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#toccafondiassociati TABLOID www.toccafondiassociati.it Anno I Numero 1 UNIONE IMPRESE STORICHE: PAROLA AL PRESIDENTE ALPHANDERY A PAGINA 2 AGENDA MORETTI 2013: UN PROGETTO FIRMATO OLIVIERO TOSCANI A PAGINA 3 IMMAGINE INTEGRATA: NUOVO SITO E NUOVO CATALOGO PER IDEL A PAGINA 7 La Monnalisa finalmente rivelata Meravigliosi e curati i nuovi cataloghi del brand toscano di moda per bambini. L’azienda è sempre più internazionale e vero testimonial del Made in Italy PERCHÉ UN TABLOID Investire in creatività di Niccolò Donzelli Q uesto giornale è la nostra piccola sfida, un modo per farci apprezzare da chi ancora non ci conosce e per rinsaldare le partnership già strette sulla base di valori con- divisi. Per farlo crediamo non vi sia modo migliore che parlarvi di noi e del nostro lavoro, con umiltà, ma anche con orgoglio, perché di strada ne maciniamo ogni giorno e puntiamo sempre più in alto. Ci esprimiamo con la stampa, la grafica, la fotografia e il design. E con la parola, naturalmente, il primo e più importante stru- mento di relazione. Attraverso la parola, proveremo a raccontarvi alcune storie che ci riguardano e che ci vedono impegnati con una o più aziende del gruppo nel “mestiere” più bello del mondo: la comunicazione. Toccafondi 1910 rappresenta il nostro legame con la storia, la nostra anima “antica”. Un’azienda tipografica con un passato importante – iscritta non a caso all’Unione delle Imprese Storiche Italiane – e un cuore giovanissimo che batte ai ritmi dell’innovazione. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo sviluppa- to servizi avanzati di grafica e prestampa, di logistica e comu- nicazione below the line, aprendo un ufficio commerciale a Milano e una sede a Firenze che si ag- giungono allo stabilimento stori- co di Borgo San Lorenzo. La no- stra missione è il problem solving: trovare per ogni azienda, per le agenzie [...] Continua a pag. 4 Sorride enigmatica ai milioni di turisti che, ogni anno, entra- no al Louvre per ammirarla. È la Monnalisa, l’opera forse più nota dell’immenso Leonardo, a cui nel 1968 Piero Iacomoni e Barbara Bertocci hanno “ru- bato” il nome per attribuirlo alla loro azienda di childrens wear. Una scelta indovinatis- sima, che ha portato al brand aretino molta meritata fortuna e un’ampia riconoscibilità a li- vello internazionale. Lo stile di Monnalisa piace – e i numeri stanno lì a dimostrarlo anno dopo anno – perché ogni capo è a misura di bambino, lontanissimo da certe ripro- duzioni “in scala” di modelli pensati piuttosto per le mam- me. Questa freschezza ed au- tenticità d’immagine si ritro- vano intatte nella collezione primavera-estate 2013 e negli strumenti chiamati per primi a decretarne il successo. Stiamo parlando dei nuovi ca- taloghi Monnalisa, dei quali Toccafondi 1910 ha curato il fotolito e la stampa con la con- sueta attenzione al dettaglio. La mission è la ricerca di un ideale di perfezione estetica da leggersi come celebrazione del Made in Italy più autenti- co. In comune alle due aziende vi è anche l’adesione ai princi- pi della responsabilità sociale d’impresa, ben sintetizzata, nel caso di Toccafondi, dal marchio FSC di gestione fore- stale sostenibile che certifica ogni suo prodotto. # Il vecchio e il nuovo, nella comunicazione, sono concetti privi di valore reale. Ha senso, piuttosto, parlare di effica- cia del messaggio, a prescindere dal supporto – tradizio- nale o di ultima generazione – adottato per trasmetterne i contenuti. Lo sanno bene Centrica e Toccafondi 1910, due dina- miche aziende fiorentine che pur operando in ambiti apparentemente distanti fra loro – da una parte i media di “prossima” generazione, dall’altra la comunicazione tradizionale su carta – hanno legato le loro sorti abbrac- ciando l’idea che le crescenti necessità delle imprese di essere visibili e riconoscibili richiedano un approccio necessariamente integrato, anche in chiave di semplifi- cazione dei rapporti. Un unico interlocutore multi-skilled, direbbe qualcuno, con competenze che spaziano dalla stampa di qualità al web, al digitale rappresenta infatti una certezza di risultato per il cliente e di massima coe- renza con l’immagine del brand. Gli investimenti risultano ottimizzati, le risorse impegna- te su un progetto coordinato ad evidente valore aggiunto. Si tratta, insomma, di una partnership virtuosa sotto tutti i punti di vista, con un precedente degno di nota quale il Parco Tecnologico Le Murate a Firenze. Anche in questo caso, il principio ispiratore è il gioco di squadra come moltiplicatore di risultati: Toccafondi 1910 e Centrica unite con altre aziende e laboratori di ricerca per mettere a profitto conoscenze e competenze, tradi- zione e innovazione. Centrica e Toccafondi 1910: comunicare conviene Due aziende distinte, un unico partner affidabile e polivalente a servizio dell’impresa #

