tornare a vivere dopo la lesione cerebrale: un lavoro di squadra
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.: Tornare a vivere dopo una lesione cerebrale: un lavoro di squadra
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.: Chi sono
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Dott.ssa Donatella RuggeriNeuropsicologa
Hafricah.Net – Tra psicologia e neuroscienza
NeuroMe – Servizio di Neuropsicologia e Psicofisiologia
Settimana del Cervello – Sicilia
viale Italia, 159 - 98124 - Messina
neurome.it
settimanadelcervello.it
.: Di cosa parliamo
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• Lesioni cerebrali acquisite• Esiti cognitivi e comportamentali della vittima• Cosa vuol dire per il familiare
• Progettare il ritorno alla vita• Il Neurobehavioural approach• Risorse per i pazienti e per i familiari• Caso clinico e progetto
.: Lesioni cerebrali acquisite
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Eziologia• Vascolare• Traumatica• Neoplasie• Infettiva (meningite, HIV)• Infiammatoria• Tossica (droghe, farmaci)• Degenerativa
• Condizioni ereditarie• Condizioni genetiche• Ritardo o disturbo dello sviluppo• Disturbi congeniti
Terza causa di morte, possono esserci danni permanenti o non permanenti, disabilità dal grande impatto sociale
Importante problema di salute pubblica. In Italia:200-300/100K abitanti.
Progressiva perdita delle funzioni motorie o di quelle cognitive con evoluzione ingravescente nel tempo della malattia.
.: Cause vascolari
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Anatomia del circolo ematico cerebrale -
fondamentale per capire le lesioni. Spesso nel
referto TAC non si trova l'area colpita ma l'arteria
di riferimento (ad. es. cerebrale media, cerebrale
anteriore, posteriore).
.: Ischemia VS emorragia
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Ischemia, occlusione di un vaso; necrosi area.
Rottura di un vaso con
riversamento ematico.
CaratteristicheDeterioramento
a gradiniSegni focali
corrispondenti a un solo territorio
arterioso
CaratteristicheProlungata perdita
di coscienzaSegni focali che
NON corrispondono a un solo territorio
arterioso
.: Sintomatologia della lesione vascolare
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Sintomatologia
Dipende dal vaso coinvolto
Disturbi motori e/o sensoriali
Disturbi cognitivi
selettivi (afasia, aprassia, agnosia, neglect, etc.)
da lesione dei lobi frontali
deterioramento cognitivo generale
.: Anatomia e fisiologia
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Aree di irrorazione lobi frontale eparietale: disturbi di linguaggio,attenzione, f. esecutive; aprassia,agnosia, neglect…
Aree di irrorazione lobi frontale,temporale e parietale: aprassia,anosognosia, emiplegia controlaterale,emianestesia, emianopsia, dist. dimemoria, afasia (sx o dominante)…
.: Anatomia e fisiologia
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Aree di irrorazione cervelletto,tronco encefalico: dist.dell’equilibrio, anomaliepupillari, tetraparesi…
Aree di irrorazione lobi temporale eoccipitale, ippocampo, cervelletto:emianestesia, emianopsia, dist. dimemoria, dist. dell’equilibrio, alessìa…
Diversi gradi di severità:Commozione cerebrale, danno essenzialmente funzionale. Sofferenza aspecifica senza un vero danno. Prognosi buona, di solito va incontro a remissione.Contusione cerebrale, zone del cervello sono state lesionate. Interessa, di solito, i poli temporali e frontali. Sintomi tipici dei pazienti frontali. Prognosi abbastanza favorevole.Ematoma, prognosi più severa. Focolaio grande che accumula sangue a livello del parenchima.
.: TBI: traumatic brain injury
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Lesione diffusa: le alterazioni funzionali possono essere diverse. Alcuni disturbi si possono manifestare anche dopo il trauma, a distanza di ore o di giorni.
.: TBI: cause
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Cadute40%
Altro19%
Aggressioni11%
Incidenti stradali
14%
Colpi alla testa16%
.: Cause degenerative
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1. significativa compromissione della vita quotidiana2. evidenza obiettiva3. colpiti almeno due domini cognitivi 4. manifestazione patologica è evolutiva
Le demenze: progressivo peggioramento delle funzioni mentali e cognitive
Primarie, ad es: Alzheimer, Huntington, Lewy, Creutzfeldt-Jacob…
Secondarie, trattabili: infettive, lesione espansiva, malattia psichiatrica, idrocefalo normoteso...
