tesi di laurea 2015:il tatuaggio nel giovane adulto

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Facoltà di Medicina e Psicologia Corso di Laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo, dell’Educazione e del Benessere Tesi di laurea Il tatuaggio nel giovane adulto Laureando Bonneaud Jean Michel Matricola 1153090 1

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Tesi di laurea specialistica di psicologia di Bonneaud Jean Michel. Studio condotto su 60 soggetti di età compresa gra i 19 e i 26 anni sul valore che tali soggetti vedono nel tatuaggio

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Capitolo 1

Facolt di Medicina e PsicologiaCorso di Laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo, dellEducazione e del BenessereTesi di laurea

Il tatuaggio nel giovane adulto

LaureandoBonneaud Jean Michel

Matricola 1153090

Relatore Correlatore Prof.ssa Paola Carbone Prof. Luciano BaldiniA.A. 2014/2015INDICE

Introduzione................................................................................................Pag. 3Capitolo 1. Il giovane adulto

1.1 Introduzione al concetto di giovane adulto..............................Pag. 4 1.2 Teorie dello sviluppo dellarco di et 20-25 anni....................Pag. 4

1.3 Il giovane adulto: origine e sviluppo di un concetto.............Pag. 9Capitolo 2. Il tatuaggio

2.1. Il tatuaggio nella storia............................................................Pag. 14 2.2 Il tatuaggio, il corpo e il s.......................................................Pag. 17 2.3 Il dolore nel tatuaggio: un processo di maturazione?...............Pag. 19 2.4 Il tatuaggio: elemento di moda o sintomo di devianza?...........Pag. 23Capitolo 3. La ricerca

3.1. Presentazione della ricerca.......................................................Pag. 27 3.2. Le fasi della ricerca..................................................................Pag. 27 3.3. Obbiettivi della ricerca.............................................................Pag. 27 3.4. Il Campione..............................................................................Pag. 28 3.5. Lo strumento.............................................................................Pag. 29 3.6. Modalit di conduzione dellintervista.....................................Pag. 29 3.7. Operazioni sul materiale raccolto.............................................Pag. 30 3.8. Descrizione delle macro-aree...................................................Pag. 30 3.9 Sintesi dei risultati emersi..........................................................Pag. 33Conclusioni...................................................................................................Pag. 51Bibliografia...................................................................................................Pag. 61Appendice......................................................................................................Pag. 64Ringraziamenti.............................................................................................Pag. 69Introduzione

La presente tesi una ricerca esplorativa e conoscitiva su come vengono visti, vissuti e interpretati i tatuaggi dai giovani adulti francesi.Questo mio lavoro organizzato in 3 capitoli e unAppendice.

Nel primo capitolo presento una sintesi della letteratura $-3concernente il giovane adulto.

Nel secondo capitolo, attraverso una sintesi della letteratura disponibile, approfondisco il tema del tatuaggio, la sua storia, la sua diffusione e linsieme di significati che sono attribuiti al tatuarsi.

Nel terzo capitolo illustro la ricerca effettuata sui 60 giovani adulti francesi, specificandone e descrivendone le varie fasi: loggetto e lobiettivo di ricerca, il campione, lo strumento utilizzato, le modalit di conduzione dellintervista, le operazioni effettuate sui dati raccolti, la descrizione del materiale, il confronto con un analogo campione italiano e le conclusioni emerse alla luce dei dati analizzati.

In Appendice riporto:

1) la traccia delle interviste semi-strutturate in italiano.

2) la traccia delle interviste semi-strutturate.

Capitolo 1: Il giovane adulto1.1 Chi il giovane adulto?Il periodo della vita che va dai 20 ai 25 anni un periodo molto impegnativo che vede lindividuo affrontare una serie di scelte e di sfide destrema importanza (intimit, lavoro), ma anche, in ottica psicanalitica, una fase preziosa di verifica e messa a regime degli aspetti fallaci o sufficientemente solidi del processo di soggettivazione fin l raggiunto (Montinari, 2007). Le numerose trasformazioni che questo processo comporta non sono per segnalate da un evento biologico esterno caratterizzato da cambiamenti fisici chiari che ne possano demarcare linizio, cosa che ad esempio accade nelladolescenza con lavvio dello sviluppo puberale.

Proprio linsieme di cos tante trasformazioni rendono difficoltoso un inquadramento teorico ben definito e unanimemente condiviso.

Questo aspetto nebuloso diventa ancor pi confuso se si considerano il gran numero di termini utilizzati per descrivere questo periodo: tarda adolescenza, adolescenza prolungata, et adulta emergente, il medio adulto e per finire, la definizione che tender ad usare con pi frequenza in questo mio elaborato, il giovane adulto.

Sulla correttezza, o per meglio dire sullambiguit di significato del termine Giovane adulto si interrogato anche Novelletto (2009) che analizzando questo termine nota come sia costituito da una figura retorica (ossimoro) nata dallaccostamento di due termini sostanzialmente contraddittori e che conferiscono un vago sapore ironico e paradossale. Il giovane adulto quindi un soggetto che pur potendo aspirare per et a essere riconosciuto come maturo, non pu accedere a tale consacrazione pubblica perch coloro che lhanno conseguita lo considerano ancora giovane, per fattori diversi dallet e cio per linsufficienza dei requisiti fisici, psichici o sessuali che ne attesterebbero lo stato di maturit.

1.2 Teorie dello sviluppo dellarco det 20-25 anni

Tra i primi autori moderni che si sono impegnati nella descrizione di questo periodo, troviamo Erik Erikson il quale, pur accettando le nozioni di base della teoria freudiana, ritiene necessario aggiungervi una dimensione psicosociale sullo sviluppo psicosessuale evidenziando limportanza del contesto culturale in tale processo.

Lo sviluppo dellindividuo avviene secondo Erikson (1982) attraverso 8 stadi organizzati in sequenza che percorrono tutto larco della vita. Ogni stadio basato su una bipolarit ed caratterizzato da un dilemma psicosociale che nasce dalla relazione individuo/ambiente e che deve essere superato perch avvenga la maturazione. Tale prospettiva psicosociale vede lo sviluppo cognitivo come interazione tra la maturazione fisica, che porta con s nuove abilit e quindi nuove possibilit, e le richieste che la societ indirizza allindividuo sollecitandolo affinch egli apprenda nuovi comportamenti.

Secondo Erikson (1959) il tema principale del ciclo di vita la costruzione dellidentit. Lessere umano costantemente impegnato nel tentativo di conservare la propria individualit in un mondo di forze che sono tra loro contrastanti, al fine di cercare una propria posizione che sia caratterizzata da requisiti di centralit, integrit e iniziativa.

Nella fascia det che va dai 20 ai 25 anni, corrispondente al 6 stadio del modello evolutivo psicosessuale, il compito di sviluppo corrispondente quello della problematica dellintimit e solidariet opposta allisolamento. Lintimit si pu definire come la volont e la capacit di impegnarsi in una relazione che pu implicare compromessi e sacrifici (Charmet, 2007). Solo se durante lo stadio precedente si stati in grado di costruire unidentit ragionevolmente ben integrata possibile che maturi lopportunit di stabilire una relazione fondata sullintimit. Se invece lindividuo ha paura di perdere se stesso in un altro, sar per lui impossibile formare un legame. Queste relazioni, accrescendo il senso didentit personale, fanno avanzare la crescita dellindividuo attraverso due meccanismi: lIdentificazione e la sperimentazione.

Questa visione della possibilit di usare le relazioni con laltro come strumento di crescita presente anche nel pensiero di Pellizzari (2007) che evidenzia come lo stato di solitudine indotto nel giovane adulto di fronte allincertezza delle scelte che deve compiere favorisca i processi didentificazione e di disidentificazione con nuovi oggetti dinvestimento, siano essi amici, partner o maestri. Queste scelte svuotando loggetto ideale edipico dellassolutezza tirannica, si trasformano nella capacit di accedere alla realt complessa dellaltro e di s di tipo maturo. In maniera analoga Moniello (2007) evidenzia come per il giovane adulto lapertura identificatoria verso laltro possa essere fonte di cambiamento, sia come facilitatore di transfert che come strumento di modulazione del Super-io. Lautore sottolinea per che questi cambiamenti sono possibili a patto che le basi narcisistiche sottostanti siano sufficientemente costituite. A questo punto importante sottolineare il fatto che se i tentativi verso lintimit e lidentificazione oggettuali compiuti in questo periodo falliscono, la persona si ritira in isolamento. In questo caso, le relazioni sociali diventano stereotipate, fredde e vuote (Erikson 1963).

Roger Gould (1978) nella sua teoria degli stati interni di consapevolezza dellet adulta, vede questo periodo come caratterizzato dallabbandono delle varie illusioni e miti che il giovane adulto porta con s dalla sua infanzia. Gould vede questo processo come il liberarsi dai vincoli dellinfanzia e lo stabilirsi di un senso personale didentit. Lessere adulti un tempo in cui si smantellano i meccanismi protettivi che ci danno lillusione di sicurezza come bambini" (Old, 1978 p, 39). Confrontandosi con i miti dellinfanzia il giovane adulto realizza una trasformazione che porta a un pi alto livello di consapevolezza (Dean, 2007). Allo stesso modo Pellizzari (ibidem) vede nelluccisione simbolica dei genitori da parte del giovane adulto un orfano che non pu pi accedere alla mediazione dellautorit genitoriale in grado di agganciare e inserire la sua casuale identitaria nellordine simbolico degli affetti e delle generazioni. Questo evento obbliga il giovane adulto ad operare una sintesi tra ci che si trova ad essere e un ritratto non scelto. Anche Blos (1962) nota come solo dopo la postadolescenza sia possibile concludere il distacco dalle rappresentazioni delloggetto parentale avviate durante linfanzia. Questo insieme di identificazioni elaborate durante ladolescenza sui genitori devono essere rivedute e andranno ad alimentare la formazione del carattere, contribuendo cos alla funzione adattiva ed integrativa dellIo.

Analogamente anche Hauser e Greene (1991) definiscono il passaggio dalla post-adolescenza allet adulta una transizione psicosociale caratterizzato, dal disinvestimento dei vecchi ruoli e dallacquisizione di nuovi; essi notano come sia molto importante riuscire a differenziarsi dalle figure genitoriali senza recidere i legami con questi e senza ricercarne un semplice rimpiazzo nei nuovi rapporti di coppia. Il processo di separazione dai genitori per Gould (1978) un evento sequenziale in cui vengono affrontati 4 falsi assunti tipici dellinfanzia:Vivr sempre con i miei genitori e sar il loro bambino , Apparterr sempre ai miei genitori e creder sempre nel loro mondo (Ibidem, p. 6)

Saranno sempre l (i genitori) per aiutarmi quando non sar in grado di cavarmela da solo, Seguire i dettami dei miei genitori, con volont e perseveranza, dar probabilmente buoni frutti. Se mi sentir frustrato, confuso o stanco, o in difficolt, loro verranno e mi indicheranno la strada (Ibidem, p. 71) Il mondo facile e prevedibile

Non c la vera morte o il male nel mondo (Ibidem, p. 39-40)

Nella tarda adolescenza, che coincide con linizio dei 20 anni, il 1 falso assunto viene messo in discussione quando il giovane adulto cerca di sviluppare la propria indipendenza, di creare e consolidare i propri assunti con cui dare una lettura del mondo circostante senza dover ricorre agli assunti dei propri genitori.

