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U20001441 DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO Acustica Parte 1: Modalità di stesura delle mappe Acoustics Guidelines to support noise mapping and strategic noise mapping Part 1: Noise mapping procedures Linee guida alla mappatura acustica e mappatura acustica strategica La norma, nella forma di linea guida, si propone come uno strumento tecnico operativo di supporto all'elaborazione delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche. In essa sono esplicitati i principi enunciati dalla Direttiva Europea 2002/49/CE, relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale, in merito alle modalità di stesura delle mappe, per favorire la definizione di un approccio omogeneo ed uniforme alla valutazione del clima di rumore presente sul territorio nazionale. Aspetti tecnici e procedurali, relativi alla stesura delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche, sono trattati in maniera sistematica e coordinata, richiamando le specifiche definite dalla Direttiva Europea 2002/49/CE ed individuando le modalità tecniche applicative per la loro implementazione. SOMMARIO Acustica e vibrazioni ORGANO COMPETENTE CO-AUTORE Questo testo NON è una norma UNI, ma è un progetto di norma sottoposto alla fase di inchiesta pubblica, da utilizzare solo ed esclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti. Il processo di elaborazione delle norme UNI prevede che i progetti vengano sottoposti all'inchiesta pubblica per raccogliere i commenti degli operatori: la norma UNI definitiva potrebbe quindi presentare differenze -anche sostanziali- rispetto al documento messo in inchiesta. Questo documento perde qualsiasi valore al termine dell'inchiesta pubblica, cioè il: 10-07-10 U20001441 codice progetto: © UNI - Milano. Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.

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U20001441DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO

Acustica

Parte 1: Modalità di stesura delle mappe

Acoustics

Guidelines to support noise mapping and strategic noise mapping

Part 1: Noise mapping procedures

Linee guida alla mappatura acustica e mappatura acustica strategica

La norma, nella forma di linea guida, si propone come uno strumento tecnico operativo di supportoall'elaborazione delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche. In essa sono esplicitati iprincipi enunciati dalla Direttiva Europea 2002/49/CE, relativa alla determinazione e gestione delrumore ambientale, in merito alle modalità di stesura delle mappe, per favorire la definizione di unapproccio omogeneo ed uniforme alla valutazione del clima di rumore presente sul territorionazionale.Aspetti tecnici e procedurali, relativi alla stesura delle mappe acustiche e mappe acustichestrategiche, sono trattati in maniera sistematica e coordinata, richiamando le specifiche definite dallaDirettiva Europea 2002/49/CE ed individuando le modalità tecniche applicative per la loroimplementazione.

SOMMARIO

Acustica e vibrazioniORGANOCOMPETENTE

CO-AUTORE

Questo testo NON è una norma UNI, ma è un progetto di norma sottoposto alla fase di inchiesta pubblica, da utilizzare solo edesclusivamente per fini informativi e per la formulazione di commenti. Il processo di elaborazione delle norme UNI prevede che iprogetti vengano sottoposti all'inchiesta pubblica per raccogliere i commenti degli operatori: la norma UNI definitiva potrebbequindi presentare differenze -anche sostanziali- rispetto al documento messo in inchiesta.

Questo documento perde qualsiasi valore al termine dell'inchiesta pubblica, cioè il:10-07-10

U20001441codice progetto:© UNI - Milano. Riproduzione vietata.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzoqualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.

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U20001441DATI DI COPERTINA E PREMESSA DEL PROGETTO

RELAZIONIINTERN.LI

RELAZIONINAZIONALI

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della Commissione Tecnica [email protected] e vibrazioni@@La Commissione Centrale Tecnica dell'UNI ha dato la sua approvazione il giorno mese anno. @@

PREMESSA

VARIANTINAZIONALI

UNI non è responsabile delle conseguenze che possono derivare dall'uso improprio del testo dei progetti in inchiesta pubblica.

U20001441codice progetto:© UNI - Milano. Riproduzione vietata.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzoqualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto di UNI.

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Introduzione

A seguito del recepimento della Direttiva Europea 2002/49/CE [41] lo Stato Italiano si è impegnato a fornire alla Commissione Europea, nei tempi in essa stabiliti, una caratterizzazione acustica del territorio nazionale, attraverso l’elaborazione di mappe acustiche e mappe acustiche strategiche ed a sviluppare dei piani d’azione coordinati per il contenimento del rumore ambientale sulla base di criteri comuni ai diversi stati membri.

Le mappe acustiche e mappe acustiche strategiche costituiscono la base su cui redigere i piani di azione, ossia i piani destinati a gestire i problemi di inquinamento acustico ed i relativi effetti, compresa, se necessario, la sua riduzione, nei modi e nei tempi stabiliti dalle autorità competenti.

Il recepimento della Direttiva da parte dello stato Italiano ha come conseguenza l’adeguamento della normativa nazionale vigente ai principi comunitari da essa individuati e rappresenta il primo passo verso un più complesso processo di armonizzazione, che prevede l’emanazione di una serie di decreti attuativi attraverso i quali provvedere nel tempo all’adeguamento dei regolamenti vigenti, anche in relazione alle future indicazioni e raccomandazioni della Commissione.

La linea guida alla mappatura acustica e mappatura acustica strategica, oggetto della presente specifica tecnica, si propone come strumento tecnico di supporto alle attività di elaborazione delle mappe, definendo criteri e modalità procedurali di valutazione della rumorosità sul territorio.

La linea guida è strutturata in due parti:

- la prima include le informazioni ed indicazioni procedurali per l’elaborazione delle mappe acustiche (definizioni, contenuti, dati da acquisire, modalità di elaborazione delle mappe, rappresentazione e formattazione dei risultati);

- la seconda che comprende una corposa appendice che riporta le tecniche di valutazione, di raccolta o stima dei dati di dettaglio suggerite dal WG-AEN nella “Good Practice Guide For Strategic Noise Mapping and the Production of associated data on Noise Exposure” [1] e le metodologie maturate negli anni nell’ambito delle attività di mappatura e pianificazione degli interventi di risanamento acustico.

1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

La presente specifica tecnica costituisce una linea guida per fornire ai soggetti responsabili delle attività di mappatura uno strumento tecnico operativo che espliciti i principi enunciati dalla legislazione vigente1 in merito alle modalità di stesura delle mappe, per favorire la definizione di un approccio omogeneo ed uniforme alla valutazione del clima di rumore presente sul territorio nazionale.

La linea guida si pone l’obiettivo di trattare in maniera sistematica e coordinata gli aspetti tecnici e procedurali relativi alla stesura delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche, richiamando le specifiche definite dalla legislazione vigente1 ed individuando le modalità tecniche applicative per la loro implementazione

In base alla legislazione vigente1 l’obbligo di eseguire la mappatura acustica e mappatura acustica strategica si applica agli ambiti antropizzati, in cui la popolazione è esposta alle emissioni sonore prodotte dalle sorgenti presenti nelle aree di interesse; in particolare si applica alle zone edificate, nei parchi pubblici o nelle aree silenziose, interne o esterne agli agglomerati, in prossimità di ricettori sensibili, quali scuole, ospedali, case di cura e di riposo. Tale specifica tecnica non si applica al rumore causato dalle persone, dalle attività domestiche, dal vicinato, né al rumore generato all'interno degli ambienti lavorativi, nei mezzi di trasporto o nelle aree militari.

1 1 Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, N°194 [41]

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2. RIFERIMENTI NORMATIVI La presente specifica tecnica rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente specifica tecnica come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 9884 Acustica. Caratterizzazione acustica del territorio mediante la descrizione del rumore ambientale

UNI 11143-1 Acustica. Metodo per la stima dell'impatto e del clima acustico per tipologia di sorgenti. Parte 1: Generalità

UNI 11143-3 Acustica..Metodo per la stima dell'impatto e del clima acustico per tipologia di sorgenti. Parte 3: Rumore ferroviario

UNI 11252: Acustica. Procedure di conversione dei valori di LAeq diurno e notturno e di LVA nei descrittori Lden e Lnight

UNI/TR 11327 Acustica - Criteri per la predisposizione dei piani d'azione destinati a gestire i problemi di inquinamento acustico ed i relativi effetti

UNI EN ISO 11819-1 Acustica. Misurazione dell'influenza delle superfici stradali sul rumore da traffico. Metodo statistico applicato al traffico passante

UNI ISO 8297 Acustica. Determinazione dei livelli di potenza sonora di insediamenti industriali multisorgente per la valutazione dei livelli di pressione sonora immessi nell'ambiente circostante. Metodo tecnico progettuale

UNI ISO 9613-2 Acustica. Attenuazione sonora nella propagazione all'aperto. Parte 2: Metodo generale di calcolo

ISO 1996-2: 2007 Acoustics. Description, assessment and measurement of environmental noise. Part 2: determination of environmental noise levels2

3. TERMINI E DEFINIZIONI Ai fini della presente specifica tecnica si applicano i termini e le definizioni seguenti:

3.1. agglomerato: Area urbana, individuata dalla regione o dalla provincia autonoma competente, costituita da uno o più centri abitati contigui fra loro, la cui popolazione complessiva è maggiore di 100 000 abitanti3;

3.2. aeroporto principale: Aeroporto civile o militare aperto al traffico civile in cui si svolgono più 50 000 movimenti l’anno, intendendosi per movimento un’operazione di decollo o di atterraggio. Sono esclusi i movimenti a fini addestrativi su aeromobili definiti leggeri ai sensi della regolamentazione tecnica nazionale;

3.3. anno solare: Intervallo di giorni consecutivi compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno;

3.4. asse ferroviario principale: Infrastruttura ferroviaria su cui transitano ogni anno più di 30 000 treni;

3.5. asse stradale principale: Infrastruttura stradale su cui transitano ogni anno più di 3 000 000 veicoli;

2 In fase di adozione a livello nazionale in lingua italiana come UNI ISO 1996-2. 3 Definizione tratta dall’articolo 3 del decreto legislativo 30 aprile 1992 N° 285 [46], e successive modificazioni.

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3

3.6. centro abitato: Insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine.4

3.7. condizioni favorevoli alla propagazione sonora: Condizioni meteorologiche, come definite nel punto A.3 della ISO 1996-2:2007, in corrispondenza delle quali i raggi sonori sono incurvati verso il suolo;

3.8. condizioni omogenee per la propagazione sonora: Condizioni meteorologiche non influenti significativamente sulla propagazione sonora in corrispondenza delle quali si può ritenere che i raggi sonori siano rettilinei;

3.9. descrittore acustico: Grandezza fisica che descrive il rumore ambientale in relazione ad uno specifico effetto nocivo;

3.10. determinazione: Qualsiasi metodo per calcolare, stimare o misurare il valore di un descrittore acustico od i relativi effetti nocivi;

3.11. edificio: Costruzione edilizia realizzata dall’uomo destinata ad accogliere al suo interno persone o attività a queste connesse: Costituisce l’elemento minimo, se corrisponde ad una singola unità abitativa, dell’ambiente costruito creato dall’uomo, per adattare il primario stato naturale alle sue esigenze di vita. Gli edifici possono essere classificati a seconda dell’uso in:

- edifici residenziali, nel caso siano usati come abitazioni;

- edifici industriali, nel caso siano destinati ad ospitare attività produttive su larga scala;

- edifici agricoli, quando sono destinati ad ospitare attività inerenti l’agricoltura;

- ecc.

3.12. effetti nocivi: gli effetti negativi per la salute umana;

3.13. facciata silenziosa: è la facciata dell’abitazione o dell’edificio caratterizzata da valori di Lden , a 4 m di altezza dal suolo e a 2 m di distanza dalla facciata, inferiori al livello determinato sulla facciata più esposta di 20 dB.

3.14. fastidio: la misura in cui, sulla base di indagini sul campo e di simulazioni, il rumore risulta sgradevole a una comunità di persone;

3.15. incertezza di misura: parametro associato al risultato di una misurazione che caratterizza la dispersione dei valori ragionevolmente attribuibili al misurando.

3.16. insieme di edifici: Raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di 25 fabbricati o da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada.5

3.17.

3.18. livello giorno-sera-notte, Lden: Livello, espresso in decibel ponderato A, determinato mediante la seguente relazione:

4 Corrispondente alla definizione 8) riportata all’art. 3 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, N° 285 "Nuovo codice

della strada" (Pubblicato nella G.U. 18 maggio 1992, N° 114, S.O.).

5 Corrispondente alla definizione 8) riportata all’art. 3 del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, N° 285 "Nuovo codice

della strada" (Pubblicato nella G.U. 18 maggio 1992, N° 114, S.O.).

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4

10/1010/510/ 10

24

810

24

210

24

14log10 nighteveningday LLL

denL (1)

3.19. livello LAE: Livello di esposizione sonora di un evento sonoro, espresso in decibel A, definito dalla relazione (2):

dtp

tp

tL

t

t

AAE 2

12

0

2

0

1log10 (2)

dove:

pA(t) è la pressione sonora istantanea ponderata A

t2 - t1 è un intervallo di tempo sufficientemente lungo da comprendere l'evento;

p0 è la pressione sonora di riferimento (20 µPa)

t0 è la durata di riferimento (1 s)

3.20. livello LAeq: Livello continuo equivalente ponderato A, definito nella ISO 1996-2:2007.

3.21. livello LAeqd: Livello continuo equivalente ponderato A per il tempo di riferimento diurno di 16 h consecutive dalle ore 06 alle ore 22.

3.22. livello LAeqn: Livello continuo equivalente ponderato A per il tempo di riferimento notturno di 8 h consecutive dalle ore 22 alle ore 06 del giorno successivo.

3.23. livello LAeq,TL: Livello equivalente continuo di pressione sonora ponderata A relativo al tempo a lungo termine. Può riferirsi a:

al valore medio su tutto il periodo, con riferimento al livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A relativo a tutto il tempo TL, espresso dalla relazione:

N

i

LTLAeq

iTRAeq

NL

1

)(1.0,

,101

log10 (3)

essendo N i tempi di riferimento considerati;

al singolo intervallo orario nei TR. In questo caso si individua un tempo di misura (TM) di 1 ora all’interno del tempo di osservazione nel quale si svolge il fenomeno in esame. LAeq,TL rappresenta il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A risultante dalla somma degli M tempi di misura TM, espresso dalla seguente relazione:

M

i

LTLAeq

iTRAeq

ML

1

)(1.0,

,101

log10 (4)

dove i è il singolo intervallo di un’ora nell’i-esimo TR.

È il livello LAeq,TL che si confronta con i limiti di attenzione.

3.24. livello Lday: Livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, definito nella ISO 1996-2:2007, determinato sull’insieme dei periodi diurni di un anno solare.

3.25. livello Levening: Livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, definito nella ISO 1996-2:2007, determinato sull’insieme dei periodi serali di un anno solare.

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3.26. livello LF: Livello continuo equivalente ponderato A rilevato o calcolato in condizioni favorevoli alla propagazione sonora.

3.27. livello LH: Livello continuo equivalente ponderato A rilevato o calcolato in condizioni omogenee alla propagazione sonora.

3.28. livello Li: Livello del suono incidente sulla facciata dell’edificio con esclusione delle riflessioni provenienti da quest’ultima.

3.29. livello Lnight: Livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, definito nella ISO 1996-2:2007, determinato sull’insieme dei periodi notturni di un anno solare.

3.30. livello LVA: Livello di valutazione del rumore aeroportuale.6)

3.31. livello LVAj: Valore giornaliero del livello di valutazione del rumore aeroportuale.7)

3.32. lunghezza di Monin-Obukhov: Rapporto tra l’intensità della turbolenza prodotta da fattori meccanici (shear del vento) e quella di origine convettiva (termiche).

3.33. mappatura acustica: Rappresentazione di dati relativi ad una situazione di rumore esistente o prevista in una zona, relativa ad una determinata sorgente, in funzione di un descrittore acustico che indichi il superamento di pertinenti valori limite vigenti, il numero di persone esposte in una determinata area o il numero di abitazioni esposte a determinati valori di un descrittore acustico in una certa zona;

3.34. mappatura acustica strategica: Mappa finalizzata alla determinazione dell’esposizione globale al rumore in una certa zona a causa di varie sorgenti di rumore ovvero alla definizione di previsioni generali per tale zona;

3.35. periodo diurno: Intervallo di 14 h consecutive dalle ore 06 alle ore 20 dello stesso giorno.

3.36. periodo giorno-sera-notte: Intervallo di 24 h consecutive dalle ore 06 alle ore 06 del giorno successivo.

3.37. periodo notturno: Intervallo di 8 h consecutive dalle ore 22 alle ore 06 del giorno successivo.

3.38. piani di azione: Piani destinati a gestire i problemi di inquinamento acustico ed i relativi effetti, compresa, se necessario, la sua riduzione;

3.39. pianificazione acustica: Controllo dell’inquinamento acustico futuro mediante attività di programmazione, quali la classificazione acustica e la pianificazione territoriale, l’ingegneria dei sistemi per il traffico, la pianificazione dei trasporti, l’attenuazione del rumore mediante tecniche di insonorizzazione ed il controllo dell’emissione acustica delle sorgenti;

3.40. periodo serale: Intervallo di 2 h consecutive dalle ore 20 alle ore 22 dello stesso giorno.

3.41. pubblico: Una o più persone fisiche o giuridiche e le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di dette persone;

3.42. rumore ambientale: Insieme dei suoni indesiderati o nocivi in ambiente esterno prodotti dalle attività umane, compreso il rumore emesso dai mezzi di trasporto, dovuto al traffico veicolare, al traffico ferroviario, al traffico aereo, e dai siti di attività industriale;

3.43. siti di attività industriale: Aree classificate V o VI ai sensi delle norme vigenti in cui sono presenti attività industriali.8)

3.44. sorgente sonora specifica: Sorgente sonora presa in esame. Relativamente al campo di applicazione del presente documento può identificarsi con il traffico stradale, ferroviario, aeroportuale o con l’attività svolta in siti di attività industriale (porti inclusi).

6) Definizione tratta dal Decreto del Ministero Ambiente 31 ottobre 1997 [45], allegato A punto 1. 7) Definizione tratta dal Decreto del Ministero Ambiente 31 ottobre 1997 [45], allegato A punto 3.

8 Le attività industriali sono definite nell’allegato 1 del decreto legislativo 18 febbraio 2005, N° 59 [44];

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3.45. suono incidente: Suono immesso dalla specifica sorgente sonora nella posizione di determinazione del descrittore acustico con esclusione della riflessione della facciata dell’edificio retrostante la posizione di determinazione.

3.46. TEU (Twenty-feet Equivalent Unit): Unità convenzionale di misura del volume di scambio dei contenitori, 1 TEU = 1 contenitore da 20 piedi.

3.47. unità abitativa: Alloggio inserito nell’ambito di un edificio e costituito da un solo locale o da un insieme di locali (stanze e vani accessori), avente i requisiti che lo rendono adatto ad essere dimora stabile di una o più persone, anche nel caso in cui una parte sia adibita ad ufficio (studio professionale, ecc.). Dotato di almeno un accesso indipendente dall'esterno (strada, cortile,ecc.) o da spazi di disimpegno comune (pianerottoli, ballatoi, terrazze, ecc.) è separato da altre unità abitative da pareti.

3.48. valori limite: Valore riferito ad un descrittore acustico il cui superamento induce le autorità competenti ad esaminare o applicare provvedimenti di attenuazione del rumore; i valori limite possono variare a seconda della tipologia di rumore, dell’ambiente circostante e del diverso uso del territorio; essi possono anche variare riguardo a situazioni esistenti o nuove come nel caso in cui cambi la sorgente di rumore o la destinazione d’uso dell’ambiente circostante;

3.49. zona silenziosa di un agglomerato: Zona delimitata dall’autorità comunale nella quale Lden, o altro descrittore acustico appropriato relativo a qualsiasi sorgente non superi un determinato valore limite;

3.50. zona silenziosa esterna agli agglomerati: Zona delimitata dalla competente autorità che non risente del rumore prodotto da infrastrutture di trasporto, da attività industriali o da attività ricreative.

4. Definizione dei contenuti della mappatura acustica

A livello legislativo [41] sono individuate due contesti territoriali in cui è prevista l'elaborazione delle mappe acustiche:

- agglomerati urbani;

- aree sensibili esterne agli agglomerati.

Alla valutazione e rappresentazione del rumore ambientale negli agglomerati urbani viene dato il nome di mappa acustica strategica. Con questo termine si intende una mappa finalizzata alla determinazione globale.

Le mappe acustiche strategiche relative agli agglomerati devono tenere conto del rumore emesso da tutte le sorgenti principali di seguito elencate:

- strade;

- ferrovie;

- aeroporti;

- siti di attività industriale, inclusi i porti.

Per ciascuna delle sorgenti sopra citate devono essere tracciate mappe acustiche distinte.

Al di fuori degli agglomerati, in corrispondenza delle aree sensibili, devono essere tracciate esclusivamente le mappe acustiche relative alle sorgenti sonore principali (strade, ferrovie, aeroporti).

Nota Fino al momento in cui l’elaborazione di metodi di determinazione comuni per la definizione di Lden e Lnight sarà resa obbligatoria, gli Stati membri possono usare, ai fini della mappatura acustica, i dati consistenti con i descrittori acustici nazionali, previa opportuna conversione nei descrittori comunitari. Tali dati non devono avere più di 3 anni.9

9 La scadenza temporale è richiesta dal Decreto legislativo del 19 agosto 2005, N° 194, art. 5, comma 3 [41]

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Le mappe acustiche e le mappe acustiche strategiche possono essere presentate in forma di grafici, dati numerici tabulati o in formato elettronico. La tipologia di rappresentazione e le informazioni contenute nelle mappe si diversificano in funzione degli obiettivi della mappatura (vedere punto 4.2).

4.1. Indicatori utilizzati per le mappature acustiche

Ai fini dell’elaborazione e della revisione della mappatura acustica e delle mappe acustiche strategiche sono utilizzati i descrittori acustici Lden ed Lnight. Fino all’emanazione del decreto sui criteri e gli algoritmi di conversione dei valori limite si utilizzano anche i descrittori acustici ed i relativi valori limite determinati ai sensi della legislazione vigente.10

4.1.1. Il livello giorno-sera-notte (day-evening-night level) Lden

Il livello giorno-sera-notte Lden, espresso in decibel A, è definito dalla seguente equazione:

10

10

10

5

10 108102101424

1lg10

nighteveningday LLL

denL dB (A) (5)

dove:

- Lden è il livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, determinato sull’insieme dei periodi giornalieri di un anno;

- Lday è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull’insieme dei periodi diurni di un anno;

- Levening è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull’insieme dei periodi serali di un anno;

- Lnight è il livello sonoro medio a lungo termine ponderato A, determinato sull’insieme dei periodi notturni di un anno.

Il periodo giorno-sera-notte si estende dalle ore 06 alle ore 06 del giorno successivo ed è suddiviso nelle seguenti fasce orarie:

1. periodo diurno: dalle ore 06 alle ore 20;

2. periodo serale: dalle ore 20 alle ore 22;

3. periodo notturno: dalle ore 22 alle ore 06.

L’anno a cui si riferiscono i descrittori è l’anno di osservazione per l’emissione acustica ed un anno medio sotto il profilo meteorologico.

La determinazione di Lday, Levening ed Lnight in facciata agli edifici esclude la componente riflessa dalla facciata retrostante e può essere eseguita applicando tecniche previsionali e/o di campionamento statistico. In entrambi i casi, le valutazioni devono essere effettuate ad un’altezza dal suolo di (4,0 ± 0.2) m. In campo libero il punto di misura può essere collocato ad una quota non minore di 1.5 m. Nell’ipotesi in cui si eseguano misurazioni ad altezze diverse da quella di riferimento, i risultati devono essere riportati all’altezza equivalente di 4 m.

4.1.2. L’indicatore del rumore notturno Lnight

Il descrittore del rumore notturno Lnight è il livello continuo equivalente a lungo termine ponderato A, relativo ai periodi notturni di un anno, dove la notte è di 8 h.

10 Si fa riferimento all’articolo 3 della legge N° 447 del 1995 [47].

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I livelli sonori equivalenti medi a lungo termine si riferiscono ad un periodo di osservazione di un anno per l’emissione acustica e ad un anno medio sotto il profilo meteorologico. Nel caso di misure eseguite in facciata alle abitazioni, i valori misurati devono essere corretti per eliminare la componente riflessa del segnale.

4.1.3. Indicatori da utilizzare per l’individuazione delle aree critiche Ai fini dell’individuazione delle aree critiche i descrittori da confrontare con i limiti di rumore prescritti dalla legislazione vigente sono quelli stabiliti dai decreti attuativi alla Legge Quadro n. 447/95 [47] Gli indicatori utilizzati per caratterizzare la rumorosità immessa in ambiente dalle varie tipologie di sorgente sono di seguito elencati: Sorgente stradale: l’indicatore da utilizzare per confrontare i valori determinati con i limiti vigenti è costituito dal valore medio settimanale, diurno e notturno, di LAeq,TR. Il valore medio settimanale LAeq,TL, espresso in decibel A, si calcola a partire dalla seguente equazione:

N

i

L

TLAeqiRTAeq

NL

1

1,0

,,10

1lg10 dB (A) (6)

dove: N è il numero dei tempi di riferimento considerati, LAeq,TR , espresso in decibel A, è il livello continuo equivalente ponderato A nel periodo di riferimento TR, ottenuto dai singoli valori orari di LAeq:

M

i

L

TRAeqiAeq

ML

1

1,0

, 101

lg10 dB (A) (7)

dove M è uguale a 16 nel tempo di riferimento diurno (dalle ore 22 alle ore 06) e pari a 8 nel tempo di riferimento notturno (dalle ore 22 alle ore 06). La valutazione dell’indicatore deve essere eseguita ad 1 m di distanza dalla facciata e ad una quota da terra di 4 m. In assenza di edifici la valutazione deve essere effettuata in corrispondenza della posizione occupata dai potenziali ricettori sensibili.

Sorgente ferroviaria: l’indicatore da utilizzare per confrontare i valori determinati con i limiti vigenti è il livello LAeq,TR ,riferito ai periodi diurno e notturno. La valutazione deve essere eseguita ad 1 m di distanza dalla facciata e ad una quota da terra di 4 m. Sorgente aeroportuale: l’indice di valutazione del rumore aeroportuale è il livello LVA, espresso in decibel A:

N

j

LVA

VAj

NL

1

1,010

1lg10 dB (A) (8)

dove:

N = 21 è il numero dei giorni del tempo di osservazione del fenomeno;

LVAj è il valore del livello LVA determinato nell’arco delle 24 h.

Nota Le modalità di calcolo dell’indice LVA, la strumentazione e la metodologia di misura ai fini del calcolo dell’indice LVA e della sua verifica, sono riportati negli allegati A e B del decreto ministeriale 31 ottobre 1997 [48].e nel decreto ministeriale 20 maggio 1999 [48].

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Siti di attività industriale: l’individuazione delle aree critiche nei siti di attività industriale viene eseguita sulla base del rumore ambientale rilevato in un arco temporale significativo. L’indicatore da utilizzare per confrontare i valori misurati con i limiti vigenti è il livello continuo equivalente a lungo termine (LAeq,TL), espresso in decibel A:

N

i

L

TLAeqiRTAeq

NL

1

1,0

,,10

1lg10 dB (A) (9)

dove:

N è il numero dei tempi di riferimento considerati;

LAeq,TR è il livello continuo equivalente ponderato A nel periodo di riferimento TR, espresso in dB(A).

La lunghezza dell’intervallo di tempo in cui si esegue la valutazione è correlata alle variazioni dei fattori che influenzano la rumorosità nel lungo termine. Il valore TL, multiplo intero del periodo di riferimento, è un intervallo di tempo prestabilito di durata adeguata alla determinazione della rumorosità ambientale.

Esclusivamente per le aree prevalentemente industriali, appartenenti alla classe V, il livello LAeq,TL può essere riferito al singolo intervallo orario nei TR:

M

i

L

TLAeqiRTAeq

ML

1

1,0

,,10

1lg10 dB (A) (10)

dove: i è il singolo intervallo orario nell’i-esimo TR; M è il numero totale di intervalli orari rappresentativi del periodo di riferimento TR. 4.2. Tipologie di mappe acustiche e modalità di rappresentazione 4.2.1. Mappe di rumore Le mappe di rumore sono delle rappresentazioni grafiche che visualizzano il clima acustico esistente o futuro in una data area, a seguito delle valutazioni eseguite attraverso modelli di calcolo previsionale o campagne di monitoraggio. Nel caso in cui rappresentino scenari futuri, tali mappe sono ottenute esclusivamente da modelli di calcolo. I metodi per la determinazione dei descrittori acustici sono riportati nel punto 4.1. Le mappe di rumore devono essere tracciate valutando il livello sonoro ad un’altezza standard di 4 m11 in corrispondenza di punti opportunamente spaziati su una griglia di calcolo o di rilievo adatta al contesto analizzato, come indicato nel prospetto 1. Il calcolo dei livelli di rumore deve tenere conto almeno delle riflessioni del primo ordine. Prospetto 1 Tipologie di griglia raccomandate per la valutazione dei livelli di rumore in funzione dell’area analizzata

Contesto ambientale Griglia Agglomerati ≤10 m* Ambito extraurbano, aree aperte ≤30 m

11 In alcuni casi il livello di rumore a 4 m può non essere rappresentativo dell’effettiva esposizione al rumore dei ricettori, per esempio quando un’infrastruttura si sviluppa su quote diverse rispetto al piano campagna (trincea, rilevato, viadotto) e/o sono presenti più sorgenti nella stessa area. In tali casi occorre effettuare delle valutazioni anche ad altezze diverse dei ricettori per consentire di individuare le effettive criticità ed elaborare in maniera appropriata i piani di azione.

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Intorno aeroportuale ≤100 m NOTA *In ambiti urbani è consigliabile adottare una griglia minore di 10 m

I risultati prodotti dalle valutazioni sono riportati su mappe cromatiche o tratteggiate, in cui devono essere tracciate anche le curve isolivello per multipli di 5 dB(A). Dalle mappe di rumore si desume l’estensione della superficie esposta a determinati intervalli dell’indicatore Lden, come richiesto dalla legislazione vigente. 4.2.2. Mappe di esposizione

Le mappe di esposizione sono delle mappe che quantificano il numero di abitanti e abitazioni esposte a determinati valori degli indicatori acustici. Tali mappe possono essere presentate in forma tabulata o mediante rappresentazioni grafiche.

I dati relativi al numero di abitazioni ed alla popolazione esposta a specifici valori dell’indicatore acustico considerato sono correlati con i livelli calcolati o rilevati sulle facciate più esposte, valutati ad una distanza di 2 m dalle stesse e ad una quota di 4 m, senza tenere conto delle riflessioni prodotte dalle facciate medesime. Se il livello di facciata è determinato attraverso dei rilievi fonometrici o desunto da mappe di rumore, al valore determinato deve essere sottratto un fattore correttivo uguale a 3 dB.

La facciata più esposta coincide con la facciata in cui è stato rilevato o calcolato il massimo livello di rumore. Tale facciata può essere individuata applicando il criterio della minima distanza dalla sorgente sonora soltanto nel caso in cui sia presente nell’area analizzata un’unica sorgente. Se sono presenti più sorgenti e l’area è morfologicamente complessa, l’individuazione della facciata più esposta richiede la verifica dei livelli di rumore incidenti (solo componente diretta) su tutte le facciate dell’edificio 12. Nell’eseguire la valutazione devono essere considerate almeno le riflessioni del primo ordine prodotte dagli altri edifici presenti nell’area. Alla facciata più esposta è assegnato il massimo livello di rumore rilevato.

L’assegnazione dei livelli di rumore alle unità abitative dipende dall’informazione disponibile sulla distribuzione delle abitazioni negli edifici presenti nell’area analizzata. Se l’edificio è composto da più unità abitative e se ne conosce la distribuzione all’interno dell’edificio, ad ogni abitazione deve essere assegnato il livello di rumore corrispondente alla facciata più esposta dell’abitazione. Se non si conosce, invece, la distribuzione delle unità abitative, si assegna cautelativamente a tutte le unità abitative, e quindi all’intero edificio, il livello di rumore massimo corrispondente alla facciata più esposta dell’edificio.

Se il livello di facciata viene desunto dalle mappe di rumore, alle unità abitative/edifici è assegnato il massimo livello di rumore, opportunamente corretto (-3 dB per eliminare la componente riflessa dalla parete retrostante) associato alle celle della griglia che intersecano le facciate delle unità abitative/edifici.

La stima della popolazione e del numero di unità abitative esposte a determinati valori dell’indicatore considerato si esegue secondo le indicazioni riportate nel punto 10.3.4.

4.2.3. Mappe di conflitto Le mappe di conflitto sono delle rappresentazioni grafiche che visualizzano le aree in cui avviene il superamento dei valori limite a seguito del confronto con i livelli di rumore stimati. Le mappe di conflitto costituiscono un utile supporto per quantificare l’impatto prodotto dalle sorgenti ai ricettori e per individuare le aree critiche su cui intervenire in fase di pianificazione e progettazione degli interventi.

