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Settanta anni di Rotary a Bologna 4 Un bel lampo al magnesio ed ecco immortalati i fondatori del Rotary Club di Bologna. Non credo che la trentina di gentiluomini, convenuti all'Hotel Baglioni, immaginasse che a distanza di 70 anni vi sarebbero stati, a Bologna, 7 Rotary Club e più di 500 rotariani. Forse avevano seguito una moda del tempo, trascinati o affascinati dal- l'imprenditorialità di un Pirelli, o più semplicemente volevano dimostrare la loro solidarietà ed ammirazione per quell'iniziativa partita dal conti- nente americano divenuto più vicino per merito del concittadino Marconi. Quel Rotary Club visse e prosperò per 12 anni prima di sciogliersi sponta- neamente incalzato dalle tendenze nazionalistiche allora nascenti. Fortunatamente il Rotary di quegli anni aveva messo delle buone radici e da quelle radici il nostro Club é risorto più rigoglioso che mai. Questo volumetto, prendendo lo spunto dalle manifestazioni celebrative del settantesimo anniversario del Club, si propone di comparare il passato con il presente tenendo d'occhio il futuro che si prospetta carico di tensioni ma anche di speranze. Oggi, infatti, stiamo assistendo – e partecipando attivamente – allo svi- luppo di una rete che sta avvolgendo il mondo, una "reticolazione" in gra- do di essere presente in ogni nazione con lo stesso linguaggio, le stesse mo- tivazioni e le stesse regole di comportamento. Se si associa l'organizzazione capillare del Rotary ai nuovi mezzi di azione e di comunicazione, da que- sto connubio sinergico potrebbe nascere una vera potenza mondiale in gra- do di indirizzare verso il bene le decisioni politiche dei governi locali. Basti guardare al nostro Club che, pur nelle sue modeste dimensioni, ha le competenze e le capacità per portare a compimento progetti anche di un certo impegno. Figuriamoci quali potrebbero essere le potenzialità del Rotary International del domani ! Non riesco immaginare che cosa scriverà il mio omologo nel 2027 quando il nostro Club celebrerà i 100 anni dalla sua fondazione. Ma, tra 30 anni, esisterà ancora il Rotary o sarà stato soppresso perché divenuto troppo potente (o troppo ingombrante)? Noi siamo ottimisti; quindi ... lunga vita al Rotary! "Signora De Morsier sorrida! Cavaliere si sposti un po' più al centro ... Perfetto!".

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Page 1: Settanta anni di Rotary a Bologna · Settanta anni di Rotary a Bologna 4 Un bel lampo al magnesio ed ecco immortalati i fondatori del Rotary Club di Bologna. Non credo che la trentina

Settanta anni di Rotarya Bologna

4 Un bel lampo al magnesio ed ecco immortalati i fondatori del Rotary Club di Bologna.Non credo che la trentina di gentiluomini, convenuti all'Hotel Baglioni,immaginasse che a distanza di 70 anni vi sarebbero stati, a Bologna,7 Rotary Club e più di 500 rotariani.Forse avevano seguito una moda del tempo, trascinati o affascinati dal-l'imprenditorialità di un Pirelli, o più semplicemente volevano dimostrarela loro solidarietà ed ammirazione per quell'iniziativa partita dal conti-nente americano divenuto più vicino per merito del concittadino Marconi.Quel Rotary Club visse e prosperò per 12 anni prima di sciogliersi sponta-neamente incalzato dalle tendenze nazionalistiche allora nascenti.Fortunatamente il Rotary di quegli anni aveva messo delle buone radici eda quelle radici il nostro Club é risorto più rigoglioso che mai. Questo volumetto, prendendo lo spunto dalle manifestazioni celebrativedel settantesimo anniversario del Club, si propone di comparare il passato con il presente tenendo d'occhio il futuro che si prospetta carico di tensionima anche di speranze.Oggi, infatti, stiamo assistendo – e partecipando attivamente – allo svi-luppo di una rete che sta avvolgendo il mondo, una "reticolazione" in gra-do di essere presente in ogni nazione con lo stesso linguaggio, le stesse mo-tivazioni e le stesse regole di comportamento. Se si associa l'organizzazionecapillare del Rotary ai nuovi mezzi di azione e di comunicazione, da que-sto connubio sinergico potrebbe nascere una vera potenza mondiale in gra-do di indirizzare verso il bene le decisioni politiche dei governi locali. Basti guardare al nostro Club che, pur nelle sue modeste dimensioni, ha lecompetenze e le capacità per portare a compimento progetti anche di uncerto impegno.Figuriamoci quali potrebbero essere le potenzialità del Rotary Internationaldel domani! Non riesco immaginare che cosa scriverà il mio omologo nel 2027 quandoil nostro Club celebrerà i 100 anni dalla sua fondazione. Ma, tra 30 anni, esisterà ancora il Rotary o sarà stato soppresso perché divenuto troppo potente (o troppo ingombrante)? Noi siamo ottimisti; quindi ... lunga vita al Rotary!

"Signora De Morsier sorrida! Cavaliere si sposti un po' più al centro ... Perfetto!".

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LA MANIFESTAZIONE CELEBRATIVA

6 La celebrazione del 70° anniversario di fondazione del R.C. Bolognaha avuto un suo "primo tempo" nell'incontro pomeridiano dei diri-genti e dei soci, presente il Governatore Distrettuale ing. Giuseppe Fini, nella chiesa di S. Maria dei Servi, per inaugura-re il restauro della Cappella di S. Lucia, voluto e finanziato dalClub per lasciare una duratura memoria della ricorrenza attraversouna incisiva, anche se modesta, testimonianza dell'impegno rota-riano a favore della comunità cittadina e dei suoi valori. Una cerimonia semplice e suggestiva – è stata scoperta una targa aricordo – alla quale erano presenti il socio arch. Franco Montanari,titolare dell'impresa cui è affidato il lavoro di restauro dell'interabasilica, l'arch. Graziella Polidori, che ha curato personalmente l'in-tervento sulla Cappella di S. Lucia, e P. Paolo Feronato dell'Ordinedei Servi di Maria, che ha risposto ringraziando al breve discorsodi circostanza del presidente dott. Sforza. La riunione conviviale che ha fatto seguito qualche ora dopo,all'Hotel Royal Carlton, ha registrato un primato di presenza comenumero e come rappresentatività: con i dirigenti e i soci effettivi edonorari, il Governatore Fini, il dirigente del Gruppo Felsineo not. Augusto Turchi, e i Presidenti degli altri sei R.C. cittadini, cheSforza ha presentato singolarmente per l'applauso dei presenti.E ancora: personalità cittadine amiche, rappresentanti della stampa,rotaractiani, e molte gentili signore. Letti i messaggi del past Vicepresidente internazionale prof. Tristano Bolelli, del governatore de-signato prof. Pietro Pasini, del Rettore prof. Fabio Roversi Monaco,il dott. Sforza ha reso noto i tempi e i contenuti della serata: al ter-mine della cena, una sua riflessione, l'allocuzione del Governatore,e tre brevi interventi affidati ai tre past Governatori soci del Clubdott. Renato Pasquali, prof. Edile Belelli e prof. G. Vitaliano Valenti,rispettivamente sullo ieri, sull'oggi e sul domani del Club e delRotary in generale: "Le esperienze che hanno vissuto i nostri past Governatori, e che ilnostro ing. Fini sta vivendo, costituiscono un patrimonio per ilClub e per il Rotary. I loro interventi accresceranno il significato diquesta celebrazione". "Al termine dei loro interventi, come in tutte le cerimonie che si ri-spettano, ad ogni socio e agli ospiti sarà consegnato un attestato aricordo (e alle Signore un omaggio). Abbiamo pensato di indivi-duare qualcosa che non dovesse finire in un cassetto come adesempio una medaglia. Abbiamo pensato invece a qualcosa con vi-sibilità immediata, che – ne sono sicuro – ciascuno di voi incorni-

Il Presidente Dott. Francesco Sforza apre la riunione

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cerà ed appenderà nel proprio studio e nella propria casa: unastampa a tiratura limitata che riporta l'immagine dei guidoncinistorici del Club, con iscrizioni in oro zecchino sullo sfondo del blu-Rotary. Consegneremo poi, ai destinatari, contributi a riconosci-mento per atti di solidarietà di quest'anno. E siccome il Club vuolemanifestare la propria gratitudine a chi più si è sacrificato e più hacontribuito a mantenere vivi gli ideali del Rotary, a degna conclu-sione, consegneremo PHF e "pietre blu", le alte onorificenze conces-se per i meriti rotariani conseguiti".

Dopo la cena (non è mancata la grande torta con ruota rotariana atutta grandezza) il dott. Sforza ha pronunciato la sua "riflessione" edato poi la parola, successivamente all'ing. Fini, al dott. Pasquali,al prof. Belelli e al prof. Valenti. Al termine, ha presentato l'attestato-ricordo al Governatore – do-nandogliene un esemplare incorniciato in radica – e ai rotariani edospiti, ai quali pure è stata offerta la raffinata plaquette.Con la consegna allo stesso ing. Fini di un contributo straordinario,raccolto attraverso un'offerta volontaria di tutti i Soci, in favore delfondo per la Polio Plus, il Presidente ha aperto la seconda fase del-la serata celebrativa, quella della solidarietà e della riconoscenza.

Contributi: all'ANT, l'iniziativa del socio prof. Pannuti; alla Sezioneregionale ANLAIDS e per essa alla Signora Barbara FilippiGabardi; ai degenti della Clinica Ottonello e per essi al socio prof. Volterra.

Riconoscimenti: "pietra blu" ai tre past Governatori Pasquali,Belelli e Valenti; al decano del Club dott. Giancarlo Pascale, sociodal 1953; al gen. Mario Politi e all'avv. Franco Fabbri per l'annosa,assidua e preziosa attività dedicata al Club. Le insegne del PHF al past-Presidente dott. Nicola Vecchietti Mas-sacci. Un oggetto ricordo ai Soci onorari.

Solidarietà

Riconoscenza

La Cappella di S. Lucia nella Basilica deiServi.La targa che ricorda l'intervento di re-stauro da parte del Rotary Club Bologna.

Il Dott. Sforza presenta la plaquettecommemorativa e ne offre un esemplareal Governatore

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Il Dott. Sforza consegna contributi di solidarietà: alla dott. Pannuti per l'ANT (1), al prof. Volterra per la Clinica Ottonello (2)e alla Sig.ra Filippi Gabardi perl'ANLAIDS.

Riconoscimenti: "pietre blu"ai tre PDG – dott. Pasquali, prof. Belellie prof. Valenti – che hanno svolto le re-lazioni su "Ieri-Oggi-Domani"; al dott. Pascale decano del Club (3);al gen. Politi (4) e all'avv. Fabbri perl'assidua attività dedicata al Club.

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Un dono ricordo ai Soci Onorari:prof. Pozzati (5 – al centro il consigliereSegretario avv. Doro), ing. Del Terra,prof. Goidanich.le insegne di P.H.F.al dott. Vecchietti Massacci, presidentedell'annata 1996-97 (6).

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Dott. Francesco Sforza

Alcune riflessioni sul ruolo del Rotary e dei rotariani

9Carissimi amici,il piacere di trovarsi insieme ed apprezzarsi vicendevolmente, insintonia con le migliaia di realtà rotariane sparse nel mondo, credostasera raggiunga toni elevati, perché si celebra il 70° anniversariodella nascita del nostro Club, che coincide con la nascita del Rotarya Bologna.La catena di congiunzione fra la testimonianza della fondazionedel Club nel lontano 1927 da parte di un personaggio che si chia-mava Piero Pirelli, Governatore allora dell'Italia, e il Governatoredel Distretto ing. Giuseppe Fini, che ci onora della sua presenza, cidà oggi l'idea della continuità e della diffusione dell'Istituzione ro-tariana; attorno all'unico Club primogenito bolognese, sono via viasorti 6 altri sodalizi e abbiamo la soddisfazione di avere con noi iloro Presidenti in rappresentanza di oltre 500 soci. Così come, dauna unica entità italiana, sono nati 10 distretti, ciascuno con unproprio Governatore e un proprio territorio.La formula rotariana ha dimostrato di essere vincente contro l'usu-ra del tempo. Quando dico formula rotariana mi riferisco in parti-colare alla originale sequenza settimanale delle conviviali, ed alcoinvolgimento spontaneo dei Soci, da cui parte la linea d'azionedel Rotary.Ma l'appartenenza al Rotary non va enfatizzata, né occorre darneuna connotazione monacale; al contrario, ingredienti fondamentalidei rotariani sono la misura e l'equilibrio, conditi di indipendenzaindividuale.E constatiamo che la storia del nostro Club si è sviluppata nel cor-so degli anni con continuità di obiettivi.Il nostro Club ha contato e può contare su soci illustri e di alto li-vello, ha mantenuto un organico numeroso e vivace, e soprattuttosi muove in sintonia con i manuali e con le indicazioni distrettuali,che teniamo sempre sott'occhio. Così dicasi, ne sono sicuro, per glialtri Club bolognesi.Semmai il rischio che i singoli Club possono correre è quello dichiudersi in se stessi, sottovalutando il fatto di appartenere ad uncontesto con diffusione mondiale. Perciò sono convinto sia indi-spensabile che l'istituzione rotariana italiana sviluppi una facoltàche ancora non le è propria, che invece è diffusa all'estero, vale adire quella di saper creare opinione e dare alla collettività una sen-sazione di forza e di autorevolezza, grazie alla capillarità e qualitàdella propria organizzazione.Ciò mi risulta avvenga particolarmente negli Stati Uniti dove, in

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preparazione di importanti elezioni locali o addirittura presiden-ziali, i primi sondaggi e le prime indicazioni si cercano in ambientirotariani.E di queste viene tenuto gran conto nel corso delle campagne elet-torali.Perciò molte risorse e mezzi dovrebbero essere destinati dal Rotarynei prossimi anni, alla propria diffusione e al proprio rafforzamento.

Queste considerazioni che mi paiono calzanti per la celebrazionedei 70 anni, riconducono proprio alla inconfondibile caratteristicadel Rotary, di continuità nell'evoluzione e nell'adattamento ai tempi.Ecco perché, a mio parere, il Rotary deve essere considerato entitàgiovane, in grado di affrontare il futuro, molto meglio attrezzataed apprezzabile che non altri aggregati di persone similari, am-messo che esistano.Così dobbiamo citare ed, anzi questa volta sì enfatizzarlo, l'aspettointernazionale del Rotary che ha consentito quell'operazione impo-nente e strategica di risonanza mondiale, denominata Polio Plus, abeneficio dell'intera umanità.Oltre gli Stati, oltre gli interessi particolari, questa a mio avviso èl'autentica sublimazione del Rotary.Credo che il problema della frequenza non si ponesse nei decennipassati, perché i ritmi di vita erano assai meno forsennati dei no-stri. Per quanto ci riguarda però, posso confermarvi che il nostroClub mantiene una frequenza media, riferita alle conviviali inter-ne, superiore al 53%.Questo dato a mio avviso è soddisfacente, ma sarebbe auspicabileuna maggiore partecipazione anche da parte di chi è pressato daipropri impegni più degli altri soci.Tutta la filosofia del Rotary è improntata ad un senso molto con-creto, che rende le sue strutture dinamiche e in continuo divenire;dovrebbe essere stimolante per i soci vivere dall'interno la vita delClub e dell'Istituzione, capirne i meccanismi complessi e contribui-re soprattutto con la propria presenza al consolidamento, e al suc-cesso di questa geniale, antica, ma modernissima invenzione che èil Rotary.

F.S.

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L'ing. Giuseppe FiniGovernatore del distr. 2070 R.I.

Mantenere alti gli ideali del Rotary e trasformarli in realtà

11Gentili Ospiti, Signori e Signore, Amiche e Amici del Rotary,

desidero anzitutto ringraziare i Soci del R.C. Bologna per l'invitoche mi hanno rivolto a partecipare a questa serata poiché mi dà lapossibilità di esprimere loro le mie felicitazioni per i 70 anni di ser-vizio resi al sodalizio a favore della comunità.Il R.C. di Bologna ha svolto, nel corso di questi 70 anni, progetti ediniziative importanti che confermano l'impegno e la volontà adoperare. Il Club ha, fra i suoi Soci, Rotariani di valore, molto attivi,a supporto delle strutture distrettuali ed ai quali vanno i miei rin-graziamenti e la mia gratitudine, ed ha espresso, ad oggi, quattroGovernatori.Diciamo che il R.C. di Bologna rappresenta per il Distretto uno deipunti di riferimento per quanto riguarda attività ed iniziative;ciò mi sembra, d'altra parte, comprensibile, facendo parte, questoClub, della storia del Rotary in Italia. Quando il sodalizio è statofondato, il 1° marzo del 1927, erano attivi in Italia 15 Club e nelcorso dell'anno, oltre al Vostro Club, hanno preso avvio quelli diBrescia e di Como. I Rotariani presenti in Italia erano 587 nel 1926e 752 a fine 1927.Oggi i Club in Italia sono diventati 552 ed i soci 33.540 e nel mon-do i Distretti sono saliti a 518, i Club a oltre 28.000 con 1.210.000Soci. In questi settan'anni la nostra società ha vissuto grandi tra-sformazioni, ma non sempre i nostri sodalizi hanno saputo ade-guarsi, rimanendo talvolta ancorati a concetti superati. Dobbiamoinvece dare un nuovo impulso all'azione, ridefinendo la posizionedel Rotary nel mondo.Occorre, cioè, un aggiornamento intellettuale che consista, non giànel cambiare i nostri ideali, ma nell'interpretarli alla luce dei nostrigiorni. Dobbiamo agire rafforzando la nostra presenza nella comu-nità, inserirci nella realtà cittadina, proporre progetti di servizioutili per la società, dobbiamo saper "creare opinione", come ha af-fermato il vostro Presidente.Noi possiamo far questo, perché abbiamo nei nostri sodalizi lementi e le intelligenze dei nostri Soci. L'unico nemico che dobbia-

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mo combattere è l'inerzia e la mancanza di interesse verso gli ob-biettivi che ci poniamo. Dobbiamo anche impegnarci di più e me-glio a favore dei giovani, sia come esempio nella vita, nella fami-glia, nella professione, sia come supporto morale-culturale.Il Sommo Pontefice Paolo VI, in un suo breve intervento rivoltonel 1978 ad un gruppo di Rotariani degli Stati Uniti, diceva:"Sappiate vivere di questi vostri ideali, mettendo ad utilità degli al-tri i talenti di ingegno, di operosità, di mezzi, di cui siete forniti, etrasmettere questi ideali ai giovani. Il segreto della vostra vitalitàfutura sta proprio qui: nutrite perciò in voi altri motivi di donazio-ne, per i quali valga la pena di spendere la vita, e passatene la fiac-cola luminosa anche agli altri, per accendere nel mondo energievalide, disinteressate, generose ..."Vorrei infine concludere con una considerazione. Talvolta, la visio-ne dei nostri Club non va al là degli orizzonti limitati della loro comunità locale. Dobbiamo, invece, svolgere un ruolo più attivo incampo internazionale, ben consapevoli di appartenere alla primaed alla più internazionale Associazione di Club di servizio.L'attività della Rotary Foundation, separata solo per opportunitàlegale, ma parte integrante della nostra Associazione, gli incontriinterpaese, i gemellaggi fra i Club, se opportunamente valorizzatidai nostri sodalizi, favoriscono le risorse umane che ci vengono dauna visione resa più ampia dall'allargamento dei nostri orizzonti e,come dice Paulo Costa, Past President del R.I. e Presidente dellaRotary Foundation, "contribuiscono alla costruzione di una comu-nità umana solidale, attenta ai bisogni dell'umanità meno favorita,e fanno nascere la speranza nel futuro".

G.F.

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Al termine della sua allocuzione, il Governatore Fini ha dato lettura del messaggio che il Presidentedel Rotary Internazionale, Luis Vicente Giay, invia al Rotary Club di Bologna.

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PDG Dott. Renato Pasquali

Come eravamo

15Caro Governatore e cari amici rotariani, graditissimi ospiti, gentili signore,

Anzitutto voglio tranquillizzarvi.Non vi racconterò la storia del R.C. Bologna dal 1927 ad oggi.Nemmeno vi dirò "come eravamo" a cominciare dal 1927 perchénel 1927 ero ancora ben lontano dalla "età rotariana", e perché iosono tenuto alla brevità del mio intervento, al pari dei colleghiBelelli e Valenti che parleranno, rispettivamente dell'oggi e del domani.Ciascuno di loro ha scelto un taglio molto specifico come argomen-to, e molto originale.Non posso fare altrettanto io, chiamato a parlare di ieri.Mi trovai nello stesso imbarazzo venti anni fa, quando celebram-mo il 50° anniversario. Ero Presidente del Club, e mi sarebbe pia-ciuto ricostruirne la prima fase di vita e di attività. Ma dovetti ca-varmela con un accenno molto fugace, perché negli archivi dellaSegreteria trovai soltanto le raccolte delle due riviste: Rotary eRealtà. La guerra aveva distrutto ogni altro materiale. Saltò fuori asorpresa un libriccino, di una trentina di pagine. Titolo: "Il RotaryClub di Bologna – Dodici anni di vita". Sottotitolo: "Fascicolo dichiusura e di rendiconto finale". Conteneva una specie di canto delcigno: discorsi e mozioni di quella assemblea distrettuale del 14novembre 1938 che decise l'autoscioglimento dei Rotary Club ita-liani.Lo accantonai, perché non mi sembrava adatto al carattere festosoche volevamo dare, e che demmo, al 50° anniversario.Ora invece l'ho ripreso in mano, perché troppo preziose sono lenotizie e i dati che ci dà su quella che è stata la prima fase dell'atti-vità rotariana in Italia, dalla fondazione all'autoscioglimento. E aggiungerò un cenno, soltanto un cenno, alla rinascita.Di questo periodo desidero parlarvi, e spero di farlo nella manierameno pedante e meno noiosa possibile.

"Il Rotary" – la rivista oggi "approvata e prescritta" per i Distrettiitaliani, e allora alle sue prime uscite – pubblicava nel numero diaprile 1927 un servizio con titolo a tutta pagina: "L'inaugurazionedel Rotary di Bologna". La "festa inaugurale" si era tenuta il giorno5 marzo, primo sabato del mese, "nelle magnifiche sale dell'HotelBaglioni Majestic, ove ordinariamente avvengono le riunioni setti-manali del Club".

IERIIERI

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Era questa, dunque, la prima riunione ufficiale del nostro Club, laconsacrazione del lavoro intrapreso circa un anno prima da undicipromotori, fra i quali il prof. Redenti, l'ing. Calzoni, il ConteIsolani, il prof. Puppini, il prof. Ghigi. Questi eminenti cittadiniavevano già dato inizio alle riunioni del sabato al BaglioniMajestic, raccogliendo nuovi consensi. Quando consegnarono alGovernatore del 46° Distretto, il dott. Piero Pirelli, la domanda diadesione al Rotary, le firme in calce erano già diventate 21.Con il dott. Pirelli erano presenti il Segretario Generale (vale a direDistrettuale) avv. Bossi, il Governatore 1925-26 Mylius, e rotarianidi Milano, Firenze, Cuneo, Trieste, Cremona, Genova. I Club già

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esistenti erano allora 15, e sarebbero diventati 18 con Brescia eComo, nati pure nel 1927, per 732 soci.Come disse poi il dott. Pirelli, il R.C. contava allora 130 mila soci,in 38 paesi. Egli delineò l'etica del sodalizio: dare la possibilità aciascun rotariano di mettere la propria esperienza professionale adisposizione dei colleghi e al servizio della collettività.L'avv. De Morsier, presidente designato dal gruppo dei 21 fondato-ri, rivendicò a Bologna i titoli per diventare un centro rotarianoqualificato: alta intellettualità multisecolare, magnifica posizionegeografica, importante centro produttivo.Si procedette all'elezione delle cariche, confermando De Morsier aPresidente; vennero letti i messaggi augurali dei Club che non ave-vano potuto intervenire. Durante la colazione l'on. Arpinati, appe-na eletto podestà di Bologna, raggiunse i rotariani al Baglioni e liaccompagnò a visitare il "Littoriale" già agibile in parte ma non an-cora terminato.

La riunione conviviale di fondazione delRotary Club Bologna all’Hotel Baglioniil 5 marzo 1927.

