 di cui 6 casi di infortunio mortale.
I soggetti coinvolti sono 88 italiani e 23 stranieri di cui 98 maschi e 13 femmine.
I 6 casi di infortunio mortale riguardano soggetti di diversi comparti industriali
che di seguito andremo a descrivere:
� 2 lavoratori dell’industria pirotecnica coinvolti nell’esplosione dell’edificio
in cui veniva svolta la fabbricazione di materiale pirotecnico; le cause
dell’vento non sono state determinate con certezza, ma l’ipotesi più
verosimile porta a ritenenre che l’evento sia stato determinato
dall’innesco, provocato da una scarica elettrostatica, di una piccola nube
di polveri esplosive venutasi a formare sul banco di lavoro durante la
miscelazione di polveri di alluminio e bicromato di potassio ;
� 1 lavoratore appartenete al comparto della produzione di manufatti per
edilizia schiacciato da un elemento di una macchina durante la fase di
attrezzaggio per il cambio lavorazione;
� 1 lavoratore impiantista la causa della cui morte non è chiara, non si
possono escludere cause naturali;
� 1 lavoratore appartenente all’attività estrattiva il quale lavorava presso
una cava quando veniva schiacciato tra il nastro trasportatore e la
tramoggia durante operazioni di ingrassaggio svolte a macchine in
movimento;
� 1 espertissimo sommozzatore che, impegnato solitamente in piattaforme
oceaniche, durante le ferie è morto annegato, probabilmente per difetti
nella preparazione dell’attrezzatura utilizzata, mentre aiutava un amico di
vecchia data impegnato in lavori di manutenzione di impianti subacquei
in un porto fluviale.
59
Nei restanti casi la dinamica di infortunio più rilevante (39 casi) si è verificata
durante il lavoro con macchine o attrezzature per schiacciamento o contatto del
lavoratore con esse.
Nel 63% dei casi (70) le lesioni subite hanno comportato un’inabilità superiore a
40 giorni e nel 17% (19) sono stati riconosciuti postumi permanenti conseguenti
alle lesioni.
In 37 è stato possibile accertare violazioni in materia di prevenzione degli
infortuni sul lavoro individuando le responsabilità di terze persone e di un nesso
causale tra l’evento e la violazione.
60
4.2.7 LE AZIENDE AGRICOLE
Sono stati analizzati 80 casi di infortunio avvenuti presso aziende agricole.
I soggetti infortunati sono 71 maschi e 9 femmine di cui 68 italiani e 12 stranieri.
Infortunati
� 62 (77%) lavoratori, uno dei quali irregolare, dipendenti di aziende
agricole familiari (51 soggetti) e di aziende agricole industriale (11
soggetti);
� 18 (23%) non appartengono ad aziende agricole, e possono essere così
suddivisi:
- 3 lavoratori del settore commercio;
- 3 lavoratori edili, uno dei quali irregolare;
- 1 lavoratore metalmeccanico;
- 1 lavoratore impiantista/manutentore;
- 1 lavoratore dell’industria alimentare;
- 2 lavoratore del servizio autotrasporto;
- 3 lavoratori dei servizi vari;
- 4 soggetti estranei, soggetti cioè dichiarati come parenti o conoscenti,
la cui presenza sul luogo dell’evento non è giustificata o giustificabile
da un rapporto di lavoro o da un contratto d’opera. Per uno di essi
non può essere escluso un rapporto di lavoro irregolare.
installazionI; 1
altre industrie; 5
servizi; 5 estranei; 4
edilizia; 3
agricoltura; 62
Grafico n.21: il settore di appartenenza degli infortunati presso le aziende agricole.
61
La dinamica di infortunio
Osservando il grafico n.22 si risconta che le dinamiche di infortunio che
ricorrono con maggiore frequenza sono riconducibili a rischi di caduta dall’alto
(28 casi di cui 2 mortali) o all’utilizzo di mezzi agricoli semoventi (19 casi di cui 4
mortali, per ribaltamento o investimento) che insieme comprendono il 50% degli
eventi.
Tra le cadute prevalgono quelle durante l’uso della scala a pioli, il lavoro o il
passaggio su coperture non pedonabili, la salita e la discesa dai mezzi agricoli.