Il conflitto può essere valutato in termini globali, tenendo conto di tutte le sorgenti presenti, oppure per singole tipologie di sorgente (strade, ferrovie, aeroporti, insediamenti industriali), in funzione della mappa a cui il conflitto si riferisce (mappa acustica strategica o mappa acustica).

La valutazione dei contributi da attribuirsi alle sorgenti che concorrono al conflitto si esegue secondo le procedure indicate al punto 10.3.3.

12 Per l’individuazione della facciata più esposta la linea guida “Good practice guide for strategic noise mapping and the

production of associated noise data on noise exposure” consiglia una risoluzione spaziale orizzontale lungo le facciate di 3 m. Questa tecnica consente di individuare anche l’eventuale presenza di una facciata silenziosa (-20 dB rispetto al valore massimo).

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Le mappe di conflitto includono tutti gli elementi cartografici e geometrici contenuti nelle mappe di rumore da

cui derivano. In particolare, la mappa di conflitto deve indicare l’individuazione e localizzazione delle aree in

cui si verifica il conflitto e fornire una stima del numero di persone esposte al superamento dei limiti. Gli

elaborati, su base cartografica, devono includere almeno i seguenti contenuti:

- localizzazione e tipologia dei ricettori;

- localizzazione delle aree di conflitto;

- stratificazione delle aree di conflitto per multipli di 5 dB(A).

In aggiunta alla rappresentazione grafica e ai fini di una successiva stima in fase di pianificazione del numero di persone beneficiate dagli interventi, è consigliabile fornire delle schede informative di supporto in cui, per ogni area di superamento, è indicato il numero di ricettori esposti al superamento dei limiti per multipli di 5 dB(A). Per ulteriori dettagli sui formati da adottare vedere punto 11.4. 4.3. Requisiti minimi delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche Nei punti successivi sono riportati i requisiti minimi che mappe acustiche e mappe acustiche strategiche devono soddisfare per rispondere ai tre obiettivi funzionali individuati dalla legislazione vigente.13

- raccolta di informazioni strategiche (dati da trasmettere alla Commissione);

- informazione al pubblico;

- elaborazione dei piani di azione.

4.3.1. Dati da trasmettere alla Commissione Europea

Le informazioni da trasmettere alla commissione europea, in relazione alle attività di mappatura acustica e mappatura acustica strategica, prevedono l’elaborazione di due set di dati che si diversificano per il contesto territoriale applicativo (agglomerati ed ambito extraurbano) e le tipologie di sorgente che vi insistono.

4.3.1.1. Agglomerati

Si distinguono 2 set di dati da trasmettere alla commissione europea:

A. dati generali; B. mappe acustiche.

A – Il primo set di dati deve comprendere le seguenti informazioni: - una descrizione concisa dell’agglomerato: ubicazione, dimensioni, numero di abitanti; - l’autorità competente; - i programmi di contenimento del rumore attuati in passato e le misure antirumore in atto; - i metodi di calcolo o di misurazione applicati. B - Le mappe acustiche relative agli agglomerati riguardano il rumore emesso da:

a. traffico veicolare; b. traffico ferroviario; c. traffico aeroportuale;

13 Alla data di pubblicazione della presente norma è in vigore la Direttiva Europea 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 giugno 2002 relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale adottata dal Decreto legislativo del 19 agosto 2005 N° 194 [41] [42].

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d. siti di attività industriale, inclusi i porti. Per ciascuna delle sorgenti sopra indicate devono essere tracciate mappe acustiche distinte. Le mappe relative alle singole sorgenti devono contenere i seguenti dati: - numero totale stimato (arrotondato al centinaio14) di persone che vivono nelle abitazioni esposte a

ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lden in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e >75 dB. Si dovrebbe inoltre specificare, ove possibile e opportuno, quante persone negli intervalli di cui sopra occupano abitazioni dotate di:

a. insonorizzazione speciale dal particolare rumore in questione, ossia in sonorizzazione speciale degli edifici da uno o più tipi di rumore ambientale, in combinazione con gli impianti di ventilazione o condizionamento di aria del tipo che consente di mantenere elevati valori di in sonorizzazione dal rumore ambientale,

b. una facciata silenziosa;

- numero totale stimato (arrotondato al centinaio) di persone che occupano abitazioni esposte a ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lnight in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 50 dB a 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB e >70 dB. Questi dati possono altresì essere valutati per la fascia da 45 dB a 49 dB anteriormente alla data del 18 luglio 2009. Si dovrebbe inoltre specificare, ove possibile e opportuno, quante persone negli intervalli di cui sopra occupano abitazioni dotate di:

c. insonorizzazione speciale dal particolare rumore in questione;

d. una facciata silenziosa.

Si deve, inoltre, precisare in che misura le principali sorgenti (strade principali, ferrovie principali ed aeroporti principali) contribuiscono ai fenomeni summenzionati in termini di popolazione esposta negli intervalli di Lden ed Lnight sopra specificati.

Le mappe strategiche in formato grafico (mappe di rumore) dell’agglomerato, secondo la legislazione vigente, non sono obbligatorie. Nel caso in cui si opti anche per una rappresentazione grafica si deve includere almeno le curve di livello 60 dB, 65 dB, 70 dB e 75 dB.

4.3.1.2. Infrastrutture di trasporto principali Si distinguono 2 set di dati da trasmettere alla commissione europea:

C. Dati generali;

D. Mappe acustiche.

Il primo set di dati deve comprendere le seguenti informazioni:

- una descrizione generale della strada, della ferrovia o dell’aeroporto: ubicazione, dimensioni e flussi di traffico15;

- una caratterizzazione dell’area circostante: agglomerati, paesi, campagna o altro, informazioni su assetto territoriale, altri principali sorgenti di rumore16.

- i programmi di contenimento del rumore attuati in passato e le misure antirumore in atto;

14 Le cifre si arrotondano al centinaio per eccesso o per difetto (per esempio: per valori compresi tra 5 150 e 5 249, si arrotonda a 5 200; per valori compresi tra 50 e 149 si arrotonda a 100; per valori < 50 si arrotonda a 0). 15Non è richiesta esplicitamente la fornitura dei dati georeferenziati relativi all’ubicazione delle infrastrutture, di cui

tuttavia se ne consiglia la trasmissione secondo i formati previsti dalla Commissione Europea.

16 La consegna di questi dati è facoltative nel caso in cui sia stata trasmessa l'informazione georefenziata sull'ubicazione delle infrastrutture. Vedere anche il punto 8.1.

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- i metodi di calcolo o di misurazione applicati.

Per le infrastrutture di trasporto principali (strade, ferrovie ed aeroporti), le mappe acustiche da trasmettere alla commissione europea, nella forma di mappe di esposizione, devono contenere le informazioni seguenti:

- numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di persone che occupano abitazioni

situate al di fuori degli agglomerati, esposte a ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lden in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e >75 dB. Si dovrebbe inoltre specificare, ove possibile e opportuno, quante persone negli intervalli di cui sopra occupano abitazioni dotate di:

a. insonorizzazione speciale dal particolare rumore in questione; b. una facciata silenziosa.

- numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di persone che occupano abitazioni

situate al di fuori degli agglomerati, esposte a ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lnight in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 50 dB a 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB e >70 dB. Questi dati potranno altresì essere valutati per la fascia da 45 dB a 49 dB anteriormente alla data del 18 luglio 2009. Si dovrebbe inoltre specificare, ove possibile e opportuno, quante persone negli intervalli di cui sopra occupano abitazioni dotate di:

a. insonorizzazione speciale dal particolare rumore in questione;

b. una facciata silenziosa.

- superficie totale, in km2, esposta a livelli di Lden rispettivamente maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB. Si deve inoltre fornire il numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di abitazioni ed il numero totale stimato di persone, arrotondato al centinaio, presenti in ciascuna zona. Le cifre includono gli agglomerati. Tali dati possono essere derivati dalle mappe di esposizione di cui ai punti precedenti, ad esclusione dell’informazione sulla superficie totale esposta che deve essere desunta dalle mappe di rumore.

- la Direttiva Europea 2002/49/CE richiede di rappresentare anche le curve isolivello 55 dB e 65 dB su una o più mappe (mappe di rumore), che devono comprendere informazioni sull’ubicazione di paesi, città e agglomerati all’interno delle curve isolivello17.

4.3.2. Informazione al pubblico Nell’ambito del presente documento l’informazione al pubblico18 si riferisce alla divulgazione dei risultati della mappatura. Per quanto attiene alle modalità di consultazione del pubblico, previste nella fase di stesura dei piani di azione, si rimanda a UNI/TR 11327.

L’informazione da trasmettere al pubblico deve includere i dati di cui al punto 4.3.1 supportati da ulteriori indicazioni e rappresentazioni grafiche dei risultati che consentano un’agevole ed immediata valutazione del clima acustico dell’area analizzata, quali:

17 È consigliabile trasmettere le curve isolivello in un formato elettronico georeferenziato per consentirne la

rappresentazione su scala Europea. In mancanza di esplicite indicazioni da parte della commissione europea, la risoluzione suggerita per la restituzione delle aree delimitate da tali curve è compresa tra 500 m e 1 km.

18 Nell’ambito della Direttiva il pubblico è coinvolto sotto un duplice aspetto: come soggetto interessato a conoscere le caratteristiche acustiche dell’ambiente in cui interagisce e le proposte dei piani d’azione;come soggetto chiamato a partecipare alla elaborazione dei piani d’azione, mediante consultazione, secondo le modalità descritte nell’articolo 8 del Decreto Legislativo 194/05 [41].

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14

- grafici;

- mappe di rumore (anche ad altezze diverse da quella di riferimento di 4 m, ove opportuno);

- mappe che visualizzano i superamenti dei valori limite.

Per completezza, l’informazione al pubblico deve comprendere anche la descrizione delle strumentazioni e delle tecniche di misurazione impiegate per la redazione delle mappe, nonché la descrizione dei modelli di calcolo utilizzati e la relativa accuratezza.

4.3.3. Dati a supporto dell’elaborazione dei piani di azione

A supporto delle attività di pianificazione e progettazione degli interventi di risanamento devono essere predisposti i seguenti elaborati:

- mappe di rumore orizzontali e verticali per singole sorgenti tracciate utilizzando gli indicatori a cui si riferiscono i limiti di rumore;

- mappe di rumore strategiche orizzontali e verticali tracciate utilizzando gli indicatori a cui si riferiscono i limiti di rumore (solo per gli agglomerati);

- mappe di conflitto. I requisiti minimi delle mappe sono contenuti nel punto 4.2.3;

- strati informativi, da associare alle mappe di conflitto, con i seguenti contenuti minimi:

descrizione della sorgente/i che generano il conflitto,

stima del numero di ricettori esposti al superamento dei limiti per multipli di 5 dB(A),

zonizzazione acustica e fasce di pertinenza.

Ove opportuno le mappe acustiche, le mappe acustiche strategiche e le mappe di conflitto devono essere elaborate anche ad altezze diverse da quella di riferimento (4 m).

Per ulteriori dettagli sui formati e contenuti degli strati informativi vedere punto 8.1.

4.4. Aggiornamento delle mappe

In base al Decreto Legislativo 19 agosto 2005 N° 194 [41] “le mappe acustiche strategiche e la mappatura acustica sono riesaminate e, se necessario, rielaborate almeno ogni cinque anni dalla prima elaborazione”.

In caso di sviluppi sostanziali che si ripercuotono sulla situazione acustica esistente è previsto un aggiornamento dei piani di azione, e di conseguenza una rielaborazione delle mappe acustiche ad essi associate, in anticipo rispetto alle scadenze stabilite dal decreto di recepimento 19 agosto 2005 N° 194 [41].

Per sviluppi sostanziali si intende l’inserimento nel territorio di nuove sorgenti di rumore, il potenziamento o la dismissione di sorgenti esistenti che apportino una significativa variazione dei livelli di rumore. Nello specifico, in relazione alle diverse sorgenti sonore, ci si riferisce a:

- infrastrutture lineari: messa in esercizio di nuove infrastrutture, dismissione o potenziamento e/o allargamento di infrastrutture esistenti rispondenti ai requisiti di cui al decreto di recepimento 19 agosto 2005 N° 194 [41];

- aeroporti: costruzione di nuove aerostazioni, ampliamento, potenziamento o dismissione di strutture esistenti, alterazioni dei livelli di rumore percepiti dovuti a modificazioni nelle procedure di decollo e di atterraggio, significative variazioni dei flussi di traffico, delle rotte e delle flotte di aeromobili;

- siti di attività industriale, inclusi i porti: insediamento di nuovi plessi industriali, dismissione o potenziamento delle attività già presenti sul territorio corrispondenti ad una significativa variazione della potenza sonora emessa.

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5. L’iter procedurale di mappatura acustica

L’iter procedurale di mappatura acustica può essere schematicamente scomposto in 6 fasi fondamentali:

- raccolta dei dati informativi e territoriali;

- monitoraggio acustico delle are da mappare (facoltativo);

- predisposizione del sistema di calcolo per la stima dei livelli sonori;

- generazione delle mappe acustiche;

- predisposizione dei risultati secondo i formati stabiliti dagli organi competenti;

- divulgazione dei risultati della mappatura (informazione al pubblico).

Ciascuna fase prevede l’implementazione di alcuni specifici processi metodologici connessi con l’attuazione degli schemi valutativi sanciti dalla legislazione vigente.

Nel caso degli agglomerati, a queste attività di base devono essere aggiunte anche le operazioni di sovrapposizione dei risultati conseguiti per le singole sorgenti, funzionali alla redazione delle mappe tematiche e delle mappe acustiche strategiche.

Nel digramma di flusso riportato nella figura 1 sono esplicitate in forma schematica le fasi di cui si compone l’iter di mappatura e i punti della presente linea guida a cui riferirsi per una completa descrizione dei requisiti e degli approcci metodologici attinenti l’esecuzione dei diversi passi operativi indicati.

6. DATI CARTOGRAFICI DA ACQUISIRE PER LA MAPPATURA ACUSTICA 6.1. Criteri di individuazione delle aree da mappare

L’estensione dell’area da mappare deve essere determinata in funzione del contesto applicativo:

- agglomerati;

- infrastrutture di trasporto principali.

Agglomerati. La mappatura deve essere estesa a tutto l’agglomerato, entro i confini territoriali specificamente indicati dalla Regione o Provincia Autonoma.

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16

Figura 1 Iter procedurale di mappatura acustica.

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Infrastrutture di trasporto principali. L’estensione dell’area da mappare compre tutte le porzioni di territorio caratterizzate da valori dell’indicatore Lden ≥55 dB19.

Questa specifica consente di modulare l’ampiezza dell’area da mappare nell’intorno dell’infrastruttura in funzione della densità abitativa, della potenza della sorgente sonora e delle principali caratteristiche morfologiche dell’area. Nel toolkit 1 è descritta una metodologia che consente di determinare l’estensione dell’area da mappare in funzione dei parametri citati.

6.2. Dati cartografici rappresentativi del territorio, delle sorgenti e dei ricettori esposti e

loro formati 6.2.1. Informazioni da trasferire al modello di calcolo

I modelli di calcolo utilizzati per la mappatura acustica richiedono l’acquisizione in forma vettoriale e georeferenziata delle informazioni riguardanti le caratteristiche geometriche e morfologiche dell’area da mappare. Nei modelli più comunemente utilizzati i dati necessari per la stima dei livelli di pressione sonora comprendono:

- localizzazione e caratterizzazione dimensionale della sorgente di rumore;

- localizzazione e caratterizzazione geometrica degli edifici (perimetro, altezza, forma);

- andamento altimetrico del terreno;

- perimetro delle aree con specifiche caratteristiche di attenuazione dell’onda sonora (tipo di copertura del suolo);

- localizzazione e caratterizzazione dimensionale di ostacoli naturali o artificiali alla propagazione.

6.2.2. Individuazione della base cartografica (aggiornamento e risoluzione)

Le basi cartografiche da utilizzare per la mappatura acustica devono essere aggiornate all’anno di riferimento e contenere gli elementi descrittivi di cui al punto 6.2.1, in formato vettoriale.

Le basi cartografiche possono essere rilevate e restituite attraverso tecniche di diverso tipo (aerofotogrammetria, scansione laser, stereoscopi, ecc.), con livelli di precisione ed accuratezza dipendenti dalla tecnica impiegata e dal grado di risoluzione richiesto. Se disponibili unicamente in formato raster (ortofoto digitali, CTR, ecc.), le basi cartografiche possono essere vettorializzate attraverso un’operazione manuale o semi-automatica di digitalizzazione degli elementi necessari.

Di seguito sono riportate, in ordine di dettaglio decrescente, le basi cartografiche utilizzabili per il trasferimento degli elementi descrittivi dell’area da mappare al modello di calcolo.

6.2.2.1 Localizzazione e caratterizzazione dimensionale della sorgente: la base cartografica relativa alla descrizione della sorgente deve essere aggiornata all’anno di riferimento rispetto al quale è prevista la mappatura acustica. L’informazione relativa alla localizzazione e caratterizzazione dimensionale della sorgente può essere estratta da:

19 È sufficiente stimare l’area minima da mappare considerando esclusivamente il valore di Lden uguale o maggiore di 55 dB, poiché è matematicamente dimostrabile che in essa è sempre compresa l’area in cui il valore di Lnight è uguale o maggiore di 50 dB.

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- rilievi aerofotogrammetrici e disegni di progetto della sorgente di rumore (dati in formato AutoCAD, per esempio per un’infrastruttura stradale; progetto della planimetria della strada e sezioni verticali);

- carte tecniche regionali in formato vettoriali;

- ortofoto digitali (formato raster).

Il rilievo aerofotogrammetrico e i disegni di progetto sono caratterizzati da un elevato dettaglio delle caratteristiche geometriche e permettono la riproduzione tridimensionale degli elementi nello spazio (quota assoluta e relativa della sorgente, forma); all’occorrenza tali dati possono essere georeferenziati tramite operazioni di traslazione, rotazione e scalatura. La carta tecnica vettoriale è utile nell’individuazione dei tracciati di reti stradali e ferroviarie di ampia estensione (indicativamente reti caratterizzate da una lunghezza complessiva maggiore di 1 000 km). Le ortofoto digitali, con risoluzione spaziale minori di 5 m, e le carte tecniche regionali possono risultare utili qualora non siano disponibili i dati precedentemente indicati (appendice A, toolkit 12).

6.2.2.2 Localizzazione degli edifici e caratteristiche geometriche: La descrizione spaziale e dimensionale degli edifici è genericamente derivata da carte tecniche aerofotogrammetriche, in cui la posizione e le caratteristiche geometriche degli edifici sono definite in termini di perimetro, altezza e quota del suolo. Per descrivere gli edifici è possibile utilizzare anche le ortofoto digitali. Le ortofoto sono caratterizzate da un minore dettaglio e richiedono maggiori tempi di elaborazione, ma possono essere utili per integrare ed aggiornare all’anno di riferimento le informazioni contenute nel rilievo aerofotogrammetrico attraverso un processo di digitalizzazione dell’edificato in esso non rappresentato. Ove possibile, dalle immagini deve essere dedotta anche la tipologia di costruzione (condominio, villetta a schiera, edificio industriale), in base alla quale è attribuita all’edificio un’altezza “standard”. Per effettuare questo tipo di aggiornamento è necessario che le immagini utilizzate siano georeferenziate nello stesso sistema di coordinate dell’aerofotogrammetrico e siano perciò ad esso sovrapponibili. Nel caso di immagini non georeferenziate, come, per esempio, quelle scaricate da Internet, è possibile riferirsi alla procedura di georeferenziazione descritta nell’appendice E.

L’utilizzo delle carte tecniche regionali è invece sconsigliato, in quanto generalmente poco aggiornate e quindi scarsamente rappresentative della situazione reale.

Per definire correttamente l’effetto della presenza degli edifici è inoltre necessario importare nei modelli il valore di assorbimento acustico delle facciate (appendice A, toolkit 15 e 16).

Andamento altimetrico del terreno: l’andamento altimetrico del terreno può essere estratto da:

- rilievi aerofotogrammetrici, in cui sono riportate curve di livello e punti quotati; - DTM (Digital Terrain Model) con risoluzione pari o minore di 10 m; - strati informativi (shape file) che riportano curve di livello o punti quotati. Nel caso in cui l’andamento altimetrico del terreno sia rappresentato mediante curve di livello si considera adeguato un passo non superiore a 10 m di quota (appendice A, toolkit 11).

L’informazione relativa all’andamento altimetrico del terreno può essere considerata sostanzialmente stabile nel tempo, per cui non sono richieste specifiche modalità di aggiornamento.

Tipo di copertura del suolo: le informazioni relative alle caratteristiche di assorbimento del suolo possono essere dedotte da rilievi aerofotogrammetrici, da strati informativi di uso

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del suolo vettoriali20 e da ortofoto digitali (appendice A, toolkit 13). L’aggiornamento all’anno di riferimento delle mappe di uso del suolo può essere effettuato attraverso il confronto con immagini �ele rilevate recenti.

6.2.2.3 Localizzazione e caratterizzazione dimensionale di ostacoli naturali o artificiali alla propagazione: per il trasferimento di tali elementi nel modello di calcolo si procede analogamente al caso della localizzazione degli edifici, loro caratterizzazione geometrica e l’assegnazione del corretto coefficiente di assorbimento acustico (appendice A, toolkit 14 e 16 ). L’informazione sugli ostacoli presenti lungo il percorso di propagazione deve essere aggiornata all’anno di riferimento. Se l’ostacolo è di tipo artificiale è possibile reperire le informazioni aggiornate direttamente presso i soggetti responsabili dell’intervento attuato.

7. DATI RAPPRESENTATIVI DELL’EMISSIONE SONORA DELLE SORGENTI

7.1. Sorgente stradale

7.1.1. Dati geometrici e funzionali

7.1.1.1. Estensione della rete da mappare

Ambito extraurbano. La rete da mappare comprende gli assi stradali principali su cui transitano ogni anno più di 3 milioni di veicoli.

Al fine di garantire la continuità della mappatura acustica della rete stradale avente i requisiti sopra specificati, si dovrebbe includere anche le sezioni stradali con flussi veicolari minori dei valori summenzionati, purché di estensione non superiore ai limiti di seguito indicati:

- 500 m per le strade extraurbane secondarie al di fuori degli agglomerati (Cb);

- 1 km per le autostrade e le strade extraurbane principali (A, B e Ca).

Agglomerati. In ambito urbano devono essere mappate tutte le strade indipendentemente dall’entità del flusso veicolare.

7.1.1.2. Segmentazione di 1° livello della rete da mappare

La rete stradale da mappare è composta da un insieme di assi stradali principali che soddisfano i requisiti di cui al punto 7.1.1.1. Per facilitare la lettura dei dati associati alla rete, è necessario che ciascuna infrastruttura individuata sia sezionata in segmenti21. Ogni segmento può essere costituito da uno o più archi del grafo.

20 A livello europeo lo standard di riferimento per l’uso del suolo è dato dalla carta Corine Land Cover (CLC2000) [8]. Alla data di redazione della presente norma è in corso l’aggiornamento al 2006 [6]. Corine è disponibile su file, in formato vettoriale di tipo poligonale, e scaricabile dal sito ISPRA-SINA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale).

21 Secondo quanto la commissione europea richiede, i segmenti possono essere individuati in base alle variazioni di flusso rilevate alle giunzioni (nodi). Ogni segmento è caratterizzato da una variazione media del flusso di traffico, rispetto ai segmenti contigui, maggiore del 50%. Il flusso medio di traffico associato a ciascun segmento è dato dalla seguente equazione:

nn

nT

LATL

AAT 1

dove AAT (Average Annual Traffic) è il flusso medio di traffico, LT è la lunghezza totale del segmento, ATn è il traffico annuale che insiste sull’arco n-esimo del segmento ed Ln è la lunghezza dell’arco n-esimo.

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7.1.1.3. Screening della rete da mappare La mappatura acustica si applica agli ambiti antropizzati e consiste in una valutazione dell’esposizione al rumore ambientale della popolazione, in particolare nelle aree edificate, nei parchi pubblici o nelle aree silenziose, interne o esterne agli agglomerati, in prossimità di ricettori sensibili, quali scuole, ospedali, case di cura e di riposo.

Pertanto gli assi stradali da mappare devono comprendere in prima battuta almeno le tratte stradali che interferiscono con le aree sopra menzionate. In appendice è riportata nel toolkit 1 una procedura di valutazione che consente di individuare l’estensione degli assi da mappare in relazione ai flussi veicolari ed alla destinazione d’uso del territorio.

7.1.1.4. Segmentazione di 2° livello

Per consentire una corretta ed agevole valutazione dei livelli di rumore nelle aree da mappare, ciascun segmento deve essere suddiviso a sua volta in tratte omogenee per caratteristiche dell’infrastruttura (pendenza, flussi di traffico, velocità, tipologia del manto stradale, ecc.). Questa ulteriore segmentazione della strada viene solitamente operata in maniera automatica dai software di calcolo previsionale. Nel caso in cui questa operazione non sia attuata automaticamente è consigliabile segmentare l’infrastruttura ogni qualvolta il livello di potenza sonora sia sottoposto ad una variazione di 2 dB. Tali variazioni si possono verificare quando alcune caratteristiche dell’infrastruttura subiscono le deviazioni riportate nel prospetto 2.

Prospetto 2 Parametri di riferimento per la segmentazione degli assi stradali da mappare.

Caratteristica dell’infrastruttura Variazione

Pendenza > 6% Flusso di traffico > 10% Percentuale veicoli pesanti > 40% Velocità media > 10% Superficie stradale Diversa tipologia Direzione di marcia da 2 ad 1 direzione di marcia

7.1.1.5. Caratteristiche geometriche e costruttive della strada

La ricostruzione geometrica della sorgente sonora richiede che siano raccolti i dati informativi relativi alle seguenti caratteristiche dell’infrastruttura:

- tipologia del tracciato stradale (viadotto, rilevato, infrastruttura a raso, in trincea, in galleria);

- caratteristiche geometriche della sezione stradale: larghezza complessiva del corpo stradale, delle singole carreggiate e/o delle corsie, delle banchine e delle aree spartitraffico;

- tracciato planimetrico ed altimetrico22; - caratteristiche costruttive dell’opera correlate con emissioni di rumore a bassa

frequenza (viadotti, imbocchi di gallerie) o emissioni impulsive (giunti di viadotto); - tipologia di pavimentazione (tradizionale, fonoassorbente, ecc.)23.

22 La pendenza della strada costituisce un parametro rilevante ai fini della determinazione della potenza sonora. Qualora tale informazione non sia disponibile può essere derivata applicando le procedure metodologiche riportate nell’appendice A (toolkit 7). 23 Le caratteristiche acustiche della pavimentazione stradale costituiscono un altro parametro di base per il calcolo delle emissioni sonore generate dalla sorgente stradale. Qualora tali caratteristiche non siano note si possono applicare le procedure metodologiche riportate nell’appendice A (toolkit 5).

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7.1.2. Dati caratteristici dell’emissione acustica della sorgente sonora

7.1.2.1. Dati di traffico

Devono essere acquisite le informazioni relative ai flussi veicolari medi annui, per tronchi omogenei di strada, riferiti ai periodi diurno, serale e notturno, specificando:

- la percentuale dei veicoli pesanti;

- la velocità media degli autoveicoli;

- l’andamento del flusso (scorrevole, interrotto, accelerato, decelerato).

Il livello di disaggregazione del dato di traffico disponibile influisce sull’accuratezza della valutazione: quanto maggiore è il grado di dettaglio, tanto minore è l’incertezza associata al livello di potenza sonora calcolato.

L’opportunità di disporre di dati di traffico più o meno dettagliati discende anche dalle caratteristiche dell’infrastruttura e dell’ambiente di propagazione limitrofo.

È richiesta l’acquisizione di dati disaggregati per corsia se:

- i ricettori sono prossimi a grandi infrastrutture di comunicazione (autostrade, raccordi, tangenziali, ecc.);

- il tipo di sezione stradale ha una forte influenza sulla propagazione sonora (per esempio, quando la strada è in rilevato o in trincea);

- sono state rilevate significative discrepanze nei flussi di traffico tra le diverse corsie.

In questo caso si deve considerare ciascuna corsia come una sorgente a sé stante e calcolare i livelli di rumore conseguenti a partire dai dati di traffico in esse rilevati o ad esse assegnati. Qualora non si disponga dei dati disaggregati per corsia, la strada deve essere modellizzata con due linee sorgente, una per ogni direzione di marcia. Se il dato di traffico di cui si dispone è aggregato per strada i flussi devono essere suddivisi equamente tra le due direzioni di marcia.

La strada deve essere modellizzata con non meno di due linee sorgente (una per ogni direzione di marcia) nelle condizioni di seguito riportate:

- le carreggiate si trovano ad una distanza maggiore d 5 m;

- le carreggiate si trovano ad altezze diverse (>1 m);

- il numero delle corsie per carreggiata è >3.

La strada può essere modellizzata con un’unica linea sorgente quando risulta verificata almeno una delle seguenti condizioni:

- ridotte dimensioni della sezione stradale;

- ricettori sensibili ubicati a sufficiente distanza dall’infrastruttura;

- flussi di traffico omogeneamente distribuiti lungo la strada.

7.1.2.2. Determinazione dei flussi, composizione veicolare e velocità

In appendice A sono riportate le procedure metodologiche per l’acquisizione dei dati funzionali al calcolo del livello di potenza sonora della sorgente, il cui indice è riportato nel prospetto 3.

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Prospetto 3 Indice delle procedure metodologiche per l’acquisizione dei dati funzionali al calcolo del livello di potenza sonora della sorgente *)

Dato da acquisire Toolkit Flussi di traffico 2 Velocità media veicolare 3 Composizione del traffico veicolare 4 Fattori correttivi per tipologia di superficie stradale 5 Fluttuazioni della velocità in corrispondenza di intersezioni stradali 6 Pendenza del tracciato stradale 7 Nota *)Le procedure riportate sono tratte dalla linea guida “Good Practice Guide for

strategic noise mapping and the production of associated data on noise exposure” (WG-AEN)

7.1.2.3. Misure di traffico

Il rilievo dei dati di traffico può essere operato attraverso sistemi di monitoraggio automatico, mobili o fissi. Esistono numerose tecnologie, di accuratezza più o meno elevata, in grado di acquisire i dati di traffico necessari alla valutazione dei livelli di rumore generati dall’infrastruttura. Anche le tecnologie meno prestanti consentono la classificazione veicolare in almeno 2 categorie (leggeri e pesanti) e la valutazione della velocità istantanea e media dei veicoli su intervalli temporali di aggregazione predefiniti.

Il grado di accuratezza dei dispositivi di rilevamento dipende non soltanto dal principio fisico adottato dal sistema e dalle caratteristiche intrinseche del sensore, ma anche da altri fattori, quali:

- la corretta installazione o posizionamento dei sensori; - la taratura; - le condizioni ambientali (temperatura, umidità, luce); - le condizioni di traffico (intensità del flusso veicolare, congestione, presenza di

fenomeni anomali); - le condizioni del manto stradale per i sensori di tipo intrusivo24 (presenza di

ammaloramenti o variazioni della consistenza dello strato superficiale della pavimentazione nei diversi periodi dell’anno).

Il dato di traffico deve pertanto essere sempre accompagnato dall’informazione sulla relativa incertezza.

7.1.2.4. Modelli di calcolo per la determinazione dei dati di traffico

I dati di traffico possono essere generati anche da modelli di calcolo. In funzione delle caratteristiche e dell’estensione dell’area da analizzare è possibile avvalersi di modelli di traffico di diverso tipo: - statici; - dinamici; - continui; - micro simulatori.

24 Un sensore è di tipo intrusivo quando necessita di essere installato sotto lo strato superficiale della pavimentazione stradale. Sono sensori di tipo intrusivo, per esempio, le spire ad induzione magnetica ed i sistemi di pesatura dinamica (WIM).

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I modelli statici sono solitamente utilizzati per simulare i dati di traffico su grandi aree, mentre i micro-simulatori sono impiegati principalmente per eseguire studi di dettaglio su aree di estensione limitata. Nella prospetto 4 sono indicati gli ambiti applicativi e l’affidabilità dei dati generati dalle quattro categorie di modelli individuate. Prospetto 4 Utilizzo corrente dei modelli di traffico.

Area di studio Statici Dinamici Continui Micro simulatori

Regionale/Nazionale ++ + N N Città + ++ N + Strade extraurbane N + ++ + Strade urbane N 0 0 ++ NOTA I diversi simboli riportati nella tabella si riferiscono all’applicabilità dei modelli nei vari ambiti ed

all’affidabilità dei dati prodotti: ++ modello applicabile e dati generati affidabili; + modello applicabile, dati da verificare; 0 modello utilizzabile, ma non impiegato nell’ambito indicato nella pratica comune; N modelli generalmente non utilizzati per l’applicazione specifica.