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SOCI FONDATORI

Comm. Avv. Prof. Enrico RedentiAvvocato civilistaProfessore Università facoltà giurisprudenza

Comm. Avv. Frank De MorsierAvvocatoOrganizzatore commerciale e Camere di Commercio

Albino RoversiCommerciante di macchine da scrivere Ag. Underwood Macchine da scrivere

Ing. Alfredo CalzoniDirettore Generale S.A. Officine Aless. CalzoniFonderia ed officine maccaniche

Gr. Uff. Conte Dott. Gualtiero IsolaniAgricoltore - Presidente Cassa di Risparmio di BolognaCasse di Risparimio

Gr. Uff. Prof. Ing. Umberto PuppiniIngegnere professionistaIngegneria idraulica

Ing. Prof. Giuseppe SartoriIngegnere e professore Scuola degli ingegneriIngegneria elettrotecnica

Comm. Avv. Ettore NadaliniAvvocatoAvvocato civilista

Cav. Guido SoninoTitolare della Ditta Guido Sonino e C.Esportazione canapa

Comm. Prof. Alessandro GhigiProfessore Università facoltà scienze

Cav. Dott. Rag. Edmondo PirettiRagioniere professionista

Cav. Gugliemo GardiTitolare della Ditta G. GardiCommercio cotoni

Ing. Gaetano BarbieriIndustriale fabbricante macchine frigorifere

Dott. Cav. Pietro VanziniProprietario del R. Laboratorio Zarri - industrieProdotti farmaceutici

Ferdinando BarilliIndustriale Cons. Delegato della S.A. Riseria Italiana Cereali

Gr. Uff. Licinio CappelliTitolare della Casa Editrice Licinio CappelliEditore

Comm. Ing. Giuseppe AmatiConsigliere Delegato della Soc. Bolognese di ElettricitàOfficine elettriche

Cav. Lorenzo PolicardiCommerciante titolare della Ditta L. PolicardiConfezioni

Comm. Alberto BurianiCommerc. Compropr. della Ditta Buriani & GenovaTessuti

On. Prof. Vittorio PeglionProfessore di UniversitàInsegnamento scienze agrarie

Salvatore TurriIndustriale compropr. della Ditta Salvatore Turri di AntonioFilatura tessitura spagheria

Comm. Dott. Prof. Vittorio PuttiProfessore UniversitàFacoltà di Medicina-Ortopedia

Comm. Ettore ModianoIndustria Cartaria

Cav. Lav. Comm. Carlo RegazzoniIndustria meccanicaCostruzioni ferroviarie (vagoni)

Comm. Dott. Ing. Alfonso CalzoniCostruzioni turbine elettriche

Nella stessa annata 1927/28 vennero iscritti al Club anche:

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La sera, cena di gala, e spettacolo al Corso. Il giorno seguente, visi-ta ai lavori della Direttissima, a Ca' di Landino, e colazione di con-gedo a Castiglion de' Pepoli, con discorso conclusivo dell'avv.Bossi.Il R.C. Bologna iniziò la sua attività, non più in veste provvisoria.

Come il Rotary era nato in Italia

Piero Pirelli era autorevole esponente di un gruppo di industrialilombardi che sentivano fortemente l'esigenza di rinnovare il siste-ma economico italiano.Scoprirono la strada verso il Rotary per merito di un industriale tes-sile di origine scozzese, James Henderson. Fu lui a fondare il pri-mo R.C. a Milano, il 20 novembre 1923, al ristorante "Cova". Di quiuna scintilla che presto divampò, portando il numero dei Club a 18entro il 1927. Henderson, già Presidente a Milano, divenne primoGovernatore del Distretto 46°.L'impulso alla modernizzazione fu il primo connotato della "rotaria-nità" italiana. Un impulso che rivolse la propria attenzione, nellospirito del "service", alle grandi opere di pubblica utilità: la Direttissima, l'autostrada Milano-Torino, il traforo del Predil ealtro.Conquistò subito attenzione e consenso in un regime che volevatogliersi di dosso la taccia di conservatorismo, per dimostrarsiaperto al progresso e alle nuove idee.I rotariani a loro volta sostennero attivamente tutte quelle "campa-gne" che diventarono presto di moda: battaglia del grano, lottacontro la tubercolosi, grandi bonifiche, e quant'altro.Altre iniziative rientravano nella "beneficenza" (un termine andatopresto in disuso), come il dono di attrezzature mediche agli ospe-dali, e le borse di studio per gli scolari più promettenti. Era già il"servire" rotariano. Questo verbo "servire" però agli italiani non an-dava giù: si tentò persino di sostituirlo, con altre locuzioni come"rendersi utili", tanto quel termine veniva sentito come estraneo al-la nostra cultura.

La "variante" italiana

I RR.CC. italiani si distaccarono dai modelli e dagli esempi d'oltreoceano per alcuni aspetti qualificanti. Anzitutto, nel criterio adottato per l'assunzione di nuovi soci. Afronte dell'apertura ai rappresentanti di tutti i settori dell'impresa edelle professioni, che l'avvocato Paul Harris aveva stabilito chia-mando accanto a sè "il banchiere e il panettiere, il pastore e l'idrau-lico", in Italia venne adottato il criterio della più rigorosa selettività.Il primo Governatore, Henderson, motivava questa scelta con lagrande differenza socio-economica esistente in Italia fra un inge-gnere e un operaio, a fronte della situazione degli Stati Uniti carat-terizzata da un livellamento generalizzato. Il secondo Governatore,Giorgio Mylius, teorizzò – per così dire – la selettività, come meto-do per fare del Rotary, in Italia, "un'aristocrazia del lavoro e del-l'impresa". Selezione del settore, e nel settore chiamata soltanto dei

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1 Avv. Frank De Morsier2 Dott. Piero Pirelli

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"capifila"; un criterio, quest'ultimo, che ha avuto vita lunga nellaprassi rotariana. Erano principi omologhi alla cultura del tempo, eche risultarono vincenti, perché consentirono al "Rotary italiano" diavere come Presidente Onorario il Re, di acquisire come SociOnorari una decina di membri della Casa reale, e di ottenere l'ade-sione di un vero e proprio Gotha della scienza, dell'impresa, del-l'alta amministrazione pubblica. Ne abbiamo avuto fra noi unesempio luminosissimo.Il nostro Club ebbe l'onore e la fortuna di avere come socio – "ono-rario", perché il suo continuo peregrinare per oceani non gli con-sentiva una presenza alle riunioni – Gugliemo Marconi, che si di-chiarò convinto assertore degli ideali rotariani, e ne diedeluminosa conferma con la sua opera: un "servizio" reso all'umanitàcon il superamento dello spazio e l'abbattimento delle barriere fra ipopoli.Ho parlato di "Rotary italiano" perché la seconda variante adottatadal 46° Distretto fu, per l'appunto, la caratterizzazione nazionale:venne usato il termine "Rotary d'Italia", in contrasto con il princi-pio dell'internazionalità cui si ispira tutta la normativa del R.I.;venne inventato un "Consiglio Nazionale", con poteri e modalitàoperative analoghe a quelle dei Congressi Distrettuali. IlCongresso, allora, era biennale, e il Consiglio si riuniva nell'anno"dispari".Un'altra variante che il Rotary Club d'Italia apportò rispetto ai mo-delli originali d'oltre oceano consistette nell'inserire la cultura fra icampi dell'azione rotariana; tutta la cultura, e non soltanto quellascientifica e tecnologica. Anche l'arte. Durante i lavori congressualidello stesso anno 1927, il noto giornalista e "opinionista" Ugo Ojettipropose e ottenne che venissero istituiti due premi di pittura

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Il Rotary in Italia nel 1927

I Club costituiti, •in ordine di data fondazione:

1923 MILANO

1924 TRIESTE

1925 GENOVA

TORINO

ROMA

PALERMO

FIRENZE

LIVORNO

VENEZIA

BERGAMO

PARMA

CUNEO

NAPOLI

1926 CREMONA

PIACENZA

1927 BOLOGNA

BRESCIA

COMO

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I cugini

"Rotary Club d'Italia" per le due grandi rassegne artistiche:la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Il nostro Clubistituì un concorso annuale di pittura riservato agli artisti bologne-si iscritti al Sindacato Belle Arti.Questa apertura culturale si diffuse poi largamente soprattutto neiDistretti europei.

Come veniva giudicato, negli altri Paesi, questo "Rotary Italiano"che in tanti aspetti si discostava dalle "buone regole" dettate da Paul Harris e dai suoi successori?Ho trovato il giudizio che espresse Stanley Leverton, rappresen-tante ufficiale del Rotary britannico al nostro ConvegnoDistrettuale di Torino nel 1928. Mi sembra molto acuto:"Qui (in Italia) il Rotary appare un po' diverso, piuttosto un cuginoche un fratello. Si ha l'impressione che in Italia il Rotary non tiri lanostra barca, ma una barca molto simile alla nostra, benché nellastessa direzione. Ma, credetemi, il Rotary in Italia è molto all right.Io ho avuto la possibilità di osservarlo molto da vicino, di parlarecon molti dei rotariani più rappresentativi del paese e sono convin-to che il loro Rotary è il solo Rotary possibile per l'ltalia. I suoi Soci so-no socialmente fra i più elevati del mondo. Quasi senza eccezioneessi sono uomini notevoli e conversando con loro si riconosce che sonogli uomini che stanno facendo l'Italia moderna".

I rapporti fra il Rotary e il regime erano stati sempre molto difficili,perché le frange estreme del partito svolgevano una ricorrentecampagna contro il dichiarato "internazionalismo" e contro i so-spetti rapporti fra il Rotary e la Massoneria, soppressa nel 1928.La situazione andò involvendosi con il modificarsi sostanziale del"grande scenario della politica estera italiana", come ha scrittoCianci (Il Rotary nella società italiana, 1983). Basti ricordare la se-quenza guerra etiopica-sanzioni-autarchia. La sempre più strettaalleanza con la Germania, sino alla creazione dell'Asse, non lascia-va spazio ad idee come "intesa mondiale", "comprensione recipro-ca fra nazione e nazione", "buona volontà e pace".Gli ultimi tre anni videro l'accentuarsi di tale contrapposizione si-no ad una totale incompatibilità, che suggerì ai Rotariani di sottrar-si con dignità al pericolo di veder messo fuori legge il sodalizio.Il Consiglio Nazionale venne convocato il 14 novembre 1938 aPalazzo Salviati. Il Governatore in carica, il petroliere genovese G. Attilio Pozzo pronunciò un nobilissimo discorso (che il libricci-no riporta). Approvata all'unanimità la proposta dell'autosciogli-mento a datare dal 31 dicembre, venne inviato al RotaryInternational un messaggio che comunicava l'avvenuta decisioneribadendo l'auspicio di pace e di riconciliazione fra i popoli.Per il Rotary International il Segretario Generale Chelsey Perryespresse "comprensione profonda e sentita" così concludendo:"La decisione di sciogliersi presa dai Rotary Club italiani è in pienaarmonia col ponderato esame delle obbligazioni che ai Rotarianiitaliani incombono come buoni cittadini del loro Paese.Ogni critica, commento e interessamento che venissero dall'esternonon creerebbero probabilmente altro che imbarazzi".

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L'autoscioglimento

Il "libricino" che rimane l'unico testi-mone dell'autoscioglimento del Club

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Il presidente Ghigi istituisce le relazioni

Dopo l'annuncio del "lieto evento" bolognese, dato a tutta pa-gina dalla rivista Rotary dell'aprile 1927, non pervengono allaredazione – da parte del nostro Club – se non trafiletti che dan-no notizia di nuove adesioni.Per rivedere la bella testatina panoramica in stile liberty è necessario attendere il numero di ottobre 1929.È stato eletto Presidente, dopo il biennio De Morsier, il prof. Alessandro Ghigi.Nella riunione del 24 agosto, egli ha istituito, regolamentato e– si direbbe oggi – "calendarizzato" quelle relazioni che diven-teranno prassi in tutti (o quasi) i Club rotariani."Nelle riunioni che si terranno dal 14 settembre 1930 al 30 agosto 1931, in numero di 44, ciascuno dei 34 Soci terràuna relazione. Nella prima settimana, nessuna relazione".Il Presidente sorteggiò i nomi dei Soci, cosicché ciascuno sapes-se in quale riunione toccasse a lui parlare.E poiché da quel momento egli provvide a far pervenire alla ri-vista resoconti mensili, noi possiamo oggi ricostruire quantomeno i titoli degli argomenti trattati, o sapere in quale altromodo era stata utilizzata la riunione settimanale.La laboriosa esplorazione che ne è stata fatta ci sembra rico-struire anche il cammino del Rotary.Interessato a tutti i problemi locali: dalla vita teatrale a quella sportiva, alle vicende della politicainternazionale; agli studi, scambi, progetti per avvicinare fraloro i giovani di diverse nazioni.Alcune iniziative rivelano una sana tendenza ad operare, oltreche a discutere: la progettazione di case popolari, l'operazione che diede vitaagli studi delle scienze commerciali a livello universitario. E, naturalmente, l'interesse per il socio Gugliemo Marconi.

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La rinascita

I Rotariani bolognesi chiusero l'esercizio 1938-39, vendettero i mo-bili e chiusero la sede. Ma molti di loro seguitarono ad incontrarsinel giorno delle riunioni. Poi la guerra distrusse ogni legame.

La rinascita venne promossa in Italia dall'avv. Achille Bossi diMilano, che prese contatto con gli "ex" di tutte le città già sedi diClub. Verso la fine del 1946, in pieno accordo con Bossi, l'iniziativadi ricostruire il Club di Bologna venne presa da tre autorevoli "ex":l'ing. Tullio Serafini, che era stato presente all'assemblea di PalazzoSalviati come segretario del Club di Bologna; il prof. Carlo Gamberini, noto primario chirurgo del Maggiore, el'avv. Sergio Stoppato, che venne eletto presidente del Club provvi-sorio già attivo alla fine dello stesso anno 1946, e fu poi Governato-re nell'annata '59-'60 .Il 5 aprile 1947 venne presentata la domanda di ammissione alRotary International, che datò al 21 aprile la ricostituzione, ricono-scendo come data di fondazione il 5 marzo 1927.I soci erano 41; 17 di loro erano "veterani" della prima fase. Questafelice circostanza, che dimostra quanto saldo fosse stato l'affiata-mento raggiunto, permise a noi – nel 1927 giovani o giovanissimi –di conoscere alcuni dei personaggi che avevano fatto nascere aBologna il Rotary.Io avevo avuto occasione, negli anni '31-'38 di conoscere per motividi famiglia uno dei fondatori, il comm. Alberto Buriani. Era uncommerciante all'ingrosso di tessuti, ma doveva la sua notorietà alfatto di presiedere la Virtus e di avere poi preso in mano anche lesorti della Bologna Sportiva, quando la creatura di Arpinati entròin crisi contemporaneamente al declino politico del suo fondatore.Conobbi anche personalmente, perché gli fui presentato da un miodocente, il prof. Ghigi quando era Rettore dell'Università. Il miodiploma di laurea porta la sua firma.Sempre per motivi di carattere familiare conobbi il prof. Carlo Gamberini, che ebbe in cura per venticinque anni miamamma. Nel 1938 fui per nove mesi collaboratore non retribuitopresso il conte Gualtiero Isolani, uno dei fondatori, nell'ammini-strazione delle sue numerose attività ed in particolare nella tenutadei "conti colonici" della sua azienda agraria. Gran signore, moltoma molto – come si usa dire oggi – "democratico". Dotato anche difine arguzia, al termine del mio volontario tirocinio scrisse ai mieilodandomi per il mio zelo, ma esprimendo il parere che io avreiimpiegato meglio il mio tempo se avessi trascorso le mattinate sulcampo della Virtus e i pomeriggi in locali ove dare sfogo alla miavitalità.Conobbi Arturo Gazzoni, il "Cavaliere" per antonomasia, che ave-va fatto parte del primo Rotary e fu un animatore del secondo. Èstato nostro socio suo figlio, il dott. Fernando; è nostro socio suonipote il dott. Giuseppe. Ho conosciuto il notaio Cristiano Gualandi, che presiedeva il Clubquando Marconi presenziò a quella conviviale che noi definiamo"storica". Anche il figlio Lanfranco è stato socio, dalla rifondazionee per alcuni decenni. Questa continuità "familiare" è un altro segnodella validità che gli ideali rotariani conservavano, pur nei grandi

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Il documento del Rotary Internationalche riammette il Rotary Club Bolognaconfermando la data di fondazione

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Rotariani del 1948/49Da una caricatura del Pittore Maiani (Nasica)

mutamenti della società di cui ha parlato l'amico Fini. Abbiamo frai nostri iscritti un Calzoni, un Marescotti e una Regazzoni, discen-denti da Rotariani del 1927-28, e un Cappelli discendente del fon-datore Licinio; e l'elenco potrebbe continuare.Per concludere, dovrei forse dare un giudizio – o quanto menoesprimere un'opinione – sulla frase del "cugino" inglese Levertonche diceva dei Rotariani italiani "sono gli uomini che stanno facen-do l'Italia moderna". Ma preferisco richiamarmi alla definizioneche dà del Rotary il dizionario della lingua inglese di Johnson: assembly of goodfellows; traducendo con qualche approssimazione:riunione di brave persone.Ecco, credo di poter dire, per quanto conosco ed ho saputo, che iRotariani della prima fase erano "brave persone".

R.P.

1 Stoppato Sergio Avv. – Presidente

2 Pini Alfonso Comm. Cav. Mauriz.

3 Battaglia Felice Prof. Dott. Gr. Uff.

4 Bega Melchiorre Arch. Gr. Uff. Prof.

5 Berardi Giovanni Battista Comm.

6 Bertolini Giuseppe Gr. Uff. Gen.

7 Bianchi Lorenzo Gr. Uff. Dott. Prof.

8 Bonino Giovanni Battista Acc. Pontif. Dott. Prof.

9 Della Monica Ezio Comm. Dott.

10 De Vecchi Gino Dott. Comm.

11 Delitala Francesco N.H. Comm. Dott. Prof.

12 Donini Domenico Corrado Dott. Ing.

13 Evangelisti Giuseppe Prof. Ing.

14 Fabbriani Francesco Comm. Cav. Mauriz.

15 Ferraresi Aldo Dott. Comm.

16 Festi Amato Cav. del Lavoro

17 Francia Comi Tito Dott. Comm.

18 Gamberini Carlo Prof. Dott. Gr. Uff.

19 Gazzoni Arturo Cav. del Lavoro

20 Gasbarrini Antonio Gr. Uff. Dott. Prof.

21 Zanarini Enrico Comm.

22 Vignoli Giuseppe Comm. Avv.

23 Tornani Emanuele Dott. Ing.

24 Tamburi Guido Comm. Cav. Mauriz. Rag.

25 Serafini Filippo Comm. Dott. Ing.

26 Scagliarini Giuseppe Gr. Uff. Comm. Mauriz.

27 Santi Antonio Avv. Comm.

28 Righi Aldo Comm. Dott. Ing.

29 Rambaldi Angelo Cav. Uff.

30 Piretti Edmondo Dott. Rag.

31 Pini Giovanni Dott. Prof. Comm.

32 Parisini Federico Dott. Ing.

33 Palmieri Gian Giuseppe Comm. Dott. Prof.

34 Nobile Fortunato Dott. Ing.

35 Montevecchi Remo Cav. Rag.

36 Miliani Giuseppe Comm.

37 Martelli Pericle Dott. Ing.

38 Marescotti Paolo Conte Dott. Ing. Comm.

39 Longo Giorgio40 Lipparini Giuseppe Prof. Dott. Gr. Uff.

41 Guidi Silvio Cav. Uff. Dott. Ing.

42 Ghigi Alessandro Acc. Pontif. Sen. Gr. Uff. Prof.

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1

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Il Rotaryper le nuove generazioni una nuova generazione per il Rotary

28 Ormai da tempo non esiste organizzazione o singolo individuo chenon dichiari di avere a cuore il "mondo giovanile"; altri parlano di"problemi giovanili", di "gioventù malata" o cose simili, presentan-do di volta in volta stati d'animo pieni di equivoci.Non di rado si sottolinea il disagio che, per vari motivi, chi ha da 0a 30 anni o giù di lì costituirebbe per la società nel suo complesso.Oppure il fatto che degli individui per motivi esclusivamente ana-grafici possono costituire un universo autonomo di difficile esplo-razione, una sorta di corpo estraneo in seno alla stessa società.Parlando di gioventù traspare spesso, in chi giovane non è più,una specie di nostalgia per il bel tempo che fu. Un ricordo preva-lentemente ripetitivo di un tempo andato, pieno di energie di ognigenere, ormai svanite, che purtroppo qualcuno, in modo equivoco,tenta maldestramente di ricostruire cercando la complicità dei gio-vani col permissivismo più deteriore o, peggio ancora, vestendosie comportandosi come loro.Parlando di nuove generazioni il Rotary dimostra invece di volersciogliere il nodo cruciale, vale a dire: la continuità che lega tutti imembri della società in cui viviamo. Ognuno con il suo compitoma con la stessa responsabilità e quindi con gli stessi diritti.Il patrocinio dei Club Interact ma soprattutto Rotaract è già di persè una grossa dimostrazione del corretto e sano atteggiamento delRotary nei confronti delle nuove generazioni. Tuttavia, perché l'in-tera società conosca le finalità rotariane, non è possibile che ci si li-miti alla sia pur feconda attività all'interno dei nostri Club, ma ènecessario uscire allo scoperto.Obbedendo alle linee programmatiche del Presidente InternazionaleLuis Vicente Giay, rotariano dall'età di 22 anni, che per chi non losapesse è argentino con antenati piemontesi, facciamo nostro il suomessaggio "Costruire il futuro preparando le nuove generazioni".

Egli ci dice testualmente: "Provate a chiedere ai giovani della vo-stra comunità di che cosa hanno bisogno. Molti vi daranno la stes-sa risposta: – Abbiamo l'impressione che nessuno ci stia ad ascolta-re, che nessuno ci chieda la nostra opinione, anche su cose checondizionano direttamente la nostra vita – ".Giustificata o meno, questa impressione provoca spesso isolamen-to e perdita di fiducia in sè stessi.Spetta a noi volgere in avanti lo sguardo, verso l'inizio del nuovosecolo e del terzo millennio, per prendere in seria considerazionele persone a cui affidare il retaggio di quello spirito rotariano che a

Il PDG Prof. Edile Belelli

OGGI

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nessun vero rotariano può mancare, ma che dovrebbe essere anchel'essenza di qualsiasi vero uomo.I nostri sforzi saranno stati vani se non saremo riusciti a prepararele nuove generazioni ad assumere posizioni di responsabilità e diservizio quando saranno chiamate a farlo in un mondo ormai glo-balizzato e in continua, frenetica evoluzione.Lo sviluppo tecnologico ha di fatto invertito la realtà generaziona-le, oltre ogni previsione. Fino a mezzo secolo fa diverse generazio-ni si succedevano in un'unica era. Oggi una singola generazione èattraversata da più ere, da rapidi cambiamenti, e ciò produce scon-volgenti reazioni nell'esistenza del singolo.L'idealismo e la meditazione si affievoliscono sempre di più, per ce-dere il passo all'ambizione di avere, a scapito dell'orgoglio di essere.È indispensabile perciò prima di tutto risvegliare le coscienze perriscoprire i valori e promuovere le responsabilità.Questo è l'impegno che la società civile non può non darsi, ma pernoi rotariani è attraverso questo impegno che dovremo, senza al-cun indugio, procedere anche al rinnovamento e al rafforzamentodei nostri quadri, per dare ai Club e ai Distretti non solo forze gio-vani, ma soprattutto forze che rappresentino le mutate esigenze ele nuove intelligenze della società.

Il Presidente Giay col suo tema: "Costruisci il futuro con azione elungimiranza" ci ricorda anche che il destino non dipende dallafortuna ma dalle nostre scelte. Jonas Salk, premio Nobel per lescienze, afferma che la nostra maggiore responsabilità è quella diessere dei buoni antenati.Per esserlo davvero più che alle parole dovremo, con perspicacia,affidarci all'azione; convinti che solo i fatti, le cose concrete, po-tranno servire a costruire o migliorare il futuro delle nuove genera-zioni anche del Rotary.Sarà anche l'unico modo per pagare il nostro debito individualeverso il passato dei nostri padri.

E.B.

