taratura ottica pu

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TARARE IL MOSIN NAGANT 1891/30 CON OTTICA PU Scheda di Alberto De Carli - foto dell'autore. E' vietata la riproduzione di questo articolo o di parti di esso, nonchè delle immagini presenti, senza il permesso dell'autore o di chi cura questo sito web. Nel mondo delle armi ex ordinanza le cosiddette versioni "sniper", quelle equipaggiate con ottiche di puntamento, suscitano quasi sempre l'interesse sia del collezionista che del semplice appassionato o tiratore. Tra queste armi sicuramente quella in cui è più facile imbattersi è il fucile Mosin Nagant 1891/30 con ottica PU. Pagina 1 di 15 Taratura Ottica PU 16/06/2014 http://www.exordinanza.net/schede/Taratura_PU.htm

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TARARE IL MOSIN NAGANT 1891/30 CON

OTTICA PU

Scheda di Alberto De Carli - foto dell'autore. E' vietata la riproduzione

di questo articolo o di parti di esso, nonchè delle immagini presenti,

senza il permesso dell'autore o di chi cura questo sito web.

Nel mondo delle armi ex ordinanza le cosiddette versioni "sniper", quelle

equipaggiate con ottiche di puntamento, suscitano quasi sempre

l'interesse sia del collezionista che del semplice appassionato o tiratore.

Tra queste armi sicuramente quella in cui è più facile imbattersi è il

fucile Mosin Nagant 1891/30 con ottica PU.

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16/06/2014http://www.exordinanza.net/schede/Taratura_PU.htm

Oltre ad alcuni esemplari originali, sul mercato sono presenti un elevato

numero di versioni fasulle. L'enorme disponibilità di fucili 91/30 che

vengono venduti a prezzi accessibili a chiunque ha incrementato questa

moda e oramai i cosiddetti "tarocchi" non sono più di sola importazione

ma vengono creati nei retrobottega delle varie armerie semplicemente

su richiesta del cliente o anche da privati possessori e tiratori che

magari possiedono un minimo di manualità e attrezzatura meccanica.

Ottiche e attacchi di produzione corrente sono di facile reperibilità e

con l'arrivo al cinema di un noto film la "produzione"- o meglio

l'assemblaggio - di queste armi è aumentato considerevolmente.

In qualsiasi armeria o poligono di tiro se ne possono visionare diversi

esemplari, più o meno fedeli agli originali, per non parlare di alcune

varianti fantasiose.

Molto spesso chi prova al poligono una di queste armi per la prima volta

scopre che il fucile in questione non è perfettamente tarato, o perché la

cartuccia usata (ricaricata o commerciale che sia) è differente da quella

per cui l'arma era originariamente regolata (come nel caso di esemplari

originali che provengono da arsenali dell'ex blocco sovietico) o perché

l'attacco e l'ottica non sono stati montati correttamente.

E' bene ricordare che l'ottica PU ha 3,5 ingrandimenti e un campo visivo

di 4° e 30'. Il reticolo è tipico dei cannocchiali di quell'epoca ed è

costituito da un post verticale a punta e due post orizzontali.

Nelle ottiche moderne il reticolo è sempre perfettamente centrato

rispetto all'immagine visibile attraverso il cannocchiale e un movimento

delle torrette comporta lo spostamento del reticolo assieme all'intero

campo visivo. Ciò non avviene nell'ottica PU dove il movimento delle

torrette (alzo o deriva) comportano un movimento del solo reticolo,

mentre il campo visivo rimane fisso.

Con la taratura ideale per una distanza scelta il reticolo deve essere

perfettamente centrato rispetto al campo visivo e i colpi sparati

dovrebbero andare a segno nel punto mirato, esattamente nel punto

indicato dalla punta del post verticale.

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Nel caso dell'uso al poligono di tiro su bersaglio cartaceo un altro tipo di

taratura può essere usata. Mirando alle ore 6 di un bersaglio (come per

esempio il bersaglio da pistola standard UITS per i 50 m o il bersaglio

standard per armi ex-ordinanza per i 300 m) i colpi dovrebbero andare a

segno a una certa distanza superiore al punto mirato, corrispondente al

centro del bersaglio.