Vascolari, ad es: multinfartuale, ipoperfusione…
.: Diagnosi e trattamento: demenze VS traumi
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Obiettivi trattamento demenza:1. Ridurre l’impatto dei sintomi sulla vita del paziente2. Mantenere alta l’autonomia 3. Contenere i costi diretti e indiretti della società
- valutazione anamnestica VS valutazione tempestività soccorsi e stato di coscienza
- valutazione globale del deterioramento (evoluzione nel tempo) VS test cognitivi specifici (recupero spontaneo, cronicità)
Obiettivi trattamento trauma:1. Ripristinare le abilità cognitive perdute2. Ottenere il maggior grado di indipendenza possibile3. Ritornare nel proprio ambiente di vita (scuola, lavoro)
.: Dal sintomo al racconto…
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Il needs assessment comincia con il primo contatto!
Tu sei qui.
1. Filtrare il racconto con la lente clinica
2. Capire qual è l’impatto realenella vita quotidiana…
.: Esiti danno frontale
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Problem-solving, ragionamentoPianificazione cognitiva e motoriaLinguaggioSelf-monitoring e consapevolezzaRegolazione del comportamentoAttenzione, flessibilità…
Non riesco a concentrarmiAnche i problemi semplici mi mettonoin crisiMi fanno notare i miei difetti e questomi rende nervoso… non c’è niente che non va!!
È cambiato, fa cose strane, èinappropriato, inaffidabileNon riesce a fare le cose comeprimaSi è fissato con… / fa sempre…È irascibileQuando non ricorda le cose leinventa
.: Esiti danno parietale
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Percezione visiva e spazialeCalcolo matematicoLetturaScritturaMemoria per le paroleMovimenti diretti allo scopoInterazione tra i sensi…
Non riesco più a fare i contiNon leggo più, lo trovo difficileNon riesco a decidermi, prima ero piùrisolutoNon riesco a spostarmi senzaperdermi
Si fa la barba per metà, urta glioggetti alla sua sinistraHa difficoltà ad attraversare lastradaNon si accorge delle difficoltà
.: Esiti danno temporale
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Riconoscimento visivoPercezione uditivaMemoria a breve e lungo termineCategorizzazione oggettiIdentità, comportamento, affettivitàLinguaggioRiconoscimento facciale…
Difficoltà a trovare gli oggetti…Difficoltà a ricordare---
Confonde le personeDice cose che non hanno sensoNon riusciamo a capirciAnche se una cosa l’ha già fatta,non si ricorda come si fa enemmeno di averla fatta
.: Esiti danno occipitale
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Elaborazione visivaDiscriminazione dei colori…
Non vedo / vedo cose che nonci sono
Confondo i colori---
Non riesce più a guidare o aorientarsiCi sono cose che vede solo luiSi veste male
.: E per la famiglia…?
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Difficoltà maggiori per la famiglia consistono nella gestione di - Problemi emotivi (depressione, ansia, fobie,
apatia, crisi di pianto o di risa, labilità)- Disturbi comportamentali (aggressività,
impulsività, disinibizione, comportamento infantile, incapacità ad assumersi responsabilità o accettare critiche, abuso/dipendenza da alcol o droghe…)
- Cambiamenti di personalità
Deficit cognitivi causano una regressione
MA
«Challenging behaviours»
.: Disturbi comportamentali
• Conseguenza diretta che indiretta del trauma
• Frutto della complessa interazione tra variabili cliniche, psicologiche e socio-ambientali
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Esito relativamente comune negli individui che hanno subito un trauma cranico
.: Disturbi comportamentali
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1. Incidendo sulle possibilità di recupero2. Compromettendo il reinserimento sociale 3. Riducendo la qualità di vita 4. Riducendo il benessere psichico del nucleo familiare
I disturbi cognitivi e motori in generale tendono a migliorare negli anni, mentre i disturbi emotivo-comportamentali possono,
se non trattati, persistere o addirittura peggiorare
.: Un possibile intervento per i disturbi comportamentali
Il Neurobehavioural Approach
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.: Neurobehavioural Approach
• Leggi comportamentiste dell’apprendimento operante (R+/-) applicate al “challenging behaviour”
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neuro - behavioural = neuro - comportamentale
.: Teoria di riferimento
• Legge del R+/-: apprendimento procedurale / «meccanico» per rilascio di dopamina
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I circuiti cerebrali si sono evoluti per garantire la maggiore probabilità di sopravvivenza: vengono riprodotticomportamenti favorevoli e inibiti
comportamenti negativi per l’individuo.
