sicurezza artigiani del perdono e della pace - prospettive · del perdono, trasformano depressio-ni...

12
“Questo è il momento della miseri- cordia”. Ripercorrendo la storia del tema della misericordia nella Chie- sa: da Paolo VI a Giovanni Paolo II che ha istituito la festa della Divina Misericordia e ha donato alla Chie- sa l’enciclica Dives in misericordia, si comprende come “il mondo di oggi ha bisogno di misericordia, ha bisogno di compassione, ovvero di patire con. Siamo abituati alle catti- ve notizie, alle notizie crudeli e alle atrocità più grandi che offendono il nome e la vita di Dio”. Il mondo ha bisogno di scoprire che Dio è Padre, che la Chiesa è un “ospedale da campo dopo la batta- glia” ed ha il tesoro prezioso della misericordia, da donare ai suoi fede- li, mediante la “rivoluzione della tenerezza di Dio verso ciascuno di noi”. La consapevolezza che Dio ci ama, sollecita la risposta concreta nell’a- mare gli altri nello stesso modo. Il Giubileo nella nostra Arcidiocesi, semina e diffonde in ciascuna comu- nità cittadina la grazia del perdono e la gioia della carità che raggiunge tutti e le indulgenze sono applicabili anche ai defunti. L’originalità del “giubileo aperto e diffuso” in tutto il mondo favorisce ancor meglio l’incontro con la Gra- zia e con il sorriso e l’abbraccio di Dio che accoglie i suoi figli anche lontani. Le “chiese giubilari”, i Santuari, “focolai di fede, avamposti di mise- ricordia, luoghi di preghiera, fonte di evangelizzazione”.costituiscono per l’intero anno una fonte di luce, un raggio che illumina e riscalda i cuori, fertile campo dove si semina la Grazia e germoglia la bontà e il benessere spirituale. (Di seguito si riportano le disposi- zione di S.E. Mons. Salvatore Gristi- na per la gestione dell’anno giubila- re dedicato alla Misericordia). ® T enuto conto di quanto disposto da Papa Fran- cesco nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Miseri- cordia Misericordiae vultus dell’11 aprile 2015 e della Lettera da Lui indirizzata al Presidente del Pontifi- cio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione in data 1° settembre 2015, allo scopo A PAGINA 3 GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE Catania - anno XXXI - n. 44 - 6 dicembre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” (segue a pagina 2) S pezzando la millenaria tradi- zione del Giubileo che nei secoli ha scandito le tappe della storia della Chiesa, Papa Francesco ha inaugurato l’anno della Misericordia, aprendo la prima Porta Santa nella cattedrale di Ban- gui, diventata “capitale spirituale del mondo”- anticipando l’inizio del Giubileo dalla periferia del mondo, e dal centro di una delle peggiori crisi umanitarie dell’Africa. Dall’Uganda, perla d’Africa, Papa Bergoglio, missionario del Vangelo, “pellegrino di Pace”, apostolo di spe- ranza, ha voluto rivolgere un appello a favore dei profughi ricordando “l’impegno eccezionale” del paese africano che ha donato alla chiesa l’esemplarità dei coraggiosi martiri ugandesi, cattolici e anglicani. La testimonianza dei martiri – ha sotto- lineato il Pontefice – mostra a tutti quelli che hanno ascoltato la loro storia, che i piaceri mondani e il potere terreno non danno gioia e pace durature”. “Nelle vostre vene scorre il sangue dei martiri” ha detto il Papa ai gio- vani ugandesi, raccomandando che “La preghiera è l’arma più forte e l’accoglienza dei migranti è la prova della nostra umanità. La fedeltà a Dio, l’onestà e l’integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire”. L’azione giubilare, secondo la tradi- zione antica, si manifesta nella ritua- lità del triplice passaggio attraverso la “porta aurea” della Basilica di San Pietro, rito che si ripete dal 1499, esteso poi alle quattro basiliche romane: San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa (segue a pag. 2) ARTIGIANI del perdono e della pace Papa Francesco apre la prima Porta Santa nel Cuore dell’Africa SICUREZZA ALIMENTARE E SUL POSTO DI LAVORO a pagina 4 XI GIORNATA SOCIALE DIOCESANA a pagina 7 CATANIA. Il decreto dell’Arcivescovo di apertura del GIUBILEO DELLA MISERICORDIA Giuseppe Adernò SALVATORE GRISTINA PER GRAZIA DI DIO E DESIGNAZIONE DELLA SEDE APOSTOLICA ARCIVESCOVO DI CATANIA www.photo.va) / SIR

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“Questo è il momento della miseri-

cordia”. Ripercorrendo la storia del

tema della misericordia nella Chie-

sa: da Paolo VI a Giovanni Paolo II

che ha istituito la festa della Divina

Misericordia e ha donato alla Chie-

sa l’enciclica Dives in misericordia,

si comprende come “il mondo di

oggi ha bisogno di misericordia, ha

bisogno di compassione, ovvero di

patire con. Siamo abituati alle catti-

ve notizie, alle notizie crudeli e alle

atrocità più grandi che offendono il

nome e la vita di Dio”.

Il mondo ha bisogno di scoprire che

Dio è Padre, che la Chiesa è un

“ospedale da campo dopo la batta-

glia” ed ha il tesoro prezioso della

misericordia, da donare ai suoi fede-

li, mediante la “rivoluzione della

tenerezza di Dio verso ciascuno di

noi”.

La consapevolezza che Dio ci ama,

sollecita la risposta concreta nell’a-

mare gli altri nello stesso modo.

Il Giubileo nella nostra Arcidiocesi,

semina e diffonde in ciascuna comu-

nità cittadina la grazia del perdono e

la gioia della carità che raggiunge

tutti e le indulgenze sono applicabili

anche ai defunti.

L’originalità del “giubileo aperto e

diffuso” in tutto il mondo favorisce

ancor meglio l’incontro con la Gra-

zia e con il sorriso e l’abbraccio di

Dio che accoglie i suoi figli anche

lontani.

Le “chiese giubilari”, i Santuari,

“focolai di fede, avamposti di mise-

ricordia, luoghi di preghiera, fonte

di evangelizzazione”.costituiscono

per l’intero anno una fonte di luce,

un raggio che illumina e riscalda i

cuori, fertile campo dove si semina

la Grazia e germoglia la bontà e il

benessere spirituale.

(Di seguito si riportano le disposi-

zione di S.E. Mons. Salvatore Gristi-

na per la gestione dell’anno giubila-

re dedicato alla Misericordia).

®

Tenuto conto di quanto

disposto da Papa Fran-

cesco nella Bolla di indizione del

Giubileo Straordinario della Miseri-

cordia Misericordiae vultus dell’11

aprile 2015 e della Lettera da Lui

indirizzata al Presidente del Pontifi-

cio Consiglio per la Promozione

della Nuova Evangelizzazione in

data 1° settembre 2015, allo scopo

A PAGINA 3

GIORNATAINTERNAZIONALE

CONTRO LA VIOLENZASULLE DONNE

Catania - anno XXXI - n. 44 - 6 dicembre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

(segue a pagina 2)

Spezzando la millenaria tradi-

zione del Giubileo che nei

secoli ha scandito le tappe

della storia della Chiesa,

Papa Francesco ha inaugurato l’anno

della Misericordia, aprendo la prima

Porta Santa nella cattedrale di Ban-

gui, diventata “capitale spirituale del

mondo”- anticipando l’inizio del

Giubileo dalla periferia del mondo, e

dal centro di una delle peggiori crisi

umanitarie dell’Africa.

Dall’Uganda, perla d’Africa, Papa

Bergoglio, missionario del Vangelo,

“pellegrino di Pace”, apostolo di spe-

ranza, ha voluto rivolgere un appello

a favore dei profughi ricordando

“l’impegno eccezionale” del paese

africano che ha donato alla chiesa

l’esemplarità dei coraggiosi martiri

ugandesi, cattolici e anglicani. La

testimonianza dei martiri – ha sotto-

lineato il Pontefice – mostra a tutti

quelli che hanno ascoltato la loro

storia, che i piaceri mondani e il

potere terreno non danno gioia e

pace durature”.

“Nelle vostre vene scorre il sangue

dei martiri” ha detto il Papa ai gio-

vani ugandesi, raccomandando che

“La preghiera è l’arma più forte e

l’accoglienza dei migranti è la prova

della nostra umanità. La fedeltà a

Dio, l’onestà e l’integrità della vita e

la genuina preoccupazione per il

bene degli altri ci portano quella

pace che il mondo non può offrire”.

L’azione giubilare, secondo la tradi-

zione antica, si manifesta nella ritua-

lità del triplice passaggio attraverso

la “porta aurea” della Basilica di San

Pietro, rito che si ripete dal 1499,

esteso poi alle quattro basiliche

romane: San Giovanni in Laterano,

San Paolo fuori le mura e Santa

(segue a pag. 2)

ARTIGIANI

del perdonoe della pace

Papa Francesco apre la prima Porta Santa nel Cuore dell’AfricaSICUREZZA

ALIMENTARE

E SUL POSTO

DI LAVORO

a pagina 4

XI GIORNATA

SOCIALE

DIOCESANA

a pagina 7

CATANIA.Il decreto dell’Arcivescovo di apertura del

GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

Giuseppe Adernò

SALVATORE GRISTINA

PER GRAZIA DI DIO

E DESIGNAZIONE

DELLA SEDE

APOSTOLICA

ARCIVESCOVO

DI CATANIA

www.photo.va) / SIR

Maria Maggiore. “Apritemi le porte

della Giustizia entrerò a rendere

grazie al Signore”, recita il Papa

seguendo il Rito, “… io entro nella

tua casa mi prostro dentro il tuo

Tempio santo”.

La prima “testimonianza” di questa

cerimonia d’apertura è contenuta in

una lettera del XV secolo, nella qua-

le si specifica che “passando per tre

volte per questa porta della basilica

lateranense, si riceveva la perdonan-

za della colpa e della pena”.

Oltre a segnare la via verso la sal-

vezza, il simbolo della Porta Santa

indica anche la “casa comune”,

immagine della Gerusalemme cele-

ste, mentre il “muro” viene identifi-

cato con la “roccia” che, colpita,

diventa fonte di salvezza. Inoltre il

Papa, percuotendo tre volte il muro

con il martelletto, ripete il gesto di

Mosè che fece scaturire l’acqua dal-

la roccia per ristorare la sua gente.

Si attraversa la Porta Santa in atteg-

giamento di preghiera, e con un pro-

fondo spirito di penitenza e di purifi-

cazione, che porterà una nuova vita

di rinascita cristiana e d’impegno

nella carità, espressione della miseri-

cordia di Dio che tutti ama e tutti

perdona.

Riconciliazione, amore, perdono e

pace sono le parole che accompagne-

ranno i passi dell’anno giubilare, che

coniuga le azioni di misericordia

attraverso il servizio, l’accoglienza,

il dialogo, l’ascolto, la fraternità,

costruendo sentieri di pace, sosti-

tuendo gli strumenti di odio e di

guerra con le armi della preghiera e

dalla testimonianza.

Papa Francesco nella Bolla “Miseri-

cordiae Vultus”, con cui ha indetto il

Giubileo della Misericordia, ha scrit-

to che l’anno giubilare consentirà di

“sperimentare l’amore di Dio che

consola, perdona e dona speranza”.

L’antico rito dell’apertura della Por-

ta santa che prevedeva l’abbattimen-

to del muro, ha avuto una prima

modifica nel Natale del 1975, quan-

do Papa Paolo VI non usò più la caz-

zuola e i mattoni per dare inizio alla

ricostruzione del muro, ma si limitò

a chiudere i battenti della porta di

bronzo.

In questo modo volle spostare l’at-

tenzione dal muro alla Porta e stabilì

che le Porte non fossero più murate

all’esterno. I battenti, che fino ad

allora erano “sigillati” all’interno

della basilica, diventarono visibili

dall’esterno. Il muro che chiude la

Porta divenne così “interno”, costrui-

to dietro i battenti.

Il 27 febbraio dello stesso anno vi fu

murata la tradizionale cassetta con le

monete e la pergamena che ne atte-

stava la chiusura. Le pareti sono rea-

lizzate con mattoni che hanno

impresso il nome del Papa che ha

aperto e chiuso l’Anno Santo. Le

monete che oggi si trovano nelle

Porte Sante evocano il 23° anno di

pontificato di Papa Wojtyla, quando

venne celebrato l’ultimo Giubileo

del 2000.

L’innovazione di Papa Francesco

rende il Giubileo globale, estenden-

do il beneficio dell’indulgenza giubi-

lare non più soltanto nella città di

Roma, ma anche presso le molteplici

“Porte della misericordia” che

saranno aperte in ogni diocesi del

mondo, nelle Cattedrali o nelle chie-

se di speciale significato ed anche

nei santuari, “focolai di fede, avam-

posto di misericordia, luogo di pre-

ghiera, fonte di evangelizzazione”,

dove i pellegrini possono “trovare la

via della conversione”, trasformando

l’odio in amore, il negativo in positi-

vo, il male in bene, la guerra in pace,

contrapponendosi alla “cultura dello

scarto”, che “ci rende ciechi di fron-

te ai valori spirituali, indurisce i

nostri cuori davanti alle necessità

dei poveri e priva i nostri giovani

della speranza”.

Gli artigiani dell’amore, della pace e

del perdono, trasformano depressio-

ni e amarezze in speranza, e questa,

ha detto il Papa “non è una magia, è

un’opera di Gesù”.

L’opera di trasformazione implica

impegno, ricerca, coerenza e tenacia

ed i cristiani sono chiamati a diven-

tare “specialisti della riconciliazione,

esperti della misericordia”.

Le parole semplici e disarmanti di

Papa Francesco conquistano i cuori

dei giovani e i fedeli che, aprono e

spalancano le porte del cuore a Cri-

sto, incontrano la Grazia, il “sapore

dell’Amore” e la gioia del Vangelo.

®

(continua da pag. 1)

ARTIGIANI...

Prospettive - 6 dicembre 20152

PRIMO PIANOLa Madonna dell’Elemosina

di Biancavilla in Piazza

San Pietro _______________3

Prospettive pubblicherà

le foto dei presepi

delle scuole ______________3

Le pensioni diventano

un miraggio ______________4

Indietro nel tempo

assistendo al terremoto

dell’11 gennaio 1693_______5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Lettera Arcivescovo

per inizio Giubileo ________6

DIOCESIMascalucia, incontro con gli

studenti del Liceo Marchesi _7

Pastorale famiglia:

La scrittura: lettera d’amore

di Dio agli uomini _________9

Concluse le manifestazioni

del Centenario della Fondazione

“Margherita Bufali”_________9

Seconda edizione

di Expo Food & Wine _____11

sommario al n. 44

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e redazione:

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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 2 dicembre 2015

di coinvolgere l’intera nostra Arci-

diocesi nella celebrazione dell’An-

no Santo quale “momento straordi-

nario di grazia e di rinnovamento

spirituale”, dispongo quanto segue:

1. L’apertura della Porta della Mise-

ricordia, riservata alla Chiesa Catte-

drale, si svolgerà domenica 13

dicembre alle ore 17,00 con le indi-

cazioni date dall’Ufficio Liturgico

Diocesano.

A significare l’importanza ecclesia-

le dell’evento, vi prenderanno parte

i Religiosi, delegazioni ufficiali del-

le parrocchie e delle aggregazioni

laicali diocesane.