Se l'arma spara molto in alto o molto in basso rispetto al punto di mira

l'attacco dell'ottica deve essere regolato operando sulle due viti

presenti sulla base fissata alla culatta. Se il colpo sparato colpisce un

punto inferiore a quello mirato bisogna svitare la vite inferiore e

avvitare quella superiore, in modo da alzare la linea di mira dell'ottica

spostando l'intero attacco. Viceversa, se il colpo va a segno in un punto

superiore a quello mirato è necessario svitare la vite superiore e

avvitare quella inferiore in modo di abbassare la linea di mira dell'ottica

spostando il relativo attacco. E' superfluo dire che una volta regolate,

queste due viti devono sempre essere fisse e strette con l'attacco, pena

una scarsa precisione e dispersione (principalmente verticale) dei colpi.

E' bene tener presente che un quarto di giro di queste viti comportano

uno spostamento di circa 150 mm su un bersaglio posto a 100 m.

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La foto mostra le viti principali per regolare l'attacco dell'ottica PU.

Al punto 1 e 2 rispettivamente la vite superiore e inferiore.

Il punto 3 mostra la vite necessaria per bloccare l'attacco all'arma.

Al punto 4 le viti delle torrette, al punto 5 e 6 le viti che fissano l'ottica

all'attacco.

Per regolare la deriva bisogna intervenire sull'attacco, che presenta due

battute in rilievo nella parte posteriore dello stesso. Se i rilievi

presentano uno spessore eccessivo l'attacco e la relativa ottica

punteranno a destra rispetto a l'asse della canna, e l'arma sparerà a

sinistra del punto mirato. In questo caso bisogna asportare del materiale

dai rilievi posteriori all'attacco per portarlo perfettamente in asse.

Questo è un lavoro delicato perché se si asporta una quantità eccessiva

di materiale l'attacco sarà rovinato e l'ottica punterà a sinistra rispetto

all'asse della canna. E' bene procedere con piccole asportazioni in modo

da non andare sotto spessore. In questa operazione non si può

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improvvisare e se non si è certi di saper operare nel modo corretto è

bene lasciar fare questo lavoro ad un armaiolo capace o ad una persona

competente.

Se l'attacco e la relativa ottica puntano a sinistra rispetto all'asse della

canna significa che i rilievi presenti sul retro dell'attacco hanno uno

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spessore inferiore a quello corretto e se questo avviene i colpi sparati

vanno a segno in un punto a destra di quello mirato. Questo avviene se si

asporta troppo materiale nel regolare un attacco (come descritto poco

fa) o talvolta nel caso si utilizzi un'attacco già regolato per un'altra

arma. Se si presenta questo inconveniente l'unica soluzione è utilizzare

degli spessori molto sottili (come ad esempio spessori di carta di spagna

da pochi centesimi o decimi di millimetro) per portare l'ottica il più

possibile in asse.

Se l'arma è già tarata in linea di massima e diversi tipi di munizioni o

ricariche comportano diversi punti d'impatto sul bersaglio non sarà

necessario eseguire le operazioni sopra descritte, ma basterà regolare

le torrette dell'ottica. Un minimo spostamento, in particolare della

torretta dell'alzo, non comporta grossi problemi nel campo visivo del

cannocchiale e non disturba la mira.

La torretta della deriva è calibrata in milliradianti. Ogni tacca

corrisponde a un milliradiante, equivalente a circa 100 mm a cento metri.

La scala graduata della torretta della deriva è espressa in milliradianti

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Se il colpo, o i colpi sparati sono in un punto diverso da quello mirato

bisogna regolare le torrette in modo da portare il centro del reticolo nel

punto dove la pallottola è andata a segno. Personalmente preferisco

eseguire una rosata di tre-cinque colpi e poi agire sulle torrette, magari

posizionando il reticolo nel centro della rosata. Questa tecnica di

taratura viene usata con tutte le armi munite di ottica di puntamento,

siano esse destinate all'attività venatoria o alla sola attività di tiro al

poligono. Durante la regolazione l'arma deve rimanere perfettamente

fissa ed il movimento delle torrette comporta lo spostamento del

reticolo nel punto desiderato.

