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ANNO XXVIII N° 10 - 20 Marzo 2011 0.70 Abbonamento annuo 30,00 - Abbonamento semestrale 15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI Finestra sulla Parola SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO A tirarvi dentro la storia vediamo subito che la crisi del patriarcalismo e di conseguenza del maschilismo determinata da vari fattori (assenza, movimenti fem- ministi, nuova struttura di lavoro etc), ha trascinato con sè la figura paterna. La complessità della vita moderna e l’impossibilità di potervi far fronte, hanno a poco a poco tolto l’aureola di colui che gestiva tutto e confe- riva sicurezza, (da noi chiamato comunemente lu ver- gare). Scrive il sociologo M. Juritsch: “La società patriarcale è sostituita dalla società senza padre o da una società fraterna che svolge funzioni anonime ed è diretta da forze impersonali”. E ciò sia perché il padre è spesso assente sia perché ci si affida molto ad una società dalla quale in molte cose si dipende e dalla quale si vorrebbe sempre di più. Questo svigorimento della figura paterna ha destabilizzato la famiglia con l’aumento vertiginoso dei divorzi con, possiamo dire, la morte sociale del padre in virtù del fatto che la legi- slazione affida normalmente i figli alla madre. È ac- cettabile tutto questo? Anche il legislatore se n’è accorto optando,ora, per un affido condiviso. Se an- diamo ad attingere alla tradizione psicanalitica consta- tiamo subito l’importanza insostituibile del principio antropologico sia della madre sia del padre nella costi- tuzione ed evoluzione della persona umana. Il padre è garante della prima e necessaria rottura dell’intimità madre-figlio/a, è quello che introduce ad altre rela- zioni. Egli fa da ponte verso il mondo sociale dove ci sono regole che vanno rispettate. È il padre che intro- duce il bambino al riconoscimento di questa dimen- sione. Egli appare, con la sua vita e il suo esempio, come portatore di autorità capace di fissare limiti con la sua autorità e di stabilire quali sono i doveri. Quando manca un padre capace di tutto questo, allora in quella famiglia dilaga la violenza; i figli crescono insicuri e incapaci di definire un progetto di vita. Viene a man- care il sostegno al processo completo di identifica- zione. Nonostante il dilagare di questo fenomeno, possiamo per fortuna dire che ci sono dei padri che compiono il loro dovere, mostrano responsabilità e de- terminazione, svolgendo la funzione paterna indispen- sabile affinché maturi l’io dei figli, senza insicurezze e senza traumi. A questo punto vediamo come S.Giuseppe può essere un esempio per i padri contemporanei. È vero i due modelli sono distanti tra loro; tuttavia quello che a noi adesso interessa e assume una funzione archetipica per i padri contemporanei, sono le attitudini, i valori e le virtù vissute da S.Giuseppe. Queste sono umane e pos- sono ispirarci. Esse rivelano un padre nella pienezza della sua paternità. Ce lo rivelano non con le parole, poiché non ce ne lasciò, ma con gli esempi, che parlano più alto e più forte delle parole. Come padre mostrò forte il senso del dovere verso il potere romano e verso tutti i compiti religiosi; mostrò coraggio durante la per- secuzione di Erode; ha posto dei limiti ed ha ottenuto ubbidienza. Come padre ha dato il nome al figlio e ha trasmesso a lui la sua esperienza professionale. La pa- ternità sana e vigorosa di Giuseppe servì da base per l’esperienza spirituale di Gesù, che chiama Dio Abbà “Papino”. Pertanto dalla figura esemplare di S.Giuseppe possiamo imparare e trarre sagge lezioni anche per i padri del XXI secolo che vi- vono dentro un modello di civiltà molto diverso e che sono alla ricerca di un’identità adeguata a questo tempo. Solo con Lui possiamo auspicare il ritorno dell’autentica figura del padre. (a cura di Pietro Pompei) L’icona biblica del patriarca Abramo, che per fede, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava (Eb 11, 8), ben rappresenta il modo in cui i nostri fratelli ebrei simboleggiano l’uomo lungo il cammino della vita, modalità che è frutto della loro riflessione biblico-teologica: l’uomo biblico è colui che vive nel presente, avendo davanti a sé il passato e dietro le sue spalle il futuro. Per noi occidentali, abituati a gettarci dietro le spalle il passato e a guardare avanti verso il futuro, questa immagine potrebbe sembrare una contraddizione, ma la sua spiegazione è molto affascinante: l’uomo che vive oggi può cono- scere solo il suo passato, al quale guarda per imparare come affron- tare quel futuro che non può ancora vedere, aggiustando il tiro dei suoi desideri sulla Parola di Dio, per non mancare il bersaglio, la sua stessa Vita. Proviamo a usare questa simbologia per leggere la Parola della II^ Domenica di Quaresima, accogliendo l’invito ad uscire da una esistenza in odor di morte per camminare verso una vita trasfi- gurata dal mistero pasquale, e contemplandovi la presenza e l’azione di Dio. Il passato, di cui facciamo memoria per averne fatto espe- rienza, è narrato dalle parole di san Paolo a Timoteo: Dio ci ha sal- vati, ci ha chiamati, ci ha dato la sua grazia dall’eternità, in Cristo Gesù, il quale ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita. Il fu- turo, ciò che ci fa paura perché ci è ignoto, è una promessa uscita dalla bocca di Dio, che mette le ali al cuore di Abramo: farò di te una grande nazione, ti be- nedirò, renderò grande il tuo nome e sarai una benedizione. Il presente è il kairos, il luogo in cui, dentro una nube lumi- nosa, ci viene manifestato il Dio-che-salva: «Questi è il Fi- glio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». È Gesù che ci prende con sé, si fa contem- plare nella sua gloria, poi ci si avvicina fino a toccarci e ci dona la Parola necessaria, per riprendere il cammino: «Alzatevi, non temete». Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Essere padre oggi sull’esempio di san Giuseppe 150° DELL’UNITÀ D’ITALIA La giornata di GIOVEDI’ 17 MARZO è stata dichiarata Festa Nazionale per ricordare i 150 anni dell’unità d’Italia. ALLE ORE 11.00, NELLA BASILICA CATTEDRALE MADONNA DELLA MARINA, IL VESCOVO PRESIEDE UNA SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA, con lo scopo di pregare per il bene del nostro Paese A questa Santa Messa sono invitati a partecipare tutti i fedeli, ed in modo particolare sono invitate tutte le diverse Realtà Ecclesiali. Sarà molto gradita la presenza delle Autorità civili e militari della Diocesi. Parrocchia S. Giuseppe S.B.T. - Sacra famiglia, Armando Marchegiani Il Papa loda la “dignità” e il “coraggio” dei giapponesi di fronte al terremoto Esorta quanti si impegnano “con encomiabile prontezza” a portare aiuto CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 13 marzo 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha riconosciuto questa domenica la “dignità” e il “coraggio” con cui i giapponesi stanno affrontando la catastrofe del terremoto e del successivo tsunami e ha incoraggiato le operazioni di aiuto. In occasione dell’incontro domenicale per l’Angelus, il Papa ha confessato che le immagini che si vedono in televisione “ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati”. “Desidero rinnovare la mia spi- rituale vicinanza alle care popo- lazioni di quel Paese, che con dignità e coraggio stanno fa- cendo fronte alle conseguenze di tali calamità”, ha dichiarato il Pontefice rivolgendosi ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro in Vaticano. “Prego per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rima- niamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!”, ha concluso, parlando dalla fine- stra del suo studio. Questa domenica, in tutte le chiese cattoliche del Giappone è stata lanciata una campagna di solidarietà a favore delle vittime, come ha annunciato padre Daisuke Narui, direttore esecutivo di Caritas Giappone.

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ANNO XXVIII N° 10 - 20 Marzo 2011 € 0.70

Abbonamento annuo € 30,00 - Abbonamento semestrale €15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI

Finestra sulla Parola

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

A tirarvi dentro la storia vediamo subito che la crisidel patriarcalismo e di conseguenza del maschilismodeterminata da vari fattori (assenza, movimenti fem-ministi, nuova struttura di lavoro etc), ha trascinato consè la figura paterna. La complessità della vita modernae l’impossibilità di potervi far fronte, hanno a poco apoco tolto l’aureola di colui che gestiva tutto e confe-riva sicurezza, (da noi chiamato comunemente lu ver-

gare). Scrive il sociologo M. Juritsch: “La societàpatriarcale è sostituita dalla società senza padre o dauna società fraterna che svolge funzioni anonime ed èdiretta da forze impersonali”. E ciò sia perché il padreè spesso assente sia perché ci si affida molto ad unasocietà dalla quale in molte cose si dipende e dallaquale si vorrebbe sempre di più. Questo svigorimentodella figura paterna ha destabilizzato la famiglia conl’aumento vertiginoso dei divorzi con, possiamo dire,la morte sociale del padre in virtù del fatto che la legi-slazione affida normalmente i figli alla madre. È ac-cettabile tutto questo? Anche il legislatore se n’èaccorto optando,ora, per un affido condiviso. Se an-diamo ad attingere alla tradizione psicanalitica consta-tiamo subito l’importanza insostituibile del principioantropologico sia della madre sia del padre nella costi-tuzione ed evoluzione della persona umana. Il padre ègarante della prima e necessaria rottura dell’intimitàmadre-figlio/a, è quello che introduce ad altre rela-zioni. Egli fa da ponte verso il mondo sociale dove cisono regole che vanno rispettate. È il padre che intro-duce il bambino al riconoscimento di questa dimen-sione. Egli appare, con la sua vita e il suo esempio,come portatore di autorità capace di fissare limiti conla sua autorità e di stabilire quali sono i doveri. Quandomanca un padre capace di tutto questo, allora in quellafamiglia dilaga la violenza; i figli crescono insicuri eincapaci di definire un progetto di vita. Viene a man-care il sostegno al processo completo di identifica-zione. Nonostante il dilagare di questo fenomeno,possiamo per fortuna dire che ci sono dei padri checompiono il loro dovere, mostrano responsabilità e de-terminazione, svolgendo la funzione paterna indispen-sabile affinché maturi l’io dei figli, senza insicurezzee senza traumi.A questo punto vediamo come S.Giuseppe può essereun esempio per i padri contemporanei. È vero i duemodelli sono distanti tra loro; tuttavia quello che a noi

adesso interessa e assume una funzione archetipica peri padri contemporanei, sono le attitudini, i valori e levirtù vissute da S.Giuseppe. Queste sono umane e pos-sono ispirarci. Esse rivelano un padre nella pienezzadella sua paternità. Ce lo rivelano non con le parole,poiché non ce ne lasciò, ma con gli esempi, che parlanopiù alto e più forte delle parole. Come padre mostròforte il senso del dovere verso il potere romano e versotutti i compiti religiosi; mostrò coraggio durante la per-secuzione di Erode; ha posto dei limiti ed ha ottenutoubbidienza. Come padre ha dato il nome al figlio e hatrasmesso a lui la sua esperienza professionale. La pa-ternità sana e vigorosa di Giuseppe servì da base perl’esperienza spirituale di Gesù, che chiama DioAbbà “Papino”. Pertanto dalla figura esemplaredi S.Giuseppe possiamo imparare e trarre saggelezioni anche per i padri del XXI secolo che vi-vono dentro un modello di civiltà molto diversoe che sono alla ricerca di un’identità adeguata aquesto tempo. Solo con Lui possiamo auspicareil ritorno dell’autentica figura del padre.

