terminali funi metalliche - parte4

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NORMA ITALIANA Pagina I UNI ISO 4309:2011 © UNI Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. www.uni.com UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 20137 Milano, Italia UNI ISO 4309 LUGLIO 2011 Apparecchi di sollevamento - Funi Cura, manutenzione, ispezioni e scarto Cranes - Wire ropes Care and maintenance, inspection and discard La norma definisce le linee guida per la cura, l’installazione, la manutenzione e i controlli delle funi di acciaio in servizio sugli apparecchi di sollevamento. Elenca i criteri per lo scarto che devono essere applicati per implementare un utilizzo sicuro degli apparecchi di sollevamento. TESTO ITALIANO La presente norma è l’adozione nazionale in lingua italiana della norma internazionale ISO 4309 (edizione agosto 2010). La presente norma sostituisce la UNI ISO 4309:2008. ICS 53.020.30 Copyright Ente Nazionale Italiano di Unificazione Provided by IHS under license with UNI Licensee=Universita degli Studi di Firenze/5987454001, User=Pallini, Giovanni Not for Resale, 01/24/2014 07:54:22 MST No reproduction or networking permitted without license from IHS --`,,,`,,`,,``,`,``,`,,,,``,,```-`-`,,`,,`,`,,`---

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NORMAITALIANA

Pagina IUNI ISO 4309:2011

© UNI Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documentopuò essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senzail consenso scritto dell’UNI.

www.uni.com

UNIEnte Nazionale Italianodi UnificazioneVia Sannio, 220137 Milano, Italia

UNI ISO 4309

LUGLIO 2011

Apparecchi di sollevamento - FuniCura, manutenzione, ispezioni e scarto

Cranes - Wire ropesCare and maintenance, inspection and discard

La norma definisce le linee guida per la cura, l’installazione, la

manutenzione e i controlli delle funi di acciaio in servizio sugli

apparecchi di sollevamento. Elenca i criteri per lo scarto che

devono essere applicati per implementare un utilizzo sicuro degli

apparecchi di sollevamento.

TESTO ITALIANO

La presente norma è l’adozione nazionale in lingua italiana della

norma internazionale ISO 4309 (edizione agosto 2010).

La presente norma sostituisce la UNI ISO 4309:2008.

ICS 53.020.30

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© UNI Pagina IIUNI ISO 4309:2011

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le partiinteressate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale statodell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’artein evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano diUnificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni odi aggiornamenti. È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possessodell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti. Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti allenorme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

PREMESSA NAZIONALELa presente norma costituisce l’adozione nazionale, in lingua italiana,

della norma internazionale ISO 4309 (edizione agosto 2010) che

assume così lo status di norma nazionale italiana.

La norma internazionale ISO 4309 è stata elaborata dal Comitato

Tecnico ISO/TC 96 "Apparecchi di sollevamento".

La presente norma è stata elaborata sotto la competenza della

Commissione Tecnica UNI

Apparecchi di sollevamento e relativi accessori

che ha giudicato la norma ISO 4309 rispondente, da un punto di

vista tecnico, alle esigenze nazionali e ne ha proposto alla

Commissione Centrale Tecnica dell’UNI l’adozione nella presente

versione in lingua italiana.

La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua

approvazione il 21 marzo 2011.

La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed è

entrata a far parte del corpo normativo nazionale il 7 luglio 2011.

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Page 3: terminali funi metalliche - parte4

INDICE

© UNI Pagina IIIUNI ISO 4309:2011

INTRODUZIONE 1

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2

3 TERMINI E DEFINIZIONI 2

4 CURA E MANUTENZIONE 24.1 Generalità...................................................................................................................................................... 24.2 Sostituzione della fune ........................................................................................................................... 3

figura 1 Applicazione delle legature prima del taglio di una fune a singolo strato di trefoli ................. 44.3 Scarico e stoccaggio della fune ........................................................................................................ 44.4 Condizioni della fune precedenti l’installazione ...................................................................... 54.5 Messa in opera della fune .................................................................................................................... 5

figura 2 Procedure corrette per svolgere una fune............................................................................................ 6figura 3 Procedure scorrette di svolgimento della fune.................................................................................... 7figura 4 Esempio di trasferimento di una fune dal fondo della bobina al fondo del tamburo

con controllo della tensione della fune ..................................................................................................84.6 Avvolgimento della nuova fune ........................................................................................................ 94.7 Manutenzione della fune....................................................................................................................... 9

figura 5 Rimozione di un filo sporgente ................................................................................................................. 94.8 Manutenzione delle parti della gru relative alla fune ......................................................... 10

5 ISPEZIONE 105.1 Generalità................................................................................................................................................... 105.2 Ispezione visiva giornaliera .............................................................................................................. 105.3 Ispezione periodica ............................................................................................................................... 10

prospetto 1 Modi di deterioramento e metodi di valutazione ............................................................................ 11figura 6 Esempi di tasso di incremento delle rotture dei fili ........................................................................ 11

5.4 Ispezione a seguito di un incidente .............................................................................................. 135.5 Ispezione seguente un periodo di non utilizzo della gru ................................................. 135.6 Prova non distruttiva ............................................................................................................................ 13

6 CRITERI DI SCARTO 136.1 Generalità................................................................................................................................................... 136.2 Fili visibilmente danneggiati ............................................................................................................. 13

prospetto 2 Criteri di scarto per rotture visibili dei fili ............................................................................................ 13figura 7 Piegare una fune permette spesso di localizzare fili rotti nascosti negli avvallamenti

tra i trefoli ......................................................................................................................................................14prospetto 3 Numero di rotture visibili dei fili, raggiunte o superate, presenti in funi a strato singolo

e ad avvolgimento parallelo, che richiedono lo scarto della fune .............................................. 15prospetto 4 Numero di rotture visibili dei fili, raggiunte o superate, presenti in funi antigirevoli,

che richiedono lo scarto della fune ...................................................................................................... 166.3 Decremento del diametro della fune ........................................................................................... 16

prospetto 5 Decremento uniforme del diametro richiedente lo scarto della fune - Fune a strato singolo avvolta su un tamburo single-layer e/o che corre su una puleggia di acciaio ................17

6.4 Rottura dei trefoli .................................................................................................................................... 186.5 Corrosione ................................................................................................................................................. 18

prospetto 6 Criteri di scarto per corrosione e indici di gravità intermedi......................................................... 186.6 Deformazione e danneggiamento................................................................................................. 18

figura 8 Ondulazione della fune ............................................................................................................................ 19

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© UNI Pagina IVUNI ISO 4309:2011

APPENDICE A AREE CRITICHE CHE RICHIEDONO UN’ISPEZIONE PARTICOLARMENTE (informativa) ATTENTA 21

figura A.1 Avvolgimento a strato singolo ............................................................................................................... 21figura A.2 Avvolgimento multi-strato ....................................................................................................................... 22

APPENDICE B MODI DI DETERIORAMENTO TIPICI 23(informativa)

prospetto B.1 Difetti che si manifestano nella fune .................................................................................................. 23figura B.1 Fuoriuscita dei fili....................................................................................................................................... 23figura B.2 Fuoriuscita dell’anima - Funi a strato singolo ................................................................................. 24figura B.3 Riduzione localizzata del diametro della fune (trefolo affogato)................................................ 24figura B.4 Fuoriuscita o distorsione del trefolo ................................................................................................... 24figura B.5 Parte appiattita ........................................................................................................................................... 25figura B.6 Cocca (positiva) ......................................................................................................................................... 25figura B.7 Cocca (negativa) ....................................................................................................................................... 25figura B.8 Ondulazione ................................................................................................................................................ 26figura B.9 Infiascatura .................................................................................................................................................. 26figura B.10 Usura esterna ............................................................................................................................................. 26figura B.11 Corrosione esterna ................................................................................................................................... 27figura B.12 Ingrandimento della figura B.11 ........................................................................................................... 27figura B.13 Rottura dei fili a corona ........................................................................................................................... 28figura B.14 Rotture dei fili negli avvallamenti ......................................................................................................... 28figura B.15 Fuoriuscita della parte interna nelle funi antigirevoli ..................................................................... 29figura B.16 Incremento localizzato del diametro dovuto alla distorsione dell’anima ................................. 29figura B.17 Cocca ............................................................................................................................................................ 30figura B.18 Sezione appiattita...................................................................................................................................... 30figura B.19 Corrosione interna ................................................................................................................................... 31

APPENDICE C ISPEZIONE INTERNA DELLA FUNE 32(informativa)

figura C.1 Ispezione interna ....................................................................................................................................... 33

APPENDICE D ESEMPI TIPICI DI REGISTRAZIONE DELL’ISPEZIONE 35(informativa)

APPENDICE E INFORMAZIONI UTILI SUL DETERIORAMENTO DELLA FUNE E SUI (informativa) CRITERI DI SCARTO 37

APPENDICE F VALUTAZIONE DELLA FUNE PER L’EFFETTO COMBINATO DELLE (informativa) CONDIZIONI E DELL’INDICE DI GRAVITÀ - UN PROCEDIMENTO 40

prospetto F.1 Esempi di indice di gravità - Indice di gravità su metodi di deterioramento individuali .............. 42

APPENDICE G ESEMPI DI SEZIONE DI FUNE E CORRISPONDENTE NUMERO DI (informativa) CATEGORIA DI FUNE (RCN) 43

APPENDICE H GUIDA ALL’ACCERTAMENTO E ALLA VALUTAZIONE DELLA CORROSIONE (informativa) ESTERNA 49

figura H.1 Inizio di ossidazione della superficie, che può essere pulita, lieve - Indice: 0% a favore dello scarto .................................................................................................................................................. 49

figura H.2 Fili ruvidi al tatto, ossidazione superficiale generica - Indice: 20% a favore dello scarto ........... 49figura H.3 Superficie dei fili grandemente affetta da ossidazione - Indice: 60% a favore dello scarto .......... 49figura H.4 Superficie gravemente camolata e fili piuttosto allentati, spazi tra i fili - Scartare

immediatamente ........................................................................................................................................ 49

BIBLIOGRAFIA 50

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© UNI Pagina 1 UNI ISO 4309:2011

INTRODUZIONE Una fune di acciaio montata su una gru è considerata un componente deperibile che

necessita di sostituzione quando i risultati dell’ispezione indicano che la sua condizione è

peggiorata fino al punto che un ulteriore uso sarebbe imprudente per la sicurezza.

Seguendo principi ben consolidati, come quelli descritti nella presente norma

internazionale, insieme a tutte le istruzioni specifiche aggiuntive fornite dal fabbricante

della gru e/o da quello della fune, questo punto non dovrebbe mai essere superato.

Oltre a comprendere la guida allo stoccaggio, maneggio, installazione e manutenzione,

che è stata introdotta per la prima volta nell’ultima revisione, la presente norma

internazionale fornisce, in aggiunta, criteri di scarto per quelle funi che sono soggette ad

avvolgimenti multi-strato, caso in cui sia l’esperienza sia le prove dimostrano che il

deterioramento è significativamente maggiore nelle zone di inversione sul tamburo

rispetto alle altre parti della fune nel sistema.

Fornisce inoltre criteri di scarto più realistici circa la riduzione del diametro della fune e la

corrosione e fornisce un metodo per valutare gli effetti combinati del deterioramento in

qualsiasi punto della fune.

Se applicati correttamente, i criteri di scarto forniti nella presente norma internazionale sono

mirati a mantenere un margine di sicurezza adeguato. Gli errori nel loro riconoscimento

possono essere estremamente nocivi, pericolosi e possono provocare danni.

