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Una nuova antologia per il grado medio degli studi L'8 settembre sarà presentata al pubblico la nuova an tologia (( Si- tuazioni e testimonianze» preparata dai proff. Giov anni Bonalumi e Vin- cenzo Snider e pubblicata dalle Edi- zioni Casagrande SA Bellinzona. L'antologi a, di 700 pagine, rac chiu- de testi di 230 autori della Svizzera Italiana, della Svizzera tedesca, del- la Svizzera francese e di altre stirpi. Essa è arricchita da un foltissimo numero di note e da 40 illustrazioni a colori e in bianco e nero. Ad informazione dei nostri lettori abbiamo ritenuto utile porre alcune domande agli autori dell'opera. Se. Tic. Come vi è venuta /'idea di com- pilare un' ant ologia? Non vi sembra che ce ne siano gi8 anche troppe? R. Siamo i primi ad essere convinti che di antologie ce ne siano addirittura troppe. Ma per quanto assurdo possa sembrare è stata proprio questa una delle ragioni che ci hanno indotto a .elaborare un'antologia che fosse diversa nella sua impostazione e quindi nelle sue proposte e finalità. Se. Tic. In che cosa consiste questa di- versità? R. Le antologie sul mercato, secondo i piani della cosiddetta industria culturale, sono pensate per dei giovani utenti di un' area geografica ita liana che va , pratica- mente, dalle Alpi alla Sicilia. A nostra co- noscenza pochissimi sono finora i tentativi di antologizzazione anche non scolastica di testi per lettori di una particolare sia p.ur vasta regione. Da qui la genericità, l'ec- cessiva e talvolta frenetica dispersione di argomenti e sollecitazioni. Se. Tic. Allora la vostra è un'antologia ((ticinese l) ? R. Se «ticinese» significa chiusura d'oriz- zonti, accettazione di limiti provinciali, la nostra non è un'antologia ticinese. Lo è in- vece nel senso che è stata pensata per for- nire ai doce nti e sopra ttutto agli allievi di un particolare ordine di scuole del nostro paese un nuovo strumento che li aiutasse a «situarsi» nell'ambiente in cui vivono: ambiente che su l piano storico, sociale, culturale e linguistico ha fortissimi adden- tellati con il mondo circostante del nord e del sud. Siamo, abbiamo scritto nell'in- troduzione all'antologia, Kuna particolare provinc ia ita liana inserita in un particolare contesto europeo. Vivere in un paese di frontiere come il nostro, potrebbe e do- vrebbe essere una condizione privilegiata di stimolo e provocazione. Il trovarsi con- tinuamente al pa ragone dovrebbe sveglia- re lo spirito, pungolare le migliori energie, sproflare non a chiudersi e impigrirsi in vita stagnante, ma ad aprirsi a una vita che si rinnova efltro più larghi orizzonti. A condizione però di essere un organismo demograficamente, economicamente e culturalmente vigoroso e di non smarrire la coscienza di una propria comune identità». Sco Tic. È gi8 stato fatto un tentativo si- mile da noi? A vevate m od elli a cui vi siete in qualche modo richiamati? R. Nessun modello ci ha soccors o. Nella scuola ticinese , dagli anni della nostra au- tonomia politica, sempre nelle scuole me- die si è ri corso a testi pensati e ed iti nella vicina nazione; come ec cezi oni possono essere ricordati i testi, ad esempio, di Pa- trizio Tosetti che furono però pensati per allievi di un ordine scolastico diverso: le scuole maggiori di un tempo. Durante l'ul- tima guerra un'antologia di testi italiani, «Novella fronda», di Giuseppe Zoppi fu un tentativo limitato di supplire la difficoltà momentanea di poter disporre dei tradizio- nali testi italiani. La nostra antologia non ha proprio nulla che la imparenti con i testi citati. Se. Tic. Come si caratterizza il vostro modello? R. L'antologia si compone di due parti. Nella prima di esse abbiamo raccolto brani narrativi e poesie di autori italiani, della Svizzera italiana e ladini, di autori svizzero- tedeschi e infine di scrittori svizzero-fran- cesi. Si tratta, con minime eccezioni, di brani di autori contemporanei, scelta da noi voluta in ossequio al principio che nei pri mi anni l'insegnamento non può non fondersi principalmente sopra i moderni: essi rispecchiano tematica di immagini , pensieri e sentiment i, una realtà storico sociale, una situazione umana che va pfacilmente e immediatamente all'incontro dell'attesa dell'allievo ed è da lu i più vi- talmente appropriata. Nella seconda parte abbiamo scelto una serie di testi di autori ticinesi dell'SOO