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I Ragazzi di Cernobyl La sensibilità rotariana per i giovanie per le loro esigenze, e la capacitàdi rispondere ad esse anche in cir-costanze straordinarie vennero di-mostrate dai Club del GruppoFelsineo organizzando per oltre 300ragazzi della zona di Cernobyl, nel-l'estate del 1991, un soggiorno nellacolonia marina A.G.I.P. diCesenatico, messa munificamente adisposizione dal nostro EntePetrolifero. Il prof. Belelli – all'epo-ca Governatore Distrettuale – sottolineò come l'iniziativa si fossepotuta realizzare grazie, non soltan-to all'adesione dei Club romagnoli,ma anche all'imponente afflusso diappoggi e collaborazioni da partedi enti, imprese, privati.

"Noi non presumiamo nè preten-diamo – aggiunse – di fare tutto dasoli, anzi cerchiamo di raccogliereintorno ai nostri progetti tutti gliuomini di buona volontà". "Il primo'scopo sociale' del Rotary non è for-se il promuovere solidarietà e ami-cizia fra gli uomini e fra i popoli?".L'iniziativa, che si ripetè nelle dueestati successive, ebbe come ideato-re P. Toschi (BO Est) validamenteappoggiato dal suo presidente ing. Barbieri. Coordinatore nella fa-se esecutiva Franco Venturi diBologna Sud e, in loco, CarloCeccarelli di Cesenatico-Cervia.

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Il Rotary ponte verso il futuro

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Il PDG Prof. Giuseppe Vitaliano Valenti

Il titolo di questa chiacchierata – "Domani" – me lo ha affidato il no-stro Presidente. Ma io, col suo e col vostro permesso, desidero modi-ficarlo un poco.Parlerò quindi con voi di Rotary verso il futuro; vorrei scrutarecon voi quello che il Rotary deve affrontare negli anni prossimi.

Quando il nostro sodalizio cominciava ad affermarsi, Paul Harrisdisse: "Il meglio del Rotary è nel suo futuro". Un'affermazione fi-duciosa e presaga.Dobbiamo riconoscere che gli anni trascorsi hanno dato all'Asso-ciazione, con l'espansione, più spazi allo "spirito di servizio", piùobbiettivi da raggiungere, ma anche più problemi da affrontare.

Perciò, con interesse e sempre aggiornato impegno, dobbiamoguardare avanti, al nostro futuro, quale regno del possibile e mo-mento dialettico col presente e col passato.

Tutta la nostra attenzione infatti non deve essere riservata sola-mente al presente: quando il futuro non interessa e l'oggi è accetta-to solo se recupera il passato, rimane la semplice sopravvivenza.Il Rotary è uno strumento di elevatissimo potenziale e, per essereefficace, richiede di essere condotto con criteri sempre più moder-ni, concreti e adeguati alla società che è in continua evoluzione.Il Rotary quindi è destinato a cambiare nel tempo, con estremagradualità e prudente misura, perché anche un Rotary che venisseeccessivamente e caparbiamente protetto dal contagio del mondoche lo circonda, sarebbe comunque destinato a mutare, pena la suastessa esistenza. perché è la realtà che cambia, perché siamo noistessi a cambiare, quasi senza che ce ne accorgiamo, spesso senzavolerlo ammettere.

L'azione rotariana, per far fronte a condizioni di vita integralmentee rapidamente mutevoli, risponde, il più delle volte, col comporta-mento difensivo dell'imitazione, col riportarsi agli altri, in modonon vissuto e senza produrre un'attività propria.Tutto questo aggrava la crisi di identificazione dei Club, sterilizzal'ideazione e conduce a modelli anonimi, effimeri, che non giungo-no ad avere la dignità di poli di riferimento.Quando invece, per propria vocazione, il Rotary dovrebbe prece-dere, fare cultura, offrire delle certezze, più ancora che seminaredubbi, per riprendere una frase di Norberto Bobbio.

DOMANI

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Se ora ci soffermiamo a considerare il futuro prossimo del nostroSodalizio, due problemi, in particolare, si presentano alla nostra at-tenzione. Entrambi con conseguenze non trascurabili.Mi riferisco a: Espansione del Rotary in alcuni Paesi comunisti Ammissione delle donne nei Club rotariani.

Per il primo problema, dopo molte difficoltà, vi è uno sviluppo.Per il secondo, già ormai deliberato al Congresso di Seul, nel mag-gio 1989, c'è la necessità di farsene coscienza, l'obbligo di trarne ungiudizio sereno, realistico e responsabile, in una valutazione estesaall'ambito mondiale, non limitata al ristretto particolare del pro-prio Club o del proprio ambiente.

Apertura al Rotary in alcuni paesi comunisti.

Nella lettera mensile del Presidente internazionale Royce Abbey,pubblicata anche sul numero di gennaio-febbraio 1989 dellaRivista ROTARY era scritto:L'impegno di moltissimi rotariani, ad ogni livello, ha portato a significati-vi progressi nel promuovere la conoscenza degli obiettivi e dell'attività delRotary presso gli ambienti ufficiali in paesi come la Polonia, la Cina, el'Unione Sovietica. Anche le mie visite in Cina e in Polonia sono stateproduttive.

Il succedersi, con scadenza annuale, dei Presidenti Internazionali,porta, di volta in volta, alla proposizione di iniziative e di pro-grammi nuovi, idee di corto respiro o di maggiore successo, alcuneportate avanti anche dai successori, come la "Polio Plus",le "Conferenze della buona volontà", ecc.Ogni Presidente vuole essere ricordato per qualcosa.Abbey ambiva passare alla storia del Rotary per aver propugnatoe poste consistenti premesse per l'espansione della nostra Associa-zione in Paesi dell'area comunista.L'argomento, assai stimolante, ha indotto molti ad interessarsene.In Italia, la Rivista Panorama pubblicò, all'inizio del 1989, un arti-colo dal titolo: "Al Club compagni - L'esclusivo Rotary apre una sede aMosca", riportando anche i nomi di alcuni illustri esponenti delmondo della cultura, della scienza, dell'economia, quali prossimiprobabili rotariani di una ipotetica filiale moscovita del Rotary.Uno dei temi dibattuti al Congresso del 208° Distretto, tenutosi aRoma nel febbraio dello stesso anno, riguardò appunto l'aperturadel Rotary all'EST.Al dibattito parteciparono col Past-Director Vianelli, il PDG Ciancigli ambasciatori in Italia delle repubbliche di Polonia, d'Ungheria,di Cecoslovacchia e l'ex Ambasciatore d'Italia Giovanni Falchi.I resoconti della stampa rotariana intitolarono l'avvenimento:"Congresso della speranza", "Tappa storica nella vita del distretto".

Secondo gli oratori avevano costituito principali premesse al tema:1 il conferimento delle insegne di PHF a M. Gorbaciov (Sacharov

le aveva ricevute dal nostro Distretto nel 1980);

Club sorti

nei Paesi Oltrecortina

dopo la caduta

del muro di Berlino

Albania

Tirana

Armenia

Yercvan

Bielorussia

Minsk

Bulgaria

Bourgas

Dobrich

Gabrovo

Haskovo

Kardjali

Pazardjik

PlevenPlovdiv

RusscSmolian

SofiaStara Zagora

Varna

Croazia

Dubrovnik

Karlovac

OsijckRijekaSplitVarazdin

Zagreb

Ceska Republjka

BrnoCeské Budejovuce

Cesky Krumlov

Cheb/Eger

Hradec Kràlové

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2 la visita a Chicago di 160 giovani dirigenti sovietici, accolti dalPresidente Abbey e da centinaia di rotariani statunitensi;

3 la visita di un gruppo di studio di giovani polacchi in Australia;4 la visita di un gruppo di giovani sovietici in Inghilterra e negli

Stati Uniti.Questi fatti recenti si aggiungevano ai contatti, fin ad allora infrut-tuosi, che il R.I. ha avuto, negli scorsi anni, con personalità jugosla-ve, al fine di aprire, in quel Paese, Club rotariani.

Da qui (e da prima) il mandato affidato ai Club austriaci per espor-tare il Rotary in Ungheria e ai Club scandinavi per promuovere lafondazione di un Rotary Club a Varsavia. Avemmo così due Club"provvisori": uno a Budapest e l'altro a Varsavia: le sole due capita-li di oltre cortina in cui allora era possibile immaginare l'esistenzae il funzionamento di un nostro Club, dopo i pentimenti e le tardi-ve riabilitazioni nell'una e le paure della vittoria elettorale diSolidarnosc nell'altra capitale.Su questa complessa e difficile opera di espansione, che desta con-sensi ed entusiasmi, ma anche perplessità e interrogativi non su-perficiali, tutti dobbiamo meditare.Acquisire all'idea rotariana Paesi ove il Rotary fino ad allora nonera stato presente o dove non lo era più, a seguito di vicende poli-tiche ben note, starebbe a testimoniare trasformazioni positive, supresupposti di libertà e di democrazia, che in quegli stessi Paesi sisarebbero verificate.Quindi una cosa molto importante, qualcosa di alto valore storicoche trascende il campo tutto circoscritto e marginale della realtà ro-tariana.Per quanto le sue possibilità siano modeste, se comparate ad un fi-ne tanto grande, il Rotary non può esimersi dal dare un aiuto, siapure minimo, e dal buttare una corda a chi si dibatte nel chiusostagno di ideologie a noi lontane.La sete di democrazia, il desiderio di respirare la libertà, che in unaqualche misura il Rotary può rappresentare ed esserne simbolo, ciporta ad interessarci di tutti i Paesi ove questi aneliti si fanno sem-pre più evidenti.Ecco che, se siamo tutti propensi a guardare con favore e speranzaall'operazione "Rotary all'EST", vogliamo credere, d'altro lato, chetutto si sia svolto e che continui a svolgersi con la massima pru-denza, nell'intento di non esporre il Rotary a passi falsi, contropro-ducenti per tutti.Questo al di fuori di slanci emotivi e lontano da ogni forma di pro-tagonismo, a qualsiasi livello.Per alcune delle nazioni considerate sarebbe ed è un ritorno, nonun primo insediamento del Rotary, e lì i nostri Club furono chiusi,a suo tempo, per l'ostilità dei regimi politici in vigore.

A questo punto è bene richiamare alla mente, in breve, alcunieventi della nostra storia.Dopo la presa di potere del regime castrista, il Rotary, trascorso unperiodo di vita vegetativa, si spense a Cuba, ove era stato fondatonel 1916, primo Paese di lingua non inglese.

JicinJihlava

Jindrichuv Hradec

Karlovy Vary

Klatovy

Liberec-Jablonec

MostOlomouc

Ostrava

Pardubice

PiosekPlzenPodébrady

Praga Caput Regni

PrahaPraha Staré Mesto

PrerovProstejov

TaborTrebicZlinZnojmo

Estonia

Haapsalu

Nômme Tallinn

PärnuPölvaRaplaSaaremaa

Tallinn

TartuTûriViljandi

F.Y.R. of Macedonia

Skopje

Hungary

Budapest

Budapest-Budavár

Budapest-City

Budapest-Duna

Budapest-Sasad

Debrecen

GyörKomárom

Mátèszalja

Mosonmagyaróvár

PécsSatoraljaujhely

Sopron

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Il Rotary non è più dal 1951 in Cina, dove il primo Club vi fu costi-tuito nel 1920, a Shanghai.Non era più in Cecoslovacchia, dove, dopo la seconda guerramondiale, vi era stata una ripresa e rotariani erano stati Benes eMasarik.Dopo la guerra il Rotary non ha avuto più ospitalità in Ungheria,Romania, Jugoslavia, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia.Fuori d'Europa, negli anni '70, si sono chiusi i Club di Siria,Vietnam, Borneo del Nord, Repubblica Kmera, Laos, Somalia,Yemen, Mozambico,Libia.In Spagna siamo tornati nel 1977, dopo che dal '21 al '28 vi aveva-mo prosperato.Chiusi negli anni '30 i Rotary tedeschi e austriaci, il 31 dicembredel '38 quelli italani, essi sono stati riaperti, alla cessazione delleostilità, nel 1946.Ecco le cose che fanno riflettere.Ma ciò che da parte rotariana ha creato e crea difficoltà all'espan-sione nei Paesi comunisti, è quanto possiamo leggere nelle nostrecarte.

La linea di condotta del R.I. nel quadro dell'azione internazionalerecita: (vedi "Sette vie verso la pace", pag. 27 - R.I., 1959)

L'ideale rotariano del servire trova la sua espressione soltantoove esiste la libertà dell'individuo, la libertà di pensiero, di paro-la, di riunione, la libertà religiosa, la protezione contro la perse-cuzione, l'aggressione, il bisogno e la paura.

La libertà, la giustizia, la verità, la fede nella parola data e il ri-spetto dei diritti dell'uomo sono inseparabili dai principi rotaria-ni e insieme si rivelano vitali per il mantenimento della pace e ilprogresso dell'umanità.

Ancora: una risoluzione approvata al Congresso Internazionale del'40 afferma che:

Dove non esistono la libertà, la giustizia, la verità, il rispetto del-la parola data e dei diritti dell'uomo, il Rotary non può esistere ei suoi ideali non possono affermarsi.

Non possiamo certo dire che in tutti i 165 Paesi o Regioni Geogra-fiche in cui il Rotary è presente, tutte le libertà, tutti i diritti umanisiano puntualmente rispettati.Rimane però incontrovertibile il fatto che ovunque, in questi, la li-bertà di associazione, la possibilità di esprimere le proprie idee, lalibera circolazione all'interno e le frontiere aperte, rimangono affer-mazioni di dignità umana.Nei Paesi del socialismo reale (particolarmente in alcuni) moltastrada è stata fatta, in questi ultimi tempi, verso concezioni di vitapiù vicine a quelle occidentali, ma il cammino è ancora lungo eforse le maggiori difficoltà potranno presentarsi verso il terminedel percorso.

Szeged

Szobathely

Kazakhstan

Almaty

Latvia

Kuldiga

Liepaja

RigaRiga Hansa

Riga Ridzene

TalsiValmiera

Lituuania

Druskininkai

Kaunas

Klaipéda

Klaipéda Aditè

Marijampole

Mazeikiai

Panevézys

Plunge

Siauliai City

SiluteTauragé

Ukmergo

UtenaVilnius

Polska

Bydgoszez

Czestochowa

ElblagGdansk-Sopot-God.

Gorzow Wielkopol.

Grudzidz

Inowroclaw

Janóv Lubelski

Katowice

Kazimierz Dolny

KielceKoscian

Koszalin

Kraków

LodzLodz-Centrum

LublimLublim-Centrum MCS

Olsziyn

Poznan

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Il Cardinale Biffi, di Bologna, ha detto che il marxismo è finito co-me utopia, etica, fede, speranza.È una opinione condivisa da altri, sulla quale è difficile essere to-talmente in disaccordo.Nessuna persona di buon senso può negare che molte cose sonocambiate e stanno cambiando oltre cortina e, in alcuni di questiPaesi, con ritmo più celere.Gorbaciov, che resta un punto di riferimento, attuò una sorta di ri-voluzione, ma con i metodi e nell'ottica del vecchio mondo comu-nista, in un ambiente nel quale non si può dire che egli riscuotessetutti i consensi.Nonostante tanti pentimenti, i comunisti restano legati al dirigi-smo e sono ostili all'economia di mercato. Sono per il pubblicocontro il privato.La mano che ora il Rotary stende oltre cortina va oltre il significatodi una semplice estensione territoriale: rappresenta piuttosto unarisposta, con un simbolo prestigioso dell'occidente, alla sete di li-bertà, così diffusamente accesasi in quei Paesi, da parte sopra tuttodei giovani.È ai giovani che il Rotary può offrire le migliori opportunità, pro-movendo incontri, ospitando nelle nostre case, nelle nostre officine,nei nostri luoghi di studio, quanti saranno lasciati liberi di coglierele nostre offerte.Tutto questo moltiplica la comprensione reciproca e pertanto vatriplicato per qualità e quantità.Quindi grande propensione, da parte di tutti, allo scambio e allaaccoglienza di giovani studenti e di giovani laureati.A questo punto viene anche di pensare: chissà quanti di quei 40mi-la giovani cinesi che fino ad oggi avevano studiato negli StatiUniti, assaporando la libertà e scrutando condizioni di vita demo-cratica, erano, nei tragici giorni in piazza Tien An Men, a Pechino,a vivere nella loro grande immaturità politica, la fantastica illusio-ne della speranza, a consumare la tragica realtà della morte.La Cina, alla quale aveva guardato con tanta speranza fiduciosa ilPresidente Abbey, costituisce un caso limite, un esempio di come iproblemi di allora possono essersi fatti ancora più complicati. LaCina di oggi ha abbandonato, affermano i suoi governanti, la poli-tica economica di marca dirigistica e collettivistica per convertirsial libero mercato. E indubbiamente sente la necessità di inserirsisempre più in un modo economico-finanziario che va sempre piùglobalizzandosi. Quanto alla libertà individuale, continua però arespingere gli inviti delle grandi nazioni a riconoscere i diritti uma-ni, sostenendo che questa è materia di politica interna. Si può im-maginare un'attività economica libera, quando i suoi attori liberinon sono? Aveva forse ragione Kipling quando sosteneva: "L'Oriente è l'Oriente, l'Occidente è l'Occidente, e non si incontre-ranno mai".Questo anno 1997 ci ha portato anche la fine del dominio colonialebritannico su Hong Kong, che il 1° luglio è tornato alla Cina, impe-gnata a farne una regione amministrativa autonoma mantenendoinvariato per 50 anni l'attuale sistema economico e sociale. Staremoa vedere come si evolveranno le due libertà. Ad Hong Kong esisteun Rotary Club sin dal 1954.

Pulawy

Rzeszów

Slupsk

Strzelce Krajenskie

Warszawa

Warszawa Centrum

Warszawa City

Warszawa-Józefów

Warszawa-Stare M.

Wolselyn

Wroclaw

Wroclaw-Centrum

Zamose

Zielona Góra

România

Alba Iulia

AradBaia Mare

Brasov

Bucuresti

Cluj Napoca

Constanta

IasiOloiesti

Ramnieu Valcea

SibiuTârgu Mures

Timisoara

Russia (ovest/Urali)

Dubna

Lomonosov-Oran.

Moscow

Moscow-Kremlin

Moscow Rossica

Murmansk

Naryan Mar

Nizhny Novgorod

Saratov

St. Petersburg

St. Petersburg Neva

Togliatti

TverVladimir

Vyatka

F.R. of Yugoslavia

Beograd

Beograd-Singidunum

Nis

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In tutta questa operazione, ambiziosa, incerta e persino rischiosa,ma carica di speranza, c'è un pericolo, più o meno reale: quello direclutare soci detentori di classifiche per la maggior parte costituiteda esponenti della establishment, della nomenklatura o da persone"autorizzate" dall'autorità.Anche loro, forse, possono avere difficoltà a rispettare, in piena li-bertà, tutte le norme dei nostri Statuti e dei nostri Regolamenti,uguali e accettate da tutti i Club esistenti nel mondo.Alla "Tavola Rotonda" tenutasi a Roma, nell'ambito del CongressoDistrettuale già ricordato, uno dei moderatori disse che il Rotary,nel suo sviluppo all'EST deve "adattarsi" ai Paesi ove espandersi.Si può discutere l'interpretazione di questa frase, ma ove questa si-gnifichi che la nostra Associazione, pur di insediarsi nell'area so-cialista, debba rinunciare a qualcuno dei suoi scopi istituzionali,non tenere fermi tutti i suoi princìpi o, anche più semplicemente,accettare l'inosservanza alle norme stabilite dall' "azione interna",non dovrebbe essere concesso.Per quanto fino ad oggi è stato fatto, pare sia stato osservato quan-to contenuto nella "Mozione finale" del Congresso di Roma, in cuiveniva affermato:"Tale espansione dovrà avvenire con professionalità, prudentegradualità e nell'osservanza dei principi fondamentali delRotary relativi alla libertà, alla tutela della vita e dei diritti uma-ni e allo sviluppo della comprensione e dell'amicizia fra i popo-li, nel pieno reciproco rispetto delle identità culturali e religiosedelle varie comunità etniche.E in cui veniva auspicato:Che gli organi centrali del R.I. privilegino, nelle iniziative delcontatto ... i distretti e i club dell'area europea".

Dobbiamo quindi sperare nella saggezza di tutti affinchè il proget-to al quale già si è cominciato a dare corso, possa realizzarsi senzaprecipitazione, nell'auspicio, veramente sincero, che le condizionisociali, economiche e politiche dei Paesi d'oltre cortina o comun-que del "socialismo reale", evolvano verso una maggiore libertà,un maggiore benessere, una piena democrazia.Uno sviluppo, in termini incoraggianti, vi è stato come abbiamodetto, e lo dimostrano i dati forniti, sino al 1997, dal Board, relati-vamente alla Regione CEEMA, e riportati nella "finestra" qui ac-canto.

Consideriamo ora l'altro grande problema che si presenta prepo-tentemente alla nostra attenzione nello scrutare il futuro prossimodel nostro sodalizio: l'ammissione delle donne nei Club rotariani.

Novi Sad

Valijevo

Zemun

Slovenija

BledCelijeLjublijana

Ljublijana Emona

Maribor

Novo Mesto

Portoroz

PtujSlovenj Gradec

Slovenska Rep.

Banská Bystrica

Bratislava

NitraPiestany

Poprad

Spisska Nova Ves

Zilina

Ukraina

Alushra

Dneprodzerzhinsk

Ivano-Frankivsk

Kharkov

Kherson

KievKobelyaki

LutskLvivNickokayev

Odessa

Poltava

RivneSimféropol

SumyTernopil

Uzhgorod

Yalta

Non sono elencati i Club sortinel ex-Repubblica DemocraticaTedesca.

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L'ammissione delle donne nel Rotary

Dunque è deciso. La questione ha sofferto un lungo travaglio e lasoluzione che ha avuto dalla decisione del Consiglio di Legislazio-ne, tenutosi a Singapore nel gennaio 1989, e divenuta operativa do-po la Convention di Seul, nel maggio successivo, è maturata lenta-mente nel tempo, anche al di fuori delle vicende relative al Club diDuarte e alla conseguente sentenza dell'Alta Magistratura Statuni-tense che, per altro, come tale, aveva valore solo per il Rotary degliStati Uniti.I fatti americani però ne hanno accelerato l'esito.Il Rotary è nato maschile (se così si può dire) nel 1905, in un mon-do in cui tutte le leve dirigenziali della produzione, del commer-cio, delle professioni, della cultura, erano in mano agli uomini.Le eccezioni rimarcavano maggiormente l'evidenza.Negli Stati Uniti il voto alle donne è stato concesso molto dopoquella data, esattamente nel 1918.Neppure la Rivoluzione Francese (per stare nell'attualità delle rie-vocazioni storiche) aveva riconosciuto alle donne questo e altri di-ritti importanti.Un tentativo della scrittrice Maria Olimpia De Gouges di fare ap-provare dalla Costituente Repubblicana una "Declaration de droitdes femmes" naufragò per l'opposizione di Roberspierre (che piùtardi, nel 1793, la fece anche decapitare).Era impensabile, in quel contesto del 1905 e negli anni successivi,che il reclutamento dei Soci potesse essere diverso.Peraltro il "Manuale di procedura" recita:

Ogni Rotary Club dovrebbe avere tra i suoi soci un rappresen-tante di ogni genere di affari, di attività o di istituzioni svoltenella località

E il reclutamento, in base all'art.IV dello Statuto Internazionale, de-ve attuarsi sul presupposto che il Socio di un Rotary Club:

È persona di maggiore età, di buona moralità e di buona reputazione negliaffari o in una professione, il quale sia

1 Proprietario, socio, rappresentante legale o direttore di una impresa, oeserciti una attività o una professione rispettabile e riconosciuta;

oppure:2 Detentore di una importante posizione amministrativa con poteri di-

screzionali in un'impresa o professione rispettabile e riconosciuta;

oppure:3 Agente locale o capofiliale di una impresa o professione rispettabile e ri-

conosciuta con funzioni direttive in tale azienda o filiale.

Solo l'emancipazione della donna, nel secondo dopo guerra, masoprattutto dopo gli anni '60, ha fatto sì che nel mondo dirigenzia-le, imprenditoriale, culturale, nella magistratura, nelle professioni,si affermassero e primeggiassero anche molte donne.

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A questo punto, confessato o no, cosciente o represso, a ciascunoche segua con sufficiente interesse e attenzione le cose rotarianepuò e poteva presentarsi il dilemma:

Rotary potenzialmente espressione di tutta la classe dirigente delterritorio,

oppure:Rotary espressione della sola classe dirigente maschile.