La Porta resterà aperta fino al 13

novembre 2016, giorno di chiusura

della Porta Santa nelle diocesi.

Le Parrocchie, singolarmente o a

livello di Vicariato, come pure le

Associazioni, i Gruppi e i Movi-

menti ecclesiali, organizzino volen-

tieri pellegrinaggi alla Chiesa Cat-

tedrale, presi opportuni accordi con

il Parroco della stessa e con le

modalità che al riguardo saranno

indicate.

2. Oltre alla Cattedrale saranno

“Chiese giubilari”:

- Parrocchia Maria SS. Assunta in

Adrano

- Parrocchia Maria SS. Immacolata

in Belpasso

- Basilica Collegiata S. Maria del-

l’Elemosina in Biancavilla

- Santuario Maria SS. Annunziata in

Bronte

- Parrocchia S. Antonio Abate in

Camporotondo Etneo

- Parrocchia S. Sebastiano Martire

in Maniace

- Santuario dell’Addolorata in

Mascalucia

- Santuario Madonna della Sciara in

Mascalucia

- Parrocchia S. Maria delle Grazie

in Misterbianco

- Parrocchia Spirito Santo in Nico-

losi

- Parrocchia S. Barbara in Paterno

- Basilica S. Caterina A. V. e M. in

Pedara

- Parrocchia S. Maria del Carmelo

in Ragalna

- Santuario Maria SS. Assunta sotto

il titolo della Ravanusa in S. Gio-

vanni La Punta

- Parrocchia SS. Crocifisso in S.

Maria di Licodia

- Parrocchia S. Caterina V. e M. in

S. Pietro Clarenza

- Parrocchia S. Nicolò da Bari in

Trecastagni

- Parrocchia S. Maria dell’Idria in

Viagrande

- Parrocchia S. Maria della Provvi-

denza in Zafferana Etnea

In queste Chiese, nel pomeriggio

del 15 dicembre 2015, si svolgerà la

celebrazione di inaugurazione del

Giubileo con le indicazioni fomite

dall’Ufficio Liturgico Diocesano.

3. Sarà Chiesa giubilare anche la

parrocchia della Divina Misericor-

dia nel Comune di Misterbianco.

4. Le “Chiese giubilari” diventino,

per le comunità parrocchiali del ter-

ritorio, luoghi dove convergere per

la preghiera personale e comunita-

ria, per l’ascolto dell’annunzio del-

la misericordia di Dio e per farne

l’esperienza soprattutto attraverso

la celebrazione della Riconciliazio-

ne.

5. Nelle “Chiese giubilari” è possi-

bile ottenere l’indulgenza giubilare

alle condizioni stabilite da Papa

Francesco nelle citate Bolla e Lette-

ra.

6. Avranno la stessa funzione in

particolari e limitati tempi i Santua-

ri, o altri luoghi, cui si provvederà

con specifiche indicazioni.

7. Per quanto riguarda la celebra-

zione del Sacramento della Ricon-

ciliazione, ogni sacerdote darà la

propria disponibilità per svolgere

tale ministero in Cattedrale e nella

Chiese giubilari, tramite opportuni

accordi con i Parroci o i Rettori

interessati.

Per decisione di Papa Francesco,

tutti i sacerdoti durante l’Anno Giu-

bilare hanno la facoltà di assolvere

dal peccato di aborto quanti lo han-

no procurato e pentiti di cuore ne

chiedano il perdono.

8. I sacerdoti, i diaconi e i ministri

straordinari della Comunione entri-

no in speciale sintonia di pensiero

con il Santo Padre nei riguardi del-

le persone ammalate, anziane e

sole, particolarmente quando le

visitano e portano loro l’Eucaristia.

9. Le celebrazioni giubilari negli

Ospedali, ed eventualmente nelle

Case di cura private, come pure nel-

le Carceri saranno organizzate dai

rispettivi Cappellani, tenendo conto

delle peculiarità di tali luoghi e

d’intesa con i loro Responsabili

civili.

10. I fedeli siano debitamente infor-

mati circa l’indulgenza giubilare

concessa dal Papa a quanti compio-

no le opere di misericordia corpora-

le e spirituale.

Inoltre, si ricordi loro che l’indul-

genza può essere ottenuta anche per

quanti sono defunti.

11. Gli Uffici diocesani si occupe-

ranno delle celebrazioni giubilari di

loro competenza e d’intesa con i

Vicari foranei.

12. Si tenga conto della lettera

“Popolo e pastori insieme per dive-

nire Oasi di misericordia” che indi-

rizzo in data odierna alla Comunità

diocesana.

Catania, 30 novembre 2015, festa di

S. Andrea Apostolo.

(continua da pag. 1)

CATANIA...

✠ Salvatore Gristina

Arcivescovo

Sac. Ottavio Marco musumeci

Cancelliere arcivescovile

Prospettive - 6 dicembre 2015 3

I l corrente anno scolastico,il primo anno della “buo-

na scuola” con l’introduzione dellaLegge 107 del 13 luglio 2015 è daconsiderarsi come “anno di rodag-gio”, quasi una prova tecnica dipotenziamento, avendo favorito l’im-missione in ruolo di oltre cento miladocenti al fine di elevare il divario trale elevate attese sociali sul servizioscolastico e gli esiti sempre riduttivianche per carenza di personale e diprogettualità innovativa.La scuola italiana, ricca di storia e dipositive tradizioni, fonte d’innova-zioni e di sperimentazioni, ha neces-sità, dopo lunghi anni di tagli e di ridu-zioni, di andare “controvento” e dipotenziare prima le risorse umane edin particolare il personale docente equindi l’azione didattica che va ricon-dotta nella formula di un’efficaceazione educativa, capace di produrreefficaci modifiche nei comportamen-ti degli studenti.Inquadrando la nuova legge nel con-testo evolutivo della scuola italiana“semper reformanda” si evidenzia laschizofrenia di alcuni processi di tra-sformazione e si possono cogliere gliaspetti salienti dell’innovazione, cheguarda al futuro della scuola italiana,rinforzando l’apparato didattico eraddrizzando la linea discente del per-sonale docente, per avvicinarla allacurva scendente del numero deglialunni e delle innovazioni che hascuola tende a realizzare per essere apasso con i tempi.L’incremento del numero dei docentiha come obiettivo quello di potenzia-re l’organico dell’autonomia, così dafavorire quegli spazi di progettualitàdidattica che sono rimasti inespressi oattuati mediante azioni di progettuali-tà, che solo alcuni istituti hanno mes-so in atto, considerando queste azioniun di più rispetto all’ordinario scola-stico, al curriculare, allo svolgimentodel programma.Dell’organico di potenziamento, s’in-travedono i tratti non ancora definitidel disegno integrale, anzi al momen-to sembra vedere soltanto il retro deldisegno, alquanto confuso e con tutti ifili intrecciati, in quanto la grandeimmissione di 100mila docenti nellascuola italiana, evento epocale nellastoria della scuola, dovrà ancora sta-bilizzarsi e consolidarsi.È positivo leggere la tanto contestataLegge sulla “Buona scuola” come untentativo di “rendere l’Italia un paesenormale”, secondo l’auspicio dell’exministro Francesco Profumo.Il tanto atteso “potenziamento”applaudito da alcuni, criticato e con-testato da altri, sognato prima come“organico funzionale” ed ora come“organico dell’autonomia” dovrebbedare un’efficace svolta all’azioneeducativa che è ben scandita nel com-ma 7 dell’art.1 della Legge 107/2015.È stata criticata la formula adotta neltitolo della legge. “Sistema nazionaled’istruzione e formazione”, mentre la

precedente legge aveva come titolo“Sistema educativo d’istruzione e for-mazione”, quasi un voler escluderel’educazione dalla scuola, ma ci rendeben conto che la scuola senza educa-zione non è scuola e lo dimostrano i

fatti concreti di unanuova generazioneche cresce senzaregole e senzamodelli positivi.A scuola, infatti,oltre le competenzelinguistiche, (ita-liano e inglese), lecompetenze logi-co-matematiche escientifiche, ènecessario recupe-rare la cultura musicale, la conoscen-za dei beni artistici del territorio e del-la Nazione, l’educazione alla saluteattraverso una diligente pratica spor-tiva, così da eliminare i pericoli del-l’obesità e degli abusi di fumo, alcoole droga.Una particolare attenzione vienerivolta alla lettera “d” del comma 7 edin particolare “Allo sviluppo in mate-

ria di cittadinanza attiva e democra-

tica, alla valorizzazione dell’educa-

zione interculturale alla pace, al

rispetto delle differenze, al dialogo tra

le culture … al potenziamento delle

conoscenze in materia giuridica ed

economico-finanziaria e di educazio-

ne all’autoimprenditorialità” e poiancora al punto “e”: sviluppo di com-

portamenti responsabili ispirati alla

conoscenza e al rispetto della legalità

della sostenibilità ambientale dei

paesaggistici, del patrimonio e delle

attività culturali.

Ecco il grande lago del potenziamen-to: buone maniere, buona educazionee comportamento, buona salute, citta-dinanza attiva e legalità.Sono queste le cose buone che forse

mancano alla scuola italiana inmaniera sistematica e critica e quindisono questi gli ambiti su cui puntareun efficace potenziamento ed unadiligente azione educativa.Non sarà facile, anche perché mancaancora una reale cultura della proget-tazione e dell’innovazione nellagestione della didattica, fortementesaldata ai contenuti standard dei pro-grammi ministeriali.Sono poche e originali le esperienze di“educazione alle buone maniere”,mediante i corsi di galateo, della“buona educazione” nel salutare, nelvestirsi, nel comunicare; dell’Educa-zione civica insegnata attraverso lapratica del “Consiglio comunale deiRagazzi” che gestisce la scuola consi-derata una “piccola città”; le iniziati-ve dello “sportello bancario a scuola”per educare alla cultura del risparmioe far acquisire anche le norme e le pra-tiche dei versamenti, bonifici, prele-vamenti, tutte operazioni di vitasociale vissuta e concreta. Se questecose non le insegna la scuola, non leinsegna nessuno e tanti studenti esco-no dalla scuola privi delle conoscenze

essenziali e utili pervivere bene da “cit-tadini” che rispetta-no le cose pubbli-che, le persone, chesanno salutare erelazionarsi con glialtri.I ragazzi tedeschiconoscono tutti Bee-thoven, Hegel, Kant,Hitler; molti studen-ti italiani, invece,

rivelano poca conoscenza dei musici-sti, dei grandi autori della letteraturaitaliana, degli artisti e degli stili archi-tettonici dell’arte, dell’organizzazio-ne dello Stato e del governo.La prospettiva di sviluppo potràcominciare a prendere corpo con laprogettazione triennale da avviare peril triennio 2016-2019 e i novi docentiassunti a conclusione dell’anno diprova con la guida di un tutor e la par-tecipazione ad un corso di formazioneintensivo, saranno pronti a mettere inatto quel lento e complesso processodi innovazione didattica e formativa,sviluppando e potenziando le compe-tenze di ciascuno.La “buona scuola” comincia a gettarei primi passi e se non viene adeguata-mente sorretta e sostenuta cade e si famale. I docenti, bravi educatori,saranno i “salvatori” della scuola, e“scrivendo dritto su righe storte”indicheranno un percorso che avràcome traguardo un obiettivo di citta-dinanza educata, intelligente eresponsabile.

G.A.

La “buona scuola”, prove tecnichedi potenziamento

Riforma della scuola: Aspettative ed obiettivi

La “buona scuola”

comincia a gettare

i primi passi e se non

viene adeguatamente

sorretta e sostenuta

cade e si fa male.

I docenti, bravi

educatori, saranno i

“salvatori” della scuola,

e “scrivendo dritto

su righe storte”

indicheranno un

percorso che avrà come

traguardo un obiettivo

di cittadinanza educata,

intelligente

e responsabile

Il dibattito di questi giornipone la scuola al centro di

una discussione sul modo di rispettarele diverse identità religiose e per un “fal-so rispetto” si tende a rinunciare ai valo-ri della religione cristiana, che è a fon-damento dell’Europa e della storia d’I-talia.Vietare il presepe a scuola, vietare ilcanto dell’Adeste fideles, perché tropporeligioso, non accogliere la visita delVescovo a scuola, sono tutte forme diestremismo da ricondurre ad una “for-

ma d’isteria “laicista”negazionista”,

non ricordano che il nostro è un Paese

“laico” e pluralista, e che, perciò, la

scuola, oggi più che mai tempio del-

l’interculturalismo, deve favorire la

condivisione delle diverse tradizioni

culturali, il reciproco arricchimento

che ne deriva dal viverle insieme perché

è certamente più formativo insegnare

l’integrazione culturale piuttosto che

l’esclusione”.

L’iniziativa lanciata dal direttore Giu-seppe Luca di invitare tutti gli operato-ri scolastici, gli alunni e le loro famigliead allestire in ogni scuola il Presepe, èstata ben accolta e ripresa anche dalTG4, che si è impegnato a pubblicare le

foto dei presepi che vengono inviate,come pure nei siti scolastici quali “Aet-nanet” o sul settimanalediocesano “Prospetti-ve”.“A prescindere dall’a-

desione alla religione

cattolica o dall’emo-

zione che potrebbe

suscitare un presepe,

negare il Natale di

Gesù significa negare

la propria identità, dis-

conoscere la nostra

cultura, rinnegare l’ori-

gine della nostra civiltà

al punto tale che noi

contiamo gli anni da

quella nascita dividendo la storia del-

l’umanità in “prima” e “dopo Cristo”.

Il mistero dell’Incarnazione, di un Dioche si fa uomo, distingue la religione

cattolica dalle altre e trascurarne l’im-portanza e la valenza religiosa significa

non credere ai valori che si proclamano.Il coordinamento provinciale deiRagazzi Sindaci, di Catania, come giànegli altri anni, sta organizzando l’alle-

stimento del presepe in Prefettura, qua-le segno di presenza presso le sedi isti-

tuzionali, dei ConsigliComunali dei Ragazziche vivono la scuolacome “piccola città” eimparano facendo la cul-tura della democrazia edella partecipazione.La “Buona scuola” nonpuò contraddire o annul-lare il “Buon Natale” chenon è semplicemente unaformula augurale, bensìun segno di pace e divalori umani e cristianiche accomunano tutti gliuomini, destinatari del

messaggio:“Pace in terra agli uomini di

buona volontà”.

®

Le tradizioni aiutano a costruireL’IDENTITÀ DI UN POPOLO

Prospettive pubblicherà nei prossimi numeri le foto dei presepi realizzati nellescuole inviate fino al 15 dicembre

Prospettive - 6 dicembre 20154

PRIMOPIANO

“I35enni di oggi lavo-

reranno fino a 75

anni, ma avranno una pensione del

25% in meno”. Questo il grido d’al-

larme lanciato dal presidente del-

l’Inps Tito Boeri al convegno “Pen-

sioni e povertà oggi e domani”.

Parole pronunciate alla luce di una

simulazione effettuata dall’Istituto

nazionale della previdenza sociale

sulla stima di un campione di quasi

5mila lavoratori tutti nati nel 1980.

Coloro che oggi hanno più di tren-

t’anni ma che nel 2050, nell’ipotesi

di un tasso di crescita del Pil

dell’1%, dovranno lavorare oltre la

soglia attuale per andare in pensione

superando di gran lunga i settant’an-

ni. E l’importo medio passerà dagli

attuali 1.703 euro a 1.593 euro,

diminuzione dovuta anche ai molti

contratti precari che negli anni han-

no penalizzato le nuove generazioni.

