taratura ottica pu
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TARARE IL MOSIN NAGANT 1891/30 CON
OTTICA PU
Scheda di Alberto De Carli - foto dell'autore. E' vietata la riproduzione
di questo articolo o di parti di esso, nonchè delle immagini presenti,
senza il permesso dell'autore o di chi cura questo sito web.
Nel mondo delle armi ex ordinanza le cosiddette versioni "sniper", quelle
equipaggiate con ottiche di puntamento, suscitano quasi sempre
l'interesse sia del collezionista che del semplice appassionato o tiratore.
Tra queste armi sicuramente quella in cui è più facile imbattersi è il
fucile Mosin Nagant 1891/30 con ottica PU.
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Oltre ad alcuni esemplari originali, sul mercato sono presenti un elevato
numero di versioni fasulle. L'enorme disponibilità di fucili 91/30 che
vengono venduti a prezzi accessibili a chiunque ha incrementato questa
moda e oramai i cosiddetti "tarocchi" non sono più di sola importazione
ma vengono creati nei retrobottega delle varie armerie semplicemente
su richiesta del cliente o anche da privati possessori e tiratori che
magari possiedono un minimo di manualità e attrezzatura meccanica.
Ottiche e attacchi di produzione corrente sono di facile reperibilità e
con l'arrivo al cinema di un noto film la "produzione"- o meglio
l'assemblaggio - di queste armi è aumentato considerevolmente.
In qualsiasi armeria o poligono di tiro se ne possono visionare diversi
esemplari, più o meno fedeli agli originali, per non parlare di alcune
varianti fantasiose.
Molto spesso chi prova al poligono una di queste armi per la prima volta
scopre che il fucile in questione non è perfettamente tarato, o perché la
cartuccia usata (ricaricata o commerciale che sia) è differente da quella
per cui l'arma era originariamente regolata (come nel caso di esemplari
originali che provengono da arsenali dell'ex blocco sovietico) o perché
l'attacco e l'ottica non sono stati montati correttamente.
E' bene ricordare che l'ottica PU ha 3,5 ingrandimenti e un campo visivo
di 4° e 30'. Il reticolo è tipico dei cannocchiali di quell'epoca ed è
costituito da un post verticale a punta e due post orizzontali.
Nelle ottiche moderne il reticolo è sempre perfettamente centrato
rispetto all'immagine visibile attraverso il cannocchiale e un movimento
delle torrette comporta lo spostamento del reticolo assieme all'intero
campo visivo. Ciò non avviene nell'ottica PU dove il movimento delle
torrette (alzo o deriva) comportano un movimento del solo reticolo,
mentre il campo visivo rimane fisso.
Con la taratura ideale per una distanza scelta il reticolo deve essere
perfettamente centrato rispetto al campo visivo e i colpi sparati
dovrebbero andare a segno nel punto mirato, esattamente nel punto
indicato dalla punta del post verticale.
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Nel caso dell'uso al poligono di tiro su bersaglio cartaceo un altro tipo di
taratura può essere usata. Mirando alle ore 6 di un bersaglio (come per
esempio il bersaglio da pistola standard UITS per i 50 m o il bersaglio
standard per armi ex-ordinanza per i 300 m) i colpi dovrebbero andare a
segno a una certa distanza superiore al punto mirato, corrispondente al
centro del bersaglio.
Se l'arma spara molto in alto o molto in basso rispetto al punto di mira
l'attacco dell'ottica deve essere regolato operando sulle due viti
presenti sulla base fissata alla culatta. Se il colpo sparato colpisce un
punto inferiore a quello mirato bisogna svitare la vite inferiore e
avvitare quella superiore, in modo da alzare la linea di mira dell'ottica
spostando l'intero attacco. Viceversa, se il colpo va a segno in un punto
superiore a quello mirato è necessario svitare la vite superiore e
avvitare quella inferiore in modo di abbassare la linea di mira dell'ottica
spostando il relativo attacco. E' superfluo dire che una volta regolate,
queste due viti devono sempre essere fisse e strette con l'attacco, pena
una scarsa precisione e dispersione (principalmente verticale) dei colpi.