Segue la caduta in piano (15) per scivolamento o per perdita di equilibrio e un
numero minore di eventi (11) occorsi durante l’utilizzo di attrezzature portatili
(motosega, decespugliatore etc.) o durante attività di movimentazione di
materiale (4).
23
19
15
11
4
2
6
caduta dall'alto
lavoro con mezziagricoli
caduta in piano
utillizzo di attrezzi
movimentazione dimateriale
animali
altro
Grafico n.22: le dinamiche di infortunio presso le aziende agricole.
Una frazione marginale, ma meritevole di nota, è costituita dagli infortuni dovuti
ad aggressione da parte di animali.
62
La sede e la gravità della lesione
I 6 casi mortali riguardano varie figure:
� 3 lavoratori di aziende agricole di cui 1 straniero;
� 3 lavoratori che operavano in trasferta, fuori dalla sede delle aziende di
appartenenza: 1 installatore di impianti (straniero), 1 lavoratore edile e 1
addetto a servizi di giardinaggio.
Questi infortuni mortali sono dovuti a traumatismi multipli per ribaltamento o
investimento da parte di macchine agricole semoventi (4 casi) o per cadute
dall’alto (2 casi).
In 9 dei restanti 75 casi di infortunio è stata riconosciuta un’inabilità
permanente, in conseguenza di lesioni agli arti.
Sono frequenti i traumatismi multipli (7 casi di cui 6 con inabilità superiore a
40giorni).
Le altre sedi del corpo soggette a lesioni di tipo traumatico sono:
� gli arti inferiori in 28 casi, di cui 21 con inabilità superiore a 40 giorni;
� gli arti superiori in 21 casi di cui 14 con inabilità superiori a 40 giorni;
� il tronco e la colonna in 9 casi con inabilità superiore a 40 giorni;
� la testa e gli occhi in 7 casi di cui 6 con inabilità superiore a 40 giorni.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
In 48 casi (60%) le inchieste hanno portato a riconoscere specifici fattori o
carenze ai quali ricondurre causalmente gli eventi e, conseguentemente, ad
individuare misure ed accorgimenti che avrebbero consentito di prevenire
quanto accaduto.
Tra i fattori individuati prevale (21 casi) l’elemento comportamentale, l’adozione
cioè, da parte dello stesso infortunato e/o di altre persone, di comportamenti
genericamente imprudenti o negligenti – eventualmente imputabili ad una
63
inadeguata formazione - ovvero il mancato rispetto di regole comportamentali o
procedurali ben definite e conosciute.
I restanti casi sono spiegati dall’assenza o inadeguatezza di misure tecniche,
dall’utilizzo di attrezzature inidonee o non correttamente mantenute, in assenza
di misure procedurali e/o organizzative, ovvero dell’utilizzo di DPI, atte a
mitigare i rischi corrispondenti.
In 11 casi le inchieste hanno consentito di individuare elementi probatori per
sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un nesso causale
tra l’evento e la violazione di specifiche disposizioni in materia di prevenzione
degli infortuni sul lavoro.
64
4.2.8 LE SEDI COMMERCIALI
Sono stati analizzati 100 casi di infortunio avvenuti presso attività commerciali.
I soggetti infortunati sono 72 maschi e 28 femmine di cui 90 italiani e 10
stranieri.
Infortunati
� 56 (56%) lavoratori nel commercio;
� 21 (21%) appartenenti a diversi comparti industriali, e possono essere
così suddivisi:
- 4 lavoratori edili;
- 6 lavoratori impiantisti/manutentori;
- 9 lavoratori dell’industria alimentare;
- 2 lavoratori appartenenti ad altri comparti industriali;
� 18 (18%) appartenenti al settore dei servizi di cui 8 lavoratori del servizio
di autotrasporto;
� 5 (5%) soggetti “estranei”, clienti delle strutture commerciali coinvolti
tuttavia in eventi la cui causa può, almeno in prima istanza, essere
ricondotta al mancato rispetto di regole di sicurezza nei luoghi di lavoro.
estranei; 5
edilizia; 4
installazioni; 6
altre industrie; 11
autotrasporto; 8
servizi ; 10
commercio ; 56
Grafico n.23: il settore di appartenenza degli infortunati presso le sedi commerciali.