e del 900, di riflessione mo- rale, scientifica, storica e di documenta- ziOne su nostri particolari e fondamentali problemi; altri testi di confederati contri- buiscono ad allargare la visione sul pano- rama svizzero, e altri testi di italiani e di autori di diversissimi altri paesi, delineano aspetti tipici della società d'oggi. Sco Tic. Quindi autori ticinesi una volta tanto con autori italiani? R. Si, e ci pare di pieno diritto; pur nei li - miti del loro timbro e della loro impostatu- ra, al cuni scrittori ticinesi, e non soltanto quelli da noi scelti, ci sono pa rsi degni di far parte di uno stesso coro ad attestare un modo simile e diverso di essere italiani. Se. Tic. Con quale crit er io avete scelto gli autori? R. Nella prima parte dell'antologia, per quanto riguarda i ticinesi possiamo dire che abbiamo soprattutto puntato su una scelta di autori che possono attestare l'ef- ficienza e il va lore delle nostre lettere at- tuali. Due testi sono di autori di una gene- razione più lontana, scelti l'uno per il gusto di un'arguta', umana paesanità, l'altro per la gaiezza della sua «operetta». Per quanto ri guarda la scelta deg li scrittori della vicina repubblica - e questo riteniamo una novi- tà vistosa della nostra antologia - essa è stata operata dentro un'area geografica delimitata, vale a' dire, grosso modo, la Padania. La ragione, dovessimo esporla qui andremmo per le lunghe; diremo solo che è in sintonia al nostro riconoscerci cul- turalmente italiani del nord. Per quanto riguarda gli scrittori svizzero-tedeschi e svizzero-francesi, ci si permetta di dire che era tempo di uscire dalle f rasi fatte pe r non dire retoriche di un «sentire comu ne con- federato» e proporre uno strumento di una prima conoscenza delle stirpi alle quali sia- mo collegati da una comune volontà po- li tica. Riteniamo, senza peccare di im- modestia, che questo succinto panorama {dest inato, non lo si dimentic hi agli allievi de ll e scuole medie) è pur sempre il primo che nasca nell'ambito scolastico svizzero. In questi testi potranno essere elementi che ci uniscono e altri che ci fa n- no diversi. I criteri fi n qui esposti perdono naturalmente la loro ragione di essere nella seconda pa rte dell'antologia quando lo sgua rdo si affaccia su problemi che sono anche del più vasto mondo. Se. Tic. 1/ titolo dell'antologia rinvia alle due singole parti? R. A ognuna delle due parti si addicono i termini: «situazioni e testimoflianze», an- che se nella prima parte più na rra tiva e creativa il primo termine di «situazioni» trova maggior corrispondenza. Si avverta tuttavia come anche nella seconda parte esistano dei testi che si qualificano narra- tivi (di Sciascia, Strati, Parise ecc.) ma con una più marcata funzione di testimonianza. Se . Tic. Volete precisare per chi è fa tta l'antologia? R. Se volessimo abbandonarci a una bat- tuta, che secondo noi pretende un suo fondo di verità, diremmo per tutti. Eviden- te però che essa è nata nella prospettiva della nuova scuola media. Tenendo conto della situazione scolastica attuale, pe r le ultime due classi delle maggiori, per le scuole di avviamento, e per le classi del ginnasio dalla seconda innanzi. Ma anche in al t re scuole siamo certi che possa es- sere uno strumento utile di apprendimen- to e di cultura; per esempio, nelle scuo- le professionali e di apprendisti. Sarà ma- gari utopico, ma nostra aspirazione è sta- ta quella di compilare un'antologia utile anche al di fuori delle aule scolastiche. D'altro canto, un testo scolastico non va- Ie forse nella misura in cui riesce a esse- re riaperto con un certo qual diletto e utile anche finiti gli anni della scuola d'obbligo? Se. Tic. Quanto tempo avete riservato a questo lavoro? e a quanto assommano i testi? R. Abbiamo lavorato sempre nei nostri tempi liberi, sfruttando all'osso soprattutto le vacanze estive. Lo Stato ci ha ai utato concedendoci una minima diminuzione d'orario per due anni; gliene sia mo grati perché proprio in quei due anni abbiamo potuto attendere alle traduzioni dei testi che la prima volta venivano volti in itali a- no, e a una prima organizzazione della maggior parte del materiale della prima parte. Si è trattato di dover scegliere testi di 83 autori nella prima parte della antolo- gia e di 80 autori nella seconda pa rte. In tutto ben 215 testi. E già che siamo sulle cifre diremo che le note sono circa 2000. 3

