scienza e tecnica lattiero-casearia,54 (3), 149-162 2003 · scienza e tecnica lattiero-casearia,54...

14
SCIENZA E TECNICA LATTIERO-CASEARIA, 54 (3), 149-162 2003 * Corrispondenza ed estratti: [email protected] 1 Consorzio Formaggio Parmigiano-Reggiano. Via Kennedy 18, 42100 Reggio Emilia. ANDAMENTO DELLA GLICOLISI NELLE PRIME FASI DI MATURA- ZIONE DEL PARMIGIANO-REGGIANO M Pecorari 1 *, G Gambini 1 , P Reverberi 1 , A Caroli 1 , G Panari 1 INTRODUZIONE La grande variabilità organolettica dei formaggi dipende dalla micro- flora autoctona, dalla composizione del latte, dalle diverse tecnologie impiegate e dal tipo di batteri utilizzati come starter che sviluppano già durante la caseificazione e sono in grado di indirizzare il successivo pro- cesso maturativo. Lo sviluppo dei fermenti lattici che avviene nella massa caseosa immediatamente dopo la caseificazione e le conseguenti modifica- zioni chimico-fisiche della pasta concorrono in modo determinante alla for- mazione delle peculiarità qualitative di ogni formaggio [1-3]. Nella produzione del formaggio grana la glicolisi avviene ad opera dei batteri lattici termofili, prevalentemente omolattici, selezionati mediante una siero-coltura naturale ottenuta per fermentazione in appositi reci- pienti dal siero che residua dalla caseificazione del giorno precedente [4]. La trasformazione del lattosio in acido lattico ad opera di questa flora microbica, pertanto, rappresenta la più importante reazione biochimica che si realizza nella prima fase della maturazione [5, 6]. I tempi e le modalità di sviluppo della flora lattica starter nelle prime 24 ore risultano importanti, non solo per indirizzare il successivo proces- so maturativo, ma, anche per salvaguardare la qualità igienico-sanitaria del prodotto. Infatti, l’elevata temperatura di cottura che si raggiunge durante il processo tecnologico e la lunga sosta della cagliata in queste condizioni determinano un ambiente favorevole al solo sviluppo dei batte- ri lattici termofili in grado di esercitare un forte antagonismo competitivo nei confronti dei microrganismi patogeni [7-9]. Per la riuscita qualitativa del formaggio Parmigiano-Reggiano è necessario che gli zuccheri siano metabolizzati molto rapidamente e ciò dipende dall’attività e dal tipo di coltura starter, in quanto non tutti i batteri lattici riescono a produrre acido lattico dal galattosio [10-12], dalla temperatura di cottura, dalle caratteristiche chimico-fisiche della pasta e dalla dimensione e dalle modalità di formatura della massa caseosa [13]. Scopo della presente ricerca è quello di definire i tempi e le modalità del processo idrolitico degli zuccheri nelle diverse zone della forma.

Upload: truongtram

Post on 25-Feb-2019

226 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

SCIENZA E TECNICA LATTIERO-CASEARIA, 54 (3), 149-162 2003

* Corrispondenza ed estratti: [email protected] Consorzio Formaggio Parmigiano-Reggiano. Via Kennedy 18, 42100 Reggio Emilia.

ANDAMENTO DELLA GLICOLISI NELLE PRIME FASI DI MATURA-ZIONE DEL PARMIGIANO-REGGIANO

M Pecorari1*, G Gambini1, P Reverberi1, A Caroli1, G Panari1

INTRODUZIONE

La grande variabilità organolettica dei formaggi dipende dalla micro-flora autoctona, dalla composizione del latte, dalle diverse tecnologieimpiegate e dal tipo di batteri utilizzati come starter che sviluppano giàdurante la caseificazione e sono in grado di indirizzare il successivo pro-cesso maturativo. Lo sviluppo dei fermenti lattici che avviene nella massacaseosa immediatamente dopo la caseificazione e le conseguenti modifica-zioni chimico-fisiche della pasta concorrono in modo determinante alla for-mazione delle peculiarità qualitative di ogni formaggio [1-3].

