shakespeare - come vi piace

65
WilliamShakespeare Asyoulikeit Comevipiace edizioniAcrobat acuradi ([email protected]) PatrizioSanasi.William Shakespeare Come vi piace Edizione Acrobat a cura di Patrizio Sanasi ([email protected]).William Shakespeare Come vi piace 2 PERSONAGGI L'ex Duca, esiliato da suo fratello Duca Federico, suo fratello, usurpatore del titolo Rosalinda, figlia dell'ex Duca Celia, figlia del Duca Federico Oliviero, fratello maggiore Giacomo, secondo fratello Orlando, fratello minore Figli del signore Rolando de Bois A corte: Paragone, clown o buffone di corte Le Beau, cortigiano Adamo Dennis servi di Oliviero Charles, lottatore del Duca Nobili, al seguito del Duca Nella foresta di Arden:

Upload: romeo5757

Post on 12-Dec-2014

122 views

Category:

Documents


3 download

TRANSCRIPT

Page 1: Shakespeare - Come Vi Piace

WilliamShakespeare

AsyoulikeitComevipiaceedizioniAcrobat acuradi([email protected])PatrizioSanasi.William Shakespeare

Come vi piaceEdizione Acrobata cura diPatrizio Sanasi([email protected]).William Shakespeare Come vi piace2PERSONAGGIL'ex Duca, esiliato da suo fratelloDuca Federico, suo fratello, usurpatore del titoloRosalinda, figlia dell'ex DucaCelia, figlia del Duca FedericoOliviero, fratello maggioreGiacomo, secondo fratelloOrlando, fratello minoreFigli del signore Rolando de BoisA corte:Paragone, clown o buffone di corteLe Beau, cortigianoAdamoDennisservi di OlivieroCharles, lottatore del DucaNobili, al seguito del DucaNella foresta di Arden:AmiensJacquesnobili al seguito dell'ex DucaCorinoSilvioPastoriFebe, pastoraAudrey, campagnoliGuglielmo giovane campagnolo

Page 2: Shakespeare - Come Vi Piace

Don Oliviero Chiosatesti, vicario di villaggioNobili in abito da boscaioli, al seguito dell'ex DucaDue paggi cantoriImene, nella festa di nozzeSCENA: a casa di Oliviero, alla corte di Federico e nella foresta di Arden in Francia..William Shakespeare Come vi piace3ATTO ISCENA PRIMAUn giardino nella casa di Oliviero.Entrano Orlando e Adamo.ORLANDO: Per quanto ricordo, Adamo, ecco quel che accadde: per testamento mio padre destinò ame un migliaio scarso di corone e, me lo dici tu stesso. incaricò, benedicendolo, mio fratellodi allevarmi nel migliore dei modi. E così ebbe inizio la mia infelicità. Costui mantiene miofratello Giacomo agli studi, e dei suoi progressi si dicono cose magnifiche; invece mantieneme, in casa, come un poveraccio, anzi, per dirla schietta, neanche mi mantiene, mi ci tienesegregato. Un tale trattamento, per un gentiluomo della mia nascita, differisce forse daltrattamento d'un bue nella stalla? I suoi cavalli sono curati, poiché oltre ad essere ben nutriti,vengono addestrati al maneggio da istruttori assoldati a caro prezzo; ma io, suo fratello, inquesta situazione non ci guadagno altro che di crescere, e di sentirmi obbligato verso di luiquanto i suoi animali nel letame. A parte questo niente che mi dà in abbondanza, parecomportarsi in modo da privarmi di quel poco che la natura mi ha dato: mi fa mangiare coiservi, mi priva dei diritti di fratello, tenta in ogni modo di avvilire, con tale educazione, la mianobiltà. Questo è quanto mi intristisce, Adamo, e lo spirito di mio padre, che io sento in me,comincia a ribellarsi contro questa schiavitù. Non voglio più sopportare queste cose. anche senon so ancora quale sia il modo per evitarle.(Entra Oliviero.)ADAMO: Viene il mio padrone, vostro fratello.ORLANDO: Allontànati, Adamo, sentirai come mi maltratterà.OLIVIERO: Beh, signore, che state facendo qui?ORLANDO: Niente, dal momento che sono stato educato a far niente.OLIVIERO: Allora, signore, che state disfacendo?ORLANDO: Diamine, signore, vi sto aiutando con l'ozio a disfare un'opera di Dio: un povero vostrofratello senza merito.OLIVIERO: Diamine, signore, sceglietevi una migliore occupazione, e fatela finita.ORLANDO: Dovrò badare ai vostri porci e mangiare con loro le ghiande? Quale eredità hosperperato per meritarmi simile miseria?OLIVIERO: Sapete dove siete, signore?ORLANDO: Oh, signore, molto bene: qui, nel vostro giardino.OLIVIERO: Sapete, signore, di fronte a chi siete?ORLANDO: Certo, meglio di quanto chi mi sta di fronte sa chi sono io. So che voi siete mio fratellomaggiore e, per la comune nobiltà del sangue, dovreste conoscermi. Gli usi delle nazioni viconsentono, come primogenito, d'essermi superiore, ma le stesse tradizioni non smentisconoil mio sangue, anche se, fra di noi, vi fossero venti fratelli: nostro padre è in me come in voi,per quanto confesso che il vostro esser nato prima dovrebbe rendervi più simile a lui neirispetti umani.OLIVIERO: Insomma, ragazzo!ORLANDO: Su, su, fratello maggiore, siete ancora troppo giovane in questoOLIVIERO: Mi metti le mani addosso, canaglia?ORLANDO: Non sono una canaglia: sono il figlio cadetto del signore Rolando de Bois, che era miopadre, ed è tre volte canaglia chi dice che questoo padre ha generato delle canaglie. Se tu nonfossi mio fratello, non ti toglierei la mano dalla gola finché quest'altra non t’avesse strappatola lingua per quello che hai detto: tu hai infamato te stesso.ADAMO: Miei cari padroni, siate pazienti. Per la memoria di vostro padre, pace.OLIVIERO: Lasciami, ti dico.ORLANDO: Quando vorrò: dovete ascoltarmi. Mio padre nelle sue ultime volontà vi affidò il

Page 3: Shakespeare - Come Vi Piace

compito di darmi una buona educazione: voi mi avete allevato come un bifolco, rendendomioscuro e soffocando tutte le qualità che fanno un gentiluomo. Lo spirito di mio padre si.William Shakespeare Come vi piace4rafforza in me, e io non posso più continuare così: perciò, o mi concedete l'educazionedovutami, degna di un gentiluomo, o mi date la misera parte che m'ha lasciato mio padre ineredità, e con quella mi comprerò la mia fortuna.OLIVIERO. E che farai, chiederai l'elemosina quando l'avrai finita? Bene, signore, rientrate in casa.Non voglio che mi si secchi più: avrete parte di quel che vi spetta. Vi prego, lasciatemi.ORLANDO: Non voglio offendervi più di quanto non mi convenga.OLIVIERO: Seguitelo, vecchio cane.ADAMO: «Vecchio cane» è la mia ricompensa; è vero, ho perduto i denti al vostro servizio. Dioassista il mio vecchio padrone: egli non mi avrebbe mai chiamato così.(Escono Orlando e Adamo.)OLIVIERO: Siamo a questo punto? Incominci a rivoltarti contro di me? Guarirò la tua insolenza,non ti darò nemmeno le mille corone. Ehi, Dennis!(Entra Dennis.)DENNIS: Vostra signoria mi chiama?OLIVIERO: Charles, il lottatore del duca, non era qui per parlarmi?DENNIS: Se non vi dispiace, è alla porta, e insiste per vedervi.OLIVIERO: Fallo entrare. (Esce Dennis.) Capita opportunamente, domani ci sarà la lotta.(Entra Charles.)CHARLES: Buongiorno a vostra signoria.OLIVIERO: Buon monsieur Charles, quali nuove alla nuova corte?CHARLES: Nessuna nuova a corte, signore che non sia vecchia: cioè il vecchio duca è bandito dalfratello minore, il nuovo duca, e tre o quattro signori affezionati all'esiliato l'hanno seguitovolontariamente; ora le loro terre e rendite arricchiscono il nuovo duca il quale, ovviamente,concede loro volentieri d'andar vagando.OLIVIERO: Potete dirmi se Rosalinda, la figlia del Duca, ha seguito suo padre in esilio?CHARLES: Oh no, perché la figlia del Duca, sua cugina, l'ama talmente - allevate come sono stateinsieme fin dalla culla - che la avrebbe seguita nell'esilio, o sarebbe morta, se separata da lei.Rosalinda è a corte, amata dallo zio non meno di quanto egli ami sua figlia, né mai due donnes'amarono tanto fra loro.OLIVIERO: Dove vivrà, il vecchio duca?CHARLES: Si dice che già si trovi nella foresta di Arden, e insieme a lui un'allegra brigata, e làvivono, come il vecchio Robin Hood d'Inghilterra; si dice che molti giovani gentiluomini,ogni giorno, si uniscano a lui, e trascorrano il tempo spensierati come accadeva nell'etàdell'oro.OLIVIERO: Dunque voi domani lotterete davanti al nuovo duca.CHARLES: Altroché, signore; e sono venuto ad avvertirvi di una cosa: mi si è fatto saperesegretamente che il vostro fratello minore, Orlando, intende battersi con me, travestito.Domani, signore, io lotterò per la mia fama, e chi uscirà dalla prova senza qualche osso rottodovrà dire che gli è andata bene. Vostro fratello è giovane e delicato e - per amor vostro - midispiacerebbe batterlo brutalmente, come devo fare per il mio onore se mi sfida. Proprio per ilmio amore per voi, quindi, sono venuto ad avvertirvi: O voi siete in grado di dissuaderevostro fratello, o dovrete sopportare le disgrazie che gli potranno capitare, di sua e contro lamia volontà.OLIVIERO: Ti ringrazio, Charles, per l'amore che mi porti, e per il quale saprò ricompensarti.Anch'io conosco le intenzioni di mio fratello, ed ho fatto di tutto, indirettamente, perdissuaderlo, ma è risoluto. Ti dirò, Charles: egli è il giovane più ostinato di Francia, pienod'ambizione, invidioso dei meriti altrui, subdolo e vile mestatore contro di me, suo fratellonaturale. Perciò comportati come vuoi: per me è lo stesso che tu gli rompa il collo o un dito.Sta' bene attento, perché se tu gli fai una leggera scalfittura, o se lui non proverà il gusto di.William Shakespeare Come vi piace5

Page 4: Shakespeare - Come Vi Piace

una vittoria su di te, complotterà col veleno, ti farà cadere in qualche infido tranello, e non tilascerà finché non t'avrà privato della vita in un modo o nell'altro, poiché, t'assicuro (e te lodico quasi in lacrime) non c'è al giorno d'oggi nessuno tanto giovane e così malvagio. Io nonparlo che in modo fraterno di lui, ma se dovessi analizzartelo nei particolari dovrei arrossire epiangere e tu diventeresti pallido di meraviglia.CIlARLES: Sono contento. di cuore. d'esser venuto da voi. Se domani si presenterà, gli darò quelche si merita: se potrà andarsene via ancora con i suoi mezzi, io non lotterò più per denaro.Vostra signoria, che Dio vi assista. (Esce.)OLIVIERO: Addio, buon Charles. Ora invoglierò quel giocatore d'azzardo di mio fratello, nellasperanza di vederne la fine. La mia anima, senza ch'io ne sappia il perché, non odia niente piùdi lui. Eppure egli ha un'innata gentilezza; senza aver mai studiato, è colto; pieno di nobiltà;amato con calore da ogni sorta di persone; così vivo nel cuore di tutti - e specialmente dellamia gcnte, che lo conosce meglio - che io vengo ormai del tutto disprezzato. Ma non durerà alungo: questo lottatore metterà fine ad ogni cosa. Non mi resta che incitare il ragazzo allalotta; lo farò immediatamente. (Esce.).William Shakespeare Come vi piace6SCENA SECONDAUn prato davanti al palazzo del Duca.Entrano Rosalinda e Celia.CELIA:: Ti prego, Rosalinda, mia dolce cugina, sii allegra.ROSALINDA: Cara Celia, mostro più allegria di quanta non ne abbia, e mi vorresti ancora piùallegra? Se non m'insegni a dimenticare un padre in esilio, non puoi insegnarmi come siricorda una gioia che non c’è.CELIA: Da ciò capisco che non mi ami con la mia stessa intensità. Se mio zio, il tuo padre in esilio,avesse bandito tuo zio, il duca mio padre, e tu avessi continuato a stare con me, avrei potuto,con uguale amore, accettare tuo padre come mio; tu pure lo potresti, se la sincerità del tuoamore per me avesse la stessa tempra della mia sincerità.ROSALINDA: Bene, dimenticherò il mio stato per godere del tuo.CELIA: Sai che mio padre non ha altri figli che me, e probabilmente non ne avrà altri; quandomorirà, tu erediterai, perché ciò di cui egli ha privato tuo padre con la forza io lo restituirò ate con l'affetto. Sul mio onore, se io rompo questo giuramento, ch'io mi trasformi in mostro.Mia dolce Rosa, mia cara Rosa, sii allegra, dunque.ROSALINDA: D'ora in poi lo sarò, e immaginerò anche come divertirci. Vediamo... che ne direstise ci innamorassimo?CELIA: Puoi divertirti, certo, con l'amore; ma guai ad amare qualcuno sul serio, o spingere il giocotanto in là da non poter difendere il tuo onore semplicemente arrossendo.ROSALINDA: Allora, qual è il gioco che faremo?CELIA: Qui sedute, a canzonare quella buona massaia della Fortuna sì che scendendo dalla suaruota sappia d'ora in avanti distribuire i suoi doni equamente.ROSALINDA: Magari potessimo farlo: i suoi benefici sono mal riposti, ché lei, cieca donatrice,favorisce di meno le donne.CELIA: È vero: le belle, raramente le fa serie, e le serie per niente belle.ROSALINDA: Eh, ma ora scambi i compiti della Fortuna con quelli della Natura, ché la Fortuna hapotere sui doni della terra, non sulle fattezze della Natura.(Entra Paragone.)CELIA: No? Non può forse una creatura fatta bella dalla Natura cadere nel fuoco per colpa dellaFortuna? Per quanto la Natura ci abbia dato lo spirito per burlarci della Fortuna, non è forse laFortuna che ci manda questo buffone per troncare i nostri discorsi?ROSALINDA: Certo, si tratta d'una Fortuna troppo dura contro la Natura, se si serve d'un idiota pernatura per troncare le manifestazioni naturali dell'intelligenza.CELIA: Forse neanche questa è opera della Fortuna, ma della Natura, la quale, accortasidell'eccessiva goffaggine dei nostri discorsi sulle divinità superne, ci ha mandato questoidiota per affilarci: da sempre l'ottusità del buffone serve ad affilare la lama dell'intelligenza.Ehi, tu, intelligenza, dove vai vagando?PARAGONE: Signora, voi dovete venire da vostro padre.CELIA: Ti hanno fatto messaggero?

Page 5: Shakespeare - Come Vi Piace

PARAGONE: No, sul mio onore, ma mi hanno mandato a cercarvi.ROSALINDA: Da chi hai imparato a giurare, buffone?PARAGONE: Da un certo cavaliere, che, sul suo onore, giurava che le frittelle erano buone, e, sulsuo onore, giurava che la mostarda era una schifezza. Ora io sostengo che le frittelle eranouna schifezza e la mostarda era buona; tuttavia il cavaliere non giurava il falso.CELIA: Nella gran mole della tua sapienza, come puoi provarlo?ROSALINDA: Andiamo, su, togli la museruola alla tua saggezza.PARAGONE: Venite avanti tutte e due, accarezzatevi il mento e giurate sulle vostre barbe che iosono una canaglia.CELIA: Sulle nostre barbe, se le avessimo, tu lo sei.PARAGONE: Sulla mia canaglieria, se l'avessi, sarei una canaglia; ma se voi giurate su ciò che non.William Shakespeare Come vi piace7esiste, non giurate il falso. Allo stesso modo il cavaliere, il quale giurava su un onore che nonaveva mai avuto; o se l'aveva avuto, spergiurando se l'era giocato prima d'aver mai vistoquelle frittelle e quella mostarda.CELIA: A chi alludi, ti prego?PARAGONE: Ad uno che il vecchio Federico, vostro padre, ama.CELIA: L'amore di mio padre basta a onorarlo. Non parlare più con tanta confidenza di mio padre o,uno di questi giorni, te la farò pagare con la frusta.PARAGONE: Il guaio peggiore è che i buffoni non possano parlare saggiamente delle buffonate chefanno gli uomini saggi.CELIA: Hai ragione, da quando la poca saggezza dei pazzerellil èstata messa a tacere, quel poco dipazzia che i saggi hanno s'impone fin troppo apertamente. Ecco che viene il bello, MonsieurLe Beau.(Entra Le Beau.)ROSALINDA: Con la bocca piena di notizie.CELIA: Che vorrà imbeccarci, come i piccioni fanno con i loro piccoli.ROSALINDA: Allora saremo ben rimpinzate.CELIA: Tanto meglio: varremo di più sul mercato. Bon jour, Monsieur Le Beau, quali nuove?LE BEAU: Bella principessa, vi siete perduta un bel divertimento.CELIA: Divertimento? Di che tipo?LE BEAU: Di che tipo, signora? Come posso rispondervi?ROSALINDA: Come vogliono spirito e fortuna.PARAGONE: O come decretano i Fati.CELIA: Ben detto: tanto vale mettercela tutta.PARAGONE: Se vengo meno al mio rango...ROSALINDA: Riveli il tuo rancido.LE BEAU: Mi confondete, signore. Avrei voluto narrarvi di un bell'incontro di lotta che aveteperduto.ROSALINDA: Raccontatecelo.LE BEAU: Vi narrerò il principio, e se piacerà alle vostre signorie, potrete vederne la fine, perché ilmeglio deve ancora farsi; verranno ad esibirsi qui, dove voi siete.CELIA: Dunque, questo principio, morto e sotterrato ormai?LE BEAU: C'era un vecchio e i suoi tre figli...CELIA: Assomiglia ad una vecchia favola...LE BEAU: Tre giovani poderosi, di statura e presenza eccezionale...ROSALINDA: Con tanto di targa al collo: «Con la presente si rende noto a tutti...».LE BEAU: Il maggiore dei tre ha lottato con Charles, il lottatore del duca, e in un attimo è statoatterrato con tre costole rotte, e c'è poco da sperare che sopravviva. In simil guisa fu servito ilsecondo, e del pari il terzo. Là giacciono costoro stesi a terra, e quel brav'uomo del lorovecchio padre li va piangendo così pietosamente che tutti gli astanti partecipano in lacrime alsuo dolore.ROSALINDA: Ahimè.PARAGONE: Qual è, monsieur, il divertimento che le signore hanno perduto?LE BEAU: Ciò di cui parlo, appunto.