Il 2 falso assunto viene affrontato durante tutto larco di tempo dai 20 fino ai 30 anni, grazie al tentativo di diventare sufficientemente indipendenti, riuscendo allo stesso tempo a rivolgere lo sguardo verso il mondo esterno alla ricerca di nuove esperienze lavorative e affettive. A questa ricerca si unisce anche il desiderio di trovare sicurezza allinfuori dei genitori, sviluppando una concezione della famiglia oltre il proprio nucleo familiare originale e abbandonando una visione della propria famiglia come lunica famiglia che si possa avere e volere (Dean, 2007).

Un altro autore che pone lallontanamento dalla famiglia come una delle basi per laccesso al mondo adulto, anche se in un accezione pi marcatamente fisica piuttosto che psicologica Levinson.

Daniel Levinson (1995) e i suoi colleghi sviluppano nellambito del Positive Adult Development una teoria dello sviluppo delladulto. Al centro della teoria c il concetto di struttura di vita (life structures) costituita da una serie di periodi di stabilit della durata di 6, 8 anni (dedicati alla sua realizzazione) alternati a periodi di transizione della durata in media di 4, 5 anni, durante i quali essa viene rinnovata. Questo processo viene modellato dallambiente sociale e fisico e riguarda la famiglia e il lavoro. Ma anche altri elementi risultano essere importanti come la religione, la razza dappartenenza e lo status economico. Quando i compiti evolutivi che caratterizzano una determinata fase vengono affrontati adeguatamente, allora si perviene a una struttura ''soddisfacente'', vale a dire appropriata all'individuo e vivibile nel contesto sociale in cui egli collocato.

Per entrare nello specifico, let adulta secondo il modello teorico di Levinson, caratterizzata da 3 periodi ben distinti: il giovane adulto (17-22 anni), il medio adulto (23-28 anni) e il tardo adulto (oltre i 29 anni). Nel primo periodo, quello della prima transizione allet adulta (17-22 anni) viene costruito un ponte fra ladolescenza e let adulta.

Il compito principale di questo periodo rappresentato proprio dalla progressiva emancipazione dalla famiglia dorigine e dallingresso nella societ (Levinson, 1995). Questo processo inizia quando i giovani adulti lasciano la loro casa per andare al college/universit o iniziano un lavoro e possono lasciare la casa dei genitori. Questo allontanamento dalla famiglia tuttavia non visto come assoluto e definitivo; come osserva Levinson molti studenti di college ricevono aiuto economico dai propri genitori, oppure alcuni giovani adulti pur con unindipendenza economica scelgono di rimanere a casa con i propri genitori in uno stato simile a quello di un pensionante.

Levinson sviluppa la sua teoria sul giovane adulto elencandone i compiti centrali, ma ci terrei a sottolineare come, trattandosi di considerazioni tratte da interviste svoltesi negli Stati Uniti nel 1978 per gli uomini e nel 1987 per le donne, tali aspetti risultino ai giorni nostri datati. In fin dei conti tutto ci non dovrebbe stupire visto che lo stesso Levinson pone al centro della sua teoria lambiente sociale e fisico che indubbiamente cambiato notevolmente negli ultimi 25 anni. Pertanto mi limiter a citare le sue teorie solo brevemente per desiderio di completezza.

I compiti centrali della prima fase dellet adulta individuati da Levinson e collaboratori sono i seguenti:

Costruire il sogno della propria vita: una volta individuato tale sogno si passa al cercare di realizzarlo.

Creare relazioni importanti con figure che siano guide (mentori): la funzione pi importante di questi consiglieri sostenere e facilitare il sogno del giovane adulto.

Intraprendere unattivit lavorativa.

Instaurare relazioni intime fino al matrimonio e alla formazione di una famiglia.

Costruire relazioni di reciproca amicizia Questa concezione risente notevolmente del passare del tempo e a mio parere di una visione permeata dal concetto del American Dream ovvero lAmerica come la grande terra delle opportunit.

Unaltra concezione del come avvenga e del che cosa debba avvenire nel passaggio dalla tarda adolescenza a quello di adulto viene esposta da un altro autore americano Carl P. Adatto (1991); lautore delinea un processo caratterizzato dallacquisizione di una maggiore stabilit psichica, caratterizzata dai seguenti 5 passaggi essenziali:

Cambiamenti sostanziali nelle relazioni oggettuali. Questi cambiamenti consistono nel passare dalla preoccupazione del distacco alla ricerca di una maggiore durata del rapporto damore.

Raggiungimento di unorganizzazione stabile della sessualit e dellaggressivit consistente principalmente nellidentit sessuale definitiva.

Cambiamenti dellio. Viene raggiunta una maggiore autonomia e una miglior capacit di far fronte ai problemi di adattamento. Il carattere si plasma in forme pi definitive, e fornisce la stabilizzazione necessaria al raggiungimento della personalit adulta.

Il super-io e lideale dellio sono coinvolti nel cambiamento delle immagini primitive (siano esse onnipotenti, controllanti o seduttive) con conseguente acquisizione del senso di libert, mentre lideale dellio si giova delle nuove identificazioni. Le influenze sociali hanno una forte e diretta influenza sullo sviluppo della personalit.

1.3 Il giovane adulto: origine e sviluppo di un concettoHo finora utilizzato per evitare di dover ripetere allinfinito intervallo dai 20 ai 25 anni, il termine giovane adulto come se questo termine fosse universalmente accettato e sempre esistito, ma ci non del tutto vero.

Lorigine di questo termine si lega alla concezione dadolescenza prolungata che Blos riprende dal pensiero di Bernfeld del 1923 con cui per non deve essere confusa visto il differente elemento di riferimento. Nella teoria di Bernfield, infatti, ladolescenza prolungata riscontrabile in una serie di gruppi giovanili europei del periodo successivo alla prima guerra mondiale, caratterizzati da un alto livello dintellettualizzazione e di repressione sessuale, mentre invece il pensiero di Blos si sviluppa dallosservazione di giovani americani medioborghesi det compresa fra i 18 e i 22 anni, dipendenti finanziariamente dalle loro famiglie di origine (Blos, 1954).

Quindi per Blos, con adolescenza prolungata, viene indicata una statica perseverazione dello stato adolescenziale; stato che in condizioni normali dovrebbe avere un termine ben preciso. Nell adolescenza prolungata una fase di sviluppo invece di essere abbandonata, si stabilizza e diventa uno stile di vita vero e proprio (Novelletto, 2009).

Tale definizione designa quindi uno stato anomalo di tipo patologico, un arresto evolutivo; un concetto molto simile a quello di Guillamin (2000), di ri-adolescenza, termine che descrive limprovviso arresto nello sviluppo di giovani impossibilitati ad affrontare la complessit del processo dindividuazione e personalizzazione. Nella ri-adolescenza i giovani mettono in atto comportamenti e sintomi che segnalano lincapacit di elaborare il dolore per la separazione dagli oggetti idealizzati nelladolescenza, ma soprattutto la loro mancata utilizzazione ai fini della soggettivazione identitaria adulta.

Tale visione viene ulteriormente portata avanti da Blos (1962) che nel descrivere le fasi del periodo adolescenziale (prima adolescenza, media adolescenza e tarda adolescenza), decise di aggiungere una quarta fase che chiama postadolescenza definendo colui che si trova in tale fase: giovane adulto. E da questo momento che la concezione di giovane adulto, come viene inteso in chiave moderna, compare per la prima volta. Per Blos gli anni che caratterizzano questa fase sono visti come un periodo di processi integrativi in cui si assestano i conflitti intrasistemici e vengono risolte certe disarmonie dellIo. In questottica il giovane adulto vive il fisiologico acquietamento dei processi pubertari, necessario per metabolizzare a fondo i residui traumatici dellinfanzia e per introiettare appieno lequivalenza del proprio corpo con quello dei genitori; questo lavoro delaborazione rappresenta una condizione tipica della sperimentazione postadolescenziale.

Anche Erikson (1968) descrive la condizione del giovane adulto avanzando lipotesi che esista una moratoria dello sviluppo il cui scopo quello di assolvere a una funzione di passaggio fra ladolescenza e let adulta; lautore delinea quindi in chiave non patologica la condizione di adolescenza prolungata. Tale concezione di moratoria, che in alcuni casi stata paragonata a una seconda latenza, stata fortemente criticata da Lebovici (1985) che osserva come tale paragone non sia assolutamente possibile. Infatti Lebovici vede nella latenza pienamente detta una fase feconda per la ricchezza di processi mentali, per lo sviluppo dei processi elaborativi nel preconscio e per la capacit di osservazione e di esplorazione della realt e delloggetto. Il postadolescente al contrario, secondo Lebovici (Ibidem), colpisce spesso per il suo torpore intrapsichico, per le sfumature di scoraggiamento e per la scarsa attenzione alla propria vita interiore.

Questo prolungarsi delladolescenza sembra essere il risultato dellincompiutezza del processo di soggettivazione, che diventa evidente quando il tardo-adolescente viene chiamato a sostenere le prove iniziatiche dingresso allo stato adulto.

Una voce che si discosta e che critica la concezione e lesistenza di una fase di giovane adulto quella di Jeffrey Jensen Arnett (2007) che avanza un ipotesi differente sul periodo che si estende fra la tarda adolescenza e let adulta vera e propria ovvero dell et adulta emergente. Questa concezione emersa nellarco degli ultimi 50 anni e riguarda i giovani fra i 18-25 anni inseriti in societ economicamente avanzate e industrializzate i quali non abbiano avuto bambini, o non vivano in una propria casa o non abbiano ancora raggiunto unadeguata indipendenza economica che permetta loro di diventare completamente indipendenti dalle proprie famiglie (Arnett 2007).

Arnett afferma che ci sono delle ragioni valide sul perch il termine giovane adulto non sia calzante per descrivere il periodo che va dalla tarda adolescenza ai 25 anni. Per prima cosa il termine giovane adulto lascia intendere che a questo stadio di sviluppo sia stata raggiunta let adulta, mentre Arnett osserva nei suoi studi che molte di queste persone non sentano di aver ancora raggiunto let adulta. Oppure che labbiano raggiunta in alcuni aspetti della propria vita mentre non labbiano raggiunta in altri aspetti. Questi soggetti invece ritengono di star lentamente entrando nellet adulta; una differenza che, secondo Arnett, renderebbe pi appropriato per questo periodo il termine di et adulta emergente.