Si dovrebbe tuttavia tenere conto che i modelli di traffico sono stati sviluppati per applicazioni di tipo trasportistico. L’impiego di questi modelli in ambito ambientale è possibile, ma richiede alcuni adattamenti in grado di rendere i dati di uscita compatibili con il livello di dettaglio richiesto per l’elaborazione delle mappe acustiche. Le incompatibilità tra modelli di traffico e modelli di rumore riguardano principalmente i seguenti aspetti: - risoluzione spaziale della rete stradale; - risoluzione temporale dell’intervallo di analisi; - risoluzione del dato generato (livello di dettaglio dell’informazione prodotta).

7.1.2.4.1 Risoluzione spaziale: i modelli di traffico rappresentano la rete stradale attraverso un grafo costituito da linee (aste) che congiungono punti successivi (nodi), corrispondenti ad intersezioni, lungo la rete. L’esatta corrispondenza spaziale tra l’effettiva posizione geografica delle strade e le aste non è in generale rilevante nei modelli di traffico. Ragione per cui in linea di principio il grafo costruito per simulazioni di traffico non è adatto all’elaborazione di mappe acustiche. Se il livello di dettaglio del grafo è, tuttavia, sufficientemente spinto e le linee del grafo ricadono all’interno del corridoio stradale, è possibile utilizzare lo stesso grafo nel modello acustico.

In aggiunta si deve tenere presente che il grafo utilizzato nei modelli di traffico (fatta eccezione per i modelli che eseguono le micro-simulazioni) riproduce in generale soltanto le strade di maggiore rilievo, sulle quali è prassi comune far convergere i flussi di traffico relativi alle strade di minore importanza. Questa semplificazione influisce sulla capacità del modello di traffico di produrre dati locali attendibili, in particolare nelle aree silenziose. Tale problematica è particolarmente rilevante nei modelli statici, specificamente sviluppati per applicazioni di larga scala, ma costituisce un problema non indifferente anche per le altre tipologie di modelli, ad esclusione dei micro-simulatori, destinati all’analisi di aree più contenute, dove la rete stradale è riprodotta in maniera dettagliata.

Il dato generato dal modello di traffico deve quindi essere opportunamente rielaborato, per tenere conto delle aggregazioni effettuate, prima di potere essere trasferito sul grafo di dettaglio adottato per le elaborazioni acustiche.

7.1.2.4.2 Risoluzione temporale: i dati generati dai modelli di traffico si riferiscono solitamente all’ora di punta. L’elaborazione delle mappe acustiche richiede invece un’informazione più ampia sulla distribuzione annuale dei flussi di traffico nei periodi di

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riferimento diurno, serale e notturno. In linea di principio tali informazioni possono essere desunte dai modelli di traffico disponibili purché siano note le distribuzioni orarie dei flussi (modelli dinamici) o le correlazioni tra i valori corrispondenti all’ora di punta e l’andamento del deflusso veicolare nei diversi periodi della giornata e dell’anno.

Nel prospetto 5 è indicato l’utilizzo corrente dei modelli di traffico in relazione all’intervallo temporale di studio.

Prospetto 5 Utilizzo corrente dei modelli di traffico in relazione all’intervallo temporale di studio

Intervallo temporale di studio Statici Dinamici Continui Micro

simulatori Ora di picco ++ + + + Giorno + ++ 0 + Anno 0 0 N N NOTA I diversi simboli riportati nella tabella si riferiscono all’applicabilità dei modelli nei vari ambiti ed all’affidabilità dei

dati prodotti: ++ modello applicabile e dati generati affidabili; + modello applicabile, dati da verificare; 0 modello utilizzabile, ma non impiegato nell’ambito indicato nella pratica comune; N modelli generalmente non utilizzati per l’applicazione specifica.

7.1.2.4.3 Risoluzione del dato generato: nel prospetto 6 sono indicate le grandezze di uscita solitamente generate o generabili dai diversi modelli, comprensive di una valutazione di prima approssimazione sulla loro affidabilità.

Prospetto 6 Grandezze di uscita generate dai vari modelli di traffico Intervallo temporale di studio Statici Dinamici Continui Micro

simulatori Volumi di traffico + ++ - +/- Velocità + + ++ ++ Distribuzione delle velocità - + + ++ Accelerazione - - + ++ Composizione veicolare +/- +/- +/- +

NOTA I diversi simboli riportati nella tabella si riferiscono alla capacità dei modelli di produrre le variabili indicate ed all’affidabilità dei dati generati: ++ grandezza di uscita disponibile e dati generati affidabili; + grandezza di uscita disponibile, dati da verificare; - grandezza di uscita non disponibile.

7.1.2.4.4 Accuratezza del dato: per ottenere incertezze contenute entro 1 dB si dovrebbe che i dati di traffico trasferiti al modello acustico siano sufficientemente accurati. Nel prospetto 7 sono riportati i requisiti di accuratezza richiesti per contenere l’incertezza dei livelli sonori calcolati entro 1 dB:

Prospetto 7 Requisiti di accuratezza richiesti ai dati di traffico per contenere l’incertezza dei livelli sonori calcolati entro 1 dB

Grandezza fisica Incertezza

Volume di traffico 25% Percentuale veicoli pesanti 5%

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Velocità 10 km/h Accelerazione 0,3 m/s2 Decelerazione 0,8 m/s2

7.1.3. Spettro di potenza della sorgente sonora 7.1.3.1 Generalità

I livelli di rumore ai ricettori possono anche essere determinati fornendo al modello di calcolo direttamente lo spettro di potenza della sorgente sonora in bande di terzi di ottava rilevato strumentalmente in prossimità dell’infrastruttura. Lo spettro rilevato deve essere rappresentativo del livello di potenza sonora media annua nei diversi periodo di riferimento diurno, serale e notturno. Il rilievo può essere eseguito con continuità attraverso delle centraline di monitoraggio o utilizzando una tecnica di campionamento che includa periodi rappresentativi della variabilità delle condizioni di deflusso veicolare25.

Lo spettro di potenza sonora, rilevato in un intervallo temporale contenuto, può anche essere utilizzato in congiunzione con i dati di traffico medi annui per determinare i livelli di potenza sonora a lungo termine. In questa seconda ipotesi i livelli di potenza sonora misurati contemporaneamente ai flussi di traffico veicolare sono utilizzati per calibrare il modello sorgente.

7.1.3.2 Individuazione dei punti di rilevamento La scelta della tecnica di rilevamento più appropriata è quella sorgente-orientata, in cui le posizioni di misura sono individuate prevalentemente in funzione dell’ubicazione dell’infrastruttura stradale.

Il numero e la posizione dei punti di misura dipende dalle sorgenti sonore indipendenti presenti nell’area territoriale analizzata. Devono essere considerate sorgenti indipendenti anche quelle tratte di strada che, per effetto di intersezioni od innesti di altre strade, subiscono delle sostanziali variazioni di flusso o fanno riferimento a differenti caratteristiche morfologiche del sito (vedere punto 7.1.1.4).

Per ogni tronco omogeneo di strada si individua almeno una postazione di rilievo in cui effettuare le misure.

La postazione microfonica deve essere preferibilmente situata nelle immediate vicinanze della sede viaria ad una quota da terra di 4 m, lontano da intersezioni od interruzioni semaforiche (almeno 150 m).

7.1.3.3 Durata temporale dei rilievi fonometrici

La durata dei rilievi dipende sostanzialmente dalla modalità con cui è eseguita la caratterizzazione acustica del territorio. Se con il rilevamento si intende quantificare direttamente il livello di potenza sonora generato dalla sorgente, i tempi di monitoraggio dovranno essere conformi a quanto prescritto dalla legislazione vigente (1 anno). I valori a lungo termine possono essere anche determinati attraverso una tecnica di campionamento temporale, andando a prelevare durante l’intero periodo di osservazione, un certo numero di campioni rappresentativi della rumorosità ambientale.

Se, invece, la valutazione del clima acustico viene eseguita con il supporto di un modello matematico, la durata dei rilievi deve essere dimensionata in funzione delle informazioni disponibili sulla sorgente e commisurata alle esigenze di taratura del modello.

25 È stato dimostrato che l’acquisizione dei livelli di rumore in 9 giorni distribuiti saltuariamente lungo

l’arco dell’anno consente di ottenere un’incertezza sul livello di rumore a lungo termine pari a ±1 dB con un livello di confidenza pari all’87% [19].

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7.2. Sorgente ferroviaria 7.2.1. Dati geometrici e funzionali

7.2.1.1. Estensione della rete da mappare

Ambito extraurbano. La rete da mappare comprende gli assi ferroviari su cui transitano più di 30 000 convogli all’anno.

Al fine di garantire la continuità della mappatura acustica della rete ferroviaria, oltre a tutte le tratte con traffico maggiore di 30 000 convogli annui, si dovrebbero includere anche le tratte contigue con traffico inferiore al valore di soglia menzionato, purché di estensione non superiore ai limiti di seguito indicati:

- 500 m per le tratte ferroviarie extraurbane secondarie al di fuori degli agglomerati urbani;

- 1 km per i tratti interessati da transiti di treni ad alta velocità e le tratte extraurbane principali.

Agglomerati urbani. In ambito urbano devono essere mappate tutte le tratte ferroviarie indipendentemente dall’entità del traffico ferroviario.

7.2.1.2. Segmentazione di 1° livello della rete da mappare

La rete ferroviaria da mappare è composta da un insieme di assi principali che soddisfano i requisiti di cui al punto 7.2.1.1. Per facilitare la lettura dei dati associati alla rete, la Commissione richiede che ciascuna infrastruttura individuata sia sezionata in segmenti. Ogni segmento può essere costituito da uno o più archi del grafo.

7.2.1.3. Screening della rete da mappare

La mappatura acustica si applica agli ambiti antropizzati e consiste in una valutazione dell'esposizione al rumore ambientale della popolazione, in particolare nelle aree edificate, nei parchi pubblici o nelle aree silenziose, interne o esterne agli agglomerati, in prossimità di ricettori sensibili, quali scuole, ospedali, case di cura e di riposo.

Pertanto gli assi ferroviari da mappare devono comprendere almeno le tratte ferroviarie che interferiscono con le zone sopra menzionate. Nell’appendice A (toolkit 1) è riportata una procedura di valutazione che consente di individuare l’estensione degli assi da mappare in relazione ai flussi veicolari ed alla destinazione d’uso del territorio.

7.2.1.4. Segmentazione di 2° livello

Per consentire una corretta ed agevole valutazione dei livelli di rumore nelle aree da mappare, ciascun segmento di cui al punto 7.2.1.2 può essere suddiviso a sua volta in un certo numero di tratte omogenee.

È consigliabile prevedere la scissione dei segmenti almeno in corrispondenza di stazioni, snodi, o scali merci.

Nel caso in cui si disponga di dati di maggiore dettaglio, è possibile eseguire la segmentazione di secondo livello anche in base alle caratteristiche dell’infrastruttura (velocità media, entità del traffico, percentuale di treni merci, numero di binari, tipologia di armamento, ecc.). Questa ulteriore segmentazione dell’infrastruttura si attua a livello operativo durante le fasi di caratterizzazione della sorgente sonora.

Qualora non siano disponibili i dati di dettaglio necessari per operare tale segmentazione, è consigliabile suddividere l'infrastruttura ogniqualvolta il livello di potenza sonora sia

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sottoposto ad una variazione di 2 dB rispetto al valore rilevato nella tratta precedente. Nel prospetto 8 sono riportati alcuni esempi indicativi.

Prospetto 8 Esempi di casi in cui si rende necessaria una segmentazione di 2° livello a seguito di variazioni delle caratteristiche infrastrutturali

Caratteristica dell’infrastruttura

Aspetto significativo

Flusso di traffico variazione del 50%

Percentuale treni merci > 5%26

Velocità media aumento del 20%27

Direzione di marcia passaggio dal doppio senso di circolazione al senso unico alternato

Numero di binari raddoppio / dimezzamento

7.2.1.5. Caratteristiche geometriche e costruttive delle tratte ferroviarie La ricostruzione geometrica della sorgente sonora richiede che siano raccolti i dati informativi relativi alle seguenti caratteristiche dell’infrastruttura:

- tipologia del tracciato ferroviario (viadotto, rilevato, infrastruttura a raso, in trincea, in galleria);

- caratteristiche geometriche della sezione ferroviaria: larghezza complessiva del corpo ferroviario, delle banchine e delle aree spartitraffico;

- tracciato planimetrico ed altimetrico;

- caratteristiche costruttive dell’opera correlate con l'emissioni di particolari componenti sonore (impulsive, a bassa od alta frequenza), quali viadotti, imbocchi di gallerie, giunti, scambi;

- tipologia di armamento (ballast e traversine monoblocco in CAP, ballast e traversine bi-blocco in CAP, ballast e traversine in legno, piattaforma in cemento, tipo di rotaia, rigidezza piastra sottorotaia, rigidezza del ballast);

- spettro della rugosità dei binari, qualora disponibile28.

7.2.2. Dati caratteristici dell’emissione acustica della sorgente sonora 7.2.2.1. Dati di traffico

26 Questo valore è stato ottenuto considerando un fattore di equivalenza tra i convogli merci ed i convogli passeggeri

pari a 16, il che si traduce in una differenza di SEL pari a 11 dB.

27 Questo valore è stato ottenuto considerando che l’emissione sonora di un convoglio ferroviario (senza distinzione tra tipologie) dipende dalla sua velocità secondo il logaritmo in base 10 della velocità per un fattore pari a 25. Tale dipendenza si ritiene valida per un intervallo di velocità da 60 km/h a 250 km/h all’interno del quale la componente del rumore dovuta all’interazione tra rotaia e ruota è prevalente.

28 La caratterizzazione dello spettro della rugosità si esegue secondo le procedure indicate dalla UNI EN ISO 3095:2005 [40]

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Per ogni tronco omogeneo di tratta ferroviaria devono essere forniti i flussi medi di traffico relativi ai periodi di riferimento diurno, serale e notturno, suddivisi per tipologia29 e lunghezza dei convogli.

I dati di traffico richiesti includono:

- il numero di treni in transito:

- la velocità media dei convogli;

- la lunghezza dei convogli;

- la rugosità media delle ruote per ogni convoglio;

- stato della sorgente: stazionario, a velocità costante, in accelerazione, in decelerazione;

- la percentuale di convogli con sistema frenante attivo.

Qualora tali informazioni non siano disponibili, è possibile applicare le procedure metodologiche indicate nell’appendice A (toolkit 8 e 9)

È richiesta l’acquisizione di dati disaggregati30 per tipologia di convoglio se:

- i ricettori sono prossimi a grandi infrastrutture di comunicazione;

- il tipo di sezione ferroviaria ha una forte influenza sulla propagazione sonora (per esempio, quando il tracciato è in rilevato o in trincea).

La struttura ferroviaria può essere modellizzata con un’unica linea sorgente quando la larghezza della sezione della sede ferroviaria è trascurabile rispetto alla distanza dai ricettori.

7.2.2.2. Caratterizzazione e classificazione dei convogli ferroviari

Per l’applicazione del modello ad interim “RMR”31 è necessario provvedere alla caratterizzazione dei convogli ferroviari e al loro inserimento in una delle nove categorie individuate. Nota Tale caratterizzazione si esegue applicando le procedura A descritta nel documento

“Adaptation and revision of the interim noise computation methods for the purpose of strategic noise mapping” – Annex B “Measurement methods for determining noise emission”.

Nel caso in cui non sia possibile inserire una particolare tipologia di treno in una delle categorie predefinite dal metodo RMR, si deve valutare l’emissione delle diverse sorgenti presenti nel sistema rotaia-ruota-veicolo (rotolamento, trazione, effetto aerodinamico) attraverso l’applicazione della procedura B descritta nel sopra citato documento.

7.2.2.3. Spettro di potenza della sorgente sonora

29 La classificazione dei convogli si esegue in funzione del numero di assi per unità di lunghezza del treno, della tipologia

dei freni, della dimensione delle ruote utilizzate, delle caratteristiche funzionali (treni passeggeri e merci), del tipo di locomozione.

30 Il livello di disaggregazione del dato influisce sull’accuratezza della valutazione: quanto maggiore è il grado di dettaglio, tanto minore è l’incertezza associata al livello di potenza sonora calcolato.

31 Il modello RMR è previsto dalla direttiva Europea e pubblicato in "Reken- en Meetvoorschrift Railverkeerslawaai '96, Ministerie Volkshuisvesting, Ruimtelijke Ordening en Milieubeheer, 20 November 1996".

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Il livello di rumore ai ricettori può anche essere determinato fornendo al modello di calcolo direttamente lo spettro di potenza della sorgente sonora in bande di terzi di ottava rilevato strumentalmente in prossimità dell’infrastruttura. Lo spettro rilevato deve essere rappresentativo del livello medio di potenza sonora che insiste sulla tratta nei diversi periodi di riferimento (diurno, serale e notturno).

Lo spettro di potenza sonora può essere determinato rilevando con continuità il livello di pressione sonora nell'arco della giornata, oppure prelevando un numero adeguato di campioni di durata opportuna che includano periodi rappresentativi della variabilità delle condizioni di esercizio.

7.2.2.4. Rilievi puntuali per la calibrazione del modello di calcolo Per la calibrazione del modello di calcolo i rilievi acustici si diversificano in funzione dello scenario sonoro presente nell’area analizzata:

- A: ricettori presenti non interessati da rilevanti sorgenti di rumore ambientale, ad eccezione del traffico ferroviario;

- B: ricettori interessati, oltre che dal traffico ferroviario, anche da altre rilevanti sorgenti di rumore, generalmente infrastrutture stradali e/o impianti produttivi;

Per le modalità di misura si rimanda alla UNI 11143-3.

7.3. Sorgente aeroportuale

L’elaborazione delle mappe acustiche relative alle sorgenti aeroportuali deve essere riferita alle indicazioni del documento 29 ECAC.CEAC [35]. La stima dei livelli di pressione sonora avviene in termini di un particolare indicatore acustico (generalmente LAE) e procede, in generale, attraverso l’esecuzione delle fasi di seguito indicate:

i. determinazione del livello di rumore generato dai movimenti dei singoli velivoli in alcuni punti di esposizione attorno all’aeroporto;

ii. somma o composizione dei singoli livelli di rumore, calcolati nei rispettivi punti, in accordo con la formulazione dell’indicatore scelto;

iii. interpolazione e rappresentazione grafica delle curve isolivello in relazione all’indicatore selezionato.

La determinazione del livello di rumore generato dai movimenti dei singoli velivoli comporta la definizione di una serie di punti di ricezione su cui effettuare la valutazione del livello di rumore al suolo L(x,y). Il livello L(x,y) si ottiene dall’equazione (11):

TVLldLyxL ΔΔΔ),β(Λ),ξ(),( (11)

dove: L(,d) è il livello di rumore nel singolo punto al suolo, di coordinate (x, y), ricavato per

interpolazione dalle tabelle NPD32 - Noise Power Distance; tale livello dipende dalla distanza d tra il punto di esposizione e la rotta, e dalla spinta dei motori ;

32 Le tabelle Noise Power Distance (NPD) riportano i valori di un indicatore acustico (solitamente LAE o LAmax) per alcune distanze fissate (da 80 m a 8 000 m). I dati indicati nelle tabelle si riferiscono ad un particolare tipo di aeromobile e derivano dai valori acquisiti durante un passaggio in volo livellato alla velocità costante di 160 nodi (circa 300 km/h), in una specifica configurazione di flap e potenza, normalizzati rispetto all’assorbimento atmosferico. La determinazione del paramento acustico di riferimento per qualunque posizione si effettua operando un’interpolazione (logaritmica con la

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(,l): termine di attenuazione laterale del suono, che si propaga perpendicolarmente alla direzione

dell’aeromobile, dipendente dalla distanza tra il ricettore e la proiezione della rotta (l) e dall’ angolo tra la distanza del ricettore dalla rotta e quella dalla traccia al suolo ();

L , V , T sono termini correttivi rispettivamente della direttività del rullaggio a terra durante le manovre di decollo, della velocità rispetto ai dati NPD e della durata dell’evento sonoro durante una virata. Gli ultimi due termini sono diversi da zero solo se il descrittore è LAE.

Il valore assunto dall’indicatore di riferimento tiene conto delle condizioni meteorologiche medie di lungo periodo. I valori di riferimento sono utilizzati senza alcuna correzione se i parametri meteorologici di seguito indicati assumono valori compresi in intervalli predefiniti:

1. temperatura dell’aria <30°C; 2. prodotto della temperatura dell’aria (°C) e dell’umidità relativa (%) >500; 3. velocità del vento <8 m/s (15 knots);

Il calcolo delle curve isolivello presuppone la determinazione dell’impatto complessivo al suolo generato dall’insieme dei passaggi per ogni tipologia di aereo e per ogni traiettoria. Le curve isolivello derivano da un’interpolazione dei valori ottenuti ai ricettori.

7.3.1. Dati geometrici e funzionali

L’elaborazione delle mappe acustiche richiede che siano acquisiti i seguenti dati:

I. centro di riferimento dell'aeroporto (ARP) e quota di elevazione nominale;

II. piste dell'aeroporto georeferenziate;

III. radioassistenze e punti notevoli georeferenziati;

IV. traiettorie nominali di decollo/atterraggio;

V. dati topografici: modello digitale del terreno passo 3” di arco (o migliore).

Le informazioni richieste nei sopracitati punti da I a V sono dedotte dalla pubblicazione ufficiale “Aeronautical Information Publication” (AIP) edita da ENAV.33

In particolare, le traiettorie nominali di decollo/atterraggio (punto IV) possono essere acquisite effettuando una scansione delle traiettorie in formato raster riportate nel documento AIP e procedendo ad una loro successiva georeferenziazione34 e vettorializzazione.

7.3.2. Dati caratteristici dell’emissione acustica della sorgente sonora

distanza) dei dati riportati nelle tabelle NPD per le quali il documento 29 ECAC.CEAC rimanda al sito www.aircraftnoisemodel.org.

33 ENAV, Società Nazionale per l’assistenza al volo, Direzione Generale Via Salaria, 716 - 00138 Roma.

34 Per la procedura di georeferenziazione vedere l’appendice E.

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I dati caratteristici dell'emissione acustica della sorgente sonora sono riferiti a:

I. composizione della flotta operante nell'aeroporto

II. definizione della categoria di peso (o delle categorie di peso) al decollo per ciascun modello di aereo

III. frequenza media di voli giornalieri, rapportata al periodo di interesse

IV. condizioni meteorologiche più frequenti in termini di componente della velocità del vento lungo la direzione della pista, di temperatura e pressione – eventualmente anche umidità relativa – rapportate al periodo di interesse

L'insieme dei primi tre elementi sopra enumerati è noto come “fleet mix”. Per ogni periodo omogeneamente rappresentato deve essere inserito un unico “fleet mix”. Per la produzione delle mappe acustiche è sufficiente la definizione del “fleet mix” medio annuo e la valutazione delle condizioni meteorologiche più frequenti in un anno. Per ciascun modello di aereo presente nel fleet mix devono essere specificate:

a. le informazioni che consentono di determinare la posizione dell'aereo nello spazio

tridimensionale, in funzione del peso al decollo, delle caratteristiche della pista, delle condizioni meteorologiche prevalenti utilizzate (tabella performance data)35;

b. le informazioni che legano il rumore al regime di potenza dell'aereo e alla distanza tra sorgente e recettore (tabella noise power distance data36);

c. il numero medio di operazioni giornaliere nei tre periodi di riferimento (day, evening e night in ora locale) per ciascun tipo di aereo, operazione, categoria di peso, tipo di procedura, traiettoria.

7.3.2.1 Principi di composizione del “fleet mix”

Nel digramma di flusso riportato nella figura 2 è esemplificato un possibile schema procedurale per la composizione del “fleet mix”.

35 Nei database dei modelli di simulazione, in genere, sono previste diverse tipologie di profilo. Le possibili operazioni

sono Approach, Departure, OverFLight, Touch and Go. Le tabelle performance data possono essere aggiornate con la collaborazione delle compagnie aeree identificando le procedure di decollo/atterraggio effettivamente utilizzate nello specifico aeroporto, in relazione al modello di velivolo e per ciascuna categoria di peso al decollo, mantenendo la stessa schematizzazione contenuta nelle tabelle originali. Per fare questo si acquisiscono dati su: posizione dei flap al decollo, quota di retrazione/estensione dei flap per ciascuna fase di decollo/atterraggio e posizione finale dei flap, regime di potenza del motore al decollo, quota cui corrisponde ciascuna variazione di regime di spinta e suo valore. Tali dati possono essere correttamente definiti solo a valle di una specifica analisi statistica dei valori registrati tramite Flight Data Recorder.

36 Le tabelle Noise Power Distance possono essere modificate seguendo la procedura di certificazione acustica ICAO Annex 16 (1993) e Doc 9501-AN/XXX “Environmental technical manual on the use of procedures in the noise certification of aircraft third edition — 2004”[35]

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Figura 2 Schema esemplificativo di composizione del “fleet mix”

Nei toolkit da 17 a 20, riportati nell’appendice A, sono descritte le modalità di acquisizione dei dati necessari per la valutazione dei livelli di rumore.

7.4. Siti di attività industriale

La mappatura acustica si applica ai “siti di attività industriale” interni agli agglomerati, così come definiti dalla normativa vigente.37

Nel caso in cui l’amministrazione comunale non abbia ancora approvato il piano di zonizzazione acustica del proprio territorio, le attività di mappatura si applicano alle aree afferenti alla categoria “Zona esclusivamente industriale”38.

7.4.1. Dati geometrici e funzionali

37 Decreto legislativo 19 agosto 2005, N° 194 [41], ossia “alle aree classificate V (aree prevalentemente industriali) o VI (aree esclusivamente industriali) ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 Novembre 1997 [49], in cui sono presenti attività industriali quali quelle definite nell'allegato 1 al decreto legislativo 18 febbraio 2005, N° 59” [49] (si consulti l'elenco riportato nell’appendice C). 38 La “zona esclusivamente industriale “è definita dall’art.6 c.1 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991 [50], in cui siano presenti attività industriali quali quelle definite nell’allegato 1 al decreto legislativo 18 febbraio 2005, N° 59

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Per la caratterizzazione geometrica e funzionale dei siti di attività industriale si devono acquisire i seguenti dati:

- estensione territoriale del sito industriale e aziende ad esso afferenti;

- rappresentazioni planimetriche georeferenziate (vedere l’appendice E) del sito industriale;

- principali cicli produttivi e loro articolazione temporale, specificando gli orari di lavoro, particolari assetti di produzione che possano dare origine a variazioni dell’emissione sonora ed eventuali ciclicità stagionali;

- ripartizione delle linee produttive sull’area del sito ed eventuale collocazione all’interno di fabbricati industriali;

- operatività del sito in relazione ai periodi diurno, serale, notturno;

- descrizione dei flussi di materiale da e per il sito e modalità di trasporto.

7.4.2. Dati caratteristici dell'emissione acustica della sorgente sonora

Il parametro utilizzato per la caratterizzazione dell’emissione sonora di una sorgente o di un complesso di sorgenti costituenti il sito industriale è il livello di potenza sonora, espresso almeno come dato globale, ma preferibilmente come spettro in bande d’ottava o di un terzo di ottava, corredato dei dati eventuali di direttività, valutati secondo le norme tecniche applicabili.

I livelli di potenza devono riferirsi ai periodi diurno, serale e notturno e possono, all’occorrenza, essere espressi in relazione all’unità di superficie del sito industriale o di parte di questo.

Il dato sulla potenza sonora può essere anche desunto dalle informazioni acquisite attraverso campagne sperimentali di rumore ambientale pregresse e/o modellazioni matematiche del rumore ambientale sviluppate nell’ambito di procedimenti autorizzativi (per esempio Studi di Impatto Ambientale, Autorizzazione Integrata Ambientale, documentazione prodotta a seguito dell’approvazione della zonizzazione), previa opportuna verifica ed analisi della loro effettiva applicabilità nell'ambito della mappatura strategica.

7.4.3. Valutazione dei dati acustici disponibili e stima del livello di potenza sonora della

sorgente Nel toolkit 10, riportato nell’appendice A, sono indicate alcune procedure di calcolo applicabili per la determinazione del livello di potenza sonora da assegnare alla sorgente nei periodi di riferimento diurno, serale e notturno, in funzione delle informazioni disponibili. A ciascuno dei metodi suggeriti sono attribuiti diversi livelli di complessità, accuratezza e costo.

7.4.4. Valutazione sperimentale delle caratteristiche emissive del sito/attività industriale

Nel caso si renda necessario procedere alla stima delle caratteristiche emissive del sito industriale per via sperimentale e non risulti applicabile alcuna delle metodiche indicate nel toolkit 10, devono essere effettuate indagini fonometriche conformi alla normativa pertinente e alla legislazione vigente39.

39 Decreto ministeriale del 16 marzo 1998 [50].

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L’appendice informativa D suggerisce di procedere ad una valutazione globale dell’impatto prodotto sul territorio dall’impianto industriale (metodo di categoria A). Il metodo è descritto in [21]. Lo stesso documento riporta i metodi di categoria B “per singole sorgenti” e i metodi di carattere generale, di categoria C40. L’elaborazione delle mappe si avvale dei riferimenti metodologici normati.

7.5. Siti portuali

Il rumore prodotto dalle aree portuali è da considerarsi come una tipologia specifica di “rumore industriale”, la cui caratterizzazione si inserisce nell’ambito della mappatura acustica strategica degli agglomerati urbani rispondenti alle specifiche di cui alla legislazione vigente.41

Il rumore portuale si compone di vari contributi originati da sorgenti sonore di diversa tipologia: strade, ferrovie, industrie, imbarcazioni, operazioni di scarico e carico merci. La determinazione dell’impatto acustico prodotto dalle diverse componenti deve limitarsi alle sole sorgenti di pertinenza dell’autorità portuale. Sono escluse dalla valutazione le aree di stoccaggio e scambio delle merci, gli interporti, le agenzie di spedizione e tutte le attività che, se pur collegate con la presenza del porto, si trovano all’esterno dell’area di competenza dell'autorità portuale.

7.5.1. Dati geometrici e funzionali

Le caratteristiche geografiche/altimetriche dell’Area Portuale possono essere acquisite con le stesse modalità individuate per gli altri campi di indagine. Al fine di rendere omogenea e cautelativa la caratterizzazione acustica dell’Area Portuale, le barriere artificiali, costituite dall’impilamento di container all’interno delle zone di stoccaggio, sono escluse dalla ricostruzione modellistica.

7.5.1.1. Sorgenti di tipo stradale in ambito portuale

Il rumore generato dai veicoli che circolano all’interno dell’area portuale costituisce una componente importante del rumore complessivo ai ricettori, da imputarsi principalmente alla movimentazione dei container mediante camion navetta dalle aree di stoccaggio alla ferrovia e viceversa. A questo traffico estremamente locale va aggiunto quello determinato dai solleva-container o dai gru da impilaggio, che movimentano le merci nei piazzali.

Per una corretta modellazione del rumore stradale si deve individuare i percorsi interni al porto dedicati alla movimentazione delle merci.

Relativamente ai dati funzionali, le informazioni sul traffico pesante entrante ed uscente dall'area portuale possono essere raccolte dalle seguenti fonti:

1. registrazione dei passaggi attraverso i varchi portuali o doganali, se disponibili;

2. dati di movimentazione in termini di TEU o tonnellate forniti dagli operatori all’interno del porto, applicando fattori di corrispondenza empirici con il numero di veicoli impiegati (per esempio un camion generalmente movimenta 2 TEU per volta). In questa ipotesi si deve tenere conto che ad ogni mezzo pesante così individuato, corrispondono di regola due passaggi attraverso il varco (uno in ingresso e uno in uscita);

3. misure dirette dei volumi di traffico su specifiche sezioni stradali; quest’ultima ipotesi tuttavia, ha lo svantaggio di essere particolarmente onerosa, sia dal punto di vista

40 Il progetto Imagine include un corposo database di sorgenti industriali (Source dB), disponibile a richiesta all’indirizzo

www.imagine-project.org (Workpackage n°7), ed alcuni documenti guida a supporto delle attività di mappatura. 41 Decreto legislativo del 19 agosto 2005 N° 194 [50].

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economico che temporale, e di fornire un dato non immediatamente rappresentativo dell’operatività nell’arco di un anno medio.

Il traffico leggero, se disponibile, può essere inserito nel calcolo del modello anche se il suo contributo non è generalmente significativo; fa eccezione il traffico leggero dovuto a:

1. aree traghetti – dati e statistiche sul numero di veicoli movimentati, spesso diversificati per tipologia, sono disponibili presso l’autorità portuale o i singoli operatori;

2. import/export autovetture - la movimentazione delle vetture destinate alla vendita può avvenire per mezzo di bisarche, oppure attraverso un trasferimento diretto ed autonomo in magazzini ed aree di scambio esterne al porto. In quest’ultimo caso il flusso generato dalla movimentazione delle vetture risulta difficilmente distinguibile dal traffico naturale delle strade impiegate. Per valutarne il loro apporto è quindi opportuno acquisire dagli operatori responsabili i dati specifici sulle modalità di trasferimento degli autoveicoli.

