sottrazione internazionale di minori contesi

27
1 Psicologia & Giustizia Anno XV, numero 2 Luglio-Dicembre 2014 SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI CONTESI: UNA PROSPETTIVA D’INSIEME SUL FENOMENO M.G. De Biasi 1 “Dici: è faticoso frequentare i bambini. Hai ragione. Aggiungi: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli. Ti sbagli. Non è questo l’aspetto più faticoso. È piuttosto il fatto di essere costretti ad elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi. Per non ferirli”. Janusz Korcza (pedagogo, scrittore e medico polacco, Varsavia, 22 luglio 1878 Campo di sterminio di Treblinka, 6 agosto 1942) Abstract - La globalizzazione e l’abbattimento dei confini tra Paesi hanno contribuito all’aumento esponenziale, in Italia, delle unioni fra persone aventi cittadinanza diversa. Non è raro che, in connessione al sorgere di “patologie” all’interno del rapporto di coppia, un genitore decida, nella paura di non essere sufficientemente tutelato in terra “straniera” o come gesto di rivalsa nei confronti dell’ex partner, di fuggire oltre frontiera portando la prole con sé. Si configura, in questi casi, un trasferimento/trattenimento illecito di minore o, più tecnicamente, un atto di sottrazione internazionale. Del fenomeno, anche identificato come legal kidnapping o child abduction, ne viene proposto uno studio secondo una prospettiva più strettamente giuridica e psicologica, che si conclude con la presentazione di statistiche aggiornate tratte dal Ministero della Giustizia e dal Ministero degli Affari Esteri. Se tanto è stato 1 Università degli Studi di Torino. Inidirizzo mail: [email protected]

Upload: others

Post on 18-Jan-2022

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Sottrazione Internazionale di minori contesi

1

Psicologia & Giustizia

Anno XV, numero 2

Luglio-Dicembre 2014

SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI CONTESI:

UNA PROSPETTIVA D’INSIEME SUL FENOMENO

M.G. De Biasi1

“Dici: è faticoso frequentare i bambini.

Hai ragione.

Aggiungi: perché bisogna mettersi al loro livello,

abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.

Ti sbagli.

Non è questo l’aspetto più faticoso.

È piuttosto il fatto di essere costretti ad elevarsi

fino all’altezza dei loro sentimenti.

Di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi

sulle punte dei piedi.

Per non ferirli”.

Janusz Korcza (pedagogo, scrittore e medico polacco,

Varsavia, 22 luglio 1878 – Campo di sterminio di Treblinka, 6 agosto 1942)

Abstract - La globalizzazione e l’abbattimento dei confini tra Paesi hanno contribuito

all’aumento esponenziale, in Italia, delle unioni fra persone aventi cittadinanza diversa.

Non è raro che, in connessione al sorgere di “patologie” all’interno del rapporto di

coppia, un genitore decida, nella paura di non essere sufficientemente tutelato in terra

“straniera” o come gesto di rivalsa nei confronti dell’ex partner, di fuggire oltre

frontiera portando la prole con sé. Si configura, in questi casi, un

trasferimento/trattenimento illecito di minore o, più tecnicamente, un atto di sottrazione

internazionale. Del fenomeno, anche identificato come legal kidnapping o child

abduction, ne viene proposto uno studio secondo una prospettiva più strettamente

giuridica e psicologica, che si conclude con la presentazione di statistiche aggiornate

tratte dal Ministero della Giustizia e dal Ministero degli Affari Esteri. Se tanto è stato

1 Università degli Studi di Torino. Inidirizzo mail: [email protected]

Page 2: Sottrazione Internazionale di minori contesi

2

fatto sul versante della tutela del minore, in tema di trattati internazionali e accordi tra le

diverse realtà (nonostante non tutti gli Stati vi abbiano aderito), ancora molto poco

esplorato appare il fronte dei vissuti psicologici del minore. La sofferenza cui il

bambino è chiamato deriva dai vissuti cui lo stesso è costretto, turbamenti che egli non

ha cercato e non ha voluto; il minore conteso e sottratto diviene protagonista di un

violento “sradicamento” dal proprio contesto ambientale e da un realtà più

specificatamente scolastica e socio-relazionale, nonché da ogni possibile legame

significativo con l’altro genitore o con terze figure di riferimento.

Parole chiave: “coppie miste”, “divorzi internazionali”, “figli contesi”, “sottrazioni

internazionali”.

Solitamente vengono definiti bambini contesi, sottratti, bambini con la valigia,

bambini trasparenti; sono i nuovi protagonisti delle tristi vicende che, nel panorama

nazionale e internazionale, diventano un’interessante attrattiva per media e opinione

pubblica.

Costituisce ormai un’evidenza la presenza sempre più massiccia, in Italia, di

cittadini provenienti da realtà anche molto lontane dalla nostra. Con l’abbattimento di

ogni confine e grazie ad una maggiore libertà di movimento, essi giungono ad insediarsi

nel nostro Paese per formare spesso, col tempo, una propria famiglia. Per lungo tempo

l’Italia è andata caratterizzandosi come un Paese di emigrati, una realtà persistita fino

agli anni Sessanta del XX secolo; il flusso di stranieri in entrata ha cominciato a

prendere consistenza solo verso la fine degli anni Settanta, acquisendo uno spessore

sempre maggiore, al punto da rendere l’Italia destinazione prescelta da migliaia di

uomini, donne e bambini, in fuga dalla loro terra e in cerca di un futuro migliore. Il

Dossier Statistico Immigrazione curato da Caritas e Migrantes (22° Rapporto - 2012) ha

stimato che il numero complessivo degli immigrati regolari, inclusi i comunitari e quelli

non ancora iscritti in anagrafe, abbia di poco superato i 5 milioni di persone alle fine del

2011, un numero appena più alto di quello stimato nell’annata precedente, con

un’incidenza sulla popolazione residente pari all’8,2% (www.dossierimmigrazione.it).

Se si assiste ad un incremento della popolazione residente nel nostro Paese (nel

conteggio complessivo di italiani e stranieri che da 60.340.328 al primo gennaio 2010

passa a 60.626.442 al primo gennaio 2011 - Istat, Popolazione straniera residente in

Page 3: Sottrazione Internazionale di minori contesi

3

Italia. Anno 2011, Statistiche report, 22 settembre 2011 - www.istat.it), ciò è

praticamente da addebitare alla dinamica naturale e migratoria dei residenti stranieri

sopra descritta.

Focus di interesse è dato, in particolare, dalla sempre più cospicua formazione di

coppie definite miste, ovvero di unioni tra un autoctono (cittadino italiano) e uno

straniero. Che si tratti di semplici legami o che si decida di consolidare il vincolo

attraverso l’istituto del matrimonio, tali coppie sono chiamate al pari delle altre, o forse

più delle altre, a fronteggiare non solo le innumerevoli difficoltà di una “normale”

unione di coppia, ma altresì le diversità di lingua, religione, cultura, nonché dei

differenti sistemi giuridici di tutela di cui i due coniugi sono portatori; differenze che si

riflettono, anche e soprattutto in presenza di figli nati da queste unioni interetniche, sulle

scelte in materia di educazione, istruzione, adesione ad una religione piuttosto che ad

un’altra. In questi casi spesso non basta un sentimento profondo d’amore e condivisione

a tenere unita una coppia; le differenze che nel contesto di coppia attraggono e finiscono

per essere fortemente minimizzate, vengono percepite come un pesante fardello dalla

società circostante, la quale spesso, con i propri pregiudizi e credenze conservatrici,

costituisce motivo di destabilizzazione, se non rottura, degli equilibri tra partner.