Nella produzione del formaggio grana la glicolisi avviene ad opera deibatteri lattici termofili, prevalentemente omolattici, selezionati medianteuna siero-coltura naturale ottenuta per fermentazione in appositi reci-pienti dal siero che residua dalla caseificazione del giorno precedente [4].La trasformazione del lattosio in acido lattico ad opera di questa floramicrobica, pertanto, rappresenta la più importante reazione biochimicache si realizza nella prima fase della maturazione [5, 6].

I tempi e le modalità di sviluppo della flora lattica starter nelle prime24 ore risultano importanti, non solo per indirizzare il successivo proces-so maturativo, ma, anche per salvaguardare la qualità igienico-sanitariadel prodotto. Infatti, l’elevata temperatura di cottura che si raggiungedurante il processo tecnologico e la lunga sosta della cagliata in questecondizioni determinano un ambiente favorevole al solo sviluppo dei batte-ri lattici termofili in grado di esercitare un forte antagonismo competitivonei confronti dei microrganismi patogeni [7-9].

Per la riuscita qualitativa del formaggio Parmigiano-Reggiano ènecessario che gli zuccheri siano metabolizzati molto rapidamente e ciòdipende dall’attività e dal tipo di coltura starter, in quanto non tutti ibatteri lattici riescono a produrre acido lattico dal galattosio [10-12],dalla temperatura di cottura, dalle caratteristiche chimico-fisiche dellapasta e dalla dimensione e dalle modalità di formatura della massacaseosa [13].

Scopo della presente ricerca è quello di definire i tempi e le modalitàdel processo idrolitico degli zuccheri nelle diverse zone della forma.

MATERIALI E METODI

La ricerca è stata condotta su sei forme ottenute in altrettanti caseifi-ci produttori di Parmigiano-Reggiano.

Su ciascuna forma si è proceduto, al momento dell’estrazione e dopo 6,11, 23 e 32 ore, alla misurazione della temperatura e del pH a 3 e a 12 cmdi profondità dal piatto e al prelievo di una porzione di formaggio median-te una sonda cilindrica in acciaio inox avente un diametro di 28 mm eduna lunghezza di 40 cm.

Dal tassello, ricavato introducendo la sonda perpendicolarmente alcentro del piatto, sono state prelevate due porzioni di pasta rappresenta-tive della zona periferica e della zona centrale, rispettivamente a 2-4 cm ea 11-13 cm dalla superficie piana.

I fori, per evitare di alterare la pasta circostante, sono stati riempiti concilindri di teflon di diametro uguale a quello della sonda.

A 48 ore le forme sono state tagliate e dalla sezione mediana sono stateprelevate due porzioni rappresentative della zona periferica e della zonacentrale.

Sul formaggio, finemente grattugiato, sono state eseguite le seguentianalisi:- lattosio, glucosio e galattosio: mediante test enzimatico della

Boehringer-Mannheim [14];- acido D- lattico e L-lattico: mediante test enzimatico della Boehringer-

Mannheim [15];- acidi grassi volatili: in HPLC [16];- batteri lattici termofili: MRS a 45 °C per 4 giorni in anaerobiosi [17].

RISULTATI E DISCUSSIONE

Nella tabella 1 sono riportati i valori medi delle 6 prove delle analisichimico-fisiche effettuate a diversi intervalli nelle prime 48 ore nella zonaperiferica e al centro della forma.

I risultati evidenziano, già al momento dell’immissione negli stampi e,soprattutto, durante le prime ore di formatura, un gradiente termico trala periferia e il centro che si mantiene, anche se con diversa intensità, finoall’introduzione della forma in salamoia.

La figura 1 mostra come la pasta nel cuore della forma si raffreddi piùlentamente rispetto a quella dell’anello periferico: alla 6a e all’11a ora ladifferenza di temperatura tra interno ed esterno risulta pari a 12°C circa,mentre, dopo 23 e 32 ore il range si riduce, rispettivamente a 8 e a 4°Ccirca. A 48 ore la differenza è ancora di 2°C circa.