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#toccafondiassociatiTABLOID

www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 1

UNIONE IMPRESE STORICHE: PAROLA AL PRESIDENTE ALPHANDERY

A PAGINA 2

AGENDA MORETTI 2013: UN PROGETTO FIRMATOOLIVIERO TOSCANI

A PAGINA 3

IMMAGINE INTEGRATA: NUOVO SITO E NUOVO CATALOGO PER IDEL

A PAGINA 7

La Monnalisa finalmente rivelata Meravigliosi e curati i nuovi cataloghi del brand toscano di moda per bambini.L’azienda è sempre più internazionale e vero testimonial del Made in Italy

PERCHÉ UN TABLOID

Investire in creativitàdi Niccolò Donzelli

Questo giornale è la nostra piccola sfida, un modo per farci apprezzare da

chi ancora non ci conosce e per rinsaldare le partnership già strette sulla base di valori con-divisi. Per farlo crediamo non vi sia modo migliore che parlarvi di noi e del nostro lavoro, con umiltà, ma anche con orgoglio, perché di strada ne maciniamo ogni giorno e puntiamo sempre più in alto.Ci esprimiamo con la stampa, la grafica, la fotografia e il design. E con la parola, naturalmente, il primo e più importante stru-mento di relazione. Attraverso la parola, proveremo a raccontarvi alcune storie che ci riguardano e che ci vedono impegnati con una o più aziende del gruppo nel “mestiere” più bello del mondo: la comunicazione.Toccafondi 1910 rappresenta il nostro legame con la storia, la nostra anima “antica”. Un’azienda tipografica con un passato importante – iscritta non a caso all’Unione delle Imprese Storiche Italiane – e un cuore giovanissimo che batte ai ritmi dell’innovazione. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo sviluppa-to servizi avanzati di grafica e prestampa, di logistica e comu-nicazione below the line, aprendo un ufficio commerciale a Milano e una sede a Firenze che si ag-giungono allo stabilimento stori-co di Borgo San Lorenzo. La no-stra missione è il problem solving: trovare per ogni azienda, per le agenzie [...]

Continua a pag. 4

Sorride enigmatica ai milioni di turisti che, ogni anno, entra-no al Louvre per ammirarla. È la Monnalisa, l’opera forse più nota dell’immenso Leonardo, a cui nel 1968 Piero Iacomoni e Barbara Bertocci hanno “ru-bato” il nome per attribuirlo alla loro azienda di childrens wear. Una scelta indovinatis-sima, che ha portato al brand

aretino molta meritata fortuna e un’ampia riconoscibilità a li-vello internazionale.Lo stile di Monnalisa piace – e i numeri stanno lì a dimostrarlo anno dopo anno – perché ogni capo è a misura di bambino, lontanissimo da certe ripro-duzioni “in scala” di modelli pensati piuttosto per le mam-me. Questa freschezza ed au-

tenticità d’immagine si ritro-vano intatte nella collezione primavera-estate 2013 e negli strumenti chiamati per primi a decretarne il successo. Stiamo parlando dei nuovi ca-taloghi Monnalisa, dei quali Toccafondi 1910 ha curato il fotolito e la stampa con la con-sueta attenzione al dettaglio. La mission è la ricerca di un

ideale di perfezione estetica da leggersi come celebrazione del Made in Italy più autenti-co. In comune alle due aziende vi è anche l’adesione ai princi-pi della responsabilità sociale d’impresa, ben sintetizzata, nel caso di Toccafondi, dal marchio FSC di gestione fore-stale sostenibile che certifica ogni suo prodotto. #

Il vecchio e il nuovo, nella comunicazione, sono concetti privi di valore reale. Ha senso, piuttosto, parlare di effica-cia del messaggio, a prescindere dal supporto – tradizio-nale o di ultima generazione – adottato per trasmetterne i contenuti.Lo sanno bene Centrica e Toccafondi 1910, due dina-miche aziende fiorentine che pur operando in ambiti apparentemente distanti fra loro – da una parte i media di “prossima” generazione, dall’altra la comunicazione tradizionale su carta – hanno legato le loro sorti abbrac-ciando l’idea che le crescenti necessità delle imprese di essere visibili e riconoscibili richiedano un approccio necessariamente integrato, anche in chiave di semplifi-cazione dei rapporti. Un unico interlocutore multi-skilled,

direbbe qualcuno, con competenze che spaziano dalla stampa di qualità al web, al digitale rappresenta infatti una certezza di risultato per il cliente e di massima coe-renza con l’immagine del brand. Gli investimenti risultano ottimizzati, le risorse impegna-te su un progetto coordinato ad evidente valore aggiunto. Si tratta, insomma, di una partnership virtuosa sotto tutti i punti di vista, con un precedente degno di nota quale il Parco Tecnologico Le Murate a Firenze. Anche in questo caso, il principio ispiratore è il gioco di squadra come moltiplicatore di risultati: Toccafondi 1910 e Centrica unite con altre aziende e laboratori di ricerca per mettere a profitto conoscenze e competenze, tradi-zione e innovazione.

