slawomir mrozek - tre atti unici - 1961

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Sawomir Mroek

In alto mare Karol Spit-tease

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Slawomir Mrozek. In alto mare ; Karol; Strip-tease Titoli originali: Na penym morzu ; Karol; Strip-tease; 1961 Traduzione di A. M. Raffo. (C) Lerici Editore Milano, 1962

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Osservazioni per un'eventuale messa in scenaQueste pices non contengono nient'altro all'infuori di quello che contengono, nel senso che non sono un'allusione a qualcosa di particolare e neanche una metafora, per cui non bisogna cercare di decifrarle. Il ruolo principale dev'esservi sostenuto dal testo spoglio, presentato nel modo pi preciso possibile, e col senso logico delle battute e delle scene posto in maniera ben chiara. Qualora queste pices vengano messe in scena, esse esigono dallo spettatore uno sforzo d'attenzione dovuto alla loro densit d'impianto. Quindi, se non sono rappresentate in maniera pi che chiara e pulita, risulteranno faticose. L'affermazione che queste pices non sono una metafora, ma solo ci che sono, nella loro durata scenica limitata nello spazio e nel tempo, porta con s alcune conseguenze. Non vi si pu aggiungere alcuna trovata scenografica, n per gusto umoristico n per decorazione scenica. Non occorre sottolineare nulla, e con uguale cautela bisogner procedere nei confronti dell'atmosfera. Bisogna anche evitare di aggiungere delle azioni sceniche eccessivamente ampliate. In una parola, non bisogna fare nulla che si allontani da una rappresentazione estremamente trasparente, un po' rigida e statica, pulita e sotto sotto. Una triste esperienza ci insegna che ogni tentativo di sottolineare, di interpretare e di caricare esageratamente i testi dell'autore di queste piccole pices sono risultati dei fiaschi dal punto di vista artistico. Non si tratta neppure, Dio ce ne guardi, di commedie, nel senso che non bisogna accentuarne i lati comici. Se vi sono delle battute umoristiche, esse lo sono nel senso che non vanno pronunciate col tono di chi premetta attenzione, adesso dico una spiritosaggine. In caso contrario, ne verrebbe fuori qualcosa di mancato, di poco elegante, se non addirittura di cattivo gusto. Non sono neanche, e non lo sono affatto, pices moderne o sperimentali. Mi pare che non occorra dilungarsi ulteriormente su ci che si intende con tali definizioni. Mi rendo conto che questi postulati possono attirarmi l'obiezione di non sapere che cosa sia la teatralit. Non di questo che si tratta, e pu anche darsi che io non sappia che cosa sia la teatralit, o che addirittura non la senta affatto. Sono invece convinto, e so con certezza, che certi elementi della cosiddetta teatralit, del pensiero teatrale, si sono banalizzati, appiattiti, diventando dei feticci fine a se stessi ed entrando in un certo senso a far parte dell'arsenale del pensiero senza pensiero, del pensiero automatico. Tra l'altro, anche l'interpreta-zione delle pices come metafore creatrici e nuove, pu trasformarsi a sua volta in uno schema mentale (tanto pi che queste pices sembrano addirittura invitare a, come suol dirsi, facilitarsi le cose proprio mediante l'applicazione di schemi, quali metafora, commedia, modernit e via dicendo). Pur sapendo, dunque, ci che queste pices non sono, non so che cosa esse siano, ma questo non fa parte dei miei doveri. Questo, ormai, il teatro che deve saperlo. Supporre che i postulati da me esposti possano limitare il regista e non lasciargli pi niente, significherebbe non avere un vero rispetto per il teatro, accusarlo di povert e di ristrettezza. L'autore

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IN ALTO MAREAtto unico

Personaggi Naufrago grosso Naufrago medio Naufrago piccolo Un postino Un vecchio servitore

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L'azione di svolge in un atto e in un'unica scena, che rappresenta una zattera in allo mare. Tre naufraghi in un elegante abito scuro e camicia bianca. Cravatte annodate con gusto, fazzoletti bianchi nei taschini delle giacche. Stanno seduti su tre sedie. Sulla zattera si trova inoltre una valigia. Grosso Medio Piccolo Grosso Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Ho fame. Mangerei qualcosa. Le provviste sono esaurite? Le provviste sono completamente esaurite. Non ce n' rimasto un briciolo. Mi sembra che ci fosse ancora un po' di quella carne coi piselli. Non rimasto niente. Mangiamo qualcosa! Anch'io mangerei qualcosa. " Qualcosa "?... Ma, signori, cerchino di essere realisti. Si tratta piuttosto... Per me ormai indifferente! Se lei stesso ha detto che le provviste sono esaurite! Che cosa intendeva dire? Dobbiamo mangiare non qualcosa, ma qualcuno... (guardandosi intorno) Non vedo... Veramente, qui neanch'io vedo nessuno, oltre a... (s'interrompe di colpo. Pausa) Dobbiamo mangiare uno di noi. Mangiamolo! (associandosi prontamente) S! S! Mangiamolo! Signori, non facciamo i bambini. Faccio loro notare che non possiamo gridare tutti e tre insieme mangiamolo . In una situazione simile qualcuno di noi deve dire agli altri: Prego, vogliano favorire. E chi? Chi? Era proprio questo che volevo chiedere. (segue una lunga pausa di imbarazzato silenzio) Faccio appello al loro senso di cameratismo, alla loro buona educazione. (balzando in piedi, come attratto da un'improvvisa apparizione) Oh, un gabbiano lass, un gabbiano! Sar indelicato da parte mia, signori, ma devo confessare di essere sempre stato terribilmente egoista. Fin da quando andavo a scuola, la seconda colazione la consumavo da solo, senza dividerla con nessuno. Brutta cosa l'egoismo. Pazienza, vuol dire che tireremo a sorte. Perfetto. la cosa migliore. Sorteggeremo secondo il seguente sistema: uno di loro dice un numero. Poi l'altro dice un altro numero. Infine anch'io dir ad alta voce un numero. Se la somma di tutti e tre i numeri sar dispari toccher a me essere mangiato. Nel caso contrario, se cio la somma sar pari, allora verr mangiato uno di loro. No... a dire il vero io sono contrario ai giochi d'azzardo. E che cosa avverr, se lei si sbaglia?

Medio Piccolo Grosso

Medio Piccolo

Grosso Medio Piccolo Grosso

Medio Piccolo

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Grosso Medio Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Piccolo Grosso Medio Piccolo Grosso Piccolo Medio Grosso Medio Piccolo

Grosso Medio Grosso Medio Piccolo Grosso Medio Piccolo

Medio Grosso Piccolo Medio Grosso Piccolo

I signori non si fidano di me. Peccato. Meglio trovare qualche altro sistema. Siamo persone civili, e il sorteggio una sopravvivenza dei tempi barbari, Una volgare superstizione. Va bene. Possiamo organizzare una regolare elezione. Buona idea. (al Grosso) Ci sta a presentarsi alle urne elettorali in blocco unico con me? Cos semplifichiamo la campagna. Il parlamentarismo ha fatto il suo tempo... Ma non c' altra via. Se lei preferisce la dittatura, assumo volentieri il potere. No, no! Abbasso la tirannia! E allora libere elezioni! A scrutinio segreto! Ma senza blocchi. Ciascuno presenta indipendentemente la propria candidatura. (si alza, apre la valigia e ne estrae un cilindro) In questo cappello metteremo dei foglietti col nome del candidato. Io non ho penna. Gliela prestiamo volentieri. (tira fuori di tasca la stilografica) Prego! (fregandosi le mani) Alle urne! Alle urne! Un momento. Se vogliamo fare delle elezioni da uomini civili, non possiamo tralasciare la fase della propaganda preelettorale, fase della che in tutto il mondo civilizzato precede la votazione vera e propria. Se ci tiene... Allora facciamo anche i comizi, ma sbrighiamoci! (si alza dalla sedia e la sposta al centro della zattera) Apriamo la campagna. Chi il primo a parlare? (al Piccolo) Comincia lei? Preferirei dopo... Non sono mai stato un buon oratore. Ma lei che ha avanzato la proposta. Giusto, lei che ha suggerito alle masse i comizi e le mene politiche. Dunque cominci lei. Se proprio lo desiderano... (sale in piedi sulla sedia come su un podio. Gli altri due naufraghi si parano davanti a lui. Il Grosso estrae di tasca una striscia di carta fissata a due bacchette e ne d una estremit al Medio. Srotolano la striscia sulle loro teste. Vi si pu leggere la scritta: "Vogliamo mangiare") Ehm... Signori! (interrompendolo) Noi siamo gente semplice! Ci tratti senza tante lusinghe! Ben detto! Niente paroline dolci! Vogliamo la cruda verit! Colleghi! Siamo qui riuniti... (interrompendolo) Veniamo al sodo! Non abbiamo tempo da perdere! Siamo qui riuniti per risolvere lo scottante problema dell'alimentazione. Colleghi, io, come candidato, non posso esser preso in considerazione. Io ho moglie e figli. Talvolta, al tramonto del sole stavo seduto in giardino e cullavo i bambini, mentre mia moglie ricamava finch c'era luce. Signori

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colleghi! Riuscite a vederlo questo tranquillo, pacifico quadretto? Non vi commuove? Medio Tutto questo non ha a che vedere. Quando si tratta del bene collettivo i sentimenti non contano. I bambini possono cullarsi da soli. Grosso E magari anche meglio! Medio Certo! Anche meglio! Possono andare al giar-dino d'infanzia, sulle giostre, sull'altalena. No, no, i bambini non costituiscono nessuna scusante. Piccolo Ma, colleghi! Quando ero ancora un ragazzino io facevo sogni ambiziosi. ben vero che non ho raggiunto gli scopi che mi ero prefisso. Ma sento che non ancora troppo tardi. Si pu ancora rimediare, prometto che non mi lascer pi andare, far di tutto per migliorarmi. S, sono stato un debole, lo riconosco. Avevo perso la fiducia in me stesso, mi ero impigrito... Ma posso ancora ricominciare tutto daccapo, giuro che lo far. Eserciter la volont, mi temprer il carattere, arricchir le mie conoscenze finch non avr conseguito tutto ci che ancora mi aspetta. Diventer qualcuno. Medio Voce! Piccolo Diventer qualcuno! Grosso Soggettivismo. Medio Vogliamo mangiare! Grosso Aspetti, facciamolo insieme. Uno, due, tre: (il Grosso e il Medio scandiscono insieme) Vo-glia-mo mangiare! Mangiare! Piccolo (balbettando e sul punto di piangere) Vi prego, sul serio... (scende dalla, tribuna) Medio (gli passa la propria estremit dello striscione con lo slogan e sale a sua volta sulla tribuna) Fratelli commensali! (Il Grosso lo acclama calorosamente. Il Piccolo si unisce agli applausi, ma senza troppo entusiasmo) Io non ho studiato e non mi va di parlare molto. Se si tratta di fare, allora un altro discorso. Fin da bambino mi ha sempre interessato l'arte culinaria. Molto pi che il mangiare in s, ve l'assicuro! Sono un uomo modesto, ho poche esigenze, e, a dire la verit, mangiare non mi piace. Mi basta qualsiasi cosa, e quel che pi conta, mangio pochissimo, davvero un'inezia. Che dico! Non mangio assolutamente niente. Ancora qualche anno fa magari arrivavo a mangiare un boccone ogni due o tre giorni, ma ora no! Col mangiare l'ho fatta finita una volta per sempre. Ora invece lavorando a preparare manicaretti che trovo la pi grande gioia della mia vita. Non c' niente di pi piacevole per un cuoco al termine del suo duro, accurato lavoro, che guardare gli altri intenti a mangiare. E questa la sola ricompensa che io chiedo. Mi limito ad aggiungere che la mia specialit sono pro-prio i piatti di carne. I miei intingoli sono impareggiabili. Con questo non ho altro da dire. Grosso Bravo! (lo applaude) Il Piccolo rimane apatico, inerte. Il Medio scende dalla tribuna e prende il posto del Grosso, il quale sale a sua volta sulla tribuna. Medio Urr! (tace di colpo)