L’ampio intervallo tra i valori minimi e massimi di temperatura, rile-vati nelle prime 24 ore nelle sei prove di caseificazione, soprattutto al cen-tro della forma (le temperature minime e massime nel cuore della formaalla 6a ora ed alla 23a ora risultano, rispettivamente: 53,2 - 55,3°C e 35,0 -40,5°C), dimostra come il raffreddamento della massa caseosa presenti

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162150

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 151

Tab

ella

1 -

In

dici

ch

imic

o-fi

sici

med

i re

lati

vi a

div

ersi

in

terv

alli

all

’est

ern

o e

all’i

nte

rno

dell

a fo

rma

di P

arm

igia

no-

Reg

gian

o n

elle

pri

me

48 o

re (

med

ie d

i 6

prov

e).

Tab

le 1

- P

hys

ical

an

d c

hem

ical

par

amet

ers

of e

xter

nal

an

d i

nte

rnal

Par

mig

ian

o-R

eggi

ano

chee

se z

ones

at

dif

fere

nt

step

sd

uri

ng

the

firs

t 48

hou

rs (

mea

n o

f 6

tria

ls).

notevoli differenze tra i caseifici in conseguenza della diversa impostazio-ne tecnologica adottata.

Il gradiente termico che si determina nelle due zone della forma, infat-ti, risulta influenzato da diversi fattori, quali la temperatura di cotturadella cagliata, la dimensione della forma e la temperatura dell’ambientein cui sono effettuate le operazioni di formatura [13, 18].

Le variazioni di temperatura riscontrate tra le due zone nelle prime oredopo la fabbricazione trovano conferma con quanto rilevato in analoghericerche [2, 13, 19, 20].

Intorno alla 6a ora si raggiunge il gradiente termico più elevato (12°Ccirca), come riscontrato da Mora et al. nel Parmigiano-Reggiano [19] e daMucchetti et al. nel Grana Padano [13], anche se i valori assoluti risulta-no diversi, in conseguenza delle differenze che probabilmente caratteriz-zano il processo di caseificazione con cui sono state prodotte le formeoggetto delle diverse ricerche.

Il diverso andamento della temperatura tra interno ed esterno dellaforma condiziona lo sviluppo della flora lattica termofila e, conseguente-mente, la produzione di acido lattico ed il valore di acidità della pasta.

Il pH discende velocemente all’esterno della forma per raggiungere,intorno alla 6a ora, il valore minimo (4,98), mentre nel cuore della formatale abbassamento risulta lento nelle prime 11 ore (da 5,95 a 5,59), per poiaccelerare repentinamente tra l’11a e la 23a ora. Successivamente si regi-stra una modesta risalita che, alla 48a ora, porta il pH a 5,19, valore chetende ad eguagliare quello della zona esterna (Fig. 2).

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162152

Figura 1 - Andamento della temperatura all’esterno e all’interno della forma diParmigiano-Reggiano durante le prime 48 ore (media di 6 prove).Figure 1 - Temperature in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zonesduring the first 48 hours (mean of 6 trials).

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 153

Tali andamenti si discostano da quelli evidenziati nei lavori diPellegrino et al. [21], Mucchetti et al. [13] e Addeo et al. [2], nei quali ladiminuzione del pH nel cuore della forma risulta, anche nelle prime 10-11ore, molto rapida, tale da raggiungere valori di pH intorno a 5,10-5,30.

Le differenze potrebbero trovare una spiegazione nei diversi sistemiproduttivi che caratterizzano il Grana Padano e il Parmigiano-Reggiano e,nell’ambito dello stesso formaggio, nella differente operatività che si rea-lizza nei singoli caseifici.

Nella zona periferica l’acido lattico si accumula velocemente fino alla 6a

ora per poi stabilizzarsi intorno a valori di 1,3 g per 100 grammi di for-maggio (Fig. 3).

Nel cuore della forma, al contrario, la produzione di acido lattico risul-ta modesta fino all’11a ora (0,52 g/100g); solo nelle successive 12 ore si rag-giunge lo stesso valore riscontrato nell’anello periferico.