I dati Istat riguardanti il numero dei matrimoni contratti in Italia nel 2011 rispetto

agli anni precedenti (Istat, Il matrimonio in Italia. Anno 2011, Statistiche report, 28

novembre 2012 - www.istat.it), mostrano un evidente declino degli stessi. In riferimento

al Report di statistiche ISTAT aggiornato al 2012 e trattante la tematica dei matrimoni

in Italia1, si rileva come, nel solo 2011, siano stati celebrati complessivamente 204.830

matrimoni, di cui 26.617 nozze con almeno uno sposo straniero (13% del totale). 18.000

sono stati invece i matrimoni misti, ovvero le unioni tra un coniuge italiano e uno

straniero, rappresentando altresì la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno

sposo straniero (68% su un totale di 26.617 matrimoni). Si legge ancora nel Report:

“nelle coppie miste la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la

sposa è straniera. Gli uomini italiani che nel 2011 hanno sposato una cittadina straniera

hanno nel 17,7% dei casi una moglie rumena, nel 9,9% un’ucraina e nel 7,6% una

brasiliana. Le donne italiane che hanno sposato un cittadino straniero, invece, hanno

scelto più spesso uomini provenienti dal Marocco (10%) e dall’Albania (8,1%). I casi in

cui la sposa è italiana e lo sposo è tunisino o egiziano sono diminuiti drasticamente a

Page 4: Sottrazione Internazionale di minori contesi

4

partire dal 2008, al punto da cedere la loro posizione di vertice nella graduatoria a

cittadinanze come Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Francia” (ibidem, nota 7, p. 7

del Report).

Sempre meno gente decide quindi di compiere l’importante passo del matrimonio e chi

lo fa, probabilmente, giunge sempre prima, rispetto a tempi passati, alla decisione di

porre fine al legame. Le motivazioni di simili scelte possono essere le più disparate.

Attraverso una lettura dei dati contenuti nel Report di statistiche Istat del 27

maggio 2013 (Istat, Separazioni e divorzi in Italia. Anno 2011, Statistiche report, 27

maggio 2013 - www.istat.it), è possibile risalire al numero totale di separazioni e

divorzi per l’anno 2011, comprendenti altresì quote riguardanti coppie miste presenti nel

nostro Paese. Complessivamente, per il 2011, il numero di legami coniugali interrotti

ammonta a 88.797 casi di separazione e 53.806 casi di divorzio. Più specificatamente, in

materia di dissoluzioni dei legami coniugali cosiddetti misti, nel 2005 sono state

pronunciate nei tribunali italiani 7.536 separazioni contro le “4.266 concesse nell’anno

2000, con un incremento pari al 76,7%”; col tempo, “si è registrata una battuta d’arresto

sia in valori assoluti che percentuali: nel 2011 le separazioni sono state 7.144, pari

all’8% di tutte le separazioni” (ibidem, nota 8, p. 7 del Report), mentre per i divorzi di

coppie miste, è possibile osservare una comune tendenza alla crescita, nonostante

l’entità del fenomeno sia piuttosto contenuta (4.213 casi nel 2011, pari al 7,8% del

totale) (ibidem).

Il “grande male” che attanaglia le coppie moderne deriva, probabilmente, dalla

mancanza di confronto, comunicazione e scambio di idee reciproche; spesso non si

riesce ad impedire che un 'conflitto', inteso come semplice 'incontro tra differenze'

(Barone, 2007), degeneri in uno scontro senza vie d’uscita. Non si riesce a vedere altro

che sé stessi, si è così presi dalla necessità di dimostrare che è l’altro ad essere sbagliato,

da non badare a coloro che, più di tutti, dovrebbero ottenere tutela in queste situazioni: i

figli; 'dai figli non si divorzia', scrive nel titolo del suo libro Anna Oliverio Ferraris (cit.

in Vegetti Finzi, 2005, p. 43). I bambini contesi nelle dispute familiari divengono

protagonisti di scenari di conflittualità e odio reciproco tra genitori; loro, cui spesso

viene negato il diritto alla bigenitorialità e alla necessità di mantenere dei rapporti

stabili e duraturi con entrambe le figure genitoriali, i loro vissuti di trascuratezza, le

sensazioni di abbandono, i loro sensi di colpa. Scrive Roberto Filippini: 'l’odio è un

Page 5: Sottrazione Internazionale di minori contesi

5

sentimento al servizio della sopravvivenza. Noi odiamo innanzitutto ciò che smentisce il

nostro essere, ciò che ci mette in contraddizione con noi stessi, ciò che ci mette in crisi

di gestione e di inadeguatezza. Odiamo ciò che ci spaventa' (Filippini, 2007, p. 125).

Viene dunque da chiedersi: odiare per sopravvivere, odiare il proprio partner, odiare per

un proprio egoismo, per proteggere sé stessi. Ma la sopravvivenza, la felicità, la serenità

e la protezione dei piccoli in questi contesti di odio gratuito, chi li garantisce?

Emerge così il delicato tema della continuità genitoriale dopo il divorzio, un

assunto psico-giuridico di estrema rilevanza che si pone a tutela dei soggetti, i bambini

appunto, chiamati a subire in prima persona le conseguenze di una situazione che loro

stessi non han cercato e non han voluto. Il principio che emerge con una certa enfasi è

quello per cui, al di là della intervenuta scissione di coppia, la funzione genitoriale

sopravvive e l’interesse del minore prevale su ogni altro. Grechez asserisce: 'un

bambino ha diritto di avere accesso ad entrambi i genitori, ha il diritto di non perdere

metà del suo essere figlio e della sua identità, ha il diritto di non essere obbligato a

scegliere di detestare uno dei suoi genitori' (Grechez cit. in Virzì - www.prepos.it).

Posta a tutela del diritto del minore alla bi genitorialità, oggi la normativa italiana

vigente dispone per un affidamento dei figli che sia tra entrambi i genitori2; il giudice

non dovrà più porsi quindi nella condizione di valutare attentamente a quale dei due

genitori è opportuno che il minore venga affidato, bensì dovrà considerare

preliminarmente l’opportunità che i figli restino affidati ad entrambi e che gli stessi

possano trovare un comune accordo in tema di suddivisione dei compiti educativi, di

mantenimento e cura delle prole. La normativa in vigore riconosce dunque al bambino il

diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, a

ricevere cura ed educazione da entrambi e conservare rapporti significativi con le

rispettive famiglie d’origine, rendendo residuale l’ipotesi della monogenitorialità.

Sicuramente però, protagonisti indiscussi nel panorama che fino ad ora si è

cercato di delineare restano loro, i figli di genitori appartenenti a mondi diversi e culture

dissimili, e le relative difficoltà legate al problema fondamentale della loro educazione.

In questi contesti la problematica della sottrazione familiare, “strategia” in cui un

2 Il riferimento è rivolto alla L. 8 febbraio 2006, n. 54, recante: “disposizioni in materia di separazione dei

genitori e affidamento condiviso dei figli”.

Page 6: Sottrazione Internazionale di minori contesi

6

genitore decide volontariamente, unilateralmente e senza consenso alcuno, di sottrarre il

figlio al coniuge o ex partner con l’intenzione di nasconderlo e di tenerlo con sé in modo

permanente, ha ormai raggiunto dimensioni ragguardevoli, trasformandosi da problema

familiare e privato ad accadimento di interesse sociale e legale. La fattispecie si

configurerebbe in quei casi in cui un genitore (solitamente il coniuge straniero), prima

ancora di eventuali decisioni giudiziarie in materia di affidamento dei figli e a ridosso

della rottura del rapporto coniugale, decida di fuggire con la prole in altri Stati al fine di

avviare una procedura che garantisca a sé stesso una situazione favorevole in tema di

custodia del minore (in riferimento alla cosiddetta pratica del forum shopping, di un

foro più facile e più sicuro per ottenere l’affidamento). È possibile che una sottrazione

di minore abbia luogo anche nei casi in cui un provvedimento di affidamento sia stato

già emesso (o delle decisioni su una condizione affidataria di fatto e non di diritto), e il

genitore-sottrattore ne eluda i contenuti ai danni di chi, legalmente, esercita un diritto in

tal senso. Potrebbe ancora capitare di trattenere il minore in uno Stato diverso da quello

di residenza abituale oltre il periodo legale di visita concesso dal giudice al genitore non

affidatario o di sottrarre il minore in uno Stato per portarlo in un altro, dopo aver

ottenuto in quest’ultimo una decisione che abbia garantito l’affidamento del minore al

genitore rapitore, in contrasto con una precedente decisione. Dunque, che si giunga a

sottrarre il proprio figlio al genitore affidatario come gesto di opposizione nei confronti

di quest’ultimo, che lo si implementi preventivamente come atto di tutela nei riguardi

della propria stessa genitorialità o che rappresenti un comportamento volto alla

protezione del minore (nelle situazioni di abuso ai danni del fanciullo, ad esempio),

poco importa. Episodi di child abduction o legal kidnapping (per usare le espressioni

più diffuse nel contesto internazionale), gravano pesantemente sul vissuto del bambino,

conteso, sottratto e chiamato a subire le conseguenze del proprio sradicamento dal

contesto di vita abituale.