65
La dinamica di infortunio
Osservando il grafico n.24 si nota che la metà degli infortuni si è verificato per
caduta con le cadute dall’alto responsabili di circa 1/3 degli infortuni presi in
esame. Prevalgono le cadute durante l’uso della scala a pioli, durante le
operazioni di carico e scarico della merce dai mezzi ed il lavoro su coperture
non pedonabili. Meritano una particolare menzione gli infortuni occorsi per
caduta da postazioni di lavoro sopraelevate realizzate con mezzi di fortuna o le
cadute dai mezzi di sollevamento merci utilizzati impropriamente o anche
adattati per sollevare le persone.
33
19
18
14
7
9
caduta dall'alto
utilizzo di attrezzatura
caduta in piano
movimentazione dimateriale
lavoro con automezzi
altro
Grafico n.24: le dinamiche di infortunio presso le sedi commerciali.
Gli infortuni occorsi durante l’utilizzo di attrezzature di lavoro manuali (coltello,
sega circolare, etc.) o di macchine operatrici (impastatrice, imbustatrice,etc.)
sono complessivamente 19 .
In numero minore seguono eventi accaduti nella manovre di spostamento di
materiali o durante il carico e lo scarico delle merci (14) e durante il lavoro con
automezzi (7).
66
La sede e la gravità della lesione
Nei 100 casi di infortunio esaminati in 11 è stata riconosciuta un’inabilità
permanente, in conseguenza di lesioni agli arti.
Sono frequenti le ferite e le fratture agli arti superiori (44 casi di cui 32 con
inabilità superiore a 40 giorni).
Seguono le altre sede del corpo soggette a lesioni di tipo traumatico:
� gli arti inferiori in 11 casi di cui 25 con inabilità superiore a 40 giorni;
� la colonna vertebrale ed il tronco in 15 casi di cui 11 con inabilità
superiore a 40 giorni;
� la testa ed il volto in 9 casi di cui 2 con inabilità superiore a 40 giorni;
� politrauma multipli in 2 casi.
La prevenibilità e l’individuazione di responsabili tà
In 72 casi di infortunio le indagini hanno portato a riconoscere specifici fattori o
carenze ai quali ricondurre causalmente gli eventi e, conseguentemente, ad
individuare misure ed accorgimenti che avrebbero consentito di prevenire
l’infortunio.
Il fattore più frequente individuato (37 casi) è quello comportamentale,
l’adozione cioè di comportamenti genericamente imprudenti o negligenti da
parte dello stesso infortunato e/o da altre persone – eventualmente imputabili
ad una inadeguata formazione - ovvero il mancato rispetto di regole
comportamentali o procedurali ben definite e conosciute.
Altri comuni fattori individuati (26 casi) sono l’assenza o l’inadeguatezza di
procedure e/o misure tecniche in stretta relazione con una scarsa
organizzazione. Seguono altri fattori come la manutenzione dei luoghi di lavoro,
elemento importante in questo contesto in quanto il luogo di lavoro è condiviso
con l’utenza e l’utilizzo di attrezzature inidonee.
67
In 21 casi le inchieste hanno consentito di individuare elementi probatori per
sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un nesso casuale
tra l’evento e la violazione di specifiche disposizioni in materia di prevenzione
degli infortuni sul lavoro.
68
4.2.9 GLI OSPEDALI ED I LUOGHI DI ASSISTENZA
Sono stati esaminati 50 casi di infortunio avvenuti in ospedali e in luoghi di
assistenza alle persone (es. case di riposo, ecc.).
I soggetti infortunati sono 14 maschi e 36 femmine di cui 43 italiani e 7 stranieri.
Infortunati
� 44 lavoratori del settore della sanità ed assistenza;
� 6 lavoratori appartenenti ad altri comparti.
La dinamica di infortunio
Nella maggior parte dei casi accaduti presso ospedali o luoghi di assistenza
riguardano eventi occorsi durante l’attività di assistenza a persone, non sempre
autosufficienti o in grado di deambulare autonomamente, in seguito ad azioni di
sollevamento del paziente o di movimenti bruschi (20). Anche le cadute in piano
per perdita di equilibrio o per scivolamento durante le attività con i pazienti (13)
sono numerose.