Le forme D e L di tale acido, inizialmente presenti in quantità similinella cagliata, concorrono in misura diversa nel corso delle 48 ore alla pro-duzione di acido lattico totale.

L’acido L-lattico risulta dopo la 23a ora, soprattutto all’interno dellaforma, superiore all’acido D lattico (Fig. 4); tale andamento risulta in lineacon i lavori di Bottazzi [22] e di Pellegrino et al. [15], limitatamente all’u-tilizzo di siero innesto naturale.

L’attività lattica termofila inizia già intorno ai 50-52 °C [23, 24] e trova,intorno ai 45 °C, la temperatura ideale di sviluppo che si realizza alla 3a -4a ora, nell’anello periferico, e alla 14a -15a ora nel cuore della forma.

Figura 2 - Andamento del pH all’esterno e all’interno della forma di Parmigiano-Reggiano durante le prime 48 ore (media di 6 prove).Figure 2 - pH in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zones duringthe first 48 hours (mean of 6 trials).

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162154

La lunga selezione realizzata nella produzione del formaggio grana haconsentito di aumentare la tolleranza alle elevate temperature dellamicroflora lattica del siero-innesto [1, 23]. L’abbassamento del pH e la pro-duzione di acido lattico già nelle prime 6 ore al centro della forma, dove latemperatura risulta prossima a quella di cottura della cagliata, ne sono

Figura 3 - Andamento dell’acido lattico all’esterno e all’interno della forma diParmigiano-Reggiano durante le prime 48 ore (media di 6 prove).Figure 3 - Lactic acid in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zonesduring the first 48 hours (mean of 6 trials).

Figura 4 - Andamento degli isomeri D ed L dell’acido lattico all’esterno e all’inter-no della forma di Parmigiano-Reggiano durante le prime 48 ore (media di 6 prove).Figure 4 - D and L lactic acid isomerics in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zones during the first 48 hours (mean of 6 trials).

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 155

una ulteriore conferma [13, 15].Lo sviluppo della microflora lattica termofila rallenta significativa-

mente alla 6a ora e si arresta quasi completamente intorno all’11a ora all’e-sterno e alla 23a nel cuore della forma.

Infatti, nella periferia della forma alla 6a ora, in corrispondenza del piùbasso valore di pH, il contenuto di zuccheri della cagliata risulta signifi-cativamente ridotto. Oltre il 98% del lattosio, inizialmente presente all’e-strazione della forma, risulta metabolizzato a conferma di una massivaattività lattica nelle prime 6 ore (Fig. 5).

All’11a ora nella porzione esterna della massa caseosa rimangono solotracce di glucosio e di galattosio (0,005 g e 0,02 g, rispettivamente) (Tab.1)e la produzione di acido lattico praticamente si arresta.

Nel cuore della forma la concentrazione più elevata di glucosio e digalattosio si riscontra alla 11a ora (rispettivamente 0,23 e 0,55 g) (Tab.1).Nelle successive 12 ore, intorno alla 23a ora si assiste alla scomparsa deidue monosaccaridi.

L’esame della figura 6, consente di evidenziare come già alla 6a ora ilnumero di batteri lattici termofili nell’anello periferico scenda a poco piùdi 70 milioni di UFC/g e come all’11a ora si riduca a pochi milioni; al cen-tro, per contro, si evidenzia una forte crescita dall’11a alla 23a ora, in cui sisuperano i 300 milioni di UFC, per poi decrescere repentinamente per l’as-senza di zuccheri fermentescibili fino a ridursi a poche decine di milioniintorno alla 48a ora.

Figura 5 - Andamento del glucosio e del galattosio all’esterno e all’interno dellaforma di Parmigiano-Reggiano durante le prime 48 ore (media di 6 prove).Figure 5 - Glucose and galactose in external and internal Parmigiano-Reggianocheese zones during the first 48 hours (mean of 6 trials).