Ai figli di queste coppie viene negato il diritto a vivere dell’affetto di entrambe le

figure genitoriali, essi cadono nella trappola del doversi schierare necessariamente con

l’una piuttosto che con l’altra. Vivono la sofferenza data dalla lontananza dal genitore

affidatario ma non possono ribellarsi a chi, pur essendo divenuto il loro “rapitore”, resta

pur sempre un genitore. Sperimentano l’abbandono come una loro colpa, fantasticano

un ritorno in famiglia, idealizzano una nuova riunione del nucleo familiare. Ostentano

Page 7: Sottrazione Internazionale di minori contesi

7

diverse reazioni, differenti soprattutto a seconda dell’età; vivono la 'minaccia di una

perdita irreparabile, di una solitudine terrificante' (Vegetti Finzi, 2005, p. 70). È Alberto

Salzano, uno tra i massimi esponenti della letteratura italiana ad aver trattato il tema

della sottrazione internazionale di minori, a proporre, in un suo articolo, il parallelismo

tra l’evento-sottrazione e la nozione di maltrattamento psicologico ai danni del minore

(Salzano, 2001). La sottrazione di minore implica un evento traumatico per chi lo

subisce, una violenza intrafamiliare che ne turba ogni possibile equilibrio, che genera

danni importanti nel processo di formazione della personalità del bambino o

dell’adolescente; una crisi imposta che si aggiunge a quelle normative cui già

evolutivamente il fanciullo deve far fronte. Essa rappresenta l’acme nelle situazioni

altamente pregiudiziali di separazione coniugale, costituisce una forma di disagio

sociale in forte crescita. Il bambino è chiamato a vivere una duplice sofferenza,

conseguenza sia della perdita dell’altro genitore, sia della necessità data dal dover

vivere in un regime di “semi-clandestinità”, in un conflitto permanente tra il desiderio di

ricomporre il nucleo familiare, o quanto meno di riunirsi al genitore lontano, e la

necessità data dal dovere imparare a convivere comunque col proprio “rapitore”, che

resta pur sempre un genitore3. L’impatto con una nuova lingua contribuirà altresì ad

amplificare il senso di estraneità e di disorientamento vissuto dal bambino,

intensificando il dolore e l’angoscia da smarrimento.

Gli autori Noto e Mannino hanno elaborato le principali forme di disagio psichico

riscontrabili nel minore sottratto e riassumibili nello schema seguente:

- reazioni da “adattamento” e da “sradicamento”: sono tra le forme reattive più

consuete; si presentano sotto forma di spaesamento e si contraddistinguono per

arrecare al bambino ansietà, depressione e difficoltà di orientamento nelle scelte,

una sintomatologia che si ritrova solo nei primi mesi di soggiorno nel nuovo

Paese di accoglienza;

- reazioni “psicosomatiche”: di risposta corporea al malessere emotivo; si

palesano manifestazioni sia di tipo dermatologico che gastro-intestinale;

3 Cfr.: http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/html/relazioni%5C16PDL0021840.html

(Discorso alla Camera che riassume le linee essenziali del fenomeno delle sottrazioni internazionali di

minori).

Page 8: Sottrazione Internazionale di minori contesi

8

- “situatività nostalgica”: si tratta di pensieri e sentimenti nostalgici, “dallo stupore

melanconico al mutismo, dal negativismo a spunti deliranti”;

- “quadri psicotici”, comprendenti stati confusionali improvvisi, forme

allucinatorie e depressive atipiche, nonché sviluppi deliranti (Noto e Mannino,

2009, p. 149).

Gravoso, dunque, il danno psicologico che il minore riceve nelle situazione di drastico

sradicamento dalla realtà di appartenenza, dal proprio contesto di “residenza abituale”;

un impatto violento che genera disagio, perdita di ogni sicurezza e della propria

autostima, perdita della propria identità; un dolore che colpisce il bambino, senza che

questo possa contare sull’affetto dei due genitori per essere a ciò gradualmente

preparato.

La necessità di garantire il bene del minore ha così portato, nel corso di qualche

decennio, alla stipula di trattati e strumenti pattizi in grado di proporre soluzioni

concrete alle problematiche concernenti il diritto minorile e volti al ripristino di

situazioni precedenti azione di kidnapping. La via migliore, se non l’unica, per

combattere il problema della sottrazione resta quella della cooperazione internazionale.

Diversi sono gli strumenti giuridici sino ad oggi approvati, sebbene essi non siano stati

ratificati da tutti gli Stati. Il fenomeno trova essenziale regolamentazione nelle due

Convenzioni cardine, ma non solo: quella de L’Aja del 25 ottobre 1980, entrata in

vigore in Italia il primo maggio 1995 (così come integrata dal successivo Regolamento

CE 2201/2003, anche definito Bruxelles II-bis), inerente gli aspetti privatistici della

sottrazione di minore, e quella di Lussemburgo, Convenzione europea sul

riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia di affidamento dei minori e di

ristabilimento dell’affidamento, aperta alla firma il 20 maggio 1980, in vigore in Italia

dal primo giugno 1995. L’obiettivo primario delle due Convenzioni è unico e consiste

nel fornire un immediato rimedio all’evento-sottrazione. Lo scopo è ripristinare lo

status quo ante del minore rispetto all’evento e l’opportunità di farlo nel più breve

tempo possibile, prima che lo stesso possa rifarsi una nuova vita altrove, rendendo così

vana la necessità di un ritorno presso il luogo di residenza abituale; ma, mentre la

Convenzione de L’Aja del 1980 privilegia il rientro immediato del minore

indipendentemente dal riconoscimento e dall’esecuzione di una precedente decisione

straniera di affidamento, la Convenzione europea 'non limita la sua sfera di competenza

Page 9: Sottrazione Internazionale di minori contesi

9

ai soli casi di sottrazione e non restituzione', ma la estende a qualunque decisione in

tema di affidamento, anche 'a prescindere dal fatto che si sia verificato un caso di

rapimento' (Mori, 2005). Ai sensi di questa normativa, dunque, si configura come

trasferimento illegittimo di minore ogni spostamento che violi il provvedimento di

affidamento o il diritto di visita, quando invece, nei termini previsti dalla Convenzione

de L’Aja, 'ad attribuire illegalità al trasferimento del minore all’estero non è solamente

o necessariamente la violazione di un provvedimento giudiziale di affidamento, peraltro

eventuale, bensì anche l’effettivo mancato esercizio della potestà genitoriale o di un

potere analogo, in mancanza di un provvedimento di separazione, divorzio o di

affidamento giudiziale' (Anceschi cit. in Contiero, 2009, p. 241).

Sul tema delle sottrazione internazionali di minori, i dati ottenuti grazie alle

richieste avanzate, e corrisposte, dal Ministero della Giustizia4, Dipartimento per la

Giustizia Minorile, e dal Ministero degli Affari Esteri, Dipartimento per gli Italiani

all’Estero e le Politiche Migratorie, prospettano un fenomeno, seppur non in costante

crescita, comunque riportante proporzioni notevoli.

In totale le istanze giunte agli Uffici dell’Autorità Centrale5 Italiana

6 nell’arco di

12 anni complessivi (dal 2000 al 2012), comprendenti sia la tipologia “rimpatrio”, che

4 L’insieme dei dati qui di seguito elaborati è stato reperito successivamente a richiesta avanzata al

Magistrato addetto per l’Ufficio II - Autorità Centrali Convenzionali [[email protected]].