Una morsa per fucile può essere utile, ma questa operazione può essere

eseguita senza grossi problemi mantenendo l'arma fissa sui sacchetti o

sui rest posizionati sul banco di tiro.

L'ottica PU non presenta una regolazione del reticolo molto fine ed è

difficile tarare in maniera precisa l'arma con pochissimi colpi, al

contrario delle moderne ottiche di puntamento. Bisogna spesso

posizionare le torrette in punti "intermedi" tra le tacche graduate e non

avendo punti di riferimento precisi l'unico metodo veramente efficace è

quello di verificare il punto d'impatto sparando una serie di colpi. 

Se la torretta dell'alzo viene ruotata in senso orario si ha un

abbassamento del reticolo ed un relativo innalzamento del punto di

impatto del proiettile. Viceversa un movimento anti-orario della torretta

comporta l'innalzamento del reticolo e l'abbassamento del colpo.

Un movimento in senso orario della torretta della deriva provoca uno

spostamento a destra del reticolo, mentre il movimento anti-orario

sposta il reticolo a sinistra. Se il cannocchiale non è allineato

correttamente lo spostamento delle torrette provocherà uno

spostamento in diagonale dei colpi.

Una taratura sommaria può essere eseguita traguardando attraverso la

canna e centrando il bersaglio con essa. Questa tecnica viene chiamata "

bore-sighting" (letteralmente "taratura attraverso la canna"). L'arma

deve essere bloccata e il reticolo viene regolato finchè non risulta

anch'esso allineato con il centro del bersaglio. Questa operazione può

anche essere eseguita agendo sulle viti presenti sulla base montata alla

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culatta, come descritto prima. Come già detto questa è una taratura

grossolana ma permette di colpire il bersaglio in maniera sicura evitando

magari uno spreco di munizioni e poter così eseguire in seguito una

regolazione più precisa. Un metodo analogo prevede l'uso di un puntatore

laser (una falsa cartuccia o un puntatore da infilare nella canna a livello

della volata). E' un metodo molto valido ma recenti disposizioni di legge

hanno bandito tali dispositivi che in passato sono stati usati in modo

improprio.

A mio parere la prima taratura non dovrebbe essere eseguita a distanze

superiori a cento metri e talvolta è necessario eseguirla a distanze

ancora inferiori. Una volta tarata a questa distanza sarà più facile

regolare la carbina per una distanza maggiore, 200-300 metri o più. E'

bene ricordare che qualora si voglia sparare a lunga distanza con

quest'arma tarata magari a 100 m, non sarà sufficiente operare sul solo

alzo dell'ottica ma sarà anche necessario compensare in deriva gli errori

causati da un ottica non centrata con l'asse della canna. Questi errori si

amplificano al crescere della distanza. Inoltre è bene ricordare che al

crescere della distanza il passo di rigatura destroso della canna porterà

la palla a colpire un punto a destra rispetto al punto mirato.

Svitando o semplicemente allentando le due piccole viti presenti su ogni

torretta è possibile spostare e regolare la relativa scala graduata rispetto

alla tacca marcata sulla base della torretta. Questo consente di graduare

correttamente l'ottica per una distanza scelta.

Questa operazione va eseguita utilizzando un cacciavite di dimensioni

idonee, per evitare di rovinare il taglio delle viti. Particolarmente indicati

sono alcuni cacciaviti per orologeria ma altrettanto idonei sono quelli

presenti in commercio, di più facile reperibilità. A seconda delle necessità

tali cacciaviti possono essere opportunamente affilati così da adattarsi

perfettamente al taglio della vite.

La stessa cosa è valida e consigliata per le altre viti presenti sull'arma e

per tutte le armi in generale, siano esse ex ordinanza oppure no.    

La tecnica descritta poco fa permette di regolare la scala graduata

dell'ottica, correzione che però è limitata per una distanza scelta. La

gradazione numerica difficilmente coinciderà con le traiettorie delle varie

munizioni, a meno che non vengano utilizzate cartuccie originali per cui

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l'ottica era originariamente calibrata (il cui uso è comunque sconsigliato

per diversi motivi) o versioni di contemporanea produzione che ne

riproducano fedelmente le caratteristiche. La discrepanza tra il valore

espresso sulla scala graduata e il punto di impatto del proiettile aumenterà

al crescere della distanza tra tiratore e il bersaglio. 