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Il Grosso, con le mani sui fianchi, spazia per un attimo lo sguardo intorno a s, come se fosse circondato da una folla imponente. Grosso Medio Grosso (protende di scatto il braccio in un saluto fa-scista) Salute a voi, affamati! (freneticamente) Urr! Evviva! Urr! (lo fa tacere con un imperioso gesto della mano) Parler brevemente, con stringatezza militare! Primo, non voglio influire sulle vostre opinioni. Deciderete da voi. Io sono solo al vostro servizio e la vostra volont per me sacra. Manger quel che mi daranno. Secondo, c' poco da stare a discutere: io sono indigesto. Sono sempre stato coriaceo, ossuto e di poca polpa. Ho due costole di ferro, il fegato spostato e una gamba pi corta. E poi, voglio essere sincero, non sono del tutto sicuro di non avere la trichina. Terzo, non voglio fare il demagogo e ve lo dico chiaro e tondo: se non sceglierete me, in tal caso l'altro avr la coscia e il filetto. Io mi contento del resto e della lingua. Se qualcuno avesse delle pretese in questo senso, lo avviso fin da ora: la lingua non la cederemo a nessuno! Bravo, bravo, sei il migliore! Questo tutto. Non mi piacciono le chiacchiere, i filosofi, i rammolliti. Avanti! Urr! Bravo! Bis! Evviva! Il Grosso scende dalla tribuna. Il Piccolo e il Medio ravvoltolano la striscia di carta. Grosso Piccolo Medio (al Piccolo) soddisfatto, ora? Lei stato magnifico! Solo che io... ecco... io non posso mangiare il filetto... mi resta indigesto... se per lei fosse lo stesso preferirei... (stando sull'attenti dinanzi al Grosso) Le mie congratulazioni, se mi permette. Il suo discorso mi ha commosso profondamente. Per quanto riguarda la lingua sono assolutamente d'accordo con lei. Be', i comizi li abbiamo fatti. Ora votiamo. Il Grosso mette il cilindro al centro della zattera. Tutti si appartano in tre diversi angoli per scrivere sui foglietti voltandosi l'un l'altro la schiena. Il Grosso e il Medio si girano a guardare il Piccolo. Il Grosso perfino si avvicina al Piccolo e sbircia al di sopra della sua spalla, ma il Piccolo se ne accorge in tempo e copre il foglietto con la mano. Poi rende la penna al Grosso. Piccolo Grosso Mille grazie. Non c' di che. Caso mai avesse qualche correzione da fare, sono a sua disposizione. Il Grosso se ne va all'altro angolo della zattera; adesso entrambi, il Grosso e il Medio, riempiono il proprio foglietto. Il Piccolo resta dov'era prima, rivolto verso il mare, poi tutti contemporaneamente si voltano, vanno verso il centro della zattera e depongono i foglietti nel cilindro.

Medio Grosso Medio

Grosso

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Grosso Medio Piccolo

Allora contiamo i voti. Sono davvero curioso. Votare aguzza l'appetito. Scusi, sa, ma potrebbe conservare un po' pi di tatto. Il Grosso infila la mano nel cilindro, dopo un istante solleva la testa e guarda in silenzio il Piccolo. Lunga pausa.

Piccolo Medio Grosso Medio Piccolo Grosso

Che successo? Com' l'esito? Signori, dobbiamo invalidare la votazione. Come sarebbe a dire? Io ho fame. Lei vuol silurare un'elezione libera e democratica? Nel cilindro ci sono quattro biglietti. Quattro! Il Grosso come prima, e adesso anche il Medio guarda con insistenza il Piccolo.

Piccolo Medio Grosso Piccolo Grosso Piccolo Medio Grosso

Piccolo Medio Grosso

Medio Grosso

Piccolo

(innocentemente) L'avevo detto che il parlamentarismo un sistema antiquato. E ora? la tipica crisi di Gabinetto. Potremmo ricorrere alla nomina diretta del candidato... E chi lo nomina? Me ne incarico volentieri io. Eh, gi, l'avrei giurato. No! Non ci sto! un brutto affare. La democrazia non ha funzionato, la dittatura non la vogliamo. Eppure qualcosa bisogna escogitare. In simili momenti la situazione pu essere salvata solo da un individuo pieno di abnegazione e di altruismo. Ricordiamoci che sono sempre stati i volontari a risolvere le situazioni in cui non erano valsi i metodi usuali. (atteggiandosi di nuovo ad arringare, rivolto al Piccolo) Caro e stimato collega!... No, no! L'avverto che non la sto a sentire! Su, ascolti. Caro collega! Noi tutti sappiamo che non possibile nascondere certi tratti di carattere, come l'abnegazione, l'amore del prossimo, lo spirito di solidariet. E fin dal primo istante abbiamo osservato in lei qualcosa che la differenzia da noi, e questo qualcosa appunto una nobilt d'animo, un inesausto desiderio di servire la causa comune, una naturale disposizione... (al Medio) Non sembra anche a lei? (prontamente) Mai visto in vita mia un uomo migliore. Ebbene, la collettivit pu finalmente rispondere al suo accorato appello. Siamo felici di offrirle l'occasione di realizzare la sua intima, nobile aspirazione. Lei aspira a restare nel nostro ricordo come un uomo di valore, umile, gentile, appetitoso... Non voglio.

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Medio Piccolo Grosso Piccolo Medio Grosso Piccolo Medio

Come, lei non vuole offrirsi come volontario? No. Tradisce la comunit? Calpesta la fiducia dei colleghi? Non vuole? No. inaudito! Ma proprio deciso? Mi rifiuto categoricamente. Non ho nessuna vocazione di grandezza. D'ora in poi le tolgo il saluto. La stimavo un uomo onesto, un patriota della nostra zattera, e lei invece si dimostrato un mascalzone. Addio! Il Medio si ritira in un angolo della zattera voltando le spalle al Piccolo.

Grosso

Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo

Grosso

Piccolo Grosso Piccolo Grosso Medio

vero, purtroppo ci ha delusi. Per lei l'onore una parola vuota. Ma, stando cosi le cose, pu forse suggerire lei qualche altra soluzione? Siamo qui pronti ad ascoltarla! (riacquistando fiducia) Una soluzione? Ma si figuri! Fin da bambino ho sempre sognato la giustizia universale. Io non chiedo altro che la giustizia! Lei mi sorprende! Perch? Come pu essere certo che la giustizia non si rivolga contro di lei, cio, volevo dire, per lei, che non decida la sua candidatura? semplicissimo. Fin da piccolo sono stato sfortunato, non mi mai andato nulla per il giusto verso. Le circostanze sono sempre state contro di me, dunque... strano che siano soprattutto gli insoddisfatti a lamentare la mancanza di una giustizia totale e universale. Non sar per il fatto che reclamando giustizia cercano una giustificazione per il proprio insuccesso? Io non mi tiro indietro. Accetto qualunque risoluzione, purch sia giusta. Ovverosia a condizione che non sia lei a essere mangiato. Queste sono insinuazioni. Facciamo prima le cose con giustizia... A sedere, signori. Non sar facile, ma credo che ci riusciremo. Io con lui non ci parlo. Tutti rioccupano i posti che avevano all'inizio.

Grosso Medio Grosso Medio Grosso Piccolo Grosso

(al Medio) Mi dica una cosa, caro collega, vive ancora sua madre? (incerto) Come dire... E la sua? (alzando gli occhi al cielo) Purtroppo sono completamente orfano fin dall'infanzia. Ah, i miei poveri genitori! (si affretta a fare eco) Volevo appunto dire la stessa cosa. La verit che non ho mai conosciuto i miei genitori. (rivolto al Piccolo) E lei? Ho ancora la mia cara mammina. In questo momento sta piangendo per me nella sua solitudine. Povera mamma! Mi sembra che la questione sia molto semplice dal punto di vista della giustizia. Potrebbe lei a cuor leggero far del male a un orfano? Perfino tra i selvaggi l'essere orfano viene considerata la pi grave delle disgrazie. No,

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Piccolo Grosso

Piccolo

Grosso Medio Piccolo Grosso

Medio Grosso

Medio

caro signore. Se uno qualunque di noi due, che siamo orfani, venisse mangiato, sarebbe un insulto fatto alla giustizia pi elementare. Come se non bastasse che siamo orfani, lei vorrebbe anche mangiarci! (stupefatto) Ma io... No, caro signore. chiaro come il giorno. Lei ha la sua mamma, lei sempre stato avvantaggiato a questo mondo, non le pare che sia tempo ormai di saldare questo debito morale che lei ha nei confronti degli orfani? Di coloro che non hanno mai conosciuto le cure materne, il tepore di un focolare? Tanto pi che, come lei stesso ha detto, la sua mamma gi ora sta piangendo la sua perdita. (cercando disperatamente un argomento) Ma pu darsi anche che la mia mamma abbia gi cessato di vivere. Ultimamente stava poco bene, e io manco da casa da tanto tempo... Ma scusi, lei parla proprio come un bambino. Che prova possiamo avere di quanto asserisce? Su, avanti, fuori la prova. Ve l'ho detto, non stava punto bene quando sono partito. E poi oggigiorno si sente tanto parlare di queste malattie della civilt moderna... Ah, basta, non ci venga a raccontare fantasie di questo genere! Sua madre gode sicuramente di buona salute, e che Dio gliela preservi a lungo, mentre i nostri poveri genitori... (al Medio) Si ricorda quelle lunghe sere d'autunno, quando ancora bambini stavamo scalzi e intirizziti all'angolo di una strada a vendere fiammiferi ai passanti? (coprendosi gli occhi con una mano) Ah, non mi faccia ricordare queste cose. Meglio dimenticarle. Oppure si ricorder certamente quel lontano parente, avido e tirannico, che ci sottraeva, affamati com'eravamo, l'ultimo pezzetto di lardo per metterlo come esca nella trappola per i topi? (con un gemito) Fantasmi del passato. Il Grosso allarga in silenzio le braccia davanti al Piccolo, come per dirgli: ha visto lei stesso, non c' proprio niente da fare.

Piccolo Grosso

Scusi, mi sembra di aver udito una voce dal mare. (resta in ascolto) Lei vuol cambiare argomento. evidente che le sventure altrui la lasciano del tutto indifferente. Ah, l'egoismo di questi cocchi di mamma! Giunge da lontano una voce indistinta.

Medio Grosso

(in tono accusatore) Lui giocava a palla, quand'era piccolo. Aveva la palla e l'orsacchiotto. La voce si avvicina sensibilmente.

Voce Piccolo Voce

Aiuto! Aiuu-too! L'avevo detto, io! Sentite! Ehi! Aiuu-too!

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Grosso Medio

Effettivamente, c' qualcuno che nuota alla nostra volta... A noi orfani capitano sempre questi contrattempi. (si alza e scruta verso il mare) Capo, pu darsi che ci porti da mangiare. Vedo distintamente che nuota servendosi solo di una mano, mentre con l'altra tiene un oggetto voluminoso. Anche gli altri due si alzano e si avvicinano al Medio sul bordo della zattera.

Piccolo

Grosso Medio Voce

Certo, non affatto escluso. forse raro il caso del contadino che cade in acqua mentre si reca al mercato a vendere la porchetta? Nuotando, stringe convulsamente con un braccio la porchetta, il suo unico bene... Eccolo l, lo vedo! in divisa... (ormai vicinissima) Aiuto! Esce dal mare un Postino con la tipica divisa, col berretto, e con la borsa di pelle a tracolla. Il Medio gli tende una mano e lo aiuta a issarsi sulla zattera.