Seguono con un numero minore di casi (6) occorsi per la caduta di materiale da
scaffali o per l’urto lungo i corridoi o presso i luoghi di carico e scarico della
merce con altre attrezzature, letto, carrello, etc. (6).
Sono presenti anche gli infortuni legati al rischio di caduta dall’alto durante l’uso
di scale a pioli o durante il lavoro in zone di ristrutturazione o durante l’utilizzo di
attrezzature improvvisate per portare in quota i lavoratori.
69
7
13
20
6
3
caduta dall'alto
caduta in piano
sforzo
movimentazione dimateriale
altro
Grafico n.25: le dinamiche di infortunio presso gli ospedali ed i luoghi di assistenza.
La sede e la gravità della lesione
Le sedi delle lesione più frequente riguardano gli arti superiori ed il cingolo
scapolare in 20 casi di cui 16 con inabilità superiore a 40 gironi, gli arti inferiori
in 14 casi di cui 9 con inabilità superiore a 40 giorni e la colonna in 12 casi con
inabilità superiore a 40 gironi.
Altre sedi del corpo interessate da lesioni di tipo traumatico sono il tronco (2
casi di cui 1 con inabilità superiore a 40 giorni), gli occhi (1 caso con inabilità
superiore a 40 gironi) ed un presunto barotrauma all’orecchio (1 caso con
inabilità superiore a 40 giorni) conseguente ad una fuga di gas compresso.
Solo in un caso è stata riconosciuta un’inabilità permanente in conseguenza
delle lesioni riportate.
La prevenibilità e l’individuazione della responsab ilità
In 26 casi (50%) le inchieste hanno riportato a riconoscere specifici fattori o
carenze ai quali ricondurre causalmente gli eventi e di conseguenza le misure
ed accorgimenti che avrebbero consentito di prevenire quanto accaduto.
70
I fattori o le carenze principali individuati sono state l’adozione di comportamenti
imprudenti o negligenti o il mancato rispetto di regole ben definite da parte del
lavoratore (11 casi), la mancanza di procedure e/o la scarsa organizzazione (5
casi), l’assenza o l’inadeguatezza di misure tecniche (5 casi) o l’utilizzo di
attrezzature inadeguate per l’attività lavorativa (3 casi).
In 4 casi le inchieste hanno consentito di individuare elementi probatori per
sostenere l’ipotesi di una responsabilità di terze persone e di un nesso causale
tra l’evento e la violazione di specifiche disposizioni in materia di prevenzione
degli infortuni sul lavoro.
71
4.2.10 I SERVIZI TERZIARI
In questa sezione sono stati raggruppati tutti gli infortuni occorsi presso attività
di servizi terziari come ad es. attività di smaltimento rifiuti, scuole, comunità,
ferrovie, ristorazione, etc. ad esclusione dei servizi di sanità e assistenza che
sono stati trattati nel paragrafo precedente.
Sono stati esaminati 128 casi di infortunio presso servizi di cui 1 caso mortale. I
soggetti coinvolti sono 83 maschi e 45 femmine di cui 112 italiani e 16 stranieri.
L’unico caso di infortunio mortale riguarda un lavoratore appartenente alle forze
dell’ordine rimasto folgorato per contatto con i cavi di alimentazione TE di una
linea ferroviaria durante un controllo in stazione sul materiale trasportato su
carri ferroviari provenienti dall’estero, verosimilmente durante la ricerca di
immigrati clandestini.
In questo settore la dinamica dell’evento che ha causato il maggior numero di
casi di infortunio riguarda la caduta dall’alto in 32 casi (25%) principalmente da
scala a pioli, che si è confermata l’attrezzatura più rischiosa anche nel settore
dei servizi.
Nel 72% dei casi (92) l’inabilità temporanea è stata superiore a 40 giorni e nel
7% dei casi (9) le lesioni hanno comportato postumi permanenti.
In 27 casi è stato possibile accertare contravvenzioni in riferimento alle norme
di prevenzione infortuni ed individuare la responsabilità di terze persone ed un
nesso causale tra l’evento e la violazione.