I fucili 91/30 sono in grado di dare grandi soddisfazioni e ottime rosate.

Spesso si sente dire o si legge che è possibile ottenere una precisione di

circa un MOA (corrispondente a 1 pollice- 25,4mm - a 100 yard)

utilizzando ottime cartucce commerciali o una ricarica corretta, e tale

affermazione corrisponde al vero. In media una di queste armi con la

rigatura in ottime condizioni dovrebbe essere in grado di effettuare

rosate tra i 25 e i 35 mm a 100 metri.

Anche se non è sempre una costante (a causa di svariati motivi), è

possibile posizionare i colpi sparati molto vicini tra loro, in modo da

formare un unico foro sul bersaglio.

Ovviamente ogni arma è differente e chi ha un po' di esperienza saprà

che vi sono esemplari più precisi rispetto ad altri.

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Una rosata media di 8 colpi sparati a 100 metri con un 91/30 munito di ottica

PU.

La distanza tra i bordi esterni della rosata è di 35 mm mentre corrisponde a 30

mm tra i centri.

Una rosata di cinque colpi a 100 m.

Per ottenere le massime prestazioni è bene sparare da un banco di tiro,

con l'uso di rest o sacchetti riempiti di sabbia. Le viti dell'arma,

dell'attacco e della base fissata alla culatta devono essere ben strette,

pena un movimento delle parti dell'arma che si riflette negativamente

sulla precisione.

Il fucile deve essere tenuto dal tiratore con una presa salda. La tecnica

usata dai tiratori di Bench Rest di lasciare l'arma libera durante il

rinculo non è adatta alle armi ex ordinanza o alle carabine da caccia.

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L'occhio deve essere posizionato a una distanza tale dall'ottica (circa 70

- 75 mm) da poter vedere interamente e in maniera nitida l'immagine

presente all'interno del cannocchiale.

L'immagine nitida come deve apparire attraverso l'ottica PU.

L'occhio deve anche essere centrato così da evitare errori di parallasse,

molto evidenti in questo particolare cannochiale.

Se l'occhio è troppo lontano o troppo vicino,

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nonché troppo a destra o a sinistra,

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o in alto e in basso,

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il tiratore vedrà degli aloni scuri sul bordo delle lenti. Se questo avviene

il colpo sparato andrà a segno in direzione opposta all'alone scuro che si

vede all'interno dell'ottica. Inoltre il reticolo non deve apparire

"curvato", fenomeno tipico del parallasse. A causa della posizione

dell'ottica questa non è cosa facile da fare se si spara dal banco. Bisogna

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assumere una posizione abbastanza scomoda, ma è assolutamente

necessaria.

Il reticolo deve essere usato anche per controllare l'inclinazione

dell'arma, fenomeno che influisce notevolmente sul punto di impatto dei

colpi, sempre a patto che l'ottica sia stata montata in maniera corretta.

E' bene sparare con calma, senza fretta. Lasciare raffreddare la canna

del fucile è spesso importante per evitare una dispersione dei colpi. In

genere nel periodo estivo la canna si scalderà velocemente e dopo un paio

di colpi sarà magari necessaria una pausa. Nel periodo invernale è

possibile anche eseguire una rosata completa di cinque-dieci colpi in un

tempo piuttosto limitato prima che la canna si scaldi.

E' inoltre consigliabile il controllo delle viti dell'arma, dell'attacco e

della base fissata alla culatta dopo aver sparato alcuni colpi. Le viti

possono allentarsi con le vibrazioni causate dallo sparo.

E' inoltre possibile che il rinculo dell'arma agisca sulle viti delle torrette

dell'ottica o sulle torrette stesse causando uno spostamento del

reticolo. Quest'ultimo è un problema difficile da risolvere se avviene

anche quando le viti presenti sulle torrette sono ben strette, in quanto è

un problema legato al cannocchiale.

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