Infine le informazioni sulla movimentazione dei camion navetta circolanti sui percorsi interni possono essere acquisite mediante interviste agli operatori.

7.5.1.2. Sorgenti di tipo ferroviario in ambito portuale

La sorgente ferroviaria in ambito portuale può essere trattata in modo analogo alla sorgente ferroviaria ordinaria, con le seguenti puntualizzazioni:

1. i carri impiegati in ambito portuale sono principalmente di tipo merci. Ai fini di una corretta modellazione della sorgente è quindi importante che siano acquisite le informazioni sul numero di assi per carro costituenti i convogli ferroviari;

2. il traffico ferroviario all’interno del porto si svolge sempre a velocità molto ridotte, anche per questioni di sicurezza legate alla commistione tra traffico su gomma e su ferro. Inoltre i convogli subiscono frequenti operazioni di frenatura ed accelerazione, trovandosi quindi in condizioni simili a quelle presenti nelle stazioni passeggeri. Si deve pertanto tenere conto di queste particolari condizioni operative introducendo opportuni fattori correttivi;

3. la valutazione del rumore emesso dalle linee ferroviarie interne alle aree portuali, situate generalmente su rami dedicati della rete infrastrutturale, deve estendersi fino al loro ricongiungimento con la rete principale.

7.5.1.3. Sorgenti di tipo navale Le navi, soprattutto di grandi dimensioni, contribuiscono in modo sensibile al rumore emesso dall’intera struttura portuale. Questo è principalmente dovuto al fatto che le stesse, per ragioni di approvvigionamento energetico e per l’ottimizzazione dei cicli di arrivo/scarico/carico/partenza, tendono a mantenere sempre in moto i motori a combustione interna.

A tale scopo va anche rilevato che la rumorosità della nave, all’ormeggio o in movimento, non ha livelli di emissione significativamente differenti, mentre differisce in modo consistente il tempo di permanenza all’ormeggio rispetto al transito negli specchi d’acqua portuale. L’omissione della valutazione del rumore dovuto al transito dei convogli non produce pertanto alterazioni significative sui livelli globali degli indicatori Lden e Lnight.

Per tenere dunque in considerazione il contributo apportato dalle navi al computo del rumore portuale si devono acquisire almeno le seguenti informazioni:

1. localizzazione degli ormeggi;

2. occupazione (ore complessive annue o percentuale del tempo) degli ormeggi delle navi, possibilmente suddiviso per classi di stazza nei tre periodi di riferimento (giorno, sera, notte)

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Entrambi i dati possono essere recuperati dall’autorità portuale di riferimento.

Nota Per quanto riguarda la caratterizzazione acustica e classificazione delle sorgenti navali in funzione della stazza, è possibile riferirsi al database predisposto nell’ambito del progetto Imagine, nel quale sono individuate le seguenti fasce di peso (in tonnellate): fino a 1 000, da 1 000 a 2 000, da 2 000 a 5 000, da 500 a 10 000, da 10 000 a 20 000, da 20 000 a 60 000, oltre 60 000.

7.5.1.4. Sorgenti di tipo industriale Per i dati geometrici e funzionali riferiti alle sorgenti industriali interne all’area portuale si rimanda al punto 7.4.1.

7.5.1.5. Sorgenti di tipo portuale Fanno parte di questa categoria di sorgenti le attività portuali in senso stretto, dovute al carico e scarico delle merci, mezzi o passeggeri dalle navi. In considerazione di quanto già descritto, è evidente che tali sorgenti sono principalmente identificabili con i macchinari collegati alla movimentazione delle merci. A questo fine è necessario acquisire informazioni almeno sulle seguenti sorgenti:

1. gru portuali, gru da impilaggio, gru per “LO-LO”, benne per la movimentazione degli sfusi solidi;

2. stazioni di pompaggio per gli sfusi liquidi, petroli e granaglie;

3. solleva containers;

4. container refrigerati (diesel ed elettrici);

5. motrici per “RO-RO”.

7.5.2. Dati caratteristici dell’emissione acustica della sorgente sonora

Per quanto riguarda la caratterizzazione delle emissioni prodotte dalle sorgenti di tipo stradale o ferroviario si rimanda ai punti 7.1.2 e 7.2.2.

Le sorgenti di tipo navale, portuale ed industriali possono essere generalmente schematizzate come sorgenti di tipo puntuale, od al più areale se sono presenti grandi superfici di emissione. I dati relativi all’emissione possono essere reperiti in letteratura [20] e [21].

Laddove la complessità dell’attività lavorativa non si presti per una modellazione analitica, può essere ipotizzata una stima dell’emissione basata su rilievi fonometrici eseguiti nell’intorno della zona d’interesse.

8. Dati rappresentativi della propagazione sonora

8.1. Dati sull’estensione e le caratteristiche del terreno interposto tra sorgente e ricettore

Con riferimento alle infrastrutture di trasporto, la legislazione vigente richiede che sia effettuata una caratterizzazione dell’area circostante la sorgente sonora42. Tale caratterizzazione riguarda la classificazione delle aree in relazione all’uso del suolo, secondo le categorie individuate dalla mappa di uso del suolo Corine Land Cover43.

42 La Direttiva non specifica l’estensione dell’area da caratterizzare, tuttavia, tenendo conto che la mappatura dovrebbe

includere tutto il territorio compreso entro la isolivello Lden 55 dB, è ragionevole ipotizzare che la tale caratterizzazione debba essere effettuata all’interno della medesima area.

43 La caratterizzazione dell’area interposta può essere effettuata facendo riferimento alle seguenti categorie del Corine [7]:

- tessuto urbano continuo; - tessuto urbano discontinuo; - aree agricole; - territori boscati ed ambienti seminaturali; - zone umide;

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Ciascuna categoria ricadente nelle zone individuate può essere espressa come percentuale dell’area che insiste sul segmento dell’infrastruttura (strade e ferrovie) o dell’area complessivamente impattata per gli aeroporti.

Il calcolo può essere eseguito utilizzando la procedura descritta nel punto 8.1.1

8.1.1. Determinazione dell’estensione delle aree a diversa destinazione d’uso circostanti l’infrastruttura

Per determinare l’estensione delle aree a diversa destinazione d’uso del suolo si deve disporre dello strato informativo sull’uso del suolo (Corine Land Cover). Il calcolo può essere eseguito in ambiente GIS o in un ambiente dedicato, ad esso assimilabile, con le modalità di seguito indicate:

I. intersecare l’area circostante l’infrastruttura, costruita intorno alla sorgente secondo

le specifiche indicate nel punto 8.1, con lo strato informativo Corine land Cover; II. calcolare la superficie (Aji) dei poligoni i risultanti dall’intersezione di ciascuna area

di classe j del Corine Land Cover con l’area circostante. III. per ciascuna classe j del Corine Land Cover, sommare la superficie dei poligoni di

cui al punto II:

jn

ijij AA

1

(12)

dove: Aj e nj sono rispettivamente la superficie complessiva, espressa in kilometri quadrati

(km2), e il numero di poligoni appartenenti alla classe j-esima del Corine Land Cover interni all’area circostante l’infrastruttura;

Aji è la superficie del poligono i-esimo, espressa in kilometri quadrati (km2), appartenente alla classe j-esima derivante dall’operazione di intersezione di cui al punto II.

IV calcolare il valore percentuale Sj delle aree Aj individuate rispetto alla superficie totale

della area circostante:

100tot

jj A

AS (12)

dove: Atot è la superificie totale dell’area circostante, espressa in kilometri quadrati (km2); Sj è la superficie complessiva dei poligoni, espressa in percentuale (%), appartenenti alla classe j-esima del “Corine Land Cover” interni all’area circostante l’infrastruttura;

8.2. Dati meteorologici

8.2.1 Generalità

- corpi idrici.

A ciascuna delle categorie individuate è assegnato il valore del Ground Factor riportato nell’ appendice A (toolkit 13) sul tipo di copertura del suolo. Tale fattore determina le modalità di attenuazione del livello di pressione sonora lungo il cammino di propagazione tra sorgente e ricettore.

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L’influenza delle condizioni meteorologiche sulla propagazione acustica a distanze di alcune centinaia di metri dalla sorgente può determinare variazioni di livello sonoro consistenti (dell’ordine di alcuni decibel) rispetto ai valori stimabili in condizioni neutre di propagazione.

Per determinare le condizioni di propagazione medie annue, necessarie per la valutazione dell’indicatore armonizzato Lden, si devono acquisire i parametri meteorologici che caratterizzano l’area di studio per un periodo di osservazione di almeno 10 anni.

I fenomeni atmosferici che maggiormente incidono sulla propagazione sonora sono dovuti alla presenza di vento ed alla stratificazione della temperatura dell’aria: il vento causa variazioni delle condizioni di propagazione che dipendono dalla posizione reciproca di sorgente e ricevitore, mentre la variazione verticale della temperatura determina effetti isotropi sul piano orizzontale; anche in virtù di questa caratteristica i due fenomeni influiscono indipendentemente sulle condizioni di propagazione.

8.2.2 Rappresentatività dei dati disponibili

Le condizioni meteorologiche che influenzano la propagazione del suono possono diversificarsi in modo significativo in maniera puntuale al variare del periodo di osservazione. Questa caratteristica, tipica delle osservazioni di breve termine, può essere mitigata da una valutazione su base decennale, che consente di ottenere risultati sufficientemente stabili per ampie zone di territorio.

È tuttavia importante notare che determinate zone, con caratteristiche orografiche particolari, possono presentare condizioni di propagazione del tutto peculiari; per questo motivo si ritiene che valutazioni raccolte a grande distanza dal punto di interesse possano essere utilizzate solamente qualora ci si trovi nelle seguenti condizioni:

- aree pianeggianti, con sporadica presenza di edifici e vegetazione bassa; - assenza di grandi superfici d’acqua (laghi, grandi fiumi) lungo il percorso di

propagazione; - quota sul livello del mare non superiore a 500 m.

In mancanza di questi requisiti è consigliabile acquisire dati meteorologici locali o introdurre i valori percentuali cautelativi, riportati in appendice A, toolkit 21.

8.2.3 Modalità di rilievo dei dati meteorologici

La determinazione delle percentuali di occorrenze favorevoli alla propagazione può essere effettuata sulla scorta dei dati meteorologici forniti da una vicina stazione di monitoraggio ed elaborati secondo la ISO 1996-2:2007. Il metodo prevede il calcolo del valore del raggio di curvatura sonora R, espresso in genere con il suo inverso tramite la formula 14:

2

1

101

c

u+c

z

u+

z

T

T=R

(14)

dove:

z

T

è il gradiente verticale di temperatura;

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z

u

è il gradiente verticale della velocità del vento;

c è la velocità del suono, espressa in metri al secondo (m/s); u è la velocità del vento lungo la direzione di propagazione, espressa in metri al secondo (m/s);

Valori positivi della grandezza 1/R indicano condizioni favorevoli alla propagazione; viceversa, valori negativi si riferiscono a condizioni non favorevoli. Il valore nullo della grandezza 1/R è rappresentativo di condizioni atmosferiche omogenee, in cui la propagazione sonora non subisce alterazioni (condizioni neutre di propagazione).

Il calcolo del raggio di curvatura richiede tuttavia la disponibilità di dati meteorologici di difficile disponibilità, riferiti ad un arco temporale di almeno un decennio. In alternativa, è possibile calcolare il raggio di curvatura utilizzando un metodo semplificato, basato sui risultati conseguiti nell’ambito del progetto Imagine [9]. Questo metodo consente di determinare le condizioni di propagazione acustica attraverso i dati METAR sulla velocità/direzione del vento e la copertura del cielo, prodotti dai servizi meteorologici dell’aeronautica e disponibili gratuitamente su internet. Il metodo è descritto nell’appendice F.

9. DATI RAPPRESENTATIVI DEI RICETTORI: TIPOLOGIE DI DATI 9.1. Dati demografici

9.1.1 Generalità I dati demografici richiesti per la mappatura acustica riguardano:

- il numero di abitazioni e di persone, arrotondato al centinaio, esposte a livelli di Lden rispettivamente maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB.

- il numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di persone che vivono nelle abitazioni esposte a ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lden in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e >75 dB.

- il numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di persone che occupano abitazioni esposte a ciascuno dei seguenti intervalli di livelli di Lnight in dB a 4 m di altezza sulla facciata più esposta: da 50 dB a 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 a 69 dB e >70 dB.

Nota Facoltativamente, se possibile od opportuno, la legislazione vigente richiede la stima delle persone che

occupano abitazioni dotate di insonorizzazioni e di facciata silenziosa nei medesimi intervalli di Lden e Lnight.

I dati demografici possono essere reperiti attraverso:

- rilievi mirati nell’area interessata alla mappatura;

- banche dati, alfanumeriche e cartografiche, disponibili presso Comuni, Province, Regioni;

- dati ISTAT statistici.

Per poter ottenere il numero di abitazioni e persone esposte ai diversi livelli di rumore è importante che i dati demografici siano acquisiti già georeferenziati rispetto alla cartografia di riferimento.

9.1.2 Rilievi

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L’acquisizione dei dati effettuata con indagini mirate sul territorio oggetto della mappatura, permette un alto grado di accuratezza dell’informazione, a fronte, tuttavia, di costi sicuramente elevati. Per contenere gli oneri dell’attività è possibile ipotizzare anche rilievi a campione, da cui estrapolare le informazioni su tutta l’area di interesse attraverso opportune analisi statistiche.

9.1.3 Banche dati

Le banche dati disponibili presso le Pubbliche Amministrazioni rappresentano sicuramente una fonte privilegiata per l’acquisizione di informazioni demografiche. Queste ultime possono essere presenti a diversi livelli di dettaglio:

1. intero territorio comunale: è disponibile il numero totale di abitanti e abitazioni, da cui, nota la superficie, è possibile ricavare la densità a livello comunale;

2. sotto aree comunali (frazioni, quartieri, sezioni censuarie): anche in questo caso, nota la superficie della sotto area, è possibile calcolare la densità abitativa;

3. singola strada: per ciascuna via sul territorio è disponibile il numero totale di residenti e abitazioni;

4. puntuale: è disponibile il numero di abitanti per ciascun numero civico o edificio. Come ulteriore fonte di informazione sulla distribuzione delle abitazioni e della popolazione possono risultare utili anche le banche dati degli Uffici Tributi comunali come, per esempio, quelle ICI e TARSU (Tassa Rifiuti Solidi Urbani, basata sulla superficie abitativa occupata).

9.1.4 Dati statistici ISTAT

I dati Istat sul censimento della popolazione e delle abitazioni consentono di disporre di un’informazione omogenea su tutto il territorio nazionale basata sulla caratterizzazione demografica di sezioni censuarie corrispondenti a sotto-aree comunali. A partire dal censimento 2001 sono disponibili le delimitazioni delle sezioni di censimento in forma cartografica, attraverso le quali è possibile georeferenziare i dati di popolazione ed edifici forniti in forma tabellare.

Qualora l’area oggetto della mappatura interessi più Comuni, è possibile che le informazioni demografiche reperibili presso le Amministrazioni locali differiscano in termini di contenuti (grado di dettaglio, di aggiornamento, di completezza) e/o formati.

In questo caso è preferibile avvalersi di una base comune ed omogenea di informazioni, come i dati di censimento Istat, che consentono di ottenere un quadro complessivo della situazione acustica, in termini di popolazione e abitazioni, confrontabile per aree di intervento e soggetti attuatori differenti.

9.2. Destinazione d’uso del territorio

9.2.1. Delimitazione degli agglomerati

La delimitazione degli agglomerati prescinde da valutazioni di carattere meramente amministrativo e si riferisce piuttosto, e più correttamente, alle caratteristiche di urbanizzazione del territorio.

Pertanto, la perimetrazione degli agglomerati deve necessariamente far riferimento a basi di dati, solitamente mappe, che consentano di individuare le aree urbanizzate contigue sul territorio e a procedure “standard” per la stima della popolazione residente in tali aree.

Nei punti che seguono sono descritte due metodologie alternative per l’individuazione degli agglomerati che si basano sull’elaborazione di mappe informatizzate in ambiente GIS:

A: individuazione degli agglomerati su base dati ISTAT (punto 9.2.1.1);

B: individuazione degli agglomerati su base dati Corine Land Cover (punto 9.2.1.2).

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Qualunque sia il metodo adottato per identificare e delimitare gli agglomerati, deve essere eseguita a posteriori una verifica del territorio perimetrato. Errori o imprecisioni, inevitabilmente presenti nelle basi di dati ISTAT e CORINE – come in qualsiasi altra base di dati – potrebbero infatti inficiare i risultati. Ortofoto del territorio o immagini satellitari, carte tecniche comunali/regionali, carte della destinazione d’uso del suolo ‘locali’ rappresentano delle valide basi cartografiche di confronto e di verifica.

9.2.1.1 Individuazione degli agglomerati su base dati ISTAT (metodo A)44.

9.2.1.1.1 Dati da acquisire

1. Perimetrazione delle sezioni di censimento

La perimetrazione delle sezioni di censimento è disponibile in formato digitale, di tipo poligonale: ad ogni sezione di censimento corrisponde un poligono. Sono disponibili 4 tipologie di sezione, identificate nel campo “TIPO_LOC” presente nella tabella degli attributi, il cui significato è descritto nel documento di cui al riferimento [2]:

TIPO_LOC = 1 Centro abitato

TIPO_LOC = 2 Nucleo abitato

TIPO_LOC = 3 Località produttiva

TIPO_LOC = 4 Case sparse

2. Banca dati censimento della popolazione

Per ogni sezione sono disponibili le informazioni seguenti:

- dati generali (Regione, Provincia, Comune, numero progressivo della sezione); - popolazione residente e sua situazione occupazionale; - abitazioni; - edifici; - nuclei familiari; - popolazione straniera.

9.2.1.1.2 Individuazione degli agglomerati

La delimitazione degli agglomerati procede attraverso 3 passi successivi:

- selezione delle sezioni di tipo “centro abitato” e “nucleo abitato” (TIPO_LOC = 1 o TIPO_LOC = 2);

- accorpamento delle sezioni di tipo 1 e/o 2 contigue tra loro. Si ottengono in tal modo delle macro aree che individuano sul territorio aree abitate continue45;

- stima della popolazione compresa nella macro area, data dalla somma degli abitanti associati alle sezioni incluse nella macroarea.

Le macroaree con popolazione maggiori di 100 000 abitanti possono essere identificate come agglomerati.

44 La procedura descritta si riferisce alla strutturazione dei dati ISTAT dell’ultimo censimento della popolazione alla

data di pubblicazione del presente documento. 45 Al fine di evitare una continuità fittizia tra area urbane è consigliabile procedere ad una prima elaborazione dei dati

che includa unicamente le sezioni di tipo 1 “Centro abitato”, e valutare successivamente, sulla base dei risultati ottenuti, l’opportunità o meno di procedere ad un’ulteriore elaborazione che comprenda anche le sezione di tipo 2 “Nucleo abitato”.

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L’elenco dei Comuni e Province interessate da ciascun agglomerato si determina dal codice ISTAT delle Sezioni. Comuni e Province, corrispondono nella codifica europea, alle zone LAU2 (Local Administrative Units - livello 2) e NUT3 (Nomenclature of Territorial Units for Statistics – livello 3). La lista dei codici NUTS e LAU delle unità amministrative italiane è disponibile in internet.

9.2.1.2 Individuazione degli agglomerati su base dati Corine Land Cover (metodo B)

Le macro aree corrispondenti agli agglomerati sono individuate facendo riferimento alla Carta di Copertura del Suolo. A livello nazionale la copertura è garantita dalla base informativa “Corine Land Cover” (CLC)46. Esistono anche basi informative di tipo regionale caratterizzate da un livello di dettaglio maggiore rispetto al CLC. Di esse, tuttavia, deve essere garantita e verificata la qualità.

Nel seguito è illustrata la procedura suggerita per la delimitazione degli agglomerati attraverso la carta di copertura del suolo Corine47.

9.2.1.2.1 Dati da acquisire

- Base di dati CORINE. In tale base dati il territorio nazionale è suddiviso in aree

omogenee dal punto di vista dell’utilizzo del suolo, classificate in 3 livelli gerarchici con un approfondimento crescente, per un totale di 44 classi.

- Dati dell’ultimo Censimento ISTAT per la stima della popolazione nelle macro aree individuate

9.2.1.2.2 Individuazione degli agglomerati Gli agglomerati sono individuati utilizzando la classe 1 del CLC, corrispondente alle “Superfici Artificiali” che, a sua volta, comprende le seguenti tipologie di copertura del suolo:

1. SUPERFICI ARTIFICIALI 1.1. Zone urbanizzate di tipo residenziale

1.1.1 Zone residenziali a tessuto continuo 1.1.2. Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado

1.2. Zone industriali, commerciali ed infrastrutturali 1.2.1. Aree industriali, commerciali e dei servizi pubblici e privati 1.2.2. Reti stradali, ferroviarie e infrastrutture tecniche 1.2.3. Aree portuali 1.2.4. Aeroporti

1.3. Zone estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati 1.3.1. Aree estrattive

1.3.2. Discariche 1.3.3. Cantieri

1.4. Zone verdi artificiali non agricole 1.4.1. Aree verdi urbane 1.4.2. Aree ricreative e sportive

46 Il CLC2000 è stato realizzato all’interno del progetto CORINE – Land Cover dell’Unione Europea (COoRdination of

INformation on the Environment), secondo standard omogenei per tutti i Paesi della Comunità [6], [7]. La carta è stata derivata dall’elaborazione di immagini satellitari Landsat 7 ETM+, relative all’anno 2000. La base di dati CORINE è disponibile su file, in formato vettoriale di tipo poligonale, sul sito di ISPRA-SINA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale).

47 La procedura descritta nel seguito si riferisce alla strutturazione dei dati dell’ultima versione del Corine Land Cover (CLC2000) alla data di pubblicazione del presente documento.

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Queste classi individuano le zone residenziali presenti sul territorio e le aree ad esse pertinenti e comunque interessate da attività umana. Per la delimitazione degli agglomerati si eseguono le operazioni di seguito indicate:

- accorpamento dei poligoni di classe 1 contigui tra loro. Si ottengono in tal modo delle

macro aree che individuano sul territorio regionale zone continue antropizzate; - stima degli abitanti di ciascuna macro area attraverso la somma della popolazione delle

sezioni in essa incluse (vedere punto A). Per le Sezioni non comprese completamente nella singola macro area devono essere calcolati gli abitanti effettivi, secondo la seguente relazione:

iii SdAb (15)

dove:

Abi è il numero di abitanti effettivi della sezione i-esima, non completamente compresa nella macroarea, in essa ricadente;

di è la densità di popolazione della sezione i-esima considerata, data dal rapporto tra il numero di abitanti e la superficie totale della sezione;

Si è la superficie della sezione i-sima compresa nella macro area espressa in kilometri quadrati (km2).

Nota 1 Le macroaree con popolazione maggiore di 100 000 abitanti possono essere identificate come agglomerati.

Nota 2 L’elenco dei Comuni e Province interessate da ciascun agglomerato è ricavato dal codice ISTAT delle Sezioni.

9.2.2. Individuazione e delimitazione delle aree silenziose

Con riferimento alla legislazione vigente48, le zone silenziose di un agglomerato possono ragionevolmente ritenersi coincidenti con le aree appartenenti alla classe I (aree particolarmente protette)49.

Al di fuori degli agglomerati, la definizione di area silenziosa, data dalla legislazione vigente e riportata al punto 3.48, è più che altro di tipo qualitativo e non sono fornite indicazioni né sul descrittore acustico da utilizzare né sui valori limite da adottare. Anche a livello europeo le indicazioni su questo tema si limitano, al momento, ad alcuni suggerimenti e non sono indicati criteri formali di individuazione delle zone silenziose [9]. In attesa di ulteriori specificazioni si rimanda all’autorità competente la definizione dei criteri per l’identificazione e la delimitazione di tali aree.

9.2.3. Ricettori sensibili e zonizzazione acustica

La disponibilità delle informazioni sulla zonizzazione acustica sono necessarie non soltanto per l’individuazione delle aree silenziose negli agglomerati, ma anche per determinare il superamento dei limiti vigenti e quindi delimitare le are di criticità acustica su cui predisporre i piani di azione.

48 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 Novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore” [51].

49 Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree

ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

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I dati relativi alla zonizzazione da richiedere ai Comuni comprendono:

- mappa della zonizzazione, da acquisire preferenzialmente in un formato elettronico “standard” supportato dai principali sistemi GIS (shp, Autocad, ecc.). La mappa deve coprire tutta l’area comunale interessata dalla mappatura. Deve essere georeferenziata nello stesso sistema di riferimento utilizzato per tutta la cartografia impiegata per la mappatura, al fine di garantire la sovrapponibilità, integrazione ed elaborazione congiunta dei vari strati informativi. Il file deve essere di tipo poligonale e ad ogni poligono deve essere associata la corrispondente classe acustica. Nel caso di file acquisito in formato CAD (per esempio Autocad), deve essere garantito che le zone siano digitalizzate come polilinee chiuse e che a ciascuna zona sia automaticamente associabile come attributo la corrispondente classe acustica. A questo proposito, si deve evitare, per esempio, che la classe acustica sia associata esclusivamente alla vestizione grafica (retinatura) del poligono.

È possibile che si verifichino problemi di mosaicatura per le zone al confine di Comuni limitrofi a causa di incongruenze tra i relativi limiti amministrativi. In questo caso si deve operare una omogeneizzazione dei dati, prendendo come riferimento i confini comunali adottati dalla Regione di pertinenza.

Dalla mappa della zonizzazione, in particolare, deve essere possibile evincere:

- i recettori sensibili (scuole, ospedali, case di cura e di riposo, parchi, ecc.),

- le principali sorgenti sonore (industrie, infrastrutture);

- relazione tecnica, da acquisire preferibilmente su formato elettronico (.doc, .pdf). La relazione può essere utile per consultazione, soprattutto per individuare situazioni particolari e per conoscere il clima di rumore rilevato attraverso le indagini fonometriche effettuate.

Nota In assenza della zonizzazione acustica i valori limite sono indicati nell’articolo 6 del Decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991 e gli atti di riferimento sono costituiti dagli strumenti urbanistici vigenti o adottati (PRG o PGT).

9.3. Modalità di aggiornamento dei dati demografici

9.3.1 Generalità

Il problema dell’aggiornamento dell’informazione demografica si pone principalmente per i dati statistici dell’ISTAT relativi alle sezioni censuarie, rilevati con cadenza decennale in occasione del censimento della popolazione. Per riallineare tali informazioni all’anno di riferimento della mappatura ci si può riferire ai dati disponibili presso le amministrazioni comunali, che forniscono la fotografia costantemente aggiornata della situazione demografica del territorio di competenza. In questa operazione si possono però presentare diverse difficoltà:

i dati possono essere non immediatamente disponibili in forma aggregata per sezione di censimento;

per le infrastrutture principali il numero di Comuni interessati può essere consistente e i dati da trattare possono essere anche molto eterogenei tra loro;

gli strumenti informatici in uso presso gli uffici comunali non sempre consentono una facile estrazione dalle banche dati dei dati al dettaglio di interesse.

Di seguito sono descritte alcune procedure applicabili per l’aggiornamento dei dati demografici in relazione ai dati disponibili presso i Comuni:

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- procedura 1: si applica quando sono noti l’informazione anagrafica puntuale e gli itinerari di sezione;

- procedura 2: si applica quando si dispone del dato statistico sulla popolazione e di cartografia vettoriale delle nuove edificazioni intervenute dall’ultimo censimento all’anno di riferimento;

- procedura 3: si applica quando l’informazione anagrafica è nota solo al dettaglio comunale.

9.3.2 Procedura 1

Se i dati anagrafici sono noti a livello puntuale di singolo numero civico, facendo riferimento agli itinerari di sezione è possibile procedere all’aggiornamento del numero di residenti per sezione di censimento procedendo come di seguito indicato:

- utilizzare gli itinerari di sezione per individuare il gruppo di vie e i relativi numeri

civici che compongono ciascuna sezione; - calcolare il numero di residenti (Nsezione) nella sezione censuaria j-esima attraverso

la seguente equazione:

m

iRN isezione j

1 (16)

dove Ri è il numero di residenti per numero civico ed m è il numero di civici presenti nella sezione censuaria j-esima.

9.3.2 Procedura 2

Se si dispone della cartografia vettoriale relativa alle nuove edificazioni intervenute dall’ultimo censimento rispetto all’anno di riferimento è possibile utilizzare l’indicatore statistico “Metri quadrati per persona residente” () disponibile presso gli uffici comunali o dal censimento ISTAT più recente50 per l’aggiornamento del dato dei residenti per sezione.

- per la sezione j-esima censuaria si individuano i nuovi edifici appartenenti alla

categoria d’uso residenziale. Se la categoria dell’edificio non è nota devono essere considerati tutti gli edifici interni alla sezione.

- per ciascun i-esimo nuovo edificio appartenente alla j-esima sezione si determina la superficie abitativa totale

pijijAij NSS (17)

dove:

Sij è la superficie del poligono corrispondente all’i-esimo nuovo edificio della j-esima sezione; Npij è il numero di piani dell’i-esimo edificio della j-esima sezione51.

50 Nei dati del Censimento ISTAT l’indicatore è disponibile sia a livello di Comune che al dettaglio della sezione.

51 Se non si dispone dell’informazione relativa al numero di piani possono essere utilizzati valori di default, possibilmente diversificando in base alla tipologia edilizia dell’edificio (condominio, villetta a schiera, ecc).

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- si determina il numero di abitanti NAij da associare al nuovo edificio:

SAijAijN (18)

dove: SAij è data dalla equazione (17); sono i metri quadrati per persona residente della j-esima Sezione.

- si determina l’incremento di residenti IRj per la j-esima sezione:

n

i

AijRj NI1

(19)

dove:

NAij è il numero di abitanti dell’i-esimo nuovo edificio ricadente nella j-esima sezione (equazione 18);

n è il numero di edifici nuovi ricadenti nella j-esima sezione.

- si determina il numero di residenti RNj della j-esima Sezione, normalizzandolo rispetto al dato ufficiale di popolazione del Comune per l’anno di riferimento:

NRjCensNj KIsR j )(Re (20)

dove:

RNj è il numero di residenti della sezione j-esima normalizzato;

IRj è dato dalla equazione (19);

ResCensJ è il numero di residenti della j-esima sezione all’ultimo censimento

m è il numero di sezioni appartenenti al Comune;

KN è il fattore di normalizzazione dato da:

m

j

RjCens

N

Is

sK

J

rif

1

)(Re

Re

(21)

Resrif è il numero di residenti totali del Comune, ricavato dai dati ufficiali,

all’anno di riferimento. 9.3.4 Procedura 3

Quando, per mancanza di informazione, non sono applicabili le precedenti procedure si deve valutare la possibilità di utilizzare come unità territoriale di riferimento per i dati demografici (popolazione, densità di popolazione, numero di edifici, ecc.) non più la sezione di censimento ma l’intero territorio comunale. A livello di Comune i dati demografici risultano aggiornati annualmente e sono di più facile reperimento. È evidente, tuttavia, che questa opzione, pur risultando più praticabile, va a discapito della precisione spaziale del dato.

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10. MODALITÀ DI ELABORAZIONE DELLE MAPPE ACUSTICHE

Le mappe sono elaborate, secondo la legislazione vigente [41], attraverso l’uso di modelli di calcolo in grado di determinare i valori dei descrittori a lungo termine nei tre periodi di riferimento diurno, serale e notturno, tenendo conto degli effetti meteorologici e delle fluttuazioni dell’emissione acustica delle sorgenti nell’anno di osservazione. Gli Stati membri che non dispongono di metodi nazionali di calcolo da adattare alle specifiche delle Direttiva, sono tenuti ad eseguire le mappe acustiche utilizzando i modelli di calcolo ad interim in essa raccomandati52.

Le mappe acustiche possono essere altresì tracciate sulla base di dati acustici acquisiti attraverso campagne strumentali di rilievo. L'elaborazione delle mappe acustiche con questa tecnica è generalmente impraticabile a causa dell'estensione temporale richiesta (rappresentatività annuale del dato) e la risoluzione spaziale necessaria affinché i dati prodotti e la relativa mappa siano conformi alle specifiche della Direttiva 2002/49/CE [42]. I rilievi strumentali possono tuttavia essere utilizzati per validare i risultati prodotti dal modello di calcolo o verificare l'efficacia degli interventi pianificati a seguito dell'accertamento del superamento dei limiti di rumore vigenti.

Le mappe acustiche e le mappe acustiche strategiche ad uso locale o nazionale devono essere tracciate utilizzando un’altezza di misurazione di 4 m ed intervalli di livello dei descrittori di 5 dB. Mappe acustiche e mappe acustiche strategiche devono essere corredate dell’informazione relativa ai metodi di calcolo o di misurazione adottati per la loro elaborazione. I risultati delle elaborazioni devono essere accompagnati dall’informazione relativa alla loro accuratezza.