(a cura di Pietro Pompei)

L’icona biblica del patriarca Abramo, che per fede, chiamato da Dio,

obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì

senza sapere dove andava (Eb 11, 8), ben rappresenta il modo in cuii nostri fratelli ebrei simboleggiano l’uomo lungo il cammino dellavita, modalità che è frutto della loro riflessione biblico-teologica:l’uomo biblico è colui che vive nel presente, avendo davanti a sé ilpassato e dietro le sue spalle il futuro. Per noi occidentali, abituati agettarci dietro le spalle il passato e a guardare avanti verso il futuro,questa immagine potrebbe sembrare una contraddizione, ma la suaspiegazione è molto affascinante: l’uomo che vive oggi può cono-scere solo il suo passato, al quale guarda per imparare come affron-tare quel futuro che non può ancora vedere, aggiustando il tiro deisuoi desideri sulla Parola di Dio, per non mancare il bersaglio, la suastessa Vita. Proviamo a usare questa simbologia per leggere la Paroladella II^ Domenica di Quaresima, accogliendo l’invito ad uscire dauna esistenza in odor di morte per camminare verso una vita trasfi-gurata dal mistero pasquale, e contemplandovi la presenza e l’azionedi Dio. Il passato, di cui facciamo memoria per averne fatto espe-rienza, è narrato dalle parole di san Paolo a Timoteo: Dio ci ha sal-vati, ci ha chiamati, ci ha dato la sua grazia dall’eternità, in CristoGesù, il quale ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita. Il fu-turo, ciò che ci fa paura perché ci è ignoto, è una promessa uscita

dalla bocca di Dio, che mettele ali al cuore di Abramo: farò

di te una grande nazione, ti be-

nedirò, renderò grande il tuonome e sarai una benedizione.Il presente è il kairos, il luogoin cui, dentro una nube lumi-nosa, ci viene manifestato ilDio-che-salva: «Questi è il Fi-

glio mio, l’amato: in lui ho

posto il mio compiacimento.

Ascoltatelo». È Gesù che ciprende con sé, si fa contem-

plare nella sua gloria, poi ci si avvicina fino a toccarci e ci dona laParola necessaria, per riprendere il cammino: «Alzatevi, non temete».

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Essere padre oggi sull’esempio di san Giuseppe

150° DELL’UNITÀ D’ITALIA

La giornata di GIOVEDI’ 17 MARZOè stata dichiarata Festa Nazionale

per ricordare i 150 anni dell’unità d’Italia.

ALLE ORE 11.00, NELLA BASILICA CATTEDRALE MADONNA DELLA MARINA,IL VESCOVO PRESIEDE UNA SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA,

con lo scopo di pregare per il bene del nostro PaeseA questa Santa Messa sono invitati a partecipare tutti i fedeli, ed in modo particolare sono invitate tutte le diverse Realtà Ecclesiali.

Sarà molto gradita la presenza delle Autorità civili e militari della Diocesi.

Parrocchia S. Giuseppe S.B.T. - Sacra famiglia, Armando Marchegiani

Il Papa loda la “dignità” e il “coraggio”

dei giapponesi di fronte al terremotoEsorta quanti si impegnano “con encomiabile prontezza” a portare aiuto

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 13 marzo 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVIha riconosciuto questa domenica la “dignità” e il “coraggio” con cui i giapponesistanno affrontando la catastrofedel terremoto e del successivotsunami e ha incoraggiato leoperazioni di aiuto. In occasionedell’incontro domenicale perl’Angelus, il Papa ha confessatoche le immagini che si vedono intelevisione “ci hanno lasciatotutti fortemente impressionati”.“Desidero rinnovare la mia spi-rituale vicinanza alle care popo-lazioni di quel Paese, che condignità e coraggio stanno fa-cendo fronte alle conseguenze di tali calamità”, ha dichiarato il Pontefice rivolgendosiai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro in Vaticano. “Prego per le vittime e per i lorofamiliari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggioquanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rima-niamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!”, ha concluso, parlando dalla fine-stra del suo studio. Questa domenica, in tutte le chiese cattoliche del Giappone è statalanciata una campagna di solidarietà a favore delle vittime, come ha annunciato padreDaisuke Narui, direttore esecutivo di Caritas Giappone.

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Anno XXVIII

20 Marzo 2011

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Terremoto e tsunami sono per i cattolici “una sfida a testimoniare l’amore”

L’altro giorno il mio solito amicoex-operatore ecologico mi è venutoincontro con in mano un foglio zeppodi nomi, molti dei quali suoi ex-colle-ghi. Mi dice: “Tieni firma anche tu”.Chiedo spiegazione e lui mi rispondedi aver fondato un partito per le pros-sime amministrative con lo slogan“Una città più pulita”. Gli faccio no-tare che ha mille e più ragioni di pro-testare, perché nonostante gli sforzidegli Amministratori nella raccoltadei rifiuti, la città continua ad essere sporca peruna inveterata maleducazione dei cittadini. Ilmarchio elettorale da lui preparato, consistevain un cassonetto ed una scopa e al centro cam-peggiava il suo nome. Aggiunse di essere di-sposto a sostituire il suo nome con il mio seavessi accettato in forza del fatto che io sonoistruito e lui no. Me lo ha detto,però, con quellafine ironia di chi è convinto che non sono i libria dare la sapienza. Io di rimando gli faccio no-tare che per il posto che occupo in Curia nonmi posso schierare, ed aggiungo che solo allorasi accorgerebbero che i cattolici esistono anchecome elettori. E mi accuserebbero non col me-todo “dai all’untore”, ma con il metodo gene-ralizzato “dai alla Chiesa”. Tra un discorso el’altro lo convinco a desistere dal suo proposito,perché di soldi ce ne vogliono tanti e non credone abbia rastrellati a sufficienza con la ramazzada scopino. “Certamente, pensavo tra me, sefosse stato eletto poteva essere un Sindaco con-trocorrente, perché sarebbe stato capace di sof-fermarsi sulle piccole cose, che fanno scorreresenza tanti intoppi la vita quotidiana e cheavrebbe instaurato un’economia del rispar-mio”. A proposito dell’economia del risparmioe della presenza dei cattolici nella società. Conla ormai vieta separazione di religiosi e laici, igruppi che si sono appropriati con prepotenza

il diritto di essere gli unici rappresentanti dellacosiddetta laicità, pretendono di dettar leggecon iniziative che non solo ignorano, ma ad-dirittura contrastano con gli eventi religiosi.Nessuno, ad esempio, chiede di andare in pro-cessione, ma un minimo di rispetto verso lemigliaia che seguono salmodiando, è solo que-stione di educazione. La Quaresima è un pe-riodo di digiuno, elemosina e preghiera.Lasciamo stare a chi vuole preghiera e elemo-sina, ma un po’ di digiuno non solo di cibo, madi tutto questo frastuono di divertimenti, dichocolate, di carnevale etc, anche per un po’di rispetto nei confronti di noi cattolici che,grazie a Dio, siamo tanti ancora, ci starebbebene. Il Papa, ricevendo i Sindaci d’Italia hachiesto “che si tenga conto dei principi di di-ritto e della tradizione culturale e anche reli-giosa da cui trae origine la Nazione Italiana”.Il mio barbiere, col quale da ragazzi ci imbrat-tavamo di colla quando, da opposti partiti ci siincontrava ad appiccicare manifesti, mi hadetto: “È rimasta solo la Chiesa a parlarci dimoralità e di sacrificio”. Per dirlo lui che vienedal profondo rosso! Vediamo se tra i tanti can-didati Sindaci, c’è qualcuno che ha il coraggiodi chiedere sacrifici, senza promesse assurde,che sappia andare controcorrente.

Quintiliano

“La Chiesa giapponese risponderà alla tra-gedia dello terremoto e dello tsunami chehanno colpito il Nord del Giappone con lapreghiera e la solidarietà”. Lo dice all’Agen-zia Fides Mons. Marcellinus Daiji Tani, Ve-scovo di Saitama, una delle diocesimaggiormente colpite dal sisma. “I dannimaggiori si registrano a Sendai – nota il Ve-scovo – ma anche la mia diocesi di Saitama,poco più a Sud, è stata interessata, fortunata-mente senza registrare perdite umane. A pre-occuparci è soprattutto la situazione dellacentrale nucleare di Fukushima. Ma dovremofarci forza, con l’aiuto dello Spirito Santo.Domani, nelle Messe domenicali in tutta lanazione, ricorderemo le vittime, i feriti e glisfollati. Come comunità cristiana, saremopronti alla preghiera e alla solidarietà”. Il Ve-scovo rimarca: “Questo evento doloroso ci ri-corda che la vita è nelle mani di Dio e che èun dono di Dio. Inoltre sarà per tutti noi unasfida a mettere in pratica e testimoniare il comandamento dell’amore e della carità fra-terna, in questo tempo di Quaresima”.