Postino Grosso Postino

Grosso Postino

Piccolo Postino

Piccolo Grosso Postino Piccolo Grosso Piccolo Medio Piccolo

Grosso Postino

Molto gentile da parte sua. Non ha qualcosa da mangiare? Non ho niente, purtroppo. Anch'io mangerei volentieri un boccone. Sono caduto in mare che ancora non avevo fatto colazione. (vedendo il Piccolo) Ma lei! Davvero, che combinazione! (sospettoso) I signori si conoscono? E come no! Sono dieci anni che recapito la posta al signore. Non sapevo che attualmente si trovasse in mare. Ma la trovo proprio al momento giusto, ho un telegramma per lei. Un telegramma per me? S. Stavo giusto venendo a portarglielo alla sua casetta in riva al mare, quando un'ondata mi ha travolto. Fortuna che sono un buon nuotatore. (fruga nella borsa) Eccolo qua. (si tira in disparte per aprire e leggere il telegramma) Vogliano scusarmi. (alquanto sospettoso, rivolto al Postino) vera quella divisa? Certo, solo che bagnata. Capir, cadendo in acqua... Urr! Cosa c'? (mesto e solenne) Signori, apprendo in questo momento una triste notizia. Mia madre spirata. C'era da aspettarselo! Pertanto faccio loro osservare che adesso sono anch'io un orfano, e di conseguenza dovremo rimettere ancora una volta sul tappeto la questione di chi di noi debba essere mangiato. Protesto! Qui c' qualche trucco! Sono sicuro che lei si era messo d'accordo col postino! (con dignit offesa) Lei offende un pubblico ufficiale in servizio.

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Grosso Piccolo Grosso Postino Grosso Medio

Piccolo

Grosso Postino Medio Piccolo Postino Grosso

Piccolo Postino Grosso Postino

Piccolo

Grosso Piccolo Grosso Piccolo

Quanto gli ha pagato? O magari siete amici fin dai tempi di scuola? Lei mi fa delle accuse infondate. Chieda pure al postino, se ero d'accordo con lui. Va bene. Chiediamoglielo. Se risponde di s, se confessa, la mangiamo senz'altro. Se invece nega, allora mangiamo il postino. Come sarebbe a dire? Uno appena arrivato, e qui subito lo vogliono mangiare. Che storie sono queste? Poche chiacchiere. Lei invece mi sembra proprio il tipo adatto, ancora fresco. Capo, io direi di mangiarli tutti e due. (si passa la lingua sulle labbra) Postino saut. Uno arrosto, e l'altro come contorno, oppure una parte si pu fare marinata e tenerla in serbo per dopo. Oppure uno possiamo farcirlo con l'altro. Mi viene l'acquolina in bocca. (speranzoso) Chiss, potrebbe darsi che almeno il signor postino non sia orfano? Noi che siamo cosi abbandonati, derelitti... Bisognerebbe chiederglielo. (assorto a progettare il menu) No, da quell'altro preferirei distillarci del vino. Per, certo, che borgogna si potr mai ricavare da un postino! (assentisce con calore) vero, ha ragione. Come borgogna sono scadente, mentre invece come portalettere me la cavo a perfezione. Come! Vuol dire che non le andrebbe del genuino Vin du Postillon? (al Postino) Se lei testimonia il falso, dicendo che eravamo d'accordo, far reclamo alla direzione delle poste e telegrafi. Non abbia paura. Ho al mio attivo trent'anni di servizio irreprensibile. Parole inutili. Lei era d'accordo con questo signore, s o no? Se ci confessa che la notizia del decesso della madre era falsa, le diamo i rognoncini e forse anche un po' di lombata. Se invece la notizia era vera, allora mangiamo lei proprio in qualit di postino. La posta un'istituzione di pubblica utilit e come tale deve sopperire al fabbisogno di tutti. La supplico, non si lasci raggirare. Non c' pericolo. Sono un dipendente delle poste di antica e comprovata onest, e non mi si pu corrompere con un piatto di frattaglie. Oltre al resto potremmo offrirle anche un po' di testina, ma l'avverto che di pi non c' da pretendere. No, signore, lei si sbaglia sul mio conto. (mostrando il colletto della sua divisa) Le vede queste due trombette incrociate? L'onore, di queste due trombette sta per me al di sopra di ogni altra cosa. Saluto tutti. (si tuffa in acqua) No, no, non se ne vada, testimoni almeno che io sono innocente. Aspetti! (agitando il telegramma) Del resto anche cos i signori possono vedere che dal punto di vista della giustizia la nostra situazione adesso identica. Siamo tutti orfani. (senza dargli retta, al Medio) Cominci a preparare l'occorrente, tutto nella mia valigia. (indietreggiando) Ma come? Sono orfano come loro, no? Lei dimentica che esiste ancora un'altra giustizia. La giustizia storica. Vale a dire?

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Medio Grosso Piccolo Grosso Medio Piccolo Postino

Piccolo Postino

(che nel frattempo ha aperto la valigia) Capo, prendo quella grande di pentole? Il fatto che tutti abbiamo perduto i genitori, non ci pone da solo sullo stesso piano. Resta un'altra questione da esaminare: chi erano i nostri genitori? Dio mio, ma che cosa c'entra... Eccome, se c'entra! Mi dica, che cosa faceva suo padre? Capo, anche la padella? Mio padre? Faceva il cancelliere in tribunale. Ma non vedo... (riaffacciandosi dal mare, si appoggia coi gomiti al bordo della zattera) Mi scusino, avevo dimenticato di farle firmare. I signori mi avevano fatto perdere la testa, con tutti quei discorsi da cannibali... Dove devo firmare? Qui, prego. Il Piccolo firma sul registro di consegna.

Postino

Ho dovuto rifare tutto questo pezzo di strada! Di nuovo arrivederci. (si allontana a nuoto) Grosso Dunque suo padre era cancelliere di tribunale, eh? Dovevo supporlo. E sa invece lei cos'era mio padre? Piccolo No. Grosso Era un semplice taglialegna analfabeta, mentre il mio collega un padre non l'ha avuto neanche. Sua madre lo concep in conseguenza di dure pene provocate dalla miseria. cos, caro lei. Suo padre se ne stava comodamente seduto in un ufficio lindo e riscaldato, e vergava protocolli al servizio dell'aristocrazia. Questo, mentre il mio tagliava gli alberi per le cartiere, affinch poi suo padre avesse su che scrivere gli atti di sequestro diretti contro la povera madre del mio collega, il quale un padre non l'ha avuto neanche. Lei dovrebbe vergognarsi! Il Medio estrae dalla valigia e dispone sulla zattera svariati attrezzi da cucina, poi tira fuori anche un tritacarne e ne gira pi volte la manovella per verificarne il funzionamento. Piccolo Grosso Voce Grosso (accettando l'argomentazione impostagli e tentando di difendersi gi sul piano voluto dall'altro) Mi dispiace, ma io non ho nessuna colpa di tutto ci! Proprio per questo quella giustizia, che adesso ha designato lei per sfamarci, la chiamiamo storica. Signor conte, signor conte! Al diavolo, cosa c' ora di nuovo? Si affaccia sulla zattera la testa di un vecchio Servitore con i favoliti grigi. Servitore Che gioia rivederla, signor conte! Grosso Che storia e questa? Servitore (commosso fino alle lacrime) Non mi riconosce, signor conte? Il signor conte non riconosce il vecchio Giovanni? E s che ero io che insegnavo al

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signor conte a cavalcare sul poney, quando il signor conte era ancora signorino! Grosso Fuori dai piedi! Servitore Quale felicit per i miei vecchi occhi rivedere il signor conte. Al palazzo tutti sono cos preoccupati! Quando giunse la notizia che la nave su cui viaggiava il signor come era affondata, io non seppi resistere pi a lungo. Io sono sempre dove si trova il signor conte, il destino del signor conte anche il mio: cos mi sono buttato in mare e, nuota nuota, ecco che ho visto finalmente il signor conte! Che gioia! Grosso Giovanni! Ti ordino di lasciare immediatamente la zattera e di affogare! Servitore Obbedisco, signor conte. Che gioia, che gioia! (Sparisce) Piccolo No, no! Brav'uomo, non ve ne andate, restate qui... annegato. Grosso (riprende con il tono di prima, come se niente fosse accaduto) Dunque lei stesso capisce che la giustizia storica... Piccolo (indignato) Ma sicuro! Era lei che abitava in un palazzo, e che andava sul poney! Grosso Io? Sul poney!? Mio padre non poteva permettersi di comprarmi neanche un cavallo a dondolo! Lei mi attribuisce ricordi della sua propria infanzia! Piccolo Questo e davvero il colmo! Lei vorrebbe dire che ero io ad avere il poney? Grosso Certamente, l'ha detto lei stesso poco fa. Piccolo No, questa passa ogni limite! Smentisco categoricamente di aver mai avuto a che fare con qualsiasi poney. Grosso E tanto meno io. Il mio povero padre non conosceva neppure la parola poney. Le ho gi detto che era analfabeta. Medio (ha osservato tutta la scena stando in piedi accanto alle stoviglie disposte in bell'ordine, con la padella in mano) Povero cavallino, nessuno vuol confessare di averlo mai conosciuto. (al Piccolo) Perch cos crudele con quella povera bestia? In fondo gli deve alcuni momenti felici dell'infanzia. Piccolo Ma se quel servitore... Grosso Quale servitore? (al Medio) Collega, per caso ha visto qui un servitore? Medio Io? Nemmeno per sogno! Grosso Caro signore, da questo momento non posso pi ritenerla un valido interlocutore nella discussione, lei soffre di allucinazioni. Medio pazzo. Grosso Un motivo di pi per sottomettersi, come individuo irresponsabile, alla guida di coloro che sanno ci che vogliono. Lei deve scomparire dalla societ, e il modo migliore di far realizzare questo postulato di offrirsi come alimento alla societ stessa. Incominciamo ad apparecchiare la tavola. Medio Devo mettere anche i cucchiaini piccoli? Grosso Certo. Facciamo un pranzo completo. Il Medio dispone i cucchiaini. Medio Grosso Mettiamo uno, o due coltelli a testa? Due. Il Medio dispone i coltelli.

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Medio Grosso

I tovaglioli? Naturale. Tutto dev'essere eseguito a regola d'arte. Siamo ben persone civili. Nel corso di questo dialogo il Piccolo si ritira in un angolo della zattera, si tira dietro una delle sedie e si nasconde dietro a questa. Questo mentre il Medio ha steso nel centro della zattera una tovaglia bianca di bucato e sopra ad essa dispone con perizia due coperti completi. Il Grosso non presta pi attenzione al Piccolo. Segue con gli occhi il Medio, dandogli ogni tanto dei consigli sul modo di preparare la tavola. Il Piccolo, prostrato, li osserva da dietro la sedia.

Piccolo Grosso Piccolo Piccolo Grosso Piccolo

Grosso Medio

(timidamente) Scusi... (senza degnarlo di uno sguardo) Le posate andrebbero spostate un po' verso destra. Senta... Io sono avvelenato... Grosso La zuppiera deve stare pi al centro... Parola d'onore. Non volevo dirlo prima, ma mi venuto uno scrupolo... (prende dalla tovaglia una forchetta e la guarda) La pulisca meglio. Non lo dico per cavarmela, ma solo per cortesia. Anche a me piace mangiar bene, e so che la ghiottoneria talvolta rovina l'uomo. Se non fossi avvelenato non avrei aperto bocca, figurarsi. Ma cos mio dovere dirvelo. Cominciamo. Bene, capo. Il Medio estrae dalla valigia un grosso coltello da cucina e una pietra per arrotare - entrambi autentici - dopo di che si mette ad affilare il coltello. Sar un rumore ritmico, stridulo, piuttosto sgradevole.

Piccolo

(ulteriormente retrocedendo fin sull'orlo estremo della zattera) Io non dico che sia una cosa incurabile. Loro dovrebbero solo pazientare ancora un po', mi passer certamente. Sto coricato un giorno o due e mi disintossico. Mi metto qui, in un angolino, per non dar noia ai signori. Appena sar disintossicato mi far premura di farlo sapere io stesso. Del resto l'ho gi detto che non mi rifiuto. Il Medio affila ritmicamente il coltello. Il Grosso contempla ancora l'apparecchiatura con la testa chinata da un lato, poi va a prendere dalla valigia dei fiori e un vaso, mette i fiori nel vaso e colloca il tutto al centro della tovaglia apparecchiata. Quindi si allontana di alcuni passi e socchiudendo gli occhi studia l'effetto finale. Finalmente sembra soddisfatto.