E' bene tener presente che un quarto di giro di queste viti comportano
uno spostamento di circa 150 mm su un bersaglio posto a 100 m.
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La foto mostra le viti principali per regolare l'attacco dell'ottica PU.
Al punto 1 e 2 rispettivamente la vite superiore e inferiore.
Il punto 3 mostra la vite necessaria per bloccare l'attacco all'arma.
Al punto 4 le viti delle torrette, al punto 5 e 6 le viti che fissano l'ottica
all'attacco.
Per regolare la deriva bisogna intervenire sull'attacco, che presenta due
battute in rilievo nella parte posteriore dello stesso. Se i rilievi
presentano uno spessore eccessivo l'attacco e la relativa ottica
punteranno a destra rispetto a l'asse della canna, e l'arma sparerà a
sinistra del punto mirato. In questo caso bisogna asportare del materiale
dai rilievi posteriori all'attacco per portarlo perfettamente in asse.
Questo è un lavoro delicato perché se si asporta una quantità eccessiva
di materiale l'attacco sarà rovinato e l'ottica punterà a sinistra rispetto
all'asse della canna. E' bene procedere con piccole asportazioni in modo
da non andare sotto spessore. In questa operazione non si può
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improvvisare e se non si è certi di saper operare nel modo corretto è
bene lasciar fare questo lavoro ad un armaiolo capace o ad una persona
competente.
Se l'attacco e la relativa ottica puntano a sinistra rispetto all'asse della
canna significa che i rilievi presenti sul retro dell'attacco hanno uno
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spessore inferiore a quello corretto e se questo avviene i colpi sparati
vanno a segno in un punto a destra di quello mirato. Questo avviene se si
asporta troppo materiale nel regolare un attacco (come descritto poco
fa) o talvolta nel caso si utilizzi un'attacco già regolato per un'altra
arma. Se si presenta questo inconveniente l'unica soluzione è utilizzare
degli spessori molto sottili (come ad esempio spessori di carta di spagna
da pochi centesimi o decimi di millimetro) per portare l'ottica il più
possibile in asse.
Se l'arma è già tarata in linea di massima e diversi tipi di munizioni o
ricariche comportano diversi punti d'impatto sul bersaglio non sarà
necessario eseguire le operazioni sopra descritte, ma basterà regolare
le torrette dell'ottica. Un minimo spostamento, in particolare della
torretta dell'alzo, non comporta grossi problemi nel campo visivo del
cannocchiale e non disturba la mira.
La torretta della deriva è calibrata in milliradianti. Ogni tacca
corrisponde a un milliradiante, equivalente a circa 100 mm a cento metri.
La scala graduata della torretta della deriva è espressa in milliradianti
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Se il colpo, o i colpi sparati sono in un punto diverso da quello mirato
bisogna regolare le torrette in modo da portare il centro del reticolo nel
punto dove la pallottola è andata a segno. Personalmente preferisco
eseguire una rosata di tre-cinque colpi e poi agire sulle torrette, magari
posizionando il reticolo nel centro della rosata. Questa tecnica di
taratura viene usata con tutte le armi munite di ottica di puntamento,
siano esse destinate all'attività venatoria o alla sola attività di tiro al
poligono. Durante la regolazione l'arma deve rimanere perfettamente
fissa ed il movimento delle torrette comporta lo spostamento del
reticolo nel punto desiderato.
Una morsa per fucile può essere utile, ma questa operazione può essere
eseguita senza grossi problemi mantenendo l'arma fissa sui sacchetti o
sui rest posizionati sul banco di tiro.
