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SCOPERTA PROTEINA CHE CONTROLLA L’ANGIOGENESI: PROSPETTIVA DI CURA PER RETINOPATIE IL FUMO AUMENTA IL CALIBRO DEI VASI DELLA RETINA RICERCA SU LANCET: COLESTEROLO FATTORE DI RISCHIO PER INFARTO, MANCA LA DIMOSTRAZIONE DEL LEGAME CON L’ICTUS GLI EFFETTI CARDIOPROTET- TIVI DELL’ACE INBITORE PERINDOPRIL NON VENGONO MODIFICATI DALLA PRESENZA DI INSUFFICIENZA RENALE NEI PAZIENTI CORONAROPATICI OBESITA’: IN ITALIA CAUSA 52 MILA MORTI L’ANNO NUOVO TEST PER PREDIRE IL RISCHIO INFARTO DIABETE: LA FAMILIARITA’ AUMENTA IL RISCHIO DI COMPLICANZE MICROVASCO- LARI

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Page 1: SCOPERTA PROTEINA CHE CONTROLLA L’ANGIOGENESI: … filedel fumo sulla microcircolazione possono contribuire a tale effetto negativo. ... Lancet ha determinato la rilevanza congiunta

SCOPERTA PROTEINA CHE CONTROLLA L’ANGIOGENESI: PROSPETTIVA DI CURA PER RETINOPATIE IL FUMO AUMENTA IL CALIBRO DEI VASI DELLA RETINA RICERCA SU LANCET: COLESTEROLO FATTORE DI RISCHIO PER INFARTO, MANCA LA DIMOSTRAZIONE DEL LEGAME CON L’ICTUS GLI EFFETTI CARDIOPROTET-TIVI DELL’ACE INBITORE PERINDOPRIL NON VENGONO MODIFICATI DALLA PRESENZA DI INSUFFICIENZA RENALE NEI PAZIENTI CORONAROPATICI

OBESITA’: IN ITALIA CAUSA 52 MILA MORTI L’ANNO NUOVO TEST PER PREDIRE IL RISCHIO INFARTO DIABETE: LA FAMILIARITA’ AUMENTA IL RISCHIO DI COMPLICANZE MICROVASCO-LARI

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SCOPERTA PROTEINA CHE CONTROLLA L’ANGIOGENESI: PROSPETTIVA DI CURA PER RETINOPATIE Dopo una lesione l’organismo corre ai ripari dando origine a nuovi vasi sanguigni per ricostruire i tessuti danneggiati. Talvolta un’eccessiva crescita di nuovi vasi può essere causa di problemi, ad esempio nell’occhio dove può provocare retinopatia e, se non curata, anche cecità. Una proteina chiamata CIB1, scoperta dai ricercatori della University of North Carolina in uno studio sostenuto dal National Institutes of Health americano, sembra giocare un ruolo primario nel controllo della crescita di nuovi vasi e potrebbe così diventare un obiettivo per farmaci capaci di agevolare la riparazione tissutale e controllare una proliferazione non desiderata o eccessiva di nuovi vasi. Secondo gli autori, questa scoperta apre interessanti prospettive di cura nella guarigione delle ferite, nelle retinopatie e nel diabete. Circulation Research

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IL FUMO AUMENTA IL CALIBRO DEI VASI DELLA RETINA Fumare porta a un aumento del calibro dei vasi che irrorano la retina, secondo quanto riportato da ricercatori di Australia e Singapore sull’ultimo numero dell’American Journal of Epidemiology. Anni fa, i ricercatori guidati da Paul Mitchell della University of Sydney Centre for Vision Research hanno fotografato ed esaminato le retine di 3000 persone: dopo 5 anni hanno scattato altre foto alle retine delle stesse persone (1.850 in tutto) per verificare le eventuali differenze. Il risultato indica - sia nell’esame iniziale che in quello dopo 5 anni, e sia in chi era ancora fumatore che in chi aveva smesso - un aumentato calibro dei vasi della retina. I ricercatori fanno notare che dato che tale aumento è associato a un incremento del rischio di eventi cardiovascolari, gli effetti del fumo sulla microcircolazione possono contribuire a tale effetto negativo. Reuters Health, American Journal of Epidemiology