Uno degli aspetti principali dell et adulta emergente quella dellesplorazione; questo periodo permetterebbe, secondo lautore, unesplorazione sia in campo affettivo, lavorativo ed esperienziale, molto pi grande e completa che in qualsiasi altra fase della vita. Queste possibilit di esplorazione permettono alladulto emergente di apprendere di pi su chi egli sia e che cosa desideri dalla vita. Questa maggior chiarezza facilita il processo di formazione dellidentit, avviato nelladolescenza, ed di fondamentalmente importanza nella fase dellet adulta emergente. In maniera analoga le relazioni affettive in questo periodo, rispetto a una visione pi ricreativa tipica delladolescenza (Padgham, 1991), tendono a diventare maggiormente serie, con relazioni che durano pi a lungo, unite spesso a vita di coppia e convivenza. In questo periodo cambia anche la visione del proprio lavoro, che diventa un modo per ottenere le conoscenze e le abilit che saranno necessarie per prepararsi alla sua futura carriera da adulto, contrapposto a una visione adolescenziale del lavoro come strumento per ottenere denaro per il proprio svago con poco o nessun interesse per la formazione di competenze per una successiva carriera lavorativa.

Nellet adulta emergente si verifica spesso una riconsiderazione della relazione genitori-figlio, principalmente rispetto allautonomia. Diventa, infatti, molto importante in questo stadio che i genitori riconoscano ed accettino lo status dadulto del loro bambino, riconoscendogli una maggiore privacy e fiducia. Questo riconoscimento permette la formazione di un forte senso didentit in un momento in cui questo aspetto di fondamentale importanza. Nonostante questaumento di richiesta dautonomia rimane presente un bisogno di supporto genitoriale in questa et, sia sotto forma di aiuto finanziario, sia sotto forma di supporto emotivo. Questo equilibrio fra autonomia e dipendenza potrebbe sembrare contraddittorio, ma permette invece un rafforzamento del legame fra genitori e figli (Aquilino 2006).

Un altro autore le cui teorizzazioni si scontrano con la visione finora espressa del giovane adulto Paul Baltes il quale concepisce lo sviluppo come un processo continuo che si estende per tutto larco della vita, espressione sia dei processi biologici, sia di quelli sociali, storici e culturali. Let cronologica quindi non pi sufficiente a spiegare lo sviluppo e risulta cos solo un pregiudizio che condiziona in modo negativo la ricerca. (Baltes e collaboratori, 1980). Il concetto di sviluppo secondo Baltes coinvolge una serie di capacit che non sono presenti alla nascita, ma che emergono durante il ciclo di vita seguendo linee di sviluppo multidimensionale e multidirezionale(Baltes 1987). La multidimensionalit si riferisce al fatto che lo sviluppo non possa essere descritto da un singolo criterio come laumento o la diminuzione di un determinato comportamento, mentre la multidirezionalit sostiene che lo sviluppo normale non abbia una sola e obbligata linea da seguire. Lo sviluppo viene considerato come un processo che comprende contemporaneamente una componente di declino e una di acquisizione, dove i cambiamenti che avvengono durante la vita di una persona non possono essere rappresentati da una traiettoria di tipo lineare che tende necessariamente ad un miglioramento, rifiutando lidea di un movimento direzionale verso una condizione finale esplicita e coerente, ma concependo lo sviluppo come caratterizzato sia da "avanzamenti", sia da "retrocessioni ". Lo sviluppo diventa caratterizzato da plasticit, ci significa che le differenze interindividuali riscontrabili in un determinato comportamento o abilit sono dovute alla possibilit di poter modificare le traiettorie dello sviluppo individuale diventando un processo non pi caratterizzabile in termini di crescita-maturit-declino, bens in un'organizzazione flessibile di fasi.

Capitolo 2: Il tatuaggio2.1. Il tatuaggio nella storiaIl tatuaggio ha una storia lunga e affascinante che si intrecciata ai vissuti delluomo nelle varie fasi storiche con diversi significati e credenze. Le interpretazioni dei significati del tatuaggio nelle recenti fasi della nostra storia si sono legate alle pratiche di gruppi devianti o marginali, investendo tale pratica di valori, timori e paure spesso indesiderati (DeMello 2000; Pitts 1999; Sanders 1989, p. 30).

Mi sembra dobbligo iniziare con il considerare il desiderio che luomo ha avuto da sempre di abbellire il proprio corpo per raggiungere ideali di bellezza o per ragioni sociali o religiose.

Il termine tatuaggio dorigine polinesiana e si riferisce ai pi antichi strumenti per decorare la pelle; la parola polinesiana "tau tau" ricorda il suono prodotto dal bastoncino superiore quando batte contro quello inferiore durante lapplicazione del tatuaggio ottenuto per puntura e immissione di pigmenti sotto la cute.

I Maori della Nuova Zelanda usavano tatuarsi il viso in segno di distinzione di rango. Il disegno, chiamato moko, rendeva l'individuo unico e inconfondibile, come le impronte digitali (Fercioni Gnecchi, 1994). Nelle societ tribali, quindi, lo scopo principale di queste pratiche era di distinguere il ruolo che ogni membro assumeva allinterno della trib rendendo immediatamente palese, al solo sguardo, una serie dinformazioni sullindividuo in rapporto al gruppo regolarndone i rapporti sia nel quotidiano che durante le cerimonie. Le modificazioni permanenti in queste culture segnano quindi momenti importanti della vita di un individuo, ad esempio liniziazione allet adulta, un passaggio fondamentale comune a tutte le societ tribali (Stevenson, 1994). La transizione dallinfanzia allet adulta viene indicata attraverso un passaggio violento e doloroso, che simboleggia una morte ed una contemporanea rinascita, momento che rester impresso sul corpo della persona per tutta la vita.

Il rito di passaggio simboleggia labbandono di una condizione precedente seguita da un periodo di marginalizzazione, a cui segue un periodo successivo daggregazione e didentificazione con il nuovo gruppo di cui si entrati a far parte e il nuovo status raggiunto.

Nella Grecia antica il tatuaggio veniva invece ritenuto una pratica caratteristica dei barbari e ne venivano spesso sottoposti, come segno di umiliazione i nemici vinti in battaglia. Nellimpero romano il tatuaggio veniva riservato agli schiavi a cui veniva tatuata sulla fronte la prima lettera del nome di famiglia del proprio padrone. Allo stesso modo il tatuaggio veniva usato come marchio infamante per i ladri, i criminali e gli eretici (Palmeri, 2011).

Lavvento del Cristianesimo comport una forte avversione nei confronti del tatuaggio, prendendo spunto dalla Bibbia: E il Signore parl a Mos e gli disse: Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati della testa e non vi raderete ai lati della vostra barba. Non vi farete incisioni nella carne, n vi farete tatuaggi sulla pelle. Io sono il Signore (Levitico 19: 1, 27-28). Nella Roma cristiana sotto limperatore Costantino venne emanato un editto imperiale nel quale veniva ordinato che i criminali destinati ai giochi del circo dovessero essere tatuati sulle braccia e sulle gambe, ma non sul volto poich il viso delluomo era stato creato a immagine e somiglianza di Dio e non era possibile scarificarlo.

Anche nel Corano il tatuaggio viene condannato e proibito e, ancora oggi, nellIslam ortodosso, richiamandosi proprio a un passo del Libro Sacro, i tatuaggi vengono ritenuti marchi satanici.

Durante il medioevo in Europa il tatuaggio mantiene il suo valore di marchio per il corpo dei criminali, legandosi in maniera profonda con il mondo della criminalit e della devianza (Charmet, 2000).

Nella sua forma moderna il tatuaggio stato introdotto in Europa nel Settecento dall'esploratore inglese James Cook di ritorno da uno dei suoi viaggi nei Mari del Sud. Il tatuaggio si diffonde dunque rapidamente anche tra i marinai assumendo in questo mondo un significato differente e particolare. Caratteristico dei marinai era il tatuarsi principalmente sul petto e sulle braccia come segno di forza; inoltre, molti marinai erano soliti farsi fare un tatuaggio in ciascuna citt in cui facevano scalo, come una prova di virilit perch il dolore provato durante il tatuaggio era molto intenso. Gli equipaggi delle navi inglesi, invece, erano soliti tatuarsi dei crocifissi sulla schiena per scoraggiare uneventuale punizione sotto forma di frustate, dato che era considerato un crimine rovinare unimmagine sacra (Palmeri, 2011).

Fino al XIX secolo il tatuaggio stato uno dei metodi di riconoscimento e classificazione dei malavitosi da parte della polizia. Gli identikit dei vari criminali comprendevano la descrizione di ciascun tatuaggio posseduto dal criminale in modo da poterlo riconoscere senza errore. In questo periodo Lombroso (1897) afferma che il tatuaggio una vestigia atavica comune del criminale caratterizzato da unumanit non raggiunta, le cui numerosi stigmate non sono solamente fisiche ma anche della loro sensibilit. Linsensibilit al dolore era ritenuta, infatti, una delle caratteristiche tipiche del criminale e veniva ritenuta fondamentale poich il tatuaggio era un procedimento estremamente doloroso.

Durante la seconda guerra mondiale, i nazisti avevano creato un sistema di tatuaggi per gli ebrei e per gli altri detenuti dei campi di concentramento ( gli zingari ad esempio erano contraddistinti dalla lettera Z e gli ariani dalla lettera A). Allingresso nel campo un ufficiale delle SS imprimeva ai prigionieri un numero di matricola tatuato sul braccio e questo diventava la loro unica identit, al pari di in capo di bestiame, primo passo di un processo crudele di de-umanizzazione. Questo simbolo vissuto come unumiliazione dai deportati (Castellani, 2005).

Negli anni 60-80 numerose subculture, come quelle degli Hippies, degli Hells Angels, dei Punk, iniziano a farsi praticare tatuaggi pi o meno estesi e molto vistosi, per esprimere spesso la loro ribellione nei confronti delle norme sociali correnti ma con modalit e finalit differenti.

Nella cultura Hippies il tatuaggio ha come obbiettivo il voltare le spalle ai valori puritani dellAmerica; sia uomini che donne ricoprono il proprio corpo di fiori, di stelle, di disegni psichedelici o con parole tipiche del loro movimento come Peace, Love, ecc.. Per gli Hippies tatuare il corpo un modo di esprimersi e di mandare un messaggio allaltro. Nettamente in contrasto a questo orientamento il tatuaggio nella cultura punk, mantenendo da un lato, un forte legame con il gusto di trasgredire, ma dallaltro unito a aspetti di radicalit, a un senso di nichilismo, di autodistruzione, alla convinzione di non avere alcun futuro in una societ alienante e selvaggiamente egoista com quella contemporanea. Il tatuaggio nei punk carico di odio e di rifiuto della societ e ancor di pi di se stessi (Castellani, 2014). Gli Hells Angels sono un gruppo di motociclisti che sottolineano la loro appartenenza al gruppo con teste di morto, svastiche, stando in sella a moto Harley e indossando vestiti in cuoio e anelli. Hanno le braccia, il petto e le gambe ricoperti di tatuaggi e vestiti che permettono di mostrare il loro corpo tatuato. Questi tatuaggi assumono un valore di ostentazione e di distacco dagli altri gruppi e simboleggiano il loro desiderio di vivere ai margini della societ. Per i membri degli Hells Angels la nozione di tatuaggio estetico non ha alcun senso, il loro tatuaggio un marchio e a questo desiderano che si associ lo stigma sociale.