Per assistere i responsabili della “cura e manutenzione”, considerati distinti da coloro che

si occupano di “ispezione e scarto”, queste procedure sono opportunamente separate.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONELa presente norma internazionale stabilisce principi generali per la cura e la

manutenzione, l’ispezione e lo scarto di funi di acciaio montate su gru e paranchi.

La presente norma internazionale si applica ai seguenti tipi di gru, la maggior parte delle

quali definita nella ISO 4306-1:

a) gru a fune ed a cavalletto a fune;

b) gru a sbalzo (a colonna, a parete, o mobile);

c) gru di bordo;

d) albero da carico e albero da carico strallato;

e) albero da carico con controventi rigidi;

f) gru galleggianti;

g) gru mobili;

h) gru a ponte;

i) gru a cavalletto o a cavalletto zoppo;

j) gru a portate o a semiportale;

k) gru ferroviarie;

l) gru a torre;

m) gru da offshore, cioè gru montate su una struttura fissa supportata dal fondale

marino oppure su un’unità fluttuante sostenuta dalla spinta idrostatica.

La presente norma internazionale si applica alle funi usate per agganciare, afferrare, per

magneti, per siviere, per escavazioni o per sovrapposizione di carichi, siano esse

utilizzate manualmente, tramite elettricamente o idraulicamente.

La presente norma internazionale si applica inoltre alle funi usate su paranchi e bozzelli.

In considerazione del fatto che l’utilizzo esclusivo di pulegge sintetiche, o metalliche

comprendenti incamiciature sintetiche, non è raccomandato quando la fune è avvolta sul

tamburo a strato semplice, a causa dell’inevitabilità delle rotture interne alla fune che si

verificano in gran numero prima che vi sia alcuna prova visibile di rottura o segni di

logoramento sostanziale all’esterno della fune, per questa combinazione non è fornito

nessun criterio di scarto.

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© UNI Pagina 2UNI ISO 4309:2011

2 RIFERIMENTI NORMATIVII documenti richiamati di seguito sono indispensabili per l’applicazione del presente

documento. Per quanto riguarda i riferimenti datati, si applica esclusivamente l’edizione

citata. Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione del documento a cui si fa

riferimento (compresi gli aggiornamenti).

ISO 17893 Steel wire ropes - Vocabulary, designation and classification

3 TERMINI E DEFINIZIONIAi fini del presente documento, si applicano i termini e le definizioni dati nella ISO 17893

e i seguenti:

3.1 diametro nominale, d : Diametro con cui viene designata la fune.

3.2 diametro misurato; diametro effettivo, dm: Media di due misurazioni, prese ad angolo retto

una rispetto all’altra, del diametro che circoscrive la sezione della fune.

3.3 diametro di riferimento, dref: Diametro misurato di una sezione di fune non soggetta a

curvatura, preso direttamente dopo la rottura della fune.

Nota Questo diametro è usato come riferimento per il decremento uniforme del diametro.

3.4 zona di inversione: Porzione di fune coincidente con l’incrocio di un avvolgimento sopra

l’altro, dato che la fune riempie il tamburo quando passa allo strato superiore in vicinanza

della flangia del tamburo.

3.5 avvolgimento: Rivoluzione di fune intorno al tamburo.

3.6 bobina: Rocca flangiata su cui è avvolta la fune per spedizione o magazzinaggio.

3.7 ispezione periodica della fune di acciaio: Ispezione visiva approfondita della fune,

misurazione della fune e, se possibile, una valutazione delle condizioni interne.

Nota A volte questo viene denominato come “esame approfondito.”

3.8 addetto competente: Persona avente conoscenza ed esperienza delle funi di acciaio di

gru e paranchi tale da accertare le condizioni della fune, giudicare se possa essere

lasciata in uso e stabilire l’intervallo di tempo massimo tra le ispezioni.

3.9 rottura del filo nell’avvallamento: Rottura del filo che avviene nel punto di contatto fra i

trefoli o nell’avvallamento fra due trefoli esterni.

Nota Rotture dei fili esterni che si verificano all’interno della fune tra un avvallamento ed il successivo, includendoogni rottura dell’anima a trefolo; possono anche essere considerate come rotture nell’avvallamento.

3.10 indice di gravità: Ammontare del deterioramento espresso come percentuale verso lo

scarto.

Nota La valutazione può riguardare sia un’unica modalità di deterioramento, per esempio rottura dei fili odecremento del diametro, sia l’effetto combinato di più di una modalità di deterioramento, per esempio rotturadei fili e decremento del diametro.

4 CURA E MANUTENZIONE

4.1 GeneralitàIn assenza di istruzioni fornite dal fabbricante della fune nel suo manuale e/o dal

fabbricante stesso o dal fornitore, devono essere seguiti i principi generali riportati nei

punti da 4.2 a 4.7.

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© UNI Pagina 3 UNI ISO 4309:2011

4.2 Sostituzione della funeA meno che una fune alternativa sia stata approvata dal fabbricante della gru, della fune

o da un altro addetto competente, solo la fune della giusta lunghezza, diametro,

formazione, tipo e senso di avvolgimento dei fili e resistenza (cioè carico di rottura

minimo) specificata dal fabbricante della gru, può essere installata sulla gru stessa. Una

registrazione del cambio della fune dovrebbe essere effettuata nel registro apposito.

In caso di funi antigirevoli di grande diametro, potrebbe risultare necessario applicare

ulteriori misure di sicurezza alle estremità della fune, per esempio attraverso l’uso di

fascette metalliche, specialmente quando si preparano campioni da collaudare.

Se la lunghezza necessaria della fune deve essere tagliata da un lunghezza maggiore,

come una bobina di fune di produzione, devono essere applicate legature a entrambi i lati

del punto dove si intende tagliare, per prevenirne in successivo svolgimento dopo che il

taglio è stato effettuato.

La figura 1 è un esempio di come una fune a strato singolo dovrebbe essere preparata

prima del taglio. Per funi antigirevoli e a funi chiuse ad avvolgimento parallelo, possono

rivelarsi necessarie legature di lunghezze multiple. È più probabile che le funi solo

leggermente preformate si aprano dopo il taglio, se sono applicate legature inadeguate o

in quantità insufficiente.

Nota In inglese “serving” a volte è considerato come “seizing”.

A meno che una terminazione della fune alternativa sia approvata del fabbricante della

gru, della fune o da altro addetto competente, una terminazione unica, come specificato

dal fabbricante della gru nel manuale, deve essere usata per collegare la fune al tamburo,

al bozzello del gancio o al punto di ancoraggio sulla struttura della macchina.

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Page 8: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 4UNI ISO 4309:2011

figura 1 Applicazione delle legature prima del taglio di una fune a singolo strato di trefoliLegenda

L = 2d minimo

4.3 Scarico e stoccaggio della funePer evitare incidenti e/o danni alla fune stessa, si dovrebbe scaricarla con cura.

Bobine e rotoli di fune non devono essere lasciati cadere, neppure devono essere colpite

da un gancio metallico, dalle forche di un carrello elevatore o da altra forza esterna che

possa danneggiare o deformare la fune.

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Page 9: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 5 UNI ISO 4309:2011

Le funi dovrebbero essere immagazzinate in un ambiente fresco e asciutto e non

dovrebbero essere a contatto con il pavimento. Non dovrebbero essere depositate in

luoghi dove è probabile che siano interessate da agenti o fumi chimici, vapore o altri

agenti corrosivi.

Nel caso in cui non sia possibile evitare uno stoccaggio esterno, le funi dovrebbero essere

coperte affinché l’umidità non produca corrosione.

Le funi immagazzinate devono essere controllate periodicamente alla ricerca di qualsiasi

segno di deterioramento, come corrosione superficiale, e, se ritenuto necessario da un

addetto competente, rivestite con un agente conservante o un lubrificante compatibile con

quello usato dal produttore della fune.

In ambienti caldi, la bobina deve essere girata periodicamente di 180° per prevenire il

drenaggio di lubrificante.

4.4 Condizioni della fune precedenti l’installazione Prima di installare la fune, e preferibilmente alla consegna, la fune stessa e il suo certificato

dovrebbero essere controllati per assicurarsi che la fune coincida con quanto ordinato.

La resistenza della fune da installare non deve essere inferiore a quella specificata dal

fabbricante della gru.

Il diametro della fune nuova deve essere misurato quando la fune non è in tensione e il

dato deve essere registrato.

Controllare le condizioni delle gole di ogni puleggia e del tamburo per assicurarsi che

siano in grado di accogliere la dimensione della fune nuova, che non contengano

irregolarità, come corrugamenti, e che abbiano uno spessore rimanente sufficiente a

supportare la nuova fune in condizioni di sicurezza.

Per prestazioni ottimali, il diametro effettivo della scanalatura della puleggia dovrebbe

essere maggiore del diametro nominale della fune, di una percentuale compresa fra il 5%

ed il 10% e almeno maggiore dell’1% del diametro effettivo della fune.

4.5 Messa in opera della funeQuando si svolge o si installa una fune di acciaio, deve essere presa ogni precauzione per

evitare di indurvi delle volte. Permettere la formazione di volte può causare nella fune la

formazione di occhi, cocche o piegature, rendendola inadatta all’uso.

Per prevenire lo sviluppo di qualsiasi di questi difetti, la fune dovrebbe essere srotolata in

linea retta, permettendo solo una minima flessione (vedere figura 2).

La fune fornita in rotolo dovrebbe essere posta su una base girevole e svolta diritta;

tuttavia, quando la fune è corta, è possibile lasciare libera l’estremità della fune in uscita

e srotolare a terra la rimanenza [vedere figura 2 a)].

Una fune non deve mai essere srotolata tirando via le spire quando il rotolo o la bobina è

posata piatta al suolo, o facendo rotolare la bobina sul suolo (vedere figura 3).

Per le lunghezze di fune fornite su bobina, piazzare la bobina su un cavalletto o una culla

di supporto il più lontano possibile dalla gru, al fine di limitare al minimo gli effetti

dell’angolo di deflessione, evitando così indesiderati effetti rotatori.

È necessario proteggere la fune da ogni potenziale penetrazione di sabbia o altri

contaminanti facendola scorrere su un fondo idoneo (ad esempio utilizzando un nastro

trasportatore usato), piuttosto che farla scorrere direttamente sul suolo.

Bisogna essere consapevoli del fatto che una bobina di fune in rotazione può avere una

grande forza di inerzia, in questo caso è necessario controllarla svolgendo la fune

lentamente. Per le bobine più piccole generalmente è possibile utilizzare un freno singolo

(vedere figura 4). Le bobine più grandi possiedono una significativa forza di inerzia una

volta che si inizia a svolgerle e potrebbero aver bisogno di essere frenate fortemente.

Per quanto possibile nella pratica, assicurarsi che la fune sia sempre piegata nella stessa

direzione durante l’installazione, cioè svolgere la fune dalla cima della bobina fornita alla

cima del tamburo sulla gru o sul paranco (operazione detta “da cima a cima”), oppure dal

fondo della bobina fornita al fondo del tamburo della gru o del paranco (operazione detta

“da fondo a fondo”), vedere figura 4.