L'ottica PU non presenta una regolazione del reticolo molto fine ed è
difficile tarare in maniera precisa l'arma con pochissimi colpi, al
contrario delle moderne ottiche di puntamento. Bisogna spesso
posizionare le torrette in punti "intermedi" tra le tacche graduate e non
avendo punti di riferimento precisi l'unico metodo veramente efficace è
quello di verificare il punto d'impatto sparando una serie di colpi.
Se la torretta dell'alzo viene ruotata in senso orario si ha un
abbassamento del reticolo ed un relativo innalzamento del punto di
impatto del proiettile. Viceversa un movimento anti-orario della torretta
comporta l'innalzamento del reticolo e l'abbassamento del colpo.
Un movimento in senso orario della torretta della deriva provoca uno
spostamento a destra del reticolo, mentre il movimento anti-orario
sposta il reticolo a sinistra. Se il cannocchiale non è allineato
correttamente lo spostamento delle torrette provocherà uno
spostamento in diagonale dei colpi.
Una taratura sommaria può essere eseguita traguardando attraverso la
canna e centrando il bersaglio con essa. Questa tecnica viene chiamata "
bore-sighting" (letteralmente "taratura attraverso la canna"). L'arma
deve essere bloccata e il reticolo viene regolato finchè non risulta
anch'esso allineato con il centro del bersaglio. Questa operazione può
anche essere eseguita agendo sulle viti presenti sulla base montata alla
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culatta, come descritto prima. Come già detto questa è una taratura
grossolana ma permette di colpire il bersaglio in maniera sicura evitando
magari uno spreco di munizioni e poter così eseguire in seguito una
regolazione più precisa. Un metodo analogo prevede l'uso di un puntatore
laser (una falsa cartuccia o un puntatore da infilare nella canna a livello
della volata). E' un metodo molto valido ma recenti disposizioni di legge
hanno bandito tali dispositivi che in passato sono stati usati in modo
improprio.
A mio parere la prima taratura non dovrebbe essere eseguita a distanze
superiori a cento metri e talvolta è necessario eseguirla a distanze
ancora inferiori. Una volta tarata a questa distanza sarà più facile
regolare la carbina per una distanza maggiore, 200-300 metri o più. E'
bene ricordare che qualora si voglia sparare a lunga distanza con
quest'arma tarata magari a 100 m, non sarà sufficiente operare sul solo
alzo dell'ottica ma sarà anche necessario compensare in deriva gli errori
causati da un ottica non centrata con l'asse della canna. Questi errori si
amplificano al crescere della distanza. Inoltre è bene ricordare che al
crescere della distanza il passo di rigatura destroso della canna porterà
la palla a colpire un punto a destra rispetto al punto mirato.
Svitando o semplicemente allentando le due piccole viti presenti su ogni
torretta è possibile spostare e regolare la relativa scala graduata rispetto
alla tacca marcata sulla base della torretta. Questo consente di graduare
correttamente l'ottica per una distanza scelta.
Questa operazione va eseguita utilizzando un cacciavite di dimensioni
idonee, per evitare di rovinare il taglio delle viti. Particolarmente indicati
sono alcuni cacciaviti per orologeria ma altrettanto idonei sono quelli
presenti in commercio, di più facile reperibilità. A seconda delle necessità
tali cacciaviti possono essere opportunamente affilati così da adattarsi
perfettamente al taglio della vite.
La stessa cosa è valida e consigliata per le altre viti presenti sull'arma e
per tutte le armi in generale, siano esse ex ordinanza oppure no.
La tecnica descritta poco fa permette di regolare la scala graduata
dell'ottica, correzione che però è limitata per una distanza scelta. La
gradazione numerica difficilmente coinciderà con le traiettorie delle varie
munizioni, a meno che non vengano utilizzate cartuccie originali per cui
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l'ottica era originariamente calibrata (il cui uso è comunque sconsigliato
per diversi motivi) o versioni di contemporanea produzione che ne
riproducano fedelmente le caratteristiche. La discrepanza tra il valore
espresso sulla scala graduata e il punto di impatto del proiettile aumenterà
al crescere della distanza tra tiratore e il bersaglio.