La pensione, dunque, si prenderà

molto tardi ed in termini economici

sarà ulteriormente ridotta. In base a

quanto scritto sopra l’importo medio

della pensione futura dovrebbe aggi-

rarsi sui 2.106 euro. Dati che preoc-

cupano, visto che il valore degli

assegni in Italia è pari al 79,7% del

salario netto contro un 63% della

media Ocse ed il peso

dei contributi è al 33%,

al top nell’area. E anche

la spesa pubblica per la

previdenza (al 15,7%

del Pil) è quasi il doppio

della media degli altri

Paesi dell’area Euro

(8,4%). Cosi come resta

stabile e basso il tasso di

occupati over-55, pure

essendo salito del 15%

in 10 anni. Concreta-

mente c’è un rischio

povertà per molti ultra

trentenni e non solo: “Si

lavorerà più a lungo - ha continuato

Boeri - anche in rapporto alla spe-

ranza di vita. Le pensioni saranno

del 25% più basse di quelle di oggi

tenendo conto degli anni di percezio-

ne e ci saranno, a fronte di una cre-

scita del Pil all’1% e di possibili

interruzioni di carriera, problemi di

adeguatezza dell’importo”. Il tutto

sarà reso ancora più instabile dall’at-

tuale sistema contributivo ed è chia-

ro, senza troppi giri di parole, che se

non si prenderanno adeguati accorgi-

menti (come una forma di reddito

minimo garantito) ci saranno “pro-

blemi per chi perderà il lavoro sotto

i 70 anni. E non solo. Le parole del

presidente dell’Inps sono arrivate nel

giorno in cui l’Istat ha diffuso i dati

sulla disoccupazione. A ottobre,

infatti, il tasso di disoccu-

pazione, è stato pari

all’11,5 per cento, rima-

nendo sostanzialmente

invariato (a settembre era

11,6 per cento) dopo il calo

dei tre mesi precedenti.

Mentre resta ai livelli mini-

mi da dicembre 2012

(come a settembre), con la

stima dei disoccupati che

diminuisce, sempre a otto-

bre, dello 0,5 per cento

(meno 13 mila): un calo

che coinvolge soprattutto

donne e soggetti di età

superiore ai 34 anni. Ma non è tutto

oro quello che luccica perché il tasso

di disoccupazione dei 15-24enni,

cioè la quota di giovani disoccupati

sul totale di quelli attivi (occupati e

disoccupati), è pari al 39,8 per cento,

in aumento di 0,3 punti percentuali

rispetto al mese precedente. Da que-

sto calcolo sono però esclusi quanti

non sono occupati né cercano lavoro,

nella maggioranza dei casi perché

impegnati negli studi. L’Istat, infine,

ha specificato che l’incidenza dei

giovani disoccupati sul totale dei

giovani è pari al 10,3 per cento –

cioé un giovane su 10 è disoccupato

-; incidenza che è aumenta in autun-

no di 0,1 punti percentuali. Un dato

su tutti, merita attenzione, quello

degli occupati over 50: nell’ultimo

triennio si è registrata una crescita

degli occupati (+13,9%), pari a circa

+900mila tra gennaio 2013 e ottobre

2015. A pesare in maniera determi-

nante è il recente e crescente invec-

chiamento della popolazione ma

soprattutto tutti gli interventi che

hanno innalzato l’età pensionabile.

F.C.

Le pensioni diventano un miraggioRischio povertà per i trentenni di oggi mentre cala la disoccupazione

Nell’Aula Magna dell’I-

stituto Alberghiero

“Wojtyla” di Catania, è stato promos-

so, da personale dell’U.P.G.S.P. (Poli-

zia di Stato) della locale Questura, il

tema della Sicurezza Alimentare e del-

la Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Argomento che in questi giorni proprio

nella Nostra città di Catania ha riscos-

so un’elevata attenzione da parte dei

consumatori, viste anche le ultime

dichiarazioni dell’Agenzia per la ricer-

ca sul cancro (Iarc) per il potenziale

rischio dell’assiduo consumo di carne

e di concerto con l’inesauribile impe-

gno della task force della Polizia di Sta-

to incentivata con l’attuale questore

Cardona, per i controlli nel settore

agroalimentare che fino a qualche

giorno addietro hanno sortito effetti

con sanzioni elevatissime per i gestori

delle attività di ristorazione e sommi-

nistrazione di alimenti e bevande.

L’incontro principalmente ha permes-

so ai futuri O.S.A. (operatori del setto-

re alimentare) di far conoscere il tema

principale della legislazione alimenta-

re, rappresentato dal Dott. Busacca

Comm. Capo dell’U.P.G.S.P. Mentre

in ambito tecnico scientifico è stato il

Dott. Fioriglio operatore delle Volanti

a smorzare l’allarmismo sulla perico-

losità dell’assunzione della carne ros-

sa e lavorate, mostrando tecnicamente

e con dati scientifici in visione, come in

effetti possono essere altri gli alimenti

che comunemente possono attentare

alla salute del consumatore, successi-

vamente si è mirato principalmente ad

indicare agli studenti le normative

riguardanti le corrette condotte igieni-

co sanitarie da mantenere secondo le

cogenti normative comunitarie, in

modo da non incorrere in sanzioni.

Inoltre si è ancora una volta ripreso il

tema della tracciabilità alimentare evi-

denziando anche la recente regola-

mentazione n. 1169/2011 entrata in

vigore lo scorso 13 dicembre.

Alla fine delle due giornate condotte

con successo e significative, gli stu-

denti hanno compilato un test di verifi-

ca di apprendimento, che ha posto

l’accento sulla salute e sicurezza nei

luoghi di lavoro, approfondimenti sul-

l’art. 17 del testo unico sulla sicurezza,

il datore di lavoro che designa il

Responsabile del servizio di preven-

zione/protezione e provvede affinché

ciascun operatore riceva un’adeguata

informazione sui rischi e pericoli per la

salute e sicurezza sul lavoro, esistenti

all’interno del luogo dove svolge l’at-

tività.

L’incontro si è svolto in due sessioni, la

prima ha posto l’accento sulla corretta

e sana alimentazione, la seconda sicu-

rezza nei posti di lavoro con argomen-

tazione giuridica, entrambe condotte in

maniera chiara ed esaustiva da Fiori-

glio. Gli studenti hanno risposto posi-

tivamente con riflessive domande, per

capire cosa li aspetta fuori la scuola,

informazioni utili per un futuro inseri-

mento nel mondo del lavoro, come sot-

tolinea con incisività il Dirigente Sco-

lastico Daniela Di Piazza. L’appro-

fondimento continua in questi giorni

anche nel plesso di via Anfuso, poiché

il cibo è equilibrio per il corpo con un

impatto sull’ambiente e sulla salute.

L.B.

ALL’ISTITUTO “KAROL WOJTYLA” incontro

sulla sicurezza alimentare e sul posto di lavoro

‘C’era una volta..’que-

sto l’incipit di tante e

tante fiabe che raccontano di storie a

lieto fine, sugellate dal tanto auspica-

to ‘E vissero felici e contenti’. Ma

oggi sempre più assistiamo inermi ad

un vero e proprio cambiamento di

paradigma, in cui i valori cardini del-

la medesima esistenza umana sono

calpestati e recisi dalla più bieca e

sordida violenza. Storie di principes-

se che non hanno un lieto fine, ma

diventano un caso di cronaca: vittime

di un efferato omicidio ad opera per

lo più del principe azzurro, il quale al

tempo stesso è il loro

antagonista/aguzzino. Ormai questo

incipit non introduce una narrazione

magica e/o fantastica, bensì comme-

morazioni per lo più di giovani vite

spezzate, che lasciano un vuoto incol-

mabile nella reltà intorno a loro.

Urla. Percosse. Ferite. Sangue. Mor-

te. Silenzio. Incredulità. Impotenza.

Vittime di violenza fisica, ma anche

psicologica (nel 2014 circa 3 milioni

e 466 mila donne hanno subito stal-

king). E dopo tanti studi, dibattiti ed

analisi di vario genere, si stenta anco-

ra a comprendere come l’uomo possa

arrogarsi il diritto di appropriarsi del-

la vita della persona che ha deciso di

amare, perché si tratta proprio di que-

sto e le statistiche in tal senso lo affer-

mano con certezza: la più alta percen-

tuale di violenze a danno di una don-

na, nella maggior parte dei casi cul-

minate in un atroce omicidio, avviene

proprio tra le mura domestiche ad

opera di mariti e fidanzati.

Dai dati resi noti dall’Istat quest’an-

no, su un rilevamento condotto lo

scorso anno, si apprende che 6 milio-

ni e 788 mila donne, durante la pro-

pria vita, hanno subito violenza; i

partner attuali o gli

ex sono colpevoli dei

casi più gravi di vio-

lenza, a cui per il

65,2% dei casi hanno

assistito i figli della

coppia. Sicuramente

la maggiore attenzio-

ne manifestata a più

livelli nella società,

con l’introduzione in

ambito legislativo di

nuovi strumenti

(anche se i presidi

territoriali, ovvero i

centri antiviolenza,

denunciato una persistente carenza di

fondi delle strutture) ed una maggiore

campagna di sensibilizzazione da

parte dei diversi media, ha ampia-

mente contribuito a registrare un

miglioramento, in quanto la maggiore

consapevolezza delle donne ha fatto

sensibilmente aumentare i casi di

denuncia ed un tempestivo intervento

da parte delle forze dell’ordine. Ma

nonostante questo, il quadro d’insie-

me non è affatto rassicurante. Se sono

aumentate le denunce, ancora non più

del 12% delle vittime di violenza ha

avuto la forza di segnalare quanto

subito, per paura delle conseguenze e

delle ritorsioni ai danni della propria

vita. Non sempre le segnalazioni rie-

scono ad impedire il tragico epilogo

di molte storie: le misure adottate si

rivelano molto spesso insufficienti ed

inadeguate. Rispetto al passato, le

violenze commesse sono più gravi, ad

esempio sono aumentate quelle che

provocano ferite (40,2% nel 2014), ed

il 34,5% delle donne ha temuto per la

propria vita. In Italia solo scorso

anno, secondo gli ultimi dati riportati

da più fonti, sono state 152 le vittime

di questa strage silenziosa.

Lo scorso 25 novembre 2015 è stata

celebrata la Giornata Internazionale

per l’eliminazione della violenza

contro le donne ed in Italia si sono

registrate innumerevoli manifesta-

zioni ed iniziative, per porre maggio-

mente all’attenzione dell’opinione

pubblica e dei singoli cittadini que-

sta vera e propria esca-

lation di violenza di

genere.

E proprio mentre in

migliaia hanno aderito

alle diverse manifesta-

zioni per dire il proprio

NO alla violenza, a

Perugia si è consumata

l’ennesima tragedia:

Francesco Rosi ha ucci-

so la moglie Raffaella

Presta, già vittima di

continue violenze, con

due colpi di fucile. In

quest’occasione, il pre-

sidente della Repubblica Sergio

Mattarella è intervenuto, sottoli-

neando che ogni società ha il compi-

to di contrastare la violenza sulle

donne, in quanto l’educazione al

rispetto reciproco nei diversi rappor-

ti è alla base della società stessa.

A.DiG.

C’era una volta…il coraggio di dire basta!

Il 25 novembre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Nel centenario dellamorte dello scrittore

Luigi Capuana, avvenuta in Cataniail 29 novembre 1915, a cura dellaSoprintendenza ai Beni Culturali eAmbientali e dell’Istituto di Storiadello Spettacolo Siciliano, è statascoperta la lapide commemorativaapposta nel luogo ove sorgeva il Vil-lino Lombardo (oggi Corso Italia,22) ove lo scrittore è vissuto, assie-me alla giovane moglie AdelaideBernardini, e ha concluso la sua ope-rosa esistenza. Dopo i saluti istitu-zionali del SoprintendenteBB.CC.AA. di Catania Fulvia Caf-

fo, l’assessore ai Saperi e alla Bel-lezza condivisa Orazio Licandro eil sindaco di Mineo, paese natale diCapuana, Anna Aloisi, il presidentedell’Istituto di Storia dello Spettaco-lo Siciliano, Enzo Zappulla, hadichiarato “Sarah ed io siamo lieti diaver recuperato quest’altro impor-

tante tassello dell’identità culturaledella nostra città. Luigi Capuana, dicui ricorre il centenario della scom-parsa, personalità quanto mai polie-drica (narratore, favolista, critico,drammaturgo, giornalista, appassio-nato di fotografia, curioso di scienzeesoteriche, sindaco di Mineo e consi-gliere provinciale di Catania, docen-te universitario) ebbe con Catania unlegame strettissimo non soltanto peril rapporto amicale e sodale che ebbecon Giovanni Verga, Federico DeRoberto, Nino Martoglio, l’editoreNicolò Giannotta e l’intellighentiadell’epoca, ma perché a Catania tra-scorse parte della sua lunga e opero-sa esistenza assieme alla giovanemoglie Adelaide Bernardini, anchelei scrittrice”.La Catania letteraria, tra Otto eNovecento, visse uno straordinariomomento di fermento intellettuale,imponendosi sulla ribalta nazionale.

Diverte immaginare che all’internodi questo club prestigioso si fosseinstaurata un’atmosfera di bonariaconfidenza; così lo pseudonimoRenato, adottato da Capuana peralcuni scritti e, poi, per allacciareuna relazione con la scrittrice Ade-laide Bernardini, di trentatre anni piùgiovane, che poi sposò, potrebbeessere stato suggerimento per DeRoberto quando, travolto da passio-ne amorosa, ribattezzò Eugenia Val-le col nome di Renata in quanto, gra-zie a lui, rinata all’amore; una pas-sione che lo rincitrullì al punto dimettere in lettera anche gli sfoghi delreclamante “citrullo”. Di sospetto insospetto, la passione amorosa di DeRoberto potrebbe essere stata unsegreto di pulcinella, che nessunotradiva per riguardo; e la fonte diispirazione della commedia amara diPirandello L’uomo, la bestia, la vir-

tù, amara in quanto lo stesso scritto-

re agrigentino fu vittima della mora-le borghese, prigioniero del legameconiugale che gli impedì di dare sfo-go alla sua passione per Marta Abba.Un terreno di indagine stimolante sulquale si esercita da sempre, con for-midabile impegno, l’impareggiabileSarah Zappulla Muscarà.Alla breve sobria cerimonia eranopresenti il prefetto di Catania Maria

Guia Federico, Carolina Tafuri

Presidente Vicario della nostra Corted’Appello, Elvira Tafuri Procurato-re Generale della Repubblica Vicariopresso la nostra Corte d’Appello,l’on. Nino D’Asero, i docenti uni-versitari Salvatore Aleo, Margheri-

ta Spampinato, Rosaria Sardo,

Aldo Berretta, Angelo Zappulla;giornalisti e scrittori Daniele Lo

Porto, Sergio Sciacca, Domenico

Trischitta, Gloriana Orlando,Anna Maria Spataro presidente delCircolo Culturale Athena di Belpas-so, promotore del “Premio Interna-zionale Nino Martoglio”.