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Page 10: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 6UNI ISO 4309:2011

figura 2 Procedure corrette per svolgere una funeLegenda

a) Da un rotolo

b) Da una bobina

a)

b)

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Page 11: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 7 UNI ISO 4309:2011

figura 3 Procedure scorrette di svolgimento della fune Legenda

a) Da un rotolo

b) Da una bobina

a)

b)

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Page 12: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 8UNI ISO 4309:2011

figura 3 Procedure scorrette di svolgimento della fune (Continua)Legenda

c) Da bobina

c)

figura 4 Esempio di trasferimento di una fune dal fondo della bobina al fondo del tamburo con controllo dellatensione della fune

Per le funi avvolte su più strati, è necessario applicare al cavo durante l’installazione una

tensione posteriore pari al 21/2% - 5% della forza di rottura minima della fune. Questo

aiuta ad assicurarsi che la fune dello strato inferiore sia avvolta strettamente, costituendo

una base solida per gli strati successivi.

Seguire le istruzioni del fabbricante della gru per fissare le estremità della fune sul

tamburo e all’altra estremità.

Proteggere la fune dallo sfregamento contro ogni parte della gru o paranco durante

l’installazione.

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4.6 Avvolgimento della nuova fune Prima di rendere la fune pienamente operante sulla gru, l’utilizzatore deve assicurarsi che

tutti gli strumenti di misurazione e controllo associati all’uso della gru funzionino

correttamente.

Al fine di consentire alle componenti della fune di adattarsi al meglio alle normali condizioni

di operatività, l’utilizzatore della gru deve far funzionare la gru a velocità e carico ridotti (cioè,

al 10% del carico di lavoro di sicurezza per un certo numero dei cicli operativi).

4.7 Manutenzione della funeLa manutenzione della fune deve essere gestita in relazione al tipo di fune, alla frequenza

d’uso, alle condizioni ambientali e al tipo di fune.

Durante la vita della fune e prima che presenti segni di secchezza o corrosione,

specialmente in quei tratti che scorrono su pulegge ed entrano ed escono dal tamburo e

in quelle sezioni che coincidono con una puleggia di compensazione, la fune deve essere

ingrassata di tanto in tanto, come stabilito da un addetto competente. In alcuni casi, può

risultare necessario pulire la fune prima di applicare il lubrificante, affinchè sia efficace.

Il grasso della fune deve essere compatibile con il grasso originale applicato dal

fabbricante e deve avere caratteristiche penetranti. Se il tipo di ingrassaggio della fune

non è specificato nel manuale della gru, l’utilizzatore deve cercare informazioni dal

fornitore o dal fabbricante della fune.

Una vita della fune più breve è il risultato della mancanza di manutenzione, specialmente

se la gru o il paranco sono usati in un ambiente corrosivo, oppure se, per qualsiasi

ragione, non è possibile ingrassare la fune. In questi casi, il periodo tra le ispezioni alle

fune deve essere ridotto di conseguenza.

Al fine di evitare ogni deterioramento localizzato, che può originarsi da un filo rotto che

sporge eccessivamente dalla fune e che si sovrappone agli altri quando il tratto di fune

scorre su una puleggia, è possibile rimuoverlo stringendo le estremità sporgenti e

piegando il filo avanti ed indietro (vedere figura 5) fino a che non si rompa (zona di rottura

che, invariabilmente, si trova nell’avvallamento tra i trefoli). Quando un filo rotto viene

rimosso dalla fune come operazione nel corso della manutenzione, la sua posizione

dovrebbe essere registrata come informazione fornita all’ispettore della fune. Nella

registrazione, dovrebbe essere contata come una rottura e considerata durante la

valutazione delle condizioni della fune, in relazione ai criteri di scarto per la rottura dei fili.

Quando i fili rotti sono vicini alla o in coincidenza con la terminazione, ma la fune non ne

presenta altri nella lunghezza, questa può essere accorciata e i terminale riposizionato.

Prima di farlo, la parte di fune rimanente dovrebbe essere controllata per assicurarsi che

il numero di avvolgimenti minimo richiesto rimanga sul tamburo con la gru nel punto di

funzionamento estremo.

figura 5 Rimozione di un filo sporgente

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4.8 Manutenzione delle parti della gru relative alla fune In aggiunta alle istruzioni contenute nel manuale della gru, le pulegge e i tamburi di

avvolgimento dovrebbero essere controllati periodicamente per assicurarsi che ruotino

liberamente sui supporti.

Pulegge rigide o bloccate o rulli consumati pesantemente e non uniformemente, causano

gravi abrasioni alla fune. Pulegge di compensazione inefficenti possono dare origine a un

carico sbilanciato sul quella parte di fune.

5 ISPEZIONE

5.1 GeneralitàNell’assenza di istruzioni fornite dal fabbricante della gru nel suo manuale e/o date dal

fabbricante o fornitore della fune, devono essere seguiti i principi generali di ispezione dati

nei punti da 5.2 a 5.5.

5.2 Ispezione visiva giornalieraAlmeno la sezione di fune operativa in quel particolare giorno deve essere osservata con

l’obiettivo di scoprire qualsiasi deterioramento generale o danno meccanico. Questo deve

includere i punti di attacco della fune alla gru (vedere figura A.2).

Inoltre la fune dovrebbe essere controllata per assicurarsi che alloggi correttamente sul

tamburo e sulle pulegge e che non si sia spostata dalla sua posizione normale operativa.

Qualsiasi cambiamento apprezzabile delle condizioni dovrebbe essere registrato e la

fune deve essere esaminata da un addetto competente secondo il punto 5.3.

Se, in qualunque momento, le condizioni d’uso vengono modificate, come quando la gru

viene spostata e posta in esercizio altrove, la fune deve essere soggetta a un’ispezione

visiva come descritto nel presente punto.

Nota Al guidatore/operatore della gru può essere affidato il controllo giornaliero per quanto addestrato e ritenutocompetente per questa operazione.

5.3 Ispezione periodica

5.3.1 GeneralitàLe ispezioni periodiche devono essere eseguite da un addetto competente.

Le informazioni ricavate dall’ispezione periodica sono usate per stabilire se una fune

a) può rimanere in servizio in sicurezza e dopo quanto tempo deve essere sottoposta

alla prossima ispezione periodica, oppure

b) deve essere necessario sostituirla immediatamente o entro uno specifico lasso di tempo.

Per mezzo di un metodo di valutazione appropriato, per esempio il conteggio, mezzi visivi

e/o misurazioni, la gravità del deterioramento deve essere valutata ed espressa in

percentuale (per esempio: 20%, 40%, 60%, 80% o 100%) rispetto al particolare criterio

singolo di scarto o in parole (per esempio: bassa, media, alta, molto alta o da scartare).

Qualsiasi danno che possa essersi verificato sulla fune prima che venga installata ed

utilizzata deve essere valutato da un addetto competente e le sue osservazioni devono

essere registrate.

Nel prospetto 1 è fornita una lista delle cause più comuni di deterioramento e come

possano essere velocemente quantificati (cioè tramite conteggi o misurazioni) oppure

valutati soggettivamente (attraverso metodi visivi) da un addetto competente.

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prospetto 1 Modi di deterioramento e metodi di valutazione

Per alcuni esempi di cause di deterioramento tipico, vedere appendice B.

5.3.2 FrequenzaLa frequenza delle ispezioni periodiche deve essere stabilita dall’addetto competente, che

deve tenere conto almeno dei seguenti:

a) i requisiti legali applicabili all’applicazione nel Paese di utilizzo;

b) il tipo di fune e le condizioni ambientali in cui opera;

c) il gruppo di classificazione del meccanismo;

d) i risultati delle ispezioni periodiche precedenti;

e) l’esperienza data da precedenti ispezioni su funi paragonabili;

f) per quanto tempo la fune è stata utilizzata;

g) la frequenza d’uso.

Nota 1 L’addetto competente può ritenere prudente stabilire o raccomandare ispezioni periodiche più frequenti di quellerichieste dalla legge. Questa decisione può dipendere dal tipo e dalla frequenza delle operazioni. Inoltre, aseconda delle condizioni della fune in uno specifico momento qualsiasi, e/o se è avvenuta una variazione dellecondizioni, come un incidente o una variazione delle condizioni operative, l’addetto competente può ritenerenecessario ridurre o raccomandare la riduzione dell’intervallo tra le ispezioni periodiche.

Nota 2 Generalmente, le funi sviluppano fili rotti con maggiore frequenza più avanti nel corso di vita della fune,rispetto alle fasi iniziali.

Nota 3 Vedere figura 6 per due esempi del tasso di crescita della rottura dei fili rispetto al tempo.

figura 6 Esempi di tasso di incremento delle rotture dei fili Legenda

X Tempo, in cicli

Y Numero di rotture dei fili con distribuzione casuale per unità di lunghezza

1 Fune 1

2 Fune 2

Cause di deterioramento Metodi di valutazione

Numero di fili rotti visibili (inclusi quelli distribuiti casualmente, in raggruppamenti localizzati, negli avvallamenti ed alle o in prossimità delle terminazioni)

Conteggio

Diminuzione del diametro della fune (a causa di logoramento/abrasioni esterne, logorio interno e deterioramento dell’anima)

Misurazione

Rottura di un trefolo (di trefoli) Visivo

Corrosione (esterna, interna e sfregamento) Visivo

Deformazione Visivo e misurazione (dove possibile)

Danno meccanico Visivo

Danno da calore (incluso arco elettrico) Visivo

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5.3.3 Ampiezza dell’ispezioneOgni fune deve essere controllata per tutta la sua lunghezza.

Tuttavia, nel caso lunghezza elevata, e a discrezione dell’addetto competente, è possibile

controllare la lunghezza operativa più almeno cinque avvolgimenti nel tamburo. In questo

caso e dove una lunghezza operativa maggiore è successivamente prevista dopo

l’ispezione iniziale e prima della successiva, la lunghezza aggiuntiva dovrebbe essere

controllata prima del suo utilizzo.

Attenzione particolare, tuttavia, deve essere riservata alle seguenti aree e parti critiche:

a) ancoraggio sul tamburo;

b) qualsiasi sezione alla terminazione della fune o vicino alla stessa;

c) qualsiasi sezione che corre su una o più pulegge;

d) qualsiasi sezione che corre attraverso un indicatore del carico di sicurezza del carico

comprendente pulegge;

e) qualsiasi sezione che corre attraverso il bozzello del gancio;

f) nel caso di gru che conducono un’operazione ripetitiva, ogni parte della stessa che

appoggia su una puleggia quando la gru è in condizione di carico;

g) quella parte della fune che poggia sopra una puleggia di compensazione;

h) qualsiasi sezione che corre attraverso un distributore di fune sul tamburo;

i) quelle sezioni avvolte sul tamburo, particolarmente le zone di inversione presenti in

avvolgimenti multi-strato;

j) qualsiasi sezione soggetta ad abrasione per fattori esterni (per esempio trafilatura su

portelloni);

k) qualsiasi parte della fune esposta a calore.

Nota Vedere appendice A per le zone che richiedono un’ispezione particolarmente approfondita.

Se l’addetto competente giudica necessario aprire la fune per stabilire la presenza di

deterioramento interno, questo dovrebbe essere eseguito con estrema cura per evitare di

danneggiarla (vedere appendice C).

5.3.4 Ispezione sulla o vicino ad una terminazioneLa fune deve essere ispezionata vicino alla terminazione, soprattutto dove vi penetra,

poiché questa zona è soggetta alla formazione di rotture dei fili, a causa di vibrazioni e di

altri effetti dinamici e, a seconda delle condizioni ambientali, della corrosione. È possibile

eseguire alcune prove con una punta per accertare l’allentamento di qualcuno dei fili, indizio

dell’esistenza di un filo rotto dentro la terminazione. La stessa terminazione dovrebbe

essere inoltre controllata alla ricerca di qualsiasi eccesso di deformazione e logoramento.