Nella zona centrale della forma, anche nelle prime ore, si assiste aduna significativa attività lattica, con un abbassamento di 0,32 unità di pHe con una produzione di 0,27 grammi/100 g di acido lattico alla 6a ora e,successivamente, ad un rallentamento fino all’11a ora con un discretoaccumulo di glucosio e, soprattutto, di galattosio. Tale andamento potreb-be essere giustificato dalla ridotta attività metabolica della flora latticaper la permanenza di alcune ore ad una temperatura superiore ai 50°C,come ipotizzato da Pellegrino et al. [15] o per il verificarsi di una alter-nanza di specie o di biotipi con caratteristiche metaboliche diverse che tro-vano nelle diverse zone della forma condizioni di sviluppo differenti dalla1a alla 11a ora [13, 25].

La quantità di galattosio si riduce, anche al centro della forma, a 0,08grammi dopo 23 ore e ciò rappresenta una delle più importanti garanzieper la riuscita qualitativa del formaggio. Infatti quantità più elevate digalattosio potrebbero favorire in questa fase, in assenza di antagonismodella flora lattica, lo sviluppo di fermentazioni anomale con alterazionistrutturali del formaggio [15, 26, 27].

Occorre rilevare come le diverse impostazioni del processo di caseifica-zione adottate dai singoli caseifici possano determinare scostamentiimportanti del processo glicolitico. Infatti, alcune variabili, quali il diffe-rente dosaggio del siero-innesto, le diverse associazioni batteriche dellostesso, le diverse temperature di cottura della cagliata, e le differenti tem-

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162156

Figura 6 - Andamento dei batteri lattici termofili (LT) all’esterno e all’interno dellaforma di Parmigiano-Reggiano dalla 6a alla 48a ora (media di 6 prove). Milioni diUFC/g.Figure 6 - Thermophilic acid bacteria (LT) in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zones from the 6th to the 48th hour (mean of 6 trials). Millions ofCFU/g

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 157

perature degli ambienti in cui sono manipolate le forme, sono in grado diinfluenzare la curva di raffreddamento della pasta e, di conseguenza losviluppo della flora lattica, la produzione di acido lattico e la diminuzionedel pH [18].

Nella tabella 1 e nella figura 7 sono riportati, rispettivamente, i conte-nuti degli acidi grassi volatili e le variazioni, all’esterno e all’interno dellaforma, del tenore di acido acetico.

L’acido acetico aumenta significativamente alla 6a ora nella periferia edalla 23a ora al centro, in coincidenza dell’abbassamento della temperaturaintorno ai 45°C, raggiungendo valori intorno ai 30 mg all’esterno e 23-24mg all’interno della forma.

E’ evidente, pertanto, che la flora lattica eterofermentante, responsabi-le della produzione di acido acetico e di anidride carbonica, si sviluppa intempi successivi a quella omolattica, in quanto risulta strettamente con-dizionata dalla temperatura della pasta che ne impedisce lo sviluppo nelleprime 6-7 ore in periferia e nelle prime 10-11 al centro della forma, quan-do la temperatura non scende al di sotto dei 50°C [11, 22].

In entrambe le zone non si rileva la presenza di acido propionico, a con-ferma dell’assenza di fermentazione precoce di tipo propionico e i valori diacido butirrico appaiono di modesta entità (2,11 e 5,41 mg/100g, rispetti-vamente all’esterno e all’interno) a dimostrazione di un corretto processofermentativo delle forme nelle prime 48 ore.

Figura 7 - Andamento della temperatura e dell’acido acetico all’esterno e all’inter-no della forma di Parmigiano-Reggiano durante le prime (media di 6 prove).Figure 7 - Temperature and acetic acid in external and internal Parmigiano-Reggiano cheese zones during the first 48 hours (mean of 6 trials).

CONCLUSIONI

Il processo glicolitico che caratterizza le fasi iniziali della maturazionerisulta condizionato dal gradiente termico che si instaura nella massacaseosa tra il centro e la zona periferica della forma [2, 13, 15, 18-20].

L’idrolisi degli zuccheri inizia nell’anello esterno, dove, per il rapido raf-freddamento della pasta, si assiste già dopo 6 ore circa alla completa scom-parsa degli zuccheri, alla produzione di circa 1,3-1,4 grammi di acido lat-tico e, conseguentemente, all’abbassamento del pH intorno a valori pros-simi a 5.