Page 6: Shakespeare - Come Vi Piace

PARAGONE: Oh, gli uomini aumentano in saggezza ogni giorno. Per la prima volta sento cherompere le costole sia un divertimento per signore.CELIA: Anch’io, te lo giuro.ROSALINDA: C'è ancora qualcuno che ama la musica delle costole rotte, e c'è ancora chis'appassiona a rompere le costole? Cugina, la dobbiamo vedere, questa gara di lotta?LE BEAU: Se rimarrete qui, vi sarete costrette, perché questo è il luogo prescelto, e sono già prontiper l'incontro.CELIA: Ecco, là, stanno venendo. Restiamo qui e vediamo..William Shakespeare Come vi piace8(Squilli di tromba. Entrano il Duca, nobili, Orlando, Charles e persone del seguito.)DUCA: Avanti. Poiché il giovane non vuole sentire ragione, corra il rischio della sua presunzione.ROSALINDA: È quello là l’uomo?LE BEAU: Proprio lui, signora.CELIA: Dio, è troppo giovane, ma sembra sicuro di sé.DUCA: Come, come, figlia e nipote, qui! Siete venute quatte quatte ad assistere all'incontro?ROSALINDA: Sì, mio signore, se ce ne date il permesso.DUCA: Vi divertirete poco, secondo me, perché la superiorità di Charles è schiacciante. Per pietàdella giovinezza dello sfidante, l'ho sconsigliato di tutto cuore, ma lui non accetta consigli.Signore, parlategli voi, vedete se riuscite a convincerlo.CELIA: Fatelo venire qui, buon Monsieur Le Beau.DUCA: Bene. Io non desidero essere presente.LE BEAU: Monsieur lo sfidante, la principessa vi vuole.ORLANDO: Eccomi a loro, con rispetto e devozione.ROSALINDA: Voi, giovanotto, avete sfidato Charles, il lottatore?ORLANDO: No, graziosa principessa: è lui che sfida tutti. Io, come gli altri, vengo qui solo permisurare con lui la forza della mia giovinezza.CELIA: Giovane gentiluomo, avete uno spirito troppo audace per la vostra età. Avete visto unacrudele dimostrazione della forza di quest'uomo. Se sapeste vedervi con i vostri occhi econoscervi con intelligenza, il timore per il rischio che correte vi consiglierebbe di evitarlo.Per il vostro bene, vi preghiamo di pensare alla vostra incolumità e rinunciare alla prova.ROSALINDA: Certo, non ne uscirà diminuita la vostra reputazione, giovane signore. Noipregheremo il Duca di fare sospendere l'incontro.ORLANDO: Vi scongiuro, non punitemi con la severità dei vostri pensieri, anche se mi sento moltocolpevole rifiutando qualcosa a due così graziose e nobili signore. Fate che i vostri begliocchi e i vostri auguri m'accompagnino nella prova: se verrò battuto, sarà stato umiliato unpoveretto che non ha mai avuto fortuna; se ucciso, sarà morto uno che non ha desiderato chela morte. Non darò dolore ad amici, dato che non ne ho nessuno per piangermi; nessun dannoal mondo, perché in esso io non ho niente: il mio posto nel mondo, quando l'avrò lasciatovuoto, verrà certo occupato meglio.ROSALINDA: Quella poca forza che ho, vorrei che fosse per voi.CELIA: E la mia anche, a sorreggere la sua.ROSALINDA: Buona fortuna a voi. Prego il cielo che mi smentisca per quanto vi riguarda.CELIA: I desideri del vostro cuore si avverino!CHARLES: Beh, dov'è quel baldo giovane che tiene tanto a giacere con sua madre terra?ORLANDO: Eccolo, signore, ma egli ha pretese più modeste.DUCA: Il combattimento sarà di una sola ripresa.CHARLES: No, lo garantisco a vostra grazia: non avrete modo d'incitarlo ad una seconda, dopo avertanto tentato di dissuaderlo dalla prima.ORLANDO: Se intendete beffarvi di me dopo, non avreste dovuto farlo ora. Ma avanti, andiamo!ROSALINDA: Ercole t’aiuti, giovane!CELIA: Potessi essere invisibile, per afferrare quell'energumeno alle gambe.(Lottano.)ROSALINDA: Giovane formidabile!CELIA: Avessi un fulmine nell'occhio, saprei chi fulminare. (Grida.) (Charles viene atterrato.)DUCA: Basta, basta.ORLANDO: Ancora, ve ne supplico, vostra grazia: non mi sono neanche scaldato.

Page 7: Shakespeare - Come Vi Piace

DUCA: Come stai, Charles?LE BEAU: Non può parlare, mio signore.DUCA: Portatelo via. (Charles viene portato fuori.) Giovane, qual è il tuo nome?ORLANDO: Orlando, mio sovrano: il figlio più giovane del signor Rolando de Bois.DUCA: Ti avrei preferito figlio di un altro. Tutti stimavano tuo padre uomo d'onore, ma per me fu.William Shakespeare Come vi piace9solo un nemico: tu mi saresti stato più gradito per la tua impresa, se fossi disceso da un'altrafamiglia. Ma io ti saluto, sei giovane di coraggio. Vorrei solamente che m’avessi parlato di unaltro padre.(Esce il Duca con Le Beau. Paragone e il seguito.)CELIA: Se io fossi stata mio padre, cugina, avrei fatto così?ORLANDO: Sono ancor più orgoglioso d'esser figlio del signore Rolando, il suo figlio più giovane,né cambierei il mio nome per essere adottato da Federico e divenirne erede.ROSALINDA: Mio padre amava il signore Rolando come l'anima sua, e tutti condividevano il suosentimento. Se io avessi saputo che questo giovane era suo figlio, avrei aggiunto lacrime allemie suppliche, prima ch'egli corresse un tal pericolo.CELlA: Gentile cugina, andiamo a ringraziarlo e incoraggiarlo: l'atteggiamento rude ed invidioso dimio padre mi ha fatto male al cuore. - Signore, siete stato molto bravo. Se anche in amoremantenete le promesse come quelle che ora avete più che mantenuto, la vostra donna saràfelice.ROSALINDA (dandogli una catenina): Gentiluomo, portate questa per me. Vorrei dare di più, ma.licenziata da Madonna Fortuna, la mia mano è povera di mezzi. - Andiamo, cugina?CELIA: Vengo. Buona fortuna, gentiluomo cortese.ORLANDO: M'è impossibile rispondere «grazie»? Il meglio di me è fuori combattimento, e ciò chedi me sta qui, non è che un fantoccio, un simulacro senza vita.ROSALINDA: Ci richiama indietro. Con la mia fortuna ormai è finita anche la mia dignità. Glichiedo che cosa vuole. - Avete chiamato, signore? Signore, avete lottato bene e guadagnatoben più di una vittoria sul nemico.CELIA: Vuoi venire, cugina?ROSALINDA: Vengo. — Addio. (Esce con Celia.)ORLANDO: Quale passione m'appesantisce la lingua? Non riesco a dirle nulla mentre lei vuolparlare. (Entra Le Beau.) Povero Orlando, sei stato atterrato! Da Charles o da un tocco benpiù delicato?LE BEAU: Buon signore, vi consiglio da amico di abbandonare questo luogo. Pur se avete meritatoalta stima, plauso sincero e amore, l’animo del duca è tale ormai da male interpretare quelloche avete fatto. Il Duca è capriccioso. Ciò che è, in realtà, voi potrete supporlo meglio ch'ionon vi dica.ORLANDO: Grazie, signore. Ma vi prego, ditemi, quale delle due giovani presenti all'incontro è lafiglia del duca?LE BEAU: Nessuna, a giudicare dai modi, ma, in realtà, la più alta è sua figlia. L'altra è la figlia delduca esiliato, qui tratténuta dall'usurpatore suo zio, come compagna della figlia, e il loroaffetto è più profondo di quello naturale fra sorelle. Posso dirvi che il Duca di recente, s'èrivelato ostile alla nipote, per la semplice ragione che il popolo l'ama per le sue virtù, e, peramore di suo padre, la compiange; sulla mia vita, il suo malanimo per la signora scoppieràpresto. Signore, io vi saluto: altrove, in un mondo migliore di questo io vorrò amarvi econoscervi meglio.ORLANDO: Vi sono obbligato. Addio a voi. (Esce Le Beau.) Dal fumo alla brace. Io passo datiranno a tiranno: da Duca a fratello. Ma divina Rosalinda! (Esce.).William Shakespeare Come vi piace10SCENA TERZAUna stanza nel palazzo.Entrano Celia e Rosalinda.CELIA: Su,su cugina, su, Rosalinda. Cupido abbi pietà, neanche una parola?ROSALINDA: Nemmeno una da gettare a un cane.

Page 8: Shakespeare - Come Vi Piace

CELIA: No, le tue parole sono troppo preziose per essere gettate ai cani. Gettale su di me, su, etormentami con le tue ragioni.ROSALINDA: Ci saranno allora due cugine distrutte: l'una storpiata con le ragioni e l'altra impazzitasenza ragione.CELIA: È tutto per tuo padre?ROSALINDA: No, è anche un po' per il padre di mio figlio. Oh, com'è pieno di rovi, questo mondodi fatica quotidiana!CELIA: Sono solo lappole, cugina, gettate addosso in una giornata di festa; se non camminiamo suisentieri battuti, ci si attaccano alle gonne.ROSALINDA: Potrei scuoterle dal vestito, ma queste lappole le ho in seno.CELIA: E tu fai «hem» e buttale fuori.ROSALINDA: Ci proverei, se facendo «hem» venisse lui.CELIA: Su, su, lotta contro i tuoi sentimenti.ROSALINDA: Oh, loro fanno il tifo per un lottatore molto più forte di me.CELIA: Auguri a te: a suo tempo ci proverai, anche a rischio di rimaner sotto. Ma, a parte glischerzi, parliamone con più serietà: è possibile che in un batter d'occhio tu ti sia innamoratacosì profondamente del figlio più giovane del vecchio signore Rolando?ROSALINDA: Il Duca mio padre amava molto suo padre.CELIA: É per questo tu dovresti amare molto suo figlio? Ragionando così io dovrei odiarlo, perchémio padre odiava il suo; ma io non odio Orlando.ROSALINDA: No, per amor mio, non lo odiare.CELIA: E perché no? Non è uno dei suoi meriti? (Entra il Duca con i suoi nobili.)ROSALINDA: Lascia che lo ami io per i suoi meriti, e tu amalo perché lo amo io. - Guarda, èvenuto il Duca.CELIA: Col furore negli occhi.DUCA: Signora, per la vostra salvezza, lasciate subito la nostra corte.ROSALINDA: Io, zio?DUCA: Voi, nipote. Se fra dieci giorni ti scopriranno ancora entro un raggio di venti miglia dallanostra corte, sarai uccisa.ROSALINDA: Chiedo a vostra grazia di portare con me la prova della mia colpa. Se non ho persol'intelletto, se ho ancora il controllo della mia volontà, se non sogno o non sono pazza - comeso di non essere - allora, caro zio, mai, nemmeno con un pensiero non pensato, io ho offesovostra altezza.DUCA: Così dicono tutti i traditori. Se le parole bastassero a discolparli, sarebbero innocenti comela virtù stessa. Ti basti, ch'io non mi fido di te.ROSALINDA: La vostra sfiducia non può fare di me una traditrice. Ditemi da cosa vi nasce ilsospetto.DUCA: Sei figlia di tuo padre e tanto basta.ROSALINDA: Lo ero al momento che vostra altezza prese il ducato, lo ero al momento che vostraaltezza bandì mio padre. Il tradimento mio signore, non s'eredita; e, se lo ereditassimo, ciònon mi riguarda: mio padre non tradì. Perciò, mio sovrano, non errate contro di me fino alpunto da ritenere la mia povertà un tradimento.CELIA: Ascoltate me, caro sovrano.DUCA: Celia, l'abbiamo tenuta qui per amor tuo, se no sarebbe lontano con suo padre.CELIA: Non fui io a pregarvi che restasse: lo avete fatto di vostra volontà e per rimorso. Ero troppogiovane per apprezzarla, allora, ma ora la conosco: se ha tradito, anch'io l'ho fatto; abbiamodormito sempre insieme, e, deste, studiato, giocato, mangiato insieme, e andavamo, come idue cigni di Giunone, sempre in coppia e inseparabili..William Shakespeare Come vi piace11DUCA: É troppo astuta per te; la sua dolcezza, il suo silenzio e la sua pazienza stessa parlano alpopolo, che ha pietà di lei. Tu sei una sciocca: lei ti ruba il buon nome; farai miglior figura esarai più apprezzata quando lei sarà via. Non aprir bocca. La mia condanna è ferma eirrevocabile: che sia bandita.CELIA: Allora, mio sovrano, pronunciate la stessa sentenza contro di me; io non posso vivere senzadi lei.DUCA: Sei una sciocca. - Tu, nipote, preparati. Se rimarrai oltre il tempo previsto, sul mio onore, e

Page 9: Shakespeare - Come Vi Piace

sulla mia parola di sovrano, tu morirai.(Esce il Duca con il seguito)CELIA: O mia povera Rosalinda, dove andrai? Vogliamo scambiarci padri? io ti do il mio. Nonessere più addolorata di me: è un ordine.ROSALINDA: Io ne ho più ragione.CELIA: Cugina, non ne hai. Sii serena, ti prego; non capisci che il duca ha bandito anche me, suafiglia?ROSALINDA: Non l’ha fatto.CELIA: No? Ti manca allora quell'amore, Rosalinda, che avrebbe dovuto farti capire che tu ed iosiamo una cosa sola. Chi può separarci? Chi può dividerci, dolcezza mia? No, mio padre sicerchi un altro erede. Quindi pensa con me come fuggire, dove andare e che cosa portare viacon noi. E non cercare di portare da sola il peso del tuo destino, del tuo dolore,abbandonandomi. Perché, per questo cielo impallidito per le nostre pene, di' tutto quel chevuoi, ma io verrò via con te.ROSALINDA: E dove andremo?CELIA: Nella foresta di Arden, alla ricerca di mio zio.ROSALINDA: Però, possono esserci molti pericoli per due ragazze sole in un viaggio così lungo. Labellezza tenta i ladri più dell'oro.CELIA: Indosserò un abito povero ed ordinario, e m'imbratterò il volto di terra d'ombra; così faraitu, e passeremo inosservate, senza timore d'aggressioni.ROSALINDA: Non sarebbe meglio, dato che sono più alta del comune, che mi vesta addiritturacome un uomo? Con un elegante pugnale al fianco, un arnese da caccia in mano, benché incuore sian nascosti tutti i timori femminili, avremo un aspetto spavaldo e marziale, comel'hanno tanti uomini codardi che sotto tali sembianze mascherano la paura.CELIA: Come ti chiamerò quando sarai uomo?ROSALINDA: Mi spetta almeno il nome del paggio di Giove: mi chiamerai Ganimede. E tu, comevuoi essere chiamata?CELIA: Con un nome che si riferisca al mio stato: non più Celia ma Aliena.ROSALINDA: Senti, cugina, se tentassimo di portare con noi quello zotico del buffone di corte, nonsarebbe un conforto per il viaggio?CELIA: Verrebbe in capo al mondo, con me. Lo sedurrò, lascia fare a me. Andiamo a prendere inostri gioielli e gli altri valori; studieremo l'ora più opportuna e la via più sicura per sfuggirea chi ci inseguirà. Andiamo via felici verso la libertà, e non verso l'esilio.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace12ATTO IISCENA PRIMALa foresta di Arden.Entrano l'ex Duca, Amiens e due o tre nobili vestiti da boscaioli.EX DUCA: Miei compagni e fratelli in esilio, l'abitudine a questi luoghi non ha reso la vita più dolceche nel lusso dorato? Non sono questi boschi più sicuri della corte piena d'invidie? Nonsentiamo il mutar delle stagioni, come Adamo in peccato, e all'artiglio del gelo e alla ruvidasferza del vento invernale, quando soffia e m'addenta il corpo fino a farmi rattrappire per ilfreddo, rido e dico «Questa non è adulazione. Questi sono consiglieri che mi persuadonoconcretamente di ciò ch'io sono». L'avversità mi si mostra dolce, come il rospo brutto evelenoso che reca in capo una gemma preziosa'». La nostra vita, non costretta in pubblico,sente gli alberi che parlano, i ruscelli che narrano, i discorsi delle pietre e bontà in ogni cosa.AMIENS: Io non vorrei cambiare. Vostra grazia è felice, che può mutare la fortuna inflessibile inuna così quieta dolcezzaEX DUCA: Andiamo dunque a catturare selvaggina? Anche se mi fan pena le povere vittimepezzate, libere cittadine di questo luogo aperto, che sentono trafitti i loro fianchi carnosi dallefrecce forcute proprio nel loro territorio.NOBILE: In verità, mio signore, il malinconico Jacques ne soffre e giura che qui siete usurpatore piùdi vostro fratello che vi ha bandito. Oggi il signore d'Amiens ed io stesso gli siamo giunti allespalle mentre stava disteso sotto una quercia le cui vecchie radici affiorano dal ruscellorisonante nel bosco. Lì era venuto a languire un povero cervo sbandato, ferito a morte dalla