Inoltre, i manicotti utilizzati nel fissaggio redance o asole devono essere controllati

visivamente per qualsiasi rottura del materiale e per un possibile scivolamento tra il

manicotto e la fune.

Le terminazione rimovibili, come i capicorda a cuneo simmetrici, devono essere ispezionate

alla ricerca di una rottura dei fili nelle vicinanze dell’ingresso della fune nella terminazione, e

controllati per verificare se la terminazione è stata assemblata correttamente.

Le asole devono essere controllate per assicurarsi che la legatura sia solo sopra la

sezione affusolata dell’impiombatura, in modo che sia possibile ispezionare la parte

rimanente dell’impiombatura alla ricerca di rotture dei fili.

5.3.5 Registro dell’ispezioneDopo ogni ispezione periodica, l’addetto competente deve fornire una registrazione

dell’ispezione della fune (vedere appendice D per un esempio tipico) e stabilire un

intervallo di tempo massimo da non superare per la prossima ispezione periodica.

Preferibilmente, dovrebbe essere mantenuto un registro delle ispezioni (vedere punto D.2).

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5.4 Ispezione a seguito di un incidenteSe si verifica un incidente che può aver danneggiato la fune e/o la terminazione, queste

devono essere ispezionate come descritto nell’ispezione periodica (vedere punto 5.3),

prima di far lavorare nuovamente la fune o se richiesto dall’addetto competente.

Nota Dove è utilizzato un sistema di funi accoppiate, è spesso necessario sostituire entrambe le funi anche se solouna risulta da scartare, poiché la nuova fune è più grande di quella rimasta e ha differenti proprietà diallungamento, entrambe con un diverso effetto sui rispettivi metri di fune svolti dal tamburo.

5.5 Ispezione seguente un periodo di non utilizzo della gru Se la gru non è stata operativa per più di tre mesi, le funi devono sottostare a un’ispezione

periodica, come descritto nel punto 5.3, prima di essere nuovamente utilizzate.

5.6 Prova non distruttivaLa prova non distruttiva tramite mezzi elettromagnetici può essere utilizzata come un

aiuto nell’ispezione visiva per determinare la posizione delle sezioni di fune che potrebbe

aver sofferto di deterioramento. Se si è intenzionati a eseguire questa prova ad un certo

punto della vita della fune, questa dovrebbe essere soggetta a un esame iniziale il prima

possibile/praticabile nella vita della fune (può essere eseguito dal fabbricante della fune,

durante, o, preferibilmente, dopo l’installazione), per essere preso come punto di

riferimento (a volte detto anche “firma della fune”) per paragoni futuri.

6 CRITERI DI SCARTO

6.1 GeneralitàIn assenza di istruzioni fornite dal fabbricante della gru nel suo manuale o date dal fornitore

o fabbricante della fune, si devono applicare i criteri individuali di scarto dati nei punti da 6.2

a 6.6 (vedere appendice E per informazioni generali utili a supporto di questi criteri).

Dato che spesso il deterioramento consiste in una combinazione di vari modi di

deterioramento nella stessa posizione della fune, l’addetto competente deve valutare gli

“effetti combinati“, di cui è fornito un metodo nell’appendice F.

Se, per qualsiasi motivo, è presente un cambiamento avvertibile nell’indice di

deterioramento della fune, deve essere ricercata la causa e, se possibile, va intrapresa

un’azione correttiva. In casi estremi, l’addetto competente può decidere di scartare la fune

o modificare i criteri di scarto, per esempio riducendo il numero accettabile di rotture dei fili.

Nei casi in cui risulti deteriorata una sezione relativamente corta di una grande lunghezza di

fune su, l’addetto competente può decidere di non scartare l’intera fune, posto che la sezione

usurata possa essere rimossa con successo e la parte rimanente sia in condizioni utilizzabili.

6.2 Fili visibilmente danneggiati

6.2.1 Criteri per fili rotti visibiliI criteri di scarto per le varie nature delle rotture visibili dei fili sono specificati nel prospetto 2.

prospetto 2 Criteri di scarto per rotture visibili dei fili

Natura delle rotture visibili dei fili Criteri di scarto

1 Rotture dei fili distribuite in sezioni di fune che corrono attraverso una o più pulegge di acciaio e si avvolgono e svolgono su tamburi a strato singolo o nei punti della fune coincidenti con le zone di inversione su tamburi multi-stratoa)

Vedere prospetto 3 per le funi a strato singolo e parallele e prospetto 4 per funi antigirevoli.

2 Rotture localizzate di gruppi di fili in sezioni di fune che non si avvolgono e svolgono sul tamburo

Se il raggruppamento si concentra in uno o due trefoli vicini può essere necessario scartare la fune, anche se il numero è inferiore dei valori sulla lunghezza di 6d, dati nei prospetti 3 e 4.

3 Rotture di fili nell’avvallamentob) Due o più rotture di fili sulla lunghezza di un passo della fune (approssimativamente equivalente a 6d ).

4 Rotture di fili alle terminazioni Due o più rotture dei fili.

a) Vedere figura B.13 per un esempio tipico.b) Vedere figure 7 e B.14 per esempi tipici.

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6.2.2 Uso dei prospetti 3 e 4 e numero di categoria della fune Se la fune è a strato singolo o ad avvolgimento parallelo, come mostrato nell’appendice G,

applicare il corrispondente numero di categoria della fune (RCN) e leggere i criteri di

scarto del prospetto 3 per rotture dei fili su una lunghezza di 6d e 30d. Se la formazione

non è presente nell’appendice G, determinare il numero totale dei trefoli esterni e dei fili

che reggono il carico nella fune (sommando tutti i fili dello strato esterno dei trefoli eccetto

i fili filler) e leggere i criteri di scarto nel prospetto 3 per le rotture dei fili su una lunghezza

di 6d e 30d per le condizioni specifiche.

Se la fune è antigirevole, come mostrato nell’appendice G, applicare il corrispondente

numero di categoria della fune e consultare i criteri di scarto nel prospetto 4 per fili rotti su

una lunghezza di 6d e 30d. Se la costruzione non è presente nell’appendice G,

determinare il numero di trefoli esterni e il numero totale dei fili che reggono il carico nello

strato esterno del trefolo nella fune (sommando tutti i fili dello strato esterno del trefolo

eccetto i filler) e leggere i criteri di scarto nel prospetto 4 per le rotture dei fili su una

lunghezza di 6d e 30d per le condizioni specifiche.

6.2.3 Rotture dei fili diverse da quelle risultanti dall’uso Come conseguenza della spedizione, immagazzinaggio, movimentazione, installazione e

produzione, un filo singolo può rompersi. Pertanto, rotture dei fili isolate non possono attribuirsi

al deterioramento risultante dalle operazione d’uso, come la fatica alla piegatura sulla quale

sono largamente basate le valutazioni nei prospetti 3 e 4; queste rotture non sarebbero

generalmente contate quando si ispeziona la fune alla ricerca di fili rotti. La loro esistenza,

tuttavia, se accertata, deve essere registrata poiché può servire per ispezioni future.

Nel caso in cui si rilevi che le estremità di questi fili rotti sporgono dalla fune e si giudichi

che non intervenire potrebbe portare allo sviluppo di qualche potenziale deterioramento

localizzato, i fili dovrebbero essere rimossi (vedere punto 4.7 per la rimozione).

figura 7 Piegare una fune permette spesso di localizzare fili rotti nascosti negli avvallamenti tra i trefoli

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6.2.4 Funi a strato singolo e ad avvolgimento parallelo

prospetto 3 Numero di rotture visibili dei fili, raggiunte o superate, presenti in funi a strato singolo e adavvolgimento parallelo, che richiedono lo scarto della fune

Numero di categoria della fune

RCNvedere appendice G)

Numero totale di fili che reggono il carico nello strato esterno di trefoli della funea)

n

Numero di rotture visibili dei fili esternib)

Sezioni di fune che lavorano su pulegge metalliche e/o avvolte in un tamburo con avvolgimento a strato singolo

(rotture dei fili distribuite casualmente)

Sezioni di fune avvolte in un tamburo con avvolgimento

multi-stratoc)

Classi da M1 a M4 o classe sconosciutad) Tutte le classi

Avvolgimento crociato Avvolgimento parallelo Avvolgimento crociato e parallelo

Su una lunghezza

di 6d e)

Su una lunghezza di 30d e)

Su una lunghezza

di 6d e)

Su una lunghezza di

30d e)

Su una lunghezza

di 6d e)

Su una lunghezza di 30d e)

01 n 50 2 4 1 2 4 8

02 51 n 75 3 6 2 3 6 12

03 76 n 100 4 8 2 4 8 16

04 101 n 120 5 10 2 5 10 20

05 121 n 140 6 11 3 6 12 22

06 141 n 160 6 13 3 6 12 26

07 161 n 180 7 14 4 7 14 28

08 181 n 200 8 16 4 8 16 32

09 201 n 220 9 18 4 9 18 36

10 221 n 240 10 19 5 10 20 38

11 24 n 260 10 21 5 10 20 42

12 261 n 280 11 22 6 11 22 44

13 281 n 300 12 24 6 12 24 48

n >300 0,04 n 0,08 n 0,02 n 0,04 n 0,08 n 0,16 n

Nota Le funi che hanno i trefoli esterni tipo “Seale” e dove il numero di fili in ogni trefolo è 19 o inferiore (per esempio 6 19 “Seale”) sono presenti inquesto prospetto due righe più in alto rispetto alla riga dove dovrebbe generalmente trovarsi la formazione basata sul numero di fili nello stratoesterno di trefoli.

a) Per gli scopi della presente norma internazionale, i fili “filler” non sono ritenuti portatori del carico e non sono inclusi nel conteggio di n.b) Un filo rotto ha due estremità (contate come un filo solo).c) I valori si applicano al deterioramento avvenuto nelle zone di inversione e nei punti di interferenza fra gli avvolgimenti a causa degli effetti dell’angolo

di deflessione (e non a quelle sezioni di fune che lavorano solo sulle pulegge e non si avvolgono sul tamburo).d) Il doppio dei fili rotti elencati può essere applicato a funi su meccanismi la cui classificazione è conosciuta sia tra M5 e M8.e) d = diametro nominale della fune.

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6.2.5 Funi antigirevoli

prospetto 4 Numero di rotture visibili dei fili, raggiunte o superate, presenti in funi antigirevoli, che richiedono loscarto della fune

6.3 Decremento del diametro della fune

6.3.1 Decremento uniforme lungo la funeLe valutazioni dei criteri di scarto per il decremento uniforme del diametro della fune lungo

le sezioni che si avvolgono su un tamburo a singolo strato e/o corrono su pulegge di

acciaio sono fornite, in grassetto, nel prospetto 5. Questi non si applicano alle sezioni di

fune che coincidono con zone di inversione o altre sezioni di fune che sono similarmente

deformate come risultato dell’avvolgimento su un tamburo multi strato.

Il diametro di riferimento per il decremento è il diametro di una sezione di fune che non

scorre (su pulegge o tamburi), misurato immediatamente dopo che la fune è stata

fermata. Il calcolo per determinare la quantità di decremento nel diametro, espresso come

percentuale del diametro nominale, è dato nel punto 6.3.2.