Il materiale fornito fa riferimento a dati derivanti dal Dipartimento per la Giustizia Minorile - Ufficio I del

Capo Dipartimento - Servizio Statistica. L’ultimo aggiornamento disponibile, da cui si sono attinte le

informazioni sul fenomeno, è risalente alla data del 24 gennaio 2013. 5 Istituzione prevista per ogni Stato aderente alla Convenzione de L’Aja del 1980, col compito di

adempiere agli obblighi imposti dagli accordi stipulati, garantirne un’applicazione e provvedere

all’esecuzione delle procedure essenziali per il ritorno immediato del minore nel Paese di residenza

abituale (artt. 6 e 7 Conv. de L’Aja). A tal fine, i cittadini degli Stati firmatari della Convenzione olandese

avranno la facoltà di rivolgersi all’Autorità Centrale dello Stato di residenza abituale del minore o

direttamente alle Autorità Centrali degli Stati contraenti (art. 8 Conv. de L’Aja), potendo contare, nello

Stato in cui si svolge la procedura, del diritto alla stessa assistenza giudiziaria di cui godrebbero se

fossero residenti in tale Stato (art. 25). Compito delle Autorità sarà dunque quello di provvedere alla

localizzazione del minore illecitamente trasferito o trattenuto, impedendo nuovi pericoli per lo stesso e

tentando di favorire una consegna volontaria (art. 7 Conv. de L’Aja). La procedura dovrà “essere

espletata con urgenza, in un termine che non superi le sei settimane. Trascorso tale termine l’Autorità

Centrale del Paese richiesto può essere sollecitata a spiegare i motivi del ritardo” (art. 11 Conv. de

L’Aja). 6 La Repubblica italiana riconosce nel Ministero della Giustizia, Dipartimento per la Giustizia

Minorile, Ufficio delle Autorità Centrali Convenzionali, l’Autorità Centrale competente per il nostro

Paese (art. 3 - L. 64/94).

Page 10: Sottrazione Internazionale di minori contesi

10

la tipologia “diritto di visita”7, ammontano a n. 2.174 richieste; più specificatamente,

400 sono state le sollecitazioni in tema di esercizio del diritto di visita e 1.774 le

petizioni di rimpatrio del minore. Dalle distribuzioni tra le richieste avanzate (cfr.: tab.

1.1) emerge come, mentre per il diritto di visita il numero delle istanze presentate è

distribuito tra gli anni in modo più o meno omogeneo, per le richieste di rimpatrio si

registra, soprattutto nel biennio 2008- 2009, un notevole picco rispetto agli anni

precedenti e successivi.

Tabella 1.1. – Istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana

negli anni dal 2000 al 2012, secondo la tipologia.

Anni Esercizio del

diritto di visita

Rimpatrio Totale

2000 41 100 141

2001 26 99 125

2002 26 94 120

2003 24 99 123

2004 32 98 130

2005 21 130 151

2006 27 124 151

2007 40 169 209

2008 41 197 238

2009 40 179 219

2010 34 159 193

2011 23 153 176

2012 25 173 198

Totale 400 1.774 2.174

Fonte dei dati: Dipartimento per la Giustizia Minorile.

Più specificatamente, delle 400 istanze presentate per l’esercizio del diritto di visita,

240 hanno riguardato casi attivi e 160 casi passivi8, mentre, delle 1.774 istanze avanzate

per il rimpatrio di minore, 1.125 hanno riguardato casi attivi e 649 situazioni passive.

Nel complesso, dunque, tra richieste di rimpatrio e di esercizio del diritto di visita,

7 Opportuno il riferimento alla distinzione tra le richieste di rimpatrio/ritorno del minore da parte del

genitore affidatario, titolare del diritto di custodia, e le richieste di rientro del minore a seguito di illecito

trattenimento per violazione dell’esercizio del diritto di visita. 8 I dati forniti dal Dipartimento per la Giustizia Minorile, in sostanza, concernono casi di sottrazione

internazionale di minori, sia attivi che passivi (potendo riguardare sia situazioni in cui un minore italiano

viene illecitamente trasferito o trattenuto all’estero, sia situazioni di bambini stranieri contesi all’estero e

condotti in Italia), che contraddistinguono realtà firmatarie della Convenzione de L’Aja del 1980 (nonché

Regolamento CE 2201/2003 - Bruxelles II-bis).

Page 11: Sottrazione Internazionale di minori contesi

11

1.365 casi sono da considerarsi attivi, costituendo così una corposa maggioranza, e 809

sono definibili come passivi. Immediata l’evidenza del numero largamente più elevato

di istanze cui l’Autorità Centrale italiana ha dovuto far fronte, concernenti situazioni di

minori italiani “sottratti” ed “espatriati” verso paesi lontani ma comunque aderenti alla

Convenzione olandese del 1980. Più nel dettaglio: su un totale di 240 casi attivati

dall’Autorità Centrale italiana in merito all’esercizio del diritto di visita (anni 2000-

2012), il nostro Paese ha dovuto avanzare richieste, in misura maggiore, nei confronti

degli Stati Uniti (31 casi), della Germania (22) e della Polonia (16); questi i tre picchi

più elevati. Nello stesso periodo di riferimento, su un totale di 1.125 casi attivi pervenuti

all’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana e riguardanti, invece, il rimpatrio del

fanciullo, le istanze hanno avuto una maggiore attinenza con richieste a favore del

minore localizzato tra Romania (124 istanze), Polonia (113) e Germania (104). Anche

sul totale dei casi attivi, comprendendo quindi sia richieste di rimpatrio che di esercizio

del diritto di visita, Romania (133), Polonia (129) e Germania (126) sembrano essere le

destinazioni preferite da parte di genitori-sottrattori nei confronti di bambini italiani (per

ulteriori dati concernenti altre realtà mondiali, cfr.: tab. 1.2.).

Tabella 1.2. – Istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana

complessivamente negli anni dal 2000 al 2012, secondo

la tipologia di istanza e le AA.CC. richieste. Casi attivi.

AA.CC.

richieste

Tipo di istanza Totale

Esercizio del

diritto di visita

Rimpatrio

Argentina 4 23 27

Australia 6 15 21

Austria 7 12 19

Belgio 5 18 23

Bielorussia 0 2 2

Brasile 6 62 68

Bulgaria 0 13 13

Canada 8 13 21

Cile 2 6 8

Cipro 1 0 1

Colombia 2 16 18

Costa Rica 1 4 5

Croazia 1 4 5

Danimarca 6 5 11

Ecuador 1 19 20

Estonia 1 1 2

Page 12: Sottrazione Internazionale di minori contesi

12

Finlandia 0 9 9

Francia 11 70 81

Germania 22 104 126

Gran Bretagna 14 56 70

Grecia 0 6 6

Honduras 1 0 1

HongKong 0 1 1

Irlanda 2 6 8

Isreale 1 6 7

Lettonia 0 3 3

Lituania 0 4 4

Lussemburgo 0 1 1

Macedonia 0 2 2

Malta 0 1 1

Messico 8 15 23

Nicaragua 0 1 1

Norvegia 4 1 5

Olanda 5 26 31

Panama 2 1 3

Perù 0 18 18

Polonia 16 113 129

Portogallo 1 9 10

Principato di Monaco 0 1 1

Repubblica Ceca 6 24 30

Rep. di Moldova 3 6 9

Rep. Dominicana 0 12 12

Romania 9 124 133

San Marino 2 0 2

Scozia 3 3 6

Serbia-Montenegro 0 6 6

Slovacchia 4 20 24

Slovenia 0 3 3

Spagna 10 56 66

Stati Uniti 31 91 122

Sud Africa 2 2 4

Svezia 0 8 8

Svizzera 14 33 47

Thailandia 0 2 2

Turchia 1 3 4

Ucraina 7 25 32

Ungheria 7 23 30

Uruguay 0 3 3

Venezuela 3 14 17

Totale complessivo 240 1.125 1.365

Fonte dei dati: Dipartimento per la Giustizia Minorile.