In questo ambito merita di nota la presenza di agenzie e di cooperative le quali
dovrebbero svolgere servizi mirati come pulizie, facchinaggio, etc. ma in realtà
si creano situazione di intermediazione di manodopera che non permettono al
lavoratore di specializzarsi in un determinato lavoro e di ricevere la specifica
formazione, promuovendo situazione a rischi di infortunio (68 casi di infortunio
presso industrie o servizi fruitori del servizio di manodopera).
72
4.2.11 I LUOGHI PRIVATI
Alcuni casi di infortunio sul lavoro giunti all’ A.S.S. riguardano eventi accaduti
presso ambienti privati ovvero case, spazi aperti, etc. e nei quali sono coinvolti
lavoratori di diversi comparti aziendali o soggetti estranei ovvero soggetti
identificati come vicini, parenti o lavoratori autonomi o lavoratori irregolari
qualora non abbiano alcun contratto di lavoro che giustifichi la loro presenza nel
luogo di lavoro.
I casi esaminati riguardano 55 soggetti, 51 maschi e 4 femmine di cui 50 italiani
e 5 stranieri.
Questi casi pongono spesso il problema di stabilire in quale contesto lavorativo
si sia verificato l’infortunio e quale siano le norme ad esso applicabili, non è
infatti sempre facile stabilire se una prestazione sia resa in virtù di rapporti e
vincoli di amicizia o parentela o quando invece si configuri come lavoro
subordinato o prestazione di lavoro autonomo irregolare.
Di seguito nel grafico vengono riportati i comparti di appartenenza dei lavoratori
coinvolti negli eventi infortunistici. In 3 casi di infortunio i soggetti coinvolti sono
stati identificati come lavoratori irregolari.
servizi; 16
estranei; 13
altre industrie; 8 installazioni; 8
edilizia; 7
irregolari; 3
Grafico n.26: il settore di appartenenza degli infortunati presso gli ambienti privati.
73
Nei 55 casi di infortunio 4 casi sono risultati mortali nei quali sono stati coinvolti
soggetti privati. Le dinamiche di accadimento riguardano la caduta dall’alto in 3
casi (utilizzo della scala a pioli, lavoro in copertura, potatura degli alberi) e
l’investimento da parte di un mezzo agricolo in 1 caso. In tutti i casi i soggetti
hanno riportato traumatismi multipli.
In 34 casi su 55 (64%) le lesioni subite hanno comportato un’inabilità superiori a
40 giorni e in solo 3 casi è stata riconosciuta un’inabilità permanente.
In 6 casi è stata individuata una contravvenzione con il riconoscimento di
responsabilità di terze persone e di un nesso causale tra l’evento e la
violazione.
74
4.2.12 GLI INFORTUNI SULLA STRADA
Alcune segnalazioni che giungono alla Procura o alla SOCPSAL non sempre
riportano informazioni complete e chiare utili per effettuare una corretta
valutazione del caso e di conseguenza poter individuare la struttura competente
a svolgere le indagini.
A fronte di queste segnalazioni incomplete o carenti di informazioni la
SOCPSAL avvia un’inchiesta per accertare le dinamiche e le circostanze in cui
si è verificato il fatto. Gli accertamenti molto spesso portano a conoscenza di
infortuni in itinere o incidenti stradali che di conseguenza saranno comunicati
alle strutture competente per la sicurezza stradale che svolgeranno tutte le
attività necessarie.
Nei 1654 casi di infortunio per i quali è stata avviata un’inchiesta in 50 casi
l’infortunio si è verificato sulla strada, in alcuni casi l’infortunio è conseguenza di
un incidente stradale, sia esso o meno in itinere (24 casi), in altri casi la sede
stradale si manifesta come luogo di lavoro con le sue peculiarità e le sue
dinamiche, in particolare per quanto riguarda gli infortuni che si verificano per
caduta durante la salita/discesa dalla cabina o dal piano di carico degli
automezzi e gli infortuni che colpiscono gli addetti alla raccolta dei rifiuti o alla
spazzatura delle strade.
75
5. CONCLUSIONI Grazie a questo lavoro è stato possibile analizzare una parte ben definita del
fenomeno infortunistico nel suo complesso.
I dati raccolti hanno permesso di inquadrare e descrivere determinate realtà
lavorative dalle quali è possibile dedurre azioni/misure mirate a prevenire gli
infortuni sul lavoro.