Quest'ultima limitazione, che può essere anche considerata discri-minatoria, non ha avuto analoga applicazione quando si dovevanoesercitare scelte riguardanti altre categorie di persone.Mi riferisco al colore della pelle e al credo religioso.Sappiamo bene che i rotariani negri sono un'infima minoranza.Ma non per norma statutaria.

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?perché Paul Harriscreò un club di solo uomini?

??

Vi è un'area nella quale Paul Harris non seppe anticipare gli av-venimenti futuri. Il forum di amici dell'ambiente degli affari cheegli creò era, in sintonia con i tempi, un club composto solamentedi uomini. Paul Harris non poteva indubbiamente immaginareche sarebbe venuto un giorno in cui le donne sarebbero state allatesta di imprese o avrebbero esercitato delle professioni liberali.Ma grandi cambiamenti si sarebbero verificati nel mondo e nelRotary. Nel 1989 tutti i Rotary Club furono autorizzati ad accettarele donne nelle loro fila.Anche se Paul Harris non aveva immaginato tale futuro, ne ave-vano certamente presagito la possibilità le sue stesse parole ri-guardo la "natura globale" del Rotary: "una entità" sufficientemen-te vasta per includere ogni sorta di gente aperta all'amicizia, allatolleranza e all'altruismo.

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Ricordiamo le perplessità che si sono avute all'ingresso, in alcuniClub, di esponenti del Clero, quando da tempo lo "storico steccato"era caduto e il "non expedit" era stato tolto.Ma non per norma statutaria.Lo Statuto - che deve essere unico e uguale in tutti i Paesi eRegioni Geografiche della Terra - non poteva prefigurare discrimi-nazioni di razza, di fede e anche di credo politico (ove restino sal-vaguardati principi di libertà e di democrazia).La deliberazione votata e approvata al Congresso di Seul toglie l'e-sclusiva maschile, toglie il veto all'ingresso delle donne nel Rotary.Non è più proibita l'iscrizione ad un Club di una persona di sessofemminile che ne abbia tutti i requisiti.Le donne al Rotary non sono imposte. Si apre per loro la possibi-lità di essere rotariane se e quando un Club, seguendo la prassi re-golamentare, le ammetterà.Un'ammissione che possiamo, in molti casi, ipotizzare sofferta, dif-ficile, anche contrastata e sotto certi aspetti lacerante.

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Lacerante perché verrà a rompere consuetudini, tradizioni, un cer-to quieto vivere; obbligherà a riconsiderare, sotto una luce nuova,rapporti interpersonali, relazioni di gruppo, potrà influire sull'atti-vità stessa del Club.Non necessariamente tutto questo in senso negativo.Da quanto ora sappiamo: in senso positivo, ove sono state ammes-se, come appunto negli Stati Uniti (ormai più di undicimila).Avremo un lungo periodo di tempo per assuefarci alla novità cheviene a scuoterci, perché le ammissioni credo non saranno, da noi,immediate e neppure numerose. Il reclutamento se e dove avverrà,dovrà essere molto accorto e misurato e le scelte ancor più ponde-rate di quanto già ora non avvenga.

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Sbagliare nelle ammissioni è sempre stato nefasto per la vita delClub e per l'immagine del Rotary. Per quanto riguarda le donne sa-rebbe ancor più grave.Sento degli amici (e non pochi) di più lunga appartenenza al no-stro Sodalizio che mi dicono: "Se nel mio Club entrano delle don-ne, io mi dimetto"Posso capirli, ma non giustificarli.

Un atteggiamento tutto diverso lo riscontro nei rotariani più giova-ni, più vicini, se si vuole, al Rotaract, dove uomini e donne costi-tuiscono il Club e lavorano in armonia.

Le generazioni più giovani restano stupite per le difficoltà e le ri-trosie ad allargare l'esperienza rotariana a donne di qualità e diprestigio, detentrici di posizioni eminenti.Ormai, in Italia, il mondo della scuola è prevalentemente femmini-le.La magistratura è ogni giorno di più formata da Giudici donne.Nelle Università, alcune facoltà hanno elevate percentuali di catte-dratici di sesso femminile.Potevamo per un concetto ormai superato, continuare ad escluderequeste forze dalla realtà rotariana?

Cari Amici,

ho portato la vostra attenzione su due problemi che interessano ilRotary Internazionale, ma che implicano considerazioni, giudizi,scelte, da parte di ogni Club e che chiedono anche risposte da cia-scuno di noi.Siamo tutti convinti che saranno trovate soluzioni ottimali.E qui - per concludere - mi si ripresenta l'idea del "ponte", comeera nel titolo di questa chiacchierata, del "Ponte verso il futuro" ene recupero l'immagine.Un mezzo - il ponte - gettato a superare un ostacolo, a unire, a ren-dere solidali due sponde, un tramite per farvi transitare uomini eidee.E questo è il Rotary che si è accinto ad esportare la sua filosofia interre vergini, che tende la sua mano a nuovi possibili amici e che,ove sussistano le condizioni permittenti, li rende partecipi dellapiù vasta solidarietà umana.E questo è il Rotary che si apre all'altra metà del cielo, alle donneprotagoniste e che si offre ai compiti di servizio, nella sua nuovacompagine, senza dicotomie, senza preclusioni.

GV.V.

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"La finestra" a pagina 35 e le fotografie sono tratte dal volume: "Image du Rotary Imaginez un monde …"presentato dal P.I. Paulo Costa alla Convention di Città del Messico nel 1991.

Donne nel Rotary 75.200

DonnePresidenti di Club 1.685*

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Donne al Rotary :le ambasce di un Presidente

40 "Cari amici rotariani, gentilissime signore, graditissimi ospiti!",

con questa semplice e, al tempo stesso, aulica frase un Presidente solita-

mente apre la riunione di un Club rotariano. Di un Club rotariano con so-

li uomini, però! Quando nel Club tra i soci vi sono anche le donne, per il

Presidente cominciano le ambasce.

"Cari amici rotariani e rotariane ..." già sta male mettere prima gli uomi-

ni delle donne, comunque é peggio "Cari amici rotariane e rotariani" e

"Care amiche rotariane e amici rotariani" é sicuramente troppo prolisso.

Ed ora, i mariti delle rotariane come li citiamo?

Un trucco potrebbe essere quello di ricorrere al vocabolo "consorti" che

comprende sia le mogli dei rotariani che i mariti delle rotariane.

Purtroppo "gentilissime" si riferisce solo alle mogli e "gentilissimi" fa pen-

dere troppo la bilancia verso i mariti che, fra l'altro, sono in numero molto

limitato. Possiamo ricorrere all'aggettivo "gentili" e di conseguenza anche

gli ospiti non sono più "graditissimi" ma diventano semplicemente "gradi-

ti".

"Cari amici rotariani, gentili consorti e graditi ospiti".

Abbiamo perduto tutti i superlativi e l'aulicità del passato.

Come siamo caduti in basso!

Un altro grave problema riguarda la lettera che la Presidentessa spedisce

alle mogli dei soci per Natale.

"Cara amica, anche quest'anno le mogli dei rotariani in occasione del

Santo Natale ...".

Per le rotariane che debbo fare? La indirizzo a lei o al marito?

"Caro amico, ..."

Se i "cari amici" sono due o tre il Presidente riesce a mantenere il ... con-

trollo della situazione, ma se i "cari amici" sono venti o trenta?

Conclusione.

Il grave problema per il Rotary non sono le rotariane: sono i loro mariti!

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Il primo decennale

"Le nozze d'argento"

Gli Anniversari

Gli Anniversari41Nel pur breve periodo dalla fondazione all'autoscioglimento, il

R.C. Bologna aveva organizzato ed ospitato (1935) il CongressoDistrettuale . In tale occasione pubblicò un ricco volume, a cura delsocio prof. Albano Sorbelli, "Poesie di Giosue Carducci nei loro au-tografi"che venne distribuito ai congressisti in omaggio, e fu defi-nito "opera di eccezionale valore bibliografico e di altissimo valoreideale per la città che ebbe Carducci sulla cattedra di LetteraturaItaliana e che ha il privilegio di custodire i suoi resti mortali".Celebrò anche, il 6 marzo 1937, il suo primo decennio, (benché spi-rassero già i venti ostili che ne avrebbero spento la fiamma pocopiù di un anno dopo), alla presenza del segretario del "RotaryItaliano", avv. Achille Bossi, delle autorità cittadine, dei rappresen-tanti di altri Club. Il discorso celebrativo fu tenuto dall'avv. FrankDe Morsier, il Presidente della fondazione. In chiusura delle riu-nione, secondo la prassi rotariana, il Presidente entrante, prof.Giuseppe Lipparini, parlò sul tema: "Il salotto bolognese della Marchesa Teresa Malvezzi, nel 1800".

La prima celebrazione della seconda fase non si tenne nel venten-nio, ma dopo 25 anni – "le nozze d'argento" si disse – il 18 ottobre1952, Presidente il sen. prof. Alessandro Ghigi. Ospiti il Prefetto,gen. De Simone, il direttore del "Giornale dell'Emilia" (in procintodi chiamarsi nuovamente "Il Resto del Carlino") Giuseppe Longo,altre autorità e personalità cittadine. Erano rappresentati i Club diFirenze, Forlì, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Parma, Piacenza,Reggio Emilia, Verona. La cerimonia si svolse a Palazzo Poggi, oveil Magnifico Rettore, prof. Felice Battaglia – socio del Club, Presi-dente qualche anno dopo – porse il saluto dell'Università, "non co-me semplice atto formale, ma a prova dell'intima adesione con l'at-tività del Rotary". "Voi non siete ospiti qui, ma dovete sentirvi acasa vostra. La nostra storia universitaria segna il sorgere della di-sciplina corporativa degli studi e delle competenze, come il Rotaryrappresenta una "corporazione" di studi, di industrie e di moltepli-ci attività". La relazione fu tenuta dal Presidente prof. Gherardo Forni, sul te-ma "L'Archiginnasio" e fu un omaggio ai fasti dell'Università diBologna alla quale dedicò per tutta la vita profonde ricerche cosìda venir considerato – lui, illustre chirurgo – il fondatore degli stu-di storici sull'Ateneo.

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Venticinque anni dopo festeggiammo "le nozze d'oro". A Bolognaoperavano non più uno ma cinque Rotary Club.Presidenti:il dott. Renato Pasquali – poi Governatore Distrettuale 1985-86 –del R.C. Bologna, Luciano Chili del Bologna Ovest, il prof. GianLuigi Quaglio – poi G.D. 1979-80 – del Bologna Est, il dott. RaulComini del Bologna Nord, il dott. Emilio Vivaldi del Bologna Sud.Nel Salone della Biblioteca di S. Domenico – presenti il SindacoZangheri, autorità cittadine, numerosi P.D.G. Rotariani – il dott.Pasquali porse il saluto e svolse una interessante rievocazione sto-rica del Rotary a Bologna, il PDG. prof. Valenti esaltò i valori rota-riani, il G.D. avv. Lamberto Ariani colse con sensibilità appassiona-ta il significato dell'evento.Furono consegnate le insegne del PHF a tre illustri e benemeriti so-ci: l'ing. Serafini, socio sin dal 1931; l'avv. Sergio Stoppato, presi-dente della rifondazione e G.D. nel 1959-60; il dott. Gravano, presi-dente negli anni 1962-63 e 1963-64 e G.D. nel 1970-71.Ma il momento più significativo fu la consegna del "Premio RotaryClub Bologna", istituito dal Consiglio Direttivo su proposta delComitato per il Cinquantenario presieduto dal prof. Sotgiu, e de-stinato ad illustri cittadini, bolognesi per nascita o per adozione,attivi in vari campi dell'operare, con la seguente motivazione:"Hanno servito Bologna, contribuendo alla sua crescita civile, e te-nendo alto il nome della città in Italia nel mondo".

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Il premio, un bronzetto in multipli numerati dello scultore bolo-gnese Enzo Pasqualini, fu assegnato: al prof. Felice Battaglia filo-sofo; alla scrittore Riccardo Bacchelli; al m° Francesco MolinariPradelli, direttore d'orchestra; al prof. Francesco Delitala, ortope-dico; al prof. Giuseppe Evangelisti, ingegnere idraulico; al cav. dellav. Achille Sassoli, industriale.

Riccardo Bacchelli con la statuetta del"Premio Rotary Club Bologna"

"Le nozze d'oro"Il premio Rotary Club Bologna

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60° Anniversario

Con un convegno su "La Universitas Studiorum a Bologna e ladiffusione universitaria in Europa", il Rotary celebrò il 60° anniver-sario della sua presenza in Bologna, articolato in cinque Club, per450 soci. Presidenti: per il nostro Club, il PDG prof. G.V. Valenti;per il Bo Est il prof. C. Cacciari, per il Bo Ovest il prof. P. Mengozzi;per il Bo Nord il dott. E. Borasio; per il Bo Sud il prof. I. Tagliaventi.La scelta del tema voleva testimoniare l'attenzione dei rotariani al-le vicende del glorioso Studio, tanto più viva e attuale nell'immi-nenza del IX suo centenario. Lo dichiarò in apertura dei lavori ilpresidente del Club sessagenario, P.G.D. prof. Valenti, ringrazian-do l'Università di aver concesso alla manifestazione il suo patroci-nio, di averla ospitata nella sala del Rettorato che conserva edespone i cimeli raccolti per l'VIII centenario, di onorarla con la pre-senza del Rettore, prof. Fabio Roversi Monaco, rotariano. Salutòpoi, le autorità e gli ospiti, e in particolare i tre Ambasciatori cheavevano accettato l'invito a dare testimonianza dei secolari rappor-ti fra l' "Alma Mater Studiorum" e i loro Paesi: la Francia JacquesAndreani, la Germania Friedrich Ruth, la Polonia Josef Wiejacz.Il Rettore illustrò le prospettive e gli obiettivi del IX Centenario:non una manifestazione meramente celebrativa, ma un'occasioneofferta alla "istituzione Università" per interrogarsi sul suo ruolonella società attuale.Offrì poi in omaggio ai tre illustri ospiti un esemplare del Sigillum Magnum dell'Ateneo più antico del mondo.La relazione ufficiale fu svolta dal prof. Ovidio Capitani, ordinariodi Storia Medievale nell'Università di Bologna, presidente delCentro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo. Egli esordì indicandol'elemento originario di Bologna nel nuovo modo di fare cultura diIrnerio: "studendo docere", interpretazione e partecipazione, si rea-lizza la costruzione della ricerca. E poichè la ricerca, non ancora so-cializzata, aveva bisogno di tutela, ecco la costituzione "Habitat" diFederico Barbarossa, che concede protezioni e privilegi agli stu-denti"fatti esuli per amore della scienza".Alla fine del Xlll secolo la "Universitas Studiorum", cioè la cultura,il terzo potere accanto alla religione (la Chiesa) e allo Stato (l'impe-ro), passa ad una fase istituzionale, che è quella associativa desti-nata a durare più a lungo a Bologna, (le corporazioni che scelgonoi docenti, la collecta per retribuirli, ecc.); ma privilegi e garanziecedono all'ingerenza del pubblico potere. Poi i grandi sconvolgimenti che vengono ad incidere sull'Universi-tà: il Rinascimento portando in primo piano la figura dell'umani-

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La "Universitas Studiorum"di Bolognaverso il IX Centenario

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Al tavolo da sinistra:Prof. Ovidio Capitani, medievalista,relatore; S.E. Jacques Andreani,Ambasciatore di Francia;il Rettore prof. Fabio Roversi Monaco;il prof. Vitaliano Valenti, PresidenteR.C. Bologna;Josef Wiejacz, Ambasciatore di Polonia;S.E. Friedrich Ruth, AmbasciatoreRepubblica Federale di Germania

sta, la Riforma che determina la spaccatura religiosa e annulla l'u-nità del sapere. Più vicino a noi il fenomeno delle Accademie, che privilegiano laricerca scientifica e il metodo sperimentale; infine la riforma diHumboldt (1810) in una cornice di vivo ed elevato dibattito fraIlluminismo, Neoclassicismo, Romanticismo.Siamo oggi alle sperimentazioni, alla concezione funzionalisticadella "multiversity" americana che sta fra la stazione di serviziodella conoscenza e la società per azioni della domanda di conosce-re. "L'importante – conclude il relatore – è pensare all'Universitàavendo presenti le condizioni politiche, sociali, tecnologiche del

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nostro secolo, che non è quello di Irnerio. Ma è altrettanto impor-tante pensare all'Università interrogando se stessi circa la volontàdell' "amor scientiae".Dopo che Valenti ha ringraziato il relatore per aver così efficace-mente ricostruito il passato dell'Università e la sua evoluzione, gliinterventi dei tre Ambasciatori nello stesso segno: il ricordo dei gio-vani che qui accorrevano per amor di scienza e qui assimilavanol'amore per la libertà, il concorde auspicio che rinasca e si affermiuna cultura "europea", anche attraverso percorsi universitari armo-nizzati, riconoscimento dei diplomi, mobilità fra le diverse scuole."Oggi – concluse Valenti – cultura e internazionalità, importantipresupposti della filosofia rotariana, si sono coniugate in modoprestigioso e gratificante".Il convegno ebbe un seguito conviviale da "Nonno Rossi", nel corsodel quale, secondo la prassi rotariana, Valenti consegnò le insegneP.H.F. al prof. Edile Bellelli, al rag. Alessandro Canetoli, all'ing.Giuseppe Coccolini; donò poi a ciascuno dei tre Ambasciatori unesemplare del volume "Omaggio a Bacchelli" con acquerelli diPaolo Manaresi, e un esemplare di una antica moneta bolognese.Al levare delle mense, l'Ambasciatore polacco, parlando anche anome dei colleghi, ringraziò calorosamente il Rotary, anche peraver ricordato "a tutti" che "tutti apparteniamo ad una unica egrande famiglia: l'Europa". Parteciparono alla giornata: il Governatore designato Carpanelli,in rappresentanza anche del Governatore Corsini assente dal-l'Italia, e i past-Governors: Ubertone, Favaro, Quaglio, Castagnoli,Laffi, Pasquali.

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Convegno interclub Felsineo "Il IX centenario:un ponte verso il futuro"

Il futuro dell'Universitàdopo il IX Centenario

dell'Ateneo Bolognese

45La partecipazione rotariana al IX Centenario, apertasi con il"Convegno degli Ambasciatori", si concluse il 15 aprile 1989 conuna riunione Intergruppo indetta dal "Felsineo", dal "RomagnaNord", dal "Romagna Sud" e dai rispettivi Interact, e tenutasi nellanuova Aula Magna, l'ex chiesa incompiuta, poi soppressa, poi re-cuperata, di S. Lucia.Il discorso rotariano – disse il PDG prof. Valenti (R.C. Bologna) –iniziato "in anteprima" al IX Centenario, veniva ripreso mentre l'e-vento volgeva a conclusione, per scrutare il futuro dell'Universitàin ordine a progetti, non effimeri e concreti, elaborati nelle varie fa-si celebrative. Su alcuni temi scelti si sarebbero intrattenuti espertirotariani e non.Esordì il Rettore prof. Roversi Monaco (R.C. Bologna Ovest): l'ope-ra di ricostruzione dell'Università all'interno e all'esterno dovevaproseguire e arricchirsi con il contributo degli studenti, che debbo-no venire ammessi a deliberare sulla didattica e sui servizi.Dopo gli interventi dell'arch. Scannavini sul recupero di un note-vole monumento sacro dismesso, e sull'intervento per la nuova de-stinazione, e del prof. Caputo, direttore dell'Istituto Giuridico, sul"Progetto Erasmo" e sulla "Magna Charta" delle Università, il prof.Comani, presidente del R.C. Bologna Est, parlò del IX Centenariocome evento determinante per definire il modello insediativo del-l'Università nella città e nel territorio. Il prof. Mengozzi, presidentedel R.C. Bologna Est, sottolineò gli scambi di idee e di progetti co-muni attuati dal programma "Bononia Nationes". Il PDG Quaglio(Bologna Est) indicò lo sviluppo del Polo Romagnolo con l'attivazio-ne di scuole specializzate o speciali legate ad attività produttive delterritorio (turismo, scienza dell'informazione, e altro), come pos-sibile soluzione, in ordine alle esigenze dei mutamenti sociali escientifici e valida anche per attenuare il problema dell'affollamento.

Concluse il Governatore Distrettuale, dott. Cardinale. Richiaman-dosi alla definizione del Rotary come espressione di una civiltà edi una cultura che fanno della libertà e della dignità dell'uomo l'e-lemento essenziale della propria esistenza, riconobbe nella MagnaCharta delle Università i principi e i valori – ricerca del vero, scam-bio di idee e conoscenze al di sopra delle frontiere – che sono allabase del Rotary e che i rotariani debbono sostenere.In questa ispirazione, il prof. Comani conferì al prof. RoversiMonaco le insegne di P.H.F., consegnategli dal GovernatoreDistrettuale.

Convegno Intergruppo

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Il Past Vice Presidente InternazionaleProf. Tristano Bolelli

Il Premio Internazionale 'Galileo Galilei' dei Rotary italiani

46 Nello stesso anno 1927, che vedeva nascere il Club di Bologna ilpur ancora giovane "Rotary d'Italia" varava una nuova iniziativa.Nuova ed importante: l'edizione di una rivista, Realtà, che pubbli-casse le relazioni tenute nei vari Club, e che non potevano più es-sere ospitate per ragioni di spazio nell'organo ufficiale di stampadel sodalizio, ROTARY. Ne assunse la direzione il Sen. GiuseppeBevione, rotariano, che era stato direttore de "Il Secolo" e che, unpaio d'anni dopo, passando in rassegna il quadro della stampa ro-tariana nel mondo, rilevava compiaciuto come l'Italia, pur rotaria-namente giovane, vantasse due riviste mensili più che apprezzabiliper contenuto e veste grafica. Le relazioni nel corso delle convivialiavevano per tema la storia, l'arte, la letteratura, oltre che il progres-so scientifico e tecnologico: dimostravano ed incentivavano al tem-po stesso quella vocazione culturale che costituiva – come ha dettoRenato Pasquali nel suo intervento – una caratteristica specifica delRotary italiano.Il prof. Tristano Bolelli – romagnolo per origine familiare, bologne-se di nascita, pisano di elezione – ben noto in tutti i Club del Di-stretto per le sue benemerenze rotariane, sia per le sue illuminantipresenze, che lo portano alla carica di Vice Presidente Internazio-nale negli anni fra il '65 e il '67, ama rievocare le battaglie sostenutein seno al Board per far sì che la "cultura" fosse inserita fra i campid'azione del Rotary. Nella relazione introduttiva ad un congressodel nostro Distretto, che aveva per tema i valori culturali dell'uo-mo (Pisa, 1991), egli spiegò che "la parola cultura ha diversi signifi-cati", che al Rotary preferivano parlare di education anziché diculture, e che egli aveva dovuto faticare non poco in seno ad unaCommissione del Board per fare entrare nelle risoluzioni destinateal "Rotary nel XXI secolo" la frase:"il Rotary promuove attività culturali per una migliore intesa ecomprensione fra i popoli".Appare paradossale il fatto, se si considera che nel 1991 il Premio"Galileo Galilei" ideato, organizzato da Bolelli e sostenuto con l'ap-poggio del Club di Pisa e il patrocinio dell'Università pisana, ave-va già conseguito il traguardo della 31a edizione, da parecchi anniera diventato il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotaryitaliani, da una decina era stato riconosciuto come Fondazione, eoggi si colloca fra le massime manifestazioni culturali esistenti.

Il premio onora studiosi stranieri che si siano occupati in modoeminente di argomenti riguardanti la civiltà italiana: archeologia

Il Rotary e la cultura in Italia

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I Premi "Maria Cianci"e"Nicoletta Quinto"

ed estruscologia, storia delle lingua, della letteratura, dell'arte, del-la musica, del pensiero, della scienza, del diritto dell'economia estoria politica.