Nelloccidente moderno viene creato un nuovo termine per riferirsi alle persone tatuate: i Modern Primitive. Questo termine viene coniato da Daniel Rosenblatt (1997) e unisce il concetto di tatuaggio moderno, con il mondo antico e la sua lunga tradizione. Questo processo di identificazione attraverso il tatuaggio di altre culture permette alle persone di sentirsi connessi con la storia dellumanit. Il tatuaggio in questottica diventa unattivit spirituale perch un qualcosa di antico, diffuso ed unespressione di un bisogno di base umano di rituali che danno significato alla vita (p. 303) e che connette lindividuo al resto dellumanit.

2.2 Il tatuaggio, il corpo e il s

Le Breton (2005) sostiene che la finalit del tatuaggio il non passare inosservato: in questo modo il tatuato afferma la propria singolarit in una societ moderna anonima. Questo distanziamento dallanonimia e dalla massa crea una salutare distanza fra s e gli altri. Con queste considerazioni di David Le Breton do inizio a questa mia analisi sullinfluenza del tatuaggio nel definire e strutturare non solo limmagine corporea, ma anche il s del tatuato.

Il tatuaggio assume, a fronte di una frammentazione o disintegrazione dei valori tipica della nostra societ moderna e di perdita di significati, una funzione di traccia. Lindividuo stesso diventa lautore di tale traccia che lo porta, nel bene o nel male, a erigere in maniera libera e flessibile i propri confini e i propri limiti didentit. Questi aspetti costituiscono linsieme dei significati che orientano il suo cammino e che gli permettono di riconoscersi come soggetto.

Unanaloga visione del corpo riscontrabile in Synnot (1993) che propone una visione del corpo come cuore della vita sociale e del nostro senso di s. Synnot ci invita a rifiutare una visione del corpo come un qualcosa di esterno allambiente sociale in cui inserito, nel quale e tramite il quale assume un significato.

Avendo luomo moderno perso il suo radicamento sociale, quellinsieme di relazioni di senso e di valori con gli altri, lindividuo fa del proprio corpo un mondo in miniatura attraverso il quale sonda il mondo esterno alla ricerca del suo posto. Il corpo diventa quindi una protesi di un Io eternamente alla ricerca di una incarnazione provvisoria per simboleggiare la propria presenza nel mondo (Le Breton, 2005). Il corpo non pi lincarnazione irriducibile dellIo, ma una costruzione personale, un oggetto transitorio, suscettibile e manipolabile secondo i desideri dellindividuo. Il corpo, proprio per questo motivo viene spesso sottomesso a un disegno radicale senza che niente di esso venga lasciato libero (Body building, diete, cosmetici, chirurgia estetica). Il corpo diventa in questaccezione una rappresentazione del s, un aspetto della propria personalit e le modificazioni potrebbero essere descritte come un approccio tutto corporeo allesplorazione delle risorse immateriali che lindividuo in grado di canalizzare. Ci che il corpo sente viene distinto da quello che lio sente e questo avvicina alla dimensione estatica propria delle esperienze spirituali e al loro portato di cambiamento, trasformazione e crescita interiore (Marenko, 2002).

La questione quindi, nellimpossibilit di accontentarsi del corpo che si ha e nello sforzo di modificarne le caratteristiche per completarlo o renderlo conforme allidea che si possiede di se stessi. Bisogna aggiungere a questo corpo il proprio marchio per poterne prendere pieno possesso. Una persona non abita un corpo oggetto in maniera statica, ma invece in-corporato soggettivamente in un corpo fluido, emergente e negoziato in un processo di sviluppo. In questo processo il corpo, il s, e le interazioni sociali sono cos profondamente interconnesse che risulta impossibile poter effettuare delle distinzioni tra questi vari aspetti tanto sono permeabili gli uni con gli altri, cangianti e anche attivamente manipolati (Waskul e Van der Riet, 2002).Lidentit assume, quindi, una natura relazionale e non sostanziale dato che luomo non smette mai di nascere e le sue condizioni di esistenza lo trasformano, mentre egli esercita il suo influsso su tali condizioni. Cos i moti interiori da cui nasce la coscienza di s sono strettamente connessi ai moti della societ fuori di lui, soggetti ad un inarrestabile ciclo di rinnovamento dei propri investimenti di senso, dei valori delle relazioni con gli altri e con il mondo. Di conseguenza la coscienza identitaria diventata modulabile, fluida e priva di un radicamento profondo (Le Breton, 2010).

Questo aspetto simile a quello espresso da Arnould e Thompson (2005) che vedono lidentit delluomo moderno come costituita da due aspetti, la prima come una serie di s postmoderni frammentati e la seconda componente il desiderio della ricerca di un senso coerente del s. Questi s postmoderni rappresentano degli attaccamenti temporanei a multiple e spesso contraddittorie soggettivit costruite da particolari contesti di frammentazione.

La pelle in questo turbinio di incertezze diventa una barriera, una guaina narcisistica che protegge dal possibile caos del mondo, ma allo stesso tempo la pelle diventa uno schermo su cui si proietta una identit sognata, ma pu anche esprimere una identit insopportabile di cui ci si vorrebbe spogliare (Le Breton, 2010).

Sempre in tema di pelle lo psicoanalista Didier Anzieu (2008) afferma che allo stesso modo in cui la pelle avvolge il corpo, la coscienza avvolge lapparato psichico che si svilupperebbe appoggiandosi a una funzione corporea il cui meccanismo trasposto sul piano mentale. Lapparato psichico in questo modo si svilupperebbe attraverso una serie di stadi successivi di rottura con le proprie basi biologiche. Queste rotture, da un lato, rendono possibile lo sfuggire alle leggi biologiche e dallaltro rendono necessaria lindividuazione di un rapporto anaclitico tra ogni funzione psichica e ogni funzione corporea (Anzieu, 2008). Lio viene considerato talmente legato alla pelle, al punto da costituire un insieme io-pelle le cui caratteristiche e funzioni sono le seguenti: 1) Una funzione di involucro, di contenimento e di unificazione del S 2) Una funzione di barriera protettrice della psiche 3) Una funzione di filtro degli scambi e di iscrizione dei ricordi (Anzieu, 2008). Queste funzioni rendono possibile le rappresentazioni.

Questa importanza della pelle daltra parte non uninvenzione di Anzieu, gia Sigmund Freud aveva osservato che: Lio in definitiva derivato da sensazioni corporee, soprattutto dalle sensazioni provenienti dalla superficie del corpo. Esso pu dunque venir considerato come una proiezione psichica della superficie del corpo (Freud, 1922, p.22)

2.3 Il dolore nel tatuaggio: un processo di maturazione?

Il dolore ha assunto nella storia del tatuaggio una serie di funzioni differenti ma estremamente significative. Lombroso (1876), come ho gia accennato brevemente in precedenza, liquidava semplicisticamente linsensibilit al dolore; considerandola come una delle particolarit tipiche del criminale che possedeva una vestigia atavica, tipica delluomo primitivo e per questo motivo il delinquente nato o il pazzo morale potevano permettersi tranquillamente di sottoporsi a un processo cos doloroso come il tatuarsi senza grande sforzo (Lombroso, 1876).

Ma qual il rapporto fra il tatuaggio e il dolore? Il fatto che il tatuaggio possa rivelarsi unesperienza dolorosa non impedisce alle persone ai giorni nostri di tatuarsi; questo sembrerebbe essere per un comportamento alquanto strano considerando come in occidente ci sia una tendenza ad escludere e ad allontanare qualsiasi forma di dolore. In questottica allora, proprio il dolore legato al tatuarsi potrebbe essere lelemento che conferma limportanza di quello che lindividuo sta facendo. Il dolore diventerebbe la memoria dellevento che prenderebbe forma tramite il corpo; ma non solo questo: il dolore del tatuaggio aiuta a diventare consapevoli che le incisioni sulla pelle, cambiano il corpo e determinano una evoluzione nella nostra individualit. Questo evento marca in maniera netta la transizione da una fase della nostra vita a unaltra, diventando un elemento chiave del processo di trasformazione dellindividuo. Quindi il dolore fornisce significato al processo mentre il corpo finale 'alterato' sostiene l'illusione che il vecchio S sia stato rimpiazzato da una sua nuova versione (Hewitt, 1997).Proprio tramite questo dolore del corpo diventa possibile esplorare ex-novo se stessi e focalizzare la propria auto-attenzione al proprio corpo e quindi alla propria identit. Il tempo e le pratiche di auto-medicazione successiva allesecuzione del tatuaggio assumono una caratteristica non solo di una pratica di cura del proprio corpo ma anche di tempo dedicato a se stessi per poter cambiare. Il dolore diventa un elemento positivo perch pu guidare una persona fuori dal caos verso la sicurezza e la speranza di vita. In questo senso il tatuaggio caratterizzato da un aspetto di ricerca dove la persona cambia se stesso attraverso la sofferenza (Frank, 1995). Questi segni sul corpo, il dolore scelto ed eventualmente desiderato, acquistano dunque la funzione di riappropriazione del proprio corpo, sottraendolo al controllo sociale, al controllo della cultura, della medicina, delle istituzioni religiose e della famiglia (Rosenblatt, 1997). La diffusione sempre maggiore di tecniche di tatuaggio che comportano una minor sofferenza, pu aver reso fruibile a chi era troppo spaventato del dolore il tatuarsi, ma allo stesso tempo ha eliminano tre momenti chiave del tatuaggio: il ricordo dellevento, la consapevolezza del cambiamento del corpo e levoluzione dellindividualit. Il non poter avere questi momenti critici pu causare una difficolt nellaccettare la nuova immagine di s, sopratutto se il tatuaggio stato fatto solamente per motive di moda senza un profondo desiderio di comunicare qualcosa di se stessi agli altri.

Limportanza del dolore come processo maturativo emerge anche nel pensiero di Lemma (2011) per la quale il tatuaggio acquisisce un significato psichico non solo per il prodotto finale, ma per il processo doloroso che comporta. Lemma effettua su questa importanza del dolore unanalogia molto suggestiva affermando che cos come nel parto, che si un evento doloroso ma allo stesso tempo portatore di vita, il dolore nel processo della tatuatura segna il cambiamento corporeo e laccesso a una nuova vita.

Sweetman (1990), a sua volta, effettua delle riflessioni sulla permanenza del tatuaggio e sul dolore ad esso associato collegandovi anche limportanza del considerevole quantitativo di tempo necessario per la pianificazione del tatuaggio e del tempo necessario per prendersi cura di s dopo averlo fatto. Tutti questi aspetti per Sweetman assegnano al tatuaggio un valore pi grande dellessere un semplice accessorio, ma che invece proprio questi elementi congiuntamente servano a fissare nella memoria levento significativo in questione. In questo modo, sacrificando una piccola parte di s nel dolore, nel sangue, lindividuo si sforza di salvare lessenziale infliggendosi un dolore controllato, lottando contro una sofferenza illimitatamente pi estesa. La posta in gioco il non voler morire, attraverso una ferita che crea lidentit, tramite un tentativo di accedere al s pi profondo. In questo modo questa ferita, deliberatamente inflitta, diventa un modo per sfuggire alla sofferenza compiendo un passo nella direzione di un altro s, un s pi propizio. La ferita crea un rifugio provvisorio, che consente allindividuo di riprendere fiato, sperando di riuscire ad uscire da s per diventare un altro e ridefinirsi in maniera pi duratura (Sweetman, 1999).