Questi risultati sono parziali e limitati alla realtà locale presa in considerazione e
non possono essere rappresentativi dell’andamento del fenomeno infortunistico
a livello nazionale o regionale, tuttavia mettono in evidenza alcuni elementi ed
aspetti del fenomeno, già accennati nei capitoli precedenti, che si ritengono
siano meritevoli di nota e che si intendono qui richiamare.
� Si evidenzia che solo una parte degli infortuni sul lavoro gravi o mortali,
accaduti presso il territorio competente, sono oggetto di inchieste da parte
della SOCPSAL la quale svolge attività di vigilanza, ma anche di
promozione e stimolo, in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Questa situazione in parte è dovuta al fatto che molti infortuni sul lavoro con
conseguenze gravi o mortali sono causati da incidenti stradali ovvero
infortuni in itinere i quali sono, per quanto riguarda le indagini, di
competenza di altre strutture con funzioni di sicurezza stradale.
Inoltre in alcune situazioni, per una serie di circostanze, la segnalazione
dell’infortunio all’Autorità Giudiziaria da parte di soggetti obbligati viene
omessa.
� La tempestività dell’intervento sul luogo dell’infortunio gioco un ruolo molto
importate per la ricostruzione delle dinamiche, delle circostanze in cui si è
verificato l’evento e per i fattori che lo hanno causato agevolando la
possibilità di individuare la responsabilità di terze persone e di un nesso
causale tra l’evento e la violazione riscontrata in materia di sicurezza nei
luoghi di lavoro. L’intervento immediato permette di raccogliere informazioni
ed effettuare accertamenti tecnici più attendibili sullo stato dei luoghi e delle
cose relative all’infortunio prima che vengano alterate o modificate e di
acquisire informazioni dalle persone presenti al momento dell’evento e/o
76
dallo stesso infortunato ed atti per poi confrontarli ed estrapolare elementi
che a distanza di tempo dall’evento risultano difficili da ottenere.
� Per poter rendere l’attività di prevenzione e sicurezza degli infortuni sul
lavoro più omogenea ed equilibrata, è in atto uno sforzo da parte del
personale incaricato delle funzioni di vigilanza, per uniformare i criteri di
valutazione degli eventi e le modalità di svolgimento delle operazioni delle
inchieste infortuni. Questo comporta, oltre che una doverosa uniformità di
trattamento nei confronti dei soggetti controllati, anche omogeneità e
completezza nella raccolta dati e di conseguenza è possibile elaborare e
trattare in forma collettiva, ricavando utili informazioni sul fenomeno
infortunistico in generale o su alcuni specifici suoi aspetti.
� Un punto critico è rappresentato dalle modalità di segnalazione di infortunio
che, se corredate da informazioni chiare e precise dell’evento,
consentirebbero una valutazione preliminare per discriminare i casi
meritevoli di approfondimento ed analisi e quelli la cui valutazione esorbita
dalle competenze dei servizi territoriali di medicina del lavoro riguardando
più propriamente altre strutture ed organi di controllo. Ciò permetterebbe un
più efficace impiego delle risorse a disposizione e tempi di intervento più
rapidi.
Il database creato dai tecnici della SOCPSAL in ambiente Microsoft Access è
risultato uno strumento molto utile per la raccolta e l’elaborazione dei dati
relativi agli infortuni sul lavoro. E’ possibile raccogliere in modo sistematico
informazioni chiare ed essenziali dando la possibilità di descrivere in forma
estesa ogni singolo evento, ma anche di sintetizzarlo mediante l’utilizzo di testi
predefiniti e l’utilizzo di flags, favorendo così la trattabilità dei dati in forma
collettiva. Questo modo di raccogliere i dati si differenzia dalle modalità di
archiviazione e codificazione dei dati statistici dell’INAIL, rispetto alle quali si
presenta meno complessa, completa ed articolata, presentando tuttavia il
pregio di una migliore qualità dei dati in ingresso e di una più agevole
trattazione, grazie anche al fatto che il database, proprio perché costruito in
casa, presenta una migliore flessibilità ed adattabilità.
77
Per quanto riguarda l’analisi svolta si ritiene opportuno evidenziare i seguenti
punti.