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RICERCA SU LANCET: COLESTEROLO FATTORE DI RISCHIO PER INFARTO, MANCA LA DIMOSTRAZIONE DEL LEGAME CON L’ICTUS Età, sesso e pressione sono fattori che possono influenzare il rapporto tra colesterolo e mortalità vascolare. Una meta-analisi sull’ultimo numero di Lancet ha determinato la rilevanza congiunta di pressione e colesterolo totale, HDL e LDL. Sono stati analizzati 61 studi per un totale di 900.000 adulti tra 40 e 89 anni tra i quali, nel periodo analizzato, sono stati registrati 55.000 decessi per cause vascolari (34.000 per ischemia cardiaca, 12.000 per ictus e 10.000 per altra patologia vascolare). Le informazioni sui livelli di HDL erano disponibili per 150.000 casi. Le conclusioni degli autori indicano che il colesterolo totale è associato alla mortalità da ischemia cardiaca a tutte le età considerate e a tutti i livelli pressori. La mancanza di un’associazione indipendente tra colesterolo e mortalità da ictus, specialmente in tarda età o ad alti livelli pressori, non è chiara e necessita di ulteriori ricerche. Ad ogni modo è dimostrato da altri studi che le statine riducono sostanzialmente non solo la percentuale di eventi coronarici ma anche di ictus in un’ampia casistica di pazienti, sia per età che per livelli pressori. Lancet

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GLI EFFETTI CARDIOPROTETTIVI DELL’ACE INBITORE PERINDOPRIL NON VENGONO MODIFICATI DALLA PRESENZA DI INSUFFICIENZA RENALE NEI PAZIENTI CORONAROPATICI Uno studio recente ha suggerito che una diminuita funzionalità renale possa identificare un sottogruppo di pazienti coronaropatici che potrebbero trarre maggiori benefici da una terapia con ACE inibitori. Il nuovo studio pubblicato su Journal of the American College of Cardiology, ha inteso verificare se l’efficacia dell’ACE inibitore perindopril viene modificata da una alterata funzionalità renale in pazienti coronaropatici. Lo studio ha coinvolto più di 12.000 pazienti con corornaropatia ma senza insufficienza renale, cui è stato somministrato o perindopril o placebo. E’ stato valutato il tasso di filtrazione glomerulare e non è stata osservata nessuna interazione significativa tra la funzione renale e l’efficacia del trattamento. Gli autori concludono che l’efficacia della terapia con perindopril è elevata, e che tale effetto che non viene modificato in presenza di un’insufficienza renale di grado medio o moderato. Journal of the American College of Cardiology

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OBESITA’: IN ITALIA CAUSA 52 MILA MORTI L’ANNO Sovrappreso e obesita’ aumentano il rischio di malattie croniche come diabete e patologie del cuore e proprio all’obesita’ sono attribuiti 52 mila decessi l’anno: si tratta del secondo rischio per la salute dopo il fumo. A lanciare l’allarme per quella che e’ stata definita una vera e propria ‘epidemia obesità’ a livello internazionale, gli esperti riuniti la scorsa settimana al Ministero della Salute per un convegno su questo tema. L’obesita’ e il sovrappeso sono infatti in aumento in tutti i paesi occidentali ed in Italia, oggi, e’ in sovrappeso un maschio adulto su due, una donna su tre e un bambino su tre. Una situazione grave, come ha sottolineato il responsabile del Dipartimento prevenzione del Ministero della Salute Donato Greco: “Tra i fattori di rischio - ha detto - quelli legati all’appartenenza alle classi meno agiati e con basso livello di istruzione, ma l’obesita’ e’ in generale aumento in tutta la popolazione facendo registrare un +9% negli ultimi cinque anni. E’ una vera epidemia - rileva Greco - e solo il fumo riesce a fare peggio”. Si tratta, secondo l’esperto, di “un’emergenza non solo etica e di salute ma anche economica, perche’ si mette a rischio la stessa sostenibilita’ del sistema sanitario. Per questo si deve parlare di un’emergenza vera”. Da qui l’impegno del ministero nell’azione di contrasto a questo problema di salute pubblica attraverso iniziative come il Programma Guadagnare Salute e il Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007. Guadagnare salute, ricorda Greco, prevede l’attuazione di una serie di interventi multisettoriali con il coinvolgimento di vari soggetti, dai ministeri alle associazioni professionali e dei produttori di alimenti. All’incontro al Ministero italiano hanno preso parte anche vari esperti provenienti da Usa e Gran Bretagna, i quali hanno sottolineato come il problema dell’ obesita’ non abbia oggi piu’ confini e rappresenti un’analoga “pesantissima emergenza” anche in questi stati. Dagli esperti, dunque, il richiamo alla necessita’ di politiche a lungo termine e soprattutto di un maggiore stanziamento di fondi per misure di contrasto. Cosi’ come si farebbe, e’ la conclusione degli esperti internazionali, per contrastare qualunque altra epidemia, a partire da una eventuale esplosione dell’epidemia di aviaria. ANSA