Daltro canto il dolore nel mondo del tatuaggio non assume solo una valenza positiva di crescita e di potenziale di cambiamento, infatti secondo numerosi autori (Stirn,& Hinz, 2008 ; Gay & Whittington, 2002; Sanders, 2001; Favazza, 1996) il tatuaggio pu essere messo in relazione a un desiderio pi o meno occulto di autolesionismo e con comportamenti a rischio. Nello studio condotto da Stirn e Hinz (2008) su un campione di 432 tatuati tedeschi si evidenzia una percentuale di comportamenti autolesionisti durante ladolescenza pari al 27% un dato molto pi alto rispetto alla popolazione normale che del 0,75%.

Anche Le Breton (2005) si stupisce che Uomini e donne perfettamente inseriti nella societ fanno ricorso al tatuaggio come forma di regolazione delle proprie tensioni (Le Breton 2005 p.7). Il tatuaggio diventa allora un mezzo estremo di lotta contro la sofferenza, un atto privo di riflessione, ma non per questo privo di logica. Il tatuaggio diventa un Farsi male in modo da provare meno male altrove, lesionando il proprio corpo diventa un gioco simbolico con la morte, dato che nel farlo si mima lomicidio di se stessi (Ibidem, p.7).

Questi dati, per, non devono essere interpretati in maniera assoluta come la prova della psicopatologia di coloro che si tatuano.

Una voce contraria allinterpretazione del tatuaggio come espressione di tendenze autolesionistiche proviene da Atkinson (1998) che sostiene che una delle caratteristiche tipiche dellautolesionismo sia la vergogna e il tentativo di nascondere le ferite auto-inferte, componente assolutamente mancante nel tatuaggio che invece viene spesso mostrato volontariamente e con orgoglio agli altri (Atkinson, 1998). Tuttavia molti studi indicano una forte associazione fra lessere tatuati e comportamenti a rischio.

Braithwaite et al (2001) osservano come soggetti con modificazioni corporee di vario genere fossero maggiormente propensi allabuso di sostanze stupefacenti,antidepressivi, sedativi e allabuso di alcool.

Sean et al (2002) arrivano alle stesse conclusioni incentrandosi per maggiormente su un campione di giovani donne. Stephens (2003) dimostra come soggetti di 21 anni con tatuaggi siano pi propensi a abusare dellalcool, del fumo e di droghe, cos come di guidare sotto leffetto dellalcool. Suris et al (2007) nel loro studio evidenziano come vi sia una relazione fra individui con modificazioni corporee e insoddisfazione della propria immagine corporea e una maggior propensione a mettere in atto rapporti sessuali non protetti, abusare di sostanze pericolose (tabacco e cannabis) e un maggior rischio di suicidio. Altri autori (Grumet 1983,; Howell, Payne e Row 1977) spostano il loro interesse sulle difficolt dellinfanzia dei soggetti tatuati osservando come le persone con tatuaggi abbiano con maggior frequenza sperimentato problemi in famiglia e divorzi. Proprio su questultimo elemento Martin (1997) vede nella permanenza del tatuaggio una contromisura allinstabilit dellinfanzia di queste persone.

2.4 Il tatuaggio: elemento di moda o sintomo di devianza?Per Simmel (1988) il tatuaggio offre unesperienza di rispecchiamento identitario molto potente e uno dei mezzi attraverso cui questa funzione viene espressa la moda; caratterizzata dallessere allo stesso tempo duttile e universale in quanto in grado di proporre oggetti di consumo mutevoli come il contesto di crescita, fornendone allo stesso tempo di comuni in relazione ai bisogni evolutivi profondi che sono in grado di saturare. Nel caso del tatuaggio stiamo parlando di aspetti marcatamente narcisistici e questi aspetti sono ben espressi dalle funzioni di essere alla moda, il farsi notare ed abbellire ed impreziosire il corpo.

Ma che cosa significa essere alla moda? Simmel (Ibidem) lo interpreta cos permette a quelli che desiderano conformarsi alle richieste del gruppo di farlo e a quelli che desiderano essere individualisti di deviare (p. 162).Il tatuaggio in questa accezione esercita una funzione di sostegno determinante rispetto al delicato compito della definizione dei gusti e degli ideali, ovvero dei valori di riferimento propri della propria et di appartenenza e della propria identit di genere. Questa funzione di sostegno permette alla moda di assumere le veci dellio ideale a cui si deve tendere.

Laltro aspetto che lega il fenomeno del tatuarsi e la moda la componente, cui ho gia accennato in precedenza, che permette allindividuo di farsi notare. Il tatuarsi regala visibilit sociale, diventando una sorta di antidoto contro il rischio di passare sotto silenzio, inosservati, confusi con la massa anonima. Quindi grazie al tatuaggio sancito dalla moda diventa possibile sperimentare lesperienza fondamentale del rispecchiamento e del ritrovamento delloggetto, loggetto in funzione del quale strutturare il s in maniera volontaria e autonoma.

Sanders (1989), senza negare limportanza del tatuaggio come elemento per affermare la propria personalit ma anche come metodo per marcare la propria appartenenza al gruppo arriva ad avanzare lipotesi che dietro al tatuaggio ci sia un desiderio di provocare uno shock in chi guarda, grazie alla capacit di creare una differenza sociale fra il tatuato e il non tatuato.

Questa funzione di separazione fra il tatuato e gli altri presente anche nel pensiero di Atkinson (1998) che per aggiunge a questa dimensione di separazione dellindividuo dalla societ un aspetto di inclusione in una subcultura caratterizzata da una serie di valori propri e condivisi e che fornisce alla persona unidentit unica attraverso cui possibile evolvere costantemente dal proprio passato in un nuovo futuro.

Anche per Shannon Bell (1999) lelemento di separazione dalla societ un fattore determinante nel comprendere il perch le persone si tatuino, dato che Il tatuaggio una lotta per lindividualizzazione in una societ che sempre pi impersonale (p. 54); lautrice sviluppa il suo pensiero effettuando un distinguo in 2 categorie: le persone che hanno dei tatuaggi e le persone tatuate. Le prime sono caratterizzate dallavere uno, massimo due tatuaggi, normalmente posti in luoghi facilmente nascondibili; questo gruppo presenta delle caratteristiche molto simili a quelle descritte da DeMello (1995) e da Foster e Hummel (1995) ovvero si tratta di un gruppo che si appropriato di una pratica stigmatizzata senza per rischiare di vedersi attribuito lo stato di stigmatizzazione.

Invece il secondo gruppo composto da persone tatuate che hanno tatuaggi pi grandi e colorati rispetto al primo gruppo e in posizioni tali da poter essere messi in mostra con maggior facilit. Questo secondo gruppo socializza nella subcultura dei tatuatori e degli altri individui pesantemente tatuati come loro. In questo modo per queste persone possibile evitare le reazioni e i giudizi della popolazione generale e di abbracciare in pieno la loro marginalizzazione (Bell, 1999 p.56).

Fisher (2002) identifica 4 funzioni principali attribuibili al tatuaggio:

1) La prima una funzione rituale. Questo aspetto si lega a una caratteristica della nostra cultura moderna in cui ci sono poche cerimonie o riti di passaggio al di fuori della religione. In questottica il tatuaggio assolve un compito di marchio fisico di un evento importante della propria vita. Questi eventi sono interpretati come importanti e significativi per il loro possessore, anche se potrebbero non esserlo per la societ, potendo spaziare dalla vincita di una competizione sportiva, al termine delle pratiche per il divorzio fino alla guarigione dal cancro.

2) La seconda funzione del tatuaggio quella di offrire elementi per identificarsi. Facendosi scrivere un particolare simbolo sul corpo, il tatuato si sta identificando come parte di un determinato gruppo. Questi gruppi possono essere molto ampi o molto specifici.

3) La terza funzione quella protettiva. Il tatuaggio diventa un simbolo di protezione, una sorta di talismano, per proteggere il suo portatore da un pericolo generale o specifico.

4) La quarta funzione quella decorativa.

A questo punto mi sembra interessante affrontare largomento delle funzioni differenti del tatuaggio per gli uomini e per le donne.

Bell (1999) evidenzia come nella donna ci sia una maggior tendenza a scegliere immagini pi soft, personali e a farsi tatuare in posti dove il tatuaggio possa essere pi facilmente nascosto. Gli uomini invece scelgono il soggetto del loro tatuaggio dallimmaginario del macho/mascolino scegliendo come luogo per il loro tatuaggio posti che possano essere visti facilmente.

Keinlen (2005) constata come le donne tendano a tatuarsi per rimarcare un cambiamento nel modo in cui si vedono e non per cambiare il modo in cui la societ le vede.

Anche Atkinson (1998) sostiene che gli uomini siano pi propensi ad utilizzare il tatuaggio per rinforzare il concetto di mascolinit, ma vede nel tatuaggio femminile un tentativo di discostarsi e di riprodurre, allo stesso tempo, gli standard tradizionali di femminilit. Per lautore infatti, il tatuaggio femminile, adesso che ha assunto una matrice pi approvata, ha perso una parte della sua capacit di esprimere una versione differente della donna e del suo corpo. Atkinson (ibidem) afferma che si passati allutilizzo del tatuaggio come mezzo per rinforzare invece che sfidare, il concetto classico di femminilit. Ma anche quando le donne cercano la libert e il potere di decidere del proprio corpo, il significato che queste donne danno al loro tatuaggio viene culturalmente soprascritto dalla societ.

Un'altra funzione importante che Atkinson evidenzia nella donna luso del tatuaggio per riappropriarsi del proprio corpo dopo unesperienza traumatica, fra queste abusi e malattie, aiutandole a riappropriarsi di parti di se stesse perse o violate. Questo aspetto molto importante nel processo di guarigione dal trauma.

Negli ultimi anni il fatto che il tatuaggio abbia avuto una larga diffusione e maggiore accettazione (DeMello, 2000; Martin, 1997; Pitts, 2000; Rubin, 1988; Sanders 1988; 1989), ha generato agli occhi di molti tatuati la perdita della sua funzione di critica alla societ; rendendo il loro stesso mezzo per distanziarsi da quel mondo un bene di consumo. Questa visione presente sia nei lavori di Klesse (1999) e in Turner (1999). Una delle critiche pi accese da parte di questi gruppi la possibilit di appropriarsi della pratica del tatuaggio senza abbracciarne lideologia; questo fatto spinge molti giovani a desiderare di distaccarsi dal tatuaggio disponibile alle masse spingendoli a esperienze pi estreme e meno accettate (Chakraborty 2013) .

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Capitolo 3 La ricerca

3.1. Presentazione della ricercaLargomento della presente tesi, il tatuaggio nei giovani adulti in Francia, si originato a partire da due elementi: il primo uno studio similare sul tatuaggio condotto in Italia su una popolazione pi giovane, il secondo la voglia di conoscere il pensiero e gli atteggiamenti di una popolazione di et superiore a quella degli adolescenti in un contesto per molto differente da quello in cui si data inizio alla ricerca originale.