Diversamente, per ciò che concerne i cosiddetti casi passivi, su un totale di 809 istanze,

ben 649 hanno riguardato richieste di rimpatrio e 160, invece, l’esercizio del diritto di

visita. Più nel dettaglio: tra le richieste di rimpatrio del minore straniero (649), 116

Page 13: Sottrazione Internazionale di minori contesi

13

istanze sono pervenute dalla Germania, 47 dalla Gran Bretagna e 46 dagli Stati Uniti,

immediatamente seguiti dalla Polonia con 44 casi, mentre le istanze volte al ripristino

dell’esercizio del diritto di visita (160), sono risultate provenienti in prevalenza da:

Germania, con 20 casi, Svizzera (19) e Francia (14). Anche sul totale di casi “passivi”,

tra rimpatrio ed esercizio del diritto di visita, Germania (136), Svizzera (57) e Stati

Uniti (54) appaiono come i Paesi con i più elevati picchi di richieste rivolte all’Italia,

seguiti da Francia (53) e Gran Bretagna (53) (cfr.: tab. 1.3.).

Tabella 1.3. – Istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana

complessivamente negli anni 2000-2012, secondo la tipologia di

istanza e le AA.CC. richieste. Casi passivi.

AA.CC

richiedenti

Tipo di istanza Totale

Esercizio del

diritto di visita

Rimpatrio

Argentina 13 29 42

Australia 1 11 12

Austria 1 12 13

Belgio 3 24 27

Bielorussia 1 2 3

Bosnia-Erzegovina 0 1 1

Brasile 1 10 11

Bulgaria 4 3 7

Canada 6 9 15

Cile 1 2 3

Cina 0 1 1

Cipro 0 2 2

Colombia 2 2 4

Costa Rica 0 3 3

Croazia 2 4 6

Danimarca 7 3 10

Ecuador 0 5 5

Estonia 0 3 3

Finlandia 0 4 4

Francia 14 39 53

Germania 20 116 136

Gran Bretagna 6 47 53

Grecia 0 4 4

HongKong 0 1 1

Irlanda 0 4 4

Isreale 3 2 5

Lettonia 0 3 3

Lituania 2 5 7

Lussemburgo 1 1 2

Macedonia 0 2 2

Page 14: Sottrazione Internazionale di minori contesi

14

Malta 0 1 1

Mauritius 1 1 2

Messico 2 5 7

Norvegia 0 4 4

Nuova Zelanda 1 0 1

Olanda 5 15 20

Panama 0 3 3

Paraguay 1 2 3

Perù 0 2 2

Polonia 5 44 49

Portogallo 0 7 7

Repubblica Ceca 1 8 9

Rep. di Moldova 0 1 1

Rep. Dominicana 1 2 3

Romania 11 22 33

Scozia 0 2 2

Serbia-Montenegro 1 2 3

Slovacchia 2 13 15

Spagna 5 24 29

Sri lanka 0 1 1

Stati Uniti 8 46 54

Sud Africa 1 2 3

Svezia 0 8 8

Svizzera 19 38 57

Thailandia 0 1 1

Turchia 0 1 1

Ucraina 4 22 26

Ungheria 3 11 14

Uruguay 0 1 1

Venezuela 1 6 7

Totale complessivo 160 649 809

Fonte dei dati: Dipartimento per la Giustizia Minorile.

Restringendo l’ambito d’interesse, e considerando esclusivamente i casi di

sottrazione di minori per l’anno 2012, si registri come il numero di istanze pervenute

all’Ufficio dell’Autorità Centrale italiana in merito a casi di sottrazione sia “attivi”

(130) che “passivi” (68), ammonti complessivamente a 198. Di questi, 173 hanno

riguardato richieste di rimpatrio (119 casi “attivi” e 54 “passivi”) e 25 l’esercizio del

diritto di visita (11 casi “attivi” e 14 “passivi”). Ancora una volta, dai dati a

disposizione, è possibile osservare come, anche per l’anno 2012, vi sia una netta

prevalenza di casi attivi sui casi passivi (130 vs 68) e di richieste di rimpatrio del

minore sulle istanze presentate per il ripristino dell’esercizio del diritto di visita (173 vs

25).

Page 15: Sottrazione Internazionale di minori contesi

15

Spesso, a proposito della problematica oggetto di studio del presente lavoro, ci si

interroga altresì sul numero di minori coinvolti nei diversi eventi-sottrazione, nonché su

chi ne sia la persona responsabile. È stato osservato, attraverso i dati messi a

disposizione del Ministero, come dei 198 casi che costituiscono il totale delle istanze

pervenute alla nostra Autorità Centrale nell’anno 2012, 169 siano i casi che,

comprendendo sia richieste di rimpatrio che di esercizio del diritto di visita, hanno visto

coinvolto 1 solo minore (146 istanze di rimpatrio e 23 di esercizio del diritto di visita);

diversamente, 24 casi hanno riguardato il coinvolgimento di due minori assieme (23

istanze di rimpatrio ed una richiesta per l’esercizio del diritto di visita), 4 casi hanno

interessato 3 minori (3 minori in tre richieste di rimpatrio e 3 minori nell’unica

richiesta inerente il diritto di visita) e, da ultimo, 1 solo caso di richiesta di rimpatrio ha

visto “trascinare” ben 4 minori assieme. Si potrebbe dire con certezza, quindi, che a

prevalere sul numero totale delle istanze relative all’anno 2012 siano le richieste di

rimpatrio/esercizio del diritto di visita per i casi di sottrazione internazionale di minore,

coinvolgenti n. 1 fanciullo per ogni evento.

Attorno alla diversa tematica inerente, invece, la persona responsabile

dell’avvenuta sottrazione del minore, nonché la persona richiedente il rimpatrio del

fanciullo, è possibile che si rilevi come, nell’anno di riferimento 2012 e su un valore di

100 istanze pervenute (si ricordi che il totale delle richieste di rimpatrio per il 2012

ammontava a n. 173 casi totali), a risultare responsabile della sottrazione del minore sia

stata, nell’85% dei casi, la madre, solo nel 13% dei casi il padre e nel 2% altri soggetti

non ben definiti. Parallelamente, quindi, è solitamente il padre (83% dei casi su un

valore di 100 istanze pervenute) a richiedere il rimpatrio del minore; alla madre è

riservato un 15% dei casi e un 2% viene attribuito ad altri soggetti, non altrimenti

definiti.

Un ulteriore dato d’interesse concerne la tipologia di richieste pervenute

all’Ufficio Centrale nel solo anno 2012, riguardanti sia il rimpatrio del minore che

l’esercizio del diritto di visita, sulla base delle Autorità Centrali estere richieste

dall’Italia nei casi attivi (casi di minori abitualmente residenti in Italia ed “espatriati”

all’estero) e delle Autorità Centrali richiedenti all’Italia nei casi passivi (minori

Page 16: Sottrazione Internazionale di minori contesi

16

residenti all’estero e condotti nel nostro Paese)9. Premettendo che, nel 2012, il numero

di casi attivi ammonta ad un totale di 130, comprendenti 11 richieste in merito

all’esercizio del diritto di visita e 119 richieste di rimpatrio, si sottolinei come, sul

totale, siano le Autorità Centrali della Romania (19 casi), del Brasile (15 casi) e della

Polonia (12 casi) ad essere al centro delle richieste avanzate dall’Ufficio dell’Autorità

Centrale italiana (cfr.: grafico 2.1.).

Grafico 2.1. – Istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità centrale italiana

nell’anno 2012. Casi attivi.

Autorità Centrali estere richieste dall’Italia.

Fonte dei dati: Dipartimento per la Giustizia Minorile.

Nello specifico: per ciò che concerne i casi attivi e le richieste di rimpatrio del minore, è

possibile rilevare come le istanze pervenute all’Ufficio Centrale riguardino, in misura

maggiore, richieste per la Romania (19 casi), il Brasile (13 casi) e la Polonia (11).