10.1. Modelli di calcolo ad interim per l’elaborazione delle mappe acustiche

I modelli ad interim indicati si riferiscono ai metodi di calcolo raccomandati dalla legislazione vigente [41].53

Nota 1 Il metodo provvisorio di calcolo raccomandato per il rumore da traffico veicolare è il modello di calcolo francese "NMPB-Routes-96 (SETRA-CERTU-LCPC-CSTB)", citato in "Arrêté du 5 mai 1995 relatif au bruit des infrastructures routières, Journal Officiel du 10 mai 1995, article 6" e nella norma francese "XPS 31-133". Il modello NMPB-Routes 96 prevede un procedimento dettagliato per il calcolo dei livelli sonori a lungo termine generati dal traffico in prossimità dell’infrastruttura stradale.

Nota 2 Il metodo provvisorio di calcolo raccomandato per il rumore ferroviario è il modello di calcolo nazionale olandese "RMR", pubblicato in "Reken- en Meetvoorschrift Railverkeerslawaai '96, Ministerie Volkshuisvesting, Ruimtelijke Ordening en Milieubeheer, 20 November 1996". Questo modello comprende una metodologia di calcolo semplificata (SRM I) ed una di maggiore dettaglio (SRM II), per il cui utilizzo si rimanda alle specifiche riportate nel documento pubblicato.

Nota 3 Il metodo provvisorio di calcolo raccomandato per il rumore degli aeromobili è il documento 29 ECAC.CEAC "Report on Standard Method of Computing Noise Contours around Civil Airports", 1997. Tale documento descrive un approccio metodologico al quale non corrisponde uno specifico codice di calcolo da impiegare per la determinazione dei livelli di rumore di origine aeronautica nell’intorno degli aeroporti.

Nota 4 Il metodo provvisorio di calcolo raccomandato per il rumore prodotto dalle sorgenti di tipo industriale è la UNI EN ISO 9613-2. Questo metodo definisce ed implementa le modalità di attenuazione del suono in ambiente esterno prodotte da una qualsiasi sorgente esterna.

52Allo stato attuale l'Italia non dispone di modelli di calcolo nazionali, pertanto è tenuta ad utilizzare i modelli ad interim indicati dalla Direttiva 2002/49/CE [42].

53 Tali modelli rimarranno in vigore fino alla definitiva pubblicazione del metodo di calcolo europeo.

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Nota 5 Il rumore portuale è dato dalla sovrapposizione di più sorgenti sonore di diverso tipo (stradale, industriale e ferroviaria), per le quali si deve impiegare i modelli di calcolo raccomandati di cui alle note precedenti. Per consentire la valutazione congiunta dei vari contributi al rumore complessivo è, quindi, necessario che il software di calcolo utilizzato implementi tutti i modelli di calcolo indicati.

10.2. Protocolli sperimentali per la “taratura” dei modelli di calcolo

Fino ad emanazione della norma specifica sulla taratura dei modelli di calcolo, si rimanda a quanto già descritto in materia nell’ambito della UNI 11143-1.

10.3. Procedure per l’elaborazione dei dati 10.3.1. Determinazione dei livelli sonori a lungo termine Il calcolo del livello sonoro medio a lungo termine si esegue qualora sia verificata almeno una delle 2 condizioni di seguito specificate:

- distanza tra sorgente e ricettore maggiore di 40 m - ambienti con significativa influenza dell’effetto suolo sulla propagazione sonora, quali gli

ambiti extraurbani.

La determinazione del livello a lungo termine (Llongterm) richiede la caratterizzazione del livello sonoro in due condizioni meteorologiche specifiche (omogenea e favorevole alla propagazione) e l’introduzione di un fattore di ponderazione p, che quantifica l’incidenza nel lungo periodo di condizioni favorevoli alla propagazione. L’equazione del livello a lungo termine (22) si riferisce alla formulazione proposta dal metodo ad interim XPS 31-133, individuato dalla legislazione vigente [41]:

1010 10)1(10

24

1lg10

HF LL

longterm ppL dB (22)

dove:

LF è il livello calcolato o rilevato in condizioni favorevoli alla propagazione rappresentativo della variabilità delle emissioni sonore della sorgente specifica nei tre periodi di riferimento diurno, serale e notturno;

LH è il livello acustico calcolato o rilevato in condizioni omogenee di propagazione rappresentativo della variabilità delle emissioni sonore della sorgente specifica nei tre periodi di riferimento diurno, serale e notturno;

p è l’incidenza nel lungo periodo di condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione del rumore nella direzione sorgente-ricettore.

Nel caso in cui non si disponga di dati statistici sull’incidenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora, possono essere adottati i valori percentuali cautelativi di riferimento, riportati nel prospetto 9:

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Prospetto 9 Valori percentuali cautelativi di riferimento per la determinazione dell’incidenza di condizioni favorevoli alla propagazione sonora nei periodi diurno, serale e notturno

Periodo di riferimento Frazione p dell’anno solare per condizioni favorevoli alla propagazione sonora

Giorno (dalle ore 06 alle ore 20) p = 0,5

Sera (dalle ore 20 alle ore 22) p = 0,75

Notte (dalle ore 22 alle ore 06) p = 1 Per ulteriori indicazioni sulla determinazione delle condizioni medie annue di propagazione acustica è possibile fare riferimento al punto 8.2 ed al toolkit 21. 10.3.2. Combinazione dei livelli sonori concorrenti alla rumorosità ambientale La combinazione dei livelli concorrenti alla rumorosità ambientale si applica nei seguenti casi:

elaborazione delle mappe acustiche strategiche: i livelli di immissione ai ricettori generati dalle varie sorgenti sonore devono essere combinati per determinare l’esposizione globale al rumore e/o una previsione generale per l’agglomerato analizzato54;

mappe acustiche tematiche: la presenza di più sorgenti sonore dello stesso tipo (per esempio infrastrutture stradali) di pertinenza di differenti gestori (per esempio, ANAS, Autostrade, Enti locali, ecc.) richiede che i contributi dovuti alle varie sorgenti siano combinati per estrapolare le corrispondenti mappe tematiche.

La combinazione dei livelli sonori ai ricettori si esegue effettuando la somma energetica dei vari contributi:

N

i

LG

iL1

1,010lg10 dB (A) (23)

dove: LG è il livello globale, Li è il livello rilevato o calcolato per ciascuna delle sorgenti presenti (in termini di Lden o Lnight) e N è il numero di sorgenti che concorrono al livello sonoro complessivo.

Il livello sonoro complessivo può essere calcolato direttamente attraverso un modello di calcolo fornendo in ingresso al software previsionale tutte le informazioni relative alle diverse sorgenti presenti nell’area di analisi. Questa operazione si rende necessaria per l’elaborazione grafica delle mappe acustiche e mappe acustiche strategiche nella forma di mappe di rumore. In alternativa la mappa strategica può essere estrapolata sommando logaritmicamente i valori assunti dai livelli di pressione sonora su una griglia georeferenziata mediante l’utilizzo di strumenti GIS. Quest’ultima operazione richiede a rigore di operare su una stessa base cartografica e di calcolare i livelli di pressione sonora dovuti alle diverse

54 Questa valutazione non è obbligatoria, ma può essere utile per stimare l’impatto complessivo ai ricettori prodotto dalle diverse sorgenti.

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sorgenti di rumore su una griglia con uguale frequenza spaziale. In caso contrario, la sovrapposizione delle diverse mappe e la manipolazione dei dati che ne consegue conduce a dei risultati di accuratezza inferiore rispetto ai valori associati alle rispettive mappe di partenza.

Per l’elaborazione delle mappe di esposizione è sufficiente, invece, sommare logaritmicamente i contributi individuati sulle facciate degli edifici ed individuare le facciate maggiormente esposte. Questo tipo di elaborazione può essere svolta anche manualmente senza la necessità di ricorrere alla modellazione di tutte le sorgenti presenti nell’ambiente di calcolo. Anche in questo caso è consigliabile operare su una base cartografica comune e su punti di ricezione equamente spaziati, in maniera tale che i ricettori su cui si calcolano i livelli di rumore complessivi siano univocamente individuati.

La determinazione della popolazione esposta, del numero di unità abitative e della superficie soggetta a determinati intervalli di rumorosità procede secondo le modalità specificate nei paragrafi successivi.

10.3.3. Elaborazione delle mappe di conflitto

L’elaborazione delle mappe di conflitto può essere eseguita automaticamente, attraverso opportuni software di calcolo, confrontando i valori relativi agli indicatori di riferimento determinati in corrispondenza dei singoli edifici, o delle aree non edificate, con i limiti di rumore assegnati. Ad ogni mappa acustica o mappa acustica strategica corrisponde la relativa mappa di conflitto. Per agevolare l’individuazione delle aree critiche le mappe di conflitto che insistono su una medesima area55 possono essere fatte convergere in un’unica mappa in cui ad ogni edificio, o area non edificata, è assegnato il maggiore tra i valori di conflitto individuati.

10.3.3.1. Limiti di riferimento

Nota Alla data di emissione della presente specifica tecnica non sono ancora stati emanati i decreti sui criteri di conversione nei descrittori Lden - Lnight ed i relativi valori limite. Fino ad emanazione di tale decreti si utilizzano gli indicatori ed i valori limite stabiliti dalla legislazione nazionale vigente.

Nel caso di concorsualità di più sorgenti, il limite di riferimento che ciascuna sorgente deve rispettare si ottiene da una rimodulazione del valore limite assoluto di zona (Lzona), previsto dalla classificazione territoriale o dalle fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture56, in funzione del numero di sorgenti concorsuali. Il limite di soglia (Ls) a cui le singole sorgenti concorsuali devono riferirsi si calcola utilizzando l’equazione:

NLLs zona log10 dB (A) (24)

dove N è il numero di sorgenti concorsuali presenti nella medesima area critica. Nel prospetto 10 è riportato il decremento ((limite = Lzona – Ls) che si deve applicare al limite di zona per ottenere il livello di soglia Ls per valori di N compresi tra 2 e 5:

Prospetto 10 Valori decrementali da applicare al limite di zona per ottenere il livello di soglia Ls nel caso di N sorgenti concorsuali

55 Questa opzione può riferirsi sia a sorgenti dello stesso tipo che all’insieme delle sorgenti interne o esterne agli agglomerati che concorrono al livello complessivo di rumore (valutazione non obbligatoria). 56 Il limite da attribuirsi alle aree territoriali in cui si sovrappongono più fasce di pertinenza coincide con il limite di valore più elevato.

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N

(numero sorgenti concorsuali) limite

(Lzona – Ls) 2 3,0 3 4,8 4 6,0 5 7,0

Il contributo di una sorgente al livello di rumore complessivo può essere trascurato se il livello di rumore da essa immesso è inferiore di 10 dB(A) al livello della sorgente a cui è attribuito il massimo livello di immissione sonora e/o inferiore al livello di soglia calcolato per N = m-1, avendo indicato con m il numero complessivo di sorgenti concorsuali.

10.3.3.2. Determinazione dei contributi al rumore complessivo dovuti a sorgenti

concorsuali La valutazione del contributo di ciascuna delle sorgenti sonore che concorrono all’immissione di rumore in un punto ricettore si determina sulla base delle percentuali dell’attività di risanamento da ascrivere ad ogni sorgente. Le percentuali si calcolano applicando l’equazione (25) di seguito riportata:

10010

10

1

1.0

1.0

N

i

L

L

ii

i

P (%) (25)

dove Li = Li - Ls è il livello decrementale della sorgente i-esima ed Li il livello sonoro immesso dalla medesima sorgente. Se Li minore o uguale a 0 la sorgente non contribuisce al livello di rumore immesso al ricettore essendo il suo contributo inferiore al livello di soglia Ls. Il valore percentuale Pi, ottenuto a partire dai livelli decrementali delle sorgenti concorsuali stabilisce il contributo di ciascuna sorgente al livello di rumore stimato o rilevato al ricettore e l’entità della misura in cui il gestore di tale sorgente partecipa all’attività di risanamento.

10.3.4. Stima dell’esposizione a determinati valori degli indicatori di riferimento

10.3.4.1 Generalità Il calcolo della popolazione esposta consiste nella determinazione del numero di abitanti residenti negli edifici a cui sono assegnati valori di Lden ed Lnight ricadenti negli intervalli individuati dalla direttiva (prospetto 11). Prospetto 11 Intervalli di valori dei livelli Lden ed Lnight all’interno dei quali deve essere effettuato il calcolo della popolazione esposta

Parametro Intervallo (dB) Classe Lden da 55 a 59 1-Lden

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da 60 a 64 2- Lden da 65 a 69 3-Lden da 70 a 74 4- Lden

≥75 5- Lden da 50 a 54 1-Lnight da 55 a 59 2-Lnight da 60 a 64 3-Lnight da 65 a 69 4-Lnight

Lnight

≥70 5-Lnight I risultati del calcolo devono essere arrotondati al centinaio57. In conformità con la legislazione vigente [41], per le infrastrutture principali, si devono calcolare anche i seguenti dati:

- superficie totale esposta, espressa in kilometri quadrati, a livelli di Lden maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB;

- numero totale stimato, arrotondato al centinaio, di abitazioni e persone esposte ai livelli di rumore di cui al punto precedente.

10.3.4.2 Calcolo della popolazione e delle abitazioni esposte a predefiniti livelli di Lden ed Lnight

Il calcolo della popolazione e delle abitazioni esposte si diversifica in funzione delle informazioni che è possibile reperire sulla popolazione e le caratteristiche dell’edificato (tipologia e dimensioni geometriche); di seguito sono descritte alcune procedure caratterizzate da livelli di accuratezza decrescenti applicabili in relazione ai dati disponibili: - procedura 1: si applica quando è nota l’informazione anagrafica e si dispone di cartografia

vettoriale dell’edificato;

- procedura 2: si applica quando si dispone del dato statistico sulla popolazione e di cartografia vettoriale dell’edificato;

- procedura 3: si applica quando si dispone del dato statistico relativo ai metri quadrati per persona residente e di cartografia vettoriale dell’edificato corredata dell’informazione del numero di piani degli edifici;

- procedura 4: si applica quando si dispone soltanto del dato statistico sulla popolazione e della carta di copertura del suolo (per esempio Corine Land Cover). L’applicazione di questa procedura è lecita soltanto al di fuori degli agglomerati ed in casi estremi in cui non sia possibile reperire o realizzare in tempo utile la cartografia dell’edificato in formato vettoriale.

Le procedure da 1 a 4 possono essere applicate anche per il calcolo della popolazione e delle abitazioni presenti nelle aree critiche, facendo riferimento, in questo caso, non più alle classi di cui al prospetto 11 ma alle aree di conflitto. 57 Le cifre vanno arrotondate al centinaio per eccesso o per difetto (per esempio: per valori compresi da 5 150 a 5 249, si arrotonda a 5 200; per valori compresi da 50 a 149 si arrotonda a 100; per valori < 50 si arrotonda a 0). Il risultato deve essere espresso in centinaia.

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10.3.4.2.1 Procedura 1 Nel caso in cui si disponga dei dati anagrafici il numero di abitanti è noto per via e numero civico. Per ogni segmento in cui l’infrastruttura lineare è stata suddivisa e per ogni aeroporto il calcolo della popolazione esposta procede in maniera lineare sommando il numero di abitanti residenti negli edifici appartenenti alla classe j-esima di cui al prospetto 11:

mAclassej

m

iRN iclassej

1 (26)

dove: Aclassej è il numero di abitazioni complessivo ricadenti nell’intervallo di valori del livello di rumore

appartenente alla j-esima classe; Nclassej è il numero di abitanti complessivo ricadenti nell’intervallo di valori del livello di rumore

appartenente alla j-esima classe; m è il numero di edifici ricadenti nella j-esima classe; Ri è il numero di abitanti residenti in ciascuno degli edifici ricadenti nella classe j-esima. Per ogni segmento n in cui l’infrastruttura lineare è stata suddivisa e per ogni aeroporto, il calcolo delle abitazioni e della popolazione esposta a livelli di Lden maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB si ottiene aggregando i dati risultanti dal precedente calcolo:

Lden (dB) Abitazioni esposte Popolazione esposta Riferimento

≥55

5

155

jAAn classej

5

155

jNNn classej (27)

≥65

5

365

jAAn classej

5

365

jNNn classej (28)

≥75 575 classeAAn 575 classeNNn (29)

10.3.4.2.2 Procedura 2 Nel caso in cui si disponga soltanto dei dati statistici (dati del censimento ISTAT più recente, densità media di popolazione per aree o sottoaree comunali), l’assegnazione del numero di abitanti agli edifici ricadenti nelle aree appartenenti alle classi j di cui al prospetto 11 può essere effettuato applicando la seguente procedura: - per ogni area o sottoarea comunale (per esempio sezione censuaria) si individuano gli edifici

appartenenti alla categoria d’uso residenziale. Se la categoria dell’edificio non è nota devono essere considerati tutti gli edifici interni all’area considerata;

- nel caso in cui sia nota l’informazione tridimensionale dell’edificato, si determina il volume complessivo degli edifici presenti nell’area. Se, invece, si conosce soltanto la superficie delimitata dalla poligonale che descrive il perimetro dell’edifico, si determina la superficie totale occupata dagli edifici presenti58;

58 In questo caso il grado di accuratezza della stima è inferiore a quello che è possibile ottenere conoscendo il volume degli edifici.

i

n

iiTotale HSV

1

n

iiTotale SS

1

(30)

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54

dove: Si è la superficie del poligono corrispondente all’i-esimo edificio ricadente nella sezione di censimento; Hi è l’altezza dell’ i-esimo edificio ricadente nella sezione di censimento; n è il numero di edifici ricadenti nella sezione censuaria.

- si calcola la densità abitativa rispetto al volume totale degli edifici ricadenti nell’area

censuaria, se si conosce l’altezza dell’edificato, altrimenti si calcola la densità superficiale:

Totale

tiabiV V

Ndp tan

Totale

tiabiS S

Ndp tan (31)

dove:

Nabitanti è il numero di abitanti ricadenti nell’area censuaria.

- si determina il numero di abitanti NAi da associare all’i-esimo edificio:

iVAi VdpN iSAi SdpN (32) dove: Vi ed Si sono rispettivamente il volume e la superficie occupata dell’i-esimo edificio;

- si assegnano i valori così calcolati agli edifici presenti nell’area analizzata; - si ripete la procedura per ogni sezione censuaria, area o sotto-area comunale presente

nell’area oggetto di valutazione; - si prosegue con il calcolo della popolazione esposta adottando le stesse modalità individuate

nella procedura 1. 10.3.4.2.3 Procedura 3 Nel caso in cui si disponga del dato statistico relativo ai metri quadrati per persona residente acquisito presso gli uffici Comunali o dai dati del censimento ISTAT più recente, l’assegnazione del numero di abitanti agli edifici ricadenti nelle aree appartenenti alle classi j di cui al prospetto 11, può essere effettuato applicando la seguente procedura:

- per ogni area o sottoarea comunale (per esempio sezione censuaria) si individuano gli edifici appartenenti alla categoria d’uso residenziale;

- per ciascun edificio si determina la superficie abitativa totale

dove: S è la superficie del poligono corrispondente all’edificio; Np è il numero di piani dell’edificio.

- si determina il numero di abitanti NA da associare all’edificio:

Sabitativa totale = S x Np (33)

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55

Mq_pr

S totaleabitativa_AN (34)

dove: Sabitativa_totale è data dalla equazione (33); Mq_pr sono i metri quadrati per persona residente per l’area o sottoarea comunale

considerata;

- si assegnano i valori così calcolati agli edifici presenti nell’area analizzata; - si ripete la procedura per ogni sezione censuaria, area o sotto-area comunale presente

nell’area oggetto di valutazione; - si prosegue con il calcolo della popolazione esposta adottando le stesse modalità individuate

nella procedura 1. 10.3.4.2.4 Procedura 4 Questa procedura parte dall’ipotesi che il numero di abitanti e abitazioni siano noti a livello di sotto-area Comunale. In questo caso rientrano, per esempio, i dati ISTAT disponibili a livello di sezione censuaria. Si assume che la popolazione e le abitazioni non siano distribuite uniformemente sul territorio della sotto-area, ma che siano ripartite più o meno densamente a seconda della categoria di destinazione d’uso del territorio, rilevabile dalla carta di copertura del suolo (per esempio Corine Land Cover) associata a ciascuna zona. Alle classi individuate, perciò, è attribuito un peso secondo cui i parametri demografici sono distribuiti. La procedura di seguito descritta richiede l’utilizzazione di strumenti GIS e prevede lo svolgimento dei seguenti passi:

1. intersezione dello strato informativo relativo alle sotto-aree comunali (per esempio sezioni di censimento ISTAT) con la carta di uso del suolo (per esempio, CLC2000). Questa operazione individua per ogni sezione censuaria o sotto-area comunale un insieme di poligoni appartenenti a differenti classi di copertura del suolo;

2. calcolo della superficie di ciascun poligono risultante dall’operazione 1.

Le operazioni che seguono devono essere effettuate per ogni sotto-area (per esempio per ogni Sezione).

3. calcolo della superficie totale dei poligoni ricadenti in ciascuna delle n classi di copertura

del suolo. Il risultato deve essere moltiplicato per il peso pi della corrispondente classe; 4. calcolo della superficie pesata, Sp della sotto-area secondo la seguente equazione:

n

i

s

kikip spS

1 1

(35)

dove:

Sp è la superficie pesata; n è il numero di categorie individuate nella carta di copertura del suolo; s è il numero di poligoni della i-esima categoria di copertura del suolo; sik è la superficie del k-esimo poligono appartenente alla i-esima categoria di copertura del suolo;

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pi è il peso relativo all’ i-esima categoria di copertura del suolo59.

5. si determina la densità abitativa e di abitazioni per ogni insieme dei poligoni appartenenti alla i-esima classe di uso del suolo attraverso l’equazione 36.

p

totii S

tiAbiptiabidensità

tantan_

p

totii S

Abitazionipabitazionidensità _ (36)

dove Abitantitot ed Abitazionitot sono rispettivamente il numero totale di abitanti e di abitazioni di ogni sezione censuaria.

6. il calcolo della popolazione e degli edifici esposti agli intervalli di Lden e Lnight, di cui al prospetto 11, procede attraverso un’intersezione dei poligoni k individuati, con le aree corrispondenti agli intervalli di Lden e Lnight ottenuti dalle mappe di rumore;

7. si determina l’estensione superficiale dei poligoni contenuti in ciascuno degli intervalli di Lden e Lnight e si moltiplica la superficie per le densità ricavate con l’equazione (36) e precedentemente assegnate. La somma dei vari contributi restituisce il numero di abitazioni e di residenti interni agli intervalli di Lden e Lnight individuati.

8. Il calcolo delle abitazioni e della popolazione esposta a livelli di Lden maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB procede aggregando i dati ricavati al punto 7 in maniera analoga a quanto descritto nella procedura 1.

10.3.4.3 Calcolo della superficie esposta La superficie esposta ai vari livelli di Lden e Lnight può essere ricavata direttamente dalle mappe di rumore con i software. In alternativa, il calcolo della superficie esposta può essere effettuato in ambiente GIS andando a determinare la superficie dei poligoni che ricadono nelle aree delimitate dalle isolivello Lden corrispondenti agli intervalli indicati nel prospetto 10. 11. MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEI RISULTATI E FORMATI

Gli elaborati prodotti a seguito delle attività di mappatura acustica e mappatura acustica strategica devono essere predisposti secondo formati standardizzati, stabiliti dalle entità di “reporting” autorizzate, ed organizzati in strutture logiche che ne consentano una facile individuazione e consultazione. In particolare si distinguono due tipologie di presentazione dei dati:

- presentazione dei dati alla Commissione [32], [33]

- presentazione dei dati a supporto delle attività di controllo e validazione dei risultati conseguiti.

59 Per la determinazione dei pesi da attribuire alle diverse classi CORINE riferirsi ai dati suggeriti dalla letteratura di

settore (per esempio [24], [25]). Occorre, tuttavia, sottolineare che i pesi indicati sono stati dimensionati sulla base di studi condotti a livello Europeo, che, applicati in ambito locale, potrebbero produrre risultati con un diverso livello di accuratezza. In alternativa, è possibile determinare i pesi da attribuire alle classi CORINE utilizzando un campione di aree di cui sia nota la popolazione, individuando il set di pesi che minimizza la somma degli scarti quadratici medi tra il numero di abitanti reali e il numero di abitanti stimati con le espressioni di cui al punto 5.

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La prima tipologia di presentazione dei dati è obbligatoria. La seconda è a discrezione delle entità di raccolta dati e presentazione autorizzate e si attua secondo le modalità da esse individuate.

11.1. Struttura dei dati da trasmettere alla Commissione

I risultati delle elaborazioni devono essere trascritti in un documento di presentazione dei dati [32], [33] che identifica l'autorità responsabile della mappatura e la sorgente a cui si riferisce (infrastruttura di trasporto principale o agglomerato). Il documento di presentazione dei dati è costituito da una o più tabelle in cui sono contenute le seguenti informazioni:

- risultati della mappatura; - riferimenti alla copia elettronica del file contenente la tabella stessa; - riferimenti al file relativo al documento descrittivo che esplicita i metodi di calcolo e di

misura utilizzati, nonché i limiti di rumore da applicare alle sorgenti in relazione alle aree analizzate.

Per tabelle e documenti descrittivi il formato del metadato deve essere conforme alle indicazioni riportate nel documento “EEA Reportnet metadata specification”.

11.1.1. Le tabelle dati

I dati contenuti nella tabelle devono essere organizzati ed aggregati per unità di presentazione dei dati. Ogni unità di presentazione dei dati deve fornire un unico set di dati che si riferisce all’insieme delle infrastrutture gestite60. Nota 1 I dettagli delle informazioni da riportare nelle tabelle, distinte per infrastrutture principali di

trasporto ed agglomerati, sono indicati nelle tabelle DF4 (DF8) di [33] e riportati sinteticamente nei paragrafi successivi.

Per le infrastrutture di trasporto principali ogni unità di “reporting” si devono riportare i seguenti dati: a. identificativo dell’unità di “reporting” cercare;

b. popolazione esposta a livelli di Lden compresi da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e ≥75 dB. Negli stessi intervalli, se disponibile, deve essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

c. popolazione esposta a livelli di Lnight compresi da 50 dB da 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB e ≥70 dB. Negli stessi intervalli, se disponibile, deve essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

d. numero di abitazioni, popolazione e superficie esposta a livelli di Lden maggiori di 55 dB, 65 dB e 75 dB. Il dato si riferisce anche alle infrastrutture interne agli agglomerati;

e. riferimento al documento elettronico contenente le tabelle?

f. riferimento al documento descrittivo di cui al punto 11.1.2.

60 Con riferimento alle infrastrutture stradali e ferroviarie, il Ministero dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare richiede che siano forniti anche i dati disaggregati per singola infrastruttura,

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Per gli agglomerati deve essere predisposta una tabella per ogni tipologia di sorgente (strade, ferrovie, aeroporti, siti di attività industriale). Ciascuna tabella deve contenere le seguenti informazioni:

a. identificativo dell'agglomerato;

b. popolazione esposta a livelli di Lden compresi da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e ≥75 dB. Negli stessi intervalli, se possibile, dovrebbe essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

c. popolazione esposta a livelli di Lnight compresi da 50 dB a 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB e ≥70 dB. Negli stessi intervalli, se possibile, dovrebbe essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

d. popolazione esposta a livelli di Lden compresi da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 dB a 69 dB, da 70 dB a 74 dB e ≥75 dB riferita alle sorgenti principali incluse nell'agglomerato. Negli stessi intervalli, se possibile, dovrebbe essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

e. popolazione esposta a livelli di Lnight compresi da 50 dB a 54 dB, da 55 dB a 59 dB, da 60 dB a 64 dB, da 65 a 69 dB e ≥70 dB riferita alle sorgenti principali incluse nell'agglomerato. Negli stessi intervalli, se possibile, dovrebbe essere indicato il numero di residenti che occupano abitazioni dotate di insonorizzazione o di una facciata silenziosa;

f. riferimento al documento descrittivo di cui al punto 11.1.2.

11.1.2. Formato e contenuti della documentazione descrittiva La documentazione descrittiva deve comprendere una relazione sintetica che illustri le procedure e modalità tecniche adottate per l’elaborazione delle mappe acustiche. I contenuti della relazione devono includere almeno i seguenti aspetti:

- descrizione delle caratteristiche della base cartografica impiegata per eseguire la mappatura: tipologia e risoluzione;

- descrizione dei dati inerenti le caratteristiche di emissione della sorgente forniti in ingresso al modello di calcolo: rappresentatività annuale del dato ed incertezza associata;

- modello di calcolo utilizzato per eseguire la stima dei livelli di rumore;

- software utilizzato (denominazione commerciale) e relativa versione;

- modalità di calcolo dei livelli di rumore a lungo termine (influenza delle condizioni meteorologiche);

- modalità di rilievo dei livelli di rumore (nel caso in cui la mappatura sia stata eseguita con l’ausilio di rilievi fonometrici);

- procedura di taratura del modello (nel caso in cui siano stati effettuati rilievi fonometrici);

- procedure di calcolo per la stima della popolazione esposta;

- incertezza dei risultati associati alle mappe;

- limiti di rumore applicabili alle aree mappate.

La documentazione descrittiva deve essere predisposta in formati di tipo non editabile, preferenzialmente (*.pdf) o (*.tif) multipagine.

11.2. Criteri per la definizione della struttura di “reporting” a supporto delle attività di controllo e validazione dei risultati

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Le attività di controllo e validazione dei risultati richiedono la trasmissione di dati e strati informativi di dettaglio non contenuti nel documento di “reporting” per la Commissione61. L'elevata mole di informazioni richieste da queste attività necessita di una struttura dati più complessa che può pensarsi composta da due macrostrutture di base: - elementi descrittivi della struttura di dati: contiene documenti di tipo descrittivo in formato

non editabile (relazioni, elenchi, schede, ecc.) ed un database con le informazioni inerenti gli elaborati consegnati e la loro collocazione fisica nei supporti provvisti;

- dati: contiene documenti di tipo descrittivo e gli strati informativi con i risultati e le informazioni attinenti alle attività di mappatura.

11.2.1. Elementi descrittivi della struttura dati La macrostruttura “Elementi descrittivi della struttura dati” contiene documenti di tipo descrittivo (relazioni, elenchi, schede, ecc.) che illustrano l’architettura del sistema informativo impiegato per la memorizzazione e trasmissione dei dati. La documentazione deve includere anche un elenco dei contenuti di ciascun supporto (per esempio CD/DVD) impiegato per memorizzare gli elaborati. La documentazione descrittiva deve essere predisposta in formati di tipo non editabile, preferenzialmente (*.pdf) o (*.tif) multipagine. Nella parte iniziale di ogni documento deve essere previsto un indice generale che consenta, attraverso un collegamento ipertestuale, l’accesso alle diverse parti del documento stesso.

11.2.1.1. Elenco degli elaborati Per facilitare la ricerca e la lettura degli elaborati, tutti i documenti memorizzati nei supporti trasmessi devono essere elencati in una tabella o inseriti in una database che consenta una rapida reperibilità delle informazioni concernenti i dati inviati. Di seguito sono indicati i campi che devono essere inclusi nella tabella o nel database:

- codice univoco identificativo del file;

- titolo dell’elaborato;

- nome del file;

- tipologia del file (strato informativo, metadato, allegato);

- descrizione del File;

- scala di rappresentazione (solo per la documentazione grafica);

- percorso per accedere direttamente al file;

- estensione del file;

- data di emissione del file originario;

- indicazione del supporto (per esempio CD/DVD) in cui è contenuto il file.

11.2.2. Dati

61 La struttura dati e le informazioni suggerite in questa Linea Guida non sono obbligatorie e costituiscono una traccia alla quale le autorità competenti possono attenersi per consentire di uniformare le modalità di strutturazione e trasmissione dei dati.

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La macrostruttura “dati” contiene:

- i documenti di tipo descrittivo che illustrano procedure e modalità adottate per l’elaborazione delle mappe acustiche;

- gli strati informativi con i risultati e le informazioni attinenti alle attività di mappatura acustica.

11.2.2.1. Documenti di tipo descrittivo La documentazione descrittiva comprende una relazione sintetica che illustra le procedure e modalità tecniche adottate per l’elaborazione delle mappe acustiche. La relazione deve includere i contenuti indicati nel punto 11.1.2 ed in aggiunta le procedure adottate per:

- la stima dei livelli di rumore prodotti dalla sovrapposizione delle diverse sorgenti (elaborazione delle mappe strategiche);

- la descrizione delle caratteristiche del terreno (uso del suolo) nell’intorno dell’infrastruttura. I documenti di tipo descrittivo devono essere elaborati in formato (*.pdf) o (*.doc).