Carlo Majorana Gravina

“Don Arcaloru, duma-ni a vintinura Cata-

nia abballa senza sonu”. Erano questele parole che risuonavano alle mieorecchie al risveglio di un sogno chevoglio raccontarvi. Era il mese digennaio, ma quelle giornate eranoparticolarmente calde, come quelleestive. Non pioveva da mesi e i cam-pi languivano. Ricordo in particolarel’assetto topografico della città etnea:non ci sono le larghe arterie viarie dioggi, ma le strade sono strette e tor-tuose e le piazze anguste. La viaprincipale che da Porta Aci, l’attualePiazza Stesicoro, attraverso la Portadei Canali, giunge fino al mare, èdetta Via Luminaria e non è dritta eampia, ma serpeggiante. Camminan-do per la città, giungo al Piano diSant’Agata, detto Platea Magna(l’attuale piazza Duomo) di recenteampliato. Vedo la Cattedrale fortezzadi impianto romanico, il Vescovado,la corte del Patrizio (il sindaco del-l’epoca), la Loggia o Palazzo delSenato, la chiesa di San Martino deiBianchi e nei paraggi le botteghedegli orafi, degli argentieri e deigeneri alimentari di prima necessità.A pochi metri sta una piazza che èteatro di macabre esecuzioni: è ilForo del Mercato detto anche Luna-re dove vengono eseguite le condan-ne a morte, uno spettacolo che piace-va alla folla solo perché questacoglieva il significato teatrale di ognipunizione secondo giustizia. LeConfraternite dei Bianchi formavanoil corteo che accompagnava il con-dannato alla presenza del prete enaturalmente del carnefice. Ah!Dimenticavo un particolare impor-tante: mi trovavo nell’anno del

Signore 1693. Era venerdì 9 gennaioe all’alba mi svegliai, perché spaven-tata a causa di un forte boato chepreveniva dalle viscere della terra.Mi trovavo nel sud della città, in unantico palazzo che a motivo dellaviolenta scossa tellurica, accusò icrolli delle trabeazioni e dei grossilampadari appesi al soffitto e reggen-ti numerose candele. Guardai l’oro-logio ed erano le 3,45. Sentii urlaprovenire dalla strada:“U terremotu! U Signurici ni scampi!” Un via vaidi uomini e donne che incamicia da notte si river-sarono per le vie. Tantefacce confuse, sbigottite,terrorizzate al chiaroredi torce che rendevanoquei visi ancora piùspettrali. L’indomani,sabato 10 novembre,scendemmo tutti in piaz-za a alla luce del soleche quella mattina ema-nava lugubri raggi si aprìalla nostra vista lo spet-tacolo di una città ferita.Monumenti e case inparte erano crollate,altre seriamente danneg-giate e già molti si adopravano confuni, pietre e mezzi di fortuna a rab-berciare quelle vistose fratture. Ealla Platea Magna, vidi unadonna,piuttosto anziana, in abiti scu-ri, avvolta da un nerissimo scialle,bussare alla porta del palazzo delbarone Arcaloro Scammacca, gri-dando: “Don Arcaloru, dumani avintinura Catania abballa senzasonu”.Il nobile catanese non volle attende-

re oltre: dopo aver ripagato la vec-chia indovina con una cospicua som-ma di danaro, si ritirò nella suacasetta di campagna, oltre il Borgo elì attese l’ora fatale, sprofondato nel-la sua poltrona e con un orologiod’oro tenuto da una catenella inmano. Intanto vedo fiumi di personeche si dirigono chi nei campi ovenon ci siano costruzioni in muratura,chi nelle chiese, per elevare preci al

Signore affinché risparmi la città e ilcontado da una presunta sciagura. Aben dire, faccio una simile osserva-zione, perché tra il venerdì 9 e ilsabato 10 le scosse sismiche furononumerose e piuttosto forti.E giungiamo così alla domenica 11.Gli armenti che pascolavano alleporte della città furono i primi adavvertire la catastrofe: pochi secondiprima della violenta scossa, si agita-rono come impazziti, emettendo gri-

da come se fossero stati al macello epoi fuggirono come in preda allefurie. Insieme a un centinaio di per-sone trovai rifugio in una speloncanaturale alle porte della città. Eracirca mezzogiorno e un altro boatofece tremare Catania. Ancora urla eterrore, questa volta parecchie perso-ne sono rimaste sotto le macerie.Trascorrono appena tre ore e un apo-calittico e disastroso terremoto, si

abbatte su tutto il Valdi Noto mietendo60mila vittime. Assi-stetti a una sciaguramai udita e vissuta:l’Urbe etnea crollai m p r o v v i s a m e n t ecome se i suoi vetustimonumenti fosserostati di carta che a conun soffio, precipita:Crolla la torre di DonLorenzo Gioeni che siergeva sulla collinaMontevergine, secon-do approdo dei Calci-desi all’epoca dellasbarco dei Greci inSicilia (il primo erastato a Naxos nel 735a.C.). Il campanile

della cattedrale, terzo in Italia, perdimensioni, precipita sulle navatedella Cattedrale, causando la mortedi migliaia di anime che lì si eranorifugiati alle prime avvisaglie sismi-che. Rimangono illese le absidi e lasagrestia. La chiesa di San Nicolòl’Arena, che era stata riedificatadopo l’eruzione del 1669, vienetotalmente distrutta. Crollano l’ospe-dale San Marco, oggi scuola in viaEtnea all’angolo con Piazza Stesico-

ro, l’Università, la Loggia e chiese,numerosi conventi, monasteri, fab-briche, case, palazzi. Catania nelgiro di un De profundis (il tempo simisurava con le ore liturgiche), nonesisteva più. Dappertutto dolore emorte, i pochi superstiti erravanocon abiti strappati e le membra feriteper le strade polverose diventate irri-conoscibili per la presenza di monta-gne di macerie. Cari lettori, non vidico che cessato il terremoto, un’al-tra calamità si abbatte sulla città: ilmaremoto. Immense ondate d’acquaentrarono in città per la porta deiCanali e per quella del Porticello trai traballanti edifici penzolanti di cal-cinacci. Intanto vedo correre il cano-nico Cilestri. Ha la tunica polverosae a brandelli. Mi ferma, mi abbracciae mi dice con parole concitate cheoccorrono viveri di prima necessità.Il senato di Messina invia il primocarico di farina e di alimenti che per-vengono dopo qualche giorno pervia mare attraverso navi cariche divettovaglie. Si fa appello alle altrediocesi perché inviino soccorsi tem-pestivi E intanto Catania si popola dibriganti e diventa teatro di sciacal-laggio. Bande di avventurieri fruga-no tra le macerie per estirpare qual-che brandello di una defunta ricchez-za. Di lì a poco con lo spirito feniceche è tipico dei cittadini etnei, Cata-nia sarebbe risorta più bella. “Meliorde cinere surgo” leggiamo su PortaFerdinandea al Fortino.È la città che muore e risorge dallesue ceneri, come il mitico uccelloche rinasce dal fuoco. È la città sem-pre rifiorente.

Stefania Bonifacio

Prospettive - 6 dicembre 2015 5

PRIMOPIANO

5555

CATANIA è sempre risorta dalle sue ceneri

“Renato” nell’anticofocolare domestico

Apposta lapide commemorativa di Luigi Capuana nel centenario della scomparsa

Elvira Tafuri, Carolina Tafuri, SarahZappulla Muscarà, Fulvia Caffo, Luigi

Maina, Enzo Zappulla, Maria GuiaFederico, Angelo Consoli, Orazio

Licandro, Anna Aloisi

l’intervistaIndietro nel tempo assistendo al terremoto dell’11 gennaio 1693

Carissimi,l’inizio dell’Avvento quest’anno civede impegnati anche nella prepara-zione immediata del Giubileo dellaMisericordia indetto provvidenzial-mente da Papa Francesco. Vivremopersonalmente questo tempo straor-dinario di grazia e di rinnovamentospirituale con particolare intensità.Infatti, il Signore ci chiama al com-pito di guidare i fratelli e le sorelle anoi affidate per far loro sperimentaredurante il Giubileo la sovrabbondan-za della Misericordia del Padre.Unisco alla presente il decreto con ledisposizioni concordate con i Vicariforanei per attuare nell’arcidiocesi laBolla di indizione del Giubileo e laLettera del Papa a Monsignor Fisi-chella.Desidero attirare la vostra attenzionespecialmente sui seguenti punti.

a) L’Apertura della Porta Santa inCattedrale avverrà il 13 dicembreore 17.00 con le indicazioni delfoglio allegato. Chiedo ai Parroci diassicurare la partecipazione delladelegazione di ogni comunità par-rocchiale.Per quanto riguarda le altre “Chiesegiubilali” avete già ricevuto ieri daDon Pasquale Munzone le opportuneindicazioni.

b) Il Giubileo ci offre il dono delSignore di esercitare con più fre-quenza il ministero della Riconcilia-zione. Abbiamo ricevuto, soprattuttodagli ultimi Sommi Pontefici, pre-ziose indicazioni per lo svolgimentodi questo ministero. Le possiamosintetizzare nell’affermazione chesolo se saremo buoni penitentiriusciremo ad essere anche bravi ezelanti confessori. Auguriamoceloreciprocamente e preghiamo tanto aquesto scopo.

Chiedo una particolare disponibilitàda parte di tutti noi per assicurare inCattedrale e nelle Chiese giubilaliprolungati tempi in cui i fedeli pos-sono accostarsi alla Confessione.Prego i Vicari foranei di adoperarsial riguardo, d’intesa con i Parroci e iRettori interessati.

c) Il Giubileo offre una speciale pos-sibilità per qualificare meglio il ser-vizio che i Ministri Straordinari del-la Comunione svolgono a vantaggiodelle persone ammalate, anziane esole.Insisterò su questo punto lunedì 14dicembre quando conferirò loro ilmandato, esortandoli anche a inseri-re maggiormente le persone visitatenella bella iniziativa dell’Apostolatodella preghiera.

d) Invito i Parroci a prestare partico-lare attenzione a quanto suggeriscocirca l’impegno del Consiglio pasto-rale parrocchiale nella lettera “Popo-lo e pastori insieme per divenire Oasidi misericordia”, che avrò la gioia diconsegnare alla Comunità diocesanadomenica 13 p.v. al termine dellaCelebrazione.

e) Il Decreto allegato (già inserito apag 1) sia letto nelle Chiese giubila-li il 15 dicembre e in tutte le altredurante le Celebrazioni Eucaristichedella IV domenica di Avvento.A tutti il più cordiale augurio e ilsentito grazie, anche a nome deifedeli, per una fruttuosa celebrazio-ne del Giubileo.

@ Salvatore, Arcivescovo

Ai Presbiteri dell’Arcidiocesi

L’Arcivescovo

Prospettive - 6 dicembre 201566666

Lunedì 7•• Bronte, parrocchia SS.ma Trinità:

Visita pastorale.

Martedì 8•• Ore 10.00 Catania, Chiesa S. Fran-

cesco all’Immacolata: presiede ilPontificale per la Solennità del-l’Immacolata.

•• Ore 17.30 Catania, Chiesa S. Fran-cesco all’Immacolata: guida la Pro-cessione cittadina per la Solennitàdell’Immacolata.

Mercoledì 9•• Bronte, parrocchia SS.ma Trinità:

Visita pastorale.

Giovedì 10•• Bronte, parrocchia SS. Trinità: Visi-

ta pastorale.

Venerdì 11•• Ore 10.00 Curia, Salone dell’Eco-

nomato: presiede la riunione deiVicario foranei.

Sabato 12•• Lavoro interno per la Visita Pasto-

rale.

Domenica 13•• Ore 10.00 Catania, parrocchia S.

Lucia al Fortino: celebra la S.Messa.

•• Ore 12.00 Catania, Palazzo Bisca-ri: saluta e benedice i Gruppi diVolontariato Vincenziano in occa-sione della Fiera gastronomica.

•• Ore 17.00 Catania, Basilica Col-legiata: guida la processione finoalla Basilica Cattedrale dove aprela Porta Santa e celebra la S.Messa.

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Notizie in breve dal 7 al 13 dicembre

Catania - Il sole e unnuovo caldo hanno

salutato l’apertura della CollettaAlimentare 2015. All’apertura deisupermercati l’esercito di volontaricon la pettorina gialla erano giàpronti a raccogliere i generi alimen-tari donati da coloro che hanno fat-to la spesa. Solo a Catania se nesono contati tremila raggruppatifuori e dentro i 235 punti venditache hanno aderito, in tutta la pro-vincia, alla Giornata promossa eorganizzata dalla Fondazione Ban-co Alimentare. A dirla tutta ivolontari di oggi sono 3.001, traloro si è aggiunto - nella tarda mat-tinata - anche S.E. L’Arcivescovo

di Catania, Mons Salvatore Gri-stina che, come ogni anno, non hamancato l’appuntamento della spe-sa per chi non ha nulla o troppopoco da portare a tavola.«È una sorpresa vedere come tut-ti ci lasciamo coinvolgere - haesordito Mons Gristina poco pri-ma di iniziare il suo giro con ilcarrello all’interno dell’Iper-Simply della Scogliera di Catania- a significare che la condivisione èun elemento molto importante dellanostra identità. Tanti sono i motiviper cui dobbiamo condividere, cisono motivazioni umanitarie moltobelle davanti alle quali non possia-mo restare indifferenti, persone cheabitano anche lontano da noi mache sono in mezzo a noi come quel-le che soffrono la difficoltà e la cri-si di questi periodi. Per questo èimportante condividere.«È bello vedere tanti giovani etanti ragazzi che si spendono e,accanto a loro, i meno giovani - haaggiunto Mons. Gristina guardandoPina Indiogene che tanto si impe-gna per le famiglie più povere delquartiere Cappuccini - che si spen-dono per il prossimo ma anche permotivare i ragazzi a fare di più.«Vorrei sottolineare che questaColletta si svolge a pochi giornidell’apertura dell’Anno Santo, ilGiubileo, l’Anno straordinario

della Misericordia voluto daPapa Francesco. Una delle coseche proprio il Papa ci ha proposto èquella di scoprire il significato pro-fondo delle opere di misericordiacorporale e spirituali, tra questeultime c’è quello di dar da mangia-re agli affamati e Gesù si identificacon i fratelli e le sorelle che piùhanno bisogno. “Avevo fame e miavete dato da mangiare” ha dettoGesù ma questo potrà essere realiz-zato quando riusciremo a concretiz-zarlo nella quotidianità di chi ci staaccanto. È questa la motivazioneprofonda - ha concluso Mons. Gri-stina - della condivisione alla qualeciascuno può partecipare, con ciòche il cuore gli suggerisce».

Le possibilità di donare non manca-no; infatti il Banco lavora tutto l’an-no e ogni giorno è quello utile per“Condividere i bisogni per condi-videre il senso della vita”.Nelle sette province (Agrigento,Caltanissetta, Catania, Enna,Messina, Siracusa e Ragusa)gestite dal Banco Alimentare dellaSicilia onlus si sono adoperati8.180 volontari nei 741 punti ven-dita che hanno aderito alla Colletta.Si ricorda che fino al 6 dicembre èattivo l’Sms solidale 45502 con ilquale è possibile donare da tutti igestori telefonici, due euro da cel-lulare e due euro e 50 da rete fissachiamando da Tim, Infostrada,Fastweb e Tiscali.

Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2015

Un segno di solidarietà

L’8 dicembre Help Center apertoper il pranzoMartedì, 8 dicembre, l’Help CenterCaritas, dalle ore 13, sarà apertosolo per il pranzo. Resteranno chiu-si il Centro di Ascolto e i servizi dicolazione/ vestiario che riprende-ranno mercoledì nei consueti orari.Resterà chiuso anche il servizio diMicrocredito presso la sede di viaAcquicella 104.