Page 10: Shakespeare - Come Vi Piace

mira d'un cacciatore; signor mio, quella povera bestia emetteva gemiti tali che gli tendevanola pelle fin quasi a scoppiare, e grosse lacrime rotonde correvano sul suo muso innocente.Così il meschino dal manto vellutato, sotto lo sguardo attento del melanconico Jacques, stavasul ciglio estremo del rapido ruscello, alimentandolo di lacrime.EX DUCA: E che diceva Jacques? Non traeva una morale da quello spettacolo?NOBILE: Oh, sì, con mille similitudini. Prima per le lacrime inutili cadute nel ruscello: «Poverocervo», diceva, «tu fai un testamento come lo fanno i mortali, dando qualcosa in più a chi hagià troppo». Riferendosi poi alla sua solitudine, rimasto senza alcun compagno vellutato: «Ègiusto», diceva, «la miseria distacca dal flusso dei compagni». Poi s'avvicina un branco, sazioe spensierato, a gran balzi gli passa accanto e nessuno indugia a salutarlo. «Già», diceJacques, «tirate via, grossi e sazi borghesi, questo è l'uso. Perché guardare un povero fallito,un rottame?» E ancora più aspro inveiva contro la campagna, la città, la corte, la nostra stessavita, giurando che siam tutti usurpatori, tiranni, e ciò che c'è di peggio, dato che spaventiamoe uccidiamo animali nei luoghi naturali della loro vita.EX DUCA: E lo avete lasciato così a meditare?II NOBILE: Lo lasciammo, mio signore, a contemplare e piangere il cervo in lacrime.EX DUCA: Mostratemi dove: mi piace misurarmi con le sue crisi di tristezza poiché, in queimomenti, è pieno di risorse.NOBILE: Vi conduco subito da lui.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace13SCENA SECONDAUna stanza nel palazzo.Entra il Duca con nobili del seguito.DUCA: Possibile che nessuno le abbia viste? Non può essere: qualche traditore, qui alla corte, si èreso loro complice e favoreggiatore.I NOBILE: Non so di nessuno che l'abbia vista. Le cameriere l'avevano aiutata a coricarsi ma diprima mattina hanno trovato il letto spoglio della loro preziosa signora.II NOBILE: Mio signore, è sparito anche quel rognoso buffone del quale vostra grazia sicompiaceva tanto di ridere. Isperia, gentildonna della principessa, confessa d'aversegretamente udito vostra figlia e sua cugina lodare altamente qualità e grazie di quellottatore che ha battuto testé il formidabile Charles, e pensa che, dovunque siano andate,sicuramente il giovane è in loro compagnia.DUCA: Cercate quel bellimbusto di suo fratello; e se non c'è portatemi l'altro fratello. Dovrà trovarlolui. Su presto, agite, chiedete, cercate senza sosta, e riportatemi qui queste pazze scappate dacasa.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace14SCENA TERZADavanti alla casa di Oliviero.Entrana Orlando e AdamoORLANDO: Chi è là?ADAMO:Il mio giovane padrone! Gentile signore, mio dolce signore immagine del vecchio signoreRolando. Che fate qui? Perché siete coraggioso? Perché il popolo v'ama? Perché tantogentile, capace e forte? Perché tanto pazzo da atterrare il gran campione di un ducacapriccioso? Troppo solerte vi precede la fama. Padrone, non sapete che per alcuni le virtùstesse sono nemiche? Così per voi, gentile padrone, i vostri meriti, pur santi e benedetti, vitradiscono. Oh, che mondo è mai questo, dove ciò che è giusto avvelena chi lo porta in sé.ORLANDO: Perché, cosa è successo?ADAMO: Giovane infelice, non entrate sotto questo tetto, ci vive il nemico di tutti i vostri meriti:vostro fratello - no, non fratello - eppure figlio, - no, non figlio, impossibile chiamarlo figliodi colui ch'io stavo per chiamare suo padre. Ha sentito le vostre lodi, e questa notte vuolebruciare il vostro alloggio, con voi dentro. Se questo non gli riesce, troverà altri modi perfarvi fuori. Mi è capitato di udire lui e i suoi piani. Questa casa non è per voi: è ridotta a unmattatoio; non entrate, temetela, aborritela.

Page 11: Shakespeare - Come Vi Piace

ORLANDO: Ma dove vuoi che vada, Adamo?ADAMO: Non importa dove, purché non qui.ORLANDO: Vuoi vedermi chiedere l'elemosina di un tozzo di pane, o impugnando la spada infamedel volgare grassatore procurarmi da vivere con la rapina per le strade? Dovrei far questo, onon so che altro, ma non lo voglio fare a nessun costo. Preferisco subire la violenza di unfratello sanguinario e snaturato.ADAMO: Non dovete. Sotto vostro padre ho risparmiato sul salario cinquecento corone, perchéfossero il mio sostentamento quando reso inabile al servizio dalle mie vecchie membra, fossistato messo da parte per l'età. Prendetele, colui che nutre i corvi e provvede per i passeriassisterà la mia vecchiaia. Ecco qui l'oro. Ve lo do tutto. Lasciate che vi serva: sembrovecchio, ma sono ancora vigoroso e forte, ché mai in gioventù ho corrotto il mio sangue conliquori ribelli e focosi, né mai ho cercato spudoratamente come debilitarmi e degradarmi. Lamia età quindi è inverno asciutto freddo ma sano: fatemi venir con voi, vi servirò come ungiovane in tutti i vostri affari.ORLANDO: O mio buon vecchio, come in te traspare la fedele onestà d'un tempo, quando silavorava con sudore non per guadagnare ma per dovere! Tu non sei per le usanze d'oggi; oggisi fatica per la promozione e, ottenutala, si trascura il proprio dovere: tu non sei così. Tu poti,povero vecchio, un albero marcio che non può darti neanche un fiore in cambio di tutte le tuepene e fatiche. Ma sì, vieni, andiamo via insieme, e prima di consumare i tuoi risparmid'un'età migliore, troveremo una qualche soluzione, per meschina che sia.ADAMO: Padrone, andate: io vi seguo, leale e sincero fino all'ultimo respiro. Da diciassett'anni adoggi ho vissuto qui, ma ora, ad ottanta, non voglio più. A diciassette anni si cerca la fortuna,ma ad ottanta si è già in ritardo di una settimana. La miglior ricompensa che può darmi lafortuna è una buona morte, senza debiti col mio padrone.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace15SCENA QUARTALa foresta di Arden.Entrano Rosalinda nei panni di Ganimede, Celia in quelli di Aliena e il clown ossia Paragone.ROSALINDA: Giove, com'è stanco il mio cuore!PARAGONE: Non m'importerebbe del cuore, se non avessi le gambe stanche.ROSALINDA: Avrei proprio voglia di contraddire il mio aspetto virile e piangere come una donna;ma devo confortare il vaso più fragile, dato che giacca e calzoni devono dar coraggio allasottana: quindi, coraggio, buona Aliena.CELIA: Sopportatemi, vi prego, non posso andare più avanti.PARAGONE: Meglio sopportarvi, che portarvi, per quanto, a portar voi, non si porta croce, enemmeno testa, dato che non avete il becco d'un quattrino.ROSALINDA: Bene, questa è la foresta di Arden.PARAGONE: Già, ora che sono ad Arden, sono più scemo che mai. Stavo meglio, a casa, ma chiviaggia deve accontentarsi.(Entrano Corino e Silvio.)ROSALINDA: Così sia, mio caro Paragone. - Guarda chi viene: un uomo e un vecchio in colloquiosolenne.CORINO: Ma così lei seguiterà a dileggiarti.SILVIO: Se tu sapessi quanto io l'amo, Corino.CORINO: In parte lo capisco, ché un tempo ho amato anch'io.SILVIO: No, Corino, sei vecchio e non mi puoi capire anche se da giovane tu sei stato l'amante piùappassionato che abbia mai, a mezzanotte, sospirato sul suo guanciale. Ma se il tuo amore èstato come il mio - nessuno, credo, ha mai amato così - a quanti gesti ridicoli sei statotrascinato dalla tua fantasia?CORINO: Ad un migliaio, che ho dimenticato.SILVIO: Allora non hai mai amato con tutto il cuore. Se non ricordi tutte le minime follie cui t'abbiamai costretto l'amore, non hai amato. Se, come me. non hai mai stancato con le lodi di leil'ascoltatore, non hai amato. Se non hai rotto con la compagnia d'improvviso, per passione.come ho fatto io? non hai amato. O Febe, Febe. Febe! (Esce.)ROSALINDA: Ah, povero pastore, frugando nella tua ferita mi hai fatto, ironia della sorte. ritrovare

Page 12: Shakespeare - Come Vi Piace

la mia.PARAGONE: E io la mia. Ricordo che, innamorato, spezzai la spada sopra un sasso, dicendogli:«Tieni. così impari ad andare di notte nel letto di Gianna Sorrisi». Ricordo i baci da me dati alsuo bastone battibucato e alle tette delle vacche munte dalle sue manine screpolate; e ricordola corte che feci ad una pianta di pisello al posto di lei: le tolsi due baccelli e poi, nelrestituirglieli, dissi piangendo: «Portali per amor mio». A noi. veri amanti, capitano cosebislacche; ma come tutto è mortale in natura, così ogni natura innamorata è matta da morire.ROSALINDA: Parli più accorto di quanto non t'accorga.PARAGONE: Non m'accorgo della mia accortezza fino a che non mi ci rompo gli stinchi.ROSALINDA: La passione del pastore m'assomiglia, Giove mio.PARAGONE: Anche a me. ma la mia diventa rancida.CELIA: Vi prego, chiedete a quell'uomo laggiù, se, pagando, si può avere cibo. Muoio dalla fame.PARAGONE: Tu, pagliaccio!ROSALINDA: Zitto, buffone, non è tuo parente.CORINO: Chi mi chiama?PARAGONE: Persone che stanno meglio di voi, signore.CORINO: Se no sarebbero proprio dei disgraziati.ROSALINDA: Zitto, ti dico. — Buona sera a te, amico.CORINO: Anche a voi, gentile signore, e a tutti.ROSALINDA: Pastore, ti prego, se simpatia o denari possono procurarci ristoro in questo deserto,portaci dove ci si possa riposare e nutrire. C'è qui una giovane, sfinita dal viaggio, bisognosa.William Shakespeare Come vi piace16d'aiuto.CORINO: Caro signore, ne ho pietà, e vorrei, per amor suo più che mio, avere mezzi migliori persoccorrerla; ma io faccio il pastore sotto un altro, e non toso la lana che gli pascolo. Il miopadrone è avaro di carattere: poco gli importa guadagnarsi il cielo compiendo atti d'ospitalità.La sua capanna, i greggi, i diritti di pascolo sono ora in vendita, nella nostra capanna, in suaassenza, non si trova di nulla da mangiare che vada bene per voi. Ma quello che c'è venitelo avedere: per me sarete i benvenuti.ROSALINDA: Chi gli deve acquistare i greggi e i pascoli?CORINO: Il giovanotto innamorato che avete visto qui, e che non pensa certo a comprare qualcosa.ROSALINDA: Ti prego, se credi che la cosa sia onesta, compra tu la capanna, i greggi, il pascolo; isoldi te li diamo noi.CELIA: T'aumenteremo il salario: il luogo mi piace e volentieri passerei qui il mio tempo.CORINO: Quanto ad essere in vendita, lo è. Veni, con me. Se, dopo la stima, vi piacerà il terreno, ilprofitto, il tipo di vita, io sarò d'ora in poi il vostro fedele intendente e col vostro denarol'acquisterò immediatamente.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace17SCENA QUINTALa foresta.Entrano Amiens, Jacques ed altri.AMIENS (canta): Chi, sotto verdi fronde,vuole posar con mee lietamente insiemecantare con gli uccelli,venga qui, qui venga, venga qui.Non vi vedràaltri nemiciche inverno e tempo crudo.JACQUES: Ancora, ancora, ti prego, ancora.AMIENS: Vi renderei malinconico, monsieur Jacques.JACQUES: Mi fa piacere. Ancora, ti prego. Posso succhiare malinconia da una canzone, come lafaina succhia le uova. Vi prego, ancora.

Page 13: Shakespeare - Come Vi Piace

AMIENS: La mia voce è rozza, so che non posso piacervi.JACQUES: Non ti chiedo di piacermi, ma di cantare. Via, ancora una stanza. Si chiamano stanze?AMIENS: Come volete, monsieur Jacques.JACQUES: Non me ne importa come si chiamano, non sono mica delle cambiali a mio favore. Vuoicantare?AMIENS: Più per il piacer vostro che per il mio.JACQUES: Bene, allora, se ringrazierò qualcuno ringrazierò te. Benché quel che chiamano «farsicomplimenti» mi sembra l'incontro fra due babbuini, e quando una persona mi ringraziacordialmente, mi sento come chi ha dato l'obolo a un mendicante per riceverne un grazie. Su,canta; e voi che non volete cantare state zitti.AMIENS: Finirò la canzone. - Signori, intanto apparecchiate: il Duca desidera ristorarsi sottoquest'albero. - V'ha cercato tutto il giorno.JACQUES: Ed io, per tutto il giorno, ho cercato di evitarlo. Ama troppo discorrere per i miei gusti.Io ho altrettante idee di lui; ma ne ringrazio il cielo, senza farmene vanto. Su, gorgheggia, via.TUTTI INSIEME: Canzone: Chi è scevro d'ambizionied ama stare al sole,cercando ciò che mangia,godendo ciò che ha,venga qui, qui venga, venga qui.Non vi vedràaltri nemiciche inverno e tempo crudo.JACQUES: Voglio darvi una poesia adatta a questo motivo: l'ho composta ieri, a dispetto della miascarsa ispirazione.AMIENS: E io ve la canto.JACOUES Dice cosìSe ad uno capitassedi tramutarsi in asinolasciando beni ed agiper volontà testardaducdamé, ducdamé, ducdamé,matti vedràcome lui in quantità,se da me venir vorrà.AMIENS: cke significa «ducdamé»?JACQUES: E un'invocazione greca per attirare i matti nel cerchio magico. Vado a dormire, se posso;se non posso, me la prenderò con tutti i primogeniti d'Egitto..William Shakespeare Come vi piace18AMIENS: Io andrò a cercare il Duca; il rinfresco è preparato.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace19SCENA SESTALa foresta.Entrano Orlando e Adamo.ADAMO: Non ce la faccio più, caro padrone, muoio di fame. Mi stendo qui e prendo la misura dellamia fossa. Caro padrone, addio.ORLANDO: Ma come, Adamo, è questo il tuo coraggio? Prendi un po' fiato, riposati un po’, tiratiun po' su. Se nei recessi di questa foresta c'è qualche bestia selvaggia, o mi mangia lei, o laporto a te da mangiare. Sei più vicino alla morte con l'immaginazione che con le tue forze.Cerca di riposarti per amor mio, e tieni ancora per un po' la morte a debita distanza. Torneròpresto, e se non ti porto qualcosa da mangiare, ti darò io stesso il permesso di morire: ma setu muori prima che io torni, sarà una presa in giro di tutta la mia fatica. Benone stai giàmeglio. Torno presto. Ma qui, sei troppo dsposto all'aria. Vieni, voglio portarti in qualcherifugio, e non morirai certo per mancanza di cibo, se c'è qualcosa di vivo in questo deserto.Sta' su, buon Adamo.

Page 14: Shakespeare - Come Vi Piace

(Escono.).William Shakespeare Come vi piace20SCENA SETTIMALa foresta.Entrano l'ex Duca, Amiens e nobili, vesíiti da boscaioli o briganti.EX DUCA: Per me, s'è trasformato in bestia, perché in sembianze umane non lo trovo.I NOBILE: Signore, se n'è andato un momento fa; era qui, allegro, ad ascoltare una canzone.EX DUCA: Se, stonato com'è, si interessa di musica, presto ci sarà dissonanza nelle sfere. Cercatelo,che gli voglio parlare.(Entra Jacques.)I NOBILE: Viene qui da sé e mi risparmia la fatica.EX DUCA: Allora. monsieur, che modo di vivere è questo, che costringete i vostri poveri amici adimplorare la vostra presenza? Sembrate allegro.JACQUES: Un matto, un matto! Ho incontrato nella foresta un matto, un matto variopinto -miserabile mondo! Com'è vero che mangio l'ho incontrato, disteso a terra: si scaldava al sole,apostrofando Madonna fortuna in dotti accenti, dotti e sofistici, ed era un matto variopinto.«Buongiorno, matto», dico. «No, signore, niente matto" dice lui, «finché il cielo non m'avràdato fortuna.» E tira fuori un orologio dalla bisaccia; guardandolo con l'occhio appannato,dice, da molto saggio!: «Son le dieci». «Così si può vedere», afferma, «quanto i! mondocorra. Un'ora fa non eran che le nove, passata un'ora in più saran le undici, d'ora in ora,maturiamo e maturiamo, e poi, d'ora in ora, s’è marci e più marci; così s’attacca la morale allastoria». Quando ho sentito il matto variopinto filosofeggiare sul tempo, i miei polmoni hannolanciato un grido di gioia (sembravo un gallo) all'idea che i matti possano ragionare così afondo sulle cose. E ho riso, ho riso per un'ora intera del suo orologio. Nobile matto,ammirevole matto: non c'è altra veste per l'uomo che quella del matto.EX DUCA: Ma che matto è?JACQUES: Un matto di qualità, un tempo cortigiano: dice che le signore, per loro dono, sannod'esser giovani e belle, se lo sono, nel cervello, secco più di una galletta alla fine d'un viaggio,ha strani ripostigli zeppi d'osservazioni, che squinterna tutte a pezzi e bocconi. Oh, fossi unmatto! Come vorrei una livrea da matto.EX DUCA: L’avrai.JACQUES: Non voglio altro a condizione che sradichiate dal vostro cervello l'idea, ormai giàmarcia, ch'io sia savio. Devo avere libertà ampia e privilegiata come il vento, di soffiar su chivoglio -come i matti; e quelli che più saranno molestati dalla mia pazzia più ne dovrannoridere. Perché, signore? Il perché è liscio come la via dell'orto: chi è colpito a segno da unmatto, è proprio matto se, pur soffrendo, non si mostra insensibile al colpo. Se no la pazziadel saggio è messa a nudo dalle stoccate che il matto tira alla cieca. Da voi l'investituraperché indossi il mio abito variopinto e perché possa parlare di cuore, e pulire e nettare ilcorpo immondo di questo mondo infetto; sempre che la gente voglia accettare la miamedicina.EX DUCA: Ma va' là, so bene io cosa faresti.JACQUES: Solo del bene: chi vuole scommettere?EX DUCA: Rimproverare è il peccato peggiore: e proprio tu sei stato un libertino di una sensualitàbrutale ed impulsiva; tutte le piaghe purulente e i mali ormai maturi che ti sei procurato,licenzioso e sfrenato, vorresti ora rigettarli sul mondo intero.JACQUES: Perché, chi grida contro la superbia accusa forse qualcuno in particolare? La superbia sigonfia come il mare finché stanca ed esausta rifluisce. Ma quale donna di città io nominoquando dico che la donna di città porta su spalle indegne fasti principeschi? Mi si può direche io alludo a una in particolare quando la sua vicina è come lei? Se uno di modestecondizioni, pensando che io pensi a lui, dice che il suo lusso non lo pago io, non si espone dapazzo allo spirito delle mie parole? Dove, come, quando la mia lingua gli ha fatto un torto?Me lo dimostri. Se le mie parole sono vere, egli ha offeso se stesso; se invece non ècolpevole, la mia lingua maligna vola via come un'anitra selvatica che nessuno richiama. -.William Shakespeare Come vi piace21