10.2.2.2 Strati informativi62 Con “strato informativo” si intende l'unità base della gestione dei dati che definisce attributi posizionali e tematici per gli elementi di mappa di una data area. A supporto di ogni strato informativo è collegato un documento descrittivo (metadato) che riporta l’insieme delle informazioni associate al dato contenuto nello strato informativo. Lo stesso strato informativo può richiamare al suo interno altri documenti di supporto (allegati) ad esso direttamente correlati. Strato informativo, metadato ed allegati associati allo strato informativo devono essere contenuti nel medesimo supporto e all’interno di una stessa cartella, con la medesima nomenclatura, fatta eccezione per il suffisso finale, come mostrato nell’esempio di figura 3:

62 Per ulteriori delucidazioni su strati informativi e sistema di riferimento da adottare si rimanda all’appendice E.

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Figura 3 Organizzazione della cartella contenente lo strato informativo

Nome strato informativo (strato informativo) Nome strato informativo_M (metadato) Nome strato informativo_Axxx (allegati: possono essere presenti più allegati all’interno

della cartella di uno stesso strato informativo)

10.2.2.2.1 Elenco degli strati informativi di supporto al controllo e alla validazione dei risultati Per coadiuvare il controllo e la validazione dei risultati si deve trasmettere alle autorità competenti strati informativi in grado di fornire informazioni di dettaglio sulle caratteristiche della sorgente e l’ambiente di propagazione. È lasciata alle autorità competenti la definizione delle informazioni da trasmettere. Indicativamente si riporta di seguito un elenco degli strati informativi utili alle attività di cui sopra:

a) agglomerato - Strato informativo contenente la perimetrazione dell'agglomerato. Gli attributi associati a questo strato informativo devono contenere dati su: identificazione dell'agglomerato, numero di abitanti e superficie coperta;

b) edifici ed aree – Strato informativo contenente i poligoni corrispondenti ai ricettori interni alle aree mappate: edifici, parchi pubblici ed aree esterne destinate ad attività ricreative. Gli attributi associati a questo strato informativo devono contenere dati su:

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ubicazione, altezza degli edifici, classe acustica (zonizzazione), limiti di rumore associati, numero di residenti;

c) ostacoli - Strato informativo contenente gli ostacoli alla propagazione del suono. Gli attributi da associare a questo strato informativo comprendono almeno le informazioni relative all’altezza ed alla lunghezza dell’ostacolo. Se noto può essere aggiunto il dato sul coefficiente di assorbimento e/o sul materiale di cui è costituito l’ostacolo;

d) strade – Strato informativo contenente gli assi stradali mappati. Gli attributi da associare a questo strato informativo si riferiscono a: identificazione dell’asse stradale e del segmento mappato, lunghezza del segmento e flusso veicolare medio annuo. Se il flusso veicolare medio annuo non è noto possono essere inseriti i valori minimo e massimo rilevati. Se noto può essere aggiunto il dato sulla tipologia della pavimentazione stradale;

e) ferrovie - Strato informativo contenente gli assi ferroviari mappati. Gli attributi da associare a questo strato informativo si riferiscono a: identificazione dell’asse ferroviario e del segmento mappato, lunghezza del segmento e flusso medio annuo. Se noto può essere aggiunto il dato sul sedime ferroviario;

f) aeroporti - Strato informativo contenente l’area aeroportuale e le piste. Gli attributi da associare a questo strato informativo si riferiscono a: identificazione dell’aeroporto, numero delle piste e traffico medio annuo;

g) siti di attività industriale – Strato informativo contenente la perimetrazione dei siti di attività industriale. Gli attributi da associare a questo strato informativo si riferiscono a: identificazione del sito industriale e delle attività svolte negli stabilimenti compresi nell’area;

h) ricettori – Strato informativo contenente i punti in cui sono stati individuati i valori di Lden e Lnight rappresentativi dei livelli per singola abitazione o edificio. A questo strato informativo sono associati gli attributi relativi ai valori di Lden e Lnight calcolati in ciascun punto. Negli agglomerati si deve produrre uno strato informativo per ogni sorgente mappata (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale);

i) isolivello Lden – Strato informativo contenente i poligoni relativi ai valori di Lden che sono compresi negli intervalli da 55 dB a 60 dB, da 60 dB a 65 dB, da 65 dB a 70 dB, da 70 dB a 75 dB e ≥ 75 dB. Negli agglomerati si deve produrre uno strato informativo per ciascuna delle sorgenti mappate (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale);

j) isolivello Lnight – Strato informativo contenente i poligoni relativi ai valori di Lnight che sono compresi negli intervalli da 50 dB a 55 dB, da 55 dB a 60 dB, da 60 dB a 65 dB, da 65 dB a 70 dB e ≥70 dB. Negli agglomerati si deve produrre uno strato informativo per ciascuna delle sorgenti mappate (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale);

k) griglia – Strato informativo contenente i punti della griglia in cui sono stati calcolati i valori di Lden e Lnight. La tabella degli attributi contiene i valori di Lden e Lnight calcolati nei punti della griglia. Si deve produrre uno strato informativo per ciascuna delle sorgenti mappate (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale).

11.2.2.2. Formato del metadato Per consentire un’agevole gestione dei dati trasmessi si deve che i dati geospaziali (GIS) e i documenti descrittivi siano accompagnati da informazioni di supporto (metadato). In relazione alla tipologia di dato trasmesso sono individuati due diversi schemi di riferimento raccomandati dalla European Environment Agency (EEA):

- “EEA Reportnet metadata specification”per tabelle e documenti descrittivi;

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- “EEA GIS metadata specification” per i dati geospaziali (shapefile). 11.2.2.3. Formato allegati grafici La cartella Strati informativi può contenere degli allegati grafici63 che visualizzano le mappe acustiche e mappe acustiche strategiche predisposte. Gli elaborati grafici devono includere i contenuti riportati nel prospetto 12. Prospetto 12 Contenuti degli allegati grafici.

Allegato grafico Contenuto

Mappe acustiche dell’ area relative agli indicatori

Lden e Lnight

- Perimetro dell’area mappata - Curve isolivello Lden 55 dB, 60 dB, 65 dB, 70 dB,

75 dB; - Curve isolivello Lnight 50 dB, 55 dB, 60 dB, 65 dB e

70 - Edifici - Infrastrutture (strade/ferrovie/aeroporti) - Aree silenziose - Ricettori sensibili (scuole, ospedali, case di cura

ecc.) - Siti di attività industriale (solo per gli agglomerati) - Toponimi - Perimetro dell’agglomerato (per le infrastrutture

esterne agli agglomerati) - Centri abitati con relativi toponimi (per le

infrastrutture esterne agli agglomerati) - Confini amministrativi con relativi toponimi

(comuni, province, regioni)

- Il formato dell’elaborato grafico deve essere conforme agli standard (A0, A1, A2, A3, A4). È consigliabile l’utilizzo di un formato che ottimizzi il numero di mappe prodotte.

- La scala di rappresentazione delle mappe è 1:10 000 o maggiore (per esempio 1:5 000) se la leggibilità della mappa lo richiede.

- Le mappe devono riportare un cartiglio che contenga almeno le seguenti informazioni: soggetto responsabile della mappatura, codice identificativo dell’infrastruttura o dell’agglomerato, codice itinerario internazionale (solo per le strade), nome dell’infrastruttura o dell’agglomerato, codice del segmento o/e progressive chilometriche di inizio e fine segmento (solo per le infrastrutture lineari), Regione di appartenenza, Comuni interessati, scala di rappresentazione, legenda, nord.

- Le mappe possono riportare uno sfondo cartografico di riferimento (per esempio CTR, ortofoto, ecc.), compatibilmente con la leggibilità della mappa stessa.

63 Gli allegati grafici non sono strettamente necessari. Tutte le informazioni utili per ricostruire lo scenario di riferimento sono incluse negli strati informativi trasmessi. Gli allegati grafici possono essere di aiuto per rendere più rapida la verifica degli elaborati e per l’informazione al pubblico.

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- Sono ammessi i formati (*.pdf), (*.tif) o (*.dwf). Il formato (*.jpg) può essere utilizzato solo in casi eccezionali e con una definizione maggiore o uguale a 300 dpi. I file non devono essere compressi (*.zip, *.rar, ecc.).

Per quanto concerne la scala cromatica da adottare fare riferimento alla UNI 9884 (vedere prospetto 13): Prospetto 13 Scala cromatica suggerita dalla UNI 9884 per la rappresentazione delle mappe di rumore

Intervallo di rumore dB(A)

Colore

Da 40 a 45 Verde scuro da 45 a 50 Giallo da 50 a 55 Ocra da 55 a 60 Arancione da 60 a 65 Vermiglio da 65 a 70 Carminio da 70 a 75 Rosso violetto

>75 Blu 11.3. Informazione al pubblico

La divulgazione dei risultati della mappatura acustica e mappatura acustica strategica deve garantire alcuni requisiti di base ed essere veicolata attraverso strumenti idonei a raggiungere il pubblico in maniera immediata e facilmente accessibile.

Di seguito sono elencati i requisiti a cui ci si deve attenere affinché l’informazione al pubblico risulti efficace. In particolare l’informazione deve: a) essere chiara, comprensibile e accessibile; b) riguardare gli aspetti salienti delle mappature, in particolare quelli di maggior interesse

per i diversi destinatari; c) prevedere una suddivisione per aree territoriali (Comune, Provincia, Regione); d) includere diversi livelli di approfondimento, anche in relazione ai vari destinatari

dell’informazione; in particolare è consigliabile, ove opportuno, effettuare una sintesi degli elaborati prodotti;

e) riportare la fonte da cui provengono i dati e la data a cui essi si riferiscono. f) essere validata e riportare i riferimenti del soggetto giuridico che ha operato la

validazione; g) essere diffusa in maniera coerente, anche in relazione ai diversi gradi approfondimento; h) prevedere procedure di “feed back” da parte del pubblico, che consentano di monitorare

l’effettivo accesso all’informazione da parte dei soggetti interessati, sia in termini quantitativi che qualitativi: numero di accessi alle diverse tipologie di dati per categorie di soggetti (privati cittadini, enti, associazioni, ecc.).

i) essere fornita gratuitamente, a meno dell’eventuale costo di produzione del supporto e di richieste particolari che non rientrino tra i prodotti previsti.

j) essere resa disponibile in modo tempestivo per consentire la diffusione dei risultati in occasione delle scadenze previste dalla legislazione vigente [41], l’aggiornamento

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periodico (per esempio annuale) sulle azioni o revisioni in corso e la pianificazione di momenti informativi “una tantum” su specifici argomenti.

Per quanto riguarda i contenuti dell’informazione si rimanda al punto 4.3.2. Ulteriori indicazioni sull’informazione al pubblico sono contenute in [34]. 11.3.1. Modalità di comunicazione al pubblico

La diffusione dei risultati delle attività di mappatura deve essere garantita a tutte le fasce di cittadini mediante modalità di comunicazione facilmente accessibili, sia di tipo tradizionale che elettronico (web, CD, DVD, ecc.). La diffusione al pubblico può essere attuata tramite: - siti web della pubblica Amministrazione; - siti web delle Agenzie Ambientali (ARPA, ISPRA) - siti web dei soggetti responsabili della mappatura, per la parte di informazione di loro

competenza; - link ai suddetti siti da portali web di gruppi o associazioni ambientaliste, o di Enti,

Organizzazioni e soggetti che, a diverso titolo, ne facciano richiesta; - supporti informatici (per esempio CD, DVD) a scuole, università, biblioteche,

associazioni, ecc.; - dibattiti e incontri pubblici di presentazione.

11.4. Dati a supporto dell’elaborazione dei piani di azione Le mappe di conflitto, elaborate a supporto dei piani di azione, sono costituite da aree, dette di conflitto, caratterizzate dallo stesso intervallo di superamento dei limiti. Gli intervalli di superamento hanno ampiezza di 5 dB. Ogni area di conflitto è rappresentata da un poligono. L’insieme delle aree, in formato poligonale, costituisce lo strato informativo delle aree di conflitto. Gli attributi allegati a questo strato informativo comprendono per ogni poligono:

- il valore dell’intervallo di superamento che caratterizza l’area; - l’identificativo delle sorgenti che concorrono a generare il superamento; - la popolazione e gli edifici esposti all’interno dell’area di conflitto; - il numero dei ricettori sensibili eventualmente presenti all’interno dell’area di conflitto, - la superficie dell’area, in kilometri per metro quadrato.

A completamento della mappa di conflitto devono essere forniti le seguenti informazioni da aggiungere agli strati informativi esistenti:

a) ricettori critici - Strato informativo contenente i punti in cui sono stati individuati i valori critici di LAeqd, LAeqn e LVA rappresentativi dei livelli per singola abitazione o edificio. A questo strato informativo sono associati gli attributi relativi ai valori di LAeqd, LAeqn e LVA

ed i superamenti in ciascun punto;

b) griglia di conflitto orizzontale - Strato informativo contenente i punti della griglia in cui sono stati calcolati i conflitti. La tabella degli attributi contiene i valori di LAeqd, LAeqn, LVA e i valori di conflitto calcolati nei punti della griglia. Si deve produrre uno strato informativo per ciascuna delle sorgenti mappate (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale);

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c) griglia di conflitto verticale - Strato informativo contenente i punti della griglia in cui sono stati calcolati i conflitti sul piano verticale. La tabella degli attributi contiene i valori di LAeqd, LAeqn, LVA e i valori di conflitto calcolati nei punti della griglia. Si deve produrre uno strato informativo per ciascuna delle sorgenti mappate (strade, ferrovie, aeroporti e siti di attività industriale);

d) zonizzazione e fasce di pertinenza acustica – Strato informativo di tipo poligonale in cui sono individuate le aree corrispondenti alla zonizzazione e alle fasce di pertinenza. La tabella degli attributi contiene il dato relativo al limite di rumore associato.

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APPENDICE A (informativa) Procedure metodologiche per l’acquisizione dei dati funzionali alla mappatura acustica. La presente appendice riporta le procedure metodologiche tratte dalla linea guida “Good Practice Guide for strategic noise mapping and the production of associated data on noise exposure” (WG-AEN) 64 per l’acquisizione dei dati funzionali alla mappatura acustica.

Toolkit 1: Area da mappare

Tipo di situazione Procedura applicabile

Agglomerati Procedura 1

Strade principali Procedura 2

Assi ferroviari principali Procedura 3

Aeroporti principali Procedura 4

Toolkit 1- Procedura 1: Agglomerati

L’area che deve essere mappata è quella compresa all’interno dei confini che delimitano l’agglomerato stesso.

64 Il documento è disponibile al sito dell’Unione Europea http://ec.europa.eu/environment/noise/mapping.htm

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Toolkit 1- Procedura 2: Strade principali

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Determinazione dell'estensione dell'area da mappare

In prima approssimazione l’ampiezza dell’area da mappare può essere determinata stimando la distanza (d) dall’infrastruttura a cui si trova la curva isolivello Lden = 55 dB, in condizioni di campo libero, in funzione dei livelli di emissione della sorgente 65.

L’ampiezza dell’area da mappare può essere ulteriormente ridotta se si tengono in considerazione altri fattori che influenzano la propagazione sonora: la presenza degli edifici (stima della distanza in funzione della densità dell’edificato) e la pendenza laterale del terreno su cui è posta l’infrastruttura stradale (stima della distanza in funzione della pendenza)66.

Stima dell’area da mappare in relazione alla densità dell’edificato:

L’ampiezza dell’area da mappare può essere ridotta rispetto alla distanza d stimata con la procedura cautelativa esposta al punto precente, se si tiene conto dell’effetto schermante prodotto dall’edificato. Nel grafico 1 di seguito mostrato sono tracciate delle curve che descrivono al variare del flusso veicolare (TGM) e della densità dell’edificato, la distanza della isolivello Lden= 55 dB67.

Nel graficare queste curve sono state effettuate delle precise ipotesi sulla distrubuzione dei flussi di traffico, la percentuale di veicoli pesanti e la velocità nei periodi di riferimento, come riportatato in tabella 168:

Tabella 1

Periodo di riferimento

P% volume di traffico

P% veicoli pesanti

Velocità (Km/h)

Giorno (06÷20:00)

83 20 100

Sera (20:00÷22.00)

6 15 100

Notte (22:00÷06)

11 10 100

Grafico 1 - Densità dell'edificato -

Distanza isofonica Lden 55 dB(A) vs TGM

0

500

1000

1500

2000

2500

7500 15000 30000 60000 120000

TGM (veicoli/giorno)

Dis

tan

za i

sofo

nic

a L

den

55

dB

(A)

(m)

Densità 0.00

Densità 0.12

Densità 0.16

Densità 0.34

Densità 0.40

Densità 0.60

Le curve tracciate nel grafico sono indicative. Per distribuzioni dei volumi di traffico che differiscono in maniera sistanziale si deve procedere ad una nuova stima. Questa considerazione vale in particolare per le sorgenti di tipo autostradale.

Stima dell’area da mappare in funzione della pendenza trasversale della sezione stradale:

La distanza della isolivello 55 dB può diversificarsi anche in funzione della tipologia di sezione stradale. Nel caso di strade in trincea o a mezzacosta, l’ampiezza dell’area da mappare può variare in funzione della pendenza. I grafici 2 e 3 riportati di seguito, consentono di ricavare, nelle ipotesi di cui alla tabella 1, la distanza minima della isolivello Lden = 55 dB in funzione dei volumi di traffico (TGM).

- Pendenza laterale (lato valle) -Distanza isofonica Lden 55 dB(A) vs TGM

0

500

1000

1500

2000

2500

7500 15000 30000 60000 120000

TGM (veicoli/giorno)

Dis

tan

za i

sofo

nic

a L

den

55

dB

(A)

(m)

Pendenza 0°

Pendenza 20°

Pendenza 40°

Pendenza 60°

- Pendenza laterale (lato monte) -Distanza isofonica Lden 55 dB(A) vs TGM

0

500

1000

1500

2000

2500

7500 15000 30000 60000 120000

TGM (veicoli/giorno)

Dis

tan

za i

sofo

nic

a L

den

55

dB

(A)

(m)

Pendenza 0°

Pendenza 20°

Pendenza 40°

Pendenza 60°

Grafico 2 Grafico 3

65 L’area così individuata potrebbe non includere i ricettori sensibili (definiti secondo la normativa nazionale) che dovessero essere

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Screening della rete da mappare: estensione longitudinale dell'area da mappare

Limitatamente alle infrastrutture extraurbane, dove la presenza di tratte estese non edificate rende inutilmente dispendiosa l'elaborazione di mappe acustiche, è possibile effettuare un'ulteriore operazione di scrematura che consente di circoscrivere l'area di analisi alle aree edificate.

L'operazione di scrematura può essere eseguita in ambiente GIS andando ad intersecare lo strato informativo Corine Landcover relativo alle aree edificate con le fasce di territorio delimitate dalla isolivello Lden 55 dB(A) determinate con la procedura metodologica prima descritta.

Le aree derivanti da questa intersezione individuano le zone in cui effettuare l'elaborazione delle mappe acustiche.

Toolkit 1- Procedura 3: Linee ferroviarie principali

Si applica la procedura 2, con le dovute modificazioni (correlazione tra traffico giornaliero medio ed ampiezza dell’area da mappare)

Toolkit 1- Procedura 4: Aeroporti principali

L’area minima da mappare comprende tutto il territorio incluso all’interno del confine aeroportuale, indipendentemente dal livello sonoro rilevato. Se i valori di rumorosità stimati al di fuori di tale confine superano 55 dB(A), si deve estendere la mappatura fino alla isolivello Lden 55 dB(A).

Toolkit 2: Flusso di traffico stradale

Informazioni disponibili sui flussi di traffico Procedura applicabile

Dati sui flussi diurni, serali e notturni Nessuna procedura necessaria

Flussi di traffico orari Procedura 1

Flussi di traffico diurni e notturni Procedura 2

Dato globale relativo ad un solo giorno feriale Procedura 3

Dati relativi ad un giorno per l’intero arco delle 24 ore Procedura 2

Dati relativi ad una settimana o ad un periodo più lungo Procedura 4

Assenza di informazioni Procedura 5

Toolkit 2 - Procedura 1: Flussi di traffico orari

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Sommare i dati orari individuali per determinare i valori relativi ai periodi diurno, serale e notturno

Medio-bassa <0,5 dB Basso

situati ad una distanza dall’infrastruttura maggiore rispetto a quella della isofonica Lden = 55 dB. 66 Alcuni metodi di calcolo hanno un limite di di applicabilità legato alla distanza. Per esempio nel caso di XP S 31-133, la validità è limitata a 800 m. 67 La densità dell’edificato viene calcolata come il rapporto fra la superficie totale occupata dagli edifici e la corrispondente superficie lorda. 68 I dati riportati in tabella 1 sono stati desunti da informazioni sul traffico raccolte sulla rete stradale statale della Regione Lombardia.

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Toolkit 2 - Procedura 2: Flussi di traffico diurni e notturni, o relativi ad una giornata di 24 ore

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Se si conosce la distribuzione oraria dei dati nelle 24 h, sommare i dati orari per determinare i valori diurno, serale e notturno

Medio-bassa 1 dB69 Medio-basso

Se la distribuzione oraria dei dati non è nota, applicare le indicazioni di seguito riportate:

Elevata 1 dB70 Medio-basso

Esempi

Con riferimento alla durata standard dei periodi di riferimento:

diurno (14 h: dalle ore 06 alle ore 20), serale (2 h: dalle ore 20 alle ore 22), notturno (8 h: dalle ore 22 alle ore 6)

Conteggi eseguiti per 16 h nel periodo diurno e per 8 h nel periodo notturno:

Traffico diurno = 14/16 del flusso complessivo rilevato nelle 16 h Traffico serale = 2/16 del flusso complessivo rilevato nelle 16 h Traffico notturno = 8/8 del flusso complessivo nelle 8 h del periodo notturno

Conteggi eseguiti per 14 h nel periodo diurno e per 10 h nel periodo notturno:

Traffico diurno = 14/14 del flusso complessivo rilevato nelle 14 h Traffico serale = 2/10 del flusso notturno Traffico notturno = 8/10 del flusso complessivo nelle 8 ore del periodo notturno

Conteggi eseguiti per 12 h nel periodo diurno e per 12 h nel periodo notturno:

Traffico diurno = 12/12 del flusso diurno + 2/12 dell flusso notturno Traffico serale = 2/12 del flusso rilevato nelle 12 del periodo notturno Traffico notturno = 8/12 del flusso complessivo nelle 12 h del periodo notturno

69 L’incertezza dipende dall’accuratezza nella stima dei valori veri diurni/notturni. Qui si è assunto un margine di errore del 30%. 70 L’accuratezza dipende fortemente dalla distribuzione: il metodo è molto accurato purché il periodo di campionamento coincida con le classi temporali indicate; il metodo è molto più inaccurato sui valori aggregati calcolati dai conteggi diurni e notturni.

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Conteggi giornalieri71:

Traffico diurno = 70% del flusso giornaliero conteggiato Traffico serale = 20% del flusso giornaliero conteggiato Traffico notturno = 10% del flusso giornaliero conteggiato

Medio-bassa 1 dB Basso

Toolkit 2 - Procedura 3: Flussi di traffico rilevati in un giorno feriale

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire i conteggi di traffico per ciascuno dei tre periodi diurno, serale e notturno durante i fine settimana

Elevata <0,5 dB Elevato

Selezionare tratti di strada in cui eseguire i conteggi; estrapolare la distribuzione dei flussi sulle altre strade dello stesso tipo

Elevata <0,5 dB Medio-alto

Utilizzare i dati statistici sui flussi di traffico ufficiali per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi sulle strade di cui non si conosce l’entità del traffico

Medio-bassa <0,5 dB Basso

Utilizzare altri dati statistici sui flussi di traffico per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi sulle strade di cui non si conosce l’entità del traffico

Medio-bassa <0,5 dB Basso

Utilizzare il dato relativo al giorno feriale anche per il fine settimana

Bassa 1 dB Basso

Toolkit 2 - Procedura 4: Dato aggregato su 7 giorni (o periodi più lunghi)

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Dividere il dato relativo al periodo in cui è stato eseguito il conteggio per i giorni costituenti il periodo di rilevamento, poi utilizzare la procedura 2

Bassa 1 dB Basso

Toolkit 2 - Procedura 5: Dati di traffico non disponibili

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire i conteggi di traffico per ciascuno dei tre periodi diurno, serale e notturno

Elevata <0,5 dB Elevato

Selezionare tratti di strada in cui eseguire i conteggi; estrapolare la distribuzione dei flussi sulle altre strade dello stesso tipo

Elevata 2 dB Medio-alto

Utilizzare i dati statistici ufficiali sui flussi di traffico per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi sulle strade di cui non si conosce l’entità del traffico

Medio-bassa 4 dB Basso

Utilizzare altri dati statistici sui flussi di traffico per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi sulle strade di cui non si conosce l’entità del traffico.

Medio-bassa 4 dB Basso

71 Le percentuali indicate sono basate su un’analisi di molti anni di conteggi del traffico eseguiti con dispositivi di monitoraggio automatico installati sulle principali strade di Berlino (Germania).Le percentuali indicate possono pertanto variare localmente in funzione della tipologia di strada e dei flussi di traffico effettivi. Per le strade statali della Lombardia la distribuzione dei flussi di traffico è riportata nella tabella 1 del toolkit 1.

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73

Toolkit 3: Velocità media del traffico stradale

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Dati sulla velocità nei periodi diurno, serale e notturno Nessuna procedura necessaria

Dati orari di velocità Procedura 1

Dati relativi alle velocità nei periodi diurno e notturno Procedura 2

Dati di velocità relativi ad un periodo di 18 h, un giorno completo (o un periodo di lunghezza maggiore)

Procedura 3

Dati rilevati in giorni feriali Procedura 4

Assenza di informazioni Procedura 5

Toolkit 3 - Procedura 1: Dati orari di velocità

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire la media aritmetica utilizzando i dati orari individuali per determinare i valori relativi ai periodi diurno, serale e notturno

Bassa <0,5 dB Basso

Toolkit 3 - Procedura 2: Dati relativi alle velocità nei periodi diurno e notturno

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare i dati diurni per il giorno e la sera

Utilizzare i valori notturni per la notte Bassa <0,5 dB Basso

Toolkit 3 - Procedura 3: Velocità relative ad un periodo di 18 h, 24 h o più

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare il dato per il giorno e la sera

Utilizzare il limite di velocità per il periodo notturno Bassa 1 dB Basso

Toolkit 3 - Procedura 4: Velocità nei giorni feriali

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare la procedura 5 per raccogliere i dati relativi al fine settimana

Dipende dal metodo utilizzato

Utilizzare il dato feriale anche per il fine settimana Bassa <0,5 dB Basso

Toolkit 3 - Procedura 5: Dati sulla velocità non disponibili

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Misurare la velocità dei veicoli attraverso idonee tecnologie di rilievo Elevata <0,5 dB Elevato

Misurare il tempo impiegato dai veicoli per percorrere un tratto di strada di lunghezza nota e calcolare la velocità media del traffico

Elevata <0,5 dB Medio-alto

Determinare la velocità media del traffico guidando in mezzo al flusso di traffico che procede con andatura media

Elevata 1 dB Medio-alto

Utilizzare il limite di velocità Medio-bassa 2 dB Medio-

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basso

Ipotizzare una velocità media del traffico basata sull’esperienza acquisita su strade simili

Bassa 2 dB Basso

Toolkit 4:Composizione del flusso di traffico

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Percentuale dei veicoli pesanti nei periodi diurno, serale e notturno Nessuna procedura necessaria

Percentuale oraria dei veicoli pesanti su un periodo di 24 h Procedura 1

Percentuale dei veicoli pesanti nei periodi diurno e notturno Procedura 2

Percentuale dei veicoli pesanti relativa ad un giorno completo (o un periodo di lunghezza maggiore)

Procedura 3

Percentuale dei veicoli pesanti relativa a giorni feriali Procedura 4

Assenza di informazioni Procedura 5

Toolkit 4 - Procedura 1: Percentuale oraria dei veicoli pesanti su un periodo di 24 h

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Determinare i conteggi relativi ai veicoli pesanti sulla base delle percentuali e sommare i contributi orari per ricavare i valori percentuali relativi ai periodi diurno, serale e notturno

Medio-bassa <0,5 dB Medio-basso

Toolkit 4 - Procedura 2: Percentuale dei veicoli pesanti nei periodi diurno e notturno

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare il valore diurno per il giorno e la sera

Utilizzare il valore notturno per la notte Bassa <0,5 dB Basso

Se sono disponibili dati ufficiali sulla distribuzione:

Applicare la distribuzione per generare i dati diurno, serale e notturno Medio-bassa <0,5 dB72

Medio-basso

Se non si dispone di dati ufficiali sulla distribuzione:

Applicare una distribuzione simile a quella descritta negli esempi seguenti:

Medio-alta <0,5 dB 73 Medio-basso

Esempi:

Durata dei periodi di riferimento:

giorno (14 h: dalle ore 06 alle ore 20), sera (2 h: dalle ore 20 alle ore 22), notte (8 h: dalle ore 22 alle ore 06)

Se il traffico pesante è espresso come percentuale, convertirlo prima in numeri assoluti e poi riconvertirlo in percentuale dopo aver calcolato i flussi secondo una delle seguenti procedure.

72 L’incertezza dipende dall’accuratezza nella stima dei valori veri diurni/notturni. Qui si è assunto un margine di errore del 25%. 73 L’accuratezza dipende pesantemente dalla distribuzione: il metodo è molto accurato quando il periodo di campionamento dei dati è uguale al periodo di valutazione richiesto; è molto più inaccurato per valori aggregati calcolati dai conteggi diurni e notturni

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Conteggi relativi a 16 h nel periodo diurno ed 8 h nel periodo notturno:

Giorno = 14/16 dei conteggi diurni Sera = 2/16 dei conteggi diurni Notte = 8/8 dei conteggi notturni

Conteggi relativi a 14 h nel periodo diurno e 10 h nel periodo notturno:

Giorno = 14/14 dei conteggi diurni Sera = 2/10 dei conteggi notturni Notte = 8/10 dei conteggi notturni

Conteggi relativi a 12 h nel periodo diurno ed 12 h nel periodo notturno:

Giorno = 12/12 dei conteggi diurni + 2/12 dei conteggi notturni Sera = 2/12 dei conteggi notturni Notte = 8/12 dei conteggi notturni

Toolkit 4 - Procedura 3: Percentuale dei veicoli pesanti di un giorno completo (o periodo più

lungo)

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Se sono disponibili dati ufficiali sulla distribuzione:

Applicare la distribuzione per generare i dati diurno, serale e notturno Medio-bassa <0,5 dB

Medio-basso

Se non si dispone di dati ufficiali sulla distribuzione:

Eseguire i conteggi di traffico su tutte le strade Elevata <0,5 dB Elevato

Eseguire conteggi a campione di traffico e generare la distribuzione, poi applicare la distribuzione per ricavare i dati diurni, serali e notturni

Medio-alta <0,5 dB Medio-alto

Utilizzare i valori di default riportati nella procedura 5 per generare la distribuzione, poi applicare la distribuzione per ricavare i dati diurni, serali e notturni

Medip-bassa 1 dB Medio-basso

Utilizzare l’unico valore disponibile per giorno, sera e notte Bassa 1 dB Basso

Toolkit 4 - Procedura 4: Percentuale dei veicoli pesanti relativa a giorni feriali

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire i conteggi di traffico per ciascuno dei tre periodi: giorno, sera e notte nei giorni festivi

Elevata <0,5 dB Elevato

Selezionare tratte-campione di strada ed eseguire i conteggi di traffico; estendere la distribuzione settimanale anche alle altre strade dello stesso tipo

Elevata <0,5 dB Medio-alto

Utilizzare le percentuali relative ai veicoli pesanti estratte da dati ufficiali sul traffico per differenti tipi di strade per estrapolare la distribuzione settimanale

Medio-bassa <0,5 dB Basso

Utilizzare altri dati statistici (non ufficiali) sul traffico pesante in differenti tipi di strade per estrapolare la distribuzione settimanale

Medio-bassa <0,5 dB Basso

Utilizzare i dati relativi ai giorni feriali anche per i fine settimana Bassa <0,5 dB Basso

Procedura 5: Dati sul traffico pesante non disponibili

Metodo Complessità Accuratezza Costo

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Eseguire i conteggi di traffico per ciascuno dei tre periodi diurno, serale e notturno

Elevata <0,5 dB Elevato

Selezionare tratti di strada in cui eseguire i conteggi; estrapolare la distribuzione dei flussi sulle altre strade dello stesso tipo

Elevata <0,5 dB Medio-alto

Utilizzare i dati statistici ufficiali sui flussi di traffico pesante per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi

Medio-bassa 1 dB Basso

Utilizzare altri dati statistici sui flussi di traffico per tipologia di strada per estrapolare la distribuzione dei flussi

Medio-bassa 1 dB Basso

Toolkit 5: Tipo di superficie stradale

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Parametri acustici caratteristici della superficie stradale Nessuna procedura necessaria

Misure acustiche della superfici stradale Procedura 1

Parametri fisici della superficie stradale Procedura 2

Tipo di superficie stradale dedotto per ispezione Procedura 3

Tipo di superficie stradale derivato dal tipo di strada Procedura 4

Assenza di informazioni Procedura 5

Toolkit 5 - Procedura 1: Misure acustiche della superficie stradale

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Metodo CPX

Applicare la metodologia di misura CPX (Perform a Close Proximity Measurement) per determinare i parametri acustici caratteristici della pavimentazione. Questa tecnica consente di misurare eventuali variazioni qualitative presenti lungo la tratta misurata e di tenere conto degli effetti di invecchiamento. (ISO/CD 11819-2). 74

Medio-Alta < 0,5 dB Medio-Alto

Metodo SPB

Applicare la metodologia di misura SPB (Perform a statistical pass-by) per determinare i parametri acustici caratteristici della pavimentazione. Il valore rilevato in corrispondenza della superficie misurata viene considerato valido su tutta l'estesa e su tutta la rete stradale avente le medesime caratteristiche (UNI EN ISO 11819-1)

Alta < 0,5 dB Alto

Toolkit 5 - Procedura 2: Parametri fisici della superficie stradale

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Classificazione dei parametri fisici

74 Terzo ISO CD 11819-2, document ISO/TC 43/SC 1 N 1295, approvato per la circolazione come progetto internazionale ISO/DIS.