Al contrario, nel cuore della forma il raffreddamento della pasta risul-ta molto lento e, solo dopo circa dieci ore, scende sotto i 50°C consentendoil successivo sviluppo della flora lattica termofila.

In tale zona gli zuccheri risultano completamente idrolizzati ed il con-tenuto di acido lattico tende ad eguagliare quello della zona esterna sol-tanto intorno alla 23a ora.

L’uso nel tempo di elevate temperature di cottura e i lunghi tempi dipermanenza della cagliata a tali temperature hanno determinato la sele-zione di una flora lattica del siero-innesto con una elevata termofilia [1,23]. Tale peculiarità consente ai batteri lattici una significativa attivitàanche al centro della forma nelle ore immediatamente successive all’e-strazione della massa caseosa, con una riduzione del pH di 0,3 unità circaed una produzione di 0,4-0,5 grammi di acido lattico a cui fa seguito unrallentamento dell’acidificazione fino all’11a ora. Tale andamento potrebbeessere giustificato dall’effetto “stressante” della flora lattica per la perma-nenza di alcune ore alle elevate temperature adottate con la cottura dellacagliata [15] o dall’alternanza, all’interno della forma, di ceppi microbici odi biotipi con diversa resistenza alle alte temperature [13, 25].

Gli acidi D e L lattico, inizialmente presenti in quantità simile nellacagliata all’estrazione, evolvono nelle prime ore dopo la fabbricazione condiversa intensità: il contenuto di acido L lattico a 24 ore, soprattutto all’in-terno della forma, risulta superiore al D lattico.

Infine, l’acido acetico tende ad accumularsi in periferia, solo dopo la 6a

ora, e al centro, dopo la 23a, e cioè in coincidenza di temperature prossimeai 45°C, a dimostrazione del carattere “mesofilo” della flora eterofermen-tante presente nel siero-innesto e principale responsabile della produzio-ne di acido acetico [11, 22].

RIASSUNTO - L’obiettivo della ricerca è stato quello di studiare il meccani-smo del processo glicolitico che caratterizza la prima fase della matura-zione del Parmigiano-Reggiano. Si è operato su sei forme ottenute inaltrettanti caseifici produttori di Parmigiano-Reggiano. Su ognuna di essesi è proceduto al momento dell’estrazione e dopo 6, 11, 23 e 32 ore, al pre-lievo di una porzione di formaggio mediante una sonda cilindrica e a 48ore al taglio e all’analisi della forme. Su ogni campione di formaggio si è

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162158

proceduto alla determinazione del pH, del lattosio, del glucosio, del galat-tosio e dell’acido lattico, degli acidi grassi volatili e del numero di batterilattici termofili. La glicolisi presenta un andamento significativamentediverso tra periferia e centro. All’esterno, per la rapida discesa della tem-peratura, si completa dopo 6 ore l’idrolisi degli zuccheri; l’acido lattico siaccumula in ragione di 1,3 g/100 g di formaggio e il pH scende a valoriprossimi a 5. All’interno, dopo una iniziale attività lattica con produzionealla 6a ora di 0,5 g circa di acido lattico e una riduzione del pH di 0,3 unità,si assiste ad una stasi fermentativa fino all’11a ora, quando la temperatu-ra raggiunge valori prossimi a 50°C. Nelle successive 12 ore si assiste allacompleta scomparsa degli zuccheri ed al raggiungimento di valori di pH edi acido lattico simili a quelli riscontrati nell’anello periferico intorno alla6a ora. L’acido L lattico, inizialmente presente nella stessa quantità dell’i-somero D, risulta dopo 23 ore circa, significativamente superiore, soprat-tutto nel cuore della forma.L’acido acetico tende ad accumularsi solo quan-do la temperatura scende a valori prossimi a 45°C (in periferia, solo dopola 6a ora, e al centro, dopo la 23a), cioè quando la temperatura risulta ido-nea allo sviluppo della flora lattica eterofermentante responsabile dellaproduzione dell’acido acetico.Parole chiave: Parmigiano-Reggiano, glicolisi, lattosio, glucosio, galattosio,acido lattico, temperatura e pH