Piccolo

Grosso

(sempre pi insicuro) Be', due giorni magari sono un po' eccessivi. Tutt'al pi un giorno. I signori conoscono il proverbio: " Quel che hai da mangiare oggi, mangialo pure domani ", eh, eh, eh! (il Medio saggia il filo della lama con un dito) ...Diciamo che sufficiente qualche ora, magari solo un'oretta... Su, all'opera.

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Il Medio avanza di un passo in direzione del Piccolo. Piccolo Grosso Piccolo (precipitoso) Giusto, giusto! Ha ragione. Ma posso dar loro un consiglio? Del tutto disinteressato? E sarebbe? Strettamente tecnico, un consiglio culinario, molto a proposito. Non... non ritengono che sarebbe opportuno mi lavassi i piedi? Il Medio guarda interrogativamente il Grosso. Grosso Medio Piccolo Effettivamente, non ci avevo pensato. (al Medio) Lei che cosa ne dice? (indeciso) Non saprei... Certo che a metterlo sotto i denti cos... Meglio farglieli lavare. (affrettandosi a rimboccare i calzoni) Ben detto! Parole sante! L'igiene il fondamento di una sana alimentazione. (si gratta un piede) I batteri sono invisibili a occhio nudo, ma si sentono bene quando prudono. Giusto. La pulizia personale non ha mai fatto male a nessuno. Al contrario, assicura all'individuo una sana e lunga vita. Le d subito l'asciugamano. Il Piccolo si siede sul bordo della zattera e mette i piedi in acqua. Comincia a lavarseli e a sciaguattare. Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo Grosso Dunque i signori hanno deciso irrevocabilmente per quanto mi riguarda... Pensavo che ormai fosse chiaro. Lei prima stava dicendo qualcosa sullo spirito di sacrificio... vero. Dicevo che una bellissima qualit. (ascoltando avidamente) Dica ancora qualcosa. Be', mi sembra di averne gi abbozzato un quadro abbastanza completo. Lo spirito di sacrificio, l'altruismo... S, s! Ah, quant' vero. (in piedi accanto a lui reggendo l'asciugamano) Vede, dunque? E non mi voleva credere. Si vede che ero immaturo, inesperto... Ma ora comincio a intuire. (incoraggiante) Non mai troppo tardi. Era una vera bassezza da parte mia, tentar di controbattere i loro argomenti. Ma evidente che lei non cinico sino in fondo, se nel suo animo cominciano a farsi strada dei sentimenti pi nobili. Forse basta cos col sinistro, no? Oh, no, ancora fra le dita. Dunque, tornando alla questione, devo dirle che comincia a destarsi in me un uomo nuovo, migliore; ma a proposito... i signori ormai sono proprio decisi...? (in tono di bonario rimprovero) Su, su! No, no, certo! Dunque che cosa stavo dicendo? Ah, s, un uomo nuovo e migliore. Ora chiaro che un fatto essere mangiato come vittima di una volgare violenza, mentre ben diverso se come uomo nuovo e migliore, il quale spontaneamente... In altri termini, esser mangiato con il proprio

Grosso

Piccolo

Grosso Piccolo

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Grosso Piccolo Grosso Piccolo Grosso

Piccolo Grosso Piccolo Grosso Piccolo Medio Grosso Piccolo Glosso Piccolo Grosso

consenso interiore, nonch per le proprie nobili aspirazioni. Ma lei mi d la sua parola che gi deciso? Parola d'onore. Se cos... Che cosa stavo dicendo, dunque? Ah, s, che una cosa che d soddisfazione, senso di libert... Finalmente ha compreso. (al Medio) Il sapone, per favore. (infiammandosi) Perch lei non deve pensare che io sia soltanto materia priva di volont propria. una cosa che non piace a nessuno. Pu esser sicuro che abbiamo di lei ben altra opinione. Lei passer ai nostri stomaci, cio alla nostra memoria, come un eroe, come una figura luminosa e disinteressata. Scusi, ma mi sembra che il sinistro ormai sia stato lavato a sufficienza. (infiammandosi sempre di pi) Certo, ormai pulito. E il destro mi sembra non ci sia neanche bisogno... Mia dia l'asciugamano e sono subito pronto. No, sarebbe bene che un po' anche il destro... Come vuole lei. Credo sia meglio lavare anche quello. Proprio cos, sono stato io il primo a prendere la grande decisione, io per primo mi sono offerto per sacrificarmi per gli altri. (guardando con aria critica) Ci vorrebbe un po' di soda. Va via anche col sapone. Possiamo aspettare ancora un poco. Aspettare?! Quando i colleghi hanno fame?! Mai! (fa per alzarsi, il Grosso lo fa restare seduto) Si lavi ancora il destro, da bravo. Ora che sono maturato, i piedi non hanno pi per me alcuna importanza, possono anche restare sporchi. (porgendogli l'asciugamano) Ecco fatto! Il Piccolo si alza e viene al centro della zattera.

Piccolo Grosso Piccolo

Grosso Piccolo Grosso Piccolo

Medio

Signori, grazie di cuore. Mi sento finalmente un uomo nel vero senso della parola. Ho concepito degli ideali che prima mi erano estranei. Non c' di che. Ma ho anch'io la mia dignit. Di che si tratta in fondo? Siamo in tre qui sopra, e io solo sono quello che salva gli altri. Vorrei ancora una cosa, che mi sia concesso di pronunciare un breve discorso sulla libert. Gli ci vorr molto? No, appena due parole. Be', faccia pure. (tira a s una sedia e vi sale sopra, come avevano gi fatto all'inizio durante i comizi elettorali) La libert non significa niente. Soltanto la vera libert significa qualcosa. Perch? Perch vera, e quindi migliore. Tenendo presente questo fatto, dove dobbiamo cercare la vera libert? Pensiamoci con un grano di logica. Se la vera libert non la stessa cosa della libert comune, allora dov' la vera libert? chiaro. La vera libert possiamo trovarla solo l, dove non c' la libert normale. Capo, dov' il sale?

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Grosso Piccolo

Ssss! Non disturbi, in un momento simile! (poi, sottovoce) nella valigetta, in fondo. Ed appunto per questo... Il Medio si accosta alla valigetta, vi fruga dentro, dopo un istante si affretta a tornare dal Grosso.

Piccolo

...E appunto per questo... Il Piccolo continua a ripetere queste parole fino alla fine come un disco di grammofono che si incantato, per non con monotonia, ma anzi interpretandole, variandone il tono, come se stesse disperatamente cercando di ricordarsi che cosa effettivamente voleva dire.

Medio Crosso Piccolo Medio Grosso Piccolo Medio Grosso

(sovreccitato, a mezza voce, e tuttavia chiaramente comprensibile) Capo, ho trovato quella carne coi piselli! Ssss! La nasconda immediatamente. E appunto per questo... Ma ad essere sincero, io preferisco i piselli. Lei lo sapeva che non erano finiti? A me invece non piacciono, e del resto... E appunto per questo... Cosa? (additando il Piccolo) Non vede, del resto, che ormai felice cos?

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KAROLAtto unico

Personaggi Il Nonno Il Nipote L'Oculista

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Sulla scena un divano, e accanto a questo un libro sul pavimento. Due seggiole, un armadio, alla parete un grande foglio bianco su cui sono stampate alcune file di lettere e numeri di grandezza diversa, che servono per la misurazione della vista. Un telefono, una porta. Sul divano sdraiato l'Oculista, un uomo di mezz'et, con gli occhiali. Sta leggendo. Si sente bussare alla porta. L'Oculista si alza dal divano. Oculista Avanti. Entrano il Nipote e il Nonno. Precede il Nipote, un uomo sulla trentina, forte, tarchiato. Dietro di lui il Nonno, un vecchietto mi-nuto con una barbetta grigia; ha una doppietta a tracolla. Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Buon giorno, signor dottore. Ecco il nonno. Si accomodino. Ah! Suo nonno? Eccezionalmente ben portante. E io sono appunto venuto con lui. I signori sono stati a caccia? Qualche incidente di tiro? Una festuca in un occhio? Ma no, il nonno deve ancora sparare. Ho capito, dunque l'incidente deve ancora aver luogo. I signori sono venuti a scopo profilattico? Non ci sar nessun incidente. Il nonno sparer, e basta. indispensabile? Signore, mio nonno deve sparare. Qualora si osservi l'igiene del tiro, non vedo il motivo di dare controindicazioni. La vecchiaia ha i suoi diritti. Appunto. Si tratta solo degli occhiali. Disturbi alla vista? Il nonno ci vede male, per sparare gli ci vogliono gli occhiali. Allora, se ho ben capito, tirer al bersaglio? ovvio. Ecco, guardi, signor dottore, sta gi cercando. Il Nonno, che finora era rimasto tranquillo, comincia a perlustrare la stanza metro per metro, ricurvo, con la faccia quasi all'altezza del pavimento, come una persona afflitta da forte miopia. Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Che cosa cerca? (senza rispondere all'Oculista) Nonno, state tranquillo, tanto lui non qui! Effettivamente, non c' nessuno qui dentro oltre a noi. I1 nonno indefettibile, io lo conosco. Un buon patriota, vuol dire? Tra l'altro. Ma qui si tratta di Karol. Quale Karol? Ora lo sapremo, quale Karol. forse un loro conoscente? proprio questo che dobbiamo accertare. In che modo? Bisogna dare al nonno gli occhiali. Lui lo riconoscer.

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Oculista E quando l'avr riconosciuto? Nipote Allora gli potr sparare. Gli occhiali gli sono necessari in primo luogo per riconoscerlo, e poi per sparargli. Proprio per questo siamo venuti, signor dottore. Nel frattempo il Nonno guarda sotto il divano, sotto le sedie, scruta dovunque, ma non si ancora tolto di spalla la doppietta. Oculista Ma... ha fatto qualcosa di male questo signor Karol? Nipote E come si fa a saperlo, se il nonno non ha gli occhiali e non in grado di riconoscerlo? Oculista Allora loro non lo conoscono neppure? Nipote Gliel'ho ben detto, che lo stiamo appunto cercando. Oculista E neanche suo nonno lo conosce? Nipote Senza occhiali?! Vuol scherzare! Oculista Ma come fanno a riconoscere una persona che non conoscono? Nipote evidente che non lo possiamo conoscere, se prima non lo riconosciamo. Mi sembra ovvio. Oculista Ma perch mai proprio questo Karol? Nipote Non vorr mica che si spari a tutti quelli che si trova per strada? Lei un sanguinario! Una certa giustizia ci deve pur essere. Oculista Ma se cos, perch poi sparare a qualcuno? Nipote Lei stesso ha riconosciuto che mio nonno deve. La vecchiaia ha i suoi diritti. Oculista Va bene, ma si pu sparare ai barattoli, per aria, magari ai passerotti... Nipote A che cosa? Oculista Ai passerotti, ai barattoli... Nipote Chi? Oculista Come chi? Nipote Domando chi deve sparare ai barattoli. Oculista Beh, suo nonno. Nipote (con diffidenza) Il nonno? Oculista S, il nonno. Nipote Si vede che lei non lo conosce. Oculista In tal caso bisogna togliergli l'arma. Nipote (in tono ancora pi diffidente) A chi? Oculista (meno sicuro ili se) Al nonno. Nipote (sbalordito) Al nonno?! Oculista Beh, dicevo cos... Nipote Avete sentito, nonno? Nonno (interrompendo per un istante le sue ricerche, accosta la mano all'orecchio) Eh? Nipote Dice che bisogna levarvi il fucile! Nonno (togliendosi l'arma di spalla) Dov'? Nipote qui, accanto alla seggiola. Ve lo tengo fermo? Oculista (spostandosi celermente dalla parte opposta della scena) Del resto una faccenda privata di lor signori, io non mi intrometto. Nipote Ben detto. Il fucile carico ormai da vent'anni, un simile stato di cose non pu durare pi a lungo.

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Oculista Oculista Nipote Oculista 72 Nipote

Perch non pu? Nipote Lo chieda al nonno. Nonnino, questo signore... (tagliando corto) No, no... se non pu, non pu. Lo capisco perfettamente. Si pu anche discutere. Nonnino, questo signore... (alquanto accomodante) No, le credo sulla parola. In fondo se si ha un fucile...