Il Premio – nato e sostenuto da adesioni volontarie – è oggi sup-portato da una Associazione di Amici della Fondazione, che anno-vera in prima fila i Club del Gruppo Felsineo e gli altri delDistretto, che garantisce un plafond finanziario abbastanza sicuro(in luogo delle elargizioni sporadiche dei primi tempi), che ha con-sentito alla Fondazione l'acquisto di una sede.Bolelli ha così raccolto almeno in parte i frutti di un'operazione ge-stita per anni quasi personalmente da lui e da pochi collaboratori-amici.È accaduto poi nel tempo un fatto molto eloquente: due Rotariani– il PDG Ernesto Cianci, lo "storico" del Rotary italiano, e il nostroPresidente del 1978-79 Prof. Pietro Quinto hanno elargito allaFondazione un lascito, dedicato alla memoria di una cara personascomparsa, che consente di sovvenzionare due borse annuali distudio per giovani stranieri studiosi di storia dell'arte, per consen-tire loro di perfezionare qui le loro ricerche.

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Il "Premio Galileo Galilei 1997" è stato assegnato quest'anno allostudioso di musica italiana Franck D'Accone, statunitense: il"Premio Maria Cianci" alla giapponese Mari Kawakami, il Premio"Nicoletta Quinto" al tedesco Eike Dieter Schmidt, che ha dichiara-to di voler approfondire le sue ricerche sulle sculture eburnee rina-scimentali delle collezioni medicee.Il premio – anzi, i Premi – vengono consegnati nel primo fine setti-mana di ottobre, nel corso di tre giornate che vedono riuniti iDD.GG. di Club italiani, componenti il consiglio di amministrazio-ne della Fondazione, insieme con dirigenti dei Club, autorità, per-sonalità di rilievo nel campo in cui il "Galilei" viene assegnato perl'annata, Rettore e Consiglio Accademico dell'Università di Pisa:una manifestazione che apre di fatto l'annata rotariana e che ha ecoin tutti i media italiani.

T.B.

La cerimonia di consegna del Premio 'Galileo Galilei' nell'Aula Magna dell'Università di Pisa

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Si colloca pure nell'ambito della "vocazione culturale" del Rotaryitaliano una delle sue opere più significative e durature: la "Maisonde l'Italie" nella "Cité International Universitaire" di Parigi.Una invenzione urbanistica mirata a fornire un punto d'appoggio edi residenza per i giovani di tutto il mondo, studenti o ricercatorilaureati, che già allora – anni venti – confluivano a Parigi per fre-quentare i prestigiosi Istituti di alta specializzazione: quelle"Grandes Ecoles" che erano e sono un privilegio secolare di Parigi.La Cité si è sviluppata tra e dopo le due guerre, attraverso il fiorire,nel parco di Montsouris, di "Maison" e di "Fondations".Assente allora l'Italia, chiusa nella sua autarchia culturale e nellepolitiche revansciste. L'idea di istituire nella Cité una Casa italiananacque nel 1951 nel corso di un convegno del Movimentodell'Unione Europea, e venne subito accolta da ambo le parti anchecome un segnale di ritrovata unità negli ideali umanistici e scientifi-ci che con ben più profonde radici uniscono i due Paesi.

Questo l'iter: immediata costituzione di un Comitato promotorepresieduto dal rotariano Falk prima e del rotariano Marazza poi;nel 1952 il Congresso del Distretto italiano a Bari fa sua l'iniziativa.Il rotariano PDG Portaluppi realizza il progetto e assumerà la dire-zione dei lavori. Nel 1953 l'Ambasciatore italiano Quaroni firma gli

atti (concessione dell'area, impegni a costruire, ecc.), nel 1955viene posata la prima pietra, nel 1957 viene inaugurata l'o-

pera dal Presidente francese Coty e dal nostro on.Merzagora, Presidente del Senato. Nel 1967 la

"Maison" conta già 3.500 presenze.L'iniziativa ha subito poi qualche fase di stanca;strutture e impianti hanno dato segni di vetu-stà. È intervenuto l'Istituto Culturale Rotariano,ha ravvivato i collegamenti, ha organizzato unagrande esposizione sulla cultura italiana, staapprontando una adeguata biblioteca, ha avvia-to un piano di restauro e rinnovamento.Prezioso, determinante, l'appoggio

dell'Ambasciatore italiano.

La Maison de l'Italie ha potuto festeggiare il30 novembre il 40° anniversario della suaapertura.

La vite vergine, ricopre interamente la facciata delleMaison de l'Italie e la loggia progettate del Portaluppi.

La Maison de l'Italie

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Rotary Italiano e cultura

La Maison de l'Italie ha celebrato il 30 novembre 1997 il 40° anniversariodella sua istituzione alla presenzadell'Ambasciatore d'Italia

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Anno denso di celebrazioni commemorative, il 1997.Cinquant'anni prima, il 27 gennaio 1947, moriva a Chicago, all'etàdi 79 anni, Paul P. Harris, l'ideatore e il fondatore del Rotary. Sispense nella casetta di un sobborgo di Chicago, che aveva chiama-to "Comely Bank" dal nome di una strada di Edimburgo dove suamoglie Jean aveva trascorso la fanciullezza e la gioventù. Avevaconcluso, poco più di un anno prima, la sua straordinaria autobio-grafia "La mia strada verso il Rotary".

Interclub del Gruppo Felsineo nel Salone del Podestà

I sette RR.CC. di Bologna, che costituiscono il Gruppo Felsineo,hanno celebrato il 50° anniversario della scomparsa di Paul Harriscon un interclub svoltosi nella splendida cornice del Salone delPodestà, alla presenza del Governatore in Carica ing. Giuseppe Fini,del suo predecessore ing. Giorgio Boni, dell'incoming prof. PieroPasini, di autorità civili e militari, di illustri ospiti, di una cerchia digentili signore.La manifestazione è stata organizzata dal Rotary Club di BolognaEst, con la regia del consigliere prefetto dott. Gian Paolo Galliani.Ha aperto gli interventi il coordinatore del Gruppo Felsineo, not.dott. Augusto Turchi (Bologna Sud), che ha esortato ad una rimedi-tazione delle origini del movimento rotariano, per un sempre piùconsapevole impegno di servizio:"La nostra vocazione – ha concluso – è operare con spirito di ini-ziativa, di solidarietà e di tolleranza, senza distinzioni di credo reli-gioso, di fede politica, di colore della pelle e di etnia, ma consape-voli che c'è una grande finalità che giustifica il nostro impegno diservizio: contribuire a formare una nuova società, più libera, piùgiusta, più civile".

Tutti i Club sono stati invitati a ricordare "con adeguate iniziative",la ricorrenza

Il 'Paul Harris day'

Il Dott. Augusto Turchi, notaio,rappresentante del Governatore per ilGruppo Felsineo, ha aperto gli interven-ti celebrativi del 'Paul Harris day'

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I quattro fondatori:a destra Paul Harris, accanto a luiHiram Shorey, Silvester Schiele eGustavus Loehr.

Il vice sindaco prof. Luigi Pedrazzi ha recato il saluto dell'Amminis-trazione comunale, compiacendosi della presenza di una così qua-lificata rappresentanza rotariana nella città, auspicando forme diconvivenza sempre più dialoganti e garantendo la disponibilitàdell'Amministrazione stessa a collaborare a progetti ed iniziativeutili alla comunità cittadina.Il nostro Governatore Distrettuale ing. Giuseppe Fini ha poi traccia-to la storia del Rotary, dalla prima riunione di quattro amici, in unquartiere della periferia di Chicago, ai giorni nostri. Oggi il Rotaryè presente in 154 Paesi con oltre 1.200.000 soci: ma il Rotary è an-

che artefice di un patrimonio di progetti e di realizzazioni umani-tarie ed educative, concretizzate nel mondo a favore dei più debolie più bisognosi in stretta coerenza con i suoi ideali. I programmi del Rotary International vengono attuati attraverso irotariani singoli, la Fondazione Rotary, i Club ed i Distretti, che siinseriscono nell'azione internazionale del Rotary, un'azione che sisvolge nella concretezza di iniziative vere, tangibili, importanti.Questo, amici, è il Rotary International fondato da Paul Harris, delquale oggi celebriamo il ricordo: l'associazione dei Rotary Club ditutto il mondo, un'organizzazione di esponenti delle svariate atti-vità economiche e professionali, che lavorano insieme a livellomondiale per rendere un servizio umanitario alla società, incorag-giando il rispetto di principi etici nell'esercizio di ogni professione,per arrivare a costruire un mondo di amicizia e di pace".

Il prof. avv. Massimo Jasonni (R.C. Bologna) – attento e acuto lettorede "La mia strada verso il Rotary" – ha pronunciato infine il discor-so commemorativo, seguito con viva partecipazione dai presentitutti e calorosamente applaudito.

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La giovinezza di Paul Harris:alle radici del paradosso rotariano

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Prof. Massimo Jasonni

Ripensare alla vita di Paul Harris con spirito non marcatamente ce-lebrativo, ma inteso alla fedele ricostruzione della personalità delfondatore, significa imbattersi in un paradosso, che coinvolge nonsolo la nascita del Rotary, ma, in realtà, tutta la storia della ruotadentata.Nella giovinezza del Nostro nulla emerge di tanto significativo daimpegnare la penna dello storiografo, o anche solo da poter susci-tare gli entusiasmi di un cronista alla affannosa ricerca di "eventi "sociali; ma è pur vero che anche quella prima parte della biografiasi segnala per vivacità ed umanità straordinarie, costituendo, al dilà delle apparenze, epifania di un autentico stile di vita.

Harris nasce nella seconda metà dell'ottocento da genitori di mo-deste condizioni economiche e di medio ceto sociale a Racine, cen-tro agrario del Wisconsin. La più parte del tempo dell'adolescenzaè trascorsa con i nonni paterni in una piccola cittadina immersa trale verdi vallate del Vermont: Wallingford. L'animo del ragazzo siconfronta con la vastità del territorio e la confidenza si alterna allostupore: prati e boschi si riflettono nell'argento dei laghi, ma le vet-te imbiancate delle montagne parlano il severo linguaggio deglidei. In questo quadro ambientale gli affetti domestici si avvaloranodei ritmi delle stagioni e la sensibilità civile è acuita dalla condivi-sione delle responsabilità: spalar la neve, tutti insieme in paese, perrendere agibile la vita; tagliar legna per il fuoco del camino, in rin-novata e cristianissima comunione degli spiriti, cogliere nell'ecodomenicale delle campane non già l'intransigenza di un dogma,ma il naturale richiamo alla sacralità dell'essere dell'uomo.

La biblioteca di casa Harris non è vasta, e Paul pare prediligere lescorribande nei boschi, in compagnia di amici e con la scorta dianimali, alla frequentazione dei manuali della scuola. Purtuttaviain essa spiccano alcuni classici, grandezze letterarie che rispecchia-no, tra cielo e terra, le armonie del mondo, ed un testo fondamen-tale – segno drammatico della crisi incombente – che non potrànon influenzare il processo di maturazione: L'idiota di Dostoievskj.

La laurea, conseguita in giurisprudenza nel 1887, nulla parrebbeaggiungere alla aurea mediocritas degli studi, se non fosse che il titolo ci induce a riflettere: Il diritto come punto di equilibrio tra privato e pubblico. Esso indicauna aristotelica attenzione per la socialità dell'esperienza umana

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ed un'aspirazione al contemperamento tra valori individuali ed in-teressi collettivi, che costituirà momento nevralgico dell'esperienzarotariana. Modestia e nobiltà caratterizzano anche le successive scelte di vita:laureatosi, Paul non cede alle lusinghe del posto di ricercatore uni-versitario offertogli, ma decide di imbarcarsi alla volta di una verae propria odissea di viaggi ed avventure che, sino alla fine del se-colo, lo vedono a Los Angeles, Miami, Parigi e Londra, per citaresolo alcuni punti di approdo.Cronista, attore, portiere di notte, cow boy, commerciante, e chissàcos'altro: sempre e comunque compartecipe, per non dire compar-sa, mai protagonista o primo attore.Anche queste cartoline sbiadite di un'epoca pionieristica – ben pocacosa rispetto all'imponenza culturale di altri uomini dell'America edell'Europa tra i due secoli – testimoniano paradossalmente l'ine-sauribile ricchezza etica di quelle scelte esistenziali. C'è, nel giova-ne Paul Harris, un'inquietudine interiore, una umiltà ed un amoreper la vita, cui la ruota dentata deve la sua origine e la ragione for-se più intima e segreta della sua proiezione nel futuro.

M.J.

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Il Luogo, i tempi, gli uomini

Forse il Rotary avrebbe potuto nascere sotto un cielo più soleggiato, in un clima più mite, in una città dimaggiore compostezza mentale della paradossale Chicago, dove peraltro 50 anni prima si era combattutacon tanto vigore la battaglia per i diritti civili, e dove erano concentrate le forze a favore della gioventù.Ma per la genesi di un movimento come il Rotary, non ci sarebbero potuto essere un periodo migliore del-l'inizio del XX secolo, nè una città più adatta della rude, aggressiva Chicago, afflitta dai mali che in queigiorni erano comuni a molte altre città: nessun principio etico negli affari, spirito comunitario ai livelli mi-nimi quasi ovunque. Era tempo per un cambiamento in meglio.Il Rotary fu dunque il frutto di quel grande calderone sociale dove gli estremi razziali, politici, economici ereligiosi si incontravano, si scontravano, infine si ricomponevano in una apparente omogeneità.Nel 1905, nella città sul lago, il Rotary ebbe una parte all'interno del dramma messo in scena. Gli attori fu-rono uomini della vita di tutti i giorni. Forse non avevano qualità che li distinguessero da altri come loro,ma rappresentavano coloro che possono essere definiti come "i migliori elementi"

Paul P. Harris

(Liberamente tratto da "La mia strada verso il Rotary")

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I GRANDI DEL ROTARYPortatori di progresso, civiltà e di pace

Thomas Mann:

Il compito di accomunare libertà e servigio èinternazionale, come internazionale è il Rotary.In esso si sono trovati riuniti uomini di tuttigli idiomi e di tutte le classi, i quali ben sannoquali inestimabili valori sono connessi alla sfe-ra del proprio "io", alla sfera dell'arte e dellacultura.

R.C. München, Premio Nobel per la letteratura 1926

Albert Schweitzer:

Quando sono con i rotariani sento di essere frauomini che sinceramente desiderano daremaggiore senso morale alla nostra civiltà persalvare il mondo dalla rovina.

R.C. Strasburgo, Premio Nobel per la pace 1952.

Winston Churchill:

Ogni persona ragionevole riconosce i valorimorali e spirituali del Rotary. Il motto "ServiceAbove Self" contiene un grande significato.Pochi sono coloro che non riconoscono le rea-lizzazioni del Rotary nell'intero mondo libero.

R.C. London, Premio Nobel per la letteratura 1953.

La bandiera del Rotary,

recata nel 1926 al Polo Nord e nel '29 al PoloSud dall'ammiraglio Richard E. Byrd, nellastratosfera nel '32 e nelle profondità del Pacifi-co nel '33 da Piccard padre e figlio, è stata po-sata nel 1969 sulla luna da Neil A. Armstrong.Rotariani erano stati anche Orwille Wright, ilpiù giovane dei due pionieri dell'aviazione (ilfratello Wilbur morì precocemente), gli esplo-ratori, circumnavigatori e transvolatoriUmberto Nobile, Thor Heyerdahl, CharlesLindbergh, Francesco De Pinedo

U N E S C O E O N U

Nel 1942 il 13° Distretto del Rotary convocò aLondra un Congresso dei Ministeridell'Istruzione dei Paesi alleati al fine di get-tare le basi di un vasto e organizzato pro-gramma di scambio di studio e di cultura.Era il primo abbozzo di quello che diventòl'UNESCO. I 26 Paesi che avevano firmato nel 1942 laDichiarazione delle Nazioni Unite, insiemecon altri venti schierati in guerra contro

l'Asse decisero di tenere a S. Francisco, il 25aprile, una conferenza per pianificare la pace.Circa 50 Rotariani, a diverso titolo, partecipa-rono al dibattito che portò il 26 giugno, allafirma delle Carta dell'ONU. Fra essi spiccaro-no per forza intellettuale i rotariani ThomasMann; Carlos Romul, già vice presidente delR.I. nel 1937-38 e capo della delegazione delleFilippine; Ezequiel Padillá, capo della dele-gazione messicana e ministro degli esteri;

O.D.A. Oberg, consigliere della delegazioneaustraliana; J. Fidel Duron, già ministro degliesteri dell'Honduras; Jan Masaryk, membrodel governo ceco in esilio; essi ebbero un ruo-lo rilevante nel dibattito. Il R.I. fu una delleorganizzazioni non governative invitate apartecipare come consulenti alla Conferenza.La Carta delle Nazioni Unite divenne ope-rante il 24 ottobre.

Altri rotariani Nobel

Gugliemo Marconi (I) – Fisica 1909Arthur H. Compton (USA) – Fisica 1927Bernardo A. Houssay (AG) – Medicina 1947Giulio Natta (I) – Chimica 1963Rita Levi Montalcini (*) – Medicina 1986*s.o.R.C. Roma Est

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Il giorno seguente al fatidico 23 febbraio 1905, Harris interessò aquesto progetto di club Harry Ruggles, un tipografo, che a sua vol-ta interessò all'idea Will Jenson, un agente immobiliare.Poco tempo dopo, ad una riunione tenuta nell'ufficio di Schiele, fuportata a compimento l'organizzazione del Rotary club con l'ele-zione di Schiele a presidente, Jenson a segretario per la corrispon-denza, Shorey a segretario per l'archivio e Ruggles a tesoriere.Paul Harris declinò modestamente ogni incarico nel nuovo club enon ne divenne il presidente che due anni dopo.È interessante rilevare che ognuno di questi primi sei membri delprimo Rotary club si sentiva come un pesce fuor d'acqua nellagrande città, essendo venuto a Chicago dal proprio paesello per ra-gioni di affari, e ognuno, senza dubbio, sentiva necessità di un'a-micizia personale che rimpiazzasse i legami affettuosi troncati nel-l'abbandonare il villaggio natìo. Lo scopo del primo Rotary clubera d'incoraggiare l'amicizia, il cameratismo e l'aiuto reciproco.

Ad una delle prime riunioni vennero proposti diversi nomi per lanuova organizzazione. Fu scelto quello suggerito da Paul Harris,cioè "Rotary", che descriveva perfettamente il metodo seguito findall'origine dai membri del club di riunirsi a rotazione nei loro ri-spettivi luoghi di lavoro.

A queste prime riunioni vennero tenute conferenze su questioni re-lative al mondo professionale; Harry Ruggles propose per primodi cantare insieme nel club, idea adottata in seguito da molte altredifferenti organizzazioni, e Paul Harris consigliò sovente di allieta-re le riunioni con qualche numero a sorpresa.

L'effettivo del nuovo club crebbe rapidamente. La sua novità eramotivo d'attrazione, e coloro che entravano a far parte del cluberano stimolati, dall'amicizia e dal cameratismo che vi regnavano,a curare più intensamente le loro relazioni in campo professionale,sociale e comunitario.

Con l'aumentare dell'effettivo del club divenne pressoché impossi-bile tenere le riunioni negli uffici dei soci. Di conseguenza, il clubiniziò a riunirsi per i pranzi, dando origine più tardi alle riunioniconviviali settimanali.

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Il giorno dopo

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La fotografia a pagina 55 è uno degli ultimi ritratti di Marconi, equindi anche uno dei preferiti dai Suoicari, come ci ha fatto sapere la principes-sa Elettra, inviandocene gentilmente unesemplare.

GUGLIELMO MARCONIROTARIANOSocio Onorario del R.C. Bologna dal 1933 al 1937

56 "Lieto e onorato di appartenere al Rotary bolognese,ringrazio sinceramente la S.V. e i consoci tutti

per il vibrante messaggio, molto gradito".

La risposta di Guglielmo Marconi al Presidente che gli comunicavala sua nomina a socio onorario del Club di Bologna, giungeva im-mediata e franca.Si era nel 1933: il Rotary bolognese aveva appena sei anni e inItalia da dieci il nostro Sodalizio si proponeva e si confrontava conla realtà del Paese.Ma lo scienziato italiano, vissuto molto in nazioni dell'area anglo-sassone e sempre a contatto con uomini significativi di tanti e di-versi Paesi, certamente conosceva molto bene l'Associazione, siaper il prestigio che ad essa veniva riconosciuto, sia per gli scopiistituzionali da lui stesso condivisi.

Onori ne aveva ricevuti tanti, i maggiori. Dal Premio Nobel per lafisica (1909) al laticlavio (1914); dalla nomina e componente la de-legazione italiana alla Conferenza della Pace di Parigi (1919) al ti-tolo nobiliare (1929); dalla presidenza dell'Accademia d'Italia(1930) alle tante decorazioni straniere. Tuttavia la distinzione rotariana, offertagli dai suoi concittadini,dovette appagarlo di non minore gradimento, per un onore cheveniva espresso non dagli organismi, dagli apparati, dalle istitu-zioni, ma da uomini fra loro aggregati per meriti personali e salda-mente uniti da comuni sentimenti di stima, di amicizia e di pace.

Quando nel maggio 1934, lui presente e ospite principale, si inau-gurò a Bologna la Mostra della Radio Industria, i rotariani, da par-te loro, vollero offrirgli una pergamena che recava scritto:"Il Rotary Club di Bologna – al suo Socio Onorario – dice devota-mente – l'orgoglio dei consoci – che alla gratitudine delle genti –alla ammirazione del mondo – annettono – il vanto e la colleganza– di concittadini e di rotariani".Quella sera stessa, alla conviviale, di fronte alle massime autoritàcittadine, fu il Presidente N.H. dottor Cristiano Gualandi a rivol-gergli le parole di saluto.È facile immaginare la commozione e l'attenta fierezza di tutti i pre-senti per un avvenimento destinato a costituire un ricordo storico.

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"Il nome dello scienziato che altamente onora l'Italia ed in ispecie questanostra città di Bologna dove egli è nato, è troppo conosciuto nel mondoperché io possa permettermi di ricordarne gli eccezionali meriti; ed ancheperché questo raduno ha voluto pensatamente mantenere il carattere, misi conceda la parola, amichevole di consuetudine, limito il mio dire conl'esternare a S.E. il Marchese Senatore Marconi e alla sua degna e gentileconsorte tutta la nostra devota riconoscenza".

In tempi di retorica – per altro prevalente non solamente in Italia –lo stile del discorso ci appare tutto sommato conciso ed efficace e,al di là delle parole, ci è naturale risalire all'uomo concreto che rap-presentava quella sera il Rotary di una città ricca per cultura e ope-rosità. Rifattosi il silenzio, dopo gli applausi che testimoniavano il con-senso e la partecipazione di tutti, Marconi rispose:

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"Mi è molto grato l'appartenere quale socio al Rotary Club diBologna e ringrazio con molta cordialità il Presidente dellegentili espressioni rivoltemi anche a nome dei Colleghi. Bolo-gna mi ha accolto con tanta spontanea gentilezza che nemme-no avrei potuto prevedere. In questa simpatica riunione è statoper me anche un piacere rivedere il vostro Presidente che miha conosciuto fin da quando ero giovanetto. Grazie ancora del-la tanto bella accoglienza che avete fatta a mia moglie e a me".

Fu rotariano purtroppo per pochi anni. Quasi sempre all'estero,molte volte frequentò però Club stranieri, svolgendovi anche rela-zioni.Tre anni dopo l'incontro bolognese si spegneva a Roma per un at-tacco cardiaco in un luglio afoso. Ma prima aveva ben espresso ilsuo preciso desiderio di avere tumulazione nella sua terra, nei luo-ghi della sua fanciullezza e delle sue più ferme speranze. Sarà nel1941 che le spoglie mortali di Marconi troveranno sistemazione nelgrande sarcofago di porfido, ai piedi della Villa da cui fece partire,nel settembre del 1895, timido e ansioso, il primo segnale affidatoall'etere. Fra tanti messaggi di cordoglio scritti in ogni lingua, sututti i giornali del mondo, spicca per noi la pagina listata a lutto diROTARY, in cui il Direttore della Rivista dice:

"Dinnanzi alla fine del grande scienziato, tutti gli uomini senza distin-zione di patria e di parte, hanno provato lo stesso unamine cordoglio edhanno testimoniato con gli atti e con le parole la profonda solidarietàumana innanzi agli imperscrutabili decreti del destino".

In tutti i Club si tennero commosse commemorazioni, mentre a ri-prova della partecipazione rotariana, pervenivano al Club diBologna e al Distretto italiano attestazioni di sincera adesione algrande lutto, da parte di innumerevoli Club sia d'Europa ched'America.