(PA) (Agenzia Fides 12/3/2011)

Un Sindaco controcorrente

L’Unione europea dà il benservito al colonnello Gheddafi, nonostacolerebbe un intervento militare (purché realizzato in ac-cordo con Onu, Nato, Lega araba, Unione africana) per pro-teggere le popolazioni libiche, e promette aiuti ai paesi dellasponda sud del Mediterraneo. I 27 capi di Stato e di governoUe, riuniti l’11 marzo a Bruxelles, hanno finalmente dimostrato di ve-derci chiaro. Abbandonate le posizioni titubanti o addirittura conniventi,hanno messo nero su bianco il loro sostegno alla transizione, purché pa-cifica e democratica, del nord Africa. I contorni di quanto sta accadendonon sono chiari e nemmeno le prospettive future appaiono certe: ma ilnuovo corso della politica di vicinato verso sud è intrapresa. A Tripolicome al Cairo, passando per Tunisi o Rabat, si misuranotrasformazioni epocali, i cui esiti sono assolutamenteincerti. Ecco dunque la necessità di una linea chiara daparte della Comunità internazionale: e l’Ue sta cercandodi fare la sua parte. Scorrendo la dichiarazione finaledel summit brussellese si evidenziano alcuni passaggifondamentali. Il primo riguarda la Libia. “Le insurre-zioni democratiche stanno determinando cambiamentiradicali nei paesi limitrofi meridionali – vi si legge -,creando nuove speranze e l’opportunità di costruire ilfuturo sulla democrazia, sul pluralismo, lo stato di di-ritto, i diritti umani, la giustizia sociale”. Termini e realtàper nulla scontati in quella regione del mondo. Per ilConsiglio europeo, “i paesi della regione devono intra-prendere o accelerare le riforme politiche ed economiche” e l’Ue sosterràquesti delicati passaggi. Democrazia, pace e diritti sono pilastri portantidell’Europa comunitaria, che valgono – è questo il messaggio – sia al-l’interno del Vecchio continente sia oltre i suoi confini.Sempre a propo-sito della Libia i leader dell’Unione puntualizzano: “Il colonnelloGheddafi deve abbandonare il potere immediatamente. Il suo regime haperso ogni legittimità”. Si conferma il blocco dei beni del dittatore, siaccoglie favorevolmente la risoluzione 1970 del Consiglio di sicurezza

Onu con il rinvio della situazione libica alla Corte penale internazionale;allo stesso tempo si incoraggiano ruolo e azione del “Consiglio nazionaledi transizione provvisorio” con sede a Bengasi, ritenuto ora “un interlo-cutore politico”. In attesa di un vertice che riunisca Lega araba, Unioneafricana e Ue, si procederà con gli interventi umanitari verso le popola-zioni affamate, i rifugiati, i migranti. Su questo versante si aggiunge un

dato costruttivo: lo spirito di solidarietà che trovaforma verso i popoli nordafricani si applicherà ancheverso quei paesi Ue più esposti ai flussi migratori dimassa, con un’attenzione particolare (e sostegno con-creto) per Malta e Italia. Ulteriori elementi-chiave delConsiglio dell’11 marzo riguardano gli altri paesi delMediterraneo meridionale. Il Consiglio europeo ac-coglie “con particolare favore” l’annuncio del re delMarocco in merito “all’istituzione di un comitato con-sultivo per preparare una revisione della costituzioneda sottoporre all’approvazione del popolo”. Perquanto riguarda la Tunisia, il Consiglio Ue ritiene po-sitiva la convocazione delle elezioni per un’assembleacostituente previste per il prossimo 24 luglio. Per

l’Egitto si appoggiano la transizione democratica (tuttada verificare però) e la “tempestiva presentazione delle prime proposteintese a modificare la costituzione”. Infine un serio esame di coscienza:“Tenendo conto di quanto è accaduto, l’Unione europea è pronta a rive-dere le finalità dell’Unione per il Mediterraneo, con l’obiettivo di pro-muovere la democrazia e la stabilità nella regione”. Democrazia, stabilitàe pace passano anche dal riconoscimento dei propri errori.

Gianni Borsa - Bruxelles

Festa della donna

e nuovi servizi al Centro PrimaveraTaglio del nastro per la nuova barberia nel centro

di via Piemonte. Il sindaco Gaspari e l’assessore

Emili hanno salutato i 68 ospiti

Festa della donna anche al Centro Primavera di SanBenedetto. Martedì, piccola festa con il sindaco Ga-spari e l’assessore alle Politiche della città solidaleLoredana Emili, sia per la ricorrenza dell’8 marzo,sia per l’inaugurazione della barberia interna, sia in-fine per il martedì grasso. E a breve la struttura verràdotata di un montalettighe esterno, sul lato sud del-l’edificio.La barberia è un nuovo servizio che migliora l’ac-coglienza del centro di via Piemonte. I lavori si sonoconclusi da poco, per una spesa di circa 15 mila euro da parte del Comune. All’interno cisono tre postazioni per donna e una per uomo.Nel clima di allegria per la festa della donna, le autorità hanno salutato i 68 ospiti (di cui 27a residenza protetta, per le persone meno autonome) e consegnato loro vasetti di fiori. La bar-beria è il più recente intervento migliorativo all’interno del centro, dopo quelli effettuati negliultimi due anni, ovvero l’acquisto di 27 letti a doppio snodo (quelli sostituiti sono stati con-segnati alla Protezione Civile per eventuali necessità) e di nuove poltroncine per l’area ri-creativa. Tutti questi interventi, montalettighe compreso, hanno comportato una spesa di circa500 mila euro, 150 dei quali a carico della Regione Marche.Alla cerimonia erano presenti anche il consigliere regionale Paolo Perazzoli (che da sindacodi San Benedetto aveva inaugurato il Centro Primavera), la direttrice Rossella Moretti, Gio-acchino Fiscaletti coordinatore del “Disco Verde” (ovvero le attività aperte anche a personenon residenti nella struttura), i funzionari del settore Servizi alla persona del Comune, a partiredal dirigente Pietro D’Angeli e dalla direttrice Simona Marconi.Il sindaco e l’assessore Emili hanno salutato gli ospiti, sottolineando la cura e l’attenzione

sempre riservate al Centro Primavera sindalla sua inaugurazione, e il giusto orgo-glio per il suo funzionamento, al punto chemolti ospiti della città vengono invitati avisitarlo, per esempio Giorgio Panarielloo i Righeira. «Ci teniamo anche perchépensiamo al nostro futuro», ha scherzatoil sindaco Gaspari «Quando toccherà a noivivere in questo centro, è bene che esso ciaccolga con tutti i confort necessari!».

UE E LIBIALa misura è colma“Il colonnello deve abbandonareil potere immediatamente”

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3Anno XXVIII

20 Marzo 2011 PAG

I cattolici vogliono tornare a fare politica Presentato il Documento conclusivo della Settimanasociale di Reggio Calabria

“Un cammino che continua”: è questo nonsolo il titolo ma anche il senso del Docu-mento conclusivo della 46ma Settimana so-ciale dei cattolici italiani di Reggio Calabriapresentato questo venerdì a Roma allastampa. Obiettivo del documento, infatti, haspiegato mons. Arrigo Miglio, vescovo diIvrea e presidente del Comitato scientifico edorganizzatore delle Settimane sociali è “allar-gare ulteriormente la riflessione compiuta aReggio Calabria, così come nel cammino pre-paratorio, sull’impegno concreto della Chiesaper il bene comune”. Il coinvolgimento dicentinaia di delegati delle diocesi italiane e diassociazioni e movimenti laicali rappresentaallora non solo “un elemento caratterizzante

l’assise di Reggio Calabria” ma anche “unmetodo di discernimento comunitario affi-dato alle chiese locali perché facciano altret-tanto”. “Su questa strada – ha concordatoEdoardo Patriarca, consigliere del Cnel e se-gretario del Comitato scientifico e organizza-tore delle Settimane sociali – si stanno giàmuovendo numerose diocesi ed associazioniche stanno avviando esperienze di ‘laboratoriper il bene comune’”. “E’ emerso con grandeconvinzione – ha affermato Patriarca rispon-dendo a una domanda di ZENIT su qualisiano oggi alcuni degli orientamenti condivisidai cattolici italiani – il desiderio di tornare afare politica”. Non “un popolo di Dio riottosoe titubante”, ha assicurato Patriarca, ha ac-colto l’invito di Benedetto XVI per unanuova generazione di politici cattolici ma, alcontrario, “un laicato che esprime una con-vinzione davvero condivisa a recuperare lavocazione alla politica”, e capace di “usciredalla paura di scelte plurali”. Grande concor-

danza c’è, in merito all’educare – uno dei 5ambiti di riflessione dei lavori di Reggio Ca-labria - sull’attenzione da dare al “mondodegli adulti e al sostegno della funzione edu-cante di genitori e docenti”. Un’altra idea lar-gamente condivisa dai cattolici presenti allaSettimana sociale dello scorso ottobre è che“il Paese per tornare a crescere deve investiresulla vocazione imprenditoriale”. Superatauna certa visione degli scorsi decenni che“identificava nell’impresa un luogo di dise-guaglianze” va invece accolta “la lezionedella Caritas in veritate che vede nell’im-presa un soggetto del bene comune”. Senzadimenticare, infatti “le ragioni del lavoro, vasottolineato che il lavoro stesso si difende in-

ventandolo e co-struendolo insieme”.Va, infine sottoli-neata, la questionedell’immigrazione.“A Reggio Calabria– ha affermato Pa-triarca – sonoemerse entrambe lelinee dell’acco-glienza e del ‘reali-smo’ che chiede dipredisporre dellecondizioni per lastessa accoglienza,ma c’è concordanzasull’idea del ricono-

scimento dei diritti di cittadinanza”. In meritoè emersa “una grande maturità e consapevo-lezza che farà bene al Paese”. Trasversale atutte le questioni è, secondo Patriarca, “la ri-levanza della questione antropologica intesacome premura prioritaria verso la persona ela famiglia”. Il testo conclusivo della Setti-mana sociale – ha sottolineato Franco Pa-squali, segretario generale di Coldiretti emembro del Comitato scientifico e organiz-zatore – è un documento di prospettiva chenon intende rispondere, anche per il suo arti-colato iter preparatorio, a delle contingenzeimmediate ma offrire delle chiavi di letturadella realtà del nostro Paese”. Fondamentale,in questa prospettiva è “la sottolineatura delconcetto di bene comune affidato non solo aisoggetti istituzionali ma a tutti i soggetti dellasocietà civile per una rinnovata partecipa-zione alla vita dei territori nei quali vivono”.

di Chiara santomiero (Zenit)

È una delle cose più belle che ci sia capitato di leggere negli ul-timi tempi. Il testamento spirituale del ministro per le Minoranzedel Pakistan, il cattolico Shahbaz Bhatti, assassinato il 2 marzoscorso a Islamabad. Il profondo desiderio di quest`uomo è che siano le sue azioni quotidianea testimoniare la fede in Gesù Cristo.«Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre,casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, chehanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare pro-fonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amoredi Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cuiversavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevosolo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per lasalvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostrifratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosie dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi è stato richiesto di porre fine allamia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia rispostaè sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio soloun posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per

EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO

CEI- Orientamenti Pastorali

Cap. III - Educare, cammino di relazione e di fiducia (pp. 25-36)

Risvegliare il desiderio del vero, del bello

e del buonoDALLA DOmANDA DI SENSO

AL CORAGGIO DI PROPORREUna delle grandi contraddizioni del nostro tempo è la sete assolutadi relazioni e la loro sostanziale rarefazione. La moltiplicazionedelle relazioni virtuali, vedi l’autentica esplosione dei social network,sta lì a dimostrare, in tutta la sua evidenza, come gli uomini e le donnedi oggi patiscano una straordinaria povertà di relazioni autentiche. Sipotrebbe indagare a lungo e in profondità su questa dimensione della post-modernità che cispinge a metterci in vetrina, ma a faticare nel costruire relazioni vere, durature e significative.Certo, può venirci in soccorso Zygmunt Baumann, con la sua parabola della “società liquida”,ma può bastare ai credenti un’analisi pur intrigante, per spiegare il rischio di un fallimento edu-cativo? Se intere generazioni sembrano condannate all’estraneità e alla superficialità, sarà im-portante riflettere su cosa ci sia davvero accaduto in questi ultimi decenni, ma è altrettantodecisivo iniziare a ricostruire i pilastri della relazione educativa per riprendere un cammino pernoi sempre più faticoso, proprio perché non riusciamo nemmeno a fare il primo passo. Quellodecisivo. Il primo pilastro della relazione educativa è quello legato alla dimensione della scopertadel vero, autentico desiderio che sta lì acquattato nel profondo del nostro io. E’ la grande do-manda di senso sulla vita che da troppo tempo, soprattutto per un malinteso rispetto umano,non si ha più il coraggio di porre né a se stessi né a chi ci è stato affidato per crescere. Sta qui,in questo corto circuito della cultura contemporanea, la radice dell’assenza di una domanda fon-damentale. L’unica che può aprire la porta al desiderio del bello, del buono e del vero. E’ troppo

facile aggrapparsi al bello, al buono e al vero cosìcome superficialmente oggi si offrono a noi, nellanostra immensa pigrizia intellettuale e scadentepovertà emotiva. Le forme del mondo come lo co-nosciamo possono certo aiutarci ad aprire gli oriz-zonti e ad alzare lo sguardo, ma non bastano aspingerci a scavare dentro di noi. Piuttosto ci spin-gono sempre più fuori di noi. La stessa fruizioneossessiva, superficiale e velocissima di ogni tipodi bene, anche immateriale, toglie spessore al-l’esperienza e ne rende difficile persino la comu-

nicazione. Figuriamoci la ricerca di una risposta autenticamente umana alla domanda di senso.Ecco, allora, la necessità di riprendere il percorso da una domanda essenziale: cosa cerchiamo?cosa cercate? Non c’è relazione educativa se tutti i soggetti coinvolti non riescono a dare rispostaa questi interrogativi. Per chi vive in un orizzonte di fede, le risposte vanno ricercate nella pro-posta coraggiosa e totale che ci ha fatto il nostro Maestro, ma sappiamo che esse vanno comun-que ricercate da tutti. Non saremmo credibili se restringessimo la sfida educativa alle relazioni,pur fondamentali, interecclesiali e comunitarie. Sappiamo troppo bene che l’emergenza educa-tiva ha scavato in profondità nel cuore della nostra società e che a tutti noi tocca un’opera di ri-costruzione paziente e generosa dell’umano. Partendo da una certezza assoluta che vale perogni relazione: educare senza amare è un’impresa pressoché impossibile. Ma se ci pensate bene,è proprio questa la sfida lanciata dalla moderna razionalità: sottrarre amore e lasciare il campodella relazione umana in balìa del libero gioco dei rapporti di forza. Il nostro dire che senzaamore non si può educare non è il tic delle anime belle. E’ il frutto di una coscienza mondatadal peccato e dalla superbia. Una coscienza alla quale non deve mai mancare il coraggio dellaproposta. E quest’ultima dimensione ci accomuna a tutti i cittadini, genitori e insegnanti, a pre-scindere dalla fede, dai valori di riferimento e dalle radici culturali. E’ ciò che ci unisce nellaresponsabilità educativa: non si può educare se non si ha il coraggio di proporre.

Domenico Delle Foglie (PiùVoce)

Lunedì 21 marzoOre 20.45 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

Assemblea Sinodale

Martedì 22 marzoOre 10.00 Pesaro - Comboniani:

Commissione Missionaria Regionale

Mercoledì 23 marzoOre 09.30 S. Benedetto Tr.

R.S.A. S. Giuseppe: S. Messa

Giovedì 24 marzoOre 10.00 S. Benedetto Tr. - Parrocchia

S. Antonio - Catecumenion: Incontro con S.E. Mons. Mariano Crociata

Incontri Pastorali del Vescovod u r A n T E l A s E T T I m A n A 20-27 Marzo 2011

Le ultime parole di Shahbaz Bhattiprima di essere ucciso a Islamabad

PAKISTAN, “SERVIRE GESU`”TESTAMENTO DEL MINISTRO

me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che miconsidererei privilegiato qualora - in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisog-nosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan - Gesù volesse accettare il sacrificiodella mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcunapaura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imp-rigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia.Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesùe questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri».

Giulia Galeotti (PiùVoce)

Page 4: SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO ...€¦ · SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO ... avendo davanti a sé il passato

l’ultimo posto: è la sfida lasciataci da Gesù prima di moriremediante l’esempio della lavanda dei piedi. Il servizio è unmodo di essere, prima che una attività da compiere: questa puòrisultare facile e gratificante, quello invece è imitazione impe-gnativa e vera di Cristo. Ed infine, la chiamata ad accorgersidelle nuove periferie, sapendo ascoltare le persone, con pa-zienza e con amore, confortando e se occorre donando per-dono, quello nostro e soprattutto quello del Signore. Sì,perdonando. Noi siamo i ministri del perdono, gli unici ministridel perdono da parte di Dio. Solo ai sacerdoti è stato dato que-sto insperato e misterioso ministero: perdonare nel nome delSignore.L’umanità ha enormemente bisogno di essere perdo-nata, perché siamo una umanità peccatrice. Il desiderio più au-tentico di ogni persona è quello di poter confidare a qualcunoi segreti che la tormentano, sentendosi rispondere: “Non è que-sta la parte migliore di te, ma Gesù ti ama lo stesso e ti perdona.Va’ e non peccare più!”. In questo tempo di Quaresima con-fessiamoci di frequente e mettiamoci disponibili a confessaresempre. Chiedete ai vostri giovani, specialmente a quelli piùvicini e sensibili, di confessarsi spesso. Per alcuni più preparatie più bisognosi curate la lorodirezione spirituale in ma-niera regolare ed esigente.Proponete momenti di Ritirospirituale, da accogliere inmodo serio e da vivere anchecon il silenzio esteriore. Edando il vostro esempio sug-gerite la preghiera personaledavanti al Tabernacolo: que-sto fa certamente del bene.

4 Anno XXVIII

20 Marzo 2011PAG

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Tempo di Sinodo

Dodicesima

Assemblea

Tredicesima Assemblea introduce P. Eugenio Cavallari

Il sacerdozio e la vita consacrata: molti gli interventi nell’assemblea sinodale

Lunedì 7 marzo numerosissimi gli interventi sul sacerdozio esulla vita consacrata suscitati dalle relazioni di P. Gabriele Lupie di don Vincenzo Catani. L’assemblea si è difatti prolungataoltre il previsto e nonostante tutto non si è avuto il tempo di dare la parola a tutti coloro cheavevano fatto richiesta di intervento. Moltissime mozioni, come era prevedibile, sono stateproposte da sacerdoti e da consacrati, ma anche alcuni laici hanno chiesto di poter intervenire.Negli interventi è stata data molta importanza alla comunione presbiterale, alla formazionedei presbiteri e dei seminaristi, all’attenzione e alla cura verso i preti anziani, alla necessitàdi mettersi a servizio da parte dei sacerdoti, alla funzione del Consiglio Presbiterale. Le mo-zioni, comprese quelle che non sono state lette durante l’assemblea, verranno illustrate emesse al voto nell’incontro di lunedì 14 marzo. Giada

Sesto laboratorio Le scelte della vita: Il sacerdozio ministeriale

e la vita consacrata

Cristo giudice (matteo 25, 31-40).

Cristo, profeta terribile dellasua vita perché signore diogni sua azione, preannunciain diverse occasioni la suaultima volontà, sia in ordinealla propria vita, morte e ri-surrezione sia in ordine allanostra vita, morte e risurre-zione. Non ci ha svelato sol-

tanto l’ora della nostra morte perché era deltutto inutile, anzi, era parola dannosissima inquanto avrebbe ucciso la nostra libertà e re-sponsabilità di fronte alla vita. Però ci ha dettopraticamente tutto sul dopo-vita: la risurre-zione dei corpi, il giudizio finale, la destina-zione eterna in Dio o senza Dio. Uno scenarioinconsueto, quello del giudizio, descritto daMatteo. Praticamente il Paradiso si svuota etutti gli angeli si fanno intorno al Figlio del-l’uomo, il giudice supremo dei vivi e deimorti, per mandato del Padre. Il giudizio si ce-lebra alle soglie del Paradiso e di fronte a tuttal’umanità: Adamo ed Eva in testa, e fino al-l’ultimo essere vivente. Gesù descrive anchelo svolgimento della brevissima e solennis-sima udienza definitiva. Il giudizio sarà un‘fatto del cuore’ perché saremo giudicati sul-l’amore. Quell’amore vero che include tutto etutti, perché porta Dio a identificarsi conl’uomo e l’uomo con Dio: Avevo fame e mi

avete dato da mangiare, con quel che segue.Ma, quando mai, Signore, ti abbiamo visto af-

famato?...Ogni volta che avete fatto queste

cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, lo

avete fatto a me (ivi 39-40). Certo, basta unsolo fratello perché Lui è in ciascuno di noi, etutti noi siamo uno solo in Lui. E anche senzaaccorgerci di lui, l’amore inevitabilmente èLui. A questo punto, seguendo Origene e altriPadri, possiamo leggere la parola di Dio in unmodo intimissimo e mistico: Cristo è vera-mente affamato e assetato di noi, Cristo è nudoe ha freddo se il nostro cuore è senza pietà ecalore umano, Cristo è veramente forestiero eramingo se è ignorato e trascurato da noi, Cri-sto è malato se noi siamo malati nel vizio, Cri-sto è in carcere se noi siamo schiavi del male.Le opere di misericordia portano con sé i con-notati stessi del bene: per questo l’uomo chele compie è chiamato benedetto; mentre chi lerifiuta è chiamato maledetto. La differenza frale due situazioni ce la spiega splendidamenteS. Giovanni Crisostomo: ‘Di quanto onore ebeatitudine sono colme queste parole! Gesùnon ha detto: prendete, ma ricevete in eredità,come se fossero beni propri, paterni, vostri, avoi dovuti fin dal principio. Prima che voi na-sceste, questi beni erano stati preparati e messia disposizione per voi, perché sapevo che voivi sareste comportati così. Agli altri invecedice: Andate via da me, maledetti, non dalPadre, perché non è stato lui a maledirvi, male vostre opere, al fuoco eterno preparato per

il diavolo e i suoi angeli. Io infatti ho preparatoper voi il regno, non ho preparato il fuoco pervoi, ma per il diavolo e i suoi angeli; poichéperò vi siete gettati dentro di esso, datene lacolpa a voi’ (Omelia 79, 2).