Page 15: Shakespeare - Come Vi Piace

Chi è che viene?(Entra Orlando.)ORLANDO: Fermi, smettete di mangiare!JACQUES: Non ho ancora mangiato niente.ORLANDO: Né mangerai, prima di chi ha fame.JACQUES: Da dove salta fuori questo galletto?EX DUCA: Giovanotto, è la miseria che ti rende così ardito, o ti mostri tanto scortese perchédisprezzi le buone maniere?ORLANDO: La nuda verità è la prima: l'aguzza spina della miseria m'ha impedito di dimostrare imodi cortesi, che tuttavia conosco per la mia educazione. Fermi, dico, chi tocca uno di questifrutti, prima che io abbia piena soddisfazione, morirà.JACQUES: Possa morire se non sarete debitamente soddisfatto.EX DUCA: Diteci che volete. Più con la gentilezza che con la forza, potrai indurci alla gentilezza.ORLANDO: Muoio di fame: datemi un po’ di cibo.EX DUCA: Siedi, mangia e sii il benvenuto.ORLANDO: Parlate con generosità; vi prego, perdonatemi. Pensavo che tutto qui fosse selvaggio eperciò volevo comportarmi da duro e prepotente. Ma chiunque voi siate che in questoinaccessibile deserto, sotto gli ombrosi rami malinconici, lasciate che il tempo scorra così inabbandono - se mai avete conosciuto giorni migliori, se mai siete stati guidati ad una chiesada un suono di campane, se mai avete partecipato alla festa di un uomo giusto, se mai sulleciglia avete asciugato lacrime, se sapete che sia la pietà e che cos'è il riceverla, la gentilezzasarà la sola mia forza necessaria; con questa speranza arrossisco e rinfodero la spada.EX DUCA: Sì, noi abbiamo visto giorni migliori, ed alla chiesa fummo richiamati dal suono dellecampane, partecipammo alla festa di uomini perbene, ci asciugammo gli occhi da lacrime disacrosanta pietà: siediti fiducioso, con tranquillità, prendi- tutto ciò che può esserti d'aiuto.ORLANDO: Allora astenetevi ancora un po' dal cibo, mentre, come una cerva, vado a cercare il miocerbiatto per dargli da mangiare. C'è un povero vecchio che ha trascinato dietro di me i suoistanchi passi solo per amore; finché egli, per primo, oppresso da due mali debilitanti, lavecchiaia e la fame, non si sarà rifocillato, non toccherò un boccone.EX DUCA: Andatelo a cercare. Fino al vostro ritorno non toccheremo nulla.ORLANDO: Vi ringrazio, e siate benedetti per il conforto che mi date. (Esce.)EX DUCA: Vedi, non siamo i soli ad essere infelici. Questo teatro vasto e universale presenta unmistero ben più triste della scena che stiamo recitando noi.JACQUES: Il mondo è tutto un palcoscenico, e uomini e donne, tutti, sono attori; hanno proprieuscite e proprie entrate; nella vita un uomo interpreta più parti, ché gli atti sono le sette età.Primo, il bambino sbava e piange in braccio alla nutrice, poi lo scolaro, piagnucoloso, con lasua cartella e il volto infreddolito dal mattino, che si trascina svogliato, come una lumaca,verso la scuola, e poi l'amante: sospira come una fornace la ballata triste composta per ilsopracciglio dell'amata; e poi il soldato, pieno di strampalate imprecazioni, baffuto come ungattopardo, geloso dell'onore, impulsivo e pronto al litigio, sempre alla ricerca, anche nellabocca del cannone, d'una reputazione da quattro soldi; e poi il giudice, pancia rotonda, pienadi bei capponi, occhio severo, e rasatura a dovere, saggio acume, pedanteria aggiornata, recitala sua parte; la sesta età ti trasforma in un debole pantalone in ciabatte, le lenti al naso ed unaborsa al fianco, calzoni d'un tempo ancora conservati, un mondo troppo largo per le suegambe rinsecchite, e la voce, da maschio, di nuovo ridotta al falsetto infantile: striduli fischidal suono incrinato; l'ultima scena, infine, a conclusione di questa varia strana storia, è unaseconda infanzia, puro oblio, senza denti, occhi, gusto, senza niente.(Entra Orlando con Adamo.)EX DUCA: Bentornato. Posate il vostro venerando fardello, e che si nutra.ORLANDO: Per lui io vi ringrazio.ADAMO: Fate bene: io non ho voce per ringraziare..William Shakespeare Come vi piace22EX DUCA: Benvenuti, e servitevi. Non voglio disturbarvi, con domande su quanto v'è accaduto.Dateci un po' di musica, buon cugino, cantate.AMIENS:Canzone Soffia, vento dell'inverno:

Page 16: Shakespeare - Come Vi Piace

non sei aspro come l'uomoduro e ingrato.Il tuo morso men si senteché il tuo soffio non si vede,pur se rude.Ehi-oh! Canta sull'agrifoglio verde.L'amicizia è finzione e l'amore è follia.Ehi-oh all'agrifoglio,ché la vita è bella e gaia.Gela, gela, cielo amaro,ché non mordi, tu, più a fondodell'ingrato:la ferita tua di ghiaccioè meno aspra dell'obliodi un amico.Ehi-oh! Canta sull'agrifoglio verde.L'amicizia è finzione e l'amore è follia.Ehi-oh all'agrifoglio,EX DUCA: Se siete proprio il figlio del signor Rolando, come mi avete sussurrato in fede che losiete e come il mio occhio ne ritrova l'aspetto vivido e vero sulla vostra faccia, siate qui ilbenvenuto. Io sono il duca che amava vostro padre. Per raccontarmi il resto dei vostri casi,venite nella mia grotta. - Mio buon vecchio, anche a te benvenuto, come il tuo padrone. -Sostenetelo per il braccio; e voi datemi la mano e ditemi tutto quello che vi è accaduto.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace23ATTO IIISCENA PRIMAUna stanza nel palazzo.Entrano il Duca, nobili e Oliviero.DUCA: Non l'hai più visto? Amico, caro amico, non può essere. Se io non fossi clemente, con te quifra le mani, non andrei a cercare lontano una vendetta. Ma bada bene: ovunque sia, trova tuofratello; cerca con la candela: vivo o morto, entro dodici mesi che sia qui; se no, a vivere nelnostro territorio non tornare mai più. La terra e tutto ciò che chiami tuo, sarà confiscato e loterremo finché tu non possa essere sollevato dalla bocca stessa di tuo fratello dal sospetto chenutriamo contro di te.OLIVIERO: Potesse, vostra altezza, conoscermi il cuore! Per tutta la vita non ho mai amato miofratello.DUCA: Più colpevole ancora. Via, cacciatelo, e gli ufficiali addetti provvedano al sequestro dellasua casa e delle terre. Fatelo alla svelta, e lui, cacciatelo.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace24SCENA SECONDALa foresta.Entra OrlandoORLANDO: CosI appesi, miei versi, testimoniate il mio amore, e tu tricoronata regina della notte,ammira con l'occhio casto, dall'alto della sfera pallida, il nome della cacciatrice che ha inmano la mia vita. O Rosalinda, gli alberi saranno i miei libri, e sulla scorza scriverò i mieipensieri: chiunque volga lo sguardo in questa foresta veda la tua virtù testimoniata ovunque.Va', corri, Orlando ad incidere su ogni albero la bella casta inesprimibile lei. (Esce.)(Entrano Corino e Paragone.)CORINO: Cosa ne dite, mastro Paragone, di questa vita da pastore?PARAGONE: In verità, per se stessa, pastore, è una bella vita; ma, in quanto vita da pastore, nonvale niente; come vita solitaria, mi piace molto; ma, come vita appartata, è uno schifo. Comevita all'aperto, mi è senz'altro gradita; ma, poiché non si svolge a corte, è una noia. Come vitafrugale, vedete, si confà al mio umore ma, come vita che non dà più di quel che dà, si scontra

Page 17: Shakespeare - Come Vi Piace

con gli interessi del mio stomaco. Comunque, pastore, tu avrai una tua filosofia?CORINO: Eccola qua: so che più uno è malato, peggio sta; se uno non ha mezzi, denaro,contentezza, gli mancano tre buoni amici; che la pioggia ha la virtù di bagnare e il fuoco dibruciare; che il buon pascolo fa le pecore grasse; che la grande causa della notte è lamancanza di sole; che chi non ha imparato nulla dalla natura o dall'arte, può ben lamentarsi dinon aver ricevuto una buona educazione a meno che non discenda da una razza balorda.PARAGONE: È questo tipo di innocente che chiamano filosofo naturale. Pastore, sei mai stato acorte?CORINO: Veramente mai.PARAGONE: Allora sei dannato.CORINO: Spero di no.PARAGONE: Dannato come un uovo cotto solo da una parte.CORINO: Perché non sono mai stato a corte? Spiegatemelo.PARAGONE: Eh, se non sei stato mai a corte, non sai cosa sono le buone maniere, e se non lo sai,vuol dire che le tue maniere sono cattive, e la cattiveria è peccato, e il peccato è dannazione.Ti va male, pastore.CORINO: Proprio per niente, Paragone. Quelle che sono le buone maniere a corte, fanno ridere incampagna, come le abitudini di campagna possono, a corte, far ridere. Mi avete detto che làvi salutate baciandovi la mano: una cortesia un po' sporca, se i cortigiani fossero pastori.PARAGONE: Un esempio, presto, un esempio!CORINO: Noi stiamo sempre a maneggiare le pecore, e la loro lana è grassa, lo sapete.PARAGONE: Perché, le mani dei cortigiani non sudano? A parte il fatto che il grasso di un montoneè sano come il sudore di un uomo. Dici sciocchezze. Un esempio migliore, su.CORINO: Le nostre mani sono ruvide.PARAGONE: Le labbra, baciandole, le sentiranno meglio. Ancora schiocchezze. Su, un esempio piùsensato.CORINO: Spesso, curando le pecore, ci incatramiamo le mani. Vorreste che ci baciassimo ilcatrame? Le mani dei cortigiani, invece, sono profumate di zibetto.PARAGONE: Grandissimo scemo! Carne verminosa invece che bel pezzo di filetto! Impara da chi èsaggio, e pensaci: lo zibetto ha un'origine più volgare del catrame: è sozzissima merda digatto. Pastore, cambia esempio.CORINO: Il vostro spirito e troppo da cortigiano, per me; qui mi fermo.PARAGONE: Se ti fermi rimani dannato. Dio ti venga in aiuto, e ti faccia un innesto in quel tuotronco da insensato.CORINO: Non sono che un lavoratore, signore; mi guadagno quello che mangio, tutto quello che hoce l'ho indosso, non mi va di odiare nessuno, non invidio nessuno per la sua felicità, godo delbene degli altri, e i miei guai me li tengo; la mia più grande aspirazione è di vedere le mie.William Shakespeare Come vi piace25pecore pascolare e i miei agnelli poppare.PARAGONE:Altro tuo peccato d'ignoranza: accoppiare pecore e montoni e procurarti da vivere conla monta del bestiame, far da ruffiano ad un montone dal campanaccio, e far mettere sotto unapecorella di dodici mesi da un vecchio becco ramificato, dalla testa storta, contro ognigiustizia nuziale: se per questo non sei dannato, vuol dire che il diavolo stesso non sa chefarsene dei pastori. Non vedo proprio come tu ti possa salvare.CORINO: Viene il giovane padron Ganimede, fratello della mia nuova padrona.(Entra Rosalinda.)ROSALINDA (legge):Dall'lndia ad Est a quella nuova ad Ovestnon c'è gioiello come Rosalinda.La sua fama preziosa per il mondoporta, nel vento, il nome Rosalinda.Le pitture più belle e più graziosenon son che nere vicino a RosalindaNessun viso rimane nella mentese non di Rosalinda, bello e chiaro.

Page 18: Shakespeare - Come Vi Piace

PARAGONE: Anch'io potrei poetare a questo modo per otto anni di seguito, salvi i pranzi, le cene ei sonni; versi caracollanti come le contadine che vanno in fila a portare il burro al mercato.ROSALINDA: Via, buffone.PARAGONE: Un assaggio:Se un cervo è a corto della sua cerbiattavada a cercarsi allora Rosalinda.Se la gatta va sempre dietro al gatto,così fa pure sempre Rosalinda.Le fodere, d'inverno, ingrassan gli abiti:così accadrà alla magra Rosalinda.I covoni si legano e si portanovia col carro, come pure Rosalinda,La noce dolce ha il guscio più amaro:una noce così è Rosalinda.Chi vuol la rosa profumata,prova la spina dell'amore e Rosalinda.È molto falso il galoppo di quei versi. Perché ve ne lasciate contagiare?ROSALINDA: Taci, stupido buffone, li ho trovati su un albero.PARAGONE: Un albero che produce cattivi frutti.ROSALINDA: Vi farò un innesto con te, così l'avrò innestato con un nespolo, ne nascerà il fruttopiù precoce del paese, perché tu sarai marcio prima ancora di essere maturo, ed è questa lacaratteristica della nespola.PARAGONE: Lo dite voi; se è vero o no, lasciate che lo giudichi la foresta. (Entra Celia con unfoglio.)ROSALINDA: Zitto, sta venendo mia sorella intenta nella lettura. Nascondiamoci.CELIA (legge):Forse questo è un gran desertoché non c'è nessuno? Oh, no,ché sui rami porrò mottiche qui parlin civilmente.Uno dice che la vitabreve viaggio, con il pesodei suoi anni, non va oltrela misura di una spanna.Ed un altro che, fra amici, le promesse son violate..William Shakespeare Come vi piace26Ma sui rami più leggiadri,alla fine di ogni motto,porrò il nome Rosalinda;così ognun che legge imparacome il cielo mostri in leid'ogni spirito l'essenza.A Natura impose il Cieloche un sol corpo fosse riccod'ogni grazia più squisita:la Natura distillòguancia d'Elena, non cuoremaestà di Cleopatra,somma grazia d'Atalanta,la modestia di Lucrezia.Volle il sinodo celeste che, del volto, gli occhi, il cuore,le fattezze più preziose fosser date a Rosalinda.Tali i doni che il ciel le diede in sorteed io son schiavo suo in vita e in morte.ROSALINDA: O giusto Giove, con quale seccante omelia d'amore hai annoiato i tuoi parrocchiani,e senza mai dire «Brava gente, abbiate pazienza».CELIA: Ah, gli amici in agguato! - Vattene, pastore, e tu, bel tomo, via con lui.

Page 19: Shakespeare - Come Vi Piace

PARAGONE: Pastore, facciamoci una ritirata onorevole, su: anche se non con armi e bagagli,almeno con sacchetta e bisaccia. (Esce con Corino.)CELIA: I versi, li hai sentiti?ROSALINDA: Sì, tutti, e anche di più, perché alcuni avevano qualche piede di troppo.CELIA: Poco male, così i piedi tenevano in piedi i versi.ROSALINDA: Già, ma i piedi, zoppi com'erano, non stavano in piedi e così azzoppavano anche iversi.CELIA: Ma non ti sei stupita nel sentire quante volte il tuo nome era stato appeso e inciso su questialberi?ROSALINDA: Ero già al settimo giorno di stupore, su nove, quando sei arrivata tu: guarda un po',chi m'avrebbe detto quel che avrei trovato su una palma! Mai si son fatti versi su di me daltempo di Pitagora, quando ero un topo irlandese, e non posso ricordarmene.CELIA: Chi immagini l'abbia fatto?ROSALINDA: Un uomo?CELIA: Con una catena al collo che, una volta, portavi tu. Cambi colore?ROSALINDA: Ti prego, chi?CELIA: Signore Iddio, sarà forse difficile per gli amici incontrarsi, ma anche le montagne lo fanno,quando le muove il terremoto.ROSALINDA: Insomma, chi è?CELIA: Non lo capisci?ROSALINDA: Ti prego, ti supplico con ogni mia forza. dimmi chi è.CELIA: Meraviglia delle meraviglie delle meraviglie, più meraviglia ancora, oltre ogni grido dimeraviglia.ROSALINDA: Oh, per la mia natura! Poiché sono travestita da uomo, pensi che io abbia messoanche ai miei sensi giacca e calzoni? Se tu indugi ancora d'un pollice, io mi perdo nel maredel sud inesplorato. Dimmi subito chi è, ti prego tutto d'un fato. Vorrei che balbettandoversassi questo nome dalla tua bocca come il vino esce da una bottiglia dal collo stretto: otroppo tutto in una volta o niente. Togliti il tappo dalla bocca, ti prego, per potermelo berefino in fondo.CELIA: Già, così ti fai entrare un uomo in pancia.ROSALINDA: É un uomo come Dio comanda? Che razza d'uomo? Ha una testa che valga ilcappello o un mento che valga la barba?CELTA: Bah, di barba ne ha poca..William Shakespeare Come vi piace27ROSALINDA: Dio gliene manderà dell'altra, se lui saprà mostrarsi riconoscente. Saprò aspettare chegli cresca la barba purché tu non perda altro tempo nel presentarmene il resto.CELIA: È il giovane Orlando, quello che nello stesso istante ha dato lo sgambetto al lottatore delDuca ed al tuo cuore.ROSALINDA: Eh no, al diavolo gli scherzi: parla da persona seria, o almeno da ragazza onesta.CELIA: Giuro, cugina, è lui.ROSALINDA: Orlando?CELIA: Orlando.ROSALINDA: Giorno infelice, che farò con questa giacca e questi calzoni? L'hai visto? Che faceva?Che ha detto? Come t'è parso? Dove andava? Che fa qui? Ha chiesto di me? Dove abita?Come vi siete lasciati? Lo rivedrai? E quando? Rispondimi in una parola.CELIA: Una parola! Prima prestami la bocca di Gargantua. È parola troppo grande per una bocca dimisura d'oggi. Dire sì e no a tutte le tue domande, è più che rispondere a tutto un catechismo.ROSALINDA: Che io mi trovo in questa foresta, vestita da uomo, lui lo sa? È ancora fresco come ilgiorno della lotta?CELIA: É così facile contare gli atomi come rispondere alle domande di un'innamorata. Ti do unassaggio del mio incontro con lui, ma gustalo con attenzione. L'ho trovato sotto un albero,come una ghianda caduta.ROSALINDA: È giusto che la quercia sia chiamata albero di Giove, se ne cadono questi frutti.CELIA: Buona signora, datemi udienza.ROSALINDA: Va avanti.CELIA: Se ne stava là, disteso, come un cavaliere ferito.