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Questa classificazione è basata sulle dimensioni degli inerti, porosità e tipo della pavimentazione (asfalto, calcestruzzo o acciottolato). Le correzioni da assegnare ad ogni segmento di strada sono riportate nel seguente prospetto

Pavimentazioni in pietra irregolari PS uneven 4.8

Pavimentazioni in pietra uniformi PS even 3.1

Conglomerato cementizio, CCB tr

Conglomerato cementizio, CCB lo

Aggregato esposto EA

Conglomerato cementizio trattato Burlap CC Burlap

Rivestimento superficiale 0/11 SD

Superficie ad alta aderenza GR

Asfalto rullato a caldo HRA

1.1

Gussasphalt GA

Conglomerato bituminoso 0/16 AC 0/16

Conglomerato bituminoso 0/11 AC 0/11

Asfalto drenante con più di 5 anni DA 0/11

Stone mastic asphalt SMA 0/11

0,0

Asfalto drenante 0/16, 3-5 anni DA 0/16 3-5

Asfalto drenante 0/11, 3-5 anni DA 0/11 3-5

Asfalto drenante 0/8, 3-5 anni DA 0/8 3-5

Asfalto drenante 0/16, <3 anni DA 0/16 k3

Asfalto drenante 0/11, <3 anni DA 0/11 k3

Asfalto drenante 0/8, <3 anni DA 0/8 k3

-2.7

(-1.7)*

Asfalto drenante doppio strato, più di 5 anni DA twin g5

Asfalto drenante doppio strato, 3-5anni DA twin 3-5

Asfalto drenante doppio strato, <3 anni DA twin k3

Strati sottili porosi 0/8 Thin 0/8

Strati sottili porosi 0/6 Thin 0/6

-3.5

(-2.5)*

*N.B. per strade con limite a 50 km/h si utilizzano i valori posti tra parentesi

Medio-Bassa 1 dB Medio-Basso

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78

Toolkit 5 - Procedura 3: Tipo di superficie stradale dedotto per ispezione

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Applicare i fattori correttivi relativi alle diverse tipologie di strada sulla base delle caratteristiche della superficie stradale dedotte per ispezione

Come sopra

Pavimentazioni in pietra irregolari PS uneven 4.8

Pavimentazioni in pietra uniformi PS even 3.1

Conglomerato cementizio/asfalto irregolare Con/Ror 1.1

Conglomerato bituminoso Ref 0

Asfalto drenante <5 anni DA -2.7 (-1.7)*

Asfalto fonoassorbente LN P -3.5 (-2.5)*

*N.B. per strade con limite a 50 km/h si utilizzano i valori posti tra parentesi

Medio-Bassa 1 dB Basso

Toolkit 5 - Procedura 4: Tipo di superficie stradale derivato dal tipo di strada

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Dividere tutte le strade in differenti categorie ed applicare per ogni tipo di strada la pavimentazione ad essa associata più probabile

Esempio

Tipo di strada Pavimentazione tipo

Strade senza uscita Acciottolato

Strade di servizio Acciottolato

Strade locali Asfalto

Strade secondarie Asfalto

Strade principali Asfalto

Strade extraurbane principali Fonoassorbente/Asfalto

Raccordi Fonoassorbente/Asfalto

Autostrade Fonoassorbente/Asfalto

Ogni Regione o Stato Membro potrà adottare la propria classificazione.

Utilizzare le procedure 2 e 3

Medio-Bassa 2 dB Basso

Toolkit 5 - Procedura 5: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Si assume che ogni tipo di strada sia rivestito di conglomerato bituminoso denso, con fattore correttivo pari a 0 dB

Bassa 3 dB Basso

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Toolkit 6: Fluttuazioni della velocità in corrispondenza delle intersezioni stradali

Metodo Complessità

Sezioni stradali con flusso di traffico in accelerazione e decelerazione Nessuna procedura necessaria

Intersezioni dotate di semafori Procedura 1

Assenza di informazioni Procedura 2

Toolkit 6 - Procedura 1: Intersezioni dotate di semafori

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Direzioni del flusso di traffico note e separate

Dividere la strada in segmenti con flussi di traffico continuo, in accelerazione e decelerazione

La lunghezza di ciascun segmento con flusso in accelerazione/decelerazione è:

decelerazione: 3 V (in m, prima del centro dell’intersezione) accelerazione: 2V (in m, oltre il centro dell’intersezione)

dove V è il limite di velocità in km/h.

Medio-Alta <0,5 dB Medio-Alto

Direzioni del flusso di traffico non note

Nessuna distinzione tra flussi di traffico continuo, in accelerazione e decelerazione. Assumere un flusso continuo

Bassa 1 dB Basso

Toolkit 6 - Procedura 2: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire un sopralluogo ed individuare le intersezioni semaforiche, dopodiché applicare la procedura 1

Bassa <0,5 dB Medio-Alto

Utilizzare fotografie aeree per individuare le intersezioni semaforiche, dopodiché applicare la procedura 1

Medio-Bassa <0,5 dB Medio-basso

Utilizzare algoritmi computerizzati per l’individuazione automatica delle intersezioni stradali, riferite ad infrastrutture aventi un flusso veicolare minimo pari a 2 500 veicoli/giorno. Quindi applicare la procedura 1

Elevata <0,5 dB Basso

Nessuna distinzione tra flussi di traffico in accelerazione, decelerazione e continuo. Assumere un flusso continuo

Bassa 1 dB Basso

Toolkit 7: Pendenza stradale

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Pendenza della strada per ogni segmento stradale Nessuna procedura necessaria

Modello del terreno Procedura 1

Localizzazione di pendii, tunnel e viadotti Procedura 2

Assenza di informazioni Procedura 3

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80

Toolkit 7 - Procedura 1: Modello del terreno

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Se si conosce il modello del terreno:

il gradiente stradale può essere calcolato direttamente dal modello del terreno

Medio-Bassa <0,5 dB Medio-basso

Se è disponibile il profilo 3D della strada

la pendenza della strada può essere calcolata dal profilo della strada Medio-Bassa <0,5 dB

Medio-basso

Toolkit 7 - Procedura 2: Localizzazione di pendii, tunnel e viadotti

Metodo Complessità Accuratezza Costo

La pendenza della strada può essere dedotta utilizzando l’informazione altimetrica di alcuni punti quotati distribuiti lungo l’infrastruttura o nelle pertinenze immediatamente a ridosso della strada. Per strade o rampe che conducono a ponti/viadotti o tunnel, la pendenza può essere dedotta per differenza dalle quote di inizio e fine delle sezioni relative alla tratta in oggetto

Bassa <0,5 dB Medio-bassa

Se si conosce la sola localizzazione di pendii, rampe, ponti/viadotti o tunnel, la pendenza può essere stimata applicando dei valori di default. Per pendii e viadotti la pendenza è compresa tra il 5% e 15%

In base ad una valutazione dedotta per ispezione visiva possono essere applicati i valori di seguito riportati:

Stima visiva Pendenza

Pendenza graduale 5%

Pendenza moderata 10%

Pendenza elevata 15%

Bassa <0,5 dB Basso

La pendenza può essere misurata 75. Il costo della misura può essere ridotto eseguendo la misura durante altre campagne di misura effettuate per rilevare i parametri caratteristici delle pavimentazioni

Medio-Bassa <0,5 dB Medio-Alto

75 Possono essere utilizzati metodi di misura GPS, Lidar, Remote sensing ed aerofogrammetrici.

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Toolkit 7 - Procedura 3: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

La pendenza può essere misurata. Il costo della misura può essere ridotto eseguendo la misura durante altre campagne di misura effettuate per rilevare i parametri caratteristici delle pavimentazioni

Medio-Bassa <0,5 dB Medio-Alto

Quando non ci sono dati disponibili, il valore di default da applicare è 0%

Bassa 3 dB Basso

Toolkit 8 : Livello di potenza sonora dei tram e dei veicoli ferroviari leggeri

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Livello di potenza sonora per unità di lunghezza di infrastruttura ferroviaria, dovuto a rumore da rotolamento, rumore da stridio e rumore impulsivo, espresso in funzione della velocità e per diverse tipologie costruttive e rugosità rappresentative

Nessuna procedura necessaria

Livello di potenza sonora per unità di lunghezza di infrastruttura ferroviaria, dovuto a rumore da rotolamento, espresso in funzione della velocità e per diverse tipologie costruttive e rugosità rappresentative Nota È necessario applicare una correzione che tenga conto del rumore

di stridio e del rumore impulsivo

Procedura 1

Livello di potenza sonora per unità di lunghezza di infrastruttura ferroviaria, dovuto al rumore da rotolamento, espresso in funzione della velocità Nota È necessario applicare una correzione che tenga conto del rumore

di stridio e del rumore impulsivo

Procedura 2

Livello di potenza sonora per unità di lunghezza di infrastruttura ferroviaria, dovuto al rumore da rotolamento, valutato a una certa velocità

Procedura 3

Dati non disponibili Procedura 3

Toolkit 8 - Procedura 1: Correzioni per rumore impulsivo e stridii

(Queste correzioni devono essere utilizzate soltanto quando il metodo di calcolo utilizzato non le prevede.)

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Effettuare osservazioni per un certo periodo rappresentativo, in assenza di pioggia, su curve con un raggio <100 m In assenza di stridii: non introdurre alcuna correzione. In presenza di stridii: effettuare una correzione fino a +12 dB(A) se il fenomeno avviene per tutti i veicoli (utilizzare una correzione più piccola se invece si verifica con una minor frequenza). Applicare questa correzione (basata sull’esperienza) ai normali livelli di emissione della sorgente. Applicare la correzione alle sezioni di curva dove si verifica lo stridio

Bassa Bassa Medio-Basso

Dove sono presenti giunti: In assenza di rumore impulsivo: non introdurre alcuna correzione In presenza di rumore impulsivo: effettuare una correzione di +3 dB(A). Applicare questa correzione (basata sull’esperienza) ai normali livelli di emissione della sorgente. La correzione è da applicarea monte e a valle della giunzione fino ad una distanza di 30 m.

Bassa Bassa Medio-Basso

Toolkit 8 - Procedura 2: Correzioni per tipologia e tecnica costruttiva della ferrovia

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Rotaie ordinarie in ballast: nessuna correzione Rotaie a gola in ballast: applicare un correzione +2 dB(A)

Bassa Medio-Bassa Basso

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Rotaie su asfalto o cemento (vedi figura sotto): applicare una correzione +3 dB(A). (Nota: i calcoli di propagazione dovrebbero tener conto della superficie riflettente sulla quale sono poste le rotaie).

Toolkit 8 - Procedura 3: Correzioni legate alla velocità

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Effettuare le correzioni per la velocità reale del veicolo su differenti sezioni di tratta Per il calcolo di potenza sonora utilizzare la relazione: 30•log (vreale/vrif), o per il calcolo dell’emissione/immissione equivalente, utilizzare la relazione: 20 • log (vreale/vrif)

Bassa Medio-Alta Basso

Toolkit 8 - Procedura 4: Dati non disponibili

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Misurare il livello di potenza sonora per la componente di contatto ruota-rotaia in funzione della velocità, rispetto alle caratteristiche costruttive e di manutenzione dei binari

Medio-Bassa Alta Alto

Misurare il livello di potenza sonora per la componente di stridio e impulsiva in funzione della velocità, rispetto alle caratteristiche costruttive dei binari. (Le misure di stridio sono molto complesse e richiedono molto tempo)

Alta Medio-Bassa Alto

Per rotaie ordinarie in ballast utilizzare un SEL a 25 m di 70 dB per vagone (2 assi). Per rotaie a gola su asfalto o cemento utilizzare un SEL a 25 m di 70 dB per vagone (2 assi), indipendentemente dalle caratteristiche costruttive, e utilizzare le correzioni della procedura 2 del toolkit 8. Per entrambe le caratteristiche costruttive e per una manutenzione non regolare della rugosità delle rotaie utilizzare una correzione di +2 dB

Bassa Bassa Bassa

Toolkit 9: Velocità dei treni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Reperire i dati relativi alle velocità dei convogli presso il gestore Bassa Elevata Bassa

Effettuare misurazioni delle velocità dei convogli Alta Medio-Alta Alto

Utilizzare gli orari ferroviari e le distanze per calcolare la velocità media (metodo non applicabile per i treni merci)

Madio-Alta Bassa Medio-Alto

Considerare il minimo dei seguenti due valori: - velocità massima del convoglio; - velocità massima della tratta.

Medio-Bassa Medio-Bassa Medio-Basso

Toolkit 10: Livelli di potenza sonora di sorgenti industriali

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Sono noti i livelli di potenza sonora del sito industriale relativi ai periodi diurno, serale e notturno

Nessuna ulteriore azione richiesta

Sono noti i livelli di potenza sonora del sito industriale per ciascuna ora di operatività del sito

Procedura 1

Sono noti i livelli di potenza sonora del sito industriale per i tempi di riferimento diurno e notturno

Procedura 2

Sono noti i livelli di potenza sonora applicabili ad una giornata (24 h o un periodo di maggiore durata)

Procedura 3

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Sono noti i livelli di potenza sonora, ma non gli orari a cui essi si applicano

Procedura 4

I livelli di potenza sonora non sono noti Procedura 5

Toolkit 10 - Procedura 1: Livelli di potenza sonora del sito industriale per ciascuna ora di operatività

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Eseguire la media logaritmica dei livelli orari per determinare i valori relativi ai periodi diurno, serale e notturno

Bassa Alta Basso

Toolkit 10 - Procedura 2: Livelli di potenza sonora del sito industriale per i tempi di

riferimento diurno e notturno

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Controllo dei periodi di funzionamento del sito ed utilizzo dei dati di potenza sonora disponibili nei periodi di effettivo funzionamento della sorgente

Medio- Bassa Medio- Alta Medio

Utilizzo del dato diurno per il periodo diurno, di quello notturno per il periodo notturno e del dato diurno per il periodo serale, qualora il sito funzioni nel periodo serale o in parti di esso

Bassa Medio-bassa Basso

Toolkit 10 - Procedura 3: Livelli di potenza sonora del sito industriale applicabili ad una

giornata

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Controllo dei periodi di funzionamento del sito ed utilizzo dei dati di potenza sonora disponibili nei periodi di effettivo funzionamento della sorgente

Medio-semplice

Medio- Alta Medio

Utilizzo del dato relativo alle 24 h per i periodi diurno, serale e notturno

Bassa Bassa Basso

Toolkit 10 - Procedura 4: I livelli di potenza sonora sono noti, ma non gli orari a cui essi si

applicano

Metodo Complessità

Accuratezza

Costo

Controllo dei periodi di funzionamento del sito ed utilizzo dei dati di potenza sonora disponibili nei periodi di effettivo funzionamento della sorgente

Medio-semplice

Medio- Alta Medio

Utilizzo del dato disponibile per i periodi diurno, serale e notturno Bassa Bassa Basso

Toolkit 10 - Procedura 5: I livelli di potenza sonora non sono noti

Metodo Complessità

Accuratezza Costo

Acquisizione dei dati di potenza sonora dal gestore della sorgente Medio- Alta Medio- Alta Medio-Alto

Rilievo della potenza sonora mediante l’applicazione della UNI ISO Alta Alta Alto

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8297

Utilizzo di eventuali dati disponibili nei documenti autorizzativi (per esempio S.I.A.)

Medio-semplice

Medio-bassa Medio

Utilizzo di valori standard dei livelli di potenza per tipologia di sorgente, eventualmente definiti a livello nazionale

Bassa Medio-bassa Basso

Utilizzo dei valori massimi di potenza per unità di superficie eventualmente definiti a livello nazionale

Bassa Medio-bassa Basso

Utilizzo dei valori limite indicati dalla direttiva 2000/14/CE, qualora applicabili alle sorgenti in esame

Medio- Bassa Medio-bassa Medio

Utilizzo di database pubblici di potenze sonore per macchinari ed impianti [21]

Medio- Alta Medio- Alta Medio

Utilizzo di valori predefiniti per il livello di potenza per unità di superficie LW/m2:

Tipologia di attivitàValori predefiniti di potenzasonora per unità di superficie

Lw’’ (dB(A)/m2)

Giorno Sera NotteAttività di industria pesante 65 65 65Attività di industria leggera 60 60 60Aree ad uso commerciale 60 60 45Porti 65 65 65

Bassa Bassa Basso

Un elenco indicativo di fonti bibliografiche da cui è possibile reperire i dati di potenza sonora è riportato nell’appendice B

Toolkit 11: Altezza del suolo nell’area circostante la sorgente

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Modello digitale del terreno (DTM) in cui sono inclusi trincee e rilevati Nessuna procedura necessaria

Quota della strada sul livello del mare Procedura 1

Sezioni verticali del tracciato stradale Procedura 2

Altezza predefinita del rilevato o della trincea Procedura 3

Assenza di informazioni Procedura 4

Toolkit 11 - Procedura 1: Quota della strada sul livello del mare

Metodo Complessità Accuratezza Costo

La quota della strada può essere determinata tramite misurazioni76. Questo dato può essere utilizzato insieme a una stima della quota del terreno circostante per determinare l’altezza di rilevati o trincee

Media <0,5 dB Medio

Deve essere determinata l’altezza degli oggetti che possono ostacolare la propagazione del suono. Questa operazione può avvenire tramite

Media <0,5 dB Medio

76 Possono essere utilizzati metodi come misure GPS, sistemi LIDAR (scansione laser del territorio), telerilevamento e fotogrammetria.

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misurazioni o alternativamente tramite una stima visiva dell’altezza rispetto al suolo

Toolkit 11 - Procedura 2: Sezioni verticali del tracciato stradale

Metodo Complessità Accuratezza Costo

La quota della strada può essere ricavata dalle sezioni verticali della strada, se disponibili.

Media 1 dB Medio

Toolkit 11 - Procedura 3: Altezza predefinita del rilevato o della trincea

Metodo Complessità Accuratezza Costo

L’altezza di rilevati o trincee può essere stimata tramite stime visive L’ altezza predefinita per un rilevato di una strada che interseca una ferrovia o un’altra strada viene fornita nel seguente prospetto:

Elemento intersecato

Altezza

m

Ferrovia 8,0

Strada principale 6,0

Strada locale 4,0

Bassa 2 dB Basso

Toolkit 11 - Procedura 4: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Le sorgenti sono situate in rilevato, ad una altezza predefinita di 1,5 m. Il terreno circostante viene considerato approssimativamente piatto

Bassa >5 dB Basso

Toolkit 12: Trincee e rilevati

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Informazioni digitali su trincee e rilevati Procedura 1

Localizzazione e altezza delle trincee e dei rilevati, non in formato digitale

Procedura 2

Non si hanno informazioni sulla localizzazione e sull’altezza delle trincee e dei rilevati

Procedura 3

Toolkit 12 - Procedura 1: Informazioni digitali su trincee e rilevati

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Integrare il modello digitale del terreno con le informazioni relative alle trincee e ai rilevati, quindi utilizzare visualizzazioni 3D per verificare l’esistenza di eventuali discontinuità o errori di

Media <0,5 dB Medio

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digitalizzazione

Toolkit 12 - Procedura 2: Localizzazione e altezza delle trincee e dei rilevati, non in formato

digitale

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Nel caso di trincee:

Digitalizzare le curve di livello su entrambi i lati lungo la parte superiore della trincea per modellizzare l’area nelle vicinanze. Digitalizzare le curve di livello su entrambi i lati lungo la parte bassa della trincea per modellizzare la ferrovia o la strada

Media <0,5 dB Medio

Nel caso di rilevati:

Digitalizzare le curve di livello su entrambi i lati lungo la parte superiore del rilevato per modellizzare la ferrovia o la strada. Digitalizzare le curve di livello su entrambi i lati lungo la parte bassa del rilevato per modellizzare l’area nelle vicinanze

Media <0,5 dB Medio

Toolkit 12 - Procedura 3: Non si hanno informazioni sulla localizzazione e sull’altezza delle trincee e dei rilevati

Metodo Complessità Accuratezza Costo

In tutti i casi

Fare sopralluoghi per localizzare rilevati e trincee Media <0,5 dB Medio

In alternativa

Utilizzare tecniche di rilevamento topografico per ottenere i dati necessari per individuare la posizione e le altezze

Elevata <0,5 dB Elevatoo

Verificare se presso le pubbliche amministrazioni e gli enti gestori sono disponibili mappe cartacee delle trincee e dei rilevati, poi proseguire con la procedura 2

Media <0,5 dB Medio

Stimare le altezze da un sopralluogo nell’area e digitalizzare la posizione utilizzando foto aeree: proseguire con la procedura 2

Media 1 dB Medio

Stimare le altezze da un sopralluogo nell’area: proseguire con la procedura 2

Bassa 1 dB Basso

Ignorare le trincee se non vi sono sorgenti rilevanti localizzate all’interno

Bassa 1 dB Basso

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Toolkit 13: Tipo di copertura del suolo

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Geometria dettagliata delle superfici riflettenti e assorbenti Nessuna procedura necessaria

Classificazione dell’uso del suolo Procedura 1

Classificazione in aree urbane, suburbane e rurali Procedura 2

Assenza di informazioni Procedura 3

Toolkit 13 - Procedura 1: Classificazione dell’uso del suolo

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Dalle informazioni sulla copertura del suolo è possibile dedurre l’assorbimento prodotto dal terreno, associando a ciascuna classe di uso del suolo i seguenti valori del “ground factor” (GF=1 assorbente; GF=0 riflettente)

Uso del suolo Ground factor

Foresta 1,0

Agricoltura 1,0

Parco 1,0

Brughiera 1,0

Selciato 0

Urbano 0

Industriale 0

Acqua 0

Residenziale 0,5

Media 1 dB Medio

Toolkit 13 - Procedura 2: Classificazione in aree urbane, suburbane e rurali

Metodo Complessità Accuratezza Costo

In questo caso la copertura del suolo è suddivisa in tre classi, a cui possono essere associate i seguenti valori del “ground factor” (GF):

aree urbane GF = 1;

aree suburbane GF = 0,5;

aree rurali GF =1

Bassa 2 dB Basso

Toolkit 13 - Procedura 3: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare suolo riflettente in tutto il territorio, come caso rappresentativo della situazione peggiore

Bassa 3 dB Basso

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Toolkit 14: Altezza delle barriere vicino alle infrastrutture stradali

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Altezza delle barriere rispetto alla strada Nessuna procedura necessaria

Altezza delle barriere rispetto al suolo Procedura 1

Stima visiva dell’altezza delle barriere Procedura 2

Toolkit 14 - Procedura 1: Altezza della barriera rispetto al suolo

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Sottrarre la quota della strada alla quota della sommità della barriera per ricavarne l’altezza rispetto al livello della strada Media <0,5 dB Medio

Derivare l’altezza della barriera da una sezione di progetto Media <0,5 dB Medio

Toolkit 14 - Procedura 2: Stima visiva dell’altezza delle barriere

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Sopralluogo visivo per verificare l’altezza della barriera rispetto alla superficie stradale (preferibilmente osservando dalla sede stradale). Media 1 dB Medio

Dividere le barriere in classi e assegnare un valore di altezza predefinito per ogni classe

Esempio:

Classe Altezza

m

Bassa 1,5

Media 3,0

Alta 6,0

Bassa 2 dB Basso

Toolkit 15: Altezza degli edifici

Informazioni disponibili Procedura applicabile

Altezza degli edifici Nessuna procedura necessaria

Numero di piani Procedura 1

Assenza di informazioni Procedura 2

Toolkit 15 - Procedura 1: Numero di piani

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Moltiplicare il numero di piani per l’altezza media di una piano (per esempio 3 m) Bassa 1 dB Medio

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Toolkit 15 - Procedura 2: Assenza di informazioni

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare foto aeree per stimare le altezze Elevata <0,5 dB Elevato

Fare un sopralluogo e contare i piani degli edifici; poi proseguire con la Procedura 1

Elevata 1 dB Medio-Elevato

Utilizzare foto aeree per stimare il numero di piani; poi proseguire con la Procedura 1

Media-Elevata 1 dB Medio

Utilizzare altezze predefinite per differenti tipologie di edificio. Le diverse tipologie di edificio possono essere identificate in base alla superficie ricoperta dall’edificio e ai limiti di proprietà. In alternativa effettuare un sopralluogo.

Media 2 dB Basso

Utilizzare un’altezza predefinita per tutti gli edifici (per esempio 8 m) Bassa 3 dB Basso

Toolkit 16: Coefficiente di assorbimento ar per gli edifici e le barriere

Metodo Complessità Accuratezza Costo

Utilizzare i coefficienti di assorbimento se conosciuti Media-Alta <0,5 dB Medio

Misurare i coefficienti di assorbimento Alta <0,5 dB Alto

Utilizzare i valori del coefficienti di assorbimento definiti a livello nazionale

Bassa 2 dB Basso

Utilizzare i seguenti valori predefiniti

Struttura Ar indicato

Completamente riflettente (per esempio vetro o acciaio)

0

Parete piana in muratura, barriera antirumore riflettente

0,2

Parete in muratura complessa (costruzioni con balconi e finestre sporgenti)

0,4

Parete assorbente o barriera antirumore

Consultare le specifiche tecniche, se

non disponibili utilizzare 0,6

Bassa 1 dB Basso

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Toolkit 17 – Sorgente aeroportuale: procedure di salita/discesa Informazioni disponibili Procedura applicabile Profili, stage e tipo di operazioni eseguite dai velivoli, distinti per tipologia Informazione completa Dati storici per lo stesso aeroporto, in condizioni di traffico analogo (ovvero stessa tipologia di velivoli ma numerosità differente)

Procedura 1

Dati storici per lo stesso aeroporto, in condizioni di traffico simile (ovvero stesso numero di velivoli, ma tipologia differente)

Procedura 2

Dati storici di un aeroporto simile Toolkit 17 - Procedura 3

Toolkit 17 - Procedura 1: Dati storici per lo stesso aeroporto, in condizioni di traffico analogoMetodo Complessità Accuratezza Costo

Si effettua una statistica basata sulle operazioni avvenute in un altro periodo, considerando invarianti le informazioni riguardanti le destinazioni e le procedure di salita e discesa. Si utilizza un fattore moltiplicativo per normalizzare il numero di operazioni aeree.

Media Media-Elevata Medio

Toolkit 17 - Procedura 2: Dati storici per lo stesso aeroporto, in condizioni di traffico simile

Metodo Complessità Accuratezza Costo Si effettua una statistica basata sulle operazioni avvenute in un periodo precedente, mantenendo gli stessi modelli di aereo e le stesse procedure di salita e discesa dove possibile. Per i modelli di aerei per i quali non si hanno dati si possono utilizzare gli orari ufficiali o e stabilire le procedure sulla base delle destinazioni finali degli aerei

Media-Elevata Medio Medio-Elevato

Toolkit 17 - Procedura 3: Dati storici di un aeroporto simile

Metodo Complessità Accuratezza Costo Vengono considerati i dati disponibili di un aeroporto simile, per numero di piste, collocazione territoriale e condizioni atmosferiche.

Elevata Bassa Medio-Elevato

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Toolkit 18 - Sorgente aeroportuale: determinazione dello stage77

Informazioni disponibili Procedura applicabile Dati forniti dai vettori sulla base delle statistiche di traffico Informazione completa Dati non presenti nelle statistiche Toolkit 18 - Procedura 1

Toolkit 18 - Procedura 1: Dati di stage non presenti nelle statistiche Metodo Complessità Accuratezza Costo

Si determinano gli stage in funzione delle distanze (dei carichi di carburante) percorse dai velivoli Alta Alta Alto

Agli aeromobili non presenti nelle statistiche, si attribuisce lo stage 3, il più cautelativo e frequente

Bassa Bassa Basso

Toolkit 19 – Sorgente aeroportuale: traiettorie

Informazioni disponibili Procedura applicabile Tracce nominali (SID di AIP) con dispersione ECAC Doc.29 Informazione completa Tracce radar reali Procedura 1 Nessuna traccia indicata Procedura 2

Toolkit 19 - Procedura 1: Tracce radar reali

Metodo Complessità Accuratezza Costo Si calcolano le SID medie nel periodo di riferimento (anno di riferimento) facendo la media spaziale delle tracce radar registrate per ogni operazione. Alle SID medie viene associata un dispersione laterale secondo il modello ECAC Doc.29

Alta Media- Alta Medio

Si inseriscono nel modello, come vere e proprie rotte, le tracce radar associate ad ogni operazione, sostituendo le SID nominali con le traiettorie reali Alta Alta Alto

Toolkit 19 - Procedura 2: Nessuna traccia indicata

Metodo Complessità Accuratezza Costo Le traiettorie sono individuate facendo riferimento alle regole del “volo a vista” (regole VFR (Visual Flight Rules)); è presupposta una buona conoscenza del territorio e in particolare degli ostacoli orografici presenti (naturali e artificiali)

Media Bassa Medio- Alto

Le traiettorie sono individuate facendo riferimento alle regole del “volo strumentale” (regole IFR (Instruments Flight Rules)), assumendo angoli di banco 15°, velocità di virata 180 nodi IAS, e dispersione ECAC

Media-Alta Media Alto

77 In questo contesto gli “stage” sono collegati alle categorie di massa degli aeromobili

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Toolkit 20 - Parametri meteorologici medi Informazioni disponibili Procedura applicabile

Valori medi di temperatura, pressione, umidità relativa e velocità del vento nella direzione di decollo/atterraggio dell’aeromobile (Headwind) per il periodo di riferimento nell’aeroporto

Informazione completa

Valori medi di temperatura, pressione, umidità relativa e vento (velocità, direzione) in prossimità (da 20 km a 30 km) dell’aeroporto

Procedura 1

Assenza di dati meteo Procedura 2

Toolkit 20 - Procedura 1: Valori medi in prossimità dell’aeroporto Metodo Complessità Accuratezza Costo

Come componente ‘headwind’ della velocità del vento si calcola il valore medio delle componenti ‘headwind’ delle misure disponibili in prossimità dell’aeroporto

Media Media Medio-Alto

Toolkit 20 - Procedura 2: Assenza di dati meteo Metodo Complessità Accuratezza Costo

Si inseriscono nel modello i dati meteorologici medi relativi ad un anno con caratteristiche meteorologiche simili all’anno di riferimento

Media Media Media

Si inseriscono i dati pubblicati in AIP Bassa Media Basso

Toolkit 21: Determinazione dell’anno medio meteorologico Informazioni disponibili Procedura applicabile

Percentuale dell’incidenza nel lungo periodo di condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione del rumore nella direzione sorgente-ricettore

Nessuna procedura necessaria

Disponibilità della serie storica decennale dei profili verticali del vento e della temperatura per l’area di interesse

Procedura 1

Disponibilità della serie storica decennale della velocità/direzione del vento e copertura del cielo, ovvero di dati METAR per l’area di interesse

Procedura 2

Assenza di informazioni Procedura 3

Toolkit 21 - Procedura 1

Metodo Complessità Accuratezza Costo Elaborare le serie storiche di dati secondo la ISO 1996-2:2006 per ricavare il valore del raggio di curvatura R su base oraria. Realizzare una statistica delle condizioni di propagazione favorevole (R>0) nella direzione sorgente-ricettore, o di un settore di ampiezza non maggiore di 45° in cui ricade tale direzione

Medio-Alta 1 dB Medio-Alto

Toolkit 21 - Procedura 2

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Metodo Complessità Accuratezza Costo Raccogliere la serie storica di dati (velocità/direzione del vento e copertura del cielo, ovvero rapporto METAR) di una stazione entro 100 km dall’area di interesse. Elaborare i dati raccolti secondo le indicazioni riportate nell’appendice F. Effettuare una statistica delle condizioni di propagazione favorevole (R >0) nella direzione sorgente-ricettore, o di un settore di ampiezza non maggiore di 45° in cui ricade tale direzione.