Appunto, bisogna sparare, l'arma del nonno aveva sparato gi suo padre, il mio bisnonno, e prima ancora il padre di suo padre, tutti hanno sempre sparato. Oculista Ehm, certo.. Allora possiamo procedere alla visita di suo nonno. Nipote Ora s che si ragiona. Nonnino, venite qua. Il Nonno si avvicina loro. Oculista Favorisca accomodarsi. Il Nonno si siede sulla sedia indicatagli, rimettendosi la doppietta in spalla. Nipote Nonno, ora date retta al signor dottore. Il pimpam ci sar dopo. Oculista Questo magari potremmo posarlo l, per il momento. (Fa per toccare cautamente il fucile. Il Nonno si gira di scatto) No? Va bene, come preferisce lei. Nipote Il nonno non si separa mai dal suo fucile. Lo pulisce ogni giorno. Nella nostra famiglia sappiamo come comportarci. Oculista (accostandosi alla tabella di lettura indica con la mano la pi piccola fila di caratteri) Pu leggere questo? Nonno (assorto) Eh, io ci vedevo cos bene, come mio padre buon'anima quando scaric in piena pancia a quel tale non meno di mezza libbra di pallini. Dico da sessanta passi, perdiana. Oculista Sia cos gentile da concentrarsi. Dunque, trova forse qualche difficolt a leggere queste lettere? Nonno (dopo lunga riflessione) Ma forse non erano sessanta. Saranno stati una cinquantina. Nipote Poi, nonnino, poi. Ora bisogna dare ascolto al signor dottore. Oculista (spazientito, afferra il Nonno per la collottola e lo trascina fin sotto il foglio bianco con la grande lettera A) E ora? Nonno (contorcendosi dalle risa) Ah, per carit! Oculista Ma insomma. si pu sapere perch ride? Nonno Mi fa il solletico. Oculista (toglie al Nonno l'ultimo paio d'occhiali e, incrociate le braccia, si rivolge al Nipote) Purtroppo temo che non ti sia niente da fare. Nipote Come sarebbe a dire? Oculista Dev'essere un caso speciale. Nipote questione che lei non lo sa trattare. Il nonno non ha mai saputo leggere. Oculista Vuol dire che analfabeta? Nipote Non c' bisogno di insultare. Lei sapr anche leggere, ma con questo? Crede di farci paura? lei piuttosto che ha paura di noi. Oculista Ma si figuri, non intendevo affatto questo. Nipote E allora che cosa?

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Oculista Volevo semplicemente, precisare se... se la lettura in generale rientri nella sfera delle attivit praticate dal suo protoplasta, oppure... Nipote Ehi, badi a come parla! Forse suo nonno sar un protoplasta, ma non il mio! Nella nostra famiglia non ci sono mai state malattie veneree! Soltanto ferite di arma da fuoco. Oculista Lei mi ha frainteso! Comunque, per farla breve, desideravo informarmi se suo nonno sia avvezzo a leggere, semplicemente leggere, niente altro che leggere. Nipote (con dignit) Signore, n mio nonno n io non leggiamo mai niente. chiaro? (indicando l'enorme lettera A) E lei voleva confondere le idee a un povero vecchio, costringerlo ad affaticarsi la testa, eh? Oculista (cercando di giustificarsi) No, ma io penso che in fondo il principio di dare istruzione al popolo... Frattanto il Nonno incomincia di nuovo a cercare. Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Oculista Ho un'idea. Oh, non ne dubito. Mi faccia un po' vedere. Che cosa vuol vedere? Non faccia finta di non capire (avanzando di un passo verso il dottore) Dia qua. (retrocedendo) Non capisco. Nipote Mi mostri i suoi occhiali. (tentando di volger tutto in ridere) Ah! Ah! Ah! Sa che lei un burlone! Capisco, anche noi a scuola facevamo di questi scherzi. Mi ricordo che una volta al professore di matematica gli mettemmo sotto una puntina da disegno e... Non faccia il tonto. Si levi gli occhiati senza tante storie! Su! (irrigidendosi) Ora sta sorpassando il limite dell'educazione. I miei occhiali sono una mia propriet privata. Gliela facciamo vedere noi la propriet privata. Nonno! (spaventato) No, non necessario! Nipote E allora? Non bisogna far innervosire una persona anziana. Potrebbe sovreccitarsi, perdere il controllo... Io lo capisco benissimo. Allora lei sa gi che cosa deve fare. Se proprio insiste, glieli posso prestare per un istante, ma solo per un istante. Senza occhiali sono pressoch cieco, non vedo quasi nulla. Va bene, va bene, non importa. (L'Oculista si leva gli occhiali e li d al Nipote. Questi li rigira fra le mani qualche istante e li osserva) Belli. Sono lenti Zeiss. Li proviamo? (levatosi gli occhiali rimane inerme, ha dei movimenti incerti, tenta ogni tanto un passo o due in qualche direzione ma esita indeciso, come constatasse ogni volta di aver scelto una direzione sbagliata) Sono i miei occhiali! Nonno! Qua! Qua!

Nipote Oculista Nipote Oculista Oculista Nipote Oculista Nipote

Oculista Nipote Oculista

Nipote

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Nonno

Nipote Nonno Nipote Nonno Nipote Nonno Oculista Nonno Nipote Nonno Oculista Nipote Oculista Nonno Oculista

Nipote

(il quale, tutto preso dalle sue ricerche, stava esplorando gli angoli della stanza con la doppietta imbracciata e in posizione di sparo, si interrompe e con fretta senile trotterella verso il Nipote) Dove? Dove? L'hai trovato? No, nonno, calmatevi. Infilatevi questi occhiali. Ah, aveva gi cominciato a battermi il cuore... Come una campana! State diritto, nonno. Cos, vanno messi dietro gli orecchi, come il signor dottore. (indietreg-giando di un passo) Beh, che ne dite, ora? (ha perso di colpo il suo atteggiamento malfermo e tremante, e rimane immobile, serio, a guardarsi intorno con assorto stupore) Buono, buono. (con vivo interesse) Come, buono? Spiegatevi, nonno. (acquistando quel che aveva perso il dottore nella sicurezza dei movimenti e nell'acutezza dello sguardo. Con crescente soddisfazione nella voce) Buono! Davvero vede meglio? (squadrandolo attentamente) Chi costui? il dottore. (senza staccare lo sguardo dal dottore) Il dottore? Dottore... in medicina. dottore, e non sapeva trovare gli occhiali giusti per un povero vecchiuccio. (giustificandosi) un caso veramente sorprendente, non avrei mai supposto... (continuando a fissare il dottore, gli si avvicina) Cosa vedo l... (passandosi nervosamente la mano sui capelli e rassettandosi il vestito) Mi rallegro molto che il signore abbia riacquistato una buona vista. Davvero molto. Che c', nonno? Pausa.

Nonno

(senza staccare un istante gli occhi di dosso al dottore retrocede verso il Nipote, facendogli cenno con la ninno di accostarsi) Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra proprio... Nipote (accorrendo premuroso) Avete osservato qualcosa? Oculista (comincia a muoversi su e gi per la stanza, gesticola nervosamente) Per un vero uomo di scienza non esiste gioia pi grande che assistere al trionfo dei propri metodi. Organizzare le cieche forze della natura, mettere ordine nel libero gioco degli elementi, questo l'unico premio che lo scienziato si attende per la sua opera disinteressata. Posso pregarla d rendermi gli occhiali? Sono miope anch'io e mi comincia a far male la testa... Del resto, anche per lei portare le lenti di un altro a lungo andare pu risultare nocivo. L'Oculista interrompe il suo andirivieni nell'intento di udire il confabulare che si svolge tra Nonno e Nipote. Nonno Nipote Direi proprio di s... (eccitato) Cosa, nonno, cosa?

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Il Nonno punta il dito con aria significativa verso l'Oculista in ascolto. Questi si accorge che la sua manovra .stata scoperta e ricomincia a camminare in su e in gi fingendo di essere tutto preso dall'enunciazione delle sue idee. Oculista Soltanto nella societ attuale gli uomini di scienza sono finalmente tenuti in quella considerazione che loro dovuta. Non bisogna dimenticare che la nostra autorit andata considerevolmente crescendo sin dai tempi di Paracelso. Siamo noi che indichiamo le nuove vie al genere umano. Li prego di rendermi immediatamente gli occhiali. Il Nonno si china all'orecchio del Nipote e gli sussurra qualcosa. Nipote Impossibile! (Il Nonno sussulta ancora qualcosa) Ma, nonno, ne siete sicuro? Nonno Eccome! Oculista Chi pu prevedere quali altre scoperte trasformeranno la nostra vita? In quale direzione si svilupperanno le singole branche della scienza? Il pensiero, questa propriet che pone anche l'uomo indotto infinitamente al di sopra della bestia, alla base di ogni progresso. E alla testa di questa grandiosa avanzata dell'uomo, di questa marcia trionfale attraverso la natura, di questa crociata della ragione ai confini del caos e del disordine, procediamo noi, i sacerdoti della scienza, i veri condottieri dell'esercito che ha nome umanit. Scusino, devo assentarmi un momento. Durante la sua arringa l'Oculista ha manovrato in modo da avvicinarsi il pi possibile alla porta. All'ultimo istante il Nipote gli taglia la ritirata. Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Perch impallidito cos improvvisamente? (si fronteggiano per qualche attimo in silenzio) Sono impallidito? Strano. Come un cencio. O, per meglio dire, ah! ah!, come un cadavere. una metafora. Pu darsi. Noi non siamo istruiti. Noi spariamo. Dov' la porta? Non vedo bene... Ho la vista annebbiata... Vorrei uscire. Ha detto lei stesso che sono pallido. Non si preoccupi, per noi non fa differenza. Io invece vorrei farle alcune domande. Non sono preparato. E, comunque, di che cosa si tratta? Piuttosto... di chi, voleva dire. Non conosco nessuno, non ho preso parte a niente, non conosco nessun indirizzo. Non vi dico nulla. E se glielo chiedo con le buone maniere? Oculista Che cosa volete sapere? Perch dianzi voleva che il nonno sparasse ai passerotti o ai barattoli? Per amore del buon vivere e della pacifica convivenza tra gli uomini. E perch voleva levare il fucile al nonno? Pensavo... pensavo che potesse rappresentare un pericolo, e pertanto... Un pericolo? E per chi?

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Oculista In fin dei conti un uomo anziano, onestissimo se vogliamo, ma pur sempre logorato dalla vita, la capacit di discernimento indebolita... Del resto posso sbagliarmi. Nipote Io le ho chiesto, per chi sarebbe pericoloso? Oculista Ma, in generale, per tutti. Nipote Per tutti? Mi guardi un po' negli occhi. Ho forse paura io di questo pericolo? No. E lo sa perch? Oculista Non saprei... forse manco di fantasia... Nipote Io non ho paura, perch io non sono... Lo sa chi non sono? Eh? K... K... Su, coraggio! Oculista (balbettando) K... K... Nipote Su, Ka... Ka... Oculista Ka... Karo... Nipote Karo...? Oculista Karol. Nipote Ha visto, c' arrivato. Pausa. Oculista (come parlando a se stesso) Ma via, una cosa ridicola. Nipote Tutte le persone semplici e oneste di questo mondo non hanno niente in contrario a che il nonno pratichi il tiro. Chi ha la coscienza pulita pu dormirsene tranquillo. Ma non Karol! Oh, anche lui trema dallo spavento. E giustamente, perch sa che lo riconosceremo dovunque, e specialmente ora che il nonno ha gli occhiali! Oculista (istericamente) Perch non mi lasciate uscire! Non democratico! Nipote Tanto meglio. In questo momento milioni di uomini semplici e pacifici in tutto il mondo stanno entrando e uscendo a loro piacimento. Siano esse porte comuni, a cardini, porte scorrevoli o porte girevoli, tendaggi o stuoie - il cigolio e il fruscio di queste porte si diffonde senza posa, liberamente e gioiosamente. Solo lei, lei solo non fa parte di queste masse esultanti. forse colpa nostra? Oculista Che cosa avete contro di me?! Nipote Lei Karol. Oculista No! Nipote E chi ha protestato quando io ho detto che il fucile ormai carico da vent'anni e che un tale stato di cose non pu durare pi a lungo? Chi voleva costringere il nonno a leggere? Oculista Ma assurdo! Nipote Chi era che non voleva dare gli occhiali al povero vecchietto? Lei Karol! Oculista No! Lo giuro. (frugandosi febbrilmente nelle tasche) Ho i documenti personali, glieli posso mostrare. Nipote I documenti non vogliono dir niente. Il nonno ti ha riconosciuto, Karol! Oculista Il nonno pu essersi sbagliato! Nipote Nonno, cominciamo! Il Nonno toglie la sicura alla doppietta.