“Ritiro di Avvento Natale 2015”Si terrà sabato 12 dicembre 2015

alle h. 16.30 presso la Parrocchia“Beato Padre Pio da Pietrelcina”(Stradale Cardinale n. 31 - S. Gior-gio – Catania) il “Ritiro di AvventoNatale 2015” per operatori e volon-tari della Caritas Diocesana. Il Dia-cono Alessandro Napoli detterà lameditazione guidata, il Direttoredella Caritas Don Piero Galvanopresiederà la Celebrazione Eucari-stica. Il pomeriggio di preghiera siconcluderà con il Concerto diNatale.

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Iniziative degli Uffici

di Caritas Diocesana

È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettiveinerenti all’intero anno 2012, 2013, 2014 e parte del 2015 direttamente sul sitodel settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie inarchivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online.

Archivio ProspettiveAvviso ai lettori

Sabato scorso, 28novembre 2015 si è

svolta, nei locali del seminario Arci-vescovile, la Giornata Sociale Dio-cesana, promossa dall’Ufficio dioce-sano di Pastorale Sociale e Lavoro.La Giornata, giunta oramai alla XIedizione, si configura sempre di più,sia per i contenuti che per le ricadu-te di impegno sociale, come unimpegno della intera comunità dio-cesana.Preceduta dalla preghiera e presie-duta ed introdotta da S.E. Mons. Sal-vatore Gristina la giornata, titolataEuropa e dialogo interreligioso ed

interculturale, è proseguita con lapresentazione di don Piero Sapienza,Direttore dell’Ufficio Diocesano e leautorevoli e stimolanti presentazionidi S.E. mons. Domenico Mogavero,Vescovo di Mazara del Vallo, S.E.Mons. Ilario Antoniazzi, Arcivesco-vo di Tunisi e la comunicazione deldr. Mimmo Milazzo, SegretarioGenerale CISL Sicilia.Introducendo i lavori, S.E. Mons.Gristina ha voluto sottolineare il suopersonale compiacimento per l’im-pegno profuso dall’Ufficio che, nelcorso di questi anni e sotto la guidailluminata di don Piero Sapienza, hastimolato e prodotto iniziative di

rilevante impegno civile a caratterepermanente (La Scuola di Formazio-ne all’impegno sociale e politico, gliincontri di approfondimento sultema della giornata, La Via Crucisdel lavoratore, gli Osservatori socio-politici interparrocchiali e vicariali,il Laboratorio per la città) che contri-buiscono a determinare la crescita edil consolidamento di un tessuto dipopolo cristiano consapevole edimpegnato nella costruzione delBene Comune.Mons. Gristina ha poi sottolineato

come questo impegno si sia tradottonella pubblicazione di due volumi incui questo lavoro è riepilogato e pre-sentato; il primo, edito lo scorsoanno, per celebrare, raccontandole,le prime dieci Giornate Diocesane edil loro tema unificante; il secondo,edito questo anno, per introdurre ilsecondo ciclo di giornate.Don Piero Sapienza ha quindi pre-sentato il tema della giornata ed irelatori che lo avrebbero sviluppato.Fin dall’anno scorso, ha ricordatodon Piero, come naturale evoluzione

del tema delle giornate precedentiche ha sviluppato riflessioni sullademocrazia partecipativa e le sueimplicazioni in termini di cittadinan-za attiva, è stato introdotto il temadell’Europa e delle sue radici perraccogliere sotto lo stimolo che civiene da Papa Francesco a vincere lastanchezza ed a ritrovare le sue radi-ci cristiane.Presentando i relatori ha ricordato lavalidità del tema di questa GiornataSociale per le implicazioni che iflussi migratori determinano nellosviluppo della società europea e li haringraziati per avere voluto farcidono delle loro peculiari esperienzeper aiutarci a comprendere i valoriche stanno alla base della accoglien-za e della integrazione sotto il profi-lo religioso e culturale.È inevitabile, sottolinea don Piero,che la nostra riflessione odierna, datele dimensioni del fenomeno migrato-rio, si soffermi sul rapporto con ilmondo musulmano e le sue diversearticolazioni ma va anche ricordatoche alle migrazioni che provengonodai paesi arabi ed africani si somma-no quelle che provengono dall’Esteuropeo, anche esse portatrici didiversità culturali e religiose.Il Mediterraneo, ci ricorda Mons.

Mogavero, è un ambiente di vita nelquale si fondono le identità e le dif-ferenze. E sviluppa il suo interventoa partire da un trittico da cui non sipuò prescindere: il mare, i molti da

un unico cespuglio, il rispetto delle

differenze.

Sono questi tre gli elementi che sifondono per dare ragione delle diver-se identità e culture, ma dai qualinon possiamo prescindere se voglia-mo comprenderci ed integrarci.Il Mediterraneo è l’unico mare su cuisi affacciano le tre grandi religionimonoteiste che originano da un uni-co Dio, l’unico cespuglio. Ma le dif-ferenze che contraddistinguono learticolazioni dei molti esigono ilreciproco rispetto. Riconoscere l’ori-gine comune genera l’integrazioneche non è semplicemente uno sche-ma sociale da descrivere su testiscientifici e specializzati, essa è unmodo di essere che rende ciascunoleggibile e credibile. E, perché siraggiunga questo obiettivo servono ildialogo aperto e senza preconcetti, latolleranza di differenze ed usi diver-si e la convivialità che è fonte di rela-zioni vere e umanizzanti.

Promuovere i valori del-la pace e della solida-

rietà: questi i temi al centro del con-vegno “Mediterraneo: storie di

approdi e naufragi”, promosso dalLiceo ‘Concetto Marchesi’ diMascalucia al Cine-teatro ‘Moder-no’ nell’ambito del progetto ‘Nama-

stè’ 2015. All’incontro, riservatoagli studenti del triennio, hanno par-tecipato come relatori la Dr.ssa

Brunilde Zisa (Emergency), Dr.

Alvaro Maria Managò (Capitanodi Vascello della Marina Militare),Mamadow Kebè e Abuel Moham-

med (Mediatori Culturali della Cro-ce Rossa Italiana), il diacono Gino

Licitra, (Vicedirettore Caritas eResponsabile del Centro AscoltoDiocesano), e il Dr. Davide Roma-

no (Dirigente Autorità Portuale diCatania). I saluti sono stati portatidal dirigente scolastico la Prof.ssa

Lucia Maria Sciuto che, a quasiuna settimana dai terribili attentatiterroristici di Parigi, ha sottolineatol’importanza dell’incontro comestrumento di conoscenza e condivi-sione di valori comuni al di là diogni appartenenza religiosa e cultu-rale. La giornata è stata aperta dalletoccanti testimonianze dei duemediatori culturali che con la lorostoria, in prima persona, hanno rac-contato agli studenti tutte le difficol-tà e il dolore dell’essere migranti. Ilprimo a prendere la parola è Mama-

dow: “Sono partito nel 2011 dalSenegal grazie ad una colletta fattacon i risparmi della mia famiglia edei mie fratelli per cercare un postomigliore”. Ma la sua prima traversa-ta verso la speranza non andò a buonfine: “La nave stava per affondare,così siamo tornati indietro in Libia elì sono rimasto per tanti mesi perrecuperare i soldi persi e già spesiper il primo viaggio. All’epoca eroancora minorenne”. La seconda vol-ta, però, arriva a Lampedusa dopoaver pagato nuovamente il viaggiolavorando come bracciante in terralibica: “Quando siamo arrivati sul-l’Isola ho ringraziato Dio per avermitenuto ancora in vita”. Poi, l’incon-tro con un mediatore culturale dellaCroce Rossa gli ha cambiato la vita:adesso è diventato un mediatore conla volontà di sostenere e aiutare chicome lui è scappato dalla miseria edalla guerra. Proprio dalla guerra èfuggito il secondo mediatore dellaCroce Rossa, Abuel, che con moltaironia parla ai ragazzi scherzando:“Io vengo dall’Eritrea, un Paese incui vige la dittatura militare e la levamilitare permanente. Ma la primavolta che ho visto un senegalese(riferendosi all’amico mediatorendr) è stata a Catania. Tutti pensanoche gli africani siano tutti uguali, inrealtà l’Africa è un continentevastissimo con tanti problemi esituazioni governative differenti tra

Stato e Stato”. Lui, però, una voltasbarcato in Sicilia, trova accoglien-za, prima presso il Cara di Mineo,dopo, grazie alla Caritas di Catania,in uno dei dormitori cittadini, edinfine, dopo aver frequentato un cor-so, diviene mediatore in Croce Ros-sa. Al loro intervento è seguito quel-lo del Dr. Alvaro Maria Managò,

Capitano di Vascello della MarinaMilitare, insignito, nel settembre2011, della medaglia d’argento almerito di Marina con la seguentemotivazione: “Ufficiale superioremedico, imbarcato su elicottero peruna difficile operazione di soccorsoa dei naufraghi recuperati da unmercantile, nonostante le proibitivecondizioni meteorologiche fornivacon pieno successo assistenza a dueinfortunati in pericolo di vita. In taleoccasione evidenziava brillante pro-fessionalità, elevata perizia marina-resca e senso del dovere, freddalucidità e straordinario acume. Ful-gido esempio di abnegazione e spiri-to di responsabilità, con il suo ope-rato dava lustro alla Marina militareitaliana”. Una nota che riassume ilcarattere e la tenacia del mediconato a Catania nel 1963, che ognigiorno spende la propria vita per sal-vare vite umane spingendosi oltreogni limite: “Spesso – aggiunge ilCapitano di Vascello - quando ven-gono compiute le operazioni di soc-corso ai naufraghi troviamo condi-

zioni climatiche avverse, come se ilmare volesse testare la nostra tena-cia e il nostro coraggio, ma il valorepreminente di ogni missione restasempre quello di salvare vite”. L’in-tervento del Dott. Davide Romano,dirigente aeroportuale di Catania haspronato i ragazzi a ricercare la veri-tà nel magma delle informazioni chespesso i mass media veicolano tal-volta anche in maniera distorta: “Inquesti giorni tutte le televisioni sioccupano degli attentati di Parigi,tante le voci critiche e le posizioniche vengono espresse nei vari talkshow televisivi, che spesso più chedare delle certezze generano paura eansia”. Poi l’invito a non affrettaregiudizi effimeri: “Ricordiamo che il

terrorismo non ha ucciso solo inFrancia, qualche mese fa in Kenyac’è stata una strage con più di 140studenti morti per mano di Al Sha-baab, gruppo fondamentalista soma-lo. E questa notizia è passata quasiinosservata, come se i ragazzi mortinel campus non fossero anche essivittime della stessa barbaria che hacolpito Parigi”. Dopo i due interven-ti ha preso la parola il diacono Gino

Licitra, rappresentate della CaritasDiocesana, che ha portato i salutidell’Arcivescovo Mons. Gristina edel direttore don Piero Galvano:“Esprimo innanzitutto gratitudine

Prospettive - 6 dicembre 2015 77

EUROPA E DIALOGOintereligioso ed interculturale

Testimoni di carità e di accoglienza

L’XI Giornata Sociale Diocesana

Mascalucia, incontro con gli studenti del Liceo Marchesi

(segue a pagina 8)

Ninni Inserra

(segue a pagina 8)

F.C.

Per iniziativa del sacerdo-te salesiano prof. Paolo

Cicala, maestro di pianoforte, è arriva-ta alla X edizione la rassegna di musicaclassica, in onore di Santa Cecilia ver-gine e martire patrona dei musicisti,della musica e dei cantanti, dedicata airagazzi nell’auditorium dell’Istitutosalesiano San Francesco di Sales inCibali. Il tradizionale evento musicaledi giovani promesse, a motivo della cre-scente e notevole partecipazione digiovani artisti e di pubblico entusiasta,è stata sdoppiata in due serate: la primaha avuto come protagonisti tanti giova-ni pianisti, la seconda è stata animatadall’orchestra d’archi “Don Bosco” eda giovani che si sono esibiti attraversoil canto il piano ed altri strumenti.Molto ricco il programma dei pianisti inerba accompagnati dai loro maestri dimusica: Giada e Tiffani Ott (guidati dalm° Laura Pirri) hanno suonato “Maplelea f rag” di Joplin; Andrea Scirè (Giu-lia Gangi) “Allegro in re” Handel e“Valzer in la” Chopin; Maria Riccioli(Pirri) “Il piccolo negro” Debussy;Davide D’Alcantari (Gangi) “da Stu-dietti melodici n.22 il la e n. 32 in do”Longo e “Valzer sentimentale in sol”Schubert; Emanuele Schinocca (Gan-gi) “Enjoy life as him” Schinocca e“Mazurca inh si” Scriabin; CarmeloSantangelo e M.T. Alecci (Pirri) “lorovariazioni su tema Allora io ‘Dixie’”;Giada Ott (Pirri) “Sonata k 309 allegro”Mozart; Sabrina Catalano(Pirri) “dalfilm ‘Orgoglio e Pregiudizio’ rielabo-razione personale” Dawn; Dario Rapi-sarda (Carmelo Pappalardo) “Sonatakw 279” Mozart; Carmelo Santangelo(Pirri) “Sonata hob XVI n.4 allegro”

Hayden; Alberto Sciangula (Ratto)“Momento musicale op.16 n.3” Rach-maninov e “Scherzo op.20 n.1” Cho-pin; Ciro Messina (Gangi) “2 Peomiop.59” Scriabin; Giulia Avellina “Not-turno op.55 n.1” Chopin e “Preludio eNotturno op.9 n.1” Scriabin.Abbastanza denso anche il repertoriodella 2ª serata aperta dall’esecuzionedell’Inno di Mameli e dall’Intermezzodi “Cavalleria Rusticana” di Mascagniaffidata all’orchestra giovanile DonBosco diretta dal m° prof. Fabio Racitie composta dai violinisti GiuseppeAlmirante, Erika Zingarino, AlessiaPellegrino, Damiano Zappalà, FabrizioCalì, Erika Pappalardo, Simone Moli-no, Gabriele Scuderi, Irene Scroppo,Anna Tarantino, dai flautisti LoredanaSollima, Roberta Calì, Federico Quat-trocchi, dal violoncello Giulio Nicolo-si, dai violisti Angelo Di Guardo, Cri-stiana Cunsolo e dall’oboista Emanue-le Geraci e dal pianista Domenico Lan-zafame. L’intensa serata è proseguitacon diversi canti accompagnati dal m°Paolo Cicala: Silvia Pignatello “Ave

Maria” Schubert; Antonio Costa teno-re “Rimpianto” Toselli; Martina Terra-nova “Ave Maria” nella versione dellacantante Noa; Costa “Musica proibita,romanza” Gastaldoni. Don Cicala,inoltre, ha suonato tre brani celeberrimi

di Gershwin “Blues da Un Americano aParigi”, “Summertime” e “dalla Rap-sodia in blu”. A grande richiesta, infine,c’è stata la replica di due impegnativibrani al pianoforte della prima seratadei due applauditissimi artisti: Alberto

Sciangula “Scherzo op.20 n.1” di Cho-pin e Giulia Avellina “Preludio e Not-turno op.9 n.1 per sola mano sinistra”di Scrjabun. “Don Bosco” ha com-mentato alla conclusione della memo-rabile maratona musicale l’infaticabi-le don Cicala “annetteva una grandeimportanza alla musica e voleva che lesue case risuonassero di canti e stru-menti vari.E questo perché la musica rappresentaun valore importante nella formazionedei ragazzi. Questo è valido sempre, masoprattutto in questi tristi giorni. Lamusica è bella e rende belli, dentro efuori”.