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Una nuova antologia per il grado medio degli studi

L'8 settembre sarà presentata al pubblico la nuova antologia (( Si­tuazioni e testimonianze» preparata dai proff. Giovanni Bonalumi e Vin­cenzo Snider e pubblicata dalle Edi­zioni Casa grande SA Bellinzona. L'antologia, di 700 pagine, racchiu­de testi di 230 autori della Svizzera Italiana, della Svizzera tedesca, del­la Svizzera francese e di altre stirpi. Essa è arricchita da un foltissimo numero di note e da 40 illustrazioni a colori e in bianco e nero. Ad informazione dei nostri lettori abbiamo ritenuto utile porre alcune domande agli autori dell'opera.

Se. Tic. Come vi è venuta /'idea di com­pilare un'antologia? Non vi sembra che ce ne siano gi8 anche troppe? R. Siamo i primi ad essere convinti che di antologie ce ne siano addirittura troppe. Ma per quanto assurdo possa sembrare è stata proprio questa una delle ragioni che ci hanno indotto a .elaborare un'antologia che fosse diversa nella sua impostazione e quindi nelle sue proposte e finalità. Se. Tic. In che cosa consiste questa di­versità? R. Le antologie sul mercato, secondo i piani della cosiddetta industria culturale, sono pensate per dei giovani utenti di un' area geografica italiana che va, pratica­mente, dalle A lpi alla Sicilia. A nostra co­noscenza pochissimi sono finora i tentativi di antologizzazione anche non scolastica di testi per lettori di una particolare sia p.ur vasta regione. Da qui la genericità, l'ec­cessiva e talvolta frenetica dispersione di argomenti e sollecitazioni. Se. Tic. Allora la vostra è un'antologia ((ticinese l)?

R. Se «ticinese» significa chiusura d'oriz­zonti, accettazione di limiti provinciali, la nostra non è un'antologia ticinese. Lo è in­vece nel senso che è stata pensata per for­nire ai docenti e soprattutto agli allievi di un particolare ordine di scuole del nostro paese un nuovo strumento che li aiutasse a «situarsi» nell'ambiente in cui vivono: ambiente che sul piano storico, sociale, culturale e linguistico ha fortissimi adden­tellati con il mondo circostante del nord e del sud. Siamo, abbiamo scritto nell'in­troduzione all'antologia, Kuna particolare provincia italiana inserita in un particolare contesto europeo. Vivere in un paese di frontiere come il nostro, potrebbe e do­vrebbe essere una condizione privilegiata di stimolo e provocazione. Il trovarsi con­tinuamente al paragone dovrebbe sveglia­re lo spirito, pungolare le migliori energie, sproflare non a chiudersi e impigrirsi in vita stagnante, ma ad aprirsi a una vita che si rinnova efltro più larghi orizzonti. A

condizione però di essere un organismo demograficamente, economicamente e culturalmente vigoroso e di non smarrire la coscienza di una propria comune identità». Sco Tic. È gi8 stato fatto un tentativo si­mile da noi? Avevate modelli a cui vi siete in qualche modo richiamati? R. Nessun modello ci ha soccorso. Nella scuola ticinese, dagli anni della nostra au­tonomia politica, sempre nelle scuole me­die si è ricorso a testi pensati e ed iti nella vicina nazione; come eccezioni possono essere ricordati i testi, ad esempio, di Pa­trizio Tosetti che fu rono però pensati per allievi di un ordine scolastico diverso: le scuole maggiori di un tempo. Durante l'ul­tima guerra un'antologia di testi italiani, «Novella fronda», di Giuseppe Zoppi fu un tentativo limitato di supplire la difficoltà momentanea di poter disporre dei tradizio­nali testi italiani. La nostra antologia non ha proprio nulla che la imparenti con i testi citati. Se. Tic. Come si caratterizza il vostro modello? R. L'antologia si compone di due parti. Nella prima di esse abbiamo raccolto brani narrativi e poesie di autori italiani, della Svizzera italiana e ladini, di autori svizzero­tedeschi e infine di scrittori svizzero-fran­cesi. Si tratta, con minime eccezioni, di brani di autori contemporanei, scelta da noi voluta in ossequio al principio che nei primi anni l'insegnamento non può non fondersi principalmente sopra i moderni: essi rispecchiano tematica di immagini, pensieri e sentimenti, una realtà storico sociale, una situazione umana che va più facilmente e immediatamente all'incontro dell'attesa dell'allievo ed è da lui più vi­talmente appropriata. Nella seconda parte abbiamo scelto una serie di testi di autori ticinesi dell'SOO e del 900, di riflessione mo­rale, scientifica, storica e di documenta­ziOne su nostri particolari e fondamentali problemi; altri testi di confederati contri­buiscono ad allargare la visione sul pano­rama svizzero, e altri testi di italiani e di autori di diversissimi altri paesi, delineano aspetti tipici della società d'oggi. Sco Tic. Quindi autori ticinesi una volta tanto con autori italiani? R. Si, e ci pare di pieno diritto; pur nei li­miti del loro timbro e della loro impostatu­ra, alcuni scrittori ticinesi, e non soltanto quelli da noi scelti, ci sono parsi degni di far parte di uno stesso coro ad attestare un modo simile e diverso di essere italiani. Se. Tic. Con quale criterio avete scelto gli autori? R. Nella prima parte dell'antologia, per quanto riguarda i ticinesi possiamo dire che abbiamo soprattutto puntato su una scelta di autori che possono attestare l'ef­ficienza e il va lore delle nostre lettere at­tuali. Due testi sono di autori di una gene­razione più lontana, scelti l'uno per il gusto di un'arguta', umana paesanità, l'altro per la gaiezza della sua «operetta». Per quanto