Centrica e Toccafondi 1910: comunicare convieneDue aziende distinte, un unico partner affidabile e polivalente a servizio dell’impresa

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www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 1

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La sala di vendita della sede storica dell’Officina in via della Scala

Officina di Santa Maria Novella: missione futuroI numeri di un’azienda capace di fare della propria storia un fattore di sviluppo

L’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Ma-ria Novella nasce ufficialmente nel 1612, quando il Granduca di Toscana volle aprire al pubblico, come Fonderia di Sua Altezza Reale, l’attività di produzione e vendita dei frati domenicani dei loro prodotti curativi ed “effimeri”: il profumo, su tutti.Le celebrazioni per i quattrocento anni di storia, che ne fanno la più antica casa di profumi del mon-do, sono culminate il maggio scorso con l’inaugura-zione del complesso restauro dei locali monumen-tali di via della Scala, interamente realizzato da un giovanissimo team di restauratori guidato da Anna Bisceglia. Una scelta fortemente voluta dal direttore e com-proprietario dell’azienda, Eugenio Alphandery, che ha inteso così premiare il vero talento remune-randolo come se in campo vi fosse la più blasonata delle ditte di restauro.I risultati, ben documentati dalle fotografie di Co-stantino Ruspoli, parlano da soli: le pitture, gli stuc-chi, i dettagli lignei che adornano le sale di vendita

e quelle destinate oggi a Museo sono tornati lette-ralmente a risplendere. I lavori hanno riguardato anche il nuovo impianto di illuminazione a rispar-mio energetico e la razionalizzazione dell’attività di vendita, attraverso un sistema digitale di gestio-ne degli ordini realizzato da Centrica per l’Officina.Un intervento articolato, insomma, che ben sinte-tizza quel binomio di “tradizione e innovazione” su cui Alphandery ha interamente impostato il suo piano industriale. A parlare, in questo caso, sono i numeri. Dal 1989 ad oggi, i dipendenti sono passati da 5 ad oltre 90 solo a Firenze. Mille gli addetti complessivi, im-piegati negli oltre 60 negozi monomarca sparsi in tutto il mondo. Il fatturato si attesta in media sui 16 milioni di euro l’anno, il 60% circa del quale re-alizzato all’estero. E fa impressione un altro dato, quello dell’8% di fatturato destinato mediamente agli investimenti in ricerca. Una cifra enorme, che molto dice sulla vocazione all’innovazione di un’a-zienda antica con solidissime radici nel futuro. #

di Eugenio Alphandery

Ogni impresa storica ha un grande vantaggio competitivo rispetto

alle aziende di costituzione più recente. Ha il bagaglio di co-noscenze e di esperienza che le viene dall’aver attraversato i decenni non senza qualche scossone, ma restando sempre viva e operosa. Ciò che è capa-ce di durare emana di per sé un grande fascino, è una testimo-nianza implicita di qualità che continuamente si rinnova e che per questo viene apprezzata da generazioni pur lontanissime fra loro.Rinnovamento, per l’appunto, è la parola-chiave. Meglio ancora, innovazione. Innovazione di prodotto e di processi, apertura alle nuove tecnologie e ai nuovi mercati, investimenti in ricerca e fiducia alle risorse giovani. La ricetta per crescere anche in tempo di crisi si basa, a mio avviso, su que-sti ingredienti. È la filosofia a cui mi sono sem-pre ispirato da quando, nel 1989, entrai nella proprietà dell’Of-ficina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella e a cui intendo riferirmi anche come Presidente dell’Unione delle Imprese Storiche Italiane, aven-

done ben misurati i ritorni sia in termini di numeri, sia in termini d’immagine. Sotto la guida illuminata di Fran-co Torrini, l’Unione è passata in

pochi anni da una dimensione locale, quale era quella dell’As-sociazione Imprese Storiche Fiorentine, a una dimensione nazionale. Le ambizioni sono diventate via via più importanti e la mia volontà è proseguire su questa

strada ampliando anzitutto la rosa degli iscritti. Penso davvero che l’unione faccia la forza, an-che in un Paese come il nostro dove l’individualismo e il “pen-

sare per sé” sembrano avere la meglio. Bè, l’egoismo di bottega non paga. A pagare è l’impegno, la dedizione al lavoro e il gioco di squadra finalizzati al raggiun-gimento di obiettivi condivisi.Tra quelli che mi prefiggo, in continuità con la presidenza

Torrini, c’è la creazione di un re-gistro nazionale dei marchi stori-ci a tutela della loro autenticità. Attualmente, chiunque può re-cuperare un vecchio marchio e

sfruttarlo per nobilitare inde-bitamente un’attività neonata. “Dal 1899, produciamo…” Pra-tica ingegnosa, per carità, ma truffaldina. Perché possono dirsi storiche, secondo il nostro statu-to, solo le aziende che abbiano alle spalle almeno un secolo di

attività ininterrotta. Come l’Offi-cina di Santa Maria Novella, che di anni ne ha oltre quattrocento, o la ditta Amarelli di Rossano Calabro, che coltiva e lavora la liquirizia dal 1731, o, ancora, la Garbellotto di Conegliano Vene-to, che fabbrica botti dall’epoca della Serenissima.Un altro aspetto che mi preme molto è l’azione di vigilanza sul-lo stato di salute delle imprese storiche, associate e non, per evitare che problemi di natura economica o di successione ne determinino la chiusura. Accade più spesso di quanto si pensi: mancano gli “eredi” di-sposti a proseguire l’attività e l’attività cessa, banalmente. Un passaggio accorto di pro-prietà, di cui l’Unione si faccia eventualmente garante, può ri-durre drasticamente il rischio. Mi piace prendere a riferimen-to la tipografia Toccafondi 1910, oggi parte attiva dell’Unione delle Imprese Storiche, ma ap-pena qualche anno fa destinata alla sparizione. L’ha rilevata nel 2009 Niccolò Donzelli e i risul-tati non si sono fatti attendere. I presupposti sono gli stessi già citati: da una parte la forza della tradizione, dall’altra l’entusia-smo di un giovane imprenditore con idee innovative e molta vo-glia di fare.