Antonino Blandini

Sabato 5 novembre, il ret-tor maggiore della con-

gregazione salesiana, il sacerdote spa-gnolo don Angel Fernandez Artime,ritorna poco più di un anno dopo aCatania, sede dell’Ispettoria salesianasicula “San Paolo” dei Salesiani diDon Bosco e dell’Ispettoria regionalesicula “Beata Madre Morano” dellesuore salesiane Figlie di Maria Ausi-liatrice. Alle 10.45 avverrà l’acco-glienza all’aeroporto di Catania, alle11.30 don Fernandez visiterà la Casasalesiana Santa Maria de la Salette di

San Cristoforo, scoprirà il monumen-to del compianto don InnocenzoBonomo e incontrerà i giovani delMovimento Giovanile Salesiano.Nel primo pomeriggio il decimo succes-sore di Don Bosco sarà nell’Istituto sale-siano di Cibali “San Francesco di Sales”di via Cifali. Alle 15.30 presso il “TeatroDon Bosco” incontrerà tutta la FamigliaSalesiana: sarà l’occasione per aprireinsieme ai salesiani catanesi e siciliani il125° anniversario dell’opera salesiana diCibali, la terza casa in Sicilia dopo il“San Basilio” di Randazzo (1879) e il “San Filippo Neri” di via Teatro Greco a

Catania (1885). Alle 16.30 don Angelincontrerà il Movimento Salesiano delleFamiglie e alle 17.30 partirà per Messi-na per dare inizio ai festeggiamenti delcentenario della presenza salesiana aGiostra, il quartiere-baraccopoli del ter-remoto del 1908. Il superiore generaledei Salesiani sparsi in tutto il mondo ènato il 21 agosto 1960 a Gozòn-Luanconelle Asturie, ha emesso la sua primaprofessione nel 1978, ha preso i voti per-petui nel 1984 a Santiago de Composte-la ed è stato ordinato presbitero nel 1987a Leon. Ha conseguito la laurea in teolo-gia pastorale e la licenza in filosofia epedagogia. È stato delegato di pastoralegiovanile, direttore della scuola diOurenze, membro del consiglio e vicarioispettoriale. Come ispettore dell’Argen-tina ha collaborato con l’allora arcive-scovo metropolita, il cardinale gesuitaJorge Mario Bergoglio, oggi Papa Fran-cesco. Nel dicembre 2013 è stato nomi-nato superiore della nuova ispettoriadella Spagna Mediterranea, incarico chenon ha potuto assumere essendo statoeletto a svolgere il ministero di Padre ditutta la congregazione salesiana.Giorno 8 dicembre la s. messa nellasolennità liturgica dell’ImmacolataConcezione sarà celebrata alle 11 pressoil Teatro Don Bosco; seguirà il cerchiomariano con la preghiera evangelicadell’Angelus Domini.

Blanc

Oltre venti studenti, pro-venienti dalla scuola di

via Zappalà Gemelli, hanno preso par-te alla fantastica iniziativa che ha con-sentito ad alunni e professori di visita-re la nave “Maestrale”. L’imbarcazio-ne che da oltre 30 anni rappresenta ilfiore all’occhiello per la Marina Mili-tare Italiana. Un momento di confron-to tra alti ufficiali e nuove generazionidi catanesi per un messaggio di legali-tà e speranza che non può restareinsensibile in un territorio sempre inbilico tra riscatto e degrado comequello della municipalità del “Centro”di Catania. Ad accompagnare i giova-ni studenti anche la consigliera della Icircoscrizione Monica Pezzino che haribadito l’importanza di simili eventidi carattere sociale e ludico come pos-sibilità per molti ragazzi di fare nuoveesperienze che potranno servire quan-do diventeranno adulti. Per la città diCatania poter ammirare così da vicinouno dei singoli della Marina Militarerappresentava un’occasione speciale egli alunni dell’istituto comprensivo“Pirandello-Capuana-Vespucci” han-no saputo cogliere in pieno questaoccasione.

Monica Pezzino

Alunni dell’istituto “Pirandello-Capuana-Vespucci”

Prospettive - 6 dicembre 20158

DIOCESI

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LA MUSICA,un valore aggiuntonella formazione

Cibali. Santa Cecilia due serate Salesiane di musica classica

Su queste basi si costruisce un nuo-vo umanesimo fondato sulle relazio-ni, perché la persona umana è rela-zione e nella relazione possiamo“affidare il cuore al compagno di

strada, senza diffidenze, e guardare

innanzitutto a quello che cerchiamo:

la pace nel volto dell’unico Dio”

(E.G. 244).In questo consiste l’errore commessodall’Occidente nei confronti della “pri-mavera araba” iniziata con la “rivolu-zione dei gelsomini” in Tunisia. Piutto-sto che leggerla come una secondacaduta di muro dopo il 1989 ed accom-pagnarla sostenendola, si è provato aguidarla e ad importare modelli occi-dentali senza rispondere nel concretoalle istanze che avanzavano i popoli chesi affacciano sul Mediterraneo.S.E. Mons. Antoniazzi pone l’accentosulla concezione di uomo nel mondoarabo. Esso non è una concezione astrat-ta ma un fatto concreto ed è determina-to dalla sua religione e dalla sua fede. Perquesto il mondo arabo vede l’Europacome una realtà fragile e senza valori.Chiese vuote, pochi matrimoni e pochifigli, assenza di memoria significanomancanza di rispetto della volontà diDio. Viceversa la preghiera scandisce iritmi di vita di un musulmano ed unbuon musulmano è sposato e con figliperché così vuole Dio. E la memoria diquanto accaduto nel corso dei secoli rivi-

ve contiunuamente.Ed ancora, in termini temporali, l’an-nuncio, per i musulmani, è avvenutodopo il cristianesimo ed è quindi il com-pimento dell’annuncio messianico, cosìcome il Corano è il completamento del-la formazione religiosa. Sono aspetti chenon possono essere trascurati se si vuo-le avviare un dialogo fecondo; la quali-tà delle relazioni cambia se ci si avvici-na CON la religione e non CONTRO lareligione.Non è con la guerra, vista come unamoderna crociata, che si cambia il popo-lo arabo che vive in stati organizzati sul-la religione, ma con il dialogo. L’occi-dente ha fretta e pensa, con la guerra, diimporre una diversa mentalità. In questomodo non si accorciano i tempi, piutto-sto si allungano indefinitamente.Ed il dialogo si svolge sulla vita, non suiconcetti; in questo modo possiamoindurre un cambio di mentalità. Il cam-bio di mentalità si induce sulla base ditestimonianza di vita, non chiedendo diabbandonare la loro fede.Il dr. Milazzo, da parte sua, in una con-versazione ricca di dati e di spunti, hapresentato il lungo e faticoso lavoro chela CISL sta compiendo da tempo perassicurare, nonostante le condizioni dicrisi economica delle Sicilia, forme diintegrazione dei migranti nel mondo dellavoro e per sottrarli a sfruttamentomediante il lavoro nero e il caporalato.Alle relazioni sono seguiti i lavori di cin-que gruppi di studio che hanno svolto le

loro riflessioni sugli spunti forniti dallerelazioni e dalle tracce proposte dal-l’Ufficio Diocesano. Riflessioni che,dopo la pausa per il pranzo, sono statepresentate al Vicario Generale, mons.Genchi ed a mons. Antoniazzi che havoluto essere presente per approfondirei temi trattati e le domande eventuali.Approfondimenti e domande che nonsono mancate e che hanno consentito ainumerosi partecipanti (oltre 150 prove-nienti da diversi movimenti e parroc-chie) di arricchire la loro esperienza.Le riflessioni e le proposte emerse daigruppi di studio daranno origine, come èormai consuetudine, ad una CARTA

DEGLI IMPEGNI che verrà presentatanei prossimi giorni.

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(continua da pag. 7)

EUROPA...

per l’invito. È un onore essere quidavanti a tanti ragazzi per testimo-niare i valori dell’accoglienza e del-la carità cristiana che contraddistin-guono l’impegno quotidiano di ope-ratori e volontari della Caritas alfianco dei migranti e dei più biso-gnosi della nostra città”.“Oggi, però, non dobbiamo dimentica-re - ha aggiunto il Responsabile delCentro Ascolto Diocesano - anche tan-ti concittadini che hanno perso il lavoroe che non riescono ad avere il necessa-

rio per vivere”. Infine ha spronato iragazzi a svolgere volontariato in Cari-tas: “Voi siete il futuro e il futuro sicostruisce anche grazie alla solidarietàche ognuno di voi è capace di portareall’altro, ecco perché sarebbe bello chequalcuno di voi pensasse che potrebbeessere utile in Caritas, al pari di altri stu-denti, come ad esempio quelli dell’Isti-tuto ‘S. Cannizzaro’ che hanno formatoun gruppo per servire alla mensa dell’-Help Center alla Stazione Centrale”.L’ultimo intervento in programma è sta-to quello della Dr.ssa Brunilde Zisa,cardiologa all’Ospedale Garibaldi di

Catania, attivista di Emergency che hapresentato i valori e le missioni che con-traddistinguo l’associazione promotri-ce di pace in tutto il mondo. Soprattuttoin merito al ‘Programma Italia’ con idati relativi ai recenti sbarchi al porto diCatania: 1034 i migranti sbarcati dalgiugno a settembre 2015. Al termine delconvegno è seguito un intenso dibattitoche ha coinvolto studenti e professori,ulteriore testimonianza di una giornatadall’alto valore formativo nel segno delmulticulturalismo e della solidarietà.

®

(continua da pag. 7)

TESTIMONI...

Salesiani il Rettor Maggiore ritorna aCatania sabato 5 dicembre

di Catania visitano la nave Maestrale

Giunti al terzo appunta-

mento della scuola di

pastorale familiare, ci siamo ritrova-

ti ad ascoltare don Carmelo Raspa

sul tema “La rivelazione cristiana

sull’amore umano”. Come sempre

siamo usciti da casa con un punto

interrogativo stampato sulla fronte,

non conoscendo il relatore, chissà e

come sarebbe andata la giornata; il

timore che, essendo docente di teo-

logia potesse assumere un atteggia-

mento cattedratico e distante e un

linguaggio talmente “aulico” da

essere comprensibile solo da una

ristretta élite…e come sempre il

nostro Sposo lascia che ci facciamo

prendere da tutti questi timori per

poi sorprenderci alla grande. Nel

cammino che abbiamo intrapreso tre

mesi fa siamo passati dall’analisi del

contesto culturale in cui annunciare

il vangelo del matrimonio, all’anali-

si di ciò che identifica la famiglia

cristiana, essere oasi di misericor-

dia, per arrivare con don Carmelo

all’analisi della Parola di Dio, rac-

conto che rivela la bellezza e il

mistero grande del matrimonio. Ci

ha molto colpito proprio questo ter-

mine, raccontare; la bellezza del

racconto che presuppone un ascolto

e una richiesta di qualcosa da rac-

contare. Il racconto non è qualcosa

di statico, ma proprio tramite la

parola ha la funzione di fare memo-

ria, di far rivivere un avvenimento

del passato; ci ricordava don Carme-

lo della tradizione ebraica della not-

ta di Pesah, quando si fa memoria

dell’evento di salvezza operato dal

Signore con il passaggio delle acque

del Mar Rosso che segna la libera-

zione del popolo di Israele dalla

schiavitù degli Egiziani. Quindi, il

racconto. Ma si racconta qualcosa

che si conosce, e allora la Parola di

Dio va letta ogni giorno, va letta e

accolta anche quando non ne capia-

mo a pieno il significato, anche

quando non ha parole dolci e tenere

ma dure, che fanno male e squarcia-

no. La non conoscenza della Parola

di Dio rende vana la vocazione del-

la famiglia cristiana. Solo nell’a-

scolto costante di ogni sua singola

Parola è possibile scorgere la conti-

nua ed eterna dichiarazione di Dio

all’uomo: “TI AMO!”. Solamente

da questa confessione di Dio deriva

il nostro poterci dire TI AMO con la

Sua medesima forza; e deriva anche

la speranza che ci distingue come

famiglia cristiana. Il racconto della

creazione del primo capitolo di

Genesi ci è stato riletto e analizzato

parola per parola e, con grande stu-

pore, abbiamo notato qualche “svi-

sta” sicuramente dovuta ad una let-

tura non proprio frettolosa ma un

po’ saccente e poco attenta della

Parola di Dio, la leggiamo come se

già la conoscessimo tutta, un po’

come spesso succede a noi coppia:

ci guardiamo e riteniamo che i tanti

anni di matrimonio ci abilitino a

conoscere tutto del nostro coniuge,

l’aspetto fisico e non solo, lo vedia-

mo secondo come noi vorremmo

che fosse e siamo talmente bravi da

conoscere anche i suoi pensieri. Tor-

nando alla Parola di Dio, abbiamo

avuto modo di vedere quale capaci-

tà ed efficacia abbia, nel momento

stesso in cui Dio dice, crea, e il crea-

re è solo una Sua prerogativa, e defi-

nire la cosa creata buona vuol dire,

abbiamo ascoltato con immenso stu-

pore e interesse, che ogni cosa ha la

sua giusta collocazione nel creato e

ha il suo giusto fine. E così con un

linguaggio da esperto – molti sono

stati i termini in ebraico prontamen-

te tradotti – ci ha portato dentro il

racconto della creazione facendoce-

ne scoprire aspetti a noi sconosciuti

o mai notati, che la creazione ci

distanzia da Dio, ci rende esseri

autonomi e liberi e capaci di pren-

derci tutta la responsabilità di vivere

in pienezza e con trasparenza e con

coraggio la nostra vita; che luce e

tenebre non sono separate, ma conti-

gue a volere significare che l’unione

simbiotica, quella in cui noi non fac-

ciamo niente senza l’altro, non pos-

siamo stare senza l’altro, e così via,

non è cosa buona; fino ad arrivare

alla creazione dell’Adam fatto dalla

polvere della terra, e che l’immagi-

ne di Dio viene definita nella duali-

tà di maschio e femmina, quindi dal

corpo, dalla sessualità. Che gioia

sentire che non è peccato, ma dono

di Dio! Nel secondo racconto della

creazione, ci ha fatto notare don

Carmelo, finalmente l’uomo è dota-

to di anima, che è un respirare, un

desiderio, una aspirazione, ma

anche parla, cosa che fino a questo

momento non aveva ancora fatto, e

questo succede quando Dio gli pre-

senta la donna; l’uomo si riconosce

tale quando si mette in relazione con

qualcuno altro da sé, che gli sta di

fronte, con cui può vivere in una

relazione di alleanza perché così è

voluto da Dio, e da qui ne viene il

lasciare la casa del padre ed iniziare

un nuovo cammino; come ci faceva

notare il relatore, essere carne una

vuol dire tendere a quell’Uno che è

Dio, quindi noi due, sposi, con i

nostri limiti, i nostri pregi, le nostre

testardaggini, le nostre incompren-

sioni, e tutto quello che siamo, sia-

mo destinati ad essere uno con Dio,

questa è la nostra meta finale. Dicia-

mo che l’approfondimento del libro

della Genesi ha preso parecchio

tempo, ma non troppo da non tocca-

re tutta la Scrittura come ad esempio

il Cantico dei Cantici, dove, ci face-

va notare, c’è il racconto della dina-

micità della relazione, l’incontro e

l’allontanamento, questi due inna-

morati che non fanno che cercarsi,

trovarsi e fuggire per potersi ancora

cercare… una emozione così grande

da piangere, quasi. Se non stiamo

appiccicati, se ogni tanto prendiamo

le distanze, riusciamo a vederci

meglio. Nella Scrittura sono raccon-

tate le storie di tante coppie, non tut-

te perfette, ma che hanno realizzato

il progetto di Dio solo quando si

sono messe veramente in ascolto

della Sua Parola; ma questo vale

anche per noi. Allora partendo dal

racconto siamo arrivati all’altro ele-

mento importantissimo della rela-

zione a due, l’ascolto; noi dobbiamo

farci ascolto, la Chiesa deve essere

ascolto. Nel laboratorio pomeridia-

no abbiamo avuto modo di speri-

mentare alcuni momenti relativi a

quanto detto al mattino, don Romo-

lo Taddei ci ha messo uno di fronte

all’altro, e guardandoci negli occhi

ci ha chiesto di fare memoria di

come eravamo quando ci siamo

conosciuti, di cosa ci aveva attirato

l’uno dell’altro, e di notare cosa fos-

se cambiato nel nostro aspetto. Una

profonda intimità e una infinita

tenerezza nello scambio di sguardi e

nell’opportunità di vivere un

momento solo nostro anche se insie-

me ad altre coppie. Ancora una vol-

ta lode al nostro Sposo che continua

a donarci il Suo Amore e il desiderio

di conoscerLo meglio attraverso il

suo messaggio d’amore che è la

Sacra Scrittura.