ABSTRACT - Glycolysis in Parmigiano-Reggiano cheese during the first ripe-ning phase. - This work aimed to study the glycolysis process inParmigiano-Reggiano during the first ripening phase. Therefore no.6Parmigiano-Reggiano cheeses, each one of different cheese factory origin,were tested. By way of a cylindrical probe, a portion of curd was takenfrom each test cheese at the intervals of 6th, 11th, 23rd, and 32nd hour aftercheesemaking, while at the 48th hour the cheeses were cut and tested. Thesamples were tested to evaluate, at each interval of time, the grade of aci-dity (pH), the amount of glucose, galactose, lactic acid, volatile fatty acidsand thermophilic acid bacteria. The Glicolysis tests proved that this pro-cess is related to the cheese zone. After 6 hours, the rapid drop in tempe-rature of the external zone, leaded to a complete sugar’s hydrolysis hencethe lactic acid level resulted to be increased up to 1.3% and pH value closeto 5, while in the core, the production of acid lactic reached the value of0.5% only. The lactic fermentation, in the core, remained almost stable inthe range of 5% in the window of time between the 6th and 11th hour tilltemperature drop to 50°C. During the following 12 hours, sugars werecompletely fermented and pH values decreased quicker. D and L isomericslactic acid levels were initially similar, but after the 23rd hour, L isomericvalue resulted to be higher, particularly in the core of the cheese. Aceticacid content increased when temperature decreased approaching 45°C(after 6 hours in external zone and after 23 hours in the core), which is the

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 159

optimum condition for the growth of heterofermentative lactobacilli.Keywords: Parmigiano-Reggiano cheese, glycolysis, lactose, glucose, galac-tose, lactic acid, temperature and pH

Ringraziamenti: Lavoro eseguito nell’ambito del programma di sperimen-tazione della regione Emilia Romagna, realizzato con il coordinamentotecnico-organizzativo del Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) diReggio Emilia.

BIBLIOGRAFIA

1) Bottazzi V (1997). Capolavori microbici: i formaggi tipici. Caseus, 2,14-21.

2) Addeo F, Mucchetti G, Neviani E (1997). Gli aspetti biochimici dellamaturazione del formaggio con particolare riferimento alle varietà apasta dura. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 48, 7-20.

3) Neviani E, Carini S (1994). Microbiology of Parmesan cheese.Microbiologie, Aliments, Nutrition, 12, 1-8.

4) Battistotti B (1995). Il siero-innesto nei processi di maturazione delformaggio Grana: nuove acquisizioni. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 46, 235-240.

5) Lodi R (2000). Ruolo della microflora caratteristica nella produzionedi formaggi tipici. Atti Convegno “I controlli nel settore lattiero-casea-rio”, 9 giugno 2000, Milano.

6) Bottazzi V, Scolari GL, Cappa F, Battistotti B, Bosi F, Brambilla E(1992). Batteri lattici per la produzione di formaggio grana. III parte:velocità di acidificazione e comparsa di gonfiore. Sci. Tecn. Latt.-Cas.,43, 71-93.

7) Panari G, Perini S, Guidetti R, Pecorari M, Merialdi G, Albertini A(2001). Indagine sul comportamento di germi potenzialmente patogeninella tecnologia del formaggio Parmigiano-Reggiano. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 52, 13-22.

8) Merialdi G, Perini S, Panari G, Guidetti R, Pecorari M (2001).Evoluzione di contaminazioni artificiali con batteri patogeni nella tec-nologia del formaggio Parmigiano-Reggiano. XI Convegno AIVISicurezza Alimentare: un approccio di filiera 6-8 settembre 2001 –Alghero (SS).

9) Pellegrino L, Resmini P (2001). Cheese making condition and compo-sitive characteristics supporting the safety of raw cheese ItalianGrana. Sci. Tecn. Latt.- Cas., 52, 105-114.