La storia insegna, l’innovazione pagaEugenio Alphandery definisce i prossimi obiettivi dell’Unione delle Imprese Storiche Italiane, di cui lo scorso settembre ha assunto la presidenza: “Investire in ricerca e dare fiducia alle risorse giovani”

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La liquirizia Amarelli di Rossano Calabro, celebre in tutto il mondo L’insegna storica di Toccafondi 1910

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www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 13

Il reservation book diventa oggetto di cultoTerza edizione per l’Agenda Moretti. Un progetto a cura di Oliviero Toscani con Toccafondi 1910

Reservation book, in inglese. In italiano, Libro delle prenotazioni. Comunque

lo si voglia chiamare, ogni risto-rante ne ha uno. Ma solo i mi-gliori al mondo hanno l’Agenda del Ristoratore di Terra Moretti, giunta quest’anno alla sua ter-za edizione e subito impostasi all’attenzione degli addetti ai lavori per pregio estetico e fun-zionalità.Un binomio vincente, come vincente è la squadra che l’ha realizzata. Il committente, an-zitutto: un gruppo italiano che opera con successo in quattro diversi settori di business, tra cui quello vitivinicolo di cui l’A-genda costituisce un’originale testimonianza. Il team di desi-gn, magistralmente guidato da Oliviero Toscani che ha curato il progetto per Terra Moretti realizzando anche tutte le foto. E Toccafondi 1910, che si è oc-cupato della stampa e della con-fezione dell’Agenda conferen-dogli quelle caratteristiche di eccellenza che esigeva il patron del Gruppo Vittorio Moretti.La qualità della carta, la pulizia della stampa, la resa ottimale dei colori, il formato importan-te, i dettagli della rilegatura… Ogni minimo particolare è ese-guito alla perfezione e concor-re al valore complessivo di una pubblicazione concepita per il top della ristorazione internazio-nale. Non a caso, ha richiesto un grandissimo impegno da parte

di tutti i soggetti coinvolti. “Ne vado molto fiero”, ha det-to Oliviero Toscani conferman-do le parole spese nel 2010 alla Triennale di Milano, quando fu presentata per la prima volta l’Agenda Moretti. “Ci abbiamo lavorato tanto, ma il risultato è magnifico”. Perché l’impostazione è quella classica e senza tempo del Libro delle prenotazioni, con gli spazi giusti e la struttura più funzio-nale alle esigenze dei ristoratori. Ma l’immagine è estrosa e friz-zante come le bollicine dei vini Moretti prodotti in Franciacorta. “Un’allegria, una freschezza… Si sfogliano le pagine ed è sem-pre primavera, anche in inverno. Gli still life sono così suggestivi e realistici, per qualità di stampa, che viene semplicemente voglia di allungare una mano e afferra-re il bicchiere o la bottiglia della foto”.Ad appena tre anni dal suo lan-cio, l’Agenda del Ristoratore è diventata per Moretti un prezio-so strumento di marketing e co-municazione, un dono da inviare con orgoglio ai migliori interpre-ti dell’haute cuisine. Per chi lo riceve è uno strumen-to completo, bellissimo a veder-si e pratico da utilizzare. E poi c’è Toscani, che le attribuisce addirittura proprietà talismani-che! “Beato chi ne possiede una copia”, commenta sorridendo. “Bella com’è, non può che por-tare fortuna”. #

Terra Moretti: fotografia di un successo tutto italianoInquadrare Terra Moretti in un unico seg-mento di mercato non si può, perché gli ambiti in cui opera sono quattro e ben di-stinti sebbene all’occorrenza, entri in bal-lo quel gioco virtuoso di sinergie capace di fare la differenza. Una tribù, più che un gruppo, fatta dai membri della fami-glia Moretti e dai dipendenti, dai collabo-ratori e perfino dagli amici.Undici società diverse fanno capo a Terra Moretti. Su tutte, la Moretti Costruzioni SpA con le sue quattro controllate. Al set-

tore dell’hotellerie di lusso e della ristora-zione stellata appartengono a pieno titolo le tenute toscane de La Badiola e Anda-na. Ne è responsabile la figlia maggiore di Vittorio, Carmen, mentre la secondogeni-ta Francesca dirige il comparto vitivinico-lo, forte delle vigne e delle cantine Bella Vista e Contadi Castaldi in Franciacorta e di Petra e La Badiola in Toscana. A questo mondo di buon vino – e buon cibo – attinge a piene mani l’Agenda del Ristoratore. Tra i suoi molti pregi, la ca-

pacità di valorizzare la passione e l’impe-gno indispensabili per far sì che quanto arriva nel bicchiere sia realmente buono e unico. “Ogni bottiglia – sottolinea il presidente Vittorio Moretti – contiene una storia ed esprime un messaggio preciso legato alla terra, agli uomini e alle emozioni”. Al-trettanto intende fare l’Agenda: “Abbia-mo pensato di realizzare uno strumento che fosse utile nel quotidiano ed efficace a livello comunicativo. Ci siamo orienta-

ti verso una disposizione dei contenuti molto ordinata ed essenziale. E abbiamo scelto di comunicare il gruppo e i valori di Terra Moretti. Per questo ci siamo affidati a Oliviero. Il risultato, anche quest’anno, è un’agen-da funzionale e curata sia per immagine che per confezione. Carta pregiata, stam-pa in quadricromia, contenitore persona-lizzato: Toccafondi 1910 ha fatto un lavo-ro eccellente e mi piace rendergliene atto ancora una volta”. #

Vittorio Moretti con Oliviero Toscani

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[...] piccole e grandi di pubblicità, per gli art director, i fotografi e i creativi in senso lato la soluzione tecnica più adatta alle ri-spettive esigenze.Siamo un bellissimo gruppo, rinnovato profondamente nelle strutture industria-li, ma soprattutto arricchito di nuove e straordinarie professionalità.