Page 20: Shakespeare - Come Vi Piace

ROSALINDA: Per quanto triste, un simile spettacolo, doveva essere proprio un bel quadro.CELIA: Ti prego, frena la tua lingua: si dimena irragionevolmente. -Era vestito da cacciatore.ROSALINDA: Cattivo segno, viene a straziare quel cerbiatto del mio cuore.CELIA: La mia canzone, vorrei cantarla senza accompagnamento: mi fai andare fuori tono.ROSALINDA: Non lo sai che sono donna? Quando penso, devo parlare. Continua, dolcezza.(Entrano Orlando e Jacques.)CELIA: Mi confondi. Buona, non è lui che viene?ROSALINDA: É lui. Mettiamoci da parte e osserviamolo.JACQUES: Vi ringrazio della compagnia, ma, ad essere sincero, anche solo sarei stato bene.ORLANDO: Io pure. Però, per gentilezza, vi ringrazio della vostra compagnia.JACQUE5: Dio vi ricompensi, incontriamoci il meno possibile.ORLANDO: Mi auguro che si instauri fra noi la più completa estraneità.JACQUES: Vi prego di non rovinare più gli alberi, scrivendo canzoni d'amore sulle loro cortecce.ORLANDO: Vi prego di non rovinare più i miei versi, leggendoli senza grazia.JACQUE5: Sicché il vostro amore si chiama Rosalinda?ORLANDO: Sì, appunto.JACQUE5: Il nome non mi piace.ORLANDO: Nessuno pensava a piacervi, quando fu battezzata.JACQUE5: Quant'è alta?ORLANDO: Mi tocca appunto il cuore.JACQUE5: Siete pieno di risposte spiritose. Avete forse frequentato le mogli degli orefici, peresservi così impadronito dei motti degli anelli?ORLANDO: No. Vi rispondo invece secondo i motti di quei pannelli dipinti di cui voi avete fattotesoro per le vostre domande.JACQUES: Siete di spirito pronto; credo vi derivi dai talloni d'Atalanta. Volete sedervi vicino a mee inveire insieme contro il mondo -puttana amante - e le nostre miserie?ORLANDO: Non posso inveire proprio contro nessuno che respiri l'aria di questo mondo, se noncontro me stesso che mi so il più colpevole.JACQUES: É la vostra colpa peggiore è che siete innamorato.ORLANDO: Questa colpa non la vorrei scambiare con la migliore delle vostre virtù. M'aveteannoiato..William Shakespeare Come vi piace28JACQUES: In verità, quando ho trovato voi cercavo un matto.ORLANDO: É annegato nello stagno. Guardateci dentro e lo vedrete.JACQUES: Vedrò solo la mia immagine.ORLANDO: Quella, appunto, di un matto, o, al più, d'una nullità.JACQUES: Non intendo proprio più perdere tempo con voi. Addio, buon signor Amore. (Esce.)ORLANDO: Sono proprio felice che ve ne andiate. Addio, buon monsieur Malinconia.ROSALINDA: Voglio approfittare di questo vestito da lacchè per fare l'impudente e prenderlo ingiro. - Sentite, boscaiolo?ORLANDO: Sento benissimo, che volete?ROSALINDA: Per favore, che ora segna l'orologio?ORLANDO: Volete dire che parte del giorno sono orologi.ROSALINDA: Questo dimostra che nella foresta non c'è nessun vero innamorato, altrimenti i suoisospiri ogni minuto e i gemiti ogni ora segnerebbero il pigro passo del tempo come unorologio.ORLANDO: Pigro? Non sarebbe stato altrettanto giusto dire: il veloce passo del tempo?ROSALINDA: Per niente, signore: il tempo va diversamente a seconda della persona. Io potrei dirvicon chi va al passo, con chi va al trotto, con chi al galoppo, e con chi sta fermo.ORLANDO: Per favore, con chi va al trotto?ROSALINDA: Per la Vergine, trotta faticosamente con la ragazza fra il giorno del suo contratto dinozze e quello della cerimonia; se l'intervallo è di sette notti, il tempo trotta così lentamenteda sembrare sette anni.ORLANDO: Con chi va al passo?ROSALINDA: Con un prete che non sa il latino e con un ricco che non ha la gotta: il primo dormebeato perché non gliene importa niente di studiare, il secondo si dà alla bella vita perché non

Page 21: Shakespeare - Come Vi Piace

ha nessun dolore: l'uno perché non porta il peso di una scienza magra e sfibrante; l'altroperché non conosce quello d'una povertà greve e noiosa. Con questi il tempo va al passo.ORLANDO: Con chi galoppa?ROSALINDA: Con un ladro verso la forca, perché, per quanto il suo passo sia il più lento possibile,gli sembra sempre di arrivare troppo presto.ORLANDO: Con chi sta fermo?ROSALINDA: Coi giudici in vacanza che, addormentati fra una sessione e l'altra, non s'accorgonoche il tempo passa.ORLANDO: Dove abiti, bel giovanotto?ROSALINDA: Con mia sorella, questa pastorella, ai margini della foresta, come sulla frangia di unvestito.ORLANDO: Sei nato in questo luogo?ROSALINDA: Come il coniglio che vedete vivere dove la madre l'ha sgravato.ORLANDO: Il vostro accento è più fine di quanto possiate averlo acquistato in un luogo desolatocome questo.ROSALINDA: Me io hanno detto in molti: m'ha insegnato a parlare un vecchio religioso, mio zio,che in gioventù fu uomo di mondo -visse a corte anche troppo, e la s'innamorò. L'ho sentitospesso mettere in guardia contro queste sue esperienze, tanto che ringrazio Dio di non essereuna donna, e non sentirmi colpito da tutte le follie di cui egli accusava le donne.ORLANDO: Ricordi qualcuna delle follie principali che attribuiva alle donne?ROSALINDA: Non ce n'erano di principali: s'assomigliavano tutte, come s'assomigliano fra lorotutti i mezzi penny: ogni colpa pare mostruosa finché non la si paragona con una sua simile.ORLANDO: Dimmene qualcuna, ti prego.ROSALINDA: Oh, non spreco medicine per chi non è malato. C'è un poveretto che s’aggira per laforesta e sconcia i nostri giovani alberi incidendo sulle loro scorze «Rosalinda»: appende odisui biancospini ed elegie sui pruni. vedi un po' per deificare il nome di Rosalinda. Se potessiincontrare quello spacciatore di fantasie gli vorrei dare qualche buon consiglio. perché si èpreso, a quanto pare, una brutta febbre terzana d’amore.ORLANDO: Sono io quello che trema d'amore. Vi prego, ditemi la vostra cura.ROSALINDA: Non vedo in voi nessuno dei sintomi che mio zio m'ha insegnato per riconoscerequando un uomo è innamorato: voi non siete di certo prigioniero in quella gabbietta di vimini..William Shakespeare Come vi piace29ORLANDO: Quali sono i sintomi ?ROSALINDA: Guancia smunta, che voi non avete; occhio infossato e bluastro, che voi non avete;scontrosità, che voi non avete- barba incolta, che voi non avete - ma per la barba possoscusarvi, dal momento che, quella poca che avete, può valere al massimo la rendita d'unfratello cadetto. Le vostre calze, inoltre, dovrebbero essere senza giarrettiera, il vostrocappello senza nastro, le vostre maniche sbottonate, le scarpe slacciate, e tutto quanto aveteindosso dimostrare una desolata trascuratezza. Invece voi non siete così: nel vostroabbigliamento siete piuttosto accurato, come se foste più che altro innamorato di voi stesso.ORLANDO: Caro giovane, vorrei poterti convincere che amo.ROSALINDA: Convincere me? Fareste meglio a convincere quella che amate: è più disposta - vigarantisco - ad amarvi che non a confessarlo; uno dei punti in cui ancora le donne riescono adarla a intendere alla propria coscienza. Insomma. siete davvero voi ad appendere sugli alberile strofe in cui si parla tanto di questa Rosalinda?ORLANDO: Giovanotto, ti giuro, per la mano bianca di Rosalinda, che quello sventurato sonoproprio io.ROSALINDA: Innamorato proprio come dicono i vostri versi?ORLANDO: Tanto che né poesia né prosa possono dire tutto.ROSALINDA: L'amore, vi dico, non è che pazzia e merita, come i pazzi, una stanza buia e la frusta.La ragione per cui gli innamorati non vengono puniti né curati è che quelli che dovrebberofrustare i pazzi d'amore sono anche loro innamorati: è una malattia troppo comune. In ognimodo io posso curare per procura.ORLANDO: Avete già curato qualcuno in questo modo?ROSALINDA: Sì, uno: doveva immaginare che io fossi il suo amore, la sua amata, e ogni giorno

Page 22: Shakespeare - Come Vi Piace

doveva farmi la corte, ed io, da quel giovane lunatico che sono, fingevo di essere triste,facevo la femminetta, e poi volubile, presuntuoso, ardente, orgoglioso, capriccioso,scimmiesco, frivolo, incostante, piagnucoloso, e sorridente; appassionato di tutto e in verità diniente, come lo sono tutte le bestie di questa specie, uomini e donne. Ora mi piaceva, oram’infastidiva; ora stavo bene con lui, ora lo respingevo; ora mi struggevo per lui, ora glisputavo dietro; tanto da indurre il mio innamorato dall'umore pazzo dell'amore all'umorevivace della pazzia, al punto che arrivò a rinnegare la fantasmagoria del mondo perrincantucciarsi in una solitudine monastica. Lo curai così e nello stesso modo m'impegno arendere il vostro fegato limpido come il cuore di una pecora sana, senza una sola macchiad'amore.ORLANDO: Non potrei guarire, giovanotto.ROSALINDA: Io vi guarirò, se mi chiamerete Rosalinda e se verrete ogni giorno alla mia capanna acorteggiarmi.ORLANDO: Beh, quant'è vero che amo, lo farò. Dov'è la capanna?ROSALINDA: Venite e ve la mostrerò e cammin facendo mi direte dove abitate voi nella foresta.Vogliamo andare?ORLANDO: Con tutto il mio cuore, caro giovane.ROSALINDA: No, no, dovete chiamarmi Rosalinda. - Sorella, vieni, andiamo. (Escono.).William Shakespeare Come vi piace30SCENA TERZALa foresta.Entrano Paragone, Audrey e Jacques inosserrato.PARAGONE: Su, svelta, buona Audrey, andrò io a cercare le tue capre, Audrey. Ma come, non sonol'uomo che fa per te? Le mie fattezze semplici non sono di tuo gradimento?AUDREY: Le vostre fattezze? Dio mi perdoni, ma quali fattezze?PARNGONE: Me ne sto qui, fra te e le tue capre, come il casto Ovidio, il più capriccioso dei poeti,se ne stava a Capri.JACOUES: O sapienza male alloggiata, peggio di Giove in una capanna di paglia!PARAGONE: Quando l'estro poetico di un uomo non viene compreso, né la sua acutezza di spiritosecondata da quel ragazzaccio insolente che è l'intelletto, il disgraziato viene colpito a mortepiù che da un conto salato per una piccola stanzuccia di locanda. Quanto vorrei che gli dèi tiavessero fatta poetica.AUDREY:Non so che vuol dire poetica; forse onesta negli atti e nelle parole? Si tratta di una cosache ha a che fare con la verità?PARAGONE: Non direi, dal momento che la poesia più è vera più è fmta. Gli amanti sono deditialla poesia ciò che essi giurano in versi è una gran bella finzione.AUDREY: Vorreste proprio che gli dèi m'avessero fatta poetica?PARAGONE: Certo, dal momento che mi giuri d'essere onesta. Se tu fossi poetica potrei sperare chenon dicessi la verità.AUDREY: Non mi vorreste onesta?PARAGONE: Certo che no, a meno che non avessi tu fattezze sgradevolissime, ché l'onestà,accoppiata alla bellezza, è come condire zucchero col miele.JACQUES: Matto sensato!AUDREY: Beh, io non sono proprio bella, perciò prego gli dèi che mi mantengano perlomenoonesta.PARAGONE: Certo, ma sprecare l'onestà per una brutta sozzona sarebbe come servire carne buonasu un piatto s?orco.AUDREY: Non sono una sozzona, ma, ringraziando gli dèi, brutta sì.PARAGONE: Ringraziamo pure gli dèi per la bruttezza; quanto alla sozzeria possiamo rimandarla.Comunque sia, ti voglio sposare, e, per questo, mi sono accordato con Don OlivieroChiosatesti, vicario d'un villaggio vicino, il quale ha promesso di incontrarsi con noi in questopunto della foresta per accoppiarci.JACQUES: Una vera gioia. assistere a tale incontro.AUDREY: Che gli dèi ci diano felicità.PARAGONE: Amen. Un individuo dal cuore pavido potrebbe titubare di fronte a un evento così

Page 23: Shakespeare - Come Vi Piace

impegnativo. quando poi al posto del tempio c'è il bosco e al posto degli invitati delle bestiecon le corna. E allora? Coraggio! In quanto alle corna, esse saranno un argomento odioso mainevitabile. Si dice: «Molti non sanno tutto il bene che hanno». Giusto: molti hanno dellebellissime corna e non lo sanno. Già, perché sono la dote delle mogli, e non il contributo deimariti. Le corna? Appunto. Sono solo per i poveri? No, no, anche il più nobile dei cervi le hadelle stesse dimensioni del più scalcagnato cornifero della sua specie. Allora, lo scapolo èbenedetto? No; come una città fortificata vale molto di più di un villaggio, cosi la frontedell'uomo sposato è molto più onorevole di quella liscia di uno scapolo. E come una concretadifesa vale più del non sapersi destreggiare, così un corno è molto meglio averlo che nonaverlo. (Entra Don Oliviero Chiosatesti.) Ecco che viene Don Oliviero. - Don OlivieroChiosatesti, voi siete benvenuto. Ci volete sbrigare qui sotto quest'albero, o dobbiamo venirenella vostra cappella?DON OLIVIERO: Chi è qui che ha il compito di offrire la donna?PARAGONE: lo non la voglio in offerta da nessuno.DON OLIVIERO Bisogna che qualcuno la offra, altrimenti il matrimonio non è valido.JACQUES: Andate avanti, procedete. Sono io che offro la sposa.PARAGONE: Buona sera caro padron Vattelapesca. Come state, signore? Ben venuto e ben atteso..William Shakespeare Come vi piace31Iddio vi rimeriti per l'ultima volta che ho goduto della vostra compagnia, sono felicissimo dirivedervi. Si tratta di una faccenduola da nulla, signore, ma vi prego, tenete il cappello.JACQUES: Tu che sei di tutti i colori vuoi sposarti?PARAGONE: Come il bue ha il suo giogo, signore, il cavallo il suo barbazzale, il falcone i suoisonagli, così l'uomo ha i suoi desideri: come i piccioni si beccano cosi gli sposi abboccano.JACQUES: Un uomo della tua condizione sposarsi sotto un cespuglio, come un pezzente? Ma vai inchiesa e rivolgiti a un buon prete che sappia dirti cos’è il matrimonio. Quest'individuo quipotrà unirvi come s`incollano due pannelli di legno, che poi se uno di voi si restringe,s'incurverà come il legno verde.PARAGONE: Certo che sarebbe, meglio essere sposato da questo qui anziché da un altro, perchépare che non sposi sul serio, e il non essere sposato suI serio sarà una buona scusa in futuroper sbarazzarsi della moglie.JACQUES: Vieni con me e lasciati consigliare.PARAGONE: Vieni, dolce Audrey, o ci si sposa o si fa vita vergognosa. Addio buon Don Oliviero.Non:Oliviero mio dolcissimoOliviero mio bravissimoTutto solo non lasciamiinveceFila via, ti dico, filaFila via ripeto va',Non ti spetta di sposarmi.DON OLIVIERO: Non importa; non ce n'è uno fra tutti questi lunatici furfanti che possa indurmi aripudiare la mia vocazione.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace32SCENA QUARTALa foresta.Entrano Rosalinda e C'elia.ROSALINDA: Non parliamo più, ché voglio piangere.CELIA: Piangi pure, ma abbi la bontà di considerare che le lacrime non sono da uomo.ROSALINDA: Non ho ragione di piangere?CELIA: Tutta la ragione che vuoi, perciò piangi.ROSALINDA: Persino i suoi capelli hanno il colore del tradimento.CELIA: Un tono un po' più scuro di quelli di Giuda. E i suoi baci? Sono addirittura figli di Giuda.ROSALINDA: Veramente, i suoi capelli hanno un bel colore.