10) Bottazzi V, Vescovo M, Dallaglio F (1973). Ricerche sulla microbiologiadel formaggio Grana. IX parte: caratteri e distribuzione dei biotipi diL. helveticus nelle colture naturali (il siero fermento). Sci. Tecn. Latt.-Cas., 24, 23-39.

11) Nanni M, Coppola R, Iorizzo M, Sorrentino A, Sorrentino E, Grazia L

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162160

(1997). La microflora lattica nella maturazione del formaggioParmigiano-Reggiano. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 48, 211-216.

12) Grossiord B, Vaughan E, Luesink E, M de Vos W (1998). Genetics ofgalactose utilisation via the Leloir pathway in lactic acid bacteria.Lait, 78,77-84.

13) Mucchetti G, Locci F, Mazzucotelli L, Neviani E (1995). Evoluzione delprocesso di acidificazione del formaggio Grana Padano nelle prime 24ore: influenza delle diverse condizioni di temperatura misurate all’in-terno della forma. Atti 2° Congresso Italiano di Scienza degliAlimenti, 518-529.

14) Giudici P, Masini G, Caggia C (1996). The role of galactose fermentingyeast in plain yogurt spoilage. Annali di Microbiologia edEnzimologia, 46, 11-19.

15) Pellegrino L, De Noni I, Mannino S, Resmini P (1996). Galattosio resi-duo nel formaggio Grana Padano in fascera e possibile rilevamentomediante biosensore. Industria del Latte, 32(4), 49-62.

16) Panari G, Filippi S (1997). Gli acidi grassi volatili nel Parmigiano-Reggiano madiante HPLC. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 48, 283-288.

17) De Man JC, Rogosa M, Scarpe ME (1960). A medium for the cultiva-tion of lactobacilli. J. Appl. Bacter., 23(1), 130-135.

18) Pecorari M, Gambini G, Reverberi P, Caroli A (2002). L’influenza dialcuni fattori tecnologici sulla glicolisi del Parmigiano-Reggiano. Atticonvegno “Il formaggio: tecnologia, maturazione e caratterizzazione”,29 ottobre 2002, Parma.

19) Mora R, Nanni M, Panari G (1984). Variazioni chimiche, fisiche emicrobiologiche nel formaggio Parmigiano-Reggiano durante le prime48 ore. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 35, 20-32.

20) Pellegrino L, Battelli G, Resmini P (1997). Andamento centripeto dellamaturazione nei formaggi Grana Padano e Parmigiano-Reggiano. Sci.Tecn. Latt.-Cas., 48, 73-82.

21) Pellegrino L, Resmini P, Fantuzzi U (1995). Valutazione ed interpreta-zione dell’attività della fosfatasi alcalina nel controllo dei formaggiGrana Padano e Parmigiano-Reggiano. L’Industria del Latte, 31(1),17-30.

22) Bottazzi V (1993). I batteri lattici nella maturazione del formaggiograna. L’Industria del latte, 29(2), 73-88.

23) Bottazzi V (1993). Microbiologia lattiero-casearia. Ed. Edagricole,Bologna.

24) Neviani E, Divizia R, Abbiati E, Gatti M (1995). Acidification activityof termophilic lactobacilli under the temperature gradient of Granacheese making. J. Dairy Sci., 78, 1248-1252.

25) Giraffa G, Mucchetti G, Addeo F, Neviani E (1997). Evolution of lacticacid microflora during Grana cheese-making and ripening.Microbiologie, Aliments, Nutrition, 15, 115-122.

Pecorari et al. (2003) Sci. Tecn. Latt.-Cas., 54 (3), 149-162 161

26) Bottazzi V, Battistotti B, Bianchi F (1989). Direct SEM observation ofClostridia (Clostridium Butyricum) in Grana Cheese. Ann. Microbiol.,39, 119-125.

27) Bottazzi V, Battistotti V, Cappa F, Rebecchi A, Bertuzzi S, Brambilla E(1993). Germinazione delle spore di Clostridium ed azione del lisozimain formaggio grana. Sci. Tecn. Latt.-Cas., 44, 77-96.

Lavoro ricevuto il 15-03-2003 ed accettato il 20-05-2003162