� Le cadute in genere si confermano al primo posto come causa di infortunio
sul luogo di lavoro contando 519 casi su 1654 infortuni (31% del totale degli
eventi). In particolar modo sono interessate le cadute dall’alto in 372 casi
ovvero il 23% degli infortuni totali. Ancor più rilevante la percentuale degli
infortuni mortali per caduta dall’alto (19 eventi su 49 pari a circa il 40%).
Grande la rilevanza di tale dinamica anche se riferita agli infortuni gravi o
con postumi permanenti.
Tra le diverse dinamiche di caduta dall’alto spiccano le cadute durante
l’utilizzo di scala a pioli (6 casi di infortunio mortale), che si conferma
un’attrezzatura alquanto rischiosa che, per la sua ubiquitarietà e semplicità
spesso conduce a sottostimare i rischi connessi con il suo impiego.
Una ricorrente modalità di infortunio per caduta riguarda le cadute durante la
salita o, più spesso, la discesa dalle cabine dei mezzi di trasporto o dai loro
piani di carico, così come le cadute dovute all’utilizzo di attrezzature
improprie per raggiungere postazioni sopraelevate.
Particolare attenzione poi dovrebbe essere riservata ai lavori su coperture
non portanti o non pedonabili, che sono frequentemente causa di gravi
infortuni per caduta dall’alto.
� In molti contesti lavorativi, soprattutto nei comparti della lavorazione del
legno e della metalmeccanica, il lavoratore si interfaccia con attrezzature e
macchine operatrici dalle quali si creano delle situazioni a rischio di
infortunio. In principal luogo gli infortuni sono derivati dalla mancanza di
procedure e di modalità di utilizzo e da comportamento non accorti del
lavoratore. E’ difficile stabilire, soprattutto a distanza di tempo dall’evento,
quanto questi comportamenti siano spontaneamente adottati, quanto invece
siano conseguenza di costrittività lavorative imposte da fattori esterni al
lavoratore o quanto siano il frutto di un contesto lavorativo disattento alle
tematiche della sicurezza e quindi non adeguatamente regolamentato.
78
� Alcune situazioni a rischio si verificano in seguito alla disattivazione,
manomissione o rimozione di dispositivi di sicurezza, al fine di aumentare la
velocità e la produttività delle fasi di lavoro. Non sempre la responsabilità di
questi interventi deve essere ricondotta ad iniziative del singolo lavoratore o
a sue negligenze, anzi, spesso si tratta di situazioni tramandate, tollerate o
addirittura sommessamente incentivate.
� Altre dinamiche di infortunio presenti in quasi tutti i contesti lavorativi, anche
se prevalgono nell’industria metalmeccanica e nell’industria metallurgica
riguardano le attività di movimentazione del materiale tramite apparecchi di
sollevamenti o altri mezzi semoventi e non quali ad esempio es. carrelli,
attrezzature di movimentazione continua o rulliere. Le cause più comuni
sono derivate da modalità di imbraco non corrette e/o dall’adozione di
procedure di lavoro che espongono i lavoratori a rischio di infortunio in caso
di incidente.
� Si è riscontato che nella maggior parte dei casi di infortunio il fattore causale
o concausale è il comportamento adottato dei lavoratori che appare spesso
negligente, imprudente o non rispettoso delle procedure di lavoro definite
creando così delle situazioni di rischio che si concretizzano in eventi dannosi
durante le operazioni di lavoro (503 casi su 1654 pari al 30% circa).
In alcuni casi il fattore comportamentale ovvero l’adozione di comportamenti
inadeguati può essere l’unico elemento riconosciuto come causa dell’evento
invece in altri casi è combinati con altri fattori i quali possono riguardare
aspetti procedurali, organizzativi e/o tecnici. Talvolta i comportamenti
adottati dal lavoratore sono descritti come non rispettosi delle disposizioni
impartite o di procedure ben definite e conosciute in relazione alla mansione
svolta. Queste situazioni nascono da un approccio errato del lavoratore nei
confronti delle problematiche di sicurezza nei luoghi di lavoro in quanto non
è consapevole che la sicurezza è concepita in primo luogo da
comportamento responsabili ed attenti in quanto possono avere
ripercussioni su di sé e sugli altri.