riguarda la scelta degli scrittori della vicina repubblica - e questo riteniamo una novi­tà vistosa della nostra antologia - essa è stata operata dentro un'area geografica delimitata, vale a' dire, grosso modo, la Padania. La ragione, dovessimo esporla qui andremmo per le lunghe; diremo solo che è in sintonia al nostro riconoscerci cul­turalmente italiani del nord. Per quanto riguarda gli scrittori svizzero-tedeschi e svizzero-francesi, ci si permetta di dire che era tempo di uscire dalle f rasi fatte per non dire retoriche di un «sentire comune con­federato» e proporre uno strumento di una prima conoscenza delle stirpi alle quali sia­mo collegati da una comune volontà po­litica. Riteniamo, senza peccare di im­modestia, che questo succinto panorama {destinato, non lo si dimentichi agli allievi delle scuole medie) è pur sempre il primo che nasca nell'ambito scolastico svizzero. In questi testi potranno essere repe~iti elementi che ci uniscono e altri che ci fan­no diversi. I criteri fin qui esposti perdono naturalmente la loro ragione di essere nella seconda parte dell'antologia quando lo sguardo si affaccia su problemi che sono anche del più vasto mondo. Se. Tic. 1/ titolo dell'antologia rinvia alle due singole parti? R. A ognuna delle due parti si addicono i termini: «situazioni e testimoflianze», an­che se nella prima parte più narrativa e creativa il primo termine di «situazioni» trova maggior corrispondenza. Si avverta tuttavia come anche nella seconda parte esistano dei testi che si qualificano narra­tivi (di Sciascia, Strati, Parise ecc.) ma con una più marcata funzione di testimonianza. Se. Tic. Volete precisare per chi è fa tta l'antologia? R. Se volessimo abbandonarci a una bat­tuta, che secondo noi pretende un suo fondo di verità, diremmo per tutti. Eviden­te però che essa è nata nella prospettiva della nuova scuola media. Tenendo conto della situazione scolastica attuale, per le ultime due classi delle maggiori, per le scuole di avviamento, e per le classi del ginnasio dalla seconda innanzi. Ma anche in alt re scuole siamo certi che possa es­sere uno strumento utile di apprendimen­to e di cultura; per esempio, nelle scuo­le professionali e di apprendisti. Sarà ma­gari utopico, ma nostra aspirazione è sta­ta quella di compilare un'antologia utile anche al di fuori delle aule scolastiche. D'altro canto, un testo scolastico non va­Ie forse nella misura in cui riesce a esse­re riaperto con un certo qual diletto e utile anche finiti gli anni della scuola d'obbligo? Se. Tic. Quanto tempo avete riservato a questo lavoro? e a quanto assommano i testi? R. Abbiamo lavorato sempre nei nostri tempi liberi, sfruttando all'osso soprattutto le vacanze estive. Lo Stato ci ha aiutato concedendoci una minima diminuzione d'orario per due anni; gliene siamo grati perché proprio in quei due anni abbiamo potuto attendere alle traduzioni dei testi che la prima volta venivano volti in italia­no, e a una prima organizzazione della maggior parte del materiale della prima parte. Si è trattato di dover scegliere testi di 83 autori nella prima parte della antolo­gia e di 80 autori nella seconda parte. In tutto ben 215 testi. E già che siamo sulle cifre diremo che le note sono circa 2000.

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