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Oculista Signori, aspettate, c' un errore, un tragico malinteso, io non sostengo che K.irol sia innocente. Al contrario, dev'essere un individuo di non comune bassezza, ma perch proprio io? La prego, nonno, si guardi intorno, esamini la situazione. Per me c' sempre tempo. Io ricevo tutti i giorni pari dalle due alle sei, mi potete trovare sempre, sono sicuro come se mi aveste depositato in banca. Frattanto vale invece la pena di guardarsi un po' attorno. Vi assicuro che ne vale la pena. Sono certo che a quest'ora il vero Karol se ne sta da qualche parte seduto al caldo, bevendo latte e ridendosela alle vostre spalle, quello spregevole individuo. mai possibile che voi non ci abbiate pensato? Nipote Giusto. possibilissimo che di Karol a questo mondo ce ne siano pi d'uno. Nonno, appena abbiamo levato di mezzo questo qui, riprendiamo subito le ricerche, non si sa mai. Oculista Pi d'uno? Dieci, cento, tutti quanti possono essere Karol, tutti fuori che io. E voi perdete qui lutto questo tempo proprio con il solo che non Karol, mentre quegli altri se la spassano indisturbati. Nipote Nonno, questa davvero un'idea. Chi l'avrebbe pensato che ce ne potessero essere tanti. Avete munizioni? Nonno Eh, bastano, bastano per tutti! Nipote (fregandosi le inani) Bene, bene. (corre dal Nonno e lo abbraccia esultante) Che idea, nonno! Ci faremo una sparatoria coi fiocchi! Oculista S, s, sparate pure quanto volete, comunque non a me. Nipote Io direi di tirargli prima a pallini, e poi lo finiamo con un pallettone. Nonno D'accordo. Oculista No, no! (si butta sul pavimento e raggiunge correndo carponi il divano, cacciandovisi sotto; la sua voce giunge adesso da sotto il divano. Nonno e Nipote si chinano per vederlo) Non state a perder tempo con me. Io non sono affatto contrario allo sparare. Sparare fa molto bene ai polmoni, un bello sport. E poi niente passeri o bussolotti, un vero uomo non spara a simili inezie, lo capisco benissimo anch'io. Anzi mi stupisco che il signore abbia solamente un futile, e con due sole canne. Ne avesse otto, e ognuno con tre canne, non sarebbero ancora sufficienti. Insomma, un diritto sacrosanto il suo. Ma aspettate, ascoltatemi! Nonno (mettendosi carponi con il fucile puntato sotto il divano) Non ci si vede niente, perdiana. Nipote Spostiamo il divano? Oculista Io non voglio nulla! Non ho neppure bisogno di quegli occhiali, il signor nonno li pu tenere. Ma voglio giustizia, la esigo! Cercate Karol, e non rifatevela con me! Nonno Fammi un po' di luce con un fiammifero, e lo sistemiamo subito. Il Nipote accende un fiammifero e lo avvicina al divano. Sbuca fuori la testa dell'Oculista, il quale spenge con un soffio il fiammifero e si rinasconde subito sotto il divano. Oculista Signori! Permettetemi di associarmi a voi, gridando di tutto cuore: Evviva lo sparo! Ma non posso assolutamente accettare che la bella e nobile concezione

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Nonno Nipote Nonno

dello sparo venga alterata da un fatale errore di tiro. Signori, non sono io quello a cui si deve sparare. Non c' verso, brancico nel buio. (tirandosi da parte) Nonno, provate a puntare pi verso il centro. Dev'essere in questo punto. Il Nonno si mette in posizione di tiro e mira. Pausa. Di sotto il divano spunta una mano dell'Oculista che agita un fazzoletto bianco.

Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nonno Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista

Nipote Nonno Nipote Oculista Nipote Nipote Oculista

Meglio cos. Vuol dire che viene fuori da s. Nonno (scuotendo la testa) Ah, questa giovent. (sguscia fuori di sotto il divano e resta in piedi dinanzi al Nonno e al Nipote) Va bene. Vi dir tutto. Cio? Deve venire qui. Chi? Karol. Quello vero. Quando? Da un momento all'altro. Dovrebbe gi essere qui. (al Nipote) Spariamo? Un momento, nonno. (all'Oculista) Come pu provarci che colui che deve venire qui sia un Karol ancora pi Karol di lei? Beh, ha detto diverse cose sul loro conto. Quali cose? Eh, di vario genere. Cio? Devo ripeterle? S. Ha detto che loro sono degli assassini. Ah, questo ha detto? E che cosa ancora? Che suo nonno un vecchio mentecatto sanguinario... Che? Non faccio che riferire. E di lei ha detto che nella sua eccezionale idiozia e depravazione un degno rampollo della sua famiglia. Devo continuare? Fuori tutto. Ha detto che il fatto stesso che voi esistiate costituisce una prova sufficiente dell'assurdit e malvagit del creato, a tal punto che essere uccisi, sia pure per mano vostra, appare un grande sollievo e un ottimo modo per non avere pi in comune con voi neppure l'aria da respirare. Avete sentito, nonno? lui! Mi sembra di sentirlo. Karol! E che altro? E poi ha detto... Ma io non lo so se sia vero, che lei... Non trovo le parole... Le ordino di non nascondere niente! Oculista Mi creda, davvero non posso. Parli, le dico! Tanto, quello me la paga in ogni modo. Ha detto che lei fa i rutti.

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Pausa. Nipote Mascalzone! Ma si pu sapere perch lei si deciso solo ora a dire tutto questo? Oculista Perch sono maturato. Devo confessare che prima che loro venissero qui l'idea del karolismo mi era del tutto estranea. Ma nel corso della discussione mi si sono aperti gli occhi. Non sono Karol, e mi dispiace che loro non mi abbiano creduto. Ma non posso tollerare il pensiero che io muoia mentre il vero Karol continuer ad andarsene per il mondo e a farsi beffe di loro. Infatti, che garanzia posso avere, dal momento che lor signori si sono gi sbagliati una volta nei miei confronti prendendomi per Karol, che a suo tempo non si sbaglino di nuovo con Karol prendendolo per me, ov-verossia per una persona innocente? Ci che mi stava a cuore non era tanto la mia vita, quanto la giustizia. Lei stesso ha detto che una qualche giustizia ci deve pur essere, che non si pu sparare a tutti quelli che si trovano per strada. Cos quando me ne stavo sotto il divano riflettevo: Dio mio, che peccato che questi due signori inseguano senza sosta Karol: non sanno che tutti i loro sforzi vanno sprecati. cos nato in me un impulso di ribellione, mi sono liberato dei residui della mia vecchia pseudo-morale e ho deciso di parlare. Nipote Mi stia bene a sentire. Che lei sia Karol, un'altra faccenda. Il nonno l'ha riconosciuta e il nonno non pu sbagliarsi. Ma anche vero che di Karol ce ne possono essere pi d'uno. Noi staremo qui ad aspettarlo. Se non viene, vuol dire che facciamo fuori lei e ce ne andiamo. Se viene, faremo fuori lui, e poi si star a vedere. Non escluso che lei sia in contatto con l'intera organizzazione. A proposito: che veniva a fare lui qui? Eh? Oculista un mio paziente. Come voi. Nipote Nonno, prepariamoci ad accoglierlo di sorpresa. Il Nipote mette una sedia contro la porta. Dietro la sedia s'inginocchia il Nonno col fucile puntuto verso l'entrata. Il Nipote resta in piedi in fondo alla scena, dietro l'armadio. L'Oculista, completamente sfinito, si butta a sedere sul divano e si passa il fazzoletto sulla fronte. Poi si nasconde la faccia tra le mani. Dopo che Nonno e Nipote hanno occupato i loro posti ha inizio l'attesa. La scena si oscura leggermente. Nipote Ancora non si visto. Oculista in l con gli anni. Cammina piano. Pausa, silenzio. Nipote Dovrebbe gi esserci. Oculista Verr, verr di certo. Viene sempre puntuale. un signore molto corretto. Pausa, silenzio. Nipote Eppure c' qualcosa che non mi convince in questa faccenda. Oculista Perch? C' un tempo cos bello... Ha visto che tramonto?

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Nonno Io mi sto annoiando. Oculista Vuole che leggiamo qualcosa? (senza attendere la risposta apre un libro e si mette a leggere tenendo il libro molto accosto agli occhi) "... al viaggiatore, che penetra nella vallata dalla parte sud-orientale si offre un lussureggiante paesaggio. Declivi coperti di vigne preannunziano che non solo le meravigliose vedute, la purezza dell'aria, e le pi svariate qualit di fiori concorreranno al festino con cui questa contrada suole accogliere il nuovo venuto. Effettivamente, oltre a quelli spirituali, molti altri sono i vantaggi che qui aspettano chiunque prenda diletto da ci che bello e buono. Gli abitanti del luogo, quantunque per lo pi di media statura, sono..." Nipote Basta! Oculista Come crede. (chiude il libro) Nipote C' ancora molto da aspettare? Oculista Nell'attesa c' tutta l'emozione della caccia. (tentando di indovinare) Vuole che facciamo il caff? Nipote Non importa. Noi non beviamo caff. Pausa, silenzio. L'Oculista rimane immobile, poi si scuote improvvisamente e comincia a muoversi per la stanza con fare circospetto. La scena si oscura ulteriormente, in modo appena percettibile. Nipote Cosa c'? Oculista Una mosca. L'Oculista esegue i caratteristici movimenti, alternativamente stando in agguato e protendendo il braccio di scatto, per serrare il pugno nel vuoto. La mosca gli sfugge ogni volta. Nipote (con un certo interessamento) Presa? Oculista scappata. Oh, eccola l. Pausa. Il Nonno, attratto suo malgrado dalla caccia alla mosca, distoglie lo sguardo dalla porta. Nipote Provi con la sinistra!

Pausa prolungata, durante la quale l'Oculista prosegue la sua pantomima. Appare accanito, tutto concentralo nell'azione, ora acquattandosi, ora gettandosi in avanti. Essendo senza gli occhiali, si guida piuttosto con l'udito. A un certo momento la mosca si posa sul fucile del Nonno, il quale, restando inginocchiato, sta seguendo solo con i movimenti del capo le fusi della caccia. Il Nipote, sporgendosi da dietro l'armadio, osserva la scena col fiato sospeso. L'Oculista si avvicina al fucile con passi felpati. questo il momento di massima tensione. Poi l'Oculista scatta, fa scorrere con mossa fulminea la mano lungo la canna e resta immobile col pugno chiuso. Oculista (guarda ora il Nonno ora il Nipote, poi apre lentamente la mano e dice) scappata.