Lobiettivo principale quello di indagare ci che pensano i giovani adulti riguardo i tatuaggi e cosa essi significhino per loro. Il campione totale formato da 60 soggetti equamente distribuiti fra maschi e femmine di et compresa tra i 20 e i 26 anni, suddivisi in due gruppi: tatuati e non tatuati.

La ricerca unindagine di tipo qualitativo, tramite essa ho cercato di comprendere cosa spinga e cosa motivi i giovani adulti ad essere favorevoli o contrari ai tatuaggi e che valori attribuiscano al tatuarsi durante un momento tanto importante del loro sviluppo.

3.2. Le fasi della ricerca

Le fasi principali della ricerca sono state le seguenti:

-Adattamento dellintervista semi-strutturata degli adolescenti alla popolazione dei giovani adulti (in Appendice)

-Traduzione dellintervista in Francese

-Ricerca e colloquio con i 60 soggetti

-Costruzione della griglia di codifica dellintervista in base alle risposte ricevute-Analisi dei risultati

-Conclusioni

3.3. Obbiettivi della ricercaLa presente tesi si pone come obiettivo generale una comprensione approfondita della funzione del tatuaggio durante un periodo di passaggio cos delicato e dai confini cos sfumati e cangianti come linizio dellet adulta, periodo caratterizzato da numerose sfide, desiderio di affermazione e di successo sia in ambito relazionale che lavorativo, cercando di capire cosa simboleggi per un giovane adulto il tatuaggio, quali valori gli vengano attribuiti sia da chi ha scelto di tatuarsi sia per chi ha preferito o non ha potuto farlo.Proprio su queste due popolazioni diverse, i tatuati e i non tatuati, cercher di analizzare le differenti opinioni, pensieri e perch no pregiudizi riguardo il tatuaggio.

I non tatuati (percorso A) hanno potuto esprimere le loro opinioni riguardo il tatuaggio attraverso una serie di 11 domande, specificando le loro fantasie, aspettative e impressioni riguardo questo tema.

La seconda categoria (percorso B) ha potuto raccontare la propria esperienza, spiegando il significato attribuito a tale scelta e riflettendo sulle motivazioni che li hanno spinti a tatuarsi.

Dopo aver raccolto le interviste ho suddiviso i diversi contenuti in una serie di macro-aree: 5 macro-aree per il percorso A (non tatuati) e 7 macro-aree per il percorso B (tatuati).

3.4. Il Campione

Il campione di giovani adulti (di et compresa fra i 19 e i 26 anni) da me intervistato costituito da un totale di 60 soggetti che vivono nella citt di Parigi. Il mio campione stato cos reperito. In primo luogo mi sono informato su quali zone centrali di Parigi fossero presenti il maggior numero di negozi di tatuaggi e da l ho cominciato a ricercare il mio campione. In secondo luogo ho fatto lo stesso tipo di ricerca ma in una zona pi periferica, la zona di Montreuil e infine ho sfruttato a mio vantaggio la recente esposizione del museo Quai Branly "Tatoueurs, tatous" che mi ha permesso di reperire un buon numero di tatuati tutti nello stesso luogo.

Il campione costituito da 30 tatuati e 30 non tatuati, ciascun gruppo formato da 15 ragazzi e 15 ragazze. E importante sottolineare che la ristretta numerosit del campione non ovviamente rappresentativa della popolazione dei giovani adulti, ma i colloqui che ho realizzato mi hanno permesso di effettuare una ricerca esplorativa di tipo qualitativo.

3.5. Lo strumento

Lo strumento (riportato in Appendice) costituito da una intervista semi-strutturata gi realizzata per una tesi sugli adolescenti e da me leggermente riadatto con la supervisione della Prof.ssa Paola Carbone per un range di et superiore. Queste modifiche possono essere sintetizzate nellaggiunta di una domanda per i tatuati per cercare di sapere quali siano state le reazioni dei loro partner al loro tatuaggio data limportanza in questo periodo dello stabilirsi di un legame sentimentale stabile e laggiunta di una domanda opzionale per i tatuati da somministrare in caso il soggetto si fosse tatuato prima dei 16 anni per sapere, a distanza di tempo come il soggetto veda nel presente il suo tatuaggio.

Lintervista costituita da due percorsi: il percorso A (Non tatuati) costituito da 11 domande e il percorso B (Tatuati) costituito da 18 domande per i ragazzi con un solo tatuaggio e 22 domande per i ragazzi con pi di un tatuaggio.

Dopo aver ascoltato e trascritto ogni intervista ho costruito appositamente una griglia di codifica (in Appendice) a partire dalle risposte dei ragazzi, queste griglie mi hanno permesso di elaborare il materiale delle interviste sulla base delle frequenze di risposta date dai soggetti.

3.6. Modalit di conduzione dellintervista

Le interviste sono state tutte individuali con una durata media di circa 15-20 minuti. Per raccogliere le informazioni e non tralasciare dettagli importanti, esse sono state audio-registrate, tradotte in italiano e successivamente trascritte. Prima di iniziare ogni intervista mi sono preoccupato di:

Spiegare le motivazioni della ricerca e che non vi fosse nessun intento di valutazione o di giudizio/pregiudizio nei confronti del soggetto per le proprie idee e convinzioni, ma un interesse vero e genuino per i loro pensieri. Questo atteggiamento mi ha permesso di condurre una serie di interveste molto interessanti e altamente motivanti sia per me sia per lintervistato (ad eccezione di un intervista di cui parler in seguito).

Chiedere al soggetto il permesso per usare laudio-registratore, spiegando la motivazione alla base dellutilizzo e sottolineando quanto fosse importante ogni singola informazione che sarebbe venuta fuori dal colloquio, rispettando allo stesso tempo coloro (in realt solo 2 soggetti) che non hanno acconsentito allaudio registrazione.

Spiegare che, nella mia tesi, i dati e le informazioni personali sarebbero rimasti anonimi, affinch potessero sentirsi tranquilli di parlare liberamente e senza vincoli.

Rassicurare che il mio intento di ricerca, non riguardava la ricerca di disturbi o di patologia nel soggetto in questione con cui stessi parlando. Ritengo importante sottolineare questo aspetto che si verificato in ben 10 delle 60 interviste da me svolte, un numero di molto maggiore di quanto mi sarei aspettato.

3.7. Operazioni sul materiale raccolto

Sul materiale raccolto ho eseguito le seguenti operazioni:

Una trascrizione integrale di tutte le interviste su supporto cartaceo in modo da poterne usufruire con maggiore facilit e rendere le operazioni di analisi dei dati pi facili ed immediate

Classificazione delle interviste in base ai percorsi A (soggetti non tatuati) e B (soggetti tatuati) e ordinate in base al sesso degli intervistati (maschi e femmine).

Ho assegnato a ciascuna intervista un codice ordinale progressivo per evitarne lidentificazione e rispettarne la privacy. Ho associato il codice NT 01, NT 02NT 16 ai soggetti Non Tatuati e T 01, T 02T 16 ai soggetti tatuati.

Una codifica analitica, delle interviste effettuate, contrassegnate con un apposito numero identificativo e riportate sulla griglia costruita per avere una illustrazione sintetica delle risposte fornite dagli adolescenti. Tali griglie di codifica, una per il percorso A e una per il percorso B, mi hanno permesso di effettuare il conteggio delle frequenze di risposta, dopo aver analizzato e letto pi volte e attentamente tutte le interviste.

3.8. Descrizione delle macro-aree

Adesso spiegher una parte fondamentale che mi ha guidato nellanalisi delle interviste, basata sulle frequenze di risposta riportate nelle griglie di codifica (in Appendice) e classificate in base alle seguenti aree di interesse per i soggetti tatuati e non-tatuati.

Le 5 aree di interesse individuate nella traccia dellintervista per i giovani adulti non tatuati sono le seguenti:

1) Cosa significa tatuarsi. Questa area comprende le riflessioni degli intervistati non tatuati su ci che il tatuaggio rappresenta per loro e il valore che gli attribuiscono. A tale area fanno riferimento le risposte delle domande numero 1,2 e 3 della traccia del percorso A.

2) Le opinioni sulle motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi. Questa area riguarda le opinioni degli intervistati sui motivi che, al giorno doggi, spingono i ragazzi a decidere di tatuarsi. A tale area fanno riferimento le risposte alla domanda numero 8 della traccia del percorso A.

3) Le differenze det e di genere. Questa area viene divisa in due parti: la prima, relativa allet e confronta il pensiero degli intervistati sulle differenze motivazionali riscontrabili tra giovani e adulti che decidono di tatuarsi.

Nella seconda parte, relativa al genere, viene approfondito il pensiero degli intervistati se secondo loro esistono o meno delle differenze motivazionali nel tatuaggio riscontrabili tra uomini e donne. A tale area fanno riferimento le risposte alle domande numero 9 e 10 della traccia del percorso A.

4) Il tatuaggio come forma di trasgressione. Questa area confronta i pensieri degli intervistati sul desiderio di trasgressione che pu essere associato o meno al tatuaggio e se loro stessi ritengono che latto di tatuarsi possa significare, in qualche modo, trasgredire. A tale area fanno riferimento le risposte alla domanda numero 11 della traccia del percorso A.

5) Previsione di un futuro tatuaggio. Questa macro-area indaga lintenzione dellintervistato di tatuarsi o meno in futuro. Questa area mira a comprendere se lintervistato non si sia tatuato per scelta o perch non abbiano ancora avuto tempo e modo di farlo o se sono intenzionati in un futuro vicino o lontano a tatuarsi. A tale area fanno riferimento le risposte date alla domanda numero 5 della traccia del percorso A.

Le 7 aree di interesse individuate nellintervista per i giovani adulti tatuati sono le seguenti:1) Cosa significa tatuarsi. Questa area comprende: le riflessioni degli intervistati (tatuati) su ci che, secondo loro, il loro tatuaggio e il tatuarsi in generale rappresenta. A tale area fanno riferimento le risposte date alla domanda numero 2 della traccia del percorso B.

2) Opinioni sulle motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi. Questa area riguarda le opinioni degli intervistati sui motivi che, al giorno doggi, spingono i ragazzi a decidere di tatuarsi. A tale area fanno riferimento le risposte date alla domanda numero 18 della traccia del percorso B.

3) Il tatuaggio del soggetto intervistato. Questa area analizza il primo tatuaggio dellintervistato, la zona dove ha deciso di tatuarsi e let in cui lha fatto. Abbiamo ritenuto interessante inoltre analizzare come si sia modificata la visione del proprio tatuaggio con il progredire del tempo se il tatuaggio stato effettuato prima dei 18 anni. A questi aspetti viene analizzata anche se ci sia nel soggetto iul desiderio di tatuarsi nuovamente in futuro.

A tale area fanno riferimento le risposte date alle domande numero 4, 6 bis, 7 e 10 della traccia del percorso B.

4) Reazioni dei genitori, degli amici e del partner. Questa area viene divisa in tre parti: la prima indaga le reazioni dei genitori relative al primo tatuaggio degli intervistati mentre la seconda raccoglie le reazioni del gruppo degli amici e la terza quella del partner se presente allepoca del tatuaggio. A tale area fanno riferimento le risposte date alla domanda numero 9 e 9 bis della traccia del percorso B.