Il prospetto 5 mostra inoltre i decrementi uniformi del diametro espressi come percentuale

del diametro nominale della fune; l’indice di gravità è espresso, per comodità, in multipli

del 20% (per esempio 20%, 40%, 60%, 80% e 100%) del decremento massimo

ammissibile. Altre classificazioni di gravità, ad esempio espressi in multipli del 25% (per

esempio 25%, 50%, 75% e 100%) possono essere selezionate.

Numero di categoria della fune

RCN(vedere appendice G)

Numero totale dei trefoli esterni e dei fili che reggono il carico

nello strato esterno dei trefoli della funea)

n

Numero di rotture visibili dei fili esternib)

Sezioni di fune che lavorano su pulegge metalliche e/o avvolte in un tamburo con

avvolgimento a strato singolo (rotture dei fili distribuite casualmente)

Sezioni di fune avvolte in un tamburo multi-stratoc)

Su una lunghezzadi 6d d)

Su una lunghezzadi 30d d)

Su una lunghezzadi 6d d)

Su una lunghezzadi 30d d)

21 4 trefoli n 100 2 4 2 4

22 3 o 4 trefoli n 100 2 4 4 8

Almeno 11 trefoli esterni

23-1 71 n 100 2 4 4 8

23-2 101 n 120 3 5 5 10

23-3 121 n 140 3 5 6 11

24 141 n 160 3 6 6 13

25 161 n 180 4 7 7 14

26 181 n 200 4 8 8 16

27 201 n 220 4 9 9 18

28 221 n 240 5 10 10 19

29 241 n 260 5 10 10 21

30 261 n 280 6 11 11 22

31 281 n 300 6 12 12 24

n >300 6 12 12 24

Nota Le funi che hanno i trefoli esterni tipo “Seale” e dove il numero di fili in ogni trefolo è 19 o inferiore (per esempio 18 19 “Seale” - WSC) sonopresenti nel presente prospetto due righe più in alto rispetto alla riga dove dovrebbe generalmente trovarsi la formazione basata sul numero di filinello strato esterno di trefoli.

a) Per gli scopi della presente norma internazionale, i fili filler non sono ritenuti portatori del carico e non sono inclusi nel conteggio di n.b) Un filo rotto ha due estremità.c) I valori si applicano al deterioramento avvenuto nelle zone di inversione e nei punti di interferenza fra gli avvolgimenti a causa degli effetti dell’angolo

di deflessione (e non a quelle sezioni di fune che lavorano solo sulle pulegge e non si avvolgono sul tamburo).d) d = diametro nominale della fune.

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prospetto 5 Decremento uniforme del diametro richiedente lo scarto della fune - Fune a strato singolo avvolta suun tamburo single-layer e/o che corre su una puleggia di acciaio

6.3.2 Calcolo per determinare il decremento uniforme effettivo del diametro espresso comepercentuale del diametro nominale della fune

Il decremento reale uniforme del diametro espresso come percentuale del diametro

nominale, si calcola usando l’equazione (1):

[(dref - dm)/d ] 100 (%) (1)

dove:

dref è il diametro di riferimento;

dm è il diametro misurato;

d è il diametro nominale.

Esempio 1:

Per una fune 6 36-IWRC diametro 40 mm, avente un diametro di riferimento di 41,2 mm

e misurante all’ispezione 39,5 mm, la percentuale di decremento equivale a

[(41,2 - 39,5)/40] 100 = 4,25%

Nota 1 Secondo il prospetto 5, l’indice di gravità per il decremento uniforme del diametro è il 20% a favore dello scarto(basso).

Nota 2 Si raggiunge il livello di scarto quando il diametro misurato della fune diminuisce rispetto al diametro diriferimento di un ammontare equivalente al 7,5% del diametro nominale, per esempio 3 mm. In questo caso,il diametro di scarto sarebbe 38,2 mm.

Esempio 2:

La percentuale di decremento per la stessa fune, che però misura 38,5 mm all’ispezione,

equivale a

[(41,2 - 38,5)/40] 100 = 6,75%

Nota 3 Secondo il prospetto 5, l’indice di gravità è 80% (cioè molto alto).

6.3.3 Decremento localizzato

Se si verifica una evidente diminuzione localizzata del diametro, come quello causato

dalla rottura dell’anima (o centro della fune), la stessa deve essere scartata (per un

esempio di decremento associato a trefolo affogato vedere figura B.3).

Tipo di fune Decremento uniforme del diametro (espresso come percentuale

del diametro nominale)

Indice di gravità

Descrizione %

Fune a strato singolo con anima tessile

Minore del 6%6% e più ma minore del 7%7% e più ma minore del 8%8% e più ma minore del 9%9% e più ma minore del 10%10% e oltre

- BassoMedioAltoMolto altoDa scartare

020406080100

Funi a strato singolo con anima metallica o ad avvolgimento parallelo

Minore del 3,5%3,5% e più ma minore del 4,5% 4,5% e più ma minore del 5,5% 5,5% e più ma minore del 6,5% 6,5% e più ma minore del 7,5%7,5% e oltre

-BassoMedioAltoMolto altoDa scartare

020406080100

Funi antigirevoli Minore dell’1%1% e più ma minore del 2%2% e più ma minore del 3%3% e più ma minore del 4%4% e più ma minore del 5%5% e oltre

-BassoMedioAltoMolto altoDa scartare

020406080100

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6.4 Rottura dei trefoliNel caso in cui si verifichi una rottura dei trefoli, la fune deve essere scartata immediatamente.

6.5 CorrosioneI criteri di scarto e gli indici di gravità intermedi per la corrosione sono forniti nel prospetto 6.

Quando si valuta l’estensione della corrosione, è importante riconoscere la differenza tra

corrosione dei fili e ogni corrosione della superficie della fune associata all’ossidazione di

particelle estranee.

Pertanto, prima di eseguire una valutazione, le sezioni di funi sottoposte a ispezione

devono essere strofinate o spazzolate fino ad essere pulite. Dovrebbe essere evitato l’uso

di solventi per la pulizia.

prospetto 6 Criteri di scarto per corrosione e indici di gravità intermedi

Nota Un incremento del diametro può derivare da corrosione interna o da sfregamento.

6.6 Deformazione e danneggiamento

6.6.1 GeneralitàUna distorsione visibile della fune rispetto alla sua forma normale è classificata come

deformazione. Generalmente si risolve in una distribuzione non uniforme dello sforzo

nella fune nell’area della deformazione, che spesso si rileva localizzata.

La deformazione e il danneggiamento possono manifestarsi in molti modi e nei punti da

6.6.2 a 6.6.10 vengono forniti i criteri di scarto per i tipi più comuni.

Ogni fune considerata in condizioni pericolose deve essere scartata immediatamente.

Tipo di corrosione Condizioni Indice di gravità

Corrosione esternaa) Segni di ossidazione superficiale ma che possono essere pulitiSuperficie dei fili ruvida al tattoSuperficie dei fili gravemente camolata e fili allentatib)

Superficiale - 0%

Alto - 60%c)

Da scartare - 100%

Corrosione internad) Evidenti segni di corrosione interna - per esempio residui di corrosione fuoriuscenti dagli avvallamenti fra i trefoli esternie)

Da scartare - 100%oppureSe ritenuta praticabile da un addetto competente, procedere a un’ispezione interna secondo le procedure descritte nell’appendice C

Corrosione da sfregamento

Il processo di sfregamento comporta la rimozione di minuscole particelle di acciaio dai fili, i quali, a causa della secchezza dei fili e dei trefoli, strofinano costantemente l’uno sull’altro e poi ossidandosi e creando residui interni di corrosione, che si manifestano come una polvere asciutta simile a ossido ferrico rosso.

La prova di tale situazione dovrebbe essere ulteriormente investigata, e, in presenza del minimo dubbio sulla sua gravità, la fune dovrebbe essere scartata (100%)

a) Vedere figure B.11 e B.12 per degli esempi. Vedere appendice H per un esempio di progressione della corrosioneesterna di una fune.

b) Per ogni altra condizione intermedia, dovrebbe essere eseguita una valutazione sull’indice di gravità (per esempioapporti verso l’effetto combinato).

c) L’ossidazione dei fili zincati può manifestarsi come ruvidezza al tatto della superficie dei fili, ma le condizioni generalipotrebbero non essere gravi quanto quelle delle funi non zincate. In questi casi, l’ispettore può considerare diapplicare un apporto inferiore sull’effetto combinato rispetto a quello fornito in questo prospetto.

d) Vedere figura B.19, per un esempio. e) La valutazione della corrosione interna è soggettiva; tuttavia, in caso di dubbio riguardante la sua gravità, la fune

dovrebbe essere scartata.

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6.6.2 OndulazioneLa fune va scartata se si verificano l’una o l’altra delle seguenti condizioni (vedere figura 8):

a) in una parte dritta di fune, che non corre mai su una puleggia o viene avvolta su un

tamburo, la differenza tra la tangente della spirale e il lato inferiore della spirale è

1/3 d o maggiore.

b) in una parte di fune, che corre su una puleggia o viene avvolta su un tamburo, la

differenza tra la tangente della spirale e il lato inferiore della spirale è 1/10 d o maggiore.

figura 8 Ondulazione della funeLegenda

d Diametro nominale della fune

g Differenza

Nota Vedere figura B.8 per un esempio di fune ondulata.

6.6.3 InfiascaturaLe funi infiascate (vedere figura B.9) devono essere scartate immediatamente oppure,

posto che la parte restante di fune sia utilizzabile, deve essere rimossa la parte deformata.

6.6.4 Fuoriuscita o distorsione dell’anima o del trefoloLe funi con una fuoriuscita dell’anima o del trefolo (vedere figure B.2 e B.4) devono essere

scartate immediatamente, oppure, posto che la parte restante di fune sia utilizzabile, deve

essere rimossa la parte deformata.

Nota Questo è un particolare tipo di deformazione ad infiscatura, dove lo squilibrio della fune è caratterizzato sia dallafuoriuscita dell’anima o del centro tra i trefoli esterni sia dalla fuoriuscita di un trefolo esterno o del trefolo dell’anima.

6.6.5 Fuoriuscita dei fili ad asola

Le funi con fili che fuoriescono, generalmente in gruppi sul lato opposto della fune rispetto

a quello in contatto con la gola della puleggia, devono essere scartate immediatamente

(vedere figura B.1).

Nota La prova di un singolo filo principale dall’anima che fuoriesce tra i trefoli esterni della fune può non esserenecessariamente rmotivo per lo scarto, posto che sia possibile rimuoverlo oppure se non interferisce con altrielementi della fune durante l’utilizzo.

6.6.6 Incremento localizzato del diametro della fune

Se durante l’utilizzo il diametro della fune con anima metallica aumenta del 5% od oltre,

oppure per le funi con anima tessile del 10% od oltre, deve essere necessario ricercarne

la ragione e va preso in considerazione lo scarto della fune (vedere figura B.16).

Nota Un incremento del diametro che potrebbe interessare un tratto relativamente lungo di fune, come quellorisultante dal rigonfiamento dell’anima in fibra naturale, può verificarsi a causa di un eccessivo assorbimentodi umidità, che crea squilibrio nei trefoli esterni, i quali si orientano in modo incorretto.

6.6.7 Parti appiattite

È probabile che i segmenti di fune appiattiti che corrono su una puleggia si deteriorino più

velocemente e presentino fili rotti. In questi casi, ma a seconda dall’estensione

dell’appiattimento, si può prendere in considerazione lo scarto.