Invece, in merito ai casi attivi e le richieste per il ripristino dell’esercizio del diritto di

visita, è utile notare come le istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità Centrale del

nostro Paese (nonostante i valori siano tra loro molto omogenei, aggirandosi tra un

numero di casi che varia da 0 a 2), interessino prevalentemente gli Stati Uniti (2 casi) ed

il Brasile (2).

Viceversa, per ciò che riguarda le istanze pervenute all’Autorità Centrale italiana in

merito ai cosiddetti casi passivi, si rileva come le richieste, in totale (68, 54 riguardanti

9 Così come esaminato per il periodo di riferimento dal 2000 al 2012.

Page 17: Sottrazione Internazionale di minori contesi

17

il rimpatrio del minore e 14 l’esercizio del diritto di visita), provengano

prevalentemente dalla Germania (9 casi), dall’Ucraina (7), dalla Spagna (4) e dalla Gran

Bretagna (4), seguendo una distribuzione più o meno omogenea tra le diverse realtà

(cfr.: grafico 2.2).

Grafico 2.2. – Istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità centrale italiana

nell’anno 2012. Casi passivi.

Autorità Centrali estere richiedenti all’Italia.

Fonte dei dati: Dipartimento per la Giustizia Minorile.

In riferimento ai casi passivi richiedenti più specificatamente il rimpatrio del minore,

solo la Germania e l’Ucraina presentano, entrambe con 6 casi, i picchi più significativi

in materia, mentre l’esercizio del diritto di visita nei casi passivi viene tutelato in

principal modo dalla Germania, con un totale di 3 casi.

Trattando del fenomeno delle sottrazioni internazionali di minori, ovviamente, ci

si auspica che i casi possano giungere rapidamente ad una loro definizione che sia

altresì quanto più vantaggiosa ed indolore possibile per il minore interessato. Purtroppo

però i dati forniti dal Ministero della Giustizia mostrano una tendenza non proprio

positiva in tali termini. A proposito delle istanze pervenute all’Ufficio dell’Autorità

Centrale italiana nel corso del 2012, infatti, la percentuale dei casi definiti nello stesso

anno risulta davvero molto bassa; percentualmente, i casi attivi10

, sembrano necessitare

di un tempo maggiore per giungere alla loro definizione (76% dei casi del 2012 sono

ancora tutt’ora in corso rispetto al 24% dei casi già definiti), se paragonati alle

situazioni passive, definite per un 39% nell’arco del 2012. Questo, probabilmente, a

10

Ovvero i casi riguardanti minori “sottratti” dall’Italia e condotti all’estero.

Page 18: Sottrazione Internazionale di minori contesi

18

dimostrazione di quanto sottolineato nell’opuscolo sulla sottrazione internazionale di

minori, redatto dal Dipartimento per la Giustizia Minorile, in cui si riporta che: “è

corretto e onesto osservare come l’Autorità Centrale italiana e, in generale, le autorità

giudiziarie italiane competenti, applicano al meglio la Convenzione, sia attivandosi ad

ampio raggio al fine di attuare le disposizioni della Convenzione, sia, più

specificatamente, aderendo pienamente all’urgenza che dovrebbe comunque

caratterizzare la procedura internazionale [...]. Del pari, va però evidenziato come di

altre autorità centrali e di altre autorità giudiziarie di alcuni Stati contraenti, al di là

dell’adesione formale e di principio alla Convenzione, si rileva una chiusura e

un’applicazione partigiana della Convenzione stessa, situazione che conduce

all’obiettivo finale di favorire ad oltranza «il proprio cittadino» a discapito spesso del

minore e dei suoi interessi reali. È dunque innegabile che la mancata previsione di un

meccanismo di controllo o di un organismo sovranazionale destinati a far applicare la

Convenzione nella maniera più possibile consona ai bisogni dei minori, facendo anche

prevalere realmente le disposizioni convenzionali agli ordinamenti nazionali, comporti

una ampia discrezionalità sul modo in cui la Convenzione viene applicata, tanto nella

lettera, quanto nello spirito che la sostanzia” [Viale (a cura di), 2006 -

www.giustiziaminorile.it].

Non rimane ora che cercare di approfondire la tematica in oggetto secondo la

prospettiva dei diretti protagonisti coinvolti, i minori; l’interrogativo che ci si è posto è

il seguente: vengono “sottratti” in misura maggiore i maschi o le femmine? E qual è

l’età prevalente? A tal proposito, in riferimento all’anno 2012, il totale dei casi di

sottrazione di minore per cui è stata presentata istanza di rimpatrio agli Uffici addetti,

ha visto coinvolti, complessivamente, 208 minori, di cui 90 femmine (43%) e 118

maschi (57%), con una leggere prevalenza, dunque, di questi ultimi sulle prime. In

particolare, tra i maschi per i quali è stata effettuata istanza di rimpatrio, l’età prevalente

si aggira attorno ai due anni (16 minori) e ai 3 e 4 anni (14 minori). L’età in cui le

bambine, invece, risultano sottratte e portate altrove, spazia notevolmente, con picchi

più considerevoli tra 2 (15 casi) e 1 anno (11 casi). L’età che accomuna maschi e

femmine al momento della sottrazione, dunque, è quella di 2 anni (31 minori in totale),

1 anno (24 minori) o al massimo 4 anni (20 elementi). Leggermente differenti dai dati

appena presentati, le caratteristiche dei minori coinvolti nei casi di sottrazione

Page 19: Sottrazione Internazionale di minori contesi

19

relativamente all’anno 2012, per i quali è stata presentata all’Ufficio dell’Autorità

Centrale italiana, al contrario di quanto sopra riportato, istanza di esercizio del diritto di

visita. In particolare, su un totale di 28 minori coinvolti, 15 sono maschi (54%) e 13

femmine (46%). Tra i maschi, l’età prevalente al momento della presentazione

dell’istanza tende a variare notevolmente; si ritrovano 4 casi di minori coinvolti, aventi

7 anni, 3 maschi aventi 3 anni e altresì 3 elementi con 12 anni di età. L’età delle

bambine, invece, risulta più o meno equamente distribuita tra le varie fasce, con una

piccola prevalenza della fascia dei 2 anni (3 casi). Sul totale, tra maschi e femmine, l’età

in cui si registra il numero maggiore di istanze per l’esercizio del diritto di visita,

presentate a seguito di sottrazione del minore, risulta posizionarsi tra i 7 (5 casi) e i 12

anni (5 casi). In sostanza: le istanze di rimpatrio riguarderebbero, in misura prevalente,

il sesso maschile (57%) rispetto al femminile (43%). Le istanze per il ripristino

dell’esercizio del diritto di visita, invece, interesserebbero, per un 54% i maschi e per un

46% le femmine; calerebbe dunque la percentuale maschile e aumenterebbe quella

femminile.

Di diversa natura risultano essere i dati relativi alla sottrazione internazionale di

minori, questa volta richiesti e forniti dal Ministero degli Affari Esteri11

. I dati ottenuti

grazie alla collaborazione del MAE si rivelano interessanti per comprendere in quali

aree geografiche il fenomeno è maggiormente diffuso. L’indagine per aree riguarda sia

il periodo che si estende dal 2009 al 2011, sia, più strettamente, il solo anno 2012. Si

noti come, su un totale di 286 casi riportati dal MAE per l’anno 2012, l’area geografica

con il tasso più elevato di “ricezione” di minori italiani sottratti dall’Italia e condotti

all’estero, sia stata l’America (con 97 casi), seguita dall’Unione Europea (87 casi) e dai

Paesi europei non appartenenti all’Unione (47), situazione in parte ribaltata rispetto a

quanto rilevato nell’anno immediatamente precedente. Se si considera il periodo che si

estende dal 2009 al 2011, infatti, risulta piuttosto evidente come il 2011 sia stato l’anno

11 Il Ministero degli Affari Esteri è chiamato ad intervenire, esclusivamente, nelle situazioni di sottrazione

di minore italiano, conteso e trasferito all’estero. In questo caso, la competenza del MAE e delle

Rappresentanze diplomatico-consolari, nei casi di illecita conduzione all’estero di minore italiano, è

primaria, se lo Stato in cui il fanciullo viene trasferito o trattenuto non aderisce alla Convenzione de

L’Aja del 1980 e/o non è destinatario del Regolamento (CE) n. 2201/2003, mentre viene definita di

sostegno all’azione del Ministero della Giustizia, nella situazione contraria. In tal caso la competenza

primaria è affidata al Dipartimento di Giustizia Minorile, in veste di Autorità Centrale italiana, preposta

ad investire del caso segnalato la omologa Autorità Centrale straniera.