Il rito che stiamo per celebrare è austero ed esigente, il tempo della Quaresima che iniziamo èda sempre un momento favorevole per il rinnovamento della vita. Mi chiedo che cosa venga ri-chiesto in modo particolare a noi, ministri del Signore nella sua santa Chiesa e come rendere mi-

gliore e più efficace il nostro ministero. Sono chiari i tre impegniben ricordati dal vangelo di Matteo: digiuno, elemosina, pre-ghiera. E’ chiaro anche il messaggio che il rito delle ceneri cioffre, reso ancora più eloquente con le parole: “Convertitevi ecredete al Vangelo” e “Ricordati che sei polvere ed in polvere ri-tornerai”. Mentre vi invito a non trascurare questo linguaggiodella Liturgia, sempre suggestivo ed anche tanto affascinante,vorrei fermarmi un momento con voi su un altro aspetto. Allavoce “Anno” un simpatico “Dizionario del diavolo” dell’ameri-cano Ambrose Bierce recitava: “Anno: periodo fatto di 365 de-lusioni”. Il chiaro pessimismo può venire attutito solo dalla volutaironia, anche se la definizione rimane ben triste e priva di spe-ranza. E noi, alla voce “Quaresima” che cosa potremmo leggere?“Periodo fatto di 40 giorni vuoti? Inutili? Stucchevoli? Insigni-ficanti? Periodo di un passato religioso ormai privo di valore?Tempo liturgico che non dice più nulla?”. Oppure altro? Certa-mente altro! Ma che cosa d’altro? Non pensiamo ad altri in que-sto momento, ma a noi stessi. Dipende da noi e solo da noiriempire questi 40 giorni in maniera significativa, utile, costrut-tiva. Come? Con che cosa? Per chi?…Vorrei qui richiamare quelle nuove chiamate, che ci siamo sen-titi dire la settimana scorsa al nostro Sinodo e che sono state ri-prese anche l’altra sera. La nuova chiamata alla preghiera... la

nuova chiamata alla comu-nione tra noi: abbattendo co-raggiosamente i nostripregiudizi, ricerchiamo sin-ceramente momenti di cor-diale incontro e didisinteressata collaborazionecon chi ci sta accanto. Lanuova chiamata ad entrare informazione permanente... lanuova chiamata per essere al-

Mercoledì delle Ceneri Dall’omelia

del Vescovo

Le nuove chiamate dellavita sacerdotale

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5Anno XXVIII

20 Marzo 2011 PAG

PAROLA DEL SIGNORESECONDA DI QUARESIMA A

Dal vAnGELO secondo MATTEO

“La trasfigurazione” (vAnGELO DI MATTEO 17,1-9)

La Trasfigurazione é un segnale forte, all’interno del nostro cammino quaresimale, Gesùci offre una testimonianza diretta della sua figliolanza divina, del suo essere l’eletto delPadre. Egli si dirige sul monte a pregare, come sempre egli si apparta per poter stare dasolo con il Padre nella preghiera e nel colloquio. Stavolta porta con sé i discepoli a Luipiù vicini, Pietro, Giacomo e Giovanni. All’improvviso accade un fatto straordinario, ap-paiono due tra i più grandi uomini della Vecchia Alleanza, Mosé ed Elia, ed essi si fer-mano a parlare con Gesù. I due rappresentano la Legge (Mosé) e i profeti (Elia), come atestimoniare che: Gesù ricapitola in sé tutto l’Antico Testamento, Gesù é l’ erede direttodi tutta la tradizione religiosa ebraica, Gesù é il Cristo, il Messia, il figlio di Dio. Tantoè vero che Pietro trovandosi così bene in quella situazione, non vorrebbe andarsene più,e si offre di preparare il campo per la notte, ma ben presto questo momento di grande letizia avràtermine e tutti torneranno alla vita di tutti i giorni, alle difficoltà e alle prove che li attendono. Uninsegnamento importante, direi fondamentale che ci viene da questo brano é il consiglio - comandoespresso da Dio Padre: “QUESTI é L’ELETTO: ASCOLTATELO.” La Parola di Dio, Gesù Cristo,é l’unico Maestro che dobbiamo ascoltare. Parola che ci viene tramandata per scritto e per inse-

Valtesino Parrocchia madonna di Fatima

LO SPIRITO SANTO ED I SUOI DONIIl nostro Gruppo di Catechesi “Vitamina C”, della Parrocchia Madonna di Fatima”, continuail suo cammino verso il Sacramento della Confermazione con la guida del nostro ParrocoPadre Luis e del nostro catechista Alessio.In questo nostro cammino di preparazione ci siamotrovati ad analizzare e ad imparare a conoscere i sette doni dello Spirito Santo. Ed è proprioa questo punto che il nostro catechista ci ha fatto una proposta davvero strana. Ci ha chiesto,infatti, di scegliere uno dei sette doni e di essere noi stessi a documentarci, ad informarci, in-somma ad organizzarci servendoci di qualsiasi mezzo a nostra disposizione (libri, internet,ecc.) per spiegare poi agli altri ragazzi del Gruppo il significato del dono prescelto.Questaproposta ci ha proprio spiazzati. Ma come potevamo essere in grado noi di spiegare agli altriil significato dei doni dello Spirito Santo? Non ci siamo persi d’animo e ci siamo rimboccatile maniche. Internet ci è stata molto di aiuto ma gran parte del lavoro l’ha fatta la nostra fan-tasia.Alla fine siamo riusciti ad eseguire una ricerca davvero approfondita sui sette doni delloSpirito Santo e sul significato che essi hanno nella Chiesa e soprattutto sul significato cheessi possono assumere nella nostra vita. Il risultato della nostra ricerca è stato che:

LA SAPIENZA è il dono che ci permettere di riconoscere la luce di Dio nella vita di ognigiorno, come una lampada. Ci permette di riconoscere tra gli avvenimenti della Storial’impronta dello Spirito che ci guida verso Dio.

L’INTELLETTO è il dono che aiuta a capire l’amoroso disegno di Dio sull’uomo, sul creatoed a comprendere, interpretare profeticamente gli avvenimenti presenti e futuri. Permettedi andare fino in fondo alle cose, a vedere oltre le apparenze.

IL CONSIGLIO è il dono che ispira scelte conformi alla volontà di Dio e aiuta a risolvere iproblemi della nostra vita, mettendoci in piena sintonia con il Padre facendoci vivere se-condo la sua volontà.

LA FORTEZZA è il dono del coraggio di essere cristiani per testimoniare Gesù con tuttonoi stessi, per resistere nel momento della prova e del dolore, per non tirarci indietro difronte a chi è nel bisogno.

LA SCIENZA è il dono della luce per vedere nelle cose e nelle persone la bellezza e la po-tenza di Dio, la capacità di conoscere il mondo, senza dominarlo, riconoscendo Dio comecreatore per arrivare a riconoscere la presenza di Dio nella storia.

LA PIETÀ è il dono che ci rende consapevoli del nostro essere creature di Dio. Questo dono,infatti, non deve essere inteso come compassione o avere pena ma come “amore dei figliverso il Padre”.

IL TIMORE DI DIO è il dono che ci rende consapevoli della grandezza, della dignità e dellasobrietà di Dio. Avere timore di Dio significa, infatti, averne rispetto e comprendere cheEgli è la somma ed il fondamento dei valori (Giustizia, Bontà, Verità, Amore).

Di questa singolare esperienza dobbiamo ringraziare il nostro catechista Alessio che, inquesto modo, chi ha fatto comprendere, attraverso la catechesi, che l’esistenza non è unafacile nuotata di pochi metri ma una straordinaria navigazione in mare aperto e che, per ap-prodare a nuove terre, occorre saggezza, non furbizia. In poche parole abbiamo bisogno diquei doni che solo lo Spirito Santo può darci. A cura del Gruppo di Catechesi “Vitamina C”

Nella nostra lettura di Matteosiamo arrivati al celebre “Di-scorso della montagna” (Mt cc.5-7), indirizzato da Gesù ai suoidiscepoli e alle folle numeroseche avevano incominciate a se-guirlo. Le Beatitudini, chefanno da introduzione a tale Di-scorso, sono giunte a noi sia inMt 5,3-12 che in Lc 6,20-26, econ diversità rilevanti. Questa

“concordia discorde” ci richiederebbe di rico-struire le tre fasi principali della trasmissionedell’Evangelo, che noi presentammo a suotempo (puntata n. 4): Quindi, Gesù, che pronun-cia le Beatitudini; la tradizione apostolica chele trasmette con forti varianti; la redazione diMt e Lc con le rispettive aggiunte. In questasede non possiamo seguire una tale metodolo-gia, che, del resto, il benedettino Jacques Du-pont ha già fatto, con un’opera in tre volumi dicomplessive duemila trecento sessanta pagine(cm 12x19)! Ecco il testo delle due redazioni.

1. La redazione di Luca. IntroduceQuesto evangelista ha un discorso parallelo aquello di Matteo, ma ambientato “in un luogopianeggiante” (Lc 6,17) e non sulla montagna,preceduto, comein Matteo, dallebeatitudini, cheperò sono quat-tro e non ottocome in Mt e se-guite da quattro“guai”.

Ed egli, al-

zàti gli occhi

verso i suoi di-

scepoli, diceva:

“Beati voi, po-

veri, / perché vostro è il regno di Dio. - 21Beati

voi, che ora avete fame, / perché sarete saziati.

- Beati voi, che ora piangete, / perché riderete.