Carmelina e Pippo Di Mauro

Prospettive - 6 dicembre 2015 9

DIOCESI

9

La scrittura: letterad'amore di Dio

agli uomini

Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia

Di fronte ad un pubblico

numeroso, qualificato

ed attento – fra il quale il sindaco

Carlo Caputo, l’ass. Tony Di Mauro

e numerosi esponenti del mondo

dell’Istruzione e della cultura – ieri

sera (27 novembre 2015) è stato pre-

sentato “UN CAMMINO CHE

CONTINUA”, il volume curato dal

prof. Vito Sapienza che ripercorre,

in un contesto di storia belpassese, i

cento anni di vita della Fondazione

“Margherita Bufali.

A presentare l’opera sono strati due

illustri relatori: il prof. Nino Motta,

docente di scienze umane e storia

negli Istituti di Istruzione secondaria

di secondo grado, e il giornalista

Luciano Mirone, autore di numerosi

libri di successo.

Il primo, dopo aver sottolineato la

pazienza con la quale l’autore ha

raccolto le notizie poi confluite nel

libro, ha posto l’accento sul contesto

storico e sul grande fervore che ha

caratterizzato il periodo tra Ottocen-

to e Novecento grazie al dinamismo

registratosi all’interno del sociali-

smo riformista e del cattolicesimo

popolare, cui si deve a Belpasso la

nascita della Banca Operaia, della

Cassa Rurale e di numerose iniziati-

ve a carattere socio-umanitario,

come il “Bufali”.

Il secondo, dopo avere espresso

apprezzamenti all’autore per il lavo-

ro svolto, ha sottolineato l’impor-

tanza della “memoria” e della “par-

tecipazione”. Questo libro, infatti,

oltre a riannodare i legami con un

passato che non può essere dimenti-

cato, offre l’immagine di una socie-

tà belpassese, quella della prima

metà del Novecento, attiva e parteci-

pe alle vicende della città, tutt’altro

che distratta ed indolente come pur-

troppo oggi accade.

Ha concluso l’autore, il quale –

dopo avere ringraziato gli intervenu-

ti per la loro presenza che rappre-

senta l’omaggio ad una famiglia che

ha legato il proprio nome alla storia

di Belpasso per i significativi

apporti in campo politico,

economico, culturale e socia-

le e a Margherita, forse la

meno illustre della famiglia,

alla quale si deve la fondazio-

ne dell’Istituzione della quale

si festeggiano i cento anni

(grazie al suo cuore nobile e

generoso a conferma di una

nobiltà da collegare alla sen-

sibilità dell’animo e non alla

discendenza) – ha condiviso

il richiamo alla “memoria”

dei due relatori sottolineando

che la conoscenza del passato

è sì importante, ma a condi-

zione che l’utilità prevalga

sull’autoreferenzialità.

Si spiegano così il tono della

scrittura, volutamente discor-

sivo e non trionfalistico, e il

titolo, visto che il cammino della

Fondazione non si conclude con il

Centenario, ma proprio da esso

riparte per nuovi traguardi e nuovi

obiettivi, tenendo conto del mutare

dei tempi e delle esigenze.

Un’opera, quella presentata, che dif-

ficilmente avrebbe visto la luce sen-

za la spinta appassionata e determi-

nante di Filippo Morabito, segreta-

rio del “Bufali”, e il “conforto” a

vario titolo di Alfio Di Mauro, Tony

Carciotto e Nino Pappalardo.

Non è mancato un pensiero a due

illustri assenti: il prof. Francesco

Caruso e mons. Francesco Mio. La

suggestione intellettuale esercitata

dall’anziano sacerdote sull’autore e

l’impegno morale da questo assunto

con colui che rappresenta, a novan-

totto anni di età la memoria storica

dell’Ente, hanno costantemente sup-

portato la stesura delle pagine che

sono state presentate al pubblico,

affidate al giudizio dei lettori, ai

quali l’autore ha chiesto compren-

sione e scusa, qualora gli esiti

dovessero rivelarsi inferiori alle

attese.

®

“Un cammino che continua”Concluse le manifestazioni del Centenario della Fondazione “Margherita Bufali”. La storia in un libro

Nell’ascolto

di ogni sua singola

Parola è possibile

scorgere l’eterna

dichiarazione

di Dio all’uomo:

“TI AMO!”.

Solamente

da questa confessione

di Dio deriva

il nostro poterci

dire TI AMO

con la Sua

medesima forza

Prospettive - 6 dicembre 201510

Deserto

Il Vangelo chiama a confronto storiae profezia.La grande storia è riassunta da Lucanell’elenco iniziale di sette nomipropri che tracciano la mappa delpotere politico e religioso. Sono sette, a simboleggiarne la pie-nezza e a convocare tutto il potere diogni tempo e di ogni luogo. Alla geografia dei potenti sfuggonoperò un deserto, un uomo, una paro-la. Il quasi-nulla, quanto basta tutta-via a mutare la direzione della sto-ria: mentre a Roma si decidevano lesorti dei popoli, mentre Pilato, Ero-de, Anna e Caifa si spartivano ilpotere su quella terra assolata e pas-sionale, su questo meccanismo per-fettamente oliato, cade un granellodi sabbia del deserto, un granello diprofezia: la Parola discese, a volod’aquila, sopra la sua preda, Giovan-ni, figlio di Zaccaria e figlio delmiracolo, nel deserto. La nuova capitale del mondo è ildeserto di Giuda. Lontano dallecapitali e dagli imperi, da templi eda palazzi, la profezia è l’estasi diuna storia che non basta a se stessa.Nel deserto, dove un uomo valequanto vale il suo cuore, dove è sen-za maschere e senza paure, solo neldeserto la goccia di fuoco della pro-fezia può dare il suo frutto.

Spezzare il pane

Ritorniamo alla Parola di Dio. Il rac-

conto di Luca sui discepoli diEmmaus ci permette un’ulterioreriflessione sul legame tra l’ascoltodella Parola e lo spezzare il pane.Gesù si fece loro incontro nel giornodopo il sabato, ascoltò le espressionidella loro speranza delusa e, diven-tando compagno di cammino, «spie-gò loro in tutte le Scritture ciò che siriferiva a lui». I due discepoli iniziano a guardarein un modo nuovo le Scritture insie-me a questo viandante che si mani-festa così inaspettatamente familiarealla loro vita. Ciò che è accaduto in quei giorninon appare più come fallimento, macome compimento e nuovo inizio. Tuttavia, anche queste parole nonsembrano ancora sufficienti ai duediscepoli. Il Vangelo di Luca ci dice che «siaprirono loro gli occhi e lo riconob-bero» solo quando Gesù prese ilpane, recitò la benedizione, lo spez-zò e lo diede loro, mentre prima «iloro occhi erano impediti a ricono-scerlo» . La presenza di Gesù, dapprima conle parole, poi con il gesto di spezza-re il pane, ha reso possibile ai disce-poli il riconoscerLo, ed essi posso-no risentire in modo nuovo quantoavevano già vissuto precedentemen-te con Lui: «Non ardeva forse in noiil nostro cuore mentre egli conversa-va con noi lungo la via, quando cispiegava le Scritture?» .

Da questi racconti emerge come laScrittura stessa orienti a cogliere ilsuo nesso indissolubile con l’Euca-ristia.«Si deve quindi sempre tener pre-

sente che la parola di Dio, dallaChiesa letta e annunziata nella litur-gia, porta in qualche modo, come alsuo stesso fine, al sacrificio dell’al-leanza e al convito della grazia, cioèall’Eucaristia».Parola ed Eucaristia si appartengonocosì intimamente da non poter esse-re comprese l’una senza l’altra: laParola di Dio si fa carne sacramen-tale nell’evento eucaristico.L’Eucaristia ci apre all’intelligenza

della sacra Scrittura, così come lasacra Scrittura a sua volta illumina espiega il Mistero eucaristico. In effetti, senza il riconoscimentodella presenza reale del Signore nel-l’Eucaristia, l’intelligenza dellaScrittura rimane incompiuta. Per questo «alla parola di Dio e almistero eucaristico la Chiesa ha tri-butato e sempre e dappertutto havoluto e stabilito che si tributasse lastessa venerazione, anche se non lostesso culto. Mossa dall’esempio delsuo fondatore, essa non ha mai ces-sato di celebrare il mistero pasquale,riunendosi insieme per leggere ‘intutte le Scritture ciò che a lui si rife-riva’ (Lc 24,27), e attualizzare, conil memoriale del Signore e i sacra-menti, l’opera della salvezza».

Orizzonte sacramentale

Con il richiamo al carattere dellaParola di Dio nell’azione sacramen-tale e l’approfondimento della rela-zione tra Parola ed Eucaristia, siamoportati ad inoltrarci in un tema signi-ficativo, emerso durante l’Assem-blea del Sinodo, riguardante lasacramentalità della Parola. È utile aquesto proposito ricordare che ilPapa Giovanni Paolo II aveva fattoriferimento «all’orizzonte sacra-mentale della Rivelazione e, in par-ticolare, al segno eucaristico dovel’unità inscindibile tra la realtà e ilsuo significato permette di coglierela profondità del mistero». Da quicomprendiamo allora che all’originedella sacramentalità della Parola diDio sta propriamente il mistero del-l’incarnazione: «il Verbo si fece car-ne» , la realtà del mistero rivelato sioffre sempre a noi nella «carne» delFiglio. La Parola di Dio si rende per-cepibile alla fede attraverso il«segno» di parole e di gesti umani.

La fede, dunque, riconosce il Verbodi Dio accogliendo i gesti e le paro-le con i quali Egli stesso si presentaa noi. L’orizzonte sacramentale del-la Rivelazione indica, pertanto, lamodalità storico-salvifica con laquale il Verbo di Dio entra nel tem-po e nello spazio, diventando cosìinterlocutore dell’uomo, chiamatoad accogliere nella fede il suo dono.La sacramentalità della Parola silascia così comprendere in analogiaalla presenza reale di Cristo sotto lespecie del pane e del vino consacra-ti.Accostandoci all’altare e prendendoparte al banchetto eucaristico noicomunichiamo realmente al corpo eal sangue di Cristo. La proclamazio-ne della Parola di Dio nella celebra-zione comporta il riconoscere sem-pre che sia Cristo stesso ad esserepresente e a rivolgersi a noi per esse-re accolto cordialmente.

P. Angelico Savarino

Riflessioni sul Vangelo

È il riconoscimento dei propridoveri nei confronti della religio-ne. Significa non solo partecipare allespese, mantenere i sacerdoti emantenere il tempio, ma soprat-tutto la possibilità di aiutare gior-nalmente i poveri, che dal tempioricevevano un contributo per vive-re. Sottinteso era l’omaggio resoall’eminente dignità del sacerdo-zio. Abramo paga la decima aMelckisedek, re di Salem, sacerdo-te del Dio Altissimo.

Questi va incontro ad Abramomentre ritorna dall’avere sconfittoi re e lo benedice: “…a lui Abra-mo diede la decima di ogni cosa”.Il nome di Melchisedek significa redi giustizia ed essendo re di Salemsignifica anche re di pace.Egli sen-za padre, senza madre, senzagenealogia, senza principio di gior-ni né fine di vita, fatto simile alfiglio di Dio, rimane sacerdote persempre.

L.C.

San Paolo in briciole

DALLA TRISTEZZA ALLA GIOIA

La decimaEbrei 7,1- 3

E il deserto diventa cuore del mondo

La situazione che descrive Baruc è quelladegli esiliati che il Signore ha deciso di farriornare nella terra promessa. Simbolica-mente sono rappresentati da Gerusalemmeche si alza in piedi sull’altura e guarda ver-so oriente: vede i suoi figli riuniti, dal tra-monto del sole fino al suo sorgere, allaparola del Santo, esultanti per il ricordo diDio. Si sono allontanati da Gerusalemme a

piedi, incalzati dai nemici; ora Dio li ricon-duce in trionfo, come sopra un trono rega-le. Dio, infatti, ha deciso di spianare ognialta montagna e le rupi perenni, di colmarele valli livellando il terreno, perché Israeleproceda sicuro sotto la gloria di Dio. Leselve e gli alberi odorosi hanno fatto daombra a Israele per comando di Dio. Dioricondurrà Israele con gioia alla luce dellasua gloria, con la misericordia e la giustiziache vengono da Lui. Israele, dopo la soffe-renza dell’esilio, è chiamato alla gioia dellaritrovata misericordia e giustizia di Dio. IFilippesi sono lodati da Paolo per la loro

cooperazione alla diffusione del vangelo dalprimo giorno fino al presente. Egli esprimela persuasione che colui che ha iniziato inloro quest’opera buona la porterà a termi-ne fino al giorno di Cristo Gesù. Chiama atestimone Dio per il grande desiderio chenutre per loro nell’amore di Cristo; deside-rio che tramuta in preghiera perché la lorocarità cresca sempre più in conoscenza e inpieno discernimento perché possano distin-guere ciò che è meglio ed essere integri eirreprensibili per il giorno di Cristo, ricol-mi di quel frutto di giustizia che si ottieneper mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di

Dio. Se Baruc pensa ad Israele, GiovanniBattista pensa all’umanità. Luca, infatti,pone la missione del Battista e il lietoannuncio di Gesù all’interno della storiauniversale per sottolineare la salvezza perl’intera umanità. Egli percorre l’interaregione del Giordano predicando la con-versione e il perdono dei peccati, dichia-randosi voce di uno che grida nel desertodi preparare la via del Signore, di raddriz-zare i suoi sentieri. Perché ogni uomo possavedere la salvezza di Dio.