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Ricorrendo il primo centenario della nascita di Gugliemo Marconi,i rotariani della sua città furono in prima fila a ricordare il lorogrande consocio e a partecipare, in modo opportuno, alle celebra-zioni indette in Italia da vari Enti e Associazioni. Si fecero così pro-motori ed organizzatori, a conclusione "dell'Anno Marconiano", ditre giornate di lavori sul tema: "Le radiocomunicazioni e la loroimportanza nella civiltà moderna", cui parteciparono eminentiscienziati e numerosi rotariani italiani e stranieri.Nella Villa Griffone di Pontecchio il 14 ottobre 1974 si ebbe l'aper-tura del Convegno scientifico. Le sedute proseguirono, nei giornisuccessivi, all'Archiginnasio di Bologna e presso il Centro

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Sperimentale Onde Millimetriche di Ozzano Emilia. Le relazioniesposte vennero poi pubblicate in un volume di Atti che costituisceancora oggi un contributo di grande valore per gli studi sulle tele-comunicazioni.In quell'occasione i Rotary d'Italia concorsero tutti alla realizzazio-ne di una Biblioteca collocata al pianterreno della casa di Marconie affidata alla Fondazione che porta il suo nome.Inaugurata dal Presidente della Repubblica, alla presenza dei Go-vernatori dei Distretti italiani, la Biblioteca (come il Salone perConvegni della Villa) è spesso sede di incontri scientifici e ospitamolte riunioni rotariane.Servono al ricordo, ma soprattutto sono, ogni volta, manifestazionidi omaggio allo scienziato e al consocio. Un modo anche per cono-scerlo meglio e, con lui, come lui, puntare lo sguardo in alto a riaf-fermare e perseguire un principio:

"Knowledge the wing wherewith we fly to heaven"."Il sapere è l'ala con cui voliamo al cielo".

(Shakespeare – Henry VI, Pt. II, IV, 7).

G.V.V.

Il presidente del comitato organizzatorePDG dott. Giacomo Gravano (Bologna)apre il Convegno Scientifico.A destra il presidente del nostro Clubing. Terrino del Terra. La manifestazione si avvalse della colla-borazione della Fondazione Marconi,presieduta dal rotariano ing. Mario Bajardo Baldini (Bologna Est).(Da "Rotary" LV n° 5 maggio 1979)

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"Tugnat, et sintò s'là suné al campanèl?" ("Antonio, hai sentito se ilcampanello ha suonato?"). "No, sgnurein. ch'al le dmanda a la sgneramarcheisa" ("No, signorino. Lo domandi alla signora marchesa")."Mami, have you heard the bell ringing?" ("Mamma, hai sentito suo-nare il campanello?"). "Yes, William, and very strongly!" ("Sì,Guglielmo, ed anche molto forte!"). "I am very happy, mami!"("Mamma, sono molto felice!")Questi erano, più o meno, i colloqui in anglo-bolognese che si svol-gevano a Villa Griffone tra Guglielmo Marconi, il fido aiutanteAntonio Marchi e la mamma irlandese, Annie. Solitamente Marconi faceva le sue ricerche nella ormai famosa sof-fitta, detta "stanza dei bachi", nella quale aveva radunato numero-se vasche piene di acido entro le quali immergeva lastre di rame ezinco. Con esse riusciva a caricare un accumulatore, molto più po-tente di quelli fino ad allora conosciuti. L'esito positivo dell'esperi-mento del campanello gli confermava di avere messo a punto unsistema tale da generare potenti scariche con conseguente emissio-ne nello spazio di apprezzabili radiazioni elettromagnetiche.Quel giorno i vapori dell'acido gli avevano procurato un terribilemal di testa. Decise di sospendere per un po' i suoi esperimenti edi andare a pescare. Aprì la porta della soffitta, prese un po' di cibodal vassoio che la madre amorosamente gli preparava fuori dall'u-scio per non disturbarlo, e chiamò Antonio."Tugnat! Prepera al sumarein, ch'andan a pschèr!"Giunti allo stagno, luogo delle sue battute di pesca, Guglielmo lan-ciò la lenza. Il galleggiante andò a cadere vicino ad una canna pa-lustre, sollevando piccole onde nell'acqua stagnante.Egli osservò che le onde venivano attenuate in corrispondenza del-la canna ma poi si ricongiungevano dietro di essa.

Quel giorno... tra bell e campanèl

"E se le onde elettriche che io genero si comportassero nellospazio come queste onde nell'acqua? Potrei aggirare gli osta-coli, superare dislivelli ... Dipende solo dalla potenza della miaradiazione" si disse Guglielmo.

"Tugnat! Prepera al somarein che a turnan a cà" ("Antonio, prepara l'asinello che torniamo a casa").Il trio passò davanti alla vecchia casa dei Prati, che sorgeva di fron-te a Villa Griffone, dove stazionavano alcuni contadini della zona. "Guerda com al matt al s'agrapa a Tugnat!" ("Guarda come il matto si

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aggrappa a Tugnat!") fece un contadino. "Cun tott al scintelli e al dia-vulerì che al matt al m'fa, la mi vaca la n'à piò al latt!" ("Con tutte lescintille e le diavolerie che combina il matto, la mia vacca non midà più latte!").Aggrappato a Tugnat, Guglielmo non si curò di loro: aveva altro acui pensare.

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"Col nuovo generatore potrei creare una radiazione tale da su-perare le montagne, da raggiungere le navi in pericolo in mez-zo al mare. Altro che telegrafo! Questo è il vero telegrafo.... esenza fili! Forse un giorno potrò trasmettere anche le parole, lamusica, le immagini! Potrò concentrare la radiazione sui corpie curare alcuni malanni. Chissà se mai qualcuno darà il mionome a questa terapia... Guglielmo cerca di non sognare e dirimanere con i piedi per terra ...".

L'asinello si era fermato. "Sgnurein, a' san arivat." ("Signorino, sia-mo arrivati").Il giorno seguente tutto era pronto. Tugnat aveva i soliti bastoni,con in cima i fazzoletti, che agitava quando il segnale generato dal-le onde elettromagnetiche veniva rivelato. Quel giorno c'era ancheil fratello Alfonso con il fucile.Dalla finestra della stanza dei bachi Marconi vedeva i due che siallontanavano sempre più salendo verso la vetta della collina anti-stante. Cento metri ed i fazzoletti si agitavano, trecento metri ed ifazzoletti si agitavano, ormai erano sul crinale ed ancora i fazzolet-ti si agitavano. Scomparvero dietro la collina. Si udì un colpo di fu-cile. Una ghiandaia dall'azzurro piumaggio volò via terrorizzatama felice: non era stato per lei quel colpo di fucile!"Pay attention, William; with your tea-cup you are dirting the cover ofthis new magazine" ("Fa attenzione Guglielmo; con la tazza del téstai sporcando la copertina di questa nuova rivista").Marconi guardò la rivista e sorrise. Si trattava di 'Bologna che dorme:periodico umoristico, letterario, illustrato'.Quel colpo di fucile non era riuscito a svegliare Bologna dal suoendemico letargo. Ma a quei tempi si era consci di ciò e ci si scher-zava sopra. A quei tempi.

Liberamente tratto dal libro "I giorni della radio" di Giorgio Maioli, Re Enzo Editrice

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In alto:la collina dei Cappuccini vista dalla fi-nestra della stanza dei bachi.A fianco: la stessa immagine dall'interno.Qui sopra: si distingue sulla parete esterna la lapi-de, sotto la finestra, che ricorda i celebriprimi esperimenti.

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La biblioteca L'arch. Mazzanti nostro Socio realizzò la Biblioteca Marconi al pianoterreno della Villa Griffone, adattando a tale scopo le antiche scude-rie senza peraltro alterarne la fisionomia architettonica. Nel pienorispetto delle strutture preesistenti, che anzi vennero valorizzate emesse in gradevole evidenza, egli articolò gli ambienti oggetto del-l'intervento in un locale destinato alla Biblioteca vera e propria, inuna sala di lettura e in vani di servizio. Le razionali ed ampie scaf-falature della Biblioteca erano destinate a raccogliere il materialestorico e scientifico già in possesso della Fondazione e a ricevereprogressivamente volumi, fotografie, diapositive, e microfilm. Nel-la stessa sala fu collocata un'ampia e luminosa vetrina, nella qualevennero esposti alcuni cimeli marconiani di grande prestigio.

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Era già nella mente dei cultori delle memorie marconiane, verosi-milmente, l'idea che Villa Griffone dovesse diventare un compen-dio di valore internazionale di tutto ciò che si riferisse al grandeScienziato, idea divenuta progetto, e realizzatasi con l'utilizzazionedella "stanza dei bachi".I locali restaurati per la Biblioteca hanno accesso dall'atrio della vil-la, ai piedi dello scalone, e si proiettano verso il parco con grandivetrate, che rendono oltremodo piacevole il soggiorno nella sala dilettura. La Biblioteca venne inaugurata dal Presidente della Repub-blica Leone, in visita ufficiale a Bologna ai primi di settembre, e fupoi ufficialmente donata alla Fondazione Marconi con una sempli-ce e suggestiva cerimonia il 14 ottobre 1974, nella prestigiosa"Giornata di Marconi", che fu la prima del Convegno Scientifico in-ternazionale.

1Atrio della Villa.2Una bacheca con cimeli marconiani.3La sala di lettura4Un particolare dell'ambiente.

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Dopo il Convegno scientificoInternazionale

63A differenza di quanto accade non di rado per iniziative del gene-re, il Congresso ebbe vasta eco negli ambienti scientifici specializ-zati, ma sopratutto valse a ravvivare nell'ambiente rotariano il ri-cordo di una grande figura che era rimasta quasi "ingessata" fra i"sommi" sempre citati quando passiamo in rassegna l'immaginariagalleria dei nostri antenati illustri – Schweitzer, Churchill, Th.Mann – e, in casa nostra, nella foto "storica"della conviviale del 5maggio 1934. La presenza di somme figure della scienza delle ra-diocomunicazioni – fra le quali tre statunitensi cui fu conferita lalaurea honoris causa dall'Università più antica del mondo – e il ilsuggestivo ritorno nei luoghi dove il giovane Marconi aveva rea-

lizzato il raggiungimento del suo primo traguardo, lasciarono unsegno, giacché in seguito si susseguirono con una certa frequenzala presenza e la partecipazione ad ogni iniziativa volta ad onorareil nostro grande concittadino. Il Convegno segnò anche l'inizio diuna sempre più intensa e incisiva collaborazione dei RR.CC. bolo-gnesi e del Distretto con la fondazione Marconi.Così l'omaggio alla tomba del Grande Scienziato è divenuto unmomento rituale di incontri e riunioni; valga per tutti la visita cheil Presidente Internazionale Paulo Costa fece a Villa Griffone quan-do dedicò un paio di giorni a Bologna.A celebrazione della prima trasmissione marconiana i sette RR.CC.del Gruppo Felsineo dedicarono un interclub di particolare rilievo,la sera del 22 marzo 1995, nella sala cinquecentesca della Biblioteca

l Presidente Internazionale Paolo V. Costa (1990), in visita a Bologna, rende omaggio al Mausoleo di Marconi.

Da sinistra a destra:PDG Valenti, PDG Belelli;Director Laffi;il Presidente Internazionale; il prof. Corazza, Presidente dellaFondazione Marconi; PDG Quaglio

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Il nostro Presidenteing. Francesco Angiolini consegna allaPrincipessa Elettra Marconi Giovanellile insegne di Socio Onoraio.

di S. Domenico. La riunione si aprì con l'omaggio alla N.D. ElettraMarconi Giovanelli, nominata socio onorario del nostro Club, allaquale il Presidente ing. Francesco Angiolini consegnò distintivo,statuto, tessera e un omaggio floreale. La Principessa Elettra rin-graziò per la nomina, e per i calorosi applausi che l'avevano salu-tata, ricordando come suo padre apprezzasse l'analoga attenzionerivoltagli dai Rotariani bolognesi e conservasse sempre affetto vi-vissimo per la sua città.

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Il Presidente della riunione, ing. prof. Corlaita, Presidente diBologna Nord, dava poi la parola ad Umberto Eco, ringraziandoloper aver accettato l'invito a svolgere un tema degno della serata edelle ben note virtù affabulatorie del semiologo noto in tutto ilmondo. "Lo straordinario sviluppo della comunicazione: dalla radio all'Internet".Prendendo le mosse dai due gesti ormai storici – il primo segnalecento anni fa e alcuni decenni dopo l'accensione delle luci diSidney – che realizzarono il sogno millenario della azione a distan-za e aprirono "la vera e più profonda stagione dei mezzi di comu-nicazione di massa", incominciata con l'invenzione della stampa,l'illustre oratore ha passato in rassegna gli altri mezzi – il libro, ilgiornale e il cinema – che implicano un atto volitivo da parte di chiriceve il messaggio. La televisione invece arriva in tutte le case, e lapossibilità dello zapping dà all'utente l'eccitante possibilità di scel-ta in una nuova forma di "azione a distanza". Avventurandosi nel-l'esplorazione del futuribile, Eco vede il diffondersi del computer ela nascita dell'Internet come una nuova svolta storica, che segna lafine della civiltà dell'immagine per tornare alla civiltà alfabetica. Echi non saprà fare il salto e non saprà dominare l'enorme volumedelle informazioni ne sarà travolto. Una "lezione monito", questadel prof. Eco, secondo la stampa cittadina.

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La Principessa Elettra Marconi Giovanellitaglia il nastro inaugurale della Stanza dei bachi attrezzata alla raccoltadi cimeli marconiani.

Inaugurazione della Stanza dei Bachi. Accanto alla Principessa il MinistroGambino e il prof. Corazza. Con loro dirigenti del Rotary e dellaFondazione Marconi.

L'ultimo avvenimento importante nell'alleanza fra Rotary eFondazione Marconi si è avuto in questa annata con l'inaugurazio-ne di una raccolta di cimeli marconiani nella "stanza dei bachi" diVilla Griffone, l'ambiente che occupa l'ultimo piano del settecente-sco edificio, che il giovane Guglielmo utilizzò come suo primo la-boratorio sperimentale e che, con una grande finestra, guarda sullacollina dei Cappuccini, dove i Suoi primi e affezionati collaboratorispararono gli storici colpi di fucile. L'inaugurazione venne effet-

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tuata nella "Giornata Marconiana", il 25 aprile 1996, alla presenzadel ministro Gambino. Il Distretto 2070 e i sette RR.CC. bolognesi,che avevano erogato un consistente contributo, erano presenti ac-canto alla socia onoraria Elettra.

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L'apparizione sugli schermi del"colossal" Titanic, ha ricordato unavvenimento determinante per illu-minare ed esaltare l'invenzione diGuglielmo Marconi.

Il Marchese Luigi Solari, il più grandeamico di Marconi, e il suo primo bio-grafo.

Quando già la trasmissione a distanza aveva superato ben altrispazi che non la collina dei Cappuccini a nord di Villa Griffone,Marconi affermava "La telegrafia senza fili dovrà essere applicatasoprattutto sul mare per la sicurezza della vita dei naviganti". Eanticipava: "Verrà il giorno in cui tutte le navi saranno munite delmio nuovo sistema di telegrafia. Ed io allora sarò felice, perchéavrò reso un grande servizio ai marinai di cui sono ammiratore edamico". Queste, le sue testuali parole secondo la biografia scrittadal marchese Luigi Solari, l'alto ufficiale che la Marina aveva dele-gato per mantenere i collegamenti con l'inventore (e per "ricucirelo strappo" dei primi non felici contatti), e che era diventato il suomigliore amico. Il libro "Marconi" pubblicato da Mondadori nel1940, aggiungeva che Marconi amava il mare di per se stesso, di-chiarava che avrebbe vissuto sempre volentieri sul mare (non sof-friva il mal di mare), e questo costituiva un vantaggio, perché egliaveva in progetto di recarsi spesso in America e in giro per il mon-do. Grazie alla sua capacità manageriale, la Marconi Companyaveva già concluso accordi la con alcune grandi compagnie di na-vigazione, pochi anni dopo l'esperimento della propagazione delleonde elettromagnetiche attraverso l'Atlantico, per l'installazionedella radio su decine di navi mercantili. Già da oltre dieci anni pri-ma del disastro, il primo bollettino di bordo contenente le notiziegiunte per radio era stato stampato e diffuso.

È noto, ed è stato drammaticamente narrato nel film, che il mes-saggio "Save our sales" lanciato dal radiotelegrafista del "Titanic",pur nelle molteplici avversità e nei traumatici contrattempi diquella notte dell'aprile 1912, valse a fare accorrere navi provveduteanch'esse del telegrafo senza fili, e a salvare 770 persone. Noto an-che che i superstiti , qualche giorno dopo la tragedia, attraversaro-no silenziosamente in lungo corteo la metropoli di New York perrecarsi da Guglielmo Marconi ed attestargli la loro riconoscenza,consegnandoli una pergamena con tutte le loro firme ed una statuadello scultore Trubetzkoi. Meno noto che il grande inventore come,racconta Solari, era stato invitato dalla White Star Line a far partedi coloro che avrebbero compiuto il viaggio inaugurale del"Titanic", fissato per il 10 aprile, ma Marconi preferì partire qualchegiorno prima con il "Lusitania", perché un'abilissima stenografa abordo di quest'ultimo transatlantico si era messa a sua disposizio-ne per aiutarlo durante il viaggio a sistemare la corrispondenza ar-retrata. Una scelta banalissima, che gli salvò la vita.Il marchese Solari fu ospite del R.C. Bologna il 6 giugno 1936; affa-scinò l'auditorio con la sua aneddotica su Marconi ed auspicò cheBologna divenisse un centro importante di telefonia e radiotelefo-nia, sia per la sua ubicazione geografica, sia per una sorta di "dirit-to di paternità" rispetto al grande inventore.È merito di Bologna, e di alcuni suoi figli illustri e no, l'aver resisti-to alla tentazione di fare di Villa Griffone una sorta di "santuario",custode di leggendarie memorie, ad uso dei turisti preferendo in-vece dar vita in essa a quella Fondazione che, anche per merito deirotariani, è diventato un centro di studi a livello internazionale nelcampo da Lui aperto.

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Marconi e il mare

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Progetto giovani

Un'iniziativa realizzata dai Rotary e dai Rotaract del Gruppo Felsineo in collaborazionecon l'Università di Bologna

I Rotary e i Rotaract del Gruppo Felsineo in collaborazione conl'Università degli Studi di Bologna hanno organizzato – nel periodo24 marzo-23 aprile 1997 – una serie di incontri con gli studenti chefrequentavano l'ultimo anno delle Scuole superiori e delle Facoltàuniversitarie di Bologna per allo scopo di fornire loro, informazionie consigli utili per la scelta della Facoltà e per orientarsi nel mondodel lavoro.Gli incontri riguardavano tutte le Facoltà dell'Università di Bologna.

I relatori di ogni incontro erano: il Preside della Facoltà, i Presidenti dei Corsi di Laurea, i rappre-sentanti degli Studenti, esponenti del mondo del lavoro.Ogni incontro prevedeva:1 Una breve presentazione dell'organizzazione didattica (Corsi di

Laurea, Corsi di Diploma, Indirizzi, Orientamenti, Dottorati diricerca, Scuole di Specializzazione, ecc.);

2 La descrizione degli ambiti professionali in cui potranno inserir-si i laureati;

3 La valutazione delle possibilità occupazionali a breve e mediotermine.

È sempre stato dato ampio spazio agli Studenti per domande edosservazioni.L'iniziativa è stata gestita da un Comitato di cui facevano partetutti i Club (per il nostro, il prof. Giorgio Casadei); coordinatore ilprof. Giorgio Aicardi del Club Bologna Carducci .

È naturale che il Rotary sviluppi molte iniziative per i giovani. UnClub di servizio non può ignorare la parte più viva ed importantedel contesto sociale: quella parte che è il fulcro della società del do-mani e nella quale confluiscono tutte le aspettative, le prospettive ele speranze. A quanto viene sviluppato a livello nazionale e inter-nazionale in questo ambito, i Rotary dell'area felsinea hanno volu-to aggiungere un proprio particolare contributo finalizzato all'o-rientamento universitario e professionale degli allievi dell'ultimoanno delle scuole superiori bolognesi. L'attività ha avuto origineda alcune iniziative del Rotary Bologna, iniziative nate per far co-noscere ai giovani il Rotary, con l'intento di avvicinarli allo spiritodi servizio attraverso una testimonianza concreta, che fosse al con-tempo esempio e risposta ai loro problemi. L'attività originaria siera sviluppata su due linee d'azione: l'una organizzata con ilRotaract Bologna e il liceo Galvani e finalizzata all'orientamentouniversitario dei liceali; l'altra, successiva, destinata agli studentidelle scuole cittadine ed orientata ad affrontare tematiche di altointeresse per i giovani, tra cui, anche, l'orientamento professionale.Il successo dell'iniziativa e l'interesse suscitato hanno suggerito di

Motivi di un successo

Il Rotary per la Gioventù

Il nostro Consigliere, prof. Gian Luigi Spada, preside delLiceo classico "Luigi Galvani", lacui collaborazione è stata partico-larmente utile per i rapporti con ilProvveditorato agli Studi e con icolleghi degli Istituti partecipi, sin-tetizza per noi scopi e risultati.

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Premio ROTARYper le Facoltà dell'Università di Bologna

ampliare lo spettro di azione attraverso un servizio gestito con-giuntamente dal Gruppo rotariano e rotaractiano felsinei. Fu orga-nizzata un'attività di orientamento universitario per studenti dellescuole bolognesi. Lo scopo era quello di far conoscere le facoltàuniversitarie sia come struttura sia come prospettive professionali.La partecipazione del Rotaract all'iniziativa, nata originariamentecon lo scopo di vivacizzare il dibattito, ha consentito di aggiungereal punto di vista dei docenti universitari e dei professionisti la diretta esperienza di chi aveva appena terminato gli studi ed era,quindi, in grado di mettere in risalto l'ottica dello studente,sia in rapporto alla corrispondenza tra realtà e prospettive iniziali,sia in rapporto alle difficoltà incontrate per inserirsi nel mondo del lavoro.L'iniziativa ha avuto notevole successo per la larga partecipazionedei giovani, per la vivacità del dibattito e per l'efficacia della rica-duta. Gli studenti che avevano partecipato agli incontri avevanoparticolarmente apprezzato la coralità degli interventi. La notevolecompetenza ed esperienza dei relatori ha consentito di avere unospaccato della realtà universitaria e produttiva, che ha offerti sce-nari originali e concerti particolarmente efficaci per orientare chideve operare una scelta coniugando capacità e interessi personalicon le prospettive occupazionali.

G.L.S.

L'assegnazione del premio – unatarga diploma e un assegno di duemilioni – viene fatta sulla base deidati forniti da ciascuna Facoltà peri laureati in corso dell'AnnoAccademico ultimo concluso, inquesto caso l'Anno 1995-96 – rela-tivamente alla votazione media ri-

portata nel totale degli esami, più ilvoto di laurea, più l'eventuale lode.La formula venne escogitata setteanni or sono dal nostro past-Presidente prof. Guido Paolucci, edha il pregio di non richiedere iscri-zione a concorso né commissioneaggiudicatrice. Gli altri Club del

Gruppo vi parteciparono con entu-siasmo e anche la stampa cittadinariecheggiò favorevolmente l'inizia-tiva. Nei casi di ex-aequo (come ve-rificatosi appunto nel 1997) ilGruppo naturalmente assegna unpremio in più.

Nella foto, la cerimonia di consegna deipremi per l'ultimo concorso, settimaedizione dell'iniziativa.Accanto ai premiati, a destra il PDGEdile Belelli, l'incoming DG PieroPasini, che copre parzialmente ilProrettore prof. Verondini.