Page 24: Shakespeare - Come Vi Piace

CELIA: Più che bello: il castano è sempre stato il miglior colore.ROSALINDA: E il suo bacio è santo come il pane consacrato.CELIA: Ha comprato da Diana un paio di labbra di scarto. Una monaca dell'ordine dell'Inverno nonbacia con maggior devozione: e poi le sue labbra son di ghiaccio come la castità.ROSALINDA: Ma perché ha giurato di venire qui stamattina viene?CELIA: Decisamente non sa cosa sia la buonafede.ROSALINDA: Credi?CELIA: Sì, non è un borsaiolo né un ladro di cavalli, ma, quanto a fede in amore, lo ritengo vuotocome un bicchiere capovolto o una noce bacata.ROSALINDA: Non è sincero in amore?CELIA: Potrebbe esserlo se fosse innamorato, ma non lo è.ROSALINDA: Tu l'hai sentito giurare inequivocabilmente che lo era.CELIA: «Era», non «è». Il giuramento di un innamorato vale quanto la parola di un oste: tutti e duefanno i conti falsi. Ora si trova qui nella foresta al seguito del duca tuo padre.ROSALINDA: Ieri ho incontrato il duca, e abbiamo parlato molto. Mi ha chiesto della mia famiglia,e gli ho risposto che valeva quanto la sua: ha riso e m'ha lasciato andare. Ma perché parlare dipadri, quando esiste un uomo come Orlando?CELIA: Grand'uomo, quello! Scrive gran versi, fa grandi discorsi, e grandi giuramenti che poiinfrange grandiosamente puntando di traverso al cuore dell'amata, proprio come ungiostratore inesperto che sperona il cavallo da un lato solo e spezza la lancia come unminchione. Ma è pur sempre grandioso tutto quello che gioventù cavalca e che folliacomanda. - Chi viene?(Entra Corino.)CORINO: Miei padrona e padrone, m'avete spesso chiesto del pastore sofferente d'amore, che avetevisto seduto sul prato insieme a me e che lodava quella smorfiosa e altezzosa pastorella che èla sua amata.CELIA: Bene, che ne è di lui?CORINO: Se voi volete assistere allo scontro drammatico fra il pallido sembiante dell'amore sinceroe il rosso ardore dello scherno e del rifiuto, venite insieme a me, che vi ci porto; sempre chevi interessi.ROSALINDA: Su, andiamo pure: la vista degli amanti nutre chi è innamorato. Portaci a questospettacolo, nella commedia mi mostrerò attore di talento.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace33SCENA QUINTAUn'altra parte della foresta.Entrano Silvio e Febe.SILVIA: O dolce Febe, non mi disprezzare. Di' che non mi ami, ma non dirlo in modo così amaro. Ilpubblico carnefice, con il cuore indurito dall'abitudine alla morte, non alza la mannaia sulcollo del condannato senza prima chiedergli perdono. Vuoi essere più cinica di chi dal sanguealtrui trae vita e morte? (Entrano Rosalinda, Celia, e Corino, inosservati.)FEBE: Non voglio essere il tuo carnefice: io ti sfuggo soltanto per non farti quel male. Tu dici che ilmio sguardo è assassino: certo, è curioso, ed è assai probabile che gli occhi, che sono la cosapiù fragile e delicata, pronta a serrare le sue porte codarde perfino agli atomi, sian chiamatitiranni, macellai, assassini. Ora con tutto il cuore scaglio contro di te il mio sguardo severo:se i miei occhi feriscono, ti uccideranno subito. Fingi di venir meno, adesso, cadi, o se nonpuoi, vergognati, vergognati, non mentire e non dire che i miei occhi uccidono. Mostrami laferita che ti hanno fatto i miei occhi. Se ti pungi con uno spillo, resta un graffio; se t'appoggiad un giunco, nella mano rimane per qualche attimo l'impronta; ma ora i dardi che i mieiocchi ti han scagliato contro, non ti han colpito: son sicura che gli occhi non hanno la forza difar male.SILV10: O cara Febe, se mai potrai incontrare - e questo «mai» potrebbe essere vicino - in unafresca guancia la forza dell'amore, conoscerai le ferite invisibili che fanno le sue frecce.FEBE: Fino ad allora, però, stammi lontano, e se quel giorno verrà, fatti beffe di me senza pietà,come, fino ad allora, io mi farò di te.ROSALINDA: E perché mai, scusate? Chi è tua madre, che esulti nell'insulto su quel povero

Page 25: Shakespeare - Come Vi Piace

infelice? Come puoi tu, senza bellezza (ché non ne vedo in te più di quel tanto che manda aletto senza la candela) esser così spietata ed orgogliosa? E adesso, che significa? Perché miguardi così? Io vedo in te soltanto uno di quei banali prodotti messi in vendita dalla natura.Per la mia vita breve mi par proprio che questa si voglia accaparrare anche i miei occhi. Nonci sperare, mia cara presuntuosa. Le tue ciglia d'inchiostro e i tuoi capelli di seta nera, i tuoiocchi di gaietto, le tue guance butirrose non potranno indurmi a venerarti. E tu, pastoresciocco, perché la segui come la nebbia del sud, gonfia di bruma e pioggia? Tu, come uomovali mille volte più di lei come donna: sono i pazzi come te a riempire il mondo di figli brutti.Non è il suo specchio, sei tu a farla insuperbire: lei per tuo mezzo si vede molto più bella diquanto lo siano i suoi lineamenti. Ragazza, cerca di conoscerti: giù in ginocchio. e digiunandoringrazia il cielo che ti fa amare da un uomo per bene; da amico io ti dico in un orecchiovendi, dal momento che puoi vendere, ché la tua merce è difficile da piazzare. Chiedi scusa aquest'uomo, amalo, accettalo: la bruttezza è più brutta quando è senza pietà. E tu pastore,prendila, e tanti auguri.FEBE: Giovane dolce, vi prego, maltrattatemi un anno intero: preferisco le vostre insolenze allacorte di costui.ROSALINDA: Lui è innamorato della vostra bruttezza, - e lei s'è incapricciata della mia durezza. Seè così. quando ti risponderà con sguardi sdegnosi, io te la condirò con parole amare. - Perchémi guardi così?FEBE: Perché non vi porto proprio alcun rancore.ROSALINDA: Per carità, non t’innamorare di me: sono più falso di chi giura ubriaco, e poi non mipiaci. - Se volete sapere dove abito, la mia capanna è vicina a quel fitto di ulivi. - Sorella,andiamo? -Tu, pastore, non darle mai tregua. - Su, sorella. - Tu, pastora, guardalo piùdolcemente, senza darti tante arie: non c'è al mondo nessuno che come lui si lasciimbambolare dalla tua vista. – Su raggiungiamo il gregge. (Esce con Celia e Corino.)FEBE: Morto pastore, ora capisco la forza del tuo detto: «Chi mai ha amato, se non ha amato aprima vista?».SILVIO: Dolce Febe...FEBE: Eh? Cosa dici, Silvio?SILVIO: Dolce Febe, abbi pietà di me.FEBE: Certo, Silvio gentile, mi fai pena..William Shakespeare Come vi piace34SILVIO: Dove c'è pena, potrebbe esserci conforto. Se ti fa pena la mia pena d'amore, concedendomiamore, la tua pena e la mia sarebbero entrambe eliminate.FEBE: Ma io ti voglio bene: non si deve amare il prossimo?SILV10: Ma io voglio te.FEBE: Troppa pretesa, Silvio; in passato t'ho odiato, e ancora adesso io non ti posso amare, ma il tuoparlar d'amore è così bello, che la tua compagnia, prima tediosa, la trovo sopportabile; anzi,voglio giovarmi del tuo aiuto, ma non chiedere altra ricompensa se non la gioia d'avermiaiutata.SILVIO: Così santo e perfetto è in me l'amore e tanto poca la grazia a me concessa, che stimeròraccolto molto ricco raccattare le spighe che ha scartato chi ha mietuto le messi. Lascia diquando in quando per me qualche sorriso, e ne avrò vita.FEBE: Conosci il giovane che or ora m'ha parlato?SILVIO: Non molto, ma l'ho incontrato spesso: ha acquistato la capanna e i pascoli di proprietà diquel vecchio pastore.FEBE: Se chiedo di lui, non è che l'ami. È sgarbato, ma parla molto bene. Ma che importano leparole? Sì, son belle, se chi le dice piace a chi l'ascolta. È un bel ragazzo, cioè, non moltobello, però è presuntuoso, ma è una presunzione che gli si addice. Sarà un uomo in gamba. Lacosa migliore in lui è il colorito. Prima ancor di ferire con quella sua lingua, con l'occhio giàguarisce. Non molto alto, ma alto per l'età; così così le gambe, ma bene dopotutto. D'un rossoassai grazioso le sue labbra, molto più vive della sua guancia: l'esatta differenza fra il rossounito e il rosso damascato. Tante altre donne, Silvio, come me, guardandolo così, parte perparte, se ne sarebbero quasi innamorate; per parte mia, invece, non lo amo né odio, benchéabbia più ragione d'odiarlo che d'amarlo. Perché, prima, egli m'ha rimproverata? Ce l'hacontro i capelli e gli occhi neri, e, mi ricordo, m'ha presa pure in giro; mi meraviglio che non

Page 26: Shakespeare - Come Vi Piace

gli ho risposto. Ma non fa niente, c'è sempre tempo per rispondere; gli scriverò una lettera coifiocchi, e gliela porterai, è vero, Silvio?SILVIO: Con tutto il cuore, Febe.FEBE: Ora la scrivo. Ho tutto in mente, tutto dentro il cuore; sarò amara con lui, e sbrigativa. Silvio,vieni con me.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace35ATTO IVSCENA PRIMALa foresta.Entrano Rosalinda, Celia e /acques.JACQUES: Caro giovane, spero che ci si conosca meglio.ROSALINDA: Dicono che siete un uomo malinconico.JACQUES: È vero, amo la malinconia più che le risate.ROSALINDA: Chi s’abbandona all'eccesso, per un verso o per l'altro, è gente detestabile, che meritapiù biasimo degli ubriaconi.JACQUES: Già, ma è bello essere tristi e starsene in silenzio.ROSALINDA: Allora è bello essere un palo.JACQUES: Io non ho la malinconia dell'intellettuale che è invidia, né quella del musicista, che èdelirio, né quella dei cortigiano, che è superbia, né quella del soldato, che è ambizione, néquella dell'uomo di legge, che è opportunismo, né quella della donna, che è civetteria, néquella dell'innamorato, che è la somma di tutte le altre: è una malinconia tutta mia, amalgamadi un'infinità di elementi, distillati da tante cose, e, più che altro, un complesso meditare suimiei viaggi, la cui frequente ruminazione mi trascina nella più umorosa delle tristezze.ROSALINDA: Un viaggiatore! Avete ben ragione d'essere triste: scommetto che vi siete venduto levostre terre per conoscere quelle degli altri; e così, avere visto molto senza posseder piùniente è come avere occhi ricchi e mani vuote.JACQUES: Sì, ma ho acquistato esperienza. (Entra Orlando.)ROSALINDA: E la vostra esperienza vi rende triste. Preferisco un matto che mi renda allegro aun'esperienza che mi faccia triste - e ci avete sprecato la fatica del viaggio!ORLANDO: Buongiorno e lieta sorte, mia cara Rosalinda!JACQUES: Ah, che Dio v'accompagni, parliamo in versi sciolti. (Esce.)ROSALINDA: Addio, monsieur viaggiatore. Cercate di parlare con l'erre moscia e di indossare abitistrani, di criticare tutte le qualità della vostra terra; rinnegate le vostre origini e magarimaledite Dio d'avervi dato i tratti che v'ha dato; altrimenti io non potrò credere che voi siatemai stato in una gondola. - Orlando, finalmente, dove siete stato tutto questo tempo? Voi, uninnamorato! Fatemi un altro scherzo di questo genere, e non mi vedrete mai più.ORLANDO: Mia bella Rosalinda, vengo con meno d'un'ora di ritardo.ROSALINDA: È possibile rubare un'ora a una promessa d'amore? Chi, in amore, dopo aver divisoun minuto in mille parti, vien meno ad una parte di quella millesima parte, vuol dire cheCupido gli ha dato, sì, un colpetto sulla spalla, ma non gli ha certo spezzato il cuore, ve logarantisco.ORLANDO: Perdonami, cara Rosalinda.ROSALINDA: No, se siete cos' poco puntuale, non fatevi più vedere: tanto varrebbe farmicorteggiare da un lumacone.ORLANDO: Da un lumacone?ROSALINDA: Già, da un lumacone: per quanto vada lento, porta sempre con sé la sua casa - unpatrimonio ben più concreto, penso, di quello che voi potreste offrire ad una donna. E poi, hagià in sé il suo destino.ORLANDO: E cioè?ROSALINDA: Le corna; di cui i tipi come voi sono di solito debitori alle rispettive mogli. Illumacone, invece, si presenta già armato del suo destino, e così previene i pettegolezzi su suamoglie.ORLANDO: La virtù non fa le corna; e la mia Rosalinda è virtuosa.ROSALINDA: Sono io la tua Rosalinda.CELIA: Gli fa piacere chiamarti così, ma la sua Rosalinda è ben più meravigliosa.

Page 27: Shakespeare - Come Vi Piace

ROSALINDA: Fammi la corte, su, fammi la corte: mi sento d'umore festoso e piuttosto disponibile.Cosa mi diresti, ora, se io fossi davvero la tua vera Rosalinda?ORLANDO: Prima di parlare, bacerei.ROSALINDA: No, meglio parlare prima; quando poi ti dovessi insabbiare per mancanza.William Shakespeare Come vi piace36d'argomenti, potresti cogliere l'occasione per un bacio. I migliori oratori, quando non sannocosa dire, sputano; gli innamorati invece a corto d'argomenti (Dio ce ne guardi) hanno unripiego più pulito: il bacio.ORLANDO: E se il bacio è rifiutato?ROSALINDA: Allora lei ti mette in condizione di supplicare, e così si avvia un nuovo argomento.ORLANDO: Chi potrebbe sentirsi a corto di argomenti davanti a colei che ama?ROSALINDA: Tu stesso, se fossi io quella che ami; altrimenti dovrei pensare che la mia onestà èpeggiore del mio spirito.ORLANDO: Perché, mi spoglieresti di tutti gli argomenti?ROSALINDA: Non confondiamo indumenti e argomenti: soltanto questi ti toglierei. Non sono la tuaRosalinda?ORLANDO: Mi fa piacere dire che lo sei, perché è di lei che voglio parlare.ROSALINDA: Bene, per conto di lei io dico che non ti voglio.ORLANDO: E io, per conto mio, muoio.ROSALINDA: Per carità, muori per procura. Questo povero nostro mondo è vecchio quasi diseimila anni e in tutto questo tempo non c'è mai stato nessuno che sia morto in proprio,videlicet, per amore. Troilo finì col cervello maciullato da una clava greca, benché primaavesse fatto di tutto per morire, senza riuscirci: eppure è uno dei grandi modelli di amore.Leandro, anche se Ero si fosse fatta monaca, sarebbe vissuto ancora dei begli anni, se non cifosse stata una certa calda notte di mezza estate: il buon giovane s'era spinto nell'Ellespontoper fare un bagno, ma, colto da malore, affogò, e gli idioti cronisti del tempo dissero che fuper colpa di Ero di Sesto. Tutte bugie: da che mondo è mondo gli uomini sono sempre morti,e sono stati mangiati da vermi, ma mai per amore.ORLANDO: Non vorrei che questo fosse il modo di pensare della mia vera Rosalinda: il suo cipigliomi ucciderebbe.ROSALINDA: Per questa mano, non ucciderebbe una mosca. Su, voglio far la tua Rosalinda diumore più disponibile. Chiedi quel che vuoi e t'accontenterò.ORLANDO: Amami, Rosalinda.ROSALINDA: Sicuro, lo farò venerdì e sabato compresi.ORLANDO: E mi vorrai?ROSALINDA: Certo, e altri venti come te.ORLANDO: Ma cosa dici?ROSALINDA: Perché, non sei buono tu?ORLANDO: Lo spero bene.ROSALINDA: E allora, c'è un limite alle cose buone che si possono desiderare? Vieni, sorella, tusarai il prete che ci sposa. Dammi la mano, Orlando. - Che cosa dici, sorella?ORLANDO: Sposaci, te ne prego.CELIA: Non so la formula.ROSALINDA: Devi cominciare con «Vuoi tu, Orlando».CELIA: Ah, già! Vuoi tu, Orlando, prendere per moglie la qui presente Rosalinda?ORLANDO: Lo voglio.ROSALINDA: Sì, ma quando?ORLANDO: Adesso, più presto che lei può.ROSALINDA: Allora devi dire «lo ti prendo in moglie, Rosalinda».ORLANDO: lo ti prendo in moglie, Rosalinda.ROSALINDA: Potrei chiedere qualche garanzia, comunque io ti prendo come marito, Orlando. Unaragazza è più svelta del prete: il pensiero di una donna è più veloce dell'azione.ORLANDO: Tutti i pensieri sono alati.ROSALINDA: Ora dimmi, per quanto tempo te la vorresti tenere dopo averla posseduta?ORLANDO: Per sempre, più un giorno ancora.