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NUOVO TEST PER PREDIRE IL RISCHIO INFARTO Casualmente arrivano in ospedale pazienti che lamentano dolore toracico. Quelli ad alto rischio di eventi coronarici vengono ricoverati per le terapie del caso e quelli che non presentano alcun rischio, dopo tutti gli accertamenti necessari, vengono dimessi. Per i pazienti del gruppo intermedio, che invece presentano qualche rischio cardiovascolare, solitamente scatta il ricovero in genere di 24 ore onde ricercare la causa del dolore. Il test ematico più utilizzato per questo gruppo a rischio è quello della troponina, fattore che può servire a valutare l’eventuale problematica cardiaca e a distinguere il dolore toracico per altre cause. Ma gli esperti dell’Università di Leeds in Gran Bretagna evidenziano che tale misurazione può fornire falsi positivi e negativi con conseguente ricovero inutile o mancato. Un nuovo test sviluppato a Leeds, serve a rintracciare una proteina (l’H-FABP) che viene rilasciata nel sangue dopo un’ischemia miocardica. Per il prof. Hall, coordinatore dello studio, tale proteina è in grado di diagnosticare un rischio cardiaco di grado da medio a moderato. L’individuazione e la quantizzazione della proteina H-FABP nel sangue consentirebbe pertanto ai medici - secondo il prof. Hall - di identificare il dolore toracico prodromo di attacchi cardiaci, anche settimane e mesi prima che questi accadano, in modo da iniziare al più presto un’adeguata terapia di prevenzione. American Journal of Cardiology

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DIABETE: LA FAMILIARITA’ AUMENTA IL RISCHIO DI COMPLICANZE MICROVASCOLARI Il rischio che una persona con diabete possa incorrere in complicanze microvascolari come retinopatie, neuropatie e danno renale appare più elevato in chi ha familiari col diabete e nelle pazienti donne. “Il controllo della glicemia – afferma David A. Greenberg della Columbia University di New York – è di fondamentale importanza nelle persone più a rischio di eventuali complicazioni, in particolare in chi ha fratelli e/o sorelle con diabete di tipo 1 e nelle donne con diabete di tipo 1. Infatti, in particolare per quanto concerne le donne, Greenberg e colleghi hanno analizzato i dati a lungo termine relativi a diabetici e loro familiari e hanno trovato che retinopatie e neuropatie erano più comuni nelle pazienti con diabete di tipo 1 rispetto agli uomini affetti dalla stessa malattia. Inoltre è emerso che il rischio di complicanze aumenta al protrarsi nel tempo del diabete di tipo 1, mentre una diagnosi precoce - prima dei 5 anni o appena passata la pubertà, verso i 14 anni - permette di ridurre il rischio di sviluppare complicanze da adulti. Reuters Health, Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism

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ITALIA*

Data Città Titolo/tema

15-18/12 Roma 68° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia

* Elenco in parte tratto da www.cardionet.it

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ESTERO*

13-16/12 Taipei Taiwan The 16th Asian Pacific Congress of Cardiology

* Elenco in parte tratto da http://www.escardio.org/congresses/world_agenda/ (sito dell’ESC)

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PIZZA MARGHERITA Per quattro pizze (otto persone): 350 g di farina 10 g di lievito di birra un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva 60 g di mozzarella (per pizza) tagliata a dadini polpa di pomodori (o pomodori freschi origano e/o basilico sale, poco

1. Mettere la farina sul tavolo e formare un vulcano. 2. Sciogliere il lievito di birra e un pizzico di sale in mezzo bicchiere di acqua

tiepida e versarla nel cratere del vulcano. 3. Lavorare il composto facendo scivolare la farina dal bordo al centro del

cratere fino a quando l’acqua verrà completamente assorbita dalla farina. 4. Mettere l’impasto in un recipiente, spolverizzarlo di farina e coprirlo con

un panno umido. 5. Lasciare riposare per almeno 3 ore in un luogo tiepido in modo che la

pasta possa lievitare. 6. Sistemare la pasta sul tavolo infarinato e dividerla in quattro panetti. 7. Stendere con le dita un panetto, facendolo girare in senso orario e dargli

una forma circolare. 8. Ungere una teglia da forno e collocarvi la pasta spianata. 9. Versare con un cucchiaio al centro del disco il pomodoro passato o la

polpa. 10. Con la parte convessa, spandere il pomodoro con moto rotatorio a spirale

verso il bordo del disco. 11. Spargere la mozzarella a dadini sul pomodoro. 12. Condire con un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva. 13. Mettere la pizza in forno (230°) e cuocerla per circa 20 minuti. 14. Prima di portare in tavola aggiungere foglie di basilico o un pizzico di

origano.

TOP KCalorie/porzione 291,1

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Il numero verde è un servizio gratuito attivo

tutti i giorni feriali dalle 10 alle 12.

E’ un servizio di ascolto e counselling,

che non fornisce risposte di tipo clinico.

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