Le porzioni di fune appiattite in sistemazioni “standard” possono soffrire una corrosione

maggiore rispetto ai tratti non interessati, maggiore ancora se i trefoli esterni si aprono

consentendo l’ingresso dell’umidità. Se mantenuta in servizio, deve essere ispezionata

più frequentemente; altrimenti, si dovrebbe prendere in considerazione lo scarto.

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È possibile che segmenti appiattiti di fune, risultanti dall’uso di una bobina ad

avvolgimento su strati multipli, non siano da scartare, assicurandosi che il numero di fili

rotti associati all’appiattimento non sia eccessivo rispetto ai valori dei prospetti 3 e 4.

Le figure B.5 e B.18 illustrano due tipi differenti di appiattimento.

6.6.8 Cocca o asola schiacciata Le funi con una cocca o un’asola schiacciata devono essere scartate immediatamente

(vedere figure B.6, B.7 e B.17).

Nota Una cocca o un’asola schiacciata è una deformazione causata da un’asola nella fune, che è stata bloccatasenza consentirne la rotazione sull’asse. Si verifica uno squilibrio del passo della fune che causa usuraeccessiva, e, in casi gravi, la fune diventa così deformata che mantiene solo una piccola parte della sua forza.

6.6.9 Piegatura nella funeÈ probabile che le parti di fune con una grave piegatura, che corrono su una puleggia, si

deteriorino velocemente e presentino rotture dei fili. In questo caso, la fune deve essere

scartata immediatamente.

Se la piegatura non è considerata rilevante e la fune è ritenuta utilizzabile, deve essere

ispezionata più frequentemente, altrimenti, si dovrebbe prendere in considerazione lo scarto.

Nota Le piegature sono deformazioni angolari della fune causate da influenze esterne.

La decisione riguardo alla gravità o meno della piegatura è soggettiva. Se è presente

un’increspatura nella fune sul lato inferiore della piegatura dovrebbe essere considerata

grave, indipendentemente dal fatto che la fune corra o meno su una puleggia.

6.6.10 Danneggiamento dovuto a calore o ad arco elettrico

Le funi che generalmente lavorano a temperatura ambiente ma che sono state soggette a

effetti termici eccezionalmente alti, riconoscibili all’esterno dai colori caratteristici dei fili

metallici in associazione con il calore e/o una evidente perdita di grasso dalla fune,

devono essere scartate immediatamente.

Se due o più fili sono stati soggetti localmente a calore, a causa di un arco elettrico come

quello prodotto da una scorretta messa a terra della saldatrice, la fune deve essere

scartata. Questo può verificarsi nei punti in cui la corrente entra o esce dalla fune.

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APPENDICE A AREE CRITICHE CHE RICHIEDONO UN’ISPEZIONE PARTICOLARMENTE ATTENTA(informativa)

figura A.1 Avvolgimento a strato singoloLegenda

1 Sezioni avvolte su un tamburo nel punto in cui il carico viene sollevato e altre sezioni affette

da massima interferenza (generalmente coincidenti con il massimo angolo di deflessione)

2 Sezione(i) che entra(entrano) nelle pulegge del(dei) bozzello(i) nel punto in cui il carico è

sollevato

3 Sezioni in contatto diretto con la puleggia di compensazione, particolarmente nei punti di

entrata

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figura A.2 Avvolgimento multi-stratoLegenda

1 Zone di inversione e sezioni affette da massima interferenza (generalmente coincidenti con

il massimo angolo di deflessione)

2 Sezione dove la fune entra nella puleggia di testa nel punto in cui il carico è sollevato

3 Sezione(i) che entra(entrano) nelle pulegge del(dei) bozzello(i) nel punto in cui il carico è

sollevato

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APPENDICE B MODI DI DETERIORAMENTO TIPICI(informativa)

Il prospetto B.1 mostra i difetti che possono verificarsi e i corrispondenti criteri di scarto. Le

figure da B.1 a B.19 mostrano un tipico esempio di ogni difetto.

prospetto B.1 Difetti che si manifestano nella fune

figura B.1 Fuoriuscita dei fili

Immagini Difetto Punto di riferimento

B.1 Fuoriuscita dei fili 6.6.5

B.2 Fuoriuscita dell’anima - funi a strato singolo 6.6.4

B.3 Riduzione localizzata del diametro della fune (trefolo affogato) 6.3

B.4 Fuoriuscita/distorsione del trefolo 6.6.4

B.5 Parte appiattita 6.6.7

B.6 Cocca (positiva) 6.6.8

B.7 Cocca (negativa) 6.6.8

B.8 Ondulazione 6.6.2

B.9 Infiascatura 6.6.3

B.10 Usura esterna 5.3.1, prospetto 1 e E.2

B.11 Corrosione esterna 6.5

B.12 Ingrandimento della figura B.11 6.5

B.13 Rottura dei fili a corona 6.2

B.14 Rotture dei fili negli avvallamenti 6.2

B.15 Fuoriuscita della parte interna nelle funi antigirevoli E.4 c)

B.16 Incremento localizzato del diametro dovuto alla distorsione dell’anima

6.6.6

B.17 Cocca 6.6.8

B.18 Parte appiattita 6.6.7

B.19 Corrosione interna 6.5

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figura B.2 Fuoriuscita dell’anima - Funi a strato singolo

figura B.3 Riduzione localizzata del diametro della fune (trefolo affogato)

figura B.4 Fuoriuscita o distorsione del trefolo

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figura B.5 Parte appiattita

figura B.6 Cocca (positiva)

figura B.7 Cocca (negativa)

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Page 30: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.8 Ondulazione

figura B.9 Infiascatura

figura B.10 Usura esterna

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Page 31: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.11 Corrosione esterna

figura B.12 Ingrandimento della figura B.11

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Page 32: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.13 Rottura dei fili a corona

figura B.14 Rotture dei fili negli avvallamenti

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Page 33: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.15 Fuoriuscita della parte interna nelle funi antigirevoli

figura B.16 Incremento localizzato del diametro dovuto alla distorsione dell’anima

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Page 34: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.17 Cocca

figura B.18 Sezione appiattita

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Page 35: terminali funi metalliche - parte4

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figura B.19 Corrosione interna

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APPENDICE C ISPEZIONE INTERNA DELLA FUNE(informativa)

C.1 GeneralitàQuando l’addetto competente decide che è necessaria un’ispezione interna in esercizio,

questa dovrebbe essere eseguita con estrema cura, così da evitare danni permanenti e/o

deformazioni della fune. Nella pratica, quest’operazione è più agevole quando la fune è

stesa per terra piuttosto che appesa.

Non tutti i tipi e/o dimensioni di fune possono essere aperte abbastanza da permetterne

una valutazione delle condizioni interne.

Se eseguita, generalmente è limitata ai punti in cui un esame visivo crea dei dubbi sulle

condizioni interne della fune e dovrebbe essere eseguita senza alcuna tensione sulla fune.

Nota Si può acquisire esperienza sul deterioramento di una fune sottoponendo la fune scartata a un’ispezionedettagliata dopo averla posta fuori servizio, svolgendo la fune ed esponendo gli elementi interni, che altrimentinon sarebbero visibili con la fune in servizio. Questo ha occasionalmente rivelato una condizione della funepeggiore di quella presunta durante il normale controllo periodico visivo, persino vicina alla rottura.

C.2 Procedura

C.2.1 Ispezione generale della fune Attaccare saldamente due morsetti alla fune [figura C.1 a)] e notare la loro posizione. Le

forcelle dovrebbero essere:

a) di una dimensione in grado di afferrare la fune senza distorcerla, e

b) fatte di un materiale che consenta l’apertura della fune senza scivolare, danneggiandola.

Per favorire il procedimento, le ganasce possono essere dotate di inserti, come quelli in pelle.

Girare i morsetti nella direzione opposta rispetto all’avvolgimento della fune, cosicchè i

trefoli esterni si separino e si spostino lontano dall’anima o dal centro della fune,

aprendola. Assicurarsi che i trefoli non siano spostati eccessivamente.

Quando la fune si apre leggermente, può essere usata una piccola sonda, come un ago

a “T” (cacciavite modificato) per rimuovere grasso o detriti, che possono altrimenti

ostacolare l’osservazione dell’interno della fune.

Dovrebbe essere osservato quanto segue:

- il livello di qualsiasi corrosione;

- qualsiasi intaccatura dei fili (a causa di pressione o usura);

- la presenza di fili rotti nei trefoli esterni e nell’anima o centro della fune (questi

potrebbero non essere facilmente visibili);

- lo stato di lubrificazione interna.

Uno strato di lubrificante dovrebbe essere applicato sulla sezione aperta della fune prima

di richiuderla.

I morsetti dovrebbero essere ruotati con forza moderata per richiudere la fune e per

assicurarsi del il corretto riposizionamento dei trefoli esterni intorno all’anima o centro della

fune. Per fare questo spesso necessita di spostare i morsetti oltre la posizione di partenza.

Dopo aver rimosso le forcelle ma prima di rimettere in funzione la gru, la fune dovrebbe

essere lubrificata in prossimità del punto dov’è stata eseguita l’ispezione.

C.2.2 Ispezione della fune vicino a una terminazioneIn questa posizione è sufficiente usare un solo morsetto dal momento che il sistema di

ancoraggio terminale, oppure una barra opportunamente posta attraverso la parte finale

della terminazione, generalmente assicura l’immobilizzazione dell’estremità [figura C.1 b)].

L’ispezione dovrebbe essere condotta come illustrato nel punto C.2.1.

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figura C.1 Ispezione internaLegenda

a) Sezione di fune continua (tensione zero)

a)

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figura C.1 Ispezione interna (Continua)Legenda

b) Un estremità della fune, vicino al terminale (tensione zero)

b)

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APPENDICE D ESEMPI TIPICI DI REGISTRAZIONE DELL’ISPEZIONE(informativa)

D.1 Registrazione singola

Riferimento della gru

...............................................................................................................................................

Applicazione della fune

....................................................................................

Dettagli della fune .................................................................................................................

Marchio di fabbrica (se conosciuto) ......................................................................................

Diametro nominale ........................................................................................................ mm

Formazione

Animaa): IWRC FC WSC

Finitura dei filia): Lucida Zincata

Direzione e tipo di avvolgimentoa): (Destro) sZ zZ Z (Sinistro) zS sS S

Numero ammissibile di fili rotti ..................... in 6d e ............................................... in 30d

Diametro di riferimento ................................................................................................... mm

Decremento ammissibile del diametro rispetto al diametro di riferimento ..................... mm

Data di installazione (aa/mm/gg) ................... Data di scarto (aa/mm/gg) ..........................

Fili esterni rotti visibili Diametro Corrosione Danneggiamento e/o deformazione

Posizione sulla fune

Valutazione complessiva

Esempio indice di gravitàb)

combinato

Numero su una lunghezza di

Indice di gravitàb)

Diametro misurato

mm

Decremento reale rispetto al riferimento

mm

Indice di gravitàb)

Indice di gravitàb)

Indice di gravitàb)

Natura

6d 30 d 6d 30d

Altre informazioni/commenti

.........................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................

.........................................................................................................................................................................................................................................Servizio eseguito ad oggi (cicli/ore/giorni/mesi/ecc.) ......................................................................................................................................................

Data di ispezione (aa/mm/gg) .........................................................................................................................................................................................

Nome (stampatello) della persona competente .....................................................................Nome (firma) ....................................................................

a) Spuntare quello corretto.b) Descrivere il grado di deterioramento come: basso, medio, alto, molto alto, o da scartare.