Page 28: Shakespeare - Come Vi Piace

ROSALINDA: Di' «un giorno» senza il «per sempre». No, no, Orlando, gli uomini sono comel'aprile quando s'innamorano, come dicembre quando si sposano; le ragazze sono comemaggio da fanciulle, ma, da mogli, per loro il cielo cambia. Di te io sarò più gelosa che unpiccione di Barberia della sua femmina, più chiassosa di un pappagallo quando piove, piùvanesia di una scimmia, nei miei desideri più estrosa di una bertuccia; piangerò per un niente,.William Shakespeare Come vi piace37come Diana in mezzo alla sua fontana, e lo farò proprio quando tu sarai disposto all'allegria; eriderò come una iena quando tu avrai voglia di dormire.ORLANDO: Farà così la mia Rosalinda?ROSALINDA: Per la mia vita, farà esattamente come faccio io.ORLANDO: Ma no, lei è saggia.ROSALINDA: Se no non avrebbe l'intelligenza di farlo. Più è intelligente, una donna, e più èostinata. Chiudi la porta in faccia al suo spirito, e quello uscirà dalla finestra. Spranga lafinestra e quello filerà per il buco della serratura. Tappa il buco, e quello se ne andrà col fumoper la cappa del camino.ORLANDO: Allora, un uomo con una moglie simile, potrebbe dire: «spirito, batti un colpo».ROSALINDA: Aspetta a chiedergli di battere, fino a quando non incontrerai lo spirito di tua moglieche va a infilarsi nel letto del tuo vicino.ORLANDO: Con quale spirito il suo spirito potrebbe scusarsi?ROSALINDA: Vergine santa, dicendo che è andata là per cercarvi. Non la sorprenderete mai senzarisposta, a meno che non sposiate una donna senza lingua. Oh, la donna che non sa ritorcerela propria colpa contro il marito, non allatti mai il suo bambino: ne verrebbe fuori un cretino.ORLANDO: Rosalinda, devo lasciarti per due ore.ROSALINDA: Non posso rinunciare a te per due ore, amore caro!ORLANDO: Devo andare a pranzo dal Duca. Alle due sarò di ritorno.ROSALINDA: Sì, andatevene pure, andate: sapevo del vostro comportamento, le mie amiche mel'avevano detto, e io me l'aspettavo. La seduzione della vostra lingua m'ha conquistato; maquando ci si sente messa da parte, vieni, morte. Le due, avete detto?ORLANDO: Sì, dolce Rosalinda.ROSALINDA: In verità, in tutta sincerità, con l'aiuto di Dio e secondo tutti gli altri possibili notigiuramenti, se voi mancherete anche d'un soffio alla vostra promessa, o arriverete un minutopiù tardi dell'ora fissata, vi considererò il più meschino spergiuro, l'innamorato più vacuo,l'individuo più indegno di colei che chiamate Rosalinda. Guardatevi quindi dal mio biasimo emantenete la promessa.ORLANDO: Lo farò come se tu fossi la mia vera Rosalinda, religiosamente. Addio.ROSALINDA Bene, il tempo è il vecchio giudice istruttore di tutti gli imputati di questo genere,spetta al tempo istruire il processo. Addio.(Esce Orlando.)CELIA: Con questo tuo sofisticare sull'amore hai messo in pessima luce il nostro sesso:bisognerebbe che ti tirassero su sopra la testa giacca e calzoni, per far vedere al mondo chescempio ha fatto l'uccello del proprio nido.ROSALINDA: Cugina mia, cugina, piccola deliziosa cugina, se tu potessi vedere di quante bracciasono sprofondata nell'amore! Ma tu non puoi sondarlo: la mia passione è un fondoimperscrutabile, come la baia del Portogallo.CELIA: Direi piuttosto che è senza fondo, più ci versi dentro la passione, più quella esce dall'altraparte.ROSALINDA: No, a giudicare la profondità del mio amore ci vuole quel bastardaccio figlio diVenere, generato dal cervello, concepito dall'ipocondria e nato dalla follia, quel ragazzacciocieco che inganna la vista di tutti perché lui non può vedere niente. Ti confesso Aliena, chequando non vedo Orlando non vivo più, vado a cercare un po' d'ombra dove restare asospirare finché non tornerà.CELIA: E io vado a dormire. (Escono. ).William Shakespeare Come vi piace38SCENA SECONDA

Page 29: Shakespeare - Come Vi Piace

La foresta.Entrano Jacques e nobili vestiti da boscaioliJACQUES: Chi è che ha ucciso il cervo?NOBILE: Sono stato io, signore.JACQUES: Presentiamolo al duca come un trionfatore romano: sarebbe bene mettergli in capo comecorona trionfale le corna del cervo. Non avete un qualche inno, guardaboschi, adattoall'occasione?NOBILE: Sì, signore.JACQUES: Cantatelo. Non importa se stonato, purché sia a tutto volume. (Musica.)CanzoneCosa avrà chi uccise il cervo?Ne porterà la pelle e le corna.In suo onore cantiamo tuttiil ritornello.Non t'offender per le corna:son retaggio nobiliare;le ha portate anche tuo nonnoimitato da tuo padre.Corno, corno, mio bel corno,non fai rider per lo scorno.(Escono.).William Shakespeare Come vi piace39SCENA TERZALa foresta.Entrano Rosalinda e Celia.ROSALINDA: Che dici? Non sono le due passate? E chi lo vede Orlando?CELIA: Col suo puro amore e il cervello in subbuglio, t'assicuro io, ha preso arco e frecce e se n'èandato a dormire. (Entra Silvio.) Guarda chi viene.SILVIO: Bel giovane, a voi porto un messaggio; la mia Febe gentile disse di darvi questo. Io non soche c'è dentro, ma suppongo dal dispetto e dalla rabbia con cui ha scritto codesto foglio, untono furibondo. Perdonatemi, io sono un messaggero senza colpa.ROSALINDA: La pazienza, lei stessa spazientita, fremerebbe a questa lettera; sopportarlasignificherebbe sopportare tutto. Dice che sono brutto, ineducato, superbo, e che nonpotrebbe amarmi anche se rari come la fenice fossero gli uomini. Perdio, il suo amore non èla lepre di cui vado a caccia. Perché mi scrive questo? Bene, bene, pastore, tu hai inventatoquesta lettera.SILVIO: No, giuro che non so quel che c'è dentro. L'ha scritta Febe.ROSALINDA: Via, via, sei un pazzo rovinato dall'amore. Ho visto le sue mani: sono di cuoio, colordi mattone. Credevo che portasse guanti vecchi, invece erano proprio le sue mani: mani dasguattera - ma poco importa. Non l'ha inventata lei, no, questa lettera: è un uomo che l'haconcepita e scritta.SILVIO: Eppure è sua.ROSALINDA: No, lo stile è furioso e crudele, stile provocatorio. Veh, mi sfida, come il turco ilcristiano; la gentilezza di una donna non arriva a smargiassate tanto brutali, espressioni daetiope ancor più nere negli effetti che nell'aspetto. Vuoi sentire la lettera?SILVIO: Sì, ve ne prego, ché non la conosco, benché conosca la crudeltà di Febe.ROSALINDA: Lei febeggia con me. Ascolta la tiranna (legge):Sei tu un dio che s'è mutatoin pastore, per bruciared'una fanciulletta il cuore?Può una donna lanciare offese simili?SILVIO: Le chiamate offese queste?ROSALINDA (legge):Perché lasci la divinaTua natura al dolce cuoreDi una donna vuoi far guerra?

Page 30: Shakespeare - Come Vi Piace

Avete mai sentito un tale insulto?Non son d'uomo gli occhi tuoi,ché altrimenti non avreisopportato tanta pena.Vuol darmi della bestia.Se i tuoi occhi duri e ardentisan svegliare in me l'amore,quale effetto avrebber sefosser dolci anziché amari?Mi sgridavi, ed io t'amavo:che farei, se mi pregassi?Chi t'annuncia l'amor mio.William Shakespeare Come vi piace40del mio cuore nulla sa.A lui svela il tuo volerese tu, giovane e gentile,vuoi da me la piena fedee quant'altro m'appartiene,o, per mezzo suo, ripudiami,e vedrò come morire.SILVIO: E li chiamate rimproveri questi?CELIA: Ahimè, povero pastore!ROSALINDA: Ne hai pietà? No, non merita nessuna compassione. - E tu vorresti amare una donnacome questa? Che di te ha fatto uno strumento per trarne note false contro te stesso? Èinsopportabile. Torna da lei (dal momento che l'amore t'ha ridotto in vermiciattoloaddomesticato) e dille questo: che, se ama me, io la obbligo ad amare te; se non è d'accordo,io non la vorrò mai, a meno che non sia tu a supplicare per lei. Se sei veramente innamorato,fila via e taci, perché viene gente.(Esce Silvio. Entra Oliviero.)OLIVIERO: Buon giorno, bella gente, per favore, sapete se in queste vicinanze c'è, nella foresta, unacapanna da pastore circondata da ulivi?CELIA: Più a ponente, nel vicino valloncello, lasciate sulla destra il filare di vimini lungo il ruscellomormorante, e la troverete. Ma la casa a quest'ora è abbandonata, senza nessuno.OLIVIERO: Se l'occhio può essere aiutato dalla voce, vi riconosco dalla descrizione. Tali gli abiti,tale l'età: «il ragazzo», mi han detto, «è biondo, dai lineamenti femminei, sembra una sorellamaggiore; lei è più piccola e scura del fratello». Non siete voi i padroni della casa checercavo?CELIA: Non è un vanto rispondere che lo siamo.OLIVIERO: Orlando vuol essere ricordato a entrambi, e al giovane che chiama la sua Rosalindamanda questa pezzuola insanguinata. Siete voi?ROSALINDA: Sì, certo, sono io. Ma che significa?OLIVIERO: La mia vergogna, quando da me saprete che uomo sono, e come, quando, dove si èmacchiato questo fazzoletto.CELIA: Dite, vi prego.OLIVIERO: Quando il giovane Orlando v'ha lasciato con la promessa di ritornare in un'ora,camminando in mezzo alla foresta, succhiava il dolce-amaro del suo amore. Ed ecco: gettòl'occhio da una parte, e sentite cosa vide: sotto un'annosa quercia dai vasti rami coperti dimuschio, la cima spoglia e rinsecchita dal tempo, un povero straccione, tutto irsuto, stavadormendo, esausto. Intorno al collo gli si era attorta una serpe dorata e color verde, che con latesta minacciosa strisciava verso la sua bocca aperta. D'improvviso, vedendo Orlando, sisciolse e in mosse sinuose fuggì in un cespuglio. All'ombra del cespuglio stava accovacciatauna leonessa, dalle mammelle secche, senza latte. Testa a terra, è in attesa felina del risvegliodel disgraziato. Voi sapete che l'istinto regale di quella bestia non permette d'attaccare ciò chesembra morto. Orlando, a quella vista, si accosta all'uomo, e scopre che è suo fratello, ilfratello maggiore.CELIA: M'ha parlato di questo suo fratello come il più snaturato che ci sia.

Page 31: Shakespeare - Come Vi Piace

OLIVIERO: Giustamente. Quanto sia snaturato io lo so.ROSALINDA: E Orlando? Lasciò suo fratello in pasto alla leonessa smunta ed affamata?OLIVIERO: Deciso, s'allontanò due volte. Ma la bontà, più nobile della vendetta, e l'indole, che hauna sua forza ben maggiore dell'opportunità, lo spinse ad affrontare la leonessa, e in un batterd'occhio la uccise; il rumore mi ridestò dal miserabile sonno.CELIA: Siete voi suo fratello?ROSALINDA: E vi ha salvato?CELIA: Quello che ha tentato tante volte d'ucciderlo?OLIVlERO: Ero io. Ma non lo sono più. Non mi vergogno di dirvi ciò che sono stato, perché il.William Shakespeare Come vi piace41sapore della conversione è molto dolce.ROSALINDA: E il fazzoletto insanguinato?OLIVIERO: Ecco. Dopo avere inumidito di dolcissime lacrime i nostri racconti, e dopo avergli dettocom'ero capitato in questo gran deserto... insomma, mi condusse dal buon duca, che, gentile,m'offerse un vestito nuovo e ospitalità, affidandomi all'amore di mio fratello. Subito micondusse alla sua capanna; lì si spogliò: aveva sul braccio una profonda ferita: la leonessa;aveva perduto molto sangue; indebolito, svenne, invocando il nome di Rosalinda. Lorianimai, bendai la sua ferita, e dopo un po', ripresa conoscenza, mi mandò qui, sebbenesconosciuto, a raccontarvi tutto. Egli si scusa d'aver mancato alla promessa; questo fazzolettomacchiato del suo sangue, lo dona a quel giovane che per gioco egli chiama la sua Rosalinda.(Rosalinda sviene.)CELIA: Su, Ganimede, caro Ganimede!OLIVIERO: Molti svengono alla vista del sangue.CELIA: Non è questo soltanto. - Cugino Ganimede!OLIVIERO: Guardate, rinviene.ROSALINDA: Vorrei essere a casa.CELIA: T'accompagnamo. Vi prego, prendetelo sottobraccio.OLIVIERO: Giovanotto, coraggio, che uomo siete! Non avete coraggio.ROSALINDA: Lo so e lo confesso. Eh, caro mio, c'è chi direbbe che ho finto molto bene. Vi prego,dite a vostro fratello come ho recitato bene. Ahimè.OLIVIERO: Macché finzione: il vostro viso testimonia una sofferenza vera.ROSALINDA: Una commedia, v'assicuro.OLIVIERO: Coraggio, allora, e fate la parte di un vero uomo.ROSALINDA: La faccio, ma, in verità, dovrei essere donna.CELlA: Sci sempre più pallido, andiamo a casa, ti prego. - Buon signore, venite con noi.OLIVIERO: Certo, devo portare la risposta che Rosalinda scusa mio fratello.ROSALINDA: Devo pensarci. Ma, vi prego, ditegli come so fingere bene. Andiamo?(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace42ATTO VSCENA PRIMALa foresta.Entrano Paragone e Audrey.PARAGONE: Audrey, troveremo il momento giusto; abbi pazienza, gentile Audrey.AUDREY: Il prete, per me andava abbastanza bene, anche se quel vecchio rimbambito faceva tantestorie.PARAGONE: Un farabutto, Audrey, quel Don Oliviero un Chiosatesti sciagurato. C'è però qui nellaforesta, Audrey, un giovanotto che ha delle pretese su di te.AUDREY: So chi è, ma su di me non ha nessun diritto al mondo. Eccolo che viene.(Entra Guglielmo.)PARAGONE: Incontrare uno zotico del genere, per me, è come mangiare e bere. Gente di spiritocome noi, che ha la risposta pronta, deve sempre prendere in giro qualcuno, non può farne ameno.GUGLIELMO: Buonasera, Audrey.

Page 32: Shakespeare - Come Vi Piace

AUDREY: Iddio dia la buonasera anche a voi, Guglielmo.GUGLIELMO: E buonasera a voi, signore.PARAGONE: Gentile amico, buonasera. Copriti la testa, còpritela, su. Ti prego, copriti. Quanti annihai, amico?GUGLIELMO: Venticinque, signore.PARAGONE: Una bella età. Ti chiami Guglielmo?GUGLIELMO: Sì, signore, Guglielmo.PARAGONE: Un bel nome. Sei nato qui, nella foresta?GUGLIELMO: Ringraziandone Dio, sì, signore.PARAGONE: Ringraziandone Dio: bella risposta. Sei ricco?GUGLIELMO: Così così, signore.PARAGONE: Cosi cosí: ben detto, molto bene, stupendamente bene. Ma no, non è che una rispostacosì così. Sei saggio?GUGLIELMO: Ho abbastanza spirito, signore.PARAGONE: Bravo, dici bene. Ben ricordo un detto: «Il pazzo pensa d'esser saggio, mentre ilsaggio sa d'esser pazzo». Il filosofo pagano, quando volesse mangiare un grappolo d'uva,dischiuderebbe le labbra per mettersela in bocca; ciò per dimostrare che l'uva è fatta peressere mangiata e le labbra per essere dischiuse. Voi amate questa fanciulla?GUGLIELMO: Sì, signore.PARAGONE: Datemi la mano. Sei istruito?GUGLIELMO: Signore, no.PARAGONE: Allora impara questo da me: avere è avere, è una figura retorica il fatto che unabevanda versata da una tazza in un bicchiere svuoti la prima per riempire il secondo; tutti gliscrittori d'altronde, sono d'accordo sul fatto che «ipse» vuol dire colui Ora, voi non siete«ipse», dal momento che io sono colui.GUGLIELMO: Colui chi, signore?PARAGONE: Colui signore, che deve sposare questa donna. Quindi tu buffone abbandona (chesarebbe come dire volgarmente lascia) il tuo tentativo d'associarti (che rozzamente vuol direfare compagnia) a questa quintessenza di femminilità (che comunemente si dice donna);complessivamente il tutto suona così: «abbandona il tuo tentativo d'associarti a questaquintessenza di femminilità», o, se no, cafonaccio, ne perirai; oppure, per il tuo migliorecomprendonio, t'ucciderò; ovvero, ancora, ti manderò all'altro mondo, ti trasferirò dalla vitaalla morte, dalla libertà alla schiavitù. Adopererò veleni, tortòri, lame d'acciaio; organizzeròcomplotti contro di te, ordirò sottili machiavelli, ti eliminerò in centocinquanta modi diversi.Perciò trema e scompari.AUDREY: Sì, buon Guglielmo..William Shakespeare Come vi piace43GUGLIELMO: Dio vi dia letizia, signore. (Esce.)(Entra Corino.)CORINO: Il padrone e la padrona vi cercano: venite subito.PARAGONE: Trotta, trotta, Audrey, trotta. Arrivo, arrivo.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace44SCENA SECONDALa foresta.Entrano Orlando e Oliviero.ORLANDO: Ma possibile che, avendola appena conosciuta, ti sia tanto piaciuta? Che ti siainnamorato a prima vista? E che subito ti sia messo a corteggiarla, e che lei accetti cosí la tuacorte? Vuoi veramente arrivare a possederla?OLIVIERO: Non badare alla rapidità con cui si sono svolte le cose: la povertà di lei, il pochissimotempo per conoscerci, la mia corte improvvisa e il suo improvviso consenso. Ma di' con me:«lo amo Aliena». E di' con lei che lei mi ama, e riconosci con entrambi che saremo l'unodell'altro. Tornerà anche a tuo vantaggio, perché sia la casa che le rendite che furono delsignore Rolando nostro padre, io le intesterò a te, perché voglio vivere e morire qui come unpastore.