Leone Calambrogio

II DOM DI AVVENTO / C - Bar 5,1-9; Sal 125 / 126,1-6; Fil 1,4-6,8-11; Lc 3,1-6

DIOCESI

Inventare vie attraverso le quali la Parola di Dio giunga fino al cuore di ognuno

Prospettive - 6 dicembre 2015 11

DEALCOME S.R.L. seleziona Pro-moter nell’ambito della Campagna

di Raccolta Fondi Face-to-Face per

un’importante Organizzazione Non

Profit nazionale. L’attività del promo-

ter sarà a stretto contatto con il pub-

blico attraverso campagne di sensibi-

lizzazione in luoghi di forte affluenza

e attraverso stand ed avrà lo scopo di

reclutare nuovi sostenitori regolari. I

Promoter riceveranno un’adeguata

formazione iniziale e periodica

affiancati da risorse esperte e parteci-

peranno periodicamente a corsi di

formazione e di aggiornamento sulle

tematiche dell’Organizzazione e sulle

tecniche di fund raising. Requisiti:

ottime doti comunicative, predisposi-

zione al raggiungimento di obbiettivi

personali e di squadra e particolare

sensibilità per la mission dell’Orga-

nizzazione. Aver maturato esperienza

nel settore e a contatto con il pubbli-

co costituisce un titolo preferenziale

ma non discriminante. Si prega invia-

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Regione Siciliana On. Nello Musu-meci, l’assessore comunale Attività

Produttive Angela Mazzola, il con-

sigliere comunale Nuccio Lombar-do e il deputato regionale Gino Iop-polo. Sono intervenuti i presidenti

nazionali: Federazione Italiana Cuo-

chi Rocco Pozzulo, Con.Pa.It. (Con-

federazione Pasticceri Italiani)

Federico Anzelotti; Unione Regio-

nale Cuochi Siciliani Domenico Pri-vitera, la curatrice di Sicily Travel

Show Rossella Conti, per Ais Sicilia

Camillo Privitera, Fisar Catania

Vittorio Cardaci Ama, provinciale

Onav Catania Gregorio Calì, Aic

Sicilia Giusi Costa e l’Associazione

provinciale cuochi etnei. Presenti gli

imprenditori agroalimentari, gli

espositori e i tanti buyers degli oltre

dieci Paesi esteri e gli studenti del-

l’Istituto Alberghiero “Karol Wojty-

la” di Catania, dirigente scolastico

Daniela Di Piazza. Un folto pubbli-

co di appassionati e professionisti

del settore ha visitato gli stand degli

oltre 120 espositori distribuiti sui

due piani del centro fieristico di via-

le Africa. Un percorso all’insegna

dei piaceri della buona cucina, dei

prodotti tipici italiani e delle attrez-

zature professionali dedicate all’uni-

verso dell’arte culinaria.

“Catania è tornata ad essere la Capi-

tale del Gusto del Mediterraneo – ha

dichiarato Ambra - Expo Food and

Wine si distingue per la capacità di

rivolgersi contemporaneamente ad

appassionati e addetti ai lavori. Il

format unisce, infatti, alla parte

espositiva un ricco programma di

appuntamenti dedicati a 360° al cibo

di qualità e all’innovazione tecnolo-

gica. Senza dimenticare che stiamo

dando una grande opportunità alle

aziende partecipanti con la piattafor-

ma commerciale che abbiamo crea-

to, invitando al Salone oltre 10 Paesi

esteri con i loro buyers”. Due gior-

nate all’insegna di fitti incontri tra

produttori e operatori esteri. Al via

con cooking show di cucina calda e

di cucina fredda e performance d’ar-

te culinaria con chef stellati e profes-

sionisti provenienti da tutta Italia.

Grandi nomi del panorama culinario

nazionale hanno realizzato per Expo

Food & Wine un palcoscenico di

contenuti veri. E il Concorso regio-

nale dei Cuochi siciliani, organizza-

to dall’U.R.C.S., Unione Regionale

Cuochi Siciliani, quest’anno celebra

il proprio congresso alle Ciminiere

in occasione del Salone. Tra i con-

corsi, da segnalare il Concorso

nazionale a squadre, orga-

nizzato da Fic e Apce, e il

Concorso regionale cuochi

siciliani Giovani emergen-

ti, organizzato da Urcs.

E poi, se l’anno scorso pro-

tagonista di un originale ed

eccentrico concorso, tanto

piaciuto al pubblico, era

stato il “Panino Perfetto”,

quest’anno la “Polp Fic-

tion” ovvero il Festival del-

le Polpette, concorso gusto-

so per gli appassionati di

cibo e per la stampa.

Oltre al grande pubblico

che è stato sfidato con

ricette dedicate alle tanto

care e antiche polpette, in

questa edizione del Salone

alcuni dei rappresentanti

della stampa regionale e

nazionale e internazionale

dell’enogastronomia: il presidente

nazionale Associazione Stampa

Agroalimentare e ideatore di pro-

grammi Rai, Roberto Rabachino, il

critico enogastronomico de “Il Gior-

no”, Marco Mangiarotti, il diretto-

re della rivista “I Grandi Vini”,

Fabrizio Barbagli, la giornalista

Gladys Torres Urday, oltre al diret-

tore della rubrica Tg5 Gusto di

Canale 5, Gioacchino Bonsignore,sono stati chiamati a fronteggiarsi

nella creazione della migliore pol-

petta. Il tutto sotto l’occhio vigile del

volto noto televisivo Alex RevelliSorini che è stato il presentatore

ufficiale di Expo Food & Wine.

Trattati i temi più importanti della

tavola italiana: “Alimentazione e

salute”, organizzato da Sief Italia e a

cura di Maria Stella Cacciola; “La

ricetta per un’azienda efficace” e “I

nuovi trend del turismo”, organizza-

ti da Sicilia Convention Bureau, tra i

partners del Salone; Convegno Info-

cod; Workshop Food Photography,

organizzato da Instagramers Sicilia;

“Il Barone Gourmet”, organizzato da

Cumasca; e ancora, le novità del

contesto fiscale, illustrate da MPI

Italia; “La sicurezza alimentare”,

organizzato da Agroqualità; “La

celiachia e la cucina di eccellenza”,

organizzato da A.i.c. Sicilia; ed il

Convegno regionale dell’U.R.C.S.,

sul tema: “I cuochi: la ricetta del

turismo” e Giuliana Avila ha intratte-

nuto con alcuni interessanti coking

show.

Il sottosegretario alle Politiche Agri-

cole, On. Giuseppe Castiglione,

con Ambra è intervenuto all’incon-

tro per la presentazione di Sief Italia

a “Casa Sanremo”, il progetto che la

Società Italiana Eventi Fiere è stata

chiamata a curare nella città ligure,

in occasione della nuova edizione

del Festival della canzone italiana.

Lella Battiato

Catania capitale del GustoSeconda edizione di Expo Food & Wine

Prospettive - 6 dicembre 201512

RUBRICHE

Quaranta… ma non li

dimostra è un copione

scritto a quattro mani da Peppino

De Filippo, il mitico Pappagone,

padre di Luigi, e dalla sorella Titi-

na. Il debutto fu nel 1933 al “San-

nazzaro” di Napoli, dove ottenne

pieno consenso da un pubblico esi-

larato dall’avventura di Don Pas-

quale, vedovo, che si danna per tro-

vare marito alle quattro figlie. Accu-

disce in particolare la maggiore

Sesella, interpretata da Federica

Bisegna, zitella che ricorda vaga-

mente Cenerentola senza regno, pia-

cente ma quarantenne, amante della

quiete domestica, della casa, dei

piccoli lavori di cucito e di cucina

con una lodevole grazia femminile

associata a un innocente pudore in

contrasto con le frivole sorelle. Don

Pasquale interpretato magnifica-

mente da un brillante Enrico Guar-

neri con l’equilibrata e sorprenden-

te regia di Antonello Capodici,

strappa risate sincere con intelligen-

za. Guarneri interpreta magnifica-

mente il padre preoccupato per il

futuro delle sue ragazze trovando

atteggiamenti e accenti efficaci: un

marito da identificare è un’impresa

due volte impegnativa, da una parte

gioca l’affetto, dall’altra la diverten-

te indagine socioeconomica.

Nella stesura originaria e nelle suc-

cessive rappresentazioni dei De

Filippo, manca il lieto fine. In que-

sto ‘nuovo allestimento’, a sorpresa,

si affaccia, invece, un’ipotesi finale

di riscatto.

In scena un pregevole cast, guidato

da Capodici: Enrico Guarneri

(Don Pasquale), Federica Bisegna

(Sesella), Azzurra Drago (Carme-

la), Nadia De Luca (Giulia), Doria-

na Nobile (Antonietta), Rosario

Marco Amato (Luciano Giacomel-

li), Vincenzo Volo (Bebè), Marco

Fontanarosa (Alberto), Luana

Toscano (Donna Giacinta), Ciccio

Abela (Don Matteo) e Gianni Fon-

tanarosa (Vittorio). Le scene ed i

costumi sono stati prodotti dal

Laboratorio ABC; le luci sono di

Andrea Chiavaro.

“La commedia - spiega Antonello

Capodici nelle sue note di regia -,

portata sulla scena per la prima vol-

ta dai fratelli De Filippo negli anni

Trenta, mostra ancora oggi elementi

di estrema attualità. La carrellata di

personaggi maschili e femminili

mette in evidenza caricature più o

meno delineate di una società, che

seppur diversa nei costumi e negli

stili di vita, si ripropone in quelli

che sono i tratti tipici del suo Dna.

Sfilano sul palco con passo deciso:

la zitella a caccia di un fidanzato, lo

‘scapolone d’oro’, la bella senz’ani-

ma, il figlio di papà, la svampita dai

vestiti firmati e l’adolescente in pie-

na crisi ormonale”. “A dirigere que-

st’orchestra un po’ stonata - conti-

nua Capodici - l’anziano padre,

magistralmente interpretato da

Enrico Guarneri, che coordina le

entrate e le uscite dei personaggi

con un’alternanza ben

costruita di adagi e allegri. Il

risultato è una sinfonia armo-

niosa che funge da sottofondo

per l’emergere di voci soli-

ste”.

Dopo il weekend dei “Qua-

ranta… ma non li dimostra!”,

il cartellone della Stagione di

prosa “Turi Ferro” 2015/2016

proseguirà a dicembre (dal 4

al 6) con la “La Lupa” di Gio-

vanni Verga. Nel nuovo alle-

stimento, curato dal regista

Guglielmo Ferro, Lina

Sastri sarà la protagonista del

testo verghiano.

Artemisia

Una storia con le rughe ancora attuale

Intorno alla tutela, valo-

rizzazione e fruizione dei

beni culturali in Italia si sono spesi

fiumi di inchiostro ed innumerevoli e

vane parole, che non hanno di fatto

sortito nessun cambiamento di segno

positivo.

Se è anche vero che il perdurante sta-

to di crisi economica ha letteralmen-

te messo in ginocchio interi settori

della società, e non ultimo proprio

quello che pertiene al patrimonio

storico, artistico e culturale, di fatti

non sono state schie-

rate in campo lungi-

miranti politiche, atte

ad imprimere un gra-

duale e crescente

miglioramento della

condizione attuale. Il

patrimonio italiano

non è abbastanza

custodito o forse non

lo è proprio: la perdu-

rante mancanza di

fondi ha provocato

ingenti danni a mol-

tissime istituzioni

museali, per non par-

lare di siti archeologi-

ci o di altre opere d’arte collocate

all’interno del tessuto cittadino. L’u-

nico vantaggio italiano è costituito

dai volontari, cittadini che si battono

quotidianamente per questo patrimo-

nio che sentono proprio. Il nostro

Paese vanta la presenza capillare e

massiccia di associazioni che si ado-

perano per tutelare (ed allo stesso

tempo promuoverne la conoscenza) i

beni culturali, presenti nel proprio

territorio, ed offrendo gratuitamente

il loro lavoro: gli oltre ottocentomila

volontari giorno dopo giorno per-

mettono ai turisti ed ai visitatori di

poter fruire di siti altrimenti chiusi al

pubblico, per mancanza di personale

e di fondi necessari per garantirne gli

orari di apertura.

L’ulteriore conferma della totale

inefficienza di questo caotico e farra-

ginoso sistema di ‘tutela’ italiano si è

registrata qualche giorno fa, rimar-

cando l’insufficiente e degradante

soglia di interesse che riscuote di fat-

ti il nostro patrimonio nei confronti

delle istituzioni e della

classe politica in genere.

Lo scorso 19 novembre

2015 sono state trafugate

diciassette opere dal

Museo di Castelvecchio

a Verona, uno dei più

importanti musei della

città, composto da venti-

nove sale su vari livelli

ed in possesso di una

vasta collezione, com-

prendente manufatti

paleocrististiani e longo-

bardi, sculture dal X al

XIV secolo ed opere pit-

toriche dal XIV al XVIII

secolo. Una banda composta da tre

uomini dal volto coperto si è intro-

dotta all’interno del Museo e, dopo

aver bloccato l’unica guardia presen-

te e la cassiera della biglietteria, ha

costretto il vigilante a fare da guida

attraverso le diverse sale, dove mira-

tamente sono state prelevate le ope-

re. Questi i diciassette capolavori

rubati: Antonio Pisano detto Pisanel-

lo, Madonna col bambino, detta

Madonna della quaglia, tempera su

tavola; Jacopo Bellini, San Girolamo

penitente, tempera su tavola; Andrea

Mantegna, Sacra Famiglia con una

santa, tempera su tela; Giovanni

Francesco Caroto, Ritratto di giova-

ne con disegno infantile, olio su

tavola; Giovanni Francesco Caroto,

Ritratto di giovane monaco benedet-

tino, olio su tela; Jacopo Tintoretto,

Madonna allattante, olio su tela;

Jacopo Tintoretto, Trasporto dell’ar-

ca dell’alleanza, olio su tavola;

Jacopo Tintoretto, Banchetto di Bal-

tassar, olio su tavola; Jacopo Tinto-

retto, Sansone, olio su tavola; Jacopo

Tintoretto, Giudizio di Salomone,

olio su tavola; Cerchia di Jacopo

Tintoretto, Ritratto maschile, olio su

tela; Domenico Tintoretto, Ritratto

di Marco Pasqualigo, olio su tela;

Bottega di Domenico Tintoretto,

Ritratto di ammiraglio veneziano,

olio su tela; Peter Paul Rubens,

Dama delle licnidi, olio su tela; Hans

de Jode, Paesaggio, olio su tela;

Hans de Jode, Porto di mare, olio su

tela; Giovanni Benini, Ritratto di

Girolamo Pompei, olio su tela. Le

indagini avviate congiuntamente a

più livelli ed in cui ha un ruolo fon-

damentale il Nucleo tutela patrimo-

nio dei Carabinieri di Venezia, hanno

sicuramente messo in evidenza le

numerose falle del sistema di sicu-

rezza ma non hanno ancora portato

alla comprensione del movente di

tale furto, per il quale rimangono

aperte le piste del collezionismo o

della richiesta di un riscatto. Da

alcune stime decisamente approssi-

mative si è calcolato che il danno

economico si attesti intorno ai die-

ci/quindici milioni di euro, anche se

si sa bene che opere come quelle tra-

fugate al Museo hanno un valore ine-

stimabile.

Berenice

Quale tutela per i beni culturali in Italia…

Il furto al Museo di Castelvecchio a Verona e le falle di un farraginoso sistema di tutela

Sul palco del Teatro ABC per la stagione di prosa “Turi Ferro” Quaranta …ma non li dimostra!