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I seminari RYLA

RYLA è l'acronimo di "Rotary Youth Leadership Awards" – forma-zione rotariana di giovani leaders. Il Manuale di Procedura così lodefinisce:è un progetto distrettuale; mira a sviluppare nei giovani d'ambo isessi le doti di comando e il senso di civismo; viene svolto nelle va-rie parti del mondo nei modi più diversi, assumendo talvolta le no-te caratteristiche della località in cui viene organizzato; per la mag-gior parte, questi programmi giovanili vengono condotti in formadi un seminario o di un campeggio di addestramento a compiti diguida. L'idea del RYLA nacque una ventina di anni fa in Australia e inNuova Zelanda. Non è improbabile quindi che mirasseall'addestramento di giovani in grado di guidare gruppi in escur-sione attraverso le regioni desertiche ed impervie del quinto conti-nente.La formula giunse in Europa attraverso l'America, e qui la leader-ship venne intesa come attitudine a ricoprire cariche e incarichi di-rettivi alla luce dei problemi della civiltà moderna.L'attuazione aderente alla mentalità italiana venne elaborata e spe-rimentata nell'annata 1982-83 dal PDG Gianfranco Napoli e daTonino Pacella del club di Livorno, che riunirono in una accoglientelocalità toscana, Pelagone, per una settimana di primavera, un ri-stretto numero di giovani, selezionato ed invitato dai Club delDistretto, per dibattere l'impegnativo tema "L'uomo dei tempi nuo-vi", svolto da relatori – rotariani e non – di alta qualificazione acca-demica e/o imprenditoriale.L'esperimento ebbe grande successo, anche come numero di parte-cipanti, e il RYLA venne ripetuto annualmente (altre sedi: Rimini,Chianciano, Portoferraio). Oggi tutti i Distretti italiani organizzanoil RYLA sulla falsariga di questa formula.Nell'annata 1996-97 il RYLA del Distretto 2070 si è tenuto dal 13 al20 aprile a Portoferraio sul tema "Verso il Duemila: incontro con ilfuturo".Vi hanno partecipato 85 giovani.

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Attività sociali

Attività culturali

Sviluppodelle capacità professionali

Il Rotaract Club Bologna, fondato nel 1969, attualmente ha 27 soci.Lo scopo del Club, in linea con quello degli altri Rotaract Club, èquello di offrire a giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, lapossibilità di acquistare conoscenze e attitudini necessarie per lacrescita personale, al fine di sapere affrontare i bisogni della pro-pria comunità, e di promuovere migliori relazioni tra i popoli delmondo sulla base dell'amicizia e del servizio.Numerose sono le attività inerenti la sfera sociale, professionale eculturale realizzate nel corso dell'anno sociale 1996/97.

Sia a favore del "service" nazionale, rappresentato dal prosegui-mento dell'attività di raccolta di fondi per la ristrutturazione diun'ala dell'ospedale Gaslini di Genova, sia a sostegno dell'ANT(Associazione Nazionale Tumori), l'ente che assiste a domicilio imalati di cancro. A favore di tali enti sono stati devoluti i ricavatidelle due feste organizzate, in collaborazione con gli altri Rotaractbolognesi, in prossimità delle vacanze natalizie e di quelle estive. Ilricavato invece della festa di Carnevale, nonché di un'asta di bene-ficenza, è stato destinato alla realizzazione del progetto "La casadel sorriso di Mariele", con la quale l'Antoniano di Bologna ricordaMariele Ventre e che prevede la costruzione di una casa di acco-glienza per bambini orfani in Bolivia.

Conferenze con vari esponenti del mondo accademico, dell'arte edella scienza, ed in particolare:Prof. Marco Battacchi, docente di Psicologia dinamica sul tema "La vergogna"; Ing. Vittorio Giardino sul tema "Il mondo deifumetti"; Prof. Giorgio Bernini, docente di Economia e Commercio,sul tema "I giovani e l'Europa".Il Club ha inoltre collaborato all'organizzazione della mostra"Segni e di-segni" di Grazia Gottarelli che si è svolta presso laChiesa della Neve.

In collaborazione con i Rotary ed i Rotaract di Bologna, il Progetto Giovani. (Si veda l'apprezzamento del prof. Spada).Nel corso dell'anno inoltre numerose sono state le occasioni di incontro finalizzate a promuovere l'iniziativa e l'affiatamento tra isoci e tutti gli amici simpatizzanti: tra queste il cocktail di aperturadell'anno sociale, le numerose conviviali e la gita a Mantova eSabbioneta.

L.V.

ROTARACT CLUB BOLOGNADistretto 2070Presidente dott. Lucia Vannini

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Il Rotary nella Comunità

Su proposta di Bologna Est, fatta propria da tutti i Club del GruppoFelsineo e patrocinata dal Distretto, i Rotariani bolognesi hanno do-nato all'Arma dei Carabinieri un monumento alla memoria deiMiliti caduti per la Patria, eretto nel piazzale della Caserma del VBattaglione Carabinieri Emilia-Romagna di via delle Armi.Un'iniziativa fortemente voluta dal PDG Prof. Gian Luigi Quaglio,il quale ne ha personalmente curato l'attuazione in ogni fase. Il mo-numento, opera del noto scultore concittadino Romano Nucci, diBologna Est, è stato inaugurato il 26 ottobre dell'anno scorso conuna sobria, austera cerimonia, presenti autorità militari e civili e lerappresentanze delle Associazioni d'Arma.Hanno partecipato alla manifestazione il presidente del ConsiglioRomano Prodi, accompagnato dal prefetto Mosino e dal questoredott. Aldo Gianni, il procuratore generale dott. PellegrinoJannaccone, il presidente della 3a Sezione civile della Corted'Appello dott. Giuseppe Bagnulo, il generale Giglio della Guardiadi Finanza. Per l'Arma: il comandante della Legione gen. MarianoCeniccola, il comandante della XI Brigata gen. Ermanno Vallino, ilcomandante del V Battaglione col. Alvaro Cicognani, che ha co-mandato lo schieramento in armi e ha reso gli onori alla bandieradi guerra.Numerosa e qualificata la presenza dei Club Rotariani.Scoperto il monumento, il col. Cicognani ha rievocato le glorie delV Battaglione, il Governatore Distrettuale ing. Fini ha espresso l'am-mirazione e l'affetto dei Rotariani – come di tutti i cittadini amantidella Patria – per i Carabinieri e il grato compiacimento del Rotarynel vedere accolta così solennemente l'omaggio rotariano all'Arma;il gen. Ceniccola ha ringraziato a sua volta per il significativo gestoe per le presenze autorevoli che ne hanno sottolineato l'importanza.

71Omaggio all'Arma

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La "Casa del terrapieno" allesuore di Madre Teresa

Alla ripresa dopo le ferie estive, il prof. Casali venne invitato all’i-naugurazione, da parte del Cardinale Biffi, della nuova Casa diAccoglienza delle Suore Missionarie di Madre Teresa di Calcutta.Valutata la inadeguatezza della loro prima sede in Bologna, S. Em.aveva dato incarico a mons. Marino Dal Fiume, presidente del-l'Opera Pia Davia Bargellini, di trovare adeguata soluzione.L'Opera, che ha fra i suoi scopi sociali quello di sussidiare immobi-li, facenti parte del patrimonio avuto in eredità dalla nobile fami-glia senatoria, "a sollievo della classe indigente", deliberò di dareall'Ordine di Madre Teresa, in uso gratuito e perpetuo con il solovincolo della destinazione, la "Villa S. Antonio" di via del Terrapieno.Gli interventi di restauro, rilevanti, vennero finanziatidall'Archidiocesi con i fondi dell'otto per mille destinati alla carità."A questo punto, il felice incontro con il Rotary e con il suo Gover-natore, gen. Furio Basacca, il quale elargì 50 milioni per strutturareed attrezzare la cucina": così lo ha raccontato lo stesso mons. Dal Fiume, ospite il 18 novembre della conviviale del R.C. Bologna,per la consegna delle insegne di P.H.F., un riconoscimento che egliha ritenuto spettante all'Opera, e che molto ha gradito. Alla serataerano presenti anche il gen. Basacca, i PDG Pasquali, Valenti,Quaglio, la Major Donnor signora Vera Busi Girardini, e molti rota-riani, ospiti e signore.Villa S. Antonio ha una capacità di 35 posti letto, oltre i sei alloggiper le Suore; è ubicata e attrezzata per tutti i servizi che l'Ordinedà ai "poveri fra i più poveri"; è dotata di un appezzamento di ter-reno adatto ad orto, potrà creare un reparto per i malati di AIDS.Il prof. Casali ha annunciato che il ricavato delle consuete offertenatalizie del Comitato consorti verrà devoluto a "Villa S. Antonio",per sostenere le molte altre spese occorrenti "quando si mette sucasa".

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"Villa S. Antonio"in via del Terrapieno, 15

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La Fondazionemotore

e anima del Rotary

La proposta è accettata; l'unica con-tribuzione è di ventisei dollari ecinquanta cents. Perché quell'im-porto e non ventisette dollari?Potrebbe sembrare una domandainutile, come sarebbe quella dichiedersi perché il 23 febbraio 1905Paul Harris invitasse tre amici enon quattro all'incontro considera-to l'atto di fondazione del Rotary.In verità, la tradizione vuole chequel singolare importo fosse il resi-duo attivo di gestione delCongresso. Tuttavia l'accostamentocon i quattro fondatori non appareeccessiva, se si pensa che quell'esi-guo "Fondo" diventerà laFondazione Rotary e che la crescitadi quell'importo è stata ancor piùprodigiosa che non la dilatazionedel numero dei rotariani, e la diffu-sione del Rotary nel mondo.

Al 30 giugno 1995 – comunicaattraverso la rivista RotaryCarlo Monticelli, coordinatore re-gionale della Fondazione 1995-97(34 Distretti Europei) – alcune cifreche documentano quale sia la di-mensione finanziaria attuale della Fondazione stessa:Contributi raccolti nell'annata1994/95: 98,4 miliardi di lire.Contributi cumulativi raccolti algiugno 1995: 1.386 miliardi di lire.Spese per programmi 94/95:73,4 miliardi di lire.Spese cumulative per programmi:1.109 miliardi di lire.

La crescita dimensionale del Fondocreato nel 1917 non fu esplosiva,come non lo fu la crescita dei Club(come noto, il Rotary rimase circo-scritto a Chicago dal 1905 al 1908,quando venne fondato aS. Francisco il Club n° 2)Contro le possibilità di una espan-sione immediata del Fondo fu de-terminante la situazione storica in-ternazionale, che influì su tuttal'Associazione, limitandone quanti-tativamente e qualitativamente la

sfera d'azione.Come noto, il 1917 fu l'anno in cuigli Stati Uniti d'America entraronoin guerra (in quella detta impro-priamente "la grande guerra"), eche i Rotary Club si diedero a so-stenere lo sforzo della Nazionecontribuendo al soccorso per le fa-miglie colpite da lutti e ai prestitiobbligazionari statali e confederali.Ma anche dieci anni dopo la finedella guerra, benché nel 1928 ilFondo prendesse il nome diFondazione, le cose non cambiaro-no molto: la Fondazione rimaseuna sorta di ufficio assistenza sen-za programma, attiva solamente at-traverso interventi locali, caso percaso. Si pensò addirittura (lo abbia-mo imparato ora) di sopprimere l'i-stituzione. Si dovette aspettare, peril decollo, un altro "settimo anno"quel tristissimo 1947 che si aprì ingennaio con la morte di PaulHarris.In primavera la Fondazione rag-giunge i cinquecento milioni didollari, tanto quanto aveva raccoltonel precedente trentennio: un elo-quente segno di come i rotarianiaccusassero la dolorosa perdita delfondatore e ne onorassero la me-moria con i fatti e non con le paro-le.Il vertice del Rotary Internazionaleavverte che la Fondazione è lo stru-mento attraverso il quale può rea-lizzare programmi umanitari, edu-cativi e di scambi culturali a raggioveramente internazionale.E nello stesso anno, avvia il primodi questi programmi, che ora pas-seremo in rassegna, (con la massi-ma concisione dato che la stamparotariana e lo stesso M.d.P. forni-scono ampie notizie in merito),informando anche i lettori su qualesia stata la partecipazione delDistretto 2070, del GruppoFelsineo, del Rotary Club Bologna.

La chiamano "il fiore all'occhiello",il "braccio operativo", e in molti al-tri modi. Ma nessuna definizionevale quanto l'enunciazione del suoscopo sociale, che prendiamo dauno dei più attivi e convinti fautoridi questa istituzione: "Sostenere le azioni del R.I. per lacomprensione e la pace, attraversoprogrammi internazionali umanita-ri, di educazione e di scambi cultu-rali. La caratteristica essenziale del-la Fondazione è l'internazionalità.È la Fondazione il motore propulsi-vo di tutto ciò che il Rotary fa al disopra delle bandiere nazionali".

Ma cominciamo dal principio.Un altro "settimo anno", un'altra vi-cenda che è entrata a far parte deimiti rotariani.Nel giugno 1917, al Congresso diAtlanta, il sesto Presidente di quel-la associazione di Club che già sichiamava "Rotary International",Archie Klumph, presenta la propo-sta di istituire un fondo di dotazio-ne con lo scopo di "far del bene nelmondo".

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Viene varato l'anno stesso (1947) –un altro anniversario da celebrare,dunque – il primo programma: leBorse di Studio; ne vengono asse-gnate diciotto di sette diversi Stati.La crescita farà del Rotary l'enteprivato che ha finanziato il più va-sto programma di Borse di Studionel mondo. I Distretti italiani sonoattivi come sponsor e come ospitidi borsisti stranieri che hanno chie-sto e ottenuto di frequentare per unanno accademico una Universitàitaliana. In testa naturalmente ilDistretto 2070 con i suoi sette stori-ci Atenei. La formula , ai fini delloscopo sociale rotariano – stabilirerapporti amichevoli fra persone dinazionalità diversa – si dimostracosì valida da meritare una defini-zione più alta: Borse degli Ambasciatori di buo-na volontà. Importante, e sperabilmente bennoto a tutti, le borse non possono es-sere assegnate a figli, nipoti o coniugidi rotariani.

Il nostro Club, così a lungo rimastol'unico Rotary cittadino, ha funzio-nato altrettanto a lungo come l'uni-

co Club ospite. Il che comporta unaserie di adempimenti amministrati-vi e non, che il GovernatoreDistrettuale affida a un rotarianodella località ove il giovane o lagiovane hanno chiesto di trascorre-re l'anno accademico che la Borsacopre, così come il Distretto pre-scelto ed ottenuto dal borsista ita-liano all'estero nominerà in appog-gio a questi. Il Board e gliAmministratori della R.F. hannostabilito, sia per il borsista sia per ilsuo assistente compiti specifici, fi-nalizzati allo scopo che l'annata distudi borsistici realizzi il fine di fa-re del borsista stesso "un ambascia-tore di amicizia". È questa forteconnotazione che distingue leBorse della Fondazione dalle innu-merevoli borse di studio che istitu-zioni ed enti vari rendono accessi-bili a studenti universitari.Nell'annata 1996-97 sono state con-cesse 1.277 borse per un valorecomplessivo di circa 20 milioni didollari. Si calcolano in oltre 28 milai Borsisti della Fondazione, in viag-gio in 140 Paesi, e in 50 miliardi dilire lo stanziamento a loro soste-gno, dal 1947 ad oggi.

"Grazie ad una borsa di studio, confe-ritami dai Rotariani di Atlanta, ebbi lafortuna di poter studiare negli StatiUniti d'America poco tempo dopo la fi-ne della guerra. Ho potuto vivere in prima persona gliideali che Voi Rotariani perseguite: e cioè "la comprensione reciproca,la buona volontà e la pace fra lenazioni".Ho potuto constatare l'apertura deglianimi che esiste laddove i liberi rappor-ti fra gli uomini oltrepassano le fron-tiere".

Friedrich Ruthex Ambasciatore di Germania in Italia

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Il secondo programma è varato nel1965: lo Scambio di Gruppi diStudio, che si realizza attraversol'accordo fra due Distretti diContinenti diversi. I rotariani assi-dui ricorderanno la rituale presen-tazione del Gruppo di Studio ospi-te a nostre riunioni di Interclub,anche perché nell'area del Distretto2070 la laboriosa organizzazionedel programma italiano è affidata a

in scienze, fisioterapista, e tutti pro-fessionalmente attivi da almeno 2anni. Il programma elaborato daldott. Giancarlo Pascale seguivaquesto itinerario: Pisa, Firenze,Prato, Riccione, Rimini, Ravenna,Ferrara, Bologna, con puntate aLucca, San Marino, Delta del Po,S. Agata B., Sasso Marconi. In ognisede di sosta, il Gruppo veniva as-sistito da un responsabile del

Lo Scambio di Gruppi

di Studio

Giancarlo Pascale, Presidente dellaSottocommisione Distrettuale deiG.S.E. Non sono mancate le presen-tazioni simultanee dei due Gruppi– l'italiano appena rientrato e l'ospi-te in partenza - ai Congressi quan-do i tre calendari coincidevano.Dal 27 maggio al 24 giugno 1997abbiamo avuto ospite un Gruppo di studio del Distretto 7090, cana-dese, ma con un'appendice territo-riale negli Stati Uniti. Lo guidavaPaul H. Vale, professore di letterelaureato a Buffalo, accompagnatodalla consorte, signora ElenaMarchini. Lo componevano:Grayce Bonifacio, laureata in "artedel teatro"; James L. Oliver, laurea-to in biologia e in ingegneria del-l'ambiente; Isabel Reinhart, marke-ting; Lisa Schmidtfrerick, laureata

Rotary locale. Come da regolamen-to, il calendario comprendeva cin-que giornate "vocazionali", nellequali ciascun componente eseguivauna visita professionale relativa alsuo specifico interesse.Il Gruppo Scambi di Studio spon-sorizzato dal nostro Distretto, desti-nazione USA-Canada, era accom-pagnato dal dott. Fulvio Grindelli(Viareggio-Versilia) e composto da:ing. Marco Celestino, Pisa; MilenaFanti, Bologna; Stefano Neri, Siena;Francesca Tosi (Viareggio-Versilia).Tutti laureati o diplomati.Nell'annata '94-'95 hanno "viaggia-to" 500 gruppi. Dal 1965, primo va-ro dell'iniziativa, 5.500 gruppi in100 Paesi, per un totale a caricodella Fondazione di oltre 80 miliar-di di lire.

Il Gruppo di Studio del Distretto 7090(Canada-USA) all’aereoporto di Bolognain procinto di rientrare in patria. Lo accompagna il dott. Giancarlo Pascale

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76 Nello stesso anno 1965nasceva anche il programma"Matching Grants", tradotto in ita-liano "Sovvenzioni paritarie": la Fondazione copre il 50% dei co-sti di un progetto educativo o so-ciale avviato e realizzato da due opiù Club o Distretti. Il beneficiarioè sempre o quasi un Paese del ter-zo mondo ove un Rotary Club lo-cale vuole aprire un ospedale o unascuola o creare un sistema idrico.Un esempio ricavato dal primoesperimento di Matching Grantsrealizzato nel nostro Distretto.Durante l'anno rotariano 1992/93,

il Distretto 2070, sotto la guida delgovernatore Gabriele TristanoOppo, ha realizzato il ProgettoMaching Grants n. 3285 per il fi-nanziamento di una scuola specialeper bambini sordomuti in costru-zione nel territorio di Cochin (Statodi Kerala–India meridionale).Il progetto, cooptato dai Distretti2210 della Spagna (GovernatoreJosè Manuel Gutierrez) e 1700 dellaFrancia (Governatore Paul Ajat), èstato approvato dalla RotaryFoundation che ha concesso la sov-venzione paritaria, grazie all'in-stancabile impegno della Commis-

sione distrettuale APIM, Mario Calamia del R.C. FirenzeSud.Con tali finanziamenti la costruzio-ne e l'arredamento della scuola so-no stati completati a tempo di re-cord, così che il 21 gennaio 1995 èstato possibile inaugurarla ufficial-mente.

MatchingGrants

SovvenzioniParitarie

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77Nel 1978 viene istituito ilProgramma 3HHealth, Hunger, Humanityallo scopo di migliorare la salute,alleviare la fame, elevare l'umanità,cioè il livello sociale. Appartiene aquesta area il programma "Vita perl'Albania", che merita una citazionea parte per il contributo dato dalDistretto 2070.

Un programma 3H contro l'epatite B è stato promosso da tuttii Distretti italiani, in collaborazionecon OMS e Ministero della SanitàAlbanese; durata 3 anni (1993/94 -1994/95 - 1995/96). Il progetto ha assunto recentemen-te la denominazione di "3H PROJECT 94-3" nell'ambitodei progetti umanitari finanziatidal Programma 3H. Esso indica esclusivamente la cam-pagna triennale di vaccinazionecontro l'epatite virale B.La raccolta dei fondi è iniziata nel-l'anno rotariano 1993/94 e termina-to nell'anno 1995/96. La fase ope-rativa (quella delle vaccinazionivere e proprie) iniziata nel maggio1994, è terminato nell'ottobre 1997.I 70.000 neonati circa di ogni anno,ricevono (o hanno ricevuto) la pri-ma dose di vaccino entro 48 oredalla nascita, la seconda tra la sestae l'ottava settimana di vita, la terzaal sesto mese. Il vaccino è acquista-to attraverso l'OMS, onde ottenereil prezzo più favorevole. Alla finedi settembre 1995 era costituito da312.300 dosi di vaccino, 390.000 si-ringhe monouso e da 500.000 copiedi una "Guida alla prevenzione control'epatite B" in lingua albanese.Le vaccinazioni sono iniziate l'11maggio 1994.I vaccinati dal giugno 1995 a fineanno circa, sono stati: con una dose 77.849 con due dosi 60.513 e con tre dosi 39.204

Totale vaccini 749.800.

Finanziamento rotariano dell'ope-razione Lit. 1.700.000.000 così ripar-titi: Rotary italiani Lit. 1.240.000.000('ogni distretto si è fatto carico dicontribuire annualmente al Proget-to con una somma di circa 30.000dollari'). La Rotary Foundation ha dato Lit.465.000.000.

In parallelo con la campagna per lavaccinazione dei bambini albanesi con-tro l'epatite C, promossa dai Distrettiitaliani e sostenuta anche da una ero-gazione della R.F., l'ANT – creaturadel nostro socio Prof. Pannuti – haaperto nel '92 a Tirana uno di queisuoi Ospedali Domiciliari Oncologiciche costituiscono l'ANT.

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78 Nel 1985 il Rotary Internationallancia la sua campagna più ambi-ziosa: la POLIO PLUS contro ildiffondersi della poliomielite e delle malattie infettive nel mondo.Il programma è accettato dallaOrganizzazione Mondiale dellaSanità e il Rotary diventa il primocollaboratore non statale della cam-pagna di vaccinazione, che ha giàimmunizzato interi Continenti, eche i rotariani vogliono terminarenel 2002, così da poter dichiararedebellate le epidemie , dopo i treanni di controllo, nel 2005, centena-rio del Rotary.

La partecipazione del Rotary ècoordinata da una CommissioneInternazionale, che delega respon-sabili – naturalmente rotariani –nelle aree via via investite dallacampagna Polio Plus. Tale Com-misione ha diffuso per l'appunto indata 30 giugno 1997 – un docu-mento di grande valore perché fa ilpunto sui risultati raggiunti sinora,sugli obiettivi immediati, e anche

Il documento così prosegue:2Il Rotary si impegna a dare 287 mi-lioni di dollari per l'eliminazionetotale della poliomielite.3Fino ad oggi, 118 Paesi hanno rice-vuto fondi PolioPlus per l'elimina-zione della poliomielite.4Senza la campagna di vaccinazione

sul ruolo che il R.I. svolge in que-sto sforzo globale. Il documento co-sì esordisce:1"Da qui all'anno 2005, la contribu-zione finanziaria dei Rotariani allosforzo globale per l'eliminazionedella poliomielite, si eleverà a 400milioni di dollari. Inoltre, i Club e iDistretti del Rotary hanno effettua-to, a titolo particolare, doni in natu-ra il cui valore ammonta a parecchimilioni di dollari. Ma, soprattutto,il R.I. ha mobilitato centinaia di mi-gliaia di volontari a livello locale,che svolgono un lavoro considere-vole nei centri medici, organizzanocampagne di vaccinazione e intra-prendono diverse azioni di lottacontro la poliomielite nelle loro col-lettività. A tutt'oggi, più di un mi-lione di Rotariani hanno contribui-to al successo della nostra lottacontro la poliomielite."

di questi ultimi 10 anni, circa 4 mi-lioni di bambini che camminano egiocano oggi normalmente sareb-bero stati vittime della polio.Almeno 500.000 casi di polio sonoevitati ogni anno grazie agli sforzidei governi e del partnership fral'Organizzazione Mondiale dellaSanità, il Rotary Internazionale, ilFondo dell'ONU per l'Infanzia(UNICEF) e i Centri americani dicontrollo e prevenzione delle ma-lattie (CDC).5Numero dei bambini vaccinati:dal 1985 a tutto il 1996: più di unmiliardo; nell'anno record 1996400 milioni negli 85 Paesi nei qualisono state organizzate "Giornatedella vaccinazione".6Risultati: nel 1996 non sono statidenunciati casi di poliomielite in154 Paesi.