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Dietro la porta si sentono dei passi che si avvicinano. Le luci calano ulteriormente. Nipote Nonno (trionfante) Sta venendo! (manda acute grida di gioia simili allo Jodel dei tirolesi) Hallala-lii...! L'Oculista, disperato, si butta sul divano nascondendo la testa sotto il cuscino. Nipote Nonno (con euforia) Sotto ora, nonno! Sono pronto! (Si sente bussare alla porta.) Nonno Nipote (lancia uno sguardo interrogativo al Nipote) Tiro? Un momento. (Tira fuori una trombetta e vi suona un paio di note di segnale di all'armi. Si sente di nuovo bussare) Avanti! La porta si apre lentamente. Il Nonno scarica entrambe le canne. Silenzio. Nipote Nonno Nipote Nonno Oculista Nonno Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote Oculista Nipote (esce da dietro l'armadio e si affaccia alla porta, che rimasta aperta) Preso! (abbassando lentamente il fucile e raddrizzando la schiena) Mi caduto un peso dal cuore. (lungo sbadiglio) Era l'ora. (indicando l'Oculista, che giace ancora immobile col capo sotto il cuscino) Ma che ha questo? I miei occhiali! Mi sento veramente sollevato. Avete visto, nonno, il mondo non poi cos malvagio. (rialzandosi lentamente a sedere sul divano) Fatto? (battendogli una mano sulla spalla) Aveva detto la verit. steso li fuori. (trasognato) Cos... E suo nonno come si sente? Il nonno? Il nonno, caro lei, non mai stato tanto bene. Lei lo ha guarito, dottore. Gli ci voleva proprio Karol. (ancora come in sogno) Mi rallegro, mi rallegro assai. Beh, ora sar bene che andiamo. Il nonno deve ricaricare il fucile. Ancora? Da lei facciamo un salto pi lardi. Pausa. Oculista Dunque... dunque i signori vogliono incomodarsi un'altra volta... Nipote Spiacente, ma non si sa mai. Pu darsi che qualche Karol capiti di nuovo da lei, e comunque anche se non capitasse... Oculista Io credevo... Nipote Lei credeva che non venissimo pi, eh? No, non abbia paura. Le cartucce le abbiamo, gli occhiali anche, non ci manca che la salute. Oculista Allora quand' che avr il piacere di rivedere i signori?

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Nipote

(minacciandolo scherzosamente col dito) Eh, eh! Non deve essere cos curioso. Pu darsi che siamo qui domani, tra due giorni, o magari anche tra dieci minuti. Ogni momento buono per sparare su Karol, come dice il nostro proverbio. Oculista (sedendo rassegnato sul divano con la testa fra le mani) Dunque non finita... Nipote Su, nonno. Fucile in spalla e marsc. Quanto le dobbiamo? Oculista Un'inezia. Lo mettiamo a carico della cassa malattie. Nipote (porgendogli un biglietto) Ecco il nostro telefono. Caso mai... Nonno Sempre in gamba, giovanotto. E rammenta i consigli di un vecchio: fredda l'acqua, caldo il fuoco, sempre su Karol... Nipote (impaziente) Su, nonno, andiamo. (Escono. Il Nipote, mandando avanti il Nonno, si riaffaccia alla porta rivolto all'Oculista) E caso mai venisse a sapere ancora di qualcuno... Oculista Prego? Pausa. Si guardano l'un l'altro in silenzio. Nipote Perch noi ritorniamo. (Esce. Si sofferma ancora sulla soglia e mormora fra s, guardando qualcosa che giace sul pavimento oltre la porta) E aveva detto che io faccio i rutti... (Esce) L'Oculista resta seduto per qualche tempo nella stessa posizione. Le luci sono sensibilmente calate, ma ora restano cos fino alla fine. Poi l'Oculista si alza lentamente, esce e trascina dentro la stanza un corpo inerte. Dev'essere un manichino, e non un attore vivo che si finga defunto. Depone il manichino sul divano, gli compone le braccia sul petto, poi gli esamina gli occhi, aprendoli e chiudendoli, secondo tutte le regole dell'oculistica. Oculista Si trattava comunque di un caso incurabile di distacco della cornea. Pu essere che la scossa dello sparo abbia accelerato il decorso del male. Ma chi pu assicurare che domani non cadesse dalle scale e la retina gli si distaccasse lo stesso completamente? In un modo o nell'altro non avrei potuto fare molto per lui. (pausa) Del resto, chi gli aveva detto di venire? Non si era messo in nota per oggi. Anch'io ho corso un rischio. (pausa) Anche se sono miope, sono ancora vivo. (Squilla il telefono. L'Oculista solleva il ricevitore) Pronto... S, sono io. Mi dica... S, certo. Dalle due alle sei, il pomeriggio... Quando torna comodo a lei... Alle quattro? Benissimo, domani alle quattro. Stia tranquillo, troveremo la cura adatta anche per lei. Che cognome debbo segnare? (si toglie di tasca taccuino e matita, per prender nota) Prego?... S. E il nome?... Karol... (scrivendo il nome lo ripete automaticamente) Che?... No, no, no... Karol... va bene, basta cos. A domani, allora. (Riattacca il ricevitore. Si allontana dal telefono, guarda l'orologio, getta un'occhiata alla porta, origlia alla serratura, poi di scatto spalanca la porta per accertarsi che non ci sia nessuno ad ascoltare, resta soprappensiero. Poi corre deciso al telefono e forma in fretta un numero) Pronto? Pronto, chi parla? Il nonno? Nonno, qui il dottore. S, il dottore. Come, quale dottore? (amabile) Non mi riconosce, nonno? Il nonno non riconosce il suo caro dottore?... Allora, nonno, domani alle quattro. S, domani

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alle quattro. Sar qui da me. Chi? Come chi? Karol. Naturale. Allora siamo intesi. A domani! Salve! L'Oculista riattacca il ricevitore, si accosta al divano, ne tira gi il manichino e lo caccia sotto al divano, apre il libro, lui stesso si sdraia sul divano e si rimette a leggere come all'inizio.

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STRIP-TEASEAtto unico

Personaggi 1 Signore 2 Signore

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Sulla scena devono esserci soltanto due sedie. Due porte ben visibili, una a sinistra e una a destra. Al momento in cui si alza il sipario sulla scena non c' nessuno. Si sente uno strano rumore, un indefinibile fracasso di natura alquanto misteriosa. Si apre la porta di sinistra ed entra correndo il 1 Signore, un uomo di mezz'et, vestito bene ma senza ricercatezza, con in mano una cartella. Arriva sulla scena con aria assente, sembra ancora preso da ci che succedeva poco prima dietro le quinte, come vi fosse stato spinto a forza. Dopo un istante compare dalla porta di destra il 2 Signore, in tutto simile al 1 Signore, anche lui con in mano una cartella, e si comporta nello stesso modo. Le due porte sono rimaste aperte. 1 Signore una cosa inaudita! 2 Signore Incredibile! 1 Signore Stavo giusto andando, come di solito... 2 Signore La cosa pi usuale di questo mondo. 1 Signore Quando improvvisamente... 2 Signore In modo del tutto inaspettato. 1 Signore (mostrando di accorgersi solo ora della presenza del 2 Signore) Ma da dove salta fuori lei? 2 Signore Piuttosto lei dovrebbe chiederselo, da dove saltato fuori. 1 Signore (tornando alle proprie riflessioni) Scandaloso! 2 Signore Senza alcun dubbio! Il 2 Signore ha l'aria di scimmiottare l'altro in modo appena percettibile. 1 Signore Stavo semplicemente andando... O meglio, stavo raggiungendo... 2 Signore Ecco, proprio l'espressione giusta. Lei stava certamente raggiungendo qualche meta. 1 Signore Come lo sa? 2 Signore semplice. Anch'io stavo andando, ma era piuttosto un dirigersi verso qualcosa. Un dirigersi allo scopo di raggiungere. 1 Signore Me lo ha tolto di bocca. Ero dunque teso verso la meta, quando improvvisamente... 2 Signore da rilevare che tale meta era stata prefissata da lei personalmente. 1 Signore . vero. E con piena consapevolezza, mi creda, con piena consapevolezza... 2 Signore In base alle sue pi radicate convinzioni. Alla sua fede e al suo intelletto. 1 Signore Lei mi legge nel pensiero. Sto dunque seguendo la via da me prescelta, quando improvvisamente... 2 Signore (confidenzialmente) L'hanno picchiato? 1 Signore Oh no! (nello stesso tono) Perch lei invece...? 2 Signore Per carit! Cio, non ne so nulla. tutto quello che posso dire. 1 Signore Com'e stato? 2 Signore difficile dirlo. A volte mi sembra che fosse un enorme elefante che ostruiva la strada. Oppure una sommossa. Bench all'inizio mi sembrasse che fosse un'alluvione, poi invece un picnic. C' una tale nebbia... 1 Signore vero, c' la nebbia, oggi, c' una cattiva visibilit. Tuttavia cercavo di arrivare a quell'indirizzo.

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2 Signore Indirizzo da lei personalmente designato. 1 Signore Santa verit, nulla era affidato al caso, avevo previsto tutto. Spesso passavo lunghe ore con mia moglie a pianificare tutta la nostra vita. 2 Signore Anch'io avevo sistemato tutto con molta cura. Proprio come i contadini. 1 Signore (in tono confidenziale) E la voce l'ha sentita? 2 Signore Come no. L'ho sentita. 1 Signore Dio mio, era come una sega... Un rumore prolungato... Anzi, se ricordo bene, era piuttosto discontinuo. 2 Signore Una gigantesca sega circolare. 1 Signore Ma diavolo, dove poteva essere questa sega? 2 Signore Pu darsi che non fosse una sega. So che qualcosa mi ha scaraventato a terra. 1 Signore Ma che cosa? 2 Signore Il peggio proprio questa incertezza. Chiss poi se per terra che sono stato scaraventato? 1 Signore Come! E. dove, se non a terra? 2 Signore Di nulla sono sicuro, un vero ginepraio. Non saprei neppure dire se sia stato uno scaraventamento normale, classico, degno di questo nome. Ma mi sono trovato rovesciato, atterrato, nonostante che poi... 1 Signore (con tensione) Nonostante che cosa? 2 Signore Beh, a dire il vero, non posso lamentarmi di nulla. Lei ha visto della gente? 1 Signore Perch, lei dice che c' della gente? 2 Signore C' da supporto. Del resto con questa nebbia... non si pu averne la certezza. 1 Signore vero, il peggio proprio questa incertezza. 2' Signore E com'era il colore? 1 Signore Di che cosa? 2 Signore cos difficile affermare qualcosa. Poteva essere come un bagliore, come un colore plumbeo sfumante nel rosato. 1 Signore Fantasie! 2 Signore (dopo qualche attimo di silenzio, si accosta al 1 Signore) Eppure lei le ha prese. 1 Signore Io? 2 Signore Anch'io. Pausa. 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore Beh, ormai non faccio pi in tempo. E se ora uscissimo fuori di qui? Su, venga, facciamo finta di nulla. No, no! Ha paura? Ma no, che dice mai! che sono cos nervoso! Tutta questa incertezza... a causa della nebbia... Ma... avevano detto di non uscire di qui? Chi? E lei chi pensava? Va bene, non ne parliamo.

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1 Signore Io sono deciso a restare qui. La situazione si chiarir. 2 Signore Perch? Non escluso che possiamo uscire tranquillamente di qui e continuare il cammino. In fondo, non sappiamo neanche di che cosa si tratti... Pu darsi che ci siamo sbagliati noi? 1 Signore Vuole addossare la colpa a se stesso? Su di noi? Entrambi conoscevamo la strada, eravamo diretti a una meta ben determinata. 2 Signore Dunque non colpa nostra. 1 Signore No di certo. Forse... 2 Signore Forse? 1 Signore Mah, chiss... Meglio non parlarne. Io sono decisamente contrario all'idea di uscire. 2 Signore Se lei decisamente contrario... 1 Signore Decisamente. Bisogna agire prudentemente. (Si siedono) 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore 2 Signore 1 Signore Forse ha ragione. (sta in ascolto) Non c' nessuno l. In fondo non c' motivo d'aver paura, non le sembra? Motivi palesi non ce ne sono. Con questo vuoi intendere che ce ne sarebbero di... occulti? Non mi sentirei di negarlo. Esaminiamo le circostanze. D'accordo, esaminiamole. Beh, semplice. Entrambi avevamo lasciato il nostro domicilio, conformemente all'intenzione di andare, o meglio di raggiungere, come lei aveva giustamente precisato. Il mattino era bello, il tempo fresco, la moglie e i bimbi irreprensibili. Sapevamo tutto a perfezione. Certo non conoscevamo a menadito la struttura delle molecole, per non parlare poi degli atomi di cui sono costituiti i nostri comodini da notte, ma gli specialisti ci sono appunto per questo. Cos che nel complesso tutto era ben delineato. Rasati, con la borsa sotto il braccio, come si conviene a chi vuole raggiungere la meta, ci eravamo avviati senza indugio verso le nostre mete. Gli indirizzi li avevamo accuratamente registrati nella memoria, e del resto li avevamo anche segnati, per ogni evenienza, sui taccuini. Ho detto bene? A puntino. E ora attenzione. A un certo momento, quando ci siamo trovati sull'unico tragitto designalo e previsto, sul tragitto che era come la risultante di ogni ragionevole valutazione, accaduto qualcosa che, e a mio avviso ci va opportunamente posto in risalto, proveniva interamente dall'esterno, qualcosa da noi indipendente, estraneo. Quanto a questo mi trovo costretto a espri-mere dei dubbi. Dato che non possiamo definire la natura di ci che accaduto, n siamo d'accordo quanto alla sua concreta manifestazione, e questo in conseguenza della nebbia o di altre cause, non possiamo perci stesso asserire con sicurezza che fosse completamente indipendente da noi, esterno, estraneo. Lei mi sta confondendo...