5) Differenze det e di genere. Questa area viene divisa in due parti: la prima parte, relativa allet, confronta il pensiero degli intervistati sulle differenze motivazionali riscontrabili tra giovani e adulti che decidono di tatuarsi; la seconda parte, relativa al genere, analizza il pensiero degli intervistati sulle differenze motivazionali riscontrabili tra uomini e donne che decidono di tatuarsi. A tale area fanno riferimento le risposte date alle domande numero 19 e 20 della traccia del percorso B.

6) Il tatuaggio come forma di trasgressione. Questa area confronta i pensieri degli intervistati sulla voglia di trasgressione che pu essere associata o meno al tatuaggio, se loro stessi ritengono che tatuarsi possa significare voler in qualche modo trasgredire. A tale area fanno riferimento le risposte date alla domanda numero 17 della traccia del percorso B.

7) Aspetto indelebile del tatuaggio. Questa area raccogli i sentimenti relativi al tatuaggio dei giovani adulti intervistati, a come affrontano leventuale difficolt di rimozione del tatuaggio nel caso in cui volessero cancellarlo, se si sono pentiti e se, tornando indietro lo rifarebbero. A tale area fanno riferimento le risposte date alle domande numero 21 e 22 della traccia del percorso B.

3.9 Sintesi dei risultati emersi

Di seguito analizzer il materiale raccolto, presentando e discutendo i dati emersi, suddivisi nelle varie macro-aree, attraverso il conteggio delle frequenze delle risposte.

Percorso A Giovani adulti non tatuati

MACRO-AREA 1: Cosa significa tatuarsi

Dallanalisi delle risposte emerso che per 17 soggetti (9 maschi e 8 femmine), il tatuaggio un mezzo per rappresentare se stessi, tanto importante e efficace proprio dal suo essere impresso sulla pelle: Il tatuaggio per me voler raccontare il modo di essere di quella persona (MNT3); Il tatuaggio parte del tuo modo di comportarti, di vestire e anche a volte di pensare (MNT5).

Per 5 soggetti (3 maschi e 2 femmine) il tatuaggio rappresenta principalmente un fattore estetico: Io li trovo belli, quasi come opere darte (MNT6); Il tatuaggio un po come un accessorio, per far moda, che se piace valorizza chi lo porta (FNT10); Chi se lo fa, lo fa per sentirsi pi bello e a suo agio con se stesso (FNT2).

Per 5 soggetti (2 maschio e 3 femmine) il tatuaggio viene visto come un simbolo di relazioni affettive: Le persone si tatuano spesso per i loro cari e i legami che li uniscono (MNT4); Il tatuaggio un modo per rendere eterno laffetto per laltra persona (FNT8).

Per 2 soggetti (1 maschio e 1 femmina) il tatuaggio non significa niente: (il tatuaggio) una cosa passeggera, come tutte le mode ha i suoi picchi di popolarit poi sparir.(MNT11).Un solo soggetto, una ragazza, vede nel tatuaggio un modo per ricordare un avvenimento: Le parole e i ricordi con il tempo tendono a sparire... se hai una cosa importante con il tatuaggio sei sicuro che non potr accaderti.In sintesi i soggetti non tatuati vedo nel tatuaggio nel 56,5% dei casi una rappresentazione di s, nel 20% un simbolo di relazioni affettive o un ricordo, nel 20% un fattore prettamente estetico e infine per un 3,5% il tatuaggio non ha nessun significato.MACRO-AREA 2: Opinioni sulle motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi.

Dallanalisi dei dati emerso che per 14 soggetti (8 maschi e 6 femmine) i ragazzi decidono di tatuarsi spinti soprattutto dalle influenze della moda: Penso che ci sia dietro un discorso di tendenza e di influenza della cultura in cui si vive (MNT6).

- Allinterno di questo gruppo alcuni soggetti (5 maschi e 3 femmine) collegano allinfluenza della moda sulla decisione di tatuarsi, il desiderio di non sentirsi esclusi dal gruppo: Perch sono influenzati da chi gli sta vicino, ovviamente se stai in un ambiente che pensa sia normale tatuarsi, ti fai un tatuaggio (FNT8); Se tutti i tuoi amici ce lhanno penso che non puoi tirarti indietro e devi fartelo pure tu (FNT13).

- Per altri 5 soggetti (3 maschi e 4 femmine) la moda motiva i ragazzi a tatuarsi perch fa loro ottenere visibilit sociale: Per essere diversi da quello che sono in realt cercano di sembrare migliori di quanto non siano.(MNT2).

- Infine solo 2 soggetti (1 maschio e 1 femmina) ritengono che la moda influisca nella decisione di tatuarsi sotto forma di desiderio di omologazione: Il tatuaggio in questo modo li rende tutti differentemente uguali (MNT7); I ragazzi si tatuano tutti pi o meno le stesse cose, pretendendo per allo stesso tempo di essere originali (FNT3);

I restanti 16 soggetti (7 maschi e 9 femmine) ritengono che i ragazzi si tatuino per i seguenti motivi personali:

Per 8 soggetti (5 maschi e 3 femmine) il tatuaggio motivato da eventi importanti della vita: Penso che chi lo fa decide di portare con se un qualcosa di fondamentaleche difficilmente potr dimenticare (FNT4) ti dicono come fatto il loro mondo (MNT10).

Per 5 soggetti (1 maschio e 4 femmine) la motivazione di carattere sentimentale, come un ricordo: ci mettono (nel tatuaggio) il nome della donna, della squadra, delle cose che simboleggiano tutto per loro (MNT8); Si tatuano per delle cose che gli sono accadute, spesso importanti (FNT14).

Per 3 soggetti (1 maschio e 3 femmine) le motivazioni personali si evidenziano nel desiderio di condivisione di un messaggio personale con il mondo: il tatuaggio modo di esprimersi, c chi fa i graffiti e chi utilizza i tatuaggi. Sono la stessa cosa ma su superfici diverse (MNT9); io ci vedo una voglia di dire qualcosa, anche un qualcosa di superficiale,limportante che qualcuno lo veda (FNT15).

In sintesi secondo i soggetti non tatuati, le motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi sarebbero nel 53,5% dei casi di tipo personale, mentre per il 46,5% le motivazioni sarebbero fortemente influenzate dalla moda.MACRO-AREA 3: Differenze det e di genere.

1. Differenze det:

Alla domanda Pensi che ci siano differenze tra giovani e adulti che decidono di tatuarsi?, 9 soggetti (3 maschi e 6 femmine) hanno rilevato delle differenze significative legate allet della persona. La maggior parte di essi ha ritenuto che la decisione delladulto sarebbe pi libera a differenza di quella del giovane: ladulto deve dare di conto a meno persone e quindi pu tatuarsi con maggiore libert (MNT4); Ladulto pu fare come gli pare e tatuarsi a suo piacere (FNT3).

3 ragazzi (2 femmine e 1 maschio) ritengono che la decisione delladulto sul tatuarsi sia pi ponderata e meno distinto, a differenza di quella del giovane caratterizzata proprio da queste due caratteristiche (mancanza di riflessione e instintualit): gli adulti che spesso se si tatuano per un qualcosa di serio e di personale, i ragazzi lo fanno senza rifletterci (MNT7); Gli adulti che si tatuano sono pi sicuri, pi maturi e fanno il tatuaggio solo se c un motivo serio e vero (FNT7).

Un solo ragazzo ritiene che le differenze nel tatuaggio fra il giovane e ladulto siano dovute a una componente nostalgica presente nelladulto e assente nel giovane: il tatuaggio negli adulti ha solitamente una componente di nostalgia, mentre quello dei ragazzi pi proiettato verso il futuro (MNT13)

Dallanalisi dei dati emerge che per 21 soggetti (12 maschi e 9 femmine) non ci sono differenze sostanziali tra un adulto e un giovane che decidono di tatuarsi, affermando che le motivazioni alla base di tale decisione siano le stesse: se il tatuaggio appassiona, lo fa allo stesso modo con chi grande che con chi giovane (MNT7); Il tatuaggio un qualcosa che va oltre il giovane e ladulto e che li unisce (MNT6).

In sintesi per il 70% dei soggetti non tatuati non ci sono differenze fra giovani e adulti che decidono di tatuarsi, il restante 30% ritiene che ci sono delle differenze che si evidenziano nella maggior libert da parte delladulto di potersi tatuare e di una sua maggior riflessione/maturit nella sua scelta di tatuarsi.2. Differenze di genere

Alla domanda Pensi che ci siano differenze tra maschi e femmine che decidono di tatuarsi?, 19 intervistati (11 maschi e 8 femmine) hanno dichiarato che non ci sono differenze motivazionali: oramai il tatuaggio se lo fanno un po tutti (FNT4); dopo molti anni di lotte per la parit dei diritti fra uomo e donna forse nel mondo del tatuaggio questa parit esiste e stata raggiunta(FNT5); Forse non ci sono proprio pi (differenze) ormai (MNT13).

Dallanalisi emerge che per 11 soggetti (4 maschi e 7 femmine) ci sono differenze; la principale risiede nella maggior accettazione e libert che riceve il tatuaggio maschile: Luomo pu farsene quanti ne vuole (di tatuaggi) e come unico risultato tutti penseranno che lui sia molto fico, se la donna si fa un tatuaggio invece la gente si insospettisce. Se se ne fa 2 o di pi automaticamente una disadattata (FNT10); la donna ha un minor numero di tipi di tatuaggi fra cui poter scegliere rispetto alluomo che pi libero nel soggetto da tatuarsi (MNT4). La stessa minor libert viene marcata anche da 2 ragazze e 1 ragazzo che sottolineano come il tatuaggio nella donna sia maggiormente influenzato dagli altri (amici,partner o contesto sociale): le donne magari non si tatuerebbero nemmeno, ma per essere pari alluomo in tutto e per tutto finiscono a fare queste cose in cui non credono neanche loro (FNT7); (molte ragazze) vanno a traino dei loro ragazzi nel senso che spesso hanno scelto di tatuarsi non per una loro decisione ma perch da loro influenzate (FNT9). Solamente 2 intervistati (1 femmina e 1 maschio) pensano che la principale differenza fra uomo e donna risieda nel tipo di tatuaggio: la differenza sta nel tipo di tatuaggio, cio nel disegno. Un ragazzo non si tatuer mai un angelo o un animaletto. Una ragazza invece penso si terr lontana da teschi e diavoli (FNT2). Infine 1 sola ragazza ritiene che la differenza fra maschi e femmine sia la componente estetica del tatuaggio: le donne si tatuano in modo da avere un tatuaggio il pi bello possibile, cio per piacere, mentre per luomo questo elemento manca totalmente(FNT8) .