- 22 Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e

quando vi metteranno al bando e vi insulte-

ranno e disprezzeranno il vostro nome come in-

fame, a causa del Figlio dell’uomo. 23

Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché,

ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.

Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con

i profeti. — 24 Ma guai a voi, ricchi, / perché

avete già ricevuto la vostra consolazione. - 25

Guai a voi, che ora siete sazi, / perché avrete

fame. - Guai a voi, che ora ridete, / perché sa-

rete nel dolore e piangerete. – 26 Guai, quando

tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso

modo infatti agivano i loro padri con i falsi pro-

feti” (Lc 6,20-26).Destinatari diretti delle beatitudini-

guai sono i discepoli. Le quattro beatitudini ri-

guardano ipoveri, gli affamati, i piangenti, i per-seguitati; i “guai” hanno una contrapposizionecosì precisa con le beatitudini tanto da far pen-sare che sia stato Luca a formularle.

2. La redazione di matteo. Si rivolge diret-tamente ai discepoli e alle folle (cf 5,1-2; 8,1).“ Beati i poveri in spirito, / perché di essi è il

regno dei cieli. - 4 Beati quelli che sono nel

pianto, / perché saranno consolati. 5 Beati i

miti, / perché avranno in eredità la terra. - 6

Beati quelli che hanno fame e sete della giusti-

zia, / perché saranno saziati. - 7 Beati i miseri-

cordiosi, / perché troveranno misericordia. - 8

Beati i puri di cuore, / perché vedranno Dio. -9 Beati gli operatori di pace, / perché saranno

chiamati figli di Dio. - 10Beati i perseguitati per

la giustizia, / perché di essi è il regno dei cieli.

- 11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perse-

guiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di

male contro di voi per causa mia.- 12 Rallegra-

tevi ed esultate, perché grande è la vostra ri-

compensa nei cieli. Così infatti perseguitarono

i profeti che furono prima di voi” (Mt 5,3-12).Come si può rilevare sono quattro le

beatitudini che si hanno in Matteo e in Luca. Inproprio Matteo fa una presentazione catecheticadelle beatitudini, dicendo, per esempio: “Beati

i poveri in spirito”;“fame e sete di giusti-

zia”. Di conseguenzausa i verbi alla terzapersona. Suddivide lebeatitudini in duegruppi, di quattro piùquattro, mediante la pa-rola “giustizia” a luimolto cara. Infine, lebeatitudini sui miti esui misericordiosihanno tante corrispon-

denze nell’interno del suo Vangelo.3. Le beatitudini sulla bocca di Gesù.

Riguardano particolarmente coloro che hannobisogno dell’aiuto divino, come farebbe ogni reterreno: “Egli libererà il misero che invoca e il

povero che non trova aiuto. Abbia pietà del de-

bole e del misero salvi la vita dei miseri” (Sal72,12-13). E‘ questo il programma che Gesù hafatto suo alla luce di Is 61,1-3, testo da lui lettonella sinagoga di Nazaret: mandato ad annun-ciare il lieto messaggio ai poveri, a consolare gliafflitti, ecc. Per cui le quattro beatitudini in co-mune a Matteo e Luca stanno benissimo sullasua bocca. Ma anche le altre, in quanto conden-sano i successivi messaggi pronunciati da Gesùnel suo ministero successivo, sono da assegnarealla sua autorità e al suo insegnamento.

4. La persona di Gesù e il suo stile di vita,sono la spiegazione più elevata delle beatitudini.

[email protected]

Il Discorso della Montagna

16. LE BEATITUDINI SECONDO MATTEO

gnamento all’interno della Chiesa, il Popolo di Dio, come dire: La SacraScrittura e la Tradizione. Per esemplificazione possiamo dire che ogni cri-stiano per poter essere tale non può esimersi dal leggere la SACRA SCRIT-TURA per proprio conto, ma anche frequentare i corsi biblici nelle nostreparrocchie, ascoltare e riflettere attentamente sulla proclamazione e spie-gazione delle Letture Domenicali. Questo atteggiamento é essenziale nellavita di ogni discepolo di Cristo, perché solo così potremo conoscere la viada seguire per arrivare al Regno di Dio, alla terra promessa, perché Gesùé: la VIA, la VERITA’, la VITA. Chiediamo al Signore Gesù di aiutarci,soprattutto in questo tempo di quaresima, a scoprire o a riscoprire la bel-lezza della sua Parola, a trovare il tempo e a superare la pigrizia per leggeree meditare la Sacra Scrittura da soli, ma soprattutto all’interno delle nostrecomunità parrocchiali. riccardo

PILLOLE DI SAGGEZZA:

LA FEDE SI NUTRE DELLA COMPRENSIONE DELLA SCRITTURA

(TERTULLIANO)

IL SIGNORE E’ PRESENTE NELLA SUA PAROLA: E’ LUI CHE PARLA MENTRELEGGIAMO LA SACRA SCRITTURA NELLA CHIESA.

(VATICANO II)

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6 Anno XXVIII

20 Marzo 2011PAG

Udienza dell’ANCI in Vaticano

Ripensiamo le città mons. menichelli ai sindaci: sarei lieto di vedervi.

Chiamparino: realizzeremo un’opera in ricordo

di Papa Giovanni Paolo II

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP)

REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63039 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 Tel. 0735 579210

Fax 0735 594833 e-mail: [email protected]

C.C.p. n. 14590632, intestato Curia Vescovile - Causale l’AncoraImpaginazione e stampa: Linea Grafica - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

“Sono molto lieto e grato per l’opportunità chemi è data di salutarvi e ringraziarvi per il gene-roso servizio che offrite alla nostra comunitànazionale”. Ha esordito così, prima dell’arrivodel Pontefice, l’Arcivescovo di Ancona-Osimomons. Edoardo Menichelli di fronte ai sindacidel direttivo dell’ANCI ricevuti in udienza in

Vaticano dal SantoPadre BenedettoXVI. “Dal 3 all’11 set-tembre prossimo, -ha poi proseguitoL’Arcivescovo -verrà celebrato ilXXV CongressoEucaristico Nazio-nale nella Diocesidi Ancona –Osimo e nella suaMetropolia cheraccoglie le Dio-

cesi di Senigallia, Jesi, Fabriano e Loreto. Que-sto avvenimento ecclesiale coinvolge tutta laChiesa italiana e cade, per un singolare disegnodella Provvidenza, nei 150 anni dell’Unitàd’Italia e vuole essere un segno di profondo le-game e comunione che la Chiesa, da sempre,ha tessuto con la nostra amata nazione. Si pre-gherà e si rifletterà sul Sacramento centraledella vita cristiana, l’Eucaristica e lo si farà conun particolare sguardo su come l’Eucaristia il-

lumina e nutre la vita quotidiana. Di singolaresignificato, in rapporto al Vostro servizio, èl’approfondimento del rapporto tra l’Eucari-stica e la città dove abitano uomini e donne figlidi Dio e da Lui amati e tra loro fratelli. Cono-scendo la Vostra fatica amministrativa e le ac-cresciute difficoltà che popolano le Vostregiornate (quante richieste, quante povertà,quanti volti umani si rivolgono a Voi con fidu-ciosa e preoccupante attesa) voglio offrirviun’immagine Eu-caristica che faràaprire prospettivenuove e di spe-ranza: L’immaginedel banchetto. Dioha preparato perl’umanità, l’uni-versale banchettodel creato, affidan-dolo all’uomo ealla donna perchévi vivessero confraternità, nellagiustizia e legalità,nel rispetto dellostesso creato dacustodire, coltivaree riconsegnarenella consapevolezza di essere una comunità difigli e di fratelli. La legittimità di abitare ilcreato è l’essere Suoi figli e nel creato nessunoè straniero. C’è poi il banchetto Eucaristicodove Dio prepara il cibo che non perisce e cheda dignità plenaria all’uomo che lo desidera elo crede. C’è, infine, il banchetto della gloriadove Dio accoglierà i “servi buoni e fedeli”, co-loro cioè che lo hanno amato e riconosciuto nelvolto di fratelli e sorelle.”“ La settimana congressuale – ha infine sotto-lineato l’Arcivescovo Menichelli - prevede pervenerdì 9 settembre 2011, l’approfondimentodel tema “L’Eucaristia per la città”: mi piace-rebbe vedervi presenti perché sono convintoche la riflessione proposta offrirà la possibilitàdi ripensare le città volendole “edificare” comeluoghi di fraternità, di diritti riconosciuti, di do-veri condivisi; come luoghi dove nessuno sisente escluso e dove tutti si impegnano affinchéil tempo della nostra storia sia tempo vero,buono ed utile per l’uomo. Il miracolo dei 5pani e dei 2 pesci che il Vangelo ci racconta,oggi passa per le nostre mani e si fa gesto soli-dale che porta alla pace e dona dignità. Sareilieto proprio di vedervi.”

L’incontro del Papa

con gli amministratori locali d’ItaliaAnche “realta’ ecclesiali, quali le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti cattolicidi educazione e di assistenza” si collocano tra “le formazioni intermedie presenti nel territorioche svolgono attivita’ di rilevante utilita’ sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di so-cializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose”. Lo afferma Bene-detto XVI in un discorso rivolto all’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia, auspicandoche “tale preziosa attivita’ trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in ter-mini finanziari”. “A questo proposito - aggiunge il Papa - desidero ribadire che la Chiesa nondomanda privilegi, ma di poter svolgere liberamente la sua missione, come richiede un effet-tivo rispetto della liberta’ religiosa, che consente in Italia la collaborazione fra la comunita’civile e quella ecclesiale”. “Purtroppo - rileva Ratzinger - in altri Paesi le minoranze cristianesono spesso vittime di discriminazioni e di persecuzioni”. In proposito, scandisce il Ponteficerivolto ai sindaci presenti all’udienza, “desidero esprimere il mio apprezzamento per la mo-zione del 3 febbraio 2011, approvata all’unanimita’ dal vostro Consiglio Nazionale, con l’in-vito a sensibilizzare i Comuni aderenti all’Associazione nei confronti di tali fenomeni eriaffermando, allo stesso tempo, “il carattere innegabile della liberta’ religiosa quale fonda-mento della libera e pacifica convivenza tra i popoli”. Anche in Italia e in Europa vi e’ pero’

intolleranza verso i simboli della fede catto-lica e Benedetto XVI chiede che “si tengaconto dei principi di diritto e della tradizioneculturale e anche religiosa da cui trae originela Nazione italiana”. “Questa esigenza - os-serva il Papa rivolto ai membri dell’Anci - e’avvertita in modo particolare da voi che,come amministratori locali, siete piu’ vicinialla vita quotidiana della gente”. “Da voi - di-chiara Benedetto XVI - si richiede sempreuna speciale dedizione nel servizio pubblicoche rendete ai cittadini, per essere promotoridi collaborazione, di solidarieta’ e di uma-nita’”. “La storia - conclude Ratzinger rife-rendosi a quanto affermato nel suo saluto daSergio Chiamparino, sindaco di Torino e pre-sidente dell’Anci - ci ha lasciato l’esempio diSindaci che con il loro prestigio e il loro im-

pegno hanno segnato la vita delle comunita’: giustamente e’ stata ricordata la figura di GiorgioLa Pira, cristiano esemplare e amministratore pubblico stimato. Possa questa tradizione con-tinuare a portare frutto per il bene del Paese e dei suoi cittadini”. (Petrus)