.: Origini
• Messo a punto dalla Brain Injury Rehabilitation Trust (BIRT) in 25 anni di esperienza sul campo
• Integrazione di servizi ritagliati sulle esigenzedella persona con lesione cerebrale acquisita
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.: Il Neurobehavioural Approach
Combina
– Una precisa analisi della natura e della sedelesionale
– Pratica basata sulle evidenze (evidence-based)
– Training di modificazione del/deicomportamento/i disfunzionale/i
– Riabilitazione ecologica quotidiana
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.: Assunto base
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Il disturbocomportamentale è sì
conseguenza dellalesione, ma anche
mantenuto e causato da condizioni ambientalifisiche e relazionali,
personali.
Ambiente
Relazioni
Persona
Lesione Comp.problema
.: Principi
• Coerenza
• Gestione degli antecedenti
• Approccio costruttivo
• Enfasi sul comportamento positivo
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.: Alcuni strumenti
Care plan*
ABC* - antecedent, behaviour, consequences
TOOTS – time out of the spot
STO – situational time out
Rehab sessions
…
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.: Care plan
• Contratto terapeutico scritto a più mani
• Contiene tutta la storia clinica del paziente
• E’ lo strumento di riferimento per chiunqueabbia un ruolo nella riabilitazione
• Contiene istruzioni pratiche per la gestione deiproblemi
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.: Data/ora/contesto
o Data/ora: importanti!
o Setting: illuminazione, rumore, personesconosciute…
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.: Antecedent = evento scatenante?
“Il fisioterapista entra in palestra sorridendo e grida<buongiorno>”
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.: Behaviour = registrazione oggettiva
Non “si è arrabbiato” ma“si è alzato in piedi coipugli stretti ed ha urlato…”
Non “è triste” ma “la suaespressione faccialesembra triste”
Non “sessualmentedisinibito” ma “ha toccatoil seno dell’infermiera”
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.: Consequence = R+/- o P
La persona ha avuto unaesperienza positiva o l’interruzione di unanegativa?
Come hanno risposto le altrepersone al comportamento?
La persona ha avuto accesso a un oggetto/attività in seguito al comportamento?
Cosa ha fattocessare/peggiorare ilcomportamento?
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.: ABC per il paziente
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Registrare i comportamenti positivi!
E’ stato bello lavorare con te oggi!
Hai ordinato la camera senza suggerimenti
Istruzioni sul da farsi
Hai portato a termine l’esercizio
Sveglia del telefono
In casa, dopo
pranzo
27/04/16
h15
27/04/16
h18
In palestra con i
fisioterapisti
.: Quindi…
• I pazienti sono supportati in modo costruttivoe attraverso il rinforzo positivo
• Riduzione graduale del livello di supportofornito
• Aumento dell’autonomia in contesti naturali
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.: E per la famiglia…? 1: Informazione
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INFORMAZIONE
• Delicato realismo• Esiti• Prognosi• Possibilità di miglioramento
spontaneo• Possibilità di intervento e di successo• Disturbi cronici?
Non è sempre veroche «non si puòfare niente».
Non è tutto «colpae conseguenzadella lesione».
«Responsabilizzazione positiva»: tutti possiamo fare qualcosa
.: E per la famiglia…? 2: Psicoeducazione
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PSICOEDUCAZIONE
Falloon (1992): lo scopo principale di questo modello è il miglioramento delle capacità dei componenti della famiglia di comunicare costruttivamente e di risolvere insieme i problemi.
Considerare la famiglia come una risorsa per fronteggiare e risolvere i problemi relativi al disturbo.
Numerose pubblicazioni scientifiche ne convalidano l'efficacia.
.: E per la famiglia…? 2: Psicoeducazione
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Punta a rendere consapevole la persona e i membri della sua famigliadella natura della patologia e dei mezzi per poterla fronteggiare.