Toccafondi Associati nasce per questo, per riunire sotto un’unica insegna i fo-tografi, i grafici, i web developer, i video maker e i copywriter che già collaborano con noi, offrendo al mercato soluzioni in-tegrate di qualità certificata.Insieme, Toccafondi 1910 e Toccafondi Associati costituiscono un’unica casa di produzione, dove i servizi tradizionali di grafica e stampa offset convivono con i nuovi strumenti di comunicazione digita-le e multimediale.A reggere le sorti del gruppo sono le per-sone, un gruppo di liberi professionisti associati intorno ad un’azienda storica

per condividere esperienze e crescere. Un’ambizione importante, che affonda le sue radici in un approccio multidiscipli-nare costantemente aperto al confronto fra talenti.Crediamo nella cooperazione e nel fare squadra, in un modello che supera le logi-che classiche del “fare business” e mette in rete le eccellenze.Non c’è progresso nell’isolamento. Non ci sono stimoli né confronto e, alla lunga, non può esserci qualità. Forti di questa consapevolezza, abbia-mo aperto a due passi dall’Incubatore delle Murate uno spazio attrezzato per i

nostri professionisti, un luogo dove atti-vare sinergie e collaborazioni utili magari davanti a un buon caffè, sentendosi real-mente a casa.I presupposti ve li raccontiamo in un ar-ticolo dedicato su questo nostro giornale. In questa sede, ci preme sottolineare il valore intrinseco di un’operazione che, riteniamo, sia anche una risposta intel-ligente e creativa alla perdurante crisi economica, che c’è e nessuno intende ne-garne la portata. Ma adagiarsi non serve. Meglio rimboccarsi le maniche e investi-re in creatività. Buona lettura.

Investire in creativitàSegue dalla prima

Lavorare in coworkingIn via Ghibellina a Firenze, il nuovo hub per creatividi Toccafondi Associati

Il coworking è uno stile di lavoro ba-sato sull’utilizzo di uno spazio condi-viso. Non un ufficio in senso classico,

ma un ambiente che unisce il bello della professione indipendente – la flessibilità, la gestione autonoma del tempo e delle responsabilità – con i vantaggi derivanti dal ritrovarsi insieme con altri professio-nisti spesso affini per interessi e know how. Un contesto dinamico e stimolante, da cui possono nascere interessanti siner-gie e progetti integrati.A Firenze, uno spazio simile esiste e si trova al numero 7/R di via Ghibellina. Si chiama Toccafondi Associati ed è un hub per creativi, copy writer, grafici, pro-grammatori web e fotografi. Freelancer e imprenditori di se stessi possono usufru-irne già adesso, per un anno o poche ore soltanto, godendo di tutti i servizi e delle strutture di cui è generalmente dotato un ufficio, ma senza le beghe legate a uten-ze, contratti, manutenzione.Rispetto al modello originale, c’è an-che questo vantaggio: l’assenza di costi. Quando Brad Neuberg ebbe l’idea, nel 2005, prese un locale a San Francisco, lo riempì di mobili Ikea e disse: “Ecco le postazioni, qui c’è quello che occorre per un ufficio, chi vuole può affittarlo”. Ma non serve pagare pigioni in via Ghi-bellina. Toccafondi Associati non nasce infatti come progetto di business in senso stretto, ma come progetto di network. A contare sono le persone – questa è l’ani-ma del coworking – e la rete di relazioni che si stabilisce fra loro. I risultati econo-mici vengono poi da soli.

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Mirabolante Ultimo MiglioUn Incubatore per trasformare le buone idee in businessUltimo Miglio è il progetto nato a Firenze per aiutare i giovani appena usciti dai cor-si di formazione della Scuola Superiore di Tecnologie Industriali (SSTI) ad inserirsi in aziende già strutturate non come nor-mali dipendenti, ma come imprenditori di se stessi. Un esempio virtuoso esiste già. Si chiama MirabolaMente ed è una piccola agenzia di grafica e web già operativa all’interno di Nest Investimenti, società di business angeling attiva nella filiera della comu-nicazione, del multimedia e dell’Infor-mation Technology. Barbara Guerrini e Roberta Alari, una volta concluso il per-corso formativo in web design e start up d’impresa della SSTI, sono state inserite nel progetto Ultimo Miglio cominciando immediatamente a lavorare negli spazi

di coworking dell’Incubatore Tecnologi-co di Firenze. Due talenti promettenti e un’idea con buone prospettive di succes-so, in cui l’imprenditore di Nest Niccolò Donzelli ha deciso di credere e investire.Si tratta di uno strumento intelligente e di una risposta pratica alla crisi che stiamo vivendo”, ha sottolineato il vicesindaco Dario Nardella presentando l’iniziativa in Palazzo Vecchio. Che ha un meccanismo molto semplice, ma vincente. A tutti coloro che sono inseriti nel proget-to viene offerto un servizio logistico negli ambienti riorganizzati dell’Incubatore, dove le idee prendono forma per essere presentate alle aziende aderenti. Se sono buone, come quella alla base di MirabolaMente, ecco realizzato l’inca-stro. Con soddisfazione di tutti. #