E’ tuttavia difficile, e spesso impossibile, anche ai fini del riconoscimento di
eventuali profili di responsabilità sostenibili poi in sede processuale,
79
comprendere, ma ancor di più documentare, quanto questi comportamenti
vadano ascritti al lavoratore e quanto invece siano il frutto di un approccio ai
temi della sicurezza, in ambito aziendale, non adeguato e non rispondente
ai principi della prevenzione, quanto siano figli di valutazioni carenti, di
scelte progettuali non condivisibili, di una pianificazione del lavoro frettolosa
poco attenta ai temi della sicurezza, di una informazione insufficiente o di
una formazione inadeguata.
Considerazioni e convincimenti in tal senso entrano nel bagaglio culturale ed
esperienziale degli operatori, ma difficilmente riescono a tradursi in
provvedimenti che hanno come presupposto il riconoscimento di una
responsabilità che deve essere sostenibile e dimostrabile in sede
processuale. Questo si rivela il principale limite dell’azione di vigilanza e
della sua efficacia in termini di prevenzione nell’ambito delle inchieste
infortuni.
Le considerazioni appena fatte mettono in luce l’attività di formazione ed
informazione dei lavoratori in materia di sicurezza e salute che rappresenta
un punto importante in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Questi interventi formativi devono essere mirati ed efficaci per far fronte alle
problematiche lavorative, tenendo in considerazione le diverse provenienze
geografiche dei destinatari in quanto è risaputa la presenza di lavoratori di
origine straniera. Tuttavia da un punto di vista formale la formazione risulta
facilmente verificabile, tramite gli attestati di partecipazione dei lavoratori,
ma è difficilmente valutabile sotto il punto di vista della sua qualità e della
concreta efficacia degli interventi effettuati.
In conclusione si ritiene che lo studio condotto mostri come l'inchiesta infortuni
non può e non deve essere considerata solo come uno strumento di
repressione che punta ad individuare specifiche violazioni o responsabilità da
punire, ma anche e soprattutto come lo strumento di approfondimento che, nel
ricercare cause e responsabilità, punta a individuare misure e strategie perché
quanto è successo non debba verificarsi nuovamente nello stesso o in altro,
simile, contesto lavorativo.
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BIBLIOGRAFIA
� Decreto del Presidente della Repubblica 1124 del 30 giugno 1965 “Testo
unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul
lavoro e le malattie professionali” (G.U. n. 257 del 13 ottobre 1965).
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� X Rapporto del Comitato misto dell’Ufficio internazionale del lavoro e
dell’Organizzazione mondiale della sanità, n. 777/89.
� Ispesl, Rapporto nazionale 2006 “Indagine integrata per l’approfondimento
dei casi di infortunio mortale”.
� Decreto Legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000 “Disposizioni in materia di
assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” (G.U. n.
50 del 1 marzo 2000).
� www.inail.it – informazione relative alla “Sicurezza sul lavoro”.
� Rapporto annuale Inail 2009 - “Nel 2009 infortuni sul lavoro in calo del 10%”.
� Dipartimento di Prevenzione dell’ Azienda per i Servizi Sanitari n.4 “Medio
Friuli” Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro – “Il
fenomeno infortunistico dall’ analisi alla prevenzione “ dicembre 2002.
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sanitario nazionale” (G.U. n. 360 del 28 dicembre 1978).
� Codice di Procedura Penale art. 55, 331, 333, 334, 336; 347.
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� Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 “Disposizione in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (G.U. 101 del 30 aprile
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� Decreto Legislativo n. 106 del 3 agosto 2009 “Disposizione integrative e
correttive del Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” (G.U: n. 180 del 5 agosto
2009).
� Decreto Legislativo n. 758 del 19 dicembre del 1994 “Modificazioni alla
disciplina sanzionatoria in materia di lavoro (G.U. n. 21 del 26 gennaio 1995).
� www.sanita.fvg.it – Informazioni relative alla tutela della salute dei lavoratori e
all’ inchieste infortuni sul lavoro.
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Ringraziamenti
A termine di questo lavoro desidero ringraziare la Dott.ssa Giovanna Cornelio
per il supporto dato durante lo sviluppo e la revisione della tesi e in particolar
modo ringrazio il Dott. Dino Toscani per la disponibilità e per l’aiuto fornito fin
dall’inizio, per la sua competenza e costanza durante la stesura della tesi.