Page 20: Sottrazione Internazionale di minori contesi

20

con il numero maggiore di casi di minori italiani sottratti e condotti nelle differenti aree

geografiche considerate. Il 2012 ha contato un totale di 286 casi di sottrazione di minori

italiani, un numero leggermente inferiore ai casi del 2011 (300). Nel 2012, rispetto

all’anno antecedente, si è registrata una diminuzione dei casi nell’Unione Europea (106

casi nel 2011 contro gli 87 casi del 2012) e un leggero decremento anche per ciò che

concerne le realtà europee ma non appartenenti all’Unione (50 casi nel 2011 e 47 nel

2012); un incremento, invece, viene fatto registrare dalle Americhe, con 87 casi nel

2011 e 97 nel 2012, dall’Africa sub-sahariana (6 casi nel 2011 e 8 nel 2012), dall’Asia e

Oceania (18 casi nel 2011 e 19 nel 2012) e dall’area del Mediterraneo e del Medio

Oriente, con 33 situazioni nel 2011 e 38 nel 2012. Il 2011, invece, ha riportato come

meta preferita l’Unione Europea (con 106 casi), seguita dalle Americhe (87 casi); la

destinazione meno privilegiata sembra essere stata, invece, a dispetto di quanto i luoghi

comuni non confermino, l’Africa sub-sahariana (6 casi). Lo stesso andamento si è

osservato nei due anni precedenti, il 2010 ed il 2009. Su un totale di 242 sottrazioni nel

2010 (tra tutti, l’anno meno denso di eventi-sottrazione), e 273 nel 2009, seppur in

percentuali minori rispetto al 2011, le aree geografiche che hanno il maggior numero di

bambini italiani sono risultate: l’Unione Europea (87 situazioni nel 2010, 100 nel 2009),

le Americhe (71 casi nel 2010 e 71 nel 2009), mentre invece, l’Africa sub-sahariana è

rimasta la regione meno privilegiata tra tutte, con un numero di 6 sottrazioni accolte nel

2010 e 3 nel 2009 (cfr.: tab. 1.4.).

Tavola 1.4. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011).

Area

geografica

2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Unione

Europea

100 20 87 14 106 18

Europa

(Paesi no UE)

53 11 45 8 50 5

Americhe 71 29 71 21 87 16

Mediterraneo

e M.O.

22 5 19 5 33 10

Africa

sub sahariana

3 1 6 3 6 1

Asia e Oceania 24 3 14 2 18 4

Totale

273 62 242 53 300 56

Fonte: DGIT

Page 21: Sottrazione Internazionale di minori contesi

21

Interessante appare altresì l’obiettivo di offrire una più vasta panoramica delle

differenti aree geografiche considerate e dei soli Paesi afferenti a queste aree, che

abbiano presentato negli anni picchi importanti, sia in positivo che in negativo, circa

eventi di sottrazione internazionale di minori condotti dall’Italia, luogo di residenza

abituale, verso altre realtà estere (periodo di riferimento: 2009-2011). Ancora una volta,

ci si avvale dei dati forniti dal MAE, Dipartimento per gli Italiani all’Estero e le

Politiche Migratorie.

Tra i Paesi appartenenti all’Unione Europea, a presentare picchi maggiori in

termini di ricezione del minore sottratto, si citino nell’ordine: la Polonia (con 66 casi

totali), la Romania (con 50 casi), la Germania (22) ed il Regno Unito (19) (cfr. tab.

1.5.).

Tavola 1.5. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Unione Europea.

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Austria 4 1 1

Belgio 1 1 1

Bulgaria 1 2 1 2

Danimarca 2 1 3 1 3

Estonia 2 1 2 1

Finlandia 2 1 2 2

Francia 2 1 1

Germania 10 4 1 8 4

Grecia 1 - -

Irlanda 1 1 1

Lettonia 1 1 1

Lituania 2 1 1 2 1

Malta 1 1 1 1

Paesi Bassi 6 1 1

Polonia 22 4 21 1 23 2

Portogallo 2 2 2

RegnoUnito 3 6 3 10 3

Rep. Ceca 1 2 1 3 1

Romania 17 7 16 3 17 1

Slovacchia 7 3 8 1 9 1

Slovenia 2 1 2 2

Spagna 0 1 9 1 9

Svezia 1 - -

Ungheria 1 1 5 4

Totale UE

100 20 87 14 100 18

Fonte: DGIT

Page 22: Sottrazione Internazionale di minori contesi

22

Diversamente, invece, i casi trattati dal MAE per area geografica e riguardanti

situazioni di minori italiani sottratti e condotti in Europa, tra Paesi non appartenenti

all’Unione, appaiono maggiormente distribuiti tra la Federazione Russa, con ben 53

sottrazioni accolte tra gli anni dal 2009 al 2011, l’Ucraina (47 casi) e, per includere un

terzo elemento (seppure i numeri si riducano drasticamente), la Svizzera, con un totale

di 8 casi(cfr.: tab. 1.6.).

Tavola 1.6. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Europa (Paesi no UE).

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Bielorussia 1 2 1 2

Croazia 4 1 3 2

Fed. Russa 18 6 12 6 16 1

Islanda 1

Kosovo 1 1 1 1

Moldova 1 1 3 2

Norvegia 1

SanMarino 2 2 2

Serbia 1 1 1 1

Svizzera 5 3 3

Turchia 3 1 1

Ucraina 15 3 16 1 16

Totale

Europa

(no UE)

53

11

45

8

50

5

Fonte: DGIT

Per ciò che concerne le Americhe, il maggior numero di sottrazioni internazionali

di minori italiani ivi condotti, si indirizza per lo più verso le realtà di Cuba (con un

totale di 40 eventi), Brasile (29 casi) e Stati Uniti d’America (37) (cfr.: tab. 1.7.).

Tavola 1.7. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Americhe.

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Argentina 7 4 5 1 5

Bolivia 1 1 1

Brasile 8 3 10 6 11 1

Canada 3 1 1 1

Page 23: Sottrazione Internazionale di minori contesi

23

Cile 3 2 2

Colombia 4 1 4 3 5 1

Costa Rica 3 1 2 3 1

Cuba 13 4 13 2 14 1

Ecuador 1 1 3 1 3

Messico 3 5 2 0 1

Perù 3 1 2 5 3

Rep.Domin. 5 1 5 6

USA 12 3 10 2 15 5

Uruguay 2 1 2 2

Venezuela 2 1 6 4 6 3

Totale

Americhe

71 22 71 21 87 16

Fonte: DGIT

La situazione tra i Paesi del Mediterraneo e l’area del Medio Oriente, invece, può

essere così riassunta: Tunisia e Marocco tra le realtà che, più di altre, hanno

rappresentato meta privilegiata per l’illecito trasferimento o trattenimento di minori

italiani contesi nel nostro Paese e condotti nell’area di riferimento. La prima totalizza,

tra il 2009 e il 2011, 22 casi di sottrazione, mentre il Marocco, nello stesso periodo di

riferimento, ne conta 19 (cfr.: tab. 1.8.).

Tavola 1.8. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Mediterraneo e Medio Oriente.

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Algeria 3 2 2

Egitto 3 1 2 2 4 2

Iran 1 1 1

Libano 4 1 4 5 1

Marocco 4 2 4 1 11 7

Siria - - 1 1

Tunisia 7 1 5 2 0 3

Totale

Mediterraneo

e MO

22

5

19

5

33

14

Fonte: DGIT

Tra i Paesi dell’Africa sub-sahariana, al contrario, nessun Paese emerge in modo

particolare; nessuna realtà conta un numero maggiore di minori italiani sottratti, rispetto

alle altre: vi è una sostanziale, debole, omogeneità tra Paesi come il Senegal, l’Etiopia,

il Kenia, la Nigeria e il Sud Africa, ciascuno riportante un numero particolarmente

ridotto di casi (cfr.: tab. 1.9.).