Compie un anno di attività il Parco Tecnologico Le Murate

Delle Murate i fiorentini sanno certamente che si tratta dell’ex carcere riconvertito in anni recenti con la creazione di unità abitative e locali come il Caffè Letterario. In pochi sanno però che il complesso ospita anche il Parco Urbano dell’Innovazione, l’area che, nelle in-tenzioni di Palazzo Vecchio, dovrebbe diventa-re il cuore high-tech della città. Si tratta di 1500 metri quadrati destinati a laboratori multimediali, spazi espositivi e una sala per videoconferenze internazionali, che il Comune ha messo inizialmente a disposizione di sette aziende ad alto tasso tecnologico più tre spin-off di progetti dell’Università di Fi-renze. Altri ne stanno seguendo. Una concen-trazione d’imprese qualificate che ha lo scopo dichiarato di stimolare per “contaminazione” l’innovazione tecnologica. #

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www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 15

Il matrimonio? Non passa mai di modaI bellissimi scatti del fotografo Rocco Toscani per Elle Spose fanno sognare le donne di ogni età

Dieci pagine di servizio fo-tografico, una lunga car-rellata di abiti easy chic

per moderne Cenerentola. Anche in un’epoca pragmatica come la nostra, il matrimonio continua a esercitare sulle donne un grande potere di fascinazione.Il magazine Elle Spose, in edicola da febbraio con un’edizione spe-ciale sia per il formato (più grande) che per la maggiore grammatura delle sue 204 pagine, ne celebra il mito attraverso gli scatti giocosi di Rocco Toscani. Nell’obiettivo del fotografo, uno dei momenti forse più importanti nell’avvicinamento al giorno del sì: la ricerca dell’abito giusto, fra prove infinite e piccoli intermezzi di dolcezza, taffetà, tes-suti impalpabili e tutta la gamma di bianchi e rosa tenui che costi-tuiscono per tradizione la palette della sposa.Per restituire con fedeltà colori e atmosfere, era fondamentale che la postproduzione delle immagini e la fotolitografia fossero eseguite da professionisti del “mestiere”. Mis-sione perfettamente compiuta da Toccafondi 1910, il cui tocco si rav-visa proprio nella speciale nitidez-za delle composizioni fotografiche. Ogni dettaglio emerge dal quadro con precisione quasi microscopica. Ciò che più conta, le tonalità neu-tre su cui si gioca l’intero servizio sono rese con un’esattezza impen-sabile, al punto che l’occhio riesce a distinguere senza tema d’errore l’avorio dallo champagne, il panna dal bianco assoluto. #

Rocco ToscaniClasse 1980, Rocco Toscani vive fin da piccolo i set e gli shooting fotografici del celebre padre Oliviero. Nipote d’arte, prima ancora che figlio – suo nonno Fe-dele fu il primo fotoreporter del Corriere della Sera – entra a Fabrica, laboratorio creativo di Benetton, subito dopo il diploma. Nel 2004 si laurea alla School of the Art Institute of Chicago. Un anno dopo, già in forza allo Studio Toscani, si trasferisce a Parigi, dove firma impor-tanti servizi di moda e non solo. Rocco inizia a far parte de La Sterpaia, Bottega dell’Arte della Comunicazione fin dai suoi esordi. Oggi ne guida con successo le sorti insieme alla sorella Lola. #

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www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 1

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Cappellificio Catarzi: intrecci da capogiroStefania Nistri Catarzi: “La qualità prima di tutto. E un approccio al mercato intelligente e creativo”di Beatrice Santini

Le donne hanno giocato sempre un ruolo fondamentale nei destini della Filippo Catarzi, antico cap-

pellificio nato nel 1910 come laboratorio artigiano e oggi fiorente attività industria-le, iscritta all’Unione delle Imprese Stori-che Italiane. Ne è testimonianza Stefania Nistri, che affianca il marito Maurizio Catarzi alla guida dell’azienda essendosi ritagliata anche un’importante indipendenza crea-tiva. Sua la linea Capogiro, che propone modelli originali realizzati con materiali preziosi e pensati per una clientela giova-ne ed esigente.I cappelli di paglia di Firenze, noti nel mondo come leghorn hats, sono il vanto della comunità di Signa, dove la Filippo Catarzi ha mosso i primi passi e dove mantiene ancora oggi la sua sede. Ma

dalle “trecciaiole” della famiglia al tem-po d’oggi, le cose sono profondamente cambiate. Ci spiega come?“I valori, in realtà, sono sempre gli stessi. E la linea Capogiro, in qualche modo, ne è la sintesi perfetta. È evidente che occor-re innovare, sia sul piano tecnologico che su quello dello stile: i gusti cambiano, le mode cambiano e non basta più nemme-no adeguarsi, occorre anticipare le nuove tendenze con proposte fresche e originali. Determinante è anche evolversi sul pia-no dell’organizzazione, della logistica, dell’approccio ai nuovi mercati e della comunicazione. Su questo, Maurizio dimostra ogni gior-no un istinto eccezionale, a cui si deve il grande salto di qualità compiuto dall’a-zienda da quando ne ha ricevuto le redini dal padre Riccardo. Ciò detto, l’artigiana-lità dei processi di lavorazione, la manua-lità di certi passaggi, la cura dei dettagli