2 Signore 1 Signore

2 Signore

1 Signore

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2 Signore Come ha detto? 1 Signore Mi disturba. 2 Signore Mi scusi. 1 Signore Purtroppo non siamo in grado di definire esattamente la natura del fenomeno, e... 2 Signore Ma non l'ho gi detto? 1 Signore Prego, se vuol prendere la parola lei, si accomodi pure. 2 Signore Mi scappato di bocca, non dico pi niente. 1 Signore (riassumendo il tono di prima) Non possiamo neppure stabilire con una qualche attendibilit quali ne fossero i singoli elementi. Prego? 2 Signore No, non ho detto niente. 1 Signore Ah! Io, per esempio, ho intravisto come una forma animale, ma al tempo stesso non sono del tutto certo che non si trattasse di un minerale. Mi sembra che sia il caso di parlare di un'energia, anzich di qualcosa di materiale. relativamente alquanto pi facile definire tutto ci come un fenomeno che si colloca al limite di ogni misura e definizione, non ben classificabile per colore, forma, odore, peso, lunghezza e larghezza, contorno, ombra, luce, oscurit e via dicendo. 2 Signore Le fa ancora male? A me sta gi un po' passando. 1 Signore La prego di non dire volgarit. 2 Signore Chiedevo soltanto. 1 Signore (riprendendo il filo del discorso) un fatto, che dinanzi a questo fenomeno siamo rimasti impotenti, e che, in parte per nostra spontanea iniziativa e in parte costretti a cercare un rifugio, ci siamo trovati in questo locale, che al momento critico era il pi vicino. Per fortuna abbiamo trovato le porte aperte. superfluo aggiungere che restano seriamente compromessi il cammino sinora percorso e le nostre aspirazioni. 2 Signore Sono d'accordo su tutto questo. Ma quali conclusioni ne trae? 1 Signore Mi accingo giusto a trarle. Il nostro compito principale adesso di mantenere la calma e la propria dignit. In fondo, a pensarci bene, siamo noi i padroni della situazione. La nostra libert non risulta, dopo tutto, limitata da alcunch. 2 Signore Lei chiama libert il fatto che si continui a star qui seduti? 1 Signore Ma possiamo uscire di qui in qualsiasi momento, le porte sono aperte. 2 Signore Beh, allora muoviamoci. Abbiamo perso troppo tempo. Si sente di nuovo una strana accozzaglia di suoni, come all'inizio. 1 Signore Che?! Che succede? Cos'? 2 Signore Propongo di uscire. 1 Signore Cos, subito...? 2 Signore Ha paura? 1 Signore Nient'affatto. 2 Signore Prima lei afferma che bisogna salvare la propria dignit tramite la libert, e poi non vuole che usciamo di qui finiamo che siamo in tempo. 1 Signore proprio uscendo cos, subito, che limiteremmo la nostra libert. 2 Signore Come sarebbe a dire?

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1 Signore Ma chiaro. Che cos' la libert? la possibilit di effettuare una scelta. Finch sto seduto qui e so che posso uscire da quella porta, io continuo a essere libero. Viceversa nel momento in cui mi alzo ed esco compio con ci stesso una scelta, e quindi riduco le mie possibilit di azione, perdo la libert. Divento schiavo del mio atto di uscire. 2 Signore Stando seduto e non uscendo lei compie ugualmente una scelta, in quanto sceglie di sedere e di non uscire. 1 Signore Non vero. Sto seduto, ma posso ancora uscire. Mentre uscendo mi precludo la possibilit di sedere. 2 Signore E ci si trova bene? 1 Signore Altroch. Una pienezza di libert interiore, ecco la mia risposta a questi misteriosi avvenimenti. (il 2 Signore si alza) Cosa fa? 2 Signore Esco. Questa situazione non mi piace affatto. 1 Signore Ma scherza? 2 Signore Per niente. Io sono per la libert esteriore. 1 Signore E io che faccio? 2 Signore La saluto. 1 Signore Ma aspetti un istante, la prego! impazzito! Non sappiamo che cosa ci sia l fuori... Entrambe le porte si chiudono lentamente. 2 Signore Ehi! Che scherzi sono questi? 1 Signore Non chiudete! Non chiudete! 2 Signore Tutto per colpa delle sue chiacchiere. Bisognava decidersi subito. 1 Signore ingiusto rifarsela con me. Se lei fosse rimasto tranquillamente a sedere, le porte non si sarebbero chiuse. stato lei a provocarlo! 2 Signore Questo ormai impossibile stabilirlo. 1 Signore Tutta colpa sua. Grazie al suo modo di comportarsi abbiamo perduto la via del ritorno. Il 2 Signore si senza riuscirvi. avvicina a una delle due porte, tenta di aprirla,

2 Signore Ehi! Aprite immediatamente! 1 Signore Ssss! Zitto! 2 Signore Perch devo star zitto? 1 Signore Non so. 2 Signore (va all'altra porta, bussa piano, sta in ascolto) chiusa anche questa. 1 Signore Si metta a sedere, la supplico. 2 Signore E come la mettiamo, ora, con la sua libert? 1 Signore Io non ho niente da rimproverarmi. La mia libert rimasta intatta. 2 Signore Anche se non si pu pili uscire di qui? 1 Signore Il potenziale della mia libert e rimasto tale quale era prima. Io non ho fatto scelte, non mi sono creato limitazioni. Le porte si sono chiuse per cause esterne. Io personalmente sono rimasto quello che ero prima. Avr osservato che non mi sono neppure alzato dalla sedia.

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2 Signore Quelle porte mi danno ai nervi. 1 Signore Mio caro signore, noi non abbiamo alcuna influenza sugli eventi esteriori, dobbiamo solo preoccuparci di mantenere intatta la dignit e l'equilibrio interiore. In questo senso avremo sempre un campo di scelta illimitato, anche qualora tra tutte le infinite alternative possibili ce ne venissero lasciate soltanto due. A condizione, s'intende, che non optiamo per nessuna delle due. 2 Signore Pu darsi che la cosa si ripeta ancora? 1 Signore Ritiene che stavolta sar ancora peggio? 2 Signore Provo a bussare alla parete, forse di l c' qualcuno. 1 Signore Mi rincresce costatare che lei non si perita di menomare la portata della propria libert individuale. Anch'io potrei bussare alla parete, ma non lo faccio. Se lo facessi, escluderei, per esempio, la possibilit di leggere il giornale che ho nella borsa, oppure di concentrare la mia attenzione sulle corse ippiche dell'anno scorso. Il 2 Signore bussa ripetutamente alla parete; ogni tanto si ferma per tendere l'orecchio. Poi si toglie una scarpa e con questa si mette a picchiare sulla parete. A un certo punto si apre lentamente una porta, e, ne spunta una mano di innaturale grandezza, simile a certi simboli di Mano con polsino e dito puntato, frequenti nella pittura di anni fa. La Mano, che deve essere di un colore alquanto vivace, perch risalti nettamente sullo sfondo della decorazione, esegue col dito indice piegato un cenno di richiamo in direzione del 2 Signore. 1 Signore (che per primo ha notato la Mario) Ssss! Il 2 Signore, che non l'ha ancora vista, continua a picchiare con la scarpa sulla parete e a tendere l'orecchio. 1 Signore Ssss! La vuole smettere? Non vede che cosa sta succedendo? Il 2 Signore si volta, l'altro gli indica la Grande Mano. 2 Signore Oh, questa bella! La Mario continua a chiamarlo. Il 2 Signore le si accosta. Allora la Mano indica la scarpa, che il 2 Signore ha ancora in mano. Poi si protende in un gesto di preghiera, o di imperiosa richiesta. Il 2 Signore, titubante, pone la scarpa sulla Grande Mano. La Mano scompare per qualche istante e riappare di nuovo, senza la scarpa. Il 2 Signore si toglie anche l'altra scarpa e gliela consegna. La Mano si ritira e riappare, questa volta toccando ripetutamente col dito la pancia del 2 Signore. Questi, dopo averci pensato su un istante, si sfila la cintura e la consegna alla Mano. La Mano si ritira, lascia la cintura dietro le quinte, dopo di che torna immediatamente a mostrarsi e comincia a chiamare il 1 Signore.

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1 Signore Io? (si avvicina alla Mano, soffermandosi titubante ogni tanto e monologando, mentre la Mano non cessa di chiamarlo) Ma non sono stato io a bussare... Voglio che mi si capisca... Io non ho fatto scelte, nessuna scelta. Io non ho bussato, anche se debbo riconoscere che quando il mio collega ha cominciato a bussare, speravo dentro di me che qualcuno avesse udito e sarebbe venuto, che qualcosa si chiarisse e magari potessimo uscire. Certo, questo lo riconosco, ma non sono stato io a bussare. (la Mano indica le sue scarpe) Io protesto. Lo ripeto ancora una volta, a bussare non ero io. Non vedo perch dovrei consegnare le scarpe. (chinandosi per slacciarsi le stringhe) Io ci tengo alla mia libert interiore. Un momento, prego! Non vede che mi si fatto un nodo... Del resto non ho niente da rimproverarmi, dato che mi sento a posto con la mia coscienza. Sono ben deciso a salvaguardare la libert interiore anche a costo di quella esteriore... assolutamente l'inverso del mio collega. Comunque non ce l'ho neppure con lui, sono affari suoi, esigo soltanto che ci venga riserbato un trattamento conforme alle rispettive opinioni, ciascuno di noi individualmente. Eccomi, un momento, non c' poi tanta fretta. (consegnando le scarpe alla Mano) Prego! (la Mano punta il dito sulla sua pancia) Non ho cintura, io porto le bretelle. Va bene, va bene, se necessario posso consegnare le bretelle. (si toglie la giacca e le bretelle) Per, dico, che razza di maniere. Prego, ecco qua anche le bretelle. Ma le unghie potrebbe anche pulirsele, detto in confidenza. (la Mano scompare, la porta si richiude lentamente) Fortuna che ho i calzini puliti. 2 Signore Lei un leccapiedi. 1 Signore Mi lasci in pace, non ho chiesto la sua opinione. 2 Signore Guardi che ora ricomincio a bussare. 1 Signore E che me ne importa? Io mi metto a sedere. (torna a sedersi sulla sedia) 2 Signore Bella figura ci ha fatto con la sua libert interiore. Le calano i calzoni. 1 Signore E lei non sta meglio di me. Neanche a lei stanno su senza cintura. 2 Signore Beh, e cosa ne pensa di tutta questa faccenda? 1 Signore Non ho che da ripetere quanto avevo gi detto: quella Mario mi ha voluto privare prima della possibilit di spostarmi, e successivamente della possibilit di tenere su i calzoni. Quel che vero lo riconosco di buon grado. Ma con ci? Sono tutte cose esteriori. Interiormente sono rimasto libero. Non mi sono impegnato in nessun gesto, in nessuna azione. Non ho mosso un dito. Me ne sto qui seduto e sono in grado di fare ciascuna di quelle cose che rientrano nell'ambito delle mie possibilit. Mentre lei no. Lei ne ha fatta solo una, ha scelto, ha bussato e si e compromesso. Si reso Minavo! 2 Signore La prenderei a schiaffi, se non ci fossero cose pi gravi a cui pensare. 1 Signore giusto. A proposito, perch ci ha conciati a questo modo? 2