Page 24: Sottrazione Internazionale di minori contesi

24

Tavola 1.9. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Africa sub-sahariana.

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Etiopia 1 1 1

Kenia 1 1 1 1

Nigeria 1 2 1 1

Senegal 1 1 2 1

SudAfrica 1 1 1

Totale

Africa

3 1 6 3 6 1

Fonte: DGIT

Considerando l’ultima area geografica di interesse (Asia ed Oceania), si noti come

ad emergere tra i Paesi con il più elevato tasso di “ricezione” di minori italiani sottratti e

ivi condotti, sia esclusivamente l’Australia, con un totale di 10 eventi-sottrazione

spalmati nel triennio di riferimento; gli altri Paesi non presentano picchi particolarmente

significativi, con una distribuzione piuttosto omogenea tra i diversi contesti (cfr.: tab.

1.10.).

Tavola 1.10. – Sottrazione internazionale di minori italiani: casi trattati dal MAE

per area geografica (anni 2009 - 2011) - Asia e Oceania.

Paese 2009 di cui

nuovi

2010 di cui

nuovi

2011 di cui

nuovi

Australia 3 3 4 1

Filippine 3 1 1

Giappone 3 1 2 3 1

Indonesia 3 1 2 2

Kazakistan 1 1 1 2

Malaysia 3 1 - 1

Pakistan 3 1 1

Rep. Pop.

Cinese

3 2 1 2

Tagikistan 1 1 1

Thailandia 1 1 2 1

Totale

Asia e

Oceania

24

3

14

2

18

4

Fonte: DGIT

Dunque, per concludere: si è sicuramente convinti dell’opportunità, per tutti i

Paesi, anche molto lontani dalla nostra cultura e dalle nostre ideologie, di aderire ai

trattati convenzionali di carattere internazionale stipulati nel tempo; una tutela giuridica

Page 25: Sottrazione Internazionale di minori contesi

25

formale che favorisca la condizione del minore e che ne garantisca un’adeguata

protezione, è assolutamente caldeggiata. Ma ciò su cui è importante riflettere è qualcosa

di ancora più semplice e più immediatamente implementabile. Basterebbe che per un

attimo si indossassero i panni dei bambini, vittime deboli ed indifese, “schiavi” di un

destino non scelto da loro ma subito in silenzio, senza quel “rumore assordante” che

invece solo gli adulti sarebbero capaci di smuovere. Basterebbe scoprire il volto umano

della vicenda, percepire la sofferenza silenziosa dei bambini, pensare alle loro necessità

e tenere conto dei loro desideri. Al contempo, occorrerebbe vestire i panni del coniuge

per cercare delle soluzioni al problema che agevolino sé stessi ma che soddisfino

entrambi; cercare un compromesso che, per quanto difficile, possa mediare tra le

necessità di ognuno.

Se ancora poco si conosce quindi sugli effetti psicologici, soprattutto a lungo termine,

sperimentati dalle vittime di sottrazione, molto è possibile fare in materia di

prevenzione del fenomeno e di adozione di strategie alternative per la risoluzione dei

contenziosi, nonostante l’enfasi posta sulle conseguenze distragga dalla prevenzione.

'An ounce of prevention is worth a pound of cure': “un grammo di prevenzione vale una

libbra di cure”: questo si legge sulla guida americana al fenomeno del Parental

Kidnapping12

.

La migliore soluzione resta la parola. Comunicare, comprendere e comprendersi,

tentare delle riconciliazioni, ascoltare l’altro. Purtroppo, nella società in cui viviamo,

caratterizzata da individualismo, precarietà e freddezza nei rapporti, farsi spazio tra i

sentimenti altrui diviene obiettivo assai difficile; sempre più remota la possibilità di

trovare accoglienza e comprensione negli altri. I bambini “gridano” il loro bisogno di

aiuto, ma non sempre i messaggi disperati, avanzati da una minoranza così silenziosa,

riescono a trovare accoglimento e a ricevere risposta.

Di distacchi è caratterizzata la vita; le separazioni sono un’'ineludibile dimensione

dell’esistenza' (Vegetti Finzi, 2005, p. 54). L’importante è non considerarle

un’'emergenza da superare il più presto possibile' (ibidem), ma un dramma da elaborare

e affrontare col tempo. Certo, parlar di sé, rappresentare il proprio dolore, dar forma ai

propri sentimenti, non è per nulla semplice; è come se 'il pensiero e il linguaggio

12

Office of Juvenile Justice and Delinquency Prevention, (2007). A Family Resource Guide on

International Parental Kidnapping, p. 19 - www.ncjrs.gov.

Page 26: Sottrazione Internazionale di minori contesi

26

dovessero chiedere permesso agli affetti per sentirsi autorizzati a prendere forma e a

riportare, sul «foglio del mondo», esperienze passate, brucianti per chi le rievoca, ignote

a chi le ascolta' (ibidem, p. 60). Ma nessuno sforzo deve apparir vano.

BIBLIOGRAFIA

- BARONE, E., (2007). Figli condivisi. La Psicologia dello sviluppo nella mediazione familiare.

Edizioni Universitarie Romane, Roma.

- CONTIERO, G., (2009). L’affidamento dei minori: condiviso, esclusivo, a terzi, diritto di visita

dei nonni, affidamento e sottrazione internazionale dei minori. Giuffrè, Milano.

- FILIPPINI, R., (2007). Avventure e sventure del narcisismo. Volti, maschere e specchi nel

dramma umano. Laterza, Bari.

- MORI, T., (2005). La sottrazione internazionale di minori e le nuove integrazioni normative

apportate dal Regolamento CE n. 2201/2003. Psicologia & Giustizia, IV/2, 1-14

(www.psicologiagiuridica.com).

- NOTO, C., MANNINO, G., (2009). Gli effetti psicologici della sottrazione internazionale sui

minori coinvolti. Esperienze sociali, 1 (96), 137-156.

- SALZANO, A., (2001). La sottrazione internazionale di minori: analisi e prevenzione. Il Diritto

di Famiglia e delle Persone, 2, 718-751.

- VEGETTI FINZI, S., (2005). Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli. Mondadori,

Milano.

- VIALE, S. (a cura di), 2006. La sottrazione internazionale di minore. Gangemi Editore, Roma -

http://www.giustiziaminorile.it/public/news/2006/opuscolo.pdf

- VIRZÌ, G., Il bambino conteso nella separazione dai genitori (www.prepos.it).

SITOGRAFIA

- http://www.giustiziaminorile.it/public/news/2006/opuscolo.pdf

[Viale, S. (a cura di), 2006. La sottrazione internazionale di minore. Gangemi Editore,

Roma].

- http://www.istat.it/it/archivio/39726

(Istat, Popolazione straniera residente in Italia. Anno 2011, Statistiche report, 22 settembre

2011).

- http://www.istat.it/it/files/2012/11/matrimoni_report2011.pdf?title=Il+matrimonio+in+Italia+-

+28%2Fnov%2F2012+-+Testo+integrale.pdf.

(Istat, Il matrimonio in Italia. Anno 2011, Statistiche report, 28 novembre 2012).

Page 27: Sottrazione Internazionale di minori contesi

27

-http://www.istat.it/it/files/2012/07/separazioni-divorzi2010.pdf?title=Separazioni+e+

divorzi+in+Italia+-+12%2Flug%2F2012+-+Testo+integrale.pdf

(Istat, Separazioni e divorzi in Italia. Anno 2011, Statistiche report, 27 maggio 2013).

- http://www.dossierimmigrazione.it/docnews/file/2012_Dossier_Scheda.pdf

(Dossier Statistico Immigrazione: rapporto annuale curato dalla Caritas e dalla Fondazione

Migrantes - 2012).