restano delle costanti irrinunciabili”.È una caratteristica del Made in Italy, uno dei vanti del nostro Paese. “Credo sia anche l’unico modo per so-pravvivere. Se appiattissimo l’offerta ver-so il basso, per rincorrere i prezzi di chi produce in Cina o in India, saremmo con-dannati al fallimento. La qualità ha costi elevati, ma esiste un pubblico che riconosce il valore delle cose e per averlo è disponibile a pagare. Ecco, noi dobbiamo rivolgerci a loro”. Ha accennato alla comunicazione. Attra-verso Ilario Fabbian, la Catarzi ha stabi-lito con Toccafondi Associati un rapporto privilegiato per quanto riguarda le foto-grafie. Su cosa si basa questa intesa?“Ilario è un professionista di livello asso-luto e una persona speciale. Da cinque anni, ormai, realizza per noi gli still life dei cappelli e sue sono anche molte foto realizzate per il volume celebrativo dei

cento anni dell’azienda. Anche il rapporto con Niccolò Donzelli non nasce adesso. Il nome Capogiro per la linea trendy della nostra collezione è opera sua e la colla-borazione continua oggi per le immagini. Toccafondi è nata nel 1910 come la Fi-lippo Catarzi e entrambe le aziende sono iscritte all’Unione delle Imprese Stori-che. Abbiamo molti punti in comune e la vocazione all’eccellenza è senz’altro uno di questi”. E il futuro? Cosa riserva?“Il futuro è oggi! Ne stiamo già parlan-do, con tutta la considerazione merita che una realtà come Toccafondi Associati in grado di proporsi come un interlocutore unico e competente su diversi aspetti del marketing e della comunicazione, sia a mezzo stampa che web. Con vantaggi evidenti in termini di eco-nomia delle risorse e semplificazione dei tempi di esecuzione”. #

Tutto il bello e il buono del cartoneSi chiama 55100 l’azienda che trasforma un materiale “poverissimo” in preziosi oggetti di design

Nobilissima paglia

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Nasce a Lucca, nel cuore del più grande distretto cartario euro-peo, l’azienda 55100, original-

mente impegnata nella progettazione e nella realizzazione di arredi in cartone e altri materiali green.Emanazione di Lucense, organismo di ricerca e società di servizi per l’innovazio-ne e il trasferimento tecnologico, 55100 è forte della garanzia del Centro Qualità Carta e di una tradizione culturale che ri-sale al 1300. Ancora oggi, il territorio van-ta la più alta concentrazione di cartiere d’Italia e una produzione di oltre 2 milio-ni di tonnellate di carta l’anno.Naturale che l’esperienza di 55100 muo-vesse i primi passi da qui, sfruttando l’e-norme patrimonio di competenze tecno-logiche garantito dalla presenza di tanti addetti specializzati. Competenze che l’azienda riesce a valo-rizzare attraverso le collaborazioni strette

nel tempo con architetti e designer di as-soluto talento come Italo Rota, Michele De Lucchi, Ettore Sottsass e molti altri.Il risultato è una serie di pezzi unici e pre-ziosi sebbene fatti di cartone, che è mate-riale povero, ma vivo e duttilissimo nelle mani di chi conserva il dono dell’immagi-nazione. 55100 utilizza solo il migliore e lo tratta con un’attenzione quasi sartoria-le al dettaglio.Allestimenti per mostre, stand fieristici, innovative boiserie, arredi per uffici e inedite sedute, capaci di lasciare letteral-mente a bocca aperta. Stupisce, comprensibilmente, che siano realizzati in cartone – pressato, curvato, plasmato in mille forme dalla creatività dei designer e degli addetti alla produ-zione. Conquista che manufatti così belli siano anche funzionali, durevoli e soste-nibili perfino nel prezzo. Insomma, tutto il bello e il buono del cartone.

Il cappellificio Filippo Catarzi è uno dei più importanti cappel-lifici italiani, specializzato nella produzione e vendita di acces-sori di moda in paglia e non solo. Fondato a Signa da Olderigo Catarzi, che già guardando al futuro volle chiamarlo come il figlioletto di cinque anni, da oltre un secolo opera nel cuore di un distretto dove l’arte della paglia, ha vissuto straordinarie for-tune e qualche momento buio.Un’azienda familiare che si nutre di tradizioni e artigianalità, ma anche di ricerca, creatività e orga-nizzazione industriale. Ogni anno, esporta oltre 600.000 cappelli destinati soprattutto al mercato americano, spagnolo, francese, italiano e giapponese. Lavora con le maggiori griffe della moda, producendo con marchio proprio oppure con quello di catene europee e americane, fino ai più importanti stilisti. Una chicca? Il rapporto privilegiato con l’Hotel Cipriani di Venezia, che ogni anno commissiona alla storica ditta signese pamele e panama da donare ai suoi ospiti. La Filippo Catarzi è oggi presente sul mercato con sue linee esclusive di qualità Made in Italy. Capogiro Firenze gioca sui contrasti, mixando materiali preziosi ad accessori invecchiati, pieghettati, ricolorati, per ottenere un nuovo lusso accessibile ma discreto, un glamour quotidiano. E Catarzi 1910, la linea più classica, che propone cappelli dal disegno senza tempo e dall’aria un po’ vissuta, piacevolmente “stropicciata”. Ma sempre straordinariamente attuale. #