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7Rapporto fra casi denunciati e casistimati: Per l'anno 1996 sono statisegnalati circa 4 mila casi di polio.L'O.M.S. stima, tenendo conto dellezone a debole sorveglianza, che icasi siano stati 40 mila.8Economie che potrebbero realizzar-si per l'eliminazione totale della po-lio: almeno 1 miliardo e mezzo didollari, tenendo conto soltanto delcosto delle vaccinazioni periodiche.9Costo del vaccino per bambino:0,50 dollari.

sopravvivenza e lo sviluppo del-l'infanzia; il Comitato americanodell'UNICEF, l'Associazione ameri-cana dei pediatri, e la FondazioneMarch of Dimes Bith Defects.Il Rotary è il principale donatorenon governativo.

10Importo da dedicare alla Polioplusin Africa: 82 milioni di dollari.11Idem per l'Asia: 110 milioni di dollari.12Terminologia relativa alle forme dicollaborazione: "Coalizione" descri-zione di un gruppo preciso;"Donatore" associazione che versafondi rilevanti; "Partner": organiz-zazioni precise: OMS, UNICEF,CDC, Rotary Internazionale. Per questi enti si deve parlare di"Partners principali". Il Rotary è al-la testa di una coalizione specialeche comprende: la FondazioneRotary, il Gruppo speciale per la

Altri programmi della Fondazione

Ultimo nato: il programma dei"Forum per la Pace", conferenze in-ternazionali per dirimere i conflittinel mondo. Dal 1987 ne sono statetenute trenta.

Altri programmi, di minore impor-tanza perché più specializzati:Volontari del Rotary, SovvenzioniCarl Miller, Sovvenzioni perDocenti Universitari: non ci ad-dentriamo nell'illustrazione perchérivestono un carattere particolareche esula dai limiti di questa nota.

Secondo dati continuamente ag-giornati, e fra i quali è difficile unorientamento preciso, nell'annata1994/95 il totale delle sovvenzionierogate dalla Fondazione ha supe-rato i 54 milioni di dollari.I 26 dollari e 50 cents versati allanascita del Fondo, padre dellaFondazione, sono stati aumentatioltre due milioni di volte. Un re-cord che, ripetiamo, non sfigura difronte alla crescita di rotariani , daiquattro fondatori riuniti in una cittàamericana a 1.213, 748 rotariani esi-stenti oggi (o ieri) in 155 Paesi delmondo.

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La Fondazionevive

di contributivolontari

Ma la serie dei primati non è finita: la Fondazione è la più grandeorganizzazione del mondo che viva di contribuzioni volontarie eche con contributi volontari alimenti una così ampia attività.Giuridicamente, la Fondazione è stata costituita nel 1983 in "societàsenza fini di lucro", in conformità alle Leggi dello Stato dell'Illinoised è gestita da 13 Amministratori nominati dal Presidente delRotary Internazionale.

Le regole gestionali e amministrative, che il Rotary si è dato perquesto suo "braccio secolare", fanno della Fondazione un modellouniversalmente riconosciuto. Peccato non poterne parlare adegua-tamente anche qui.I Governatori Distrettuali, in quanto dirigenti del R.I. hanno "la di-retta responsabilità di dare impulso alla Fondazione" (Manuale diProcedura). I Club e i Soci sono stimolati anche attraverso la pub-blicazione mensile di un report che indica , per ciascun Club , il li-vello della contribuzione pro capite.La Fondazione ha creato anche una formula di riconoscimento e diriconoscenza verso i rotariani più sensibili e più generosi: attribuisce il titolo di PHF (Paul Harris Fellow) a chi – rotariano onon – versa un contributo di mille dollari, o a nome del quale ven-gono versati i mille dollari. In pratica accade più spesso che il con-

Il Distretto 2070 con una contribuzione complessiva di 424.435 $, èrisultato il primo Distretto del CEEMA ed il 29° nella classifica ditutti i Distretti del mondo. Anche nella contribuzione pro-capite ilDistretto 2070 si trova al primo posto tra i Distretti del CEEMA edal 68° della classifica generale.

Primato CEEMA*del Distretto 2070 nella

contribuzione alla Fondazione.

* Europa Continentale Medio Oriente Africa

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tributo venga versato a nome di una persona che il Club vuole ono-rare. Il PHF – che dà diritto a un attestato, a un distintivo e ad unamedaglia - diventa così una sorta di onorificenza, che può arricchir-si di una "Pietra Azzurra" per ogni ulteriore versamento di milledollari.Esistono anche altre contribuzioni alla Fondazione per Borse di stu-dio che danno diritto a citazioni speciali. Abbiamo nell'ambito delGruppo Felsineo un esempio di questo genere.

La Signora Vera Girardini Busi, vedova del Rotariano Avv. LuigiBusi (Bologna Nord), ha effettuato una rilevante donazione perBorse di Studio della Fondazione Rotary: il versamento di 22 miladollari per una Borsa di Studio destinata ad un giovane stranieroche verrà in Italia per un anno a seguire un corso di perfeziona-mento post laurea in "Diritto delle Comunità Europee" pressol'Università di Bologna; un lascito testamentario di 150 mila dollariper una Borsa di Studio permanente che sarà amministrato dallaRotary Foundation. Per tanta generosità la donatrice sarà iscritta aEvanston nel prestigioso albo dei Major Donors.

Per il 1997 la Borsa di studio è stata assegnata alla Sig.na Claudia Fabiana Gomez, Distretto 4910 Argentina.

Alla cena in onore dei vincitori del Premio "Galileo Galilei", a Pisala sera del 5 ottobre 1996, il Presidente Internazionale del RotaryLuis Vincente Giay ha rivolto alla Signora Vera Girardini Busi,ospite, le seguenti parole:Con vivo piacere voglio salutare la Signora Vera Girardini Busi diBologna, che stasera è fra noi e che, con la sua azione generosa di sostegnoalla Fondazione Rotary, ha voluto ricordare suo marito, l'avvocato e rota-riano Luigi Busi, socio del Rotary Club di Bologna Nord dal 1972 alla Sua

Il Presidente Giay ringrazia la Major Donners la Signora Vera Girardini Busi

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scomparsa nel 1984.La Signora Busi, attraverso la Fondazione Rotary, ha istituito la borsa distudio, intitolata a "Vera e Luigi Busi" per giovani stranieri che vengono astudiare in Italia.La Signora Vera Busi ha effettuato un importante investimento, non inazioni, nè in obbligazioni, non acquistando un immobile.No, il suo altruistico investimento è destinato al futuro, verso l'abbatti-mento delle barriere e dei confini che dividono i popoli, verso l'aiuto allenuove generazioni, per studiare, preparandosi meglio alla vita e alla com-prensione verso gli altri.Queste parole del Presidente Giay sono state accolte con commo-zione da tutti i presenti e salutate con un prolungato applauso ri-volto alla benefattrice, alla quale il Presidente Giay ha offerto un ar-tistico oggetto in cristallo recante i nomi di Luigi e Vera Busiaccanto a quello della FondazionePer la sua generosa donazione, la Signora Vera Busi è stata iscrittanel prestigioso Albo dei "Major Donors".

(Dalla rivista "Rotary" novembre - dicembre 1996)

Il Governatore Giuseppe Fini (1996/97), al termine del suo manda-to ha aperto un conto, presso la R.F. che, al raggiungimento dellasomma di 250.000 $, attiverà una borsa di studio annuale, perpetuae "intitolata" (named) ai "Rotariani-Defunti" del nostro Distretto.La somma fin qui versata è stata di 175.000 $, utilizzando le rima-nenze di gestioni distrettuali pregresse e dell'annata 1996/97.Potrebbero bastare alcune iniziative locali "mirate" per acquisirela non rilevante differenza e arricchire di una unità il numero delleBorse spettanti al Distretto in base ai conferimenti annuali pro Fondazione.

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OMAGGIO A RICCARDO BACCHELLI E A PAOLO MANARESI

I rotariani bolognesi organizzarono ed ospitarono l'ultimo Congresso Distrettuale all'ombra delle Due Torri ai primi di mag-gio del 1986, Governatore il dott. Renato Pasquali, tema"L'economia e la società civile in Emilia-Romagna e in Toscana",Presidente del R.C. primogenito il prof. Edile Belelli. Un confrontoa tutto campo: dall'industria al commercio, dai trasporti alla finan-za, dalla ricerca alle correnti di pensiero. Ai congressisti i rotarianidel Gruppo Felsineo vollero fare un omaggio-ricordo, "un mazzet-to di pagine di Riccardo Bacchelli " selezionate dal prof. Marcelli, eriprodotte per gentile concessione della Mondadori, arricchite dadodici acquerelli originali di Paolo Manaresi. "Noi vorremmo, – di-ceva la presentazione, – che gli ospiti sentissero (e l'arte delBacchelli ce ne assicura) fra le immagini evocative, sgorgare la vitae il carattere delle genti emiliane e romagnole, nella genuinità dellecose e delle opere esaltate dall'incantesimo poetico". "PaoloManaresi – proseguiva la presentazione – ci aiuta a penetrare inquesto mondo nostro, col suo segno che esprime anch'esso conclassico magistero d'arte, la fantasia inimitabile delle viuzze e deivicoli cittadini, la sospensione d'animo che essa provoca, la folliadegli smisurati monumenti in cotto. Vogliano gli amici rotarianigustare questi esempi di classica compostezza e di intensa capacitàespressiva".Due rotariani: Bacchelli, "ad honorem" per aver ricevuto circa diecianni prima il "premio R.C. Bologna" destinato a dieci "grandi" chein vari settori avevano tenuto alto il nome della Dotta in Italia enel mondo.

Il secondo, Paolo Manaresi, rotariano vero, convinto e amatissimo.Socio effettivo dal 1955 al 1961, dimessosi poi per gravi lutti cheavevano accentuato la sua tendenza alla solitudine, aveva accettatole insistenze degli amici che lo volevano "onorario". Ma questa suacondizione durò soltanto un paio d'anni – 1984-85 – durante i qualifrequentò pochissimo il Club nonostante l'accoglienza affettuosadegli amici tutti. Fu in quel tempo che accolse le insistenze per farci i dodici acqua-relli. Ma di lui artista occorre dire qualche cosa di più.

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Allievo di Giorgio Morandi, Paolo Manaresi ne ereditò la Cattedra

d'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1958 e, con

quella, – scrisse Franco Basile – "una visione appartata, fortemente

intima, dell'arte". "Ma a differenza del Maestro – proseguì Basile –

Manaresi infondeva nelle sue incisioni una tensione lirica, quasi

tragica, si trattasse di visioni notturne o di paesaggi, simili nel se-

gno ma non nel distacco dell'anima alle celebri vedute della

"Fondazza" e Grizzana.

Quasi tutte le sue acqueforti (tecnicamente predilette) vennero

pubblicate dall'editore Prandi in un volume monografico di 850

esemplari nel 1969. Nel presentarlo, Roberto Pallucchini diceva di

Manaresi: "È un virgulto nutrito dall'alta lezione morandiana, ma

che è cresciuto e si è sviluppato con indipendenza ed altrettanta

coerenza: sempre dentro di sé, quasi con asprezza, affinché quelle

immagini diventino lo specchio poetico della propria angosciata

solitudine".

La sua attività fu costellata di premi e riconoscimenti: Biennale,

Quadriennale, Olivetti.

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Nelle settimane precedenti l'improvvisa scomparsa, Manaresi sta-

va lavorando ad una personale dove avrebbe esposto la produzio-

ne della sua ultima maniera: abbandonando bulini e acidi si era ri-

volto ai colori e alla pittura astratta.

"Addio a Manaresi, dolente maestro".

Così il Resto del Carlino nella nota necrologica pubblicata all'indo-

mani della Sua dipartita.

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"… nati dalla convenienza e dal proposito di renderepiù capaci e civili le strade che l'economia e il costume volevano strette e stipate, i portici si svilupparono in una sorta di civica istitu-zione, pratica, stilistica e insomma umana…"

"… mi chiedo qual'è il colore che, immaginato, più del"cotto" emiliano mi rende in fantasia l'Emilia. Dal grigio freddo e lucido delle argille a quello aspro ecrudo delle terre forti, grigio terragno. Anche di terra, ma "cotta", dal rosso fiammante a terroso spento…"

"… alle case plebee in città, e a quelle contadinesche incampagna diede sesto e carattere e colore il mattone:colore scabro, sesto robusto, carattere austeramentecordiale, ma pertinace, indelebile.Il carattere della casa colonica impiantata e improntatasulla unità famigliare autonoma e autosufficiente…"

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PAOLO MANARESI

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"… ed ecco, mentre ci accostiamo al mare,le ultime file d'alberi e le macchie di tamerici apparirecome sorgenti da un piano d'aria. Lo splendido sole d'autunno, senza contrasto d'ombre,sfavillava sugli alberi spogli e sui fiumi e sulle valli…"

"… quanta parte strumentale e stilistica abbia il mattone dei fornaciai emiliani e romagnoli lodicono l'Emilia e Romagna romanica e gotica "cotta",parca e sdegnosa di rivestimenti e d'intonachi che ebbenel mattone il suo linguaggio…"

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Dal 13 gennaio 1998R.C. Bologna nell'Internet

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ROTARY CLUBDI BOLOGNA

Distretto 2070

Soci onorari:

Del Terra Terrino

Goidanich Gabriele

Marconi Giovanelli Elettra

Mastragostino Angelo

Pozzati Piero

Roversi Monaco Fabio

Soci effettivi:

Amato GabrieleIndustria elettronica calcolatori

Ambrosioni EttoreIns.to Università Medicina

Andrisano Angelo OresteIns.to Università Ingeneria Meccanica

Angiolini FrancescoIndustria edile stradale S.A.

Antonucci RaffaeleIns.to Medie Superiori

Baldini PaoloCliniche mediche private

Barbiera RobertoCommercio abbigliamento

Bargagli Petrucci BarduccioIndustria meccanica di precisione

Barnabei OttavioIns.to Università Scienze Naturali S.A.

Belelli EdileIns.to Università Chirurgia

Benassi GuidoIndustria elettronica componenti S.A.

Benetollo Vincenzo o.p. padreIns.to Università Teologia

Billi LucianoCredito Fondiario S.A.

Bisbini PierluigiIns.to Università Scienze Naturali S.A.

Bonomini VittorioIns.to Università Nefrologia S.A.

Bonora GuidoCulture Erbacee S.A.

Borea GiorgioIns.to Università Odontoiatria S.A.

Borghi GiancarloCommercio arredamento tessuti A.Z.

Borlotti AlfredoIndustria arredamenti accessori

Bruzzi LuigiIns.to Università Ingegneria Sanitaria

Calda FerdinandoAvvocatura Diritto Commerciale

Cariche sociali:Anno 1997/98

PresidenteFranco Casali

Presidente uscenteFrancesco Sforza

SegretarioMario Doro

Presidente elettoVittorio Volterra

Vice PresidentiGabriele AmatoPaolo Baldini

TesoriereSaverio Montella

ConsiglieriFerdinando Calda, Franco Fabbri,Enrico Postacchini, Gian Luigi SpadaAlberto Venturi

PrefettoPaolo Baldini

Ufficio di Segreteria40124 Bologna Via Clavature 22Tel. 051/23 47 47 Fax 22 42 18

E-mail: [email protected]

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Soci effettivi:

Campanacci MarioIns.to Università Ortopedia S.A.

Carassiti Carlo AlbertoIndustria meccanica idraulica S.A.

Carullo AntonioAvvocatura Diritto Amministrativo

Casadei GiorgioIns.to Università Informatica

Casali FrancoIns.to Università Fisica

Cecchini MarcoConsulenza informatica

Chianura GerardoRadiologia S.A.

Cocco LucioIns.to Università Anatomia Umana

Coccolini GiuseppeIngegneria Civile S.A.

Colacchio GiuseppePrefetture S.A.

Corinaldesi AlbertoIns.to Università Radiologia S.A.

D'Ercole MauroConsulenza economica

De Sanctis BrunoCommercio farmaceutici

De Virgiliis AldoConsulenza tributaria

Della Volpe Ghedini UbaldoArte pittura

Destro AlbertoIns.to Università Tedesco

Di Capua VittorioAmministrazione Gruppo Lamborghini

Di Nino GianfrancoIns.to Università Anestesiologia

Di Pasquale LuigiBanca d'Italia A.Z.

Donati AntonioConsulenza parabancaria S.A.

Doro MarioBanche speciali

Eusebi VincenzoIns.to Università Patologia Clinica

Fabbri FrancoAssociazioni Commerciali S.A.

Falciasecca GabrieleIns.to Università Ingegneria Elettronica

Fanizza GiovanniConsulenza Aziendale

Farneti GiancarloIngegneria Meccanica

Filetti BrunoBrokers

Filippi FilippoIndustria Meccanica

Flamigni CarloIns.to Università Endocrinologia

Furia EuclideBanche diritto pubblico

Furlanetto DanieleIndustria impianti telecomunicazioni

Gallerani Valeri CaldesiAlessandro Notariato

Galliani MarcoIndustria siderurgica leghe

Gazzoni Frascara GiuseppeIndustria alimentare dietetici S.A.

Giovannini AlfonsoIns.to Università Oculistica

Giusti PaoloIstituto Fisica Nucleare

Gobbi GiuseppeNeuropsichiatria Infantile

Grandi RenzoIngegneria Elettronica

Graziosi StefanoAvvocatura Diritto civile

Guazzaloca GiorgioCommercio carni

Guidi GuidalbertoIndustria elettronica componenti

Jasonni MassimoAvvocatura Diritto penale

Lamborghini ToninoIndustria Meccanica bruciatori

Latini Gino PaoloProcure

Laus GianluigiAvvocature Diritto del lavoro

Lelli AlfredoCommercialismo societario

Lenzi GuidoIngegneria Civile

Leonardi MarcoNeuroradiologia

Lercker GiovanniIns.to Università Agraria

Lombardini GiuseppeIns.to Università Architettura Urbanistica

Longobardi PaoloConsulenza ricerca personale

Magalotti AndreaAssociazioni benefiche

Magli LuigiBanche private S.A.

Malipiero PierpaoloConsulenza editoria

Manaresi GiovanniIngegneria Estimo

Mancini AntonioAvvocatura Stato

Marcelli UmbertoIns.to Università Storia A.Z.

Marescotti GaleazzoAgriturismo

Marrocu ClaudioGuardia di Finanza S.A.

Martelli AldoIns.to Università Urologia

Masotti GiampietroConsorzi Agrari

Melodia Tommaso AlbertoPoste e Telecomunicazioni S.A.

Michelacci PasqualeSpettacolo Cinema S.A.

Minguzzi AttileAgricoltura e Foreste

Monari Sardè UbaldoIndustria alimentari surgelati S.A.

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Soci effettivi:

Montanari FrancescoIndustria edilizia restauri

Montanari GiulianoBanche Popolari

Montella SaverioIns.to professionale

Mottaran PiergiorgioBanche Cooperativa

Musso MarioIndustria editoria scientifica

Negosanti MassimoDermatologia

Nobili LuigiCarabinieri

Nonni MarcoConsulenza bancaria

Onniboni RobertoBanche interesse nazionale

Orsillo CosimoBanca d'Italia S.A.

Ottavi Cavina AnnaIns.to Università Belle Arti

Pallotta UmbertoIns.to Università Agraria S.A.

Pannuti FrancoOncologia

Paolucci GuidoIns.to Università Pediatria

Pascale GiancarloAgenzie turismo S.A.

Pascale Guidotti MagnaniEmilio Associazioni industriali

Pasquali RenatoCommercio metalli ferrosi S.A.

Petroni LianoIns.to Università Letterature straniere S.A.

Politi Mario LeonidaEsercito A.Z.

Possati StefanoIdustria elettronica di processo

Postacchini EnricoCommercio abbigliamento

Pupillo PaoloIns.to Università Scienze Naturali

Quiri Pinotti RenzoCommercio Farmaceutici S.A.

Regazzoni DanielaIndustria meccanica ferrotranviaria

Ricci Armandi AntonioIndustria alimentare latte S.A.

Roda EnricoIns.to Università Gastroenterologia

Rossi DarioIndustria pelletterie

Ruffini RenzoEnte Regione

Salvioli Gian PaoloIns.to Università Medicina Neonatale S.A.

Sani GuelfoIns.to Università Ginecologia S.A.

Santoro Bisio RobertoConsulenza finanziaria

Saporetti FrancoIndustria elettronica accumulatori

Sforza FrancescoAssicurazioni

Siragusa BeniaminoImposte Dirette A.Z.

Spada Gian LuigiIns.to Medie Superiori

Spinelli DomenicoIns.to Università Farmacia S.A.

Sprovieri GiuseppeAnalisi Mediche

Stagni AngeloConsulenza legale

Stagni ErnestoIns.to Università Trasporti S.A.

Stati SorinIns.to Università Glottologia

Stupazzini GianniFrutticultura

Suppini Gian LucaCommercio autovetture

Susini GiancarloIns.to Università Storia S.A.

Tamburini GiovanniCulture Erbacee

Tattara LucaTelecomunicazioni

Terenziani CarloCarabinieri S.A.

Tresca Carducci FilippoBanca d'Italia S.A.

Trombetti TullioIns.to Università Ingegneria Nucleare

Tugnoli FrancoCommercio farmaceutici

Turchi FabrizioCommerc. tributario A.G.

Valenti Giuseppe VitalianoGinecologia S.A.

Vallania GiovanniIndustria alimentare vini

Vecchietti Massacci NicolaCommerc. tributario

Venturi AlbertoIndustria edilizia prefabbricati

Volterra VittorioIns.to Università Psichiatria

Zecchini LuigiIndustria alimentare caffè

• Legenda

A.G. Socio Aggiunto

S.A. Socio Senior Attivo

A.Z. Socio Anziano

Ins.to Insegnamento

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INDICE

54 I giorno dopo

56 Guglielmo Marconi Rotariano

59 Quel giorno tra bell e campanèl Franco Casali

62 La biblioteca

63 Dopo il Convegno Scientifico

66 Marconi e il mare

67 L'azione per la gioventùProgetto giovaniMotivi di un successo Gian Luigi Spada

68 Premio Rotary per le Facoltà dell'Universitàdi Bologna

69 I Seminari Ryla

70 Rotaract Club Bologna Lucia Vannini

71 Il Rotary nella ComunitàOmaggio all'Arma

72 La "Casa del terrapieno"

73 La Fondazione motore e anima del Rotary

74 Borse di studio

75 Lo scambio di Gruppi di Studio

76 Matching Grants

77 Programma 3H, Vita per l'Albania

78 Polio Plus

79 Altri programmi della Fondazione

80 La Fondazione vive di contributi volontari

81 La Major DonnersSignora Vera Girardini Busi

83 Omaggio a Riccardo Bacchelli e

84 Paolo Manaresi – "Addio dolente maestro"

87 R.C. Bologna nell'Internet

94 4 Settanta anni di Rotary a BolognaFranco Casali

6 Manifestazione celebrativa

9 Alcune riflessioni sul ruolo del Rotary e deirotariani Francesco Sforza

11 Mantenere alti gli ideali del Rotary e trasformarli in realtà Giuseppe Fini

15 IERI: Come eravamo Renato PasqualiFondazione (1927), autoscioglimento (1938), rinascita (1947),il Presidente Ghigi istituisce le relazioni,

28 OGGI: Il Rotary per le nuove generazioniuna nuova generazione per il RotaryEdile Belelli

29 I ragazzi di Cernobyl

30 DOMANI: Il Rotary ponte verso il futuroGiuseppe Vitaliano Valenti

31 Apertura al Rotary in alcuni Paesi comunisti

36 L'ammissione delle donne nel Rotary

37 Perché Paul Harris creò un club di solo uomini

40 Donne al Rotary: le ambasce di un PresidenteFranco Casali

41 Gli Anniversari

43 60° Anniversario: la "Universitas Studiorum"verso il IX Centenario

45 Il futuro dell'Università dopo il IX Centenario

46 Il Rotary e la culturaIl Premio Galileo Galilei

47 I premi Maria Cianci e Nicoletta Quinto

48 La Maison de l'Italie

49 'Paul Harris Day'

51 La giovinezza di Paul Harris:alle radici del paradosso rotarianoMassimo Jasonni

52 Il luogo, i tempi gli uomini Paul Harris

53 I Grandi del Rotary

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