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© UNI Pagina 36UNI ISO 4309:2011

D.2 Registro di gestione

Riferimento della gru

..................................

Data di installazione della funeaa/mm/gg

.................................

Dettagli della fune (vedere ISO 17893 per la designazione della fune)

RCNa) Diametro nominale

mm

Marchio di fabbrica

.....................................

Animab) Finitura dei filib)

Direzione e tipo di avvolgimentob)

Impiego della fune

..................................

Data di scarto della funeaa/mm/gg

.................................

.................................... ...............

Formazione

.....................................

IWRCFC WSC

LucidaZincata

Destro: sz zZ ZSinistro: zS sS S

Terminazione(i) della fune

..................................

Numero ammissibile di fili rotti .................... in 6d e ............................................. in 30d

Diametro di riferimento ............................................................................................... mm

Decremento ammissibile del diametro rispetto al diametro di riferimento

............................. mm

Data di ispezione

Fili esterni rotti visibili Diametro Corrosione Danneggiamento e deformazioni

Valutazione complessiva

Nome (stampatello)

e firma dell’addetto competente

Numero su una

lunghezza di

Posizione sulla fune

Indice di gravitàc)

Diametro misurato

mm

Decremento reale

rispetto al diametro di riferimento

mm

Posizione sulla fune

Indice di gravitàc)

Posizione sulla fune

Indice di gravitàc)

Posizione sulla fune

Indice di gravitàc)

Esempio indice di gravitàc)

combinato

aa/mm/gg 6d 30d 6d 30d 6d 30d

a) RCN è il numero di categoria della fune (prospetti 1 e 2 e appendice E).b) Spuntare quello corretto.c) Descrivere l’indice di gravità come: basso o 20%; medio o 40%; alto o 60%; molto alto o 80%; oppure da scartare o 100%.

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© UNI Pagina 37 UNI ISO 4309:2011

APPENDICE E INFORMAZIONI UTILI SUL DETERIORAMENTO DELLA FUNE E SUI CRITERI DI (informativa) SCARTO

E.1 Rottura dei filia) Generalità - Distribuiti casualmente

Nei casi di funi a strato singolo (come per le funi a 6 e 8 trefoli) e ad avvolgimento

parallelo che corrono su pulegge d’acciaio, le rotture dei fili si verificano casualmente

lungo la fune nelle posizioni esterne del trefolo, cioè le superfici esterne dei trefoli

esterni. Questi fili rotti sono spesso associati alle zone di usura esterna.

Nel caso di funi antigirevoli, vi è la possibilità che la maggior parte delle rotture dei fili

si verifichi all’interno e sia dunque di difficile individuazione durante l’ispezione

visiva. Per questo motivo, il numero ammissibile di fili rotti nelle funi antigirevoli è

inferiore rispetto a quello delle funi a strato singolo e ad avvolgimento parallelo. I

prospetti 3 e 4 rispecchiano i fattori suddetti.

Nelle applicazioni in cui il modo di deterioramento predominante è la fatica da

piegatura, le rotture dei fili iniziano a verificarsi dopo un certo numero di cicli di

operazioni. Tuttavia, se questo numero aumenta progressivamente nel tempo, si

raccomanda di controllare e registrare attentamente il numero di rotture trovate

durante l’ispezione periodica allo scopo di stabilire il tasso di incremento. Questa

premessa può essere usata per stabilire la data dell’ispezione periodica successiva.

b) Zone di inversione (avvolgimento multistrato)

Ci si attende che nelle macchine con funi soggette a un avvolgimento multistrato sul

tamburo il modo di deterioramento principale sia la rottura dei fili e la deformazione

nelle zone di inversione. Dato che prove ed esperienza hanno dimostrato le

prestazioni della fune possono ridursi drasticamente in questi punti, paragonate alle

sezioni di fune che corrono semplicemente su pulegge, queste zone diventano il

punto focale dell’attenzione dell’addetto competente durante l’ispezione periodica.

c) Localizzazione

È difficile stabilire un numero preciso di rotture dei fili ammissibili quando sono

localizzate o concentrate in ogni trefolo. Alcune volte le rotture dei fili localizzate

possono ripetersi ogni lunghezza dell’avvolgimento, iniziando spesso con zone di

usura localizzate. In questo caso, il numero ammissibile di rotture è deciso da un

addetto competente ma risulta inferiore rispetto al numero stabilito nei prospetti 3 e 4.

d) Rotture dei fili negli avvallamenti

Una rottura in un avvallamento può indicare il deterioramento interno della fune, da

qui la necessità di un’ispezione più approfondita della sezione. Soprattutto nelle funi

piccole, queste rotture possono a volte essere rese visibili muovendo la fune dalla

sua posizione normale e piegandola non in tensione. Se due o più rotture negli

avvallamenti sono scoperte nella stessa lunghezza di avvolgimento, si dovrebbe

assumere che l’anima o centro della fune non sia più completamente supportato dai

trefoli esterni.

E.2 Decremento del diametroIl decremento nel diametro della fune può essere causato da molti fattori, uno dei quali è

l’usura esterna. Può essere generalizzato o localizzato e generalmente è il risultato del

contatto con pulegge o tamburi o della pressione della fune sulla fune, come ci si aspetta

nelle zone di inversione in cui si gira sul tamburo. Il logoramento può essere uniforme

lungo o intorno alla fune oppure può presentarsi su un lato. Se l’usura è irregolare, si

dovrebbe accertarne la causa e, se possibile, intraprendere azioni correttive.

Quantità di usura maggiore si trovano solitamente in quelle sezioni di fune a contatto con

le scanalature delle pulegge e del tamburo quando il carico viene accelerato o decelarato.

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© UNI Pagina 38UNI ISO 4309:2011

Una mancata o errata lubrificazione e la presenza di polvere e graniglia abrasive possono

influenzare il tasso di usura.

In aggiunta agli ovvi metodi di deterioramento visibili sopra descritti (nel presente punto),

il diametro della fune può decrescere anche a causa di svariati meccanismi interni, come:

a) usura interna e intaccatura dei fili;

b) usura interna causata dalla frizione tra i trefoli adiacenti e i fili, soprattutto quando la

fune è soggetta a piegatura;

c) deterioramento dell’anima tessile o rottura dell’anima metallica;

d) rottura degli strati interni ai trefoli nelle funi antigirevoli.

Essendo la sezione metallica della fune ridotta dalla corrosione, la forza della fune

diminuisce.

E.3 CorrosioneLa corrosione si presenta particolarmente negli ambienti marittimi e negli ambienti

industriali inquinati e, non solo riduce la forza della fune, a causa della diminuzione della

sua sezione metallica, ma accelera inoltre la fatica, poiché rende la superficie irregolare,

da cui la rottura da fatica può propagarsi facilmente. Una grave corrosione può anche

causare diminuzione dell’elasticità della fune.

La corrosione interna è più difficile da individuare di quella esterna, ma spesso si

presentano insieme, sebbene possa non apparire ovvio durante un’ispezione visiva. Se vi

è il sospetto, la fune dovrebbe essere soggetta a un’ispezione interna da parte di un

addetto competente, sebbene questa sia spesso estremamente difficile da effettuare.

E.4 Deformazione e danneggiamentoa) Ondulazione

L’ondulazione è una deformazione nella quale l’asse longitudinale della fune prende la

forma di una spirale, sia sotto sia in assenza di carico. Mentre non necessariamente

ne deriva una perdita di forza, questa può promuovere la formazione di sollecitazioni

anormale, che creano schemi di usura inusuali e rotture dei fili premature. Se è grave,

può anche influenzare le condizioni dell’attrezzatura relativa alla fune, come i supporti

e le scanalature delle pulegge, le guide della fune e i tamburi.

b) Infiascatura

La deformazione detta infiascatura è il risultato della differenza di lunghezza tra

l’anima della fune e i trefoli esterni. Diversi meccanismi possono produrre questo

tipo di deterioramento.

Per esempio, se la fune corre su una puleggia o su un tamburo con un notevole

angolo di flessione, tocca la flangia della puleggia o la scanalatura del tamburo

prima e poi rotola verso il fondo della scanalatura. Quest’azione svolge i trefoli

esterni a un’estensione maggiore rispetto all’anima della fune, producendo una

differenza di lunghezza tra questi elementi.

Quando la fune corre su una puleggia stretta, per esempio una puleggia con un

raggio della scanalatura troppo piccolo, viene compressa. La riduzione del diametro

allo stesso tempo causa un aumento della lunghezza della fune. Nel momento in cui

lo strato esterno del trefolo si comprime e raggiunge una lunghezza maggiore

dell’anima della fune, questo meccanismo produce di nuovo una differenza di

lunghezza tra questi elementi della fune.

In entrambi i casi le pulegge e il tamburo sono allora in grado di spostare i trefoli

esterni allentati e trasferire la differenza di lunghezza in un punto del sistema di

rinvio, dove appare come una infiascatura.

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Page 43: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 39 UNI ISO 4309:2011

c) Fuoriuscita dell’anima o del trefolo

Questa caratteristica è uno speciale tipo di deformazione ad infiascatura, dove lo

squilibrio della fune è indicato dalla fuoriuscita dell’anima o centro della fune per le

formazioni antigirevoli, dei trefoli esterni, o dalla fuoriuscita di un trefolo esterno o

dall’anima dalla fune.

d) Fuoriuscita dei fili

Quando si verifica una fuoriuscita dei fili, alcuni di questi, singolarmente o a gruppi,

escono dalla fune, spesso sul lato opposto rispetto o quello in contatto con la

scanalatura di una puleggia, sotto forma di asole.

e) Incremento del diametro della fune

Questa caratteristica è spesso relativa a un cambiamento delle condizioni

dell’anima, come un rigonfiamento dell’anima tessile dovuto all’umidità o al

accumulo di detriti corrosi all’interno della fune.

f) Parti appiattite

Le parti appiattite di fune, che corrono su una puleggia, si deteriorano rapidamente,

presentano rotture dei fili e sono potenzialmente dannosi per la puleggia.

g) Danneggiamento dovuto a calore o ad arco elettrico

Le parti di fune che sono state soggette a effetti termici eccezionalmente alti

possono a volte essere riconosciute per il cambiamento del colore della fune, per

esempio presentano un effetto di brunitura.

h) Diminuzione dell’elasticità

In alcune circostanze, generalmente associate all’ambiente lavorativo, una fune può

subire una diminuzione sostanziale dell’elasticità, rendendola non idonea per un

ulteriore utilizzo.

Questa caratteristica, spesso difficile da individuare, può essere associata ai

seguenti:

1) decremento del diametro della fune;

2) allungamento della fune;

3) mancanza di spazio tra i singoli trefoli e/o i fili;

4) la presenza di una polvere marrone fine negli avvallamenti tra i trefoli e/o i fili (per

esempio suggerenti corrosione per sfregatura);

5) un avvertibile irrigidimento della fune nel maneggio e una diminuzione del

diametro maggiore di quello puramente dipendente dall’usura del singolo filo,

sebbene possano non esserci rotture visibili dei fili.

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APPENDICE F VALUTAZIONE DELLA FUNE PER L’EFFETTO COMBINATO DELLE CONDIZIONI E (informativa) DELL’INDICE DI GRAVITÀ - UN PROCEDIMENTO

F.1 GeneralitàSebbene le rotture dei fili siano una ragione comune per lo scarto, il deterioramento deriva

spesso da una combinazione di fattori. Per esempio, una fune può presentare rotture dei

fili e logoramento uniforme dovuti alle ripetute corse su una puleggia, e allo stesso tempo

deterioramento da corrosione causato dal lavoro in ambiente marino.