Modalità:• due sedute
informative, una sul disturbo, l'altra sulle modalità di trattamento
• incontri per fornire abilità specifiche per la gestione del disturbo
Obiettivi:• ridurre stress e il
carico familiare• incrementare abilità
di comunicazione efficace
• incrementare il problem-solving e l’autonomia
• evitare ricadute
.: Possibili problemi
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• Aspettative irrealistiche• Mancanza di motivazione• Mancanza di fiducia nella terapia o nel clinico• Mancanza di insight / consapevolezza• Mancanza di risorse economiche o temporali• Conflitti irrisolti• Caratteristiche/disturbi di personalità
.: In sintesi
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Obiettivi chiariStrumenti pratici
Monitoraggio
.: La nostra unica sicurezza è l’abilità di riuscire a cambiare
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FlessibileRealisticoConcretoCompleto Su misura… scrittoConsultabileChiaro per tutti Periodicamente revisionato
.: Elementi
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• Anamnesi• Analisi del contesto• Obiettivi
• Generali• Specifici
• Strumenti e metodi• Ruoli chiave - equipe• Istruzioni
.: L.M. (UK)
• Donna, 57 anni, ex modella, anoressia cronica• Tentato suicidio, anossia cerebrale• Non ricorda nulla dell’accaduto, confabula• 3 mesi dopo, con la stabilizzazione del quadro
neurologico, inizia la riabilitazione• 3 anni dopo… una valutazione neuropsicologica
rileva disturbi del linguaggio e di workingmemory
• Challenging behaviours: aggressività fisica e verbale contro le persone, disturbo alimentare
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.: L.M.’s care plan
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Flessibile: meeting settimanale - goals e sessioni terapeutiche (ABC)
Realistico: cronicità del disturbo alimentareConcreto: ad es. «LM deve raggiungere i 45 kg»Completo: medico di base, infermieri, terapisti
occupazionali, neuropsicologi, psicoterapeuti… Scritto e ConsultabileChiaro per tutti – linguaggio comune, istruzioni
precise Soggetto a revisioni trimestrali
.: L.M.’s care plan
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• Storia clinica (referti…)• Analizzati tre contesti: ospedale, casa, società• Obiettivi
• Generali: migliorare la relazione col cibo, ridurre le aggressioni
• Specifici: portare il peso corporeo a 45 kg, ridurre comportamenti compensatori/aggressivi da 5 a 3 a settimana…
.: L.M.’s care plan
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• Strumenti e metodi: ABC, STO,…• Ruoli chiave: psicoterapeuta, cuoco…• Istruzioni: «Nel caso in cui L.M. diventi
aggressiva…» «Dopo pranzo invitare L.M. a svolgere attività…»
.: L.M.: due anni dopo…
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Maggiore motivazione Migliori rapporti familiari Riduzione episodi aggressivi Migliori prestazioni cognitive Aumentato grado di autonomia
Difficoltà a mantenere il peso desideratoDifficoltà di WM
• Sviluppare competenze lavorative
• Dedicarsi a un’attività creativa
• Passare più tempo coi figli
Nuovi goals
.: Un lavoro di squadra: requisiti
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• Conoscenza approfondita del funzionamento fisiologico e patologico
• Competenze di analisi dei bisogni e del contesto
• Competenze comunicative e di progettazione• Padronanza degli strumenti di intervento e
monitoraggio
.: Bibliografia e letture consigliate
• Traumatic Brain Injury: Rehabilitationfor Everyday Adaptive Living, 2nd Edition, Jennie Ponsford, Sue Sloan, Pamela Snow
• Brain Injury Rehabilitation: A Neurobehavioural Approach, Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry
• Manuale di Neuropsicologia, seconda edizione, a cura di Gianfranco Denes, Luigi Pizzamiglio
• La riabilitazione neuropsicologica, seconda edizione, a cura di Anna Mazzucchi
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• Neuropsicologia, Elisabetta Làdavas, Anna Berti, Terza edizione, 2014, Il Mulino
• Intervento psicoeducativo integrato in psichiatria. Guida al lavoro con le famiglie, Ian Falloon, 1993, Centro Studi Erickson
• I disturbi emotivo-comportamentali nel grave traumatizzato cranico sottoposto a craniotomia decompressiva: uno studio di follow-up ad un anno dal trauma. A. Menichelli, V. Pesavento, A. Zadini, L. Tacconi
.: Per ulteriori chiarimenti
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NeuroMe – Servizio di Neuropsicologia e Psicofisiologia
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