Dal Rotary Club di San Benedetto del Tronto Nord una serata in favore della Misericordia di GrottammareVenerdì 04/03/2011 presso l’Ho-tel Parco dei Principi di Grottam-mare il Rotary Club di SanBenedetto del Tronto Nord ha or-ganizzato un Service in favoredella Misericordia di Grottam-mare, facendo dono ai ConfratelliVolontari, per la nuova Ambu-lanza Medicalizzata della Miseri-cordia una Pompa Infusione aSiringa, apparecchio elettromedi-cale che consente l’infusione en-dovenosa in un paziente difarmaci, a volte combinati, dosatie controllati elettronicamente. IlPresidente del Rotary Club di San Benedetto del Tronto Nord, Alceo Spinozzi, ha consegnato ai Con-fratelli della Misericordia questa importante e necessaria apparecchiatura. Il Presidente del Rotary hapresentato poi ai soci rotariani l’ospite della serata, ISRAEL DE VITO, Consigliere Nazionale delleMisericordie d’Italia e anche Rappresentante delle Misericordie dell’ Emilia Romagna, che ha intrat-tenuto la platea con una relazione su “I Giovani nel Volontariato e nelle Misericordie”. La sintesidella relazione è consistita nel ruolo fondamentale e insostituibile dei Giovani nel Volontariato, comevivaio di nuove energie, entusiasmo, valori e spirito umanitario. Presente nell’occasione una delega-zione di Confratelli Giovani della Misericordia di Grottammare, che hanno regalato alla platea deirotariani un breve momento di educazione al Primo Soccorso con un’ esecuzione del B.L.S.D. sottoforma di una simulazione di soccorso su un paziente in arresto cardio-respiratorio, attuando le manovrerianimatorie previste dal 118 per i Soccorritori Volontari. Grazie alla presenza e cortese disponibilitàdel Dott. Francesco Novelli, Responsabile della Potes 118 di San Benedetto del Tronto, i Confratellidella Misericordia svolgevano il soccorso simulato, mentre il Medico illustrava le manovre agli in-tervenuti.

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7Anno XXVIII

20 Marzo 2011 PAG

Con Giovanni possiamo dire che se ne vaun’altra parte dell’antica marineria, quellaformata da marinai che fin dall’infanzia assa-porarono le incertezze e le asperità di un la-voro sulle fragili lancette. Marinai scolpiti dalmare fonte di gioia e di dolore. Fu scritto cheil mare e il marinaio sono una cosa solo comeil contadino alla sua terra, da suscitare nostal-gia anche quando il tempo fiacca le forze e lemalattie costringono a fermarsi. Dell’Adria-tico Giovanni conosceva tutti i porti, le cor-renti, le insidie, gli improvvisi mutamenti e iluoghi dove la pesca era fruttuosa. E cometanti altri si portò lungo la costa africana, pro-vando anche le tristezze del sequestro. Congli incerti motopescherecci tentarono anchela pesca nell’Atlantico. Così lo ricordano isuoi familiari: “ Marito fedele, padre pieno diamore e di affetto, nonno tenerissimo ha de-dicato tutta la propria vita alla famiglia e allavoro in mare con passione, tenacia e corag-gio”. Ai tanti che hanno partecipato al dolore

dei familiari, ci uniamo anche noi del “l’An-cora” con la preghiera, perché la Madonnadella Marina, la Stella del mare,di cui tutti imarinai sono particolarmente devoti, lo ac-compagni in Paradiso. Affettuose condo-glianze a mamma Concetta, a don Federico eai familiari tutti.

Garibaldi

di Giulia Liburdi Giovanellidi Bruna mistichelli

Proprio in questi giorni mi è capitato tra le mani il libro “Garibaldi”regalatomi tanti anni fa dall’autrice, Giulia Liburdi Giovanelli.Donna colta e intelligente, urbinate di nascita, moglie dello storicoprofessor Enrico Liburdi, insegnante per vari anni nelle scuole ele-mentari di San Benedetto e medaglia d’oro d.P.I.,ha lasciato siaopere in prosa che in versi. Con una nuova curiosità e con la gioiaper averlo ritrovato, ho riletto il testo tutto d’un fiato, godendonele vicende storiche narrate, la freschezza delle vivide immagini ela scorrevolezza della forma. La figura di Garibaldi viene presen-tata con tutta la sua passionalità, il suo ardore nei sentimenti di li-bertà, fraternità, umanità, in un momento storico in cui questiideali erano quanto mai sentiti. Soffiava in quel periodo un vento libertario che attraversava tutta l’Eu-ropa e che portò in Italia quell’anelito di libertà, quel desiderio di indipendenza, quell’esigenza diUnità. Garibaldi non rimase indifferente al risveglio degli animi di tutti coloro che erano pronti a mo-rire per la libertà d’Italia e a Marsiglia incontrò Giuseppe Mazzini che da poco aveva fondato “LaGiovane Italia” e a lui promise di lottare per gli ideali di: uguaglianza, umanità, indipendenza e unità.La redenzione d’Italia era il sogno dei patrioti, ma i tempi non erano ancora maturi e ci vorranno an-cora tanti anni prima di arrivare alla realizzazione di quella che sembrava solo un’utopia. Così Gari-baldi fuggitivo in America combatté sempre per la libertà e l’indipendenza anche di quei popoli.Bellissime le pagine dell’incontro con Anita Riberas che l’eroe dei “due mondi” notò nel 1838 tra ungruppo di donne che erano sul molo del porto di Laguna. “Ne cercò la casa, la rivide, si compreseroe divenne sua sposa per la vita e per la morte”. Da allora la bella brasiliana, finché visse, stette semprevicino al suo amato Josè. Quando Garibaldi nel 1848 tornò in Italia acclamato da uomini, donne e ra-gazzi con l’aureola della gloria, anche Anita era lì a salutarlo per prima, lei, l’adorata sposa che il ma-rito aveva mandato qualche mese innanzi ad attenderlo nella casa della mamma Rosa insieme ai suoitre bambini, Menotti, Teresita e il piccolo Ricciotti. E l’autrice, con la sua sensibilità di donna, indugiasulla fine di Anita che malata volle seguire il marito fuggiasco. Febbricitante e riarsa dalla sete fupresa in braccio dal suo sposo che poco lontano dalla pineta di Ravenna la posò su un rustico letto dierbe. Prima di morire raccomandò a Josè i figli e poi spirò. Aveva appena 28 anni. Dopo insuccessi etraversie, sempre con in cuore il ricordo dell’amata sposa e l’ardore patriottico, arrivano le paginepiù intense e significative per la gloria dell’eroe nizzardo: l’impresa dei Mille. Qui la storia diventaquasi leggendaria: da Quarto a Marsala, da Marsala a Palermo prosegue vittoriosa la marcia di Gari-baldi e delle camicie rosse. L’entrata a Palermo sembra un miracolo e avviene in un’apoteosi di gloria.Così dice la scrittrice: “ La felice notizia si sparse. Le campane suonarono a festa. Il popolo corse in-contro ai liberatori acclamandoli e dando addosso alle truppe borboniche che continuavano qua e làun’accanita resistenza. Le stesse monache di Santa Rosalia, aggrappate alle inferriate delle finestredel Monastero, gridavano: Viva l’Italia !” Il libro, pubblicato nel 1961 nella ricorrenza del Primo Cen-tenario dell’Unità d’Italia dalla Casa Editrice “La Scuola” di Brescia, è rivolto un po’ a tutti, ma so-prattutto agli studenti delle scuole medie che trovano in esso un valido contributo per la conoscenzadella storia di un uom, artefice del Risorgimento, che è stato un mito, un eroe per i suoi ideali dilibertà, la sua passione nel realizzarli, senza la pretesa di alcun compenso. Egli, dopo aver dato il con-tributo maggiore per l’Unità d’Italia, si ritirerà a Caprera, nella sua amata isola dove morirà in soli-tudine e in povertà.

A Ripatransone, nella sala “Mons. Vincenzo Radicioni” di Piazza Con-divi, si è svolta l’assemblea ordinaria degli iscritti alla sezione. comunaledell’ A.V.I.S. (Associazione Volontari Italiani del Sangue), presenti, ov-viamente i membri del Consiglio - Direttivo, un discreto numero di do-natori, e, gradito ospite, il presidente provinciale Rag. Massimo Lauri.Dopo il saluto porto ai presenti dal presidente della sezione Decio Ma-rinelli, la nomina del segretario dell’assemblea Mariano Giannetti, l’as-semblea ha proceduto a nominare ed a ratificare la Commissione VerificaPoteri nelle persone di tre giovani iscritti, e precisamente: Giovanna Mar-chetti (presidente), Daniele Vagni e Massimo Grisostomi (membri). E’seguita la relazione del presidente della sezione Decio Marinelli, i cuipunti focali sono stati: l’informatizzazione dell’ ufficio della sede, grazie.all’ impegno e perizia di altri due giovani avisini, e precisamente StefanoFraticelli e Marco Capriotti; la verifica/ispezione del punto prelievi diRipatransone (presso il poliambulatorio specialistico) da parte del dipar-timento regionale di medicina trasfusionale; la partecipazione di alcunisoci a corsi di aggiornamento ed al torneo estivo di beach volley; la pros-sima collocazione nei luoghi pubblici più frequentati di poster promo-zionali in favore della donazione di sangue. Ha preso poi la parola il segretario della sezione MarianoGiannetti, che ha relazionato sull’attività trasfusionale 2010, come segue: totale donazioni di sanguetrecento (256 nel 2009); prelievi nel centro raccolta di Ripatransone, 70; nel centro trasfusionale diSan Benedetto del Tronto, 230; nuovi iscritti, 30, di cui 24 hanno già effettuato la prima donazione.Dopo la relazione fatta dall’amministratore Vito Verdecchia, l’assemblea ha approvato all’unanimitàil bilancio consuntivo del 2010 e quello preventivo per il 2011; ha nominato, per l’assemblea provincialedel 26 Marzo 2011, i delegati Giuliano Giangrossi (effettivo) e Stefano Fraticelli (supplente). Nel chiu-dere i lavori assembleari e nel salutare i partecipanti, il presidente Marinelli ha comunicato che il pranzosociale si terrà domenica 3 Aprile 2011, nel ristorante dell’hotel Romano.