Medio-bassa 2 dB Basso

Toolkit 21 - Procedura 3

Metodo Complessità Accuratezza Costo Applicare il valori di default: giorno - p = 50% sera - p = 75% notte - p = 100%

Bassa 3 dB Basso

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APPENDICE B (informativa) Elenco indicativo delle fonti bibliografiche da cui è possibile reperire i dati di potenza sonora

Database Descrizione Indirizzo

Direttiva 2000/14/CE

Livelli di potenza acustica dei materiali per utilizzo esterno negli edifici: Articolo 12, che fissa i limiti di emissione sonora per materiali differenti

http://europa.eu.int/comm/environment/noise

Rapporto UBA-94-102 Emissioni sonore: Misure – Valori limite – stato dell’arte Capitolo 2.2.1

Umweltbundesamt (Agenzia federeale per l’ambiente – Austria)

Lärm Bekampfung 88 (Lärm Bekampfung =Lotta contro il

rumore) Tendenze – Problemi - Soluzioni

Umweltbundesamt (Agenzia federeale per l’ambiente – Germania)

British Standard 5228 part 1 – 1997 (norma britannica)

Controllo del rumore e delle vibrazioni nei cantieri ed in siti

all’aperto

British Standards Institution (Istituto britannico di normalizzazione)

Regno Unito

Eurovent – Annuario dei prodotti certificati

Valori certificati di potenza sonora per installazioni di condizionamento e

refrigerazione

Eurovent Certification Company (Francia)

Kentallen Industrie

Valori medi di Lw” (livello di potenza sonora per unità di

superficie), per diverse tipologie di scenario sonoro

i-kwadraat c/o DCMR Milieudienst Rijnmond

Pesi Basssi

http://www.xs4all.nl/~rigolett

DGMK Project 209 Livello di potenza sonora specifica

ponderata A di raffinerie ed installazioni petrolchimiche

DGMK Società tedesca per la Scienza e

Tecnologia del Petrolio e del Carbone-Germania

DGMK Project 308

Stima del livello di potenza sonora ponderata A per il calcolo del livello

d’immissione di un sito a cielo aperto, in base a misure condotte all’interno

dell’impianto.

DGMK Società tedesca per la Scienza e

Tecnologia del Petrolio e del Carbone Germania

DGMK Project 446

Livello di rumore rilevato presso ricettori situati nell’intorno di

raffinerie ed impianti petrolchimici esistenti

DGMK Società tedesca per la Scienza e

Tecnologia del Petrolio e del Carbone Germania

Rapporto UBA-94-102 Emissioni sonore: Misure – Valori

limite – stato dell’arte Capitolo 2.2.2

Umweltbundesamt (Agenzia federale per l’ambiente –

Austria)

Monographien Band 154 Schallemission von Betriebstypen

und Flächenwidmung

Umweltbundesamt (Agenzia federale per l’ambiente –

Austria)

DIN 18005 Parte 1 Abbattimento del rumore nella

pianificazione urbanistica; metodi di calcolo

http://www.din.de/

AV-Ecosafer Valori del livello di potenza sonora misurati presso diverse installazioni

chimiche e petrolchimiche

AV-Ecosafer nv

Belgique

DEFRA Aggiornamento del database per la previsione del rumore provocato dalle

http://www.defra.gov.uk/

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attività di cantiere all’aperto (HMSO 2005)

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APPENDICE C (Informativa) Elenco (non esaustivo) dei siti di attività industriale soggetti a valutazione

ESTRATTO DALL’ALLEGATO I (ARTICOLO 1, COMMA 1) DEL DECRETO LEGISLATIVO 18 FEBBRAIO

2005, N° 59 [49]. Note: gli impianti o le parti di impianti utilizzati per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di

nuovi prodotti e processi non rientrano nel presente decreto; i valori limite riportati di seguito si riferiscono in genere alle capacità di produzione o alla resa.

Qualora uno stesso gestore ponga in essere varie attività elencate alla medesima voce in uno stesso impianto o in una stessa località, si sommano le capacità di tali attività.

1. Attività energetiche.

1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW. 1.2. Raffinerie di petrolio e di gas. 1.3. Cokerie. 1.4. Impianti di gassificazione e liquefazione del carbone.

2. Produzione e trasformazione dei metalli. 2.1 Impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici compresi i minerali

solforati. 2.2. Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la

relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 tonnellate all'ora. 2.3. Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante: (a) laminazione a

caldo con una capacità superiore a 20 t di acciaio grezzo all'ora, (b) forgiatura con magli la cui energia di impatto supera 50 kJ per maglio e allorché la potenza calorifica è superiore a 20 MW, (c) applicazione di strati protettivi di metallo fuso con una capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate di acciaio grezzo all'ora.

2.4. Fonderie di metalli ferrosi con una capacità di produzione maggiore di 20 tonnellate al giorno.

2.5. Impianti: - destinati a ricavare metalli grezzi non ferrosi da minerali, nonché concentrati o

materie prime secondarie attraverso procedimenti metallurgici, chimici o elettrolitici; - di fusione e lega di metalli non ferrosi, compresi i prodotti di recupero (affinazione,

formatura in fonderia), con una capacità di fusione maggiore 4 tonnellate al giorno per il piombo e il cadmio o a 20 tonnellate al giorno per tutti gli altri metalli.

2.6. Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi elettrolitici o chimici, qualora le vasche destinate al trattamento utilizzate abbiano un volume superiore a 30 m3.

3. Industria dei prodotti minerali. 3.1. Impianti destinati alla produzione di clinker (cemento) in forni rotativi la cui capacità di

produzione supera 500 tonnellate al giorno oppure di calce viva in forni rotativi la cui capacità di produzione supera 50 tonnellate al giorno, o in altri tipi di forni aventi una capacità di produzione di oltre 50 tonnellate al giorno.

3.2. Impianti destinati alla produzione di amianto e alla fabbricazione di prodotti dell'amianto.

3.3. Impianti per la fabbricazione del vetro compresi quelli destinati alla produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno.

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3.4. Impianti per la fusione di sostanze minerali compresi quelli destinati alla produzione di fibre minerali, con una capacità di fusione di oltre 20 tonnellate al giorno.

3.5. Impianti per la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con una capacità di produzione di oltre 75 tonnellate al giorno e/o con una capacità di forno superiore a 4 m3 e con una densità di colata per forno superiore a 300 kg/m3.

4. Industria chimica. Nell'ambito delle categorie di attività della sezione 4 si intende per produzione la produzione su scala industriale mediante trasformazione chimica delle sostanze o dei gruppi di sostanze di cui ai punti da 4.1 a 4.6.

4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: a) idrocarburi semplici (lineari o anulari, saturi o insaturi, alifatici o aromatici); b) idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri,

acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi; c) idrocarburi solforati; d) idrocarburi azotati, segnatamente ammine, amidi, composti nitrosi, nitrati o nitrici,

nitrili, cianati, isocianati; e) idrocarburi fosforosi; f) idrocarburi alogenati; g) composti organometallici; h) materie plastiche di base (polimeri, fibre sintetiche, fibre a base di cellulosa); i) gomme sintetiche; j) sostanze coloranti e pigmenti; k) tensioattivi e agenti di superficie.

4.2. Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici inorganici di base, quali: a) gas, quali ammoniaca; cloro o cloruro di idrogeno, fluoro o fluoruro di idrogeno,

ossidi di carbonio, composti di zolfo, ossidi di azoto, idrogeno, biossido di zolfo, bicloruro di carbonile;

b) acidi, quali acido cromico, acido fluoridrico, acido fosforico, acido nitrico, acido cloridrico, acido solforico, oleum e acidi solforati;

c) basi, quali idrossido d'ammonio, idrossido di potassio, idrossido di sodio; d) sali, quali cloruro d'ammonio, clorato di potassio, carbonato di potassio, carbonato di

sodio, perborato, nitrato d'argento; e) metalloidi, ossidi metallici o altri composti inorganici, quali carburo di calcio, silicio,

carburo di silicio. 4.3. Impianti chimici per la fabbricazione di fertilizzanti a base di fosforo, azoto o potassio

(fertilizzanti semplici o composti). 4.4 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti di base fitosanitari e di biocidi. 4.5 Impianti che utilizzano un procedimento chimico o biologico per la fabbricazione di

prodotti farmaceutici di base. 4.6. Impianti chimici per la fabbricazione di esplosivi.

5. Gestione dei rifiuti. Salvi l'art. 11 della direttiva n. 75/442/CEE e l'art. 3 della direttiva n. 91/689/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa ai rifiuti pericolosi.

5.1. Impianti per l'eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui all'art. 1, punto 4, della direttiva 91/689/CEE quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R 1, R 5, R 6, R 8 e R 9) della direttiva 75/442/CEE e nella direttiva 75/439/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l'eliminazione degli oli usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno.

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5.2. Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella direttiva 89/369/CEE del Consiglio, dell'8 giugno 1989, concernente la prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dai nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva 89/429/CEE del Consiglio, del 21 giugno 1989, concernente la riduzione dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacità superiore a 3 tonnellate all'ora.

5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti nell'allegato 11 A della direttiva 75/442/CEE ai punti D 8, D 9 con capacità superiore a 50 tonnellate al giorno.

5.4. Discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate, ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti.

6. Altre attività. 6.1. Impianti industriali destinati alla fabbricazione: a) di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose; b) di carta e cartoni con capacità di produzione superiore a 20 tonnellate al giorno; 6.2. Impianti per il pretrattamento (operazioni di lavaggio, imbianchimento,

mercerizzazione) o la tintura di fibre o di tessili la cui capacità di trattamento supera le 10 tonnellate al giorno.

6.3. Impianti per la concia delle pelli qualora la capacità di trattamento superi le 12 tonnellate al giorno di prodotto finito.

6.4: a) Macelli aventi una capacità di produzione di carcasse di oltre 50 tonnellate al

giorno; b) Trattamento e trasformazione destinati alla fabbricazione di prodotti alimentari a

partire da: materie prime animali (diverse dal latte) con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 tonnellate al giorno ovvero materie prime vegetali con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 300 tonnellate al giorno (valore medio su base trimestrale);

c) Trattamento e trasformazione del latte, con un quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 tonnellate al giorno (valore medio su base annua).

6.5. Impianti per l'eliminazione o il recupero di carcasse e di residui di animali con una capacità di trattamento di oltre 10 tonnellate al giorno.

6.6. Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di: a) 40 000 posti pollame; b) 2 000 posti suini da produzione (di oltre 30 kg), o c) 750 posti scrofe.

6.7. Impianti per il trattamento di superficie di materie, oggetti o prodotti utilizzando solventi organici, in particolare per apprettare, stampare, spalmare, sgrassare, impermeabilizzare, incollare, verniciare, pulire o impregnare, con una capacità di consumo di solvente superiore a 150 kg all’ora o a 200 tonnellate anno.

6.8. Impianti per la fabbricazione di carbonio (carbone duro) o grafite per uso elettrico

mediante combustione o grafitizzazione.

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APPENDICE D (Informativa) Valutazione sperimentale delle caratteristiche emissive del sito/attività industriale: standard di calcolo applicabili

Ai fini della Direttiva Europea 2002/49/CE [42] la caratterizzazione della potenza sonora può essere effettuata applicando una delle metodologie indicate nel diagramma di flusso di seguito riportato. La scelta della metodologia da impiegare dipende dalla disponibilità o meno di indicazioni normative inerenti la sorgente specifica. L’approccio suggerito privilegia i metodi di caratterizzazione globale (“per interi impianti”), riservando le valutazione di carattere puntuale ai casi in cui questo tipo di approccio non sia in qualche modo supportato da adeguata normativa tecnica.

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La definizione dei metodi di categoria A, B e C è fornita nel prospetto C.1. Prospetto C.1 Metodi di misura, categorie A, B, C

Categoria Descrizione

A Interi impianti Metodi che permettono la determinazione dell’emissione globale di interi impianti o industrie o cospicue parti di essi, senza la necessità di operare rilievi sulle singole sorgenti

B Singole sorgenti Metodi per la misura dell’emissione sonora di singole specifiche sorgenti (per esempio. pompe, ventilatori, ecc.)

C Metodi generali Metodi che possono essere applicati ad ogni tipo di sorgente sonora, o almeno a classi di queste

Si rimanda al documento [21] per la descrizione puntuale di ciascuno dei metodi indicati.

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APPENDICE E (Informativa) Georeferenziazione dei dati – Informazioni di carattere generale E.1 Caratteristiche dei dati cartografici Nella presente appendice vengono fornite alcune indicazioni relative alle caratteristiche dei dati cartografici da utilizzare per la mappatura. Le indicazioni riguardanti il sistema di coordinate e il formato dei file cartografici si riferiscono agli elaborati da trasmettere alle autorità competenti (Regioni, Ministero, Commissione) e recepiscono le indicazioni impartite dalla Commissione Europea in materia. Ciascuna unità di “reporting” , in fase di lavorazione, può utilizzare il sistema di coordinate e il formato di file che ritiene più opportuno, in funzione degli strumenti e dei dati cartografici ed acustici disponibili. E.2 Sistema di riferimento delle coordinate I file cartografici devono essere georeferenziati secondo il sistema di riferimento WGS84, adottando la proiezione cilindrica trasversa di Gauss, nella versione UTM (Universal Transverse Mercator).

Nella rappresentazione in coordinate UTM-WGS84 il territorio italiano ricade nei fusi 32 e 33, assumendo di riportare al fuso 33 anche la parte di territorio attinente al fuso 34. Qualora il territorio mappato insista su più Regioni ricadenti in fusi differenti, deve essere considerato il fuso prevalente per estensione territoriale. Nel prospetto E.1 si riportano i fusi di appartenenza di ciascuna Regione.

Regione Fuso (zone UTM)

1 Abruzzo 33 2 Basilicata 33 3 Calabria 33 4 Campania 33 5 Emilia Romagna 32 6 Friuli Venezia Giulia 33 7 Lazio 33 8 Liguria 32 9 Lombardia 32 10 Marche 33 11 Molise 33 12 Piemonte 32 13 Puglia 33 14 Sardegna 32 15 Sicilia 33 16 Toscana 32 17 Trentino Alto Adige 32 18 Umbria 33 19 Valle d’Aosta 32 20 Veneto 33

Prospetto E.1 Fusi UTM di appartenenza per ciascuna Regione

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E.3 Formato dei file cartografici Dati vettoriali I file cartografici vettoriali possono essere convenientemente strutturati secondo il formato ESRI Shape file (*.shp). Gli shapefile possono assumere tre tipologie: lineare, puntuale e poligonale. Uno shapefile contiene un’unica tipologia di elementi (per esempio solo poligoni). Lo shape file è sempre formato da minimo tre file collegati, che devono essere sempre presenti e posizionati in una stessa directory:

o Nome_Strato_informativo.shp contenente i vertici dell'informazione vettoriale o Nome_Strato_Informativo.shx contenente gli indici per l'accesso ai dati contenuti nel file .shp o Nome_Strato_Informativo.dbf contenente gli attributi alfanumerici degli elementi.

Dati raster Il formato di riferimento per i dati geografici raster può essere uno tra i formati standard tif, jpg, ecw, ecc.. Qualunque sia il formato utilizzato, il file raster deve essere comunque georeferenziato nel sistema di riferimento sopra indicato (il file tif, per esempio, deve perciò essere accompagnato dal corrispondente file di georeferenziazione tfw). E.4 Modalità di georeferenziazione dei dati cartografici I dati cartografici che vengono utilizzati per la mappatura acustica possono presentare, a seconda della tipologia e della fonte di provenienza, diverse problematiche legate alla loro georeferenziazione: I dati possono innanzitutto essere georeferenziati in un sistema di coordinate diverso rispetto a quello di riferimento. In questo caso è possibile avvalersi delle funzioni di trasformazione generalmente presenti nei software GIS o di specifici software di conversione scaricabili da Internet anche gratuitamente per riportare i dati al sistema di coordinate adottato.78 Dati raster La georeferenziazione delle immagini raster ottenute, per esempio, da scansione di mappe cartacee, da fotografie aeree o satellitari scaricate da siti Internet, può essere effettuata utilizzando la procedura di seguito illustrata, in ambiente GIS o mediante un software che implementi le medesime funzionalità.

78 A questo proposito si segnala che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha sviluppato, e distribuisce gratuitamente, un apposito software di conversione denominato TRASPUNTO che consente di rigeoriferire i seguenti tipi di dato: • Punto singolo • File ASCII/file di testo contenenti coordinate di punti • Shapefile • Dxf • Bitmap

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Per la la georeferenziazione ocorre avvalersi di una mappa digitale di riferimento (un altro raster o un file vettoriale) che inquadri lo stessa porzione di territorio dell’immagine e che sia georeferenziata nel sistema di coordinate desiderato. All’interno di questa area devono essere individuati un insieme di “punti di controllo” (Ground Control Points – GCP), punti cioè chiaramente individuabili sia sulla immagine che sulla mappa di riferimento (incroci, edifici, manufatti, ecc), attraverso i quali effettuare il collegamento tra il raster e le mappe di riferimento. Il numero di punti di controllo dipende dal metodo di trasformazione delle coordinate che sarà utilizzato (minimo 3 punti per una trasformazione del primo ordine). Per quanto possibile è opportuno che i punti di controllo siano distribuiti omogeneamente su tutta l’immagine. Solitamente è indicato disporre di almeno un link vicino a ciascun angolo dell’immagine e di alcuni punti di controllonella parte interna. Per effettuare la trasformazione di coordinate è possibile utilizzare una trasformazione del 1° ordine (affine). Trasformazioni di ordine superiore (2° o 3° ordine) devono essere utilizzate solo nel caso in cui il grado di accuratezza ottenuto con il 1° ordine non risulti accettabile. Il grado di accuratezza della trasformazione si valuta attraverso l’errore residuo definito per ogni punto di controllo dall’equazione seguente:

Errore residuo = 2r t

2rt ) Y- (Y )X- (X

dove Xr e Yr sono le coordinate reali del punto inserite durante la creazione dei link, mentre Xt e Yt sono le coordinate trasformate. La media aritmetica degli errori residui Root Mean Square (RMS) è data da:

RMS = n

2r t

2rt ) Y- (Y )X- (X

L’errore residuo deve essere minore o uguale a 2 pixel, in particolare nei casi in cui l’immagine sia utilizzata come base per la digitalizzazione di elementi. Valori dell’errore maggiori di 2 pixel sono ammessi solo nei casi in cui si utilizzi l’immagine georeferenziata per ‘consultazione’ (per esempio come sfondo cartografico aggiornato a cui sovrapporre altri strati cartografici). La trasformazione viene salvata applicando un ricampionamento, effettuato con un algoritmo di tipo Nearest neighbour, in cui alla cella della griglia di output è assegnato il valore della cella più vicina. Dati vettoriali Per quanto riguarda i dati vettoriali in molti casi la georeferenziazione può consistere nella semplice traslazione dell’origine delle coordinate, dall’attuale posizione ad una nuova posizione. In altri casi si deve invece procedere alla trasformazione delle coordinate con un’operazione analoga a quella descritta per i dati raster, basata sull’individuazione di un insieme di punti di controllo di cui siano note le coordinate di destinazione.

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APPENDICE F (Informativa) Metodo semplificato per la determinazione delle condizioni meteorologiche medie annue Nella presente appendice è descritto un metodo semplificato per la determinazione delle condizioni meteorologiche medie annue basato su dati liberamente accessibili [26]. Il metodo si fonda sulla determinazione del raggio di curvatura, R, che caratterizza gli effetti di curvatura subiti dai raggi sonori durante la propagazione in ambiente esterno per effetto delle condizioni meteorologiche. Rispetto alla determinazione analitica introdotta da Gutenberg nel 1942, la ISO 1996-2:2007 propone una caratterizzazione del fenomeno basata sull’entità della rifrazione piuttosto che sulla descrizione puntuale della traiettoria del raggio sonoro. A questo scopo la ISO adopera il valore massimo di curvatura assunto lungo la traiettoria, corrispondente al momento di propagazione orizzontale, ed impiega l’indicatore inverso, 1/R, per ottenere una valutazione numerica direttamente proporzionale all’entità del fenomeno, attraverso la seguente relazione:

2

1

101

c

u+c

z

u+

z

T

T=R

(F.1)

dove T è la temperatura dell’aria espressa in K, u è la velocità del vento in m/s e c è la velocità del suono in m/s, rilevate all’altezza convenzionale di 10 m dal suolo. A valori negativi, nulli e positivi del valore del parametro R (e quindi anche di 1/R) corrispondono rispettivamente condizioni di propagazione sfavorevole, neutra e favorevole del fronte sonoro, schematizzate nella figura che segue:

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Figura F.1 La propagazione del suono nei casi di raggio di curvatura negativo, nullo e positivo. I gradienti verticali possono essere calcolati utilizzando le seguenti relazioni:

L

z

z

z

k

uzu 1

0

* ln)(

(F.2)

L

z

z

z

k

TzTzT M 2

0

* ln)()(

(F.3)

dove: T* è la temperatura di scala, in gradi Kelvin; u* è la velocità di frizione, in metri al secondo; L è la lunghezza di Monin-Obukov, in metri; z0 è la lunghezza di rugosità (circa il 10% dell’altezza media degli elementi); zM è la quota di misura, in metri.

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Le due funzioni Ψ hanno forma differente a seconda dello stato di stabilità della bassa atmosfera, di cui si tiene conto attraverso il parametro H (flusso di calore sensibile). Nel caso di atmosfera instabile (H>0, ovvero L<0), che prevale durante il giorno, si ha:

2

1ln2

2tan2

2

1ln

2

1ln2

2

2

12

1

X

XXX

(F.4)

dove:

4/1

161

L

zX

(F.5)

Nel caso di atmosfera stabile (H < 0, ovvero L > 0), condizione che si verifica solitamente durante la notte, si ha invece

L

z7.421 (F.6)

Per determinare T*, u*, L si dovrebbe conoscere in maniera dettagliata l’andamento delle fluttuazioni delle componenti del vettore vento e della temperatura. Questi parametri possono essere stimati, con un certo grado di approssimazione, conoscendo la velocità del vento e la classe di stabilità dell’atmosfera (ricavabile come funzione della copertura nuvolosa e del periodo del giorno). Nel progetto IMAGINE sono state pubblicate delle tabelle di corrispondenza che consentono di associare ai parametri sopra indicati i dati desumibili dalle comuni osservazioni meteorologiche (Vedere prospetti F.1 e F.2.)

Classe del vento

m/s

u* (m/s)

W1: da 0 a 1 0,00 W2: da 1 a 3 0,13 W3: da 3 a 6 0,30 W4: da 6 a 10 0,53

W5: > 10 0,87

Prospetti F.1 Velocità di frizione u*, in funzione della velocità del vento.

1/L (m-1)

m/s

S1

Giorno, 0/8-2/8 S2

Giorno, 3/8-5/8S3

Giorno, 6/8-8/8S4

Notte, 5/8-8/8 S5

Notte, 0/8-4/8

W1: da 0 a 1 -0,08 -0,05 0 0,04 0,06 W2: da 1 a 3 -0,05 -0,02 0 0,02 0,04 W3: da 3 a 6 -0,02 -0,01 0 0,01 0,02 W4: da 6 a 10 -0,01 0 0 0 0,01

W5: > 10 0 0 0 0 0

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T* (K)

W1: da 0 a 1 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 W2: da 1 a 3 -0,2 -0,1 0 0,1 0,2 W3: da 3 a 6 -0,1 -0,05 0 0,05 0,1 W4: da 6 a 10 -0,05 0 0 0 0,05

W5: > 10 0 0 0 0 0 Prospetti F.2 Inverso della lunghezza di Monin-Obukhov 1/L e scala di temperatura T* in funzione della velocità del vento e della classe di stabilità, desumibile dallo stato di copertura nuvolosa espresso in ottavi nei periodi diurno e notturno. L’applicazione del metodo sopra illustrato dipende dalla disponibilità di dati meteorologici di vento e copertura del cielo dettagliati e disponibili per lunghi periodi di osservazione (almeno 10 anni secondo le raccomandazioni internazionali). A tale scopo è possibile impiegare i dati che le stazioni meteorologiche dell’aeronautica raccolgono sistematicamente in un grande numero di siti, sia in Italia che all’estero, e liberamente accessibili su Internet. I dati, in forma codificata secondo le specifiche METAR (Meteorological Aviation Report), riportate nel Federal Meteorological Handbook (FMH) [30], sono disponibili presso il sito della National Weather Service (NWS) [31], che conta circa 8500 postazioni, di cui 145 sul suolo italiano. I rapporti METAR vengono prodotti automaticamente dai sistemi di monitoraggio con una cadenza tipica di un rapporto ogni ora. Nella pratica, un rapporto METAR è rappresentato da una breve stringa che sintetizza la situazione meteo rilevata nel punto di osservazione, secondo lo schema di seguito illustrato: LIRQ 280915Z VRB02KT 9999 SCT040 BKN090 08/05 Q1013 Nel caso sopra riportato, oltre al punto ed ai riferimenti temporali della misura, sono indicate le condizioni del vento, la temperatura e pressione dell’aria, la visibilità e la densità degli strati nuvolosi. La flessibilità prevista dalla codifica permette di arricchire queste informazioni con altri dati relativi alla presenza di particolari fenomeni meteorologici come pioggia, nebbia, neve, ecc. Nell’esempio di rapporto METAR sopra riportato sono indicate la velocità in nodi, la direzione del vento (VRB02KT) e la copertura del cielo attraverso il segmento di codice “SCT040 BKN090”, corrispondente nel caso specifico a “scattered at 4000 feet, broken at 9000 feet”. Nel prospetto F.3 è riportata la conversione, suggerita dal FMH, tra la codifica METAR e le condizioni di copertura nuvolosa espresse in ottavi.

Abbreviazione Significato Copertura

SKC o CLR Clear 0/8 FEW Few 1/8 - 2/8 SCT Scattered 3/8 – 4/8 BKN Broken 5/8 – 7/8

OVC o VV Overcast 8/8

Prospetti F.3 Abbreviazioni usate per la copertura del cielo e valore numerico corrispondente (in ottavi). Al fine di ottenere una caratterizzazione media della situazione nei primi metri di atmosfera interessati dal fenomeno acustico, in conformità a quanto delineato nella ISO 1996:2007, è

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consigliato stimare i gradienti medi di vento e temperatura attraverso rilievi di velocità del vento e temperatura alle quote di 0,5 m e 10 m dal suolo.

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Bibliografia

Documenti tecnici

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[2] ISTAT “Census 2000 – Aggiornamento delle basi territoriali – Descrizione dei dati”; Dicembre 2005.

[3] AEA Technology Rail BV- “Guidance referring to Commission Decision xxxx, Version 5.0 -laying down a Questionnaire to be used for reporting on environmental noise under the Directive 2002/49/E”’ ; 15 november 2005

[4] A.Alberici, M.Bassanino, P.Deforza, N.Fibbiani, P.Maggi, M.Mussin, V.Spirolazzi, “Applying the “End” for Lombardy’s Airports”, EURONOISE 2006, Tampere.

[5] Alberici, M. Bassanino, N. Fibbiani, P. Maggi, M. Mussin, V. Spirolazzi, “Valutazione della popolazione esposta nell’applicazione della Direttiva 2002/49/CE: il caso degli aeroporti”, Proceedings 3rd National Congress “Controllo ambientale degli agenti fisici”, Biella, 7-9.6.2006

[6] ISPRA; “La realizzazione in Italia del progetto europeo Corine Land Cover 2000”; rapporti 36/2005

[7] EEA, “CORINE Land Cover; technical guide– Addendum 2000”, Technical report n 40, 2000

[8] EEA, “CLC 2006 Technical Guidelines”, Technical report n° 17, 2007.

[9] Symonds, “Definition, Identification and Preservation of Urban & Rural Quiet Areas. Final report, July 2003”; disponibile in http://forum.europa.eu.int/Public/irc/env/noisedir/library

[10] “Determination of Lden an Lnight using measurements” – IMA32TR-040510-SP08 – Imagine Project

[11] “Guidelines for the use of traffic models for noise mapping and noise action planning” –Imagine Project, Deliverable 7

[12] “Data needs for road noise source modelling” – Report 2.1 - Imagine Internal Report WP2: Demand and traffic management – 5/07/2004

[13] “Suitability of traffic models for noise modelling” – Report 2.2 – Imagine Project 28/01/2005

[14] “Development of strategies for the use of traffic models for noise mapping and action planning” – Report 2.3 – Imagine Project – 11/04/2006

[15] “Collection methods for additional data” – Report 2.4 – Imagine Project – 26/06/2006

[16] “Aircraft noise sources” – Imagine Project

[17] “Railway noise source model” – Imagine Project

[18] “Availability of rail noise source data” – Imagine Project

[19] E. Gaja, A. Gimenez, S. Sanchi, A. Reigh - “Sampling techniques for the estimation of the annual equivalent noise level under urban traffic conditions” –– Applied Acoustics 64 (2003) 43-53

[20] “Review of the suitability of traffic models for noise modelling” – Imagine Project – WP2: Demand and traffic flow modelling – 2004

[21] “Description of the Source Database - WP7: Industrial Noise”, Report IMA07TR-050418-DGMR01, Imagine Project Deliverable D6

[22] “Industrial noise: measurement methods” – IMA07TR-050418-MBBM03 – Imagine Project

[23] “Guidelines for producing strategic noise maps on industrial sources”, Report IMAWP7D14-060811-DGMR03, Deliverable D14

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[24] EEA Pubblication; “Towards agri-environmental indicators: Integrating statistical and administrative data with land cover information”; cap.6; topic report n° 6/2001

[25] ARPA della Lombardia, Settore Agenti Fisici - “Metodo di stima della popolazione in un’area definita”; Rapporto interno prot. 151041 del 12.11.2004

[26] A.Iacoponi, F.Dolinich, “La determinazione dell’anno medio meteorologico nella valutazione dell’indicatore europeo Lden”, 34° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Acustica, Firenze, 13-15 giugno 2007

[27] “Bruit des infrastructures routières – Méthode de calcul incluant les effets météorologiques » – NMPB – Routes – 96 – Janvier 1997.

[28] B. Gutenberg, C.I.T., Pasadena, California, “Propagation of Sound Waves in the atmosphere”. J.A.S.A., 13 (1942).

[29] D. Heimann, E.M. Salomons, “Testing meteorological classifications for the prediction of long-term average sound levels”, Applied Acoustics, 65 (2004)

[30] Federal Meteorological Handbook No. 1 – “Surface Weather Observations and Reports”, http://www.ofcm.gov/fmh-1/pdf/FMH1.pdf

[31] US Dept of Commerce, National Oceanic and Atmospheric Administration, National Weather Service, http://weather.noaa.gov/weather/metar.shtml

[32] EC – DG ENV, “Reporting Mechanism proposed for reporting under the Environmental Noise Directive 2002/49/EC – Overview – October 2007” ; disponibile in http://circa.europa.eu/Public/irc/env/d_2002_49/library ('Reporting Mechanism 2007' > 'Proposed Reporting Mechanism')

[33] EC – DG ENV, “Reporting Mechanism proposed for reporting under the Environmental Noise Directive 2002/49/EC – Handbook (including data specification) – October 2007”; disponibile in http://circa.europa.eu/Public/irc/env/d_2002_49/library ('Reporting Mechanism 2007' > 'Proposed Reporting Mechanism')

[34] “Presenting Noise Mapping Information to the Public” – European Commission Working Group Assessment of Exposure to Noise (WG-AEN) – Dicembre 2007

[35] ECAC.CEAC, n°29 - "Report on Standard Method of Computing Noise Contours around Civil Airports" – 1997 (www.aircraftnoisemodel.org)

[36] Doc 9501-AN/XXX “Environmental technical manual on the use of procedures in the noise certification of aircraft third edition — 2004”

Documenti normativi

[37] UNI ISO 9613-1:2006 Acustica - Attenuazione sonora nella propagazione all'aperto - Parte 1: Calcolo dell'assorbimento atmosferico

[38] ISO 1996-1: 2003 Description, measurement and assessment of environmental noise

[39] EEA,” CLC2006 technical guidelines”, Technical report n 17, 2007”

[40] UNI EN ISO 3095:2005 Applicazioni ferroviarie - Acustica - Misurazione del rumore emesso dai veicoli su rotaia

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Documenti legislativi

[41] Decreto legislativo del 19 agosto 2005 N° 194 recante Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale

[42] Direttiva 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 giugno 2002 relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale

[43] Raccomandazione della Commissione del 6 agosto 2003 concernente le linee guida relative ai metodi di calcolo aggiornati per il rumore dell’attività industriale, degli aeromobili, del traffico veicolare e ferroviario e i relativi dati di rumorosità

[44] Decreto legislativo del 18 febbraio 2005 N° 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”

[45] Decreto del Ministero Ambiente 31 ottobre 1997 “Metodologia di Misura del Rumore Aeroportuale”.

[46] Decreto legislativo del 30 aprile 1992 N° 285 “Nuovo Codice della strada”

[47] Legge del 26 ottobre 1995 N° 447 “Legge Quadro sull’inquinamento acustico”

[48] Decreto Ministeriale del 20 maggio 1999 “Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico”

[49] Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 Novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”

[50] Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico”

[51] Decreto del Presidente del Consiglio del 1 marzo 1991 “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno”

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