Page 33: Shakespeare - Come Vi Piace

(Entra Rosalinda.)ORLANDO: Hai il mio consenso. Il tuo matrimonio abbia luogo domani stesso inviterò il Duca etutta l'allegra compagnia. Va a preparare Aliena, perché, guarda, sta venendo la miaRosalinda.ROSALINDA: Dio vi salvi, fratello.OLIVIERO: Anche voi, bella sorella. (Esce.)ROSALINDA: Mio caro Orlando, mi rattrista molto di vederti il cuore al collo.ORLANDO: È il braccio.ROSALINDA: Credevo che tu avessi avuto il cuore ferito dagli artigli di un leone.ORLANDO: Ferito sì, ma dagli occhi di una donna.ROSALINDA: Vostro fratello v'ha detto come ho finto bene di svenire quando mi ha mostrato ilvostro fazzoletto?ORLANDO: Sì, ma ciò che m'ha stupito di più è stata un'altra cosa.ROSALINDA: So di che parlate. È vero: non si è mai data cosa più improvvisa salvo lo scontro fradue montoni, o quella vanteria trasonica di Cesare: venni, vidi, vinsi. Vostro fratello e miasorella, appena incontrati, subito a guardarsi; appena guardati, subito a innamorarsi; appénainnamorati, subito a sospirare; appena sospirosi, subito se ne sono chiesta la ragione; appenaconosciuta la ragione, subito a cercare il rimedio: grado per grado hanno fatto una gradinatache li porta alle nozze, e, o ci salgono incontinentemente, o diventano incontinenti primadelle nozze. Sono in pieno furore amoroso e vogliono accoppiarsi: neanche le bastonate listaccherebbero.ORIANDO: Si sposeranno domani e io voglio invitare il Duca alle nozze. Che amarezza però vederela felicità attraverso gli occhi di un altro! Domani io avrò il cuore tanto più pesante quantopiù penserò alla felicità di mio fratello che ha ottenuto ciò che desiderava.ROSALINDA: Non posso recitare anche domani il ruolo di Rosalinda?ORLANDO: Non ce la faccio più a vivere in questa ambiguità.ROSALINDA: Non voglio più annoiarvi con discorsi stupidi. Vi parlo sul serio: sappiate che viconosco come gentiluomo d'intelligenza pronta. Non lo dico perché vi facciate un'altaopinione della mia perspicacia, dato che ho capito che uomo siete; né faccio il minimo sforzoper suscitare in voi stima e fiducia inducendovi a credere che io voglio il vostro bene e nontrarne vantaggio io. Comunque, vi prego di credere se vi dico che io posso far meraviglie. Daquando avevo tre anni ho avuto familiarità con un mago molto profondo nella sua arte etuttavia non dedito alla magia nera. Se Rosalinda vi sta tanto a cuore come il vostrocomportamento dimostra quando vostro fratello sposerà Aliena, voi sposerete lei. Io so inquali avversità si trovi, ma non m'è impossibile, se non avete nulla in contrario, presentarladomani ai vostri occhi, in carne ed ossa. senza pericolo.ORLANDO: Dici sul serio?ROSALINDA: Sulla mia vita, sì: vita a cui tengo molto, anche se dico di essere un mago. Perciò,.William Shakespeare Come vi piace45vestitevi come meglio potete e invitate i vostri amici ché, se domani volete sposarvi, lopotrete, e con Rosalinda, se lo volete. (Entrano Silvio e Febe.) Guardate, sta venendo la miainnamorata col suo innamorato.FEBE: Giovane, siete stato assai sgarbato a mostrare la lettera che scrisse.ROSALINDA: Non me n'importa niente. Io voglio essere, con te, sgarbato e dispettoso. Questopastore che ti segue fedelmente: pensa a lui e ama lui: egli ti adora.FEBE: Buon pastore, di' a questo giovanotto cosa vuol dire amare.SILVIO: Vuol dire tutto lacrime e sospiri com'io per Febe.FEBE: Ed io per Ganimede.ORLANDO: Ed io per Rosalinda.ROSALINDA: Ed io per nessuna.SILVIO: È esser tutto fede e devozione, com'io per Febe.FEBE: Ed io per Ganimede.ORLANDO: Ed io per Rosalinda.ROSALINDA: Ed io per nessuna.SILVIO: E esser tutto quanto fantasia, tutto passione tutto desideri, e rispetto e dovere e adorazione,

Page 34: Shakespeare - Come Vi Piace

tutto umiltà, pazienza ed impazienza, tutto purezza, prova ed obbedienza, com'io per Febe.FEBE: Ed io per Ganimede.ORLANDO: Ed io per Rosalinda.ROSALINDA: Ed io per nessuna.FEBE (a Rosalinda): Se è così, perché mi rimproverate d'amarvi?SILVIO (a Febe): Se è così, perché mi rimproverate d'amarvi?ORLANDO: Se è così, perché mi rimproverate d'amarvi?ROSALINDA: A chi dite «se è così perché mi rimproverate d'amarvi»?ORLANDO: A quella che non è qui e che non può ascoltare.ROSALINDA: Ora basta, vi prego, sembriamo lupi irlandesi che ululano alla luna. (A Silvio) Seposso, vi aiuterò. (A Febe) Vi amerei, se potessi. - Domani venite tutti da me. (A Febe) Semai sposerò una donna, e domani mi sposerò, sposerò voi. (A Orlando) Se mai ho fatto feliceun uomo, farò felice voi, e domani vi sposerete. (A Silvio) Se ciò che vi piace v'accontenta, iovi farò contento, e domani vi sposerete. (A Orlando) Se amate Rosalinda non mancate. (ASilvio) Se voi amate Febe non mancate. - Com'è vero che io non amo nessuna donna, nonmancherò. Addio: vi ho fatto le consegne.SILVIO: Non mancherò, se vivo.FEBE: Io pure.ORLANDO: Io pure.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace46SCENA TERZALa foresta.Entrano Paragone e Audrey.PARAGONE: Domani, Audrey, è un giorno pieno di gioia, domani ci sposeremo.AUDREY: Lo desidero con tutto il cuore e spero che non sia un desiderio disonesto desiderare diessere una donna di mondo. Guarda: due paggi del duca bandito. (Entrano due paggi.)I PAGGIO: Caro signore, che piacere vedervi!PARAGONE: Parola, il piacere è tutto mio. Su, su, sedetevi, una canzone.II PAGGIO: Ottima idea. Voi sedetevi nel mezzo.IPAGGIO: Vogliamo attaccare subito, senza tanti raschiamenti di gola, sputacchiamenti e scuse perla raucedine - tutti preamboli per gli stonati?II PAGGIO: Giustissimo; e all'unisono, come due zingari su un cavallo solo.PAGGI:CanzoneLui la sua bella tiene per mano dicendoehi, come no, tutto qui far si può,son già passati fra il verde grano,in primavera, al tempo dell'anello,canta l'uccello e tutto il mondo canti:la primavera aman gli amanti.Un mar di segale rinserra,dicendo ehi, come no, tutto qui far si può,i villanelli rotolati a terra,in primavera, al tempo dell'anellocanta l'uccello e tutto il mondo canti:la primavera aman gli amanti.Così cantando passan le ore,dicendo ehi, come no, tutto qui far si può,perché la vita non è che un fiore,in primavera, al tempo dell'anellocanta l'uccello e tutto il mondo canti:la primavera aman gli amanti.Perciò cogliete l'attimo brevedicendo ehi, come no, tutto qui far si può,fare all'amore ora si deve,

Page 35: Shakespeare - Come Vi Piace

in primavera, al tempo dell'anello,canta l'uccello e tutto il mondo canti:la primavera aman gli amanti.PARAGONE: A dire il vero, signorini miei, benché le parole non avessero molto senso, incompenso la musica era assai stonata.PAGGIO: Vi sbagliate, signore: noi abbiamo rispettato il tempo, non l'abbiamo mai perduto.PARAGONE: Lo riconosco, ma per me è tempo perso stare a sentire filastroccole simili. Dio viconservi e vi rimedi la voce. Vieni Audrey.(Escono. ).William Shakespeare Come vi piace47SCENA QUARTALa foresta.Entrano l'ex Duca, Amiens, Jacques, Orlando, Oliviero e Celia.EX DUCA: Tu credi, Orlando, dunque, che il ragazzo possa far tutto quello che ha promesso?ORLANDO: Qualche volta lo credo, ed altre no, come chi teme ciò che spera, e sa di temere.(Entrano Rosalinda, Silvio e Febe.)ROSALINDA: Pazientate ancora un po'; il nostro patto va ribadito: dite, se qui vi portassi Rosalinda,la dareste ad Orlando?EX DUCA: Anche se, insieme a lei, dovessi dare un regno.ROSALINDA: Voi dite che se ve la porto la volete?ORLANDO: Anche se fossi re di tutti i regni.ROSALINDA: Tu dici che mi sposeresti, se io lo volessi?FEBE: Sì, dovessi morirne un'ora dopo.ROSALINDA: Ma, se tu mi rifiutassi, ti daresti a questo fedelissimo pastore?FEBE: Affare fatto.ROSALINDA: E tu dici, pastore, che accetteresti Febe, se acconsente?SILVIO: Anche se, avendola, io dovessi morirne.ROSALINDA: lo ho promesso di sistemare tutto. Mantenete, duca, la parola di dare vostra figlia, evoi, Orlando, d'accettarla. E tu, Febe, la tua di sposar me, o, rifiutandomi, di sposar questo pa-store.Tu, Silvio, mantieni la parola di sposarla se mi rifiuta. Ed ora io vado e torno persciogliere ogni dubbio.(Escono Rosalinda e Celia.)EX DUCA: Nel giovane pastore quasi avverto qualcosa della grazia di mia figlia.ORLANDO: Quando l'ho visto per la prima volta mi è sembrato fratello di vostra figlia. Ma, miosignore, questo ragazzo è nato nella foresta, e fu avviato a studi oscuri e stravaganti da unozio chedice - era un gran mago, rimasto nascosto (entrano Paragone e Audrey) sempre nelcuore di questa foresta.JACQUES: Sta certo per scatenarsi un altro diluvio, e tutte queste coppie cercano rifugio nell'arca.Ecco un paio di quelle bestie stranissime che in qualunque lingua si chiamano buffoni.PARACONE: Salute e omaggi a tutti.JACQUES: Dategli, mio buon signore, il benvenuto. Si tratta di quel gentiluomo variopinto epezzato anche nel cervello, che ho incontrato tante volte nella foresta: giura d'essere stato uncortigiano.PARAGONE: Se qualcuno ne dubita, sottoponetemi alla prova del fuoco. Ho partecipato al granballo di corte: ho adulato la gran dama, sono stato diplomatico con l'amico e affabile colnemico, ho rovinato tre sarti, ho avuto quattro questioni d'onore, di cui una quasi finiva in unduello.JACQUES: E come s'è poi aggiustata?PARAGONE: Al momento dello scontro scoprimmo che la contesa dipendeva dall'arrivare o no alsettimo grado.JACQUES: Al settimo grado? - Mio buon signore, apprezzatelo, questo bel tipo.EX DUCA: Lo apprezzo molto.PARAGONE: Dio ve ne renda merito, signore, altrettanto a voi. Mi sono precipitato qui, signore,con tutti questi villici in fregola, per giurare e spergiurare a seconda di come il matrimonio civincoli e il sangue si divincoli. Una povera verginella, signore, priva di grazia, signore, matutta mia, un capriccetto, signore, di voler per me ciò che nessun altro vuole. La ricca onestà

Page 36: Shakespeare - Come Vi Piace

abita come un avaro, signore, in una povera casa, come la splendida perla nell'ostricaimmonda.EX DUCA: Certo è pronto e pieno di trovate.PARAGONE: Son le frecciate di un matto, signore, e altre dolci amarezze.JACQUES: Quanto al settimo grado: come trovaste che la contesa riguardava il settimo grado?PARAGONE: Si tratta della smentita data sette volte. - Sta' più composta, Audrey, via. - Ecco qua,.William Shakespeare Come vi piace48signore. Non mi piaceva il taglio della barba d'un certo cortigiano. Egli mi fece sapere che, seio affermavo che la sua barba era mal tagliata, lui invece era convinto del contrario: questo vasotto il nome di Replica Cortese. Se io avessi insistito che la barba non era ben tagliata, lui miavrebbe mandato a dire che la barba se la tagliava come gli pareva: avremmo avuto ilSarcasmo Discreto. Se io ancora a insistere «No, non è tagliata bene per niente», e lui avesserisposto che non avevo giudizio, avremmo avuto la Risposta Villana. Se io, duro, avessiancora detto che il taglio non andava, ed egli avesse risposto che negavo il vero, eccoci difronte alla Ferma Riprovazione. Se io, più duro che mai, «No, non è tagliata bene» e luiavesse detto che mentivo, ecco la Ritorsione Provocatoria. Così via via fino alla SmentitaCondizionale e alla Smentita Formale.JACQUES: Per quante volte, dunque, gli offendeste la barba?PARAGONE: Non osai oltre la Smentita Condizionale, ed egli non osò darmi la Smentita Formale.Così misurammo le spade e ci separammo.JACQUES: Potreste riassumere adesso nella loro sequenza i gradi della smentita?PARAGONE: Signore, noi litighiamo a regola di codice, come voi avete il codice delle buonemaniere. Vi riassumo i gradi: primo, Replica Cortese; secondo, Sarcasmo Discreto; terzo,Risposta Villana quarto Ferma Riprovazione; quinto, Ritorsione Provocatoria; sesto, SmentitaSotto Condizione; settimo, Smentita Formale. Tutte fasi annullabili, tranne la SmentitaFormale; ma anche questa lo è con un «se». Ho visto sette giudici una volta, incapaci dirisolvere una controversia, quando le parti si posero l'una di fronte all'altra e ad una delle duevenne l'ispirazione di un «se»: «se voi avete detto così, io ho detto cosà». Subito si strinserola mano e giurarono affetto fraterno. Il «se» è l'unico paciere: somma virtù ha in se un «se».JACQUES: Non è un tipo unico, signore? È buono a tutto ed è buffone.EX DUCA: Usa la follia come se fosse un cavallo addestrato per la caccia, al riparo del quale eglispara il suo spirito.(Entrano Imene, Rosalinda e C`elia. Musica sommessa.)IMENE: C'è gran gioia su nel cielose le cose della terrason concordi.Tu, buon duca, hai qui tua figlia,che dall'alto Imen ti porta:sono Imene.Che tu unisca la sua manocon chi è già dentro il suo cuore.ROSALINDA (al Duca): lo, tutta a voi mi dono, ché son vostra. (A Orlando ) lo, tutta a voi midono, ché son vostra.EX DUCA: Se è vero ciò che vedo, tu sei mia figlia.ORLANDO: Se è vero ciò che vedo, tu sei la mia Rosalinda.FEBE: Se è vero ciò che vedo e ciò che appare, addio, amore mio.ROSALINDA: Nessun padre io avrò fuori di voi. Nessun marito io avrò fuori di voi. Se mai sposeròdonna, sposerò voi.IMENE: Basta con la confusione!A me spetta porre finead eventi così strani.Siete in otto a unirvi insiemecon il vincolo di Imene se quel che è vero è vero- Tu e tu, mai vi dividaun contrasto o la sventura.

Page 37: Shakespeare - Come Vi Piace

- Tu e tu sempre nel cuoresiate uniti l'un con l'altra.- Se il tuo amore tu non vuoiuna donna sposerai.- Tu e tu siate legaticome il gelo lo è all'inverno.- Mentre il canto delle nozzetutti quanti intoneremo,.William Shakespeare Come vi piace49voi scambiatevi domandesì che passi lo stuporeper l'incontro fortunato,e sia il dubbio dissipato.Canto NuzialeLe nozze son corona della grande dea Giunone:della tavola e del letto benedetta sia l'unione.È il dio Imene che popola ogni città del mondoe l'onorato nodo nuzial rende fecondo.Si tributi perciò fama ed onorea Imene d'ogni terra protettore.EX DUCA: O mia cara nipote, tu sei la benvenuta: sarai per me come un'altra figliola.FEBE (a Silvio): Non mi rimangerò la parola: sarai mio, la tua fedeltà ha vinto le mie ubbie.(Entra il secondo fratello.)II FRATELLO: Concedetemi udienza: sarò breve. Sono il secondo figlio del vecchio signoreRolando e porto molte notizie a questa bella compagnia. Il duca Federico, avendo più volteudito che ogni giorno uomini di gran valore affluivano qui nella foresta, aveva assunto ilcomando del suo possente esercito per condurlo fin qui allo scopo preciso di sorprendere suofratello e passarlo a fil di spada; ma, quando giunse ai limiti della selva, incontrò un vecchioreligioso, e, dopo aver parlato con lui, fu convertito a lasciare l'impresa e il vano mondo. Alfratello esiliato la corona concede e i beni delle terre restituisce agli altri insieme a lui esiliati.Questa è la verità, ne rispondo con la vita.EX DUCA: Benvenuto, giovane, offri bei doni alle nozze dei tuoi fratelli: all'uno le sue terreconfiscate; all'altro una nazione intera, un potente ducato. Ma prima concludiamo, in questaforesta, quel che bene si è già concepito ed avviato; poi tutti i miei felici compagni che hannodiviso con me dure notti e aspri giorni, con me divideranno la ritornata fortuna, ognunosecondo il proprio rango. Frattanto dimentichiamoci della dignità restituitaci e ritorniamo allanostra festa campestre. Musica, e tutti voi sposi e voi spose mostrate l'esultanza nelle danzegioiose.JACQUES: Pazienza, prego. Se ho sentito bene, il duca ha scelto la vita religiosa e rigettato lapomposa corte.II FRATELLO: Così è.JACQUES: Vado da lui, da questi convertiti c'è molto da ascoltare e da imparare. (Al duca) Lasciovoi alla vostra antica dignità grazie a virtù e pazienza preservata. (A Orlando) Voi all'amorecon fede meritato. (A Oliviero) Voi alle vostre terre, all'amore e alla stirpe (A Silvio) Voi adun letto a lungo desiderato. (A Paragone) Voi alle baruffe, ché il vostro viaggio d'amore havettovaglie solo per due mesi. Ad ognuno un piacere singolare. Io, quanto a me, non vogliopiù danzare.EX DUCA: Resta, Jacques, ti prego.JACQUES: Non per vedere questi giochi, io. Se mi volete nella vostra deserta grotta mi troverete.(Esce.)EX DUCA: Si proceda. Iniziamo questa celebrazione in sincera letizia, confidando che altrettantofelice ne sia la conclusione.(Esce con tutti gli altri tranne Rosalinda.)ROSALINDA: Non è nell'uso vedere la donna recitare l'epilogo, ma non è certo più sgradevole chevedere l'uomo recitare il prologo. Se è vero che il buon vino non ha bisogno della frasca, èanche vero che una bella commedia non ha bisogno dell'epilogo; come per il buon vino, però,

Page 38: Shakespeare - Come Vi Piace

s’usano belle frasche così le buone commedie risultano migliori con dei begli epiloghi. Il mioè un caso strano perché io non sono un buon epilogo, né posso convincervi che la commediaè buona; insomma, non sono conciata da mendicante e quindi non posso mendicare. Quelloche posso è di cercare d'incantarvi, e voglio cominciare dalle donne. A me gli occhi: vi ordi-no,donne, per il vostro amore per gli uomini, di approvare di questa commedia quel che vi.William Shakespeare Come vi piace50piace. Vi ordino, uomini, per il vostro amore per le donne (e mi pare, dai sorrisetti, chenessuno di voi le odi) che, fra voi e le donne, la commedia vi piaccia tutta. Se io fossi unadonna bacerei quanti tra voi hanno una barba di mio gusto, un colorito che mi piace e un alitoche non mi respinga. E senza dubbio quanti di voi hanno o belle barbe, o belle facce, o alitofresco vorranno, in cambio della mia gentile offerta quando vi farò la riverenza, augurarmibuona fortuna. (Esce.)