I fucili 91/30 sono in grado di dare grandi soddisfazioni e ottime rosate.
Spesso si sente dire o si legge che è possibile ottenere una precisione di
circa un MOA (corrispondente a 1 pollice- 25,4mm - a 100 yard)
utilizzando ottime cartucce commerciali o una ricarica corretta, e tale
affermazione corrisponde al vero. In media una di queste armi con la
rigatura in ottime condizioni dovrebbe essere in grado di effettuare
rosate tra i 25 e i 35 mm a 100 metri.
Anche se non è sempre una costante (a causa di svariati motivi), è
possibile posizionare i colpi sparati molto vicini tra loro, in modo da
formare un unico foro sul bersaglio.
Ovviamente ogni arma è differente e chi ha un po' di esperienza saprà
che vi sono esemplari più precisi rispetto ad altri.
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Una rosata media di 8 colpi sparati a 100 metri con un 91/30 munito di ottica
PU.
La distanza tra i bordi esterni della rosata è di 35 mm mentre corrisponde a 30
mm tra i centri.
Una rosata di cinque colpi a 100 m.
Per ottenere le massime prestazioni è bene sparare da un banco di tiro,
con l'uso di rest o sacchetti riempiti di sabbia. Le viti dell'arma,
dell'attacco e della base fissata alla culatta devono essere ben strette,
pena un movimento delle parti dell'arma che si riflette negativamente
sulla precisione.
Il fucile deve essere tenuto dal tiratore con una presa salda. La tecnica
usata dai tiratori di Bench Rest di lasciare l'arma libera durante il
rinculo non è adatta alle armi ex ordinanza o alle carabine da caccia.
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L'occhio deve essere posizionato a una distanza tale dall'ottica (circa 70
- 75 mm) da poter vedere interamente e in maniera nitida l'immagine
presente all'interno del cannocchiale.
L'immagine nitida come deve apparire attraverso l'ottica PU.
L'occhio deve anche essere centrato così da evitare errori di parallasse,
molto evidenti in questo particolare cannochiale.
Se l'occhio è troppo lontano o troppo vicino,
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nonché troppo a destra o a sinistra,
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o in alto e in basso,
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il tiratore vedrà degli aloni scuri sul bordo delle lenti. Se questo avviene
il colpo sparato andrà a segno in direzione opposta all'alone scuro che si
vede all'interno dell'ottica. Inoltre il reticolo non deve apparire
"curvato", fenomeno tipico del parallasse. A causa della posizione
dell'ottica questa non è cosa facile da fare se si spara dal banco. Bisogna
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assumere una posizione abbastanza scomoda, ma è assolutamente
necessaria.
Il reticolo deve essere usato anche per controllare l'inclinazione
dell'arma, fenomeno che influisce notevolmente sul punto di impatto dei
colpi, sempre a patto che l'ottica sia stata montata in maniera corretta.
E' bene sparare con calma, senza fretta. Lasciare raffreddare la canna
del fucile è spesso importante per evitare una dispersione dei colpi. In
genere nel periodo estivo la canna si scalderà velocemente e dopo un paio
di colpi sarà magari necessaria una pausa. Nel periodo invernale è
possibile anche eseguire una rosata completa di cinque-dieci colpi in un
tempo piuttosto limitato prima che la canna si scaldi.
E' inoltre consigliabile il controllo delle viti dell'arma, dell'attacco e
della base fissata alla culatta dopo aver sparato alcuni colpi. Le viti
possono allentarsi con le vibrazioni causate dallo sparo.
E' inoltre possibile che il rinculo dell'arma agisca sulle viti delle torrette
dell'ottica o sulle torrette stesse causando uno spostamento del
reticolo. Quest'ultimo è un problema difficile da risolvere se avviene
anche quando le viti presenti sulle torrette sono ben strette, in quanto è
un problema legato al cannocchiale.
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