In questi casi l’addetto competente deve:

a) tener conto delle diverse cause di deterioramento, particolarmente quando si

presentano nello stesso punto della fune;

b) eseguire una valutazione generale degli “effetti combinati” dei differenti modi di

deterioramento;

c) decidere se la fune può essere utilizzata in sicurezza, e, se è possibile, stabilire se è

necessario che sia soggetta a provvedimenti di modifica delle modalità di

ispezione/scarto.

Un procedimento per determinare gli effetti combinati è il seguente:

d) ispezionare la fune e registrare il tipo e la quantità di ogni singolo modo di

deterioramento, cioè il numero di rotture dei fili in una lunghezza pari a 6d, il

decremento del diametro in millimetri ed estensione della corrosione;

e) per ognuno di questi metodi di deterioramento, valutarne la gravità ed esprimerla

come percentuale del relativo criterio di scarto, per esempio, se è presente il 40% del

numero di rotture dei fili ammissibili secondo il criterio di scarto individuale, allora

questo rappresenta un tasso del 40% a favore dello scarto, o, in parole (basso,

medio, alto, molto alto, da scartare);

f) sommare insieme gli indici individuali nei punti scelti, solo quando si verificano nella

stessa posizione e esprimono la gravità come una valutazione percentuale

combinata, oppure esprimere un giudizio sul grado combinato di gravità in parole,

per esempio basso, medio, alto, molto alto, da scartare.

Nota 1 Il metodo di valutazione degli effetti combinati fornito nel presente punto presume che il deterioramento siaprogressivo piuttosto che immediato. Se il risultato della valutazione si divide più o meno equamente in due otre dei metodi di deterioramento più comuni (esempio 40% dovuto alle rotture dei fili e 40% dovuto allariduzione del diametro), non è da considerarsi tanto grave quanto se la causa del deterioramento fosse unasola in ogni sezione (esempio 80% dovuto alle rotture dei fili e un lieve decremento del diametro o corrosione).

Nota 2 La valutazione sul decremento uniforme del diametro non si applica a quelle sezioni di fune che si avvolgonosu un tamburo con avvolgimento su più strati e soffrono di deterioramento sotto forma di schiacciamentoassociato a deformazione/rottura dei fili, come avviene nelle zone di inversione.

Nota 3 Il metodo di valutazione degli effetti combinati fornito nel presente punto offre un semplice approccio allavalutazione complessiva delle condizioni di una specifica parte di fune. Altri metodi ugualmente accettabilipossono essere sviluppati e applicati da un addetto competente alla luce della sua esperienza di ispezioni sufuni simili operanti su gru simili.

F.2 EsempiI seguenti sono esempi per aiutare a comprendere l’applicazione del “metodo combinato”.

Esempio 1:

Fune 6 36WS-IWRC sZ di diametro 22 mm operante su un paranco di sollevamento

(classificazione M4) e avvolta su un tamburo a strato singolo.

Secondo il prospetto 3, il numero di rotture dei fili esterne che segnalano lo scarto è 9 in

6d e 18 in 30d. Pertanto, se vengono scoperte due rotture dei fili in 6d (ma non più di 18

in 30d ), questo equivale a un indice di gravità individuale del 20%.

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Secondo il prospetto 5, il decremento uniforme del diametro rispetto a quello di riferimento che

segnala lo scarto è il 7,5% del diametro nominale = 1,65 mm. Pertanto, se il diametro di

riferimento è 22,6 mm e quello misurato all’ispezione è 21,8 mm, allora il decremento del

diametro, espresso come percentuale del diametro nominale è [(22,6 - 21,8)/22] 100 = 3,6%.

Secondo il prospetto 5 equivale a un indice di gravità del 20%.

Quindi, se le quantità di deterioramento menzionate nell’esempio si verificano nella stessa

porzione di fune, possono essere combinate con il risultato di un indice di gravità del 40%.

Esempio 2:

Fune 18 7-WSC sZ di diametro 22 mm operante su un paranco di sollevamento

(classificazione M4) e avvolta su un tamburo a strato singolo.

Secondo il prospetto 4, il numero di rotture dei fili esterne che richiede lo scarto è 2 in 6d

e 4 in 30d. Pertanto, se viene scoperta una rottura dei fili in 6d (ma non più di 4 in 30d ),

questo equivale a un indice di gravità individuale del 50%.

Secondo il prospetto 5, il decremento uniforme del diametro rispetto a quello di riferimento che

segnala lo scarto è il 5% del diametro nominale = 1,10 mm. Pertanto, se il diametro di riferimento

è 22,6 mm e quello misurato all’ispezione è 21,8 mm, allora il decremento del diametro,

espresso come percentuale del diametro nominale è [(22,6 - 21,8)/22] 100 = 3,6%. Secondo

il prospetto 5 equivale a un indice di gravità del 60%.

Quindi, se le quantità di deterioramento menzionate nell’esempio si verificano nella

stessa porzione di fune, possono essere combinate con il risultato di un indice di gravità

del 110% (cioè da scartare).

Esempio 3:

Fune 6 25F-IWRC zZ di diametro 22 mm operante come fune di sollevamento del braccio su

una gru su cingoli (classificazione M4) e avvolta su un tamburo a strato multiplo.

Secondo il prospetto 3, il numero di rotture dei fili esterne nella zona di inversione che

richiede lo scarto è 10 in 6d. Pertanto, se vengono scoperte sette rotture dei fili in 6d (ma

non più di 20 in 30d ), questo equivale a un indice di gravità individuale del 70% (alto).

Siccome non si tiene conto del decremento del diametro nelle zone di inversione, l’indice

di gravità risultante è del 70%.

Esempio 4:

Fune 18 19-WSC zZ di diametro 22 mm operante come un paranco su una gru mobile

(classificazione M4) e avvolta su un tamburo strato multiplo.

Secondo il prospetto 4, il numero di rotture dei fili esterne nella zona di inversione che

segnalano lo scarto è 8 in 6d. Pertanto, se vengono scoperte quattro rotture dei fili in 6d (ma

non più di 16 in 30d ), questo equivale a un indice di gravità individuale del 50% (cioè medio).

Siccome non si tiene conto del decremento del diametro nelle zone di inversione l’indice

di gravità risultante è del 50%.

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prospetto F.1 Esempi di indice di gravità - Indice di gravità su metodi di deterioramento individuali

Esempio Indice di gravità su metodi di deterioramento individuali %

Indice di gravità

combinato %

Commento

Rotture dei fili

Decremento del diametroa)

Corrosione esterna

1 0 20 20 40 Adatta all’uso

2 20 20 0 40 Adatta all’uso

3 20 20 20 60 Adatta all’uso

4 40 20 20 80 Ispezionare più frequentemente

5 40 40 0 80 Ispezionare più frequentemente

6 0 80 0 80 Considerare lo scarto se la riduzione del diametro è attribuito prevalentemente ad usura esterna

7 60 0 0 60 Ispezionare più frequentemente (particolarmente alla ricerca di fili rotti)

8 60 20 0 80 Eseguire ispezioni più frequenti (specialmente per le rotture dei fili) e prepararsi per la sostituzione

a) Considerarlo solo quando la fune scorre su pulegge e/o si avvolge su un tamburo ad avvolgimento su strato singolo.

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APPENDICE G ESEMPI DI SEZIONE DI FUNE E CORRISPONDENTE NUMERO DI CATEGORIA DI (informativa) FUNE (RCN)

Formazione: 6 7-FC Strato singolo

(RCN.01)

Formazione: 6 19S-IWRC Strato singolo

(RCN.02)

Formazione: 6 19M-WSC Strato singolo

(RCN.04)

Formazione: 6 25F-IWRC Strato singolo

(RCN.04)

Formazione: 6 25TS-IWRC Strato singolo

(RCN.04)

Formazione: 6 36WS-IWRC Strato singolo

(RCN.09)

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Formazione: 6 41WS-IWRC Strato singolo

(RCN.11)

Formazione: 6 37M-IWRC Strato singolo

(RCN.10)

Formazione: 8 19S-IWRC Strato singolo

(RCN.04)

Formazione: 8 25F-IWRC Strato singolo

(RCN.06)

Formazione: 8 19S-PWRC Avvolgimento parallelo

(RCN.04)

Formazione: 8 K26WS-IWRC Strato singolo con trefoli compattati

(RCN.09)

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Page 49: terminali funi metalliche - parte4

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Formazione: 4 K26WS Strato singolo/Antigirevole con trefoli compattati

(RCN.22)

Formazione: 6 K26WS-IWRCStrato singolo con trefoli compattati

(RCN.06)

Formazione: 6 K36WS-IWRCStrato singolo con trefoli compattati

(RCN. 09)

Formazione: 8 K26WS-PWRC Avvolgimento parallelo con trefoli compattati

(RCN.09)

Formazione: 18 K19S-WSC oppure 19 K19S Antigirevole con trefoli compattati

(RCN.26)

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Page 50: terminali funi metalliche - parte4

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Formazione: 4 29F Strato singolo/Antigirevole 4 29F

(RCN.21)

Formazione: K3 40 Strato singolo compattata (martellata)/Antigirevole compattata (martellata)

(RCN.22)

Formazione: K4 40 Strato singolo compattata (martellata)/Antigirevole compattata (martellata)

(RCN.22)

Formazione: K3 48 Strato singolo compattata (martellata)/Antigirevole compattata (martellata)

(RCN.22)

Formazione: K4 48 Strato singolo compattata (martellata)/Antigirevole compattata (martellata)

(RCN.22)

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Page 51: terminali funi metalliche - parte4

© UNI Pagina 47 UNI ISO 4309:2011

Formazione: 17 7-FC Antigirevole

(RCN.23-1)

Formazione: 18 7-WSC oppure 19 7 Antigirevole

(RCN.23-1)

Formazione: 34(W) 7-WSC oppure 35(W) 7 Antigirevole

(RCN 23-2)

Formazione: 12 P6:3 Q24 Antigirevole (tipo Paragon)

(RCN.23-1)

Formazione: 39(W) 7-WSC Antigirevole

(RCN.23.3)

Formazione: 34(W) × K7-WSC Antigirevole con trefoli compattati/Compattata

(RCN.23.2)

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Page 52: terminali funi metalliche - parte4

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Formazione: 39(W) K7-KWSC Antigirevole con trefoli compattati

(RCN.23.3)

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APPENDICE H GUIDA ALL’ACCERTAMENTO E ALLA VALUTAZIONE DELLA CORROSIONE (informativa) ESTERNA

figura H.1 Inizio di ossidazione della superficie, che può essere pulita, lieve - Indice: 0% a favore dello scarto

figura H.2 Fili ruvidi al tatto, ossidazione superficiale generica - Indice: 20% a favore dello scarto

figura H.3 Superficie dei fili grandemente affetta da ossidazione - Indice: 60% a favore dello scarto

figura H.4 Superficie gravemente camolata e fili piuttosto allentati, spazi tra i fili - Scartare immediatamente

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BIBLIOGRAFIA[1] ISO 4301-1 Cranes and lifting appliances - Classification - Part 1: General

[2] ISO 4306-1 Cranes - Vocabulary - Part 1: General

[3] ISO 4308-1 Cranes and lifting appliances - Selection of wire ropes - Part 1:

General

[4] ISO 4308-2 Cranes and lifting appliances - Selection of wire ropes - Part 2:

Mobile cranes - Coefficient of utilization

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