In sintesi per il 63,5% dei soggetti non tatuati non ci sono differenze fra uomini e donne che decidono di tatuarsi, per il 36,5% invece ci sono delle differenze che consistono fondamentalmente nella maggior accettazione e libert che luomo ha nel tatuarsi.MACRO-AREA 4: Il tatuaggio come forma di trasgressione. Lanalisi della frequenza di risposte evidenzia che 26 soggetti (12 maschi e 14 femmine) non associano il tatuaggio a una forma di trasgressione. Tra questi, 13 soggetti (9 maschi e 6 femmine) giustificano la loro risposta affermando che il tatuaggio un elemento facente parte della cultura della nostra societ e quindi proprio per questo non lo si pu pi considerare come trasgressivo: Il tatuaggio una cosa che fa parte della nostra cultura, legale, ci sono tanti negozi di tatuaggi ovunque (FNT2); il tatuaggio normale come i piercing e altre cose simili(MNT4); Penso che la moda di tatuarsi sia una cosa normalissima, puoi incontrare persone tatuate in ogni occasione (FNT10); Il tatuaggio ha superato il campo della trasgressione ed finito nella normalit da oramai molto tempo (MNT15).

Altri 9 soggetti (4 maschi e 5 femmine) dichiarano che al giorno doggi ci sono altri modi per trasgredire e che il tatuaggio non rientra pi tra questi: oramai per trasgredire devi andare molto oltre il tatuaggio (MNT6); il tatuaggio il frutto della modernit e non un suo rifiuto, se vuoi trasgredire devi dedicarti alla scarificazione o al branding o a cose molto peggiori(FNT9).

Per altri 4 soggetti (3 maschi 1 femmina) il tatuaggio un qualcosa che viene fatto con lintento di essere accettati e quindi per loro lelemento di trasgressione non pu essere presente: Il tatuaggio qualcosa fatto per apparire e si sa che la trasgressione attrae molto, ma solo le persone sbagliate (MNT13); il tatuaggio ha un valore di ingresso in un gruppo non di esclusione, anzi spesso chi non tatuato viene visto in quegli ambienti come una sorta di estraneo (FNT5).

Per 4 ragazzi (3 maschi e 1 femmina), il tatuaggio pu essere considerato come una forma di trasgressione, 2 di questi maschi ritengono che il tatuaggio sia un mezzo per ribellarsi a una situazione di vita sfavorevole: chi si tatua lo fa per trasgredire, o nei confronti della societ o per sfuggire dai propri problemi di vita (MNT1). Gli altri 2 soggetti (1 maschio e 1 femmina) ritengono il tatuaggio trasgressivo per il suo potere di uscire dalla normalit e da ci che accettato

da tutti: Ti fai un tatuaggio per discostarti dagli altri, per essere diverso e fregartene delle regole (FNT7).

In sintesi per l86,5% dei soggetti non tatuati il tatuaggio non un qualcosa di trasgressivo, invece per il 13,5% invece il tatuaggio trasgressivo e permette allindividuo di ribellarsi nei confronti della societ o a una condizione di vita misera.MACRO-AREA 5: Previsione di un futuro tatuaggio.

Dei 30 giovani adulti non tatuati che ho intervistato, emerso che 9 soggetti (5 maschi e 4 femmine) decisa a tatuarsi in futuro. Queste sono alcune delle risposte sulle loro motivazioni: credo che in un periodo pi tranquillo della mia vita mi far un tatuaggio per ricordarmi alcune delle cose importanti che mi sono capitate (MNT4); La soddisfazione di tatuarmi prima di mettere la testa a posto con un lavoro,una casa e una famiglia vorrei togliermelo (MNT9); Mi piacerebbe disegnare da me il mio tatuaggio e vederlo realizzato mi darebbe molta soddisfazione non voglio uno di quei tatuaggi che hanno tutti, ma una cosa mia (FNT13).

13 soggetti (7 maschi e 6 femmine) hanno dichiarato di non essere intenzionati a tatuarsi, affermando che il tatuaggio non far parte della loro vita: Non mi piace proprio lidea di tatuarmi (FNT1); ho passato quel periodo in cui mi interessavano (i tatuaggi) e non credo che ci ritorner sopra(FNT6); Non credo mi tatuer in futuro sono un membro dellesercito e non ci permesso (MNT7).

Infine 9 soggetti (4 maschi e 5 femmina) si dichiarano indecisi, affermando che forse in futuro potrebbero decidere di tatuarsi, spinti da forti motivi personali : Pu essere che decida di tatuarmi, ma solo per qualcosa che conta veramente (MNT10); se trovassi un motivo giusto per farlo lo farei, un po come mio padre che ha il mio nome e quello di mio fratello attuati sulle braccia (FNT4), o dalleventualit di un cambio di vita radicale: Forse se me ne andassi di casa, non credo che i miei genitori sarebbero daccordo con la mia scelta (MNT12).

In sintesi il 43,5% dei soggetti dichiara di non aver intenzione di tatuarsi in futuro, il 30% non sa se in futuro si tatuer o meno e infine il 26,5% dichiara di essere intenzionata a tatuarsi a breve.Percorso B Giovani adulti tatuati

MACRO-AREA 1: Cosa significa tatuarsi per i giovani adulti tatuati.

Dallanalisi della frequenza delle risposte degli intervistati tatuati, emerso che per 11 soggetti (7 maschi e 4 femmine) il tatuaggio un modo di esprimere la propria personalit: Rappresentano alcune cose di me che non si possono vedere ma che grazie ai miei tatuaggi hanno la possibilit di emergere e di manifestarsi. (MT2); I miei tatuaggi sono come me. Sono il mio modo di vedere il mondo, in modo diverso da tutti. Cerco di rendere partecipe, chi ha la sensibilit di guardarli senza giudicarmi(MT8); I miei tatuaggi rompono la monotonia della citt, oramai siamo tutti uguali e io voglio essere libera e diversa da tutti (FT10); Si tratta di qualcosa di difficile da spiegare, il tatuaggio per me non solo un qualcosa che ti fai fare, ma un qualcosa a cui ti appassioni e che ti cambia molto (FT12)

- Allinterno di questo gruppo 6 soggetti (5 maschi e 1 femmina) rilevano un ulteriore elemento legato al loro tatuaggio, ovvero un forte desiderio di libert: per me rappresenta la libert di potersi svincolare da tutto e da tutti. Puoi fare di te e della tua pelle quello che vuoi (MT5); Io vedo il tatuaggio come un modo di esprimersi senza dover rendere conto dellaltro , il tuo messaggio non condizionato da chi hai davanti, non si modifica e non devi mai chiedere scusa!(MT13); Il tatuaggio la libert lessere svincolati da catene insensate(FT13).

Per 8 soggetti (3 maschi e 5 femmine) il tatuaggio rappresenta un simbolo di relazioni affettive :Ho un impegno con una persona e tramite il tatuaggio lho portato a un livello superiore (MT3); Un simbolo di un legame, di unamicizia vera che non si pu sciogliere neanche dopo 1000 anni (MT9) Si rif a un qualcosa che mi successo, quasi allinizio della mia storia con il mio ragazzo, sembrava che non sarebbe mai durata, ma invece con il mio tatuaggio sono riuscita a convincerlo delle mie intenzioni serie e a far diventare anche lui pi coinvolto (FT2); Rappresenta un legame con delle persone care che ho lasciato per venire qua (In Francia), in questo modo le porto con me(FT4).

Per 7 soggetti (4 maschi e 3 femmine), il tatuaggio rappresenta il ricordo di un evento, sia esso positivo o negativo: Mi ricordano le vittorie importanti della mi vita, sia sportive che della mia vita personale un modo di celebrarmi attraverso il ricordo di quello che sono riuscito a raggiungere (MT7); Una storia mia che voglio dire e far ricordare non solo a me ma a chi mi sta vicino per non commettere mai pi gli stessi errori (MT11); Un ricordo di una persona a me molto cara che mi ha lasciato troppo presto(MT12); Rappresenta una bella avventura vissuta con le mie migliori amiche in un periodo oramai lontano (FT1); Rappresenta un qualcosa del mio passato, venuto a mancare per cause particolarmente traumatiche,un brutto incidente di macchina (FT11).

Infine per 5 soggetti ( 2 maschi e 3 femmine), il tatuaggio rappresenta un

fattore estetico, senza alcun significato particolare: Un qualcosa che ha stile e che facendotelo anche io mi sono migliorato per cos dire, insomma cambiando anche io in qualcosa di meglio. Si il tatuaggio mi valorizza (MT1); Il tatuaggio unisce il mio corpo, con tutto ci che ne comporta, con aspetti del disegno che ho scelto. Un simbolo che si unisce e arricchisce un corpo delicato (FT6); Il tatuaggio mi fa piacere quello che vedo di me e di riflesso questo viene trasmesso agli altri rendendomi pi bella (FT8).In sintesi per il 50% dei soggetti tatuati il tatuaggio un simbolo di relazioni affettive o un ricordo, per il 36,5% unespressione della propria personalit e infine per il 13,5% il tatuaggio ha una funzione estetica.MACRO-AREA 2: Opinioni sulle motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi.

Dallanalisi dei dati emerso che ben 22 intervistati (12 maschi e 10 femmine) pensano che i ragazzi decidano di tatuarsi spinti da forti motivazioni personali: Si fanno un tatuaggio per raffigurare la loro storia (MT1); Si tratta di un messaggio per chi non ha voce, se non hai modo per farti ascoltare incidi il tuo messaggio su di te e lo porti in giro (MT4); Per scoprire ci che il mondo pensa delle loro scelte e dei loro pensieri, loro te le mostano sulla loro pelle a te poi sta valutarle (MT9); I motivi sono quelle cose importanti o significative che gli sono accadute. E ovvio che se uno non ha niente da dire, a meno che sia una persona superficiale, non si tatua (MT15); Credo che (i ragazzi) vogliano creare un legame concreto che leghi la persona che si tatua con lavvenimento importante che lo riguarda (FT4); C per me un forte desiderio di esprimersi liberamente senza censure, insomma sulla tua pelle almeno per ora ci puoi mettere quello che vuoi senza che nessuno ti possa dire o fare niente (FT8).

Per 8 intervistati (3 maschi e 5 femmine) i ragazzi decidano di tatuarsi soprattutto per seguire la moda:Lo fanno per essere alla moda e per sembrare pi attraenti per le donne molte persone che conosco lhanno fatto proprio per questo motivo (MT2); Per essere pi simili a qualcosa che loro pensano sia il mondo dei grandi, una sorta di scappatoia per sembrare pi maturi di quanto non si sia. Seguono la moda del momento e si sentono adulti (MT5); Lo fanno per motivi di tendenza, vedono che lo fanno gli altri e lo vogliono fare pure loro (FT1); Seguono praticamente tutti la moda, fanno tutti quello che gli dice internet e la televisione pur di apparire come si dovrebbe (FT2); Assolutamente per essere alla moda, vogliono piacersi e allo stesso tempo piacere agli altri se uno si tatua infatti lo fa non solo per s ma anche per gli occhi degli altri (FT10) Si tatuano per essere accettati e cosa migliore del seguire la moda per essere accettato credo non esista (FT15).In sintesi secondo i soggetti tatuati le motivazioni che spingono i ragazzi a tatuarsi sarebbero nel 73,5% dei casi motivazioni di tipo personale, legate ai loro vissuti o a eventi che desiderano ricordare e condividere con gli altri. Per il restante 26,5% le motivazioni sono legate principalmente agli influssi della moda, che influenza fortemente i ragazzi nei loro gusti e nelle loro scelte.MACRO-AREA 3: I