Da Ripatransone a cura di A.G.

Sezione comunale AvIS:

incremento delle donazioni e di giovani iscritti

Il giorno 26 febbraio 2011 sono venuti amancare a distanza di poche ore, LucidiRosa, 85 e Rossi Secondo, 78. Rosa e Se-condo hanno vissuto 51 anni di matrimonio

sempre insieme, facendosi coraggio, nellasemplicità e nell’amore. Non avendo figli,Rosa si è dedicata interamente al marito, in-valido di guerra, finché la malattia non l’ha

costretta a rimanere a letto. Dopo alcunimesi trascorsi a letto, Rosa si è spentaserenamente. Secondo, si trovava inospedale già da una settimana e dopopoche ore dalla morte della moglie sì èspento anche lui. Come nella vita ter-rena sono stati sempre insieme, insiemeil Signore li ha chiamati a sé, nella vitaeterna. Con affetto i nipoti li ricordano. L’Ancora si unisce nel ricordo e nellapreghiera.

Rosa e Secondo: nemmeno la morte li ha separati.

Ricordiamo Giovanni Pompei, il padre di don Federico

La stagione concertistica sambenedettese puntasulla qualità degli spettacoli in cartellone.

La Stagione Concertistica del 2011, organizzata dalle tre associazioni musicali cittadine (Vivaldi,Schubert e Gioventù Musicale), ha preso il viasabato scorso, al Teatro Concordia con “Ilcarnevale degli animali” di Camille SaintSaens e “La favola di Mago Arcobaleno” diBenedetto Guidotti, testi di Urbanelli. Dueesecuzioni arricchite dal balletto di LuanaBondi Ciutti e dalla voce recitante di Piergior-gio Cinì. La prima, opera brillante scritta nel1886 per una festa privata in occasione delMartedì grasso, è composta da 14 brani, tuttimolto brevi, che si riferiscono ciascuno ad unanimale, dove non mancano riferimenti satirici e umoristici. Famoso quello del cigno. La seconda,del maestro Guidotti, eseguita in prima assoluta, fa incontrare i colori di Mago Arcobaleno, con isuoni dell’Orchestra. Dove i colori (dell’Arcobaleno) sono rappresentati dai tutù delle ballerine,mentre quelli sonori vengono eseguiti da strumenti a fiato, coagulando così l’armonia cromaticae sonora in una preziosa melodia, guidata dalla voce di Piergiorgio Cinì che ne sottolinea, di voltain volta, la ricca armonia. Questa favola racconta la poesia, la bellezza, l’armonia del creato,troppo spesso data per scontata se non addirittura ingrigita dall’inquinamento. Ma alla fine MagoArcobaleno sconfigge i non colori (il bianco e il nero) e riporta il sereno. Dedicato a tutte le fascedi età per il suo carattere didascalico, il Concerto ha tenuto desta l’attenzione del numeroso pub-blico, in gran parte composto da giovani studenti, che ha mostrato di gradire lo spettacolo applau-dendo calorosamente ad ogni apparizione. Ma il merito va soprattutto all’Orchestra e al suodirettore che hanno fornito, ancora una volta, uno spettacolo di alto livello professionale a dimo-strazione che il bello e il meglio si possono trovare proprio a casa nostra. Il secondo appuntamentosi è consumato al “Teatro Don Marino” di Porto D’Ascoli. L’Orchestrina popolare “Fleur Noir,ha eseguito musica popolare europea e dell’area del Mediterraneo, con particolare riguardo alleregioni italiane del meridione e ai ritmi di pizzica e taranta. Questi gli altri appuntamenti: 21Marzo al Concordia ascolteremo il violino di Sunny Tae, vincitore del Premio Postacchini 2010.Il 13 Aprile all’Auditorium “Tebaldini” il Trio Pro Arte e Musica ci farà ascoltare musiche diMozart, Beethoven e Mendelssohn. Il 21 Aprile si torna al Concordia con i Solisti e l’Orchestra.Verranno eseguiti brani di J. Haydn e F. Chopin. Due concerti dedicati al virtuosismo classico eromantico. La stagione si concluderà il 19 Maggio al Concordia con l’Orchestra d’archi “Inte-ramnia ensemble”, diretta dal maestro Federico Paci. E.Tì.

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Il segreto dellasua longevità:Voler bene e farSI Volerbene!

Da Grottammare - Parrocchia madonna della Speranza

8 Anno XXVIII

20 Marzo 2011PAG

Parrocchia San Benedetto Martire

Festa di San GiuseppeFesta del Papà

Carissimi Papà,in occasione della vostra festa, vi invitiamo a parteciparevenerdì 18 marzo alle ore 21.00

all’Incontro - confronto tra i Papà di ieri e i Papà di oggi… che si svolgerà presso il nostro salone parrocchiale.Sabato 19 marzo alle ore 19.00

alla celebrazione eucaristica presso il Monastero Santa Speranza (Ponterotto) e, subito dopo, alla Cena insieme in parrocchia.domenica 20 marzo durante tutte le messe, pregheremo per i Papà vivi e defunti.

San Giuseppe, vostro modello, vi benedica.

Vi aspettiamo, don romualdo e don Gian luca

Da San Benedetto del Tronto

Alla GMG in quasi 150, i giovani provenienti da 17 parrocchie della diocesiIntanto ci si prepara al 2° incontro di conoscenzae di preghiera con il nostro vescovo Gervasio,venerdi 18 marzo alle ore 21,00 presso la par-rocchia Madonna della Speranza di Grottam-marePronti all’emozione delle adunate infinite, dellemille bandiere sventolate, di un grande incontro,quello con Benedetto XVI, che arriva semprealla fine di una miriade di piccole esperienze, divolti, sguardi e testimonianze che rimangono poinella memoria, piccoli e grandi segni incrociatiovunque nelle piazze, nelle case o magari allafermata del metrò.150 iscritti. E’ anche questo la Giornata Mon-diale della Gioventù. Sono in 150 i giovani dellenostre parrocchie fino ad oggi iscritti all’edi-zione di quest’anno organizzata a Madrid; edaltri posti saranno disponibili ancora fino allafine di marzo per completare i quattro pullmanorganizzati alla Pastorale Giovanile per la setti-mana centrale che si terrà a Madrid dal 15 al 24agosto…

CONCORSO CANORO1a edizione “nOTE DI PRIMAvERA”E’ stato organizzato nella parrocchia Ma-donna della Speranza di Grottammare il 1°Concorso Canoro “Note di Primavera”aperto solo ai dilettanti. Ciò è il fruttodella mente diabolica del nostro parrocoDon Anselmo (dato che la notte non puòdormire ne pensa sempre una più del dia-volo). Le iscrizioni sono possibili dal 27febbraio al 3 aprile 2011. Gli “artisti” ver-ranno divisi in tre categorie: bambini dai6 agli 11 anni; giovanissimi dai 12 ai 18;senior per gli ultra 18enni. Vi potrannopartecipare uomini, donne, solisti, duo,gruppi vocali in grado di proporre braniediti. Questi ultimi dovranno rientrarenel genere ammesso dalla commissioneorganizzatrice ed essere presentatisenza trascurare la giusta decenza ri-guardo l’abbigliamento, adatto al luogodi svolgimento della finale. Si canteràdal vivo su base preregistrata. Appositeselezioni consentiranno la partecipa-zione alla finale per cinque concorrenti di ogni categoria. Le modalità di consegnadel modulo di iscrizione e degli allegati (curriculum/questionario e liberatoria) sonoesplicitamente indicate sul sito www.materspei.org ove è pubblicato anche il regola-mento del concorso. La finalissima, dove potrà votare anche il pubblico, si svolgerà inoccasione della “Festa di Primavera” presso la parrocchia Madonna della Speranza eprecisamente il 7 maggio 2011 alle ore 21.00. Se avete nel cuore questa passione èl’occasione giusta per farvi conoscere. Non perdete questa opportunità!!!

COMUNICATO DELLA CURIA

Giovedì 24 marzo, alle ore 10.00,nella Sala del Catecumenion,

presso la Parrocchia S. Antonio, a S. Benedetto del Tronto,

S.E. MONS. MARIANO CROCIATA

Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana

parlerà sul tema degli OrientamentiPastorali per il secondo decennio

“EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”

CARNEVALE IN PARROCCHIA

Quando si avvicina il carnevale, tra iragazzi si respira un’aria di fermentoed eccitazione. Ognuno cerca di tro-vare la maschera originale da indos-sare e non dice nulla ad altri per nonrovinare la sorpresa. C’è chi si arran-gia modificando qualche vecchio co-stume, chi lo compra perché ormaiquelli degli anni passati sono stati vistitroppe volte. Nella nostra parrocchia,Madonna della Speranza di Grottam-mare, di solito vengono organizzatedue feste: il sabato di carnevale per lemedie e le superiori mentre la dome-nica è destinata alle classi elementari. Quest’ultima, per la notevole affluenza, quindi carenza dispazio, si svolge in un complesso al di fuori di quello parrocchiale. Il divertimento in parrocchiaè uno degli obiettivi di noi educatori dei ragazzi più grandi, perché è una occasione per stare in-sieme al gruppo di catechismo al di fuori del cammino strettamente di fede. E’ evidente che latroppa libertà concessa fa tanto gola ai giovani di una certa età e, conseguentemente, è semprepiù difficile farli partecipare alle varie attività parrocchiali. Cerchiamo, con i nostri limiti, di farcapire loro che ci si può divertire anche nel sano ambiente parrocchiale, il quale non è fatto solodi preghiera, messa, catechismo ma è anche condividere momenti ed avvenimenti diversi. Ritengo

la festa sia ben riuscita e, leggendoi commenti su facebook, credo chesiano dello stesso parere anche iragazzi. Sono dell’avviso che chinon ama divertirsi per principiovive sempre le cose in manieranegativa, chi invece ama stare incompagnia si diverte con poco;gli è sufficiente stare con gli altri.Dopo questa frase storica… sa-luto tutti i partecipanti della seratadel 5 marzo.

Ciao dal vostro emo!!!