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www.toccafondiassociati.itAnno I Numero 17

Le grandi passioni che muovono il mondoNuova immagine integrata per Idel. Dalla stampa al web, un progetto fresco all’insegna del colore

Una delle maggiori ricchezze del nostro Paese è la fittissima rete di aziende che fondano sull’ec-

cellenza, piuttosto che sulle dimensioni, la loro grandezza. È il caso di IDeL, che ha saputo ritagliarsi, nel corso di oltre ses-sant’anni di attività, una reputazione di autentico prestigio. Dall’inizio dell’avventura nello stampag-gio delle materie plastiche alla produzio-ne di vasi e contenitori in resina sintetica per il mercato residenziale e florovivaisti-co, IDeL ha saputo sempre interpretare il cambiamento come opportunità, ricavan-done un impulso alla crescita che la collo-ca oggi fra le aziende leader nel settore a livello internazionale.La scelta di dotarsi di nuovi strumenti di comunicazione integrata, idonei a valo-rizzare con coerenza l’identità del brand, risponde a questa logica. Ed è una scelta portata avanti con un partner come Toc-cafondi in grado di garantire la necessaria ampiezza di visione. Al suo staff di creativi IDeL si è intera-mente affidata per il concept e la realiz-zazione dell’ultimo catalogo cartaceo, del nuovo sito web e di un video istituzionale, visibile anche sul canale YouTube di Toc-cafondi Associati, girato all’interno del modernissimo impianto di Larciano, dove l’azienda ha di recente trasferito l’intera

produzione.Tutti i prodotti delle diverse linee IDeL sono stati rifotografati negli studi di via Ghibellina, le immagini otti-mizzate per il progetto grafico del catalogo multilingue Be exclusive! 2013 Collection. Un progetto fresco e all’insegna del co-lore, sviluppato per esaltare il dinamismo di un’azienda di tradizione, che mantiene salde le radici nel territorio dove è nata, ma dalla spiccata vocazione internaziona-le, con un portafoglio invidiabile di clienti ed esportazioni in tutto il mondo.Stessa filosofia per il nuovo sito web, dove si ritrovano i colori e l’ispirazione del ca-talogo cartaceo. La navigazione è intuitiva, le immagini eloquenti. I testi, disponibili in quattro lingue oltre all’italiano, offrono uno spac-cato sintetico ma completo dell’azienda, perché questo è ciò che impone la veloci-tà d’uso del mezzo. E per aprirsi ancora di più al popolo della rete, c’è il link diretto con Facebook e YouTube.Containers of passions, recita il claim IDeL. E We are nothing without passions è la frase che introduce la collezione 2013 appro-fondendo ulteriormente il concetto. Toc-cafondi l’ha proposta pensando al cliente, ma riscoprendovi anche l’essenza più vera del suo originale approccio alla comunica-zione. Sono le passioni a muovere il mondo! #

Il brand è molto più di un nome o di un logo. È un’at-titudine, la rappresentazione visiva ed emozionale su cui clienti e stakeholder basano le proprie valutazioni sull’azienda. Ecco perché va trattato con attenzione e coerenza. Ecco perché esistono regole base relative al modo in cui il marchio deve essere presentato e utilizzato.La prima regola, da cui discendono tutte le altre,

è la coerenza: una l’identità dell’azienda, uno lo stile al quale tutti gli strumenti di comunicazione devonorifarsi, da quelli di uso quotidiano come carta da lettere e biglietti da visita, alle varie pubblicazioni a mezzo stampa, al sito Internet, fino ai nuovi canali del Web 2.0.La qualità è un valore che molte aziende, giustamen-te, tendono a voler comunicare come rappresentativo della propria identità e distintivo rispetto alla concor-renza. Ebbene, in quest’ottica, tra le diverse voci che incido-no nel successo dell’immagine coordinata c’è il fotoli-

to, ovvero quell’insieme di procedimenti e lavorazioni che si applicano ai file grafici e, più in particolare, alle immagini digitalizzate, attraverso software professio-nali come Photoshop, Lightroom, Capture One e altri ancora.Il fotoritocco professionale, la correzione cromatica del colore a campione, la “ricostruzione” al computer di foto danneggiate o la loro ottimizzazione in fase di post-produzione sono tutti interventi che concor-rono alla qualità del risultato finale. Non solo delle immagini in senso stretto, ma dello strumento di comunicazione su cui saranno riprodotte. #

L’apparenza conta:l’arte del fotolito

Questo Tabloid è stampato su carta

Fedrigoni Symbol Freelife Gloss 130 gr.

Hanno collaborato:Eugenio Alphandery, Marco Massetani, Clara Zucchi, Federica Mongodi, Stefania Nistri, Barbara Guerrini, Roberta Alari, Beatrice Santini, Ilario Fabbian, Mario Marsano, Federico Rapini, Daniele Fanti, Paolo Troìa, Nicolò Nisi, Alessandro Bartolozzi e Niccolò Donzelli

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